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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
inarcos
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15:47
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ANNO LXIV - APRILE 2009 (3)
Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30
BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13
698
mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti
e del collegio costruttori della provincia di bologna
notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna
notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna
INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
28-04-2009
aprile 2009
+ copertina 698
■ pag 249
■ pag 261
■ pag 282
Convegno del 18
febbraio 2009: “La
nuova normativa
sulla radioattività
naturale, il gas
radioattivo Radon
nelle abitazioni,
quali implicazioni
sull’attività
dei progettisti”
La rete di
stazioni fisse GPS
della Regione
Emilia Romagna:
implicazioni sulle
operazioni
di rilievo
topografico
Un primo
approccio
al fotovoltaico:
la guida del GSE
e le ultime
novità legislative
■ Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola ANDREA BENEDETTI, ALESSANDRO
BETTINI, ALESSANDRO BATTAGLIA ■ Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon
nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” ■ La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico MARCO PASQUINI ■ L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici LINO
CREDALI ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza energetica e certificazione ■ NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e
Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Convegni
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MURATORE
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Costruttori di Bologna - Federazione degli Ordini degli Ingegneri dell’Emilia-Romagna - Asso: Ingegneri, Architetti Liberi Professionisti in Europa
rivista mensile edita dalla Associazione Ingegneri ed
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in data 29-4-65.
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Sono graditi contributi concernenti tutte le specializzazioni di ingegneria e architettura. Per sottoporre articoli da
pubblicare sulla rivista consultare le “norme” presenti sul
sito www.assiabo.it
ARTICOLI
■
Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale
del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola
ANDREA BENEDETTI, ALESSANDRO BETTINI, ALESSANDRO BATTAGLIA __________________________ 233
■
Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale,
il gas radioattivo Radon nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” __ 249
■
La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna:
implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico
MARCO PASQUINI ________________________________________________________________ 261
■
L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici
LINO CREDALI __________________________________________________________________ 267
D A L L’ I S T I T U T O D I I S T R U Z I O N E P R O F E S S I O N A L E E D I L E
■
La Seconda Gara Provinciale del Muratore
CECILIA ALESSANDRINI __________________________________________________________________ 281
EFFICIENZA ENERGETICA E CERTIFICAZIONE
■
Un primo approccio al fotovoltaico: la guida del GSE e le ultime novità legislative
DARIO VANNINI, SONIA SUBAZZOLI ________________________________________________________ 282
NOTIZIARI
■
Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna ________________________ 301
■
Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna__________________________________________ 304
■
Ancebologna ______________________________________________________________________ 320
■
Asso ______________________________________________________________________________ 324
RUBRICHE
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Corsi&Convegni ____________________________________________________________________ 326
La pubblicazione degli articoli non significa riconoscimento ed approvazione da parte della Direzione, delle
opinioni o delle teorie espresse dagli Autori. Si accettano memorie o deduzioni anche in contrasto con
quanto già pubblicato, salvo il diritto di replica da
parte degli interessati. È vietata la riproduzione, anche
parziale, degli scritti senza citarne la fonte.
LA COPERTINA DEL MESE
Adeguamento sismico come estrema sensibilità nel recepire la fondamentale importanza che ogni particolare può avere a fronte di evento eccezionale che porti l’edificio a dover contrastare forze di enorme entità che improvvisamente agiscono in direzione diversa da quella che era stata calcolata per i carichi verticali. Res.In.Tec
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Intervento di restauro conservativo
e miglioramento strutturale del teatro
Comunale “Ebe Stignani” di Imola
Andrea Benedetti
Dipartimento DISTART, Università di Bologna
Alessandro Bettini
Architetto,Progettista e Direttore Lavori Architettonici, Coordinamento generale
Alessandro Battaglia
Direttore Tecnico Impresa Res.In.Tec. Italia
INTRODUZIONE
Il teatro di Imola intitolato ad Ebe Stignani, è un raro
esempio di teatro a pianta ellittica tra quelli esistenti in
Italia; inoltre, particolarità nella particolarità, è ricavato
all’interno di una chiesa gotica, la chiesa superiore di San
Francesco realizzata nel XIV secolo e requisita, insieme a
gran parte dei beni ecclesiastici, in epoca napoleonica.
La chiesa era realizzata sul lato sud del chiostro del convento dei frati francescani, insolitamente vicina al convento dei domenicani poco più in là, oltre l’attuale via
Quarto.
Lunga 50 metri, larga 18 ed altrettanto alta, era a navata unica con abside a est di cinque lati (ancora quasi
intatto all’esterno) di cui si può ammirare il magnifico
coronamento di copertura. Il tetto era a due falde e poggiava su 17 capriate a doppia catena con luce libera di
ben quindici metri. Ai due lati della navata della chiesa
inferiore erano invece realizzati due ambulacri che si
affacciavano l’uno sulla via Emilia, a sud a formare un
portico, e l’altro sul cortile interno a nord.
Si accedeva alla chiesa superiore dall’attuale piazza
Abate Ferri attraverso un grande scalone esterno a due
rampe contrapposte collocato sulla facciata principale
orientata a ovest, chiaramente delineato nella stessa
mappa di Leonardo che mostra anche una scala a rampa
unica a fianco dell’abside tangente alla via Emilia. Sul
lato opposto, a fianco dell’abside, svettava un massiccio
campanile coevo di cui si può vedere ancora oggi la sagoma, purtroppo scapitozzata.
La facciata sud sulla via Emilia era scandita dai 9 grandi
pilastri, con 8 arcate che ancora si intravedono, corrispondenti alle campate che definivano lo spazio della
chiesa, dall’aula al transetto, prima dell’abside.
ORIGINI DEL TEATRO NELLA CHIESA
All’inizio dell’ottocento a Imola c’era tanta voglia di
Teatro e così alcuni facoltosi imolesi, nel 1810, si associa-
SOMMARIO
L’estensione delle zone a rischio sismico e soprattutto i
recenti avvenimenti nazionali impongono una rivisitazione critica dei livelli di rischio associati alle varie tipologie
di edifici e una decisione in merito al rischio accettabile e
a quali interventi siano necessari per raggiungerlo. Sempre maggiore importanza hanno assunto soluzioni di ultima generazione nel campo del restauro e dell’adeguamento sismico e normativo che consentono sistemi progettuali non invasivi, rapidi da installare e durevoli nel
tempo. Dall’evoluzione dei compositi frp nascono sistemi
compositi in acciaio al carbonio che offrono ulteriori vantaggi quali la resistenza al fuoco, la traspirabilità e la possibilità di un facile pretensionamento. Nell’articolo seguente viene esposto in dettaglio la procedura seguita nel
rinforzo ed adeguamento normativo con certificazione
600 Kg. di carico e R90 di resistenza al fuoco del “Teatro
Ebe Stignani” di Imola (BO), che per situazioni analoghe
può essere utilizzata come guida.
SUMMARY
The broad expanse of the seismic areas and the recent
national events impose upon us the need for a critical
review establishing the risk levels for different types of
buildings in order to make a decision on that which is to
be considered an acceptable risk and which actions are
necessary to achieve it. Latest generation solutions in the
restoring and compliance to the seismic rules have become more and more important as they allow projects that
are not invasive, quick to install and durable. From the
evolution of the frp composites come new carbon steel
composite systems that offer further advantages such as
fire-proofing, persperation and the possibility of easy
early retirement. The following article shows in detail the
procedure for the reinforcement in compliance to the
rules with Certification of 600 kgs of peak load and R90 of
fire-proofing of the “Ebe Stignani Theatre” of Imola Bologna. This procedures could be used as a guideline for
similar situations.
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1
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rono e diedero il via alla realizzazione del “Teatro dei
Signori Associati” o “Teatro di Cerere”.
Non è il teatro di Cosimo Morelli, l’architetto che tanta
parte aveva avuto nel “rinnovo” architettonico e urbanistico del settecento imolese ; il magnifico teatro a tre
bocche del foro boario, costruito nella seconda metà del
‘700 per conto di sedici cavalieri associati, che era stato il
suo orgoglio e per il quale aveva pubblicato in proprio
un piccolo trattato in folio di architettura teatrale dedicato a sua eccellenza la Signora Marchesa Lilla Cambiaso,
era già andato a fuoco la notte del 5 febbraio del 1797.
Dopo vari tentativi di costruire un nuovo teatro, nel 1810
i Signori Associati, acquistano dalla Direzione Demaniale
la chiesa soppressa di San Francesco per trasformarla in
teatro. Il progetto venne affidato a Giuseppe Magistretti, imolese, che lo realizzò in due anni terminandolo nel 1812, e la vendita sulla carta dei palchi servì a
sostenere l’impresa.
Con un’operazione tanto geniale quanto semplice, ma
solo apparentemente, Magistretti, e non Morelli, realizza il nuovo teatro romantico, ricco di ori e di velluti, a
pianta ellittica tagliando i due pilastri della quarta campata e scaricando poi le spinte conseguenti attraverso
due grandi arconi simmetrici posti tra i pilastri della terza
e della quinta campata, come ben si vede ancor oggi
dalla via Emilia e dal cortile interno.
L’opera di Magistretti è splendidamente documentata
con una sua planimetria a colori, conservata presso la
Biblioteca Comunale di Forlì, e con tre sue tavole,
anch’esse colorate, conservate all’Archivio di Stato di
Milano, che rappresentano rispettivamente la facciata e
lo spaccato trasversale , lo spaccato longitudinale , tre
piante ai piani terra, primo e secondo del “Nuovo Teatro
della Città di Imola nella soppressa chiesa di S.
Francesco”.
L’ellisse che definisce la sala è una figura perfetta con
asse da 16,60 metri in direzione est-ovest e 11,40 metri
in direzione nord-sud, contornato da tre ordini di 19 palchi e soprastante galleria.
Il progetto della facciata era caratterizzata, al primo
ordine, arretrato rispetto al secondo, da un grande arco
sull’ingresso principale affiancato da due simmetrici più
piccoli ai lati e da tre grandi finestre con lunette sulla
sala del ridotto, al secondo ordine, con quattro lesene e
timpano superiore sormontato da tre figure ai vertici.
Il nuovo teatro, inaugurato nell’agosto del 1812 fu chiuso al pubblico poco dopo nel 1815, con Pio VII e la restaurazione, perché ricavato all’interno di un edificio sacro.
Per sedici anni gli imolesi si adattarono, come già prima
era avvenuto, ad un teatro provvisorio sistemato nella
Sala del Consiglio Comunale. Solo nel 1831, grazie all’impegno di Cesare Codronchi Angeli, il papa Gregorio XVI
ne permise la riapertura a condizione che venisse rimossa ogni apparenza di chiesa.
Furono avviati gli indispensabili lavori di restauro; in
quell’anno il Magistretti elabora un ulteriore progetto
della facciata principale ( Pianta ed elevazione della facciata del nuovo teatro d’Imola - disegno acquerellato
conservato presso la Biblioteca Comunale di Imola) per
modificare la facciata e dotarla di una balconata, poco
profonda con balaustra.
Il teatro riprende la sua attività e in breve tempo la sua
fama si espande oltre i limiti del ristretto ambito regionale.
Probabilmente a quel momento la facciata non era
ancora stata del tutto completata, venne infatti eseguita più tardi con modifiche ed in particolare con l’aggiunta di un portico e sovrastante terrazza con accesso
dal ridotto, come nell’uso dell’epoca e come ancor oggi
vediamo dalla piazza Abate Ferri (figura 1).
Nel 1846 i Signori Associati vendettero il teatro al
Comune, da quel momento divenne appunto Teatro
Comunale, ma i palchi rimasero di proprietà privata. Vi
furono rappresentate importanti opere liriche e si sparse la fama dell’ottima acustica del luogo; l’attività proseguì intensamente fino al 1852, quando il teatro venne
temporaneamente chiuso per essere completamente
restaurato.
L’opera fu condotta sotto la direzione dell’architetto
Ricciardelli tra il 1853 e il ’56. L’ingegnere comunale
Antonio Cerchiari si occupò della ristrutturazione del
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coperto e del plafone. La decorazione pittorica fu affidata al pittore imolese Francesco Galassi e al figurista
Paolo Sarti.
Il palcoscenico si affacciava sulla sala avanzando col proscenio a contenere il primo e l’ultimo palco dei tre ordini. La sala era di 122 m2 circa e il palcoscenico, grandissimo, di circa 300 compresi gli spazi annessi fino all’abside.
La volta leggera di sala era realizzata con una rigorosa
orditura di centine e tambocci in legno con superficie
d’intradosso in incannicciato e gesso, poggiante al perimetro e sostenuta dalle due capriate in legno tangenti,
raddoppiate per questo nei loro elementi componenti
(figura 2-3 e 4). L’elegante e profondo arco scenico, con
l’intradosso inclinato verso il palco e appoggiato su
quattro grandi mensole con volute ai lati, venne realizzato con una struttura “scatolare” in travi di legno racchiusa verso il palco e verso la sala con incannicciati intonacati a gesso, per accogliere nella superficie le decorazioni pittoriche.
Il teatro riaprì nell’estate 1855; l’attività riprese da allora con regolarità se si esclude il periodo tra il 1859 e il
1866 tra fermenti risorgimentali e terza guerra d’indipendenza , nel 1931 il teatro offrì la sua ultima stagione
di opera lirica poi venne chiuso dalle autorità perché non
rispondeva alle nuove norme di sicurezza.
L’Amministrazione dell’epoca non ritenne di dare corso
ai lavori di adeguamento; di lì a poco la guerra, poi gli
anni della ricostruzione in cui occorreva rispondere ai
bisogni primari della popolazione rimandarono nel
tempo il recupero dell’edificio cui si mise mano solo nella
metà degli anni ’60 in uno stato di grave e generalizzato degrado.
Nel 1965 e ‘66 il Genio Civile avviò i primi lavori di recupero. Venne fatto l’impiantito del palcoscenico, che è
quello attuale e l’impiantito grezzo in muratura della
platea, un tempo con struttura in legno.
Venne rifatto il pavimento del ridotto del teatro con l’attuale veneziana, sostituendo il preesistente pavimento
in listoni in legno, ancora presenti invece nelle due sale
attigue. Furono rifatti parte dell’impianto elettrico e
degli intonaci. Fu l’avvio di una lenta operazione di recupero complessivo della struttura, che prese una decisa
accelerazione a partire dall’inizio del 1970, dopo l’approvazione del progetto definitivo e portò, al suo termine, alla riapertura del teatro nel 1974.
Il problema più complesso fu quello delle uscite in quanto il teatro si trova al primo piano.
Furono allargate o rifatte quasi completamente le scale
che portavano al loggione e quelle a fianco della sala.
Furono demolite alcune superfetazioni aggiunte nel
tempo alla facciata interna al cortile della biblioteca.
Quell’ala fatiscente fu sostituita con un nuovo fabbricato che ospita i camerini degli attori, i servizi di scena e di
custodia. Furono costruiti ex novo i bagni, rimessi in ordine i palchi, ricavato il bar. Fu rifatta al piano terra l’abitazione del custode poi trasformata in uffici, furono rinnovate le coperture.
Non si intervenne invece sulle strutture principali del
tetto, sostenuto dalle poderose capriate in legno a doppia
catena. L’intervento permise di riaprire il teatro ed anche
di mettere in risalto alcuni elementi della chiesa trecentesca. Vennero messi in luce gli arconi superiori sulla facciata di via Emilia, si evidenziarono le finestrine gotiche originarie chiudendo le forature di epoca successiva.
I lavori vennero portati a termine nel 1974 e nella primavera di quell’anno il teatro comunale, intitolato ad
Ebe Stignani, venne riaperto al pubblico e riprese con
regolarità la sua attività qualificandosi come uno dei più
vivaci della regione (si vedano le piante e sezioni delle
figure 5.a-5.f).
L’indispensabile restauro ha mantenuto la struttura e le
decorazioni eseguite alla metà dell’800.
GLI INTERVENTI IN CORSO DI ULTIMAZIONE
L’attuale progetto “2007-2009” degli interventi di conservazione e di recupero funzionale del Teatro
Comunale “Ebe Stignani” di Imola si articola in più fasi
temporali.
inarcos 235
A
Nelle pagine precedenti:
1 - Vista del porticato d’ingresso del Teatro Stignani (anni ‘70).
2 - Decorazioni della cupola in gesso di copertura della sala.
3 - Vista dell’orditura in legno a sostegno della cupola in gesso.
4 - Decorazioni della cupola : vista dalla sala (anni ’70).
In queste pagine:
5 - Piante e sezioni della configurazione attuale del teatro.
6 - Vista di una volta in pietra in foglio dei corridoi.
6.1 - Palchetto 17-19 del III° ordine.
B
C
L’intervento in corso è stato preceduto nel 2005-‘06 da
un’operazione preliminare molto impegnativa di “bonifica” generale delle protezioni antincendio contenenti
amianto – prescritte negli anni ’60-’70 dal ministero
degli interni per la protezione antincendio in tutti i teatri - che interessavano la totalità delle strutture lignee di
copertura, dalle principali fino ai più minuti travicelli
della volta di sala.
Il progetto ora in corso di realizzazione si pone i seguenti obiettivi:
– l’abbattimento delle barriere architettoniche non solo
per la fruizione da parte di persone diversamente abili
che devono utilizzare sedie a ruote, ma anche per una
più agevole accessibilità ai vari piani del teatro da parte
persone di qualsiasi età e capacità motoria;
– il riassetto funzionale delle parti di servizio dell’edificio e delle vie di fuga;
– il restauro conservativo degli elementi storico-architettonici, pittorici e decorativi presenti;
– il rinnovo della “macchina scenica” teatrale e dei suoi
arredi.
Si tratta di un progetto complesso su di un edificio articolato in più parti, di epoche diverse e trasformate in
relazione alle funzioni assolte, connesse funzionalmen-
D
E
5
236
inarcos
F
6
6.1
te tra loro a formare la struttura teatrale così come è
giunta fino a noi.
La pregnanza formale e la rilevanza storico – architettonica delle parti risultano anch’esse differenziate e articolate dalla maestosità e raffinatezza del teatro ottocentesco calato nel volume ecclesiastico del trecento,
fino alle modeste strutture di servizio degli anni ’70, connotate da una certa povertà formale ed anche strutturale, passando per la dignitosa sobrietà del coevo edificio per gli uffici e i camerini.
In sintesi il progetto comprende:
– il consolidamento delle strutture lignee di copertura
attualmente inadeguate, attraverso l’inserimento di
capriate in acciaio,
– la messa in opera di nuovi impianti di trattamento aria
e climatizzazione per gli ambienti della sala, palchetti,
sala del ridotto e spazi annessi, al fine di ottenere un
adeguato comfort ambientale sia in estate che in inverno. La climatizzazione sfrutterà i fluidi caldi e freddi prodotti dal sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento di HERA Imola Faenza Srl con macchine remote
non in ambiente, lontane dalla struttura teatrale.
– Il restauro strutturale delle volte leggere d’incannicciato e gesso.
– Il consolidamento di voltine sottili in mattoni nei palchi e nei loro corridoi.
– La protezione passiva dal fuoco degli elementi strutturali e la dotazione di specifici elementi separanti e compartimentazioni antincendio; la protezione attiva attraverso la realizzazione di appositi impianti e dotazioni
antincendio con la realizzazione di adeguate “vie di
fuga”.
– All’interno del cortile tra la Biblioteca ed il Teatro verrà
realizzato un nuovo corpo di collegamento, con involucro a “facciata continua” in metallo e vetro, in luogo di
quello preesistente in muratura.
– In sotterraneo, al di sotto della biglietteria esistente e
del nuovo corpo di collegamento, 5 metri al disotto della
quota della via Emilia, verranno ricavati i nuovi servizi ed
i vani tecnici della struttura.
– Al 2° livello verranno realizzati i servizi igienici dedicati privi di barriere architettoniche.
– Una sobria “torre ascensore” a pianta quadrata, collocata all’interno del cortile e dello stesso corpo di collegamento, metterà in comunicazione i livelli accessibili
della struttura.
– Verranno adeguati e rinnovati gli spazi della biglietteria, degli uffici e dei camerini dell’edificio “anni ‘70”
entro il cortile.
– Verranno restaurati attraverso operazioni di restauro
scientifico gli ambienti costituenti il Teatro storico ottocentesco.
– La “macchina scenica” del palcoscenico e le dotazioni
ed apparati e arredi di scena verranno integralmente
adeguati e rinnovati nel rispetto dei caratteri storicoartistici ed architettonici dell’edificio.
L’intervento verrà completato con i restauri pittorici
delle superfici decorate della volta e delle pareti di sala
e del ridotto e dagli elementi d’arredo degli ambienti.
I lavori, avviati il 26 febbraio 2007, verranno terminati
nel dicembre 2009.
L’INTERVENTO STRUTTURALE
Le demolizioni dei pavimenti operate nel corso della
prima fase di apertura del cantiere hanno mostrato
l’esiguità delle strutture portanti del sistema dei palchi. Tale caratteristica è sicuramente derivata dall’aver eseguito il sistema dei palchi all’interno di uno
spazio chiuso di dimensioni assegnate (figura 6).
Nella situazione precedente ai consolidamenti, l’organismo murario del teatro presenta una notevole
vulnerabilità sismica, conseguente alla possibilità che
nel corso di uno scuotimento sismico le volte realizzate con mattonelle di cotto disposte a pietra in
foglio possano perdere la forma geometrica e cadere per annullamento dell’effetto ad arco.
A tale problematica si è cercato di dare risposta progettando e realizzando un sistema di rinforzo basato
inarcos 237
7 - Vista dello schema di rinforzo mediante reticoli di strisce di
rinforzo.
7.1 - Vista di sezione area di intervento.
8 - Vista degli elementi di rinforzo SRCM.
8.1 - Modellazione delle volte.
8.2 - Modello tridimensionale.
8.3 - Vista interna dei palchetti.
7
7.1
su di un reticolo di strisce di fili metallici unidirezionali applicati esternamente all’estradosso delle volte
per mezzo di un legante idraulico (figura 7).
Gli impalcati dei corridoi comprendono le volte in
muratura di circa 30 mm di spessore, un riempimento di ulteriori 10 mm in chiave e un pavimento seminato alla veneziana. La necessità di mantenere le
quote esistenti, ha limitato lo spazio disponibile agli
interventi ai 10 mm di spessore superiormente alle
volte in muratura.
Gli interventi di consolidamento sono stati realizzati
valutando lo stato di sollecitazione statica dell’edificio allo stato attuale, lo stato di sollecitazione statica
dell’edificio con l’aumento di carico accidentale, lo
stato di sollecitazione sismica dell’edificio ed i criteri
e le tecniche di consolidamento e loro localizzazione
spaziale.
Si è pertanto optato per l’applicazione all’estradosso
delle volte di compositi SRCM (steel reinforced
cement matrix) che consentissero di ottenere il
sovraccarico utile netto di 600 kg./m2 pur rispettando
la condizione di resistenza al fuoco R90 per le strut238
inarcos
ture portanti (figura 8). La soluzione prescelta, pur
consentendo il passaggio degli impianti rispetto ai
compositi in FRP realizzati con tessuto secco di carbonio rende accettabili le temperature che inevitabilmente si manifestano nelle volte in muratura in
caso d’incendio.
Le volte dei palchi essendo dei padiglioni sono state
modellate con degli archi incrociati lungo le diagonali dei palchi stessi, costituite da elementi beam in
muratura di rigidezza equivalente, quelle dei corridoi che sono di tipo a botte, sono state, invece,
modellate con archi paralleli equidistanti.
Le strisce unidirezionali di micro trefoli di acciaio
nichelato hanno una larghezza di 100 mm ed un’area
specifica di 0,19 mm2/mm. Resistono a tensioni fino a
valori di circa 2800 MPa, ma come è usuale per le
armature applicate esternamente per incollaggio, la
tensione critica risulta essere quella di de laminazione.
Come accade per le strisce FRP, tale tensione dipende
dall’energia di frattura specifica dell’interfaccia, e nel
caso di mattoni di laterizio in generale si raggiungono
alla de laminazione circa 1000 MPa di tensione.
I materiali SRCM consentono tuttavia una notevole
miglioria rispetto alle soluzioni con C-FRP, in conseguenza della loro capacità di essere attorcigliati
senza creare nessun danno alle fibre stesse. Nel caso
in esame per ciascuna striscia di SRCM sono state eseguite due perforazioni a trapano nelle murature di
confine delle volte, inserendo in tali fori due code
attorcigliate ottenute dalla parte terminale della striscia. Attraverso tale accorgimento la tensione di de
laminazione effettiva può essere anche notevolmente superiore al valore teorico.
METODO DI ANALISI
Per determinare le sollecitazioni si è adottata un’analisi dinamica modale di tipo lineare con spettro di
risposta. Di fatto sono stati considerati 200 modi di
8.3
8
8.1
8.2
vibrare riuscendo ad eccitare l’85% della massa in
entrambe le direzioni X e Y.
La combinazione dei modi, al fine di calcolare sollecitazioni e spostamenti complessivi, è stata effettuata
adottando una combinazione quadratica tipo CQC
avendo rispettato la condizione che il periodo di vibrazione differisca di almeno il 10% da tutti gli altri.
Le analisi di tipo elastico lineare costituiscono un buon
compromesso per la modellazione delle strutture
murarie fornendo risultati nel complesso attendibili
senza pregiudicare il costo computazionale dei calcoli
e garantendo un controllo ottimale dei parametri di
modellazione; tale tipo di analisi infatti è previsto
dalle più aggiornate normative antisismiche. Con questo modo di procedere naturalmente, si riesce a valutare il comportamento della struttura nel suo complesso, rimandando l’indagine su problematiche locali e di tipo particolare, a tecniche diverse e più appropriate alla risoluzione del singolo problema.
Il progetto è stato svolto predisponendo un modello
agli elementi finti per l’analisi sismica del complesso
murario e definendo il sistema di rinforzo sulla base
dei valori delle azioni interne e delle direzioni principali di trazione e compressione.
In particolare la resistenza a flessione di una volta si
esplica attraverso l’incurvamento della curva delle
pressioni fino a toccare le superfici superiore o inferiore della volta. La presenza di un rinforzo all’estradosso è in grado di incrementare la capacità a sostenere momenti negativi della volta attraverso la traslazione verso l’alto della zona ove il passaggio della
curva delle pressioni risulta ammissibile.
DESCRIZIONE DELL’AZIONE SISMICA
Il modello di riferimento per la descrizione del moto
sismico in un punto della superficie del suolo è costituito dallo spettro di risposta elastico. Lo spettro di
riferimento è quello indicato nella Norma vigente
D.M. 14/09/2005. Inoltre il moto orizzontale è consi-
inarcos 239
9 - Piante delle griglie di rinforzo disposte ai tre piani strutturali.
10 - Vista dello schema di rinforzo della galleria.
11 - Particolare di un rinforzo dei parapetti della galleria.
In ultima pagina:
12 - Vista della sala dal palcoscenico ( anni ’70).
13 - Vista della sala dal palco reale ( anni ’70).
9
derato composto da due componenti orizzontali
indipendenti, caratterizzate dallo stesso spettro di
risposta.
Per definire correttamente tale spettro è necessario
valutare il tipo di terreno presente. Nel caso in studio
è stata adottata la seguente categoria di profilo stratigrafico del suolo di fondazione:
categoria C - depositi di sabbie e ghiaie mediamente
addensate o di argille di media consistenza.
PROGETTO DEL RINFORZO
La lunghezza ottimale di ancoraggio è stata valutata
considerando
Dove:
Ef è il modulo di elasticità normale della fibra in direzione della forza;
fmtm è la resistenza media a trazione della muratura.
L’energia specifica di frattura del legame di aderenza
rinforzo-muratura è definita come:
nella quale fcm è la resistenza media a compressione
della muratura.
Il valore di progetto della massima forza, trasmissibile
da un rinforzo di lunghezza pari o superiore a quella
ottimale di ancoraggio dipende dalle caratteristiche
geometriche e meccaniche del rinforzo stesso e dalle
caratteristiche dell’ interfaccia in accordo con la relazione:
240
inarcos
10
11
Dove:
γR,d il coefficiente parziale di sicurezza del modello di
resistenza (aderenza);
κm è un coefficiente correttivo di natura sperimentale.
Al quale corrisponde la seguente tensione:
no appena inferiori a quelle ottenute con la combinazione agli SLU.
Nei calcoli di progetto dei rinforzi che seguono per
le aree sopra descritte, i valori delle caratteristiche
delle sollecitazioni sono state riferite al filo con la
muratura di appoggio dei solai, evitando di essere
eccessivamente pessimisti nella scelta delle sollecitazioni di progetto, considerando le sollecitazioni
delle travi di solaio in corrispondenza degli assi delle
pareti.
Considerando che l’intervento è stato eseguito all’estradosso di ogni solaio, non potendo rinforzare per
il momento positivo, ma solo per i negativi di estremità, il diagramma del momento flettente è stato
opportunamente traslato verso l’alto per considerare
la plasticizzazione della sezione centrale.
Nelle successive figure sono illustrate le distribuzioni
di strisce di rinforzo adottate per i differenti impalcati a servizio dei palchi (figure 9.a-9.c).
Nel caso di volte a crociera, il sistema strutturale si
comporta come una griglia composta di due archi
incrociati, e dunque la capacità portante può essere
aumentata disponendo croci di tessuti d’acciaio
(figura 10)
Lo schema a tirante d’estradosso si presta a molte
soluzioni e consente notevoli risparmi per raggiungere un miglioramento della resistenza di strutture
curve. Jurina (2004) ha presentato una notevole
varietà di soluzioni per eseguire rinforzi con catene
curve anche pretese.
Attraverso lo schema adottato si raggiunge una
notevole connessione tra il sistema delle volte e le
pareti perimetrali, impedendo di fatto l’allontanamento delle pareti stesse e la perdita di appoggio
delle volte.
Lo stesso schema di rinforzo è stato adottato anche
per i parapetti dei palchi, utilizzando un composito
di assi di legno con interposto un tessuto di fili d’acciaio per realizzare il sistema resistente alle forze
orizzontali del pubblico.
Allo scopo di prevenire il meccanismo di delaminazione, è stato possibile ricorrere ad una procedura semplificata consistente nel verificare che allo SLU la tensione
nel composito fibrorinforzato non ecceda un valore
massimo, ffdd,2, fornito dalla seguente relazione:
Come precedentemente detto nella fase di descrizione del modello, i solai delle volte a botte dei corridoi
e dei padiglioni dei palchi sono stati modellati con
delle “beam” disposte ad arco per cogliere le caratteristiche della sollecitazione della porzione di orizzontamento compresa tra due archi consecutivi. Ogni
arco è stato approssimato con una poligonale di sei
lati.
In questo modo è stato possibile cogliere lungo lo sviluppo di ciascun arco il valore dello sforzo assiale e
del momento flettente.
Dallo studio d’insieme della struttura e dalla successiva analisi dei risultati si è appurato che le condizione di carico più svantaggiose sono quella agli stati
limite ultimi e quelle con azione sismica dominate
agente in direzione ortogonale all’asse di simmetria
del teatro.
Infatti questa azione sismica produce degli effetti
torsionali nella struttura a seguito dell’elevata eccentricità tra il centro di massa e quello di taglio per ogni
impalcato.
Tuttavia, sempre nel caso di carico sismica descritta,
le sollecitazioni prodotte sugli orizzontamenti resta-
inarcos 241
12
13
CONCLUSIONI
Costruzioni di Imola e l’ing. Gianfranco Zoli per aver
messo a disposizione gran parte del materiale fotografico e progettuale relativo agli interventi effettuati sul Teatro Ebe Stignani; in tale modo è stato
possibile presentare un esempio di realizzazione che
può essere di qualche utilità anche in altri casi analoghi.
Nella nota si è descritta la storia costruttiva e gli
interventi di protezione sismica attualmente in corso
presso il teatro Comunale Ebe Stignani di Imola.
Il teatro è un’importante costruzione del tessuto edilizio del Centro Storico di Imola, e in quanto tale ha
sempre svolto una funzione di spazio pubblico formale nelle attività della città.
Attualmente, i gravi problemi sismici e le problematiche di sicurezza dei luoghi pubblici ne hanno richiesto un adeguamento strutturale, che fermi restando
i vincoli architettonici e tecnologici non poteva essere risolto se non facendo ricorso ad una tecnica di
consolidamento basata su materiali compositi innovativi.
Proprio per le problematiche di resistenza al fuoco la
scelta è caduta sui tessuti unidirezionali di fili metallici che mostrano una notevole versatilità nella realizzazione di interventi geometricamente complessi
nei quali la resistenza anche in caso d’incendio possa
essere una delle richieste qualificanti.
Il progetto delle reti di strisce necessarie a garantire
la sicurezza in caso di sisma è stata svolta con tecniche di calcolo tradizionali ma introducendo concetti
di consolidamento appropriati per la tecnica adottata. Il risultato ha mostrato le notevoli potenzialità di
tecniche di rinforzo basate sulla scelta di traiettorie
di tensione come griglia portante del sistema di rinforzo. La scelta di rinforzi SRCM ha evidenziato la
possibilità di soddisfare contemporaneamente esigenze di tipo sismico con esigenze di resistenza alle
alte temperature, sebbene ad oggi un metodo di calcolo per la resistenza al fuoco dei rinforzi non sia
ancora assodato.
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano la ditta RES.IN.TEC Italia Srl di Calderara di Reno, la ditta CESI Impresa Generale
242
inarcos
BIBLIOGRAFIA
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Control of Strengthening Interventions by Means of
Fibre-reinforced Composites, Bulletin DT 200/2004,
Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roma, Italy
(english version).
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in Structural Repairing”, CDS 2 - The Conceptual
Design of Structures, CI Premiere Ltd, Singapore.
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della chiesa di S. Martino in Casola”, INARCOS,
LXII(680), Bologna.
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Materials”, 100th Anniversary Earthquake Conference, San Francisco, April 18-22, 2006, paper n° 1677
5. Benedetti A., Steli E., “Analytical Solution of the
Shear – Displacement Curve for Reinforced Masonry
Panels”, The Tenth North American Masonry Conference, St. Louis, Missouri - June 3-6, 2007, ISBN 1929081-28-6
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of Plane Seismic Resistance of Walls: Collapse
Mechanisms and Retrofit Techniques”, The Tenth
North American Masonry Conference, St. Louis,
Missouri - June 3-6, 2007, ISBN 1-929081-28-6
7. Poggi C., Fava G., (2008), “Il controllo di accettazione
dei materiali fibrorinforzati per il rinforzo strutturale”, I Quaderni Tecnici di Assocompositi, 1, Milano.
■
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Riduzione dei consumi del 30%?
Il segreto sta nell’inerzia termica
E la ricerca lo dimostra*
Il confronto in termini di prestazioni energetiche e condizioni di benessere abitativo tra
due edifici identici – uno bioclimatico in muratura pesante l’altro con pareti e solai
leggeri – ha dimostrato che, pur con identici valori di trasmittanza termica, il fabbisogno
energetico per il riscaldamento dell’edificio in muratura pesante è inferiore del 30%.
E questo grazie all’inerzia termica delle pareti pesanti, come quelle in blocchi Alveolater® e
Alveolater®Bio Stabila, che sono dotate non solo di elevate qualità isolanti, ma anche di una
massa che accumula e rilascia il calore in maniera complessa, smorzando i picchi della
temperatura esterna e differendoli nel tempo. L’inerzia termica, dimostra la ricerca,
esalta le prestazioni energetiche delle pareti tanto in inverno quanto e
soprattutto d’estate, creando le migliori condizioni di benessere
abitativo con una drastica riduzione dei consumi energetici,
sia per il riscaldamento che per il raffrescamento.
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Soddisfa nno
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Trasmittanza U(2)
0,33 W/m2K
Peso parete
415 kg/m2
Potere fonoisolante
54
dB
Resistenza al fuoco R.E.I.min. 180
1,5
38
41,5
2
(1) Posti in opera con malta termica e intonaco isolante.
(2) Valore determinato sulla base della norma Uni En 1745:2005.
Alla verifica di Glaser la parete non forma condensa.
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di Bologna. La ricerca ha confrontato le prestazioni energetiche e le condizioni di benessere abitativo di un edificio in muratura “pesante” realizzato secondo criteri bioclimatici e di uno “leggero”. L'analisi dei fabbisogni energetici per riscaldamento è stata condotta
mediante simulazione in regime dinamico (Energy plus) e con l'ausilio di tre strumenti informatici operanti in regime stazionario (Casaclima, Edilclima, EcoDomus). Il progetto dell’edificio è dello Studio Ricerca & Progetto, Mingozzi, Galassi e Associati in Bologna.
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Convegno del 18 febbraio 2009:
“La nuova normativa sulla radioattività
naturale, il gas radioattivo Radon
nelle abitazioni, quali implicazioni
sull’attività dei progettisti”
PREMESSA
Il convegno sugli aspetti legati al gas Radon che la
Commissione Macchine ed Energia ha organizzato il 18
febbraio e che ha visto coinvolti, il Presidente ed il
Segretario dell’Associazione Nazionale Professionale
Esperti Qualificati in Radioprotezione (ANPEQ) (rispettivamente i dott ingg Cazzoli e Cucchi) è stato introdotto dal Presidente dell’Ordine della Provincia che ha
portato i suoi saluti e quelli dell’Ordine
Successivamente dopo un introduzione del coordinatore la commissione Macchine ed Energia dott. ing.
Raffaele Dalle Donne, ha preso la parola il dott. ing.
Roberto Sparla, promotore dell’avvenimento.
Egli con un paragone sugli effetti di malanni che vengono percepiti dal nostro corpo e quindi possono essere curati e su quelli che non sono percepiti fino a quando non si hanno effetti gravi e molte volte tali da non
poter essere curati è arrivato ad introdurre il Radon presente in natura, un gas naturale proveniente dal decadimento del radioisotopo Radium 226 i cui effetti, in
alcuni casi, possono essere veramente pericolosi ed
addirittura letali se non opportunamente monitorati e
posti sotto controllo.
