Storia delle tecnologie,
classificazione dei manufatti,
criteri tipologici
Considerazioni generali (1)
Classificazione nelle scienze naturali, a partire dal ‘500:
formalizza oggetti e esseri viventi non formalizzati e non
formalizzabili con facilità, viventi un po’ per proprio conto.
Classificazione in senso ampio: Aristotele (de partibus
animalium), che inserisce, pur non avendo mai fatto classificazioni
di oggetti, i concetti di genere e di specie: per genus proximum et
differentiam specificam.
Considerazioni generali (1)
Classificazione aristotelica: deve essere fatta secondo molte
differenze incrociate. Classificazioni fondate su di unico carattere
o elemento o parametro rischiano di raggruppare oggetti diversi o
di separare oggetti appartenenti alla stessa specie. Esempi
banali:
balena, mammifero anche se nuota come i pesci; pipistrello, che
vola come gli uccelli ma è un mammifero; pinguino, uccello che
non vola.
E così via…
Considerazioni generali (2)
Mondo
delle
idee
Pensiero
Storia
dell’arte
Archeologia
storia dell’arte
Archeologia
Opere d’arte
e
Artigianato
artistico
Universo degli
oggetti
Archetipi
Mondo della anomalia. Prototipi
veicolanti
un’idea
(stile
e
iconografia)
Diffusione di immagini,
significati, tecnologie
idee,
Mondo della analogia. Diffusione di
instrumenta comparabili fra loro
L’archeologo classificante
Catalogare, classificare, tipologizzare: il 90% del tempo degli
archeologi.
Fine ultimo della ricerca archeologica: ordinare in gruppi diversi
documenti che si presentano in maniera dispersa?
Allora l’archeologo assomiglia sempre più ad un collezionista di
francobolli o di scatole di fiammiferi? Questa tendenza ha indotto
compassione e derisione per gli archeologi e per gli antiquari, in età
moderna (Goldoni, La bottega dell’antiquario).
Sarcasmo degli storici: gli archeologi perderebbero la pulsione per
la ricerca storica. In effetti, molti archeologi hanno una nozione vaga
delle operazioni che compiono sulla documentazione e molti si
troverebbero in difficoltà se dovessero esplicarne i presupposti
metodologici ovvero se dovessero spiegare le regole del gioco al
quale giocano quotidianamente.
Tecnologie e Tipologia
Tipologia: ha per oggetto la forma degli individui, ovvero mira a
descrivere e a comprendere come quegli oggetti sono fatti.
Classificazione: ordinamento degli individui per classi, intendendosi
con questo termine un insieme di caratteristiche fisiche, chimiche,
tattili e visive. Per classe (oggetto della classificazione) può
intendersi quello che per altri è la produzione ovvero una serie di
peculiarità tecniche e qualitative che accomunano oggetti e vasi
prodotti da una stessa officina o da un gruppo di officine affini.
Questo sosteneva Giuseppe Pucci, recensendo sulla rivista Opus
(1983) il volume di Jean Paul Morel sulla ceramica campana,
pubblicato nel 1981. La recensione è anche l’occasione per
illustrare il concetto di tipo in relazione a quel particolare tipo di
produzione ceramica.
Il concetto di tipo
Il tipo è un insieme di individui morfologicamente simili caratterizzati anche
da:
– Omogeneità cronologica;
– Coerenza delle aree di diffusione;
– Ricorrere di stessi bolli di fabbrica
J. P. Morel: il tipo è un insieme di vasi aventi in comune un certo numero di
caratteristiche formali.
Due vasi fatti al tornio non avranno mai una forma realmente identica. Ciò
che conta è la certezza o la verosimiglianza che l’esecutore li abbia
fabbricati secondo uno stesso modello ideale.
Pucci legge in questo un’impronta tipica della archeologia cognitiva. Il tipo
non ha esistenza reale ma è una costruzione dello spirito a partire da
individui diversi che soli hanno un’esistenza reale ma che le esigenze della
ricerca spingono a raggruppare in funzione di criteri rispondenti al fine
ricercato. Il tipo è dunque un archetipo, un modello mentale, un qualcosa
che risponde ad un modello e a un progetto ambedue consapevoli.
Tipologia e morfologia
Il tipo, secondo Pucci, non può identificarsi con la sola analisi morfologica.
La tipologia è strettamente correlata alla morfologia ma il concetto di tipo
connota qualcosa di più vasto. La forma può concorrere a definire il tipo ma
non può essere il solo criterio. Il tipo è un’astrazione, una generalizzazione
fatta a partire da molti esemplari e può darsi anche che nessun individuo vi
corrisponda integralmente. Nella classificazione di Morel i tipi sono singoli
individui concreti elevati al rango di modelli archetipici. I tipi non sono
descritti in quanto astrazioni e modelli mentali ma vengono semplicemente
illustrati da un disegno.
