Quindicinale della Comunità Italiana del Cile
www.presenza.cl
1 febbraio 2016
Anno XLVII Nº 907
Mattarella: messaggio di fine anno poco
“politico”. Con l’accento sulla legalità
Franqueo Convenido • Res. Nº 1062/1979 • Santiago • Av. Bustamante 180 • Fono: 222229328 • Fax: 226354127 • [email protected] • Aderente alla FUSIE e FSS
La Cina fa la scimmia ma non è uno scherzo
Nel calendario cinese il prossimo 8 febbraio inizierà l’anno
della scimmia e viene il sospetto che a Pechino si siano portati avanti con i preparativi. Non siamo esperti di oroscopi,
però leggiamo che il segno della scimmia si distingue per
intelligenza e curiosità, ma anche per una certa bizzosità e
la tendenza a fare brutti scherzi. Per cui, apprendiamo da
Wikipedia, «anche se le loro intenzioni sono sempre buone,
a causa del desiderio di fare le burlone le scimmie tendono
a fare male agli altri».
Appunto. Il 2016 si è aperto con il primo involontario e
doloroso scherzetto della Cina al mondo.
Armata delle migliori intenzioni, l’autorità che vigila sulla
Borsa cinese ha introdotto il cosiddetto circuit breaker, il
meccanismo che sospende gli scambi per un quarto d’ora
quando il listino perde il 5% e li blocca fino a fine giornata
se la perdita raggiunge il 7%. Doveva essere un sistema antipanico, si è rivelato un efficacissimo generatore di terrore
finanziario: ha spinto gli investitori a liberarsi delle azioni
il più rapidamente possibile, per evitare di trovarsi con la
Borsa bloccata e i titoli ancora da vendere.
Così lunedì Shanghai è precipitata al -7% nel giro di
Le ricadute della crisi, la
disoccupazione, il terrorismo, l’immigrazione, l’inquinamento… Ci sono quasi
tutte le emergenze di questo
passaggio verso il 2016, cruciale per una ripartenza del
Paese, nel messaggio di fine
anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un messaggio poco politico (anche se, si sa, tutto
è politica) e molto attento
invece alla vita concreta delle persone, nel tentativo di
infondere comunque fiducia.
Questioni affrontate - in un
monologo colloquiale durato
meno di venti minuti - con
quella sensibilità sociale che
fa parte della formazione
umana e intellettuale di
Sergio Mattarella.
Diversi gli spunti che lo
Non è tutto oro
questo pallone
Renzi: “Nel 2015 c’è stata la svolta,
l’Italia non è più nelle secche
stata», rilancia il premier. Parole che fanno quasi
da apripista a un inizio
2016 certamente in salita
per l’attività parlamentare,
sulla quale, al Senato, ha
fatto da poco irruzione il
delicatissimo ddl del Pd per
l’istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta
sulla vigilanza del sistema
bancario e sulla quale è altissima l’attenzione di partiti e
istituzioni. Ma al di là del caso banche, sono diversi i dossierchiave ai quali il Parlamento, con la ripresa in gennaio,
dovrà metter mano. Su tutti,
spicca il ddl unioni civili sul
quale, dopo settimane di
scontri, Pd e Ap sono ben
Cont. in ultima pagina
al Sud, il capo dello Stato
ricorda, sia pur senza evocarla, la paralisi di quella
«mobilità sociale» che negli anni Sessanta/Settanta
Cont. in ultima pagina
Vacanze: tempo di cultura italiana
Cont. in ultima pagina
”L’Italia non è più nelle
secche, la ripartenza è un
dato concreto. Nell’anticipazione della sua enews
Matteo Renzi rivendica l’azione del suo governo e si
“prepara”, idealmente, ad
un 2016 che, tra l’appuntamento delle amministrative,
il referendum sulle riforme
e il delicato rapporto con
l’Europa, si preannuncia
decisivo. E non a caso il
premier, intervenendo alla
fine di un dicembre segnato
dal caso banche, ricorda i
«tantissimi dossier impantanati da anni» e sbloccati
nel 2015. «Non significa che
abbiamo fatto tutto bene o
che non c’è altro da fare. Ma
la verità è che l’Italia non è
più incagliata nelle secche,
e la svolta in questo 2015 c’è
dimostrano. Un esempio.
Quando parla del lavoro che
manca, problema acutissimo
per i giovani di ambienti
svantaggiati e specialmente
aveva consentito l’accesso
all’università, all’epoca non
costosa quanto oggi, a milioni d’italiani fino ad allora
esclusi. Effetto di una crisi
ancora non risolta, anche se e Mattarella lo riconosce, con
sicuro sollievo del premier
Matteo Renzi - «la condizione economica dell’Italia va
migliorando e le prospettive
appaiono favorevoli».
Nella stessa prospettiva
di tenere insieme la trama
sociale di un Paese che resta
comunque in difficoltà va
letta la sua dura denuncia
dei guasti provocati dall’evasione fiscale e contributiva.
Un danno che da solo vale
7 punti e mezzo di Pil, cioè,
secondo l’inedita citazione di
uno studio di Confindustria,
«più di trecentomila posti
di lavoro». Ecco: la ripresa
dovrebbe offrire per lui strumenti nuovi per affrontare
Sessant’anni e li sente
tutti. Da quando nel 1956
la rivista France Football
lanciò il Pallone d’oro, ogni
anno finiamo sotto il diluvio
di commenti e polemiche sui
vincitori (possibili e reali) e
sui “trombati”.
Per la verità quest’anno
i fuochi d’artificio sono arrivati anche prima con la
gaffe della Fifa che avrebbe
svelato in anticipo il nome
del vincitore, guarda un po’
che sorpresa, la stella del
Barcellona Lionel Messi. Complici addetti ai lavori,
sponsor e megafoni mediatici
parliamo del premio più ambito per un giocatore, un riconoscimento elevato ormai
al rango di Oscar o di Nobel.
Ma con lo stesso carico di
scelte discutibili e spesso di
vere proprie ingiustizie. Nessuna meraviglia allora
se Dario Fo sta al Nobel della
Letteratura come Matthias
Sammer al Pallone d’oro.
Di sicuro grida vendetta un
albo d’oro che comprende il
difensore tedesco e non i nostri “dioscuri” Franco Baresi
e Paolo Maldini. Basterebbe
solo questo sfregio per mandare in pensione un premio
a volte strabico.
Cont. in ultima pagina
Credo che pochissimi della nostra comunità abbiano goduto la gioia spirituale
di due momenti interessanti di cultura
italiana che, in forma quasi simultanea,
si sono dati in Cile: la presenza dell’opera
squisita di Sandro Botticelli, la “Madonna
con il Bambino e sei angeli” esposta nel
Centro Culturale La Moneda.
La presenza dell’opera di Botticelli
(Firenze 1445-1510) è il risultato della
collaborazione che l’Italia ha offerto al
Cile (grazie all’interessamento dell’Istituto Italiano di Cultura e dell’Ambasciata
d’Italia) in occasione del decimo anniversario di fondazione del Centro Culturale.
Comunque il quadro del grande artista
del Rinascimento rimarrà esposto fino il
13 marzo e sarà senz’altro la presenza
artistica più apprezzata che si possa avere nel marco delle celebrazioni del centro
culturale santiaghino.
In forma quasi simultanea la compagnia
italiana di teatro “Società Raffaello Sanzio” ha presentato, nel programma estivo
“Santiago a mil” frammenti della tragedia
“Giulio Cesare”, di Shakespeare diretta da
Romeo Castellucci. Il cui stile (trascrivo)
“… está marcado por líneas dramáticas
que no están sujetas a la primacía del
texto, haciendo del teatro un arte plástico,
complejo, rico en su despliegue. Ha desarrollado un lenguaje entendible en todo el
mundo, a través de la música, la escultura,
la pintura y la arquitectura”.
Della tragedia sono presentati solo
frammenti, i più significativi e decisivi,
con immagini sublimi e lancinanti, in cui
appare, in 45 minuti di spettacolo impattante, la voracità dell’uomo per il potere e
la dolorosa constatazione della violenza
mondiale.
Non potevamo lasciar passare sotto
silenzio queste presenze d’Italia nei programmi estivi cileni.
Giuseppe Tomasi
2
Presenza- 1 febbraio 2016
Festival di Sanremo: in gara amore,
impegno e anche preghiera
All’Ariston dal 9 al 13 febbraio prossimi​
Il rap che canta la disoccupazione e la disillusione dei
giovani del Sud, una poesia
sulle tragedie del Mediterraneo dedicata a chi fugge
dalle guerre, l’amore che fa
soffrire ma con la voglia di
perdonare, lo sguardo di più
di un artista rivolto al Cielo.
Ed uno strampalatissimo
inno di Elio e le Storie tese
contro l’odio imperante.
L'IMPEGNO DAL SUD AI
MIGRANTI
In prima fila i rapper
napoletani. Rocco Hunt,
vincitore dei Giovani un paio
d’anni fa, con Wake up canta
a ritmo di groove ai politici
che «questa generazione non
vi crede/perché un futuro
vero non si vede», mentre
Clementino in Quando
sono lontano racconta da
«musicante, emigrante anima vagante» venuto su dalle
periferie la lotta quotidiana
di chi non si rassegna al
degrado di una città.
Colpisce, poi, la delicatezza della poesia, quasi una
preghiera, di Irene Fornaciari, Blu, dedicata ai troppi
morti nelle acque blu del
mediterraneo, con versi che
ricordano la foto del piccolo
Aylan , «c’è un bambino su
una spiaggia/lasciato blu/e
una donna in riva al mare/
mentre il sole va giù/che con
la mano saluta/i sogni che
passano/ e lascia una scia/
che non va più via nell’alta
marea».
Elio e le Storie Tese vogliono Vincere l’odio con una
assurda filastrocca (come
in fondo è assurdo l'odio)
con sette ritornelli diversi
e concatenati. Giocano ci-
SPAZIO APERTO
È morto Ettore Scola, raccontò Informazioni
ACLI
l'Italia e gli italiani
Bustamante 180 - Santiago
Tel: 2665-0340; 22225247 - E-Mail: [email protected]
tando anche San Paolo e le
persecuzioni dei cristiani,
«San Paolo San Paolo, ebreo
ellenizzato di Tarso/per
fortuna che il Signore ti è apparso/perché tu perseguitavi
i cristiani/e giustamente lui
ti ha detto stop». Forse è solo
uno scherzo, ma forse no.
Pagina web: www.patronatoacli.cl
Il saluto del Presidente
Sergio Mattarella.
IL SENSO DELLA VITA
«Prima di dormire io che
ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a
Dio» canta serafica Arisa in
Guardando il cielo, mentre
la lanciatissima Francesca Michielin in Nessun
grado di separazione si sente
tutt’uno con l’universo. Noemi punta al podio con La
borsa di una donna (firmata
anche da Marco Masini),
dove tra scontrini e vecchie
foto c’è anche tanta vita
passata, vita che gli Stadio
vorrebbero far capire invece
a una figlia adolescente, tra
affetto e malinconia in Un
giorno mi dirai. Malinconico, su un tappeto musicale
ala Celentano, pure Neffa
diviso Tra sogni e nostalgia.
E mentre i Bluvertigo con
Morgan sembrano voler cancellare gli eccessi riscoprendo
Semplicemente le gioie della
vita quortidiana, da leggere
il giornale a portare fuori il
cane, Patty Pravo celebra
in scioltezza i 50 anni di
carriera volando, con classe,
verso Cieli immensi.
È stato un grande narratore con la cinepresa, un
maestro del cinema che ha
lasciato il segno anche nella
cultura del nostro Paese. Un
innovatore nei temi e nel
modo di raccontare l’Italia e
gli italiani, con uno stile tra
il brillante e il drammatico
ma in modo sempre lieve.
Ettore Scola è morto ieri a
Roma.
Ricoverato da giorni nel
reparto di cardiochirurgia
del Policlinico Gemelli era
entrato in coma domenica
sera. Non ce l’ha fatta a
superare l’ennesima crisi
cardiaca.
Aveva 84 anni. Nato a Trevico, in provincia di Avellino,
il 10 maggio 1931, da bambino si trasferì con la famiglia
a Roma dove è rimasto per
tutta la vita.
L’incontro con il mondo
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Se sei di Santiago
chiama al Cel.
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Grazie
EDITRICE
Parrocchia Italiana
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REDAZIONALE
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Fina Franchini
Gloria Nocchi Frascoli
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Antofag. Rodolfo Sanchez B.
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Quillota E. Schiappacasse
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Reservas al (56 2) 2484-8484
della Settima Arte iniziò
alla fine degli anni ’40,
quando durante gli studi
universitari (che frequentò
senza troppa convinzione)
iniziò a realizzare bozzetti
per il giornale umoristico Marc’Aurelio facendosi
notare per il suo sarcasmo
pungente. Uno sguardo che
lo ha sempre accompagnato
nelle sue opere. Scola è cresciuto come un “ragazzo di
bottega”. I suoi maestri sono
stati Ruggero Maccari, Mario Mattoli, Steno, Antonio
Pietrangeli ma anche Totò
e Sordi, i principi del teatro
di rivista. Ma è a Vittorio
De Sica che poi dedicherà il
suo capolavoro C’eravamo
tanto amati del ’74 ed è al
neorealismo che guarderà
con Una giornata particolare
del 1977, scritto con Maccari da un’idea di Maurizio
Costanzo, forse il punto più
alto della sua collaborazione
con Marcello Mastroianni
che avrebbe diretto in ben
nove film.
Durante la sua lunga carriera ha vinto numerosissimi
premi, fra cui al Festival di
Cannes, la Miglior regia per
Brutti, sporchi e cattivi e
vari David di Donatello, fra
cui quello alla carriera del
2011. Scola è stato nominato
agli Oscar 4 volte, sempre
nella categoria Miglior film
straniero, per Una giornata
particolare( 1977), I nuovi
mostri( 1978), Ballando ballando (1983) e La famiglia
(1987).
Ha diretto attori del calibro di Vittorio Gassman
e Nino Manfredi. L’ultima
sua fatica è del 2013 e si intitola Che strano chiamarsi
Federico – Scola racconta
Fellini, un film presentato al
Festival di Venezia nelle proiezioni speciali, un omaggio
del maestro all’amico più anziano di lui di circa dieci anni
attraverso un documentario
emozionante e divertente.
Ha vissuto tra i libri, le sue
passioni (tra cui quella per
la politica: fu ministro ombra
del Pci nel 1989), il disegno,
la musica.
Abbonamento 2016 - Fiducia reciproca
Tanti lettori fedeli ci seguono da anni dimostrando fiducia nel nostro operato. Per poter
continuare a seguirlo chiediamo ancora un segno di fedeltà.
Molti pensionati ci chiedono l’abbonamento gratuito (che neghiamo a nessuno).Il fatto
ci obbliga a creare una èlite di “sostenitori” che conguagliano gli abbonamenti gratuiti. Vi
ringraziamo cordialmente della collaborazione.
Per facilitare il versamento dell’abbonamento abbiamo aperto nel Banco de Chile la
“Cuenta de Ahorro N. 08-166-01126-03” a nome di “Giuseppe Tommasi B.”.
Il RUT di Giuseppe Tommasi B. è 8.322.945-4
Una volta fatto il versamento la preghiamo di inviarci per mezzo di lettera o fax la ricevuta
o semplicemente informarci per E-mail o per telefono. Vedi in prima pagina, in alto. i dati.
Cognome.....................Nome....................... via....................................città....................
Abbonamento normale
20.000 pesos
Abbonamento sostenitore
30.000 pesos. Cheques esteso a “PRESENZA”
Il saluto di fine anno é una tradizione repubblicana dei Presidenti della Repubblica, come pure degli ambasciatori di turno
nei confronti delle comunità residenti all’ estero.
In questa occasione, il saluto del Presidente é stato dedicato
alle difficoltà e le speranze dell’Italia.
Un nuovo stile, sia nella presentazione come nei contenuti.
Il Presidente Mattarella si é presentato como un padre di
famiglia o un semplice cittadino che, seduto nel salotto di casa,
senza la formale ritualità del protocollo e con una grande dose
di sobrietà, parla agli italiani.
Il contenuto, in pochi minuti (25 circa) usando un linguaggio
semplice e chiaro affronta i punti più salienti della realtà del
paese.
Lavoro, Evasione fiscale, Ambiente, Terrorismo; Immigrazione; Illegalità e Donne. Riporterò le espressioni e i concetti usati
dal Presidente, affinché i lettori possano concludere de se stessi
senza mediazione né commenti altrui.
LAVORO: L’ uscita dalla recessione non pone termine alle
difficoltà di tante famiglie, dice il Presidente. “Il lavoro manca
ancora a troppi dei nostri giovani”. Un fatto che si può constatare con l’aumento della emigrazione che é arrivata anche in
Cile. La cosiddetta fuga dei cervelli, che non sempre sono tali,
ma quasi sempre giovani in cerca di una stabilità lavorativa
che l’Italia ancora non offre, malgrado il calo della disoccupazione (11,3%).
EVASIONE FISCALE: “un elemento che ostacola la crescita
é la evasione fiscale.” Secondo uno studio attendibile e serio, l’
evasione ammonta a 122 miliardi di euro che rappresenta il
7,5% del totale PIL del Paese. “Se tutti pagassero le tasse queste
sarebbero più basse”.
AMBIENTE: Il Presidente insiste che c’é bisogno di maggior
cura dei territori e bisogna combattere contro le speculazioni e lo
sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. Esiste un maggiore impegno, incluso a livello internazionale, ma non basta.
Serve un impegno maggiore. “Si può chiedere di limitare l’uso
delle auto private, ma l’uso del trasporto pubblico deve essere
efficiente e purtroppo non dappertutto é cosí.” Un ammonimento
che vale anche per noi che viviamo in Santiago.
IMMIGRAZIONE: Un problema che durerà, secondo il Presidente, a lungo. Difficile di rimuovere, ma crediamo che si possa
governare. L’ UE può farlo con maggiore efficacia. L’ Italia ha
conosciuto l’ emigrazione: oggi siamo un paese di immigrazione.
Un fatto positivo dell’ integrazione degli immigranti in Italia: il
70% dei bambini stranieri in Italia hanno come miglior amico
un coetaneo italiano. Questo parla bene dell’integrazione.