Riprendendo le parole del suo intervento:
“Il Radon per la maggior parte rimane intrappolato
nelle rocce dove avviene il decadimento del Radium
226; emerge solo quello posto ai bordi delle zone solide, sviluppandosi dal suolo o disciogliendosi nell’acqua
per poi diffondersi nell’aria.
Il Radon di per sé non è dannoso, lo sono i suoi discendenti α-emittenti solidi Po-218 e Po-214 legati al pulviscolo atmosferico che si depositano sui bronchi rilasciando dosi notevoli di radioattività……”
Ricollegandosi poi ai due relatori ed alla loro Associazione egli concludeva:
“Lo scopo di questa Organizzazione é quello di proteggere i lavoratori e la popolazione contro i rischi di radiazioni ionizzanti e quindi anche contrastare l’ingresso
sul Territorio Nazionale di materiali radioattivi.
Si è evitato ad esempio di importare grano radioattivo
e lamiere pure radioattive.
Entrambi gli stock non differiscono in nulla da quelli
non emittenti radiazioni, ma ben differenti sono gli
effetti su chi si trovasse nelle vicinanze.”
Dopo gli interventi dei due relatori i cui abstract vengono riportati qui di seguito, il convegno si è concluso
con un dibattito che l’interesse dei partecipanti ha reso
particolarmente vivace.
SOMMARIO
Il giorno 18 febbraio 2009, la commissione “Macchine
ed Energia” dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Bologna presso la Sala dell’Ordine (Palazzo
Gioanetti Strada Maggiore 13, Bologna) ha organizzato il convegno sul Radon.
L’interessante convegno ha approfondito la nuova
normativa sulla radioattività naturale ed altri aspetti
legati alla presenza del gas radon.
Nell’articolo vengono forniti gli abstract dei relatori
con una premessa introduttiva.
SUMMARY
At February 18th, 2009 the “Macchine ed Energia”
committee of the Order of the Engineers of the province of Bologna in the room of the Order (Gioanetti
Palace Strada Maggiore 13, Bologna) has organized
the conference on the Radon gas.
The interesting conference has analysed the new
regulations on the natural radioactivity and other
aspects attached to the presence of the radon gas.
In the article the abstracts of the speakers are given
with an introductory preface.
inarcos
249
1-2. Saluto del Presidente dell’Ordine dott. Ing. Felice Monaco.
3. Un’altra immagine con i due relatori ed il moderatore.
4. Vista del sistema elettrico di blocco posizionato sotto
l’aspiratore.
5. Il tubo di estrazione dell’acqua, contenente Radon, inizia dal
pozzo dell’idrovora. Questo pozzo è sigillato ermeticamente
per mantenere l’aspirazione sotto le fondamenta.
6. Ventilatore per estrazione dell’aria contenente Radon
montato nel sottotetto.
1
La normativa di radioprotezione
relativa al radon gas
ed altre sorgenti naturali
di radiazione ionizzanti
Aziende interessate, adempimenti
e scadenze
Prof. Ing. Giorgio Cucchi
INTRODUZIONE
Con l’emanazione il 26 maggio 2000 del Decreto Legislativo n. 241 per l’attuazione della direttiva 29/96 Euratom
in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei
lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti si dà piena attuazione al D. Lgs. 230/95 il quale, nell’allegato 1 comma 5 del campo di applicazione relativo
alle modalità di applicazione specifiche, rimandava a dei
decreti da emanarsi relativamente ai seguenti casi:
a) radon negli ambienti di lavoro;
b) esposizione del Personale Navigante delle Linee
aeree commerciali alla radiazione cosmica;
c) esposizione ai radionuclidi naturali in materiali e prodotti;
d) radionuclidi come residui di lavorazioni di minerali
particolari;
e) esposizione al radon per la popolazione in particolari condizioni.
2
3
La foto 2 mostra un altro momento del saluto del presidente dott. ing Felice Monaco ; si possono notare da
destra a sinistra: il dott. ing. Raffaele Dalle Donne coordinatore della commissione Macchine ed Energia, Il
prof. Ing. Giorgio Cucchi segretario dell’ANPEQ, il prof.
Ing. Silvano Cazzoli Presidente dell’ANPEQ ed il moderatore del convegno dott ing. Roberto Sparla componente della commissione Macchine ed Energia.
Dott Ing Raffaele Dalle Donne
250
inarcos
LA RADIOATTIVITÀ NATURALE NEL DECRETO
LEGISLATIVO 26 MAGGIO 2000 N. 241
L’emanazione di questo decreto amplia anche il campo
di applicazione della radioprotezione in alcuni settori
specifici che sono elencati nel decreto stesso quali:
a) attività lavorative durante le quali i lavoratori ed
eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a
4
5
prodotti di decadimento del radon e del toron, o a
radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei o interrati;
b) attività lavorative durante le quali i lavoratori ed
eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a
prodotti di decadimento del radon e del toron, o a
radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di lavoro in superficie in zone ben individuate;
c) attività lavorative implicanti l’uso o lo stoccaggio
di materiali abitualmente non considerati radioattivi, ma che contengono radionuclidi naturali e
provocano un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del
pubblico;
d) attività lavorative che comportano la produzione di
residui abitualmente non considerati radioattivi, ma
che contengono radionuclidi naturali e provocano
un aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e, eventualmente, di persone del pubblico; (per
es.: l’industria petrolifera, la produzione di fertilizzanti che dà luogo ai fosfogessi come prodotti di
scarto, ecc);
e) attività lavorative in stabilimenti termali o attività
estrattive non disciplinate dal capo IV;
f) attività lavorative su aerei per quanto riguarda il personale navigante.
TEMPI E MODI DI APPLICAZIONE DEL NUOVO
DECRETO IN MATERIA DI RADIOATTIVITÀ NATURALE
Vediamo in modo schematico, per i singoli settori specifici, quanto segue:
a) i tempi di applicazione del nuovo decreto,
b) gli obblighi dell’esercente e le figure professionali ed
istituzionali coinvolte,
c) gli interventi a carico dell’Esperto qualificato.
6
1. Prima tipologia di attività’, di cui all’Art. 10 bis,
comma 1, lettera a)
“attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni
gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di
lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e,
comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei”
che indicheremo nel prosieguo come “radon nei sotterranei”.
Ricordiamo che le “Linee guida per le misure di concentrazione di radon gas in aria nei luoghi di lavoro
sotterranei”, emesse dalla Conferenza dei Presidenti
delle Regioni e Province autonome il 06 febbraio 2003,
individuano come luogo di lavoro sotterraneo:
– un locale o ambiente con almeno tre pareti interamente sotto il piano di campagna, indipendentemente dal fatto che queste siano a diretto contatto con il
terreno circostante o meno;
– un locale o ambiente nel quale il personale trascorre
almeno 10 ore al mese.
a) tempi di applicazione
entro ventiquattro mesi dall’inizio della attività l’esercente procede alle misurazioni;
regime transitorio: i ventiquattro mesi erano da contare a partire dal 1 marzo 2002, per cui attualmente la
norma risulta immediatamente applicabile ;
b) livelli di azione
le grandezze misurate non devono superare il livello di
azione fissato in:
– 500 Bq.m-3 di concentrazione di attività di radon
media in un anno1,
– con l’ulteriore livello di azione di 3 mSv per anno2, se
si supera il livello precedente (questo ulteriore livello
di azione non risulta valido per esercenti di asili nido,
di scuola materna o di scuola dell’obbligo).
1
Deve intendersi l’isotopo 222 del radon.
Per la valutazione dell’esposizione dei lavoratori al radon si
applica il fattore di conversione 3.10-9 Sv per Bq.h.m-3.
2
inarcos
251
7. Manometro montato sulla tubazione di
trasporto aria per verificare che vi è flusso.
8. Quando la tubazione passa un muro
resistente al fuoco (ad esempio
compartimentazione fra garage
ed abitazione) è indispensabile installare un
collare intumescente di classe adatta.
7
8
c) obblighi dell’esercente
– fare eseguire misure di esposizione di radon, della
durata di un anno, nei luoghi di lavoro, avvalendosi di
organismi riconosciuti o, nelle more dei riconoscimenti, di organismi idoneamente attrezzati; a questo proposito le linee guida già citate riportano la seguente
indicazione: “se l’organismo è costituito da una sola
persona fisica questa deve essere in possesso di formazione professionale adeguata ed esperienza documentata in materia” il che corrisponde alla preparazione
professionale degli Esperti qualificati di 2° e 3° grado;
– far eseguire le misure di radiazioni gamma da un
Esperto qualificato di 2° o 3° grado;
– richiedere una Relazione tecnica contenente il risultato delle misurazioni;
– fare ripetere ogni anno le misurazioni se le grandezze misurate hanno valori compresi tra 0,8 e 1,0 dei
livelli di azione;
– in caso di superamento dei livelli di azione, inviarne
comunicazione, con allegata Relazione tecnica delle
misure, a: ARPA o APPA, S.S.N. e Direzione prov.le del
lavoro, entro 1 mese dal rilascio della relazione;
– adottare, con urgenza, azioni di rimedio, avvalendosi dell’Esperto qualificato, se il risultato delle misurazioni riscontra valori superiori ai livelli di azione. Le
operazioni, aventi lo scopo di ridurre il valore delle
grandezze misurate al di sotto dei livelli di azione,
devono essere completate entro 3 anni dal rilascio
della Relazione tecnica;
– se, nonostante le azioni di rimedio le grandezze misurate risultano ancora superiori ai livelli di azione prescritti, l’esercente deve porre in atto la sorveglianza
fisica di radioprotezione ad esclusione di:
art. 61 comma 2 (Relazione di valutazione rischi),
art. 61 comma 3, lettera g) (segnaletica),
art. 69 (limitazioni particolari per le lavoratrici),
art. 79 comma 2 (prima verifica),
art. 79 comma 3 (verifica dell’efficacia dei dispositivi e delle tecniche di radioprotezione);
– fare ripetere le misurazioni in caso di variazioni del
252
inarcos
processo lavorativo o delle condizioni in cui esso si
svolge.
d) attività’ dell’Esperto qualificato
– esegue misure di esposizione nei luoghi di lavoro
usando propria strumentazione o avvalendosi di
organismi idoneamente attrezzati;
– effettua le misure di concentrazione di radon per
periodi brevi e per periodi lunghi al fine di determinare l’andamento nel tempo ed il valore medio nell’anno;
– effettua una mappatura di rateo di irraggiamento
gamma negli ambienti interessati;
– verifica il superamento o meno dell’80 per cento e del
cento per cento dei livelli di azione;
– ripete le misurazioni in caso di variazioni del processo
lavorativo o delle condizioni in cui esso si svolge;
– ripete le misurazioni l’anno successivo se i valori
riscontrati sono superiori all’80 per cento del livello di
azione ed inferiori al livello di azione;
– redige la Relazione tecnica contenente il risultato
delle misurazioni;
– progetta le azioni di rimedio (quali isolamenti, ventilazioni, metodologie e precauzioni atte a ridurre l’esposizione) se il risultato delle misurazioni riscontra
valori superiori ai livelli di azione;
– ripete le misurazioni dopo gli interventi di rimedio,
che devono essere completati entro 3 anni dal rilascio
della relazione tecnica;
– pone in atto la sorveglianza fisica di radioprotezione,
come imposto dal Capo VIII ad esclusione degli aspetti già indicati per l’esercente, se, nonostante le azioni
di rimedio, le grandezze misurate risultano ancora
superiori ai livelli di azione prescritti;
– progetta le azioni di rimedio per asili-nido, scuola
materna o scuola dell’obbligo interrati se la concentrazione di radon supera il valore di 500 Bq.m-3;
– registra separatamente le dosi se il lavoratore è esposto ad altre sorgenti di radiazioni (ad esempio il caso
del personale addetto alla conduzione di un Ciclotrone, che lavora in un interrato);
9. Uscita della tubazione dal tetto. Il Radon esce al di sopra
dell’abitazione e si disperde nell’aria. L’uscita è protetta
dalla caduta di detriti e piccoli animali.
9
– fa rispettare l’art. 72 (ottimizzazione) (es.: i locali di
sosta e riposo per i lavoratori non potranno essere sotterranei);
– fa in modo che siano rispettati i limiti massimi di dose
di cui agli artt. 73 e 96.
2. Seconda tipologia di attività, di cui all’Art. 10 bis,
comma 1, lettera b)
“attività lavorative durante le quali i lavoratori ed eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a prodotti di decadimento del radon e del toron, o a radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in luoghi di
lavoro diversi da quelli di cui alla lettera a) in zone ben
individuate o con caratteristiche determinate”
che indicheremo nel prosieguo come “radon in ogni
ambiente”.
a) tempi di applicazione
entro ventiquattro mesi dall’inizio dell’attività l’esercente procede alle misurazioni, cominciando da seminterrati e piani terreni (per i locali sotterranei si rinvia
alla prima tipologia di attività);
regime transitorio: le regioni e le provincie autonome sono incaricate di individuare le zone o i luoghi di
lavoro ad elevata probabilità di alte concentrazioni
di radon entro il 31 agosto 2005; i ventiquattro mesi
sono da contare a partire dalla data di individuazione delle zone;
b) livelli di azione
le grandezze misurate non devono superare il livello di
azione fissato in:
– 500 Bq.m-3 di concentrazione di attività di radon
media in un anno;
– con l’ulteriore livello di azione di 3 mSv per anno, se
si supera il livello precedente (questo ulteriore livello
di azione non risulta valido per esercenti di asili nido,
di scuola materna o di scuola dell’obbligo);
c) obblighi dell’esercente
sono gli stessi del caso 1
d) attività dell’Esperto qualificato
sono le stesse del caso 1
3. Terza tipologia di attività, di cui all’Art. 10 bis, comma
1, lettera c), d) ed e)
“attività lavorative implicanti l’uso o lo stoccaggio di
materiali abitualmente non considerati radioattivi, ma
che contengono radionuclidi naturali e provocano un
aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e,
eventualmente, di persone del pubblico”
“attività lavorative che comportano la produzione di
residui abitualmente non considerati radioattivi, ma
che contengono radionuclidi naturali e provocano un
aumento significativo dell’esposizione dei lavoratori e,
eventualmente, di persone del pubblico”
“attività lavorative in stabilimenti termali o attività
estrattive non disciplinate dal capo IV3”
per i primi due punti il decreto si applica limitatamente
alle seguenti attività lavorative:
a) industria che utilizza minerali fosfatici e depositi per
il commercio all’ingrosso per fertilizzanti;
b) lavorazione di minerali nell’estrazione di stagno,
ferro-niobio da pirocloro e alluminio da bauxite;
c) lavorazione di sabbie zirconifere e produzione di
materiali refrattari;
d) lavorazione di terre rare;
e) lavorazione ed impiego di composti del torio, per
quanto concerne elettrodi per saldatura con torio,
produzione di vetri e reticelle per lampade a gas;
f) produzione di pigmento al biossido di titanio;
3
Le attività estrattive sono disciplinate dal Capo IV quando la concentrazione media dell’attività del materiale grezzo coltivato é
superiore o uguale al’1% in peso di Uranio e/o di Torio naturali.
inarcos
253
g) estrazione e raffinazione del petrolio ed estrazione
di gas, per quanto concerne la presenza e rimozione
di fanghi e incrostazioni in tubazioni e contenitori.
che indicheremo nel prosieguo come “radioattività
naturale” e “stabilimenti termali”
a) tempi di applicazione
entro ventiquattro mesi dall’inizio dell’attività l’esercente procede alle misurazioni;
regime transitorio: i ventiquattro mesi sono da contare
a partire dal 1 settembre 2003;
b) livelli di azione
– 1 mSv per anno di dose efficace per i lavoratori, con
esclusione del contributo dovuto al radon presente nell’ambiente per caratteristiche geofisiche e costruttive;
– 0,3 mSv per anno di dose efficace per la popolazione,
fatta eccezione degli stabilimenti termali;
c) obblighi dell’esercente
– fare effettuare dall’Esperto qualificato di 2° o 3°
grado una valutazione dei rischi e cioè una valutazione dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti dei lavoratori ed eventualmente del gruppo di riferimento
della popolazione;
– richiedere una Relazione tecnica contenente il risultato delle valutazioni;
– fare ripetere ogni 3 anni le misure nel caso in cui non
si sia superato nessun livello di azione o nel caso di
variazioni significative del ciclo produttivo;
– fare ripetere ogni anno le misure se le grandezze
misurate hanno valori compresi tra 0,8 e 1,0 dei livelli di azione;
– in caso di superamento dei livelli di azione, inviarne
comunicazione, con allegata Relazione tecnica delle
misure, a: ARPA o APPA, S.S.N. e Direzione prov.le del
lavoro, entro 1 mese dal rilascio della relazione;
– adottare con urgenza azioni di rimedio, avvalendosi
dell’Esperto qualificato, se risulta che la dose efficace
ricevuta dai lavoratori o dai gruppi di riferimento
della popolazione supera i livelli di azione. Le operazioni, aventi lo scopo di ridurre il valore delle gran254
inarcos
dezze misurate al di sotto dei livelli di azione, devono
essere completate entro 3 anni dal Rilascio della
Relazione tecnica;
– se, nonostante le azioni di rimedio l’esposizione risulta ancora superiore ai livelli di azione l’esercente deve
porre in atto i provvedimenti del capo VIII (pone cioè
in essere la sorveglianza fisica dei lavoratori), con le
esclusioni già viste.
d) attività dell’Esperto qualificato
sono le stesse del caso 1.
4. Quarta tipologia di attività, di all’Art. 10 bis, comma
1, lettera f)
attività lavorative su aerei per quanto riguarda il personale navigante.
Concludiamo qui questa rapida sintesi ricordando che si
applicano le Norme del Capo VIII alle attività lavorative su aerei che effettuano voli a quota non inferiore a
8000 metri, con esclusione di alcuni articoli, fra i quali
l’obbligo per l’Esperto qualificato di classificazione e
segnalazione delle zone a rischio, nonché di prima verifica e sorveglianza ambientale.
L’Esperto qualificato dovrà essere di 3° grado e deve
provvedere alla valutazione della dose individuale
assorbita dal Personale Navigante per mezzo di Codici
di calcolo accettati a livello internazionale, che dovranno venire validati ogni anno, a cura del datore di lavoro, con misure di radiazioni cosmiche effettuate su
almeno due rotte a lungo raggio a latitudini diverse.
Il radon negli ambienti sotterranei
Dott. Ing. Silvano Cazzoli
1. IL RADON NEGLI AMBIENTI SOTTERRANEI
Il problema del radon negli ambienti chiusi era noto
fino dalla scoperta di danni ai polmoni nei minatori
delle miniere di uranio.
10. Mappa schematica del contenuto di uranio nel suolo e nelle
rocce nel territorio italiano (Elaborazione a cura di P.
Nascimben ENEA).
10
Owens e Rutherford avevano osservato disturbi di
misura negli elettrometri di misurazione dei sali di
torio nel 1899. Nel 1901 Dozn trovò che i sali di radio
emettevano un gas radioattivo simile a quello del
torio della serie dell’attinio.
Già dal 1990 la Commissione Europea aveva posto il
problema e prodotto una raccomandazione sulla
tutela della popolazione contro l’esposizione al
radon in ambienti chiusi. (90/143/Euratom).
Molti Stati membri dell’Unione Europea, Italia compreso, hanno già impostato o stanno impostando politiche
di controllo delle dosi da radon in ambienti chiusi.
Il radon è un gas radioattivo presente in natura, il
suo isotopo più importante è il radon-222, un componente della famiglia radioattiva dell’uranio 238,
che ha un tempo di dimezzamento di 3,82 giorni.
Vi sono in natura altri due isotopi radon: radon-219
e radon 220 che discendono dai progenitori primordiali attinio e torio ma hanno scarsa importanza ai
fini della dose per i motivi che verranno analizzati in
seguito.
La causa principale delle concentrazioni di radon
nelle abitazioni è il gas emanato dai terreni che si
insinua nell’atmosfera degli ambienti chiusi attraverso i pavimenti a causa delle differenze di pressione e di concentrazione tra i vari ambienti.
Salvo rare eccezioni, l’incidenza del radon emanato
dai materiali da costruzione dell’edificio è trascurabile rispetto al radon diffuso dal sottosuolo.
rispettivamente: l’uranio-238, il torio-232 e l’uranio-235.
I due isotopi dell’Uranio presenti in natura (U-235 e
U-238) e il Th-232 producono per decadimento
radioattivo lunghe catene di “discendenti” tutti
radioattivi (16 per l’U-238; 15 per l’U-235; 9 per il
Th-232).
Uranio, Torio e Potassio sono distribuiti quasi ubiquitariamente su tutta la crosta terrestre: pertanto
tutti i materiali naturali ed i prodotti delle loro trasformazioni sono radioattivi con un grado di
radioattività che dipende dalla concentrazione in
essi di questi capostipiti radioattivi.
Si riportano di seguito le concentrazioni medie nella
crosta terrestre dei principali radionuclidi naturali.
In assenza di perturbazioni esterne queste famiglie
radioattive sono generalmente in equilibrio secolare nel senso che l’attività di ciascun membro è uguale (cambia solo il numero di atomi radioattivi presenti che sarà più grande dove l’emivita del radioisotopo è più grande).
In natura però molto spesso eventi chimici e fisici
perturbano questo equilibrio, non ultimo la migrazione e fuga degli elementi gassosi quali gli isotopi
del radon.
La concentrazione dell’U-238 può variare da zona a
zona a seconda delle caratteristiche e della natura
dei terreni sottostanti. In Italia vi è una grande
variabilità nella concentrazione delle famiglie
radioattive naturali nel terreno e quindi vi è anche
una grande variabilità delle emanazioni di radon
dal sottosuolo. (nella figura 10 si riporta la mappa
schematica della concentrazione dell’uranio nel
suolo e nelle rocce del territorio italiano).
2. LE FAMIGLIE RADIOATTIVE NATURALI
3. PERCHE’ SOLO IL RN-222
Gli isotopi radioattivi gassosi del radon sono componenti delle famiglie radioattive naturali che
hanno come capostipiti gli elementi primordiali
Il Rn-219 (Attinon) appartenente alla famiglia
dell’Attinio che ha come capostipite l’U-235 è il
inarcos
255
11. General techniques for reducing radon daughter
concentrations in buildings.
12. Details of subfloor ventilation system.
meno abbondante sia perché l’U-235 ha una concentrazione piccolissima sia per la sua brevissima
emivita (4 s) per cui è assai difficile misurarlo in
ambiente.
Tab. Proprietà fisiche del RN 222
Vengono riportate le proprietà fisiche del radon (la tabella è presa dall’NCRP REPORT n. 97)
Numero atomico
Peso atomico
Proprietà del gas
Densità a 0 °C e a 1 atm (in g/l)
Solubilità in acqua a 1 atm
di pressione parziale
(in cm3/kg di liquido)
A 0°C
A 20°C
A 30°C
Solubilità in vari liquidi a 1 atm
di pressione (in cm3/kg di liquido)
In glicerina
In anilina
In alcool assoluto
In acetone
In alcool etilico
In petrolio (paraffina liquida)
In xilene
In benzene
In toluene
In cloroformio
In etere
In exane
In olio d’oliva
256
86
222
incolore
9,73
510
230
169
a 18 °C
0,21
3,8
6,2
6,3
7,4
9,2
12,7
12,8
13,2
15,1
15,1
16,6
29,0
viscosità (in cm3/kg di liquido)
a 20 °C
a 25 °C
229,0
233,2
Altre proprietà
Punto di ebollizione
Temperatura critica
-62 °C
105
inarcos
a 0 °C
4,4
8,3
8,0
9,4
12,6
18,4
20,5
20,1
23,4
-
11
Il Rn-220 (Toron) appartenente alla famiglia del
Torio-232 che è assai abbondante in natura, un pò più
dell’U-238 ma avendo una emivita brevissima non è
facilmente rilevabile nell’ambiente.
Il Rn-222 (Radon) appartenente alla famiglia
dell’Uranio-238 che è assai abbondante in natura, ha
anche un emivita consistente (3,82 giorni) è presente
nell’ambiente e costituisce un problema radioprotezionistico in quanto progenitore di due altri elementi radioattivi a breve vita che sono alfa emettitori e
precisamente il polonio 218 e il Polonio-214 (vedi
tab.).
4. CENNI SULLE UNITA DI MISURA
Il rischio dovuto alla presenza del radon nell’ambiente è dovuto all’inalazione dei suoi figli a emivita
breve che vengono intrappolati negli alveoli polmonari dove decadono cedendo al tessuto polmonare
l’energia delle radiazioni alfa emesse.
• RaA RaB RaC RaC’
• Ra-226 -> Rn-222 -> Po-218 -> Pb-214 -> Bi214 -> Po-214 -> Pb-210
• 1600 y 3,82 d 3,11 m 26,8 m 19,8 m 0,0002s
• 6,00 Mev beta beta 7,69 Mev tot= 13,69 Mev
Una prima unità di misura introdotta per la protezione dei minatori delle miniere di uranio è il Working
Level (WL).
La quantità di energia delle particelle alfa che può
essere potenzialmente depositata nei polmoni è proporzionale concentrazione di figli del radon a breve
11
vita presenti nell’aria respirata e alla energia di ciascuna particella alfa fino a produrre il piombo 210.
Un Working Level significa una combinazione di figli
del radon a breve vita in un litro di aria con una energia potenziale di emissione di 1,3 105 Mev di particelle alfa fino al loro completo decadimento in Pb-210.
Ciò significa che se all’inizio nell’ambiente vi è una
certa concentrazione di radon saranno presenti un
corrispondente numero di atomi radioattivi che si
trasformeranno nei loro figli fino a diventare Pb210.
Oggi la normativa di radioprotezione esprime la
quantità di Radon in Bq/ m3
• 3.7 Bq/ m3 corrispondono a 100 pCi/ m3
Art. 10 bis, comma a)
a) attività lavorative durante le quali i lavoratori ed
eventualmente, persone del pubblico, sono esposti a
prodotti di decadimento del radon e del toron, o a
radiazioni gamma o a ogni altra esposizione in particolari luoghi di lavoro quali tunnel, sottovie, catacombe, grotte e, comunque, in tutti i luoghi di lavoro sotterranei;
La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,
le Regioni e le Province Autonome di Trento e
Bolzano ha emanato le linee guida per le misure di
concentrazioni di radon in aria nei luoghi di lavoro
sotterranei.
Le linee guida fissano i criteri e le modalità di applicazione.
• Individuazione di locale interrato:
Locale o ambiente con almeno tre pareti sotto il
piano di campagna, indipendentemente dal fatto
che queste siano a diretto contatto con il terreno circostante o meno.
Nella individuazione dei locali si dovrà tener conto
che le misure devono essere rappresentative dell’esposizione del personale.
Le linee guida stabiliscono poi quante misure devono
esser fatte a seconda della dimensione del locale e
indica le modalità di misura che saranno poi definite
dall’Esperto qualificato idoneamente attrezzato che
effettuerà le misure.
5. INTERVENTI DI RISANAMENTO
Nel caso le misure ambientali riscontrino valori superiori ai livelli di riferimento il datore di lavoro deve
porre in atto azioni di rimedio e di riduzione delle
dose da radon per i lavoratori.
Senza entrare nello specifico delle tecniche di riduzione delle concentrazioni di radon e del risanamento dei locali interrati, si riportano nelle figurealcuni
suggerimenti del Canada Mortgage and Housing
Corporation riportate nell’NCRP REPORT No. 103,
Control of Radon in houses.
■
inarcos
257
CAODURO® s.p.a
CAVAZZALE - VICENZA
[email protected] - www.caoduro.it
La rete di stazioni fisse GPS
della Regione Emilia Romagna:
implicazioni sulle operazioni di rilievo
topografico
Marco Pasquini
Ingegnere - Libero professionista, docente di Topografia presso l’IIS Luigi Fantini di Vergato (BO)
Le operazioni di rilievo topografico, come è sotto gli
occhi di tutti gli “addetti ai lavori”, sono state profondamente modificate dall’avvento e dall’evoluzione dell’elettronica digitale.
Mentre permangono, soprattutto nell’uso di cantiere,
gli strumenti tradizionali, sebbene sempre più “contaminati” dall’elettronica, nel rilievo su grande scala o,
ultimamente, finanche nel rilievo di dettaglio e catastale, si stanno sempre di più affermando strumenti
basati sulla tecnologia GPS (Global Positioning System).
Come è noto, la tecnologia, nata con finalità militari
degli USA (sistema di satelliti NAVSTAR) e subito clonata dall’ex Unione Sovietica (sistema GLONASS),
costituisce un sistema per la determinazione della
posizione spaziale di punti sulla superficie terrestre
esteso a tutto il pianeta, basato su misure di distanza 1
e tempo fornite da satelliti in navigazione orbitale.
La precisione finale che si ottiene con questi metodi
SOMMARIO
(in configurazione topografica) è dell’ordine del centimetro o anche del millimetro, del tutto compatibiLa topografia, disciplina ultimamente un po’ trascurale, cioè, con le necessità della pratica topografica corta, ma che storicamente fa parte di quelle di più stretrente.
ta attinenza ingegneristica, attualmente vive sulla
Se si pensa alla difficoltà logistica dell’esecuzione dei
dicotomia tra strumenti ottico-meccanico-elettronici
rilievi con i metodi tradizionali, alla sterminata serie
ed elettronici digitali a collegamento satellitare, con
di calcoli cui questi costringevano gli operatori e alla
questi ultimi che segnano continuamente dei punti a
difficoltà, oltre che ai costi spropositati, di ottenere
loro vantaggio. Ultimo della serie, una rete di stazioni
precisioni paragonabili a quelle ottenibili con il sistefisse a tecnologia GPS che copre l’intero territorio
ma GPS, sorprende non poco la spinta evolutiva
della Regione Emilia Romagna.
impressa alla tecnica topografica dalle tecnologie
satellitari.
SUMMARY
Storicamente, anche se di storia estremamente recente dobbiamo parlare, essendo nato il sistema GPS
Topography is a discipline that lately has been a little
nei primi anni 80 del secolo scorso, i principali ostaneglected, but that historically has always been very
coli alla diffusione capillare del metodo anche presso
close to engineering. At the moment it is based on the
gli studi professionali, fino ad oggi, sono stati, neldichotomy between electronic-mechanical-optical
l’ordine:
instruments and satellite-linked digital ones, the latter
in constant growth. The last of the series is a net of
1. il prezzo di acquisto dell’attrezzatura;
fixed GPS technology spots covering the whole of the
2. il tempo di apprendimento di una nuova tecnoloregion of Emilia-Romagna.
gia da parte degli operatori;
inarcos 261
2
3. la necessità di avere nella dotazione strumentale,
almeno due stazioni GPS complete.
In particolare questa ultima condizione ha pesantemente limitato la diffusione della tecnologia: per
l’impiego corrente, infatti, devono essere utilizzate
due o più stazioni GPS, di cui almeno una deve essere posizionata su un punto di coordinate note, men3
tre le altre potranno essere posizionate su punti di
coordinate incognite, dai quali le antenne in stazione devono “vedere” almeno 4 satelliti contempora- vincia di Piacenza a quella di Rimini: le possibili
neamente (normalmente sono 5 o 6, essendo il perio- applicazioni dei servizi di posizionamento di precido di rotazione di ciascun satellite intorno alla terra sione offerti da una siffatta rete sono davvero innupari ad 11h e 58’).
merevoli, andando dall’inquadramento plano-altiOggi, con l’inaugurazione e la messa a disposizione metrico finalizzato a lavori cartografici, al tracciadi un’ampia utenza della rete di stazioni permanen- mento di opere infrastrutturali a media e grande
ti della Regione Emilia Romagna, organizzata e volu- scala, all’appoggio a terra di riprese aerofotogramta dalla Fondazione Geometri Emilia Romagna metriche, laser scanning e immagini satellitari, alla
So.G.E.R., si può proprio dire che la pratica topogra- creazione e all’aggiornamento di sistemi informatifica con strumenti tradizionali si avvia all’estinzione, vi territoriali (GIS) di tipo scientifico, naturalistico e
e che, nei prossimi anni, rimarrà sempre di più confi- urbanistico.
nata al cantiere, in cui il topografo (molto spesso il Anche la protezione civile ed il disaster managedirettore tecnico o il capo cantiere) continuerà a ment traggono enorme giovamento dalla messa a
svolgere il prezioso lavoro di tracciamento e di veri- disposizione della rete di stazioni permanenti, confica del posizionamento dei manufatti e delle opere sentendo questa posizionamenti rapidi in situaziod’arte che sempre ha contraddistinto il rilievo locale ni di emergenza, rilevamento di danni e mappatuspicciolo.
ra del rischio anche a piccola scala, monitoraggio di
La rete si basa sulla tecnologia GNSS (Global Na- deformazioni del suolo, di pendii o di opere e
vigation Satellite System), costituita cioè da stazio- infrastrutture, analisi geofisiche e sismiche a livelni permanenti installate in zone esenti da disturbi di lo locale.
ricezione dei segnali satellitari che devono essere in Infine, il rilievo finalizzato all’aggiornamento catatal modo captati in permanenza durante tutto l’ar- stale o di dettaglio per applicazioni professionali
co delle 24 ore e durante tutto l’anno. Un certo diverse, quali il tracciamento di precisione e il rilienumero di tali stazioni, gestite da un unico centro e vo di tipico taglio celerimensorio, possono essere
distribuito su di un’area più o meno vasta di terri- grandemente facilitati da una rete di stazioni pertorio, costituisce appunto una rete GNSS. La rete manenti come quella della Regione Emilia Romadella Regione Emilia Romagna è costituita da 15 gna: il servizio è infatti utilizzabile da utenti che disstazioni, collocate ciascuna ad una distanza di circa pongano di un qualsiasi ricevitore, indipendente50 km dall’altra, distribuite in modo da coprire uni- mente dalla marca, con il solo vincolo che questo
formemente tutto il territorio regionale, dalla pro- debba possedere caratteristiche adatte e compatibi262
inarcos
In apertura:
1. Stazione totale, strumento di collegamento tra i
goniometri tradizionali e le tecnologie GPS, in cui
l’elettronica digitale convive con l’ottica e la
meccanica. (Cortesia Geotop s.r.l.).
In queste pagine:
2. Oggi neppure in cantiere è più possibile trovare
un operatore che rileva quote altimetriche con un
livello ottico come quello della foto (da Wikipedia,
alla voce Topografia).
3. Autolivello laser di precisione, per applicazioni
topografiche e di cantiere. (Cortesia Geotop s.r.l.).
4. Stazioni permanenti sul territorio dell’Emilia
Romagna. (Cortesia Società dei Geometri dell’Emilia
Romagna e Geotop s.r.l.).
4
li con l’impiego nei servizi dei quali si intende usufruire.
I vantaggi cui il professionista può accedere mediante la rete sono di ordine economico, potendo utilizzare (e dunque acquistare) un solo ricevitore, di
risparmio di tempo, in quanto la configurazione del
ricevitore consiste unicamente in una connessione
di tipo GPRS o UMTS, che permette di essere subito
operativi senza il bisogno di posizionare una stazione base, e quelli intrinsecamente connessi alla tecnologia GPS, ad esempio lo svincolarsi dalla necessità di rilevare dei punti di coordinate note per orientarsi. La rete, completata nel 2007, è stata resa disponibile, in fase sperimentale, per circa un anno a
tutti gli iscritti della Società dei Geometri della Regione, ed oggi è disponibile per le Amministrazioni,
gli Studi professionali e tutti gli utenti che ne fanno
richiesta.
Le 15 stazioni della Regione (si veda, a tal proposito, la figura 4) sono posizionate nel capoluogo e a
Bobbio per quanto concerne la provincia di Piacenza, a Borgo Val di Taro e a Collecchio in provincia di
Parma, a Guastalla, Castelnovo Monti e nel capoluogo della provincia di Reggio Emilia, a Vergato, San
Giovanni in Persiceto e Imola nella provincia di Bologna, a Codigoro e Ferrara per l’omonima provincia, a Ravenna, a Civitella nella provincia di Forlì –
Cesena ed infine a Rimini.
Ogni stazione permanente è dotata di un ricevitore GPS di elevate prestazioni Topcon Odyssey-RS
(NAVSTAR+GLONASS) inserito in un rack, e di
un’antenna geodetica choke ring della Topcon,
modello CR-3 montata in sommità ad un palo in
acciaio. Essa acquisisce con continuità tutti i segnali (codice, fase e frequenze) emessi dai satelliti visibili e li trasmette al centro di controllo, dal quale
vengono resi accessibili all’utenza. In figura 5 è
riprodotta la monografia della stazione di Vergato,
posizionata sul terrazzo del secondo piano dell’Istituto “Luigi Fantini”, sede di una nota scuola supe-
riore per geometri della provincia di Bologna. La
conformazione della scheda ricorda molto le monografie della Rete Geodetica Italiana dell’Istituto
Geografico Militare, anche se, al contrario di queste ultime, riveste assai modesta importanza, in
quanto i dati in essa riportati, e riferiti alla stazione o alle stazioni “agganciate” in fase di rilievo, sono disponibili dal server del centro di controllo già
all’atto della connessione.
