Quindicinale della Comunità Italiana del Cile www.presenza.cl 1 febbraio 2016 Anno XLVII Nº 907 Mattarella: messaggio di fine anno poco “politico”. Con l’accento sulla legalità Franqueo Convenido • Res. Nº 1062/1979 • Santiago • Av. Bustamante 180 • Fono: 222229328 • Fax: 226354127 • [email protected] • Aderente alla FUSIE e FSS La Cina fa la scimmia ma non è uno scherzo Nel calendario cinese il prossimo 8 febbraio inizierà l’anno della scimmia e viene il sospetto che a Pechino si siano portati avanti con i preparativi. Non siamo esperti di oroscopi, però leggiamo che il segno della scimmia si distingue per intelligenza e curiosità, ma anche per una certa bizzosità e la tendenza a fare brutti scherzi. Per cui, apprendiamo da Wikipedia, «anche se le loro intenzioni sono sempre buone, a causa del desiderio di fare le burlone le scimmie tendono a fare male agli altri». Appunto. Il 2016 si è aperto con il primo involontario e doloroso scherzetto della Cina al mondo. Armata delle migliori intenzioni, l’autorità che vigila sulla Borsa cinese ha introdotto il cosiddetto circuit breaker, il meccanismo che sospende gli scambi per un quarto d’ora quando il listino perde il 5% e li blocca fino a fine giornata se la perdita raggiunge il 7%. Doveva essere un sistema antipanico, si è rivelato un efficacissimo generatore di terrore finanziario: ha spinto gli investitori a liberarsi delle azioni il più rapidamente possibile, per evitare di trovarsi con la Borsa bloccata e i titoli ancora da vendere. Così lunedì Shanghai è precipitata al -7% nel giro di Le ricadute della crisi, la disoccupazione, il terrorismo, l’immigrazione, l’inquinamento… Ci sono quasi tutte le emergenze di questo passaggio verso il 2016, cruciale per una ripartenza del Paese, nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un messaggio poco politico (anche se, si sa, tutto è politica) e molto attento invece alla vita concreta delle persone, nel tentativo di infondere comunque fiducia. Questioni affrontate - in un monologo colloquiale durato meno di venti minuti - con quella sensibilità sociale che fa parte della formazione umana e intellettuale di Sergio Mattarella. Diversi gli spunti che lo Non è tutto oro questo pallone Renzi: “Nel 2015 c’è stata la svolta, l’Italia non è più nelle secche stata», rilancia il premier. Parole che fanno quasi da apripista a un inizio 2016 certamente in salita per l’attività parlamentare, sulla quale, al Senato, ha fatto da poco irruzione il delicatissimo ddl del Pd per l’istituzione di una commissione bicamerale d’inchiesta sulla vigilanza del sistema bancario e sulla quale è altissima l’attenzione di partiti e istituzioni. Ma al di là del caso banche, sono diversi i dossierchiave ai quali il Parlamento, con la ripresa in gennaio, dovrà metter mano. Su tutti, spicca il ddl unioni civili sul quale, dopo settimane di scontri, Pd e Ap sono ben Cont. in ultima pagina al Sud, il capo dello Stato ricorda, sia pur senza evocarla, la paralisi di quella «mobilità sociale» che negli anni Sessanta/Settanta Cont. in ultima pagina Vacanze: tempo di cultura italiana Cont. in ultima pagina ”L’Italia non è più nelle secche, la ripartenza è un dato concreto. Nell’anticipazione della sua enews Matteo Renzi rivendica l’azione del suo governo e si “prepara”, idealmente, ad un 2016 che, tra l’appuntamento delle amministrative, il referendum sulle riforme e il delicato rapporto con l’Europa, si preannuncia decisivo. E non a caso il premier, intervenendo alla fine di un dicembre segnato dal caso banche, ricorda i «tantissimi dossier impantanati da anni» e sbloccati nel 2015. «Non significa che abbiamo fatto tutto bene o che non c’è altro da fare. Ma la verità è che l’Italia non è più incagliata nelle secche, e la svolta in questo 2015 c’è dimostrano. Un esempio. Quando parla del lavoro che manca, problema acutissimo per i giovani di ambienti svantaggiati e specialmente aveva consentito l’accesso all’università, all’epoca non costosa quanto oggi, a milioni d’italiani fino ad allora esclusi. Effetto di una crisi ancora non risolta, anche se e Mattarella lo riconosce, con sicuro sollievo del premier Matteo Renzi - «la condizione economica dell’Italia va migliorando e le prospettive appaiono favorevoli». Nella stessa prospettiva di tenere insieme la trama sociale di un Paese che resta comunque in difficoltà va letta la sua dura denuncia dei guasti provocati dall’evasione fiscale e contributiva. Un danno che da solo vale 7 punti e mezzo di Pil, cioè, secondo l’inedita citazione di uno studio di Confindustria, «più di trecentomila posti di lavoro». Ecco: la ripresa dovrebbe offrire per lui strumenti nuovi per affrontare Sessant’anni e li sente tutti. Da quando nel 1956 la rivista France Football lanciò il Pallone d’oro, ogni anno finiamo sotto il diluvio di commenti e polemiche sui vincitori (possibili e reali) e sui “trombati”. Per la verità quest’anno i fuochi d’artificio sono arrivati anche prima con la gaffe della Fifa che avrebbe svelato in anticipo il nome del vincitore, guarda un po’ che sorpresa, la stella del Barcellona Lionel Messi. Complici addetti ai lavori, sponsor e megafoni mediatici parliamo del premio più ambito per un giocatore, un riconoscimento elevato ormai al rango di Oscar o di Nobel. Ma con lo stesso carico di scelte discutibili e spesso di vere proprie ingiustizie. Nessuna meraviglia allora se Dario Fo sta al Nobel della Letteratura come Matthias Sammer al Pallone d’oro. Di sicuro grida vendetta un albo d’oro che comprende il difensore tedesco e non i nostri “dioscuri” Franco Baresi e Paolo Maldini. Basterebbe solo questo sfregio per mandare in pensione un premio a volte strabico. Cont. in ultima pagina Credo che pochissimi della nostra comunità abbiano goduto la gioia spirituale di due momenti interessanti di cultura italiana che, in forma quasi simultanea, si sono dati in Cile: la presenza dell’opera squisita di Sandro Botticelli, la “Madonna con il Bambino e sei angeli” esposta nel Centro Culturale La Moneda. La presenza dell’opera di Botticelli (Firenze 1445-1510) è il risultato della collaborazione che l’Italia ha offerto al Cile (grazie all’interessamento dell’Istituto Italiano di Cultura e dell’Ambasciata d’Italia) in occasione del decimo anniversario di fondazione del Centro Culturale. Comunque il quadro del grande artista del Rinascimento rimarrà esposto fino il 13 marzo e sarà senz’altro la presenza artistica più apprezzata che si possa avere nel marco delle celebrazioni del centro culturale santiaghino. In forma quasi simultanea la compagnia italiana di teatro “Società Raffaello Sanzio” ha presentato, nel programma estivo “Santiago a mil” frammenti della tragedia “Giulio Cesare”, di Shakespeare diretta da Romeo Castellucci. Il cui stile (trascrivo) “… está marcado por líneas dramáticas que no están sujetas a la primacía del texto, haciendo del teatro un arte plástico, complejo, rico en su despliegue. Ha desarrollado un lenguaje entendible en todo el mundo, a través de la música, la escultura, la pintura y la arquitectura”. Della tragedia sono presentati solo frammenti, i più significativi e decisivi, con immagini sublimi e lancinanti, in cui appare, in 45 minuti di spettacolo impattante, la voracità dell’uomo per il potere e la dolorosa constatazione della violenza mondiale. Non potevamo lasciar passare sotto silenzio queste presenze d’Italia nei programmi estivi cileni. Giuseppe Tomasi 2 Presenza- 1 febbraio 2016 Festival di Sanremo: in gara amore, impegno e anche preghiera All’Ariston dal 9 al 13 febbraio prossimi Il rap che canta la disoccupazione e la disillusione dei giovani del Sud, una poesia sulle tragedie del Mediterraneo dedicata a chi fugge dalle guerre, l’amore che fa soffrire ma con la voglia di perdonare, lo sguardo di più di un artista rivolto al Cielo. Ed uno strampalatissimo inno di Elio e le Storie tese contro l’odio imperante. L'IMPEGNO DAL SUD AI MIGRANTI In prima fila i rapper napoletani. Rocco Hunt, vincitore dei Giovani un paio d’anni fa, con Wake up canta a ritmo di groove ai politici che «questa generazione non vi crede/perché un futuro vero non si vede», mentre Clementino in Quando sono lontano racconta da «musicante, emigrante anima vagante» venuto su dalle periferie la lotta quotidiana di chi non si rassegna al degrado di una città. Colpisce, poi, la delicatezza della poesia, quasi una preghiera, di Irene Fornaciari, Blu, dedicata ai troppi morti nelle acque blu del mediterraneo, con versi che ricordano la foto del piccolo Aylan , «c’è un bambino su una spiaggia/lasciato blu/e una donna in riva al mare/ mentre il sole va giù/che con la mano saluta/i sogni che passano/ e lascia una scia/ che non va più via nell’alta marea». Elio e le Storie Tese vogliono Vincere l’odio con una assurda filastrocca (come in fondo è assurdo l'odio) con sette ritornelli diversi e concatenati. Giocano ci- SPAZIO APERTO È morto Ettore Scola, raccontò Informazioni ACLI l'Italia e gli italiani Bustamante 180 - Santiago Tel: 2665-0340; 22225247 - E-Mail: [email protected] tando anche San Paolo e le persecuzioni dei cristiani, «San Paolo San Paolo, ebreo ellenizzato di Tarso/per fortuna che il Signore ti è apparso/perché tu perseguitavi i cristiani/e giustamente lui ti ha detto stop». Forse è solo uno scherzo, ma forse no. Pagina web: www.patronatoacli.cl Il saluto del Presidente Sergio Mattarella. IL SENSO DELLA VITA «Prima di dormire io che ho preso tutto da mia nonna faccio una preghiera a Dio» canta serafica Arisa in Guardando il cielo, mentre la lanciatissima Francesca Michielin in Nessun grado di separazione si sente tutt’uno con l’universo. Noemi punta al podio con La borsa di una donna (firmata anche da Marco Masini), dove tra scontrini e vecchie foto c’è anche tanta vita passata, vita che gli Stadio vorrebbero far capire invece a una figlia adolescente, tra affetto e malinconia in Un giorno mi dirai. Malinconico, su un tappeto musicale ala Celentano, pure Neffa diviso Tra sogni e nostalgia. E mentre i Bluvertigo con Morgan sembrano voler cancellare gli eccessi riscoprendo Semplicemente le gioie della vita quortidiana, da leggere il giornale a portare fuori il cane, Patty Pravo celebra in scioltezza i 50 anni di carriera volando, con classe, verso Cieli immensi. È stato un grande narratore con la cinepresa, un maestro del cinema che ha lasciato il segno anche nella cultura del nostro Paese. Un innovatore nei temi e nel modo di raccontare l’Italia e gli italiani, con uno stile tra il brillante e il drammatico ma in modo sempre lieve. Ettore Scola è morto ieri a Roma. Ricoverato da giorni nel reparto di cardiochirurgia del Policlinico Gemelli era entrato in coma domenica sera. Non ce l’ha fatta a superare l’ennesima crisi cardiaca. Aveva 84 anni. Nato a Trevico, in provincia di Avellino, il 10 maggio 1931, da bambino si trasferì con la famiglia a Roma dove è rimasto per tutta la vita. L’incontro con il mondo Ricevi in ritardo PRESENZA? Se sei di Santiago chiama al Cel. 97849283 Grazie EDITRICE Parrocchia Italiana N.S. Pompei Scalabriniana *** RAPPRESENTANTE LEGALE Giulio Rubin *** DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Massone Stagno *** DIRETTORE REDAZIONALE Giuseppe Tommasi *** COLLABORATORI Paolo Castellani Fina Franchini Gloria Nocchi Frascoli Consuelo Canessa *** CORRISPONDENTI Arica Verónica Bibiano Antofag. Rodolfo Sanchez B. Iquique Luz Savalli La Serena Caterina Pezzani Quillota E. Schiappacasse V. Alemana Gilda Rivara Valparaiso Concep. Giancarlo Carro P. Arenas Américo Diaz B. *** Contribuzione annua $ 20.000. Cheque nominativo a «Presenza» *** Stampa C. von Plate Esce il 1º e il 16 di ogni mese Avenida Ricardo Lyon 322 (Providencia) Reservas al (56 2) 2484-8484 della Settima Arte iniziò alla fine degli anni ’40, quando durante gli studi universitari (che frequentò senza troppa convinzione) iniziò a realizzare bozzetti per il giornale umoristico Marc’Aurelio facendosi notare per il suo sarcasmo pungente. Uno sguardo che lo ha sempre accompagnato nelle sue opere. Scola è cresciuto come un “ragazzo di bottega”. I suoi maestri sono stati Ruggero Maccari, Mario Mattoli, Steno, Antonio Pietrangeli ma anche Totò e Sordi, i principi del teatro di rivista. Ma è a Vittorio De Sica che poi dedicherà il suo capolavoro C’eravamo tanto amati del ’74 ed è al neorealismo che guarderà con Una giornata particolare del 1977, scritto con Maccari da un’idea di Maurizio Costanzo, forse il punto più alto della sua collaborazione con Marcello Mastroianni che avrebbe diretto in ben nove film. Durante la sua lunga carriera ha vinto numerosissimi premi, fra cui al Festival di Cannes, la Miglior regia per Brutti, sporchi e cattivi e vari David di Donatello, fra cui quello alla carriera del 2011. Scola è stato nominato agli Oscar 4 volte, sempre nella categoria Miglior film straniero, per Una giornata particolare( 1977), I nuovi mostri( 1978), Ballando ballando (1983) e La famiglia (1987). Ha diretto attori del calibro di Vittorio Gassman e Nino Manfredi. L’ultima sua fatica è del 2013 e si intitola Che strano chiamarsi Federico – Scola racconta Fellini, un film presentato al Festival di Venezia nelle proiezioni speciali, un omaggio del maestro all’amico più anziano di lui di circa dieci anni attraverso un documentario emozionante e divertente. Ha vissuto tra i libri, le sue passioni (tra cui quella per la politica: fu ministro ombra del Pci nel 1989), il disegno, la musica. Abbonamento 2016 - Fiducia reciproca Tanti lettori fedeli ci seguono da anni dimostrando fiducia nel nostro operato. Per poter continuare a seguirlo chiediamo ancora un segno di fedeltà. Molti pensionati ci chiedono l’abbonamento gratuito (che neghiamo a nessuno).Il fatto ci obbliga a creare una èlite di “sostenitori” che conguagliano gli abbonamenti gratuiti. Vi ringraziamo cordialmente della collaborazione. Per facilitare il versamento dell’abbonamento abbiamo aperto nel Banco de Chile la “Cuenta de Ahorro N. 08-166-01126-03” a nome di “Giuseppe Tommasi B.”. Il RUT di Giuseppe Tommasi B. è 8.322.945-4 Una volta fatto il versamento la preghiamo di inviarci per mezzo di lettera o fax la ricevuta o semplicemente informarci per E-mail o per telefono. Vedi in prima pagina, in alto. i dati. Cognome.....................Nome....................... via....................................città.................... Abbonamento normale 20.000 pesos Abbonamento sostenitore 30.000 pesos. Cheques esteso a “PRESENZA” Il saluto di fine anno é una tradizione repubblicana dei Presidenti della Repubblica, come pure degli ambasciatori di turno nei confronti delle comunità residenti all’ estero. In questa occasione, il saluto del Presidente é stato dedicato alle difficoltà e le speranze dell’Italia. Un nuovo stile, sia nella presentazione come nei contenuti. Il Presidente Mattarella si é presentato como un padre di famiglia o un semplice cittadino che, seduto nel salotto di casa, senza la formale ritualità del protocollo e con una grande dose di sobrietà, parla agli italiani. Il contenuto, in pochi minuti (25 circa) usando un linguaggio semplice e chiaro affronta i punti più salienti della realtà del paese. Lavoro, Evasione fiscale, Ambiente, Terrorismo; Immigrazione; Illegalità e Donne. Riporterò le espressioni e i concetti usati dal Presidente, affinché i lettori possano concludere de se stessi senza mediazione né commenti altrui. LAVORO: L’ uscita dalla recessione non pone termine alle difficoltà di tante famiglie, dice il Presidente. “Il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani”. Un fatto che si può constatare con l’aumento della emigrazione che é arrivata anche in Cile. La cosiddetta fuga dei cervelli, che non sempre sono tali, ma quasi sempre giovani in cerca di una stabilità lavorativa che l’Italia ancora non offre, malgrado il calo della disoccupazione (11,3%). EVASIONE FISCALE: “un elemento che ostacola la crescita é la evasione fiscale.” Secondo uno studio attendibile e serio, l’ evasione ammonta a 122 miliardi di euro che rappresenta il 7,5% del totale PIL del Paese. “Se tutti pagassero le tasse queste sarebbero più basse”. AMBIENTE: Il Presidente insiste che c’é bisogno di maggior cura dei territori e bisogna combattere contro le speculazioni e lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. Esiste un maggiore impegno, incluso a livello internazionale, ma non basta. Serve un impegno maggiore. “Si può chiedere di limitare l’uso delle auto private, ma l’uso del trasporto pubblico deve essere efficiente e purtroppo non dappertutto é cosí.” Un ammonimento che vale anche per noi che viviamo in Santiago. IMMIGRAZIONE: Un problema che durerà, secondo il Presidente, a lungo. Difficile di rimuovere, ma crediamo che si possa governare. L’ UE può farlo con maggiore efficacia. L’ Italia ha conosciuto l’ emigrazione: oggi siamo un paese di immigrazione. Un fatto positivo dell’ integrazione degli immigranti in Italia: il 70% dei bambini stranieri in Italia hanno come miglior amico un coetaneo italiano. Questo parla bene dell’integrazione. ILLEGALITÁ: Riconosce che si sono fatti passi importanti nella lotta contro le mafie, ma c’é anche la illegalità di chi si fa corrompere. La grande maggioranza dei cittadini chiede onestà e correttezza, trasparenza e sobrietà. DONNE: Il Presidente ringrazia tutte le persone che fanno dell’Italia una esperienza ricca e positiva. A questo proposito si complimenta con tre donne italiane che hanno esibito di recente, in campi diversi, grandi meriti che onorano al paese: Fabiola Giannotti che assumerà la direzione del CERN, (Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare); Samantha Cristoforetti che abbiamo seguito nello spazio; Nicole Orlando atleta para-olimpica che ha ottenuto quattro medaglie d’ Oro. La astronauta italiana durante la sua permanenza nella stazione spaziale internazionale ha ripreso dallo spazio la città di Santiago, pubblicata da un mezzo locale. “A tutte le donne italiane che debbono fare i conti con una parità di diritto annunciata e non sempre attuata,” il nostro riconoscimento e saluto. Infine, ha rivolto un saluto al Papa Francesco che ha voluto il GIUBILEO con i migliori auguri, unito alla nostra riconoscenza per l’ alto valore del suo magistero. Abbiamo voluto trascrivere il messaggio del Presidente per una miglior comprensione del linguaggio semplice e allo stesso tempo profondo del saluto di fine anno. Il nostro miglior commento é che il Presidente al disopra della contingenza politica italiana si manifesta un importante garante delle istituzioni repubblicane con una ottica realistica e moderata che sicuramente è ampiamente condivisa dai cittadini italiani del territorio nazionale e della diaspora. Paolo Castellani LLEVE A SU CASA PRE-PIZZA LISTA *** PRUEBE NUESTRA FUGAZA Av. Apoquindo 4228 - teléfono 22081344 Av. B. O'Higgins 737 - teléfono 26381833 Passatempo e umore TERZA PAGINA Presenza- 1 febbraio 2016 3 Scala, le cose da sapere sul «Teatro dei milanesi» L’edificio prese il nome della sua committente, Beatrice Regina della Scala, discendente della potente dinastia veronese dei della Scala (nota anche come “famiglia scaligera”, ndr.). Regina della Scala sposò nel 1345, a soli 12 anni, Bernabò Visconti, signore di Milano, e gli diede 15 figli. Quando nel 1776 Maria Teresa d’Austria ordinò la costruzione del teatro, la preesistente chiesa, di stile gotico, fu abbattuta per far posto al nuovo tempio della lirica. Nel 1776 un devastante incendio distrusse il Teatro Ducale di Milano. I milanesi allora si rimboccarono le maniche e decisero (con l’appoggio dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria) di costruire un nuovo teatro, ancora più bello e maestoso. La Scala, costruita su progetto dell’architetto neoclassico Giuseppe Piermarini, fu inaugurata ufficialmente nel 1778 con «Europa riconosciuta» di Antonio Salieri. Tra i numerosi capolavori che vi furono dati in prima esecuzione figurano la Norma di Bellini, Nabucco, Otello e Falstaff di Verdi, Mefistofele di Boito, Madama Butterfly e Turandot di Puccini. La Seconda Guerra Mondiale e la Ricostruzione La Scala fu quasi completamente distrutto da un bombardamento alleato durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruito a tempo di record per essere riaperto l’11 maggio del 1946. L’inaugurazione fu affidata ad Arturo Toscanini ritornato dagli Stati Uniti. Scrisse il giornalista Filippo Sacchi: «Quella sera egli non dirigeva soltanto per i tremila che avevano potuto pagarsi un posto in teatro: dirigeva anche per tutta la folla che occupava in quel momento le piazze vicine, davanti alle batterie degli altoparlanti. E chi, abbandonata a un certo punto la sala splendente e gremita, si portò in piazza del Duomo e ascoltò il resto del concerto seduto sui marciapiedi e sul sagrato, visse un’ora buona che si terrà per sé preziosa nel cuore». L’ouverture di Toscanini Per la serata Toscanini aveva scelto l’ouverture da «La gazza ladra», il coro dell’Imeneo, il Pas de six e la Marcia dei Soldati dal «Guglielmo Tell», la preghiera dal «Mosè in Egitto», l’ou- verture e il coro degli ebrei dal «Nabucco», l’ouverture de «I vespri siciliani», il «Te Deum» di Verdi, l’intermezzo ed estratti dal 3° atto Manon Lescaut, forse la sua opera preferita, il prologo ed alcune arie dal «Mefistofele». Nell’occasione il maestro fece debuttare una cantante di 24 anni, Renata Tebaldi, poi da lui stesso definita «voce d’angelo». La Scala era dunque stata restituita ai milanesi, anche se per un suo più accurato recupero, acustica compresa, bisognerà attendere l’ultimo intervento iniziato nel 2002 e concluso il 7 dicembre 2004 quando verrà «nuovamente» inaugurata. Con «L’Europa riconosciuta» ovviamente. Nelle pagine della Gazzetta musicale di Milano, l’editore, scrisse: «Toscanini è, per taluni, infallibile quanto il Papa! Anzi è superiore allo stesso Verdi, che pure ha scritto il Trovatore, ma non Mausoleo Italiano Dr. Augusto Brizzolara specialista in Geriatria e Gerontologia El Trovador 4280 Of. 1108 -Las Condes Fono-Fax: 2342 5139 Beeper 737 8087 -Cod 8784 Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500 lo ha mai concertato e diretto così! ». Quando la Scala brillò... non solo di luce propria Il Teatro alla Scala fu il primo teatro al mondo a essere illuminato con luce elettrica. La notte di Santo Stefano del 1883, infatti, in occasione dell’affollatissima Prima della “Gioconda” di Ponchielli, la centrale Edison di Santa Radegonda accese 2.450 lampadine elettri- che dando per la prima volta una sorprendente e inattesa luce alla rappresentazione scaligera. Il “fiasco” di Giacomo Puccini L’opera «Madama Butterfly» è un’opera in tre atti (in origine due) di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, definita nello spartito e nel libretto “tragedia giapponese” e dedicata alla regina d’Italia Elena di Montenegro. La prima rappresentazione ebbe luogo al Teatro alla Scala di Milano, il 17 febbraio 1904, della stagione di Carnevale e Quaresima. La sera del 17 febbraio 1904, nonostante l’attesa e la grande fiducia dei suoi artefici in Rosina Storchio, all’apice della sua carriera, Giovanni Zenatello e Giuseppe De Luca oltre che nella direzione di Cleofonte Campanini, grande talento che aveva preparato l’opera con molta cura, la Madama Butterfly cadde clamorosamente al Teatro alla Scala. Il tragico clima di questo storico fiasco è efficacemente descritto da una delle sorelle di Puccini, Ramelde, in una lettera al marito: «Alle due siamo andati a letto e non posso chiudere occhio; e dire che tutti eravamo tanto sicuri! Giacomo, poverino, non l’abbiamo mai veduto perché non si poteva andare sul palcoscenico. Siamo arrivati in fondo non so come. Il secondo atto non l’ho sentito affatto e, prima che l’opera finisse, siamo scappati dal teatro». Il giovane Verdi alla Scala Giuseppe Verdi è il compositore che più di ogni altro è legato alla storia della Scala. II maestro esordì al Piermarini nel novembre 1839 con «Oberto, Conte di San Bonifacio» interpretato da Mary Shaw, Lorenzo Salvi e Ignazio Marini, diretti da Eugenio Cavallini, opera di stampo donizettiano. Visto l’esito, l’impresario Merelli gli commissionò la commedia «Un giorno di regno», andata in scena con esito disastroso. Fu ancora Merelli a convincerlo a non abbandonare la lirica, consegnandogli personalmente un libretto di soggetto biblico, il «Nabucco», scritto da Temistocle Solera. L’opera andò in scena il 9 marzo 1842 e nonostante un’iniziale tiepida accoglienza, a partire dalla ripresa del 13 agosto il successo fu questa volta trionfale. I titoli del primo periodo scaligero del compositore di Busseto come «I Lombardi alla prima crociata» e «Giovanna d’Arco», appassionarono il pubblico, ora composto anche da borghesi. La Prima del 7 dicembre La consuetudine di inaugurare la stagione lirica il 7 dicembre, giorno legato al santo patrono di Milano (Sant’Ambrogio), fu adottata solo a partire dal 1951 in via stabile. Il 7 dicembre 1951 nell’opera «I vespri siciliani» si esibì sul palco della Scala «la Divina» Maria Callas , che aveva debuttato a Milano solo pochi mesi prima. Nel corso degli anni la Prima della Scala si è trasformata in un happening non solo culturale, ma anche mondano: sono moltissimi infatti i curiosi che stazionano per ore lungo le transenne davanti all’ingresso con la speranza di scorgere i vip e le istituzioni che partecipano alla serata. Indirizzi Utili Ambasciata d’Italia - Clemente Fabres 1050, - Providencia Tel.: 224708400 - E-Mail: [email protected] Consolato - Román Diaz 1270, Santiago Tel: 224708400 - E-Mail:[email protected] Camera di Commercio- Luis Thayer Ojeda 073,Piso l2, Provi. Tel.: 562/222322618 - Fax: 562/222330973- E-Mail: [email protected] Istituto Italiano di Cultura - Triana 843, Providencia Tel.: 23 2038170 www.iicsantiago.estei.it ICE Agenzia per la promozione all 'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane Clemente Fabres 1050 (Prov.)Tel. 223039330 E.mail: Santiago@ice. it COMITES -Av.Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel. 222129455 CARI -Av. Bustamante 180 - Providencia - Tel: 222229328 Circolo di Professionisti di Origine Italiana Av. Apoquindo 6589 - Las Condes - Tel: 222425012 - 222481503 Club Stadio Italiano Av. Apoquindo 6589, Las Condes -Tel: 224847000 Central. Scuola Italiana Vittorio Montiglio Las Flores 12707, Las Condes - Tel: 225927500 Parrocchia Italiana- Av. Bustamante 180 Providencia [email protected] - Te: 22229328 - Fax: 226354127 Hogar Italiano - Holanda 3639, Ñuñoa - Tel: 222055476 Umanitaria - Av. Vicuña Mackenna 83 - Santiago - Tel: 26342500 Pompa Italia - República 96 - Santiago -Tel: 226992222 - [email protected] www.vigilidelfuoco.cl ACLI -Asociación Cristiana de los Trabajadores Italianos Bustamante 180 (Parrocchia Italiana) - Tel 22665-0340 COIA: Bustamante 180 -Providencia Tel. 26345247 Associazione Ligure contatto Sig.ra Rina Garibaldi 02 2192144; Sig. Aldo Solari al telefono 02 7926752 4 Presenza- 1 febbraio 2016 ITALIA E ITALIANI Addio a Silvana Pampanini, la bellezza sfrontata. Fu il primo sex symbol del cinema italiano La sua era una bellezza sfrontata, aggressiva, quasi animalesca, paragonabile a quella di Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Silvana Pampanini era diventata famosa prima di loro, subito dopo la guerra. L'attrice romana è morta la mattina del 6 gennaio al Policlinico Gemelli di Roma, dove era ricoverata dallo scorso ottobre. Era nata nella Capitale il 25 settembre 1925. La Pampanini esordì nel mondo dello spettacolo subito dopo aver partecipato a Miss Italia nel 1946, dove venne superata per pochi voti da Rossana Martini, ma a furor di popolo si prese la sua rivincita morale e un ex aequo. Nel 1951 divenne l'attrice italiana più pagata, tanto da potersi permettere di dire di no a Hollywood. I maligni sostengono in realtà che snobbò la Mecca del Cinema perché non sapeva l'inglese, ma questo fa parte della leggenda e del mistero che circondano il personaggio. Spesso nei suoi film recitò doppiata nelle parti parlate (perlopiù da Lydia Simoneschi, Dhia Cristiani e Tina Lattanzi), ma raramente nel canto ed è conosciuta oggi, anche dai più giovani, la famosissima canzone che cantava nell'omonimo film di Carlo Campogalliani Bellezze in bicicletta. Lavorò con i più grandi registi e attori del nostro cinema, veri e propri maestri come Mario Monicelli, Dino Risi, Luigi Comencini, Totò, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni e Vittorio Gassman. 65 i film che hanno visto la sua partecipazione. Oltre a Bellezze in bicicletta, ricordiamo L'Apocalisse di Giuseppe Maria Scotese, che segnò il suo debutto nel mondo del cinema; poi Il segreto di Don Giovanni (1947), La paura fa 90 (1951), O.K. Nerone (parodia diretta da Mario Soldati nel 1951 in cui recitava la parte di Poppea) Processo alla città, Miracolo a Viggiù (entrambi del 1952), Canzoni canzoni canzoni (1953), Un giorno in pretura (1954), La bella di Roma (1955), Il Gaucho (1964). Famosissima all'estero, soprattutto in Francia dove veniva chiamata affettuosamente Ninì Pampan, e in Giappone dove l'imperatore Hirohito era pronto a infrangere il protocollo del più rigido cerimoniale di corte pur di incontrarla, Silvana Pampanini scelse di ritirarsi dal mondo del cinema negli Anni Settanta. Nel 1983 partecipò nel ruolo di se stessa al film di Alberto Sordi Il tassinaro. Smise di recitare definitivamente nel 1999, dopo aver lavorato nella fiction televisiva Tre Stelle. Nel 1996 pubblicò la sua autobiografia Scandalosamente perbene. Nel 2002 fu ospite di Mara Venier a Domenica In. Ancora bellissima, mostrò di nuovo le incredibili gambe e gli splendidi occhi di un azzurro ghiaccio dallo sguardo più volte paragonato a quello di una tigre che avevano fatto innamorare milioni di italiani. Non si sposò mai, ma le vennero accreditate diverse relazioni ed ebbe numerosi corteggiatori, tra cui Totò che si prese una cotta per lei. Dotata di grande ironia e autoironia, amava dire di sé: "Ho avuto più spasimanti che mal di testa". Visto il personaggio, non c'è motivo di dubitarne. Il Diario di Anna Frank è di pubblico dominio? A 70 anni dalla morte della ragazza ebrea nel campo nazista di Bergen-Belsen, una parlamentare e un accademico francesi distribuiscono online l’opera. La parlamentare francese Isabelle Attard e il connazionale ricercatore universitario Olivier Ertzcheid hanno distribuito sui rispettivi blog la versione integrale e originale (in olandese) del «Diario» di Anna Frank. Entrambi sostengono che l’opera sia diventata di pubblico domi- Tenga el mejor punto de vista P. de Valdivia 3015 F. 22690791 Moneda 708 F. 26649244 San Antonio 325 F. 26325512 Silvano tavonatti a. [email protected] nio il 1° gennaio 2016, passati i settant’anni dalla morte dell’autrice (avvenuta nel 1945 nel campo di concentramento di Bergen-Belsen), come previsto dalle leggi europee in materia di proprietà intellettuale. L’iniziativa potrebbe tuttavia sfociare in un’azione legale da parte della Anne Frank Fonds, la fondazione svizzera istituita nel 1963 dal padre di Anna, Otto, che di recente ha stabilito che il «Diario» non debba essere attribuito soltanto ad Anna Frank ma anche allo stesso Otto, l’unico superstite della famiglia ai campi nazisti, che ha curato le diverse versioni del diario. Secondo l’Anne Frank Fonds, le modifiche apportate da Otto Frank al testo sono tali da renderlo co-autore della versione finale, pubblicata nel 1986. Essendo Otto morto nel 1980, per le citate leggi europee il copyright sarebbe Dopo 100 anni san Pio «ritorna» a Pietrelcina Padre Pio dopo 100 anni «ritorna» a Pietrelcina, il suo paese natale. L’urna con il suo corpo, infatti, dopo essere stata esposta nella Basilica di San Pietro (dall’8 al 14 febbraio 2016), prima di ritornare a San Giovanni Rotondo, sosterà nella sua terra per alcuni giorni. Padre Pio, dopo un lungo periodo di convalescenza trascorso tra alcuni conventi della zona e la sua abitazione a Pietrelcina, il 17 febbraio del 1916 lascia il suo Paese natale - non vi avrebbe fatto più ritorno - per entrare nella comunità religiosa dei frati cappuccini di Sant’Anna a Foggia. Una comunità che dovette imparare presto a convivere con le forze demoniache che continuavano a tormentare il fraticello nella sua cella durante la notte. Dopo qualche mese di permanenza a Foggia parte per San Giovanni Rotondo dove rimane fino alla sua morte avvenuta il 23 settembre 1968. Qui passa molte ore della sua giornata a confessare centinaia e centinaia di fedeli che accorrevano da lui da ogni parte d’Italia e non solo. E qui, pochi mesi prima della sua morte, la prima domenica di agosto del 1968, ad un suo confratello, padre Mariano da Santa Croce che lo assisteva, disse che avrebbe visitato il suo paese natio «parecchi anni dopo la morte». «Padre vi auguriamo cento anni ancora – gli disse padre Mariano –. Il Signore sa… e chiamerà anche voi in Paradiso. Poi alla vostra morte, segni, prodigi, miracoli, la Chiesa vi metterà sugli altari. Allora si prenderà il vostro corpo di qui e si farà una bella passeggiata a Pietrelcina. Ho detto bene?». Padre Pio mise le mani giunte - racconta ancora padre Mariano - e abbassata per due volte la testa disse: «E