ILLEGALITÁ: Riconosce che si sono fatti passi importanti
nella lotta contro le mafie, ma c’é anche la illegalità di chi si fa
corrompere. La grande maggioranza dei cittadini chiede onestà
e correttezza, trasparenza e sobrietà.
DONNE: Il Presidente ringrazia tutte le persone che fanno
dell’Italia una esperienza ricca e positiva. A questo proposito
si complimenta con tre donne italiane che hanno esibito di
recente, in campi diversi, grandi meriti che onorano al paese:
Fabiola Giannotti che assumerà la direzione del CERN, (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare); Samantha
Cristoforetti che abbiamo seguito nello spazio; Nicole Orlando
atleta para-olimpica che ha ottenuto quattro medaglie d’ Oro.
La astronauta italiana durante la sua permanenza nella stazione spaziale internazionale ha ripreso dallo spazio la città di
Santiago, pubblicata da un mezzo locale.
“A tutte le donne italiane che debbono fare i conti con una
parità di diritto annunciata e non sempre attuata,” il nostro
riconoscimento e saluto.
Infine, ha rivolto un saluto al Papa Francesco che ha voluto
il GIUBILEO con i migliori auguri, unito alla nostra riconoscenza per l’ alto valore del suo magistero.
Abbiamo voluto trascrivere il messaggio del Presidente per
una miglior comprensione del linguaggio semplice e allo stesso
tempo profondo del saluto di fine anno.
Il nostro miglior commento é che il Presidente al disopra
della contingenza politica italiana si manifesta un importante
garante delle istituzioni repubblicane con una ottica realistica e
moderata che sicuramente è ampiamente condivisa dai cittadini
italiani del territorio nazionale e della diaspora.
Paolo Castellani
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Passatempo e umore
TERZA PAGINA
Presenza- 1 febbraio 2016
3
Scala, le cose da sapere sul «Teatro dei milanesi»
L’edificio prese il nome
della sua committente, Beatrice Regina della Scala,
discendente della potente
dinastia veronese dei della Scala (nota anche come
“famiglia scaligera”, ndr.).
Regina della Scala sposò nel
1345, a soli 12 anni, Bernabò
Visconti, signore di Milano, e
gli diede 15 figli. Quando nel
1776 Maria Teresa d’Austria
ordinò la costruzione del teatro, la preesistente chiesa,
di stile gotico, fu abbattuta
per far posto al nuovo tempio
della lirica.
Nel 1776 un devastante
incendio distrusse il Teatro
Ducale di Milano. I milanesi allora si rimboccarono
le maniche e decisero (con
l’appoggio dell’Imperatrice
Maria Teresa d’Austria) di
costruire un nuovo teatro,
ancora più bello e maestoso.
La Scala, costruita su progetto dell’architetto neoclassico Giuseppe Piermarini, fu
inaugurata ufficialmente nel
1778 con «Europa riconosciuta» di Antonio Salieri.
Tra i numerosi capolavori
che vi furono dati in prima esecuzione figurano la
Norma di Bellini, Nabucco,
Otello e Falstaff di Verdi,
Mefistofele di Boito, Madama Butterfly e Turandot di
Puccini.
La Seconda Guerra
Mondiale e la
Ricostruzione
La Scala fu quasi completamente distrutto da
un bombardamento alleato
durante la Seconda Guerra
Mondiale e ricostruito a
tempo di record per essere
riaperto l’11 maggio del
1946. L’inaugurazione fu
affidata ad Arturo Toscanini
ritornato dagli Stati Uniti.
Scrisse il giornalista Filippo
Sacchi: «Quella sera egli
non dirigeva soltanto per i
tremila che avevano potuto
pagarsi un posto in teatro:
dirigeva anche per tutta la
folla che occupava in quel
momento le piazze vicine,
davanti alle batterie degli
altoparlanti. E chi, abbandonata a un certo punto la
sala splendente e gremita,
si portò in piazza del Duomo
e ascoltò il resto del concerto
seduto sui marciapiedi e sul
sagrato, visse un’ora buona
che si terrà per sé preziosa
nel cuore».
L’ouverture
di Toscanini
Per la serata Toscanini
aveva scelto l’ouverture da
«La gazza ladra», il coro
dell’Imeneo, il Pas de six e la
Marcia dei Soldati dal «Guglielmo Tell», la preghiera
dal «Mosè in Egitto», l’ou-
verture e il coro degli ebrei
dal «Nabucco», l’ouverture
de «I vespri siciliani», il «Te
Deum» di Verdi, l’intermezzo
ed estratti dal 3° atto Manon
Lescaut, forse la sua opera
preferita, il prologo ed alcune arie dal «Mefistofele».
Nell’occasione il maestro
fece debuttare una cantante
di 24 anni, Renata Tebaldi,
poi da lui stesso definita
«voce d’angelo». La Scala
era dunque stata restituita
ai milanesi, anche se per un
suo più accurato recupero,
acustica compresa, bisognerà attendere l’ultimo
intervento iniziato nel 2002
e concluso il 7 dicembre 2004
quando verrà «nuovamente»
inaugurata. Con «L’Europa
riconosciuta» ovviamente.
Nelle pagine della Gazzetta
musicale di Milano, l’editore,
scrisse: «Toscanini è, per
taluni, infallibile quanto il
Papa! Anzi è superiore allo
stesso Verdi, che pure ha
scritto il Trovatore, ma non
Mausoleo Italiano
Dr. Augusto Brizzolara
specialista in
Geriatria e
Gerontologia
El Trovador 4280
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Fono-Fax: 2342 5139
Beeper 737 8087 -Cod 8784
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lo ha mai concertato e diretto
così! ».
Quando la Scala
brillò... non solo di luce
propria
Il Teatro alla Scala fu il
primo teatro al mondo a
essere illuminato con luce
elettrica. La notte di Santo
Stefano del 1883, infatti, in
occasione dell’affollatissima
Prima della “Gioconda” di
Ponchielli, la centrale Edison di Santa Radegonda accese 2.450 lampadine elettri-
che dando per la prima volta
una sorprendente e inattesa
luce alla rappresentazione
scaligera.
Il “fiasco” di Giacomo
Puccini
L’opera «Madama Butterfly» è un’opera in tre atti (in
origine due) di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe
Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto “tragedia giapponese” e
dedicata alla regina d’Italia
Elena di Montenegro. La prima rappresentazione ebbe
luogo al Teatro alla Scala di
Milano, il 17 febbraio 1904,
della stagione di Carnevale
e Quaresima.
La sera del 17 febbraio
1904, nonostante l’attesa e
la grande fiducia dei suoi
artefici in Rosina Storchio,
all’apice della sua carriera,
Giovanni Zenatello e Giuseppe De Luca oltre che
nella direzione di Cleofonte
Campanini, grande talento
che aveva preparato l’opera
con molta cura, la Madama
Butterfly cadde clamorosamente al Teatro alla Scala.
Il tragico clima di questo
storico fiasco è efficacemente
descritto da una delle sorelle
di Puccini, Ramelde, in una
lettera al marito: «Alle due
siamo andati a letto e non
posso chiudere occhio; e dire
che tutti eravamo tanto sicuri! Giacomo, poverino, non
l’abbiamo mai veduto perché
non si poteva andare sul palcoscenico. Siamo arrivati in
fondo non so come. Il secondo
atto non l’ho sentito affatto
e, prima che l’opera finisse,
siamo scappati dal teatro».
Il giovane Verdi
alla Scala
Giuseppe Verdi è il compositore che più di ogni altro è
legato alla storia della Scala.
II maestro esordì al Piermarini nel novembre 1839
con «Oberto, Conte di San
Bonifacio» interpretato da
Mary Shaw, Lorenzo Salvi
e Ignazio Marini, diretti da
Eugenio Cavallini, opera di
stampo donizettiano. Visto
l’esito, l’impresario Merelli
gli commissionò la commedia
«Un giorno di regno», andata
in scena con esito disastroso.
Fu ancora Merelli a convincerlo a non abbandonare
la lirica, consegnandogli
personalmente un libretto
di soggetto biblico, il «Nabucco», scritto da Temistocle
Solera. L’opera andò in scena
il 9 marzo 1842 e nonostante
un’iniziale tiepida accoglienza, a partire dalla ripresa
del 13 agosto il successo fu
questa volta trionfale. I titoli
del primo periodo scaligero
del compositore di Busseto
come «I Lombardi alla prima crociata» e «Giovanna
d’Arco», appassionarono il
pubblico, ora composto anche
da borghesi.
La Prima
del 7 dicembre
La consuetudine di inaugurare la stagione lirica il
7 dicembre, giorno legato
al santo patrono di Milano
(Sant’Ambrogio), fu adottata
solo a partire dal 1951 in via
stabile. Il 7 dicembre 1951
nell’opera «I vespri siciliani»
si esibì sul palco della Scala
«la Divina» Maria Callas ,
che aveva debuttato a Milano solo pochi mesi prima.
Nel corso degli anni la Prima della Scala si è trasformata in un happening non solo
culturale, ma anche mondano:
sono moltissimi infatti i curiosi che stazionano per ore
lungo le transenne davanti
all’ingresso con la speranza
di scorgere i vip e le istituzioni
che partecipano alla serata.
Indirizzi Utili
Ambasciata d’Italia - Clemente Fabres 1050, - Providencia
Tel.: 224708400 - E-Mail: [email protected]
Consolato - Román Diaz 1270, Santiago
Tel: 224708400 - E-Mail:[email protected]
Camera di Commercio- Luis Thayer Ojeda 073,Piso l2, Provi.
Tel.: 562/222322618 - Fax: 562/222330973- E-Mail: [email protected]
Istituto Italiano di Cultura - Triana 843, Providencia
Tel.: 23 2038170 www.iicsantiago.estei.it
ICE Agenzia per la promozione all 'estero e
l'internazionalizzazione delle imprese italiane
Clemente Fabres 1050 (Prov.)Tel. 223039330 E.mail: Santiago@ice.
it COMITES -Av.Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel. 222129455
CARI -Av. Bustamante 180 - Providencia - Tel: 222229328
Circolo di Professionisti di Origine Italiana
Av. Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel: 222425012 - 222481503
Club Stadio Italiano
Av. Apoquindo 6589, Las Condes -Tel: 224847000 Central.
Scuola Italiana Vittorio Montiglio
Las Flores 12707, Las Condes - Tel: 225927500
Parrocchia Italiana- Av. Bustamante 180 Providencia
[email protected] - Te: 22229328 - Fax: 226354127
Hogar Italiano - Holanda 3639, Ñuñoa - Tel: 222055476
Umanitaria - Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500
Pompa Italia - República 96 - Santiago -Tel: 226992222 - [email protected]
www.vigilidelfuoco.cl
ACLI -Asociación Cristiana de los Trabajadores Italianos
Bustamante 180 (Parrocchia Italiana) - Tel 22665-0340
COIA: Bustamante 180 -Providencia Tel. 26345247
Associazione Ligure contatto Sig.ra Rina Garibaldi 02 2192144;
Sig. Aldo Solari al telefono 02 7926752
4
Presenza- 1 febbraio 2016
ITALIA E ITALIANI
Addio a Silvana Pampanini, la bellezza sfrontata.
Fu il primo sex symbol del cinema italiano
La sua era una bellezza sfrontata, aggressiva, quasi animalesca,
paragonabile a quella
di Sophia Loren e Gina
Lollobrigida. Silvana
Pampanini era diventata famosa prima di
loro, subito dopo la
guerra. L'attrice romana è morta la mattina
del 6 gennaio al Policlinico
Gemelli di Roma, dove era
ricoverata dallo scorso ottobre. Era nata nella Capitale
il 25 settembre 1925.
La Pampanini esordì nel
mondo dello spettacolo subito dopo aver partecipato
a Miss Italia nel 1946, dove
venne superata per pochi
voti da Rossana Martini, ma
a furor di popolo si prese la
sua rivincita morale e un ex
aequo.
Nel 1951 divenne l'attrice
italiana più pagata, tanto da
potersi permettere di dire di
no a Hollywood. I maligni
sostengono in realtà che
snobbò la Mecca del Cinema
perché non sapeva l'inglese,
ma questo fa parte della
leggenda e del mistero che
circondano il personaggio.
Spesso nei suoi film recitò
doppiata nelle parti parlate
(perlopiù da Lydia Simoneschi, Dhia Cristiani e Tina
Lattanzi), ma raramente
nel canto ed è conosciuta
oggi, anche dai più giovani,
la famosissima canzone che
cantava nell'omonimo film di
Carlo Campogalliani Bellezze in bicicletta.
Lavorò con i più grandi
registi e attori del nostro
cinema, veri e propri maestri come Mario Monicelli,
Dino Risi, Luigi Comencini,
Totò, Alberto Sordi, Marcello
Mastroianni e Vittorio Gassman. 65 i film che hanno
visto la sua partecipazione.
Oltre a Bellezze in bicicletta,
ricordiamo L'Apocalisse di
Giuseppe Maria Scotese, che
segnò il suo debutto nel mondo del cinema; poi Il segreto
di Don Giovanni (1947), La
paura fa 90 (1951), O.K.
Nerone (parodia diretta da
Mario Soldati nel 1951 in cui
recitava la parte di Poppea)
Processo alla città, Miracolo
a Viggiù (entrambi del 1952),
Canzoni canzoni canzoni
(1953), Un giorno in pretura (1954), La bella di Roma
(1955), Il Gaucho (1964).
Famosissima all'estero,
soprattutto in Francia dove
veniva chiamata affettuosamente Ninì
Pampan, e in Giappone dove l'imperatore
Hirohito era pronto a
infrangere il protocollo
del più rigido cerimoniale di corte pur di
incontrarla, Silvana
Pampanini scelse di
ritirarsi dal mondo del
cinema negli Anni Settanta.
Nel 1983 partecipò nel
ruolo di se stessa al film di
Alberto Sordi Il tassinaro.
Smise di recitare definitivamente nel 1999, dopo aver
lavorato nella fiction televisiva Tre Stelle. Nel 1996
pubblicò la sua autobiografia
Scandalosamente perbene.
Nel 2002 fu ospite di Mara
Venier a Domenica In. Ancora bellissima, mostrò di
nuovo le incredibili gambe e
gli splendidi occhi di un azzurro ghiaccio dallo sguardo
più volte paragonato a quello
di una tigre che avevano
fatto innamorare milioni di
italiani.
Non si sposò mai, ma le
vennero accreditate diverse
relazioni ed ebbe numerosi
corteggiatori, tra cui Totò
che si prese una cotta per
lei. Dotata di grande ironia
e autoironia, amava dire di
sé: "Ho avuto più spasimanti
che mal di testa". Visto il
personaggio, non c'è motivo
di dubitarne.
Il Diario di Anna Frank è di pubblico dominio?
A 70 anni dalla morte della ragazza ebrea nel campo
nazista di Bergen-Belsen,
una parlamentare e un accademico francesi distribuiscono online l’opera.
La parlamentare francese
Isabelle Attard e il connazionale ricercatore universitario
Olivier Ertzcheid hanno distribuito sui rispettivi blog la
versione integrale e originale
(in olandese) del «Diario»
di Anna Frank. Entrambi
sostengono che l’opera sia
diventata di pubblico domi-
Tenga el mejor
punto de vista
P. de Valdivia 3015 F. 22690791
Moneda 708
F. 26649244
San Antonio 325 F. 26325512
Silvano tavonatti a.
[email protected]
nio il 1° gennaio
2016, passati i
settant’anni dalla morte dell’autrice (avvenuta
nel 1945 nel
campo di concentramento di
Bergen-Belsen),
come previsto
dalle leggi europee in materia di proprietà
intellettuale. L’iniziativa potrebbe tuttavia sfociare in un’azione legale
da parte della Anne Frank
Fonds, la fondazione svizzera
istituita nel 1963 dal padre
di Anna, Otto, che di recente
ha stabilito che il «Diario»
non debba essere attribuito
soltanto ad Anna Frank ma
anche allo stesso Otto, l’unico
superstite della famiglia ai
campi nazisti, che ha curato
le diverse versioni del diario.
Secondo l’Anne Frank Fonds, le modifiche apportate da
Otto Frank al testo sono tali
da renderlo co-autore della
versione finale, pubblicata
nel 1986. Essendo Otto morto
nel 1980, per le citate leggi
europee il copyright sarebbe
Dopo 100 anni san Pio «ritorna» a Pietrelcina
Padre Pio dopo
100 anni «ritorna» a Pietrelcina,
il suo paese natale.
L’urna con il
suo corpo, infatti,
dopo essere stata esposta nella
Basilica di San
Pietro (dall’8 al
14 febbraio 2016),
prima di ritornare a San Giovanni Rotondo,
sosterà nella sua terra per
alcuni giorni.
Padre Pio, dopo un lungo
periodo di convalescenza
trascorso tra alcuni conventi
della zona e la sua abitazione
a Pietrelcina, il 17 febbraio
del 1916 lascia il suo Paese
natale - non vi avrebbe fatto
più ritorno - per entrare nella
comunità religiosa dei frati
cappuccini di Sant’Anna a
Foggia. Una comunità che
dovette imparare presto a
convivere con le forze demoniache che continuavano a
tormentare il fraticello nella
sua cella durante la notte.
Dopo qualche mese di permanenza a Foggia parte per
San Giovanni Rotondo dove
rimane fino alla sua morte
avvenuta il 23 settembre
1968. Qui passa molte ore
della sua giornata a confessare centinaia e centinaia di
fedeli che accorrevano da lui
da ogni parte d’Italia e non
solo. E qui, pochi mesi prima
della sua morte, la prima
domenica di agosto del 1968,
ad un suo confratello, padre
Mariano da Santa Croce
che lo assisteva, disse che
avrebbe visitato il suo paese
natio «parecchi anni dopo la
morte». «Padre vi auguriamo
cento anni ancora – gli disse
padre Mariano –. Il Signore
sa… e chiamerà anche voi
in Paradiso. Poi alla vostra
morte, segni, prodigi, miracoli, la Chiesa vi metterà
sugli altari. Allora si prenderà il vostro corpo di qui e si
farà una bella passeggiata a
Pietrelcina. Ho detto bene?».
Padre Pio mise le mani giunte - racconta ancora padre
Mariano - e abbassata per
due volte la testa disse: «E
così sarà».