In conclusione, la tecnologia GPS, che appare oramai completa e matura (basti pensare ai navigatori satellitari montati sulle nostre autovetture) si
può proprio dire che abbia rivoluzionato la topografia in generale e la pratica topografica professionale nello specifico. Gli strumenti tradizionali,
in particolar modo i goniometri ottico-meccanici
quali i teodoliti e i tacheometri, sono oramai relegati solamente in spazi di nicchia, utilizzati prevalentemente per applicazioni di cantiere da parte di
operatori che hanno difficoltà ad apprendere le
nuove tecnologie, mentre ancora sopravvivono
(bene, oggi, con difficoltà sempre crescenti, domani) le stazioni totali, che coniugano un goniometro, un distanziometro laser e un’unità computerizzata di processo dei dati, anche se per questa tipologia di strumento si assiste ad un continuo calo dei
prezzi associato ad un costante miglioramento
delle prestazioni, collegato, a sua volta, alle aumentate capacità di calcolo dei moderni processori
e alla miniaturizzazione sempre più spinta dei componenti elettronici.
Se dal punto di vista dello sforzo dell’intelletto
umano, teso ad alleviare la fatica dei lavoratori e a
diminuire i costi del prodotto finito, tutto questo
può apparire come un notevolissimo passo in avanti, ed in effetti lo è, dal punto di vista della didattica, e dunque della possibilità di muovere il cervello
verso nuove conquiste, la perdita della memoria
degli strumenti topografici tradizionali è senza dubbio un danno notevole. Come si è verificato per altre
inarcos 263
5. Monografia della stazione permanente di Vergato
(BO). (Cortesia Società dei Geometri dell’Emilia
Romagna e Geotop s.r.l.).
nici. Per questo auspico che per ancora un po’ di
tempo si insegni nelle scuole e nelle università la
topografia, approfondendo, come è giusto e doveroso, la tecnica del rilievo satellitare in quanto tecnica principale dell’attività professionale futura per
gli aspiranti topografi, ma senza dimenticare di toccare con mano le procedure per lo stazionamento
del teodolite o per la rettifica dei livelli, incubo di
noi ex studenti di qualche (ma neanche tantissimi)
anni fa.
Il rischio? Quello che la topografia si evolva come si
è evoluta l’algebra dall’introduzione delle calcolatrici elettroniche: chi è, nel 2009, più in grado di
eseguire una moltiplicazione a tre cifre?
E chi sa estrarre una radice quadrata utilizzando
solo un foglio di carta ed una matita?
BIBLIOGRAFIA
5
tecnologie, quali, ad esempio, quella fotografica
analogica, l’evoluzione dell’elettronica digitale ha
significato la messa in secondo piano di aspetti intimamente collegati con discipline imprescindibili per
un ingegnere o per un tecnico evoluto, quali l’ottica e la meccanica di precisione, esattamente quelle
coinvolte nella progettazione e nella costruzione
degli strumenti topografici tradizionali. Siccome il
sapere, nelle discipline tecniche, non può essere disgiunto dal “saper fare”, e siccome chiunque non sia
intellettualmente miope non può non riconoscere
all’ottica e alla meccanica fine un ruolo di grande
importanza per gli ingegneri, si comprende facilmente quale carenza possa rappresentare il trascurare dette discipline nel percorso formativo dei tec264
inarcos
• A. Manzino - Lezioni di Topografia - Progetto didattica in rete - Edizioni Otto
• Renato Cannarozzo, Lanfranco Cucchiarini, William Meschieri – Misure, Rilievo, Progetto - Moduli di topografia per il triennio degli ITG - voll.
1,2,3 - Ed. Zanichelli
• Roberto D’Apostoli - Prontuario di topografia
per i professionisti tecnici - Maggioli Editore
LINK UTILI
• Wikipedia – voce “topografia” (http://it.wikipedia.org/wiki/topografia)
• Sito della Fondazione Geometri Emilia Romagna
(http://www.gpsemiliaromagna.it)
• Il portale della cartografia catastale (http://www.
fiduciali.it)
• Portale dei topografi (http://www.topografi.it)
■
L’impiego delle tecnologie FRP
nel recupero strutturale di Edifici Storici
prof. Lino Credali
Libero Docente in Chimica Macromolecolare, Amministratore Unico Ardea Progetti e Sistemi Srl
1 - PREMESSA
L’impiego di materiali compositi nel settore dell’edilizia,
ha avuto inizio in Italia a partire dalla metà degli anni ‘90
e nell’arco di un solo decennio ha ottenuto un’importante diffusione e sviluppo, in particolare nel recupero strutturale di edifici storici. Fra gli interventi più significativi si
ritiene utile ricordare il restauro della Corte Benedettina
di Legnaro, dove tali tecnologie furono applicate per la
prima volta in un edificio storico su vasta scala (1), (2). E’
altresì possibile citare gli interventi relativi alla Basilica di
S.Antonio, alla Chiesa di Santa Giustina di Padova, alla
Reggia di Venaria Reale (Torino), alla Basilica di S.
Petronio (Bologna), al Convento di S. Francesco (Massa
Carrara), all’Accademia Navale di Livorno, e altri di grande prestigio.
La tecnologia dei materiali compositi ha dunque goduto
di una notevole diffusione nel settore dell’Edilizia in questi ultimi anni, divenendo di uso sempre più generale. Un
importante sviluppo di studi e ricerche condotte presso
Laboratori specializzati e Università, ha permesso di indagare le diverse problematiche individuando nuovi criteri
per risolvere, in modo semplice e veloce, molti problemi
difficilmente affrontabili mediante le tecniche tradizionali (3), (4). Il recente documento del CNR DT200/2004 (5),
frutto di un’eccezionale collaborazione tra Università e
Aziende specializzate, ben rappresenta la sintesi del lavoro svolto, riporta le Norme di Riferimento per l’applicazione dei compositi in edilizia e dà grande impulso all’affermarsi di queste tecnologie sul mercato. Allo stato
attuale dell’arte ci è sembrato opportuno fare una breve
sintesi delle esperienze maturate nel settore , per meglio
presentare sia ai progettisti sia alle imprese le straordinarie opportunità offerte da queste tecnologie.
2 - PERCHÉ I MATERIALI COMPOSITI
I grandi vantaggi offerti dai materiali compositi, in particolare da quelli a base di fibre di carbonio, nascono dalle
particolari proprietà delle fibre in combinazione con le
caratteristiche peculiari delle resine: le fibre infatti conferiscono al composito le proprietà meccaniche, mentre le
resine conferiscono la forma al componente e trasmettono i carichi alla fibra, consentendo l’adesione al supporto.
Nel caso delle applicazioni in edilizia i materiali compositi
presentano i seguenti vantaggi:
– Elevate proprietà meccaniche. Le fibre di carbonio
sono cinque volte più resistenti dell’acciaio
– Leggerezza della struttura. La densità della fibra è
pari a 1,8g/cm3 (nell’acciaio è di 8 g/cm3)
SOMMARIO
L’utilizzo di tecniche scarsamente invasive, di facile
esecuzione e allo stesso tempo sicure e innovative
(FRP) rappresenta un grande progresso e un’eccezionale opportunità per il recupero strutturale, in particolare dell’edilizia storica. Le esperienze maturate ad
oggi in Italia pongono senza dubbio il nostro paese
all’avanguardia nel mondo, sia per l’importanza delle
opere realizzate sia per la messa a punto di un importante know how in termini di materiali, sistemi e tecniche applicative. L’articolo riporta numerosi esempi
di soluzioni tecniche e di interventi di consolidamento
realizzati con l’ausilio di queste tecnologie.
SUMMARY
The application of technologies both not-invasive and
simple, sure and innovative is a significant chance for
structural recovery of historical buildings. Thanks to its
large experience reached up to today in composite
technologies, Italy is actually in the van in the world
both for exceptional works realized and know how in
terms of materials, systems and application methods.
The present article reports on several technical solutions with FRP technologies in recovery works of most
famous historical buildings in Italy.
inarcos 267
1 - Esempio di connettore Ardfix di tipo passante.
2 - Immagine della struttura della grafite in una fibra
di carbonio. Nel processo di grafitizzazione ad alta
temperatura, la struttura si evolve fino a una forma
lamellare formata dai piani degli anelli in pura grafite (8).
3 - Rinforzo Complesso monumentale Ex Corte
Benedettina di Legnaro (PD). Sezione corpo principale con cordoli in fibra di carbonio.
4 - Rinforzo Complesso monumentale Ex Corte
Benedettina di Legnaro (PD). Cordoli orizzontali e
verticali sulle murature, ottenuti per laminazione di
nastri in carbonio sui due lati della muratura.
1
– Scarsa invasività. Il materiale viene applicato sulla
superficie esterna della struttura e, con uno spessore
aggiunto di pochi millimetri, è facilmente occultabile da
uno strato d’intonaco
– Assenza di fenomeni di corrosione. Non si richiede
manutenzione, né a breve né a lungo termine
– Grande resistenza alla fatica. L’elevata capacità di dissipazione dell’energia di deformazione è particolarmente
importante in zone sismiche o per gli edifici in aree sottoposte ad elevati livelli di vibrazione dovuti a traffico
pesante. In questi casi lo stato fessurativo di elementi rinforzati con le fibre si riduce drasticamente.
– Reversibilità dell’intervento. In quanto applicati in
superficie sono facilmente rimovibili e non richiedono
ripristini particolari della struttura
– Semplicità e rapidità nella messa in opera. Non si
richiede l’ausilio di apparati di sollevamento, evitando le
ben note problematiche di cantiere.
ni: dal rinforzo di strutture in calcestruzzo al consolidamento di murature e strutture lignee. Più specificamente,
secondo l’esperienza maturata ad oggi, si possono schematizzare, in linea di massima, le seguenti destinazioni
applicative:
3a - Strutture in calcestruzzo
– Rinforzo di travi a flessione
– Rinforzo di travi a taglio
– Rinforzo dei nodi trave pilastro
– Rinforzo a compressione per confinamento di pilastri e
rinforzo a flessione
– Rinforzo di cordoli in calcestruzzo
– Rinforzo di solai
– Cerchiatura di edifici
3b - Strutture in muratura
3 - DOVE UTILIZZARLI
Le tecnologie dei materiali compositi hanno trovato in
questi anni un numero sempre più elevato di applicazio2
268
3
inarcos
– Rinforzo di murature
– Rinforzo a compressione per confinamento di pilastri e
rinforzo a flessione
4
5-6 - Rinforzo del complesso monumentale Ex
Corte Benedettina di
Legnaro (PD). Le arcate
del chiostro sono state
rinforzate con tessuti
unidirezionali in fibra
di carbonio.
A sinistra l’immagine
dello stato iniziale e a
destra quella dello stato
finale dell’edificio
prospiciente il chiostro.
7-8 - Villa Bertani
a Reggio Emilia. Cordoli
orizzontali e verticali
sulle murature, interne
ed esterne.
5
6
– Rinforzo di archi e volte
– Creazione di cordoli e cerchiatura di edifici
– Rinforzo scale
3c-Connettori e tiranti
Nelle applicazioni di cui sopra è essenziale dare garanzie di
adesione al fine di eliminare qualsiasi possibile fenomeno
di delaminazione (debonding). L'uso di connettori, di sistemi di ancoraggio e di precompressione delle strutture, assume quindi un'importanza sostanziale per conferire elevate
rese al rinforzo, insieme agli standard di sicurezza.
I connettori di tipo Ardfix® (6) nascono dalla necessità di
trasferire il carico che il rinforzo esercita sulla superficie dell’elemento rinforzato, all’interno dello stesso, o di creare
dei collegamenti sui due lati di una muratura o tra due parti
di un elemento che richieda questo tipo di rinforzo. I connettori Ardfix, inoltre, possono essere utilizzati a modo di
piolatura per aumentare la sicurezza dell’adesione tra rinforzo e substrato; un aspetto, questo, particolarmente
importante nel caso di murature o supporti fortemente
degradati. I connettori Ardfix possono essere ciechi o passanti e vengono ottenuti mediante introduzione di una
barra di carbonio in un foro, accompagnata da un nastro i
7
cui lembi vengono poi risvoltati alla base del foro, sul rinforzo precedentemente applicato. Questo tipo di connettore, brevettato da Ardea s.r.l (6), trova numerosi riferimenti
in letteratura ed è diventato di uso pressoché comune (fig.
1) e comprende importanti sviluppi in sistemi di tirantatura per la precompressione delle strutture già collaudati presso il cantiere Ex Reale Albergo dei Poveri (Napoli).
4 - LA SCELTA DELLE FIBRE E DEI MATERIALI
Le attuali tecnologie in composito offrono una vasta
gamma di soluzioni tra le quali il progettista ha facoltà di
scegliere quella che ritiene più idonea, caso per caso.
Ecco che dunque, accanto all’impiego di fibre di carbonio,
altre soluzioni possono essere vantaggiosamente individuate, quali l’utilizzo di fibre di vetro, di fibre aramidiche o
di fibre da polimeri a cristalli liquidi (PBO), queste ultime da
utilizzarsi preferibilmente con resine epossidiche. Inoltre la
struttura e la morfologia del rinforzo possono assumere
forme diverse; infatti il mercato offre la possibilità di impiegare componenti diversi, quali nastri da impregnare in situ
oppure componenti semplici come barre e lamine in composito appositamente progettate, nonché l’utilizzo di com8
inarcos 269
270
9
10
ponenti strutturali più complessi, leggeri e capaci di svolgere più funzioni in un unico componente. Poiché dunque
le soluzioni offerte dalle tecnologie dei compositi sono
molteplici e tutte di sicuro interesse, è importante considerare alcuni criteri di scelta, affinché i progettisti possano
orientarsi tra un’offerta alquanto diversificata (7).
4a - Fibre
11
13
12
14
inarcos
Nell’applicazione dei materiali compositi in edilizia la scelta della fibra rappresenta un parametro di importanza
fondamentale per individuare una soluzione tecnica ottimale e garantire un risultato duraturo. La scelta deve com-
15
16
piersi sulla base di dati progettuali ben precisi e in funzione di tutte le caratteristiche tecniche dei materiali (fig. 2).
Le fibre di carbonio. Costituite da carbonio purissimo,
presentano una struttura cristallina esagonale tipica della
grafite, con cristalli lamellari perfettamente orientati e
sostanzialmente privi di difetti (fig.2). Questa particolare
17
18
9-10 - Villa Bertani a Reggio Emilia. A sinistra lo stato
iniziale, a destra a fine lavori.
11-12 - Grand Hotel di Alassio (SV). Recupero strutturale
della facciata a mare mediante cordolature e
controventamenti posti ai due lati della muratura e collegati
con sistema Ardfix.
13 - Chiesa di S. Maria in Sovana (GR). Rinforzo delle pareti
laterali della navata centrale mediante fresatura della parete
e inserimento di lamine in carbonio con andamento
orizzontale e verticale a formare una trave-parete che
riporta i carichi sulle colonne.
14-15 - Biblioteca Basilica di S.Antonio a Padova. Rinforzo
dei timpani mediante applicazione di nastri in carbonio e
aramidici sui due lati della muratura e inserimento
connettori Ardfix.
16-17 - Schema di rinforzo di una volta a padiglione e sua
realizzazione. Da notare il cordolo in fibra sulla muratura.
18 - Convento di S. Geminiano (Modena). Schema di volta a
crociera con rinforzo intradossale in fibra di carbonio
unidirezionale.
struttura “inorganica”, comune a tutte le fibre di carbonio, rende tali fibre uniche nel loro genere, influenzando
in modo determinante tutte le caratteristiche chimiche,
fisiche e meccaniche del materiale (8-10).
Le fibre di vetro. Da sempre utilizzate nei compositi tradizionali per il loro basso costo, sono un materiale di larghissimo consumo nei settori tradizionali dei materiali
compositi. Per quanto riguarda le applicazioni in edilizia,
si deve considerare che le loro inferiori proprietà meccaniche rispetto alla fibra di carbonio richiedono nel dimensionamento, a parità di sollecitazioni, sezioni molto
importanti, con notevole aumento del costo di applicazione e conseguente riduzione del vantaggio economico
e tecnico.
Le fibre aramidiche e le fibre PBO. Derivanti da polimeri a struttura “organica”, sono caratterizzate da
“mesofasi”, ovvero fasi in grado di conservare un’elevata cristallinità (LCP) anche in particolari stati fisici della
materia: allo stato fuso (termotropico) o in soluzione
(liotropico).
In virtù di questa struttura, non comune ai più tradizionali materiali polimerici, le fibre aramidiche presentano altissime proprietà meccaniche e un’elevata capacità di assorbire l’energia vibrazionale. Nella scelta di queste fibre
occorre tuttavia tenere conto che essendo costituite da
polimeri organici, presentano, seppure in forma relativamente ridotta, una minore resistenza ad agenti esterni e
una certa sensibilità all'umidità e all'ambiente alcalino
(12) oltre a evidenti fenomeni di “creep” (10).
In particolare le fibre di PBO sono notevolmente sensibili
a queste situazioni.
4b - La tipologia del rinforzo
Tra le diverse tipologie di rinforzo (il mercato ne offre un
numero elevato), i nastri unidirezionali sono i più utilizzati nelle applicazioni di ingegneria civile. Altre tipologie di
rinforzo, come i tessuti a trama e a ordito, i biassiali, i multiassiali e le reti, trovano impiego in situazioni particolari.
inarcos 271
19
20
5 - ESEMPI DI REALIZZAZIONI CON COMPOSITI
IN FIBRA DI CARBONIO
Cordolatura con placcaggio di murature
21
I rinforzi pre-impregnati quali le lamine trovano principalmente applicazione per il rinforzo di solai. Le barre, che
trovano generalmente largo impiego nella creazione di
collegamenti e staffature, possono essere utilizzate anche
in strutture precompresse.
Anche in questo caso la scelta tra le diverse tipologie di
rinforzo deve essere dettata da determinati criteri che,
oltre alle sezioni di rinforzo utilizzate, tengano conto
della morfologia e dei parametri strutturali e funzionali
dei diversi tipi di rinforzo (7).
272
inarcos
La cordolatura di edifici o di porzione di questi mediante placcaggio di murature, effettuata secondo sistemi
tradizionali in acciaio, può essere eseguita mediante
sostituzione della lamina d’acciaio con nastri in fibra di
carbonio di spessore e larghezza variabili, in funzione
delle resistenze e delle sezioni di fibra richieste. Nella
pratica corrente, sulla base di nostre esperienze largamente consolidate, la cordolatura viene realizzata
applicando nastri unidirezionali di fibra di carbonio di
larghezza 10-20 cm, preferibilmente sui due lati della
muratura, stabilendo dei collegamenti tra i due nastri
mediante connettori di tipo Ardfix (passanti). Il dimensionamento viene eseguito attraverso il calcolo delle
sezioni di fibra di carbonio applicata. Si possono utilizzare nastri eventualmente sovrapposti per raggiungere
le sezioni di fibra richieste. I connettori, secondo la tecnologia Ardfix, possono anche essere limitati allo spessore del muro (non-passanti). In ogni caso l’applicazione dei connettori viene realizzata sempre con resina
fresca (fresco su fresco), in modo da creare una struttura unica che, nel caso della messa in opera di due strati
di rinforzo sui due lati di una muratura, permette di
ottenere un reticolo perfettamente tridimensionale. Da
notare che il basso spessore del rinforzo (1-2 mm) rende
superflua la fresatura della muratura per alloggiare il
rinforzo, il quale invece può essere nascosto all’interno
dello spessore dell’intonaco. Nel caso di murature a
vista, in particolare per quelle in tufo, la fresatura può
essere un buon sistema per nascondere il rinforzo all’interno del muro.
La Corte Benedettina di Legnaro rappresenta uno
dei primi esempi nel recupero strutturale di edifici storici. La soluzione di creare delle cordolature per rinforzare l’edificio è stata usata in larga misura: l’intervento
ha previsto la creazione di due cordoli che corrono
19 - Basilica di S. Petronio (Bologna). Rinforzo estradossale
della navata centrale.
20 - Duomo di Carpi (Modena). Rinforzo volte cappelle laterali.
21-22 - Chiesa di San Giorgio di Varignana (Bologna). Rinforzo
estradossale delle volte e della navata centrale danneggiate dal
sisma del 2003.
23-24 - Particolare dell’inserimento di connettore Ardfix.
Condominio con scale a voltine estese per quattro piani in civile
abitazione.
22
23
24
all’altezza del tetto e del soffitto, come evidenziato
nella sezione di fig.3. I cordoli sono stati ottenuti laminando le due facce del muro, sul lato esterno e sul lato
interno, e collegando i due laminati con rinforzi disposti a ± 45°, secondo lo schema riportato in figura (figg.
3/4/5-6).
Nel caso di Villa Bertani, in provincia di Reggio Emilia,
dove la struttura aveva subito notevoli danni a causa
del sisma (1996), le cordolature interne ed esterne a
livello del solaio del sottotetto hanno sostituito i cordoli
in calcestruzzo previsti da un progetto precedente. Nel
corso dei lavori, dopo la messa in opera delle prime cerchiature, l’edificio ha subìto una serie di scosse sismiche
dovute a un nuovo terremoto (2000) senza subire ulteriori danni nonostante la situazione di precarietà in cui
si trovava al momento la muratura (figg. 7-8/9-10).
Particolarmente significativo l’intervento al Grand
Hotel di Alassio, dove la facciata di muratura in laterizio forato presentava uno stato fessurativo notevole. In
questo caso le cerchiature e i controventamento, realizzati con nastri di fibra di carbonio, applicati esternamente e internamente, sono stati collegati mediante
connettori Ardfix. Per la natura del laterizio, l’operazione di foratura per l’applicazione dei connettori è stata
eseguita previa iniezione di malta localizzata nel punto
di connessione. In tale modo è stata ottenuta una struttura reticolare sui due lati della facciata, che ha efficacemente svolto il compito assegnato (fig. 11-12).
Nel caso della Chiesa di S. Maria in Sovana (Grosseto)
la cerchiatura esterna dell’edificio, costituito da blocchi
in tufo a vista, ha obbligato alla fresatura del tufo, per
uno spessore di circa 10 cm. nelle aree in cui il rinforzo
in carbonio doveva essere applicato. Il ripristino della
parte fresata di tufo è stato realizzato con elementi
dello stesso materiale, così che il rinforzo, incorporato
nella parete, non ha sollevato problemi estetici. Nella
parte interna, dove la presenza del tufo a vista poneva
lo stesso problema, e in particolare per il rinforzo degli
archi della navata principale, è stato previsto un taglio
della parete con inserimento di lamine in fibra di carbonio, aventi la funzione di contenimento della fessurazione degli archi e ridistribuzione dei carichi sulle
colonne e sui muri di appoggio (fig. 13).
Un altro esempio degno di essere citato è l’intervento
realizzato sui timpani della Biblioteca nella Basilica di
S. Antonio a Padova, dove sono stati impiegati rinforzi ibridi in fibra carbonio-aramidica, per una miglio-
inarcos 273
25
26
27
28
re dissipazione dell’energia di deformazione. Anche in
questo caso i nastri di rinforzo sono stati applicati sui
due lati della muratura e collegati tra loro mediante
connettori Ardfix, formando una struttura reticolare
(fig. 14-15).
legati alle pareti di appoggio o ad eventuali cerchiature
delle stesse.
Nel caso di interventi all’estradosso non sono necessarie
piolature in quanto con questa configurazione non si
esercitano forze di distacco tra rinforzo e superficie
della volta; nel caso di interventi all’intradosso è invece
opportuno applicare dei connettori a modo di piolatura, per prevenire possibili distacchi. Questa tipologia di
intervento risulta essere particolarmente efficace, come
dimostrato dagli innumerevoli interventi eseguiti negli
ultimi anni.
Uno schema tipico utilizzato per una volta a padiglione
è riportato nelle figure seguenti: i rinforzi posti all’estradosso vengono collegati con la cerchiatura sulla
parete mediante connettori Ardfix (fig. 16-17/18/19/
20/21-22).
Consolidamento intradossale ed estradossale
di volte
La tecnologia dei materiali compositi ben si adatta al
recupero di strutture voltate. La tecnica tradizionale,
che normalmente utilizza cappe in calcestruzzo rinforzate con reti elettrosaldate, risulta estremamente invasiva: appesantisce la struttura creando di fatto una
seconda volta e snaturando la funzione della prima, e
inoltre rende complesso e oneroso il lavoro in cantiere.
L’intervento con il materiale composito consiste nell’applicazione di nastri di rinforzo in carbonio, lasciandone
inalterata la funzionalità, la traspirabilità e il peso.
I nastri di rinforzo possono essere applicati sia all’intradosso che all’estradosso della volta e possono essere col274
inarcos
Rinforzo intradossale di scale e balconate
Il rinforzo di balconate o scale in muratura può essere realizzato sostituendo le lamine in acciaio usate
25 - Condominio Viale Silvani (Bologna). Progetto di rinforzo
scale in civile abitazione.
26 - Palazzo S. Geminiano - Facoltà di Giurisprudenza Università
di Modena. Intervento di rinforzo scale.
27-28 - Intervento di rinforzo su una balconata in pietra di
luserna a Busca (Cuneo) e messa in sicurezza dei decori facciata
Cattedrale di San Pietro (Bologna).
29 - Fonderia di Savigliano in Corso Mortara (Torino). Schema di
rinforzo con materiali in fibra di carbonio.
29
tradizionalmente con nastri unidirezionali in fibra di
carbonio. Il dimensionamento viene eseguito attraverso il calcolo delle sezioni di fibra di carbonio applicata. Si possono utilizzare nastri di larghezza 10-20
cm e peso pari a 300-400g/m , eventualmente sovrapposti per raggiungere le sezioni di fibra richieste e
applicati secondo schemi già consolidati. Nel caso di
strutture voltate può rendersi opportuno utilizzare
dei connettori (Ardfix) per prevenire eventuali fenomeni di distacco in condizioni estreme. I vantaggi del
composito sono dunque numerosi: dalla semplicità
della messa in opera (il nastro essendo laminato in
“situ”, prende immediatamente la forma del supporto) al basso spessore del rinforzo (inferiore a 2-3 mm)
facilmente occultabile all’interno dell’intonaco; dalla
mancanza di fenomeni di corrosione (non sono da
prevedere trattamenti protettivi o di manutenzione)
a una maggiore efficienza. Infatti i bassi spessori di
adesivo richiesti e la continuità dell’adesione al supporto consentono al rinforzo di lavorare in modo
puntuale e mirato lungo tutta la superficie. Il ridottissimo peso aggiunto per la struttura consente di
evitare l’insorgere di fenomeni negativi in caso di
eventi sismici.
Di seguito si riportano le immagini di tre tipologie di
scale in muratura, di cui due ad arco ribassato e una
a volta in civile abitazione. Quest’ultima si trovava in
condizioni di grande precarietà (ne era prevista la
demolizione) e ha richiesto un largo impiego di un
numero elevato di connettori al fine di garantire una
buona adesione e un’efficace collaborazione dei rinforzi posti nelle diverse direzioni (fig. 23-24/25/26).
2
La messa in sicurezza dei materiali lapidei
Nel recupero strutturale degli edifici storici possono
presentarsi di sovente diversi problemi sui decori di facciata, sulle balconate e su cornicioni, colonnine, statue.
Per queste tipologie di intervento le fibre di carbonio o
le fibre aramidiche ben si prestano sia per il consolidamento strutturale sia per la messa in sicurezza.
L’applicazione di questi rinforzi su materiali lapidei è
stata attentamente studiata e sperimentata con la
messa a punto di tecnologie reversibili e poco invasive.
Un esempio, che sarà oggetto di una comunicazione
specifica, è il consolidamento della facciata e del paramento della Basilica della SS. Natività di Vicoforte
a Cuneo, altre applicazioni sono state eseguite sui decori della facciata della Basilica Arcivescovile di San
Pietro a Bologna.
Di seguito vengono riportate le immagini di interventi
su balconate, tematica molto frequente nei centri storici Piemontesi (fig. 27-28).
Il recupero delle strutture in calcestruzzo
Il recupero di strutture in calcestruzzo diventa una
vera e propria opera di restauro allorché riguarda
edifici dell’inizio del Novecento di grande pregio
architettonico e appartenenti alla prima storia del
calcestruzzo, che sempre più frequentemente vengono riattivati per impieghi più attuali.
I compositi ben si adattano al recupero di queste
strutture e in particolare al rinforzo di travi, sia a flessione che a taglio, e al rinforzo di pilastri, essendo in
grado di migliorarne la capacità portante (tramite
cerchiatura) e la resistenza alla flessione nonché di
ottimizzare il collegamento trave-pilastro mediante
intervento sul nodo.
I vantaggi presentati dall’impiego di materiali compositi, come già riportato nei punti precedenti, sono:
semplificazione del cantiere, minore invasività, ridottissima aggiunta di peso, nessun trattamento di protezione (necessario nel caso di rinforzi in acciaio),
nessun intervento di manutenzione.
L’applicazione di rinforzi per migliorare la resistenza
al taglio delle travi, per il rinforzo dei nodi o per la
cerchiatura di pilastri risulta molto semplificata e par-
inarcos 275
30-31 - Fonderia
di Savigliano in Corso
Mortara (Torino). Rinforzo
travi e pilastri, rinforzo nodi
collegamento trave-pilastro
per cambiamento d’uso.
32 - Biblioteca Civica
di Verona (costruita
su progetto Arch. Nervi).
Rinforzo travi, pilastri, nodi:
miglioramento sismico.
30
31
ticolarmente efficiente, in virtù di una maggiore
adattabilità alle superfici su cui i rinforzi sono applicati e dei minori ingombri che si creano (pochi millimetri per il carbonio, svariati centimetri per l’acciaio)
(fig. 29/30-31/32).
Nella fig. 32 vengono riportate alcune interessanti
immagini del rinforzo di travi e pilastri della
Biblioteca Civica di Verona, a suo tempo costruita
su progetto dell’Architetto Nervi. Oggi, dovendo la
struttura rispondere ad esigenze normative diverse,
si è reso opportuna questa tipologia di intervento,
che non ha minimamente alterato le forme, i volumi
e l’aspetto dell’opera originaria.
CONCLUSIONI
La documentazione riportata ben presenta lo stato
dell’arte e le possibilità offerte dalle tecnologie dei
materiali compositi nel recupero strutturale degli
edifici storici. Queste tecniche infatti ben si adattano
ad essere utilizzate in tutte le occasioni, ma principalmente evidenziano i loro aspetti positivi nel
restauro delle strutture.
Il recupero strutturale sull’antico è operazione complessa e delicata, che spesso deve anticipare il più
importante restauro delle superfici e delle componenti artistiche dell’opera. La possibilità di utilizzare
tecniche scarsamente invasive e di facile esecuzione
rappresenta sicuramente un grande progresso e
un’eccezionale opportunità. Le esperienze maturate
ad oggi in Italia hanno senza dubbio posto il nostro
paese all’avanguardia nel mondo, sia per l’importanza delle opere realizzate, sia per la messa a punto di
un importante know how in termini di materiali,
sistemi e tecniche applicative.
Ardea s.r.l. con la sua linea di prodotti Betontex derivante da un importante brevetto (12) e grazie a una
decennale esperienza di progettazione, ricerca e assistenza tecnica, si pone come leader in questo settore
276
inarcos
32
e presenta tutto il potenziale per un concreto approccio ai problemi di ristrutturazione.
Bibliografia
(1) L.Credali, A. Santini L’Edilizia – Building and Construction for Engineers – Il rinforzo di strutture con FTS
Betontex®, Luglio /Agosto 1999, n° 7/8 , pag.78, Anno
XIII.
(2) R.Poluzzi, L.Credali, E.Schiavina: “Impiego di fibre di
carbonio nella ristrutturazione statica ed architettonica del complesso ex Corte Benedettina di Legnaro
(PD)” - Secondo Seminario AICO SAIE (1999).
(3) R.Poluzzi: “Verifiche sperimentali sui benefici ottenibili nel rinforzo di membrature di cemento armato con
applicazioni di fibre sintetiche”- Atti Giornate AICAP Torino (1999).
(4) L.Credali: “Rinforzi per edilizia Betontex®”, XXVI
Convegno ATE - Strutture in Composito - Milano 21
Giugno 1999 - L’Edilizia, 8, 82 (1999).
(5) C.N.R. - Consiglio Italiano delle Ricerche: “Istruzioni per
la progettazione, l’esecuzione ed il controllo di interventi di consolidamento statico mediante l’utilizzo di
compositi fibrorinforzati” - DT200 /2004 (2004).
(6) IT. Patent – MI 2062A000100, L. Credali - Ardea Progetti e Sistemi Srl.
(7) L. Credali “Criteri di scelta per la progettazione e l’applicazione di materiali compositi in edilizia” Inarcos-,n
676, 33-43 , gennaio 2007.
(8) H.H.Yang: “Aromatic High Strength Fibers”,- SPE
Monograph Series - John Willey & Sons (1989).
(9) A.R.Bunsell: “Fibre Reinforcements For Composites
Materials”, R.B.Pipes Series Editor Elsevier (1988).
(10) M. H. Lafitte, A.R. Bunsell: “The creep of Kevlar-29
fibers”, Polym. Eng. Sci.(1985), 25, 3.
(11) N.L. Hancox: “Fibre Composite Hybrid Materials”,
Applied Science Publishers, London (1981).
(12) EP. 0994223, L.Credali – Ardea Progetti e Sistemi Srl.
■
© 2009 -
Cosa nasconde un pavimento che sta per cedere?
I vespai possono col tempo provocare cedimenti nelle abitazioni.
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risolti, ma anche per una valutazione gratuita sui costi dell’intervento.
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PROFESSIONALE EDILE
Cecilia Alessandrini
La Seconda Gara Provinciale del Muratore
Anche quest’anno il 23 Maggio
l’Istituto d’Istruzione Professionale
per Lavoratori Edili della provincia di
Bologna promuove presso la sua sede
la seconda “Gara provinciale del
muratore”. L’iniziativa ha avuto un
grande successo nel 2008 le parti
sociali di IIPLE hanno deciso si riproporla. Abbiamo chiesto all’Ing.
Antonio Mazza, presidente di IIPLE, di
illustrarci i motivi alla base della decisione di promuovere nuovamente
questo evento e qual è, secondo lui, il
valore aggiunto di questa iniziativa.
“Abbiamo deciso di investire su questa proposta anche nel 2009 sulla base
di alcune importanti riflessioni che
coinvolgono in generale il concetto di
lavoro e in particolare il lavoro nel
settore edile. Già da qualche anno ci
troviamo davanti ad una vera e propria “rivoluzione virtuale”, siamo
sempre più abituati al concetto di
“virtualità” che pervade ogni ambito della
nostra vita ed inevitabilmente il nostro
lavoro. Le nuove tecnologie hanno cambiato il modo di organizzare e gestire il
lavoro ma soprattutto hanno cambiato il
concetto stesso di lavoro appannando
sempre di più quelle attività nelle quali la
manualità svolge un ruolo fondamentale.
Anche l’arte muraria è tra quelle professioni che, nonostante una lunga ed importante storia alle spalle, hanno subito una
forma di svalutazione ed attualmente
rischiano di risultare poco attrattive
soprattutto per i giovani. La gara del
muratore vuole essere un’occasione per far
uscire dall’ombra la grande ricchezza di
competenze e conoscenze che i lavori
manuali offrono e che può riemergere
come valore utile ad affrontare anche le
situazioni più difficili. Non bisogna infatti
mai dimenticare che le idee sono impor-
tanti ma che solo attraverso il lavoro
manuale queste si possono realizzare nel
concreto.
Può farci un esempio concreto di quello che intende dire?
“In edilizia non si può non pensare all’importanza di costruire in modo adeguato
per resistere al tempo ed alle calamità
naturali. Il triste evento del terremoto in
Abruzzo ha portato alla ribalta un grande
tema che sarà centrale per lo sviluppo del
settore edile nei prossimi anni: l’intervento
sul patrimonio edilizio esistente attraverso
un’accresciuta competenza tecnica ed
un’adeguata formazione degli operatori.
Sarà una grande sfida da raccogliere nei
prossimi anni ed necessario che tutti gli
addetti del settore siano consapevoli dell’importanza del ruolo che dovranno svolgere in questo processo per la salvaguardia
del patrimonio artistico del nostro paese e
per la sicurezza di coloro che lo abitano. La gara del muratore sarà una
buona occasione per ribadire tutto
questo.
Raccogliere questa sfida in un settore in continuo movimento e
soggetto a cambiamenti molto
rapidi potrebbe non essere semplice, cosa può dirci a proposito?
Il settore edile è sicuramente un settore produttivo complicato tuttavia ha
molte potenzialità ancora nascoste.
Per esempio l’anno scorso la gara provinciale del muratore è stata vinta da
una squadra formata da padre e figlio
di origine rumena. Questa vittoria ha
rappresentato davvero un bel segnale
all’interno di un settore produttivo
del quale spesso si tendono ad evidenziare le criticità ed è servita a
dimostrare come l’integrazione passi
anche, anzi soprattutto, attraverso il
lavoro qualificato.
Come è organizzata la gara e chi può
partecipare?
Alla gara possono partecipare 20 squadre
composte da due persone ciascuna. La partecipazione è riservata ai dipendenti ed ai
titolari delle imprese iscritte alle casse edili
di Bologna che non abbiano partecipato
alla precedente edizione. Chi vuole partecipare alla gara può consultare il regolamento scaricandolo dal sito dell’Istituto Edile
all’indirizzo www.edili.com o richiedendolo alla nostra segreteria. Sono previsti
premi per ciascuno dei partecipanti delle
prime squadre classificate. Da questa iniziativa sono nate alcune interessanti sinergie
nazionali ed internazionali tra le quali
ricordiamo in particolare la collaborazione
con il SAIE, che ospiterà l’edizione “Edil
Trophy 2009” e con l’”Institut Gaudì de la
Construcciò” di Barcellona che ogni due
anni promuove un evento simile al nostro.
inarcos
281
EFFICIENZA ENERGETICA e certificazione
Dario Vannini, Sonia Subazzoli
Un primo approccio al fotovoltaico:
la guida del GSE e le ultime novità legislative
A circa un anno e mezzo dalla nascita
della rubrica su efficienza energetica e
certificazione ci è parso utile cominciare
ad aprire alcuni “squarci” sul settore delle
energie rinnovabili, settore in forte fermento a livello mondiale e dalle aspettative occupazionali molto alte.
Fra le varie fonti rinnovabili si è deciso di
partire dal fotovoltaico, prendendo a
spunto l’uscita della terza edizione della
“Guida al conto energia” del Gestore dei
Servizi Elettrici s.p.a. (GSE).
il caffè energetico
La “Guida al conto energia”:
terza edizione
La guida è un agevole e completo strumento di consultazione per coloro che intendono realizzare un impianto fotovoltaico e richiedere gli incentivi. Il documento è stato elaborato in collaborazione con
282
gli uffici tecnici dell’Autorità per l’Energia
Elettrica e il Gas (AEEG), in particolare per
quanto riguarda le indicazioni relative alla
vendita dell’energia, alla connessione degli impianti alla rete elettrica e alla misura
dell’energia prodotta.
Il sistema di incentivazione del settore fotovoltaico, il cosiddetto “nuovo conto
energia” ha preso avvio con il DM 19 febbraio 2007 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 febbraio 2007), subentrando ai
precedenti DM del 28 luglio 2005 e del 06
febbraio 2006 in materia di incentivazione
dell’energia fotovoltaica; il decreto, tuttavia, è diventato operativo solo dopo la
pubblicazione della delibera dell’AEEG n.
90/07, avvenuta il 13 aprile 2007, che ha
definito le condizioni e le modalità per l’erogazione delle tariffe incentivanti. Le
modifica più significativa riguarda l’aboli-
zione della fase istruttoria preliminare all’ammissione alle tariffe incentivanti; in
base al nuovo decreto, infatti, la richiesta
di incentivo deve essere inviata al GSE solo
dopo l’entrata in esercizio degli impianti
fotovoltaici. Inoltre il nuovo decreto, da
una parte favorisce le applicazioni di piccola taglia architettonicamente integrate
in strutture o edifici, attraverso una maggiore articolazione delle tariffe, dall’altra
cerca di collegare fotovoltaico ed efficienza energetica, introducendo un premio nei
casi di installazioni abbinate ad interventi
di risparmio energetico. Infine vengono
abolite alcune soglie poste in precedenza:
il limite annuo di potenza incentivabile,
sostituito da un limite massimo cumulato
della potenza incentivabile; il limite di
1000 kW, quale potenza massima incentivabile per un singolo impianto; l’im-
L’IMPROROGABILE NECESSITÀ DEL FOTOVOLTAICO
L’inchiesta, di Niccolò Aste da FV Fotovoltaici, n. 2/2009
In questi tempi di incertezza e preoccupazione, guardare ai forti cambiamenti
in atto negli USA è divenuto un rito
collettivo e consolatorio. La crisi si
combatte opponendo la speranza alla paura, l’azione all’inerzia, come insegna il neoeletto
presidente Obama. La sua attenzione per le questioni ambientali
sta già facendo storia e la forte
apertura verso le fonti rinnovabili
costituisce un imprescindibile punto di riferimento a scala
planetaria.
Come insegna l’esempio di oltre oceano, l’energia pulita, probabilmente, sarà una delle nostre ancore di salvezza ed il
fotovoltaico, anche in questo frangente, si pone inevitabilmente in prima linea. Certo, i costi sono ancora elevati e non
possiamo ritenerlo una generica panacea, ma le prospettive
inarcos
(si è detto più volte ed i fatti lo confermano)
sono decisamente promettenti. Le installazioni aumentano, l’industria si sviluppa, la tecnologia migliora, i
prezzi scendono. Non è un processo casuale, ma il risultato di
una precisa strategia che vede
l’Europa tra i protagonisti principali. Come raramente accade,
inoltre, in questo momento è proprio l’Italia a trainare letteralmente
il mercato, con un Conto Energia che dà respiro tanto alle
aziende ed ai professionisti nazionali, quanto a quelli esteri,
che trovano nel Bel Paese un contesto applicativo ottimale.
Secondo gli studi svolti da più parti a livello internazionale,
siamo vicini a “scollinare”, e cioè al superamento della soglia
di competitività rispetto alle fonti energetiche convenzionali.
In pochi anni si stima che l’energia solare sarà accessibile ad
possibilità di utilizzare la tecnologia fotovoltaica a film sottile, molto utilizzata nell’ambito dell’integrazione architettonica.
La guida si articola in due parti. Nella
prima sono presentate le innovazioni
introdotte dal nuovo DM 19 febbraio
2007, le indicazioni generali per la realizzazione e la connessione dell’impianto
alla rete e le modalità da seguire per
richiedere l’incentivazione al GSE. Nella
seconda sono approfonditi alcuni aspetti
generali e specifici per coloro che, non
esperti del settore, intendano acquisire
informazioni di base sugli impianti fotovoltaici e sull’evoluzione del meccanismo
d’incentivazione in “conto energia”. Tra le
novità di questa terza edizione, le nuove
regole dello scambio sul posto (innalzamento della soglia incentivabile per im-
pianti fino a 200 kW), l’aggiornamento
delle nuove tariffe incentivanti ai valori
del 2009 e le nuove condizioni procedurali, economiche e tecniche per la connessione alla rete stabilite dall’Autorità (AEEG).
Novità legislative e normative
La Delibera AEEG ARG/elt 161/08, di recente pubblicazione, consente, inoltre, di
realizzare un impianto fotovoltaico suddiviso in più parti (sezioni) ciascuna con la
propria tipologia d’integrazione architettonica. La potenza dell’impianto, quindi la
relativa tariffa, sarà data dalla somma delle potenze di tutte le sezioni che obbligatoriamente bisognerà dichiarare (potenza
totale dell’impianto, numero di sezioni e
potenza di ogni sezione) al momento della richiesta dell’incentivo per la prima sezione.
un costo uguale o addirittura inferiore rispetto a quella derivata dai combustibili fossili. Maggiore sarà nel frattempo il
tasso di diffusione del fotovoltaico, più rapido sarà il decorso
del processo. In questo senso il ruolo delle istituzioni, come
insegnano l’esperienza tedesca e giapponese, tra le tante,
continuerà ad essere fondamentale.
Alle logiche individualistiche dell’immediato si dovranno
contrapporre ancora quelle tese al soddisfacimento delle esigenze collettive sul medio e lungo periodo. La preferenza
degli utenti per il fotovoltaico, anche se non motivata da
una convenienza solo e strettamente economica, dovrà essere stimolata soprattutto tramite incentivi analoghi a quelli in
atto, ma anche con contestuali imposizioni che abbiano altrettanta efficacia. A questo proposito le norme emanate recentemente relativamente all’efficienza energetica del settore edilizio e quelle ad esse collegate rappresentano uno
strumento di estrema importanza. Riconoscendo come ambito strategico l’integrazione architettonica del fotovoltaico,
infatti, si è cominciato ad introdurre l’obbligo di installazione sulle nuove costruzioni di piccole quote di potenza, avendo cura che le misure non gravassero eccessivamente sulle
L’ultima novità in ordine temporale è rappresentata dal DM 2 marzo 2009 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 59 del 12
marzo 2009) che estende il diritto al premio aggiuntivo per gli impianti fotovoltaici fino a 200 kw operanti in regime di
scambio sul posto per la produzione di
energia in edifici pubblici e residenziali.
L’art. 7 del decreto interministeriale 19
febbraio 2007 prevede, infatti, che gli impianti fotovoltaici che accedono alle tariffe incentivanti, operanti in regime di
scambio sul posto e destinati ad alimentare, anche parzialmente, utenze ubicate all’interno o comunque asservite a unità
immobiliari o edifici, possano beneficiare
di un premio aggiuntivo qualora siano
effettuati interventi di efficienza energetica sull’edificio.
Il premio consiste in una maggiorazione
finanze dei privati e non fossero, dunque, vessatorie. La Finanziaria 2008, ad esempio, stabiliva che ai fini del rilascio
del permesso di costruire per gli edifici di nuova costruzione
fosse necessaria l’installazione di impianti per la produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una potenza non inferiore a 1 kW per ciascuna unità
abitativa. È facile osservare come il riferimento, o comunque
l’apertura, al fotovoltaico appaiano evidenti. L’imposizione,
inoltre, non sembra poter essere gravosa: se 1 kWp costa al
giorno d’oggi sui 5.000 €, secondo una rapida stima si parlerebbe di un extracosto intorno ai 50-60 € per metro quadrato di superficie residenziale che, se paragonati agli attuali valori del mercato immobiliare, sembrano ben poca cosa.
A questo si deve aggiungere il vantaggio economico legato
alla fruizione dell’energia elettrica prodotta, da non sottovalutare soprattutto in vista degli aumenti previsti per i prossimi anni. Ciononostante, il cosiddetto decreto Milleproroghe, licenziato da poco dal Senato, differisce l’obbligo di
cui sopra al 2010. Certo, siamo in tempo di crisi e bisogna
puntare alla sopravvivenza, ma siamo sicuri che non stia prevalendo la paura sulla speranza?
inarcos 283
dell’impianto FV, perdendo il diritto agli
incentivi. Tutti questi soggetti potranno
infatti sanare la situazione riguadagnando l’accesso alla tariffa incentivante per il
periodo rimanente.
percentuale della tariffa così come prevista dal “conto energia”, pari alla metà
della percentuale di riduzione del fabbisogno di energia conseguita ed attestata,
bonus che non può comunque eccedere il
30% dell’incentivo.
Per accedere al premio aggiuntivo, il soggetto responsabile dell’edificio si deve dotare di un primo attestato di certificazione
energetica relativo all’immobile, comprensivo di indicazioni di possibili miglioramenti delle prestazioni energetiche.
Successivamente (o contestualmente) alla
data di entrata in esercizio dell’impianto
fotovoltaico, il soggetto responsabile effettua o rende operativi anche tali interventi a patto che essi determinino una
riduzione certificata di almeno il 10% dell’indice di prestazione energetica (cioè del
fabbisogno specifico di energia primaria
per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda) rispetto allo stesso indice individuato nella certificazione
energetica iniziale. L’esecuzione degli
interventi e l’ottenimento della riduzione
del fabbisogno di energia primaria dell’edificio sono dimostrati mediante nuova
certificazione e da una relazione tecnica
asseverata. Al fine di ottimizzare la pianificazione dei lavori, soprattutto nel caso in
cui gli interventi di efficienza energetica
interessino le superfici strutturali su cui
andrebbe a poggiare l’impianto FV, è con-
284
inarcos
sentito che l’esecuzione degli interventi e
la realizzazione dell’impianto possano
avvenire contemporaneamente.
Come ha affermato Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, questo è “un incoraggiamento per la promozione di impianti domestici e di media taglia poichè
l’estensione fino ai 200 kW è l’ideale per
le aziende di piccole e medie dimensioni, altamente energivore, con capannoni industriali in grado di ospitare un impianto fotovoltaico sul tetto senza alcun
impatto ambientale.”
Inoltre, il DM 2 marzo 2009 fornisce un’interpretazione dell’art. 4, comma 4, del decreto interministeriale 19 febbraio 2007,
stabilendo che “per «componenti non già
impiegati in altri impianti» si intende che
i medesimi componenti non sono già stati
utilizzati in impianti per i quali sono stati
concessi altri incentivi in conto energia o
nelle altre forme richiamate all’art. 9 dello
stesso decreto interministeriale 19 febbraio 2007”.
L’ulteriore novità introdotta con l’art. 2
del decreto è l’interpretazione dell’art. 5
comma 4 del “conto energia” attraverso
la quale si risolve positivamente il problema insorto con numerosi soggetti (tipicamente gestori di impianti a carattere domestico) che, per cause varie, hanno ritardato oltre il sessantesimo giorno la comunicazione al GSE di entrata in esercizio
Semplificazioni degli adempimenti in
campo urbanistico-edilizio
Sul versante autorizzativo giova infine
ricordare il recepimento da parte di molti
Comuni, all’interno dei propri regolamenti urbanistico-edilizi, dell’art. 11 comma 3
del D.Lgs 115/2008, che inserisce l’installazione di impianti solari termici o fotovoltaici, complanari alla falda, fra le attività
di edilizia libera, cioè non soggetti a titolo abilitativo (cfr. Inarcos n° 689); tale semplificazione dell’iter burocratico dovrebbe
incentivare soprattutto la realizzazione di
impianti medio-piccoli, nei quali l’incidenza dei costi di progettazione è percentualmente maggiore.
Rimandiamo ai prossimi numeri per ulteriori approfondimenti sulla tecnologia del
fotovoltaico e sulla valorizzazione dell’energia prodotta da tale fonte, nonché per
una panoramica sulle altre energie rinnovabili.
DITE LA VOSTRA!
Continuate a inviarci suggerimenti, contributi e articoli sull’efficienza energetica all’indirizzo [email protected], oppure contattandoci dal sito www.assiabo.it, nella
sezione SPECIALE CERTIFICAZIONE
ENERGETICA; gli interventi più interessanti potranno trovare spazio
nella sezione “Il caffè energetico”.
LE AZIENDE INFORMANO
MATERASSINI ISOLANTI ELASTICI
ISOLGUMMI by TECNOACUSTICA:
la nuova gamma di materassini isolanti in gomma
La vasta gamma Tecnoacustica, prodotti e soluzioni di progettazione per l’isolamento termo-acustico anche personalizzate, si arricchisce grazie a ISOLGUMMI, una serie di materassini isolanti elastici composti da granuli di gomme provenienti dal riciclo di pneumatici e gomme pregiate (SBR, EPDM, lattici, siliconi, neopreni), conglomerati a mezzo di leganti poliuretanici e successivamente sfogliati in rotoli o pannelli.
Tali materassini possono essere impiegati come materiali resilienti nei sistemi di pavimento galleggiante in virtù della loro
buona rigidità dinamica fungendo da antivibranti. Se correttamente dimensionati in relazione alle specifiche caratteristiche tecniche dei solai in cui vengono impiegati e delle prerogative acustiche di cui necessita il cantiere, contribuiscono
sensibilmente a soddisfare i requisiti di isolamento al rumore
da calpestio, se impiegati singolarmente, e al rumore aereo,
se accoppiati con altri prodotti massivi Tecnoacustica quali la
gamma DBstop.
Caratteristiche peculiari di ISOLGUMMI sono le elevate resistenze meccaniche soprattutto alla compressione e alla lace-
razione che rendono i materassini particolarmente indicati
per l’utilizzo in cantiere anche da parte di una manodopera
non propriamente specializzata e attenta a particolari accorgimenti di posa (non necessitando di alcuna rete per la ripartizione di carico nei massetti data l’assenza di cedevolezza).
Questo, come tutti gli altri prodotti Tecnoacustica, si colloca
ai più elevati standard di mercato per qualità e durata nel
tempo: caratteristiche che l’azienda è in grado di garantire
grazie ad un reparto di ricerca e sviluppo interno costantemente impegnato nello studio di nuovi materiali, a macchinari tecnologicamente avanzati e ai fornitori di materie prime
altamente selezionati.
Tecnoacustica: tecnologie a servizio del benessere
Tecnoacustica, grazie ad una decennale esperienza nel settore dell’isolamento, offre le soluzioni più innovative di progettazione acustica, anche personalizzate in base alle singole
esigenze, nel massimo rispetto dell’ambiente, utilizzando
materiali riciclati e realizzando a sua volta prodotti riciclabili.
Grazie a selezionati fornitori di materie prime e all’avanzato
sistema di ricerca e sviluppo interno, Tecnoacustica propone
prodotti innovativi, anche a brevetto esclusivo, dalle performance di altissimo livello: una vasta gamma di soluzioni in
grado di rispondere ad ogni esigenza di isolamento termico e
acustico, con la garanzia di un comfort esclusivo.
Caratterizzata dall’orientamento al miglioramento continuo
e dallo spirito volto all’evoluzione, l’ azienda, che si estende
su una superficie di 10.000 mq ed utilizza macchinari all’avanguardia, ha sviluppato nuove tecnologie per l’accoppiaggio dei materiali risolvendo così le più comuni problematiche
presenti nel settore edile.
TECNO ACUSTICA
Viale del Lavoro, 18/S
37069 Villafranca di Verona (VR)
Tel. 045 9698418 - Fax 045 9698419
[email protected] - www.tecnoacustica.net
inarcos 285
LE AZIENDE INFORMANO
RISTRUTTURAZIONE E SICUREZZA
Ristrutturare un edificio comporta sempre un intervento
invasivo sul fabbricato esistente; le problematiche che possono insorgere sono di diversa natura e comprendono il
mantenimento dell'isolamento del tetto durante lo svolgimento dei lavori e la garanzia costante della sicurezza per
chi opera in quota.
Laddove sia previsto dal regolamento locale di igiene è di
fatto obbligatorio, in caso di rifacimenti sostanziali di una
copertura, prevedere e applicare idonei sistemi di ancoraggio per prevenire e cadute dall'alto.
Cribis s.n.c si è occupata della messa in sicurezza di coperture ristrutturate sin dal suo esordio e ora dispone di un
bagaglio conoscitivo esteso a tutte le tipologie di coperture esistenti. In particolare Cribis si è speciaizzata nella
messa in sicurezza di edifici storici che per loro stessa natura hanno delle caratteristiche progettuali molto particolari, se non uniche, e che spesso sono tutelati da vincoli architettonici.
A prova di questa affermazione possiamo citare importanti lavori eseguiti nel cuore della vecchia Bergamo (come il
Teatro Sociale, la sede dell' Università e la sede del Museo
di Scienze Naturali), i numerosissimi interventi su chiese e
286
inarcos
su edifici tutelati come patrimoni storico-artistici protetti
da vincoli e gli interventi eseguiti su edifici di importanza
istituzionale.
In caso di intervento su un edifici in ristrutturazione (e a
maggior ragione se si tratta di ufficio storico) è necessario
seguire un iter ben preciso che considera tutte le variabili
che entrano in gioco quando si decide di metterlo in sicurezza.
Innanzitutto possiamo affermare che la criticità maggiore
la si incontra nello stato delle strutture portanti: metodologie costruttive datate come l'utilizzo di travi tipo varese,
l'utilizzo di una struttura portante inadeguata come ad
esempio muratura in mattoni forati sormontati da listelli e,
soprattutto, l'usura del tempo e il degrado causato da
agenti esogeni come nel caso di travi di legno marce sono
alcuni dei fattori che entrano in gioco quando bisogna considerare la validità degli elementi strutturali sulla quale si
andranno a fissare i sistemi anticaduta.
Cribis garantisce sempre la tenuta dei propri sistemi anticaduta: il nostro modus operandi ci impone sempre uno
studio attento della copertura che si esplica nell'analisi
progettuale dell'edificio nella sua totalità, nella verifica
preliminare di tenuta su un elemento strutturale preso a
campione e nell' utilizzo di soluzioni di fissaggio studiate
e realizzate ad hoc per una specifica copertura.
Garantiamo sempre la sicurezza dei lavoratori che
andranno a operare in quota e siamo in grado di intervenire anche dove non è possibile l'utilizzo di ponteggi peri-
metrali mettendo in sicurezza l' edificio "in tempo reale".
La nostra politica aziendale presuppone l'interazione con
tutte le figure coinvolte: dai progettisti ai committenti fino
alle maestranze di cantiere; il valore aggiunto che offriamo
ai nostri clienti è una totale collaborazione sotto tutti gli
aspetti e una flessibilità sia nel proporre molteplici soluzioni progettuali sia nella differenziazione dell' intervento
cantieristico.
Per esempio possiamo proporre diverse tipologie di fissaggio al fine di modificare il carico strutturale sugli elementi
portanti della copertura, oppure possiamo adottare differenti ancoraggi per migliorare l' impatto architettonico sull'edificio.
Cribis offre un servizio completo che risolve totalmente la
messa in sicurezza di una copertura, garantiamo ogni fase,
dalla progettazione all'installazione e siamo strutturati per
seguire un iter lavorativo che vi assicura rapidità di intervento e certezza dei tempi di consegna.
Affidare a noi la messa in sicurezza di una copertura vi
garantisce il massimo della professionalità e della sicurezza con in più la certezza di un lavoro eseguito a regola d'arte e certificato.
Via del Lavoro, 22 - 24050 Spirano (BG)
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inarcos 287
LE AZIENDE
INFORMANO
LA VERSATILITÀ APPLICATIVA DELLE
SOLUZIONI TECNOCUPOLE PANCALDI NELLE
DIVERSE STRUTTURE ARCHITETTONICHE
AD USO PUBBLICO E PRIVATO
Tecnocupole Pancaldi - azienda leader nella produzione
e commercializzazione di lucernari ed evacuatori di fumo
e calore – grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo, crea soluzioni versatili in grado di garantire luce
naturale, ventilazione, aerazione e sicurezza antincendio
in diversificati contesti applicativi.
Le richieste di prescrittori e imprese, raccolte grazie ad un
approccio sistematico di “ascolto” dell’Ufficio Tecnico
interno, sono i principi ispiratori che orientano continuamente Tecnocupole Pancaldi a sviluppare una gamma
sempre più ampia di soluzioni. Centri commerciali, scuole,
poli sportivi, aeroporti, industrie, centri direzionali, sono
solo alcune tipologie di opere in cui la sicurezza antincendio ed un uso più funzionale della luce naturale sono
assicurati dai sistemi studiati dall’Azienda.
I lucernari monolitici, impiegati generalmente nelle
strutture prefabbricate, sono stati inseriti in numerosi
contesti per assolvere la funzione di illuminazione zenitale e di aerazione. Esempi di tali installazioni sono: lo
Shopping Village Gran Sasso di Piano d’Accio (TE) e
l’Interporto campano di Nola (NA). Disponibili in diverse
forme, possono essere a parete semplice (Simplex) o doppia (Duplex) e nei colori opale o trasparente, sono realizzati principalmente in policarbonato compatto e alveolare e si distinguono per l’elevata resistenza meccanica prolungata nel tempo.
Particolarmente indicati per uso industriale, i moduli
continui, scelti per la loro flessibilità di impiego, sono
concepiti per soddisfare ogni esigenza di tipo estetico ed
architettonico.
Dalla copertura del Centro Sociale di Medicina (BO), all’edificio commerciale Panorama “Roma Est” di Lunghezza
(Roma), i moduli continui LMC XT, in metacrilato estruso o
policarbonato, compatto o alveolare, a parete semplice o
doppia, grazie alle caratteristiche intrinseche del materiale
e alla possibilità di abbinare le due pareti, garantiscono
l’ottemperanza ai requisiti di legge in materia di conducibilità, assicurando un ottimale isolamento termico.
288
inarcos
Atrii di edifici pubblici, mercati coperti, ospedali, centri
fieristici, rappresentano solo alcuni esempi delle diverse
applicazioni dei sistemi di copertura di grandi dimensioni di Tecnocupole Pancaldi. Soluzioni personalizzate, progettate per coprire qualsiasi tipo di superficie.
Ottenute dal termostampaggio di “spicchi” di lastre in
policarbonato (trasparente, opale o fumé), sono componibili tra loro per mezzo di profilati in acciaio zincato e
verniciato.
Comfort ambientale e massima circolazione dell’aria sono
ottenuti grazie ad un lucernario circolare, fisso o apribile
con comando elettrico, montato in corrispondenza del
colmo.
Le cupole in batteria sono ideali per la copertura di
ampie superfici orizzontali: gallerie di centri commerciali,
passaggi coperti tra edifici adiacenti e padiglioni espositivi. Tra le realizzazioni che hanno previsto l’utilizzo di queste tipologie di lucernari si distinguono, l’Ospedale
Garibaldi di Catania, il Centro Commerciale Auchan di
Cinisello Balsamo (MI), la Fiera di Bologna, la sede della
Casa Editrice Zanichelli di Bologna ed il Centro Natatorio
di Cermenate (CO). Apribili manualmente o tramite
comando elettrico, possono essere dotate anche di Free
Smoke per l’evacuazione del fumo e del calore.
I sistemi Free Smoke, disponibili anche nella versione
Light, creano uno strato a terra libero da fumi, riducono
il rischio di intossicazione, aumentando la visibilità e faci-
sura in condizioni di non emergenza, fialetta termosensibile e bombola CO .
L’ultimo nato all’interno dell’ampia gamma di prodotti di
Tecnocupole Pancaldi è Kappashed, la soluzione integrata di copertura a shed che fornisce, con un unico elemento, le risposte alle esigenze di illuminazione, aerazione e sicurezza antincendio, in quanto può essere dotato
di dispositivi di evacuazione di fumo e calore Free Smoke
V. Studiato per i moderni edifici industriali per cui è sempre più diffuso l’utilizzo di sistemi di copertura “leggeri”
a tegoli alternati, Kappashed è concepito per contenere
anche l’alloggiamento di pannelli fotovoltaici.
Laura Pancaldi, Amministratore di Tecnocupole
Pancaldi, dichiara: “Gli investimenti di Tecnocupole
Pancaldi nella ricerca e nello sviluppo hanno portato
eccellenti risultati in termini di versatilità applicativa, permettendo alla nostra Azienda di consolidare la sua posizione nel mercato, registrando, nel 2008, un fatturato di
10,3 milioni di euro, con un aumento del 38% rispetto
all’anno precedente”.
2
Tecnocupole Pancaldi è specializzata nella termoformatura di policarbonato e metacrilato per la produzione di
sistemi di illuminazione zenitale abbinati a sistemi di evacuazione di fumo e calore. L’Azienda, con sede a Castel
San Pietro Terme in provincia di Bologna, opera dal 1958
come partner qualificato delle più importanti imprese di
costruzione e prefabbricazione nel settore dell’edilizia
industriale e civile sia in Italia sia all’estero.
litando lo sfollamento delle persone e le operazioni dei
soccorritori. Sono stati installati in diversi contesti quali ad
esempio: le scuole di Torre del Moro (FO), Mascagni di
Melzo (MI) e Giovanni XXIII di Ormelle (TV), lo storico
Hotel Danieli di Venezia, i nuovi locali del Centro
Meccanografico Poste Italiane di Peschiera Borromeo (MI)
e l’aerostazione di Milano Malpensa. Il dispositivo di apertura di Free Smoke è composto da un cilindro telescopico a tre sfili con funzionamento misto CO /OLIO fulcrato
tra due staffe parallele in acciaio, valvola termica con
chiavistello di ritegno dell’anta mobile nello stato di chiu2
Via Cà Bianca, 700 - 40024 Castel San Pietro Terme (BO)
Tel. 051.6954911 - Fax 051.6954929
web: www.tecnocupole.com - mail: [email protected]
inarcos 289
LE AZIENDE INFORMANO
VERONI SRL – L’AZIENDA
La Veroni S.r.l. è un’azienda di produzione, fabbricazione e commercializzazione di attrezzature per l’edilizia che nasce nel 1977
a Rubiera di Reggio Emilia.
Tra le principali gamme produttive di sistemi anticaduta permanenti, protezioni provvisorie collettive e attrezzature per l’edilizia
in genere, spicca il settore trainante della sicurezza in cantiere:
linee vita di classe A1, A2 e C secondo UNI EN 795.
La Veroni, in quanto produttrice degli elementi di carpenteria
metallica, è in grado di realizzare sia elementi standard applicabili a qualsiasi tipologia di copertura, che di elementi speciali
appositamente studiati per potersi meglio adattare alla complessa varietà di strutture alle quali non è sempre possibile applicare
ancoraggi di comune utilizzo.
Offre infatti la possibilità di produrre pali di ancoraggio speciali
per caratteristiche diverse, creando e studiando articoli che si possano adattare al meglio alle esigenze di ogni tipologia di tetto,
esistente, in fase di costruzione o ristrutturazione, accompagnan-
290
inarcos
do l’utilizzatore finale dalla fase di progettazione sino alla fornitura di materiali.
I vantaggi principali del sistema anticaduta ‘linea vita’ sono dati
dal fatto che, essendo una tipologia di protezione permanente,
permette di essere installata e di rimanere a disposizione dell’operatore in maniera continuativa e duratura, eliminando la condizione di montare ponteggi ogni qual volta sia necessario fare
manutenzione: dal montaggio di un’antenna TV alla riparazione
di gronde, o per manutenzioni ordinarie e straordinarie alla
copertura. In caso di caduta dell’operatore la linea vita Veroni
non va sostituita.
a novità per il 2009 è un gancio di sicurezza che permetta il passaggio del moschettone da un ancoraggio all’altro senza doversi
staccare; viene inoltre ristretta la gamma prodotti a tre torrette
per ciascuna tipologia di base, piana, inclinata o a doppia pendenza, in modo tale da favorire la progettazione standard della
linea vita e semplificando notevolmente l’installazione.
Sempre più attenzione viene dedicata alla formazione e agli
aggiornamenti: la Veroni organizza infatti corsi che analizzano le
normative europee vigenti estrapolandone gli aspetti più significativi e trasmettendoli di pari passo alle varie applicazioni in cantiere.
NORMA UNI EN 795: NUOVE DISPOSIZIONI
IN MATERIA DI ANCORAGGI E LINEE VITA
ORIZZONTALI – VERONI SRL
I lavori in quota possono esporre i lavoratori a rischi particolarmente elevati per la salute e la sicurezza, in particolare a rischi di
caduta dall’alto.
Il miglioramento della sicurezza, dell’igiene e della salute sul
luogo di lavoro è un obiettivo essenziale, per il cui conseguimento, le direttive europee devono costituire il mezzo più appropriato assieme alle disposizioni nazionali e regionali vigenti.
È pertanto opportuno un esame sulla normativa europea UNI EN
795: la classe A1, che comprende ancoraggi strutturali progettati
per essere fissati a superfici verticali, orizzontali ed inclinate, come
ad esempio pareti, colonne, architravi; la classe A2, che comprende ancoraggi strutturali progettati per essere fissati a tetti inclinati, e infine la classe C, che comprende dispositivi di ancoraggio
che utilizzano linee di ancoraggio flessibile orizzontale (ai fini
della norma, per linea orizzontale, si intende una linea che devia
dall’orizzontale per non più di 15°).
La Linea Vita Veroni è una linea di ancoraggio flessibile orizzontale con deviazione massima di 15° ed è normalmente costituita
da un’insieme di ancoraggi e funi in acciaio che consente a più
operatori, fino a tre su ciascun ancoraggio e uno sulla campata, di
agganciarsi con dispositivi di protezione individuale e di lavorare
su coperture edili con ampia libertà di movimenti in completa sicurezza. Il cordino dell’imbracatura dell’operatore può scorrere
lungo la fune di acciaio consentendogli di spostarsi liberamente
lungo tutta la copertura, oppure può essere semplicemente fissato ad una torretta di ancoraggio.
Una Linea Vita è principalmente costituita da elementi quali torrette di ancoraggio con differenti basi che permettono l’installazione degli stessi su ogni tipologia di copertura e su qualsiasi
materiale, elementi antipendolo, piastre e contro piastre, e da elementi commerciali quali funi in acciaio, grilli di fissaggio, tenditori, morsetti e radance.
Studiata per essere utilizzata su ogni tipo di tetto, la Linea Vita
Veroni è dotata di ancoraggi a base piana inclinata e a doppia
falda, gli elementi sono tutti in acciaio zincato, testati e rispondenti alle prescrizioni delle normative.
Si consiglia per l’installazione di tali ancoraggi prevede il fissaggio
su calcestruzzo mediante tasselli chimici, su acciaio mediante bullonatura o saldatura, e su legno con fissaggio mediante
viti mordenti, tasselli, barre filettate e profili di riscontro o barre
filettate e contropiastre.
E’ inoltre possibile scaricare direttamente dal sito www.veroniedilizia.com il video esplicativo del fissaggio sui diversi materiali.
Il primo passo è dedicato alla progettazione del sistema, nel quale
il progettista indicherà i punti di ancoraggio alla struttura e la
quantità degli agganci necessari, oltre allo studio delle differenti
situazioni a rischio, dovute a elementi esterni alla copertura che
potrebbero interferire con la caduta, la potenziale distanza libera, o tirante d’aria, adeguata alla lunghezza del cordino e alle
tempistiche di arresto, alla possibilità di penzolamento ed oscillazione.
L’attrezzatura viene fornita insieme al Manuale d’Utilizzo, un vero
e proprio documento che contiene informazioni di carattere
generale, caratteristiche costruttive e dati di identificazione del
costruttore.
Uno strumento che va di pari passo con le esigenze dell’operatore, nel pieno rispetto delle normative vigenti: un valido ed efficace aiuto per l’installatore, al quale fornisce semplici dati tecnici che
identificano la Linea Vita e ne delineano la guida: il numero di
operatori abilitati all’uso in contemporanea, l’interasse massimo
tra i supporti, i carichi agenti sugli ancoraggi, la deflessione massima in caso di caduta, le variabili di fissaggio.
Un capitolo a parte è dedicato all’utilizzo, al montaggio, allo
smontaggio e alla manutenzione delle attrezzature.
La Linea Vita Veroni, dalla progettazione alla vendita, segue rigorosamente gli aspetti della normativa UNI EN 795 e accompagna
il progettista e l’installatore sino alla messa in opera del sistema,
per garantire massima affidabilità e sicurezza.
Nelle migliori rivendite di tutt’Italia.
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inarcos 291
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Associazione Ingegneri e Architetti
della Provincia di Bologna
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notiziari
Convegno:
COPERTURA AD ALTA EFFICIENZA
ENERGETICA
Associazione Ingegneri ed Architetti della provincia
di Bologna - Mercoledì 25 Marzo 2009
Isolamento termico ed impianti fotovoltaici per costruzioni a totale efficienza energetica.
L’efficienza energetica sta diventando uno degli obbiettivi primari per un corretta e consapevole progettazione.
Il risparmio energetico degli edifici, e lo sfruttamento di
energie rinnovabili sono le tematiche che attualmente
sensibilizzano l’opinione pubblica in genere ed il mondo
della progettazione, peraltro impegnato nel rispetto
delle disposizioni di legge sul risparmio energetico (Dlg.
192/2005, Dlg. 311/2006 e le successive norme regionali).
Una buona conoscenza dei materiali e dei sistemi costruttivi è ormai alla base della innovazione progettuale che
tende a ridefinire il campo di azione del progettista, il
quale deve trasferire al progetto un valore aggiunto,
multi disciplinare, che comprenda la fisica dell’involucro
edilizio, la tecnologia impiantistica, la compatibilità con
le strategie energetiche, quindi una valutazione globale
dell’edificio al fine di concorrere ad un risultato finale di
efficienza energetica e di sostenibilità.
Questa in sintesi la premessa tematica del convegno tecnico svolto il 25 Marzo presso la sede dell’Associazione
Ingeneri ed architetti di Bologna.
La partecipazione massiccia dei protagonisti del mondo
della progettazione (Oltre 100 i presenti fra architetti ed
ingegneri) ha confermato l’importanza e l’attualità degli
argomenti annunciati nell’invito di questo evento.
Il primo degli interventi in programma, con relatore l’ing.
Bruno Curtoni di Brianza Plastica S.p.A., aveva come tematica: l’Efficienza Energetica delle Coperture a Falda.
Il primo argomento trattato riguardava la tecnologia
della copertura a falda.
Il tetto è la parte progettualmente più complessa,
maggiormente esposta agli agenti atmosferici, nel quale
convergono molteplici funzioni molte delle quali necessarie per garantire le condizioni di confort degli ambienti
interni.
Il funzionamento termoigrometrico di una copertura
dipende:
– dall’isolamento termico, che garantisce il contenimento
termico nel periodo invernale e l’attenuazione del calore
nel periodo estivo;
– dalla ventilazione, che contribuisce alla termoregolazione naturale, riducendo gli effetti dovuti all’irraggia-
inarcos 301
notiziari
un impalcato portante e facilmente pedonabile integrando
in un unico elemento una serie di strati funzionali per la
realizzazione di una copertura isolata termicamente e ventilata (foto 2).
Foto 1
mento solare estivo, e all’asportazione della condensa
nel periodo invernale (foto 1).
In particolare gli strati funzionali di una copertura isolata
termicamente e ventilata sono:
– barriera al vapore
– isolamento termico
– impermeabilizzazione
– ventilazione
– supporto al manto di copertura
– manto di copertura
Brianza Plastica propone il Sistema Isotec, sistema di isolamento sottotegola per coperture a falda che realizza in
Isotec richiede semplici operazioni di posa ed è ideale per
nuove costruzioni così come per interventi di riqualificazione.
Il sistema si applica sia su strutture discontinue (travetti in
legno, travi metalliche, setti in laterizio) che su strutture
continue (tavolati in legno, solai in laterocemento o calcestruzzo); ed è in grado di ospitare, grazie al passo variabile, qualsiasi tipo di manto di copertura sia discontinuo
(coppi, tegole romane, portoghesi, marsigliesi, in cemento,
lastre in ardesia) che continuo (lastre ondulate o grecate
metalliche, in vetroresina, in fibrocemento).
Parlando di efficienza energetica bisogna tenere conto
delle normative in vigore:
– Legge 10/1991 legge quadro sull’efficienza energetica
– D.Lgs 192/2005 per l’efficienza energetica, coordinato
con D.Lgs 311/2006 (attuazione Direttiva Europea
2002/91/CE)
– Disposizioni amministrazioni locali (Delibera Regionale)
Tali normative hanno come finalità la regolamentazione di
un sistema di certificazione energetica degli edifici, e
richiedono la verifica di requisiti minimi di efficienza energetica.
Oltre alla verifica dell’indice di prestazione energetica dell’edificio e del rendimento globale medio stagionale dell’impianto termico, le norme richiedono la verifica della
trasmittanza termica delle strutture che delimitano l’edificio rispetto ai valori limite indicati dalle norme.
