Tesi d’esame di Maturità 2008/2009
Liceo Scientifico Tecnologico “Guglielmo Marconi”
THE SCIENTIFIC CARE
Curiamoci con la scienza
Vincenzo Ronca
Classe V Bs
Storia:
quando la
guerra uccide
lentamente
Scienze
della Terra:
il Sole
malato
Italiano:
Italo Svevo,
riflessioni
patologiche
THE SCIENTIFIC CARE
Curiamoci con la scienza
Matematica
per la medicina
Sistemi
applicati alla
casistica
patologica
Fisica
terapeutica
Inglese:
Biologia
the interior
monologue
moderna e
medica
Menù Principale
Matematica
Inglese
Italiano
Sistemi
Storia
Scienze della Terra
Biologia
Fisica
Matematica
Modellizzazione di fenomeni fisici-chimici
Analisi del modello
Conclusioni
Cos’è un modello matematico
Un modello matematico è un modello costruito usando il linguaggio e gli
strumenti della matematica. Come tutti gli altri modelli usati nella scienza, il suo
scopo è quello di rappresentare il più possibile fedelmente un determinato
oggetto o fenomeno reale.
Grazie alla decodifica del genoma umano si è riscontrato un notevole aumento
delle interazioni tra matematici, medici e biologi. Ciò è stata una risposta alla
domanda di tipo evoluzionistico che si era posto il settore biomedico. Il medico,
in genere, ha due esigenze: la prima è quella di comprendere ciò che osserva
al momento e la seconda è capire cosa succederà in futuro o meglio, come si
evolverà quella situazione presente. Quindi la modellizzazione matematica di
un fenomeno fisico-chimico quale può essere una determinata patologia
permette di soddisfare in modo completo la seconda e, forse più importante,
esigenza del medico.
Analisi del modello
A questo proposito è stato creata una modellizzazione matematica a sostegno della cura
contro il cancro. In particolare si è scelto di prendere in esame la crescita delle masse
tumorali.
Per analizzare il modello della crescita delle masse tumorali bisogna innanzitutto definire i
fattori che influenzano il fenomeno considerato. Il tumore è un insieme di milioni di cellule
legate da vincoli di adesione che vivono in ambiente acquoso riempito da una rete di proteine.
La crescita della massa tumorale dipende quindi dalla densità delle suddette cellule tumorali e
nell’area di tessuto malato e dalla concentrazione dei fattori chimici che controllano la crescita
di queste masse, stimolandola o inibendola.
Quindi i fattori, o meglio gli attori, da considerare nell’analisi sono due:
•la densità delle cellule tumorali indicata con
•la concentrazione dei fattori chimici indicata con c.
Questi due attori messi in opportuna relazione con lo spazio e il tempo in cui agiscono danno
origine a due termini di produzione:
•il termine T relativo a
•il termine G relativo a c


Quindi si arriva alle due equazioni:
  v 

T
t
s
c  cw 

G
t
s
Dove v è la velocità di proliferazione delle cellule tumorali e w è la velocità di
convezione dei fattori chimici
Conclusioni
Dalle due equazioni si evince istantaneamente come i termini
di produzione G e T dipendano direttamente da velocità di
proliferazione delle cellule tumorali e da velocità di
convezione dei fattori chimici; a loro volta questi due fattori
dipendono dai relativi coefficienti di diffusione e
degradazione.
Ciò che è veramente importante è che modificando la velocità
di proliferazione e di convezione mediante l’azione sui
coefficienti di diffusione e degradazione si può arrivare a una
completa cura ed estirpazione del cancro o comunque a una
notevole riduzione del tessuto malato: questo è di vitale
importanza per un chirurgo al momento dell’asportazione del
tumore per poter salvare la maggior parte di tessuto sano
possibile.
T
Andamento della crescita
di una massa tumorale
t
T
Andamento di una massa tumorale che
attacca tessuto normale
neoplasia
To
tessuto normale
Menù Principale
t
Fisica
Fisica per curare
Il LINAC
Campo elettrico
Campo magnetico
Fisica per curare
Nell’ultimo decennio si sono fatti molti
passi avanti nell’evoluzione di
tecniche e metodi per eliminare o
circoscrivere un tessuto canceroso.
