René Spitz
(1887-1974)

Autore di grande rilievo per i suoi contributi
teorici e metodologici. A Spitz si deve la prima
ricerca psicoanalitica sulle relazioni oggettuali:
osservazioni dirette, test di sviluppo, interviste
lungo un arco di molti anni.

Studiò bambini abbandonati dalla nascita in
orfanatrofio, i cui bisogni fisici venivano soddisfatti
in modo adeguato, ai quali però mancava
qualunque tipo di interazione significativa
continuativa; questi bambini diventavano depressi,
isolati, malaticci
Se gli elementi cruciali non sono il cibo e gli altri
bisogni fisici,
che cosa è che esattamente viene fornito al
bambino da una presenza amorevole?
In che modo ciò che sta all’esterno influenza ciò
che sta all’interno?
 S.
Freud non presumeva che i legami libidici con
gli altri venissero ricercati per se stessi
mentre
 secondo
Spitz, l’oggetto libidico non è
semplicemente il mezzo per un fine, la scarica
libidica, ma è di importanza fondamentale di per
sé
•
L’oggetto libidico procura il legame umano
essenziale all’interno del quale avviene
tutto lo sviluppo psicologico
Deprivazione della figura materna
Il marasma e la morte costituiscono il
destino dei bambini che non ricevono
cure materne.
 I bambini tendono a soffrire di un ritardo
generale in tutte le sfere, condizione a cui
dette il nome di sindrome da
ospedalizzazione.
 L’affetto gioca il ruolo più importante.

Depressione anaclitica
La sindrome si manifesta nei bambini
intorno ai 9 mesi, con sintomi di
apprensione, tristezza, piagnucolio, rifiuto
a nutrirsi.
 E’ conseguente a una buona relazione
madre-bambino nei primi 6 mesi di vita
del bambino seguita da una separazione
fisica dalla figura materna per più di 3
mesi.
www.youtube.com/watch?v=VvdOe10vrs4

R. Spitz, Il primo anno di vita del bambino.

Nei primi tre mesi le esperienze del bambino sono
esclusivamente di ordine affettivo;
il sensorio, la capacità di discriminazione, l’apparato
percettivo non sono ancora sviluppati dal punto di vista
psicologico e forse neppure dal punto di vista fisico.
Quindi è l’atteggiamento affettivo della madre che serve di
orientamento per il lattante.
Spitz integra la sequenza degli stadi di sviluppo
psicosessuale (freudiana)
con un nuovo concetto di progressione di sviluppo
collegato alle crescenti capacità dell’Io nel primo
anno di vita e alle trasformazioni nella relazione
con l’oggetto libidico (la madre):

 ORGANIZZATORI
evolutivi critici
PSICHICI: punti di svolta
INDICATORI: segnali del progresso evolutivo:
Sorriso
Verso i due mesi abbiamo il sorriso
indifferenziato, il bambino risponde a
qualunque configurazione di faccia
materna, anche a una maschera, purché ci
sia la Gestalt di due occhi, un naso e una
bocca, sia di fronte sia in movimento.
 Questo segnala il passaggio dalla
recezione dello stimolo interno allo
percezione dell’esterno.


Con la crescita e con il miglioramento
della percezione visiva, il bambino diviene
consapevole della specificità della propria
madre. L’estraneo o la maschera non
suscitano più il sorriso anzi provocano il
pianto.
Reazione d’angoscia di fronte a un estraneo
Questo secondo organizzatore testimonia
l’integrazione progressiva dell’Io del
bambino, e la sua nuova capacità di
distinguere un Io e un non Io.
 L’angoscia si focalizza intorno la perdita
dell’oggetto. Il bambino è capace di
inventare mezzi per tenere la madre
vicino a se

Comparsa del “no” (gesto e parola) durante il
secondo anno.
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
Secondo Spitz l’accesso al “no” permette al bambino di giungere ad
una completa distinzione tra lui stesso e l’oggetto materno (stadio
di riconoscimento del sé) e, di conseguenza, d’entrare nel campo
delle relazioni sociali.
Nello stesso tempo il “no” costituisce la prima astrazione, il primo
pensiero adulto
Secondo Spitz, i “no” della madre creano frustrazione , tanto che il
bambino sperimenta proibizione e una aggressione che interrompe
una iniziativa. L’oggetto libidico provoca dispiacere, il bambino
risolve identificandosi con l’aggressore, facendo quello che fa la
madre scuotendo la testa e dicendo no.
Il “no” esprime sia negazione che giudizio
La comunicazione assume funzione semantica
MARGARETH MAHLER
1897-1986

Amplia le ipotesi psicoanalitiche sulla
base delle osservazioni del bambino.
Il Processo di Separazione-individuazione
Margaret Mahler avanza l’ipotesi di uno stato iniziale di
non responsività nei confronti del mondo esterno,
 uno stato di non differenziazione dalla madre fino
 alla realizzazione di un Sé separato e autonomo.