In termini di risparmio energetico l’ottimizzazione degli
elementi che compongono l’involucro, tramite la verifica
della trasmittanza termica, consente di controllare le perdite di calore attraverso l’involucro edilizio nel periodo
invernale.
Il pannello Isotec, prodotto in poliuretano espanso rigido
rivestito in alluminio goffrato, presenta una conducibilà
termica paria a 0,024 W/mK, tra le più basse presenti sul
mercato dei materiali isolanti, ciò consente di ottenere elevate prestazioni di efficienza energetica con spessori di isolamento contenuti.
Infine un breve cenno sulla recente evoluzione tecnologica
del sistema Isotec.
La ventennale esperienza di Brianza Plastica nella produzione e commercializzazione di Isotec ha consentito oltre
che a migliorare le prestazioni del prodotto, di ampliare il
campo di applicazione sviluppando un’innovazione tecnologica, Isotec Parete, un sistema che consente di realizzate
a secco un cappotto isolante funzionale alla realizzazione
di facciate ventilate da applicare sia a nuove costruzioni
che ad interventi di riqualificazione energetica.
Il dott. Emilio Manzoni di Brianza Plastica S.p.A., secondo
relatore, ha presentato il tema riguardante i: Vantaggi
Energetici ed Economici dell’Integrazione Architettonica degli Impianti Fotovoltaici.
Foto 2
302
inarcos
I temi trattati sono stati un’ampia panoramica sul tema del
Fotovoltaico:
– tecnologie fotovoltaiche
– le diverse tipologie di impianti
notiziari
Foto 3
Foto 5
–
–
–
–
l’energia prodotta e la quantità di energia immessa in
rete.
Il “Nuovo Conto Energia”, normato dal DM del 19/02/2007,
incentiva la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare e permette un
ritorno economico dell’investimento dato dal contributo
del Conto Energia e dalla valorizzazione dell’energia prodotta: il contributo del Conto Energia è differenziato in
base alla taglia dell’impianto ed al grado di integrazione
architettonica, mentre la valorizzazione dell’energia prodotta può essere data dalla vendita dell’energia stessa o
dal risparmio dato dallo scambio sul posto.
La proposta di Brianza Plastica S.p.A. è il sistema Elettrotegola: sistema di impianto FV architettonicamente integrato per l’installazione su tetti a falda con copertura in
laterizio di qualunque tipo e presenza, sotto al manto do
copertura, di listellatura fermategole.
Facile e veloce da installare Elettrotegola garantisce la perfetta tenuta all’acqua ed un risultato estetico in grado di
valorizzare le coperture tradizionali anche nei centri storici o in zone sottoposte a tutela paesaggistica come testimoniano le numerose installazioni anche in contesti pregevoli (foto 5).
Il sistema Elettrotegola viene proposto completo di ogni
accessorio necessario alla perfetta integrazione in falda ed
è composto dai moduli in silicio policristallino, dalle staffe
di fissaggio, dalla lattoneria in rame o lamiera per la tenuta all’acqua del sistema e dagli accessori di fissaggio e
completamento tutti prodotti e garantiti da Brianza
Plastica.
la situazione attuale del FV in Italia
i componenti di un impianto FV
il Nuovo Conto Energia
il sistema Elettrotegola di Brianza Plastica
La scelta della realizzazione di un impianto FV può essere
volta alla realizzazione di impianti “stand alone” (isolati)
oppure di impianti connessi alla rete con ulteriore suddivisione in impianti di sola produzione elettrica o aderenti al
regime di “scambio sul posto” (foto 3).
Gli ultimi dati (fonte GSE) disponibili circa il numero e la
potenza Fotovoltaica installata in Italia, fanno del nostro
Paese uno dei mercati più interessanti al mondo con circa
25.000 impianti assoggettati al Nuovo Conto Energia
(foto 4).
Un impianto Fotovoltaico è principalmente composto da:
moduli Fotovoltaici, normalmente in silicio cristallino,
mono o poli o in silicio amorfo o thin film; l’inverter,
cuore tecnologico del sistema che converte da continua in
alternata la potenza prodotta dai moduli FV; le protezioni elettriche da prevedere sia sul lato C.C. che sul lato
A.C. requisito fondamentale per la connessione in rete
dell’impianto; i contatori, che misurano la totalità del-
Foto 4
inarcos 303
www.ord-ing-bo.it
notiziari
ORDINE INGEGNERI
DELLA PROVINCIA
DI BOLOGNA
OSSERVAZIONI
REGOLAMENTO
URBANISTICO EDILIZIO
DEL COMUNE DI BOLOGNA
Introduzione:
Il Presidente dell’Ordine, Ing. Felice
Monaco, a nome del Consiglio ringrazia
tutti i Componenti la Commissione Assetto Territorio e l’Avv. Vittorio Paolucci
, per il lavoro svolto, che per diversi mesi
si sono riuniti, portando via tempo prezioso al loro lavoro dedicandolo alla
“categoria” per predisporre le osservazioni al “Regolamento Urbanistico Edilizio del Comune di Bologna”
Un ringraziamento particolare alle
“Ingegnere” che sempre più numerose
partecipano alla “vita dell’Ordine” che
con il loro competente e valido apporto
stanno cambiando quella che una volta
era conosciuta come una professione
puramente maschile.
Felice Monaco
AL SIG SINDACO DEL COMUNE DI
BOLOGNA (BO)
A MEZZO DELL’UFFICIO SPORTELLO EDILIZIA DEL SETTORE TERRITORIO E URBANISTICA
Piazza Liber Paradisus, 10 – 40129 Bologna
Responsabile del procedimento:
Dottor Giacomo Capuzzimati, Direttore
del Settore Territorio e Urbanistica del
Comune di Bologna
OSSERVAZIONI AL REGOLAMENTO
304
inarcos
URBANISTICO EDILIZIO (RUE) DEL
COMUNE DI BOLOGNA ADOTTATO
CON DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE DEL 21/01/2009,
O.D.G. N. 27 P.G. 297543/2008 IN
PUBBLICAZIONE DAL 26/01/2009
Il Regolamento Urbanistico Edilizio, il
RUE, come disciplinato dalla Legge
Regionale dell’Emilia Romagna n.20 del
2000, rappresenta una grossa innovazione nell’ambito degli strumenti che
governano il territorio.
Di fatto esso rappresenta al tempo stesso un’opportunità ed una difficile delicata scommessa.
È in questa prospettiva che il CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA,
con sede in Bologna, strada Maggiore
n.13, in persona del suo Presidente,
legale rappresentante, Dott.Ing.Felice
Monaco, nel quadro istituzionale delle
proprie funzioni, non può che esprimere, come già anticipato in alter occasioni di confronto con la P.A., seria preoccupazione per tutte quelle norme a
carattere prescrittivo, i cui requisiti sono
espressi attraverso parametri non misurabili e quindi non valutabili (previamente e posteriormente) a livello tecnico. Ciò, del resto, rischia di limitare sensibilmente la creatività progettuale,
senza neppure garantire una adeguata
“certezza del diritto”.
Considerata l’esiguità dei tempi a disposizione per effettuare un’analisi approfondita e la complessità dello strumento stesso, si ritiene fondamentale la
massima disponibilità da parte del
Comune a porre in essere con solerzia
eventuali, anche molteplici, modifiche
dello strumento urbanistico e del relativo corpo normativo, soprattutto in questa fase di prima applicazione.
Si reputa infatti che non sia stato possibile cogliere appieno né contenuti ed
effetti di tutte le diverse norme, anche
nel loro coordinamento e concreta
applicazione, né tutte le possibili ricadute operative delle stesse e dell’intero
strumento; e ciò anche alla luce della
perdurante incompletezza della sua
integrale disciplina.
Alla luce di ciò, il CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA, con sede in
Bologna, strada Maggiore n.13, in persona del suo Presidente, legale rappresentante, Dott.Ing.Felice Monaco, nel
quadro istituzionale delle proprie funzioni, nella prospettiva collaborativa
che contraddistingue il suo operato,
nell’interesse non solo della categoria
ma altresì della collettività tutta, e per il
buon esercizio della funzione pubblica,
presa lettura delle previsioni del
Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE)
adottato con deliberazione del Consiglio Comunale OdG n.27 del 21/01/2009,
consapevole del fatto che non può formare oggetto di osservazioni una valutazione complessiva in ordine alla congruenza e funzionalità dello strumento
adottato, formula le seguenti
OSSERVAZIONI
precisando sin d’ora che per più immediata comprensione le stesse sono tendenzialmente presentate in ordine
sequenziale per articoli; si deve peraltro
tenere presente che alcune Osservazioni ineriscono previsioni che riguardano più disposizioni (anche inserite in più
articoli) e che quindi vengono esposte
solo funzionalmente con riferimento ad
un singolo articolo che le contempla,
ma possono avere contenuto generale
da intendersi riferito a tutte le norme
che contemplano dette previsioni (al
riguardo, si veda, a mero titolo di esempio, l’Osservazione 18.3 relativa alle
limitazioni di intervento su edifici non
“classificati” né come d’interesse storico-architettonico né come d’interesse
documentale; o l’Osservazione 26.1).
OSSERVAZIONE N.2 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 1,
ART.2
ELABORATI COSTITUTIVI E CONTENUTI
Osservazione 2.1
PREMESSE
L’art.2, al comma 4, così dispone:
“4. Complementi. Con particolare riferimento alla disciplina dei materiali
urbani e agli aspetti pertinenti al “buon
costruire”, costituiscono complementi
del Rue, che definiscono e specificano i
requisiti prestazionali della Parte 2:
a) le Schede tecniche di dettaglio per la
disciplina degli interventi sugli edifici,
comprensive di quelle redatte ai sensi
dell’art.33, comma 2, lettera a della Lr
31/2002;
b) la disciplina di dettaglio oggetto di
specifici Regolamenti di cui all’art.6,
comma 2, compresi quelli relativi allo
spazio aperto e alle infrastrutture;
c) le Disposizioni tecnico-organizzative,
di cui all’art.80 del presente Regolamento.
gettuali -che, peraltro, diversamente da
quanto disciplinato al precedente
comma 4 del medesimo art.2, sembrano
non avere contenuto vincolante- nonché alle previsioni di cui al comma 6 dell’art.2, con riguardo al c.d. Manuale del
Restauro.
*
Osservazione 2.3
PREMESSE
Relativamente alle Guide progettuali di
cui al comma 5 dell’art.2, si rileva poi
che a seconda dei loro contenuti sussiste
il rischio di facilitare un sistema basato
su standard di progetto semplificativi e
omologanti le indicazioni ivi contenute
rischiano poi di interferire con le competenze e le funzioni della Commissione per la Qualità Architettonica ed il
Paesaggio.
SI OSSERVA
pertanto la patente inopportunità (e
fors’anche illegittimità) della previsione
di tali Guide progettuali e della loro
effettiva disciplina a discapito delle
competenze specifiche della Commissione per la Qualità Architettonica ed il
Paesaggio.
*
Osservazione 2.4
CONSIDERATO
quanto già rilevato nella Osservazione
2.1 che precede,
RILEVATA
l’assoluta opportunità che la disciplina
degli edifici di interesse storico-architettonico a carattere cogente venga compiutamente disciplinata nelle rispettive
norme del RUE (artt.41, 57, 58) ed altresì l’opportunità che invece tutto ciò che
non comporta effetti vincolanti venga
inserito eventualmente in elaborati
complementari comunque privi di natura regolamentare vincolante.
SI OSSERVA
l’opportunità di stralciare la previsione
di cui all’art.2, comma 6, inserendo l’integrale disciplina degli edifici di interesse storico-architettonico a carattere
cogente nelle rispettive norme del RUE;
inserendo invece -se del caso, e qualora
ciò non comporti contrasto con le competenze della Commissione per la
Qualità Architettonica ed il Paesaggio
conformemente alla Osservazione 2.3
che precede- gli orientamenti che non
comportano effetti vincolanti, in eventuali elaborati complementari comunque privi di natura regolamentare vincolante.
notiziari
OSSERVAZIONE N.1 GENERALE
PREMESSE
molte delle previsioni dell’intero corpo
regolamentare del RUE contemplano
una disciplina che, conforme o meno
alla vigente disciplina legislativa relativa, risulta comunque essere ridondante
rispetto a quest’ultima.
CONSIDERATO
che gran parte di detta disciplina spetta
dunque in via esclusiva alla legislazione
vigente (e non alla disciplina regolamentare), e che comunque ripresa nel
RUE comporta la ridondanza dello strumento
RICHIAMATA
anche l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
la necessità di stralciare tutte quelle
previsioni del RUE che non sono di competenza regolamentare, o comunque,
quantomeno, la necessità di snellire il
documento, eliminando le riproduzioni
di norme di legge, limitandosi ad un
mero richiamo di queste ultime; impostazione questa che favorirebbe il recepimento automatico dello jus superveniens e maggiore certezza nell’applicazione delle norme, con riguardo in particolare alla preordinazione delle
norme di legge rispetto a quelle regolamentari.
I complementi del Rue di cui alle lettere
a) e b) hanno natura regolamentare e
rientrano nelle competenze del Consiglio Comunale.”
Si reputa tale previsione, ripresa più
volte nelle diverse norme specifiche del
RUE, e le altre norme del RUE a questa
connesse o contenenti previsioni analoghe, non in linea con le previsioni legislative, a meno che non si considerino
non vincolanti le indicazioni precisate in
strumenti esterni al RUE.
L’art.29 della Legge Regionale n.20/2000
dispone infatti che:
“1. Il regolamento urbanistico ed edilizio (R.U.E.) contiene la disciplina generale delle tipologie e delle modalità
attuative degli interventi di trasformazione nonché delle destinazioni d’uso.
Il regolamento contiene altresì le
norme attinenti alle attività di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere
edilizie, ivi comprese le norme igieniche di interesse edilizio, nonché la
disciplina degli elementi architettonici
e urbanistici, degli spazi verdi e degli
altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano.
……
4. Il R.U.E. contiene inoltre:
a) la definizione dei parametri edilizi ed
urbanistici e le metodologie per il loro
calcolo;
b) la disciplina degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione;
c) le modalità di calcolo delle monetizzazioni delle dotazioni territoriali.”
Alla luce delle disposizioni legislative in
materia, i Complementi di cui al comma
4 dell’art.2, come ogni altra disposizione integrativa del RUE, se vincolante,
deve essere contenuta nel RUE ed assoggettata al medesimo procedimento.
Del resto, molte delle norme del RUE
possono essere ragionevoli o meno
anche in ragione ed in funzione delle
previsioni normative specifiche contenute nella detta disciplina integrativa.
SI OSSERVA
pertanto che, non pubblicate unitamente al RUE, alle norme complementari e/o integrative del RUE si intenda
attribuire efficacia non vincolante.
*
Osservazione 2.2
PREMESSE
Considerato quanto già rilevato nella
Osservazione 2.1 che precede,
SI OSSERVA
che conclusioni analoghe a quelle alle
quali si perviene nella medesima
Osservazione 2.1 debbono essere riferite anche alle previsioni di cui al comma
5 dell’art.2, con riguardo alle Guide pro-
OSSERVAZIONE N.3 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 1
TERMINI, GRANDEZZE E INDICI URBANI-
inarcos 305
notiziari
306
STICO-EDILIZI, ART.14 SUPERFICIE UTILE
(SU) E SUPERFICIE ACCESSORIA (SA).
*
Osservazione 3.1
PREMESSE
Al comma 3 dell’art.14, non vengono
specificate le modalità di conteggio
delle superfici di scale condominiali e
pertinenziali.
SI OSSERVA
pertanto la necessità di precisare tali
modalità di conteggio, risultando
chiaro che per vano scala e ascensore
si considera la superficie relativa alla
proiezione sul piano di accesso, così
come già previsto dal Regolamento
Edilizio.
*
Osservazione 3.2
PREMESSE
Al comma 3 dell’art.14, viene introdotta
una norma che, già quando venne
introdotta norma analoga nel Regolamento Edilizio, generò non poche
contestazioni e ripetute censure: “Nelle
unità edilizie a uso prevalentemente
abitativo, le cantine si considerano superficie accessoria (Sa) e non costituiscono Su esclusivamente quando i relativi vani siano posti in piani interrati e
non siano direttamente accessibili dall’interno dell’unità immobiliare di cui
sono pertinenza.”.
CONSIDERATO
quanto già in passato precisato al
riguardo dai Settori competenti del
Comune, e cioè che la norma è volta a
combattere l’abusivismo edilizio di chi
converte la cantina in c.d. tavernetta
RILEVATO
che occorre mantenere distinte l’attività
di regolamentazione della edificazione
dall’attività di controllo, e che non si
può fare anticipatamente un “processo
alle intenzioni” finendo così altresì coll’indirettamente sanzionare anticipatamente ed indiscriminatamente coloro
che non hanno compiuto abusi né intendono porli in essere
RITENUTO
incongrua e sviata la previsione in
esame, a fronte del mero timore che
alcuni possano porre in essere comportamenti abusivi, che invece debbono
essere direttamente e singolarmente
sanzionati in quanto tali nell’esercizio
della funzione di controllo, e non anticipatamente ed indiscriminatamente
nell’esercizio della funzione di regolamentazione dell’attività edilizia
SI OSSERVA
l’esigenza giuridica, prima ancora che
per gli effetti che produce, di stralciare
la sopra riportata previsione regolamentare.
inarcos
*
Osservazione 3.3
PREMESSE
Sembra sussistere contrasto tra quanto
previsto al comma 4 (Superfici escluse
dal computo di Su e Sa) con quanto disposto al comma 2 (Superficie accessoria)
dell’art.14, con riguardo agli spazi condominiali (in particolare alcuni di essi).
CONSIDERATO
che, al fine di garantire una maggiore
qualità del costruito e la presenza di
spazi per attività collettive, si ritiene
opportuno escludere dal computo delle
superfici (sia Utili che Accessorie) tutte
le parti condominiali anche qualora ubicate in piani seminterrati e fuori terra.
SI OSSERVA
l’opportunità di escludere dal computo
delle superfici (sia Utili che Accessorie)
tutte le parti condominiali anche qualora ubicate in piani seminterrati e fuori
terra, eventualmente inserendo per le
superfici non computate una percentuale massima di superfici escluse dal
computo al pari di quanto previsto al
comma 5 del medesimo art.14 con
riguardo alle Superfici accessorie.
OSSERVAZIONE N.4 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 1
TERMINI, GRANDEZZE E INDICI URBANISTICO-EDILIZI, ART.16 SAGOMA
PLANIVOLUMETRICA.
Osservazione 4.1
PREMESSE
Per logica e coerenza di computo, considerato anche che, ad esempio, in alcuni casi di ristrutturazione edilizia potrebbe (anche per vincoli normativi)
risultare necessario portare all’esterno
vani tecnici in precedenza all’interno
del fabbricato
SI OSSERVA
la necessità di ricomprendere i vani tecnici tra gli elementi al netto (e non al
lordo) dei quali deve essere misurata la
sagoma planivolumetrica.
*
Osservazione 4.2
PREMESSE
Per logica e coerenza, e per uniformità
di trattamento, al termine del primo
capoverso risulta opportuno sostituire
la precisazione “delle scale di sicurezza
aperte e scoperte e delle scale aperte di
accesso al primo piano fuori terra” con
“scale esterne anche di sicurezza aperte” indipendentemente dal fatto che
queste siano o meno scoperte, condominiali o meno, di accesso al primo
piano od ai piani superiori,
CONSIDERATO
che conformi modifiche dovranno esse-
re apportate anche al precedente art.14
Superficie Utile (Su) e Superficie
Accessoria (Sa) [si veda anche la precedente Osservazione 3.3], con riguardo
alla determinazione delle Sa, e ad altre
conformi previsioni del RUE
SI OSSERVA
la necessità di sostituire la precisazione
“delle scale di sicurezza aperte e scoperte e delle scale aperte di accesso al
primo piano fuori terra” con “scale
esterne anche di sicurezza aperte”,
modificando altresì conformi previsioni
del RUE, ivi comprese quelle di cui
all’art.14 Superficie Utile (Su) e Superficie Accessoria (Sa).
OSSERVAZIONE N.5 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 1
TERMINI, GRANDEZZE E INDICI URBANISTICO-EDILIZI, ART.18 ALTEZZA
DEI VANI E DEGLI EDIFICI.
Osservazione 5.1
CONSIDERATO
che l’art.18, al primo comma, introduce
modalità di computo diverse per la misurazione dell’“Altezza Utile del Vano”
SI OSSERVA
la necessità di adottare un criterio univoco per la misurazione dell’“Altezza Utile
del Vano”, ad esempio parametrandola
sempre a: Altezza Utile = Vu/Su.
*
Osservazione 5.2
CONSIDERATE
le finalità perseguite dalla norma, e
ricordato quanto già osservato alla
Osservazione 4.1, per maggior chiarezza ed uniformità di soluzioni, anche in
ragione del fatto che non sembra essere definito nel RUE cosa debba intendersi per “manufatto tecnologico” e
cosa lo distingua dal “vano tecnico”
(nessuno dei due termini venendo infatti definito nel glossario di cui all’art.20),
si reputa necessario che, al comma 2, tra
le esclusioni dal computo delle altezze
vengano esclusi tutti i “vani tecnici” e
non solo “manufatti tecnologici” e
“vani tecnici particolari”, concetto quest’ultimo oltretutto vago e non definito
SI OSSERVA
la necessità che, al comma 2, vengano
esclusi dal computo delle altezze tutti i
“vani tecnici”.
OSSERVAZIONE N.6 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 2
REQUISITI DI DISTANZA, ART.21 CALCOLO DELLE DISTANZE.
Osservazione 6.1
PREMESSE
che l’art.21, al primo comma, 1° para-
OSSERVAZIONE N.7 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 2
REQUISITI DI DISTANZA, ART.22 DISTANZE MINIME DEGLI EDIFICI DAI
CONFINI DI PROPRIETÀ E DALLE AREE A
DESTINAZIONE PUBBLICA.
Osservazione 7.1
PREMESSE
L’art.22, al comma 2, dispone, diversamente da quanto oggi previsto nel
Regolamento Edilizio, che: “Per interventi su edifici esistenti con variazione
della sagoma planivolumetrica (in ampliamento o sopraelevazione) che comportino o non comportino pareti fine-
strate sul lato prospettante il confine di
proprietà e/o di area a destinazione
pubblica, deve essere rispettata la
distanza di 1/2 dell’altezza dell’edificio,
con un minimo di 5 m.”
SI OSSERVA
l’opportunità di tornare alla previsione
del Regolamento Edilizio che, all’art.29
prevede:
“3. Per interventi di recupero con variazione della sagoma planivolumetrica, in
caso di ampliamenti o sopraelevazioni
che non comportino pareti finestrate
sul lato prospettante il confine di proprietà e/o di zona a destinazione pubblica, deve essere rispettata la distanza
di 1/2 dell’altezza dell’edificio, con un
minimo di ml 3,00;
4. Per interventi di recupero con variazione della sagoma planivolumetrica, in caso
di ampliamenti o sopraelevazioni che
comportino pareti finestrate sul lato prospettante il confine di proprietà e/o di
zona a destinazione pubblica, deve essere rispettata la distanza di 1/2 dell’altezza
dell’edificio, con un minimo di ml 5,00;
5. In caso di sopraelevazioni su edifici a
distanza non regolamentare dai confini
di proprietà e/o di zona a destinazione
pubblica, ferme restando le distanze
minime tra edifici, si ritiene ammissibile
l’intervento ove il ribaltamento del
fronte in sopraelevazione sia compreso
all’interno della superficie coperta del
piano su cui appoggia la sopraelevazione stessa;”
OSSERVAZIONE N.8 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 3
TIPI DI INTERVENTO, ART.25 DISCIPLINA
DEGLI INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE DELLO SPAZIO APERTO EDIFICATO.
Osservazione 8.1
PREMESSE
Il comma 3 dell’art.25 definisce come
interventi globali tutti quegli interventi
che coinvolgono l’intero edificio ovvero
interessano tutte le sue unità immobiliari costitutive.
CONSIDERATO
che la Manutenzione Straordinaria
riguarda, per sua stessa definizione,
interventi minori e marginali.
SI OSSERVA
che si ritiene opportuno escludere dall’inquadramento in “interventi globali”
anche gli interventi di Manutenzione
Straordinaria (MS).
OSSERVAZIONE N.9 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2,
CAPO 3
TIPI DI INTERVENTO, ART.26 REPERTORIO DELLE OPERE.
Osservazione 9.1
PREMESSE
La previsione regolamentare di cui
all’art.26 non pare conforme alla disciplina legislativa vigente
CONSIDERATO
che, ad esempio, ai commi 1 e 2, in
diversi casi i tipi di intervento previsti
producono effetti ai fini della sicurezza
statica e sismica delle strutture dell’edificio (apertura di vani in murature portanti, etc.), che risulta incompatibile col
loro inquadramento tra gli interventi di
Manutenzione Ordinaria, che oltretutto
li escluderebbe di fatto dalla applicazione della disciplina vigente in materia di
sicurezza statica e sismica delle strutture dell’edificio, rendendo tali interventi
non assoggettabili all’attività di controllo e verifica cui sono chiamati sia
l’Amministrazione che i professionisti, il
tutto in contrasto con la richiamata
disciplina in materia di sicurezza statica
e sismica delle strutture.
Qualora l’intervento dovesse poi richiedere un deposito strutturale, per il solo
fatto di ricondurre il medesimo nell’ambito della Manutenzione Ordinaria, lo
escluderebbe dalla richiesta di un titolo
abilitativo, e quindi l’intervento risulterebbe privo di una pratica edilizia di
riferimento, senza alcuna possibilità
della pubblica conoscibilità e di verificabilità di tempi e modalità di realizzazione dell’intervento.
SI OSSERVA
la necessità di conformare le previsioni
dell’art.26 alla disciplina legislativa
vigente.
*
Osservazione 9.2
CONSIDERATO
che le definizioni non risultano del
tutto chiare
SI OSSERVA
la necessità di raccordare e chiarire
meglio la distinzione tra i casi di cui alle
lettere a2) e d6); e ciò anche in relazione a quanto sopra esposto.
*
Osservazione 9.3
CONSIDERATO
che al punto d8) del comma 2 dell’art.26
viene previsto che rientrano tra le opere
di manutenzione
straordinaria quelle relative alla “realizzazione di soppalchi che non determinino aumento di Su (altezza libera sovrastante non superiore a 1,80 m); negli
edifici industriali o di magazzino le
strutture metalliche autoportanti, anche su più livelli, per lo stoccaggio delle
merci di larghezza massima di 1,80 m e
le strutture grigliate per l’appoggio
degli impianti tecnologici;
notiziari
grafo, prevede, tra i criteri di misurazione, che
“La distanza di un edificio da qualunque altro riferimento assunto (altro edificio, confine, strada, ferrovia, ecc.) si
intende misurata in ragione della lunghezza del segmento minimo congiungente la sagoma planivolumetrica dell’edificio (come definita dall’art. 16) con
tale riferimento.”
CONSIDERATO
che l’art.21, al primo comma, 2° paragrafo, prevede poi che
“Nel caso di elementi in aggetto dell’edificio (balconi, pensiline o simili) la distanza si intende misurata in ragione del segmento minimo congiungente tali elementi con il riferimento assunto.”
RILEVATO
che -poiché l’art.16 considera che la
sagoma planimetrica di un edificio deve
essere determinata “al netto di balconi,
sporti di gronda o copertura aggettanti
per non più di 1,50 m, delle scale di sicurezza aperte e scoperte e delle scale
aperte di accesso al primo piano fuori
terra.”- non è chiaro dal dato normativo dell’art.21 se, nel caso in cui gli elementi in aggetto dell’edificio (balconi,
pensiline o simili) abbiano profondità
inferiore ad 1,50 m, la distanza dell’edificio debba essere calcolata conformemente al primo od al secondo capoverso del primo comma dell’art.21,
SI OSSERVA
la necessità di chiarire se il secondo
capoverso del primo comma dell’art.21
si applichi qualunque profondità abbiano gli elementi aggettanti, oppure si
applichi solo laddove questi abbiano
rilevanza autonoma rispetto alla sagoma del fabbricato (ed abbiano quindi
una profondità superiore a 1,50 m),
dovendosi in caso contrario (laddove gli
elementi aggettanti abbiano una profondità superiore a 1,50 m) applicare
invece il primo paragrafo del primo
comma dell’art.21.
inarcos 307
notiziari
SI OSSERVA
che appare eccessivo inserire fra gli
interventi di manutenzione straordinaria la realizzazione negli edifici industriali o di magazzino di strutture metalliche per lo stoccaggio delle merci di larghezza massima di 1,80 m e le strutture
grigliate per l’appoggio di impianti tecnologici, risultando incongruo ed irrazionale prevedere la necessaria apertura di una pratica edilizia per la semplice
redistrubuzione interna delle dette
scaffalature e strutture grigliate.
OSSERVAZIONE N.10 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 4
USI DEL TERRITORIO, ART.27 CLASSIFICAZIONE DEGLI USI.
Osservazione 10.1
PREMESSE
All’art.27, al comma 2, vengono riuniti
in una unica fattispecie d’uso gli “usi
industriali e artigianali (2)”.
CONSIDERATO
che in diverse parti del territorio ben
potrebbero risultare ammessi o comunque ammissibili usi artigianali, pur
restando esclusi gli usi industriali
I OSSERVA
la necessità di introdurre all’art.27 una
definizione distinta dei due usi, valutando poi, nei diversi ambiti, in quali tra
di essi possono ammettersi o ritenersi
ammissibili, assoggettati a verifiche di
ammissibilità, usi artigianali, pur restando esclusi quelli industriali.
OSSERVAZIONE N.11 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 4
USI DEL TERRITORIO, ART.28 USI E
IMPATTI URBANISTICI, ART.29
CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ URBANISTICA IN RELAZIONE AGLI IMPATTI
Osservazione 11.1
PREMESSE
I criteri adottati quali condizioni di
ammissibilità urbanistica in relazione
agli impatti non sono oggettivi bensì
assai discrezionali.
SI OSSERVA
la necessità di ricondurre le previsioni
ad indicazioni certe e precise.
*
Osservazione 11.2
PREMESSE
I criteri adottati quali condizioni di
ammissibilità urbanistica in relazione
agli impatti risultano estremamente
articolati e complessi con conseguenti
possibili od anche probabili difficoltà
applicative ai diversi casi concreti
SI OSSERVA
la necessità della loro semplificazione.
308
inarcos
*
Osservazione 11.3
CONSIDERATO
che, qui come in altre parti del RUE, i criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli
impatti risultano particolarmente gravosi nel caso di interventi minori
SI OSSERVA
la necessità di introdurre -in questo articolo come in ogni altra previsione del
RUE che prevede condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli
impatti- una soglia dimensionale minima e una casistica di tipologie di intervento entro le quali non sia comunque
richiesta la verifica d’ammissibilità.
*
Osservazione 11.4
PREMESSE
Taluni dei criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti possono coinvolgere
soggetti terzi, privati e non Amministrazioni Pubbliche
SI OSSERVA
la necessità di escludere tali criteri o
comunque espressamente escludere che
al procedimento partecipino soggetti che
possano risultare in conflitto di interessi
nel perseguimento di interessi propri di
natura commerciale e non pubblici.
*
Osservazione 11.5
PREMESSE
Taluni dei criteri adottati quali condizioni di ammissibilità urbanistica in relazione agli impatti sono riconducibili a
legislazioni vigenti
CONSIDERATO
che dette legislazioni possono mutare,
e che ciò potrebbe comportare uno
scollamento tra previsioni legislative e
regolamentari, con le usuali difficoltà
di vedere applicati dai funzionari comunali la legislazione vigente (norma
primaria) in contrasto con la disciplina
regolamentare del RUE (norma secondaria) che dovrebbe quindi essere disapplicata
SI OSSERVA
quindi la necessità di eliminare tali previsioni, in assenza delle quali deve
comunque applicarsi la legislazione
vigente.
OSSERVAZIONE N.12 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 1, TITOLO 2, CAPO 4
USI DEL TERRITORIO, ART.30 DOTAZIONI DI PARCHEGGI CORRELATE AGLI USI
Osservazione 12.1
CONSIDERATO
che relativamente all’esistente, le dotazioni debbono ritenersi già in atto
SI OSSERVA
la necessità di escludere che dette dotazioni vengano richieste negli interventi
sull’esistente.
*
Osservazione 12.2
CONSIDERATE
le finalità sostanziali perseguite dalla
norma
SI OSSERVA
che si reputa opportuno equiparare il
posto auto ottenuto mediante sistemi
di parcheggio meccanizzati ad un posto
auto equivalente, ed altresì la possibilità di acquisizione all’interno del quartiere e dei quartieri contigui della disponibilità di un posto auto in proprietà
od in diritto di superficie.
OSSERVAZIONE N.13 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 1 SPAZIO
APERTO PUBBLICO E D’USO PUBBLICO,
E TITOLO 2 ATTREZZATURE E
INFRASTRUTTURE
Osservazione 13.1
PREMESSE
Le previsioni introdotte dai Titoli 1 e 2
della Parte 2^ lasciano ampi margini di
discrezionalità che possono essere forieri di palesi discriminazioni.
SI OSSERVA
la necessità che nella normativa vengano ridotti gli ampi margini di discrezionalità con la disciplina di norme tecniche di dettaglio, che contengano criteri
e parametri di misurazione del soddisfacimento del requisito. Laddove ciò
non sia possibile, sarà cura del progettista motivare le scelte progettuali, limitando gli interventi dell’Amministrazione alla censura di dette scelte solo
nel caso di patente inadeguatezza od
erroneità della motivazione presentata
dal professionista, ed alle verifiche della
Commissione per la Qualità Architettonica ed il Paesaggio (si veda anche sopra
l’Osservazione 2.3).
OSSERVAZIONE N.14 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO
EDIFICATO, ART.54 INTERFACCE TRA
EDIFICI E SPAZIO PUBBLICO
Osservazione 14.1
PREMESSE
L’art.54 introduce una serie di prescrizioni di carattere progettuale che oltre
a limitare la libertà espressiva non possono tener conto dei contesti in cui si
opera.
A titolo esemplificativo ma non esaustivo si vedano i punti:
Interfacce nel territorio urbano
- [Iu 1]: 1.2; 1.3; 1.6; 1.7;
OSSERVAZIONE N.15 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO EDIFICATO, ART.55 AGGREGAZIONE DI EDIFICI
Osservazione 15.1
PREMESSE
Le previsioni riportate all’art.55 si
sovrappongono in parte alla normativa
nazionale, la cui disciplina è già articolata e dettagliata.
Non si riscontra quindi la necessità di
introdurre previsioni regolamentari che
possono risultare svianti piuttosto che
di ausilio ad una corretta progettazione.
A titolo esemplificativo ma non esaustivo si vedano i punti:
Interfacce nel territorio urbano
- [A1.2]: 1.1; 1.2; 1.3
- [A3.1]: 1.3; 1.4;
- [A5.1]: 2.1
Richiamata quindi anche quanto già
rilevato all’Osservazione 11.5
SI OSSERVA
la necessità di eliminare tali previsioni
(in assenza delle quali deve comunque
applicarsi la legislazione vigente).
OSSERVAZIONE N.16 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO
EDIFICATO, ART.56 EDIFICI
Osservazione 16.1
PREMESSE
L’art.56, alla scheda tecnica E6.1 che
disciplina il “Controllo dell’inquinamento acustico”, riporta sia elementi prestazionali relativi ai requisiti acustici
passivi, sia elementi prestazionali relativi alla rumorosità ambientale del contesto in cui l’edificio o l’intervento si colloca.
CONSIDERATO
che detta commistione potrebbe provocare fraintendimenti tra gli operatori.
SI OSSERVA
la necessità di modificare la previsione
regolamentare in modo da evitare
detta commistione.
OSSERVAZIONE N.17 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 2, TITOLO 3 SPAZIO
EDIFICATO, ART.57 EDIFICI D’INTERESSE
STORICO-ARCHITETTONICO E
D’INTERESSE DOCUMENTALE
Osservazione 17.1
PREMESSE
Al primo paragrafo del comma 1 dell’art.57, vengono riuniti nell’unica “classificazione” di “edifici d’interesse storico-architettonico” sia “gli immobili
riconosciuti come “beni culturali” dalla
disciplina nazionale” sia “gli edifici d’interesse
storico-architettonico
del
moderno realizzati a partire dai primi
anni del XX secolo”
CONSIDERATO
che la tutela degli “immobili riconosciuti come “beni culturali” dalla disciplina
nazionale” ha origini e consistenza ben
diversa da quella che può imporre il
Comune per il tramite della “classificazione” di fabbricati, pur di interesse storico testimoniale, ma non tanto da essere vincolati in base alla normativa
nazionale in materia di beni culturali
SI OSSERVA
la erroneità ed illegittimità di assoggettare ai medesimi vincoli sia “immobili
riconosciuti come “beni culturali” dalla
disciplina nazionale” sia edifici “classificati” dal Comune ma non aventi rilevanza tale da essere assoggettati al vincolo
del Ministero dei Beni e Attività Culturali,
e soprattutto di accomunare entrambe le
tipologie di edifici -di cui solo una è
assoggettata al vincolo del Ministero dei
Beni e Attività Culturali- all’interno dell’unica classificazione di “edifici d’interesse storico-architettonico”.
*
Osservazione 17.2
PREMESSE
All’art.57, comma primo, paragrafo
secondo, è previsto che “Sono d’interesse documentale gli edifici che testimoniano i caratteri del paesaggio urbano e
rurale, identificati convenzionalmente
con quelli già esistenti al 1949 e tuttora
riconoscibili.”