così sarà». La notizia del suo “arrivo” a Pietrelcina è giunta in questi giorni mentre il rione ‘Castiello’ – che lo ha visto crescere – accoglieva migliaia di pellegrini per visitare un presepe vivente che da circa 30 anni coinvolge oltre 200 figuranti. A darne notizia il superiore del Convento dei Cappuccini di Pietrelcina, padre Marciano Guarino e i frati durante le celebrazioni di questi giorni. Una notizia accolta con applausi ma anche con tanta commozione da parte dei pellegrini e dei pietrelcinesi che aspettavano da tanti anni questo momento. Dopo un secolo «il nostro confratello ritorna nella ‘sua’ Pietrelcina dove è nato ed ha respirato l’aria di un borgo e di una cittadina particolare, individuata da Dio quale ‘culla’ di un santo», ha detto padre Guarino che, insieme alla comunità monastica e all’amministrazione comunale sta già pensando all’accoglienza di migliaia di persone che vorranno salutare il frate con le stimmate. «Non tratteniamo le lacrime», dicono Angela e Grazia, due fedeli uscendo dalla chiesa dopo aver sentito la notizia: «è per noi un momento di grazia che dobbiamo fare nostro e non ‘far scomparire’ il nostro paese come invitava Padre Pio». Un «segno prezioso» che non viene «a caso», aggiunge Francesco, uno dei figuranti del presepe vivente che fa vivere ogni anno – dal 27 al 29 dicembre – nel borgo antico di Pietrelcina, la Betlemme di 2000 anni fa. Talenti digitali, nella classifica di Forbes c’è anche un italiano automaticamente esteso fino al 1° gennaio 2051. Scritto da Anna tra il 1942 e il 1944 (quando la ragazzina aveva tra i dodici e i quindici anni), durante il periodo di clandestinità trascorso dalla famiglia Frank a Amsterdam, il «Diario» è stato pubblicato originariamente nel 1947, tradotto in 67 lingue e ha venduto nel mondo oltre trenta milioni di copie. La discussione sulla paternità dell’opera e sul diritto alla sua diffusione si accende mentre in Germania – in mezzo ad altre polemiche, non di copyright – entra in pubblico dominio un altro libro scritto da un autore morto nel 1945: il «Mein Kampf» di Adolf Hitler. Un popolo di santi, poeti e navigatori, certo, ma finalmente anche di programmatori. Come Tommaso Checchi, il ventiseienne italiano inserito da Forbes nella sezione videogiochi dell’annuale lista “30 under 30”, che seleziona i migliori talenti in circolazione in diversi campi, dall’arte all’educazione, dalla tecnologia all’imprenditoria. Da circa due anni Checchi lavora a Mojang, lo studio dietro il videogioco Minecraft (acquistato da Microsoft per 2,5 miliardi di dollari), un titolo cult che ha ormai superato da tempo le 70 milioni di copie vendute in tutto il mondo, di cui una trentina su smartphone e tablet. Ed è proprio della versione mobile che si occupa il programmatore italiano, con particolare attenzione verso lo sviluppo per la realtà virtuale e aumentata di Oculus Rift e Hololens, due delle piattaforme più importanti per il futuro del settore videoludico. “L’autore della lista mi ha scritto per email, dicendomi che ero stato nominato - racconta Checchi a La Stampa -. All’inizio nemmeno ci credevo, pensavo fosse una truffa”. Tranne che su Twitter, infatti, il giovane italiano tende “a non dare nell’occhio: invece che passare come CEO, designer, youtuber o titoli del genere, preferisco rimanere un noioso programmatore”. Nato a Foligno, ma romano d’adozione, Checchi ha spiegato di aver studiato ingegneria informatica alla Sapienza, preferendo però sporcarsi le mani con il lavoro vero e proprio: “La maggior parte delle cose che mi sono state utili le ho imparate studiando per conto mio, grazie a Internet, fin dai tempi del liceo. A chi vuole programmare videogiochi consiglio di fare la stessa cosa: l’educazione ‘tradizionale’ serve a dare solo le basi”. Morto il testimone dell’eroismo di D’Acquisto È morto un paio di settimane fa Roma Ennio Baldassarri, 85 anni. L’ultimo testimone diretto del sacrificio del giovane Salvo D’Acquisto. Baldassarri, allora tredicenne, era fra quanti furono salvati dall’eroico carabiniere dalla fucilazione per rappresaglia. Un comunicato dell’Arma dei carabinieri ricorda che “l’eroico sacrificio del vice brigadiere medaglia d’oro al valore militare Salvo D’Acquisto” avvenne a Torre di Palidoro vicino Roma, il 23 settembre 1943. Baldassarri, all’epoca appena tredicenne, faceva parte di un gruppo di 22 persone catturate da un drappello di soldati tedeschi e condotte alla Torre di Palidoro per essere giustiziate, quale rappresaglia per la morte di un loro commilitone. I prigionieri furono costretti a scavarsi una fossa che sarebbe servita per seppellire i loro corpi, dopo la fucilazione collettiva. Il Vice Brigadiere D’Acquisto, intuendo le intenzioni dei nazisti, decise di autoaccusarsi, immolando la sua giovane vita in cambio di 22 innocenti, tra cui anche quella di un ragazzo, Ennio Bal- Come aChe diremai chedimenticò il talento dassarri. ITALIA E ITALIANI Scuola, l’ora di religione conquista le superiori Si conferma intorno al 90% la quota di studenti che scelgono di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica. In attesa dei dati sulle nuove iscrizioni, che partiranno il 22 gennaio per concludersi il 22 febbraio, la rivista specializzata Tuttoscuola ha analizzato il trend degli ultimi quindici anni. Se nel 2001 gli avvalentisi erano il 93,4% del totale degli studenti delle scuole statali, lo scorso anno ci si è fermati all’87,9%, con un calo, quindi, del 5,5%. Mentre, però, la contrazione ha riguardato gli ordini di scuola dalla materna alle medie, alle superiori, dove la scelta viene effettuata direttamente dai ragazzi e quindi «è notoriamente più esposta alle opzioni negative», spiegano gli esperti di Tuttoscuola, i numeri sono in deciso aumento. Se, infatti, nel 20132014 gli studenti che avevano scelto di avvalersi dell’Irc erano stati 2.082.938, pari all’80,7% del totale), l’anno successivo sono stati 2.109.607, cioè 26.668 in più. «Se si tratta di un’inversione di tendenza lo diranno tra qualche settimana le nuove iscrizioni », ricordano da Tuttoscuola. Che ci sia, tra gli studenti, una nuova consapevolezza, lo conferma anche Nicola Incampo, consulente della Cei per l’Irc. «Diminuiscono i numeri generali ma aumenta la qualità della proposta – commenta Incampo –. Anzi, nelle scuole dove la cosiddetta “ora di religione” è adeguatamente presentata e valorizzata nel Piano dell’offerta formativa, gli avvalentisi aumentano. L’importante è far capire alle famiglie che non si tratta di un’ora di catechismo, che è un’altra cosa e, è bene ricordarlo, non si fa a scuola». Soprattutto a fronte dell’importante ondata migratoria che sta interessando l’Italia e l’Europa, osserva Incampo, per i giovani è ancora più importante e urgente conoscere i fondamenti della cultura occidentale, tra cui il Cristianesimo è senz’altro uno dei capisaldi, per poter poi rapportarsi in maniera consapevole con i nuovi venuti. «A scuola – aggiunge Incampo – a volte c’è un’errata idea di laicità, secondo cui l’insegnamento della religione sarebbe ormai superato. Niente di più sbagliato. Innanzitutto perché l’Insegnamento della religione cattolica è un dato culturale da cui non è possibile prescindere, se si vuole capire fino in fondo il contesto in cui viviamo. Detto altrimenti, l’ora di religione aiuta a muoversi nel mondo». Dell’importanza di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica ha parlato, nei giorni scorsi, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana. «L’insegnamento della religione cattolica – si legge in un messaggio inviato alle famiglie – è l’esposizione della storia e della dottrina cristiana; è l’affronto dei grandi temi dell’uomo e della vita. Introduce non solo agli universali interrogativi dell’esistenza, ma anche offre a tutti – cristiani e non cristiani – la possibilità di comprendere la società e la cultura del nostro Paese e dell’Europa». Nel 2015 record di visitatori per i musei italiani. Colosseo batte tutti, poi scavi di Pompei e Uffizi Con 43 milioni di visite e incassi per 155 milioni di euro, il 2015 è stato un anno record per i musei italiani. Il ministro della cultura, Dario Franceschini, esulta davanti al Comitato permanente del turismo: «Per la storia del nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record assoluto per i musei italiani». EFFETTO DOMENICHE GRATIS La crescita, nota il ministro, è stata significativa anche rispetto al già molto positivo 2014, con un +6% di visite, pari a 2 milioni e mezzo di visitatori in più, e +14% di incassi. In 2 anni 5 milioni di visite in più. Buona parte del successo dipende dalle aperture gratuite la prima domenica del mese, volute proprio da Franceschini. Sono stati in- fatti 3 milioni e mezzo di ingressi gratis. IL MINISTRO: ITALIA IN CONTROTENDENZA Dal Colosseo (+6%) a Pompei (+12%), dalla Reggia di Caserta (+16%) a Castel Sant’Angelo (+2,5%) quasi tutti i principali musei vantano una crescita. Persino gli Uffizi, che a dispetto del numero chiuso nel 2015 hanno accolto quasi 36 mila visitatori in più (+2%) rispetto all’anno precedente.«Per la storia del nostro Paese è il miglior risultato di sempre, un record assoluto per i musei italiani, - ribadisce il ministro -. E non siamo in presenza di una tendenza internazionale, anzi siamo in controtendenza se si guarda ai dati usciti sulla stampa estera oggi. In Italia - conclude - grazie anche alle nuove politiche di valorizzazione, prime fra tutte le domeniche gratuite, gli italiani sono tornati a vivere i propri musei. Un riavvicinamento al patrimonio culturale - che educa, arricchisce e rende consapevoli i cittadini della magnifica storia dei propri territori». Dati Istat, la ripresa formato famiglia Il ritorno del Pil al segno più sta mettendo qualche soldo aggiuntivo nelle tasche delle famiglie italiane. La ripresa italiana, insomma, non è più solo una proiezione statistica ma porta qualche risultato tangibile, per quanto circoscritto, ai cittadini. Il reddito disponibile è salito infatti dell’1,3% in tre mesi anche se si è tradotto per ora solo in parte in nuovi consumi. Dopo anni di scottature prevale la prudenza e torna ad aumentare il risparmio o l’investimento-rifugio nel mattone. Una cautela che si riscontra anche nelle scelte delle imprese e che comporta, a fronte di una quota di profitti stazionaria, in un’ulteriore erosione degli investimenti produttivi. L’ultima fotografia dell’Istat sulle famiglie e le aziende italiane (finanza esclusa) riguarda il terzo trimestre del 2015. E ritrae un Paese che prova a lasciarsi alle spalle gli anni bui della crisi anche se la velocità della ripresa resta contenuta. Pure il settore immobiliare, che ha visto già da diversi mesi una ripresa delle compravendite, esce dal profondo rosso e ritrova un piccolo aumento congiun- turale dei prezzi (+0,2%). I dati dell’istituto arrivano all’indomani di quelli sul lavoro, anch’essi moderatamente positivi. E consentono al governo di enfatizzare i passi in avanti compiuti: «Aumentano i redditi, scende la disoccupazione: le riforme strutturali funzionano. L’Italia usa bene la "flessibilità», ha commentato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Un intervento che risponde anche all’altolà arrivato da Bruxelles sul deficit (Jeroen Dijsselbloem aveva invitato Roma a non esagerare nell’utilizzo della flessibilità). Presenza- 1 febbraio 2016 5 Trento è la provincia dove si vive meglio. Male il Sud e le isole. La sorpresa positiva è Cuneo È dedicata alla qualità della vita la 17ª indagine che anche quest’anno Italia Oggi ha realizzato per esaminare le forti discrepanze esistenti in quel caleidoscopio tutto italiano rappresentato dalle province. I risultati in verità non fanno emergere discontinuità con gli anni scorsi, assegnando il gradino più alto del podio a Trento, che rifà il bis del 2014, seguita da Bolzano e Pordenone. Storia nota anche in coda, dove la 110ª piazza è retta anche questa volta da CarboniaIglesias, preceduta, allo stesso modo del 2014, dalla provincia del Medio Campidano e da Enna. La top five dell’indagine si completa con il quarto posto di Mantova (che perde una posizione) e dal quinto di Treviso (che scende anch’essa di un gradino). Una delle novità di quest’anno è il divario tra i territori che fanno capo a centri di media grandezza e altri al contrario legati alle principali città. Non a caso Roma, Milano e Torino arretrano un po’, mentre Napoli conferma il 103° posto sulle 110 complessive. Ma più in generale dallo studio emerge che nel 2015 sono state 53 - su un totale di 110 - le province in cui la qualità della vita è risultata buona o accettabile, contro le 55 della scorsa edizione. Quindi, osservano i curatori dello studio, ciò significa che il 56% della popolazione italiana vive in territori dove la qualità della vita è scarsa o insufficiente. Lo studio di Italia Oggi vede al sesto posto Cuneo, che recupera ben 5 posizioni, poi Verona (+2), Belluno (+4), Vicenza (-2) e in decima posizione Udine (+4). Come accennato, non brillano le province dei grandi centri urbani: ad esempio Milano occupa la 49ª posizione, perdendo 13 posti rispetto alla 36ª piazza del 2014, Venezia la 54ª (-14), Bologna la 61ª (-8), Roma la 69ª (-12), Torino la 76ª (-11), Genova la l’81ª (-17), Bari la 93ª (-1), Palermo la 105ª (-10). Tra le eccezioni Firenze, che sale di 3 gradini rispetto alla 29ª posizione del 2014, Ascoli, che addirittura ne risale 22 rispetto al 42° posto del 2014, Grosseto (+15), OlbiaTempio (+26), Pistoia (+22), Campobasso (+36) e Oglias- tra (+30). L’indagine ha preso in esame anche vari indicatori, come ad esempio “Affari e lavoro”, che vede al primo posto Bologna (terza un anno fa), indice, a detta dei curatori, di un generale risveglio imprenditoriale del nordest. Nell’indicatore “ambiente” la sorpresa - non certo piacevole in questo caso - viene da Imperia, che va ad occupare l’ultima posizione, a quanto sembra per un errato affidamento del servizio di raccolta rifiuti da parte del comune. Al penultimo posto MassaCarrara, che ha perso peraltro 8 posizioni, penalizzata secondo l’indagine da problemi nell’uso dei mezzi di trasporto pubblici e nella raccolta differenziata. Il territorio più “eco”, al contrario, è guarda caso Trento, che precede Mantova e Belluno, seguite da Bolzano, che primeggia nell’indicatore “popolazione”, battendo in questo caso Barletta-Andria-Trani. Scorrendo lo studio si scopre poi che sono i territori del Veneto ad avere le migliori performance in tema di sicurezza (indicatore “criminalità”), con al vertice Pordenone. Infine, il sistema salute vede sul podio due province toscane su tre (Pisa, prima, seguita da Isernia e Siena). Sulle Alpi i ghiacciai si ritirano: lo annunciano i «suoni» dei torrenti Un orecchio tecnologico capace di ascoltare e registrare il rumore dei ciottoli sul fondo dei torrenti. Un monitoraggio in tempo reale del flusso di trasporto dei sedimenti e della portata d’acqua, capace di valutare la quantità di sedimento che si muove sul letto dei fiumi e comprenderne così le trasformazioni in atto. È questo che fa ogni giorno, da due anni a questa parte, la prima stazione di monitoraggio del progetto Aquased, a Ponte Stelvio in provincia di Bolzano. Ridurre la pericolosità Nata nel 2012 dalla collaborazione tra la Libera Università di Bolzano, l’Università di Trento e due aziende del Tis innovation park, Cisma e Mountain-eering, l’idea si è sviluppata per arrivare alla realizzazione di una stazione idrometrica per il monitoraggio del trasporto solido nel rio Solda, corso d’acqua della provincia di Bolzano. «Studiare il sedimento è la chiave per ridurre la pericolosità del fiume», esordisce Francesco Comiti, professore associato della Libera Università di Bolzano e impegnato nel progetto. «Il sedimento ha una grande rilevanza su come i fiumi e i torrenti vanno a modificarsi, è una componente chiave dell’ecosistema fluviale». I torrenti e i fiumi sono ecosistemi in continuo mutamento, ricchi in biodiver- San Luis 5358 (60-62-64) Peñalolen (02) 298 15 58 298 24 02 Fax (02) 322 03 95 www.carnessori.cl sità, strettamente legati alla morfologia dell’alveo, delle anse, delle rive. Tutto questo dipende, in gran parte, dal sedimento trasportato dal corso d’acqua. Studiare il trasporto del sedimento significa quindi capire cosa sta accadendo lungo il torrente e gestire così le sue dinamiche, a volte in conflitto con quelle umane. Vacuno Cerdo Sub productos Arrollados Hamburguesas Cordeo Lechón Pollo Pavo Jabalí Puro Ciervo Avestruz Codornices Pato Neozelandés Conejo Guayu 100% Orgánico Quesos 6 SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO Presenza- 1 febbraio 2016 Resumen cultura 2015 (Por Ma. Gabriela Castillo) Resumen cultura 2015 (Por Ma. Gabriela Castillo) Nuevamente el Centro Cultural Scuola tuvo un intenso año, gracias a la variada y nutrida programación que ofreció este 2015, consolidándose cada vez más, como un espacio de difusión y promoción del quehacer artístico, y también como un espacio que colabora en la formación integral de los alumnos, entendiendo que la cultura es un pilar fundamental en la educación de las personas. Comenzamos el primer semestre con la aclamada obra teatral “Otelo” de la compañía Viajeinmóvil. Un original montaje con títeres que narra la trágica historia del clásico de William Shakespeare. La danza también estuvo presente, con la presentación de la compañía CASSIS y su montaje “El Viaje de Perséfone” ganadora del Premio Fondart 2015. Una particular producción que dio cuenta de la historia de Perséfone, personaje mitológico griego. Siguiendo con el teatro, también ofrecimos la obra infantil “Leyendas” de la compañía Pezpajaro, montaje que trata sobre las historias mágicas del extinto pueblo Selknam u Onas. Gracias a la iniciativa del Istituto Italiano di Cultura, tuvimos el privilegio de presentar de forma exclusiva en nuestro Teatro Giuseppe Verdi la obra Italiana “Lamerica ¿Cuántas historias caben e un ragú?”