N.6 2015
ASSOFOND
FEDERAZIONE
NAZIONALE
FONDERIE
Poste Italiane S.p.A. - Anno XL-Pubblicazione bimestrale - Spedizione in A.P. - 70% - Filiale di Milano
La rivista delle Fonderie
di Metalli Ferrosi e Non Ferrosi
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N. 6 2015
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industria
fusoria
ASSOFOND
in igne vita
ASSOFOND
FEDERAZIONE
NAZIONALE
FONDERIE
SOMMARIO
Pubblicazione bimestrale tecnico-economico ufficiale
per gli atti dell’Associazione Nazionale delle Fonderie
Autorizzazione Tribunale di Milano
n. 307 del 19.4.1990
ECONOMICO
Report congiunturale terzo trimestre 2015 comparto ferrosi e non ferrosi ......................10
Assofond Ghisa ..................................................................................................................................20
SaMoTer day 2015 osservatorio sul mercato mondiale
delle macchine movimento terra .................................................................................................. 32
Amafond: convegno 2015 .............................................................................................................. 38
Il business ci aspetta là fuori, come arrivarci?............................................................................ 48
Nuovo impianto alla Imic “Investiamo sul futuro” .................................................................... 50
Grande successo di MicroTech, quarta edizione del “Cast Investment Coaching”
in ATS-Microfound.............................................................................................................................. 54
Rischio ambientale ............................................................................................................................ 56
Direttore Responsabile
Silvano Squaratti
Direzione e redazione
Federazione Nazionale Fonderie
20090 Trezzano S/Naviglio (MI), Via Copernico 54
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Gestione editoriale e pubblicità
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Abbonamenti per l’Italia,
anno 2015 105,00 euro
DOGANA AMICA
Nasce dogana Amica al servizio delle Associate Assofond ......................................................60
Scambi Ue-Ucraina.Vantaggi per gli operatori ............................................................................66
Abbonamento per l’estero,
anno 2015 180,00 euro
Una copia 12,91 euro, estero 20,66 euro
Numeri arretrati il doppio
Spedizioni in A.P. - 70% - Filiale di Milano
AMBIENTE E SICUREZZA
NePSi Reporting 2016. 15 Gennaio - 15 Marzo 2016 .......................................................... 70
TECNICO
La modellistica nella problematica della dispersione di polveri in impianti industriali.... 76
Determinazione frazione solida tramite analisi DSC .............................................................. 80
Sviluppo di una nuova metodologia di utilizzo dell’alluminio secondario riciclato
rimpiazzando l’alluminio primario nella lega A356 per componenti di sicurezza
nella tecnologia in bassa pressione .............................................................................................. 88
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INDICE
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Industria Fusoria senza autorizzazione e senza citare
la fonte. La collaborazione alla Rivista è subordinata
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Rivista ne Assofond e la responsabilità di quanto
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Industria Fusoria 6/2015
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NOMICO
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M. Brancia
ECONOMICO
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ECO
Report congiunturale
terzo trimestre 2015
comparto ferrosi e non ferrosi
Assofond effettua indagini
presso i propri associati con
cadenza trimestrale i cui dati
vengono riassunti su di un report studiato appositamente
per fornire agli operatori del
settore un quadro sintetico e
generale sull’andamento dei
principali aspetti dell’industria
di fonderia, ovvero “un’istantanea” sui trend produttivi, del
fatturato e relativa quota sui
mercati esteri, utilizzo capacità
produttiva, mercati di destinazione dei getti prodotti, giorni
all’incasso e percentuale dei
crediti scaduti.
Ogni anno il Centro Studi lavora per ampliare il campo di
azione: nei paragrafi che seguono viene riportato un estratto
dei tre report relativi al terzo
trimestre 2015, ed ognuno
inerente ai tre comparti principali dell’industria di fonderia:
ghisa, acciaio e non ferrosi (alluminio e zinco nel dettaglio).
Gli indici proposti sono calcolati con base fissa al trimestre
medio dell’anno 2014. Fare
previsioni su come chiuderà il
2015 è veramente difficile: alla
luce di quanto rilevato fino ad
oggi (terzo trimestre) i comparti dei metalli ferrosi stanno
facendo molta fatica a risalire la
china per recuperare i livelli
dell’anno scorso, mentre quello
dei non ferrosi ha registrato un
trend congiunturale molto più
soddisfacente.
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Industria Fusoria 6/2015
La ghisa rimbalza,
ma che fatica!
La curva della produzione del
comparto della ghisa ha iniziato
il 2015 declinando pericolosamente verso il basso: rispetto
ai valori trimestrali medi del
2014 l’indicatore ha registrato
un calo di 5 punti percentuali
nel primo trimestre e addirittura di 10 nel secondo. Finalmente, però, i valori registrati nel
terzo trimestre fanno rialzare il
trend fino a 101 punti, ovvero
un punto percentuale in più rispetto al 2014.
La crescita su base annua è
tuttavia ancora negativa (0,7%) e la prospettiva per fine
anno è molto difficile da prevedere.
L’indice della fiducia degli imprenditori è in significativo calo e torna ai 44,7 punti del
primo trimestre del 2015: se è
vero che il “sentiment” degli
imprenditori fa tendenza, allora se si chiuderà in pareggio si
sarà raggiunto un importante
traguardo!
Le variazioni congiunturali e
tendenziali confermano il tri-
ECONOMICO
mestre positivo, se pur ancora
in recupero, evidenziato già
dall’indice della produzione a
base 2014: +12% rispetto al
trimestre
precedente
e
+17,4% rispetto al terzo trimestre del 2014.
Per entrambi la dinamica è
molto positiva.
Il secondo trimestre 2015 risulta essere il momento peggiore con un -10% rispetto allo
stesso periodo del 2014.
Se confrontato con il trend generale del settore il comparto
della ghisa rimane al di sotto
dell’andamento generale ed in
maniera costante in tutti e
quattro gli ultimi trimestri presi in considerazione.
Anche la visibilità degli ordini
rimane bassa e a quota 1,8 mesi, in linea con i valori rilevati
per tutto l’anno 2015.
L’utilizzo della capacità produttiva media (semplice) del comparto è in calo rispetto ai trimestri
precedenti e si attesta al 69,5%:
le realtà produttive sono molto
eterogenee e si passa da un minimo rilevato del 25% a situazioni che vanno a pieno regime.
Industria Fusoria 6/2015
11
ECONOMICO
Il mix produttivo presenta una
flessione per ciò che concerne
i getti prodotti in ghisa duttile
(28%).
Maggiori soddisfazioni si notano nell’andamento del fatturato netto, trascinato sempre dalla componente estera, che registra un +1% su base annua ed
un +5,3% sia su base congiunturale che tendenziale.
Il fatturato estero cresce fino
al +4,5% su base annua e
dell’8,8% rispetto al trimestre
precedente, ma solo dello
0,9% sullo stesso trimestre
del 2014.
In termini di fatturato totale la
crescita fra trimestri è stata più
costante rispetto ai valori registrati per i volumi: il +5% consecutivo degli ultimi due trimestri ha consentito di soffrire
meno in termini tendenziali per
tutti gli ultimi quattro periodi e
soprattutto di non accusare
troppo il colpo in termini di
marginalità.
L’indice destagionalizzato con
base fissa al trimestre medio
2014 supera finalmente la soglia dei 100 punti (105) marcando così una crescita rispetto alla media 2014; ancora più
sostenuto è il trend del fatturato estero che nel terzo trimestre 2015 arriva a 110 punti di
incremento (+10% rispetto al
trimestre medio 2014).
12
Industria Fusoria 6/2015
ECONOMICO
Sulla base del fatturato rilevato
nell’ultimo trimestre, il mercato dell’automotive rappresenta
la quota più importante e pari
al 38% del totale, seguito dalla
meccanica al 23% e dai veicoli
industriali al 15%.
La maggioranza delle aziende
che ha risposto all’indagine
(71,4%) dichiara che i prezzi finali di vendita risultano stabili
rispetto al trimestre precedente; nessuno è riuscito a scontare prezzi in aumento, mentre il
28,6% ha dovuto vendere a
prezzi più bassi.
Per ciò che concerne i giorni
incasso, rimane ampia la differenza fra clienti esteri che ci
mettono 56 giorni in media a
pagare le fonderie di ghisa e i
clienti italiani che arrivano a 94;
nonostante ciò, entrambi i
trend risultano in leggero calo
rispetto al trimestre precedente, raggiungendo il minimo degli
ultimi quattro trimestri.
Acciaio - produzione
in recupero,
bene i fatturati
L’andamento del comparto dell’acciaio fotografato nel terzo
trimestre del 2015 restituisce un
quadro ambivalente nel confron-
to fra livelli produttivi ancora
bassi, -4,4% su base annua, e livelli di fatturato, +5,6%, trascinati
questi ultimi da un picco di crescita della componente estera.
Rispetto al terzo trimestre del
2014 le tonnellate prodotte nel
2015 sono ancora non soddisfacenti (-5%) anche se la dinamica disegna una lenta ripresa:
nel primo e secondo trimestre
il calo è andato aumentando,
mentre nel terzo si riduce di
due punti percentuali.
I dati congiunturali confermano
questo trend positivo che, per
il secondo trimestre consecutivo, registrano una crescita significativa (+14% rispetto al secondo trimestre 2015) anche
rispetto al +4% del periodo
precedente.
Industria Fusoria 6/2015
13
ECONOMICO
La visibilità degli ordini è ancora bassa e mediamente pari a 2
mesi.
Il livello di utilizzo della capacità produttiva è stabile e intorno ad una media non molto
soddisfacente del 77%.
Tornando ai livelli di fatturato, i
livelli hanno ripreso a crescere
rispetto al trimestre precedente e, rispetto alla media trimestrale del 2014, le variazioni
percentuali sono ragguardevoli:
+27% per il fatturato totale,
+34% per il fatturato estero.
Il balzo si ha anche confrontando i livelli raggiunti su base annua: il fatturato netto generale
è cresciuto del +5,6%, mentre
quello estero ha raggiunto un
incremento del +30,4%.
Nel confronto con i livelli medi
trimestrali del 2014 l’indice destagionalizzato della produzione presenta anche in questo
caso un quadro positivo perché
in crescita di 4 punti percentuali nel terzo trimestre 2015
(104) ed in forte recupero rispetto ai 91 punti del trimestre
precedente.
14
Industria Fusoria 6/2015
L’indice della fiducia degli imprenditori è fermo ai livelli
del trimestre precedente:
nessuno ha dichiarato di vedere peggio la situazione nei
prossimi 6 mesi, ma solo il
25% pensa che migliorerà la
situazione economica, mentre
per la maggioranza del 75%
sarà stabile.
Sia le variazioni congiunturali
che quelle tendenziali sono a
due cifre, laddove il fatturato
estero cresce sempre di più rispetto al valore generale. Rispetto al trimestre precedente,
difatti, il fatturato totale cresce
del +25,8% e quello estero del
+32,3%. Rispetto allo stesso
trimestre del 2014 si registra
+20,5% per i valori totali, mentre è +36,8% la variazione tendenziale del fatturato estero.
Se è vero che, come dichiara
l’80% delle aziende che hanno
risposto, i prezzi di vendita sono stabili, e vista la crescita me-
ECONOMICO
no che proporzionale della produzione, la buona dinamica del
fatturato si spiega con l’apertura
di nuovi canali, magari esteri,
particolarmente remunerativi.
Anche i dati della produzione
su base annua sono i migliori e
arrivano ad un incremento del
+4,8% rispetto al cumulato di
settembre 2014.
I clienti esteri pagano anche a
scadenze molto basse, in media
44 giorni, mentre quelli italiani
quasi il doppio: il trend è sostanzialmente stabile in entrambi i casi.
I mercati più interessanti risultano, nell’ordine, “nuovi mercati” per il 38%, edilizia 19% e l’industria estrattiva per il 23%. A
seguire la meccanica con il 10%
e la siderurgia con il 5%.
La crescita generale del settore delle fonderie si ferma ad
un +0,4%, frenata dalle difficoltà del comparto della ghisa
(-0,7%) e dell’acciaio (-4,4%).
L’unica nota stonata è la percezione di fiducia sull’andamento
dei prossimi sei mesi che risulta essere in calo rispetto ai periodi precedenti: se nel secondo trimestre si era arrivati a
72,2 punti, nell’ultimo trimestre
rilevato scende al minimo del
2015 e si attesta a 63,9 punti.
La maggioranza, il 61,1%, risponde ancora che l’andamento rimarrà stabile, ma aumenta
chi è convinto che lo scenario
peggiorerà (5,6%) ed anche chi
era più positivo lo scorso trimestre ha opinioni meno ottimistiche.
All’interno del comparto è l’alluminio a sostenere la crescita,
mentre lo zinco ha ripreso la
I non ferrosi
continuano a trascinare
il settore
Il comparto dei non ferrosi è
l’unico, all’interno del settore
delle fonderie, a crescere costantemente dall’inizio dell’anno. L’indice che viene calcolato
con base il trimestre medio del
2014 sale fino a 115 punti, incrementandosi di altri 7 punti
rispetto al secondo trimestre
del 2015.
Industria Fusoria 6/2015
15
ECONOMICO
marcia solo in questo terzo trimestre, ma solo in rapporto ai
giorni lavorati.
La dinamica è evidenziata dal
trend delle variazioni congiunturali: i livelli di crescita
dello zinco nel 2015 sono positivi ma non sono stati sufficienti a recuperare i livelli medi del 2014 e nonostante il
balzo del +7% rilevato a settembre. Il trend rimane al di
sotto di quello generale del
settore delle fonderie.
I livelli dello zinco rimangono
bassi e pari al -6% sul tendenziale, dopo altrettanti valori negativi registrati dall’inizio dell’anno.
L’alluminio è, al contrario, in sostenuta crescita, pari al +7%
tendenziale, se pur in flessione
di un punto rispetto al secondo
trimestre. La crescita è stata
sostenuta e costante per tutti i
primi tre trimestri, così come
evidenziato dal trend congiunturale.
La visibilità degli ordini dei
“non ferrosi” non è molto alta, pari a 2,6 mesi, ma è comunque maggiore rispetto
agli altri comparti.
16
Industria Fusoria 6/2015
L’utilizzo della capacità produttiva media (semplice) è in calo
(77,5%) ma rimane sopra ai valori della fine del 2014 e di inizio 2015.
Anche i valori del fatturato delineano un quadro positivo dei
non ferrosi: su base annua i ricavi aumentano del +7,2%, il cui
sostegno deriva anche dalla domanda estera che cresce del
+8,2%, sempre su base annua.
La curva generale segna un andamento superiore alla media
2014 lungo tutti i trimestri del
2015: il fatturato totale ed anche estero sono sopra i 100
punti fin dall’ultimo trimestre
del 2014 e nel terzo del 2015
ha rialzato ulteriormente la te-
ECONOMICO
sta ponendosi su una crescita
di circa il +23% per il fatturato
totale e di circa il +30% su
quello estero in rapporto al trimestre medio 2014.
A differenza degli altri comparti,
in cui la componente estera
guadagna quote sempre maggiori rispetto al fatturato totale,
per i non ferrosi tali valori sembrano consolidati ed in sostanziale linea con il trend generale.
In termini congiunturali la crescita del fatturato totale è leggermente inferiore a quella del fatturato estero, rispettivamente
del +15,3% e del +20%, mentre il
dato tendenziale è praticamente
analogo, indice di un recupero
della domanda interna di getti
non ferrosi sulla domanda generale: questo cresce del +8,56%,
mentre il fatturato estero si incrementa del +8,60%.
La maggioranza delle aziende
(75%) che hanno risposto all’indagine ha dichiarato che i
prezzi di vendita sono stabili, il
20,8% ha rilevato invece una dinamica negativa, mentre il 4,2%
è riuscito a vendere a prezzi
più alti rispetto al trimestre
precedente.
Il mercato dei mezzi di trasporto rappresenta sempre la
fetta più consistente dei mercati di sbocco: in base ai fatturati conseguiti nel terzo trimestre, la quota raggiunge
l’83% del fatturato dei non
ferrosi, seguito a distanza dal
10% della meccanica.
I giorni incasso dai clienti diminuiscono per quelli nazionali che si attestano su una
media di 97 giornate, in calo
rispetto al trimestre precedente. In leggero aumento, invece, i giorni medi dei clienti
esteri, saliti a 68.
Industria Fusoria 6/2015
17
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ECO
ECONOMICO
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Assofond Ghisa
“Assofond Ghisa” un appuntamento fisso interamente dedicato alle Fonderie che producono getti di ghisa.
Analizzare l’attuale momento
del mercato, tracciare un primo
preconsuntivo dell’anno che
volge al termine e formulare alcune proiezioni per il primo
trimestre dell’anno alle porte,
questi gli obiettivi tradizionalmente assegnati all’incontro
dedicato alle Fonderie di ghisa.
Il meeting dello scorso 16 dicembre è stato altresì un’occasione propizia per riflettere su
alcuni temi di grande attualità
per le imprese del settore.
Nella prima sessione dei lavori,
Gualtiero Corelli (Servizi Tecnici: Prodotto, Ambiente, Salute&Sicurezza S.A.S) ha illustrato le Linee Guida recentemente pubblicate da Assofond, la
cui finalità è quella di offrire alle proprie Associate un “vademecum” di orientamento nella
complessa attività di analisi sottesa al processo di elaborazione e aggiornamento dei modelli organizzativi di gestione e
controllo ai sensi del D. Lgs. n.
231/2001.
A seguire, è intervenuto Maurizio Prando (Servizi Tecnici: Prodotto, Ambiente, Salute&Sicurezza S.A.S) presentando il progetto
Assofond che ha portato alla
realizzazione delle “Linee guida
20
Industria Fusoria 6/2015
per lo sviluppo delle diagnosi
energetiche nel settore delle
Fonderie alla luce del decreto legislativo n.102/2014”, documento che fornisce le informazioni e
gli strumenti di supporto per la
realizzazione della diagnosi energetica, con un focus di dettaglio
sul processo fusorio.
Tra i temi caldi di confronto non
poteva mancare quello relativo
all’energia elettrica. A tal riguardo, il Presidente del Consorzio
Assofond Energia, Franco Vicentini, ha offerto alla platea una
panoramica sui mercati energetici ed un aggiornamento sugli
ultimi sviluppi per ciò che attiene l’art. 39 ed i benefici spettanti alle aziende energivore.
Il Presidente di Assofond, Roberto Ariotti, ha preso la paro-
la per anticipare un argomento
di natura legale che sarà oggetto di trattazione in apposito
Workshop in calendario per il
2016. Il Focus dell’intervento
riguardava in particolare, le
possibili implicazioni derivanti
da una recente sentenza della
Cassazione che ha chiarito in
modo preciso la distinzione tra
il contratto di subfornitura regolato dalla L. n. 192 del 1998
ed il contratto di appalto in relazione al rapporto contrattuale esistente tra due fonderie.
Nella seconda parte del meeting,
si è entrati nel vivo dell’incontro
focalizzandosi sulla congiuntura
del comparto, grazie all’intervento del Presidente di Assofond
Ghisa, Duccio Conforti, supportato dalle analisi del Centro Studi dell’Assofond.
ECONOMICO
ha ritenuto di sviluppare delle
Linea Guida di Settore per offrire alle imprese che abbiano
scelto di adottare un modello
di organizzazione e gestione,
una serie di indicazioni e misure specificatamente “pensate”
in relazione alle attività di Fonderia.