La notizia del suo “arrivo”
a Pietrelcina è giunta in questi giorni mentre il rione ‘Castiello’ – che lo ha visto crescere – accoglieva migliaia
di pellegrini per visitare un
presepe vivente che da circa
30 anni coinvolge oltre 200
figuranti. A darne notizia il
superiore del Convento dei
Cappuccini di Pietrelcina,
padre Marciano Guarino e i
frati durante
le celebrazioni di questi
giorni.
Una notizia accolta
con applausi
ma anche con
tanta commozione da parte
dei pellegrini e dei pietrelcinesi che
aspettavano
da tanti anni
questo momento. Dopo un
secolo «il nostro confratello
ritorna nella ‘sua’ Pietrelcina
dove è nato ed ha respirato
l’aria di un borgo e di una
cittadina particolare, individuata da Dio quale ‘culla’
di un santo», ha detto padre
Guarino che, insieme alla comunità monastica e all’amministrazione comunale sta
già pensando all’accoglienza
di migliaia di persone che
vorranno salutare il frate con
le stimmate.
«Non tratteniamo le lacrime», dicono Angela e Grazia,
due fedeli uscendo dalla chiesa dopo aver sentito la notizia: «è per noi un momento
di grazia che dobbiamo fare
nostro e non ‘far scomparire’
il nostro paese come invitava
Padre Pio».
Un «segno prezioso» che
non viene «a caso», aggiunge
Francesco, uno dei figuranti
del presepe vivente che fa vivere ogni anno – dal 27 al 29
dicembre – nel borgo antico
di Pietrelcina, la Betlemme
di 2000 anni fa.
Talenti digitali, nella classifica di
Forbes c’è anche un italiano
automaticamente esteso fino
al 1° gennaio 2051. Scritto da Anna tra il
1942 e il 1944 (quando la
ragazzina aveva tra i dodici
e i quindici anni), durante il
periodo di clandestinità trascorso dalla famiglia Frank a
Amsterdam, il «Diario» è stato pubblicato originariamente
nel 1947, tradotto in 67 lingue
e ha venduto nel mondo oltre
trenta milioni di copie.
La discussione sulla paternità dell’opera e sul diritto
alla sua diffusione si accende
mentre in Germania – in
mezzo ad altre polemiche,
non di copyright – entra in
pubblico dominio un altro
libro scritto da un autore
morto nel 1945: il «Mein
Kampf» di Adolf Hitler. Un popolo di santi, poeti e navigatori, certo, ma
finalmente anche di programmatori. Come Tommaso Checchi, il ventiseienne
italiano inserito da Forbes
nella sezione videogiochi
dell’annuale lista “30 under
30”, che seleziona i migliori
talenti in circolazione in
diversi campi, dall’arte all’educazione, dalla tecnologia
all’imprenditoria. Da circa due anni Checchi
lavora a Mojang, lo studio
dietro il videogioco Minecraft
(acquistato da Microsoft per
2,5 miliardi di dollari), un
titolo cult che ha ormai superato da tempo le 70 milioni
di copie vendute in tutto il
mondo, di cui una trentina
su smartphone e tablet. Ed è
proprio della versione mobile
che si occupa il programmatore italiano, con particolare
attenzione verso lo sviluppo
per la realtà virtuale
e aumentata di Oculus Rift e Hololens,
due delle piattaforme
più importanti per
il futuro del settore
videoludico. “L’autore della lista mi ha scritto per
email, dicendomi che
ero stato nominato
- racconta Checchi a
La Stampa -. All’inizio
nemmeno ci credevo, pensavo fosse una
truffa”. Tranne che su
Twitter, infatti, il giovane
italiano tende “a non dare
nell’occhio: invece che passare come CEO, designer,
youtuber o titoli del genere,
preferisco rimanere un noioso programmatore”. Nato a Foligno, ma romano d’adozione, Checchi
ha spiegato di aver studiato
ingegneria informatica alla
Sapienza, preferendo però
sporcarsi le mani con il lavoro
vero e proprio: “La maggior
parte delle cose che mi sono
state utili le ho imparate studiando per conto mio, grazie a
Internet, fin dai tempi del liceo. A chi vuole programmare
videogiochi consiglio di fare
la stessa cosa: l’educazione
‘tradizionale’ serve a dare
solo le basi”.
Morto il testimone dell’eroismo di D’Acquisto
È morto un paio di settimane fa Roma Ennio Baldassarri, 85 anni. L’ultimo
testimone diretto del sacrificio del giovane Salvo
D’Acquisto.
Baldassarri, allora tredicenne, era fra quanti furono
salvati dall’eroico carabiniere dalla fucilazione per
rappresaglia.
Un comunicato dell’Arma
dei carabinieri ricorda che
“l’eroico sacrificio del vice
brigadiere medaglia d’oro al
valore militare Salvo D’Acquisto” avvenne a Torre di
Palidoro vicino Roma, il 23
settembre 1943.
Baldassarri, all’epoca appena tredicenne, faceva parte di un gruppo di 22 persone
catturate da un drappello di
soldati tedeschi e condotte
alla Torre di Palidoro per
essere giustiziate, quale
rappresaglia per la morte di
un loro commilitone.
I prigionieri furono costretti a scavarsi una
fossa che sarebbe servita
per seppellire i loro corpi, dopo la fucilazione
collettiva.
Il Vice Brigadiere D’Acquisto, intuendo le intenzioni dei nazisti, decise di
autoaccusarsi, immolando la sua giovane vita in
cambio di 22 innocenti,
tra cui anche quella di
un ragazzo, Ennio Bal-
Come aChe
diremai
chedimenticò
il talento
dassarri.
ITALIA E ITALIANI
Scuola, l’ora di religione
conquista le superiori
Si conferma intorno al 90% la quota di
studenti che scelgono di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica. In
attesa dei dati sulle nuove iscrizioni, che
partiranno il 22 gennaio per concludersi il
22 febbraio, la rivista specializzata Tuttoscuola ha analizzato il
trend degli ultimi quindici anni. Se nel 2001
gli avvalentisi erano il
93,4% del totale degli
studenti delle scuole
statali, lo scorso anno
ci si è fermati all’87,9%,
con un calo, quindi, del
5,5%. Mentre, però, la
contrazione ha riguardato gli ordini di scuola dalla materna alle
medie, alle superiori,
dove la scelta viene
effettuata direttamente dai ragazzi e quindi
«è notoriamente più esposta alle opzioni negative», spiegano gli esperti di Tuttoscuola,
i numeri sono in deciso aumento.
Se, infatti, nel 20132014 gli studenti che
avevano scelto di avvalersi dell’Irc erano
stati 2.082.938, pari all’80,7% del totale),
l’anno successivo sono stati 2.109.607, cioè
26.668 in più. «Se si tratta di un’inversione
di tendenza lo diranno tra qualche settimana le nuove iscrizioni », ricordano da
Tuttoscuola. Che ci sia, tra gli studenti,
una nuova consapevolezza, lo conferma
anche Nicola Incampo, consulente della
Cei per l’Irc.
«Diminuiscono i numeri generali ma aumenta la qualità della proposta – commenta
Incampo –. Anzi, nelle scuole dove la cosiddetta “ora di religione” è adeguatamente
presentata e valorizzata nel Piano dell’offerta formativa, gli avvalentisi aumentano.
L’importante è far capire alle famiglie che
non si tratta di un’ora di catechismo, che è
un’altra cosa e, è bene ricordarlo, non si fa a
scuola». Soprattutto a fronte dell’importante ondata migratoria che sta interessando
l’Italia e l’Europa, osserva Incampo, per i
giovani è ancora più
importante e urgente
conoscere i fondamenti
della cultura occidentale, tra cui il Cristianesimo è senz’altro uno dei
capisaldi, per poter poi
rapportarsi in maniera
consapevole con i nuovi
venuti.
«A scuola – aggiunge Incampo – a volte c’è un’errata idea
di laicità, secondo cui
l’insegnamento della
religione sarebbe ormai superato. Niente di
più sbagliato. Innanzitutto perché l’Insegnamento della religione cattolica è un dato culturale da cui non è possibile prescindere, se
si vuole capire fino in fondo il contesto in cui
viviamo. Detto altrimenti, l’ora di religione
aiuta a muoversi nel mondo». Dell’importanza
di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica ha parlato, nei giorni scorsi, il
cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di
Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana.
«L’insegnamento della religione cattolica – si legge in un messaggio inviato alle
famiglie – è l’esposizione della storia e della
dottrina cristiana; è l’affronto dei grandi temi
dell’uomo e della vita. Introduce non solo agli
universali interrogativi dell’esistenza, ma
anche offre a tutti – cristiani e non cristiani
– la possibilità di comprendere la società e
la cultura del nostro Paese e dell’Europa».
Nel 2015 record di visitatori per i musei italiani.
Colosseo batte tutti, poi scavi di Pompei e Uffizi
Con 43 milioni di visite
e incassi per 155 milioni di
euro, il 2015 è stato un anno
record per i musei italiani. Il
ministro della cultura, Dario
Franceschini, esulta davanti
al Comitato permanente del
turismo: «Per la storia del
nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record
assoluto per i musei italiani». EFFETTO DOMENICHE
GRATIS La crescita, nota il ministro, è stata significativa
anche rispetto al già molto
positivo 2014, con un +6%
di visite, pari a 2 milioni e
mezzo di visitatori in più, e
+14% di incassi.
In 2 anni 5 milioni di visite
in più. Buona parte del successo dipende dalle aperture
gratuite la prima domenica
del mese, volute proprio da
Franceschini. Sono stati in-
fatti 3 milioni e
mezzo di ingressi gratis. IL MINISTRO: ITALIA
IN CONTROTENDENZA Dal Colosseo
(+6%) a Pompei
(+12%), dalla
Reggia di Caserta (+16%) a Castel Sant’Angelo (+2,5%) quasi tutti i
principali musei vantano
una crescita. Persino gli Uffizi, che a dispetto del numero
chiuso nel 2015 hanno accolto quasi 36 mila visitatori in
più (+2%) rispetto all’anno
precedente.«Per la storia del
nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record
assoluto per i musei italiani, - ribadisce il ministro -.
E non siamo in presenza di
una tendenza internazionale,
anzi siamo in controtendenza
se si guarda ai dati usciti
sulla stampa estera oggi.
In Italia - conclude - grazie
anche alle nuove politiche
di valorizzazione, prime fra
tutte le domeniche gratuite,
gli italiani sono tornati a
vivere i propri musei.
Un riavvicinamento al
patrimonio culturale - che
educa, arricchisce e rende
consapevoli i cittadini della
magnifica storia dei propri
territori». Dati Istat, la ripresa formato famiglia
Il ritorno del Pil al segno
più sta mettendo qualche
soldo aggiuntivo nelle tasche
delle famiglie italiane. La
ripresa italiana, insomma,
non è più solo una proiezione
statistica ma porta qualche
risultato tangibile, per quanto circoscritto, ai cittadini. Il
reddito disponibile è salito
infatti dell’1,3% in tre mesi
anche se si è tradotto per
ora solo in parte in nuovi
consumi.
Dopo anni di scottature
prevale la prudenza e torna
ad aumentare il risparmio
o l’investimento-rifugio nel
mattone. Una cautela che si
riscontra anche nelle scelte
delle imprese e che comporta, a fronte di una quota
di profitti stazionaria, in
un’ulteriore erosione degli investimenti produttivi.
L’ultima fotografia dell’Istat
sulle famiglie e le aziende
italiane (finanza esclusa) riguarda il terzo trimestre del
2015. E ritrae un Paese che
prova a lasciarsi alle spalle
gli anni bui della crisi anche
se la velocità della ripresa
resta contenuta.
Pure il settore immobiliare, che ha visto già da
diversi mesi una ripresa
delle compravendite, esce
dal profondo rosso e ritrova
un piccolo aumento congiun-
turale dei prezzi (+0,2%). I
dati dell’istituto arrivano
all’indomani di quelli sul
lavoro, anch’essi moderatamente positivi. E consentono
al governo di enfatizzare i
passi in avanti compiuti:
«Aumentano i redditi, scende
la disoccupazione: le riforme
strutturali funzionano.
L’Italia usa bene la "flessibilità», ha commentato il
ministro dell’Economia, Pier
Carlo Padoan. Un intervento
che risponde anche all’altolà
arrivato da Bruxelles sul
deficit (Jeroen Dijsselbloem
aveva invitato Roma a non
esagerare nell’utilizzo della
flessibilità).
Presenza- 1 febbraio 2016
5
Trento è la provincia dove si vive meglio. Male il
Sud e le isole. La sorpresa positiva è Cuneo
È dedicata alla
qualità della vita
la 17ª indagine che
anche quest’anno
Italia Oggi ha realizzato per esaminare le forti discrepanze esistenti in quel
caleidoscopio tutto
italiano rappresentato dalle province.
I risultati in verità
non fanno emergere
discontinuità con
gli anni scorsi, assegnando il gradino più alto
del podio a Trento, che rifà
il bis del 2014, seguita da
Bolzano e Pordenone. Storia
nota anche in coda, dove la
110ª piazza è retta anche
questa volta da CarboniaIglesias, preceduta, allo stesso modo del 2014, dalla provincia del Medio Campidano
e da Enna. La top five dell’indagine si
completa con il quarto posto
di Mantova (che perde una
posizione) e dal quinto di
Treviso (che scende anch’essa
di un gradino). Una delle novità di quest’anno è il divario
tra i territori che fanno capo
a centri di media grandezza
e altri al contrario legati
alle principali città. Non a
caso Roma, Milano e Torino
arretrano un po’, mentre
Napoli conferma il 103°
posto sulle 110 complessive.
Ma più in generale dallo
studio emerge che nel 2015
sono state 53 - su un totale
di 110 - le province in cui la
qualità della vita è risultata
buona o accettabile, contro
le 55 della scorsa edizione.
Quindi, osservano i curatori
dello studio, ciò significa
che il 56% della popolazione
italiana vive in territori dove
la qualità della vita è scarsa
o insufficiente. Lo studio di Italia Oggi
vede al sesto posto Cuneo,
che recupera ben 5 posizioni, poi Verona (+2), Belluno
(+4), Vicenza (-2) e in decima
posizione Udine (+4). Come
accennato, non brillano le
province dei grandi centri
urbani: ad esempio Milano
occupa la 49ª posizione, perdendo 13 posti rispetto alla
36ª piazza del 2014, Venezia
la 54ª (-14), Bologna la 61ª
(-8), Roma la 69ª (-12), Torino la 76ª (-11), Genova la
l’81ª (-17), Bari la 93ª (-1),
Palermo la 105ª (-10). Tra
le eccezioni Firenze, che sale
di 3 gradini rispetto alla 29ª
posizione del 2014, Ascoli,
che addirittura ne risale
22 rispetto al 42° posto del
2014, Grosseto (+15), OlbiaTempio (+26), Pistoia (+22),
Campobasso (+36) e Oglias-
tra (+30). L’indagine ha
preso in esame anche vari indicatori,
come ad esempio
“Affari e lavoro”,
che vede al primo
posto Bologna (terza un anno fa), indice, a detta dei curatori, di un generale
risveglio imprenditoriale del nordest. Nell’indicatore
“ambiente” la sorpresa - non
certo piacevole in questo caso
- viene da Imperia, che va ad
occupare l’ultima posizione,
a quanto sembra per un errato affidamento del servizio di
raccolta rifiuti da parte del
comune.
Al penultimo posto MassaCarrara, che ha perso peraltro 8 posizioni, penalizzata
secondo l’indagine da problemi nell’uso dei mezzi di
trasporto pubblici e nella
raccolta differenziata. Il territorio più “eco”, al
contrario, è guarda caso
Trento, che precede Mantova e Belluno, seguite da
Bolzano, che primeggia
nell’indicatore “popolazione”, battendo in questo caso
Barletta-Andria-Trani. Scorrendo lo studio si scopre poi
che sono i territori del Veneto
ad avere le migliori performance in tema di sicurezza
(indicatore “criminalità”),
con al vertice Pordenone.
Infine, il sistema salute vede
sul podio due province toscane su tre (Pisa, prima,
seguita da Isernia e Siena). Sulle Alpi i ghiacciai si ritirano:
lo annunciano i «suoni» dei torrenti
Un orecchio tecnologico
capace di ascoltare e registrare il rumore dei ciottoli
sul fondo dei torrenti. Un
monitoraggio in tempo reale
del flusso di trasporto dei
sedimenti e della portata
d’acqua, capace di valutare
la quantità di sedimento
che si muove sul letto dei
fiumi e comprenderne così
le trasformazioni in atto. È
questo che fa ogni giorno, da
due anni a questa parte, la
prima stazione di monitoraggio del progetto Aquased, a
Ponte Stelvio in provincia di
Bolzano.
Ridurre la pericolosità
Nata nel 2012 dalla collaborazione tra la Libera
Università di Bolzano,
l’Università di Trento e
due aziende del Tis innovation park, Cisma e
Mountain-eering, l’idea si
è sviluppata per arrivare
alla realizzazione di una
stazione idrometrica per il
monitoraggio
del trasporto
solido nel rio
Solda, corso
d’acqua della provincia
di Bolzano.
«Studiare il
sedimento è
la chiave per
ridurre la pericolosità del
fiume», esordisce Francesco Comiti,
professore associato della Libera Università di
Bolzano e impegnato nel
progetto.
«Il sedimento ha una grande rilevanza su come i fiumi
e i torrenti vanno a modificarsi, è una componente
chiave dell’ecosistema fluviale».
I torrenti e i fiumi sono
ecosistemi in continuo mutamento, ricchi in biodiver-
San Luis 5358 (60-62-64) Peñalolen
(02) 298 15 58 298 24 02 Fax (02) 322 03 95
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sità, strettamente legati alla
morfologia dell’alveo, delle
anse, delle rive. Tutto questo
dipende, in gran parte, dal
sedimento trasportato dal
corso d’acqua.
Studiare il trasporto del
sedimento significa quindi
capire cosa sta accadendo
lungo il torrente e gestire
così le sue dinamiche, a
volte in conflitto con quelle
umane.
Vacuno
Cerdo
Sub productos
Arrollados
Hamburguesas
Cordeo Lechón
Pollo
Pavo
Jabalí Puro
Ciervo
Avestruz
Codornices
Pato Neozelandés
Conejo
Guayu 100% Orgánico
Quesos
6
SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO
Presenza- 1 febbraio 2016
Resumen cultura 2015
(Por Ma. Gabriela Castillo)
Resumen cultura 2015
(Por Ma. Gabriela Castillo)
Nuevamente el Centro
Cultural Scuola tuvo un intenso año, gracias a la variada y nutrida programación
que ofreció este 2015, consolidándose cada vez más,
como un espacio de difusión
y promoción del quehacer
artístico, y también como
un espacio que colabora en
la formación integral de los
alumnos, entendiendo que
la cultura es un pilar fundamental en la educación de las
personas.