CONSIDERATO
che non pare razionale “classificare”
automaticamente come edifici di interesse documentale tutti gli edifici urbani e rurali, ben potendo detti edifici non
avere alcun pregio storico-testimoniale,
riscontrandosi tra l’altro altresì che la
quasi totalità degli edifici rurali erano
esistenti al 1949.
SI OSSERVA
la necessità di ricondurre la “classifica-
zione” di un edificio di interesse documentale, all’effettiva specifica sussistenza di elementi di pregio del singolo edificio, con esclusione di qualsivoglia criterio di “classificazione” automatica, in
particolare quelli riconducibili a semplici datazioni, oltretutto sensibilmente
recenti.
*
Osservazione 17.3
PREMESSE
L’art.57, all’ultimo paragrafo del primo
comma prevede che “La mappatura
degli edifici d’interesse documentale è
passibile di periodiche verifiche e
aggiornamenti, anche sulla base di
informazioni e dati forniti da tecnici
abilitati”
CONSIDERATO
a fornire un tale tipo di informazione e
di dati può a giusto titolo essere anche
soggetto non professionalmente abilitato come potrebbe essere il proprietario che anche solo per passione si dedica a ricerche storiche od architettoniche
tipologiche
SI OSSERVA
la necessità di eliminare la specifica “…
forniti da tecnici abilitati” in fine all’ultimo capoverso del comma 1, sostituendola con la diversa specifica “… dati forniti
dagli interessati o comunque acquisiti”.
*
Osservazione 17.4
PREMESSE
L’art.57 introduce una serie di prescrizioni di carattere puntuale sulle modalità di intervento.
CONSIDERATO
che gli interventi sugli edifici di interesse storico-architettonico e documentale
devono essere effettuati a seguito di
analisi storico-morfologica dell’edificio
medesimo, che diventa strumento imprescindibile per ogni scelta di carattere
progettuale, più propriamente riferita
al singolo edificio
SI OSSERVA
la necessità di eliminare le prescrizioni
di carattere puntuale sulle modalità di
intervento, quali, a mero titolo di esempio: [D.1]: 1.3; 1.4; 1.5.
*
Osservazione 17.5
PREMESSE
L’art.57, nei requisiti specificati alla
scheda S.3 Conservazione dei caratteri
fisici e formali degli spazi esterni e delle
relazioni tra edificio e spazio aperto),
punto 1.6, prevede che: “Negli interventi che agiscono sugli spazi aperti di
pertinenza di edifici di interesse storicoarchitettonico [occorra]: …… Escludere
la realizzazione di autorimesse interrate sotto a giardini, chiostri e corti.”
notiziari
- [Iu 2]: 1.1; 1.2; 1.5;
Interfacce nel territorio rurale
- [Ir 1]:
I contenuti delle prestazioni richieste
appaiono elementi prestazionali poco
confacenti al paesaggio rurale, e comunque, molto generici e limitanti di
soluzioni progettuali che ben possono
risultare architettonicamente conformi.
Richiamata anche l’Osservazione 2.3,
SI OSSERVA
che v’è la necessità di eliminare tutte le
prescrizioni di carattere progettuale
che limitano la libertà espressiva del
professionista e che oltretutto non tengono conto e non possono tener conto
dei contesti specifici in cui si opera.
inarcos 309
notiziari
CONSIDERATA
la ratio della previsione regolamentare
e la diversità delle varie situazioni
RILEVATA
l’opportunità di contemperare detta
ratio della previsione regolamentare
con eventuali
esigenze concrete
SI OSSERVA
la necessità di integrare la previsione di
cui al punto 1.6 del requisito di cui alla
scheda S.3, con la specificazione “se la
realizzazione di queste può compromettere elementi di pregio”.
*
Osservazione 17.6
CONSIDERATA
la ratio della previsione regolamentare
SI OSSERVA
la necessità di sostituire, alla previsione
[D.2] punto 1.3, il riferimento alla
“superficie utile lorda” con quello alla
“superficie utile”.
OSSERVAZIONE N.18 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 CITTÀ STORICA, ART.59
AMBITI STORICI
Osservazione 18.1
PREMESSE
Il comma 4 dell’art.59 disciplina gli
interventi sugli edifici di interesse storico-architettonico e documentale.
CONSIDERATO
che desta perplessità l’ambiguità lessicale con cui si individuano le porzioni di
edificio su cui intervenire col metodo
del restauro;
SI OSSERVA
la necessità di chiarezza nell’individuazione delle modalità d’intervento sull’esistente.
*
Osservazione 18.2
PREMESSE
Il comma 4 dell’art.59 disciplina gli
interventi sugli edifici di interesse storico-architettonico e documentale.
CONSIDERATO
che, per quanto concerne gli edifici di
interesse storico-architettonico, risulta
particolarmente ed inutilmente penalizzante prevedere che gli interventi
debbano necessariamente estendersi
all’intero edificio, a tutti i prospetti od
all’intera facciata (se l’edificio è parte di
una quinta stradale), od all’intera
copertura; e ciò soprattutto nei frequenti casi in cui la proprietà non è unitaria;
che tale previsione potrebbe addirittura
produrre effetto contrario al suo obiettivo, considerato che laddove i proprietari abbiano disponibilità economica
310
inarcos
per intervenire solo parzialmente sul
fabbricato, potrebbero essere indotti a
non intervenire affatto, evitando anche
interventi di manutenzione straordinaria, portando così al degrado invece che
al recupero dell’edificio di interesse storico-architettonico;
SI OSSERVA
la necessità di eliminare dal primo
capoverso del comma 4 lett.a) il riferimento all’“intero edificio”, e di eliminare per intero il secondo capoverso del
comma 4 lett.a), potendosi in alternativa introdurre incentivi ad interventi unitari generalizzati all’intero fabbricato,
piuttosto che controproducenti divieti
di interventi limitati a talune parti dell’edificio.
*
Osservazione 18.3
PREMESSE
La disciplina introdotta al comma 5 e
nelle schede d’ambito dell’art.59, così
come altre norme disseminate in varie
parti del RUE (ad esempio all’art.60,
comma 3), introduce limitazioni agli
interventi su edifici non classificati né
come d’interesse storico-architettonico
né come documentale.
CONSIDERATO
che, dette previsioni risultano incongrue, considerato che, se gli edifici
dovessero essere di per sé tutelati,
dovrebbero essere “classificati”, e che
quindi laddove non siano stati “classificati” risultano edifici pari a tutti gli altri
non “classificati”, e quindi privi di per sé
di qualsivoglia interesse conservativo;
risulta pertanto irragionevole la previsione di assoggettare anche gli edifici
non “classificati” a speciali vincoli e limitazioni agli interventi edilizi che li
riguardano
RICHIAMATO
anche quanto già osservato all’Osservazione 2.3
SI OSSERVA
la necessità di eliminare ogni previsione regolamentare del RUE che preveda limitazioni agli interventi edilizi da
realizzare su edifici non “classificati”
né edifici di interesse storico-architettonico né edifici di interesse documentale.
*
Osservazione 18.4
PREMESSE
La disciplina introdotta al comma 8 dell’art.59, laddove disciplina gli usi degli
edifici prospicienti strade prevalentemente dedicate al trasporto pubblico,
risulta ingiustificatamente e comunque
eccessivamente penalizzante.
SI OSSERVA
la necessità di eliminare integralmente
il secondo ed il terzo capoversi del
comma 8, lett.b).
*
Osservazione 18.5
PREMESSE
Parimenti la disciplina introdotta al
comma 9 dell’art.59 risulta ingiustificatamente e comunque eccessivamente
penalizzante.
SI OSSERVA
la necessità di eliminare integralmente
il penultimo capoverso.
*
Osservazione 18.6
PREMESSE
La disciplina introdotta al comma 9 dell’art.59 risulta ingiustificatamente e
comunque eccessivamente penalizzante anche, con riguardo alla disciplina
fortemente restrittiva introdotta con
riguardo ai c.d. dehors.
SI OSSERVA
la necessità di eliminare integralmente
l’ultimo capoverso.
*
Osservazione 18.7
PREMESSE
La disciplina introdotta nella scheda
d’ambito relativa al NUCLEO DI ANTICA
FORMAZIONE
risulta ingiustificatamente e comunque
eccessivamente penalizzante sotto
diversi profili
SI OSSERVA
la necessità quantomeno di rettificare
gli usi ammessi od esclusi secondo le
seguenti precisazioni:
- tra gli usi esclusi occorre inserire il 2b
(attualmente uso ammissibile);
- tra gli usi ammissibili occorre inserire
tutto il 4c (alimentari e non)
nonché la necessità di eliminare integralmente l’ultimo capoverso della pag.
166 e i punti a), b), c) della pag.167.
All’ultimo capoverso occorre eliminare
l’aggettivo “forte” prima di “interesse
pubblico”.
*
Osservazione 18.8
PREMESSE
Non si comprende la ratio di prevedere
nella scheda d’ambito relativa al
NUCLEO DI ANTICA
FORMAZIONE la collocabilità dei servizi
bancari a piano terra degli edifici unicamente sulle strade prevalentemente
dedicate al trasporto pubblico.
SI OSSERVA
la necessità di rimuovere tale limitazione
*
Osservazione 18.9
PREMESSE
La disciplina introdotta nella scheda
d’ambito relativa ai Quartieri giardino
OSSERVAZIONE N.19 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 CITTÀ STORICA, ART.60 AMBITI STORICI SPECIALIZZATI
Osservazione 19.1
si veda Osservazione 18.3 con riguardo
all’art.60, comma 3.
*
Osservazione 19.2
PREMESSE
Fermo restando quanto osservato
all’Osservazione 19.1 che precede, in
ogni caso, stante le competenze già
della CQAP, si reputa incongrua la previsione di cui al comma 3 dell’art.60 laddove, relativamente agli “Interventi
sugli altri edifici presenti negli Ambiti
storici specializzati.” dispone che “Gli
interventi sui singoli edifici non devono
contribuire al consolidamento di elementi estranei o non compatibili con i
caratteri generali e le funzioni storicamente determinate dell’Ambito storico
specializzato in cui si trovano.”
SI OSSERVA
la necessità di stralciare tale ultima previsione da “Gli interventi sui singoli edifici ……” a “…… dell’Ambito storico
specializzato in cui si trovano.”
*
Osservazione 19.3
PREMESSE
La disciplina introdotta nella scheda
d’ambito relativa al Quartiere universitario di Via Zamboni (Ambito n° 17),
risulta incongrua sotto diversi profili di
limitazioni relative alle destinazioni
d’uso ed agli interventi edilizi ammessi
SI OSSERVA
la necessità di rivedere limitazioni relative alle destinazioni d’uso ed agli interventi edilizi ammessi, eliminando in
particolare l’esclusione degli usi 3a e 5a.
OSSERVAZIONE N.20 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART.
61
AMBITI CONSOLIDATI DI QUALIFICAZIONE DIFFUSA MISTI
Osservazione 20.1
PREMESSE
Si reputa impropria la terminologia utilizzata, capace di ingenerare confusione in relazione alla legislazione vigente
SI OSSERVA
la necessità di sostituire le definizione
“sostituzione di edifici” con terminologie già previste dalla normativa nazionale e riprese all’art. 26 “Repertorio
delle opere”.
*
Osservazione 20.2
Si rinvia a quanto esposto all’Osservazione 11.3.
OSSERVAZIONE N.21 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI
ART.63
AMBITI CONSOLIDATI PIANIFICATI MISTI
Osservazione 21.1
PREMESSE
L’art.63, al comma 5, esclude che gli
interventi di ristrutturazione edilizia
possano comportare aumenti di superficie utile
CONSIDERATO
che tale previsione, così apoditticamente ed aprioristicamente imposta, comporta la limitazione anche di interventi
in sagoma che potrebbero riqualificare
l’esistente
SI OSSERVA
la necessità di eliminare al primo capoverso del comma 5 la limitazione “senza
aumento di superficie utile”.
OSSERVAZIONE N.22 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART.
66
AMBITI INFRASTRUTTURALI
Osservazione 22.1
PREMESSE
L’art.66, al comma 4, limita gli interventi ammissibili prevedendo: “Fino all’approvazione del Poc, sul patrimonio edi-
lizio esistente all’interno degli Ambiti
infrastrutturali sono consentiti i seguenti tipi di intervento:manutenzione
ordinaria, manutenzione straordinaria,
risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, a parità di volume e Su
esistenti.”
CONSIDERATO
che l’inserimento in POC resta nella
piena disponibilità del Comune e che
l’effettiva approvazione di un POC
dipende da molteplici fattori esogeni al
singolo proprietario
SI OSSERVA
la necessità di eliminare la limitazione
“a parità di volume e Su esistenti”.
notiziari
est, ovest, Murri, Collina e Bolognina
Storica 1, risulta incongrua sotto diversi
profili
SI OSSERVA
la necessità di eliminare il capoverso da
“I mutamenti d’uso…a…livello sovralocale (7b)”, nonché, all’ultimo capoverso, l’aggettivo “forte” prima di “interesse pubblico”.
*
Osservazione 18.10
PREMESSE
La disciplina introdotta nella scheda
d’ambito relativa ai Tessuti compatti
est, ovest e Bolognina Storica 2, risulta
incongrua altresì laddove esclude che
possano essere insediate medio-piccole
strutture di tipologia alimentare.
SI OSSERVA
la necessità di eliminare il capoverso
da “Fermo restando … a … tipologia
alimentare”, che esclude che possano
essere insediate medio-piccole strutture di tipologia alimentare All’ultimo
capoverso occorre poi eliminare l’aggettivo “forte” prima di “interesse
pubblico”.
OSSERVAZIONE N.23 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 1 TERRITORIO URBANO STRUTTURATO, CAPO 1 AMBITI CONSOLIDATI ART.
67
AMBITI DA RIQUALIFICARE MISTI
Osservazione 23.1
PREMESSE
Si reputa impropria la terminologia utilizzata, capace di ingenerare confusione in relazione alla legislazione vigente
SI OSSERVA
la necessità di sostituire le definizione
“sostituzione integrale di edifici” con
terminologie già previste dalla normativa nazionale e riprese all’art. 26
“Repertorio delle opere”.
OSSERVAZIONE N.24 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 2
TERRITORIO RURALE, ART.69 AMBITI DI
VALORE NATURALE E AMBIENTALE
Osservazione 24.1
PREMESSE
Si reputano inadeguate le destinazioni
d’uso previste.
CONSIDERATO
che, ad esempio, pacifica l’incompatibilità degli usi industriali, non altrettanto
si può dire con riguardo agli usi artigianali (si veda l’Osservazione 10.1)
SI OSSERVA
la necessità di inserire fra gli usi soggetti a verifiche di ammissibilità gli usi 2a
(per quanto attiene agli usi artigianali),
3b (limitatamente agli Ambiti di valore
naturale e ambientale) e 5 in quanto in
linea con le scelte strategiche di rivitalizzazione delle aree di rilievo naturale
e paesaggistico.
OSSERVAZIONE N.25 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 3, TITOLO 2
TERRITORIO RURALE, ART.70 AMBITI
AGRICOLI DI VALORE PAESAGGISTICO
Osservazione 25.1
Si veda quanto già osservato all’Osservazione 24.1.
inarcos 311
notiziari
OSSERVAZIONE N.26 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4
Osservazione 26.1
PREMESSE
molte delle previsioni del titolo I ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA DELLE
PROCEDURE URBANISTICHE ED EDILIZIE, del Titolo II PIANO OPERATIVO COMUNALE E PIANI URBANISTICI ATTUATIVI e del Titolo III ATTIVITÀ EDILIZIA della
Parte 4, così come molte altre previsioni
dell’intero corpo regolamentare del
RUE, contemplano una disciplina che conforme o meno alla vigente disciplina
legislativa relativa- per molti aspetti
non è di competenza della disciplina
regolamentare.
CONSIDERATO
che gran parte di detta disciplina spetta
dunque in via esclusiva alla legislazione
vigente (e non alla disciplina regolamentare), come, a mero titolo di esempio, con riguardo alla partecipazione
agli atti (art.75), formazione del POC
(art.84), alla validità ed efficacia del
POC (art.85), alla individuazione degli
interventi soggetti a PUA (art.86), ai
titoli abilitativi (art.92), alla individuazione degli interventi soggetti a DIA
(art.93), alla determinazione degli
interventi soggetti a Permesso di Costruire (art.94), all’individuazione degli
interventi non soggetti a titolo abilitativo (art.96), alla determinazione delle
Variazioni essenziali (art.97), alla determinazione delle Variazioni minori in
corso d’opera (art.98), alla regolamentazione dei titoli edilizi in sanatoria
(art.99), alle procedure di DIA (art.100),
alle procedure dei Permessi di Costruire
(art.101), alla autorizzazione paesaggistica (art.102), alle opere in cemento
armato (art.109), alla normativa antisismica (art.110), ai contributi relativi al
permesso di costruire e DIA in sanatoria
(124), etc.
SI OSSERVA
la necessità di stralciare tutte quelle
previsioni che non sono di competenza
regolamentare, o comunque, quantomeno, la necessità di stralciare le previsioni regolamentari almeno per quanto
in contrasto o comunque difformi dalla
disciplina legislativa, alla quale le
norme dovranno comunque fare riferimento, specificando che, anche in caso
di modifiche di questa successive all’approvazione del RUE, la disciplina legislativa prevale in ogni caso su quella regolamentare.
OSSERVAZIONE N.27 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 1 ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA
DELLE PROCEDURE URBANISTICHE ED
312
inarcos
EDILIZIE ART.78 CONCORSI DI URBANISTICA E ARCHITETTURA
Osservazione 27.1
PREMESSE
L’art.78 prevede diverse ipotesi di bandi
di progettazione
CONSIDERATO
che la progettazione concerne precipuamente l’attività degli Ordini professionali dei tecnici
SI OSSERVA
la necessità di prevedere che le procedure
concorsuali di cui all’art.78 siano regolamentate da specifico documento redatto
assieme agli Ordini Professionali.
OSSERVAZIONE N.28 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 1
ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA DELLE
PROCEDURE URBANISTICHE ED EDILIZIE
ART.79 COMMISSIONE PER LA QUALITÀ
ARCHITETTONICA E IL PAESAGGIO
Osservazione 28.1
PREMESSE
L’art.79 disciplina i casi nei quali è richiesto il parere della CQAP.
CONSIDERATO
che la normativa in materia aveva sostituito la Commissione Edilizia con la
CQAP disciplinando casi molto più limitati nei quali era richiesto il parere della
CQAP rispetto a quelli per i quali in precedenza era invece previsto il parere
della Commissione Edilizia
SI OSSERVA
la necessità di ricondurre i casi di partecipazione della CQAP al procedimento
esclusivamente a quelli disciplinati ex
lege.
*
Osservazione 28.2
PREMESSE
L’art.79 prevede al secondo comma che
“Il parere obbligatorio della Commissione si esprime su: … … - interventi di
nuova costruzione per opere di cui ai
punti h1, h2, h3 del comma 4, art. 26 del
presente Regolamento;”
CONSIDERATO
che, poiché la norma si richiama agli
interventi di “nuova costruzione”, il
riferimento deve essere rettificato con
richiamo al comma 5, e riferimento agli
interventi di cui punti i1, i2, i3.
SI OSSERVA
la necessità di rettificare (errata corrige)
la previsione nei termini seguenti: “Il
parere obbligatorio della Commissione
si esprime su: … … - interventi di nuova
costruzione per opere di cui ai punti
i1,i2, i3 del comma 5, art.26 del presente Regolamento;”
OSSERVAZIONE N.29 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITO-
LO 1 ELEMENTI GENERALI DI DISCIPLINA
DELLE PROCEDURE URBANISTICHE ED
EDILIZIE ART.80 DISPOSIZIONI TECNICOORGANIZZATIVE
Osservazione 29.1
PREMESSE
L’art.80 richiama, ad integrazione del
contenuto del RUE, anche disposizioni
tecnico organizzative ancora non note.
CONSIDERATO
quanto già rilevato nella Osservazione 2.1
SI OSSERVA
che non è possibile esperire un parere di
merito sulle disposizioni tecnico-organizzative fino a quando non saranno
rese note.
OSSERVAZIONE N.30 FORMULATA CON
RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3
ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI, ART. 92
TITOLI ABILITATIVI
Osservazione 30.1
CONSIDERATO
che le previsioni di cui all’art.92 non trovano piena corrispondenza con le previsioni della L.R.n.31/2002
RILEVATO
a mero titolo di esempio, che la
L.R.n.31/2002 consente la proroga del
termine di fine lavori anche nel caso di
D.I.A.
SI OSSERVA
la necessità che tale disposizione trovi
perfetta corrispondenza alle previsioni
della L.R. n.31/2002.
OSSERVAZIONE N.31 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI,
ART.95 INTERVENTI E TITOLI ABILITATIVI
IN DEROGA
Osservazione 31.1
PREMESSE
L’art.95 pur richiamando in epigrafe
quale rubrica dello stesso “Interventi e
titoli abilitativi in deroga”, nella disciplina fa esclusivo riferimento (in particolare al comma 1) al “permesso di
costruire”.
CONSIDERATO
che, pur apparentamente in contrasto
con la natura dichiarativa della DIA,
anche interventi assoggettati a DIA possono necessitare e formare oggetto di
deroga,
SI OSSERVA
la necessità di modificare l’indicazione a
“permesso di costruire” con quella di
“titolo abilitativo”
*
Osservazione 31.2
PREMESSE
L’art.95 non indica tempistiche per lo
OSSERVAZIONE N.32 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI,
ART.97 VARIAZIONI ESSENZIALI E RELATIVO TITOLO ABILITATIVO
Osservazione 32.1
PREMESSE
L’art.97, al comma 1, paragrafo 2, definisce quali interventi costituiscano, per
il RUE, variante c.d. essenziale.
CONSIDERATO
che è la legislazione vigente a definire
quali interventi costituiscano variante
c.d. essenziale,
RILEVATO
e che la previsione di cui alla lett.f) non
risulta conforme alla disciplina legislativa vigente, in particolare laddove prevede che costituiscano variante essenziale anche tutti gli interventi posti in
essere su “immobili che gli strumenti di
pianificazione territoriale od urbanistica assoggettano a modalità d’intervento conservative (edifici di interesse storico-architettonico).”
RICHIAMATO
anche quanto già osservato all’Osservazione 17.1
RITENUTO
che non possano considerarsi varianti
essenziali quelle poste in essere su edifici “classificati” dal Comune come edifici
di interesse storico-architettonico
SI OSSERVA
l’opportunità di stralciare l’intera previsione (spettando alla legge la definizione degli interventi che costituiscono
variante c.d. essenziale), o comunque di
escludere dalla previsione normativa
ogni riferimento anche ad immobili
“classificati”, dal Comune, come edifici
di interesse storico-architettonico
*
Osservazione 32.2
PREMESSE
L’art.97, al comma 1, paragrafo 2, definisce quali interventi costituiscano
variante c.d. essenziale per il RUE.
CONSIDERATO
che, con riferimento alla previsione di
cui alla lett.f), deve in ogni caso ritenersi essenziale solo l’intervento oggetto di
variante che effettivamente incide sul
bene giuridico tutelato
RILEVATO
quindi che debbono considerarsi come
essenziali unicamente gli interventi oggetto di variante che incidano sulla porzione di edificio tutelato dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali, o che
trovasi in relazione diretta col bene giuridico tutelato
SI OSSERVA
l’opportunità in ogni caso di specificare
che costituiscono variante essenziale
unicamente quegli interventi che “effettivamente e direttamente incidono
solo sulle porzioni di edificio oggetto di
tutela di leggi nazionali sovraordinate,
o che si trovano in relazione diretta col
bene giuridico tutelato”.
OSSERVAZIONE N.33 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO I CONSEGUIMENTO DEI TITOLI ABILITATIVI,
ART.99 TITOLI EDILIZI IN SANATORIA
(ACCERTAMENTO DI CONFORMITÀ)
Osservazione 33.1
PREMESSE
L’art.99 considera nell’ambito di tolleranza costruttiva e pertanto non costituente abuso edilizio le difformità che
non superano il 2% delle misure previste nel titolo abilitativo, espressamente
prevedendo tuttavia che “Questi criteri
di tolleranza non sono applicabili alle
distanze minime fra fabbricati e dai
confini prescritte dalla normativa e
all’allineamento dei fabbricati, né per le
misure lineari minime ……”.
CONSIDERATO
altresì che le tolleranze costruttive sono
previste proprio per salvaguardare la
regolarità edilizia degli interventi pur in
presenza di un marginale errore di realizzazione che può sempre capitare in
cantiere per diverse ragioni.
CONSIDERATO ALTRESÌ
che, le “distanze minime fra fabbricati e
dai confini prescritte dalla normativa e
all’allineamento dei fabbricati” diverse
e maggiori rispetto a quelle previste dal
codice civile sono previste dalla stessa
disciplina regolamentare comunale
RILEVATO
quindi che non si vede alcuna ragione
per la quale le tolleranze costruttive
non possano essere considerate anche
relativamente a “distanze minime fra
fabbricati e dai confini prescritte dalla
normativa e all’allineamento dei fabbricati” salvo che per quelle disposte dal
codice civile
SI OSSERVA
la necessità di stralciare la limitazione
introdotta alla applicazione delle tolleranze costruttive.
*
Osservazione 33.2
PREMESSE
L’art.99 considera nell’ambito di tolleranza costruttiva e pertanto non costituente abuso edilizio le difformità che
non superano il 2% delle misure previste nel titolo abilitativo, espressamente
prevedendo tuttavia che “Questi criteri
di tolleranza non sono applicabili ……
per le misure lineari minime e i requisiti
tecnici vigenti al momento del rilascio
del titolo edilizio.”.
CONSIDERATO
che le tolleranze costruttive sono previste proprio per salvaguardare la regolarità edilizia degli interventi pur in presenza di un marginale errore di realizzazione che può sempre capitare in cantiere per diverse ragioni.
CONSIDERATO ALTRESÌ
che, il T.U. dell’Edilizia, all’art.49, pur
concernente disposizioni fiscali, prevede che: “gli interventi abusivi realizzati
in assenza di titolo o in contrasto con lo
stesso, ovvero sulla base di un titolo successivamente annullato, non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste
dalle norme vigenti, né di contributi o
altre provvidenze dello Stato o di enti
pubblici. Il contrasto deve riguardare
violazioni di altezza, distacchi, cubatura
o superficie coperta che eccedano per
singola unità immobiliare il due per
cento delle misure prescritte, ovvero il
mancato rispetto delle destinazioni e
degli allineamenti indicati nel programma di fabbricazione, nel piano regolatore generale e nei piani particolareggiati di esecuzione.”;
che nella stessa proposta contenuta nel
Progetto di Legge della Regione Emilia
Romagna del 2006 “Governo e riqualificazione solidale del territorio”, non
ancora approvato, viene prevista l’introduzione dell’art.19 bis alla Legge
Regionale n.23 del 2004, che a definitivo chiarimento della normativa vigente,
espressamente con riguardo alle tolle-
notiziari
svolgimento dell’attività istruttoria, e
perché l’istanza, unitamente alla espletata attività istruttoria venga portata
alla valutazione del Consiglio Comunale
per la decisione definitiva
SI OSSERVA
la necessità di disciplinare il procedimento, prevedendo termini massimi per
la conclusione dell’istruttoria, termini
massimi per la presentazione al Consiglio Comunale, con eventuali previsioni di eventuali interruzioni del procedimento medesimo sia in fase istruttoria
che in fase deliberativa.
*
Osservazione 31.3
RILEVATO
che la previsione di cui al paragrafo
relativo alla Tutela della sicurezza del
traffico e della buona viabilità, introduce un limite di inconsistente qualificazione tecnica e di assoluta discrezionalità
SI OSSERVA
la necessità di eliminare integralmente
il paragrafo.
inarcos 313
notiziari
ranze, esplicita che: “Il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni
altro parametro o dimensione delle singole unità immobiliari non costituisce
violazione edilizia se contenuto entro il
limite del due per cento delle misure
previste nel titolo abilitativo.”,
senza alcuna esclusione, limitazione o
precisazione;
che né la legislazione statale né quella
regionale prevedono che i requisiti tecnici vigenti anche con riguardo a profili
igienico sanitari siano inderogabili in
senso assoluto (si vedano, a mero titolo
di esempio, la Legge 5 agosto 1978
n.457 e le diverse possibili deroghe dalla
stessa previste, nonché la Legge
Regionale 6 aprile 1998 n.11, ivi inclusa
la distinzione di formulazione tra lett.a)
e lett.b) del comma 1 dell’art.2, che prevede solo relativamente a quest’ultima
che il requisito sia previsto come minimo)
RILEVATO
quindi che non si vede alcuna ragione
per la quale le tolleranze costruttive
non possano essere considerate anche
relativamente a “misure lineari minime
e i requisiti tecnici vigenti al momento
del rilascio del titolo edilizio”
SI OSSERVA
la necessità di stralciare la limitazione
introdotta alla applicazione delle tolleranze costruttive.
OSSERVAZIONE N.34 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO II ESECUZIONE DELLE OPERE, CONFORMITÀ EDILIZIA E AGIBILITÀ, ART.109 DENUNCIA
DELLE OPERE IN CEMENTO ARMATO
Osservazione 34.1
CONSIDERATO
che prima dell’inizio dei lavori strutturali i soggetti interessati dovranno
adempiere agli obblighi derivanti dalla
Legge 1086/71, dal DPR 380/2001 e dai
loro decreti attuativi
RICHIAMATE
anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
che le modalità di deposito dovranno
attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a livello nazionale e
regionale.
*
Osservazione 34.2
CONSIDERATO
che al termine della realizzazione delle
opere strutturali i soggetti interessati
dovranno adempiere agli obblighi derivanti dalla Legge 1086/71, dal DPR
380/2001 e loro decreti attuativi
314
inarcos
RICHIAMATE
anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
che le modalità di deposito dovranno
attenersi a quanto previsto dalla
Normativa vigente a livello nazionale e
regionale.
*
Osservazione 34.3
CONSIDERATO
che in caso di mancato adempimento
degli obblighi di legge previsti dalla
legislazione vigente, verranno applicate
le sanzioni amministrative e penali da
questa previste
RICHIAMATE
anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
l’inopportunità della previsione nella
sua interezza.
*
Osservazione 34.4
CONSIDERATO
che non si trova riscontro (tranne che
all’art.96, comma 2, ma con esclusivo
riguardo ai soli edifici tutelati), ad eventuali interventi strutturali urgenti ai fini
della pubblica e privata incolumità sia
su edifici tutelati (sotto qualsiasi tipo di
vincolo) o meno.
RITENUTO
opportuno prevedere una disciplina
dell’emergenza applicabile a qualunque fattispecie.
SI OSSERVA
che, con riguardo alla problematica
specifica qui in esame, possa essere
previsto che, all’atto della comunicazione, debba essere depositata una
relazione, a firma di tecnico abilitato,
sulle condizioni statiche del bene con
l’obbligo, entra 30 giorni dalla comunicazione, di presentare progetto
all’Ente od agli Enti competenti ai
sensi della normativa vigente, senza
incorrere in sanzioni.
OSSERVAZIONE N.35 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4, TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO II ESECUZIONE DELLE OPERE, CONFORMITÀ EDILIZIA E AGIBILITÀ, ART.110 ADEMPIMENTI DI NORMATIVA ANTISISMICA
Osservazione 35.1
CONSIDERATO
che prima dell’inizio dei lavori strutturali i soggetti interessati dovranno
adempiere agli obblighi derivanti dalla
Legge 64/74, dal DPR 380/2001 e dai loro
decreti attuativi
RICHIAMATE
anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
che le modalità di deposito e/o autorizzazione dovranno attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a
livello nazionale e regionale.
*
Osservazione 35.2
CONSIDERATO
che al termine della realizzazione
delle opere strutturali i soggetti interessati dovranno adempiere agli
obblighi derivanti dalla Legge 64/74,,
dal DPR 380/2001 e dai loro decreti
attuativi
RICHIAMATE
anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
che le modalità di deposito e/o autorizzazione dovranno attenersi a quanto previsto dalla Normativa vigente a
livello nazionale e regionale.
*
Osservazione 35.3
CONSIDERATO
che in caso di mancato adempimento
degli obblighi di legge previsti dalla
legislazione vigente, verranno applicate le sanzioni amministrative e
penali da questa previste
RICHIAMATE
anche l’Osservazione 11.5 e l’Osservazione 26.1
SI OSSERVA
l’inopportunità della previsione nella
sua interezza, fatto salvo quanto specificato alla successiva Osservazione
35.4.
*
Osservazione 35.4
PREMESSE
L’art.110 al comma 5 così dispone: “5.
Sanzioni pecuniarie. Le richieste di
applicazione di sanzione pecuniaria di
cui al titolo I della Lr 23/2004, per
abusi commessi dopo il 23 ottobre
2005, che hanno modificato la risposta
delle strutture all’azione sismica,
dovranno necessariamente contenere
una certificazione/collaudo, sottoscritta da tecnico abilitato, che l’opera
realizzata in assenza o difformità,
rispetta la normativa antisismica, o, in
alternativa, apposita dichiarazione
che le opere non hanno modificato la
risposta delle strutture all’azione
sismica.”
CONSIDERATO
che detta disposizione, in parte rettificata anche per ragioni di inquadramento storico, troverebbe più congrua collocazione negli articoli afferenti alle opere in sanatoria, all’art.99
od
all’art.124
oppure
nelle
Disposizoni Tecnico Organizzative
OSSERVAZIONE N.36 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4,
TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO II
ESECUZIONE DELLE OPERE, CONFORMITÀ EDILIZIA E AGIBILITÀ, ART.111
ADEMPIMENTI DI NORMATIVA ANTISISMICA
Osservazione 36.1
errata corrige: il periodo di cui al paragrafo 2, del comma 1, dell’art.111,
risulta incomprensibile e comunque
incompleto.
OSSERVAZIONE N.37 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4,
TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III
DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRIBUTI, ART. 114 DOTAZIONI TERRITORIALI PER INTERVENTI DIRETTI
Osservazione 37.1
PREMESSE
L’art.114, al comma 1, paragrafo 2,
lett.a) prevede che “Ciascun intervento di nuova costruzione, compresi
l’ampliamento e la soprelevazione di
un manufatto esistente, e il mutamento di destinazione d’uso, con o
senza opere, che determini un aumento del carico urbanistico, comporta l’onere: a) di provvedere al
reperimento e alla cessione al Comune, dopo la loro sistemazione,
delle aree per la realizzazione delle
dotazioni territoriali, nelle quantità
(espresse in mq di area da cedere per
100 mq di Su oggetto di intervento)
di seguito fissate:- per tutti gli usi la
dotazione di parcheggi PU stabilita
dall’art.30 del Rue; - servizi economici e amministrativi (3): 60 mq;- servizi
commerciali e l’artigianato di servizio
(4): 60 mq per gli usi (4a), (4b) e (4c),
78 mq per gli usi (4d), nessuna dotazione aggiuntiva per gli altri usi;- servizi ricettivi e ristorativi (5): 60 mq per
l’uso (5a), 78 mq per l’uso (5c), nessuna dotazione aggiuntiva per gli altri
usi;- servizi ricreativi (6): 30% della Sf
interessata all’intervento;”
CONSIDERATO
che la previsione è giustamente riferita al caso di aumento di carico urbanistico tra l’uso esistente e l’uso
mutato, risulta conseguente che, in
caso di intervento con aumento di
carico urbanistico, le dotazioni territoriali richieste possono essere riferite unicamente al maggio caricor
urbanistico.
Conseguentemente dalle dotazioni
previste per la situazione mutata dovranno essere sottratte le dotazioni
imputate alla situazione preesistente,
diversamente finendosi col chiedere il
conferimento di dotazioni già considerate assolte nella precedente situazione con conseguente duplicazione
delle stesse. Il tutto in difformità alle
previsioni di legge in materia di standard e dotazioni.
SI OSSERVA
la necessità di modificare la disciplina
dell’art.114, come ogni altra analoga
disciplina del RUE, con la previsione
dello scomputo dalle dotazioni richieste delle dotazioni già considerate
assolte nella situazione precedente
all’intervento.
*
Osservazione 37.2
PREMESSE
L’art.114 disciplina le “Dotazioni territoriali per interventi diretti”.
CONSIDERATO
che dette dotazioni territoriali non
risultano compiutamente definite
SI OSSERVA
la necessità di specificare, definendo
con chiarezza quali siano le “dotazioni territoriali”.
*
Osservazione 37.3
PREMESSE
L’art.114 disciplina le “Dotazioni territoriali per interventi diretti”.
CONSIDERATO
che non risulta chiaro quali siano le
casistiche per le quali si debba provvedere alla realizzazione delle dotazioni
ecologiche ed ambientali di cui alla
lett.c)
SI OSSERVA
la necessità di specificare le casistiche
per le quali si deve provvedere alla
realizzazione delle dotazioni ecologiche ed ambientali di cui alla lett.c).
OSSERVAZIONE N.38 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4,
TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III
DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRI-
BUTI, ART.117 MONETIZZAZIONE DELLE DOTAZIONI TERRITORIALI
Osservazione 38.1
errata corrige: al comma 2, le disposizioni tecnico-organizzative sono indicate all’art.77, mentre il riferimento
corretto sarebbe all’art.80. Si richiama
in ogni caso anche quanto già osservato all’Osservazione 29.1.
OSSERVAZIONE N.39 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4,
TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III
DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRIBUTI, ART.119 CONTRIBUTO DI COSTRUZIONE
Osservazione 39.1
PREMESSE
Il comma 7 dell’art.119 così dispone:
“7. Restituzione del contributo di
costruzione. Qualora nella fase di
verifica risulti accertato un credito a
titolo di restituzione di somme versate e non dovute, l’Amministrazione
provvede d’ufficio alla restituzione,
tranne che per le somme inferiori
all’importo di €. 1.000,00 (e successivi aggiornamenti, come riportato
nelle disposizioni tecnico-organizzative).”