L’incontro si è concluso con il
tradizionale pranzo e lo scambio di auguri per le festività
Natalizie che ha offerto ai
presenti un’ulteriore occasione di dialogo e confronto tra
colleghi.
Quanto alle conseguenze, l’accertamento dell’illecito previsto dal decreto 231/01 espone
l’Ente all’applicazione di gravi
sanzioni, che ne colpiscono il
patrimonio, oltre che l’immagine, con potenziali gravi ricadute sull’attività dell’Ente stesso.
Linee Guida per la
realizzazione di un
Modello organizzativo
e gestionale conforme
al D.lgs. 231/01
nel Settore Fonderia
Nata per “contrastare” i reati
contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, truffa ai danni dello Stato,
etc.), il campo di applicazione
della norma è stato esteso
successivamente ad altri reati
ed in particolare a quelli di
omicidio colposo e lesioni gravi e gravissime commesse in
violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela
dell’igiene e della salute sul lavoro o commessi in violazione
delle normativa ambientale.
Il decreto legislativo 8 giugno
2001, n. 231, ha introdotto nell’ordinamento italiano la responsabilità amministrativa degli Enti per gli illeciti conseguenti alla commissione di determinati reati.
Ancorché definita “amministrativa” dal decreto, si tratta
di una responsabilità sostanzialmente penale, in capo all’Ente, caratterizzata da presupposti e conseguenze distinti da quelli previsti per la responsabilità penale in capo alla
persona fisica, ma ad essa correlata.
In particolare l’Ente può essere ritenuto responsabile se,
prima della commissione del
reato da parte di un soggetto
ad esso funzionalmente collegato, non aveva efficacemente
attuato modelli di organizzazione e gestione idonei ad evitare reati della specie di quello
verificatosi.
La “criticità” delle citate normative per il Settore della
Fonderia, anche per le imprese
di piccola e media dimensione,
ha reso sempre più necessaria
l’attuazione di modelli organizzativi che potessero configurarsi idonei ad “esimere” le
Fonderie dalle responsabilità
definite dalla 231/01, a fronte
della commissione dei citati
reati da parte di soggetti ai
vertici
dell’organizzazione
aziendale, od ad essi riconducibili.
Per agevolare il “percorso” necessario alla realizzazione ed
all’implementazione di un Modello Organizzativo e Gestionale (MOG) efficace, Assofond
Le Linee Guida, predisposte
dalle Associazioni di categoria,
hanno la funzione di fornire
agli associati impegnati nella
definizione del proprio sistema di controlli interni, un utile
supporto per la redazione del
proprio modello di organizzazione, gestione e controllo.
Va sottolineato, infatti, che le
Linee Guida costituiscono uno
strumento di ausilio nella “costruzione” di un proprio Modello fornendo alle singole
aziende princìpi generali ed
operativi che comunque devono essere applicati alla specifica realtà aziendale, al fine di
creare un sistema di procedure operative e di verifica, concretamente idonee ad impedire la commissione degli illeciti
previsti dal D.Lgs. 231/01, personalizzate in funzione dello
specifico assetto organizzativo
e gestionale della società.
Il documento, predisposto con
il supporto di specifiche professionalità esterne, è stato
sviluppato con il contributo
dell’Associazione – in particolare del Servizio Ambiente, Salute e Sicurezza – analizzando
le specificità delle Imprese del
Settore e fornendo una “chiave di lettura” adeguata a guidare nella corretta valutazione
dei “rischi” di commissione dei
vari reati, nello svolgimento
delle attività tipicamente connesse con i processi tecnici e
gestionali attuati in fonderia.
Successivamente alla definizione delle Linee Guida e dalla loro “verifica in campo” che ne
prevede l’utilizzo nella realizzazione di un MOG presso una
Fonderia associata, Assofond
ha provveduto a comunicarle al
Ministero della Giustizia che, in
Industria Fusoria 6/2015
21
ECONOMICO
data 29 ottobre 2015, ha valutato il Codice di comportamento in riferimento (ndr: Linee Guida Assofond, edizione
ottobre 2015) adeguato ed
idoneo al raggiungimento dello
scopo fissato all’art. 6 comma 3
D.Lvo 231/2001.
Si ricorda infine che spetterà al
Giudice di merito la valutazione dell’efficace attuazione del
modello da parte dell’azienda
sottoposta a giudizio. E’ dunque
fondamentale che il Modello sia
sempre aggiornato e concretamente applicato all’interno della realtà aziendale.
La semplice astratta rispondenza del sistema di controlli interni alle previsioni delle Linee
Guida dell’associazione di categoria – necessariamente generali perché dirette a tutti gli associati – non potrebbe infatti di
per sé risultare sufficiente ad
esimere l’Ente da responsabilità amministrativa.
Linee Guida di settore
per la realizzazione
delle diagnosi
energetiche conformi
al D.lgs. 102/2014
Il Decreto Legislativo
102/2014 ha recepito in Italia
la
Direttiva
Europea
27/2012/CE che stabilisce, all’interno dell’Unione, una serie
di misure finalizzate alla riduzione dei consumi energetici.
Il Decreto in questione ha introdotto, fra i vari adempimenti, l’obbligo per le Grandi Imprese e per le Imprese Energivore di eseguire
ogni quattro anni, a partire
dal 5 Dicembre del 2015, una
“Diagnosi Energetica” finalizzata all’analisi dei consumi energetici nella propria attività al fine di identificare gli
interventi utili per ridurre i
consumi e, conseguentemente, i costi per gli approvvigionamenti energetici e l’impatto
della propria attività sull’am-
22
Industria Fusoria 6/2015
biente e sul consumo delle risorse energetiche.
entro il termine del 22 Dicembre 2015.
In relazione all’impatto di questo nuovo adempimento sulle
Fonderie (sono più di 100 le imprese associate soggette all’obbligo) Assofond ha costituito un
gruppo di lavoro composto dai
propri tecnici e da specialisti in
gestione dell’energia appartenenti a due società partner Universal Sun e Sogesca.
Il documento ha due obiettivi
principali:
a) guidare l’utente alla comprensione della normativa
applicabile. Assofond ne ha
seguito tutta l’evoluzione
partecipando ai vari incontri
sia con il Ministero dello Sviluppo Economico sia con
ENEA e ne ha sintetizzato i
contenuti;
b) descrivere una metodologia,
calzata sulle specificità tecnico/impiantistiche del settore
delle Fonderie e conforme
ai requisiti del Decreto Legislativo 102/2014 della normativa tecnica UNI 16247 e
di tutti i documenti di chiarimento pubblicati sia dal MISE che da ENEA.
Il gruppo di lavoro è stato creato con gli obiettivi seguenti:
• mettere a punto una metodologia per la conduzione della
Diagnosi Energetica e la stesura del relativo Report calzata
sulle
specificità
tecnico/impiantistiche delle
fonderie di metalli ferrosi e
non ferrosi;
• validare tale metodologia su
un campione di imprese aderenti al progetto;
• descrivere la metodologia
studiata e validata in Linee
Guida Settoriali che si auspica possano rappresentare
un valido strumento sia per
le imprese sia per i soggetti
che svolgono la Diagnosi
Energetica.
Il progetto di Assofond è nato,
inoltre, con un ulteriore obiettivo: utilizzare le informazioni
di sintesi estrapolate dalle
Diagnosi Energetiche per costruire e condividere i benchmark energetici di settore,
fondamentali per capire il livello di efficienza della propria
impresa rispetto ai dati medi
della fonderia italiana ed individuare le aree in cui sono
possibili interventi di efficientamento.
Nell’ambito di questa attività
Assofond ha dato, inoltre, vita
ad un servizio per supportare
le imprese associate nella realizzazione delle Diagnosi Energetiche.
Le Linee Guida sono il primo
risultato dell’attività del Gruppo di Lavoro, oltre alle Diagnosi Energetiche eseguite e che
sono state trasmesse ad ENEA
Le Linee Guida possono essere
utili nei casi seguenti:
a) per tutte le Diagnosi Energetiche successive alla prima. L’obbligo della Diagnosi
Energetica non si esaurisce
nel 2015, ma si ripete ogni
quattro anni.
b) per le PMI che, non soggette
all’obbligo, decidano, in ogni
caso, di effettuare la Diagnosi Energetica. Le PMI hanno
la possibilità di partecipare
ai bandi che, entro la fine di
ogni anno, saranno pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico allo scopo di
incentivare l’adozione di sistemi di gestione energetica
conformi alla norma ISO
50001 o la realizzazione di
Diagnosi Energetiche nelle
PMI.
c) per le imprese che adottano
sistemi di gestione conformi
alla ISO 50001. La procedura può essere impiegata nello svolgimento dell’Analisi
Energetica.
Le Linee Guida sono già state
sottoposte all’approvazione di
ENEA e saranno pubblicate, al
più presto, nell’area del sito
dedicata alla Diagnosi Energetica.
Nel mese di gennaio 2016 saranno raccolti i dati prove-
ECONOMICO
nienti dalle Diagnosi Energetiche e costruiti i benchmark.
Per il mese di febbraio 2016 è
in programma un incontro
nell’ambito del progetto Fonderia Efficiente per presentare i risultati.
Panoramica sul tema
Energia Elettrica e Gas
Franco Vicentini, Presidente di
Assofond Energia, ha illustrato
brevemente come il costo della Commodity sia in discesa e
nei prossimi 2-3 anni ci si attenda una riduzione di 2-3
€/MWh rispetto all’attuale
prezzo del forward 2016, attualmente intorno ai 45
€/MWh.
Anche per il prezzo del Gas le
proiezioni rivelate appaiono
fortemente orientate verso
una ulteriore flessione in considerazione degli ultimi sviluppi
legati ai fattori geo-politici. Si
ritiene pertanto che il prezzo
particolarmente basso del gas
sia un fattore strutturale. Per il
2016 le previsioni ad oggi indicano un prezzo intorno ai 22
€c/smc.
Per quanto riguarda l’art. 39 e
gli sconti riconosciuti alle
Aziende Energivore è stato ricordato che, stante la natura
strutturale della misura, la stessa presupponga una continuità
negli anni. Infine è stato rimarcato che la maggore criticità
legata all’agevolazione, concerne il continuo slittamento dei
termini previsti per l’erogazione dei relativi importi. L’ultima
notizia comunicata a tal riguardo indicherebbe il primo trimestre come termine ultimo
per la liquidazione a favore delle imprese che non hanno prestato garanzia per l’anno 2013
e per tutti coloro che hanno
presentato la dichiarazione per
l’anno 2014.
30% per coloro che sono nella
prima fascia di sconto, ovvero
con un indice di intensità di costo dell’energia elettrica tra il
2% e il - 6%.
Sintesi risultati Indagine Congiunturale
Rapida - Campione
Fonderie di ghisa
BREVE
PREMESSA METODOLOGICA
E’ stata replicata l’Indagine
Congiunturale Rapida per avere una sintetica ricognizione
sull’andamento congiunturale
del comparto con lo scopo di
capire, in via preliminare, quali
sono i tratti complessivi che
stanno contraddistinguendo il
2015, unitamente alle indicazioni delle prime proiezioni per il
primo trimestre del 2016.
Variabili di riferimento:
• attività in generale;
• portafoglio ordini;
• produzione;
• CIG.
CAMPIONAMENTO
Al fine di mantenere il più possibile inalterata la composizione sostanziale del campione,
nonché la sua rappresentatività
sotto il profilo statistico-economico, i soggetti intervistati,
rappresentativi di un sub-universo di imprese contattate
dall’Associazione, rimangono i
medesimi; essi sono sostituiti
soltanto nell’eventualità in cui
qualcuno di loro non sia più disponibile, per varie ragioni, a
fornire le indicazioni richieste.
Nella composizione del panel si
è scelto di contemplare la presenza di Fonderie fornitrici dei
principali mercati di sbocco “8
cluster” (trattoristica e macchine agricole, meccanica, veicoli
industriali, automotive, macchine movimento terra, edilizia, siderurgia) e di concentrarci su
un gruppo di “osservatori privilegiati” sufficientemente in
contatto con l’Associazione in
grado di offrire garanzie di una
più allargata attendibilità alle risultanze empiriche.
RAPPRESENTATIVITÀ DEL
CAMPIONE INTERVISTATO
Complessivamente il campione
intervistato esprime una rappresentatività superiore al 44%
(in termini di volume) dell’intero comparto nazionale, circa
430.000 tonnellate di getti.
I
RISULTATI
Scopo dell’intervista è stato
quello di sondare in via preconsuntiva i risultati del 2015 e
preliminarmente sui tratti
complessivi che andranno a
contraddistinguere il primo trimestre del 2016.
1 – IN GENERALE, COME GIUDICA
LO STATO ATTUALE DELLA SUA
ATTIVITÀ?
Le valutazioni delle imprese intervistate circa lo stato attuale
dell’attività hanno messo in luce
un elevato grado di soddisfazione delle Fonderie dedite alla
produzione di getti per l’automotive (100% delle risposte è
concentrata tra le modalità
Oltre allo sblocco dell’erogazione entro i primi 3 mesi del
2016 è atteso un possibile raddoppio del beneficio dal 15% al
Industria Fusoria 6/2015
23
ECONOMICO
buono e soddisfacente), nessuna impresa del campione ha
dichiarato “insoddisfazione”.
Per le Fonderie dedite alla
produzione dei grandi getti
con formatura a mano, il grado di soddisfazione espresso è
ancora positivo (58% delle risposte tra buono e soddisfacente), ma emerge un significativo deterioramento rispetto allo scorso anno (83% contro il 58% attuale).
I cluster che hanno espresso
maggiore negatività sono rappresentati dai veicoli industriali (90% dei giudizi si concentra sulla modalità insufficiente), movimento terra
(79%), trattori e macchine
agricole (73%). I giudizi in tutti e tre i settori sono peggiorati rispetto all’indagine dello
scorso anno.
Per i restanti cluster, meccanica, siderurgia ed edilizia i giudizi si collocano al 50% tra modalità positive e negative.
2 – 3 COME VALUTA IL PORTAFOGLIO
ORDINI DEL TRIMESTRE IN CORSO (4°)
RISPETTO AL TRIMESTRE PRECEDENTE
zione del portafoglio ordini
del trimestre in corso, mentre
migliorano per: meccanica, siderurgia e macchine agricole.
Quindi per questi comparti i
giudizi sugli ordini del quarto
trimestre sono migliorativi rispetto alla valutazione dell’attività in generale indagata con
il quesito precedente.
4 - FATTO PARI A 100 IL LIVELLO
ANTE-CRISI DEL 2007-2008, QUAL È
IL LIVELLO DEL 2015 E QUELLO ATTESO
PER IL PRIMO TRIMESTRE DEL 2016?
Se si esclude il cluster dell’automotive superiore ai livelli del
2008, l’eccesso di capacità produttiva rilevata, va da un minimo di 20% per i grandi getti (in
peggioramento rispetto al
2014) ad un massimo del 40%
per i veicoli industriali, l’edilizia
e le macchine movimento terra. Tra i valori intermedi figurano il 24% della meccanica ed il
29% per le macchine agricole.
Nel complesso i giudizi sulle
proiezioni per il primo trimestre del 2016 convergono ver-
so una situazione di sostanziale
stabilità rispetto al 2015, fatta
eccezione per l’automotive, la
siderurgia ed i veicoli industriali per i quali è atteso un miglioramento.
5 - RICORSO ALLA CIG ORDINARIA
NEGLI ANNI 2014 E 2015
Il ricorso alla CIG, non costituisce più un carattere di eccezionalità nella gestione dell’impresa; pertanto la stessa
analisi di tale indicatore acquista una minor rilevanza rispetto al valore che si era soliti attribuirgli negli anni precrisi.
Con riferimento all’utilizzo
degli ammortizzatori sociali, la
percentuale delle imprese che
ha dichiarato di aver fatto ricorso alla CIG nel 2014 si è
attestata al 50% del campione, mantenendosi sostanzialmente invariata rispetto a
quanto rilevato nel 2013
(52%). Nel 2015 la percentuale è aumentata sensibilmente
arrivando a coprire il 67%.
(3°)?
Per la maggior parte dei cluster: grandi getti, edilizia, macchine movimento terra e veicoli industriali, la valutazione
richiesta con il primo ed il secondo quesito (stato attuale
dell’attività e portafoglio ordini) grosso modo coincidono.
Si rileva una distribuzione
analoga delle risposte intorno
alle tre modalità, con saldi tra
giudizi opposti simili. Al contrario per l’automotive i giudizi peggiorano nella valuta-
Quadro di sintesi sui
dati della produzione
industriale
(Fonte ISTAT)
Il risultato produttivo ascrivibile ai primi 10 mesi del 2015 rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, registra una sostanziale stazionarietà per il comparto Fonderie
globalmente inteso (ferrosi e
non ferrosi). Tale dato esprime
24
Industria Fusoria 6/2015
ECONOMICO
Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT)
Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014
la sintesi della flessione dei getti di ghisa (-4%) e di una variazione della medesima entità,
ma di segno opposto, registrata
dai getti di alluminio (+4%).
Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT)
Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014
Getti di ghisa per settore di destinazione
Unico ruolo propulsivo tra i
settori committenti è stato interpretato dall’automotive.
Il passo della ripresa è ancora
fortemente disomogeneo fra i
vari comparti.
La meccanica nel suo complesso (ateco 28) ha registrato un invariato, mentre al suo
interno alcuni settori si distinguono con tassi di crescita più
sostenuti, le macchine utensili, quelle per la formatura di
metalli, turbine e motori
(esclusi quelli per aeromobili…); tra le performance peggiori emergono quelle delle
macchine per l’agricoltura, cuscinetti, ingranaggi e organi di
trasmissione).
Nel 2015 il settore dell’auto è
diventato uno dei motori
principali della ripresa dell’economia ed il suo ruolo propulsivo potrebbe rafforzarsi
ulteriormente nel 2016.
Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT)
Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014
Industria Meccanica
I dati ISTAT, relativi alla produzione industriale, confermano la ripresa dell’industria
automotive nazionale.
La produzione industriale del
settore automotive, registra
nei primi dieci mesi del 2015,
Industria Fusoria 6/2015
25
ECONOMICO
Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT)
Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014
Automotive
una crescita tendenziale del
18%; particolarmente consistente per la produzione nazionale di autoveicoli e loro
motori (ateco 29.1), +47%;
mentre la produzione di carrozzerie di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (ateco
29.2) rileva un aumento del
16% nel cumulato ed infine la
produzione di parti ed accessori per autoveicoli (ateco
29.3, non include i pneumatici) segna una crescita
dell’11% nei primi dieci mesi
dell’anno.
Le Costruzioni nel 2015 riportano ancora un calo (1,3%), tuttavia l’intensità della
flessione risulta più contenu-
ta. Tale previsione tiene conto
delle valutazioni delle imprese associate Ance che indicano, per il 2015, per la prima
volta dopo molti anni, un’aspettativa di moderazione
della crisi e del positivo impatto sugli investimenti derivante dalla proroga fino a dicembre 2015 del potenziamento degli incentivi fiscali
per le ristrutturazioni edilizie
e per l’efficientamento energetico (previsti dalla Legge di
Stabilità per il 2015).