Comenzamos el primer
semestre con la aclamada
obra teatral “Otelo” de la
compañía Viajeinmóvil. Un
original montaje con títeres
que narra la trágica historia
del clásico de William Shakespeare.
La danza también estuvo
presente, con la presentación
de la compañía CASSIS
y su montaje “El Viaje de
Perséfone” ganadora del
Premio Fondart 2015. Una
particular producción que
dio cuenta de la historia de
Perséfone, personaje mitológico griego.
Siguiendo con el teatro,
también ofrecimos la obra infantil “Leyendas” de la compañía Pezpajaro, montaje
que trata sobre las historias
mágicas del extinto pueblo
Selknam u Onas.
Gracias a la iniciativa del
Istituto Italiano di Cultura,
tuvimos el privilegio de presentar de forma exclusiva
en nuestro Teatro Giuseppe
Verdi la obra Italiana “Lamerica ¿Cuántas historias
caben e un ragú?”. Un emotivo monólogo que trata sobre
las migraciones, el desarraigo y la pobreza.
La música como siempre
estuvo presente, brindando
en este primer semestre el
concierto llamado Evviva
Vivaldi, que se realizó con
motivo de las celebraciones
de la Festa della Repubblica.
Esta presentación fue interpretada por la prestigiosa
agrupación de música clásica
Syntagma Musicum, quienes
hicieron un repaso por las
famosas composiciones de
Antonio Vivaldi.
Concluimos el primer semestre con un inolvidable
concierto sinfónico tributo
“Abba y Pink Floyd: “The
dark side of the dancing
Editoriale
In questa edizione estiva, vi presentiamo un
riassunto delle attività
dell’anno 2015 del Centro
Culturale Scuola, e vi
invitiamo a partecipare
attivamente agli eventi
programmati per il 2016.
Vi lasciamo inoltre con
i discorsi e le fotografie
della presentazione di
fine anno della Scuola
Nido, in cui Vjera Berd
e la sua equipe hanno
brillato ancora una volta.
Buona lettura!
Gigliola Pacciarini
/[email protected]
Con la gentile
collaborazione
della Prof.ssa Silvia
Perroni
queen”, presentación de
la Camerata y Coro de la
Universidad de los Andes,
junto a otras agrupaciones
corales, bajo la dirección del
destacado director Eduardo
Browne, quienes repasaron
los grandes éxitos de estas
populares bandas.
En el área de las exposiciones tuvimos al comienzo
la muestra de la destacada
escultora y ex alumna Pamela Galleguillos Schiappacasse, quien presentó una
retrospectiva de su obra
artística, donde la figura
humana femenina tiene un
rol predominante. Continuamos con la muestra colectiva
de pintura y escultura del
Taller Lineal, agrupación
conformada por un grupo de
artistas mujeres, quienes se
inspiraron en los conceptos
de tiempo y espacio.
Durante el segundo semestre las actividades no
cesaron, comenzando con
un inesperado y asombroso
acontecimiento que tuvimos
la oportunidad de disfrutar
gracias a la gestión del Istituto Italiano di Cultura. Me
refiero a la visita del destacado artista italiano Franco
Simone, quien realizó una
amena charla junto con nuestros alumnos, destacando
su sencillez, cercanía y entusiasmo.
La segunda exposición
que tuvimos fue la de la
Asociación de Artistas Ítalochilenos (ACHIART), en la
sala Terracota. Dicha muestra estuvo inspirada en la
obra “La Divina Comedia”
del poeta Dante Alighieri,
específicamente sobre los
7 pecados capitales, donde
cada artista, escogió un
pecado y creo una obra en
torno a este concepto.
También tuvimos una interesantísima charla sobre arquitectura llamada:
“Mucho más que comprar:
espacio, sociedad y consumo
en la ciudad chilena" a cargo
de la ex alumna, arquitecta y
docente Liliana De Simone.
Esta ponencia analizó los
espacios de consumo masivo,
como el caso del “mall” y su
impacto urbano dentro de la
ciudad y sociedad.
Avanzando el año, a fines de agosto tuvimos el
VI Encuentro Coral; esta
tradicional actividad que
cada año se realiza en la
Scuola, tiene como objetivo
mostrar el talento y trabajo
que realizan los Coros de los
alumnos y Apoderados de la
Scuola. Además estuvieron
de invitados las agrupacio-
nes corales otros colegios e
instituciones.
Como es tradición para la
Semana de la Chilenidad,
brindamos un concierto llamado “América latina en el
Alma”, a cargo de la agrupación Sonido Evocación,
que presentó un extenso
repertorio con las canciones
más populares del folclore
chileno. También tuvimos
la presentación de la obra
teatral llamada “Gabriela,
la poeta viajera” para los
alumnos de la Elementare,
conmemorando los 70 años
de que la poetisa recibiera el
Premio Nobel de Literatura.
Octubre es el mes de la
lingua Italiana y el Centro
Cultural no ajeno a este
acontecimiento, realiza cada
año el Ciclo de Cine Italiano.
En esta edición se denominó
“Ridendo e Scherzando…una
satira della vera Italia”, que
comprendió una selección de
4 premiadas películas.
Durante este mes también
desarrollamos un interesante e inédito proyecto en
conjunto con el Departamento de Arte y Talleres,
que fue la realización del
I Encuentro de Grabado
Interescolar. Esta instancia
tuvo el objetivo de difundir
la enseñanza del grabado
dentro de los colegios, para
ello se extendió una invitación para formar parte de
una muestra, participando
finalmente, alumnos de 7
instituciones educacionales.
Siguiendo con las artes
visuales, en la Sala Terracota tuvimos la interesante
muestra “El Collage a la
hora del té” de la destacada
artista nacional Valeria Burgoa, exposición que generó
interés en el público, ya
que las obras estaban realizadas principalmente con
bolsita de té, usadas o no,
rescatando de esta manera
la importancia del reciclaje.
Ya cercanos a finalizar el
año, realizamos la 9° versión
de la muestra de arte colectivo La Bellezza dello Sguardo. Diferentes disciplinas
artísticas de 38 destacados
artistas conformaron un
montaje, que se caracterizó
por su gran calidad, dinamismo y creatividad.
En otra área, en esta última etapa del año escolar
pudimos disfrutar una gran
muestra, me refiero a la
exposición del “Museo della
Maglia Sansiro” que generó
mucho revuelo sobre todo entre los amantes del calcio. El
montaje estaba compuesto
por 40 camisetas originales
de destacados futbolistas del
mundo de todos los tiempos.
Finalmente concluimos
con la presentación de fin
de año que tradicionalmente
brindamos durante estas
fechas. En esta ocasión el
espectáculo fue “La Estrella
de Navidad”, culminando
de esta forma exitosamente
nuestra programación cultural 2015.
No cabe duda que con
todas estas actividades que
se desarrollaron durante
2015, la cultura se vivió
intensamente en la Scuola,
motivo que nos llena de
orgullo, ya que la importancia de generar este tipo de
instancias es trascendental,
debido a que nos permiten
desarrollar la capacidad de
reflexionar sobre nosotros
mismos y nuestro entorno.
A través de la cultura, es
que nos trasformamos en
seres críticos, sensibles y
éticamente comprometidos,
principios fundamentales
que la Scuola, a través del
Centro Cultural y otras
entidades dentro de nuestra
institución, quiere inculcar
dentro de toda nuestra comunidad escolar.
Ma. Gabriela Castillo
Coordinadora Centro
Cultural Scuola
SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO
Festa Scuola Nido
(Vjera Berd)
Lo scorso venerdì 18 dicembre, sul palcoscenico del Teatro
Verdi i bambini e le bambine della Scuola Nido hanno realizzato la loro presentazione artistica concludendo in questo
modo l’anno scolastico 2015.
La messa in scena ha avuto come tema principale “Gli
animali della fattoria”, il cui obiettivo era quello di favorire
la relazione dei bambini e delle bambine con l’ambiente, permettendogli di scoprire il loro ambiente naturale attraverso
queste esperienze di apprendimento, sviluppando la curiosità,
il rispetto ed il permanente interesse verso gli animali.
Vi lasciamo con due discorsi presentati da due genitori
della Scuola Nido.
Discurso de Antonietta Caiafa
Estimados apoderados, niños, tías y autoridades del
colegio:
Hoy es un día muy especial y esperado para todos, nos une
el sentimiento de felicidad por celebrar el fin de esta primera
etapa educacional en la vida de nuestros hijos.
Son muchas las emociones que me invaden en este momento. Por un lado me siento:
•
Muy contenta por los logros y lo preparados que se
van nuestros hijos a Scuola Dell’ Infanzia
•
Nostalgia por dejar la magia y el regaloneo de la
Scuola Nido.
•
Satisfacción por saber que tomamos la decisión
correcta cuando decidimos entregar nuestros hijos a este
especial equipo de trabajo.
•
Orgullo por lo que son estas personitas de máximo
4 añitos, de la autonomía e independencia que han desarrollado durante su paso por estos grupos, de los conocimientos
y el desarrollo cognitivo que han alcanzado.
•
Y por último felicidad por los niños que continúan en
la Nido recibiendo todo el cariño y experiencia de las mejores
tías del mundo.
Quiero aprovechar para agradecerles a todas, desde el
grupo 1 hasta el 5, que día a día entregan toda su dedicación y amor al futuro de este país. Solo basta con entrar al
pasillo principal para respirar el amor de todas los que aquí
trabajan, la sonrisa con la que te reciben, y el rico olor de las
comidas exquisitas con las que alimentan a nuestros hijos.
Sin duda los vamos a echar de menos!
Además quiero dedicar un agradecimiento especial a
nuestra querida Vjera, quien es el motor de esta maravillosa
causa. Hace unas tres semanas estuve en su oficina para
saludarla, y la conversación nos fue llevando a la historia
de este proyecto, de cómo empezó la Scuola Nido, de todo lo
que lucharon ella, el personal y apoderados de esa época.
Su relato estaba lleno de amor, esfuerzo y perseverancia.
Y eso se nota Vjera!!!, se nota en nuestros hijos, en todo lo
que saben, en cómo se comportan y en la felicidad profunda
que les causa venir a clases todos los días.
Además quiero agradecer el privilegio de estar aquí parada
junto a Marcela, representando a todos los apoderados que
comparten el mismo sentimiento que nosotras.
Para finalizar quiero desear mucho éxito a todos los niños
que en marzo empiezan la Scuola dell’ Infanzia, con una gran
base formada en este hermoso Nido de amor y sabiduría. Y a
los que tienen la suerte de continuar un tiempo más aquí, disfrútenlo y aprovéchenlo al máximo como lo hicimos nosotros.
Grazie!
Presenza- 1 febbraio 2016
Discurso de Marcela Guggiana
Queridos Niños de la Scuola Nido, Maestras, Apoderados,
Autoridades presentes:
Hace algunos días, la directora de la Scuola Nido, nos
pidió a Antonietta y a mí, que representando a los padres
de los niños que este año dejan la Nido, hoy dijéramos unas
palabras de despedida. Pensé cómo poder representarlos a
todos, porque seguramente llegamos a este lugar por distintos motivos y con diversas expectativas.
Sin embargo, creo que Antonietta y yo representamos a la
gran mayoría de los apoderados, ya que justamente llegamos
desde veredas muy distintas, con diferentes motivaciones
y sentimientos. Por su parte, mi amiga siendo extranjera,
llegó sin un vínculo anterior con la Scuola.
Junto a su marido eligieron la Nido, probablemente por
sus raíces italianas, atraídos por el proyecto educativo, y
sin duda, por el profesionalismo y calidez que vieron al conocerla, como seguramente les habrá pasado a muchos de
los apoderados presentes.
Mientras que por mi parte, en nuestra elección como familia, fue determinante mi experiencia como ex alumna de la
Scuola; por lo que estoy segura represento el sentir de todos
los apoderados que llevamos a la Scuola en el corazón, y que
recordamos nuestro paso por ella, como parte fundamental
de nuestra historia de vida.
Para nosotros, traer a nuestros hijos a la Scuola Nido probablemente fue una elección fácil, y quizás hasta la teníamos
elegida antes de que ellos nacieran.
Los que pasamos por este colegio, recordamos con cariño
7
y nostalgia como fuimos creciendo en la Scuola, y sobretodo
cómo fuimos forjando amistades desde muy pequeños, que
hoy son los amigos de toda una vida. Porque aunque la Scuola
cambió de sede, su identidad y su espíritu de comunidad, se
han mantenido en el tiempo.
Como ven, seguramente todos llegamos con nuestros hijos
a la Scuola Nido por diversos motivos, pero estoy segura de
que hoy que termina esta etapa, tenemos todos el MISMO
SENTIMIENTO de formar parte de una gran comunidad
escolar.
Hoy nuestros niños, dan su primer gran paso dentro de
la Scuola, despidiéndose de la Nido, para seguir creciendo
y descubriendo el mundo. Y nosotros los padres, nos vamos
con un sentimiento de total gratitud:
•
En primer lugar hacia todas las Maestras, que durante estos años, han enseñado a nuestros hijos a descubrir
tantas cosas del mundo que los rodea.
•
Nos vamos agradecidos de las tías de la cocina,
por su dedicación a preparar las comidas más ricas, y como
no agradecidos a Merly, por estar siempre preocupada de
mantener todo tan limpio.
•
Por último, agradecidos por supuesto de Vjera, por
estar siempre tan presente y preocupada de cada detalle.
En fin…, les damos las gracias de corazón a todas y cada
una de ustedes, por cuidar de nuestros hijos con tanta dedicación y cariño, y por conocerlos y quererlos de verdad.
¡Las extrañaremos!
GRAZIE MILLE!!
8
COLLETTIVITÁ
Presenza- 1 febbraio 2016
Punta Arenas
Incontro familiari "Imperatore"
E' innato, specialmente
nel migrante, il desiderio di
scoprire la propria identità
e ricercare le proprie radici.
Prima o poi i giovani della
terza o quarta generazione
si domenderanno: "Chi sono
io? Da dove vengo? Chi sono
i miei antenati? Che lavoro
facevano?".
Un modo molto pratico
per ottenere delle risposte a
queste domande è riunire i
giovani, i parenti affinchè si
conoscano, si guardino negli
occhi ed incomincino un dialogo fra generazioni. Ci sarà
sempre, in una famiglia, chi
fa da enciclopedia vivente e
racconta la storia della fa-
Servizio del Patronato
ACLI
L'ufficio del Patronato attende il pubblico presso la
Parrocchia Italiana (Bustamante 180)
con il seguente orario:
da Lunedi a Venerdi
dalla ore: 08:30 alle 14:30
Tel: 2665-0340; 22225247 - E-mail: [email protected]
miglia tramandata da padre
in figlio.
Un esempio lo abbiamo in
queste foto scattate a Punta
Arenas dal nostro amico
Pietro Bianchini.
Per ricordare i propri defunti la famiglia "Imperatore" nel mese di novembre si
è riunita nel Mausoleo della
Fratellanza Italiana. Sono
giunti da tutto il Cile e senza
dubbio hanno ricordato....
rivissuto... un po' della loro
storia di famiglia.
P. Pio
"Ogni giorno
è un giorno in
più per amare,
un giorno in più
per sognare,
un giorno in più
per vivere."
Venga a un lugar especial a probar lo mejor de la gastronomía italiana.
Lo esperamos
*Providencia 1975 (Esq. Pedro de Valdivia)
*Vitacura con Charles Dickens
La comunidad italiana ha marcado
presencia en Valparaíso
La comunidad italiana
ha marcado presencia en
Valparaíso abarcando diversos aspectos que van
desde lo patrimonial pasando por lo cultural hasta
llegar a lo comercial.
Lo último debido a que
durante la segunda mitad
del siglo XIX, la ciudad
puerto era un centro de
atracción para los extranjeros por la alta actividad
comercial.
Es así cómo los inmigrantes italianos comienzan a asentarse en el barrial Almendral de Valparaíso, cuyos inmuebles,
negocios e instituciones
perduran hasta la fecha
en el corazón de la ciudad
y dan vida a la denominada
Ruta Italiana que tiene
como principal objetivo
conectar la ciudad con los
visitantes italianos.
Y quien bien sabe de la
historia de la comunidad
italiana en Valparaíso, es
el Ciudadano Ilustre de la
Ciudad Puerto y director
de la Asociación Lígures de
Chile, Pablo Peragallo, por
lo que tras una minuciosa
investigación conformó el
histórico circuito italiano
Destacando la presencia
de la comunidad italiana
en la ciudad, el alcalde de
Valparaíso Jorge Castro,
sostuvo que “esta es una
muy buena e interesante
iniciativa de un italiano
que está muy arraigado a
Valparaíso, me refiero a
Pablo Peragallo. Esta Ruta Italiana tiene
que ver con muchos aspectos de la ciudad desde la arquitectura hasta lo cultural
y los emprendimientos, es
decir, todo lo que representa el gran aporte de
la comunidad italiana en
Valparaíso concentrada en
el barrio Almendral.
Así que valoramos el cariño que los descendientes
italianos han tenido por
Valparaíso y apoyamos este
entretenido recorrido que
da cuenta de la historia
de Valparaíso, y de cómo
desde siempre esta ciudad
ha encantado a todo aquel
que nos ha visitado”.
Ruta
De acuerdo a lo señalado por Peragallo, la ruta
comienza con la empresa
Cambiaso instalada en
la calle Yungay con Simón Bolívar, cuyo dueño
Antonio Cambiaso llegó
desde Genova, Italia, para
fundar junto a su tío y otro
empresario un negocio de
importación de diversos
productos entre ellos el té.
Continúa con la fábrica de
licores y jarabes “Brusco”
emplazada en la calle Yungay, cuando Virgilio Brusco
quien también arribó desde
Génova para fundar una de
las fábricas más antiguas
de la ciudad.
La Scuola Italiana ubicada en la Avenida Pedro
Montt es otra parada del
circuito por ser un establecimiento educacional
cuyo edificio fue declarado
monumento nacional.