Il processo viene definito di
separazione-individuazione nello sviluppo normale.
Separazione e individuazione sono due
sviluppi complementari:
la prima si attua nell’emergere del bambino
da una fusione simbiotica con la madre
l’individuazione si attua nell’assunzione da
parte
del
bambino
di
proprie
caratteristiche individuali.
 Seguendo
il pensiero di Freud,
Mahler insiste sulla totale incapacità iniziale del
neonato di provvedere a se stesso; è pertanto
necessario
un
lungo
rapporto
di
dipendenza con la madre o chi ne fa le veci,
che garantisca la sopravvivenza fisica e la
nascita psicologica
•
La nascita psicologica è da intendersi come
il momento culminante di un processo che ha
come esito sia l’instaurarsi di un senso di
separatezza dall’oggetto di amore primario
(separazione), sia l’instaurarsi di un rapporto
con il proprio corpo sentito come distinto
dalla
iniziale
matrice
indifferenziata
(individuazione).
Margaret Mahler e la nascita psicologica del
bambino
Nascita biologica e psicologica non coincidono:
La prima è un evento osservabile, la seconda un processo
intrapsichico che si svolge lentamente partendo da uno
stato definito di autismo normale attraverso uno stato
simbiotico normale e una fase di separazioneindividuazione.
 LA

FASE AUTISTICA NORMALE
Intorno al 1° mese di vita
Il neonato funziona come un organismo quasi
esclusivamente biologico (pulcino rinchiuso nel
guscio dell’uovo)
 Il neonato si trova in situazioni simile a quella
prenatale, con una protezione dalle stimolazioni
eccessive che facilita la sua crescita fisiologica.
 Il neonato grazie alle cure materne raggiunge un
contatto con l’ambiente esterno


Dallo stadio anoggettuale dell’autismo allo stadio
preoggettuale della simbiosi (“sorriso sociale non
specifico”)

LA FASE SIMBIOTICA
 Dal
secondo mese in poi il bambino comincia ad
avere consapevolezza di un oggetto che soddisfa i
suoi bisogni, il bambino si comporta come se lui e
la madre fossero un sistema onnipotente.
 Uso metaforico del termine simbiotico mutuato
dalla biologia; in ambito psicologico, Mahler
intende l’unità madre-bambino rinchiusa da uno
stesso confine che chiama “membrana
simbiotica”

L’Io rudimentale, non ancora differenziato, del
bambino necessita di un costante sostegno di
cure materne

La differenziazione fra interno ed esterno non è
ancora demarcata

La madre è il polo trainante intorno a cui si
costruiscono le risposte del bambino
Sottofasi del processo di separazione - individuazione
verso i 5 mesi inizio della differenziazione
Sviluppo della percezione esterna
Capacità di essere vigili
Memorizzazione della comparsa/scomparsa della madre
Fiducia nella madre
A 6 mesi il bambino distingue il suo corpo da quello della
madre
1- processo di “schiusura”;
2-ispezione doganale;
3-il rivolgersi indietro a guardare la madre;

Mahler non concorda con l’ipotesi dell’angoscia e sostiene che gli elementi
dominanti dell’esplorazione dell’estraneo siano la curiosità e lo stupore.
Il genitore è un porto sicuro da cui il bambino parte per
l’avventura di esplorare la stanza accanto e a cui ritorna per
rifornirsi emotivamente (Mahler,1968).
Seconda
o
o
o
o
o
sottofase: la sperimentazione
Questa fase si sviluppa gradualmente a partire dai 9
mesi; via via la capacità di locomozione attiva lancia
il bambino verso l’esplorazione del mondo;
nonostante il bambino si allontani dalla madre, dal
punto di vista psichico è come se fosse ancora una
persona con lei di cui condivide l’onnipotenza.
Tre aspetti:
1- differenziazione corporea della madre
L’instaurarsi di un legame specifico con lei
Lo sviluppo e il funzionamento degli apparati
autonomi dell’Io in stretta prossimità della madre
 Terza
mesi)

sottofase: il riavvicinamento (tra i 15 e i 24
Riavvicinamento precoce: il bambino che mostrava
piacere dalla lontananza dalla madre, ora si rivolge
nuovamente a lei con atteggiamento gioioso, portandole
doni. Verso i due anni, con maggiori competenze
locomotorie, il bambino mostra di avere ancora di più
bisogno della madre e attua comportamenti di
ravvicinamento.
Terza sottofase: il riavvicinamento
Principali compiti:
1- conquista di una individualità
2-conseguimento di un grado relativo di
costanza oggettuale

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René Spitz - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali