Prodotti di qualità, servizi di elevato livello.
2
“Sì” al costruire
eco-compatibile!
3
L’unione fa
know-how.
4
6
Sinergie per
il presente
e per il futuro.
A 100 anni dalla
laurea della prima
donna ingegnere.
FORCUST
Anno 2009 | n° 2
Tempo di vacanza anche in tempi
di crisi? Sembrerebbe di sì!
All’insegna del risparmio ma pur
sempre vacanze. Viaggi più brevi,
la ricerca di un miglior rapporto
qualità/prezzo, la casa di parenti
e/o amici ed una nuova tendenza:
lo scambio casa. Pare proprio
che l’iniziativa di scambiarsi la
casa per le vacanze tra privati
stia prendendo sempre più piede,
anche in Italia. Quindi all’affitto
o all’acquisto di appartamenti
in località di villeggiatura si
affianca una sorta di “baratto
dell’immobile” per un periodo
limitato di tempo. Con questo
nuovo metodo di viaggiare si
sostiene solo il costo dei mezzi
di trasporto per giungere a
destinazione. Sarà che la crisi
aguzza l’ingegno? Sarà che le
difficoltà ci sono e si cerca di
superarle: è quello che facciamo
con i nostri prodotti, ogni volta
che troviamo soluzioni ad hoc
a specifiche problematiche
applicative, come abbiamo
fatto ad esempio nei cantieri
dell’Ospedale S. Anna di Como e
di Porta Nuova, di cui parliamo in
questo numero di Forcust.
Simona Cardone
[email protected]
È prevista per il 30 novembre la
chiusura del cantiere aperto nel
2007 per la costruzione del nuovo
ospedale Sant’Anna di Como.
La Struttura Sanitaria di nuova
concezione, sorge in località Tre
Camini, nel Comune di S. Fermo della
Battaglia, alle porte della Città di
Como. Si tratta di una delle opere più
importanti di questi anni, realizzate
e in realizzazione nella Provincia
di Como. Nato intorno al concetto
secondo il quale il cittadino deve
essere al “centro del sistema
sanitario” il nuovo complesso
ospedaliero, oltre ad un occhio di
riguardo verso le nuove tecnologie,
pone notevole attenzione alle
esigenze di personalizzazione,
umanizzazione, comfort e sicurezza
delle prestazioni sanitarie.
I principali obiettivi del nuovo
ospedale S. Anna sono:
• rispondere alle più avanzate
esigenze nella cura dei pazienti;
• integrare le funzioni di alta
complessità tecnologica
sanitaria con risultati ottimi sul
piano assistenziale.
Viene da sé come, per ottenere
questi scopi, sia necessaria
una struttura fortemente
all’avanguardia.
continua a pag. 5
Periodico di informazione trimestrale di Holcim (Italia) S.p.A. - Reg. Trib. di Milano N°77 del 13 febbraio 2006
Nuovo Ospedale Sant’Anna
“SÌ” al costruire
eco-compatibile!
Holcim diventa socio di GBC Italia.
Holcim (Italia) S.p.A. ha
recentemente deciso di aderire
a Green Building Council (GBC)
Italia, testimoniando pienamente
il suo impegno nel campo
dell’edilizia sostenibile.
Si tratta di un’associazione
volontaria di imprese, enti e
strutture, basata sul consenso
e sulla valorizzazione
dell’integrazione tra
competenze tecniche scientifiche
e competenze operative.
Promossa dalla Società Consortile
Distretto Tecnologico Trentino,
GBC Italia nasce con l’obiettivo di:
• favorire e accelerare la
diffusione di una cultura
dell’edilizia sostenibile;
• sensibilizzare opinione pubblica
e istituzioni sull’impatto delle
modalità di progettazione e
costruzione degli edifici sulla
qualità della vita dei cittadini;
• fornire chiari parametri di
riferimento agli operatori del
settore.
Progetto Porta
Nuova a Milano.
Porta Nuova,
attraverso la
ricomposizione di
tre progetti,
Garibaldi, Varesine
e Isola, si estende
GBC propone, infatti, di introdurre
in Italia il sistema di certificazione
indipendente LEED (Leadership in
Energy and Environmental Design)
i cui parametri stabiliscono
precisi criteri di progettazione
e realizzazione di edifici salubri,
complessivamente
per oltre 290.000
mq. Gli edifici
saranno certificati
Leed da USGBC.
Fonte rendering:
Hines Italia S.r.l.
energeticamente efficienti e a
impatto ambientale contenuto.
In questo modo si crea un
network delle più competitive
imprese italiane ed internazionali
operanti nel segmento dell’edilizia
sostenibile, facilitando il dialogo
tra le comunità professionali più
qualificate.