Una di queste è la radioterapia
convenzionale: essa si basa sul
principio d'indirizzare la radiazione
ionizzante sulle cellule cancerogene
per danneggiarne il DNA. Le cellule
sane dispongono di meccanismi atti a
riparare i danni che possono avvenire
sul loro DNA, ma nelle cellule
cancerogene questi meccanismi sono
molto meno efficienti. Per garantire
questo risultato vengono utilizzate
tecniche appropriate avvalendosi di
differenti tipi di radiazioni, sia
fotoniche (raggi X o raggi gamma γ) o
corpuscolari (elettroni veloci, raggi
alfa α, raggi beta β, ioni carbonio)
distribuite alla sede neoplastica,
preservando al massimo le strutture
adiacenti.
Il LINAC
Quindi concentrandosi sulle radiazioni
corpuscolari, esattamente quelle
derivanti dagli elettroni veloci, vengono
introdotti due concetti fisici
fondamentali: il campo elettrico e il
campo magnetico. Essi sono basilari in
questo tipo di radioterapia: gli elettroni
sono accelerati da un’energia di circa 10
MeV da un linac, un dispositivo lineare
acceleratore costituito da un tubo al cui
interno è presente un campo elettrico
oscillante a frequenza costante di 3 GHz;
quindi gli elettroni usciti dal linac sono
deviati di 270° da un campo magnetico
costante perpendicolare alla velocità
degli elettroni generato, appunto, da un
magnete; in questo modo gli elettroni
sono collimati in unico fascio indirizzato
esclusivamente alla parte di tessuto
tumorale.
Il campo elettrico
Una regione di spazio si dice sede di un
campo elettrico quando, prendendo un
corpo di prova elettricamente carico e
ponendolo in un punto di questa
regione di spazio, si nota che il corpo
di prova è soggetto e influenzato da
forze di natura elettrica. Quindi il
vettore campo elettrico definisce
quantitativamente l’effetto del campo in
tutti i suoi punti, il suo modulo è dato
dal rapporto tra la forza che agisce su
una carica di prova posta in un punto
del campo elettrico e la carica stessa,
la direzione e il verso del vettore
campo elettrico sono gli stessi di quelli
della forza che agisce sulla carica. Per
rappresentare graficamente il campo
elettrico si costruiscono le sue linee di
forza.
L’immagine mostra la direzione il verso delle
linee di campo elettrico prima nel caso in cui si
abbiano due cariche concordi (figura a sinistra)
e nel caso se ne abbiano due opposte (a destra)
Il campo magnetico
Il campo magnetico è un campo vettoriale: associa,
cioè, ad ogni punto nello spazio un vettore,
eventualmente variabile nel tempo, il cui effetto
fisico si esplica in termini della forza di Lorentz
subita da una carica elettrica in movimento nel
campo magnetico. La direzione del vettore campo è
la direzione indicata dalla posizione d'equilibrio
dell'ago di una bussola immersa nel campo. Il verso
del vettore campo si determina con la regola della
presa della mano destra. Ciò che fornisce una
rappresentazione del campo magnetico sono le
linee di campo, costruite in modo da essere
tangenti, in ogni punto, alla direzione di un ago
magnetico di prova posto in quel punto. Quindi una
carica che, come nel caso del linac alla base della
radioterapia, entra in un campo magnetico con un
vettore velocità diverso da zero e perpendicolare
alle linee del campo, essa assume un moto circolare
uniforme. La circonferenza intorno a cui si muove la
carica è caratterizzata da un raggio derivante da:
mv
r
qB
dove m è la massa della
particella, v è il modulo del
vettore velocità della particella,
q è la carica della particella e B è
l’intensità del campo magnetico
L’immagine mostra la disposizione, secondo le
linee di campo magnetico, della limatura di ferro in
corrispondenza di un magnete
Di seguito è condotta la determinazione dell’intensità del campo magnetico necessario
a deviare di 270° l’elettrone proveniente dal linac, considerando che lo stesso
elettrone si muova di moto circolare uniforme intorno a una circonferenza di raggio
14mm. Si nota che, oltre a essere molta alta la velocità con cui gli elettroni escono
dall’acceleratore di particelle, è molto intenso anche il campo magnetico (circa 1000
volte più intenso di quello terrestre): un’idea di ciò è data bastando pensare al campo
magnetico generato da un dispositivo per risonanze il quale se applicato a un paziente
che possiede protesi nel proprio corpo (materiale metallico) può procurargli gravi
danni in quanto la protesi sarebbe estirpata dal corpo del paziente.