CONSIDERATO
che previsioni legislative impongono
la restituzione integrale di somme
versate e non dovute (anche per fatti
sopravvenuti come la mancata realizzazione dell’intervento edilizio)
SI OSSERVA
che le somme versate ma non dovute
devono essere restituite per intero,
con riconoscimento al massimo di un
diritto di segreteria per l’espletamento della pratica di restituzione.
*
Osservazione 39.2
errata corrige: ai commi 3 e 5, le disposizioni tecnico-organizzative sono
indicate all’art.77, mentre il riferimento corretto sarebbe all’art.80. Si richiama in ogni caso anche quanto già
osservato all’Osservazione 29.1.
notiziari
SI OSSERVA
la necessità di ricollocare la norma più
congruamente, prevedendo che per
abusi commessi dopo il 23 ottobre
2005, venga richiesta una relazione
strutturale, a firma di tecnico abilitato, che affermi la congruità dell’intervento relativamente alle normative
antisismiche in vigore all’epoca della
data “presunta” dell’abuso (miglioramento, intervento locale o adeguamento).
*
Osservazione 35.5
Si veda quanto già osservato all’Osservazione 34.4.
OSSERVAZIONE N.40 FORMULATA
CON RIFERIMENTO ALLA PARTE 4,
TITOLO 3 ATTIVITÀ EDILIZIA, CAPO III
DOTAZIONI TERRITORIALI E CONTRIBUTI, ART.123 ESCLUSIONI E RIDUZIONI CONTRIBUTIVE
Osservazione 40.1
errata corrige: al commi 2, i servizi
ricettivi e ristorativi sono erroneamente indicati al n.(6) mentre invece risultano inseriti al n.(5).
Tutto ciò premesso, considerato, e rile-
inarcos 315
vato, formulate le suesposte osservazioni nel quadro istituzionale delle
proprie funzioni, il CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA
PROVINCIA DI BOLOGNA auspica il
loro accoglimento.
notiziari
Bologna, 25 marzo 2009
Con osservanza
(CONSIGLIO DELL’ORDINE
DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA
DI BOLOGNA
Dott. Ing.Felice Monaco)
COMUNE DI BOLOGNA
REGOLAMENTO
URBANISTICO EDILIZIO
DEL COMUNE DI BOLOGNA
(RUE) ADOZIONE
conto che, per la mattina, il numeratore automatico cessa di erogare i
biglietti d'attesa alle ore 12,30.
Dette osservazioni potranno essere
presentate al Protocollo Generale
(Piazza Maggiore, 6) esclusivamente
nella giornata del sabato e con le
medesime modalità, dalle ore 8,30
alle ore 12,30.
Si comunica che il Responsabile del
Procedimento è il Dott. Giacomo Capuzzimati, Direttore del Settore
Territorio e Urbanistica.
Dalla Residenza Municipale, 22/1/09
LA DIRIGENTE
(Dott.ssa Nadia Cattoli)
INARCASSA
***
PROGETTO
“INARCASSA IN CITTÀ”
P.G. n. 13491/09
LA DIRIGENTE
Premesso che con deliberazione Consiliare O.d.G. n. 27 del 21/1/09, è stato
adottato il provvedimento di cui all'oggetto;
Vista la L.R. n. 20/00 e sue modifiche ed
integrazioni;
Vista la L.R. n. 31/02 e sue modifiche ed
integrazioni;
AVVERTE
– che sono depositati presso questo
Municipio - Settore Territorio e Urbanistica - U.I. Sportello Edilizia ed Urbanistica, piazza Liber Paradisus, 10
Torre A-4° piano - per sessanta giorni
consecutivi e precisamente dal 26
gennaio 2009 al 26 marzo 2009 gli
atti e gli elaborati costituenti il provvedimento di cui trattasi;
– che durante lo stesso periodo chiunque ha la facoltà di prenderne visione dalle ore 8,30 alle 13,00 nei giorni
dal lunedì al venerdì e il giovedì
anche dalle ore 16,00 alle 17,30;
– che entro le ore 12,30 del 26 marzo
2009 gli interessati potranno presentare osservazioni od opposizioni ai
sensi di legge;
Dette osservazioni, riportanti "oggetto del presente avviso, dovranno
essere prodotte in quattro copie, di
cui una in bollo, dirette al Sindaco e
presentate all'Ufficio Sportello Edilizia ed Urbanistica del Settore Territorio e Urbanistica (piazza Liber
Paradisus n. 10, Torre A) nei giorni e
negli orari sopra indicati, tenuto
316
inarcos
AGLI ORDINI PROFESSIONALI LORO
SEDI
Protocollo: 5 6/PRES./2009 Roma 4
marzo 2009
Dal mese di marzo 2009, prenderà
avvio "Inarcassa in Città", una nuova
iniziativa mirata a migliorare la relazione con l'associato ed a garantire
una maggiore presenza delIa nostra
Associazione sul territorio nazionale.
SulIa scorta delIe esperienze positive
avute sperimentalmente negli ultimi
due anni a Milano e Napoli, il progetto intende offrire occasioni di incontro personalizzate volte a risolvere
situazioni complesse non gestibili a
distanza.
Il progetto coinvolge le otto province
a maggiore numerosità di iscritti:
Bari, Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Palenno, Torino, e Verona.
Un team di nostri consulenti previdenziali si recherà a periodicità bimestrale, in ciascuna provincia per
incontrare gli ingegneri e architetti
iscritti, che desiderino risolvere situazioni complesse e ne facciano richiesta.
Il calendario degli incontri sarà disponibile sul sito www.inarcassa.it nelIa
sezione dedicata a "Inarcassa in Città", dove vengono pubblicate le sedi
e le date in programma mese per
mese con le relative istruzioni per
richiedere on line un appuntamento.
Analoga informativa sarà pubblicata
anche sulIa rivista Inarcassa.
Per permettere ai nostri consulenti di
verificare con anticipo le singole posizioni, gli associati dovranno effettuare la prenotazione almeno dieci giorni prima la data delI'incontro, avendo
cura di compilare l'apposita scheda
disponibile sul sito specificando il
motivo delIa richiesta dell'appuntamento.
AI riguardo, riteniamo opportuno
sottolineare che tale progetto non
sostituisce le altre forme di assistenza
attualmente in uso e che rimangono,
pertanto, a disposizione degli Associati quali: il cal center per informazioni generali sulle posizioni personali (06.85274330 dal lunedì al venerdì 8,30-13,00/14,15-17,00); Inarcassa
on Line per la verifica del proprio
estratto conto e per le diverse simulazioni di calcolo; e "Inarcassa Risponde" per i quesiti più specifici.
Le prenotazioni saranno gestite
direttamente dalla Direzione Attività
Istituzionali, che valuterà le richieste
pervenute e confermerà a mezzo email, il luogo e l'orario dell'incontro,
o laddove la richiesta sia altrimenti
risolvibile comunicherà la modalità di
contatto più adatta all'istanza delI'associato.
Con i migliori saluti.
IL VICE PRESIDENTE
(Dott. Ing. Mauro di Martino)
IL PRESIDENTE
(Dott. Arch. Paola Muratorio)
RASSEGNA STAMPA
Il piano casa riparte
da zero
Tavolo Governo-Regioni per arrivare a
un testo la prossima settimana
G.SA.
26 marzo 2009
ROMA. Il piano casa riparte da zero. Il
Governo accantona il decreto legge,
anche nella sua versione ridimensionata voluta martedì dal premier. Oggi
si apre un tavolo tecnico per cercare
un minimo comun denominatore con
le Regioni, da tradurre poi in disegno
di legge o decreto legge, qualora la
condomini: Il premier ha però tenuto
a precisare che quello del Governo
“non sarà un piano per sole villette,
perché il 50% delle abitazioni sono
unifamiliari o bifamiliari”.
In effetti, i numeri distribuiti ieri da
Confartigianato confermano quanto
nei giorni scorsi aveva già detto il
Cresme: l’intervento edilizio, pur limitato alle unità residenziali mono o
bifamiliari, produrrà un effetto molto
forte sul settore delle costruzioni. Per
l’organizzazione degli artigiani il
piano può contribuire a creare 97.065
posti di lavoro, aumentando del 5,3
per cento l’occupazione e del 48 per
cento il fatturato del settore costruzioni. Il rapporto analizza l’impatto
del provvedimento annunciato dal
governo sulle piccole imprese fino a
50 addetti: stima in 11.484.582 le abitazioni potenzialmente interessate e
in 300.114 il numero di interventi di
ampliamento che potranno essere
attivati per un maggiore fatturato
complessivo di 10.804 milioni.
■
Il presidente ANCE Buzzetti “Delegandole agli enti locali c’è il rischio di
un’Italia con regole a macchia di leopardo”
I costruttori: per noi
il dl è indispensabile
M.SEN.
26 marzo 2009
ROMA - “Capisco la resistenza delle
Regioni e dei Comuni rispetto al
rischio di una deregulation eccessiva.
Ma sono anche convinto che per varare un piano del genere il decreto legge sia indispensabile. C’è il rischio, altrimenti, di aspettare tempi lunghissimi. E soprattutto, delegando la normativa agli enti locali, di avere un’Italia a macchia di leopardo: ognuno si fa
le sue regole, e questo federalismo
edilizio davvero non ci piace”.
Presidente Paolo Buzzetti, l’Associazione dei costruttori chiede al governo tempi rapidi.
“E’ necessario. Anche perché in attesa
di questo provvedimento, chi stava
programmando i lavori di ristrutturazione della casa si è fermato. E’ tutto
fermo. E anche per questo, considerato che quest’idea ha avuto un’ ottima
accoglienza tra la gente, sono convin-
to che un accordo governo e Regioni
si troverà”.
E’ ritornato in pista anche il piano casa
originario, quello per l’edilizia popolare e agevolata.
“Anche quel progetto si era clamorosamente fermato nella discussione tra
governo e Regioni. E anche su quel
fronte noi siamo pronti. Insieme alle
infrastrutture e al piano per la messa
in sicurezza delle scuole dimostra la
grande attenzione del governo per
l’edilizia”.
Anche se voi finora non siete riusciti a
mettere un mattone sopra l’altro...
“Purtroppo è così. Finora, concretamente, non è stato deciso nulla. Ed il
rischio che corriamo è enorme. Se non
si muove niente, dopo l’estate, rischiamo di avere migliaia e migliaia di piccole imprese che chiudono i battenti.
Con un impatto devastante sull’occupazione: se resta tutto fermo, avremo
250 mila disoccupati in più nel settore
per la fine dell’anno”.
■
notiziari
condivisione fosse davvero forte.
Escluso che domani il Consiglio dei
ministri possa decidere, anche se
Berlusconi in serata, da Napoli, ha
detto che “venerdì qualcosa ci sarà”,
Cancellato anche il preconsiglio di
oggi, dedicato alla casa. “Il tavolo tecnico - ha detto il ministro per le Regioni, Raffaele Fitto - entrerà nel merito di tutte le misure e concluderà il
lavoro entro martedì prossimo; dopo
ci sarà una nuova conferenza unificata per valutare il lavoro congiunto e
anche lo strumento e il merito”.
Ancora più esplicito il presidente della
Lombardia, Roberto Formigoni, che
pure si era a lungo speso per una
mediazione che sbloccasse subito un
decreto leggero con il consenso della
Conferenza delle Regioni, “Il Governo
- ha commentato - ha deciso di ritirare
un decreto che, riguardando materie
di competenza regionale, avrebbe sollevato discussioni e conflitti a non finire. Le Regioni hanno acconsentito a
sedersi sin da subito al tavolo con l’obiettivo di raggiungere un accordo in
tempi rapidi che vada nella direzione
già indicata dal Governo: rilancio dell’economia, sostegno al settore edilizio, semplificazione delle norme nel
rispetto delle competenze”. Il confronto riparte quindi non sulla base
del decreto legge, ma di una ricognizione a tutto campo dei problemi del
settore e dei freni che ne rallentano
l’azione.
A intestarsi la vittoria sul rinvio è
anche il leader del Pd, Dario Franceschini. “Il Governo - ha detto - ha
fatto marcia indietro, ora si discuta in
Parlamento un vero piano casa e non
un decreto cementificazione”. Alla
fine è passata la linea dei Governatori
del centro-sinistra, che, forti dell’appoggio del Quirinale, si erano opposti
fin dall’inizio allo strappo del decreto
legge. Si è capito subito che la mediazione di Formigoni ieri non avrebbe
funzionato e che sarebbe stato meglio
tenerla pronta per i prossimi giorni. Lo
stesso Berlusconi ha introdotto la Conferenza unificata ieri mattina smussando tutti gli angoli e accorciando le
distanze rispetto alla posizione delle
Regioni. Non solo ha ribadito la volontà di raggiungere un accordo con le
Regioni e ha escluso che l’ipotesi del
decreto legge sia l’unica sul tavolo. È
entrato anche nel merito delle bozze
circolate nei giorni scorsi, “Non sono
idee mie - ha detto il premier - né la
possibilità di acquistare il diritto di
ampliare la casa dal vicino né gli
ampliamenti nei centri storici o nei
Piano Casa, stop dalle
Regioni sul decreto
Tavolo con gli enti locali per un’intesa
entro martedì. E il governo rilancia il
progetto delle “cento città”
MARIO SENSINI
26 marzo 2009
Scontro sulle competenze. Errani:
urgenza incostituzionale. Oggi Fitto
incontrerà ancora i governatori
ROMA - Niente da fare: sul cosiddetto
“Piano casa” il governo è costretto a
ripartire, più o meno, da zero. Le
Regioni, che ieri hanno incontrato
Silvio Berlusconi, hanno bocciato la
bozza del decreto legge messa a
punto dagli uffici di Palazzo Chigi.
Contrarie sia sullo strumento del
decreto, “incostituzionale” secondo il
presidente dei governatori, Vasco Errani, che sulle norme proposte. Tanto
che il ministro delle Autonomie, Raffaele Fitto, ha detto di aver ritenuto
“inutile e non agevole entrare nel merito del testo presentato”.
Oggi stesso a Palazzo Chigi, Fitto tornerà a incontrare i rappresentati delle
Regioni e dei Comuni con l’obiettivo
di arrivare ad un accordo entro martedì prossimo. “Non si lavora più sulla
bozza del governo, ma la base del
piano la costruiamo insieme” ha detto
il presidente della Lombardia, Ro-
inarcos 317
notiziari
berto Formigoni, dopo l’incontro con
l’esecutivo. Che un paio di risultati li
ha comunque prodotti. Regioni e
Comuni, innanzitutto, difendono le
proprie competenze, ma hanno detto
di non essere affatto contrari in linea
di principio al rilancio dell’edilizia
come risposta alla crisi e alla semplificazione burocratica per le nuove concessioni.
Il risultato più concreto, tuttavia, è la
ripartenza del “Piano casa” originario
del governo, quello delle “Cento città” già annunciato da Berlusconi, per
l’edilizia residenziale agevolata. I
fondi dello Stato, 500 milioni, sono
tornati ieri sul tavolo. Dando soddisfazione a molti governatori delle Regioni “Rosse” che reclamano per chi non
ha la casa, la stessa attenzione che il
governo riserva ai proprietari con il
nuovo provvedimento.
“Siamo consapevoli dell’esigenza di
tante famiglie e di tanti giovani che si
sposano e che non sono in grado di
avere una casa. D’accordo con le Regioni, abbiamo immaginato un progetto per la costruzione di abitazioni
in tutti i capoluoghi, mobilitando anche le banche” ha detto Berlusconi.
Secondo il quale “l’urgenza del provvedimento resta, anche se non è detto
che il decreto sia lo strumento più
opportuno”.
In ogni caso, ha chiarito il premier,
“Non c’è nessuna marcia indietro: il
piano non riguarderà solo le ville, ma
le case mono e bifamiliari, e dunque il
50% delle famiglie italiane”.
“Le Regioni sono favorevoli al rilancio
dell’edilizia, e pronte a impegnarsi,
ma nel rispetto delle competenze” ha
detto Errani. “I presupposti del decreto sono condivisibili se l’obiettivo è
quello di rispondere alla crisi e favorire la semplificazione amministrativa”
ha osservato il presidente dell’Associazione dei Comuni, Leonardo Domenici.
■
Mercato e riforme. Dopo l’avvio dell’istruttoria di Catricalà
Antitrust, la rivolta di
architetti e ingegneri
“Pregiudizi ideologici contro le professioni”
ANTONELLA BACCARO
25 marzo 2009
Ma i commercialisti e i giovani avvocati difendono il Garante: va nella
318
inarcos
giusta direzione sulla via della riforma
ROMA - L’annuncio di nuove istruttorie dell’Antitrust sugli ordini professionali, dopo quella appena conclusa dallo stesso Garante Antonio
Catricalà, provoca la levata di scudi
delle categorie interessate. Ingegneri, architetti, psicologi respingono le
accuse di conservatorismo lanciate
dall’organismo di vigilanza, quando
non invocano la tutela del governo,
E il caso degli ingegneri: il presidente del Consiglio nazionale, Paolo
Stefanelli, ha scritto direttamente al
presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per segnalare come le richieste di riforma, avanzate dal Garante,
siano “in evidente e frontale contrasto con gli indirizzi provenienti dagli
ambienti governativi”. Per Stefanelli
l’indagine dell’Antitrust è “viziata
da pregiudizi ideologici”.
Un’accusa che fa il paio con quella
già lanciata, subito dopo la pubblicazione del provvedimento, dal Consiglio nazionale degli architetti che
aveva tuonato contro la “nuova campagna di stampa antiordinistica”. Sia
pure in un momento di crisi come
l’attuale, argomentavano gli architetti, la riduzione delle tariffe, auspicata da Catricalà, sarebbe già stata applicata nell’ ordine del 50%.
E il tema delle tariffe sembra essere
il più spinoso.
Dall’indagine dell’Antitrust emerge
che alcuni ordini “hanno mostrato
resistenze, anche fondate sull’idea
che il professionista sia ancorato al
rispetto del decoro della professione
nella determinazione della parcella”. Una spiegazione che non convince Catricalà: “Una prestazione di
alta qualità - spiega - deve avere
tariffe alte. Una prestazione di qualità più bassa deve averle minori”,
Sul punto il Garante ha annunciato
l’apertura di nuove istruttorie a carico di “alcuni ordini nazionali e consigli territoriali”.
“Ma quali tariffe minime?” - si ribella il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi, Giuseppe Luigi Palma -. Noi non abbiamo un tariffarlo approvato per decreto. Ma entrando nel merito, vogliamo dire che per un colloquio di
45 minuti la tariffa minima “consigliata” è di 30-35 euro?”. Insomma
anche la tariffa, secondo Palma,
“deve rispondere a criteri di dignità”.
I consulenti del lavoro richiamano
l’attenzione su un altro aspetto:
“Qui - attacca il presidente dell’ordine, Marina Calderone - non si tiene
conto di come oggi i professionisti si
facciano carico (a costi ridicoli) delle
carenze della pubblica amministrazione e delle difficoltà dei clienti a
pagare le prestazioni”.
Insomma un coro di critiche da cui
hanno preso le distanze i commercialisti e i giovani avvocati, soddisfatti delle conclusioni dell’Antitrust
e pronti a “proseguire sulla via della
riforma delle professioni economico
-giuridiche”.
■
Le categorie aprono i loro codici deontologici e smontano l’indagine del garante sulla concorrenza
Dall’Antitrust accuse
ideologiche
Le professioni: non siamo casta, ecco
tutte le riforme fatte
BENEDETTA P . PACELLI
25 marzo 2009
Rinviate al mittente e senza troppi
giri di parole, le accuse del garante
per la concorrenza agli ordini professionali. La pubblicità? Posto che sia
davvero un fattore positivo per la
concorrenza, ammettono le categorie interessate, è consentita senza
restrizioni. I minimi tariffari? Aboliti,
con tutti i disastri, però, che questo
ha comportato.
E poi nessuna chiusura alle società tra
professionisti così come, quando è
possibile per legge, alla possibilità di
svolgere il tirocinio durante il corso di
laurea, Insomma le categorie professionali mostrano, codici deontologici
alla mano, di avere tenuto il passo
delle lenzuolate di Bersani e non ci
stanno alle accuse di chi, in virtù del
liberismo, sembra volerli equiparare
a un impresa.
“E un’indagine viziata da pregiudizi
ideologici”, commentano al Consiglio
nazionale degli architetti guidato da
Raffaele Sirica, “soprattutto a fronte
della crisi economica, e di una riduzione generalizzata di quasi il 50%
delle tariffe nel nostro settore”.
Negli ultimi anni abbiamo proceduto
ad accogliere i principi europei della
professionali che lavorano con competenze diverse. E in questo senso”,
chiude Savoldi, “serve un cambio di
mentalità”.
Dito puntato contro l’Antitrust da
parte del presidente del Consiglio
nazionale degli ingegneri Paolo
Stefanelli a dir poco sconcertato da
un’indagine “che non ha alcun fondamento di verità”. Stefanelli mostra
anche grande disappunto rispetto
alle proposte di Catricalà “assolutamente incostituzionali”, come l’istituzione di lauree abilitanti. “Non
accettiamo che la Bersani sia l’unico
riferimento normativa, oltre al fatto
che i ribassi sono tali da andare a discapito della qualità della prestazione. “Sembra proprio”, puntualizza
ancora, “che sia in atto un attacco
non al sistema ma proprio ai professionisti”.
Soprattutto, per il presidente della
Federazione nazionale degli ordini
dei medici chirurghi e odontoiatri,
Amedeo Bianco, forse sarebbe stato
necessario distinguere la professione
medica rispetto alle altre: “Svolgiamo un servizio connesso alla tutela
dei diritti fondamentali e quindi, per
esempio, verificare i messaggi pubblicitari nel nostro caso è una necessaria tutela verso il cittadino. Non
abbiamo più tariffari, però bisogna
dare un’informazione corretta sui
determinanti costi di una prestazione”.
“Ci serviva un Antitrust che desse
dignità al nostro lavoro, non che ci
mettesse i bastoni tra le ruote”,
tuona Lorenzo del Boca, al vertice
dell’Ordine dei giornalisti. E sui
minimi tariffari? “Abolirli vorrebbe
dire garantire stipendi ancora più
bassi di quelli che già la maggior
parte di questi professionisti percepisce”.
Respinge “con determinazione” la
considerazione di una chiusura alle
esigenze dei consumatori e della
modernizzazione del paese Paolo
Piccoli presidente del Notariato che
sottolinea come l’approccio dell’Antitrust “oltre a essere meccanicistico e
parziale, rischia seriamente di indebolire le garanzie sostanziali per il
cliente, poiché non tiene conto di una
serie di elementi che caratterizzano
la prestazione professionale rispetto
all’impresa”.
Soddisfatti i periti industriali che,
dopo le segnalazioni dell’Antitrust
hanno adeguato il loro codice deontologico rispetto alle tariffe e alla
pubblicità. Certo è che per il presi-
dente del Consiglio nazionale dei
periti industriali Giuseppe Jogna
“l’abolizione dei minimi ha portato
ad affidamenti delle p.a. vengono
affidati a ribassi semplicemente
scandalosi ed è impossibile eseguirli
nel rispetto della qualità e di standard di livello delle prestazioni. Il
problema vero, per Jogna, “è semmai quello di abolire la Bersani: speriamo che il nuovo Cup se ne faccia
carico”.
Respingono le accuse di corporativismo gli psicologi. Questo attacco agli
ordini per il presidente Giuseppe
Luigi Palma non fa bene a nessuno:
non tutela l’utenza, non stimola il
cambiamento ma costringe alla difesa.
Entrando nel dettaglio poi spiega
che “per quanto riguarda la pubblicità la categoria ha riposto approvando l’atto di indirizzo sulla pubblicità nel pieno rispetto della normativa vigente”.
Sulle tariffe minime invece spiega
che “gli psicologi non hanno un
tariffario approvato con decreto,
quindi nulla da abrogare”. I rilievi di
Catricalà non preoccupano invece
Claudio Siciliotti presidente del
Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili la
cui categoria ha invece ricevuto
apprezzamento al codice deontologico in materia di tariffa e pubblicità: “le aperture contenute nel nostro
codice sono per Siciliotti, uno dei
frutti di quella grande operazione
riformista di cui ci siamo resi protagonisti con la nascita dell’Albo
unico”.
■
notiziari
concorrenza, modificando il codice
deontologico e introducendo la pubblicità anche commerciale e norme
per la tutela del cliente. Il nuovo
Codice è stato a lungo sottoposto
all’esame dell’Antitrust accogliendone le loro indicazioni.
Cauto Guido Alpa presidente del
Consiglio nazionale forense che si
dice soddisfatto che l’Antitrust abbia
vagliato “favorevolmente il codice
deontologico come aggiornato di
recente e che abbia apprezzato alcuni dei principi ora espressi nel progetto di riforma dell’ordinamento
forense”. Perché, se è vero che permangono alcune riserve, i rilievi sono
stemperati grazie alle modifiche al
codice deontologico e a quelle contenute nella riforma,
Per Marina Calderone numero uno
del Consiglio nazionale dell’ordine
dei Consulenti del lavoro l’indagine
non fa altro che evidenziare il preconcetto verso le classi professionali:
“si vuole colpire la figura del professionista e in un momento di crisi
come questo, una tale impostazione,
non solo non corrisponde alle caratteristiche degli ordini, ma non è
neanche rispettosa del ruolo che stiamo svolgendo.
“I nostri minimi tariffari”, chiude la
Calderone, “sono puramente indicativi e abbiamo un codice deontolgico
aggiornato rispetto alle segnalazioni
passate dell’Antitrust”.
Soddisfazione invece da parte presidente della Federazione nazionale
degli ordini dei farmacisti Andrea
Mandelli che ritiene importante sottolineare che il Garante riconosce
all’ordine la disponibilità a confrontarsi sui punti controversi e allo stesso modo è molto significativo che
nella relazione si giudichi degna di
menzione la disponibilità dei farmacisti a farsi carico dell’informazione al
pubblico sui farmaci equivalenti.
“Ci siamo adeguati a tutte le leggi
vigenti e alla Bersani in particolare”,
puntualizza Pietro De Paola presidente del Consiglio nazionale dei geologi e “non abbiamo intentato procedimenti disciplinari neanche quando le
tariffe sono state abbattute dell’8090%”.
Si sofferma, invece, sull’unico rilievo
fatto alla categoria rispetto alla costituzione di società professionali Fausto Savoldi numero uno al Consiglio
nazionale dei geometri: “questo percorso è ostacolato dalla magistratura
perché non ci riconosce competenze
quando ci sono delle associazioni
inarcos 319
notiziari
Collegio Costruttori Edili
ed Imprenditori Affini
Elenco delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili dal
1° marzo al 31 marzo 2009 alle imprese associate
Circ. num.
320
Prot.
Data
131/2009
414
03/03/2009
132/2009
416
03/03/2009
133/2009
134/2009
417
418
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03/03/2009
135/2009
422
03/03/2009
136/2009
423
03/03/2009
137/2009
424
03/03/2009
138/2009
425
04/03/2009
139/2009
426
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140/2009
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427
428
04/03/2009
04/03/2009
142/2009
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143/2009
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inarcos
Oggetto
Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice dei prezzi
al consumo per le famiglie di operai e impiegati
relativo al mese di gennaio 2009.
Disponibilità di figure professionali da parte
dell’Agenzia per il lavoro “Life In Spa” per
l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili.
Elenco circolari diramate nel mese di febbraio 2009.
Incontro di Ance Rimini sul tema: “Novità fiscali nel
settore immobiliare”, Mercoledì 18 marzo 2009, ore 15.00,
Sala A di Confindustria Rimini, Piazza Cavour n. 4 – Rimini.
Legge 27 febbraio 2009 n. 14 – Proroga di termini
relativa a norme tecniche sulle costruzioni, energie
rinnovabili (non operativa in Emilia Romagna),
sicurezza sul lavoro.
Locazioni non abitative di durata superiore a 6
anni: libero l’aggiornamento del canone.
INAIL. Rateazione premio relativo all’autoliquidazione
2008/2009. Tasso d’interesse e coefficienti.
Legge n. 14/2009 di conversione del D.L. n.
207/2008 – c.d. “Decreto milleproroghe” – Misure
fiscali di interesse per il settore edile-immobiliare.
Rivalutazione aree agricole ed edificabili.
Disciplina delle spese di rappresentanza nell’ambito
del reddito d’impresa – Art. 108, comma 2,
del TUIR – Nuovi criteri e limiti di deducibilità
(Decreto 19 novembre 2008 del Ministero dell’Economia
e delle Finanze). Decorrenza: periodo d’imposta successivo
a quello in corso al 31.12.2007.
Denuncia di Inizia Attività (DIA) e tutela dei terzi lesi.
Autorizzazioni paesaggistiche: disciplina transitoria
fino al 30 giugno 2009.
Disponibilità di figure professionali da parte
dell’Agenzia per il lavoro “METIS SPA” per
l’inserimento lavorativo nel settore delle costruzioni edili.
Determinazione della misura del tasso di mora per
l’anno 2008 da applicarsi ai sensi e per gli effetti
dell’art. 30 del Capitolato Generale d’Appalto
(ritardato pagamento degli acconti e della rata di saldo).
Istruzioni per l’applicazione delle norme tecniche per le
costruzioni. Proroga regime transitorio al 30 giugno 2010.
Autorizzazioni ANAS S.p.A. trasporti eccezionali.
Rimborso dell’indennizzo convenzionale d’usura
per rimorchi/semirimorchi.
Contratto di appalto e DURC nei lavori pubblici.
Procedura INPS per accertare la regolarità per
“singolo appalto” attraverso il rilascio di apposito
verbale. Interpello 15/2009 Ministero del Lavoro.
Comune di Bologna:
- avviso d’asta pubblica per la vendita di porzione
di fabbricato in Bologna, Via Brugnoli 6. Importo a
Autore
Servizio
CP/vc
Tecnico
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Lavoro
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A.G. - Segr. - Amm.
A.G. - Segr. - Amm.
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base d’asta: 3.480.000,00 euro. Scadenza presentazione
delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009;
- avviso d’asta pubblica per la vendita di fabbricato
in Bologna, Via Masi 51 e 51/2. Importo a base
d’asta: 675.000,00 euro. Scadenza presentazione
delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009;
- avviso d’asta pubblica per la vendita di
complesso immobiliare denominato “Villa Melloni”
in Comune di Dozza Imolese (BO), Via Calanco nn. 87/89/91.
Importo a base d’asta: 872.865,00 euro. Scadenza
presentazione delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009.
Manuale “L’IVA in edilizia” edito da Assoservizi
S.r.l. – Confindustria Trento.
Dichiarazioni fiscali: proroghe ed invio telematico.
D.L. 10.02.2009 n. 5: le novità del Decreto
incentivi. Misure di interesse per i consumatori e le imprese.
Incontro sul tema “D.Lgs. 231/01 e sicurezza sul lavoro:
modelli organizzativi di controllo e gestione
per le imprese edili”, Lunedì 16 marzo 2009, ore 15,00,
sede dell’Unione Parmense Industriali a Palazzo Soragna,
Strada al Ponte Caprazucca 6/A - Parma.
Accordi di collaborazione.
Comune di Castenaso (BO): entrati in vigore i nuovi
strumenti urbanistici (P.S.C. - R.U.E.) dal 25 febbraio 2009.
Imponibilità ed esenzione IVA per le cessioni e le locazioni
immobiliari. Vademecum riepilogativo della disciplina.
Anno 2009 – Attività di vigilanza, linee di intervento.
Carattere prevenzionale delle ispezioni.
Contrasto al lavoro nero. Utilizzo anomalo del parttime nel settore edile.
Workshop sul tema “La crisi finanziaria: strumenti di
valorizzazione degli asset inespressi delle imprese
di costruzione”, 12 marzo 2009 – ore 10.0, presso
l’Auditorium ANCE – Via Guattani, 16 – Roma.
Fondazione Ramazzini. Vendita a trattativa privata
di complesso edilizio-immobiliare costituito da case
coloniche e terreni in Comune di Minerbio – Via Marconi.
Provincia di Bologna: Delibera di Giunta n. 32/2009 avente
ad oggetto “Comune di Sasso Marconi. Formulazione
di riserve previste nell’ambito del procedimento
di approvazione del Piano Operativo Comunale, adottato
con deliberazione del Consiglio Comunale n. 76 del
29.10.2008. Espressione del parere previsto dalla
procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”.
Convegno “Copertura ad alta efficienza energetica
– Isolamento termico ed impianti fotovoltaici per
costruzioni a totale efficienza energetica”.
Mercoledì 25 marzo 2009 alle ore 16.30, sede
dell’Associazione Ingegneri ed Architetti della
Provincia di Bologna, Strada Maggiore, 13 – Bologna.
Richiesta di disponibilità ad accogliere in azienda
allievi degli istituti tecnici per geometri e periti
edili, partecipanti al: “Progetto di alternanza scuola
lavoro per Istituti Tecnici”, promosso dall’Istituto
Professionale Edile di Bologna.
Legge 133/2008: pubblicato sul Bollettino Ufficiale
Regione Emilia Romagna il Piano di alienazione
e valorizzazione del patrimonio non strategico
della Regione Emilia-Romagna.
Comune di Bologna: avviso d’asta pubblica per la
vendita di terreno agricolo con sovrastanti fabbricati
in Comune di Castel D’Aiano (BO), Via Castellaro.
Importo a base d’asta: €. 211.500,00. Scadenza
presentazione delle offerte: ore 13,00 del 30 marzo 2009.
Parere n. 8/2009 dell’Autorità per la Vigilanza
sui Contratti Pubblici di Lavori sui criteri da adottare
per la formulazione dei ribassi percentuali delle
offerte e per il calcolo della soglia di anomalia.
INPS - Massimali mensili C.I.G. - Variazioni dal 1° gennaio 2009 Dichiarazione di responsabilità C.I.G. impiegati.
Guida alle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie:
nuovo aggiornamento alla luce della proroga sino al 2011.
Abolizione libro soci ed elenco soci annuale.
Scadenza presentazione pratiche: 30 marzo 2009.
Manuale operativo predisposto dalla Camera di
Commercio di Bologna. Incontro di
approfondimento promosso dalla Camera di
Commercio di Bologna, Lunedì 16 marzo 2009, ore
15,00 Sala Bolognini – Convento S. Domenico (BO).
“Manuale della sicurezza, dell’igiene e dell’ambiente di lavoro
nelle costruzioni edili”, edizione 2009.
Fondi Paritetici Interprofessionali. Fondimpresa.
Modalità di adesione.
Scadenze fiscali aprile 2009.
inarcos 321
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Modalità di richiesta delle detrazioni d’imposta
da parte dei lavoratori - Dichiarazione di spettanza
delle detrazioni d’imposta per l’anno 2009Chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate.
Missione di filiera Associazione Nazionale Costruttori Edili
(ANCE) nel Golfo Persico. Rinvio missione nei giorni
16-20 maggio 2009. Adesioni entro il 27 marzo 2009.
Aliquota IVA al 10% per le manutenzioni delle abitazioni
in via permanente. Interventi di manutenzione ordinaria
e straordinaria e beni significativi. Riepilogo aliquote IVA
interventi recupero.
Questionario monitoraggio andamento del mercato
del lavoro in relazione agli strumenti di flessibilità.
Restituzione questionario compilato entro il 25 marzo 2009.
Provincia di Bologna: asta pubblica per la vendita
dell’ex casa cantoniera in Comune di Medicina (BO),
località Fossatone, Via San Vitale Ovest n. 5478.
Prezzo a base d’asta: € 157.500,00. Scadenza presentazione
offerte: ore 12,00 del giorno 6 aprile 2009.
Adozione del Piano Operativo Comunale (POC)
del Comune di Granarolo dell’Emilia (BO).
Osservazioni entro l’11 maggio 2009.
Parere dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti
Pubblici sulle modalità di dimostrazione, da parte
delle imprese, dell’avvenuto versamento della tassa
di gara. Mancata registrazione on-line del
versamento non costituisce causa di esclusione.
Intervento del Presidente, Marco Buriani,
sul quotidiano “Il Resto del Carlino” del 15 marzo 2009
“Alti costi, tempi lunghi. Così l’edilizia muore”.
Terre e rocce da scavo: ancora una modifica.
Detrazione IRPEF del 36% per opere
di ristrutturazione edilizia. Sentenza della Cassazione.
Nuovo modulo per la convalida dimissioni lavoratrice
madre/lavoratore padre dimissionari ex art.55 D.Lgs. n.151/2001.
Convertito in legge il Decreto n. 207/2008 (cd. “mille proroghe”).
Concessioni autostradali affidamenti “in house”.
Proroga arbitrato nei lavori pubblici.
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza comunicazione nominativi.
Guida ANCE alla nuova disciplina degli interessi
passivi per le imprese immobiliari.
Invito all’incontro “Ufficio fabbrica creativa, lo spazio di lavoro
diventa risorsa”, Venerdì 3 aprile 2009, ore 17.00,
presso MAMbo - Museo d’Arte Moderna Bologna,
Via Don Minzoni n. 14.
Discariche - MPS - MUD - Accordi Programma:
proroghe e nuove regole.
IVA: responsabilità solidale dell’acquirente nelle compravendite
immobiliari. Chiarimenti ministeriali. Nessuna solidarietà
quando interviene accertamento basato sul “valore normale”.
IVA: cessioni di fabbricati ristrutturati. Chiarimenti ministeriali.
Obbligo di allegare l’attestato di certificazione
energetica in caso di compravendita o locazione.
Chiarimento nostra circolare n. 394/2008.
Operatività dell’obbligo in Emilia Romagna.