Passaggio da
Sistema di comunicazione verbale
Sistema di comunicazione iconico
(descrizione
attraverso
disegni
convenzionali)
Tipologia e morfologia
L’icona è un segno che mantiene con un oggetto una relazione di
somiglianza tale che permette di risalire a quest’ultimo in maniera
immediata. Per fare un esempio: il disegno archeologico in scala della
sezione e della vista di un vaso è iconico rispetto al vaso stesso.
Tipologia e morfologia
L’operazione che Morel compie è quella che i semiologi chiamano
“ostensione”: un dato evento o oggetto, prodotto dalla natura o dall’azione
umana…viene selezionato da qualcuno e mostrato come l’espressione
della classe intera di oggetti di cui è membro. Non viene considerato come
occorrenza…ma viene usato come espressione di un contenuto più
generale e più ampio.
Secondo altri studiosi, la formalizzazione nella definizione dei tipi passa
attraverso la definizione delle correlazioni di attributi. I tipi dovrebbero, in
sostanza, emergere come funzioni algoritmiche risultanti dall’analisi
statistica degli attributi : in un oggetto si sublimano le caratteristiche di tutti
gli altri.
Negli anni ’60-’70 vi era l’illusione che bastasse ammassare il maggior
numero possibile di dati nella memoria di un computer per ottenere una
classificazione oggettiva. Un’illusione creata dalla New Archaeology.
La tipologia di Morel
In una tipologia complessa la documentazione è gerarchizzata in
categorie:
GENERE
5000
Vasi ad ansa verticale
SPECIE
5400
Vasi ad ansa verticale tipo Lekythoi, per profumi
SERIE
TIPO
5470
5471
Lekythoi, vasi ad ansa verticale per profumi. Ansa
impostata sulla bocca e sulla spalla
Vasi ad ansa verticale tipo Lekythoi, per profumi. Ansa
impostata sulla bocca e sulla spalla. Pancia lenticolare
ribassata
Nel concreto il tipo è identificato in un vaso proveniente da una certa tomba,
che costituisce il numero 1 di quel tipo, chiamato 5471b1
L’unicum
Dalla tipologia non si riesce a capire quanti altri esemplari esistono dello
stesso tipo. Esiste qui un problema di intensità, sistematicità e pubblicità
della ricerca archeologica.
L’unicum, ovvero l’oggetto singolo, non dovrebbe, in teoria, essere assunto
per designare un tipo a parte. Il pericolo è allora che la tipologia finisca per
consistere in una raccolta di singolarità, di oggetti eccezionali.
In una classificazione ramificata, tuttavia, l’individuo prende posto all’ultimo
grado della ramificazione e quindi può essere tenuto sotto controllo.
Escludere da una tipologia un esemplare unico significa condannarlo
all’anonimato. Segnalarlo significa invece dargli la chance di non restare un
unicum ma di trovare un giorno suoi simili con i quali formare una serie, una
specie, un genere, una categoria.
La variante
Campo variabilità di un tipo. In contesti geografici e cronologici molto
ampi l’esperienza soggettiva tende a cogliere più la continuità che la
discontinuità. Proliferazione di tipi, allora, per scongiurare il rischio di
una eccessiva tendenza all’accorpamento? Non è necessario:
quando l’indice di variabilità è ridotto al minimo si può introdurre il
concetto di:
- variante, o devianza rispetto a valori assunti come normali e
normativi. Si colloca su un gradino più basso della gerarchia rispetto
al tipo.
Tipi di tipologia diversi
Tipologia stilistica
Tipologia funzionale
Tipologia basata sulla terminologia antica
Tipologia empirica. Criterio di rassomiglianza (archeologi) e principio di
pertinenza (semiologi).
Il codice classificatorio viene inevitabilmente ad avere la struttura di un albero
genealogico. E’ quello che ha fatto Morel: una tipologia empirica.
La prassi da seguire
secondo Alessandra Molinari, medievista
Classificazione
Divisione in classi
Definizione dei tipi
Analisi quantitative
Altri problemi tipologici
secondo Anna Maria Bietti Sestieri, preistorica
Classificazione negli studi di preistoria
Tipologia negli studi di preistoria
La tipologia come strumento di tipo emico, ovvero operante
secondo il punto di vista dela comunità antica che ha prodotto e
utilizzato gli oggetti.
Scelta di unità di base
dell’analisi: forma o tipo
Metodo tradizionale: su base
intuitiva o empirica
Metodo statistico di ordinamento
monotetico gerarchico
Bibliografia essenziale
G. Pucci, Ceramica, tipi, segni, in “Opus” II, 1983, 1, 273-288
A. Molinari, Ceramica, in R. Francovich, D. Manacorda (a cura di),
Dizionario di Archeologia, Roma-Bari 2000, 53-61
A. M. Bietti Sestieri, Classificazione e tipologia, in R. Francovich, D.
Manacorda (a cura di), Dizionario di Archeologia, Roma-Bari 2000,
61-65
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03_ClassificazioneeTipologia