E  10MeV  energia cinetica dell ' elettrone
3
2
e  1,6 1019 C  carica dell ' elettrone
    angolo di deflession e
1 2
2E
2 x1,6 1019 107 J
9
E  mv  v 
v

1
,
33

m/ s
10
2
m
9,111031 Kg
m  9,111031  massa dell ' elettrone
Fq  evB  forza di Lorentz
v2
v2
Fm  ma  a   Fm  m
r
r
Siccome nel caso del moto circolare uniforme dell' elettrone le due forze
sono uguagliate :
2
mv 9,11 1031 Kg  1,33  109 m / s
v
Fq  Fm  evB  m  B 

 0,541
19
r
er
1,6 10 C  0,014m
Menù Principale
Sistemi
Distribuzione di Gauss
La curva gaussiana applicata
Distribuzione di Gauss
Fu proposta inizialmente da Gauss nel 1809 ma anche
da Laplace nel 1812 il quale ne illustrò le proprietà
principali prima della trattazione completa che fece
Gauss. Essa è la più importante distribuzione statistica
continua e trova molte applicazioni anche nei processi
biologici naturali. Essa è detta anche “normale” in quanto
molti fenomeni fisici tendono a distribuirsi con frequenze
più elevate nei valori centrali e con frequenze
progressivamente minori nei valori estremi della
variabile.
Quindi le distribuzioni di questo tipo tendono a crescere
fino a un valore di massimo per poi decrescere fino a
tendere a zero.
L’espressione analitica della curva di Gauss è:
1
y
 
( x )2




e
Dove µ è il valore medio o valore atteso della
distribuzione il quale, analiticamente, influenza la
posizione della curva,σ è la deviazione standard
relativa alla densità di probabilità o varianza la
quale influenza la concavità della curva.
Le principali caratteristiche della distribuzione gaussiana sono:
 è simmetrica rispetto alla retta x=μ
 è asintotica all’asse x da entrambi i lati
 è crescente per x<μ e decrescente per x>μ
 l’area sottesa alla curva è 1 in quanto rappresenta la
probabilità totale.
La curva gaussiana applicata
Questa distribuzione può essere applicata anche
in ambito medico per analizzare le frequenze
con una patologia si presenta nel tempo. Un
esempio può essere l’analisi della patologia
dell’eccesso di HDL nel sangue. Da esami e
statistiche sanitarie si conosce che in una
popolazione apparentemente sana il valore
medio di HDL è di 57 mg/100 ml di sangue e la
varianza sia 10 mg/100 ml, si vuole determinare
la probabilità che un soggetto appartenente a
questa popolazione abbia un valore di HDL
minore di 45 mg/100 ml:
Per comodità si cambia variabile
z
x

In modo che l’equazione diventa:
1
f ( z) 
 2
z2

e 2
Appare naturale che calcolare l’integrale della
distribuzione di Gauss è quasi impossibile,
quindi una volta calcolato z si utilizzano le
tavole di distribuzione normalizzata per
calcolare la probabilità dell’evento z :
45  57
 1,2
10
P( z  1,2)  1  0,8849  0,1151  11,51%
z
Naturalmente questa distribuzione può essere
applicata anche ad ambiti quali le analisi del
sangue, cioè per verificare se un dato valore
riscontrato nell’esame sia dentro o fuori il range
che esclude la patologia la quale può essere ad
esempio una formazione cancerosa.
Menù Principale
Biologia
Introduzione alla Genetica
La Biotecnologia
Chip Genici
Alla base di tutto
La genetica, (dal greco gennao = dare vita, generare) è la scienza che
studia i geni, l'ereditarietà e la variabilità genetica degli organismi.
L'informazione genetica degli organismi è contenuta all'interno della
struttura chimica delle molecole di DNA. I caratteri dell'individuo
corrispondono a sequenze di DNA, chiamate geni presenti nel genoma
in duplice copia (nel cromosoma ereditato dal padre e in quello
ereditato dalla madre). I geni infatti contengono l'informazione per
produrre molecole di RNA e proteine che permettono lo sviluppo e la
regolazione dei caratteri cui sono correlati. Le proteine vengono
prodotte attraverso la trascrizione del DNA a RNA, che a sua volta
viene tradotto in proteina dai ribosomi. Quindi il doppio filamento di
DNA è costituito, oltre che molecole di zucchero le quali forniscono
energia, da 4 basi azotate fondamentali: adenina complementare con
la guanina, la citosina complementare con la timina.