El trayecto sigue con
el popular Parque
Italia y con la Sexta
Compañía de bomberos “Cristoforo Colombo” instalada en
la calle General Cruz
con Independencia
que fue fundada en
1858 por un grupo de
italianos en agradecimiento a la hospitalidad de los porteños.
A lo anterior, Pablo Peragallo suma
a los antiguos negocios italianos como
Lagazio, panadería
Andina, Menzel entre otros de origen
italiano emplazados
en calle Independencia.
La atractiva ruta italiana también está formada
por el barrio italiano constituido por el emblemático
Colectivo Favero, que data
del año 1912 cuando fue
construido por el arquitecto
italiano Giocondo Favero
y edificado en terrenos
del comerciante italiano
Mauricio Shiavetti. El ascensor Florida
es otro de los puntos del
recorrido al igual que la
conocida heladería Bogarín y la Biblioteca Severin
que fue construida por el
arquitecto italiano Arnaldo
Barison.
De manera paralela se
suman la iglesia Don Bosco
en la Avenida Argentina, el
restaurant La Mangiata y
la pizzeria La Riviera. “Con esto, la idea es
poder visibilizar una ruta
para aquellos que visitan
nuestra ciudad, que tenga
contenido con los italianos
que llegaron hace años a
Valparaíso.
Esta ruta mezcla lo patrimonial, cultural y comercial, se trata de un circuito
que permita conocer cómo
se fundamentó esta puesta
en escena de los italianos
hace muchos años y que
actualmente mantienen
todavía vínculo en distintos
puntos del Almendral porque las generaciones han
contado con los negocios y
tradiciones”, agregó Pablo
Peragallo.
Ricordo di Alberto Berloffa
Eran las 4 de
la mañana del
domingo 27, El,
sol recién se asomaba anunciando un lindo día
de verano. Alberto Berloffa,
Presidente del
Circolo Trentino
de Santiago y mi
amigo, en presencia de su
señora Susana
San Martin y de
su hijo Mauricio,
iniciaba su último viaje para
presentarse a
las puertas del
cielo con su mochila repleta de buenas obras. Alberto era el alma del Circolo
Trentino. Hombre alegre, generoso que con su modestia entró
a muchos corazones que lo han querido. El había asumido el
rol voluntario de viejito pascuero para alegría de nuestros
niños durante un paseo de navidad que Alberto organizaba
todos los años y no se pudo realizar este año. Los socios del
circolo y los numerosos amigos de ALBERTO presentamos
nuestras sentidas condolencia a Susana a Mauricio y a los
nietos que hoy sufren por la pérdida del esposo, el hijo, el
abuelo y el amigo.
Juan Pablo Agostini González
Psicólogo clínico
- Tráumas
- Estrés post traumático
- Fobias
- Ataques de pánico
- Depresiones
- Metodología basada en la neurociencia
Atención Santiago y Vta. Región
Mail: [email protected]
www.fagostini.org, fonos 68462800 - 97223909
10 febbraio 2016 - Giorno del Ricordo
COLLETTIVITÁ
Messaggio del Presidente Dario Locchi
Cari amici,
ricorre oggi il “Giorno del
Ricordo delle vittime delle
foibe e dell’esodo giulianodalmata”.
Mentre mi accingevo a
scrivere questo messaggio
ho ricevuto uno scritto da
parte degli studenti della IV
F dell’Istituto Regina Margherita di Palermo, i quali
hanno avuto modo di assistere alla presentazione del
libro “L’Istria di Gina”, di
Giuseppe Crapanzano, edit
dalle Edizioni “Italo Svevo”
di Trieste, imperniato su
quanto vissuto dall’istriana
Angelina (Gina) Bratovich
fra gli anni ‘40 e’50 dello
scorso secolo.
Il libro non è un saggio
storico né un romanzo, bensì
una sorta di “confessione
pubblica”; quella di una
persona che su di sè ha direttamente sperimentato cosa
voglia dire la discriminazione etnica, l’odio sociale e la
perdita della libertà.
Dopo aver letto quanto
scritto dai ragazzi, ho pensato di fare mie le loro parole.
Ecco cosa hanno scritto i
ragazzi:
La verità infoibata
"Sulla scorta di quanto
appreso alla presentazione
del libro, a scuola abbiamo
riflettuto insieme sul dramma delle Foibe e dell’Esodo
giuliano-dalmata, giungendo alla conclusione che la
verità non può essere spinta
in una foiba e che l’aver
taciuto per così tanti anni
una simile vicenda lascia
semplicemente sgomenti.
Dal nostro dibattito è
emerso che quello che più ci
irrita è la consapevolezza che
non solo i mezzi di comunicazione del tempo non se ne
siano occupati a dovere, ma
che persino i nostri libri di
testo abbiano in larga parte by-passato la questione
foibe e il correlato esodo di
migliaia di connazionali da
quelle terre.
Il registro dei fatti che
hanno segnato la Storia, invece, pensiamo con fermezza
debba essere completo, in
ogni parte, senza cesure né
censure.
Perchè mai - ci siamo
soprattutto chiesti - questo
colpevole silenzio ha avvolto
la fine di oltre diecimila italiani e marcato così a fondo
la vita di Gina e quella di
tanti altri connazionati andati via da quelle terre dopo
il Trattato di Parigi del 10
febbraio 1947?
Il rapporto fra “comunicazione e verità”, quindi,
al di là delle specifiche vicende storiche ed il toccante
racconto della protagonista
delle pagine di Crapanzano,
si è imposto al centro delle
nostre dlscussioni, facendoci
giungere alla conclusione che
il potere, specie in regimi
totalitari, tende a sottacere/
alterare talune spinose questioni, in osservanza ad una
visione “ideologica” delle
cose, che uccide, prima di
tutto, la verità.
Ricordare è un dovere
di cittadini responsabili,
non per rinverdire antichi
dissapori o asti, ma solo
per “ridare - com’era scritto
nella locandina dell’incontro
- dignità a quanti, per circostanze avverse della vita, si
sono trovati a subire terribili
violenze”.
ll tibro-intervista ci ha
molto interessati, suscitando
in noi il vivo desiderio di
approfondire meglio il contesto storico-politico di quel
delicato periodo.
Insieme ai nostri insegnanti, pertanto, ci ripromettiamo di affrontare le
tematiche riconducibili alla
legge del 2004 in occasione
della ricorrenza civile del
Giorno del
Ricordo il prossimo 10
Febbraio.
Per guardare in faccia al
futuro dobbiamo conoscere il
passato. Sappiamo bene che
la Storia è “maestra di vita”,
ma siamo altresì convinti
che, privi della luce della
verità, dagli abissi della
dimenticanza in cui a volte
la si vorrebbe gettare nessun
insegnamento da essa potrà
mai giungerci”.
Non avrei saputo trovare
parole migliori.
Dario Locchi,
Presidente dell’Associazione
Giuliani nel Mondo
San Padre
Pio di aspetta
[email protected]
Ogni primo martedì del
mese nella Parrocchia Italiana si venera in modo speciale la figura immensa del
Santo moderno riconosciuto
in tutto il mondo: P. Pio di
Pietrelcina.
Alle ore 19,30 si recita il
Rosario secondo il suo stile,
seguirà poi, alle ore 20,00
la celebrazione della santa
messa.
Una immagine bellissima,
opera del nostro scultore
Joaquín Mirauda, attira la
nostra attenzione mentre gli
dirigiamo le nostre preghiere
9
Cerimonia di chiusura delle attività dell'anno accademico 2015
Presenza- 1 febbraio 2016
Dante Alighieri - Comitato di Valparaiso
Nel mese di dicembre scorso, il Comitato
di Valparaiso della Dante Alighieri ha
realizzato la sua Cerimonia di Chiusura
dell’Anno Accademico 2015.
Un anno, come tutti, non esente di difficoltà e di preoccupazioni, ma che si conclude con un sentimento di soddisfazione per
essere riusciti a portarlo a buon termine.
La più grande soddisfazione è stata
quella di contare con un significativo
numero di alunni entusiasti: adulti, che
dopo il lavoro e le loro attività quotidiane,
hanno destinato parte del proprio tempo
ad imparare la lingua e la cultura italiana. Sono loro che danno senso e significato
al lavoro di questo Comitato.
Quest’anno, inoltre, abbiamo avuto la
grande soddisfazione di vedere come un
gruppo di loro, tutte signore, si sono impegnate e ci sono riuscite, a frequentare
i Corsi Estivi dell’Università di Genova a
Santa Margherita Ligure. Speriamo che
altri dei nostri seguano i loro passi.
interesse per la lingua e la cultura italiana,
facendo ricerca, discutendo ed esponendo
su diversi aspetti della cultura italiana,
signore:
- Enriqueta Barraza- Yolanda BoeroAlba Castillo- Beate Schenk- Renata
Stingo- Pilar Valencia
CONFERENZA DEL PROFESSOR
GABRIELE OLMI.-
Nel contesto di questa Cerimonia, il
Professor Gabriele Olmi, ex Direttore
Scolastico dell’Ufficio Scolastico dell’Ambasciata e futuro Preside della Scuola
Italiana Paritaria “Arturo Dell’Oro” ha
concluso i nostri incontri culturali di ogni
mese, che quest’anno hanno avuto come
tema centrale il XX ( ventesino ) secolo,
culminano oggi con la Conferenza su
“L’importanza della Conservazione e
della Diffusione della Lingua Italiana nel
Mondo”.
Durante al Conferenza il Professor Olmi
PREMIAZIONE 2015
ha risaltato il fatto che la lingua, ogni lingia è veicolo di cultura.
Come tutti gli anni, la Dante ha voluto
Tutti sanno che l’Italia ha un patrimonio
distinguere quegli alunni che hanno ma- culturale che raggiunge il 65% dei beni
nifestato maggior interesse per la lingua culturali del mondo occidentale.
e per la cultura italiana:
Ben si può dimensionare allora quanto è
1° anno Professoressa Elsa Vaccarezza importante conoscere la lingua italiana per
1° premio e diploma di profitto massi- aver accesso al conoscimento della cultura
mo- attestato di frequenza
che essa veicola.
- Susana Manquenahuel
Per rendere comprensibile quanto è im2° premio e diploma di profitto ottimo- portante la conservazione e la diffusione
attestato di frequenza
della lingua e della cultura italiana nel
-Sofía Guajardo
mondo, ruolo che spetta attualmente agli
3° premio e diploma di profitto lodevole- Istituti di Cultura, alle Scuole e ai Comitati
attestato di frequenza
della Dante Alighieri sparsi per il mondo,
- Franco Gorgerino
come il nostro, il Professor Olmi ha fatto
4° premio di incoraggiamento e diploma una carrellata storica sin dalla sua nascita,
di frequenza
presso la Corte Siciliana di Federico II di
- Hugo Chacón
Svevia, soffermandosi sul momento del suo
Ricevono attestato di frequenza gli sviluppo nella Firenze di Dante, Petrarca
alunni: Mónica Cáceres- Carol Castil- e Boccaccio, passando per il momento del
lo- Julieta Dominichetti- Dominique suo saggistico e politico con la lingua del
March- Fabio Muzio- Ana Raviola- Fer- Machiavelli e facendo accenno alle diffinanda Viacava- Cristian Armijo.
coltà della sua conservazione durante il
2° anno Professoressa Flavia Misseroni lungo periodo delle dominazioni straniere
1° premio e diploma di profitto massi- austriaca, francese e spagnola; rilevando
mo- attestato di frequenza
lo sforzo delle accademie linguistiche come
- Enzo Curotto
quella della Crusca, della pubblicazione
Premio di frequenza e attestato
dei primi vocabolari della lingua italiana,
- Flavia Parodi
l’impresa di renderla lingua nazionale dopo
Ricevono attestato di frequenza gli alun- l’Unificazione, in un momento in cui quasi
ni: Karen Atuán- Percy Corrales- Marisa la maggioranza degli italiani parlava il
Faggioni
dialetto. Ricordò la creazione delle prime
3° anno Professoressa Ledda Carrazola scuole statali ed infone la fondazione della
Distinzione speciale alle alunne che con Dante Alighieri, opera di Giosuè Carducci,
il loro entusiasmo e amore per la cultura professore dell’Università di Bologna, nel
italiana hanno fatto realtá il sogno di 1889. Il Prof. Olmi, ricorda che le parole
frequentare il corso estivo presso l’Uni- dell’Atto Costitutivo della Dante Alighieri
versitá di Genova a Santa Margherita a Bologna, nel 1889, hanno tuttora una
Ligure, signore:
grande attualità. Dalla fine della 2a Guer-Flavia Alvarado- Hortensia Padovani- ra Mondiale fino ad oggi, l’apprendimento e
Cecilia Passalacqua.
la diffusione della lingua italiana in Italia
Ricevono diploma di frequenza gli alun- e quindi nel mondo hanno consentito la
ni:- Flavia Alvarado- Luisa Borzone-Paola conoscenza, conservazione e diffusione
Choupay- María Rosa Muzio- Hortensia della sua cultura.
Padovani- Cecilia Passalacqua- María
Al giorno d’oggi, ha segnalato Olmi, la
Verónica Pastene- Danielle Piras- Luz lingua italiana è parlata da oltre 60 milioni
Maria Solari- María Eugenia Zabala
di parlanti al mondo.
Corso di cultura italiana Professoressa
A questo contribuiscono non solo le scuoLedda Carrazola
le italiane locali, ma gli Istituti Italiani
Premio all’alunno che si è specialmente di Cultura, le Scuole Italiane e specialdistinto per il suo interesse, partecipazio- mente quelle Paritarie e i Comitati della
ne e assiduità signore:
Dante Alighieri. Si crea così un circolo
- Tullio Curti
virtuoso di mutua collaborazione tra le
Ricevono diploma di frequenza gli alunni: due Istituzioni che confluiscono in questa
- Silvia Gaggero- Corina Correa- Raúl Cerimonia: La Scuola Italiana Paritaria
Mujica- Silvana Sabadini.
“Arturo Dell’Oro” di cui il Prof. Olmi è
Corso di conversazione Professoressa ormai Preside e che ospita il Comitato di
Ledda Carrazola
Valparaiso della Dante Alighieri che ha
Distinzione speciale alle alunne che per concluso in questa Cerimonia il suo Anno
anni e anni hanno dimostrato un enorme Accademico 2015.
10
Presenza- 1 febbraio 2016
Rimembranze
Francobolli,
ricchezza dei filatelici
Quanti ricordi, specialmente per noi che vivevamo
lontani da casa, ci porta questa busta affrancata con i
tipici francobolli di oltre mezzo secolo fa. Li conosciamo
a memoria.
Non esisteva le E-mail che inviavano, in tempo reale,
gratis informazioni alla famiglia. Ma si aspettava con
ansia il postino a consegnarci la lettera (ci metteva un
mese ad arrivare nelle nostre mani) che baciavamo perchè l’aveva toccata la mamma, il papà o la fidanzata.
Un fratello mio, quand’era militare e inviava alla
fidanzata una cartolina dalle alpi trentine scriveva
sempre la parola più importante, che copriva con un
francobollo grande.
La fidanzata sapeva del trucchetto: sollevava pian
pianino l’angolo del francobollo ed, emozionata, vi leggeva la parola più bella che valeva più di un tesoro.
Diceva: “Ti amo”.
Care Lettrici e Cari Lettori,
se avete qualche foto di archivio (di famiglia o di
comunità) e ce le inviate con una breve didascalia,
saremo felici di inserirla in questa serie di "rimembranze" iniziativa dell'Arch. Claudio Massone
* Despacho exacto de Recetas de Médicos Oculistas
*Gran surtido de Armazones y Cristales de las mejores marcas
COLLETTIVITÁ
Dal 14 Gennaio al 15 Marzo 2016
Il Centro Cultural La Moneda di Santiago del
Chile ospita Madonna con bambino e sei angeli
di Sandro Botticelli
La Madonna con bambino e sei angeli di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi detto il Botticelli, tra
i più famosi tondi realizzati
dall'artista protagonista
dell'umanesimo fiorentino,
sarà esposta per la prima
volta dal 14 gennaio al
15 marzo 2016, al Centro
Cultural La Moneda. Dopo
Russia e Giappone, l'opera
lascia l'Italia in occasione dell'anno dell'Italia in
America Latina.
L'esposizione, promossa
dal Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e
del Turismo, dall'Ambasciata d'Italia a Santiago,
dall'Istituto italiano di
cultura, la Galleria Corsini di Firenze e il Consejo
Nacianal de la Cultura y
las Artes, è un regalo per
festeggiare i dieci anni di
vita del Centro Cultural La
Moneda ai cittadini cileni
e la visione dell'opera sarà
quindi gratuita.
Botticelli incarna nell'immaginario l'idea stessa del
Rinascimento fiorentino
e uno dei grandi Maestri
dell'arte italiana. Allievo
di Filippo Lippi e poi attivo
nella bottega del Verrocchio
la diffusione della sua fama
è conferma dalla chiamata
nel 1480 a Roma, insieme
agli artisti più celebri, per
affrescare le pareti della
Cappella Sistina. Al ritorno
diviene sempre più stretto
il legame con i Medici, di
cui è pittore di fiducia. Per
la famiglia che detiene il
potere a Firenze esegue,
tra l'altro, famosissime
favole mitologiche profane
quali La Primavera, Pallade e il centauro, la Nascita
di Venere. Opere di complessa simbologia, probabile sintesi – ricercata dal
neoplatonismo fiorentino
– tra nuovi ideali cristiani e
mito antico, che creano un
canone di bellezza ideale
femminile: giovani donne
dall'incarnato luminoso,
lunghi capelli biondi, corpo
elegante, volti di una dolcezza malinconica.
Dall'ultimo decennio del
secolo si manifestano i sintomi della crisi personale di
Botticelli che coincide con
quella della società fiorentina: la morte di Lorenzo
il Magnifico nel 1492, la
cacciata del figlio Piero de'
Medici nel novembre '94 e
la conseguente perdita di
protezione e di committenze importanti segnano la
fine di un mondo. L'artista
si avvicina allora al pensiero del domenicano Girolamo Savonarola, ispiratore
della moralizzazione della
vita pubblica fiorentina.
L'adesione totale sarà
tardiva, successiva all'esecuzione del frate, avvenuta il 23 maggio del 1498;
Botticelli ne abbraccia
l'austero rigore e adegua
il proprio stile al suo estremizzato credo religioso.
La Madonna
con bambino
e sei angeli è
stata realizzata proprio durante la fase
tarda della
sua produzione artistica in
cui la conversione del pittore matura nel
clima turbato
della Firenze
di fine secolo
e determina
una svolta nel
suo stile. La
composizione
è pensata per
un formato circolare, ma si
distingue da
esempi precedenti per la
costruzione
piramidale,
l'allungamento delle figure
e soprattutto
per la presenza degli strumenti della Passione, che
rappresentano il fulcro del
dipinto e sembrano evocare
le prediche infiammate di
Savonarola.
Il dipinto del Botticelli fa
parte della Galleria Corsini
dalla metà del 1600. L'opera
venne acquistata dal Marchese Bartolomeo Corsini
per seguire le disposizioni
testamentarie del fratello,
il Marchese Filippo Corsini, che si raccomandava di
investire in opere d'arte, le
quali "aprono la mente ed
il cuore". Bartolomeo iniziò
così a studiare e ad informarsi per scegliere opere
d'arte che potessero essere
facilmente riconoscibili e
di grande valore artistico.
La sua scelta ricadde sul
Botticelli.
L'iniziativa di esporre al
Centro Cultural La Moneda di Santiago del Chile
un'opera di tale rilievo
riflette appieno l'impegno
profuso da Italia e America
Latina nell'organizzazione
dell'Anno di celebrazioni ed
è indicativa dell'assoluta
eccellenza delle relazioni
anche in campo culturale.
Los 99 años de la Società Sportiva Italiana
Un miércoles 7 de Febrero
de 1917 en los salones de la
Sesta Compañía de Bomberos, Giovanni Unghiatti
Valle, secretario de honor,
dio a conocer la unión de
los clubs Ciclista Italiano de
Viña del Mar y Veloce Ciclista Italiano de Valparaíso,
declarando oficialmente
fundada y constituida la
"Societá Sportiva Italiana”.
De esa fecha han transcurrido 99 años, día en
que en el ajetreado barrio
El Almendral comenzaba
a funcionar una de las instituciones deportivas que
mayor número de satisfacciones le ha entregado a la
ciudad de Valparaíso.
Sus mayores triunfos han
sido en el básquetbol, disciplina que han cultivado
desde su fundación, logrando gran cantidad de títulos
regionales y nacionales,
como lo fueron dos Torneos
de Clubes Campeones de
Chile (1971 en Punta Arenas y 1978 en Santiago),
dos Campeonatos Dimayor
(1980 y 1982), más un vicecampeonato del mismo en
1979, y el subcampeonato
en el IV Campeonato de
Campeones Sudamericanos
de Básquetbol Masculino
en Arequipa, Perú (1971),
siendo a la fecha la mejor
ubicación de un club chileno
en un campeonato sudamericano de clubes en el
extranjero.
Últimamente, los mejores
logros han sido el bicampeo-
nato de la división adulta en
el campeonato de la Asociación Valparaíso (2013-14), y
el bicampeonato (2013-14)
de la rama femenina Sub-15
en el “Renato Raggio”, campeonato organizado por la
misma institución itálica en
memoria al entrenador más
importante que ha tenido en
su historia.
En las bochas, la entidad ha obtenido excelentes
logros, con varios jugadores de sus filas en competencias sudamericanas y
mundiales, donde el logro
individual más importante
conseguido por un jugador
del club fue el 2010, cuando
Rodolfo Galvez, representando a Chile, consiguió el
vicecampeonato mundial
de bochas (estilo raffa-volo)
en Roma, Italia, país al
que fue acompañado por
Ulises Gnecco, presidente
de la rama de bochas de la
institución itálica.
En estos últimos años,
también se ha destacado
Sabrina Polito, cuarta en
los Juegos Mundiales de Colombia 2013, y quinta en la
modalidad “tiro y precisión”
en el Mundial de Francia
2014, tras lo cual recibió
el “Cóndor de Bronce” a
la mejor del año por parte
del Círculo de Periodistas
Deportivos.
1971: Subcampeón del IV
Campeonato de Campeones Sudamericanos de Básquetbol Masculino, disputado en Arequipa, Perú. En
la foto, arriba de izquierda
a derecha:
Roberto Cortés, Oscar
Fornoni (QEPD), Guido
Pietrantoni (QEPD), Luis
Saavedra, Guillermo Sanino, Rual Villella (QEPD)
y José Miller. Abajo, en el
mismo orden: Daniel Aste
(capitan) , Eugenio Avilés,
Rodolfo Arrué (QEPD) ,
Humberto Aveggio y José
Urbina.
Ennio Gnecco Valdés
STADIO ITALIANO
Presenza- 1 febbraio 2016
11
12
Presenza- 1 febbraio 2016
A fine anno si é realizzata
la cerimonia di premiazione
degli alunni distinti nelle
aree accademica, formativa
e sportiva di entrambe le
sedi, dal Quinto Anno Scuola
Primaria fino al IIIº delle
Superiori. Inoltre, si é colta
l’occasione per dire addio
alla Preside che ci ha accompagnati per parecchi anni e
dare il benvenuto ufficiale a
chi, dal 2016, assumerá la
Rettoria della Scuola, il Prof.
Gabriele Olmi. Il Presidente
della Sidi, Sig. Gian Franco
Rosso, ha rivolto parole di
sincero ringraziamento alla
Preside Carla Mazza per il
proficuo lavoro svolto; e al
Rettore Olmi, ha augurato
SCUOLA ITALIANA VALPARAISO
PREMIAZIONE ACCADEMICA
E FORMATIVA 2015
un ampio successo nel fondamentale ruolo che gli é stato
assegnato: quello di dirigere
una Scuola che, dal prossimo
anno, aumenta il suo percorso liceale. Infatti, i ragazzi di
Primo Anno di Liceo, hanno
la possibilitá di scegliere
fra Liceo Scientifico-opzione
Scienze Applicate, e Liceo
Economico- Sociale
Ai nostri alunni premiati,
congratulazioni per i loro
meriti e gli auguri di continuare per questa via.
La Preside Carla Mazza,
dopo una vita intera al servizio della nostra Scuola, lascia la Rettoria, ma continua
come consulente durante il
prossimo anno accademico.
Ecco le sue parole di congedo, durante la cerimonia:
“…En mis 31 años de docencia tengo una sola certeza: la certeza de que hoy
el primer objetivo de una
comunidad educativa debe
ser el formativo. El de formar personas capaces de
mirarse a sí mismas y de
cuestionarse la vida, capaces
de romper prejuicios, de reflexionar respecto de sus paradigmas y de pensar desde
el NOSOTROS, en la sana
convivencia, en el respeto
del otro, en la tolerancia a
la frustración, en el valor
del esfuerzo, del trabajo y
del sacrificio…
Abrirnos a la Paritá, enriqueciendo nuestra manera
de ser ya originalmente
bicultural, fue el camino
que escogimos como Scuola
para dar un gran paso de
apertura; la intercultura es
nuestra forma concreta de
acercarnos a educar en la
diversidad, en la amplitud de
pensamiento, en el respeto
al prójimo, en la globalización… Es el inicio de un caminar sin límites, dinámico
en esencia…
Creemos estar haciendo lo correcto; nuestros ex
alumnos lo explicitan y lo
evidencian; son definidos
por las universidades, por
los empleadores, por los
directorios y colaboradores
como personas socialmente
valóricas y capaces; lideres,
cultos, adaptables y gestores
de cambio…
Parte de la tradición es
reunirnos en diciembre a
homenajear a quienes se han
destacado durante el año
en las diferentes áreas del
desarrollo… A todos ustedes,
jóvenes, un gran abrazo y
felicitaciones, pues i siguen
el camino elegido, serán los
líderes del mañana, aquellos
que orientarán el destino de
nuestra “aldea global”.
Deseo agradecer al Direc-
torio de la Societá Italiana
d’Istruzione, a los directivos
de las instituciones italianas de la región, a nuestra
ex Cónsul, a nuestro actual
Cónsul, a los profesores, a
nuestros colaboradores, a
nuestros apoderados y alumnos, el apoyo que iempre
sentí en los siete años en que
asumí el rol de ser responsable de todo…estando al
servicio de todos.
Tengo la certeza de que
quien me sucede en este cargo, el ya casi Rector Gabriele
Olmi, posee los valores, la
capacidad, el tesón y la voluntad para conducir hacia
el futuro a nuestra querida
Scuola”
PAGINA RELIGIOSA
Giovanni Paolo I e Francesco,
apostoli della misericordia
«Dio è misericordia», «Dio
amore è padre, è madre».
«Madre è anche la Chiesa,
se è continuatrice di Cristo. Cristo è buono: anche
la Chiesa dev’esser buona,
dev’esser madre verso di
tutti. Nessuno escluso»; «siamo tutti poveri peccatori…
ma nessun peccato è troppo
grande, nessuno più della
misericordia sconfinata del
Signore». Sono leitmotiv
attualissimi dei quali è costellato il magistero di Papa
Luciani, che in calce, nella
sua agenda personale del
pontificato, siglava così l’essere ministri nella Chiesa:
«Servi, non padroni della
Verità».
Albino Luciani aveva infatti assimilato già nella
sua formazione sacerdotale
quella visione, cara ai Padri
del primo millennio, della
Chiesa come mysterium lunae: una Chiesa cioè che non
brilla di luce propria, ma di
luce riflessa; una Chiesa che
non è proprietà degli uomini
di Chiesa, ma Christi lumini. Immagine della natura
ecclesiale e dell’agire che le
conviene che aveva irrigato
diffusamente i documenti del
Concilio e che divenne decisiva e feconda nell’iter pastorale di Luciani. E facendosi
così apostolo del Concilio,
che è stato un «segno della
misericordia del Signore
sopra la sua Chiesa», egli lo
aveva incarnato soprattutto
nel concepire la prossimità
della Chiesa al popolo di
Dio, nell’essere propter homines. Prossimità che egli
mostrò durante il suo breve,
ma intenso pontificato, evidenziandosi particolarmente nel registro linguistico
adottato per le allocuzioni
e le catechesi, nella ricerca
della semplicità nelle parole,
affinché il messaggio della
salvezza potesse giungere
a tutti.
Secondo quindi la deliberata scelta teologica di un
linguaggio conversevole e
accessibile di quel sermo humilis canonizzato da sant’Agostino, che è comprensivo
del mondo e degli uomini,
che è con essi dialogante e
da essi è comprensibile, perché sermo humilis è anche
espressione della caritas e
lieta novella nell’accezione
agostiniana.
Le quattro udienze generali sull’umiltà, la fede,
la speranza e la carità che
tenne in Vaticano durante
il pontificato, restano un
esempio preclaro di quanto
fosse efficace l’oralità lucianea alla luce del Vangelo,
nel solco del Concilio Vaticano II, coniugando nova
et vetera in felice e geniale
sintesi. Prossimità, umiltà,
semplicità e insistenza sulla
misericordia e sulla tenerezza di Dio, sono i tratti
salienti di un magistero
conciliare che quarant’anni
fa suscitarono attrattiva
nel popolo di Dio. E sono gli
stessi tratti che lo rendono
attuale oggi legandolo in filo
diretto di continuità con l’attuale Successore di Pietro. Il
Servo di Dio Giovanni Paolo
I è stato anzitutto testimone
dell’amore misericordioso
di Dio: è una costante della
sua vita conforme alla sua
predicazione.
Il continuo riferimento
alla natura del cuore di
Dio che è amore, amore che
ci precede, trova accenti
peculiari e riscontro speculare in consonanze profonde
con la predicazione di papa
Francesco. Bergoglio non ha
conosciuto Luciani, ma dimostrò di essere stato attento
lettore dei suoi scritti elargendo suggerimenti quando
preparavo la mia tesi di
dottorato sulla silloge di lettere del papa veneto e come
anche documenta il libro di
prossima uscita
Il nome di Dio è misericordia. Nella Historia salutis,
trascrizione di un corso di
esercizi spirituali dettato
ai sacerdoti nel 1965, pubblicato postumo, l’allora
vescovo di Vittorio Veneto,
con efficacia del tutto simile
a quella dell’attuale Pontefice, espresse questo aspetto
centrale del messaggio cristiano: «La misericordia di
Dio è la base.
È buono il Signore. Quale
sia la bontà del Signore lo
dice il Vangelo,
dove il Signore si
lascia chiamare
amico dei pubblicani. Leggete san
Luca. E in quale
grado sia amico,
lo dice lui stesso
esponendo qual
è la sua logica,
il suo sistema di
amicizia. Dice: Io
sono fatto così,
che se ho cento
anime e una sola va per le
strade storte, lascio le novantanove al sicuro, corro
dietro solo a quella e non ho
pace finché non la ritrovo e la
porto a casa e facciamo una
grande festa. In cielo si fa più
sagra per un solo peccatore
che ha fatto penitenza, che
non per novantanove giusti
che se ne stanno lì tutti quieti. Questo è il mio sistema».
«Così – afferma ancora
Luciani – sono stati cercati
da lui, e trovati, e salvati,
la samaritana, Maddalena,
Zaccheo e il buon ladrone.
Era talmente buono con la
povera gente, con i peccatori, che questi si sentivano
sollevati, gli erano sempre
attorno, pendevano dalle sue
labbra. Tra le critiche e i rimproveri dei farisei, dei dottori
della legge che una volta
hanno detto ai suoi discepoli:
‘Questo è troppo’. Gesù ha
sentito e ha risposto: Non
è troppo. Volete farmi un
piacere? Cercate nella Scrittura e trovate quelle parole:
misericordiam volo et non
sacrificium, e spiegatemele.
Non è così che devo fare?
Sono un medico: devo andare in cerca di chi, dei sani?
No, dei malati. È venuto il
Figlio dell’uomo a cercare
e a salvare ciò che era perduto. È il mio mestiere, la
mia professione, non ho altri
mestieri, io».
Sull’esempio di san Leopoldo Mandic dal quale era
stato confessato e del ‘confessore di Roma’ il gesuita
padre Felice Cappello, suo
parente e dirimpettaio di
confessionale ad Agordo,
egli più volte richiamava
ai fedeli: «Nessun peccato è
troppo grande: una miseria
finita, per quanto enorme,
potrà sempre essere coperta
da una misericordia infinita.
E non è mai troppo tardi…
Presenza- 1 febbraio 2016
13
Gmg: già iscritti
500mila giovani
Il numero finale dei partecipanti alla Gmg di Cracovia
resta aperto, si sa solo che il «Campus Misericordiae» con i
suoi 250 ettari potrà ospitare fino a cinque milioni di persone,
ma una prima «meta» è già stata raggiunta. L’organizzazione dell’evento ha annunciato, infatti, che il primo giorno
del 2016 risultavano
iscritti già 500mila
pellegrini.
Mezzo milione
di giovani da tutto
il mondo, quindi,
hanno deciso che tra
pochi mesi – più esattamente tra sei mesi,
tre settimane e un
giorno – prenderanno parte al grande
appuntamento assieme a papa Francesco
dal 25 al 31 luglio.
L’annuncio è stato
dato attraverso il
canale ufficiale della Gmg su Twitter
( www.twitter.com/
wyd_en) proprio il
1° gennaio.) proprio
il 1° gennaio.
«Non diciamo più “la Gmg sarà il prossimo anno” – scrivono gli organizzatori – perché il 2016 è con noi e Cracovia
2016 è tra pochi mesi».
Dei 500mila già registrati di certo una buona fetta – almeno uno su dieci – è rappresentata da giovani italiani, le
cui iscrizioni continuano attraverso i responsabili diocesani
della Pastorale giovanile, che poi registrano i «loro» pellegrini
sul sito ufficiale italiano www.gmg2016.it..
A Cracovia, intanto, i preparativi possono essere seguiti
in diretta anche grazie al sito www.campusmisericordiae.
pl/ , dedicato alla grande area dove si terrà la Veglia finale
con il Papa.
Papa: «L’indifferenza è nemica della pace, crea barriere e paure»
«Nemica della pace non
è solo la guerra, ma anche
l’indifferenza che fa pensare solo a se stessi e crea
barriere, sospetti, paure e
chiusure». Affacciato dal balcone di San Pietro e davanti
a 60 mila fedeli, il Pontefice
dedica il primo Angelus del
2016 al bisogno di misericordia in occasione della
49esima Giornata mondiale
della pace. «La pace, che Dio
Padre desidera seminare nel
mondo, deve essere coltivata
da noi. Non solo, deve essere
anche conquistata - aggiunge Francesco - Cominciamo
in quest’anno ad aprire il
cuore, risvegliando l’attenzione al prossimo, a chi è
più vicino e ha bisogno»
aggiunge ringraziando e ricambiando gli auguri inviati
dal Presidente Mattarella.
«Violenza e ingiustizia»
«Molteplici forme di ingiustizia e di violenza» «feriscono
quotidianamente l’umanità»
ha detto il Pontefice nell’omelia della prima messa solenne del nuovo anno a San
Pietro. «Ogni giorno, mentre
vorremmo essere sostenuti
dai segni della presenza di
Dio, dobbiamo riscontrare
segni opposti, negativi, che
lo fanno piuttosto sentire come assente». Contro
questo «fiume in piena» di
ingiustizie, Francesco ha
che a vario titolo si trovano
nel territorio nazionale per
una sempre più profonda
e concreta educazione alla
solidarietà e alla legalità».
invitato i fedeli a immergersi
«nell’oceano di misericordia»
che porta a «vincere l’indifferenza che impedisce la
solidarietà» e a «uscire dalla
falsa neutralità che ostacola
la condivisione».
Il dramma dei migranti
La «sopraffazione dell’uomo», l’«arroganza del più
forte», la «malvagità che
semina violenza e odio»: sono
questi i segni negativi di
cui parla Francesco che poi
ricorda anche il dramma dei
migranti come una delle conseguenze più evidenti della
mancanza di pace. «Sotto i
nostri occhi moltitudini di
uomini, donne e bambini
fuggono dalla guerra, dalla
fame, dalla persecuzione,
disposti a rischiare la vita
pur di vedere rispettati i
loro diritti fondamentali».
Un messaggio, quello del
Pontefice, che ha anche un
peso «politico»: «Dove non
può arrivare la ragione dei
filosofi né la trattativa della
politica, là può giungere
la forza della fede che può
aprire sempre nuove vie alla
ragione e alle trattative».
Mattarella: bimbi morti
in mare sono il nostro
fallimento
Anche il presidente Mattarella parla del dramma
dei migranti nel messag-
La marcia per la pace
Durante la celebrazione della messa solenne in Vaticano, è partita la marcia contro
l’indifferenza organizzata
dalla Comunità di Sant’Egidio che si conclude in piazza
San Pietro durante l’Angelus
del Pontefice previsto per le
12. Alla marcia partecipano
persone di tutta Italia.
gio inviato al Pontefice in
occasione della Giornata
mondiale della pace. «Le
migliaia di donne e uomini
annegati nel Mediterraneo,
i 700 bambini morti nella
speranza di raggiungere
un’esistenza serena, lontano
dalla guerra e dalla miseria,
sono muti e sofferenti testimoni di un fallimento drammatico». «In quest’epoca
angosciosa, vi sono segnali
di speranza cha abbiamo
il dovere di accogliere e di
incoraggiare - scrive ancora
Mattarella - per ampliare
gli spazi di solidarietà, di
libertà e di collaborazione
tra popoli».«Desidero richiamare il ruolo decisivo della
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14
SPORT
Presenza- 1 febbraio 2016
Il Napoli non si ferma, ma ha la Juve
alle calcagna - Beffa Inter, ira Mancini
Juventus-Roma 1-0
I bianconeri centrano l'undicesima vittoria consecutiva grazie all'argentino che
risolve una partita bruttina:
Allegri resta in scia al Napoli, sempre a due punti
La Juventus vince anche
con la Roma e centra la undicesima vittoria consecutiva
in campionato: allo Stadium
finisce 1-0, decide una perla
di Dybala al 32' della ripresa,
su assist di Pogba.
Partita equilibrata e piuttosto bruttina, che aveva
riservato fino al gol dell'argentino (il dodicesimo) poche
occasioni: la più nitida sui
piedi di Evra, che si era visto
respingere da Szczesny un
sinistro a botta sicura dopo
una splendida azione corale
al 69'.
Frosinone-Atalanta 0-0
Alla fine vince soprattutto
la paura, quella di perdere ancora e di sprofondare
verso abissi lontani. Quelli
della Serie B per il Frosinone, quelli della crisi per
l'Atalanta.
Finisce 0-0 e forse è un
punto che serve più ai lombardi che ai padroni di casa,
visto che la squadra di Reja
così forse non potrà togliersi
qualche sfizio in più, ma almeno consolida la posizione
per la salvezza.
Traguardo che invece per
il Frosinone resta sempre
più difficile, anche in vista
di un calendario che mette
di fronte una dietro l'altra
Roma, Bologna e Juventus.
Empoli-Milan 2-2
Come una stagione fa,
Empoli-Milan finisce 2-2.
L'illusione, per Miha, è doppia: reduce dal bel 2-0 sulla
Fiorentina, trova un pari
sofferto e fallisce l'aggancio
al quinto posto; in Toscana
non bastano i gol di Bacca e
Bonaventura che in apertura
dei due tempi trovano il gol
del vantaggio.
La squadra di Giampaolo,
infatti, rimedia prima con
Zielinski, poi con Maccarone e soprattutto nella
parte finale gioca meglio dei
rossoneri.
Fiorentina-Torino 2-0
Dopo le sconfitte contro
Lazio e Milan, la Fiorentina
torna alla vittoria riprendendo il cammino verso
l'alta classifica. Si ferma
nuovamente il Torino dopo la
mini serie positiva (vittoria
con il Frosinone, pari con il
Sassuolo).
Il vantaggio della Fiorentina è una logica conseguenza. Punizione dai 25 metri,
pennellata perfetta di Ilicic e
palla sotto l'incrocio. Il Toro
reagisce, ci prova Baselli in
mezza rovesciata ma Bernardeschi devia. Finisce così
il primo tempo, con i viola
meritatamente in vantaggio.
Si riparte con gli stessi 22
e Babacar dopo meno di un
minuto spara alto di sinistro
da buona posizione.
La Fiorentina chiude il
match a 7' dalla fine. Corner
di Pasqual, Gonzalo Rodriguez spazza via Babacar e
di testa la piazza all'incrocio
dei pali.
Inter-Carpi 1-1
I diffidati contano, eccome.
E Roberto Mancini è stato
bravo alla vigilia della gara
con il Carpi a mascherare
ancora una volta le sue idee.
Dei quattro a rischio squalifica (domenica c’è il derby)
gioca dall’inizio solo Melo,
mentre Kondogbia, Miranda
e Medel si accomodano in
panchina.
Ma nemmeno da bruttina
l’Inter riesce più a vincere in
campionato. Il Carpi (in 10)
pareggia 1-1 grazie a Lasagna al 2’ di recupero dopo che
i nerazzurri erano passati
in vantaggio con Palacio. Il
punto serve solo a prender
fischi dai propri tifosi, a
essere agganciata dalla Fiorentina e a scivolare a -6 dal
Napoli che occupa la vetta
della classifica. Il giocattolo
nerazzurro scricchiola.
Sassuolo - Bologna 0-2
La sorpresa, questa volta,
non è il Sassuolo. Al Mapei Stadium la squadra di
Di Francesco viene gelata
da Emanuele Giaccherini,
vero e proprio "amuleto"
per Donadoni al suo quinto
PASTELERIA Y CONFITERIA
CALIFORNIA
Galletas finas - Tortas Heladas - Pasteles
- Confites Tortas para Novios - Pastelitos para cocktails
COCKTAIL A DOMICILIO
Irarrázaval 1570 Fono 22042382
gol in stagione. Il Sassuolo
appare stranamente molle
nell'approccio alla partita
e già prima del gol subito è
soprattutto Consigli a distinguersi tra tutti. Nulla può,
però, sul sinistro del "Giak",
che dedica il gol al compagno Zuniga (che ha perso il
Padre proprio in settimana)
e continua così a sperare di
convincere di nuovo Antonio
Conte a portarlo ad Euro
2016. Il Sassuolo si risveglia,
ma soltanto dopo lo 0-1 e
questa volta non può essere
sufficiente. Anzi nel finale
arriva anche la beffa firmata
dall'ex Floccari, che chiude
definitivamente la partita.
Verona - Genoa 1-1
Niente da fare, la maledizione continua. Il Verona
resta ancora senza vittorie,
anche se contro il Genoa
ha cercato in tutti i modi di
cancellare quello zero che sa
tanto di retrocessione anticipata. Finisce 1-1 e il pari va
un po’ stretto all’Hellas per
quello che fa vedere nella
ripresa.
Lazio-Chievo 4-1
Dopo tre mesi la Lazio
torna a vincere all’Olimpico
in campionato. Il 4-1 sul
Chievo arriva in rimonta
dopo il vantaggio di Cesar in
avvio di partita. La squadra
di Maran, in dieci all’inizio
della ripresa per l’espulsione (nel finale rosso pure a
Radu), viene travolta dalla
metà della ripresa. Candreva con una doppietta (un
rigore), Cataldi e Keita (in
pieno recupero) ribaltano
il risultato in una gara che
evidenzia nella ripresa una
Lazio bella, aggressiva: sesto
risultato utile di fila.
Palermo-Udinese 4-1
E svolta fu. Quaison più
Hiljemark più Lazaar più
Trajkovski. La somma produce una vittoria strameritata di matrice svedese,
marocchina e macedone: il
Palermo multietnico allontana la paura con un acuto
di enorme valore al Barbera,
infliggendo all’Udinese un
4-1, la terza sconfitta di fila
dopo quelle contro Carpi e
Juventus e costringendo la
squadra di Colantuono ad un
già annunciato ritiro punitivo. Con sofferenza e qualche
equivoco tattico da risolvere
al più presto (la posizione
decentrata di Vazquez…), i
rosanero agganciano così in
classifica i friulani e si portano a più 6 sul terz’ultimo
Carpi: un sospiro di sollievo
per i tifosi siciliani in apprensione da giorni.
Sampdoria-Napoli 2-4
Il Napoli conquista il
quinto successo consecutivo
in campionato, ma fatica
a chiudere la sfida con la
Sampdoria, pagando un po'
la fatica della partita di
coppa Italia contro l'Inter.
I blucerchiati, commettono
errori clamorosi in serie, ma
riaprono due volte la contesa
prima di arrendersi. Montella lascia l'iniziativa al Napoli
e imposta la sua tattica sul
lancio improvviso per Eder a
scavalcare la difesa. Il pressing del Napoli, peró, manda
presto in confusione alcuni
giocatori della Sampdoria. Il
primo a sbagliare è Moisander che, su un lungo rilancio
di Reina, si fa scavalcare dal
pallone, lasciando Higuain
solo davanti a Viviano. Incredibilmente il centravanti
alza molto la mira. L'argentino si rifá cinque minuti dopo,
al 9', quando si ritrova la via
verso la porta spalancata da
uno sciagurato retropassaggio di Barreto. Stavolta il
capocannoniere del campionato non fallisce.
CLASSIFICA
Napoli47
Juventus45
Fiorentina41
Inter
41
Roma
35
Milan
33
Sassuolo32
Empoli32
Lazio
31
Chievo27
Torino26
Bologna26
Atalanta26
Palermo24
Udinese24
Genoa23
Sampdoria23
Carpi
18
Frosinone16
Verona10
Iveco (Fiat) conquista il gradino
più alto del podio alla Dakar 2016.
Gerard De Rooy, leader del Team PETRONAS De Rooy
Iveco, ha vinto l’edizione 2016 del rally più difficile e competitivo al mondo. La sua prestazione nel corso delle tredici
tappe ha dimostrato, ancora una volta, le eccezionali abilità
di guida e di navigazione del pilota e ha confermato le qualità
dell’Iveco Powerstar.
Iveco ha dominato una delle Dakar più combattute di
sempre, con 5 diversi costruttori di camion nelle prime 10
posizioni. Questa è la seconda volta che De Rooy sale sul
gradino più alto del podio alla Dakar nella categoria camion.
Alla fine della gara, il campione olandese ha dedicato la
vittoria al suo navigatore belga, Jurgen Damen, scomparso
lo scorso anno.
Terzo posto per Federico Villagra, soprannominato El
Coyote, vera e propria rivelazione di questa edizione. Il
pilota argentino, con il suo Iveco Powerstar, è stato seguito
da milioni di tifosi connazionali in un Paese in cui Iveco è
leader di mercato.
A Wengen grande Italia,
Razzoli e Gross sul podio
Serie B
Risultati
Salernitana- Brescia
Ascoli -Lanciano
Bari -Vicenza
Cagliari -Ternana Cesena -Entella
Modena- Avellino
Novara -Crotone
Vercelli- Spezia
Trapani -Latina
Perugia -Pescara
Livorno -Como
(una in meno)
Classifica
Crotone51
Cagliari49
Pescara43
Bari
39
Novara
38
Brescia 38
Avellino35
Cesena
34
Entella
31
Perugia30
Spezia
30
Trapani29
Latina
28
Vicenza27
Ternana27
Ascoli
26
Modena25
Pro Vercelli 24
Livorno23
Salernitana23
Lanciano(-1)21
Como
17
3-0
1-0
2-1
1-0
2-0
1-1
0-1
0-1
1-2
0-4
Vince Kristoffersen e questa è una conferma ma la vera
e graditissima sorpresa è il podio degli azzurri nel tempio di Wengen: Giuliano Razzoli è secondo, autore di una
grandissima seconda manche a 0”30, terzo Stefano Gross,
solido e determinato. È grande Italia. Sul podio brilla la loro
felicità. La squadra delle discipline tecniche è risorta. Non
siamo solo il paese della velocità, non solo libera ma anche
salom, dunque.
Si entusiasma anche Alberto Tomba che di pali e porte
se ne intende e manda un messaggio a Razzo: «Grandissimo!». Lui, il “Razzo” di Villa Minozzo, arriva al traguardo,
urla, gioia e liberazione finalmente, è uscito dal tunnel, si
è ritrovato.
A Wengen tutto è andato alla perfezione, classe equilibrio e
testa. Giuliano ha disputato una prova perfetta. Non è stato
da meno Stefano Gross, terzo a 0”68, dopo il quinto posto
nella prima manche.
Nella giornata del crollo delle “vecchie stelle” - è uscita
Lindsey Vonn nel gigante di Flachau - la stessa sorte è
capitata anche a Marcel Hirscher che perde l’occasione di
allungare nella classifica della coppa assoluta, fornendo un
asso al rivale Aksel Svindal.
Lo slalom è ancora del giovane Kristoffersen, un furetto,
danza tra i pali con l’elasticità del funambolo cresciuto in un
circo (quello vero): il re dello slalom è ormai questo giovane
norvegese che fila più di Hirscher e rinsalda il dominio della
ricca Norvegia dello sci trascinata da Svindal e Jansrud. Ma
l’Italia c’è, è tornata.
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SPORT
Pennetta donna del 2015:
Flavia d’Italia scelta del cuore
Lo s corso anno era
toccato a Vincenzo Nibali issarsi, a suon
di pedalate, in vetta
all’Italia e al mondo:
“Doppio re” avevamo
titolato il 31 dicembre
di un anno fa. “Non
solo vittorie, io regalo
emozioni”, aveva commentato il campione
messinese.
E proprio una grande emozione ha fatto
sì, che quest’anno il
tradizionale referendum Gazzetta di fine
anno (nato nel 1978),
un po’ modificato per
quanto riguarda la
parte italiana, abbia
trovato una doppia
regina.
Flavia Pennetta con il
trionfo degli Us Open ha
dilagato nei cuori di tutta
Italia: la brindisina, dopo
essere stata insignita del
primo Gazza Awards che l’ha
riconosciuta miglior atleta
italiana dell’anno, riceve ora
la consacrazione di miglior
sportiva del mondo. È la
Volley, l’Italia delle donne
sogna ancora l’Olimpiade:
3-2 alla Turchia
Volley, Rio 2016: l'Italia delle ragazze resta in corsa. Le azzurre battono la Turchia e possono ancora
qualificarsi.
Che ci sta a fare lo sport,
se non a ricordarti che puoi,
sempre, farcela. Battere
il tuo avversario proprio
all’ultimo secondo, nella
partita della vita. C’era
tanto da perdere, altroché.
E invece l’Italia ha sconfitto la Turchia 3-2 (25-23,
19-25, 25-23, 15-25, 15-13)
e si è aggrappata all’ultimo
posto messo in palio per
andare a giocare il torneo
di qualificazione per Rio,
a maggio.
Ma a Tokyo sarà tutta
un’altra cosa. Perché la
possibilità di staccare il
pass per i Giochi è maggiore e soprattutto perché la
squadra di Marco Bonitta
ha trovato la sua identità.
E’ quello che fa il destino,
quando si svela. Ti mette
davanti quello che sei. E le
azzurre hanno la potenza e
la tigna di due ragazzine
di 17 anni: Paola Egonu e
Alessia Orro.
L’ultima fa la palleggiatrice e saltando con gli
occhi aperti, ha stampato
il muro decisivo in faccia
alle avversarie. Manco lo
facesse da sempre.
Hanno spina dorsale.
E si salvano da sole. La
Egonu è letteralmente una
furia. Sull’1-1 e sotto 1719 mette per terra quattro
attacchi consecutivi e due
ace e mezzo.
Con un coraggio pazzesco, consegna all’Italia il
vantaggio. Ma non esistono
vie di mezzo e dopo un set
capolavoro le azzurre si
perdono di nuovo.
Girandola di cambi ma
niente, si va al tie break. E’
allora che si alza in piedi
il capitano, Antonella Del
Core.
Fino a qui aveva fatto il
lavoro sporco, in seconda
linea. Vanificare la possibilità di andare ai Giochi
olimpici, deve essersi detta,
non era tra le opzioni. Via
con tre attacchi che sono
tutta tecnica e l’Italia torna
in corsa: 11-11.
Le azzurre ci credono,
Egonu piazza altri due
palloni (13-12) e spiana
la strada al muro decisivo
della Orro.
L’Italia adesso vede il
sogno di Rio avvicinarsi
e festeggia la medaglia di
bronzo più importante di
tutta la sua storia.
quarta italiana a vincere l’Oscar dello sport
Mondiale dopo Manuela
Di Centa (fondo), Valentina Vezzali (scherma)
e Federica Pellegrini,
che l’ha conquistato due
volte nel 2009 e 2011.
Un titolo che condivide in campo maschile
nientepopodimeno che
con Usain Bolt. Il giamaicano, imperatore
della velocità, è anche
il primo a sfrecciare
per ben 5 volte in testa
al nostro referendum,
che aveva già dominato
nel 2008, 2009, 2012 e
2013. Dietro di lui con
4 incoronazioni Carl
Lewis e tre consecutive
per Federer (2005, 2006
e 2007). La freccia giamaicana, pronta a lanciarsi sugli
ori di Rio, oggi si racconta in
un’intervista esclusiva alla
Gazzetta, ma circa questo
titolo di “pentacampeon”
rosa, fa voto di umiltà: “Non
tocca a me dire se sono il più
grande”.
Quanto al titolo di squadra non c’è stata partita:
il Barcellona dei marziani
ha stracciato anche gli All
Blacks, con i cinque trofei
firmati quest’anno sotto la
nuova gestione di Luis Enrique. Nell’albo d’oro entrano
per la terza volta dopo le vittorie del 2009 e 2011, subito
dietro la Germania mondiale
premiata a fine 2014.
CLASSIFICHE — Uomini:
Bolt 114; Djokovic (tennis) 97;
Messi (calcio) 78; Curry (Nba)
53; V. Rossi (MotoGp) 36.
Donne : Pennetta 152;
Vonn (sci) 111; Ledecky (nuoto) 97; S. Williams (tennis)
71; Schippers (atletica) 35
Squadre: Barcellona 181;
All Blacks (rugby) 129; Golden State (Nba) 72; Spagna
(calcio) e Mercedes (F1) 39.
Pellegrino cala il poker,
come lui nessuno mai
Coppa del Mondo di sci nordico, il valdostano ha vinto la
quarta sprint di fila tagliando a braccia alzate il traguardo
di Planica davanti a tre francesi. È il suo 7° successo in
carriera, staccato Piller Cottrer (6) nella classifica degli
italiani più vincenti di sempre.
Pellegrino sul traguardo tagliato a braccia alzate
Dietro di lui, il vuoto. Il valdostano Federico Pellegrino
ha vinto a braccia alzate la sprint skating di Planica, in
Slovenia. È il suo quarto successo consecutivo in Coppa
del Mondo, il 7° in carriera, un risultato che fa di lui lo
sciatore più vincente della storia italiana: Pietro Piller
Cottrer si era fermato a 6. In questa stagione Pellegrino
aveva già vinto a Davos, Dobbiaco e Lenzerheide.