. Un emotivo monólogo que trata sobre las migraciones, el desarraigo y la pobreza. La música como siempre estuvo presente, brindando en este primer semestre el concierto llamado Evviva Vivaldi, que se realizó con motivo de las celebraciones de la Festa della Repubblica. Esta presentación fue interpretada por la prestigiosa agrupación de música clásica Syntagma Musicum, quienes hicieron un repaso por las famosas composiciones de Antonio Vivaldi. Concluimos el primer semestre con un inolvidable concierto sinfónico tributo “Abba y Pink Floyd: “The dark side of the dancing Editoriale In questa edizione estiva, vi presentiamo un riassunto delle attività dell’anno 2015 del Centro Culturale Scuola, e vi invitiamo a partecipare attivamente agli eventi programmati per il 2016. Vi lasciamo inoltre con i discorsi e le fotografie della presentazione di fine anno della Scuola Nido, in cui Vjera Berd e la sua equipe hanno brillato ancora una volta. Buona lettura! Gigliola Pacciarini /[email protected] Con la gentile collaborazione della Prof.ssa Silvia Perroni queen”, presentación de la Camerata y Coro de la Universidad de los Andes, junto a otras agrupaciones corales, bajo la dirección del destacado director Eduardo Browne, quienes repasaron los grandes éxitos de estas populares bandas. En el área de las exposiciones tuvimos al comienzo la muestra de la destacada escultora y ex alumna Pamela Galleguillos Schiappacasse, quien presentó una retrospectiva de su obra artística, donde la figura humana femenina tiene un rol predominante. Continuamos con la muestra colectiva de pintura y escultura del Taller Lineal, agrupación conformada por un grupo de artistas mujeres, quienes se inspiraron en los conceptos de tiempo y espacio. Durante el segundo semestre las actividades no cesaron, comenzando con un inesperado y asombroso acontecimiento que tuvimos la oportunidad de disfrutar gracias a la gestión del Istituto Italiano di Cultura. Me refiero a la visita del destacado artista italiano Franco Simone, quien realizó una amena charla junto con nuestros alumnos, destacando su sencillez, cercanía y entusiasmo. La segunda exposición que tuvimos fue la de la Asociación de Artistas Ítalochilenos (ACHIART), en la sala Terracota. Dicha muestra estuvo inspirada en la obra “La Divina Comedia” del poeta Dante Alighieri, específicamente sobre los 7 pecados capitales, donde cada artista, escogió un pecado y creo una obra en torno a este concepto. También tuvimos una interesantísima charla sobre arquitectura llamada: “Mucho más que comprar: espacio, sociedad y consumo en la ciudad chilena" a cargo de la ex alumna, arquitecta y docente Liliana De Simone. Esta ponencia analizó los espacios de consumo masivo, como el caso del “mall” y su impacto urbano dentro de la ciudad y sociedad. Avanzando el año, a fines de agosto tuvimos el VI Encuentro Coral; esta tradicional actividad que cada año se realiza en la Scuola, tiene como objetivo mostrar el talento y trabajo que realizan los Coros de los alumnos y Apoderados de la Scuola. Además estuvieron de invitados las agrupacio- nes corales otros colegios e instituciones. Como es tradición para la Semana de la Chilenidad, brindamos un concierto llamado “América latina en el Alma”, a cargo de la agrupación Sonido Evocación, que presentó un extenso repertorio con las canciones más populares del folclore chileno. También tuvimos la presentación de la obra teatral llamada “Gabriela, la poeta viajera” para los alumnos de la Elementare, conmemorando los 70 años de que la poetisa recibiera el Premio Nobel de Literatura. Octubre es el mes de la lingua Italiana y el Centro Cultural no ajeno a este acontecimiento, realiza cada año el Ciclo de Cine Italiano. En esta edición se denominó “Ridendo e Scherzando…una satira della vera Italia”, que comprendió una selección de 4 premiadas películas. Durante este mes también desarrollamos un interesante e inédito proyecto en conjunto con el Departamento de Arte y Talleres, que fue la realización del I Encuentro de Grabado Interescolar. Esta instancia tuvo el objetivo de difundir la enseñanza del grabado dentro de los colegios, para ello se extendió una invitación para formar parte de una muestra, participando finalmente, alumnos de 7 instituciones educacionales. Siguiendo con las artes visuales, en la Sala Terracota tuvimos la interesante muestra “El Collage a la hora del té” de la destacada artista nacional Valeria Burgoa, exposición que generó interés en el público, ya que las obras estaban realizadas principalmente con bolsita de té, usadas o no, rescatando de esta manera la importancia del reciclaje. Ya cercanos a finalizar el año, realizamos la 9° versión de la muestra de arte colectivo La Bellezza dello Sguardo. Diferentes disciplinas artísticas de 38 destacados artistas conformaron un montaje, que se caracterizó por su gran calidad, dinamismo y creatividad. En otra área, en esta última etapa del año escolar pudimos disfrutar una gran muestra, me refiero a la exposición del “Museo della Maglia Sansiro” que generó mucho revuelo sobre todo entre los amantes del calcio. El montaje estaba compuesto por 40 camisetas originales de destacados futbolistas del mundo de todos los tiempos. Finalmente concluimos con la presentación de fin de año que tradicionalmente brindamos durante estas fechas. En esta ocasión el espectáculo fue “La Estrella de Navidad”, culminando de esta forma exitosamente nuestra programación cultural 2015. No cabe duda que con todas estas actividades que se desarrollaron durante 2015, la cultura se vivió intensamente en la Scuola, motivo que nos llena de orgullo, ya que la importancia de generar este tipo de instancias es trascendental, debido a que nos permiten desarrollar la capacidad de reflexionar sobre nosotros mismos y nuestro entorno. A través de la cultura, es que nos trasformamos en seres críticos, sensibles y éticamente comprometidos, principios fundamentales que la Scuola, a través del Centro Cultural y otras entidades dentro de nuestra institución, quiere inculcar dentro de toda nuestra comunidad escolar. Ma. Gabriela Castillo Coordinadora Centro Cultural Scuola SCUOLA ITALIANA DI SANTIAGO Festa Scuola Nido (Vjera Berd) Lo scorso venerdì 18 dicembre, sul palcoscenico del Teatro Verdi i bambini e le bambine della Scuola Nido hanno realizzato la loro presentazione artistica concludendo in questo modo l’anno scolastico 2015. La messa in scena ha avuto come tema principale “Gli animali della fattoria”, il cui obiettivo era quello di favorire la relazione dei bambini e delle bambine con l’ambiente, permettendogli di scoprire il loro ambiente naturale attraverso queste esperienze di apprendimento, sviluppando la curiosità, il rispetto ed il permanente interesse verso gli animali. Vi lasciamo con due discorsi presentati da due genitori della Scuola Nido. Discurso de Antonietta Caiafa Estimados apoderados, niños, tías y autoridades del colegio: Hoy es un día muy especial y esperado para todos, nos une el sentimiento de felicidad por celebrar el fin de esta primera etapa educacional en la vida de nuestros hijos. Son muchas las emociones que me invaden en este momento. Por un lado me siento: • Muy contenta por los logros y lo preparados que se van nuestros hijos a Scuola Dell’ Infanzia • Nostalgia por dejar la magia y el regaloneo de la Scuola Nido. • Satisfacción por saber que tomamos la decisión correcta cuando decidimos entregar nuestros hijos a este especial equipo de trabajo. • Orgullo por lo que son estas personitas de máximo 4 añitos, de la autonomía e independencia que han desarrollado durante su paso por estos grupos, de los conocimientos y el desarrollo cognitivo que han alcanzado. • Y por último felicidad por los niños que continúan en la Nido recibiendo todo el cariño y experiencia de las mejores tías del mundo. Quiero aprovechar para agradecerles a todas, desde el grupo 1 hasta el 5, que día a día entregan toda su dedicación y amor al futuro de este país. Solo basta con entrar al pasillo principal para respirar el amor de todas los que aquí trabajan, la sonrisa con la que te reciben, y el rico olor de las comidas exquisitas con las que alimentan a nuestros hijos. Sin duda los vamos a echar de menos! Además quiero dedicar un agradecimiento especial a nuestra querida Vjera, quien es el motor de esta maravillosa causa. Hace unas tres semanas estuve en su oficina para saludarla, y la conversación nos fue llevando a la historia de este proyecto, de cómo empezó la Scuola Nido, de todo lo que lucharon ella, el personal y apoderados de esa época. Su relato estaba lleno de amor, esfuerzo y perseverancia. Y eso se nota Vjera!!!, se nota en nuestros hijos, en todo lo que saben, en cómo se comportan y en la felicidad profunda que les causa venir a clases todos los días. Además quiero agradecer el privilegio de estar aquí parada junto a Marcela, representando a todos los apoderados que comparten el mismo sentimiento que nosotras. Para finalizar quiero desear mucho éxito a todos los niños que en marzo empiezan la Scuola dell’ Infanzia, con una gran base formada en este hermoso Nido de amor y sabiduría. Y a los que tienen la suerte de continuar un tiempo más aquí, disfrútenlo y aprovéchenlo al máximo como lo hicimos nosotros. Grazie! Presenza- 1 febbraio 2016 Discurso de Marcela Guggiana Queridos Niños de la Scuola Nido, Maestras, Apoderados, Autoridades presentes: Hace algunos días, la directora de la Scuola Nido, nos pidió a Antonietta y a mí, que representando a los padres de los niños que este año dejan la Nido, hoy dijéramos unas palabras de despedida. Pensé cómo poder representarlos a todos, porque seguramente llegamos a este lugar por distintos motivos y con diversas expectativas. Sin embargo, creo que Antonietta y yo representamos a la gran mayoría de los apoderados, ya que justamente llegamos desde veredas muy distintas, con diferentes motivaciones y sentimientos. Por su parte, mi amiga siendo extranjera, llegó sin un vínculo anterior con la Scuola. Junto a su marido eligieron la Nido, probablemente por sus raíces italianas, atraídos por el proyecto educativo, y sin duda, por el profesionalismo y calidez que vieron al conocerla, como seguramente les habrá pasado a muchos de los apoderados presentes. Mientras que por mi parte, en nuestra elección como familia, fue determinante mi experiencia como ex alumna de la Scuola; por lo que estoy segura represento el sentir de todos los apoderados que llevamos a la Scuola en el corazón, y que recordamos nuestro paso por ella, como parte fundamental de nuestra historia de vida. Para nosotros, traer a nuestros hijos a la Scuola Nido probablemente fue una elección fácil, y quizás hasta la teníamos elegida antes de que ellos nacieran. Los que pasamos por este colegio, recordamos con cariño 7 y nostalgia como fuimos creciendo en la Scuola, y sobretodo cómo fuimos forjando amistades desde muy pequeños, que hoy son los amigos de toda una vida. Porque aunque la Scuola cambió de sede, su identidad y su espíritu de comunidad, se han mantenido en el tiempo. Como ven, seguramente todos llegamos con nuestros hijos a la Scuola Nido por diversos motivos, pero estoy segura de que hoy que termina esta etapa, tenemos todos el MISMO SENTIMIENTO de formar parte de una gran comunidad escolar. Hoy nuestros niños, dan su primer gran paso dentro de la Scuola, despidiéndose de la Nido, para seguir creciendo y descubriendo el mundo. Y nosotros los padres, nos vamos con un sentimiento de total gratitud: • En primer lugar hacia todas las Maestras, que durante estos años, han enseñado a nuestros hijos a descubrir tantas cosas del mundo que los rodea. • Nos vamos agradecidos de las tías de la cocina, por su dedicación a preparar las comidas más ricas, y como no agradecidos a Merly, por estar siempre preocupada de mantener todo tan limpio. • Por último, agradecidos por supuesto de Vjera, por estar siempre tan presente y preocupada de cada detalle. En fin…, les damos las gracias de corazón a todas y cada una de ustedes, por cuidar de nuestros hijos con tanta dedicación y cariño, y por conocerlos y quererlos de verdad. ¡Las extrañaremos! GRAZIE MILLE!! 8 COLLETTIVITÁ Presenza- 1 febbraio 2016 Punta Arenas Incontro familiari "Imperatore" E' innato, specialmente nel migrante, il desiderio di scoprire la propria identità e ricercare le proprie radici. Prima o poi i giovani della terza o quarta generazione si domenderanno: "Chi sono io? Da dove vengo? Chi sono i miei antenati? Che lavoro facevano?". Un modo molto pratico per ottenere delle risposte a queste domande è riunire i giovani, i parenti affinchè si conoscano, si guardino negli occhi ed incomincino un dialogo fra generazioni. Ci sarà sempre, in una famiglia, chi fa da enciclopedia vivente e racconta la storia della fa- Servizio del Patronato ACLI L'ufficio del Patronato attende il pubblico presso la Parrocchia Italiana (Bustamante 180) con il seguente orario: da Lunedi a Venerdi dalla ore: 08:30 alle 14:30 Tel: 2665-0340; 22225247 - E-mail: [email protected] miglia tramandata da padre in figlio. Un esempio lo abbiamo in queste foto scattate a Punta Arenas dal nostro amico Pietro Bianchini. Per ricordare i propri defunti la famiglia "Imperatore" nel mese di novembre si è riunita nel Mausoleo della Fratellanza Italiana. Sono giunti da tutto il Cile e senza dubbio hanno ricordato.... rivissuto... un po' della loro storia di famiglia. P. Pio "Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere." Venga a un lugar especial a probar lo mejor de la gastronomía italiana. Lo esperamos *Providencia 1975 (Esq. Pedro de Valdivia) *Vitacura con Charles Dickens La comunidad italiana ha marcado presencia en Valparaíso La comunidad italiana ha marcado presencia en Valparaíso abarcando diversos aspectos que van desde lo patrimonial pasando por lo cultural hasta llegar a lo comercial. Lo último debido a que durante la segunda mitad del siglo XIX, la ciudad puerto era un centro de atracción para los extranjeros por la alta actividad comercial. Es así cómo los inmigrantes italianos comienzan a asentarse en el barrial Almendral de Valparaíso, cuyos inmuebles, negocios e instituciones perduran hasta la fecha en el corazón de la ciudad y dan vida a la denominada Ruta Italiana que tiene como principal objetivo conectar la ciudad con los visitantes italianos. Y quien bien sabe de la historia de la comunidad italiana en Valparaíso, es el Ciudadano Ilustre de la Ciudad Puerto y director de la Asociación Lígures de Chile, Pablo Peragallo, por lo que tras una minuciosa investigación conformó el histórico circuito italiano Destacando la presencia de la comunidad italiana en la ciudad, el alcalde de Valparaíso Jorge Castro, sostuvo que “esta es una muy buena e interesante iniciativa de un italiano que está muy arraigado a Valparaíso, me refiero a Pablo Peragallo. Esta Ruta Italiana tiene que ver con muchos aspectos de la ciudad desde la arquitectura hasta lo cultural y los emprendimientos, es decir, todo lo que representa el gran aporte de la comunidad italiana en Valparaíso concentrada en el barrio Almendral. Así que valoramos el cariño que los descendientes italianos han tenido por Valparaíso y apoyamos este entretenido recorrido que da cuenta de la historia de