Nuova frontiera
La biotecnologia è il sinonimo puro
dell’applicazione della tecnologia ai processi
biologici naturali. Essa si basa sull’impiego
fondamentale delle cellule batteriche come
laboratori di informazioni genetiche, un
esempio è l’ E.coli. Inoltre si serve dei
plasmidi, unità extracromosomiche di DNA
batterico le quali si duplicano
indipendentemente dal cromosoma batterico e
che possono penetrare la stessa cellula
batterica, come vettori di nuove informazioni
genetiche e degli enzimi di restrizione come
strumenti per manipolare le sequenze
nucleotidiche prese in esame in quanto sono
enzimi in grado di rompere i legami idrogeno
tra le basi azotate. Quindi grazie alla
biotecnologia si sono fatti enormi passi avanti
sia nel campo agroalimentare, con la
produzione di cibi molto più resistenti e
tolleranti ai trattamenti chimici, e sia nel
campo medico con la produzione in vitro di
importanti sostanze come l’insulina
fondamentale per persone affette da diabete.
Plasmidi in terreno di coltura.
Fondamenti e costruzione di un
chip genico
Nel caso dei chip genetici la base da cui si parte in sostanza non è
un gene ma soprattutto come e quando il determinato gene si
attiva. Cioè conoscere quali geni del genoma umano siano attivi in
un certo istante di tempo e in un dato gruppo di cellule. Quindi,
partendo dal fatto che per ogni proteina prodotta un gene viene
prima usato da stampo per la sintesi di una molecola di mRNA,
conoscendo, appunto, le molecole di mRNA presenti nel
citoplasma di una data cellula si riconoscono anche quali geni
sono attivi in quel momento nella stessa cellula.
Questo obiettivo è raggiunto mediante la costruzione e
l’applicazione dei chip genici o micromatrici: essi sono più piccoli
di un francobollo, applicandogli la tecnica fotolitografica gli si
depositano migliaia di piccole gocce separate da una distanza
millimetrica contenenti, in soluzione, molteplici copie di un
diverso gene sotto forma di singoli filamenti di DNA in modo che
ad ogni punto corrisponde un determinato gene.
Menù Principale
Applicazione del chip genico
Un chip genico può essere impiegato per
riconoscere quali geni sono effettivamente
attivi in una cellula tumorale, perciò si
prendono in esame due tipi di cellule: una
normale e l’altra, appunto, cancerosa;
innanzitutto le molecole di mRNA presenti
nel citoplasma di entrambe sono convertite
in molecole più stabili di cDNA, quindi la
molecola relativa al cellula tumorale viene
marcata con una sostanza fluorescente rossa
e l’altra con una verde. Ponendo entrambe
le molecole sul chip genico i singoli
filamenti di DNA presenti sia sulla
micromatrice che nelle molecole di cDNA
vanno a legarsi in base alla
complementarità; la particolarità è che
quando si legano la sostanza fluorescente
presente nel cDNA influenza il colore del
chip nel sito di legame.
Sfruttando questa particolarità un
computer calcola il rapporto tra le intensità
dei colori presenti nei vari punti del chip
genico arrivando a una situazione
schematica simile:
Dall’immagine si deducono i geni attivi nelle cellule
tumorali e sane in base al colore: il rosso indica il gene
attivo solo in cellule tumorali, il verde quello solo attivo in
cellule sane, mentre i colori intermedi indicano geni attivi
in entrambe le cellule.