A ciò si aggiungono alcuni
provvedimenti relativi alle
opere pubbliche che, sebbene
non sufficienti ad invertire il
ciclo, ne mitigano, tuttavia, già
Quadro di sintesi sui dati della produzione industriale (Fonte ISTAT)
Gennaio-Ottobre 2015 vs Gennaio-Ottobre 2014
Elettrodomestici, Costruzioni
26
Industria Fusoria 6/2015
nel 2015, la flessione (ad
esempio l’accelerazione dei
programmi di edilizia scolastica, di mitigazione del rischio
idrogeologico e la necessità
di spendere i fondi europei
della programmazione 20072013). In questo contesto un
primo, seppur lieve segnale
positivo emerge dall’indice
Istat della produzione nelle
costruzioni. L’indice corretto
per gli effetti di calendario,
evidenzia, infatti, a settembre
2015, un aumento dello 0,4%
nel confronto con lo stesso
mese del 2014.
Si tratta del primo dato tendenziale positivo dopo quattro anni e mezzo di cali progressivi. Per trovare un altro
valore in crescita bisogna, infatti, tornare a febbraio 2011.
Pertanto il 2016, grazie anche
alle misure introdotte nel Disegno di Legge per la Stabilità
2016, potrebbe rappresentare l’anno di svolta per il settore.
Sul fronte del mercato immobiliare, l’abolizione dell’imposizione patrimoniale sulla prima casa, nonché la conferma
del potenziamento delle agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie e interventi di
efficientamento energetico
degli edifici, rappresentano
certamente elementi positivi.
Il mercato globale di escavatori, impianti per il calcestruzzo, macchine per perforazione, frantumazione e
asfaltature, gru e veicoli da
cantiere sconta ancora il
crollo del biennio 2008-2009
(-48%). Il 2015 resta comunque un anno difficile a livello
mondiale, crescono solo India
e Nord America. Pesano lo
scoppio della bolla “cinese”
che assorbiva 1/3 di tutte le
vendite internazionali e la situazione in Russia (-70%).
ECONOMICO
Overview Fonderia Europea Paesi CAEF
Fonte: Rielaborazioni dati CAEF, resi disponibili 2-3 Dicembre 2015, CAEF MD Meeting di Budapest
Industria Fusoria 6/2015
27
ECONOMICO
FOCUS Materie prime e Indicatori Assofond
28
Industria Fusoria 6/2015
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ECONOMICO
O
SaMoTer day 2015
osservatorio sul mercato mondiale
delle macchine movimento terra
Giovedì 10 dicembre alla Fiera
di Verona ha debuttato la prima
edizione di SaMoTer Day: un’intera giornata dedicata alle
aziende e ai professionisti del
settore del construction equipment e dell’edilizia.
Si tratta di un momento di formazione e orientamento per
addetti ai lavori che fa parte del
percorso di avvicinamento alla
prossima edizione di SaMoTer,
salone internazionale triennale
delle macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia, in
programma a Veronafiere dal
22 al 25 febbraio 2017.
L’edizione 2017 di SaMoTer, oltre alla parte espositiva e commerciale, sarà centrata sulla gestione e prevenzione delle
emergenze ambientali, con focus tematici sui cantieri antidissesto e sul piano del Governo #italiasicura che prevede investimenti per oltre 7 miliardi
di euro e 3.500 interventi.
Nel presente aricolo vi proponiamo una sintesi dell’outlook
sulle macchine movimento terra e costruzioni realizzato da
SaMoter in collaborazione con
il Centro Studi Prometeia che
ringraziamo per averci autorizzato alla riproduzione del contenuto del documento.
32
Industria Fusoria 6/2015
Macchine movimento
terra e costruzioni:
in due anni fuori
dalla crisi
L’osservatorio illustra le tendenze di mercato mondiali e
nazionali per il prossimo biennio. Per il mercato delle macchine movimento terra nel
2016 inizia la ripresa.
Dal prossimo anno, infatti, è
attesa una ripartenza progressiva a livello mondiale che si
consoliderà a fine 2017, con
un totale di 880mila vendite,
in crescita del 33% rispetto al
consuntivo 2015.
Trend positivo nel prossimo
biennio anche per il comparto
italiano che, dopo il crollo del
2007 (-72%), punta a chiudere
il 2017 con 12.400 unità, in aumento del 44,8% sul risultato
2015.
Il mercato globale di escavatori, impianti per il calcestruzzo,
macchine per perforazione,
frantumazione e asfaltature,
gru e veicoli da cantiere scon-
ECONOMICO
ta ancora il crollo (-48%) del
biennio 2008-2009.
Il 2015 resta comunque un anno difficile a livello mondiale:
nei primi nove mesi sono state vendute 61mila macchine
movimento terra in meno (11%) rispetto allo stesso periodo del 2014. A livello di macro-aree crescono soltanto India (con 63mila unità) e Nord
America (148mila unità). A pesare ancora lo scoppio della
“bolla” cinese (-37%) che nel
2011 assorbiva un terzo di tutte le vendite internazionali e la
situazione in Russia (-70%).
Nonostante l’evoluzione positiva dell’attività edilizia, il Centro studi Prometeia stima una
chiusura d’anno in perdita del
9 per cento.
Le buone notizie per il comparto – sempre secondo le
elaborazioni dell’Outlook SaMoTer-Veronafiere – arriveranno con il nuovo anno, per
continuare nel 2017 con un
lento ri-allineamento alla crescita dell’edilizia (880mila
unità vendute; +33% sul
2015). Oltre ai mercati maturi di Nord America e Giappone, in Europa i maggiori contributi alla giungeranno, nell’ordine, da Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna.
Tra gli emergenti, al primo posto l’India, seguita da America
Latina.
Per quanto riguarda l’Italia, dopo una continua accelerazione
negli ultimi cinque trimestri,
Prometeia valuta un consuntivo 2015 pari a 8.500 nuove
macchine vendute (+27%) che
Industria Fusoria 6/2015
33
ECONOMICO
saliranno a oltre 12mila nel
2017 (+44,8% rispetto al
2015).
L’Outlook SaMoTer-Veronafiere analizza anche l’andamento
del settore costruzioni. Da segnalare le proiezioni relative
all’India – tra i mercati più dinamici sia nell’edilizia residenziale che nel genio civile – che
dovrebbe chiudere il 2015 a
+5,6% degli investimenti, per
salire ulteriormente a +6,9%
nel 2016 e a +7,4% nel 2017. Si
34
Industria Fusoria 6/2015
consolida la ripresa nel Nord
America, con un aumento del
5% previsto sia per il 2016 che
per il 2017. La Cina nel prossimo biennio dovrebbe, invece,
stabilizzarsi intorno ad una
crescita media del 4%, mentre
l’America Latina vedrà il segno
positivo (+4,1%) soltanto a fine 2017, pur tra luci ed ombre: se Brasile e Venezuela sono in calo, migliora la situazione in Messico, Argentina e Colombia.
Stime più caute per l’Europa
occidentale: +2,2% nel 2016 e
+3% nel 2017. Scendendo nel
dettaglio del Vecchio continente, in Germania, nel 2016,
farà da traino l’edilizia non residenziale, grazie ad un piano
triennale di investimenti pari a
15 miliardi di euro.
Il Regno Unito, invece, è pronto a varare un piano nazionale
delle infrastrutture da 120 miliardi di euro nel biennio
2016-2017. Spostandosi ad
est, in Russia continua la scia
negativa, con investimenti ri-
ECONOMICO
dotti in tutti i comparti delle
costruzioni: solo a partire dal
2017 si potranno vedere i
primi segnali di crescita, soprattutto grazie all’avvio dei
lavori per 17 miliardi di euro
previsti per i Mondiali di calcio 2018.
In Nord Africa e Medio oriente, infine, spiccano le opportunità di business in Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto ed
Iran.
Sul fronte italiano, dopo la
chiusura ancora in negativo
prevista per il 2015 (-1,5%), si
tornerà al segno positivo nel
2016 (+1,2%) e nel 2017
(+2,3%). Merito anche, nel
2016, della nuova Legge di
stabilità che darà nuovo impulso agli investimenti nel
mercato delle opere pubbliche grazie allo sblocco di 1
miliardo di euro nel Patto di
stabilità dei comuni, cui si
sommano i 500 milioni di eu-
ro destinati all’edilizia scolastica e 8 miliardi di euro aggiuntivi del Piano di investimenti europeo per l’Italia.
Le slide riportate nel presente
articolo sono state curate ed illustrate da Prometeia in occasione del SaMoTer day. Ringraziamo Prometeia per la gentile
autorizzazione alla loro pubblicazione.
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Amafond: convegno 2015
I protagonisti del mondo della
Fonderia, dai Fornitori di impianti e prodotti, ai Fonditori,
passando per i principali attori
degli utilizzatori dei getti, come
ormai tradizione, si sono dati
appuntamento al Convegno annuale promosso da Amafond
(Associazione Italiana dei Fornitori delle Fonderie) lo scorso
20 novembre a Rezzato nella
suggestiva cornice di Villa Fenaroli a pochi chilometri da Brescia.
berto Crapelli. Sotto i riflettori,
come da previsione, il comparto dell’automotive, con una relativa lettura “critica” dei segni
positivi che ne stanno contraddistinguendo gli ultimi mesi, ma
anche i materiali sempre più
impiegati nella produzione di
autoveicoli dove, con sempre
maggiore decisione, l’alluminio
sembra sempre più impiegato
oltre che nella tradizionale
componentistica, anche nella
carrozzeria e nella scocca.
L’edizione del 2015 punta decisamente in alto e si arricchisce
di autorevoli relatori e qualificati contributi che hanno concorso al successo del Convegno Amafond.
Gli scenari dell’automotive e le
prospettive italiane ed europee
dell’Industria 4.0 sono stati i
temi proposti. A moderare il
convegno Amafond una voce
molto conosciuta ed amata
della radio, la giornalista economica di Radio 24 Debora Rosciani, che ha assicurato un
ascolto piacevole, un’interazione simpatica con i relatori ed
un buon coinvolgimento del
pubblico.
Nelle parole introduttive di
Piero Starita non è mancato un
richiamo esplicito all’importanza della Fonderia all’interno del
nostro sistema Paese che resta
saldamente al secondo posto
nell’industria manifatturiera in
Europa, anche grazie al contributo delle aziende Amafond
che hanno concorso allo sviluppo delle Fonderie nel mondo, implementandone gli standard produttivi e qualitativi.
Ripercorrendone l’intera filiera, hanno preso parte all’incontro il presidente di Amafond,
Piero Starita; di Assofond, Roberto Ariotti, di ANFIA, Roberto Vavassori. Inoltre, sono intervenuti Pio De Gregorio (responsabile Business Analysis
UBI Banca), Claudio Mus (presidente di Rheinfelden Alloys) e
il CEO di Roland Berger, Ro-
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Industria Fusoria 6/2015
“Il prudente ottimismo per la
graduale ripresa che l’Italia stà
vivendo non esime nessuno
dall’adeguarsi alle nuove regole
di un mercato globale completamente diverso” ha sottolineato Starita.
“Abbiamo l’impressione che il
vento sia cambiato; ci sono voluti sette anni di crisi; la manifattura ha chiesto e comincia
ad ottenere riconoscimento
sociale e morale. L’industria italiana va sostenuta nella sua
complessità; l’arretramento di
un settore è una sconfitta per
tutti; il nostro paese, o forse
meglio la nostra area geografica e culturale non vive, non
può vivere di solo turismo. Industria 4.0 è la grande occasione per la manifattura italiana.
Concludendo il suo intervento,
Starita ha ribadito che
Amafond non cesserà di sostenere Assofond ed i suo associati nelle loro iniziative perché
crede nel mondo della Fonderia e sulla sua capacità di competere ed innovarsi. “Contiamo
sulla continuità e nella innovazione delle fonderie, che sono
Da sinistra: Pio De Gregorio, Debora Rosciani, Piero Starita, Roberto Ariotti, Roberto Vavassori.
ECONOMICO
Piero Starita è il nuovo Presidente Amafond
Piero Starita è stato nominato Presidente dell’Associazione Italiana Fornitori
Fonderie, Foundry Sales & Business Development Advisor dell’Azienda Laviosa Chimica Mineraria Spa, ritorna al vertice di Amafond dopo esserne stato
Presidente dal 2008 al 2012.
I Vice Presidenti dell’Associazione sono 4: Francesco Tieghi (Amministratore
Delegato di Fomet Srl), Ciro Radice (Vice Presidente IMF Group) Maurizio Sala (Presidente di Foundry Ecocer Srl) e Amedeo Mazzon (Direttore Commerciale F.lli MAzzon Spa).
Amafond riunisce 95 tra le più importanti Aziende del settore per un fatturato di 1.400 milioni di euro oltre il 75% dei quali realizzati grazie all’export.
parte integrante del valore, del
Know-how che tutti noi cerchiamo di affermare sui mercati del mondo.Vendendo i nostri
prodotti, promuoviamo il nostro sistema industriale, il nostro paese, la nostra cultura”.
Il Presidente di Assofond Roberto Ariotti ha rappresentato il panorama congiunturale
del settore, condividendo i dati
consuntivi del 2015 ed alcune
proiezioni per l’anno 2016, non
mancando infine di esprimere
la propria soddisfazione per le
sinergie positive frutto della
collaborazione tra Amafond ed
Assofond e dell’importanza
che tale sodalizio possa crescere ulteriormente e produrre
benefici per l’intera filiera.
E’ seguito l’intervento di Ferdinando Pastore, che, rientrato a fine ottobre dalla direzione dell’ufficio ICE di Istambul, ha assunto la responsabilità
del settore Meccanica, Energia
ed Ambiente di ICE Roma. ITA,
Italian Trade Agency, la nuova
denominazione con cui si propone oggi l’ICE, resta il collegamento tra l’imprenditoria italiana e la ricettività dei mercati
mondiali. L’agenzia ha individuato alcune aree mondiali di attenzione prioritaria quali: USA,
Giappone, Turchia, Germania,
India, Singapore, Regno Unito e
Cina, confermandosi come supporto sia per le grandi che per
le piccole e medie aziende italiane che intendono affrontare
il più razionalmente possibile i
mercati esteri, nell’ovvio assunto che l’internazionalizzazione
è il vero propulsore della crescita.
Pastore ha dato uno spunto interessante sullo storico rapporto di proficua collaborazione che Amafond vanta con l’Agenzia ICE. Relazione che come
sottolineato dallo stesso Presidente Starita è stata una delle
carte vincenti nell’impegno di
Amafond a sostegno del processo di internazionalizzazione
delle aziende Associate.
Roberto Vavassori Presidente di Anfia (Associazione nazionale filiera industria automobilistica) ha offerto ai presenti un
aggiornamento sugli scenari e
tendenze del mercato mondiale dell’Automotive con alcune
riflessioni sulla vicenda Volskwagen in particolare sulle
possibili ricadute sui consumatori, mercato e ambiente.
Vavassori con dati alla mano ha
proposto una panoramica
esaustiva del settore dell’auto
che dà segnali positivi invitando
comunque ad una lettura “critica” dei dati della produzione e
del mercato degli autoveicoli
nel nostro Paese. “Non lasciamoci ingannare dagli incrementi a doppia cifra: – spiega il presidente – sono aumenti che
vanno ricondotti esclusivamente alla ripresa della produzione
di Melfi. Sono, ovviamente, segnali positivi, ma nel nostro
paese si continua a produrre
un decimo di quanto non si faccia in Germania ed un terzo
della Francia”. Nei primi nove
Industria Fusoria 6/2015
39
ECONOMICO
mesi dell’anno in corso, in Italia sono state prodotte
493.000 unità (+69% rispetto
al periodo gennaio – settembre 2014). Si tratta di una crescita importante, ma che va
anche confrontata ad altre nazioni. “In Marocco, ad esempio,
il prossimo anno verranno
realizzate 260 mila autovetture, mentre in Iran saranno oltre 900 mila e con tecnologia
francese” afferma Vavassori. È
rilevante anche dare uno
sguardo al mercato dell’auto
che nell’anno in corso e rispetto al precedente ha fatto
segnare un +14,5%: nel perio-
do gennaio – ottobre, si sono
registrate 1.330.005 immatricolazioni. “Ma nel 2007 erano
2.494.115” continua il presidente. A livello europeo, ottobre è risultato un mese «piatto, dove – seppure su numeri
alti – anche il Regno Unito ha
fatto segnalare un -1%”.
Pio De Gregorio (Ubi Banca) attraverso il suo intervento ha saputo redigere un quadro completo sugli scenari macroeconomici del settore e sulle prospettive future.
40
Industria Fusoria 6/2015
ECONOMICO
Claudio Mus (Presidente
Rheinfelden Alloys GmbH &
Co. - Germania) in qualità di
esperto del settore dell’auto
ha focalizzato il suo intervento
sulle prospettive di sviluppo del
settore alluminio ed in particolare per l’automotive in Italia, in
Europa e nel resto del mondo.
Mus ha illustrato alla platea la
situazione europea del mercato dell’alluminio, impiegato
principalmente nel settore
Transport per ragioni ben note
agli addetti ai lavori: l’alluminio
permette un importante alleggerimento dei veicoli, con pre-
Industria Fusoria 6/2015
41
ECONOMICO
stazioni superiori abbinate ad
estetica, riduzioni dei consumi
di carburante e delle immissioni. Il 75% delle fusioni di alluminio è assorbito dal settore automotive grazie all’elevata conducibilità termica e all’ integrazione di funzioni.
L’industria 4.0: nuove
opportunità per il
rilancio dell’industria
manifatturiera
È ormai assodato che nella storia si siano verificati tre momenti fondamentali che hanno
mutato inevitabilmente le caratteristiche dell’industria, meglio noti come rivoluzioni industriali: l’introduzione della macchina a vapore (tra la fine del
1700 e i primi anni del 1800),
l’introduzione dell’elettricità
(alla fine del 1800) e l’avvento
massiccio dell’elettronica e dell’informatica (a partire dal secondo dopoguerra del XX secolo).
Ognuno di questi accadimenti
rappresenta quello che Schumpeter definisce innovazione radicale, ossia l’incarnazione di
42
Industria Fusoria 6/2015
un’invenzione in un nuovo prodotto o servizio rappresentante una rottura con l’esistente e
capace di generare nuove industrie e nuovi mercati. A seguito
di ogni innovazione radicale, ci
sono poi innovazioni incrementali, ovvero quelle che comportano un miglioramento di processo, prodotto o servizio rispetto ad un design esistente.
Ed infatti, a seguito di ognuna
delle tre rivoluzioni industriali
sono seguiti decenni di progressi incrementali, fino ad arrivare ai nostri giorni.
È opinione di molti, però, che il
mondo si trovi oggi alla soglia
di un altro cambiamento
profondo, ossia di una quarta
ondata di progresso tecnologico legata alle tecnologie industriali digitali nei processi manifatturieri, giungendo dunque a
parlare di “Industria 4.0”,
“Smart Industry” o “Advanced
Manufacturing”.
Alla base di questo nuovo modello produttivo si rintraccia
una rottura tecnologica caratterizzata dalla fusione tra il
mondo reale degli impianti industriali e il mondo virtuale
della cosiddetta “Internet of
Things”.
In questa trasformazione – non
tanto tecnica quanto processuale – macchine, prodotti e sistemi saranno collegati lungo la
catena del valore al di là della
singola impresa: questi sistemi
connessi (definiti anche come
“cyberphysical system”) potranno interagire tra loro utilizzando protocolli Internet standard e potranno analizzare i
dati per prevedere il fallimento
degli eventi e auto-configurarsi
per adattarsi ai cambiamenti. La
raccolta e l’analisi dei dati renderà, dunque, i processi più veloci, più flessibili e più efficienti
per produrre beni di qualità superiore a costi ridotti. Ciò, a
sua volta, consentirà il miglioramento dell’economia e favorirà
la crescita industriale, modificando il profilo della forza lavoro e cambiando la competitività
delle imprese.