Valparaíso, y de cómo desde siempre esta ciudad ha encantado a todo aquel que nos ha visitado”. Ruta De acuerdo a lo señalado por Peragallo, la ruta comienza con la empresa Cambiaso instalada en la calle Yungay con Simón Bolívar, cuyo dueño Antonio Cambiaso llegó desde Genova, Italia, para fundar junto a su tío y otro empresario un negocio de importación de diversos productos entre ellos el té. Continúa con la fábrica de licores y jarabes “Brusco” emplazada en la calle Yungay, cuando Virgilio Brusco quien también arribó desde Génova para fundar una de las fábricas más antiguas de la ciudad. La Scuola Italiana ubicada en la Avenida Pedro Montt es otra parada del circuito por ser un establecimiento educacional cuyo edificio fue declarado monumento nacional. El trayecto sigue con el popular Parque Italia y con la Sexta Compañía de bomberos “Cristoforo Colombo” instalada en la calle General Cruz con Independencia que fue fundada en 1858 por un grupo de italianos en agradecimiento a la hospitalidad de los porteños. A lo anterior, Pablo Peragallo suma a los antiguos negocios italianos como Lagazio, panadería Andina, Menzel entre otros de origen italiano emplazados en calle Independencia. La atractiva ruta italiana también está formada por el barrio italiano constituido por el emblemático Colectivo Favero, que data del año 1912 cuando fue construido por el arquitecto italiano Giocondo Favero y edificado en terrenos del comerciante italiano Mauricio Shiavetti. El ascensor Florida es otro de los puntos del recorrido al igual que la conocida heladería Bogarín y la Biblioteca Severin que fue construida por el arquitecto italiano Arnaldo Barison. De manera paralela se suman la iglesia Don Bosco en la Avenida Argentina, el restaurant La Mangiata y la pizzeria La Riviera. “Con esto, la idea es poder visibilizar una ruta para aquellos que visitan nuestra ciudad, que tenga contenido con los italianos que llegaron hace años a Valparaíso. Esta ruta mezcla lo patrimonial, cultural y comercial, se trata de un circuito que permita conocer cómo se fundamentó esta puesta en escena de los italianos hace muchos años y que actualmente mantienen todavía vínculo en distintos puntos del Almendral porque las generaciones han contado con los negocios y tradiciones”, agregó Pablo Peragallo. Ricordo di Alberto Berloffa Eran las 4 de la mañana del domingo 27, El, sol recién se asomaba anunciando un lindo día de verano. Alberto Berloffa, Presidente del Circolo Trentino de Santiago y mi amigo, en presencia de su señora Susana San Martin y de su hijo Mauricio, iniciaba su último viaje para presentarse a las puertas del cielo con su mochila repleta de buenas obras. Alberto era el alma del Circolo Trentino. Hombre alegre, generoso que con su modestia entró a muchos corazones que lo han querido. El había asumido el rol voluntario de viejito pascuero para alegría de nuestros niños durante un paseo de navidad que Alberto organizaba todos los años y no se pudo realizar este año. Los socios del circolo y los numerosos amigos de ALBERTO presentamos nuestras sentidas condolencia a Susana a Mauricio y a los nietos que hoy sufren por la pérdida del esposo, el hijo, el abuelo y el amigo. Juan Pablo Agostini González Psicólogo clínico - Tráumas - Estrés post traumático - Fobias - Ataques de pánico - Depresiones - Metodología basada en la neurociencia Atención Santiago y Vta. Región Mail: [email protected] www.fagostini.org, fonos 68462800 - 97223909 10 febbraio 2016 - Giorno del Ricordo COLLETTIVITÁ Messaggio del Presidente Dario Locchi Cari amici, ricorre oggi il “Giorno del Ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giulianodalmata”. Mentre mi accingevo a scrivere questo messaggio ho ricevuto uno scritto da parte degli studenti della IV F dell’Istituto Regina Margherita di Palermo, i quali hanno avuto modo di assistere alla presentazione del libro “L’Istria di Gina”, di Giuseppe Crapanzano, edit dalle Edizioni “Italo Svevo” di Trieste, imperniato su quanto vissuto dall’istriana Angelina (Gina) Bratovich fra gli anni ‘40 e’50 dello scorso secolo. Il libro non è un saggio storico né un romanzo, bensì una sorta di “confessione pubblica”; quella di una persona che su di sè ha direttamente sperimentato cosa voglia dire la discriminazione etnica, l’odio sociale e la perdita della libertà. Dopo aver letto quanto scritto dai ragazzi, ho pensato di fare mie le loro parole. Ecco cosa hanno scritto i ragazzi: La verità infoibata "Sulla scorta di quanto appreso alla presentazione del libro, a scuola abbiamo riflettuto insieme sul dramma delle Foibe e dell’Esodo giuliano-dalmata, giungendo alla conclusione che la verità non può essere spinta in una foiba e che l’aver taciuto per così tanti anni una simile vicenda lascia semplicemente sgomenti. Dal nostro dibattito è emerso che quello che più ci irrita è la consapevolezza che non solo i mezzi di comunicazione del tempo non se ne siano occupati a dovere, ma che persino i nostri libri di testo abbiano in larga parte by-passato la questione foibe e il correlato esodo di migliaia di connazionali da quelle terre. Il registro dei fatti che hanno segnato la Storia, invece, pensiamo con fermezza debba essere completo, in ogni parte, senza cesure né censure. Perchè mai - ci siamo soprattutto chiesti - questo colpevole silenzio ha avvolto la fine di oltre diecimila italiani e marcato così a fondo la vita di Gina e quella di tanti altri connazionati andati via da quelle terre dopo il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947? Il rapporto fra “comunicazione e verità”, quindi, al di là delle specifiche vicende storiche ed il toccante racconto della protagonista delle pagine di Crapanzano, si è imposto al centro delle nostre dlscussioni, facendoci giungere alla conclusione che il potere, specie in regimi totalitari, tende a sottacere/ alterare talune spinose questioni, in osservanza ad una visione “ideologica” delle cose, che uccide, prima di tutto, la verità. Ricordare è un dovere di cittadini responsabili, non per rinverdire antichi dissapori o asti, ma solo per “ridare - com’era scritto nella locandina dell’incontro - dignità a quanti, per circostanze avverse della vita, si sono trovati a subire terribili violenze”. ll tibro-intervista ci ha molto interessati, suscitando in noi il vivo desiderio di approfondire meglio il contesto storico-politico di quel delicato periodo. Insieme ai nostri insegnanti, pertanto, ci ripromettiamo di affrontare le tematiche riconducibili alla legge del 2004 in occasione della ricorrenza civile del Giorno del Ricordo il prossimo 10 Febbraio. Per guardare in faccia al futuro dobbiamo conoscere il passato. Sappiamo bene che la Storia è “maestra di vita”, ma siamo altresì convinti che, privi della luce della verità, dagli abissi della dimenticanza in cui a volte la si vorrebbe gettare nessun insegnamento da essa potrà mai giungerci”. Non avrei saputo trovare parole migliori. Dario Locchi, Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo San Padre Pio di aspetta [email protected] Ogni primo martedì del mese nella Parrocchia Italiana si venera in modo speciale la figura immensa del Santo moderno riconosciuto in tutto il mondo: P. Pio di Pietrelcina. Alle ore 19,30 si recita il Rosario secondo il suo stile, seguirà poi, alle ore 20,00 la celebrazione della santa messa. Una immagine bellissima, opera del nostro scultore Joaquín Mirauda, attira la nostra attenzione mentre gli dirigiamo le nostre preghiere 9 Cerimonia di chiusura delle attività dell'anno accademico 2015 Presenza- 1 febbraio 2016 Dante Alighieri - Comitato di Valparaiso Nel mese di dicembre scorso, il Comitato di Valparaiso della Dante Alighieri ha realizzato la sua Cerimonia di Chiusura dell’Anno Accademico 2015. Un anno, come tutti, non esente di difficoltà e di preoccupazioni, ma che si conclude con un sentimento di soddisfazione per essere riusciti a portarlo a buon termine. La più grande soddisfazione è stata quella di contare con un significativo numero di alunni entusiasti: adulti, che dopo il lavoro e le loro attività quotidiane, hanno destinato parte del proprio tempo ad imparare la lingua e la cultura italiana. Sono loro che danno senso e significato al lavoro di questo Comitato. Quest’anno, inoltre, abbiamo avuto la grande soddisfazione di vedere come un gruppo di loro, tutte signore, si sono impegnate e ci sono riuscite, a frequentare i Corsi Estivi dell’Università di Genova a Santa Margherita Ligure. Speriamo che altri dei nostri seguano i loro passi. interesse per la lingua e la cultura italiana, facendo ricerca, discutendo ed esponendo su diversi aspetti della cultura italiana, signore: - Enriqueta Barraza- Yolanda BoeroAlba Castillo- Beate Schenk- Renata Stingo- Pilar Valencia CONFERENZA DEL PROFESSOR GABRIELE OLMI.- Nel contesto di questa Cerimonia, il Professor Gabriele Olmi, ex Direttore Scolastico dell’Ufficio Scolastico dell’Ambasciata e futuro Preside della Scuola Italiana Paritaria “Arturo Dell’Oro” ha concluso i nostri incontri culturali di ogni mese, che quest’anno hanno avuto come tema centrale il XX ( ventesino ) secolo, culminano oggi con la Conferenza su “L’importanza della Conservazione e della Diffusione della Lingua Italiana nel Mondo”. Durante al Conferenza il Professor Olmi PREMIAZIONE 2015 ha risaltato il fatto che la lingua, ogni lingia è veicolo di cultura. Come tutti gli anni, la Dante ha voluto Tutti sanno che l’Italia ha un patrimonio distinguere quegli alunni che hanno ma- culturale che raggiunge il 65% dei beni nifestato maggior interesse per la lingua culturali del mondo occidentale. e per la cultura italiana: Ben si può dimensionare allora quanto è 1° anno Professoressa Elsa Vaccarezza importante conoscere la lingua italiana per 1° premio e diploma di profitto massi- aver accesso al conoscimento della cultura mo- attestato di frequenza che essa veicola. - Susana Manquenahuel Per rendere comprensibile quanto è im2° premio e diploma di profitto ottimo- portante la conservazione e la diffusione attestato di frequenza della lingua e della cultura italiana nel -Sofía Guajardo mondo, ruolo che spetta attualmente agli 3° premio e diploma di profitto lodevole- Istituti di Cultura, alle Scuole e ai Comitati attestato di frequenza della Dante Alighieri sparsi per il mondo, - Franco Gorgerino come il nostro, il Professor Olmi ha fatto 4° premio di incoraggiamento e diploma una carrellata storica sin dalla sua nascita, di frequenza presso la Corte Siciliana di Federico II di - Hugo Chacón Svevia, soffermandosi sul momento del suo Ricevono attestato di frequenza gli sviluppo nella Firenze di Dante, Petrarca alunni: Mónica Cáceres- Carol Castil- e Boccaccio, passando per il momento del lo- Julieta Dominichetti- Dominique suo saggistico e politico con la lingua del March- Fabio Muzio- Ana Raviola- Fer- Machiavelli e facendo accenno alle diffinanda Viacava- Cristian Armijo. coltà della sua conservazione durante il 2° anno Professoressa Flavia Misseroni lungo periodo delle dominazioni straniere 1° premio e diploma di profitto massi- austriaca, francese e spagnola; rilevando mo- attestato di frequenza lo sforzo delle accademie linguistiche come - Enzo Curotto quella della Crusca, della pubblicazione Premio di frequenza e attestato dei primi vocabolari della lingua italiana, - Flavia Parodi l’impresa di renderla lingua nazionale dopo Ricevono attestato di frequenza gli alun- l’Unificazione, in un momento in cui quasi ni: Karen Atuán- Percy Corrales- Marisa la maggioranza degli italiani parlava il Faggioni dialetto. Ricordò la creazione delle prime 3° anno Professoressa Ledda Carrazola scuole statali ed infone la fondazione della Distinzione speciale alle alunne che con Dante Alighieri, opera di Giosuè Carducci, il loro entusiasmo e amore per la cultura professore dell’Università di Bologna, nel italiana hanno fatto realtá il sogno di 1889. Il Prof. Olmi, ricorda che le parole frequentare il corso estivo presso l’Uni- dell’Atto Costitutivo della Dante Alighieri versitá di Genova a Santa Margherita a Bologna, nel 1889, hanno tuttora una Ligure, signore: grande attualità. Dalla fine della 2a Guer-Flavia Alvarado- Hortensia Padovani- ra Mondiale fino ad oggi, l’apprendimento e Cecilia Passalacqua. la diffusione della lingua italiana in Italia Ricevono diploma di frequenza gli alun- e quindi nel mondo hanno consentito la ni:- Flavia Alvarado- Luisa Borzone-Paola conoscenza, conservazione e diffusione Choupay- María Rosa Muzio- Hortensia della sua cultura. Padovani- Cecilia Passalacqua- María Al giorno d’oggi, ha segnalato Olmi, la Verónica Pastene- Danielle Piras- Luz lingua italiana è parlata da oltre 60 milioni Maria Solari- María Eugenia Zabala di parlanti al mondo. Corso di cultura italiana Professoressa A questo contribuiscono non solo le scuoLedda Carrazola le italiane locali, ma gli Istituti Italiani Premio all’alunno che si è specialmente di Cultura, le Scuole Italiane e specialdistinto per il suo interesse, partecipazio- mente quelle Paritarie e i Comitati della ne e assiduità signore: Dante Alighieri. Si crea così un circolo - Tullio Curti virtuoso di mutua collaborazione tra le Ricevono diploma di frequenza gli alunni: due Istituzioni che confluiscono in questa - Silvia Gaggero- Corina Correa- Raúl Cerimonia: La Scuola Italiana Paritaria Mujica- Silvana Sabadini. “Arturo Dell’Oro” di cui il Prof. Olmi è Corso di conversazione Professoressa ormai Preside e che ospita il Comitato di Ledda Carrazola Valparaiso della Dante Alighieri che ha Distinzione speciale alle alunne che per concluso in questa Cerimonia il suo Anno anni e anni hanno dimostrato un enorme Accademico 2015. 10 Presenza- 1 febbraio 2016 Rimembranze Francobolli, ricchezza dei filatelici Quanti ricordi, specialmente per noi che vivevamo lontani da casa, ci porta questa busta affrancata con i tipici francobolli di oltre mezzo secolo fa. Li conosciamo a memoria. Non esisteva le E-mail che inviavano, in tempo reale, gratis informazioni alla famiglia. Ma si aspettava con ansia il postino a consegnarci la lettera (ci metteva un mese ad arrivare nelle nostre mani) che baciavamo perchè l’aveva toccata la mamma, il papà o la fidanzata. Un fratello mio, quand’era militare e inviava alla fidanzata una cartolina dalle alpi trentine scriveva sempre la parola più importante, che copriva con un francobollo grande. La fidanzata sapeva del trucchetto: sollevava pian pianino l’angolo del francobollo ed, emozionata, vi leggeva la parola più bella che valeva più di un tesoro. Diceva: “Ti amo”. Care Lettrici e Cari Lettori, se avete qualche foto di archivio (di famiglia o di comunità) e ce le inviate con una breve didascalia, saremo felici di inserirla in questa serie di "rimembranze" iniziativa dell'Arch. Claudio Massone * Despacho exacto de Recetas de Médicos Oculistas *Gran surtido de Armazones y Cristales de las mejores marcas COLLETTIVITÁ Dal 14 Gennaio al 15 Marzo 2016 Il Centro Cultural La Moneda di Santiago del Chile ospita Madonna con bambino e sei angeli di Sandro Botticelli La Madonna con bambino e sei angeli di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi detto il Botticelli, tra i più famosi tondi realizzati dall'artista protagonista dell'umanesimo fiorentino, sarà esposta per la prima volta dal 14 gennaio al 15 marzo 2016, al Centro Cultural La Moneda. Dopo Russia e Giappone, l'opera lascia l'Italia in occasione dell'anno dell'Italia in America Latina. L'esposizione, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dall'Ambasciata d'Italia a Santiago, dall'Istituto italiano di cultura, la Galleria Corsini di Firenze e il Consejo Nacianal de la Cultura y las Artes, è un regalo per festeggiare i dieci anni di vita del Centro Cultural La Moneda ai cittadini cileni e la visione dell'opera sarà quindi gratuita. Botticelli incarna nell'immaginario l'idea stessa del Rinascimento fiorentino e uno dei grandi Maestri dell'arte italiana. Allievo di Filippo Lippi e poi attivo nella bottega del Verrocchio la diffusione della sua fama è conferma dalla chiamata nel 1480 a Roma, insieme agli artisti più celebri, per affrescare le pareti della Cappella Sistina. Al ritorno diviene sempre più stretto il legame con i Medici, di cui è pittore di fiducia. Per la famiglia che detiene il potere a Firenze esegue, tra l'altro, famosissime favole mitologiche profane quali La Primavera, Pallade e il centauro, la Nascita di Venere. Opere di complessa simbologia, probabile sintesi – ricercata dal neoplatonismo fiorentino – tra nuovi ideali cristiani e mito antico, che creano un canone di bellezza ideale femminile: giovani donne dall'incarnato