Scienze della Terra
Il Sole
Le malattie dal Sole
Il Sole
E’ la stella da cui la Terra riceve costantemente luce e
calore, è una sfera di dimensioni enormi con un raggio
medio di circa 700 000 Km, il suo volume è
1 300 000 volte più grande di quello terrestre, la sua
densità media è circa un quarto di quella terrestre e
l’accelerazione di gravità sulla sua superficie è 28
volte quella terrestre. Il Sole ruota intorno a un proprio
asse con velocità diversa in base alla latitudine; esso
è un’illimitata fonte di energia: la potenza di cui è
capace misurata fuori dallo schermo dell’atmosfera
terrestre è di 1360 W/m2, questo valore è detto anche
costante solare. Il Sole può essere schematizzato in
vari involucri concentrici:
•il nucleo in cui è contenuto tutto il combustibile utile
alla reazione termonucleare
•la zona radiativa dove avviene l’assorbimento e la
trasmissione di energia
•la zona convettiva dove il trasporto di energia
avviene grazie a moti convettivi
•la fotosfera è il disco luminoso visibile del Sole cioè
l’involucro che irradia tutta la luce solare, qui sono
presenti anche le macchie solari
•la cromosfera è un involucro che avvolge la
fotosfera ed è visibile nelle eclissi totali di Sole
•il vento solare invece sono particelle esterne che
riescono a sfuggire all’attrazione gravitazionale
L’immagine mostra la presenza di macchie solari
sulla superficie solare; esse causano un
abbassamento della temperatura della fotosfera
(1500 K inferiore alla norma).
Questi invece sono i flares, delle enormi e potenti
esplosioni di energia associati a intensi lampi di luce,
nel corso di questi viene liberata un’ampia gamma di
raggi X e onde radio.
Le malattie dal Sole
La figura mostra come i raggi UV incidono sulla molecola
di DNA inducendo le due basi di timina a legarsi
innaturalmente causando la mutazione della stessa
molecola.
I raggi UV emessi dal Sole.
Menù Principale
Il Sole, quindi, con la sua enorme produzione
d’energia emette numerosi tipi di radiazioni che
giungono sulla Terra come i raggi UV.
La radiazione ultravioletta è una radiazione
elettromagnetica con una lunghezza d'onda inferiore
alla luce visibile, ma più grande di quella dei raggi X.
L'UV può essere suddiviso in UV-A (400-315 nm),
UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-10 nm) in base alle
lunghezze d’onda elettromagnetica.
Il Sole emette luce ultravioletta in entrambe le bande
UV-A e UV-B, ma a causa dell'assorbimento da parte
dell'atmosfera terrestre, circa il 99% degli ultravioletti
che arrivano sulla superficie terrestre sono UV-A.
I raggi UV sull’uomo incidono notevolmente: possono
causare ustioni a livello epiteliale, possono accelerare
l’invecchiamento della pelle, possono danneggiare la
retina e il cristallino (flash di Welder) e soprattutto
sono ritenuti i principali responsabili del cancro della
pelle (melanoma); essi sono in grado di ionizzare le
molecole di DNA delle cellule della pelle inducendo
due basi adiacenti di timina a formare legami
covalenti, ciò è innaturale e causa una distorsione
dell’elica del DNA portando a una mutazione che
quasi sempre da luogo a episodi di cancro (facilmente
osservato in colture batteriche).
Le difese contro l’agire di questi fattori negativi sono
l’uso di creme protettive e di lenti schermanti.
Italiano
Italo Svevo
“Senilità”
La malattia
Italo Svevo
Italo Svevo è solo uno pseudonimo di Aron Hector
Schmitz scelto da egli stesso per testimoniare la sua
duplicità sia etnica che culturale dato che suo padre era
austriaco e sua madre italiana, quindi egli era per metà
italo e per l’altra svevo cioè austriaco. Nasce a Trieste il
19 Dicembre 1861, la sua famiglia era abbastanza agiata
e lui cresce in un ambiente multiculturale in quanto
Trieste faceva ancora parte dell’impero austro-ungarico e
quindi era sede di molti crocevia tra l’Italia e l’impero.
Svevo ha una formazione culturale molto variegata in
quanto dopo aver terminato la scuola primaria a Trieste
approfondisce i suoi studi in Baviera. Nel 1880 per
esigenze economiche è costretto ad abbandonare gli
studi e assumere il ruolo di impiegato bancario a Vienna,
quindi nel 1892 pubblica, a sue spese, il primo romanzo,
“Una vita” che non riscuote alcun successo; nel 1898
pubblica “Senilità” il quale prosegue la scia di totale
insuccesso. Intanto sposa la cugina Livia Veneziani ed,
entrando a far parte dell’industria del suocero, inizia un
lungo silenzio letterario protratto fino al 1918. La svolta
nella sua vita si ha tra il 1906 e 1907 quando frequenta
dei corsi d’inglese alla Berlitz School dove il suo
insegnante è James Joyce con il quale stringe un gran
rapporto d’amicizia e , nel frattempo, si avvicina a
Sigmund Freud leggendo le sue opere. Nel 1919 inizia
a scrivere e nel 1923 pubblica a sue spese “La
coscienza di Zeno” il quale grazie alle promozioni di
Joyce e Montale, altro amico di Svevo, riscuote grande
successo a livello nazionale. Inoltre si dedica a numerosi
lavori come saggi, novelle e commedie ma la sua
creatività viene interrotta il 12 Settembre 1928 dalla
morte per un incidente automobilistico.