Diventa, inoltre, possibile
certificare gli edifici sulla base
dei più avanzati standard
internazionali, che saranno
trasposti all’interno del sistema
normativo nazionale e adattati
alle peculiari caratteristiche
dell’edilizia italiana (GBC Italia
è infatti parte integrante di un
movimento più ampio partito
negli Stati uniti nel 1993. La
costituzione del primo GBC ha
segnato l’avvio di un grande
progetto, radicato in oltre 40
paesi, in tutto il mondo)
Infine, il sistema di certificazione
legato al marchio LEED stabilisce
un valore di mercato per gli edifici
a basso impatto ambientale
(chiamati “green building”), stimola
la competizione tra le imprese
sul tema delle performance
ambientali degli edifici e incoraggia
comportamenti di consumo
consapevole anche tra gli utenti
finali.
I Soci di GBC Italia, condividendo
tutto questo, scelgono di
impegnarsi attivamente per:
• sviluppare e proporre prodotti e
edifici sostenibili;
• promuovere i vantaggi tangibili
e intangibili dei “green
building”;
• rafforzare LEED come lo standard
delle attività riguardanti i “green
building”;
• sostenere GBC Italia nella sua
attività di diffusione della
cultura LEED.
Gli standard LEED, con i quali
Holcim si è già confrontata in
occasione della fornitura di
calcestruzzo per il cantiere di
Porta Nuova a Milano, indicano i
requisiti per costruire edifici ecocompatibili.
L’utilizzo di materie prime
alternative o combustibili
alternativi nella produzione del
clinker, così come l’impiego di
materiali derivanti da altri cicli
produttivi nel cemento (ad es.
ceneri volanti di centrale termica),
o di aggregati di riciclo nella
miscele di calcestruzzo, sono infatti
particolarmente premianti.
Progettisti e imprese sono così
incoraggiati ad utilizzare prodotti
a contenuto energetico inferiore,
a vantaggio dell’ambiente e della
comunità.
Il sistema si basa sull’attribuzione
di punti per ciascuno dei requisiti
che caratterizzano la sostenibilità
dell’edificio.
Tali requisiti sono raggruppati
in sei categorie, che unite,
definiscono il punteggio finale
dell’edificio:
• Siti sostenibili (14 punti):
minimizzare la produzione di
rifiuti e massimizzare l’impiego
di materiale riciclato o prodotto
localmente.
• Gestione efficiente dell’acqua
(5 punti): garantire la massima
efficienza nel consumo di acqua.
• Energia ed atmosfera
(17 punti): minimizzare la
bolletta energetica degli edifici.
• Materiali e risorse (13 punti):
utilizzare materiali naturali,
rinnovabili e locali, come il
legno; allo stesso modo è
premiato l’uso di cementi a
base di materiali riciclati (ceneri
volanti, scorie, loppe).
• Qualità degli ambienti interni
(15 punti): consentire una
sostanziale parità del bilancio
energetico e favorire il massimo
confort abitativo per l’utente
finale.
• Progettazione ed innovazione
(5 punti): impiegare tecnologie
costruttive migliorative rispetto
alle buone pratiche, creando così
valore aggiunto utile ai fini della
certificazione LEED.
Sommando i crediti, ovvero i
punti conseguiti all’interno di
ciascuna delle sei categorie,
si ottiene uno specifico livello
di certificazione che attesta
la prestazione raggiunta
dall’edificio in termini di
sostenibilità ambientale.
I livelli di certificazione sono:
• Base (26-32 punti)
• Argento (33-38 punti)
• Oro (39-51 punti)
• Platino (52-69 punti)
Entro fine 2009 sarà operante
il sistema di certificazione LEED
Italia, con ICMQ come ente
certificatore, dando così un
impulso maggiore al costruire
sostenibile ed un innegabile
vantaggio competitivo alle
società certificate.
L’adesione al GBC Italia ha
permesso ad Holcim di trovare
non solo uno sbocco naturale
delle azioni intraprese nel campo
del rispetto per l’ambiente
e la promozione dell’edilizia
sostenibile, ma anche un
modo efficace per promuovere
ulteriormente concetti innovativi
e virtuosi del costruire.
Diego Rosani
2
Holcim Forcust | 02 2009
L’unione fa know-how
Si chiude il ciclo di presentazione delle funzioni che prendono
parte mensilmente al Comitato Tecnico: un’ottica organizzativa
all’insegna di una sinergia sempre più tangibile.
Setacciatura
degli aggregati
in laboratorio
per le analisi
granulometriche.
I nostri prodotti sono
caratterizzati da aspetti
tecnici intrinseci che rendono
fondamentale il ruolo di tutti i
nostri professionisti impegnati
proprio nel miglioramento e
nel monitoraggio della qualità
e delle proprietà dei prodotti.
Dagli aggregati ai cementi
fino ad arrivare al calcestruzzo
si effettuano svariate prove,
test, analisi e ricerche: i nostri
prodotti sono tutti distinti ma
allo stesso tempo complementari
e sinergici. Così come lo sono
le diverse funzioni tecniche
legate alle specifiche aree di
business. Nei diversi numeri di
Forcust abbiamo avuto modo
di conoscerle meglio e capirne
struttura, attività e interazioni.
Ora, a chiusura di questo percorso,
abbiamo potuto identificare due
aree fondamentali di supporto
tecnico ai clienti: la Direzione
Qualità e Sviluppo Prodotti
che opera per l’area cemento, e
l’Assistenza Tecnica Clienti che
lavora trasversalmente per tutti i
business.