luminoso, lunghi capelli biondi, corpo elegante, volti di una dolcezza malinconica. Dall'ultimo decennio del secolo si manifestano i sintomi della crisi personale di Botticelli che coincide con quella della società fiorentina: la morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492, la cacciata del figlio Piero de' Medici nel novembre '94 e la conseguente perdita di protezione e di committenze importanti segnano la fine di un mondo. L'artista si avvicina allora al pensiero del domenicano Girolamo Savonarola, ispiratore della moralizzazione della vita pubblica fiorentina. L'adesione totale sarà tardiva, successiva all'esecuzione del frate, avvenuta il 23 maggio del 1498; Botticelli ne abbraccia l'austero rigore e adegua il proprio stile al suo estremizzato credo religioso. La Madonna con bambino e sei angeli è stata realizzata proprio durante la fase tarda della sua produzione artistica in cui la conversione del pittore matura nel clima turbato della Firenze di fine secolo e determina una svolta nel suo stile. La composizione è pensata per un formato circolare, ma si distingue da esempi precedenti per la costruzione piramidale, l'allungamento delle figure e soprattutto per la presenza degli strumenti della Passione, che rappresentano il fulcro del dipinto e sembrano evocare le prediche infiammate di Savonarola. Il dipinto del Botticelli fa parte della Galleria Corsini dalla metà del 1600. L'opera venne acquistata dal Marchese Bartolomeo Corsini per seguire le disposizioni testamentarie del fratello, il Marchese Filippo Corsini, che si raccomandava di investire in opere d'arte, le quali "aprono la mente ed il cuore". Bartolomeo iniziò così a studiare e ad informarsi per scegliere opere d'arte che potessero essere facilmente riconoscibili e di grande valore artistico. La sua scelta ricadde sul Botticelli. L'iniziativa di esporre al Centro Cultural La Moneda di Santiago del Chile un'opera di tale rilievo riflette appieno l'impegno profuso da Italia e America Latina nell'organizzazione dell'Anno di celebrazioni ed è indicativa dell'assoluta eccellenza delle relazioni anche in campo culturale. Los 99 años de la Società Sportiva Italiana Un miércoles 7 de Febrero de 1917 en los salones de la Sesta Compañía de Bomberos, Giovanni Unghiatti Valle, secretario de honor, dio a conocer la unión de los clubs Ciclista Italiano de Viña del Mar y Veloce Ciclista Italiano de Valparaíso, declarando oficialmente fundada y constituida la "Societá Sportiva Italiana”. De esa fecha han transcurrido 99 años, día en que en el ajetreado barrio El Almendral comenzaba a funcionar una de las instituciones deportivas que mayor número de satisfacciones le ha entregado a la ciudad de Valparaíso. Sus mayores triunfos han sido en el básquetbol, disciplina que han cultivado desde su fundación, logrando gran cantidad de títulos regionales y nacionales, como lo fueron dos Torneos de Clubes Campeones de Chile (1971 en Punta Arenas y 1978 en Santiago), dos Campeonatos Dimayor (1980 y 1982), más un vicecampeonato del mismo en 1979, y el subcampeonato en el IV Campeonato de Campeones Sudamericanos de Básquetbol Masculino en Arequipa, Perú (1971), siendo a la fecha la mejor ubicación de un club chileno en un campeonato sudamericano de clubes en el extranjero. Últimamente, los mejores logros han sido el bicampeo- nato de la división adulta en el campeonato de la Asociación Valparaíso (2013-14), y el bicampeonato (2013-14) de la rama femenina Sub-15 en el “Renato Raggio”, campeonato organizado por la misma institución itálica en memoria al entrenador más importante que ha tenido en su historia. En las bochas, la entidad ha obtenido excelentes logros, con varios jugadores de sus filas en competencias sudamericanas y mundiales, donde el logro individual más importante conseguido por un jugador del club fue el 2010, cuando Rodolfo Galvez, representando a Chile, consiguió el vicecampeonato mundial de bochas (estilo raffa-volo) en Roma, Italia, país al que fue acompañado por Ulises Gnecco, presidente de la rama de bochas de la institución itálica. En estos últimos años, también se ha destacado Sabrina Polito, cuarta en los Juegos Mundiales de Colombia 2013, y quinta en la modalidad “tiro y precisión” en el Mundial de Francia 2014, tras lo cual recibió el “Cóndor de Bronce” a la mejor del año por parte del Círculo de Periodistas Deportivos. 1971: Subcampeón del IV Campeonato de Campeones Sudamericanos de Básquetbol Masculino, disputado en Arequipa, Perú. En la foto, arriba de izquierda a derecha: Roberto Cortés, Oscar Fornoni (QEPD), Guido Pietrantoni (QEPD), Luis Saavedra, Guillermo Sanino, Rual Villella (QEPD) y José Miller. Abajo, en el mismo orden: Daniel Aste (capitan) , Eugenio Avilés, Rodolfo Arrué (QEPD) , Humberto Aveggio y José Urbina. Ennio Gnecco Valdés STADIO ITALIANO Presenza- 1 febbraio 2016 11 12 Presenza- 1 febbraio 2016 A fine anno si é realizzata la cerimonia di premiazione degli alunni distinti nelle aree accademica, formativa e sportiva di entrambe le sedi, dal Quinto Anno Scuola Primaria fino al IIIº delle Superiori. Inoltre, si é colta l’occasione per dire addio alla Preside che ci ha accompagnati per parecchi anni e dare il benvenuto ufficiale a chi, dal 2016, assumerá la Rettoria della Scuola, il Prof. Gabriele Olmi. Il Presidente della Sidi, Sig. Gian Franco Rosso, ha rivolto parole di sincero ringraziamento alla Preside Carla Mazza per il proficuo lavoro svolto; e al Rettore Olmi, ha augurato SCUOLA ITALIANA VALPARAISO PREMIAZIONE ACCADEMICA E FORMATIVA 2015 un ampio successo nel fondamentale ruolo che gli é stato assegnato: quello di dirigere una Scuola che, dal prossimo anno, aumenta il suo percorso liceale. Infatti, i ragazzi di Primo Anno di Liceo, hanno la possibilitá di scegliere fra Liceo Scientifico-opzione Scienze Applicate, e Liceo Economico- Sociale Ai nostri alunni premiati, congratulazioni per i loro meriti e gli auguri di continuare per questa via. La Preside Carla Mazza, dopo una vita intera al servizio della nostra Scuola, lascia la Rettoria, ma continua come consulente durante il prossimo anno accademico. Ecco le sue parole di congedo, durante la cerimonia: “…En mis 31 años de docencia tengo una sola certeza: la certeza de que hoy el primer objetivo de una comunidad educativa debe ser el formativo. El de formar personas capaces de mirarse a sí mismas y de cuestionarse la vida, capaces de romper prejuicios, de reflexionar respecto de sus paradigmas y de pensar desde el NOSOTROS, en la sana convivencia, en el respeto del otro, en la tolerancia a la frustración, en el valor del esfuerzo, del trabajo y del sacrificio… Abrirnos a la Paritá, enriqueciendo nuestra manera de ser ya originalmente bicultural, fue el camino que escogimos como Scuola para dar un gran paso de apertura; la intercultura es nuestra forma concreta de acercarnos a educar en la diversidad, en la amplitud de pensamiento, en el respeto al prójimo, en la globalización… Es el inicio de un caminar sin límites, dinámico en esencia… Creemos estar haciendo lo correcto; nuestros ex alumnos lo explicitan y lo evidencian; son definidos por las universidades, por los empleadores, por los directorios y colaboradores como personas socialmente valóricas y capaces; lideres, cultos, adaptables y gestores de cambio… Parte de la tradición es reunirnos en diciembre a homenajear a quienes se han destacado durante el año en las diferentes áreas del desarrollo… A todos ustedes, jóvenes, un gran abrazo y felicitaciones, pues i siguen el camino elegido, serán los líderes del mañana, aquellos que orientarán el destino de nuestra “aldea global”. Deseo agradecer al Direc- torio de la Societá Italiana d’Istruzione, a los directivos de las instituciones italianas de la región, a nuestra ex Cónsul, a nuestro actual Cónsul, a los profesores, a nuestros colaboradores, a nuestros apoderados y alumnos, el apoyo que iempre sentí en los siete años en que asumí el rol de ser responsable de todo…estando al servicio de todos. Tengo la certeza de que quien me sucede en este cargo, el ya casi Rector Gabriele Olmi, posee los valores, la capacidad, el tesón y la voluntad para conducir hacia el futuro a nuestra querida Scuola” PAGINA RELIGIOSA Giovanni Paolo I e Francesco, apostoli della misericordia «Dio è misericordia», «Dio amore è padre, è madre». «Madre è anche la Chiesa, se è continuatrice di Cristo. Cristo è buono: anche la Chiesa dev’esser buona, dev’esser madre verso di tutti. Nessuno escluso»; «siamo tutti poveri peccatori… ma nessun peccato è troppo grande, nessuno più della misericordia sconfinata del Signore». Sono leitmotiv attualissimi dei quali è costellato il magistero di Papa Luciani, che in calce, nella sua agenda personale del pontificato, siglava così l’essere ministri nella Chiesa: «Servi, non padroni della Verità». Albino Luciani aveva infatti assimilato già nella sua formazione sacerdotale quella visione, cara ai Padri del primo millennio, della Chiesa come mysterium lunae: una Chiesa cioè che non brilla di luce propria, ma di luce riflessa; una Chiesa che non è proprietà degli uomini di Chiesa, ma Christi lumini. Immagine della natura ecclesiale e dell’agire che le conviene che aveva irrigato diffusamente i documenti del Concilio e che divenne decisiva e feconda nell’iter pastorale di Luciani. E facendosi così apostolo del Concilio, che è stato un «segno della misericordia del Signore sopra la sua Chiesa», egli lo aveva incarnato soprattutto nel concepire la prossimità della Chiesa al popolo di Dio, nell’essere propter homines. Prossimità che egli mostrò durante il suo breve, ma intenso pontificato, evidenziandosi particolarmente nel registro linguistico adottato per le allocuzioni e le catechesi, nella ricerca della semplicità nelle parole, affinché il messaggio della salvezza potesse giungere a tutti. Secondo quindi la deliberata scelta teologica di un linguaggio conversevole e accessibile di quel sermo humilis canonizzato da sant’Agostino, che è comprensivo del mondo e degli uomini, che è con essi dialogante e da essi è comprensibile, perché sermo humilis è anche espressione della caritas e lieta novella nell’accezione agostiniana. Le quattro udienze generali sull’umiltà, la fede, la speranza e la carità che tenne in Vaticano durante il pontificato, restano un esempio preclaro di quanto fosse efficace l’oralità lucianea alla luce del Vangelo, nel solco del Concilio Vaticano II, coniugando nova et vetera in felice e geniale sintesi. Prossimità, umiltà, semplicità e insistenza sulla misericordia e sulla tenerezza di Dio, sono i tratti salienti di un magistero conciliare che quarant’anni fa suscitarono attrattiva nel popolo di Dio. E sono gli stessi tratti che lo rendono attuale oggi legandolo in filo diretto di continuità con l’attuale Successore di Pietro. Il Servo di Dio Giovanni Paolo I è stato anzitutto testimone dell’amore misericordioso di Dio: è una costante della sua vita conforme alla sua predicazione. Il continuo riferimento alla natura del cuore di Dio che è amore, amore che ci precede, trova accenti peculiari e riscontro speculare in consonanze profonde con la predicazione di papa Francesco. Bergoglio non ha conosciuto Luciani, ma dimostrò di essere stato attento lettore dei suoi scritti elargendo suggerimenti quando preparavo la mia tesi di dottorato sulla silloge di lettere del papa veneto e come anche documenta il libro di prossima uscita Il nome di Dio è misericordia. Nella Historia salutis, trascrizione di un corso di esercizi spirituali dettato ai sacerdoti nel 1965, pubblicato postumo, l’allora vescovo di Vittorio Veneto, con efficacia del tutto simile a quella dell’attuale Pontefice, espresse questo aspetto centrale del messaggio cristiano: «La misericordia di Dio è la base. È buono il Signore. Quale sia la bontà del Signore lo dice il Vangelo, dove il Signore si lascia chiamare amico dei pubblicani. Leggete san Luca. E in quale grado sia amico, lo dice lui stesso esponendo qual è la sua logica, il suo sistema di amicizia. Dice: Io sono fatto così, che se ho cento anime e una sola va per le strade storte, lascio le novantanove al sicuro, corro dietro solo a quella e non ho pace finché non la ritrovo e la porto a casa e facciamo una grande festa. In cielo si fa più sagra per un solo peccatore che ha fatto penitenza, che non per novantanove giusti che se ne stanno lì tutti quieti. Questo è il mio sistema». «Così – afferma ancora Luciani – sono stati cercati da lui, e trovati, e salvati, la samaritana, Maddalena, Zaccheo e il buon ladrone. Era talmente buono con la povera gente, con i peccatori, che questi si sentivano sollevati, gli erano sempre attorno, pendevano dalle sue labbra. Tra le critiche e i rimproveri dei farisei, dei dottori della legge che una volta hanno detto ai suoi discepoli: ‘Questo è troppo’. Gesù ha sentito e ha risposto: Non è troppo. Volete farmi un piacere? Cercate nella Scrittura e trovate quelle parole: misericordiam volo et non sacrificium, e spiegatemele. Non è così che devo fare? Sono un medico: devo andare in cerca di chi, dei sani? No, dei malati. È venuto il Figlio dell’uomo a cercare e a salvare ciò che era perduto. È il mio mestiere, la mia professione, non ho altri mestieri, io». Sull’esempio di san Leopoldo Mandic dal quale era stato confessato e del ‘confessore di Roma’ il gesuita padre Felice Cappello, suo parente e dirimpettaio di confessionale ad Agordo, egli più volte richiamava ai fedeli: «Nessun peccato è troppo grande: una miseria finita, per quanto enorme, potrà sempre essere coperta da una misericordia infinita. E non è mai troppo tardi… Presenza- 1 febbraio 2016 13 Gmg: già iscritti 500mila giovani Il numero finale dei partecipanti alla Gmg di Cracovia resta aperto, si sa solo che il «Campus Misericordiae» con i suoi 250 ettari potrà ospitare fino a cinque milioni di persone, ma una prima «meta» è già stata raggiunta. L’organizzazione dell’evento ha annunciato, infatti, che il primo giorno del 2016 risultavano iscritti già 500mila pellegrini. Mezzo milione di giovani da tutto il mondo, quindi, hanno deciso che tra pochi mesi – più esattamente tra sei mesi, tre settimane e un giorno – prenderanno parte al grande appuntamento assieme a papa Francesco dal 25 al 31 luglio. L’annuncio è stato dato attraverso il canale ufficiale della Gmg su Twitter ( www.twitter.com/ wyd_en) proprio il 1° gennaio.) proprio il 1° gennaio. «Non diciamo più “la Gmg sarà il prossimo anno” – scrivono gli organizzatori – perché il 2016 è con noi e Cracovia 2016 è tra pochi mesi». Dei 500mila già registrati di certo una buona fetta – almeno uno su dieci – è rappresentata da giovani italiani, le cui iscrizioni continuano attraverso i responsabili diocesani della Pastorale giovanile, che poi registrano i «loro» pellegrini sul sito ufficiale italiano www.gmg2016.it.. A Cracovia, intanto, i preparativi possono essere seguiti in diretta anche grazie al sito www.campusmisericordiae. pl/ , dedicato alla grande area dove si terrà la Veglia finale con il Papa. Papa: «L’indifferenza è nemica della pace, crea barriere e paure» «Nemica della pace non è solo la guerra, ma anche l’indifferenza che fa pensare solo a se stessi e crea barriere, sospetti, paure e chiusure». Affacciato dal balcone di San Pietro e davanti a 60 mila fedeli, il Pontefice dedica il primo Angelus del 2016 al bisogno di misericordia in occasione della 49esima Giornata mondiale della pace. «La pace, che Dio Padre desidera seminare nel mondo, deve essere coltivata da noi. Non solo, deve essere anche conquistata - aggiunge Francesco - Cominciamo in quest’anno ad aprire il cuore, risvegliando l’attenzione al prossimo, a chi è più vicino e ha bisogno» aggiunge ringraziando e ricambiando gli auguri inviati dal Presidente Mattarella. «Violenza e ingiustizia» «Molteplici forme di ingiustizia e di violenza» «feriscono quotidianamente l’umanità» ha detto il Pontefice nell’omelia della prima messa solenne del nuovo anno a San Pietro. «Ogni giorno, mentre vorremmo essere sostenuti dai segni della presenza di Dio, dobbiamo riscontrare segni opposti, negativi, che lo fanno piuttosto sentire come assente». Contro questo «fiume in piena» di ingiustizie, Francesco ha che a vario titolo si trovano nel territorio nazionale per una sempre più profonda e concreta educazione alla solidarietà e alla legalità». invitato i fedeli a immergersi «nell’oceano di misericordia» che porta a «vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà» e a «uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione». Il dramma dei migranti La «sopraffazione dell’uomo», l’«arroganza del più forte», la «malvagità che semina violenza e odio»: sono questi i segni negativi di cui parla Francesco che poi ricorda anche il dramma dei migranti come una delle conseguenze più evidenti della mancanza di pace. «Sotto i nostri occhi moltitudini di uomini, donne e bambini fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, disposti a rischiare la vita pur di vedere rispettati i loro diritti fondamentali». Un messaggio, quello del Pontefice, che ha anche un peso «politico»: «Dove non può arrivare la ragione dei filosofi né la trattativa della politica, là può giungere la forza della fede che può aprire sempre nuove vie alla ragione e alle trattative». Mattarella: bimbi morti in mare sono il nostro fallimento Anche il presidente Mattarella parla del dramma dei migranti nel messag- La marcia per la pace Durante la celebrazione della messa solenne in Vaticano, è partita la marcia contro l’indifferenza organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio che si conclude in piazza San Pietro durante l’Angelus del Pontefice previsto per le 12. Alla marcia partecipano persone di tutta Italia. gio inviato al Pontefice in occasione della Giornata mondiale della pace. «Le migliaia di donne e uomini annegati nel Mediterraneo, i 700 bambini morti nella speranza di raggiungere un’esistenza serena, lontano dalla guerra e dalla miseria, sono muti e sofferenti testimoni di un fallimento drammatico». «In quest’epoca angosciosa, vi sono segnali di speranza cha abbiamo il dovere di accogliere e di incoraggiare - scrive ancora Mattarella - per ampliare gli spazi di solidarietà, di libertà e di collaborazione tra popoli».