La nuova fabbrica, digitale e
flessibile, si caratterizzerà, dunque, per alcune condizioni:
• il flusso di comunicazione interno sarà continuo e in
tempo reale fra le postazioni
di lavoro, integrando produzione e magazzino;
• la facoltà di comunicare apporterà alla linea capacità au-
ECONOMICO
todiagnostica e permetterà il
controllo a distanza della
produzione, mentre la flessibilità dei sistemi permetterà
di personalizzare i prodotti
in funzione della domanda;
• la catena di produzione sarà
ricostruita e simulata in un
ambiente virtuale, per testarla, risolvere i problemi a
monte e consentire l’addestramento del personale;
• la fabbrica sarà “smart” anche nell’approvvigionamento
di energia, il quale avverrà in
modo sobrio, senza sprechi e
al minor costo possibile.
All’uomo resterà il compito
essenziale di controllo e correzione dei parametri di produzione, oltre che l’apporto
creativo.
Dall’inizio del secolo ad oggi il
peso dell’industria nella creazione del valore si è lentamente trasferito alle economie
emergenti, tanto che in
vent’anni il valore aggiunto dell’industria manifatturiera, che
nel ‘91 era concentrato per l’80
per cento nelle aree tradizionalmente sviluppate (Europa
occidentale, Nordamerica e
Giappone), si è lentamente trasferito ai paesi emergenti, i
quali a loro volta sono passati a
rappresentare il 50 per cento
del valore aggiunto manifatturiero, raddoppiando la percentuale di due decenni prima. Nei
prossimi quindici anni, però, i
paesi tradizionalmente sviluppati, e in particolare quelli europei, avranno la possibilità di
riprendere una parte del terreno perduto, ammesso che riescano ad utilizzare la digitalizzazione per dare risposte più rapide alle richieste del mercato.
Il caso emblematico e un po’
simbolico della rivoluzione
prossima ventura, è quello delle stampanti 3D e della capacità
del sistema di trasferire in un
software i vecchi oggetti chiamati prototipi per farli tornare
oggetti nel laboratorio dell’anello produttivo a valle: un sistema che non serve solo a risparmiare costi di produzione
e di trasferimento dei materiali, ma che consente soprattutto
di tagliare i tempi e aumentare
la velocità di risposta.
Roberto Crapelli - Amministratore Delegato di Roland
Berger Italia, società di consulenza strategica - afferma che
“non sarà molto importante
possedere l’intero ciclo produttivo ma individuare l’anello
di quel ciclo in cui si concentra
il valore», ed aggiunge che «non
sarà tanto importante essere
grandi quanto essere flessibili e
veloci nella risposta ai cambiamenti”.
Per definire meglio questo
nuovo modello di integrazione
industriale Crapelli, ha spiegato
come, in Germania, il concetto
di Industry 4.0 sia già una realtà
ben avviata che sta vedendo il
coinvolgimento attivo sia del
Governo che della Confindustria tedesca. Alcuni grandi
gruppi industriali europei si
stanno affacciando a questo
nuovo paradigma industriale,
come Siemens, Bosch, Rolls
Royce e, proprio per questo, vista la velocità del mercato, è
necessario non perdere terreno nei confronti delle nostre
dirette concorrenti nel settore
manifatturiero.
Le difficoltà, però, sono di natura economica, perché è un modello che necessità di lungimiranza, pazienza ed una forte vision verso quello che potrà essere il mercato di domani. Un
modello industriale a struttura
iperconnessa necessita di inve-
Industria Fusoria 6/2015
43
ECONOMICO
dello o quello tedesco dove
s’ipotizzano investimenti statali nella ricerca e nella innovazione.
Le potenzialità, dunque, sono
enormi ma gli investimenti necessari non sono indifferenti.
Per l’Europa, osserva lo studio
di Roland Berger, l’obiettivo è
di tornare al 20 per cento di
valore aggiunto manifatturiero
rispetto al 15 per cento attuale, ma per ottenere ciò è necessario investire nel Vecchio
Continente 1.300 miliardi di
euro nei prossimi 15 anni, ossia
60 miliardi di euro all’anno.
stimenti massicci. L’Italia deve
scegliere quale modello seguire, quello statunitense dove il
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Industria Fusoria 6/2015
ruolo dello Stato è principalmente quello di semplificare le
attività di sviluppo di tale mo-
Secondo la società Roland Berger, qualora la scommessa riuscisse, gli effetti non saranno
solo finanziari: si prevede, infatti, che entro il 2030 il numero
di addetti dell’industria potrà
salire dai 25 milioni del 2011 ai
31 della fine del prossimo decennio, ovvero sei milioni di
posti di lavoro in più. Inaspettatamente, quindi, secondo gli
analisti la digitalizzazione dell’industria potrebbe restituire
una parte dell’occupazione che
l’introduzione dei robot aveva
eliminato a partire dalla fine
degli anni ‘70. Certo non sarà
un ritorno all’industria novecentesca dove produzione e
occupazione erano di massa,
ma una nuova industrializzazione di qualità.
Da qui alla fine di questo decennio già si vedrà se l’Italia
dell’industria avrà avviato la sua
rivoluzione e alla fine del successivo vedremo se l’avrà anche vinta.
Industria 4.0: nulla è lasciato al
caso, l’efficienza del sistema dipende dall’integrazione e dalla
connessione. Questa è la filosofia alla base di questo nuovo
paradigma industriale che si basa sull’uso di 9 diverse tecnologie messe al servizio di un’impresa: cyber security, big
data, realtà aumentata, radio
frequency
identification,
tracking, stampa 3D e connessione degli impianti, prototipazione rapida, cloud computing, robotica. Un percorso che
già si sta sviluppando anche negli Stati Uniti e in Francia.
ECONOMICO
Come per l’edizione precedente, anche per quest’Anno
il convegno si è concluso con
la consegna degli award alla
carriera a personaggi che
hanno contribuito particolar-
mente allo sviluppo dell’Industria Fusoria Italiana e nel
Mondo.
La serata si è conclusa piacevolmente con cena e intratte-
nimento musicale con la cantante americana Joyce Elaine
Yuille, voce elegante, potente
e passionale apprezzata dai
più importanti festival e jazz
club del circuito.
AWARD ALLA CARRIERA
per il contributo alla storia dell’Industria Fusoria Italiana e Internazionale
per la categoria FONDITORI NON FERROSI
per la categoria FONDITORI FERROSI
per la categoria FORNITORI FONDERIE
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Il business ci aspetta là fuori,
come arrivarci?
PARTE 1
Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose
(A. Einstein)
Da sempre la crescita di un’azienda è correlata alla sua
espansione sul territorio in
termini di quota di mercato,
aumento del fatturato, incremento del parco clienti, sviluppo dei canali di distribuzione
dei prodotti, copertura commerciale.
Peccato che per la maggior
parte delle aziende il “mercato”
primario sia quello locale, intendendo con ciò l’area d’influenza della propria attività.
Quello che ha messo maggiormente in crisi il sistema delle
PMI, però, è la declinazione del
concetto stesso di localizzazione; infatti, secondo una recente
indagine ISTAT le nostre Piccole-medie imprese sono ancora
fortemente dipendenti dal
mercato domestico, anzi da un
mercato regionale, provinciale
o addirittura limitrofo.
Quando in questo paese bloccato si discute, spesso senza
cognizione di causa, dei processi di internazionalizzazione delle imprese, si affronta il problema con troppa superficialità e
poca comprensione dei numeri: 600.000 imprese campano
bene o male di un mercato che
ha un raggio di forse non più di
50 km attorno alla propria sede, la gran parte delle quali non
ha alcuna intenzione o possibilità di andare all’estero.
48
Industria Fusoria 6/2015
Se non si riesce a comprendere una volta per tutte che la sopravvivenza del nostro sistema
economico non può più dipendere in prevalenza dallo stato
della domanda nazionale, se ci
si continua a cullare nell’illusione che le nostre imprese siano
da tempo aperte e competitive
sui mercati internazionali, si
commette un errore banale,
quello di non leggere in modo
corretto i dati statistici delle
nostre imprese.
Scorrendo i dati pubblicati nel
rapporto “Mercati, strategie e
ostacoli alla competitività” che
registra lo stato di oltre un milione di imprese con almeno 3
addetti, emerge che “Il 57,8 %
delle imprese dell’industria e dei
servizi con almeno 3 addetti svolge la propria attività esclusivamente su un mercato locale; circa
una su cinque amplia il suo raggio
di azione al mercato nazionale e
una quota di poco superiore si affaccia anche sui mercati esteri.”
Quindi solo poco più del 20%
del totale delle imprese italiane
ha uno sbocco sui mercati dell’export e il 60% vive addirittura di un mercato per lo più comunale o provinciale; questa è la
scomoda realtà che va affrontata e gestita: per l’80% delle piccole e medie imprese esiste solo il mercato domestico, ed in
particolare quello di prossimità!
La ripartizione tra classi dimensionali rende un’immagine più
chiara ma non certo esaltante:
solo le imprese con oltre 50 addetti raggiungono un livello vicino al 50% nella presenza sull’estero, si tratta però di meno di
25.000 aziende (Figg. 1 e 2).
Questi dati sono leggermente
migliorati lo scorso anno che
ha visto una quota significativa
di aziende che si sono affacciate ai mercati esteri con sempre
maggiore convinzione, ma non
tanto da far passare in secondo
piano che, pur essendo l’Italia
ancora annoverata tra le prime
8 potenze industriali, l’Export
italiano pesa nel 2014 solo il
2,8% del Commercio mondiale.
Eppure, I prodotti italiani, e più
in generale i risultati dell’ingegno, della creatività, della competenza, della tradizione dei
nostri imprenditori sono ampiamente apprezzati, richiesti,
ammirati in tutto il mondo.
Con un mercato interno che
non potrà più crescere od almeno recuperare la situazione
economica pre-crisi, da parte
delle imprese dovrà essere fatto ogni sforzo possibile per
promuovere la propria crescita
tramite un sempre più convinto, determinato, pianificato
sbocco all’estero.
Logica e condivisibile afferma-
ECONOMICO
zione, ma cosa si può fare quindi in concreto?
È bene essere subito realisti e
concreti sfatando il mito da
molti coltivato che basta trovare un buon distributore oppure
un bravo venditore nel Paese
estero, magari partecipando a
qualche (costosa) fiera in giro
per il mondo, per risolvere il
problema dell’incremento della
quota di esportazione sul fatturato complessivo.
zione molto diverso dal più conosciuto mercato domestico.
Questo approccio richiede sostanzialmente 3 requisiti di base
per affrontare efficacemente e
con possibilità di ritorni significativi la sfida della crescita all’estero:
• Progettualità
• Organizzazione
• Risorse
Certamente le PMI sono meno
attrezzate della grande industria
su questo versante, ma esistono
soluzioni operative sostenibili,
immediate ed a basso impatto
sui conti aziendali che possono
facilitare l’espansione su nuovi
mercati.
Vendere all’estero non significa di
certo internazionalizzare la propria azienda: spedire bancali in diversi Paesi può dare un beneficio
in termini di ricavi ma non necessariamente sulle marginalità.
Quanti costi occulti o imprevisti
rendono l’operazione poco conveniente o a basso ritorno?
Quanto pesa la mancanza di progettualità, pianificazione ed organizzazione sul risultato complessivo? Come controllare le politiche commerciali e lo sviluppo del
mercato standosene a casa?
Sgombriamo il campo da facili illusioni: internazionalizzare significa compenetrare il mercato
del Paese, entrare in sintonia
con esso, studiandone le caratteristiche, il sistema economico
e normativo, le aspettative e gli
scenari allo scopo di adattare la
propria offerta e le proprie strategie ad un ambiente per defini-
Innanzitutto si possono utilizzare temporaneamente figure professionali esterne come Project
Leader, per condurre l’analisi di
fattibilità ed organizzare la struttura per gestire i clienti ed i
partner esteri. Pur essendo un
profilo ad alta specializzazione
ed esperienza, si possono reperire con relativa facilità Temporary manager referenziati e qualificati, cui affidare lo studio e
l’impostazione di un progetto di
internazionalizzazione.
In secondo luogo, il problema
della scarsità del budget di investimento per l’Export può
essere affrontato e risolto con
una logica di gruppo: si possono cioè realizzare aggregazioni
temporanee o permanenti di
imprese per condividere spese
e rischi di un progetto di comarketing, commercializzazione e distribuzione in uno o più
territori oltreconfine.
Le Associazioni di rappresentanza e di categoria possono
sotto questo a spetto giocare
un ruolo determinante, che
consiste nel promuovere ed
organizzare tavoli di lavoro finalizzati alla creazione di uno o
più Pool di aziende associate o
collegate alle stesse. Questo
approccio consentirebbe sia un
limitato esborso per l’acquisizione dei servizi di Export management, ma soprattutto una
proficua sinergia tra le partecipanti al progetto nella condivisione delle esperienze.
Nel prossimo articolo vedremo
quali siano i passaggi chiave di un
progetto: dal come condurre un
Audit aziendale finalizzato all’internazionalizzazione, ai criteri
organizzativi richiesti fino ai punti salienti di un piano strategico.
Andrea Donato - Export Project
Manager Jerva Casting Corporation.
(segue)
Una nave in un porto è al sicuro, ma non è questo lo scopo per cui è stata costruita
(William Shedd)
MANIFATTURIERO
PICCOLE IMPRESE
837.000
63,2%
18,4%
18,3%
locale nazionale estero
MEDIO-GRANDI IMPRESE
20.750
23,7% 28,1%
48,2%
locale nazionale estero
MEDIE IMPRESE
185.000
37,8% 27,7%
34,5%
locale nazionale estero
GRANDI IMPRESE
3.450
15,1%
35,7%
locale nazionale
Fonte: ISTAT, rapporto “Mercati strategie e ostacoli alla competitività”
49,2%
estero
PICCOLE IMPRESE
139.083
MEDIE IMPRESE
66.563
36,6% 24,6%
38,7%
locale nazionale
estero
57,5%
16,7%
25,9%
locale nazionale
estero
COMMERCIO
PICCOLE IMPRESE
MEDIE IMPRESE
225.365
36.483
60,6%
16,4%
23,0%
locale nazionale estero
42,9%
25,5%
31,6%
locale nazionale estero
Fonte: ISTAT, rapporto “Mercati strategie e ostacoli alla competitività”
Figg. 1 e 2
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Nuovo impianto alla Imic
“Investiamo sul futuro”
Mercoledì 11 novembre 2015 è
stato inaugurato in Imic il nuovo
impianto di prerivestimento sabbie a basso impatto ambientale
presso lo stabilimento di Silvano
Pietra.
Imic è attiva dal 1954 nel settore delle sabbie prerivestite per
anime e gusci usati nella fusione
di qualsiasi metallo o lega, di sabbie silicee pregiate e sabbie sintetiche. Fornisce alla clientela
prodotti di alta qualità, unitamente ad un attento servizio di
assistenza tecnica grazie all’elevata competenza del personale,
al contributo delle consociate
italiane, Satef Hüttenes Albertus
di Vicenza e Sidersabbie, e alla
partecipazione del Gruppo multinazionale Hüttenes Albertus di
Düsseldorf.
La giornata è stata inoltre occasione per celebrare una storica
ricorrenza quale i 40 anni di collaborazione tra la Capogruppo
Satef-HA e Hüttenes Albertus
GmbH.
L’evento, tenutosi nel suggestivo
Castello di San Gaudenzio, ha
voluto sottolineare l’impegno e
50
Industria Fusoria 6/2015
la volontà del Gruppo a continuare ad investire nonostante le
difficoltà economico-politiche
del momento.
All’incontro sono intervenuti il
sindaco di Silvano Pietra Luciano Antonio Calderini e l’assessore provinciale ai trasporti
Paolo Gramigna. Per Confindustria Pavia il presidente Piccola
Industria Ing. Montagna, il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Marco Salvadeo e il
direttore Francesco Caracciolo. In rappresentanza delle associazioni di categoria il presidente Amafond Piero Starita, il direttore Amafond Fabrizio Carmagnini e il Presidente Assofond Roberto Ariotti. Erano
inoltre presenti i soci, i membri
del cda e del collegio sindacale
di Satef ed Imic e molti dipendenti del Gruppo. Il presidente
Imic, Alberto Castegnaro, ha
aperto il convegno ripercorrendo le tappe storiche delle aziende, dalla nascita della Satef nel
1946 fino alla partecipazione
nella Società della Hüttenes Albertus nel 1975.
Nel susseguirsi degli interventi è
stata più volte evidenziata l’importanza in Italia dell’industria di
base, che deve continuare ad essere presente in ambito nazionale come terreno fertile per lo
sviluppo di tutti gli altri settori e
come opportunità di ripresa
economica e produttiva. Le Autorità intervenute hanno espresso soddisfazione per la scelta fatta da Imic di proseguire la propria crescita con attività di produzione innovative, segnali indiscutibili di ottimismo, coraggio e
fiducia nel futuro, mantenendo
sempre l’impronta di azienda a
misura d’uomo pur in un contesto internazionale.
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403(56
;LS -H_ Riduci gli sprechi
e aumenta la tua competitività
In un contesto in cui l’ottimizzazione di tutti centri di costo
è necessaria per mantenere competitività soprattutto
rispetto a competitors esteri, diventa cruciale e strategico
estendere tale attività anche alle utilities energetiche.
GESTIONE ENERGETICA
Riduzione dei consumi per unità di prodotto
• Variabili controllabili internamente
• Ampi margini di intervento
• Consolidamento dei savings
MONITORAGGIO CONTINUO
PROGRAMMARE
FARE
VERIFICARE
AGIRE
O
NOMICO
EC
MIC
G. Bigliardi
ECONOMICO
O
EC ON
NO
OM
O
IC
ECO
Grande successo di MicroTech,
quarta edizione del “Cast Investment
Coaching” in ATS-Microfound
Più di 90 persone, provenienti
dalle aree acquisti, tecnico, ricerca e sviluppo e qualità, di
42 diverse aziende, hanno
partecipato il 6 ottobre a MicroTech, quarta edizione in
ATS-Microfound del workshop dedicato alla tecnologia
della fusione di precisione a
cera persa.
Appuntamento formativo ormai consolidato (quarta edizione nello stabilimento ATS a
Sasso Marconi, ma ottava nella
storia di Microfound) negli anni
ha raccolto sempre più adesioni, confermando l’interesse di
tante aziende ad avvicinare
questa tecnologia e nuove opportunità di progettazione.
In Italia la conoscenza della
fusione a cera persa è ancora
poco sviluppata e poco utilizzata, anche a fronte dei numerosi vantaggi tecnico economici e la possibilità di applicazione in quasi ogni settori industriale, dall’automotive al
medicale, macchine automatiche, oil&gas, armiero, nautica,
sportivo, aeronautica, tanto
per citarne alcuni. In microfusione è possibile produrre sia
piccole che grandi serie di
particolari di forma complessa, in materiali spesso difficil-
mente lavorabili, con tolleranze molto ristrette, ma con risultati ottimali dal punto di vista della qualità e dell’estetica
del pezzo.
Microfound dedica ogni anno
più di una giornata alla divulgazione della conoscenza della microfusione, sia con i
workshop organizzati in
azienda, che con i corsi effettuati all’interno di grandi
gruppi industriali, per i programmi di formazione tecnica
degli uffici progettazione, atti
a sviluppare le competenze
sui processi industriali.
Il workshop in stabilimento ha
il valore aggiunto di poter vedere direttamente il processo, attraverso la visita guidata
ai reparti produttivi, fondamentale per conoscere la tecnologia e per capire i tempi e
le modalità del progettare in
microfuso.