ICI – esenzioni – chiarimenti in merito alle abitazioni
assimilate all’unità immobiliare adibita ad abitazione principale.
ICI – esenzione per gli enti non commerciali.
Convenzioni alberghiere 2009 nella città di Roma.
Convenzione con catene alberghiere.
Coefficiente per la rivalutazione del T.F.R. - febbraio 2009.
Manuale per la Cassa Integrazione Guadagni
ordinaria e straordinaria.
Tavola rotonda Gabetti Corporate sul tema “Analisi
e prospettive del mercato immobiliare corporate di Bologna”
Giovedì 2 aprile 2009, ore 16,30, presso
ANCEBOLOGNA, Via Zaccherini Alvisi n. 20.
Rivalutazione dei beni immobili d’impresa.
Chiarimenti ministeriali.
Piano Casa: ex art. 11 D. L. 112/2008. Norme e
procedure per la realizzazione di edilizia sociale.
Equo canone e disciplina delle locazioni. Indice dei prezzi
al consumo per le famiglie di operai e impiegati relativo
al mese di febbraio 2009.
Rilevazione trimestrale dei tassi effettivi globali
medi ai fini dell’applicazione della legge sull’usura
(Legge 108/1996). Applicazione 01.01.2009 al 31.03.2009.
Provincia di Bologna: n. 4 avvisi di aste immobiliari.
Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 18 maggio 2009.
Detassazione: imposta sostitutiva del 10% - codici tributo.
Applicazione all’elemento economico territoriale.
Il modello di dichiarazione 730/2009. Servizi CAF dell’Industria
dell’Emilia Romagna S.p.a. ai dipendenti delle Imprese associate.
LD/df
Tributario
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/vc
Tributario
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
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CP/aa
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CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
LD/df
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Tecnico
Tributario
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Tecnico
LD/df
Lavoro
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A.G. - Segr. - Amm.
LD/aa
Tecnico
CP/aa
Tributario
CP/aa
CP/aa
Tributario
Tecnico
CP/vc
Tributario
CP/vc
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Tributario
A.G. - Segr. - Amm.
LD/df
LD/ld
Lavoro
Lavoro
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
Tributario
CP/aa
Tecnico
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Tecnico
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26/03/2009
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211/2009
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27/03/2009
212/2009
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Osservazioni al RUE del Comune di Bologna elaborate
e presentate da ANCEBOLOGNA – Collegio Costruttori Edili.
Comune di Castel San Pietro Terme (BO): avviso d’asta
per la vendita di n. 2 lotti di terreno edificabile
a destinazione residenziale nel Piano Particolareggiato
“Panzacchia 2” mediante cessione di diritto di opzione
a titolo oneroso. Importi complessivi a base d’asta:
euro 563.000,00 ed euro 499.000,00. Termine scadenza
presentazione delle offerte: ore 12,30 del 2 aprile 2009.
Autotrasporto: dal 1° aprile 2009 obbligatori
gli specchi posteriori.
Incontro “Attualità del pensiero di Adriano Olivetti:
comunità, economia e urbanistica” Mercoledì 8 aprile 2009
- ore 15,00, Sala Consiglio di Palazzo Malvezzi,
Via Zamboni 13 - Bologna.
Incontro Unindustria Bologna sul tema “Energia
dell’architettura. Efficienza energetica per un’architettura
integrata”, Mercoledì 15 aprile 2009, ore 18,00,
Unindustria Bologna, Via San Domenico n. 4 – Bologna.
Sanzioni per Reverse Charge – Chiarimenti Ministeriali.
Segnalazione n. III/2009 elenco indicativo dei
bandi di gara disponibile sul sito internet di ANCEBOLOGNA
- Collegio Costruttori Edili, www.ancebologna.it.
Azienda USL di Bologna: bando d’asta pubblica
per la vendita di immobili suddivisi in 3 lotti.
Prezzi a base d’asta: euro 257.500,00 lotto 1°,
euro 295.000,00 lotto 2°, euro 303.600,00 lotto 3°.
Scadenza presentazione delle offerte: ore 12 del 20 aprile 2009.
Contratti di solidarietà. Modalità ed ambito di applicazione
in edilizia. Servizi associativi.
A.S.P. “Poveri Vergognosi”: n. 4 avvisi d’aste pubbliche per
la vendita di corti coloniche e/o aree agricole con relativi
fabbricati ubicati nei Comuni di Ozzano dell’Emilia, Anzola
dell’Emilia e Minerbio. Relative basi d’asta e scadenze.
Bologna & Fiera Parking S.p.A.: concessione per un periodo
massimo di anni 90 del diritto di superficie su suolo pubblico
per la costruzione e gestione di una struttura alberghiera.
Importo minimo dell’offerta economica: euro 5.000.000,00.
Termine ultimo per la presentazione dell’offerta: 12 maggio 2009.
Licenziamento individuale - Superamento del periodo
di comporto - Cassazione, sentenza 3 marzo 2009 n. 5078.
Mutamento del titolo d’assenza da malattia a ferie
per evitare il superamento del periodo di comporto.
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
Tecnico
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/vc
CP/aa
Tributario
Tecnico
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
LD/df
Lavoro
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
CP/aa
A.G. - Segr. - Amm.
LD/df
Lavoro
notiziari
201/2009
L’aggiornamento in tempo reale degli oggetti delle circolari indirizzate da ANCEBOLOGNA - Collegio Costruttori Edili alle imprese associate è consultabile sul sito internet: www.ancebologna.it.
PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI
G.U.
DEL
OGGETTO
48
27.02.2009
48
27.02.2009
49
28.02.2009
S.O.N. 28/L
28.02.2009
50
02.03.2009
50
02.03.2009
51
03.03.2009
68
23.03.2009
MINISTERO DELL’INTERNO DECRETO 16 FEBBRAIO 2009
Modifiche ed integrazioni al decreto 15 marzo 2005 recante i requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione.
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
CIRCOLARE 13 FEBBRAIO 2009, N. 11434
Istruzioni applicative dell’art. 2 del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185 convertito con modificazioni
dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 – Mutui prima casa (Seguito circolare del 28 dicembre 2008).
LEGGE 27 FEBBRAIO 2009, N. 13
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie
in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente.
LEGGE 27 FEBBRAIO 2009, N. 14
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, recante proroga di termini previsti
da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti.
Testo del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, coordinato con la legge di conversione 27 febbraio 2009, n. 14,
recante: “Proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti”.
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI DECRETO 19 FEBBRAIO 2009
Determinazione per il periodo 1° gennaio 2008-31 dicembre 2008, della misura del tasso di interesse di mora da applicare
ai sensi e per gli effetti dell’articolo 133 del codice dei contratti pubblici di lavori, servizi, forniture.
ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA: Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese
di gennaio 2009, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni
di immobili urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione
della finanza pubblica).
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE DECRETO 12 FEBBRAIO 2009
Tasso di riferimento determinato per il periodo 1° gennaio – 30 giugno 2009, relativamente alle operazioni a tasso
variabile, effettuate dagli enti locali ai sensi dei decreti-legge 1° luglio 1986, n. 318, 31 agosto 1987, n. 359 e 2 marzo 1989,
n. 66, nonché della legge 11 marzo 1988, n. 67.
ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA: Indici dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo al mese
di febbraio 2009, che si pubblicano ai sensi dell’art. 81 della legge 27 luglio 1978, n. 392 (Disciplina delle locazioni
di immobili urbani), ed ai sensi dell’art. 54 della legge del 27 dicembre 1997, n. 449 (Misure per la stabilizzazione
della finanza pubblica).
inarcos 323
notiziari
www.assoinar.it
Proposta della
FEDERAZIONE NAZIONALE
ASSO INGEGNERI
per progetti da realizzare
per la promozione
e lo sviluppo della libera
professione
di ingegnere ed architetto
Premessa
INARCASSA, secondo i disposti dell’art. 3
comma 5 dello statuto “Nell’ambito delle
attività di cui al comma 1, Inarcassa svolge,
compatibilmente con le disponibilità di
bilancio e comunque nel limite massimo
dello 0,34% del gettito del contributo integrativo risultante dall’ultimo bilancio consuntivo approvato, senza pregiudizio delle
attività previdenziali di cui al comma 2, attività di promozione e sviluppo dell’esercizio
della libera professione dei propri associati,
con particolare riguardo ai giovani iscritti,
anche con l’offerta di strumenti finanziari
(quali ad esempio prestiti, costituzione di
fondi di garanzia ed altro) e servizi”approvato alla fine del 2008, mette a disposizione quota parte del gettito del contributo integrativo per attività di promozione e sviluppo della libera professione
dei propri associati; pertanto, la nostra
Federazione ASSO INGEGNERI, i cui soci
volontari sono tutti iscritti ad Inarcassa, sottopone al Comitato Nazionale dei Delegati
i seguenti progetti che potrebbero essere
realizzati con Inarcassa e finanziati con
quota parte della disponibilità economica
stanziata per questi scopi. In particolare:
– Costituzione di un “albo” nazionale
dei liberi professionisti
L’esigenza di questo documento nasce dal
fatto che gli albi degli ingegneri ed architetti costituiti per legge, raggruppano
tutti i professionisti iscritti agli ordini, a
prescindere dal modo in cui svolgono la
324
inarcos
propria attività, non solo quindi i liberi
professionisti. Essi inoltre contengono prevalentemente dati anagrafici e non di specifica sull’attività degli iscritti quali ad
esempio le specializzazioni professionali,
gli ambiti territoriali di intervento, i più
importanti lavori realizzati. La costituzione di un “albo” assolutamente volontario, di scritti ad Inarcassa e quindi di
liberi professionisti puri, in cui presentare le proprie caratteristiche professionali, consentirebbe sia alla committenza che ai colleghi di poter indirizzare al meglio le proprie esigenze,
scegliendo il professionista più adatto
al lavoro da eseguire.
– Definire le procedure di qualità per gli
studi professionali
Gli studi professionali italiani hanno mediamente una dimensione abbastanza piccola
e per essi certificarsi in qualità secondo le
ISO 9001-2000 diventa abbastanza oneroso; sarebbe pertanto più opportuno definire i modi di operare in qualità dello studio
e chi si attiene a tali procedure potrà affermare di operare in qualità. Sarebbe inoltre
questo il primo passo verso l’individuazione di una tariffa legata alla prestazione, in
quanto si definirebbe il modo di esercitare
la professione.
– Individuazione di una tariffa di riferimento legata alla prestazione professionale
L’abolizione delle tariffe professionali che
erano comunque carenti di molte tipologie di prestazioni, rende assolutamente
necessario realizzare un nuovo tariffario di riferimento che preveda tutte le
tipologie di prestazioni professionali
ed il cui compenso economico sia
legato al modo in cui la prestazione si
svolge; dovranno quindi essere introdotti
dei parametri che consentano di valutare il
livello della prestazione professionale.
– Definire le modalità di associazioni
temporanee fra studi professionali
La grande concorrenza ed il periodo di
recessione economica, rendono necessario avere strutture più snelle, potendo
comunque partecipare anche ad appalti in
cui è consigliabile essere in gruppi più
strutturati; ecco quindi l’esigenza di individuare le caratteristiche che devono avere
gli studi per potersi associare e le modalità da seguire per effettuarla; in questo
modo si amplieranno le potenzialità lavorative dei liberi professionisti.
Questi sono i progetti che la FEDERAZIONE
NAZIONALE ASSO INGEGNERI ha in programma di sviluppare che sottoponiamo
all’Assemblea dei Delegati affinché essa
valuti se possono essere anche suoi obbiettivi. Se anche solo uno di questi sarà ritenuto interessante, siamo a disposizione
per meglio definire come intendiamo procedere.
Affidiamo queste nostre proposte alla collega Ing. Franca Biagini che oltre ad essere
delegata per Bologna è anche consigliere
della Federazione Nazionale.
Tale proposta è stata portata nel Comitato
Nazionale del 20.02.2009 ,dal Delegato di
Bologna Ing. Franca Biagini che, dopo
averla presentata l’ha trasformata nella
seguente mozione:
Il Comitato Nazionale dei Delegati riunito
in Roma il 20 febbraio 2009, relativamente
al punto 6 all’ordine del giorno art. 31 lettera a): criteri generali cui deve uniformarsi I’amministrazione di Inarcassa - individuazione delle attività di promozione e
sviluppo dell’esercizio della libera professione (punto inserito all’ordine del giorno
ai sensi dell’art. 16.3 del Regolamento
interno per le riunioni del Comitato
Nazionale dei Delegati)
DELIBERA
che il Consiglio di Amministrazione
valuti l’attuabilità dei seguenti interventi:
1) costituzione di un “Elenco Naziona-
Tale mozione ha ottenuto il seguente
risultato favorevole:
Favorevoli 184
Contrari
63
Astenuti
17
A questo punto il passaggio successivo sarà
la valutazione in Consiglio di Amministrazione di Inarcassa di come procedere e
di come distribuire le risorse finanziate a
disposizione, considerando che sono state
presentate altre mozioni che hanno ottenuto ugualmente parere favorevole.
Il risultato raggiunto è certamente
molto positivo perché evidenzia che le
problematiche individuate ed i progetti delineati per risolverle, sono
ampiamente condivisi dai liberi professionisti in tutto il territorio nazionale; pertanto, la Federazione Nazionale ASSO INGEGNERI continuerà ad
occuparsene cercando di portarli a
compimento nel più breve tempo possibile, indipendentemente dal sostegno o meno di di Inarcassa.
Dott. Ing. Maria Pungetti
(Presidente Assonazionale)
***
Asso Ingegneri: “Pronti
a dare un contributo
al dibattito sul nuovo
Regolamento Urbanistico
Edilizio del Comune”
COMUNICATO STAMPA
Bologna, Aprile 2009
“Siamo certi di poter dare un contributo
importante nell’ambito dell’acceso dibattito e confronto in atto relativo all’imminente approvazione del nuovo Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) del
comune di Bologna”. Questo il messaggio lanciato forte e chiaro da Asso Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti
Emilia-Romagna che si propone come interlocutore qualificato in grado di contribuire in modo significativo su un tema
importante ed attuale come quello del
nuovo Rue messo a punto dal comune di
Bologna.
“ASSO – ha spiegato la presidente Maria
Pungetti – ha tutte le carte in regola per
essere coinvolta come libera associazione
regionale di Ingegneri ed Architetti che
rappresenta i liberi professionisti e ne
promuove e tutela gli interessi morali,
professionali ed economici. La nostra
associazione fa parte della Federazione
Nazionale ASSO Ingegneri Liberi Professionisti che ha sede a Roma e raggruppa numerose realtà regionali, operando
in uno scenario di respiro nazionale ed
europeo”. Non a caso, numerosi iscritti
ad Asso Ingegneri Liberi Professionisti
hanno partecipato, nei mesi scorsi, al
dibattito sul nuovo Rue nell’ambito della
Commissione Assetto Territorio (CAT)
dell’Ordine degli Ingegneri di Bologna e
contribuendo in modo positivo alla modifica di alcuni articoli del nuovo regolamento edilizio. Per quanto riguarda nel
merito il nuovo Rue, le osservazioni e
proposte di carattere generale sollevate
dalla CAT sono tre: in primis, si auspica
l’eliminazione dall’articolato di tutte le
norme che si riferiscono a settori in cui
vigono leggi e regolamenti sovraordinati; in secondo luogo, devono essere eliminate tutte le norme che danno adito ad
interpretazioni discrezionali sia da parte
dei tecnici comunali che dei progettisti;
infine, deve essere operata una netta
distinzione fra le “prescrizioni quantificabili o misurabili” (le sole a carattere
cogente) e quelle “espresse in forma discorsiva” che fungono solamente da semplice orientamento o suggerimento.
“Questi – ha sottolineato Pungetti – sono
tre punti fondamentali della questione,
ma quanto vogliamo dire non si ferma a
queste considerazioni. Come associazione abbiamo, infatti, ulteriormente sviluppato e approfondito il tema del
nuovo Rue con specifica competenza in
quanto ASSO Ingegneri Architetti è costituita da liberi professionisti che operano
sul territorio nell’interesse dei cittadini e
in linea con l’interesse pubblico”.
“Siamo soddisfatti – ha continuato la
presidente ASSO – e approviamo l’approccio metodologico che ha dato vita al
nuovo Rue in quanto ha permesso il
costante ed efficace confronto fra amministrazione e tecnici esterni. Siamo poi
favorevoli a nuovi strumenti normativi,
seppur consci delle conseguenti difficoltà che questi comportano, e dunque
auspichiamo che il nuovo regolamento
urbanistico edilizio sia approvato, anche
se dovrà essere migliorato in alcune sue
parti affinché si realizzino norme sintetiche, chiare e non discrezionali. Il tutto
con l’obiettivo di un reale ed efficace
snellimento burocratico”.
“La volontà di ASSO, in qualità di interlocutore qualificato – ha concluso – è quella di partecipare come associazione in
modo forte all’acceso dibattito sul tema
cruciale del nuovo Rue, soprattutto in
questa delicata fase intermedia di pas-
saggio dal vecchio al nuovo regolamento. Per questo ribadiamo la nostra disponibilità e volontà ad intervenire sulla
questione con tutte le forze protagoniste
della realtà sociale ed economica”.
Stralci di tale comunicato sono stati
pubblicati sabato 11 aprile 2009 nella
cronaca di Bologna del “Resto del
Carlino” e de “L’Informazione Il Domani”.
Ufficio Stampa, Manuela Goldoni
***
Pro-Ing per le comunità
abruzzesi colpite dal
terremoto: “Un centinaio
di ingegneri pronti a partire
per l’Abruzzo”
notiziari
le di Liberi Professionisti iscritti ad
Inarcassa”;
2) definizione delle procedure “di qualità per gli studi professionali”;
3) definizione delle modalità per la
costituzione di “associazioni temporanee fra studi professionali”
4) individuazione di una tariffa di riferimento legata alla prestazione
professionale.
5) Fornire tutte le informazioni in possesso si Inarcassa al fine della revisione degli studi di settore.
Ing. Franca Biagini
Ing. Agide Sintoni
Delegato Bologna Delegato di Ravenna
COMUNICATO STAMPA
Bologna, 8 Aprile 2009
Un centinaio di Ingegneri Liberi
Professionisti dell’Emilia Romagna,
coordinati dall’associazione regionale di
volontariato Pro-Ing, sono pronti a partire per l’Abruzzo per prestare la propria
opera alla popolazione colpita dal terremoto.
Insieme alla Protezione Civile dell’Emilia
Romagna, infatti, Pro-Ing – associazione
regionale di volontariato di ingegneri
liberi professionisti fondata nel 1996 su
iniziativa del Sindacato Ingegneri Liberi
Professionisti (SILP), oggi ASSO – sta
organizzando l’invio di squadre di esperti per mettere a disposizione della società civile la professionalità e l’esperienza
dei propri soci per tutte quelle attività
necessarie in queste occasioni di emergenza: verifica di agibilità di fabbricati ed
altre opere infrastrutturali; ausilio alle
squadre di soccorso; organizzazione dei
campi degli sfollati e delle squadre di soccorso; verifiche di sicurezza di opere
provvisionali.
Pro-Ing, fra l’altro, ha già operato negli
anni passati con competenza riconosciuta
per quanto concerne le agibilità in occasione degli eventi sismici avvenuti in
Umbria e nelle Marche nel 1997, in Molise
nel 2002 e nella provincia di Bologna nel
2004.
Alcuni membri dell’associazione - che aderisce alla “Consulta Provinciale del Volontariato per la Protezione Civile di
Bologna” - sono già in Abruzzo a seguito
della “Colonna Mobile” dell’Emilia Romagna, di cui Pro-Ing fa parte.
Pronti a partire per le aree maggiormente
colpite dal terremoto, in attesa delle disposizioni della Protezione Civile Nazionale
che coordina gli interventi di tutte le regioni italiane, gli Ingegneri volontari andranno a formare squadre di esperti, ciascuna
composta da circa quattro professionisti e
predisposta per intervenire a rotazione per
periodi di 5-7 giorni.
Ufficio Stampa, Manuela Goldoni
inarcos 325
rubriche
CORSI E CONVEGNI
BONOMI PATTINI
E DECOSPAN
SHINNOKI AWARDS
Bonomi Pattini e Decospan hanno
ideato un premio nazionale rivolto alle
realizzazioni architettoniche che hanno saputo valorizzare le caratteristiche
tecniche e le potenzialità espressive dei
materiali proposti dal marchio.
Possono partecipare opere realizzate o
in via di realizzazione nel periodo compreso tra il febbraio 2009 e il gennaio 2010. Saranno assegnati i se-
guenti premi: un premio da 7.000 euro,
un premio da 5.000 euro e un premio
da 3.000 euro.
www.shinnoki.com.
***
MANIFESTAZIONE
INTERMAT 2009
Esposizione internazionale delle attrezzature e delle tecniche per i lavori pubblici, l’edilizia e l’industria
dei materiali da costruzione.
Date & Orari: da lunedì 20 a sabato
25 aprile 2009 dalle ore 9.00 alle ore
18.00
Periodicità: Triennale
Luogo: Parc des Exposition Paris
Nord Villepinte - Francia
Superficie: 200.000 mq di superficie
netta
Specificità: Un’area esterna dedicata alle dimostrazioni di attrezzature
in movimento
Espositori: 210.000 visitatori internazionali previsti
Sito: www.intermat.fr
Associazione Ingegneri e Architetti della Provincia di Bologna
Ordine degli Ingegneri della Provincia di Bologna
in collaborazione con
INDEX
REQUISITI
ACUSTICI PASSIVI
DEGLI EDIFICI
ad oltre un decennio dall’entrata in vigore
del DPCM 5/12/97, qual è lo stato
di applicazione, quali sono le problematiche
riscontrate, quale sarà il futuro…
Mercoledì 27 maggio 2009 - alle ore 15,30
Sede dell'Associazione Ingegneri
ed Architetti della Provincia di Bologna
Strada Maggiore, 13 - 40125 Bologna
Il decreto sui requisiti acustici passivi (DPCM 5/12/1997), dapprima ampiamente disatteso e solo in un secondo momento terribilmente presente a tutti i protagonisti impegnati nel processo di edificazione, più a causa del notevole numero di contenziosi civili
ad esso legati che ad un effettiva presa di coscienza del problema, ancora oggi, dopo più
di un decennio dalla data della sua entrata in vigore, continua ad essere considerato particolarmente complesso e di difficile ottemperanza. Per capire qual è lo stato di applicazione e quali sono state le problematiche riscontrate nella ricerca di soluzioni in grado di fornire una prestazione secondo richieste, risulta
interessante effettuare un’analisi statistica dei dati reperibili su pubblicazioni di settore e raffrontando quanto potuto sperimentare direttamente, analizzare quali sono le cause che non hanno concesso l’ottenimento dei corretti livelli di isolamento acustico degli edifici. Questa
giornata di approfondimento e aggiornamento tecnico, si prefigge quindi come obiettivo, quello di portare a conoscenza dei convenuti lo
stato attuale di ottemperanza dei requisiti acustici passivi con l’intento di valutare e analizzare quali siano state le cause delle difficoltà incontrate, per poi fornire gli accorgimenti, progettuali ed esecutivi, necessari all’ottenimento dei requisiti di Legge sia per edifici nuovi che per
edifici esistenti. Verrà infine dibattuto il nuovo impianto normativo che dovrebbe portare alla stesura di una procedimento di classificazione
acustica degli edifici, norma tecnica ancora in fase di studio ma che ha già indicato alcune interessanti prerogative che dovrebbero fornire la
mercato un’ulteriore possibilità di differenziazione dell’offerta.
326
inarcos
***
VII SIMPOSIO
INTERNAZIONALE RILEM
ATCBM09
Rodi (Grecia), 27-29 maggio 2009
Il comitato tecnico RILEM 206-ATB, in
collaborazione con l’Università Tecnica Nazionale di Athene, promuove lo
studio/sperimentazione/ analisi avanzata e la caratterizzazione dei materiali bituminosi e incoraggia la ricerca
internazionale, puntando sulla sinergia e la collaborazione di ricercatori e
ingegneri di tutto il mondo, invitandoli a condividere le proprie esperienze e proposte durante il corso di
questo simposio.
Tra gli obiettivi della conferenza,
evidenziamo la promozione di una
rete di contatti/consulenza e servizi
internazionali, volta allo sviluppo e
all’implementazione di fondamentali metodi di analisi prestazionale;
l’identificazione di lacune e di eventuali nuove esigenze di ricerca; il
coordinamento della ricerca, tramite
l’indicazione delle aree sedi di sinergie internazionali; la valutazione
della qualità e del campo di applicazione dei metodi di analisi, così come
della loro idoneità normativa.
***
Ordine degli Ingegneri
della Provincia di Modena
Modena, 29-30 Maggio 2009
QUADRO NORMATIVO
Con la pubblicazione su G.U. 26.02.09
della Circolare esplicativa si completa
il quadro delle nuove Norme Tecniche
per le Costruzioni del D.M. 14.01.08
(NTC). L’anno di proroga, che sposta
l’obbligo al 30 giugno 2010, è stato
previsto dopo la richiesta dell’8 Commissione Permanente dei Lavori Pubblici, per diffondere i contenuti della
Circolare (oltre 400 pag.).
Al 2010 il CEN ha anche fissato il ritiro delle norme nazionali previgenti,
in contrasto con gli Eurocodici.
Le NTC vanno a sostituire le norme
nazionali previgenti (D.M. 96, OPCM
3274, D.M. 2005) e consentono l’uso
pieno degli Eurocodici EC-EN: per la
prima volta in Italia, anche in assenza degli Annessi Tecnici Nazionali.
Per altre informazioni: segreteria dell’Ordine degli ingegneri di Modena,
tel. 059-223831, fax 059-237166.
***
a
CORSO DI AGGIORNAMENTO
PROFESSIONALE
Il corso è rivolto ai professionisti che
si occupano di progetto, direzione
lavori e collaudo di opere strutturali.
Due gli aspetti esclusivi del corso:
1. la presentazione di un procedimento di progetto e calcolo delle
strutture che, partendo da un percorso completo, introduce una serie di strategie utili a semplificare
e velocizzare i calcoli;
2. il rilascio del software NTCalcS,
scritto sulle NTC, sulla Circolare e
sugli Eurocodici, per il progetto/
verifica di strutture ricorrenti.
Per rendere operativi i partecipanti
verrà illustrato e inserito nel testo del
corso, lo sviluppo del procedimento
su un edificio, fino al progetto/verifica delle strutture con NTCalcS.
NTCalcS abbandona radicalmente la
tradizione dell’industria del software a scatola chiusa, risultando un
EIRE
Milano, giugno 2009
Si svolgerà dal 9 al 12 giugno prossimi la quinta edizione di EIRE, l’evento
internazionale dedicato al real estate
italiano e dell’area mediterranea.
La fiera tratterà i temi di maggiore
attualità: il ruolo della finanza nel real
estate; lo sviluppo delle città; il retail;
l’eco-sostenibilità e il social housing.
EIRE è un evento che offre la possibilità di confrontarsi e lavorare in un
ambiente confortevole e business
oriented con tutti i principali protagonisti internazionali del settore,
svolgendo in quattro giorni di fiera
un lavoro altrimenti molto più dispendioso in tempo e risorse.
La fiera vuole porsi come la nuova
fiera di riferimento per il settore del
retail e dell’industria dei centri commerciali.
Un luogo di confronto sulle opportunità di sviluppo e di commercializzazione di nuove aree sul suolo italiano e, per gli operatori italiani, di
apertura verso l’estero.
Uno spazio espositivo e di comunicazione dedicato interamente alle
amministrazioni locali italiane di
media e piccola dimensione per promuoversi, far conoscere al mercato
le proprie opportunità e incontrare
nuovi partner per sviluppare e rendere operativi i propri progetti.
www.italiarealestate.it
***
CONSTRUCTEO
Parigi, giugno 2009
Constructeo si terrà a Parigi il 18 e
19 giugno 2009. La manifestazione
rappresenta uno dei maggiori saloni
dell’edilizia internazionale e comprende un’esposizione globale di
servizi e prodotti dedicati alle costruzioni.
La novità dell’anno prevede tre forum specializzati nei comparti edili,
nello specifico destinati al terziario
maturo, alla qualità ambientale e alla
gestione patrimoniale. I settori in
mostra riguardano i finanziamenti, le
assicurazioni, l’architettura, l’ingegneria, le struttura, le coperture le
facciate, l’isolamento termo-acustico,
la ventilazione e la climatizzazione.
www.constructeo.fr
rubriche
CORSO
DI AGGIORNAMENTO
SU EUROCODICI E
NORME TECNICHE
software differente; realizzato per
essere trasparente all’uso.
Vengono così superati i tradizionali
corsi basati su trattazioni accademiche di progettazione in zona sismica
e del metodo degli stati limite.
NTCalcS sarà commercialmente disponibile al costo di 1.700 euro + iva;
per i partecipanti al corso sarà compreso nella quota d’iscrizione e rilasciato assieme al dispositivo di protezione e al testo delle lezioni.
Descrizione del corso, di NTCalcS
(11 pag.), modulo per l’iscrizione al
corso o per la richiesta del testo+
software sono scaricabili dal sito
www.ing.mo.it.
Coordinamento per l’Ordine di Modena: dott. Ing. Roberto Tassoni.
Relatore: dott. Ing. Salvatore Palermo.
***
PREMIO PER STUDI
E RICERCHE
SUL LATERIZIO 2009
Domande entro il 26 giugno 2009
ANDIL (Associazione Nazionale degli
Industriali del Laterizio), in collaborazione con ICerS (Società Italiana della
Ceramica), promuove la tredicesima
edizione del premio “Studi & Ricerche
sul Laterizio”.
Anche per il 2009, il bando di concorso
mette in palio € 3000,00 per il miglior
lavoro concernente i prodotti per l’edilizia a base di terracotta e lo specifico settore industriale da cui questi
derivano.
Il concorso è, dunque, rivolto a tutti
coloro che abbiano discusso tesi di laurea o tesi di dottorato, abbiano completato l’elaborato finale di una borsa
di studio o svolto attività di ricerca
dedicata allo sviluppo dell’industria
del laterizio, all’innovazione di prodotto e/o di processo, all’impatto ambientale, all’analisi di mercato, ecc.
Ancora una volta ANDIL e ICerS, con
questa iniziativa congiunta, intendono
dare visibilità e valore agli sforzi e all’impegno profusi nell’ambito del
mondo della didattica e dell’indagine
sperimentale su tematiche che, in qualche modo, riverberano un comparto
industriale nazionale che vanta tradizioni produttive saldamente radicate
sul territorio, attraverso costruzioni di
edilizia prevalentemente abitativa.
inarcos 327
rubriche
Numerose sono le ricerche, affrontate
dai diversi Atenei che collaborano con
ANDIL, per dare supporto scientifico e
concretezza documentale alle tesi che
vogliono il laterizio quale materiale
leader per costruire in qualità: ad
esempio, sul ciclo di vita del prodotto,
oppure pertinenti alla realizzare di
soluzioni massive che consentono di
conseguire un maggior risparmio energetico per la climatizzazione invernale
ed estiva fino al 30% in più rispetto ad
involucri leggeri, a parità di condizioni
climatiche e di utilizzazione.
Elementi per murature, solai, partizioni interne, coperture, rivestimenti faccia a vista e pavimentazioni sono prodotti che, pur avendo origini millenarie, costituiscono da sempre oggetto di
studio e indagine, oltre che prezioso e
completo riferimento per la formazione professionale, grazie alla loro collaudata capacità di evolvere e di adeguare forme e prestazioni per soddisfare le richieste sempre più esigenti di
progettisti e imprese di costruzione,
nel rispetto della normativa vigente e
in perfetta sintonia con l’ambiente.
Come indicato all’art. 7 del bando di
concorso, la domanda di partecipazione dovrà pervenire all’ANDIL entro il
26 giugno 2009. La Commissione giudicatrice provvederà ad una verifica
della congruità delle domande ed inviterà i partecipanti ammessi a produrre
il materiale originale, entro il 31 agosto 2009.
Il bando di concorso per il premio
“Studi & Ricerche sul Laterizio” è
reperibile oltre che facendone richiesta direttamente all’ANDIL
Via Alessandro Torlonia,15 00161
Roma,
tel. 06.44236926,
fax 06.44237930,
e.mail: [email protected]
anche all’interno delle news del sito
www.laterizio.it.
***
portante di strade, ferrovie e areoporti, promossa dall’Università dell’Illinois, consiste nella promozione
di elevati livelli di design, realizzazione e manutenzione delle infrastrutture viarie, con riferimento, in
particolar modo, alla capacità portante di strade, ferrovie e areoporti.
I fattori che determinano la capacità
portante subiscono nel tempo continui cambiamenti, a causa dei sempre
più crescenti volumi di traffico e
carico dei mezzi di trasporto, che
richiedono pavimentazioni, strutture ferroviarie e sovrastrutture notevolmente più resistenti e a lunga
durabilità. In questo contesto viene
data particolare attenzione allo sviluppo e utilizzo di nuovi metodi e
materiali e al ricorso ad un moderno
tipo di design.
***
MAIRE PAV6
Sesta conferenza internazionale
sulla manutenzione e ripristino
del manto stradale e di controllo
tecnologico
Torino, 8-10 Luglio 2009
La Conferenza internazionale sulla
manutenzione e ripristino del manto
stradale e di controllo tecnologico,
che dal 1999 si tiene ogni due anni,
ha guadagnato l’attenzione di tutto
il mondo. Il valore reale della Conferenza è quello di fornire una
buona rete di scambio di conoscenze
e le indicazioni in merito alle più
avanzate tecnologie e prodotti del
comparto stradale. Un apposito spazio sarà dedicato alle società ed alle
istituzioni per permettere loro di
presentare le ultime realizzazioni e
obiettivi futuri.
***
TENDE E TECNICA
Rimini, ottobre 2009
VIII CONFERENZA
INTERNAZIONALE
SULLA CAPACITÀ
PORTANTE
DI STRADE, FERROVIE
E AREOPORTI
Champaign, Illinois (USA),
29 giugno-2 luglio 2009
L’obiettivo principale dell’VIII Conferenza Internazionale sulla capacità
328
inarcos
Tende e Tecnica, la biennale dedicata ai prodotti, progetti e sistemi
legati ai temi della protezione, oscuramento, risparmio energetico, sicurezza e arredamento, avrà luogo
presso il Quartiere Fieristico di Rimini da mercoledì 7 ottobre a
sabato 10 ottobre 2009. In un momento in cui il mercato è particolarmente selettivo e richiede sforzi
notevoli alle imprese, l’organizza-
zione ha individuato nell’anticipo
della manifestazione un plus a favore degli espositori: proprio per andare incontro alle richieste degli espositori e degli operatori del settore, i
responsabili dell’organizzazione della manifestazione hanno anticipato
di un giorno le date di apertura e
chiusura (inizialmente indicate nei
giorni 8 - 11 ottobre 2009) eliminando la domenica. Da giovedì 8 ottobre, inoltre, T&T beneficerà della
concomitanza della 27° edizione di
Sun, il Salone internazionale dell’Esterno.
www.tendeetecnica.it
***
DACH+HOLZ
INTERNATIONAL
Stoccarda, febbraio 2010
La fiera specializzata nelle costruzioni in legno si terrà a Stoccarda dal 24
al 27 febbraio 2010.
La fiera si configura come un’indispensabile guida per artigiani e associazioni di settore poiché presenta
l’offerta aggiornata dei prodotti
inerenti il mercato del legno.
Saranno esposti in mostra: coperture, tettoie, scale, impalcature, costruzioni a secco e tetti solari.
www.dach-holz.de
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INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
inarcos
698
15:47
1876
ANNO LXIV - APRILE 2009 (3)
Spedizione in A.P. - 45% - Art. 2 Comma 20/b - Legge 662/96 - Fil. Bologna - € 3,30
BOLOGNA - STRADA MAGGIORE, 13
698
mensile di tecnica e informazione dell’associazione ingegneri e architetti
e del collegio costruttori della provincia di bologna
notiziario del collegio regionale ingegneri e architetti dell’emilia-romagna
notiziario della federazione degli ordini degli ingegneri della regione emilia-romagna
INGEGNERI ARCHITETTI COSTRUTTORI
28-04-2009
aprile 2009
+ copertina 698
■ pag 249
■ pag 261
■ pag 282
Convegno del 18
febbraio 2009: “La
nuova normativa
sulla radioattività
naturale, il gas
radioattivo Radon
nelle abitazioni,
quali implicazioni
sull’attività
dei progettisti”
La rete di
stazioni fisse GPS
della Regione
Emilia Romagna:
implicazioni sulle
operazioni
di rilievo
topografico
Un primo
approccio
al fotovoltaico:
la guida del GSE
e le ultime
novità legislative
■ Intervento di restauro conservativo e miglioramento strutturale del teatro Comunale “Ebe Stignani” di Imola ANDREA BENEDETTI, ALESSANDRO
BETTINI, ALESSANDRO BATTAGLIA ■ Convegno del 18 febbraio 2009: “La nuova normativa sulla radioattività naturale, il gas radioattivo Radon
nelle abitazioni, quali implicazioni sull’attività dei progettisti” ■ La rete di stazioni fisse GPS della Regione Emilia Romagna: implicazioni sulle operazioni di rilievo topografico MARCO PASQUINI ■ L’impiego delle tecnologie FRP nel recupero strutturale di Edifici Storici LINO
CREDALI ■ Dall’Istituto di Istruzione Professionale Edile ■ Efficienza energetica e certificazione ■ NOTIZIARI: Associazione Ingegneri e
Architetti della Provincia di Bologna - Ordine Ingegneri della Provincia di Bologna - Ancebologna - Asso ■ RUBRICHE: Corsi&Convegni
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