Pellegrino ha schiacciato una sorprendente nazionale
francese, capace di piazzare tre uomini nei primi quattro
posti. Il poliziotto di Nus ha vinto la finale con il tempo di
2’15”1 davanti a Baptiste Gros (2’16”00) e Richard Jouve
(2’16”09). Giù dal podio Renaud Jay.
Sulla nuova pista di Planica, Pellegrino ha dominato
sin dalle batterie. Miglior tempo in qualifica, in semifinale Pellegrino aveva chiuso secondo dietro a Gros
risparmiando energie per la finale. In classifica di Coppa
del Mondo Sprint prende il largo, approfittando anche
della giornata no dei norvegesi e in particolare di Fossli
solo ottavo. Dopo 6 delle 12 gare veloci del programma
di Coppa guida con 400 punti.
Presenza- 1 febbraio 2016
15
Boxe, De Carolis campione del
mondo Wba dei supermedi.
Feigenbutz ko
FENOMENO — Un match palpitante, vibrante sin dall’inizio, voluto così proprio dal romano che ha fatto tesoro della
prima immeritata sconfitta e ha giocato (boxato) d’anticipo,
con l’atteggiamento giusto, soffrendo a tratti, almeno tre
riprese, ma alla fine nel conteggio finale delle riprese anche
dominando.
Per vincere in Germania serviva il ko? Ebbene, De Carolis
ha fatto questo a 32” dall’inizio della penultima ripresa: nel
momento topico del mach, nell’infuocato finale in cui uno
dei due poteva essere steso. L’italiano non ha steso il rivale
ma solo perché è intervenuto l’arbitro a fermare la possibile
gragnuola. Una vittoria mondiale che l’Italia aspettava da
quasi tre anni, in una specialità prestigiosissima come i
supermedi e in una sigla che sarà affollata ma altrettanto
importante, come la Wba. “Se sono qui è per l’amore della
mia vita Veronica e per il maestro Italo Mattioli che mi segue da sempre, aveva promesso di riportare il mondiale in
Italia e sono stato di parola. E’ una ripartenza, è un grande
orgoglio per me vincere in Germania. Ho convinto tutti che
anche il 17 dicembre ero stato il più forte e questo secondo
mach l’ha dimostrato”.
CHE DUELLO — E’ un match aperto, a tratti furioso: il
romano parte sempre per primo, ha una maggiore intraprendenza e si aggiudica la prima ripresa. Anche nel secondo
round, De Carolis è più attivo, scaglia più colpi e tiene il
centro del ring, usa di più il destro per colpire ed il sinistro
per arginare. Il romano sfodera anche alcune combinazioni
efficaci ed il tedesco sembra in grande difficoltà, portato persino alle corde. Nelle prime due riprese il tema del match non
cambia: Giovanni insiste, prova a forzare viste le difficoltà
dell’avversario ma i suoi pugni non fanno vacillare l’avversario. Alla fine del terzo round, Feingebutz prova a mettere
in pratica le contromosse, a trovare varchi anche con colpi
al corpo. De Carolis, invece, spreca troppo con un’iniziativa
arrembante di entrambi i guantoni. Gli ardori dell’italiano
si calmano un po’ verso il cuore del mach, quando il tedesco
reagisce e picchia più preciso. E’ un botta e risposta incessante, anche se ad ogni gong il germanico alza il braccio
come se avesse vinto la ripresa quando invece l’equilibrio lo
smentisce e soprattutto la percentuale dei copi messi a segno
(64% per lo sfidante).
Tra il 5° e l’8° round, però, Feigenbutz convince di più e
sfrutta la stanchezza dell’avversario, ma non mette mai seriamente in difficoltà il nostro. De Carolis reagisce, prende
fiato, a volte abbassa la guardia ma controlla consapevole
che Feigenbutz non è proprio un picchiatore devastante. E’
un match aperto, spettacolare, stupendo per intensità. Il nono
e decimo round sono tambureggianti per il romano che dà il
meglio, dimostra di avere tenuta fisica migliore rispetto al
17 dicembre, mettendo sovente in ambasce il tedesco soprattutto al nono.
L’EPILOGO — Tant’è vero che all’11° round, si prende il
match con due destri potenti, micidiali che fanno vacillare il
campione rimasto senza difesa, senza risposta, inerte anche
se non cade al tappeto aggrappandosi alle corde. Interviene
l’arbitro che sorregge il pugile e impedisce all’italiano di
proseguire il massacro e sospende il match.
16
Presenza- 1 febbraio 2016
Mattarella:
messaggio di fine
anno poco politico...
dossier dolenti come questo
o come la tutela dell’ambiente o, perfino, la minaccia
portata dal terrorismo fondamentalista. Un approccio
diverso serve poi a proposito
delle continue ondate di
flussi migratori, che per il
presidente vanno «governati» con un sano equilibrio.
Vale a dire: con spirito di
«accoglienza», ma anche «con
rigore». Distinzione non da
poco, dati gli estremismi che
ormai quotidianamente si
accavallano, nell’approccio
con questo dramma epocale.
Aspri i riferimenti alla
«questione morale», riaperta dai recenti scandali, con
inquinamenti mafiosi pure
nella sfera politica. La legalità, del resto, si delinea ormai
come l’autentica mission di
questo settennato, se non
altro perché il capo dello Stato sente di poter esprimersi
a nome della «quasi totalità
dei nostri concittadini… che
credono nell’onestà e pretendono correttezza». Anche,
è la sua puntualizzazione,
severa e fortemente politica, «da chi governa, a ogni
livello».
La Cina fa la
scimmia...
un paio d’ore e mercoledì ci
è arrivata dopo nemmeno
mezz’ora. Visti i pessimi risultati, il circuit braker è già
stato eliminato. In tre giorni
questa trovata strampalata
è costata svariate centinaia
di miliardi di dollari di capitalizzazione alle Borse del
resto del mondo.
Wall Street ha appena
archiviato la peggiore prima
settimana dell’anno della
sua storia. La coincidenza
è curiosa: molto induce a
temere che nell’anno della
scimmia la Cina offrirà al
mondo la suprema dimostrazione della sua inaffidabilità
economica. Ha iniziato l’estate passata, quando dopo
i primi crolli di Borsa il
governo della Repubblica
Popolare ha reagito nel modo
più ragionevole per un regime illiberale: da un lato ha
vietato ai principali investitori di vendere le azioni e ha
rilanciato i listini comprando titoli con le enormi riserve
di valuta estera accumulata
in questi anni, dall’altro ha
iniziato ad arrestare giornalisti finanziari e manager
accusandoli di avere imbrogliato per colpire i mercati. La crisi finanziaria è solo il
sintomo più visibile di un più
profondo malessere dell’economia cinese. Il modello
di crescita che negli ultimi
vent’anni ha permesso alla
Cina di scavalcare Brasile,
Italia, Regno Unito, Francia
e Giappone per imporsi come
seconda maggiore economia
del pianeta non sta più funzionando a dovere. È stato,
essenzialmente, un modello
basato sull’esportazione a
basso costo e su forti investimenti in infrastrutture,
il tutto sostenuto da un’enorme spesa pubblica. Non
funziona più perché sul lato
dell’export la popolazione ha
ottenuto via via i suoi aumenti salariali – oggi siamo
su una media di 8mila euro
all’anno, dieci anni fa eravamo sotto i 2.500 – e quindi
anche produrre in Cina non
è più conveniente come un
tempo; mentre sul lato delle
infrastrutture anche i cinesi
si sono resi conto che non
sempre e non comunque gli
investimenti producono ricchezza.
Il centinaio di città deserte
costruite nel Paese in questi anni ne sono un’ottima
dimostrazione. Gli investimenti sbagliati fatti a credito
hanno anche prodotto una
colossale bolla di pessimi
prestiti: il livello di sofferenze
ha superato i 600 miliardi
di dollari. Crédit Suisse a
dicembre ha scritto in una
nota che alcune società cinesi
si stanno indebitando per
pagare gli stipendi.
Considerato come sta gestendo i guai del suo mercato finanziario, la classe
dirigente cinese non sembra
molto attrezzata per gestire
in modo ordinato la frenata
della sua economia. Il giro di
svalutazioni dello yuan con
cui la Banca centrale dall’estate scorsa sta cercando di
rilanciare le esportazioni
conferma questo timore. Un
bel problema il resto del
mondo che, in questi anni
difficili, si è agganciato alla
Cina per trovare la crescita.
Renzi: nel 2015
c'è stata la svolta
lontani dal trovare un punto
di caduta, divisi da quella
stepchild adoption che semina dubbi anche tra i Dem.
Non a caso, il Pd ha istituito
un gruppo di lavoro ad hoc,
costituito da parlamentari
di diverse sensibilità, per
mettere nero su bianco alcuni emendamenti condivisi.
Il termine per la loro presentazione è il 22 gennaio:
dopo 4 giorni comincerà la
discussione nell’Aula del
Senato, con l’ipotesi di un ok
con una maggioranza inedita
Pd-M5S-Sinistra Italiana. A Palazzo Madama, nel
2016, riemergerà poi la riforma dello ius soli “temperato”,
approvata alla Camera il 13
ottobre. Legge che permetterà ai minori nati in Italia
e figli di genitori stranieri di
richiedere (con rigidi requisiti) la cittadinanza italiana
ma sulla quale pende, oltre
alla violenta protesta della
Lega, un contesto internazionale segnato dall’allerta
terrorismo. E sempre al
Senato attende da mesi un
ok il ddl per l’istituzione (attesa da 30 anni) del reato di
tortura, approvato in aprile
alla Camera ma sul quale
la commissione Giustizia
ha già inserito modifiche:
il testo, quindi, è destinato
ad un nuovo rimpallo con
Montecitorio. Le distanze tra Pd e Ap
pesano, invece, sul ddl sulla
prescrizione (con il nodo del
raddoppio dei tempi per i
reati di corruzione) approvata in marzo alla Camera
e in attesa di vedere la luce
al Senato che, il 12 gennaio,
riaprirà invece i battenti
sulla riforma del codice degli
appalti. Il giorno prima, alla
Camera, sarà quello del sì
alle riforme costituzionali:
il ddl Boschi tornerà quindi
al Senato per i suoi passaggi
finali prima del referendum,
previsto per ottobre e sul
quale Renzi ha in mente una
campagna capillare. «C’è tanta fame di Italia
nel mondo. Dovremo rendere
FINALI
sempre più semplice il Paese e vedrete non ce ne sarà
per nessuno», sottolinea il
premier escludendo qualsiasi rallentamento della sua
azione e con un occhio a quel
rapporto con l’Europa che,
complice il nodo del credito,
delinea una primavera `agitata´ sulla linea BruxellesRoma. Non è tutto oro
questo pallone
Ma tant’è. The show must
go on. E il Pallone d’oro che
nel 2010 si è fuso con il Fifa
World Player (diventando Pallone d’oro Fifa) ha
cambiato più volte formula
per conquistare credibilità
e interesse. Un tempo era
riservato ai soli giocatori
europei.
Dal 1995 possono essere
votati anche i giocatori extraeuropei e dal 2007 non
solo quelli che militano in
una squadra di un campionato di calcio europeo, ma
in un qualsiasi club del mondo. Chissà allora quanti ne
avrebbe vinti il grande Diego
Armando Maradona, tanto
per citare uno degli esclusi
eccellenti. Ma il Pibe de oro è
in buona compagnia. Calciatori europei o no, il Pallone
d’oro si è ben guardato per
esempio dal premiare stelle
di prima grandezza come
Puskás, Zico, Romario, Raúl
(simbolo del Real Madrid,
scalzato nel 2001 dalla promessa Owen), Iniesta, Xavi,
Henry, Beckham, Ribéry e
Ibrahimovic.
L’Italia può vantare quattro affermazioni: Gianni
Rivera (1969), Paolo Rossi (1982), Roberto Baggio
(1993), Fabio Cannavaro
(2006), cinque se consideriamo l’oriundo Omar Sivori
(1961).
Ma se volessimo invece
raccogliere solo alcuni dei
nostri bocciati di ieri e di oggi
formeremmo addirittura una
FantaNazionale da sballo.
Avremmo solo l’imbarazzo
del modulo. Un portiere ce
lo mettiamo di sicuro, al
contrario della giuria del
Pallone d’oro che nella sua
storia ha voluto premiare
un solo numero 1, il grande
portiere dell’Urss Lev Jašin.
Potremmo decidere se schierare tra i pali Dino Zoff o la
saracinesca dei giorni nostri
Gianluigi Buffon.
In difesa siamo assai ben
coperti con Giacinto Facchetti e Paolo Maldini sulle
fasce, e Gaetano Scirea e
Franco Baresi al centro.
Di tutto rispetto anche un
rombo a centrocampo con
Andrea Pirlo, Bruno Conti,
Angelo Domenghini e Sandro Mazzola.
Uno scenario simile si
verificò nel 2012: Messi fenomenale con 91 gol in un
anno, ma non protagonista
assoluto della stagione. La
Liga fu vinta dal rivale Ronaldo col Real e la Champions andò al Chelsea di un
altro papabile, Drogba (alla
fine ottavo).
Come nel 2012, buona
parte dei voti decisivi per la
conquista del Pallone d’oro
arrivano da Paesi con scarsa
cultura calcistica che votano,
solo e soltanto personaggi
planetari e fenomeni pop
come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Ecco perché,
anche da questo punto vista,
il Pallone è un po’(anzi un
“pop”) meno d’oro.
“Ebrei e cristiani, fratelli e sorelle
nell’unica famiglia di Dio,
che li protegge come suo popolo”.
​
È un messaggio di amicizia,
dialogo, profonda condivisione che il Papa lascia alla
comunità ebraica di Roma
nella sua visita al Tempio
Maggiore. Un momento definito storico dai protagonisti,
e in continuità con l’abbraccio
che portò qui per la prima volta Giovanni Paolo II nel 1986,
e col rapporto vincolante che
venne a ribadirvi esattamente
sei anni fa, Benedetto XVI.
Ad accogliere Francesco i
rappresentanti dell’ebraismo
mondiale oltre ai membri della comunità presente a Roma
da ventidue secoli.
Gesti e parole indelebili
hanno scandito la presenza
alla Sinagoga di Roma del
terzo Papa della storia, argentino e con un passato di
amicizia profonda con gli
ebrei citata e apprezzata dai
presenti. Il clima è subito di
famiglia sin dall’arrivo, poco
prima delle ore 16.
Giovani, donne, anziani
avvicinano Francesco per una
parola e una stretta di mano
e lo accompagnano nell’omaggio che rende alla loro
storia dolorosa, rappresentata
dalle lapidi in memoria della
deportazione dell’ottobre del
“43 e dell’attentato terroristico
dell’ “82. Poi in una Sinagoga stracolma, il Papa, tra
l’entusiasmo della comunità,
abbraccia il Rabbino capo
Riccardo Di Segni e tanti
presenti. Commuovente in
particolare l’incontro con i
sopravvissuti all’Olocausto.
“Oggi scriviamo ancora una
volta la storia”
Così la Presidente della
Comunità romana Ruth Dureghello insieme con le altre
autorità che prendono la
parola.”Oggi dimostriamo”,
aggiunge, che “ il dialogo tra
fedi è possibile”, anzi, davanti
al terrorismo e alle nuove persecuzioni, a cui non possiamo
restare indifferenti, lanciamo
un "messaggio nuovo", condivisibile anche dall'Islam : “La
fede non genera odio, la fede
non sparge sangue, la fede
richiama al dialogo”
“Insieme dobbiamo denunciare gli orrori, insieme
dobbiamo collaborare nel
quotidiano”, afferma dal canto suo il Rabbino Capo Di
Segni. E dialogo interreligioso, rispetto, impegno comune
come fratelli, sono le prime
parole pronunciate dal Papa
nel suo discorso: “Nel dialogo
interreligioso è fondamentale
che ci incontriamo come fratelli e sorelle davanti al nostro
Creatore e a Lui rendiamo
lode, che ci rispettiamo e
apprezziamo a vicenda e cerchiamo di collaborare. E nel
dialogo ebraico-cristiano c’è
un legame unico e peculiare,
in virtù delle radici ebraiche
del cristianesimo: ebrei e cristiani devono dunque sentirsi
fratelli, uniti dallo stesso Dio
e da un ricco patrimonio
spirituale comune, sul quale
basarsi e continuare a costruire il futuro”
La dimensione teologica del
dialogo, sancita dal Concilio
Vaticano II, merita di essere
sempre più approfondita,
sottolinea il Papa, ma è anche l’oggi ad interpellare le
due fedi.
Con voi “fratelli e sorelle
maggiori nella fede”, secondo
l’espressione di Giovanni
Paolo II di 30 anni fa, appartenenti all’unica "famiglia
di Dio", siamo chiamati ad
assumerci "le nostre responsabilità per la città di Roma",
senza perdere di vista però
le "grandi sfide del mondo".
“Un’ecologia integrale”, il cui
significato è racchiuso nella
Bibbia, e che “è ormai prioritaria”, e poi l’impegno per la
pace e la giustizia da rafforzare: “La violenza dell’uomo
sull’uomo è in contraddizione
con ogni religione degna di
questo nome, e in particolare
con le tre grandi religioni
monoteistiche. La vita è sacra,
quale dono di Dio"
Da qui una preghiera accorata da fare insieme: “Né la
violenza né la morte avranno
mai l’ultima parola davanti
a Dio, che è il Dio dell’amore
e della vita. Noi dobbiamo
pregarlo con insistenza affinché ci aiuti a praticare in
Europa, in Terra Santa, in
Medio Oriente, in Africa e in
ogni altra parte del mondo
la logica della pace, della
riconciliazione, del perdono,
della vita”
Inevitabile e commuovente
il riferimento del Papa alla
Shoah. I volti dei pochi protagonisti sopravvissuti ce li ha
di fronte. “E' una disumana
barbarie perpetrata in nome
di una ideologia che voleva
sostituire l'uomo a Dio”: mai
dimenticarla, è il suo accorato
appello:“E il passato ci deve
servire da lezione per il presente e per il futuro. La Shoah
ci insegna che occorre sempre
massima vigilanza, per poter
intervenire tempestivamente
in difesa della dignità umana
e della pace”
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Pudahuel Santiago
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