Nella parte di aula si approfondiscono gli aspetti più
tecnici. Quest’anno particolare attenzione è stata rivolta
alla progettazione in fusione a
cera pesa - con la partecipazione di un nostro cliente che
ha presentato un case history
- e ai servizi precompetitivi
54
Industria Fusoria 6/2015
ECONOMICO
ATS-Microfound Crogiolo.
ATS-Microfound - forno roll over.
La sfida di Microfound è dunque quella di far conoscere
sempre più la tecnologia della
fusione a cera pesa, offrendo
al cliente degli input progettuali e una collaborazione
strategica, per essere un partner realmente affidabile e
propositivo, capace di fornire
un prodotto finito sempre più
competitivo.
Per informazioni:
Gianna Bigliardi
[email protected]
ATS - Open day 6ottobre 2015.
che Microfound mette a disposizione del cliente: prototipazione rapida, cast engineering, simulazione di colata.
Tutto esemplificato da diversi
casi, a testimoniare anche il
forte rapporto di partnership
che Microfound crea con il
cliente fin dalle prime fasi di
progettazione, per trovare le
soluzioni migliori, superare le
problematiche e ottimizzare
tempi e costi.
Workshop ATS - sala rivestimenti.
Industria Fusoria 6/2015
55
O
NOMICO
EC
MIC
S. Priori
ECONOMICO
O
EC ON
NO
OM
O
IC
ECO
Rischio ambientale
La classica polizza di responsabilità civile aziendale (Rct/o),
anche se integrata con l’estensione all’ “inquinamento accidentale”, risulta inadeguata a
garantire la copertura del vero
e proprio “rischio ambientale”
sia in termini di ampiezza di
copertura che di massimali
prestati.
Questa inadeguatezza si è ulteriormente accentuata alla luce delle recenti novità legislative in materia.
Già il D.Lgs. 2006 n. 152, che
aveva recepito la direttiva europea CE-2004-35 sulla responsabilità ambientale, intendeva introdurre un regime di
prevenzione e “riparazione”
del danno ambientale.
Pertanto l’operatore il quale,
attraverso la propria attività,
abbia causato un danno ambientale o esista minaccia imminente e/o latente di tale
danno, viene considerato finanziariamente responsabile
delle misure di prevenzione o
ripristino necessarie.
L’inquinamento è considerato
sempre e comunque un danno
contro la collettività e il “terzo” è, in primis, lo Stato, e solo
successivamente, la persona
giuridica o fisica danneggiata.
L’azienda che rileva la presenza
di un inquinamento (dell’aria,
dell’acqua, del suolo) è obbligata entro 24 ore, a denunciarlo
all’autorità. Da quel momento
ha il dovere di limitare il danno,
di mettere in atto delle misure
di messa in sicurezza d’emergenza (MISE), di riportare il terreno, lo specchio d’acqua, l’habitat o le specie naturali pro-
56
Industria Fusoria 6/2015
tette danneggiate, alla condizione precedente (ripristino) o, se
questo non è più oggettivamente possibile, a sostituirli e
attuare le necessarie opere di
bonifica.
Va evidenziato che i soli accertamenti avviati a seguito di denuncia obbligatoria di una possibile situazione di inquinamento possono comportare pesanti esborsi per la società assicurata (salvo poi appurare, in certi casi, che il rischio non sussisteva…).
Con specifica polizza è possibile coprire:
• le spese di messa in sicurezza
d’emergenza;
• la responsabilità civile ambientale verso terzi da evento
di inquinamento imputabile
all’Assicurato;
• il danno ambientale all’acqua,
al suolo, agli habitat e specie
naturali protette;
• i costi di bonifica / ripristino
del sito e/o presso terzi imposti dalla legge o dall’Autorità Locale.
Alcuni Sottoscrittori sono poi
disponibili ad integrare le suddette garanzie con l’estensione
ai danni derivanti da interruzione di attività dell’Assicurato.
In conclusione, un’importante
precisazione a seguito dell’introduzione, con legge 68/2015,
di un nuovo titolo nel codice
penale dedicato espressamente
ai delitti contro l’ambiente.
L’aver attivato una polizza può
in parte neutralizzare o, meglio,
“mitigare”, eventuali responsabilità penali.
La nuova legge n. 68/2015 prevede infatti, da un lato, una diminuzione di pena in caso di ravvedimento operoso e, dall’altro, soprattutto, una esenzione dall’applicazione della confisca
per il soggetto che abbia efficacemente provveduto, prima della dichiarazione di apertura del
dibattimento, alla messa in sicurezza, alle attività di bonifica e ripristino dell’ambiente come stabilito dalla legge.
Stefano Priori - B&S italia spa Milano.
di Perno Lazzari Rodolfo & C. snc
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Refrattario e servizio nel sistema
DOG
AN
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DOG
AM
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A
A
A
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MI
DOGANA AMICA
Nasce dogana Amica
al servizio delle Associate Assofond
DOGANA
AMICA
In un contesto mondiale incentrato sulla liberalizzazione e rapidità degli scambi commerciali, lo scenario doganale di riferimento si è fortemente evoluto.
Assofond in collaborazione
con Easyfrontier (società di
consulenza in materia doganale) propone alle Fonderie Associate l’opportunità di utilizzare
la Dogana come ulteriore leva
competitiva rispetto alla concorrenza sui mercati internazionali. Per questo nasce il Progetto Dogana Amica con lo
scopo di rendere sempre più
partecipi le associate del nuovo
ruolo delle Dogane che, in aggiunta alla tradizionale tutela
degli interessi erariali, sono
chiamate a svolgere anche attività di servizio all’economia internazionale. Si ritiene infatti
utile mettere in risalto come il
sistema doganale sia finalmente
uscito dallo stereotipo dei controlli fisici pressoché sistematici alle frontiere, per connotarsi
sempre più quale preziosa leva
strategica per l’azienda stessa
per le ricadute che può avere
sulle scelte di politica commer-
60
Industria Fusoria 6/2015
ciale di vendita e/o di approvvigionamento dei fattori produttivi all’estero. Da un certo punto di vista, quindi, le variabili
della politica doganale, quali ad
esempio, l’origine della merce,
così come il sistema tariffario
vigente in un Paese, costituiscono elementi rilevanti da valutare con oculatezza, al pari
della qualità ed economicità
delle materie prime e dell’affidabilità del fornitore.
Convenzione
Assofond-Easyfrontier
Assofond ha siglato con Easyfrontier una convenzione allo
scopo di mettere a disposizione delle proprie associate che
operano con l’estero, le competenze e l’esperienza dei professionisti che attraverso la
propria consulenza agevolino la
fluidità e l’efficienza delle operazioni doganali connesse agli
scambi internazionali. Le associate Assofond potranno, inoltre, beneficiare di tariffe scontate in riferimento ai servizi offerti da Easyfrontier, società
esperta in consulenza doganale
e gestione delle problematiche
in ambito import/export secondo le normative nazionali e
comunitarie, oltre che assistenza e consulenza e formazione
su tematiche quali ad esempio
“Origine delle merci”, “Made in
Italy”, “Incoterms”, “Dual Use”.
I Workshop
“Metodologie,
implicazioni e rischi
nella gestione
dell’origine dei prodotti:
le dichiarazioni
dei fornitori in materia
di origine”
Lo scorso 1 dicembre ha avuto luogo a Corte Franca (Brescia) il primo Workshop del ciclo di incontri a carattere formativo sul tema “Metodologie,
implicazioni e rischi nella gestione dell’origine dei prodotti: le dichiarazioni dei fornitori
in materia di origine”.
Scopo di questo primo appuntamento era quello di rimarcare l’importanza di un’adeguata
conoscenza della materia doganale per conseguire benefici
sia in termini di razionalizzazione dei costi e di riduzione
dei rischi che di massimizzazione dei vantaggi.
Con l’aumento delle operazioni internazionali sono inoltre
aumentati anche i controlli
dell’Agenzia delle dogane. Diventa pertanto necessario conoscere le principali aree di rischio doganale: origine preferenziale (e non) della merce,
attestazione dell’origine preferenziale specialmente in relazione alla c.d. “dichiarazione
del fornitore”.
DOGANA AMICA
Il seminario ha rappresentato
l’occasione per comprendere,
programmare ed eliminare i
rischi in tali operazioni, gestendo, così, in maniera adeguata la pratica doganale e le
problematiche connesse, mettendosi al riparo da inutili e
costose controversie.
Nel corso dell’incontro i partecipanti hanno avuto, inoltre,
l’occasione di usufruire di una
sessione di assistenza consulenziale totalmente gratuita
durante la quale hanno richiesto ed ottenuto prontamente,
informazioni, delucidazioni ed
indicazioni su quesiti aziendali
specifici.
FOCUS
DEL
I WORKSHOP
(a cura di Alessandro Di Simone
Easyfrontier - R&D Coordinator)
L’origine delle merci, unitamente alla corretta classificazione, rappresenta uno degli
elementi la cui determinazione è indispensabile per una
corretta applicazione della fiscalità doganale. Infatti, l’attribuzione dell’origine alle merci
è fondamentale per:
• applicazione della tariffa doganale;
• applicazione di misure di
politica commerciale (es.,
dazi antidumping, contingenti);
• marchiatura dei prodotti,
made in
L’origine può a sua volta suddividersi in:
• Origine non preferenziale ovvero il luogo di produzione del bene o (per gli
articoli che sono prodotti
con materiali di differenti
origini) il luogo dove lo stesso ha subito l’ultima trasformazione sostanziale. Il criterio dell’ultima trasformazione si applica in tutti quei casi in cui le componenti non
siano originarie di un singolo Paese e/o la lavorazione
venga effettuata in un Paese
differente rispetto a quello
dei materiali che lo compongono.
• Origine preferenziale
governata da regole pattizie
stipulate tra gli Stati firmata-
ri di accordi bilaterali o plurilaterali (Free Trade Agreements, FTA).
ORIGINE
NON PREFERENZIALE
Le regole d’origine non preferenziale si applicano a tutti i
prodotti, non danno diritto a
nessun beneficio tariffario ma
evidenziano la nazionalità
“economica” del bene, ai fini
del normale trattamento all’import di beni provenienti
da Paesi terzi e dell’eventuale
imposizione di misure di politica commerciale. La disciplina
sull’origine non preferenziale,
fissata in ambito GATT-WTO,
è stata trasposta all’interno
del Codice Doganale Comunitario (CDC) e nelle relative
Disposizioni Attuative del Codice (DAC).
L’art. 24 del CDC, infatti, specifica che una merce alla cui
produzione hanno contribuito due o più Paesi è originaria
del Paese in cui è avvenuta
l’ultima trasformazione o lavorazione sostanziale.
Nelle DAC, (all. 10 e 11), vengono previste per taluni prodotti le lavorazioni o trasformazioni che sono considerate
rispondenti ai criteri dell’art.
24 del codice e che conferiscono a detti prodotti il carattere originario del paese in cui
sono state effettuate. Tali regole, tuttavia, non coprono gran
parte dei prodotti della meccanica. Quando tali allegati
non comprendono il prodotto
di interesse dell’operatore, si
fa riferimento alla Posizione
Comune della Ue adottata
nell’Harmonization Work Programme in ambito WTO in materia di origine non preferenziale. Nella Posizione Comune
si richiamano i criteri del valore aggiunto (c.d. value added
rule) e del cambio di voce doganale (c.d. CTH o change of
tariff heading). Le regole per
l’attribuzione dell’origine non
preferenziale sono ordinate ed
individuabili unicamente in base alla voce doganale. È pertanto di primaria importanza
una corretta classificazione
delle merci in quanto, solo
avendo correttamente individuato la voce doganale corretta, potrà applicarsi la relativa
regola di origine (mutatis mutandis, lo stesso principio si applica all’origine preferenziale).
L’unico documento universalmente idoneo a provare verso
terzi l’origine non preferenziale è il certificato di origine (rilasciato, per i beni provenienti
da Paesi extra europei, dagli
organismi abilitati del Paese di
esportazione e, per i beni
commercializzati dall’Italia, dalla Camera di commercio territorialmente competente per
conto dell’Unione delle Camere di commercio). Alcuni Paesi
accettano che il certificato di
origine possa essere sostituito
da un’apposita dichiarazione
del fornitore, anche inserita
nel corpo della fattura oppure
da descrizioni dettagliate dei
processi di lavorazione che riportino l’origine dei prodotti
e delle materie prime impiegate, oltre che le lavorazioni che
hanno consentito la creazione
del prodotto.
ORIGINE
PREFERENZIALE
L’origine preferenziale è subordinata all’esistenza di un FTA
con il Paese con cui si effettua
il commercio di beni. Ai fini dell’attribuzione dell’origine preferenziale è necessario, quindi,
verificare le regole contenute
nei c.d. “Protocolli origine” dei
singoli accordi, e esaminare se
il prodotto rispetti tali regole.
Per la determinazione dell’origine preferenziale ai sensi dei
c.d. “Protocolli origine” degli
FTA rileva l’esecuzione di una
serie di lavorazioni o trasformazioni sufficienti in Ue cui devono essere sottoposti i materiali non originari impiegati nella fabbricazione dei prodotti (o,
in casi specifici, il “valore aggiunto” delle lavorazioni).
Le regole di cui ai c.d. “Protocolli origine” specificano infatti
le lavorazioni o trasformazioni
minime richieste; anche l’esecuzione di lavorazioni o trasformazioni più complesse
conferisce il carattere di pro-
Industria Fusoria 6/2015
61
DOGANA AMICA
dotto originario, mentre l’esecuzione di lavorazioni o trasformazioni inferiori non può
conferire tale carattere. Alcune
operazioni specifiche sono poi
sempre considerate insufficienti (come l’apposizione di marchi, etichette, loghi o altri segni
distintivi).
L’origine preferenziale può essere attestata mediante certificato di circolazione EUR.1 o,
nel caso di operatori che abbiano lo status di Esportatore Autorizzato, tramite dichiarazione
su fattura di vendita del prodotto (quest’ultima fattispecie
è l’unica prevista nell’FTA UeCorea del Sud). Si sottolinea
che, nel caso di esportazioni,
per beneficiare delle agevolazioni daziarie, i prodotti inviati
in Paesi extra UE dovranno rispettare le specifiche regole di
origine contenute negli FTA e
l’esportatore dovrà possedere,
ed eventualmente esibire su richiesta delle autorità competenti, le relative prove di origine, come previsto negli accordi
medesimi.
Tuttavia, anche nel caso di cessioni intracomunitarie, Sempre
più spesso il fornitore si trova a
dover far fronte alle incessanti
richieste del proprio cliente
circa il rilascio di dichiarazioni
attestanti l’origine del prodotto oggetto della compravendita. Sorgono, a tal proposito, tutta una serie di questioni: cosa
sono le dichiarazioni del fornitore? Come compilarle? Esistono dei modelli? Sono obbligatorie? A quali rischi ci si espone
firmandole?
La dichiarazione
del fornitore e le
sue implicazioni
commerciali
Con la sottoscrizione di una
Long Term Supplier’s Declaration (LTSD), l’operatore (nonché fornitore) attesta che i
62
Industria Fusoria 6/2015
prodotti commercializzati rispettano le regole conferenti
l’origine preferenziale ai sensi
degli FTA stipulati dalla UE.
Pertanto, per procedere al rilascio, bisogna avere preliminarmente effettuato un’analisi
su se e come i propri prodotti ottemperino alle regole di
origine contenute negli FTA.
Per effettuare tale analisi, la
prima tappa è quella di identificare con certezza il codice
doganale attribuibile ai prodotti per i quali si è chiamati a
fornire la dichiarazione e per
gli input produttivi utilizzati,
operazione come visto non
sempre agevole.
Step successivo è quello di
“scoprire” se il prodotto soddisfi i requisiti sull’origine preferenziale, che in genere prevedono un cambio di classifica
doganale e/o un valore aggiunto sugli input non originari utilizzati. Appare evidente
come una corretta classificazione dei prodotti sia strategica ai fini dell’ottenimento dei
benefici tariffari legati alla
preferenzialità.
Nella prassi si è soliti assistere a situazioni in cui l’operatore non ha contezza di tutte
le informazioni sul ciclo di lavorazione subito dai prodotti
ricevuti a propria volta da altri fornitori.
In questi casi l’operatore dovrà preoccuparsi di richiedere, a sua volta, una dichiarazione al produttore diretto
della merce, onde poter rilasciare la propria LTSD o, se
esportatore diretto, procedere alla richiesta di emissione
di EUR1 (ancor meglio, apporre dichiarazione diretta su fattura di vendita nel caso costui
sia Esportatore Autorizzato).
Occorre precisare che il rilascio di tali dichiarazioni non
ha natura obbligatoria ma, vista l’utilità in termini pratici
che queste hanno, il diniego
potrebbe causare al proprio
cliente una oggettiva difficoltà
che si andrebbe a tradurre verosimilmente in un “irrigidimento” nei rapporti commerciali. La possibilità di ottenere
una LTSD è, a tutti gli effetti,
uno strumento di concorrenza sul mercato; l’attenzione
che pone il fornitore alla determinazione dell’origine ed
alle modalità con cui la certifica, in un mondo in cui le
competenze richieste sono
sempre maggiori e specifiche,
può essere “l’ago della bilancia” che potrebbe invero influenzare la selezione della
platea di fornitori, facendo
preferire l’uno all’altro per
chiare (a questo punto) motivazioni.
Un’ultima valutazione di natura
tecnica va fatta sulla “stringa” di
Paesi accordisti che compaiono, con varianti più o meno infinite, nelle LTSD che circolano
quotidianamente fra gli uffici
acquisti e vendite delle aziende.
Lo sforzo dell’azienda chiamata
a rilasciare la dichiarazione del
fornitore dovrebbe essere non
tanto indirizzato a “farcire” tale stringa con quanti più Paesi
possibile, quanto a comprendere le ragioni per cui un Paese debba o meno figurare nella
propria lista. In sintesi, il flusso
logico prevede che qualora il
prodotto soddisfi le regole
d’origine preferenziali contenute nell’FTA fra l’UE e il Paese in questione, allora il codice
Iso Alpha-2 di questo potrà
comparire nella famigerata
“stringa”.
Tenuto conto del fatto che i
protocolli origine dei diversi
FTA possono, per il medesimo
prodotto, prevedere regole
d’origine preferenziali anche
molto differenti, appare evidente come una corretta gestione della LTSD passi attraverso una piena padronanza
di scopo e significato di concetti quali origine e classifica
delle merci.
DOGANA AMICA
II WORKSHOP
Febbraio 2016
Il secondo workshop, nell’ambito del Progetto Dogana Amica, è in programma a fine febbraio.
L’idea è quella di aggiornare gli operatori sulle questioni doganali che caratterizzano le
esportazioni in Russia ed Iran alla luce degli
sviluppi internazionali degli ultimi mesi.
Di seguito alcuni punti chiave sui Focus Paese
che svilupperemo in occasione del secondo
workshop.
RUSSIA
• Il regime sanzionatorio dell’Ue verso la Federazione Russa poggia su due pilastri: misure restrittive all’export e congelamento
fondi per determinate entità coinvolte nella
crisi ucraina.
• Di specifico interesse per le aziende associate sono le restrizioni commerciali varate
con il Reg. (UE) 833/2014 del 31 luglio 2014
e s.m.i.
• Le sanzioni più dure sono entrate in vigore
il 1 agosto 2014 e la durata, inizialmente fissata in un anno, è stata prorogata di ulteriori sei mesi.
• Oggetto di restrizioni specifiche sono in
particolare i beni dual use (ma solo a certe
condizioni) e alcune tipologie di beni destinati a determinati impieghi nel settore petrolifero.
• E’ necessario avere un chiaro quadro dell’operatività di tali restrizioni, onde poter pianificare adeguatamente le proprie operazioni commerciali verso la Federazione.
IRAN
• Dal 2006 diverse risoluzioni ONU hanno legittimato l’applicazione di sanzioni internazionali
contro l’Iran.
• A partire dal 2010 la UE ha imposto misure restrittive, progressivamente inasprite fino al
2012.
• Tra gli altri, vanno ricordati il divieto di esportare beni e tecnologie dei settori oil & gas e petrolchimico, oltre che l’embargo petrolifero.
• E’ stato inoltre colpito il settore finanziario, assoggettando ad autorizzazione le transazioni
commerciali con il paese.
• Le restrizioni si applicano anche a persone fisiche e giuridiche – inserite in specifiche liste –
con cui è vietato intrattenere relazioni economiche.
• Nel novembre 2013, i paesi del gruppo dei
“5+1” ed il governo di Teheran hanno avviato i
negoziati per definire un piano di azione comune in base al quale, alla luce dell’impegno iraniano di limitare il proprio programma nucleare, la
comunità internazionale avrebbe progressivamente ridotto le misure restrittive.
• Al di fuori dell’UE, numerosi Paesi hanno approfittato del regime sanzionatorio per aumentare quote di mercato e presenza nel Paese.
• Finalmente, il 14 luglio 2015, a Vienna è stata
raggiunta l’intesa definitiva sul Piano di azione
congiunto globale JCPOA) . A fronte della revoca progressiva delle sanzioni imposte da
ONU, Stati Uniti e Unione europea, l’Iran ha
accettato una serie di limitazioni allo sviluppo
del proprio programma nucleare.
• Oltre all’aspetto sanzionatorio, la Russia sta
procedendo nel suo percorso di smantellamento di dazi all’import come concordato
in sede di adesione del WTO.
• La rimozione delle sanzioni è prevista avvenire
sulla base di un percorso obbligato con modalità e tempi definiti.
• Tale riduzione tariffaria è conoscibile in anticipo e può assicurare benefici commerciali certi agli operatori economici adeguatamente informati.
• Il quadro sanzionatorio risulterà completamente mutato, con benefici concreti ed immediati per gli operatori economici informati che
sapranno cogliere l’apertura del mercato Iraniano.
Industria Fusoria 6/2015
63
DOG
AN
ICA
DOG
AM
AN
A
A
A
CA
MI
DOGANA AMICA
A. Di Simone
Scambi Ue-Ucraina.
Vantaggi per gli operatori
Dal 1° gennaio 2016, l’entrata in vigore dell’Accordo
di Associazione apre nuove opportunità commerciali
e offre ulteriori benefici daziari
Premessa
Gli scambi commerciali tra Ue
ed Ucraina possono avvenire
nel quadro di diversi accordi
internazionali, di cui sta all’’operatore valutare effettiva praticabilità e convenienza economica. Sostanzialmente, oltre al
normale dazio erga omnes applicabile in ambito WTO, sono
previsti trattamenti tariffari
preferenziali come di seguito
evidenziato (Tab. 1).
Strumento
Accordo di Associazione
Sistema Preferenze Generalizzate
✓
✓
✓
✖
Tab. 1
Accordo
di Associazione
contraenti3. Questo prevede l’istituzione di una Deep and Comprehensive Free Trade Area (DCFTA) – ovvero una zona di libero
scambio nel corso di un periodo
transitorio massimo di 10 anni a
decorrere dalla sua entrata in vigore, smantellando progressivamente i dazi sulle importazioni
in entrambi i Paesi.
L’Accordo di Associazione
(AA) fra Ue ed Ucraina, concluso nel 20141 è stato approvato da entrambe le Parti contraenti2 ed è entrato in vigore
(in via provvisoria) dal 1° gennaio 2016 come riportato in via
ufficiale da entrambe le Parti
L’Ue aveva già varato una riduzione/soppressione unilaterale
dei dazi doganali per i prodotti
originari dell’Ucraina sin dal
23/04/20144, prorogate e giunte
infine a scadenza il 31/12/20155.
Tali misure anticipavano i benefici daziari previsti nell’AA per fa-
1
Benefici tariffari
Import in Ue Import in Ucraina
vorire l’economia Ucraina durante tale periodo.
Ora, a partire dal 1° gennaio,
anche l’Ucraina ha avviato un
percorso di riduzione dei dazi
all’import nei riguardi dei prodotti originari dell’Ue. L’Unione, come detto, aveva già dato
unilateralmente inizio a tale
percorso, con il sistema transitorio delle preferenze commerciali autonome.
Ai fini della soppressione progressiva dei dazi su prodotti di
origine preferenziale Ue ed
Ucraina, sono state previste
differenti categorie (Tab. 2).
GUUE L161/3 del 29.5.2014, Accordo di Associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una
parte, e l’Ucraina, dall’altra.
Ue: Decisione del Consiglio n. 295/2014; UCRAINA: Legge 2014, № 40, ст.2021
3 Ue: GUUE L321/1 del 5.12.2015, Avviso concernente l’applicazione provvisoria dell’accordo di associazione tra l’Unione europea e la Comunità europea dell’energia atomica e i loro Stati membri, da una parte, e l’Ucraina, dall’altra.
UCRAINA: Lettera del Ministero degli Affari Esteri di Ucraina del 2015/11/30 № 72 / 14-612 / 1-2980, Щодо тимчасового застосування
міжнародного договору
4 Regolamento (UE) 374/2014
5 Regolamento (UE) 1150/2014
2
66
Industria Fusoria 6/2015
DOGANA AMICA
Codice categoria soppressione
Riduzione dazio
progressiva dazi
annuale, %
0
Duty free da entrata in vigore Accordo
3
25%
5
16,7%
7
12,5%
Altre regole ad hoc
20% in 5 anni, 50% in 10 anni, etc.
Tab. 2
Sistema delle
Preferenze
Generalizzate (SPG)
L’Ucraina rientra poi nel regime generale SPG – un sistema
unilaterale di preferenze tariffarie di cui beneficiano i paesi in
via di sviluppo (PVS) nell’accesso al mercato Ue. Il regime attuale è stato istituito con il Regolamento (UE) 978/2012, applicato dal 01/01/2014.
Come utilizzare
gli strumenti
Per beneficiare dei trattamenti
tariffari preferenziali previsti
per l’import in Ue di prodotti
originari dell’Ucraina e per
l’import in Ucraina di prodotti
originari dell’Ue, è necessario
presentare documentazione
attestante l’origine delle merci
(EUR1 nel caso l’operazione
avvenga nel quadro dell’AA,
Form A nel caso avvenga nel
quadro del SPG – unicamente
per l’import in Ue) e indicare
il regime tariffario da applicare
all’operazione in casella 36 del
Documento Amministrativo
Unico (DAU).
Si ricorda che, nel caso di
esportazioni, per beneficiare
delle agevolazioni daziarie, i
prodotti spediti in Ucraina dovranno rispettare le specifiche
regole regole di origine contenute negli accordi e l’esporta-
tore dovrà possedere, ed
eventualmente esibire su richiesta delle autorità competenti, le relative prove di origine, come previsto negli accordi medesimi.
Di seguito, vengono riportati
alcuni esempi di trattamento
tariffario all’import in Ue ed
all’import in Ucraina. Si ricorda che il percorso di riduzione
tariffaria previsto dall’AA è di
natura “dinamica”, e i benefici
tariffari maggiori possono risiedere, per ogni singolo prodotto, nel trattamento daziario
erga omnes, nel beneficio preferenziale derivante dall’AA o
financo in quello autonomo
del sistema SPG (quest’ultimo
solo per l’import in Ue). Un
operatore consapevole delle
opzioni presenti può programmare le proprie strategie commerciali con l’Ucraina anche in
funzione del regime tariffario
più favorevole applicabile ai
propri scambi.
Per ulteriori informazioni, contattare Alessandro Di Simone, R&D
Coordinator Easyfrontier.
Trattamento tariffario import in Ucraina
(in riquadro verde, dazio più favorevole al 1° gennaio 2016)
Codice UA
Erga
Omnes
Dazio %
prodotto
8403101000
8432900000
8474901000
Caldaie di ghisa
Parti di macchine e congegni agricoli
Parti in ghisa, ferro, acciaio di macchine
per selezionare, vagliare,…
Accordo Ass.
01.01.16
Cat.
Dazio %
0
0
0
0
0
0
5
0
0
Trattamento tariffario import in UE
(in riquadro verde, dazio più favorevole al 1° gennaio 2016)
Codice UA
7326909890
7202210000
7201200000
prodotto
Altri lavori in ferro e acciaio
FeSi (Si>55%)
Ghise gr. (P>0,5%)
Erga
Omnes
Dazio %
2,7
5,7
2,2
Accordo Ass.
01.01.16
Cat.
Dazio %
0
5
0
SPG
Dazio %
0
4,7
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Industria Fusoria 6/2015
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AMBIENTE
E SICUREZZA
NePSi Reporting 2016
15 Gennaio – 15 Marzo 2016
Nel periodo dal 15 Gennaio
al 15 Marzo 2016 si rinnova
l’appuntamento biennale con
il Monitoraggio della applicazione e della efficacia dell’accordo NePSi. Di seguito ricordiamo cosa è il NePSi,
quali sono i suoi obiettivi e
perché è importante che tutte le fonderie aderiscano al
monitoraggio.
Cosa è il NePSi?
Il 25 Aprile del 2006 i rappresenti dei settori industriali, e
delle corrispondenti Organiz-
70
Industria Fusoria 6/2015
zazioni Sindacali dei lavoratori, che utilizzano, all’interno
dei propri processi produttivi,
materiali, prodotti o materie
prime contenenti Silice, hanno
sottoscritto l’Accordo NePSi con l’obiettivo comune di
proteggere la salute dei lavoratori esposti ai rischi derivanti dalla inalazione di polveri contenenti Silice Libera
Cristallina (SiO2).
Le associazioni dei settori industriali che hanno sottoscritto l’accordo sono: aggregati, industria della ceramica,
fonderie, industria del vetro,
minerali industriali e industrie
dei minerali metallici ferrosi,
industria del cemento, lana
minerale, l’industria della pietra naturale, industria della
malta, industria del calce
strutto prefabbricato.
Assofond è stata una delle associazioni che, attraverso la
propria rappresentanza europea CAEF (Associazione Europea delle Fonderie), ha sottoscritto l’Accordo.
I motivi
della formazione
del NePSi
L’Accordo nasce dal riconoscimento che la frazione respirabile delle polveri sottili di Silice
Libera Cristallina, può costituire un rischio per la salute che,
tuttavia, può essere minimizzato applicando le idonee misure
di protezione e prevenzione.
La Silice Libera Cristallina è un
componente essenziale di molti prodotti abbondantemente
impiegati nell’industria ed è
contenuta anche in molti oggetti che utilizziamo quotidianamente: è impossibile immaginare case senza mattoni o sen-
AMBIENTE E SICUREZZA
za finestre, automobili senza
motori o parabrezza, la vita
senza strade ed altre infrastrutture di collegamento oppure
altri oggetti di uso quotidiano
costruiti in vetro o ceramica.
Preso atto che, allo stato attuale, i materiali/prodotti/materie prime contenenti Silice
Libera Cristallina sono ingredienti di base utili e spesso indispensabili per un ampio numero di attività industriali e
professionali, che non è possibile pensare alla loro sostituzione e che la loro produzione
ed utilizzo deve pertanto continuare, le maggiori industrie
utilizzatrici dei citati materiali,
si sono mostrate d’accordo
sull’introduzione di misure appropriate per migliorare le
condizioni di lavoro, riducendo
il rischio di esposizione a Silice
Libera Cristallina.
Quali sono gli
obiettivi del NePSi?
Gli obiettivi del NePSi, e di tutte le aziende che vi aderiscono,
sono:
1) la protezione della salute
dei lavoratori e degli altri individui professionalmente
esposti alla frazione respirabile delle polveri di Silice Libera Cristallina proveniente
dai materiali, prodotti e materie prime che la contengono;
2) la minimizzazione della
esposizione alle polveri di
Silice Libera Cristallina attraverso la applicazione delle Buone Pratiche (definite
dal NePSi);
3) il miglioramento della informazione sui potenziali effetti della Silice Libera Cristallina sulla salute.
La gestione del
rischio Silice secondo
l’Accordo NePSi
L’accordo NePSi prevede che
la gestione del rischio Silice sia
effettuata considerando gli
stessi fondamentali processi
che sono alla base di tutta la
legislazione europea sulla sicurezza:
1) Valutazione del rischio;
2) Definizione delle misure di
prevenzione;
3) Monitoraggio dell’efficacia
delle misure di prevenzione;
4) Formazione.
La Guida alle Buone Pratiche, inclusa nell’Accordo NePSi, ha come obiettivo quello di
fornire delle linee di indirizzo
per la corretta gestione del rischio Silice.
Industria Fusoria 6/2015
71
AMBIENTE E SICUREZZA
fondamentale il successo del
monitoraggio 2016, in termini
di partecipazione, Assofond
invita pertanto tutte le Fonderie che hanno partecipato
al monitoraggio 2014, a rinnovare il proprio impegno anche
in quello di quest’anno; lo
stesso invito è ovviamente rivolto alle Fonderie che non
avessero ancora aderito alla
iniziativa, che sono invitate ad
aderire.
Modalità di
raccolta dei dati
Nella guida sono descritti i
metodi da seguire per la valutazione della effettiva presenza del rischio (attraverso l’analisi dei processi e la misura
dei livelli di esposizione), gli interventi di tipo tecnico ed organizzativo (misure preventive) da attuare per la riduzione
della esposizione, i metodi per
il monitoraggio della efficacia
delle misure preventive (monitoraggio continuo dei livelli
di esposizione e sorveglianza
sanitaria) e la programmazione della formazione.
L’Attività di
sorveglianza sulla
applicazione
dell’Accordo
Nell’Accordo è prevista una
attività periodica di monitoraggio da parte della Commissione Europea tramite un apposito Consiglio creato in seno al NePSi. Per valutare lo
stato di attuazione dell’Accordo e la sua implementazione nei vari Settori industriali
dei paesi aderenti, è stata prevista una specifica attività di
reporting effettuata a scadenza biennale.
Il monitoraggio consiste nella
trasmissione di informazioni
relative ai livelli di esposizione
alla silice libera cristallina ed
alle azioni di prevenzione
72
Industria Fusoria 6/2015
messe in atto nei siti delle
Fonderie aderenti.
L’ultimo monitoraggio è stato
effettuato nel 2014 ed il prossimo si effettuerà nel periodo
compreso fra il 15 gennaio e il
15 marzo 2016.
L’importanza
dell’adesione
all’attività
di monitoraggio
La raccolta dei dati è necessaria per dimostrare che la implementazione dei principi
dell’Accordo fornisce una
protezione ottimale per la salute dei lavoratori e che non
sono necessarie ulteriori regolamentazioni che impongano restrizioni non realmente
necessarie e che metterebbero in seria difficoltà il settore
delle Fonderie.
Il successo dell’attività di monitoraggio può servire a dimostrare che l’Accordo NePSi trova applicazione nei vari
settori industriali, ed è importante per la gestione di tutte
le attività che espongono a Silice libera cristallina; ciò anche
in relazione al dibattito che in
sede europea si sta sempre
più accendendo in merito alla
classificazione della Silice libera cristallina.
A fronte di questo scenario, è
La compilazione del report da
parte delle singole Fonderie
aderenti, è possibile accedendo al sito del NePSi dopo avere inserito i codici di accesso
che verranno comunicati, direttamente dal NePSi, alle
Aziende aderenti (le Fonderie
già registrate possono utilizzare le credenziali già loro comunicate per il report del
2014).
I nominativi ed i referenti delle Fonderie che intendono
partecipare per la prima volta
alla attività di “monitoraggio”,
possono segnalare ad Assofond la loro disponibilità.
Le nuove registrazioni e l’inserimento dei dati saranno possibili ESCLUSIVAMENTE nel
periodo compreso tra il 15
gennaio ed il 15 marzo 2016.
I dati saranno raccolti in forma anonima e l’impegno richiesto, anche in relazione alla natura e numero di informazioni da fornire, è assolutamente modesto in termini di
tempo da dedicare; i dati e le
informazioni richieste, sono
già sicuramente disponibili
presso tutte le Fonderie, in
relazione agli obblighi definiti
dalla vigente normativa sulla
tutela della salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro.
Di seguito è riportata una
breve nota esplicativa sui contenuti del report.
AMBIENTE E SICUREZZA
GUIDA ALLA COMPILAZIONE DEL REPORT ATTIVO NEPSI ANNO 2016
Industria Fusoria 6/2015
73
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V. Battaglia
La modellistica nella problematica
della dispersione di polveri
in impianti industriali
Nell’ambito della cresciuta attenzione della società nei confronti delle tematiche ambientali, il problema delle polveri
sottili è forse il principale
aspetto da tenere in considerazione nella valutazione della
qualità dell’aria in ambiente
urbano.
Solo in questi ultimissimi anni è
cresciuta la sensibilità anche in
ambito industriale, sotto la
spinta delle normative vigenti,
con l’inserimento di sistemi di
monitoraggio in continuo per
rilevare le emissioni di polveri
nelle ciminiere.
Allo stesso tempo è cresciuta
l’attenzione nei confronti della
problematica delle emissioni
diffuse, ovvero delle emissioni
di polveri principalmente, da
aperture e cupolini dei capannoni industriali.
In questo ambito si stanno specializzando tecniche di analisi e
modellistica sempre più evolute
per la quantificazione e la riduzione di tali emissioni diffuse.
Lo modellistica del trasporto e
dispersione del particolato è
uno strumento fondamentale
nella progettazione dei sistemi
di aspirazione fumi al fine di ottenere le migliori performance
in termini di riduzione, capta-
76
Industria Fusoria 6/2015
zione e monitoraggio delle
emissioni di particolato all’interno dei capannoni industriali.
In questo contesto il CSM, che
tradizionalmente ha una grande
esperienza nella modellistica
termo-fluodinamica per il settore siderurgico, ha sviluppato
un modello multifase gas-solido, basato su codici commerciali CFD, in grado di simulare
la circolazione dei gas ed il trasporto delle polveri con elevata accuratezza in domini di calcolo molto estesi come i capannoni industriali.
Il modello CSM è stato messo
a punto utilizzando il caso particolare di un camino di un forno elettrico di un impianto siderurgico, per il quale erano disponibili misure di velocità dei
fumi e concentrazioni delle
polveri. Ciò ha consentito di
validare il modello e dimostrarne la sua applicabilità generale a
diversi casi industriali.
Nel modello CFD il fluido gassoso è considerato come un
continuo riproducibile con le
equazioni di Navier-Stokes, soggetto a gradienti di pressione
generati da ventilatori, per l’aspirazione forzata, e da sorgenti
termiche che alimentano la convezione naturale del flusso.
Per la descrizione della traiettoria del particolato viene utilizzato l’approccio Lagrangiano
in cui ogni particella viene tracciata singolarmente, modellandone la sua interazione con il
flusso gassoso circostante. Per
le polveri emesse da un forno
elettrico siderurgico la distribuzione granulometrica tipica è
caratterizzata per il 90% circa
da una massa con diametro inferiore a 30 μm.
La simulazione del flusso gassoso
con polveri nel condotto fumi
consente inoltre di analizzare:
• i fenomeni di scambio termico e di erosione meccanica
sulle pareti del condotto;
• la presenza di zone di deposizione e di accumulo delle polveri;
• il posizionamento delle sonde
di misura per il rilevamento
del valore medio del flusso.
In ingresso al condotto viene
inserito un flusso di particelle
uniformemente distribuite, pari
al valore medio di riferimento,
con la granulometria ricavata
da analisi di campioni di polveri
prelevate sull’impianto. Il flusso
di particolato si distribuisce poi
lungo il condotto in base alla
interazione con le macro strutture vorticose presenti nel flusso gassoso.
TECNICO
analizzato che un eventuale allungamento del camino (fino al
raddoppio) non produce effetti
significativi in termini di uniformità del flusso in uscita.
Fig. 1 - Campo di velocità all’interno di un
camino di un forno elettrico.
L’interazione con il flusso gassoso dipende dalla dimensione
delle particelle. Quelle con diametro maggiore di 0.1 μm tendono a seguire le linee di flusso
del gas distribuendosi sul perimetro dei vortici di dimensione
maggiore, le particelle più piccole (sub-microniche) presentano invece fenomeni di dispersione stocastica indipendente
dal flusso principale.
Il risultato è che le particelle
più piccole tendono a distribuirsi più uniformemente di
quelle di diametro maggiore.
Durante lo sviluppo del modello CFD è stato valutato l’effetto delle varie opzioni modellistiche per descrivere il processo di trasporto/dispersione in
funzione del diametro delle
particelle. E’ stato ottenuto un
set up modellistico di riferimento che garantisce un’elevata accuratezza nella predizione
del campo di concentrazione
del particolato considerando il
range tipico di distribuzione
granulometrica delle polveri
emesse dai forni elettrici e dai
sistemi di colaggio siderurgici.
La Fig. 1 mostra le strutture
vorticose presenti nel flusso
gassoso di un camino per forno
elettrico alimentato da tre ventilatori. I macro vortici elicoidali
presenti nel condotto risultano
strutture molto stabili e non
agevolano le misure. Si è anche
Il campo di concentrazione del
particolato su una sezione in
prossimità dell’uscita del camino è riportato in Fig. 2, in termini di variazione (±50%) rispetto al valore medio. Si nota
come le polveri tendano ad addensarsi sulle pareti, dove le
velocità di trasporto sono più
basse, e lungo il perimetro dei
vortici elicoidali di grandi dimensione presenti nel flusso.
In base a questa analisi è possibile il corretto posizionamento
dello strumento di misura per
la rilevazione del valore di concentrazione polveri rappresentativo della media del flusso.
Inoltre tale analisi ha consentito di valutare l’effetto dell’eventuale fermata di un ventilatore e il caso estremo di esercizio con un solo fan.
Il modello dei flussi gassosi con
polveri, sviluppato e validato
per i camini del forno elettrico,
è stato poi applicato alla simulazione del flusso nei capannoni
in cui sono presenti il forno
elettrico, i forni secondari e i
sistemi di colaggio con l’obiettivo di:
• definire l’efficienza di captazione delle polveri del sistema di
aspirazione secondario in funzione della portata aspirata;
• visualizzare il percorso di dispersione delle polveri da
forni ed altre sorgenti all’interno del capannone e quantificare i flussi in uscita su tutte le aperture;
• qualificare gli interventi sulla
configurazione del capannone
come l’introduzione di aspirazioni aggiuntive e modifiche
alle aperture.
Questo tipo di simulazioni richiede un elevata potenza di
calcolo date le dimensioni del
dominio, dell’ordine delle centinaia di metri. La necessità di
avere risoluzioni spaziali elevate, dell’ordine del cm, in prossimità delle sorgenti di fumi e di
rilascio di calore, fa si che le
griglie di calcolo arrivino a 40
milioni di celle. Il cluster di calcolo con 32 processori, ha permesso la simulazione di questi
modelli CFD multifase gas-solido in soli cinque giorni.
L’accuratezza del modello dipende dalla corretta modellazione delle sorgenti di fumi, calore e particolato. Per la definizione delle sorgenti di fumi e
calore si utilizzano riprese video opportunamente elaborate per ricavare portata di fumi
e calore emessi dalle sorgenti
calde. Per le sorgenti di particolato il CSM ha messo a punto una propria metodologia
che permette di quantificare le
sorgenti partendo dall’acquisizione di valori di riferimento
della concentrazione di polveri
Fig. 2 - Campo di concentrazione polveri su sezione trasversale.
Industria Fusoria 6/2015
77
TECNICO
nel condotto di aspirazione secondario del forno elettrico e
su un apertura del capannone,
identificata come rappresentativa. Da questi valori è possibile quantificare con un processo
iterativo le sorgenti di polvere
all’interno del capannone.
I risultati delle simulazione permettono di ricavare l’efficienza
dei sistemi di aspirazione come
rapporto tra i fumi/polveri captati e quelli emessi e di quantificare le emissioni diffuse nelle
altre aperture del capannone.
In Fig. 3 è riportato un dominio
di calcolo rappresentante un
capannone con forno elettrico
e le isosuperfici di concentrazione dei fumi in due istanti
successivi alla carica di rottame, fase di maggior rilascio di
fumi e polveri nell’ ambiente.
Fig. 3 - Sviluppo dei fumi da forno elettrico con cappa di aspirazione e carroponte.
Anche per questa specifica
problematica il modello messo
a punto dal CSM è risultato
uno strumento affidabile per il
supporto al dimensionamento
dei sistemi di aspirazione ed alla definizione del layout del capannone, al fine di massimizzare le emissioni captate e minimizzare le emissioni diffuse.
Valerio Battaglia Manager, Department Iron & Steel Making
Processes, Environmental Technologies Centro Sviluppo Materiali SpA - Roma.
CONVEGNO SUL MONITORAGGIO E CONTROLLO POLVERI INDUSTRIALI
Sede Centrale ENEA, 11 novembre 2015 - Roma
Organizzato da CSM in collaborazione con AIDIC Centro ed ENEA
L’emissione di polveri fuggitive, non captate dagli
estrattori e convogliate al camino, è fortemente
condizionata dalle condizioni metereologiche del
territorio e può comportare una ricaduta di particolato al suolo circostante l’insediamento produttivo con valori considerati non compatibili con
il rispetto dei limiti di qualità dell’aria. Una valutazione accurata di questo fenomeno non è semplice e necessita, sia di un attento e mirato monitoraggio delle polveri in prossimità delle sorgenti e
delle aperture del sito industriale, sia la necessità
di mettere a punto adeguate metodologie e strumenti di calcolo con cui seguire la dinamica delle
particelle di polvere prodotte e non captate ed
eventualmente identificare gli interventi strutturali migliorativi atti a ridurle.
Lo scorso 11 novembre si è tenuto a Roma, presso la sede centrale dell’Enea, il convegno sul monitoraggio e controllo delle polveri industriali organizzato da AIDIC Centro, CSM e CNR.
Il convegno che ha visto la presenza di interventi
tecnici qualificati e una partecipazione interessata
da parte di esponenti dell’industria, ha consentito
di condividere esperienze ed informazioni al fine
di permettere agli operatori e agli organi di controllo una corretta valutazione delle potenziali situazioni di rischio.
Il materiale presentato è disponibile sui siti degli organizzatori tra cui il CSM:
http://www.c-s-m.it/en/news_and_media/news/news_detail-art-convegno_sul_monitoraggio_e_controllo_delle_polveri_
industriali-articolo-433.html
78
Industria Fusoria 6/2015
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Determinazione della frazione
di solido mediante analisi DSC
L’andamento della frazione di solido con la temperatura, FS(T), rappresenta un parametro di interesse in diversi campi della metallurgia, dallo studio del comportamento reologico delle leghe metalliche, alla simulazione di processo ma anche nel campo delle tecniche
di formatura in semisolido. In quest’ottica l’analisi termica, in particolare quella calorimetrica differenziale (DSC), rappresenta un valido strumento di misura. Com’è noto, i risultati di una prova DSC dipendono dai parametri di prova utilizzati (massa del campione e velocità di riscaldamento), nonché dall’interpretazione dei tracciati calorimetrici e delle temperature caratteristiche.
Lo scopo del presente lavoro è l’individuazione delle condizioni di
prova che permettano di approssimare al meglio la transizione liquido-solido, così da rendere l’analisi DSC uno strumento affidabile per
la definizione della FS(T). I test riportati nel presente studio sono stati eseguiti su una lega di alluminio A356. I risultati sperimentali, ottenuti variando la velocità di riscaldamento e la massa del campione,
sono stati comparati con quelli calcolati attraverso l’ausilio di
software di simulazione quali CompuThermDatabase e Pandat.
Introduzione
L’utilizzo di leghe metalliche
in una condizione intermedia
tra lo stato liquido e solido,
chiamato semi-solido, rappresenta da alcuni anni un punto
di svolta per le tecnologie della fonderia.
Con il termine lega in semi-solido si indica una sospensione
metallica caratterizzata da una
fase primaria solida, tipicamente
con morfologia globulare, circondata da una matrice liquida
(generalmente eutettica). Si genera così un fluido la cui propensione al flusso dipende dalla
frazione solida presente, dalla
velocità di deformazione a taglio
e dal tempo (fluido non-Newtoniano). Se confrontato con le
80
Industria Fusoria 6/2015
convenzionali tecniche di formatura, dove il materiale liquido
viene colato o iniettato all’interno di una cavità, l’elevata viscosità del metallo semi-solido riduce i fenomeni turbolenti e
l’inglobamento di gas, incrementando così la qualità finale del
getto. In aggiunta, la possibilità di
avere materiale una lega parzialmente solidificata permette un
minor ritiro volumetrico in fase
di solidificazione (minor porosità da ritiro, stabilità geometrico/dimensionale, ecc.) unitamente ad una bassa propensione all’arricchimento di gas quali
idrogeno e ossigeno |1|.
Così come la fonderia anche il
settore legato deformazione
plastica a caldo ha trovato nella
tecnologia del semisolido un
potenziale alleato per far fronte alla produzione di pezzi a
geometria complessa e, non
meno importante, ridurre i carichi e i tempi utilizzati in fase
di formatura del pezzo |1|. L’utilizzo infatti di percentuali di liquido, seppur limitate, rende il
materiale più deformabile anche con presse di minor tonnellaggio e con un ridotto numero di passaggi.
La conoscenza quindi dell’andamento dei dati frazione solida
con la temperatura, FS(T), è
estremamente importante in
tutti i processi di formatura in
semi-solido (fonderia o deformazione plastica) o nell’esecuzione di prove reologiche, volte
alla determinazione del comportamento della lega nel range semi-solido.
H.V. Atkinson et al. (2005) hanno studiato il nesso esistente
fra composizione chimica e frazione solida, per una lega da
fonderia (A356) ed una da
deformazione plastica (2014)
|2|. Come ampiamente dimostrato, soprattutto per le leghe
da fonderia, risulta necessario
assicurare un ampio intervallo
di solidificazione unitamente ad
un’adeguata percentuale di eutettico in lega così da poter garantire, alle temperature di utilizzo, una corretta percentuale
di fase liquida.
TECNICO
Il trend assunto dalla curva
FS(T) molto spesso non è presente nei database dei materiali
e quindi risulta necessario determinarla sperimentalmente o
analiticamente: una volta nota la
composizione chimica della lega, utilizzando una serie di modelli previsionali definiti per particolari condizioni di solidificazione |3|. Altri metodi sono basati su misure indirette che richiedono un’appropriata calibrazione ed interpretazione dei
dati sperimentali.
Uno fra i metodi più utilizzati è
rappresentato dall’analisi termica DSC (Differential Scanning
Calorimetry) |4|. Zavaliangos et
al. (2000) hanno mostrato l’affidabilità dei risultati del DSC |5|
confrontando tali valori con soluzioni analitiche opportunatamente corrette, basate sul modello di Scheil, e analisi d’immagine su leghe alluminio-silicio e
alluminio-magnesio.
Ad oggi non esistono norme
standard per l’analisi termica
che definiscono le condizioni di
prova ottimali per la determinazione della frazione solida. La
letteratura sull’argomento mostra l’utilizzo di differenti velocità di scansione β, principalmente nell’intervallo compreso
fra 5-20 K·min-1.
Torres et al. (2013) |6| hanno
evidenziato l’effetto della composizione sulla Fs attraverso una
comparazione tra i risultati dell’analisi termica differenziale, per
due livelli di frazione solida (4560%), e quelli ottenuti attraverso
modelli teorici. In quest’ultima
ricerca furono analizzate due velocità di riscaldamento (5 e 20
°C/min) per le quali venne registrato un aumento delle temperature caratteristiche (da 9 a 16
°C) rispetto ai valori calcolati
analiticamente.
Rogal et al. (2010) |7| hanno
determinato l’andamento della
frazione di liquido e la corretta
temperatura di processo per
un acciaio 100Cr6, destinato
ad applicazioni in thixoforming, mediante un’analisi DSC
al riscaldamento, sfruttando
velocità di scansione di 20
K·min-1.
In modo del tutto analogo Rassili e Atkinson (2010) |8| hanno
identificato, in relazione ai criteri di Kazakov |9|, i range di lavorabilità per diversi acciai destinati alla thixo-formatura, utilizzando analisi DTA a circa 10
K·min-1. Battezzati et al. (2000)
|10| hanno sfruttato un calorimetro a scansione differenziale, per alte temperature, per
determinare le temperature
caratteristiche e frazione solida, per una ghisa, seguendo il
materiale nel corso della fusione e solidificazione con velocità di scansione di 10 K·min-1.
Nel campo dell’alluminio, Pola
et al. (2008) |11| hanno verificato le temperature e i picchi
caratteristici per una lega AlSi5Mg0,5Cu0,3Ag, per thixocasting, sfruttando analisi termiche con velocità di riscaldamento di 5 K·min-1.
Birol (2009) |12| ha mostrato,
per una lega A357, come i dati
relativi alle temperature caratteristiche, eutettico e liquidus, e
la stessa frazione solida possano
essere influenzate dalla velocità
di riscaldamento e raffreddamento nel corso della prova. In
particolare, dalla sua ricerca è
possibile evincere come velocità
di scansione di 0,5 K·min-1, in regime di riscaldamento, possono
portare ad una sottostima del
dato di frazione solida mentre
una sovrastima se superiori. Caso opposto quando si eseguano
prove al raffreddamento.
Va ricordato come, nel corso di
una prova DSC, la curva di flusso termico subisce solitamente
un ritardo termico (thermal lag)
tra la temperatura reale di trasformazione e quella rilevata
dallo strumento nel corso dell’analisi. Questo ritardo è dovuto molto spesso alla resistenza
termica presente tra il campione e il sensore di temperatura, a
causa del trasferimento di caloSi |%|
7,4700
Fe |%|
0,1267
Cu |%|
0,0023
Mg |%|
0,2120
re per conduzione.Tale fenomeno determina la formazione di
un gradiente di temperatura
che causa la distorsione del
tracciato DSC. Tutto ciò conduce ad errori nella determinazione delle aree parziali, relative alla percentuale di completamento della trasformazione, le quali
corrispondono alla frazione solida durante la transizione liquido-solido |4, 13|.
Inoltre, com’è noto, i risultati di
un test DSC dipendono da una
serie di parametri, come ad
esempio la massa del campione
e la velocità di scansione utilizzata |14|. In particolare la “linea
zero” o “linea di base” è condizionata significativamente dalla
velocità di prova, dall’atmosfera
del forno e dall’entità del suo
flusso, mentre la forma finale del
picco dipende dalla conducibilità/capacità termica del campione, dalla massa e dalla velocità di
riscaldamento.
Ad oggi non è però disponibile
una procedura di prova attendibile per la determinazione della
temperatura di liquidus e del
trend della curva FS(T) per basse percentuali, estremamente
importante per tutte le applicazioni in semi-solido. Obiettivo
del presente lavoro di ricerca è
pertanto quello di definire condizioni di prova di riferimento
che possano garantire una buona riproducibilità e attendibilità
dei risultati.
Procedura sperimentale
Gli esperimenti sono stati effettuati su campioni di lega ipoeutettica A356 prodotta da lingotti
commerciali e certificata da
analisi quantometriche. Si tratta
di una convenzionale lega d’alluminio da fonderia priva di aggiunte di affinanti o modificanti,
per evitare la formazione di fasi
secondarie.
In Tab. 1, vengono riportati i risultati dell’analisi quantometrica:
Zn |%|
0,0077
Ni |%|
0,0016
Cr |%|
0,0028
Al |%|
Bal.
Tab. 1 - Composizione chimica percentuale della lega A356 in esame.
Industria Fusoria 6/2015
81
TECNICO
Fig. 1 - Termogrammi relativi alle prove eseguite sulla lega A356 a 0.5 °C/min (a) e a 10 °C/min (b).
Le temperature di liquidus ed
eutettico così come la FS(T) sono state determinate utilizzando un calorimetro a scansione
differenziale (DSC), TA instrument Q600 con sistema di acquisizione dotato del software
Universal Analysis 2000. Le prove sono state condotte in un’atmosfera controllata di argon puro per differenti valori di velocità di riscaldamento, comprese
tra 0,5 e 25 °C/min, per le masse di 10 e 20 mg. La fusione del
campione di A356 è stata realizzata all’interno di porta-campioni in allumina e condotta con
una procedura di prova definita
direttamente nel programma di
controllo del calorimetro. L’analisi è consistita in una rampa di
riscaldamento a velocità costante, prevedendo in primo luogo
l’equilibratura delle condizioni
del calorimetro a 50 °C, a seguito della quale ha luogo l’acquisizione del segnale, fino al raggiungimento dei 710 °C (circa
50 °C in più della temperatura
di fusione dell’alluminio puro)
così da ritenere le trasformazioni completamente avvenute. Le
temperature di liquidus ed eutettico sono state determinate
sulla media di tre misurazioni
DSC per ogni condizione sperimentale.
Risultati e discussione
Esempi di alcuni termogrammi,
relativi alle analisi DSC per la
fusione della lega A356 sono riportati in Fig. 1. Il tracciato re-
82
Industria Fusoria 6/2015
lativo al flusso di calore è contraddistinto da due picchi endotermici caratterizzanti il passaggio attraverso la formazione
della fase eutettica e successivamente l’incontro con la temperatura di liquidus. La presenza di eventuali picchi secondari,
che possono determinare una
modifica del segnale soprattutto alle alte velocità di scansione, è stata evitata, come anticipato, utilizzando una lega a bassa quantità di elementi aggiunti
senza l’additivazione con affinanti o modificanti.
La corretta definizione delle
temperature di solidus e liquidus è estremamente importante per impostare l’intervallo
d’integrazione necessario ad
identificare l’andamento della
curva di frazione solida con la
temperatura.
I grafici di Fig. 1 mostrano come, per analoghe velocità di riscaldamento, i tracciati subiscono una piccola modifica nel valore della baseline mentre una
β
|°C/min|
0.5
1
2
5
10
15
20
25
Campione 10 mg
T onset
T picco
eutettico |°C| liquidus |°C|
573.24
573.42
573.70
576.09
576.30
581.62
579.03
586.70
607.18
609.03
610.97
609.83
612.97
616.41
617.02
618.96
più marcata variazione nell’entità del flusso termico relativo
al picco è riscontrabile al variare della velocità di scansione.