La Direzione Qualità e Sviluppo
Prodotti svolge un ruolo
fondamentale nel “progettare”
nuovi prodotti e migliorare quelli
in produzione, e far sì che tutti
soddisfino le esigenze tecniche
dei clienti ed i requisiti qualitativi
imposti dalle normative vigenti.
L’Assistenza Tecnica Clienti,
appena riorganizzata attraverso
l’individuazione di un unico
responsabile che coordina sia
l’area tecnica cemento che quella
aggregati e calcestruzzo, funge
da importante supporto tecnico e
tecnologico al cliente sia nelle fasi
di pre e post vendita che in corso
d’opera.
Il Comitato Tecnico, l’abbiamo
visto, è il trait d’union tra queste
funzioni, per le quali la necessità
di input ed output condivisi, di
scambio di informazioni tecniche,
di sincronizzazione di dati e di
ottimizzazione delle risposte, è
sicuramente aumentata di pari
passo con la crescita di Holcim
nelle varie aree di business e con
la crescita della complessità e
delle esigenze dei cantieri e dei
clienti stessi.
Attivo da due anni, il Comitato
Tecnico di Holcim Italia ha
permesso in diversi casi di
ottimizzare tempi e risultati:
è stato possibile condividere e
sincronizzare numerose e diverse
prove condotte, per esempio sugli
additivi utilizzati negli impasti
di calcestruzzo e sui materiali
alternativi; si sono meglio definite
le caratteristiche e le tipologie
di cementi da utilizzare per il
confezionamento dei calcestruzzi
speciali, migliorandone così
caratteristiche e prestazioni, ed
è stato possibile intraprendere
percorsi di studio orientati
alla progettazione di soluzioni
innovative per rispondere a
specifiche esigenze applicative dei
diversi segmenti di clientela.
Il confronto e la collaborazione
permettono di crescere e di
migliorare; per questo tutti i
nostri tecnici lavorano a stretto
contatto anche con i clienti stessi,
per trovare insieme le migliori
soluzioni.
Uriel Cinti
2009 02 | Forcust Holcim
3
Sinergie per
il presente e
per il futuro
Alberto Vanzo, Direttore Commerciale Aggregati
Calcestruzzi e Responsabile dello sviluppo
Progetti Expo 2015, ci presenta la nuova
funzione Commerciale di Holcim Aggregati
Calcestruzzi S.r.l.
Alberto Vanzo,
Direttore
Commerciale
Holcim Aggregati
Calcestruzzi S.r.l.
A pochi mesi dalla fusione societaria
che ha portato alla costituzione
di Holcim Aggregati Calcestruzzi
S.r.l., dal 1° febbraio 2009, sono
stati attuati anche importanti
cambiamenti organizzativi nella
funzione Commerciale Aggregati
Calcestruzzi. Ne parliamo con
Alberto Vanzo.
A quali esigenze hanno risposto
questi cambiamenti?
“In primo luogo vi era la necessità
di completare lo staff commerciale
per rispondere alle aspettative del
mercato, ampliando e formando
le competenze commerciali
e le sinergie tra aggregati e
calcestruzzo.
Per questo abbiamo suddiviso
il mercato del nord-ovest della
Lombardia e quello del Piemonte
in due aree distinte. La prima, sotto
la responsabilità di Paolo Candiani,
comprende i quattro impianti di
calcestruzzo dell’area di Torino
ed altrettanti impianti nell’area
di Alessandria e Pavia, oltre alla
nuova cava di aggregati di Spinetta
Marengo.
L’altra area è quella di Como e
Varese che comprende 3 impianti di
calcestruzzo preconfezionato ed è
stata affidata alla responsabilità di
Attilio Berrino, il quale opererà con
me anche ai fini dell’acquisizione
delle forniture di calcestruzzo,
aggregati e cemento collegate alla
esecuzione dei progetti di Milano
Expo 2015.
In questa ottica, Attilio Berrino
completa lo staff commerciale
rivolto ai “Grandi lavori” costituito
da Ernesto Cappelletti, responsabile
dell’acquisizione dei lavori pubblici
di tutte le altre aree, e da Michele
Alverdi che, oltre alla logistica,
assicura il coordinamento operativo
di tali commesse.
Nell’ambito della Assistenza Tecnica
l’esigenza era quella di riorganizzare
compiti e competenze, cercando di
ottenere una maggior sinergia tra
le aree operative, per cui Uriel Cinti,
mantenendo la responsabilità della
Assistenza Tecnica Cemento, gestirà
anche quella dell’area aggregati
calcestruzzo, assicurando l’assistenza
ai clienti durante il processo di
vendita ed il mantenimento della
attività di controllo qualitativo,
mentre Lorenzo Casini, responsabile
Assistenza Tecnologica, seguirà i
prodotti e l’attività del laboratorio.”
all’assegnazione dell’edizione 2015
dell’Esposizione Universale ed ai
grandi interventi di riqualificazione.
Qual’ è il posizionamento competitivo
di Holcim (Italia) S.p.A. rispetto alle
grandi opere previste?