Senilità
Svevo con questo romanzo cerca di focalizzare ancor di più la sua
attenzione sul mondo proprio e interiore del personaggio mediante
l’introspezione. Lo spazio e il tempo, pur presentando alcuni
elementi oggettivi necessari all’interpretazione del romanzo, sono
sempre più relativi all’io del protagonista. Il romanzo è ambientato a
Trieste la quale è un luogo simbolico, come Dublino per Joyce,
dove le sue caratteristiche oggettive diventano uno specchio
dell’anima del protagonista Emilio Brentani; anche il tempo il tempo
della narrazione si discosta molto dal tempo oggettivo per adattarsi a
quello vissuto dal protagonista, il tempo di un inetto. Il punto di
vista della narrazione si alterna tra quello del protagonista e quello
esterno del narratore nonostante sia utilizzata la terza persona.
Come ne “La coscienza di Zeno” anche in questo romanzo Svevo
usa il linguaggio del monologo interiore.
La senilità di cui argomenta Svevo non riguarda affatto l’età
anagrafica del protagonista ma attinge soprattutto a una sua
particolare caratteristica psicologica e patologica, la tendenza,
appunto, a rifugiarsi nel sogno e nella fantasia proprio perché
incapace di accettare e godersi la vita e la realtà per ciò che è.
La storia che viene narrata è quella di Emilio, un impiegato che si
trova a condurre una vita monotona anonima insieme a sua sorella
Amalia, molto simile a lui. L’incontro con Angiolina, una bella ragazza
di scarsa levatura sociale, cambia i pensieri di Emilio, il quale si
invaghisce di lei e con l’autoinganno si convince della sua natura
spirituale e pura. Cosi anche Amalia, trasportata dalle confidenze del
fratello, si innamora di un giovane scultore, Balli, al quale però non si
confiderà mai portandosi , appunto, nella più totale disperazione che
culmina con la morte per droga. Emilio, sentendosi in colpa per la
sorella e annoiato dai continui tradimenti di Angiolina, si ritrova nella
stessa infelice condizione iniziale, con la mente intenta a rimembrare
un falso ricordo felice con Angiolina.
Claudia Cardinale e Tony Franciosa
nel’omonimo film di Bolognini tratto dal
romanzo di Svevo.
La malattia
L’inettitudine e la malattia sono le chiavi, secondo
Svevo, per interpretare la vita: l’inettitudine da il senso
della monotonia e dell’incapacità di autodeterminazione
dell’uomo nella società, sempre più schiacciato dalle
strutture sociali e dai pregiudizi di cui la società si carica
continuamente. La malattia, invece, per Svevo, è parte
integrante della vita, il male è la stessa società e i sani
sono solo delle persone che si adattano in modo non
problematico alla realtà rinunciando al principio di
autodeterminazione e alle proprie effettive aspirazioni e
ideali. Secondo l’autore la vera salute è solo un’utopia
dato che risiederebbe solo in una società giusta ed
umana.
L’unica soluzione per l’autore è accettare l’esito
negativo dell’analisi della propria esistenza, quindi
vivere la propria condizione di vita con ironia.
Uno dei messaggi fondamentali che Svevo trasmette,
non solo con “Senilità”, è la parodia che lui fa della
stessa società, le vicende narrate sono uno specchio e
hanno alla base i stessi principi “poco” morali che
governano la società reale.
Menù Principale
Storia
La prima crisi irachena
La I guerra del Golfo
Le “malattie” della guerra
I motivi della crisi
Le cause che portarono alla I guerra del
Golfo furono diverse e complesse.
Innanzitutto l’Iraq era sprofondato in grave
crisi economica e politica in seguito alla
lunga guerra contro l’Iran, poi si faceva
sempre più forte l’opposizione al regime di
Saddam da parte dei sciiti e dei curdi i quali
minacciavano l’indipendenza.