«Desidero richiamare il ruolo decisivo della politica nel tutelare i diritti dei cittadini e di tutti coloro A nuestra Colectividad: Si Ud. es Adulto Mayor y requiere de atención diurna, el HOGAR ITALIANO le ofrece sus instalaciones y servicios habituales además de alimentaciòn equilibrada guiada por nuestra Nutricionista. Ofrecemos Servicios de Corta Estadìa. 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Frosinone-Atalanta 0-0 Alla fine vince soprattutto la paura, quella di perdere ancora e di sprofondare verso abissi lontani. Quelli della Serie B per il Frosinone, quelli della crisi per l'Atalanta. Finisce 0-0 e forse è un punto che serve più ai lombardi che ai padroni di casa, visto che la squadra di Reja così forse non potrà togliersi qualche sfizio in più, ma almeno consolida la posizione per la salvezza. Traguardo che invece per il Frosinone resta sempre più difficile, anche in vista di un calendario che mette di fronte una dietro l'altra Roma, Bologna e Juventus. Empoli-Milan 2-2 Come una stagione fa, Empoli-Milan finisce 2-2. L'illusione, per Miha, è doppia: reduce dal bel 2-0 sulla Fiorentina, trova un pari sofferto e fallisce l'aggancio al quinto posto; in Toscana non bastano i gol di Bacca e Bonaventura che in apertura dei due tempi trovano il gol del vantaggio. La squadra di Giampaolo, infatti, rimedia prima con Zielinski, poi con Maccarone e soprattutto nella parte finale gioca meglio dei rossoneri. Fiorentina-Torino 2-0 Dopo le sconfitte contro Lazio e Milan, la Fiorentina torna alla vittoria riprendendo il cammino verso l'alta classifica. Si ferma nuovamente il Torino dopo la mini serie positiva (vittoria con il Frosinone, pari con il Sassuolo). Il vantaggio della Fiorentina è una logica conseguenza. Punizione dai 25 metri, pennellata perfetta di Ilicic e palla sotto l'incrocio. Il Toro reagisce, ci prova Baselli in mezza rovesciata ma Bernardeschi devia. Finisce così il primo tempo, con i viola meritatamente in vantaggio. Si riparte con gli stessi 22 e Babacar dopo meno di un minuto spara alto di sinistro da buona posizione. La Fiorentina chiude il match a 7' dalla fine. Corner di Pasqual, Gonzalo Rodriguez spazza via Babacar e di testa la piazza all'incrocio dei pali. Inter-Carpi 1-1 I diffidati contano, eccome. E Roberto Mancini è stato bravo alla vigilia della gara con il Carpi a mascherare ancora una volta le sue idee. Dei quattro a rischio squalifica (domenica c’è il derby) gioca dall’inizio solo Melo, mentre Kondogbia, Miranda e Medel si accomodano in panchina. Ma nemmeno da bruttina l’Inter riesce più a vincere in campionato. Il Carpi (in 10) pareggia 1-1 grazie a Lasagna al 2’ di recupero dopo che i nerazzurri erano passati in vantaggio con Palacio. Il punto serve solo a prender fischi dai propri tifosi, a essere agganciata dalla Fiorentina e a scivolare a -6 dal Napoli che occupa la vetta della classifica. Il giocattolo nerazzurro scricchiola. Sassuolo - Bologna 0-2 La sorpresa, questa volta, non è il Sassuolo. Al Mapei Stadium la squadra di Di Francesco viene gelata da Emanuele Giaccherini, vero e proprio "amuleto" per Donadoni al suo quinto PASTELERIA Y CONFITERIA CALIFORNIA Galletas finas - Tortas Heladas - Pasteles - Confites Tortas para Novios - Pastelitos para cocktails COCKTAIL A DOMICILIO Irarrázaval 1570 Fono 22042382 gol in stagione. Il Sassuolo appare stranamente molle nell'approccio alla partita e già prima del gol subito è soprattutto Consigli a distinguersi tra tutti. Nulla può, però, sul sinistro del "Giak", che dedica il gol al compagno Zuniga (che ha perso il Padre proprio in settimana) e continua così a sperare di convincere di nuovo Antonio Conte a portarlo ad Euro 2016. Il Sassuolo si risveglia, ma soltanto dopo lo 0-1 e questa volta non può essere sufficiente. Anzi nel finale arriva anche la beffa firmata dall'ex Floccari, che chiude definitivamente la partita. Verona - Genoa 1-1 Niente da fare, la maledizione continua. Il Verona resta ancora senza vittorie, anche se contro il Genoa ha cercato in tutti i modi di cancellare quello zero che sa tanto di retrocessione anticipata. Finisce 1-1 e il pari va un po’ stretto all’Hellas per quello che fa vedere nella ripresa. Lazio-Chievo 4-1 Dopo tre mesi la Lazio torna a vincere all’Olimpico in campionato. Il 4-1 sul Chievo arriva in rimonta dopo il vantaggio di Cesar in avvio di partita. La squadra di Maran, in dieci all’inizio della ripresa per l’espulsione (nel finale rosso pure a Radu), viene travolta dalla metà della ripresa. Candreva con una doppietta (un rigore), Cataldi e Keita (in pieno recupero) ribaltano il risultato in una gara che evidenzia nella ripresa una Lazio bella, aggressiva: sesto risultato utile di fila. Palermo-Udinese 4-1 E svolta fu. Quaison più Hiljemark più Lazaar più Trajkovski. La somma produce una vittoria strameritata di matrice svedese, marocchina e macedone: il Palermo multietnico allontana la paura con un acuto di enorme valore al Barbera, infliggendo all’Udinese un 4-1, la terza sconfitta di fila dopo quelle contro Carpi e Juventus e costringendo la squadra di Colantuono ad un già annunciato ritiro punitivo. Con sofferenza e qualche equivoco tattico da risolvere al più presto (la posizione decentrata di Vazquez…), i rosanero agganciano così in classifica i friulani e si portano a più 6 sul terz’ultimo Carpi: un sospiro di sollievo per i tifosi siciliani in apprensione da giorni. Sampdoria-Napoli 2-4 Il Napoli conquista il quinto successo consecutivo in campionato, ma fatica a chiudere la sfida con la Sampdoria, pagando un po' la fatica della partita di coppa Italia contro l'Inter. I blucerchiati, commettono errori clamorosi in serie, ma riaprono due volte la contesa prima di arrendersi. Montella lascia l'iniziativa al Napoli e imposta la sua tattica sul lancio improvviso per Eder a scavalcare la difesa. Il pressing del Napoli, peró, manda presto in confusione alcuni giocatori della Sampdoria. Il primo a sbagliare è Moisander che, su un lungo rilancio di Reina, si fa scavalcare dal pallone, lasciando Higuain solo davanti a Viviano. Incredibilmente il centravanti alza molto la mira. L'argentino si rifá cinque minuti dopo, al 9', quando si ritrova la via verso la porta spalancata da uno sciagurato retropassaggio di Barreto. Stavolta il capocannoniere del campionato non fallisce. CLASSIFICA Napoli47 Juventus45 Fiorentina41 Inter 41 Roma 35 Milan 33 Sassuolo32 Empoli32 Lazio 31 Chievo27 Torino26 Bologna26 Atalanta26 Palermo24 Udinese24 Genoa23 Sampdoria23 Carpi 18 Frosinone16 Verona10 Iveco (Fiat) conquista il gradino più alto del podio alla Dakar 2016. Gerard De Rooy, leader del Team PETRONAS De Rooy Iveco, ha vinto l’edizione 2016 del rally più difficile e competitivo al mondo. La sua prestazione nel corso delle tredici tappe ha dimostrato, ancora una volta, le eccezionali abilità di guida e di navigazione del pilota e ha confermato le qualità dell’Iveco Powerstar. Iveco ha dominato una delle Dakar più combattute di sempre, con 5 diversi costruttori di camion nelle prime 10 posizioni. Questa è la seconda volta che De Rooy sale sul gradino più alto del podio alla Dakar nella categoria camion. Alla fine della gara, il campione olandese ha dedicato la vittoria al suo navigatore belga, Jurgen Damen, scomparso lo scorso anno. Terzo posto per Federico Villagra, soprannominato El Coyote, vera e propria rivelazione di questa edizione. Il pilota argentino, con il suo Iveco Powerstar, è stato seguito da milioni di tifosi connazionali in un Paese in cui Iveco è leader di mercato. A Wengen grande Italia, Razzoli e Gross sul podio Serie B Risultati Salernitana- Brescia Ascoli -Lanciano Bari -Vicenza Cagliari -Ternana Cesena -Entella Modena- Avellino Novara -Crotone Vercelli- Spezia Trapani -Latina Perugia -Pescara Livorno -Como (una in meno) Classifica Crotone51 Cagliari49 Pescara43 Bari 39 Novara 38 Brescia 38 Avellino35 Cesena 34 Entella 31 Perugia30 Spezia 30 Trapani29 Latina 28 Vicenza27 Ternana27 Ascoli 26 Modena25 Pro Vercelli 24 Livorno23 Salernitana23 Lanciano(-1)21 Como 17 3-0 1-0 2-1 1-0 2-0 1-1 0-1 0-1 1-2 0-4 Vince Kristoffersen e questa è una conferma ma la vera e graditissima sorpresa è il podio degli azzurri nel tempio di Wengen: Giuliano Razzoli è secondo, autore di una grandissima seconda manche a 0”30, terzo Stefano Gross, solido e determinato. È grande Italia. Sul podio brilla la loro felicità. La squadra delle discipline tecniche è risorta. Non siamo solo il paese della velocità, non solo libera ma anche salom, dunque. Si entusiasma anche Alberto Tomba che di pali e porte se ne intende e manda un messaggio a Razzo: «Grandissimo!». Lui, il “Razzo” di Villa Minozzo, arriva al traguardo, urla, gioia e liberazione finalmente, è uscito dal tunnel, si è ritrovato. A Wengen tutto è andato alla perfezione, classe equilibrio e testa. Giuliano ha disputato una prova perfetta. Non è stato da meno Stefano Gross, terzo a 0”68, dopo il quinto posto nella prima manche. Nella giornata del crollo delle “vecchie stelle” - è uscita Lindsey Vonn nel gigante di Flachau - la stessa sorte è capitata anche a Marcel Hirscher che perde l’occasione di allungare nella classifica della coppa assoluta, fornendo un asso al rivale Aksel Svindal. Lo slalom è ancora del giovane Kristoffersen, un furetto, danza tra i pali con l’elasticità del funambolo cresciuto in un circo (quello vero): il re dello slalom è ormai questo giovane norvegese che fila più di Hirscher e rinsalda il dominio della ricca Norvegia dello sci trascinata da Svindal e Jansrud. Ma l’Italia c’è, è tornata. Productos originales de Italia Prosciutto Balugani Panettone Bauli Mozzarella Mauri Grissini Vita Vigor Antipasto Damico Funghi Porcini Asiago Prosecco Frattina Pepe Drogheria Lambrusco Riunitte Amaretto Lazzaroni Parmigiano Balugani Tartufi Urbani Caffe Kimbo Amaro Averna Olio Basso Limoncello Villa Massa Aceto De Nigris Pomodorina Cucina Aceto Balugani Pinolo GlobeItalia Pasta Divella Pasta Rustichella Riso Scotti Av. Las Condes 6903 - Fono: 2202 3593 - Fono-Fax 2229 5058 www.globeitalia.cl SPORT Pennetta donna del 2015: Flavia d’Italia scelta del cuore Lo s corso anno era toccato a Vincenzo Nibali issarsi, a suon di pedalate, in vetta all’Italia e al mondo: “Doppio re” avevamo titolato il 31 dicembre di un anno fa. “Non solo vittorie, io regalo emozioni”, aveva commentato il campione messinese. E proprio una grande emozione ha fatto sì, che quest’anno il tradizionale referendum Gazzetta di fine anno (nato nel 1978), un po’ modificato per quanto riguarda la parte italiana, abbia trovato una doppia regina. Flavia Pennetta con il trionfo degli Us Open ha dilagato nei cuori di tutta Italia: la brindisina, dopo essere stata insignita del primo Gazza Awards che l’ha riconosciuta miglior atleta italiana dell’anno, riceve ora la consacrazione di miglior sportiva del mondo. È la Volley, l’Italia delle donne sogna ancora l’Olimpiade: 3-2 alla Turchia Volley, Rio 2016: l'Italia delle ragazze resta in corsa. Le azzurre battono la Turchia e possono ancora qualificarsi. Che ci sta a fare lo sport, se non a ricordarti che puoi, sempre, farcela. Battere il tuo avversario proprio all’ultimo secondo, nella partita della vita. C’era tanto da perdere, altroché. E invece l’Italia ha sconfitto la Turchia 3-2 (25-23, 19-25, 25-23, 15-25, 15-13) e si è aggrappata all’ultimo posto messo in palio per andare a giocare il torneo di qualificazione per Rio, a maggio. Ma a Tokyo sarà tutta un’altra cosa. Perché la possibilità di staccare il pass per i Giochi è maggiore e soprattutto perché la squadra di Marco Bonitta ha trovato la sua identità. E’ quello che fa il destino, quando si svela. Ti mette davanti quello che sei. E le azzurre hanno la potenza e la tigna di due ragazzine di 17 anni: Paola Egonu e Alessia Orro. L’ultima fa la palleggiatrice e saltando con gli occhi aperti, ha stampato il muro decisivo in faccia alle avversarie. Manco lo facesse da sempre. Hanno spina dorsale. E si salvano da sole. La Egonu è letteralmente una furia. Sull’1-1 e sotto 1719 mette per terra quattro attacchi consecutivi e due ace e mezzo. Con un coraggio pazzesco, consegna all’Italia il vantaggio. Ma non esistono vie di mezzo e dopo un set capolavoro le azzurre si perdono di nuovo. Girandola di cambi ma niente, si va al tie break. E’ allora che si alza in piedi il capitano, Antonella Del Core. Fino a qui aveva fatto il lavoro sporco, in seconda linea. Vanificare la possibilità di andare ai Giochi olimpici, deve essersi detta, non era tra le opzioni. Via con tre attacchi che sono tutta tecnica e l’Italia torna in corsa: 11-11. Le azzurre ci credono, Egonu piazza altri due palloni (13-12) e spiana la strada al muro decisivo della Orro. L’Italia adesso vede il sogno di Rio avvicinarsi e festeggia la medaglia di bronzo più importante di tutta la sua storia. quarta italiana a vincere l’Oscar dello sport Mondiale dopo Manuela Di Centa (fondo), Valentina Vezzali (scherma) e Federica Pellegrini, che l’ha conquistato due volte nel 2009 e 2011. Un titolo che condivide in campo maschile nientepopodimeno che con Usain Bolt. Il giamaicano, imperatore della velocità, è anche il primo a sfrecciare per ben 5 volte in testa al nostro referendum, che aveva già dominato nel 2008, 2009, 2012 e 2013. Dietro di lui con 4 incoronazioni Carl Lewis e tre consecutive per Federer (2005, 2006 e 2007). La freccia giamaicana, pronta a lanciarsi sugli ori di Rio, oggi si racconta in un’intervista esclusiva alla Gazzetta, ma circa questo titolo di “pentacampeon” rosa, fa voto di umiltà: “Non tocca a me dire se sono il più grande”. Quanto al titolo di squadra non c’è stata partita: il Barcellona dei marziani ha stracciato anche gli All Blacks, con i cinque trofei firmati quest’anno sotto la nuova gestione di Luis Enrique. Nell’albo d’oro entrano per la terza volta dopo le vittorie del 2009 e 2011, subito dietro la Germania mondiale premiata a fine 2014. CLASSIFICHE — Uomini: Bolt 114; Djokovic (tennis) 97; Messi (calcio) 78; Curry (Nba) 53; V. Rossi (MotoGp) 36. Donne : Pennetta 152; Vonn (sci) 111; Ledecky (nuoto) 97; S. Williams (tennis) 71; Schippers (atletica) 35 Squadre: Barcellona 181; All Blacks (rugby) 129; Golden State (Nba) 72; Spagna (calcio) e Mercedes (F1) 39. Pellegrino cala il poker, come lui nessuno mai Coppa del Mondo di sci nordico, il valdostano ha vinto la quarta sprint di fila tagliando a braccia alzate il traguardo di Planica davanti a tre francesi. È il suo 7° successo in carriera, staccato Piller Cottrer (6) nella classifica degli italiani più vincenti di sempre. Pellegrino sul traguardo tagliato a braccia alzate Dietro di lui, il vuoto. Il valdostano Federico Pellegrino ha vinto a braccia alzate la sprint skating di Planica, in Slovenia. È il suo quarto successo consecutivo in Coppa del Mondo, il 7° in carriera, un risultato che fa di lui lo sciatore più vincente della storia italiana: Pietro Piller Cottrer si era fermato a 6. In questa stagione Pellegrino aveva già vinto a Davos, Dobbiaco e Lenzerheide. Pellegrino ha schiacciato una sorprendente nazionale francese, capace di piazzare tre uomini nei primi quattro posti. Il poliziotto di Nus ha vinto la finale con il tempo di 2’15”1 davanti a Baptiste Gros (2’16”00) e Richard Jouve (2’16”09). Giù dal podio Renaud Jay. Sulla nuova pista di Planica, Pellegrino ha dominato sin dalle batterie. Miglior tempo in qualifica, in semifinale Pellegrino aveva chiuso secondo dietro a Gros risparmiando energie per la finale. In classifica di Coppa del Mondo Sprint prende il largo, approfittando anche della giornata no dei norvegesi e in particolare di Fossli solo ottavo. Dopo 6 delle 12 gare veloci del programma di Coppa guida con 400 punti. Presenza- 1 febbraio 2016 15 Boxe, De Carolis campione del mondo Wba dei supermedi. Feigenbutz ko FENOMENO — Un match palpitante, vibrante sin dall’inizio, voluto così proprio dal romano che ha fatto tesoro della prima immeritata sconfitta e ha giocato (boxato) d’anticipo, con l’atteggiamento giusto, soffrendo a tratti, almeno tre riprese, ma alla fine nel conteggio finale delle riprese anche dominando. Per vincere in Germania serviva il ko? Ebbene, De Carolis ha fatto questo a 32” dall’inizio della penultima ripresa: nel momento topico del mach, nell’infuocato finale in cui uno dei due poteva essere steso. L’italiano non ha steso il rivale ma solo perché è intervenuto l’arbitro a fermare la possibile gragnuola. Una vittoria mondiale che l’Italia aspettava da quasi tre anni, in una specialità prestigiosissima come i supermedi e in una sigla che sarà affollata ma altrettanto importante, come la Wba. “Se sono qui è per l’amore della mia vita Veronica e per il maestro Italo Mattioli che mi segue da sempre, aveva promesso di riportare il mondiale in Italia e sono stato di parola. E’ una ripartenza, è un grande orgoglio per me vincere in Germania. Ho convinto tutti che anche il 17 dicembre ero stato il più forte e questo secondo mach l’ha dimostrato”. CHE DUELLO — E’ un match aperto, a tratti furioso: il romano parte sempre per primo, ha una maggiore intraprendenza e si aggiudica la prima ripresa. Anche nel secondo round, De Carolis è più attivo, scaglia più colpi e tiene il centro del ring, usa di più il destro per colpire ed il sinistro per arginare. Il romano sfodera anche alcune combinazioni efficaci ed il tedesco sembra in grande difficoltà, portato persino alle corde. Nelle prime due riprese il tema del match non cambia: Giovanni insiste, prova a forzare viste le difficoltà dell’avversario ma i suoi pugni non fanno vacillare l’avversario. Alla fine del terzo round, Feingebutz prova a mettere in pratica le contromosse, a trovare varchi anche con colpi al corpo. De Carolis, invece, spreca troppo con un’iniziativa arrembante di entrambi i guantoni. Gli ardori dell’italiano si calmano un po’ verso il cuore del mach, quando il tedesco reagisce e picchia più preciso. E’ un botta e risposta incessante, anche se ad ogni gong il germanico alza il braccio come se avesse vinto la ripresa quando invece l’equilibrio lo smentisce e soprattutto la percentuale dei copi messi a segno (64% per lo sfidante). Tra il 5° e l’8° round, però, Feigenbutz convince di più e sfrutta la stanchezza dell’avversario, ma non mette mai seriamente in difficoltà il nostro. De Carolis reagisce, prende fiato, a volte abbassa la guardia ma controlla consapevole che Feigenbutz non è proprio un picchiatore devastante. E’ un match aperto, spettacolare, stupendo per intensità. Il nono e decimo round sono tambureggianti per il romano che dà il meglio, dimostra di avere tenuta fisica migliore rispetto al 17 dicembre, mettendo sovente in ambasce il tedesco soprattutto al nono. L’EPILOGO — Tant’è vero che all’11° round, si prende il match con due destri potenti, micidiali che fanno vacillare il campione rimasto senza difesa, senza risposta, inerte anche se non cade al tappeto aggrappandosi alle corde. Interviene l’arbitro che sorregge il pugile e impedisce all’italiano di proseguire il massacro e sospende il match. 16 Presenza- 1 febbraio 2016 Mattarella: messaggio di fine anno poco politico... dossier dolenti come questo o come la tutela dell’ambiente o, perfino, la minaccia portata dal terrorismo fondamentalista. Un approccio diverso serve poi a proposito delle continue ondate di flussi migratori, che per il presidente vanno «governati» con un sano equilibrio. Vale a dire: con spirito di «accoglienza», ma anche «con rigore». Distinzione non da poco, dati gli estremismi che ormai quotidianamente si accavallano, nell’approccio con questo dramma epocale. Aspri i riferimenti alla «questione morale», riaperta dai recenti scandali, con inquinamenti mafiosi pure nella sfera politica. La legalità, del resto, si delinea ormai come l’autentica mission di questo settennato, se non altro perché il capo dello Stato sente di poter esprimersi a nome della «quasi totalità dei nostri concittadini… che credono nell’onestà e pretendono correttezza». Anche, è la sua puntualizzazione, severa e fortemente politica, «da chi governa, a ogni livello». La Cina fa la scimmia... un paio d’ore e mercoledì ci è arrivata dopo nemmeno mezz’ora. Visti i pessimi risultati, il circuit braker è già stato eliminato. In tre giorni questa trovata strampalata è costata svariate centinaia di miliardi di dollari di capitalizzazione alle Borse del resto del mondo. Wall Street ha appena archiviato la peggiore prima settimana dell’anno della sua storia. La coincidenza è curiosa: molto induce a temere che nell’anno della scimmia la Cina offrirà al mondo la suprema dimostrazione della sua inaffidabilità economica. Ha iniziato l’estate passata, quando dopo i primi crolli di Borsa il governo della Repubblica Popolare ha reagito nel modo più ragionevole per un regime illiberale: da un lato ha vietato ai principali investitori di vendere le azioni e ha rilanciato i listini comprando titoli con le enormi riserve di valuta estera accumulata in questi anni, dall’altro ha iniziato ad arrestare giornalisti finanziari e manager accusandoli di avere imbrogliato per colpire i mercati. La crisi finanziaria è solo il sintomo più visibile di un più profondo malessere dell’economia cinese. Il modello di crescita che negli ultimi vent’anni ha permesso alla Cina di scavalcare Brasile, Italia, Regno Unito, Francia e Giappone per imporsi come seconda maggiore economia del pianeta non sta più funzionando a dovere. È stato, essenzialmente, un modello basato sull’esportazione a basso costo e su forti investimenti in infrastrutture, il tutto sostenuto da un’enorme spesa pubblica. Non funziona più perché sul lato dell’export la popolazione ha ottenuto via via i suoi aumenti salariali – oggi siamo su una media di 8mila euro all’anno, dieci anni fa eravamo sotto i 2.500 – e quindi anche produrre in Cina non è più conveniente come un tempo; mentre sul lato delle infrastrutture anche i cinesi si sono resi conto che non sempre e non comunque gli investimenti producono ricchezza. Il centinaio di città deserte costruite nel Paese in questi anni ne sono un’ottima dimostrazione. Gli investimenti sbagliati fatti a credito hanno anche prodotto una colossale bolla di pessimi prestiti: il livello di sofferenze ha superato i 600 miliardi di dollari. Crédit Suisse a dicembre ha scritto in una nota che alcune società cinesi si stanno indebitando per pagare gli stipendi. Considerato come sta gestendo i guai del suo mercato finanziario, la classe dirigente cinese non sembra molto attrezzata per gestire in modo ordinato la frenata della sua economia. Il giro di svalutazioni dello yuan con cui la Banca centrale dall’estate scorsa sta cercando di rilanciare le esportazioni conferma questo timore. Un bel problema il resto del mondo che, in questi anni difficili, si è agganciato alla Cina per trovare la crescita. Renzi: nel 2015 c'è stata la svolta lontani dal trovare un punto di caduta, divisi da quella stepchild adoption che semina dubbi anche tra i Dem. Non a caso, il Pd ha istituito un gruppo di lavoro ad hoc, costituito da parlamentari di diverse sensibilità, per mettere nero su bianco alcuni emendamenti condivisi. Il termine per la loro presentazione è il 22 gennaio: dopo 4 giorni comincerà la discussione nell’Aula del Senato, con l’ipotesi di un ok con una maggioranza inedita Pd-M5S-Sinistra Italiana. A Palazzo Madama, nel 2016, riemergerà poi la riforma dello ius soli “temperato”, approvata alla Camera il 13 ottobre. Legge che permetterà ai minori nati in Italia e figli di genitori stranieri di richiedere (con rigidi requisiti) la cittadinanza italiana ma sulla quale pende, oltre alla violenta protesta della Lega, un contesto internazionale segnato dall’allerta terrorismo. E sempre al Senato attende da mesi un ok il ddl per l’istituzione (attesa da 30 anni) del reato di tortura, approvato in aprile alla Camera ma sul quale la commissione Giustizia ha già inserito modifiche: il testo, quindi, è destinato ad un nuovo rimpallo con Montecitorio. Le distanze tra Pd e Ap pesano, invece, sul ddl sulla prescrizione (con il nodo del raddoppio dei tempi per i reati di corruzione) approvata in marzo alla Camera e in attesa di vedere la luce al Senato che, il 12 gennaio, riaprirà invece i battenti sulla riforma del codice degli appalti. Il giorno prima, alla Camera, sarà quello del sì alle riforme costituzionali: il ddl Boschi tornerà quindi al Senato per i suoi passaggi finali prima del referendum, previsto per ottobre e sul quale Renzi ha in mente una campagna capillare. «C’è tanta fame di Italia nel mondo. Dovremo rendere FINALI sempre più semplice il Paese e vedrete non ce ne sarà per nessuno», sottolinea il premier escludendo qualsiasi rallentamento della sua azione e con un occhio a quel rapporto con l’Europa che, complice il nodo del credito, delinea una primavera `agitata´ sulla linea BruxellesRoma. Non è tutto oro questo pallone Ma tant’è. The show must go on. E il Pallone d’oro che nel 2010 si è fuso con il Fifa World Player (diventando Pallone d’oro Fifa) ha cambiato più volte formula per conquistare credibilità e interesse. Un tempo era riservato ai soli giocatori europei. Dal 1995 possono essere votati anche i giocatori extraeuropei e dal 2007 non solo quelli che militano in una squadra di un campionato di calcio europeo, ma in un qualsiasi club del mondo. Chissà allora quanti ne avrebbe vinti il grande Diego Armando Maradona, tanto per citare uno degli esclusi eccellenti. Ma il Pibe de oro è in buona compagnia. Calciatori europei o no, il Pallone d’oro si è ben guardato per esempio dal premiare stelle di prima grandezza come Puskás, Zico, Romario, Raúl (simbolo del Real Madrid, scalzato nel 2001 dalla promessa Owen), Iniesta, Xavi, Henry, Beckham, Ribéry e Ibrahimovic. L’Italia può vantare quattro affermazioni: Gianni Rivera (1969), Paolo Rossi (1982), Roberto Baggio (1993), Fabio Cannavaro (2006), cinque se consideriamo l’oriundo Omar Sivori (1961). Ma se volessimo invece raccogliere solo alcuni dei nostri bocciati di ieri e di oggi formeremmo addirittura una FantaNazionale da sballo. Avremmo solo l’imbarazzo del modulo. Un portiere ce lo mettiamo di sicuro, al contrario della giuria del Pallone d’oro che nella sua storia ha voluto premiare un solo numero 1, il grande portiere dell’Urss Lev Jašin. Potremmo decidere se schierare tra i pali Dino Zoff o la saracinesca dei giorni nostri Gianluigi Buffon. In difesa siamo assai ben coperti con Giacinto Facchetti e Paolo Maldini sulle fasce, e Gaetano Scirea e Franco Baresi al centro. Di tutto rispetto anche un rombo a centrocampo con Andrea Pirlo, Bruno Conti, Angelo Domenghini e Sandro Mazzola. Uno scenario simile si verificò nel 2012: Messi fenomenale con 91 gol in un anno, ma non protagonista assoluto della stagione. La Liga fu vinta dal rivale Ronaldo col Real e la Champions andò al Chelsea di un altro papabile, Drogba (alla fine ottavo). Come nel 2012, buona parte dei voti decisivi per la conquista del Pallone d’oro arrivano da Paesi con scarsa cultura calcistica che votano, solo e soltanto personaggi planetari e fenomeni pop come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Ecco perché, anche da questo punto vista, il Pallone è un po’(anzi un “pop”) meno d’oro. “Ebrei e cristiani, fratelli e sorelle nell’unica famiglia di Dio, che li protegge come suo popolo”. È un messaggio di amicizia, dialogo, profonda condivisione che il Papa lascia alla comunità ebraica di Roma nella sua visita al Tempio Maggiore. Un momento definito storico dai protagonisti, e in continuità con l’abbraccio che portò qui per la prima volta Giovanni Paolo II nel 1986, e col rapporto vincolante che venne a ribadirvi esattamente sei anni fa, Benedetto XVI. Ad accogliere Francesco i rappresentanti dell’ebraismo mondiale oltre ai membri della comunità presente a Roma da ventidue secoli. Gesti e parole indelebili hanno scandito la presenza alla Sinagoga di Roma del terzo Papa della storia, argentino e con un passato di amicizia profonda con gli ebrei citata e apprezzata dai presenti. Il clima è subito di famiglia sin dall’arrivo, poco prima delle ore 16. Giovani, donne, anziani avvicinano Francesco per una parola e una stretta di mano e lo accompagnano nell’omaggio che rende alla loro storia dolorosa, rappresentata dalle lapidi in memoria della deportazione dell’ottobre del “43 e dell’attentato terroristico dell’ “82. Poi in una Sinagoga stracolma, il Papa, tra l’entusiasmo della comunità, abbraccia il Rabbino capo Riccardo Di Segni e tanti presenti. Commuovente in particolare l’incontro con i sopravvissuti all’Olocausto. “Oggi scriviamo ancora una volta la storia” Così la Presidente della Comunità romana Ruth Dureghello insieme con le altre autorità che prendono la parola.”Oggi dimostriamo”, aggiunge, che “ il dialogo tra fedi è possibile”, anzi, davanti al terrorismo e alle nuove persecuzioni, a cui non possiamo restare indifferenti, lanciamo un "messaggio nuovo", condivisibile anche dall'Islam : “La fede non genera odio, la fede non sparge sangue, la fede richiama al dialogo” “Insieme dobbiamo denunciare gli orrori, insieme dobbiamo collaborare nel quotidiano”, afferma dal canto suo il Rabbino Capo Di Segni. E dialogo interreligioso, rispetto, impegno comune come fratelli, sono le prime parole pronunciate dal Papa nel suo discorso: “Nel dialogo interreligioso è fondamentale che ci incontriamo come fratelli e sorelle davanti al nostro Creatore e a Lui rendiamo lode, che ci rispettiamo e apprezziamo a vicenda e cerchiamo di collaborare. E nel dialogo ebraico-cristiano c’è un legame unico e peculiare, in virtù delle radici ebraiche del cristianesimo: ebrei e cristiani devono dunque sentirsi fratelli, uniti dallo stesso Dio e da un ricco patrimonio spirituale comune, sul quale basarsi e continuare a costruire il futuro” La dimensione teologica del dialogo, sancita dal Concilio Vaticano II, merita di essere sempre più approfondita, sottolinea il Papa, ma è anche l’oggi ad interpellare le due fedi. Con voi “fratelli e sorelle maggiori nella fede”, secondo l’espressione di Giovanni Paolo II di 30 anni fa, appartenenti all’unica "famiglia di Dio", siamo chiamati ad assumerci "le nostre responsabilità per la città di Roma", senza perdere di vista però le "grandi sfide del mondo". “Un’ecologia integrale”, il cui significato è racchiuso nella Bibbia, e che “è ormai prioritaria”, e poi l’impegno per la pace e la giustizia da rafforzare: “La violenza dell’uomo sull’uomo è in contraddizione con ogni religione degna di questo nome, e in particolare con le tre grandi religioni monoteistiche. La vita è sacra, quale dono di Dio" Da qui una preghiera accorata da fare insieme: “Né la violenza né la morte avranno mai l’ultima parola davanti a Dio, che è il Dio dell’amore e della vita. Noi dobbiamo pregarlo con insistenza affinché ci aiuti a praticare in Europa, in Terra Santa, in Medio Oriente, in Africa e in ogni altra parte del mondo la logica della pace, della riconciliazione, del perdono, della vita” Inevitabile e commuovente il riferimento del Papa alla Shoah. I volti dei pochi protagonisti sopravvissuti ce li ha di fronte. “E' una disumana barbarie perpetrata in nome di una ideologia che voleva sostituire l'uomo a Dio”: mai dimenticarla, è il suo accorato appello:“E il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro. La Shoah ci insegna che occorre sempre massima vigilanza, per poter intervenire tempestivamente in difesa della dignità umana e della pace” *BUSQUEDA ACTAS EN ITALIA *ASESORIAS JURIDICAS consultasitalia@ gmail.com Cel: 92337878 Corinto 085 Lomas de Lo Aguirre Pudahuel Santiago