“Il nostro Gruppo può giocare
un ruolo primario nel prossimo
quinquennio nella preparazione
del sistema infrastrutturale
contemplato dal Dossier di
candidatura all’Expo ed anche
nello sviluppo di tutte le altre
opere connesse, anche se non
direttamente, all’evento.
Come ho già ricordato la forza del
nostro Gruppo è la completezza
dell’offerta; nella provincia di Milano
ed in quelle limitrofe (in particolare
Como, Varese, Bergamo, Cremona
e Pavia) disponiamo di 2 unità
produttive cemento a ciclo completo,
9 cave di produzione aggregati
e 19 impianti di produzione per
calcestruzzo preconfezionato.
Inoltre ci distinguiamo per la
presenza massiccia nel settore
degli aggregati, marcia in più in
qualsiasi trattativa. La presenza di
cave di aggregati ci permette infatti
di offrire ai nostri clienti anche il
trattamento del mistone scavato
per il riutilizzo come aggregato da
calcestruzzo, nel pieno rispetto dei
moderni concetti di sostenibilità
ambientale e minimizzazione degli
impatti sul territorio”.
Quali sono i punti di forza della
nuova funzione Commerciale
Aggregati Calcestruzzi?
“Uno staff più articolato garantirà
una migliore copertura in tutte
le fasi del processo di vendita e
l’esperienza consolidata da molti
componenti dello staff potrà
contribuire alla crescita formativa di
futuri manager del Gruppo.
Con tali presupposti si lavorerà ai
fini di utilizzare ed implementare la
sinergia tra i nostri principali punti
di forza, costituiti da un portafoglio
prodotti ampio e di qualità
affermata e dal posizionamento
strategico nel territorio dei nostri siti
produttivi.”
Quali sono quindi le opportunità da
cogliere in tale contesto?
“Una l’abbiamo già colta; mi
riferisco all’acquisizione della
commessa per la fornitura di
calcestruzzo preconfezionato
alla società Colombo Costruzioni
S.p.A., general contractor, ovvero
assegnataria del primo lotto del
progetto Porta Nuova GaribaldiVaresine di Milano che, in questa
fase, richiederà circa 150.000 m3
di calcestruzzo, mentre, per la
realizzazione dell’intero complesso,
interesserà oltre 400.000 m3.
L’indotto generato da questa
fornitura potrà interessare un
quantitativo di 1.500.000 t di
cemento e 900.000 t di aggregati,
tutti prodotti nei nostri siti. A
supporto di questa importante
realizzazione abbiamo installato, in
cantiere, un impianto di betonaggio
tecnicamente all’avanguardia
Come noto, il mercato è in una fase
di recessione dalla quale l’area di
Milano, ed in termini più ampi il
Nord-Ovest, sembra essere lievemente
meno influenzata in relazione
4
Holcim Forcust | 02 2009
realizzato in blocchi precablati
e premontati con una capacità
produttiva di 100 m3/h.
Con il massimo riguardo alle
indicazioni di Colombo Costruzioni
S.p.A., stiamo procedendo con una
media di circa 400 m3 al giorno,
affiancando alle attente verifiche
della committenza un controllo
continuo e meticoloso di ogni carico
e di ogni getto e una costante
presenza in cantiere di almeno due
tecnici.
I lavori procedono come da
programma: si sta costruendo
il terzo piano degli edifici A e B,
corrispondenti alle due torri più
alte, da 22 e 33 piani. Impegnativi
e imponenti soprattutto i getti
delle platee, con punte che hanno
raggiunto anche i 1600 mc/
giorno. Proprio per la realizzazione
delle fondazioni delle torri A e B
abbiamo fornito circa 11.000 m3 di
calcestruzzo di classe C 30/37, che
abbiamo formulato appositamente
con il nostro cemento 32,5 R e i
nostri aggregati, per garantire un
basso calore di idratazione. Si tratta
di un conglomerato con classe di
consistenza a metà strada tra un S5
e un SCC realizzato con l’obiettivo
di ridurre i gradienti che possono
generare fessure di carattere
termico sulla superficie.
In generale, comunque, possiamo
ritenere che il prodotto della nostra
gamma maggiormente utilizzato
nei progetti collegati all’Expo 2015
sarà il calcestruzzo preconfezionato.
Oltre agli impianti esistenti, quando
le commesse lo richiederanno,
potremo quindi agire con la
medesima soluzione utilizzata
per Porta Nuova Garibaldi oppure,
se vi saranno le condizioni, la
scelta potrebbe essere quella di
razionalizzare logisticamente
qualche centrale di betonaggio
spostandola nel nuovo cantiere.
Una cosa comunque è certa: dopo
un 2009 che si presenta in un
panorama come mai incerto e
problematico, le opportunità degli
anni a venire saranno (o dovrebbero
essere) molteplici; la vera sfida,
sarà riuscire a concretizzare quelle
maggiormente interessanti ai
fini delle nostre potenzialità
commerciali e produttive.”
Laura Perego
segue da pag. 1
Un edificio di cinque piani, con più
di 1.000 parcheggi, che occupa una
superficie lorda di 80.000 mq in
cui trovano spazio:
• 545 posti letto destinati a
degenza ordinaria;
• 55 posti letto destinati all’area
critica;
• 54 posti letto tecnici;
• 16 sale operatorie;
• 2.000 mq destinati a laboratori
diagnostici;
• 2.500 mq destinati a diagnostica
radiologica;
• 3.200 mq destinati ad attività di
medicina nucleare e radioterapia;
• 27 impianti elevatori.
Cinque piani, di cui uno interrato,
per 4 diramazioni. Il tutto inserito
in un contesto naturale ricco di
aree verdi, delle quali è previsto
l’incremento con la piantumazione
di idonee essenze a basso tasso
allergologico. L’intero compendio
del nuovo ospedale occupa 22 ettari
di terreno.
Il bando di concorso in project
financing istituito da Infrastrutture
Lombarde è stato vinto da Pirelli
Re, che ha creato un’associazione
temporanea di imprese per la
progettazione e la realizzazione
dell’ospedale e che si occuperà
della successiva gestione dei servizi
non sanitari per 22 anni, composta
da Aster Associate Termoimpianti
S.p.A., GDM Costruzioni, Telecom
Italia S.p.A., Nelsa S.r.l. L’inizio
dei lavori è stato difficoltoso e
ha riservato alcune sorprese.
Prima fra tutti la scoperta di
ritrovamenti archeologici, per i
quali è stato necessario modificare
il progetto, durante gli scavi per le
fondamenta. Diverse sono state le
deviazioni dal progetto originale
anche nelle fasi successive di
lavorazione: nel corso dei lavori si
è intervenuti infatti più volte con
variazioni relative alle partizioni,
alla predisposizione dei solai, alle
caratteristiche stesse dei prodotti
selezionati in fase di prequalifica.
Tutti i materiali forniti hanno
subito ovviamente un attento
processo di controllo; i calcestruzzi
in particolare sono stati oggetto
di attente analisi di qualifica e la
scelta tra i fornitori che potevano
garantire le prestazioni richieste
è stata effettuata attraverso una
serie finale di prove affidate a un
laboratorio esterno, a garanzia
dell’ estrema affidabilità della
qualità del prodotto utilizzato.
La collaborazione con i fornitori
selezionati è stata molto
importante per la gestione delle
problematiche riscontrate e proprio
per agevolare ed ottimizzare la
risoluzione dei frequenti imprevisti
Stonehenge lariana
Il nuovo Sant’Anna restituisce alla città di Como reperti archeologici
rinvenuti nell’ambito degli scavi per la costruzione dell’ospedale.
Si tratta di ritrovamenti databili tra il V e il VI secolo a.C.: il cerchio
ritrovato ha un diametro di circa 70 metri, e ricorda il paesaggio
archeologico situato nei pressi di Newgrange in Irlanda. È stato
confermato che si tratta di una struttura utilizzata per lo studio
della volta celeste e sembra essere la scoperta più importante,
sul fronte dell’archeologia, in tutto il territorio della provincia
comasca e unica in Italia. Ora si prevede la realizzazione di un sito
archeologico aperto al pubblico, proprio accanto al nuovo presidio
sanitario con la costruzione di una cupola di vetro che protegga
tutto il ritrovato e che sia visibile e attraversabile sia dall’interno
dell’ospedale che dall’esterno.
è stato creato un ufficio tecnico in
cantiere. Sulla base del capitolato
iniziale sono state quindi proposte
modifiche e soluzioni, elaborate in
collaborazione con i fornitori, per
risolvere le problematiche tecniche
che man mano si riscontravano
in corso d’opera. “In effetti
l’ospedale ha anche una forma
piuttosto complessa dal punto
di vista architettonico, con molte
sezioni angolari e allineamenti
estremamente diversi l’uno
dall’altro” spiega l’Ing. Robuschi,
direttore tecnico del cantiere.
Questa complessità ha causato
ad esempio un lungo lavoro per
la posa dei pannelli prefabbricati
di facciata, realizzati da Zecca
Prefabbricati S.p.A. con cemento
Holcim 52,5 tipo I. “La qualità
del prodotto è ottima” dichiara
Robuschi, “ma non poca è stata
la difficoltà di montare su una
costruzione di notevoli dimensioni
gettata in opera, 1015 pannelli di
456 tipologie diverse”
Holcim Calcestruzzi S.r.l., oggi
Holcim Aggregati Calcestruzzi
S.r.l., ha iniziato la sua fornitura
a S.A.N.CO a maggio 2007. Nelle
prime settimane la fornitura si è
concentrata su calcestruzzi non
strutturali per preparare il terreno
di fondazione, particolarmente
ricco d’acqua, alle successive fasi di
costruzione. Per questa operazione
sono stati utilizzati in totale
circa 9.500 mc di calcestruzzo di
classe Optìmio X0 con classe di
resistenza C 12/15 e circa 2.000
mc di calcestruzzo con classe
di resistenza C 16/20 e C 20/25.