Inoltre Saddam era molto interessato ai
giacimenti di petrolio del Kuwait, territorio
confinante con l’Iraq con il quale era spesso
in conflitto diplomatico proprio per la
questione riguardante lo sfruttamento dei
giacimenti del greggio.
Le Nazioni Unite (ONU) condannano sin da
subito i progetti del dittatore iracheno con
sanzioni economiche, inoltre formano una
coalizione formata da 35 Paesi tra cui Stati
Uniti, Italia, Francia e Germania pronta a
intervenire in caso di conflitto armato.
Nonostante ciò Saddam ordina alle truppe
irachene di invadere il Kuwait.
A questo punto l’ONU concede un ultimatum
al dittatore: se non ritirerà le proprie truppe
dal Kuwait entro il 15 Gennaio 1991 la
coalizione attaccherà l’Iraq.
La I Guerra del Golfo
Scaduto l’ultimatum, il 17 gennaio 1991 le forze della coalizione, guidate dal generale statunitense
Norman Schwarzkopf, lanciarono l’operazione denominata “Tempesta nel deserto” (Desert Storm),
consistente in una massiccia offensiva aerea contro obiettivi militari in Iraq e in Kuwait. Gli
attacchi della forza multinazionale erano volti alla neutralizzazione dei centri di comando iracheni,
concentrati a Baghdad e a Bassora; all’interruzione delle linee di trasporto e di comunicazione tra
Baghdad e le truppe sul campo; alla neutralizzazione dell’artiglieria irachena, trincerata lungo il
confine tra Arabia Saudita e Kuwait, e della Guardia repubblicana, composta da un’élite di 125.000
uomini dislocati nell’Iraq sudorientale e nel Kuwait settentrionale. L’offensiva aerea disarticolò in
breve tempo il sistema difensivo iracheno, infliggendo pesanti perdite all’esercito e mietendo al
contempo molte vittime tra la popolazione civile. Contro le soverchianti forze della coalizione
l’esercito iracheno rimase pressoché inerme, riuscendo ad abbattere pochi velivoli e a indirizzare
alcune decine di missili Scud verso l’Arabia Saudita e Israele.
A metà febbraio, di fronte all’aumento delle perdite civili e militari, l’Iraq annunciò l’intenzione di
ritirarsi dal Kuwait, ma le condizioni proposte furono respinte dagli Stati Uniti. La coalizione
sferrò quindi un decisivo attacco con cui sfondò la linea difensiva irachena e avanzò rapidamente
attraverso l’Iraq meridionale, tagliando ogni via di ritirata alla Guardia repubblicana. Nel giro di
pochi giorni, la capitale del Kuwait fu liberata e decine di migliaia di soldati iracheni vennero
catturati o uccisi. Le successive trattative pervennero al cessate il fuoco (6 aprile).
Le condizioni di resa imposte all’Iraq furono molto severe. Oltre alle restrizioni alla vendita del
petrolio, l’accordo stabilì dei limiti alla stessa sovranità territoriale irachena, prima con
l’istituzione di un’area d’interdizione aerea (no-fly zone) a nord e a sud del paese e poi con la
creazione di una “zona di protezione” nel nord del paese che diede ai curdi un’ampia autonomia. A
ciò si aggiunsero le misure di disarmo volte a smantellare gli arsenali chimici e a impedire lo
sviluppo della ricerca nucleare in campo bellico.
Le “malattie” della guerra
Circa 50 000 soldati statunitensi su
700mila mandati nel Golfo nel '91 per
combattere la "guerra tecnologica"
contro Saddam Hussein contrassero
una malattia che intaccava il sistema
immunitario. La malattia nota come
«sindrome del Golfo» è da attribuirsi a
vaccini sperimentali che il Pentagono
fece iniettare a tutti i militari
indistintamente. I figli di questi soldati
nacquero con gravi malformazioni e
malattie incurabili come la mancanza di
organi interni, paralisi, problemi
respiratori. Questa agghiacciante verità
è venuta fuori grazie ad un regista
italiano, Alberto D'Onofrio, il quale ha
girato un documentario per conto della
Rai con le testimonianze di persone
che hanno avuto a che fare con questa
malattia, il filmato non è stato mai
mandato in onda dalla tv pubblica.
D'Onofrio gira l'Italia con il filmato per
far conoscere i fatti.