Successivamente sono iniziate le
fondazioni e le palificazioni per
le quali sono stati utilizzati circa
66.000 mc di calcestruzzo Optìmio
XC in classe di resistenza C 25/30
e C 28/35. Dopo le fondazioni si è
passati alle strutture di elevazione:
per i pilastri, i muri e i solai sono
stati utilizzati circa 57.000 mc di
calcestruzzo Optìmio XC con classe
di resistenza C 30/37 e 12.000 mc di
calcestruzzo con classe di resistenza
C 32/40. Un quantitativo totale
imponente: circa 167.000 mc di
calcestruzzo. Rigorose prove sono
state condotte sia in corso d’opera,
come impone la normativa, che
in contraddittorio con il fornitore,
anche perché, proprio in relazione
alle modifiche e ai cambiamenti
che si sono resi necessari nel
corso delle lavorazioni, si è dovuti
intervenire con adattamenti dei
mix design relativi a variazioni di
granulometria degli aggregati per
esigenze di pompaggio piuttosto
che sostituzione della tipologia di
cemento utilizzato per abbreviare i
tempi di presa. Per la tipologia del
cantiere e per i criteri di lavorazione
scelti, oltre il 70% del calcestruzzo
fornito è stato messo in opera
tramite pompaggio. È evidente
come un intervento di tale portata
abbia richiesto una gestione
attenta da parte di Holcim, sia
dal punto di vista tecnologico, sia
dal punto di vista dell’assistenza
in cantiere. “Superate le piccole
difficoltà iniziali, la partnership con
Holcim è stata molto soddisfacente
durante tutto il percorso” spiega
il capocantiere, geom. Giuseppe
Gentilini. “Abbiamo adattato il
nostro lavoro e i prodotti necessari
alle esigenze di cantiere e in
questo Holcim ci ha supportato e
coadiuvato. Man mano che i lavori
procedevano abbiamo infatti
avuto anche difficoltà logistiche
legate agli spazi sempre più
ristretti per il piazzamento delle
pompe e per la gestione di più
getti in contemporanea per tutto
il cantiere. Abbiamo risolto passo
dopo passo i diversi problemi e ora
siamo giunti alla fase conclusiva;
dal 1 dicembre, per 6 mesi, saremo
impegnati con i collaudi finali.”
Cantiere S. Anna
Como - da sin
Geom. Gentilini,
capo cantiere e
Ing. Robuschi,
direttore tecnico
operativo
Simona Cardone
2009 02 | Forcust Holcim
5
Ingegneria al femminile: a 100
anni dalla laurea della prima
donna ingegnere in Italia…
Il 5 settembre 1908 si laureò, in
Ingegneria Civile, Emma Strada,
prima donna ad ottenere il titolo
di Ingegnere nel nostro Paese e
in Europa. Emma si presentò al
Politecnico di Torino nel lontano
ottobre 1903 chiedendo di essere
iscritta per frequentare i corsi di
ingegneria. Nonostante l’inevitabile
stupore e la perplessità suscitata,
la sua iscrizione venne accettata
(anche perché il regolamento non
lo vietava!).
Emma Strada fu assistente alla
cattedra di Ingegneria Sanitaria
dal 1908 al 1914.
Fino al 1940 si dedicò a progetti di
edifici, come libera professionista,
trascorrendo lunghi periodi
in Calabria per monitorare la
costruzione di linee ferroviarie e
dedicandosi anche agli studi sulla
fabbricazione del gas liquido.(1)
Oggi, a 100 anni dalla laurea
della prima donna ingegnere,
l’economista e docente al
Politecnico di Torino, Merceds
Bresso, dice:
“Occorre che le donne abbiano
più fiducia nelle proprie capacità
scientifiche. Bisogna che
comincino le scuole superiori a
farlo.”
Pare che il vero problema per le
donne oggigiorno non sia tanto
l’accesso alle facoltà scientifiche,
quanto il raggiungimento di
importanti vette aziendali e
universitarie.(2)
Sicuramente dalla laurea di Emma
Strada sono stati fatti grandi
progressi: oggi le matricole donne
alla Facoltà di Ingegneria del
Politecnico di Torino sono circa
il 21%, pari a circa 1.000 ragazze
contro le 33 del 1975, le 78 del
1985, le 387 del 1995 e le 623 del
2005.(3)
Emma Strada è anche tra le
fondatrici di AIDIA, Associazione
Italiana Donne Ingegneri e
Architetti, nata il 26 gennaio
1957 come osservatorio della
condizione femminile nel settore
tecnico e come strumento di
approfondimento nel campo
socio-culturale.
Manuela Castelletti
1) Da “La Stampa” 2 ottobre 1958
2) Fonte: Ansa
3) Da “Il Giornale dell’Ingegnere” N.7 del
15 Aprile 2009
LA PAROLA A...
Paolo Zambianchi
Responsabile Licenses
& Permitting
Holcim Aggregati
Calcestruzzi
Il settore delle costruzioni sta
subendo direttamente, come ben
sappiamo, le conseguenze della
fase di recessione globale in corso.
Esiste, però, un altro fattore che,
seppur in modo indiretto, rischia
di incidere negativamente sul
settore dell’edilizia e delle opere
civili: il ritardo nel rilascio delle
autorizzazioni estrattive per le cave
di sabbia e ghiaia.
Per quanto concerne la Regione
Lombardia, l’iter di approvazione
dei Piani Cave prevede un
6
Holcim Forcust | 02 2009
complesso percorso burocratico che
si sviluppa sia a livello Provinciale
sia Regionale. I ritardi registrati
per l’approvazione dei nuovi piani
cave, per le Province dove operiamo,
ammontano a 3 anni per Pavia, circa
5 per Varese, 6 anni per Milano e 7
per Bergamo. Una volta approvato
il Piano Cave Provinciale (che ha
validità decennale) il titolare di
una cava qui inserita può iniziare il
complesso iter per il rilascio delle
autorizzazioni all’escavazione vera e
propria. Si tratta dell’approvazione
del progetto di Ambito Estrattivo
(con il relativo superamento della
Procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale) e l’approvazione del
progetto esecutivo di escavazione e
recupero ambientale (con eventuali
autorizzazioni e atti connessi
come lo svincolo paesaggistico,
idrogeologico, convenzione con
il Comune, ecc). Questo iter, che
dovrebbe concludersi secondo i
tempi previsti dalla normativa in
pochi mesi (tra 6 e 9), in realtà si
prolunga indefinitamente fino a
durare anche più di 3 anni!
Le conseguenze dei ritardi nel
rilascio delle autorizzazioni
sono molteplici e rischiano ora
di amplificarsi ulteriormente
in funzione della partenza in
Lombardia delle “grandi opere”
connesse all’EXPO di Milano del
2015.
Le società che operano nel settore
estrattivo per la produzione
di inerti selezionati si trovano
già ora, a dover fronteggiare le
richieste del mercato, in assenza
dei permessi di escavazione in cava,
sopperendo, quando possibile, con
l’acquisto di materiale naturale
“grezzo” proveniente da scavi
autorizzati (terre e rocce da scavo)
connessi con la realizzazione di
opere edili o civili. Il primo rischio
concreto è, quindi, quello di una
“scarsità” di materie prime (e di
prodotti finiti) per fronteggiare le
richieste dei cantieri connessi con
le “grandi opere” quando questi
saranno tutti operativi. Il materiale
naturale “grezzo” proveniente da
scavi, inoltre, è spesso più ricco in
“scarti” (frazione fine) e presenta
delle caratteristiche non costanti
rispetto a quello del giacimento di
cava. L’operatore deve essere,quindi,
in grado di garantire, presso gli
impianti di lavorazione in cava,
accurati processi di gestione,
lavorazione e controllo al fine di
raggiungere gli standard qualitativi
necessari per la fornitura di inerti
selezionati per calcestruzzo. E’
per questo motivo che Holcim
ha, da sempre, puntato sulla
standardizzazione e qualità dei
prodotti finiti.
Uno dei nostri punti di forza,
inoltre, è quello di essere un gruppo
integrato. Solo così si possono
garantire standard qualitativi e
un controllo costante dei prodotti,
partendo dalla produzione di
cemento e aggregati selezionati
fino ad arrivare alla produzione e
fornitura di calcestruzzo.
Forcustech
Un cemento d’altri tempi
“Non li fanno più i cementi di una
volta”.
Ma com’erano i cementi “una
volta”?
La storia dei leganti risale
addirittura all’epoca egizia quando
si riuscirono a produrre leganti
aerei (capaci cioè di indurire all’aria)
efficaci ma poco durevoli.
È con la scoperta della pozzolana
(polvere ricavata da rocce di
origine vulcanica) che le cose
cominciano a cambiare: gli antichi
Romani, infatti, si accorsero che
sostituendo la pozzolana alla
sabbia e mescolandola con la
calce, producevano una malta
idraulica, ossia capace di indurire
anche sott’acqua, con resistenza
meccanica maggiore di quella
ottenuta con l’uso della sola calce
aerea.
È proprio grazie alla pozzolana
se noi, oggi, a distanza di
secoli abbiamo il privilegio di
ammirare opere architettoniche
e di ingegneria di straordinaria
bellezza (edifici religiosi, ponti,
acquedotti ecc…). Ora, come
allora, le inimitabili caratteristiche
della pozzolana vengono ancora
sfruttate nella produzione
di calcestruzzi, ovviamente
migliorati e resi più versatili dalle
moderne tecnologie di produzione
e messa in opera.
Pur non avendo le conoscenze
e i mezzi di cui disponiamo
noi oggi, comunque, i nostri
predecessori furono in grado di
produrre calcestruzzi durevoli.
Oggi sappiamo che la pozzolana
è in grado di offrire una notevole
resistenza agli attacchi solfatici,
e alla penetrazione dei cloruri
(acqua di mare, sali disgelanti)
responsabili – questi ultimi – della
corrosione dei ferri d’armatura
oltre che dello sgretolamento
della pasta cementizia. Inoltre il
cemento pozzolanico è in grado
di contrastare il dilavamento
dell’acqua ed inibire la reazione
alcali-silice che provoca, qualora
ci si trovi in presenza di aggregati
reattivi, sgraditi fenomeni
espansivi. Il cemento pozzolanico,
in aggiunta alle caratteristiche
già elencate, ha anche un basso
sviluppo di calore d’idratazione,
proprietà assai apprezzata nei
getti massivi quali platee con
spessori considerevoli, dighe
ecc…. In queste particolari
costruzioni, infatti, la capacità di
dissipare il calore verso l’esterno
diminuisce all’aumentare dello
spessore della struttura: cementi
con sviluppo di calore elevati
porterebbero a gradienti termici
(differenza tra la temperatura
interna e la superficie esterna del
calcestruzzo) elevati. Quest’ultimo
aspetto è molto rilevante, dato
che qualora le sollecitazioni
dovute all’effetto del gradiente
termico superassero la resistenza
a trazione del calcestruzzo
provocherebbero fessurazioni sia
sulla superficie delle strutture che
al loro interno, rendendo i getti di
calcestruzzo – ma soprattutto le
armature – vulnerabili agli attacchi
degli agenti chimici (anidride
carbonica, cloruri, solfati ecc…) e
compromettendone la durabilità,
concetto fondante per le nuove
norme tecniche per le costruzioni.
È di primaria importanza, dunque,
usare il cemento giusto nel modo
giusto e nel momento giusto.
Per un calcestruzzo durabile a
basso calore di idratazione:
CEM 32,5 R IV/B.
Massimo Perizzolo
Usa il CEM 32,5 R IV/B
per confezionare calcestruzzi
per getti massivi, come le fondazioni:
avrai uno sviluppo inferiore del calore
d’idratazione e quindi meno problemi
di fessurazione.
2009 02 | Forcust Holcim
7
FORCUST®
Periodico di informazione
trimestrale di
Holcim (Italia) S.p.A.
Via Volta, 1
22046 Merone (CO)
www.holcim.it
www.holcimformarket.it
Direttore responsabile:
Andrea Dainese
Redazione Interna:
Simona Cardone
Manuela Castelletti
A questo numero
hanno collaborato:
Giuseppe Gentilini
Uriel Cinti
Laura Perego
Massimo Perizzolo
Diego Robuschi
Diego Rosani
Alberto Vanzo
Paolo Zambianchi
Studio Grafico:
Contatto Febe S.r.l. - MI
Stampa:
Grafiche Ata snc - MI
Misto
Gruppo di prodotti provenienti da foreste
correttamente gestite e da altre origini
controllate
www.fsc.org Cert no. SA-COC-001833
© 1996 Forest Stewardship Council
dal mondo
Il primo museo
sottomarino del mondo
Altezza: 7 m
Diametro: 40 m
Superficie: 22.000 m
Capacità: 3 milioni di visitatori l’anno
Sono le dimensioni di un’opera
unica nel suo genere, che dovrebbe
sorgere tra qualche anno in Egitto:
un gigantesco museo sottomarino
che sarà realizzato in parte sopra e
in parte sotto l’acqua.
Sembra, infatti, che importanti
resti dell’antica città di
Alessandria d’Egitto, come la
biblioteca più grande del mondo
con il palazzo di Cleopatra,
Il progetto prevede
che il museo venga
costruito in parte
sopra e in parte
sotto la superficie
dell’acqua.
Le due parti
saranno collegate
attraverso un tunnel
sottomarino
tutti immersi nelle profondità
marine a pochi metri dalla riva,
potranno essere ammirati grazie
al museo subacqueo progettato
dall’architetto francese Jacques
Rougerie.
Oltre 140.000 milioni di dollari
per una costruzione unica al
mondo che possa permettere di
passeggiare sott’acqua tra i reperti
di una delle civiltà più affascinanti
del pianeta, finiti sul fondo del
Mediterraneo a causa di due
forti terremoti del passato, che
distrussero anche il palazzo reale
di Cleopatra e il Faro d’Alessandria.
Veri e propri tesori seppelliti
negli abissi potranno finalmente
essere accessibili a tutti,
grazie ai tunnel e ai cunicoli
del museo sottomarino, che
rappresenterebbe, senza dubbio,
un importante passo avanti
nello sviluppo delle mostre del
patrimonio culturale subacqueo.
I lavori del progetto, affidato
appunto all’architetto
francese Jacques Rougerie,
dovrebbero partire nel 2010
e concludersi nel 2012. Tra
le infinite e importanti
questioni da affrontare non
mancheranno sicuramente la
sicurezza dei visitatori durante
la loro esplorazione delle sezioni
subacquee del museo, e le
limitazioni riguardanti la visibilità
sott’acqua.
L’Unesco (ente delle Nazioni Unite
per l’educazione della scienza
e della cultura) ha organizzato
una commissione internazionale
per il consulto scientifico, che
ha lo scopo di aiutare il Governo
Egiziano nella concretizzazione del
progetto.
Manuela Castelletti
Scarica

Nuovo Ospedale Sant`Anna