L'uranio impoverito fu utilizzato nella guerra nei
proiettili perforanti e nelle munizioni dei cannoni
da 20-30 mm. L'uranio impoverito è un metallo
pesante la cui tossicità è analoga ad altri metalli
come il piombo e il tungsteno,e il suo uso fu
indicato come un fattore decisivo in molti
problemi di salute sia nei soldati che nelle
popolazioni civili.
Inoltre secondo la testimonianza di un soldato
americano, riportata nell'inchiesta del giornalista
italiano Maurizio Torrealta, fu usato un piccolo
ordigno nucleare (5 chilotoni) precisamente il 27
febbraio. Le ricerche del giornalista italiano, che
cerca di coinvolgere colleghi della stampa estera,
dimostrano alcuni fatti:
1) i decessi annuali per tumore, secondo il
responsabile del reparto oncologico
dell’ ospedale di Basra , Dott Jawad Al Ali , sono
aumentati da 32 nel 1989 a più di 600 nel 2002.
2) ha rintracciato tra i dati dei sismologi, un
evento sismico di magnitudo 4,2, che
corrisponderebbe effettivamente alla potenza di 5
chilotoni, l'ultimo giorno del conflitto. Data e
potenza corrisponderebbero ai dati forniti dalla
testimonianza del soldato. Dall'America intanto,
l'Amministrazione USA ribadisce al giornalista
Torrealta che sono state usate solo armi
convenzionali.
Menù Principale
Inglese
James Joyce
Ulysses
James Joyce
James Joyce was born in Dublin, on February 2,
1882, as the son of John Stanislaus Joyce, an
impoverished gentleman, Joyce's mother, Mary Jane
Murray, was ten years younger than her husband. In
spite of their poverty, the family struggled to
maintain a solid middle-class facade.
From the age of six Joyce, was educated by Jesuits
at Clongowes Wood College, at Clane, and then at
Belvedere College in Dublin (1893-97). In 1898 he
entered the University College, Dublin. At this time
he also began writing lyric poems.
After graduation in 1902 the twenty-year-old Joyce
went to Paris, where he worked as a journalist,
teacher and in other occupations under difficult
financial conditions. He spent a year in France,
returning when a telegram arrived saying his mother
was dying. Not long after her death, Joyce was
traveling again. He left Dublin in 1904 with Nora
Barnacle, a chambermaid who he married in 1931. In
1907 Joyce had published a collection of poems,
Chamber Music and in 1922 Ulysses.
At the outset of the First World War, Joyce moved
with his family to Zürich. In Zürich Joyce started to
develop the early chapters of Ulysses, which was
first published in France because of censorship
troubles in the Great Britain and the United States,
where the book became legally available only in 1933.
In March 1923 Joyce suffering at the same time
chronic eye troubles caused by glaucoma.
At the end of the first world war Joyce returned to
Zürich, where he died on January 13, 1941.
Ulysses
Menù Principale
Ulysses is a novel by James Joyce, wrote between
March 1918 and December 1920, then published on
February 2, 1922, in Paris. Many consider it one of
the most important works of Modernist literature.
Ulysses chronicles the passage of Leopold Bloom
through Dublin during an ordinary day, June 16,
1904. The title parallels and alludes to Odysseus, the
hero of Homer's Odyssey , in fact there are many
correspondences, for example between Leopold
Bloom and Odysseus, Molly Bloom and Penelope,
and Stephen Dedalus and Telemachus.
Joyce in this novel used a great variety of a
vocabulary words including proper names, plurals
and various verb tenses. Its work is divided into 18
episodes: 3 capitols are about Telemachia, 12 are
about the peregrinations of Ulysses and the other 3
are about the return to Itaca. The husband of the
main character Leopold Bloom is Molly that is
compared to Penelope despite there’s a difference
between the behavior of Molly and Penelope.
Stephen Dedalus represent the reason and the
mind. Leopold Bloom represent the union between
material body and reason. " Ulysses” is
characterized by stream-of-consciousness
technique, careful structuring, and experimental
prose-full of puns, parodies, and allusions-as well as
its rich characterisations and broad humour, made
the book a highly regarded novel in the Modernist
pantheon. In 1999, the Modern Library ranked
Ulysses first on its list of the 100 best English-language
novels of the 20th century.
Fine
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Vincenzo Ronca - Istituto Marconi Civitavecchia