Contrariamente a ciò, elevate
velocità di riscaldamento aumentano la sensibilità della misura a discapito dell’accuratezza e risoluzione nella temperatura |15|.Tale problema è dovuto soprattutto al ritardo termico (inerzia termica) nella trasmissione di calore tra la fornace e il campione, in particolare
alle alte temperature. La transizione tra la fase solida e quella
liquida, come ampiamente descritto in letteratura, ha inizio
in corrispondenza della temperatura di onset del primo picco
endotermico e termina alla
temperatura di picco dell’ultima trasformazione endotermica segnalata nel tracciato di
flusso termico |12, 13|.
Dai termogrammi relativi alle
prove eseguite, si possono
identificare le seguenti temperature caratteristiche (Tab. 2).
Campione 20 mg
T onset
T picco
eutettico |°C| liquidus |°C|
573.41
574.80
575.11
578.05
580.37
588.74
588.71
588.91
606.55
609.03
610.76
612.34
615.70
620.67
620.86
619.79
Tab. 2 - Temperature di eutettico e liquidus rilevate per i campioni di 10 e 20 mg a differenti
velocità di scansione.
TECNICO
velocità di scansione inferiori a
10 °C/min garantiscano una
buona approssimazione della
temperatura attesa, soprattutto
ove la massa del campione risulta essere inferiore: la massa di
10 mg ha fornito infatti dati più
stabili, nell’intorno del valore
previsto, all’aumentare della velocità di riscaldamento.
Fig. 2 - Temperature di eutettico e liquidus in funzione della velocità di riscaldamento.
Si può osservare come il valore
relativo all’intervallo di fusione
della lega si mantenga pressoché indipendentemente dalla
procedura di prova utilizzata e
dalla massa del campione in
analisi: valori medi di 35,28 °C
(deviazione standard 1,95 °C)
per i test eseguiti sul campione
di 10 mg, mentre 33,45 °C (deviazione standard 1,71 °C) per
le analisi condotte utilizzando
masse di 20 mg.
L’andamento dei dati sperimentali mostra come una crescita
nel valore di β conduca all’identificazione di temperature
caratteristiche più elevate e ad
una minore inerzia termica relativa alla massa del campione.
I dati sperimentali sono stati
comparati con i dati calcolati,
utilizzando il software di simulazione Pandat 8.1 per il modello della Leva e di GulliverScheil, e CompuTherm Database disponibile in Procast®, per il
modello della Back-diffusion
con una velocità di raffreddamento di 0,5 K/s.
Tali modelli restituiscono valori
di formazione della fase eutettica e liquidus pressoché analoghi e rispettivamente pari a
575,4 e 612,6 °C. Il grafico di
Fig. 2 riporta l’andamento di tali temperature, rilevate al variare della velocità di riscaldamento, con il relativo valore atteso
di eutettico e liquidus.
Si può osservare chiaramente
come le temperature caratteristiche di tali trasformazione
tendono a descrivere un trend
crescente all’aumentare della
velocità di riscaldamento e della
massa utilizzata: comportamento del tutto coerente con le assunzioni fatte in precedenza di
inerzia termica fra sistema calorimetro e campione |13, 14|.
Nel caso della formazione dell’eutettico si può notare come
Del tutto similare il caso del liquidus: la temperatura pronosticata tende ad essere approssimata al meglio per velocità di
scansione di 5 e 10 °C/min rispettivamente per le masse di
10 e 20 mg. In entrambi i casi,
velocità inferiori portano ad
una lieve sottostima del dato
previsto mentre superiori portano ad una marcata sovrastima del dato.
La corretta identificazione delle temperature di eutettico e liquidus è estremamente importante per la determinazione
degli estremi d’integrazione del
termogramma. L’integrazione
della curva di flusso termico
fornisce infatti la percentuale di
fase trasformata. Nel caso di un
processo di fusione si otterrà
quindi la frazione di liquido
(complemento ad uno della frazione solida).
La frazione di liquido corrisponde infatti all’area sottesa tra la
baseline e il termogramma.
In Figg. 3-4 vengono mostrati i
risultati relativi all’andamento
della curva di frazione solida
con la temperatura misurata
mediante analisi DSC per le
condizioni di prova descritte.
Fig. 3 - Frazione di solido in funzione della temperatura per la massa Fig. 4 - Frazione di solido in funzione della temperatura per la massa
di 10 mg.
di 20 mg.
Industria Fusoria 6/2015
83
TECNICO
Fig. 5 - Frazione di solido Vs temperatura
previsti dai modelli della Leva, GulliverScheil e Back-diffusion.
Per entrambe le masse analizzate, la curva FS(T) subisce uno
spostamento rigido lungo l’asse delle temperature al crescere della velocità di scansione
per effetto del ritardo termico
(campione-crogiolo-termocoppia). In aggiunta, può essere osservato come tali risultati sono
indipendenti dalla massa per β
comprese tra 0,5-5 °C/min. Il
grafico di Fig. 5 mostra l’andamento delle curve di frazione
temperatura-frazione solida
previste dai tre modelli teorici
presi in esame.
Il modello della Leva, nell’ipotesi cioè che la solidificazione
avvenga in regime di equilibrio,
e quello di Gulliver-Scheil, senza che avvenga diffusione di
elementi in lega nella fase solida ma solo verso quella liquida, sebbene forniscano il medesimo valore di temperatura
di eutettico e liquidus differiscono nella descrizione del valore di frazione solida con la
temperatura |3|.
Discorso analogo vale per la
teoria della Back-diffusion: essa proviene da un’evoluzione
del modello di Gulliver-Scheil
per mezzo della quale si tiene
conto di una possibile, seppur
limitata, diffusione nella fase
solida |16|. L’andamento di tali
curve risente perciò delle ipotesi su cui si basano i modelli
sopraenunciati: sebbene forniscano il medesimo valore di
temperatura di eutettico e liquidus differiscono nella descrizione del valore di frazione solida con la temperatura
84
Industria Fusoria 6/2015
soprattutto a partire dalla formazione della fase eutettica,
nell’intorno del 46 % di frazione solida, fino alla temperatura di solidus. Sulla base di
queste considerazioni il trend
di frazione solida con la temperatura è stato diviso in due
aree principali, pre e post formazione di fase eutettica, e
analizzate separatamente per
le velocità di scansione che
forniscono una maggiore stabilità dei dati, 0,5-1-2-5
°C/min (Fig. 6).
un preciso valore di Fs teorica,
di 0,6 °C per entrambe le masse in esame.
In relazione ai tracciati di Fig. 6
(a) e (b), definiti per la zona
del tracciato antecedente la
formazione della fase eutettica, si può osservare come per
entrambe le masse i trend descritti dai dati sperimentali rispettino l’andamento pronosticato dai modelli discussi in
precedenza.
Si può quindi affermare che
qualora si vogliano effettuare
delle analisi DSC appare più
adatto l’uso di condizioni di
prova che siano fonte di minor
deviazione dei dati e d’inerzia
termica del sistema.
Test condotti con masse sufficientemente basse e a basse
velocità di scansione restituiscono valori coerenti con
quelli previsti dai modelli teorici considerati.
La temperature attesa per un
valore fissato di Fs, nel caso
della massa di 10 mg, mostra
una deviazione standard di 2
°C, per i test eseguiti a 0,5-1-2
°C/min, e circa 4 °C per i test
condotti a 5 °C/min. In modo
del tutto analogo per la massa
di 20 mg, la deviazione standard si è attestata pari a 2 °C
per β= 1-2 °C/min, 3 °C per
β= 0.5 °C/min e circa 6 °C per
i test condotti a 5 °C/min.
In entrambi i casi la velocità di
scansione di 5 °C/min, nonostante risenta di un maggiore
errore medio del dato di temperatura, mostra un’ottima approssimazione del dato di frazione solida nell’intervallo
compreso fra il 10 e 30 %. Per
entrambe le masse analizzate,
la curva FS(T) tende ad essere
meglio definita per velocità di
riscaldamento di 0.5 °C/min e
valori di frazione solida tra il
50 e 70 %: quest’ultimo rappresenta infatti il limite superiore d’interesse metallurgico
per i processi di thixoformatura |1| (Fig. 6 (c) e (d)). In questo intervallo la scansione a
0,5 °C/min garantisce una
massima variabilità del dato di
temperatura, in riferimento ad
Velocità di riscaldamento superiori portano a consistenti
deviazioni nei dati sperimentali
rispetto a quanto pronosticato
dai modelli della Leva, GulliverScheil e Back-Diffusion: tale fenomeno viene amplificato al
crescere della cinetica di riscaldamento e della massa utilizzata, arrivando anche a valori superiori agli 8 °C.
Conclusioni
Nel presente lavoro sono state
effettuate una serie di prove
calorimetriche differenziali su
una lega A356 al fine di ottenere una procedura sperimentale
attendibile, nonché le approssimazioni che possono essere introdotte nelle misure attraverso l’uso dei modelli teorici (Leva, Gulliver-Scheil e Back-diffusion). Nel corso della ricerca è
emerso che le temperature di
eutettico e liquidus dei campioni tendono a seguire tanto più
il dato previsto quanto più ci si
sposta verso masse inferiori
(nel presente lavoro 10 mg) e
per cinetiche di riscaldamento
sufficientemente lente, inferiori
a 10 °C/min. Per la frazione solida si è notato che velocità di
scansione superiori ai 5 °C/min
portano all’ottenimento di un
tracciato di frazione solida che
tende, a pari temperatura, a sovrastimare il suo contenuto rispetto a quanto atteso dai modelli teorici. I tracciati relativi
alle curve FS(T), per velocità di
riscaldamento comprese tra
TECNICO
Le condizioni di prova ottimali sono state rilevate utilizzando masse di 10 mg e velocità
di riscaldamento di 5 °C/min:
valore che si riduce a 0.5
°C/min, per una migliore approssimazione della FS(T), nel
caso di Fs > 0,5.
Fig. 6 - Grafici Fs Vs T previsti dal modello della Leva, Gulliver-Scheil e Back-diffusion.
a,b- Pre-formazione eutettico (10 - 20 mg), c,d- Post-formazione eutettico (10 - 20 mg).
0,5 e 5 °C/min e fino a frazioni
di solido di interesse nel campo
della thixo-formatura (fino a
Fs= 0,7), tendono ad approssi-
mare al meglio i dati sperimentali quanto più le masse e le
velocità di prova risultano essere limitate.
La precisione dei risultati ottenuti, sia che si tratti di frazione
di solido o temperature di eutettico-liquidus, è estremamente utile in tutte le applicazioni
ove è richiesto un certo grado
di accuratezza: ad esempio la
thixo-formatura, le misurazioni
reologiche, saldatura, ecc.
Tratto da “La metallurgia Italiana”
N. 5 2015.
G. Gottardi, A. Pola, G.M. La Vecchia - DIMI, Università di Brescia.
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Industria Fusoria 6/2015
85
T
CO
TECNICO
CO
TEC
NI
NI
EC
TECNICO
M. Favini
Sviluppo di una nuova metodologia
di utilizzo dell’alluminio secondario
riciclato rimpiazzando l’alluminio
primario nella lega A356
per componenti di sicurezza
nella tecnologia in bassa pressione
Fagor Ederlan e i membri Mapsa della Fagor Ederlan
Chassis&Powertrain Division fabbricano componenti di sicurezza
come giunti, bracci di sospensione e cerchioni tramite tecnologia a
bassa pressione, utilizzando una lega di alluminio primario, la A356
o AlSiMg0.3. I componenti subiscono un trattamento a caldo di tipo T6 o T64.
Nel processo in bassa pressione, l’utilizzo dell’alluminio secondario
per i componenti automobilistici da fusione non è possibile, a causa
delle alte percentuali di ferro e rame. Questi elementi favoriscono la
formazione di fasi non desiderate nella microstruttura, peggiorando
le proprietà meccaniche e la resistenza alla corrosione.
In questo progetto sono stati sviluppati due composti neutralizzanti,
allo scopo di evitare la formazione delle indesiderate fasi ferritiche
aciculari (ß-Al5FeSi). Aggiungendo queste leghe neutralizzanti è possibile preservare le proprietà meccaniche e il comportamento funzionale dei componenti di sicurezza utilizzando una lega A356 di alluminio secondario contenente lo 0,4% di ferro. È stato svolto un test di durata sui componenti per analizzare la fattibilità del processo.
È stata effettuata anche un’analisi dei costi per confrontare i costi
dell’alluminio primario e secondario.
Introduzione
L’industria automobilistica utilizza solo leghe primarie per la
fabbricazione dei componenti,
per evitare peggioramenti nelle
proprietà meccaniche e nella
resistenza alla corrosione, dovuti alla contaminazione da ferro e rame. La lega primaria utilizzata è la A356 (AlSi7Mg0,3),
con limitazioni al contenuto di
88
Industria Fusoria 6/2015
ferro e rame (Tab.1). I componenti alla fine vengono trattati a
caldo (trattamento T6), raggiungendo le proprietà richieste (Tab. 2).
Di solito, le leghe di alluminio
primario sono più costose di
quelle di alluminio secondario;
perciò questo progetto offre
un’alternativa economicamente
efficace alle fonderie.
La sfida dell’utilizzo dell’alluminio secondario per la produzione di componenti automobilistici ha lo scopo di neutralizzare l’effetto negativo di un alto
contenuto di ferro sulle proprietà meccaniche, utilizzando
elementi neutralizzanti nel bagno fuso.
Si
Cu
Mg
Mn
Fe
Zn
6,5-7,5
<0,05
0,25-0,4
0,05
<0,18
<0,07
Tab. 1 - Composizione chimica con limitazioni interne della lega A356 (% in peso).
Temperatura
Ricottura
Tempra
Invecchiamento
540 °C
30-60 °C
160 °C
1004 °F
86-140 °F
320 °F
Tab. 2 - Parametri dei trattamenti termici impiegati da Fagor Ederlan.
Tempo
8 ore
10 minuti
6 ore
TECNICO
Stato dell’arte
Alti contenuti di ferro nelle leghe Al-Si portano alla formazione di differenti fasi intermetalliche (Tab. 3), di cui le ß-Al5FeSi
(a causa della forma aciculare)
sono le più dannose per le proprietà meccaniche |1, 2|.
Una delle strategie per evitare
l’effetto negativo di ß-Al5FeSi,
consiste nel favorire la formazione di differenti fasi ricche in
ferro di forma tondeggiante, o
a scrittura cinese, aggiungendo
elementi differenti o cambiando la velocità di raffreddamen-
to (Tab. 4). Taylor |3, 4| riferisce
che l’aggiunta di vanadio e manganese favorisce la formazione
della fase α-Al8Fe2Si, a forma
di scrittura cinese o labirinto.
Per calcolare la quantità di elementi di lega necessaria ad evitare la formazione della fase ßAl5FeSi, sono stati esaminati differenti diagrammi ternari di fase. Un esempio viene mostrato
in Fig. 1, dove è rappresentato
un diagramma Al-Fe-Mn con fasi ß e α. Una lega con il 10% di
ferro (area rossa) è nella zona
binaria (Al) + ß. Se si aggiunge il
5% di manganese il nuovo com-
Fig. 1 - Sezione isotermica a 500°C calcolata per il limite ricco in alluminio del sistema AlFeMn nel programma FactSage,
utilizzando il metodo CALPHAD.
Fase
Struttura cristallina
Composizione chimica (% in massa),
rimanente in Al
Morfologia
AI13Fe4(AI3Fe)
AI3Fe
AI6Fe
C2/m
ortorombica
Cmc21
ortorombica
P
monoclina
A2/a
monoclina
P
monoclina
14/mcm
Fe: 33.9-37.8
Si: 0.8-2.9
Fe: 25.6-28
A listello o aciculare
Fe: 23.5-30
Si: 12-18,9
Fe: 27-28
Si: 14-15
Fe: 33-38
Si: 13-18.5
Fe: 15-25,4
Si: 20-25.5
Fe: 28.2-31.6
Si: 7.9-10,5
Fe: 10.7
Si: 6.44
Mn: 27.2
Fe: 8-12.1
Si: 25-33.8
Mn: 13-16
Fe: 8.6-30.7
Si: 4.5-12.5
A listello o aciculare
β- AI5FeSi
β – Al4 5FeSi
(AI9Fe2Si2)
γ-AI3FeSi
δ-AI9FeSi3
α-AI8Fe2Si
AI9Fe0,84Mn2 15Si
P63/mmc
esagonale
P63/mmc
esagonale
π-AI8 Si6Mg3Fe
P62 m
esagonale
α-AI12-15
[Fe,Mn,Me]3Si1.2
Me=Cr, Cu
Cubica
esagonale
α -AI12 75 [Fe,Me]2-3 Si2-4
Me=Mn, Cr, Cu, Co, Ni
Cubica
AI19Fe4MnSi2
Triclina
Mn :0.52-14
Cu > 7.5
Cr >14.4
Fe 6.3-25.2
Si 4.6-10
Mn > 13.1
Cu >13
Cr >14.4
Co > 20
Ni > 26,8
Fe: 19.2
Si: 8.3
Mn: 7.8
Cu: 2.5
Cr: 0.2
A listello o aciculare
A listello o aciculare
Dendritica
A listello
Lamellare
A labirinto
A labirinto
Lamellare o a labirinto
Lamellare o a labirinto
Lamellare o a labirinto
Tab. 3 - Fasi intermetalliche ricche in ferro nelle leghe Al-Si.
Industria Fusoria 6/2015
89
TECNICO
Parametri
Possibili effetti
Fe
Cambiamento nella sequenza
di precipitazione delle fasi ß
Trasformazione delle fasi ß in α,
ma aumento della quantità totale
di fasi intermetalliche ricche in ferro
Mn, Cr, Be, Ni
Mg
Trasformazione delle fasi ß in fasi π
P
Favorisce la nucleazione di fasi ß
Sr
Dissoluzione, frammentazione e perfino
decomposizione (ad altissimi livelli) delle fasi ß
velocità di
raffreddamento
Una velocità bassa di raffreddamento
favorisce la formazione di fasi ß
surriscaldamento
del bagno fuso
Raffinazione e riduzione delle fasi
intermetalliche ricche in ferro incluse le fasi ß;
viene impedita la formazione di residui
Tab. 4 - Metodi differenti per modificare la fase ß-Al5FeSi(3)
secondo la matrice mostrata in
Tab. 5.
È stata impiegata una colata a
gravità per provini destinati a
test di trazione, secondo lo
standard ASTM B-108 (Fig. 2).
Sono stati svolti diversi test di
colata, mescolando diverse leghe primarie insieme all’A356 a
720°C in una fornace a induzione avente la capacità di 15
kg di alluminio. La lega è stata
modificata con Al-Sr (15%) e
raffinata con TiBAl, come da
procedura standard per Mapsa
e Fagor Ederlan, ed è stato aggiunto magnesio per garantire
una concentrazione dello
posto è pressoché totalmente
costituito da (Al) + ß, più una
piccola quantità di fase ß (area
blu). Per concentrazioni minori
di ferro, l’effetto dell’aggiunta di
manganese, noto il rapporto
Mn≥0,5 Fe, sarà simile.
Lo stesso procedimento è stato svolto per i sistemi ternari
Al-Cr-Fe, Al-Be-Fe e Al-V-Fe.
Come risultato dell’analisi dello
stato dell’arte è stata proposta
una matrice sperimentale per
neutralizzare l’effetto dello
0,4% di ferro nella lega A356
utilizzando due differenti ricette di neutralizzatore: Mn-CrBe, o Mn-Cr-V (Tab. 5).
Fig. 2 - Stampi per provini da trazione secondo ASTM B-108.
Test di laboratorio
Al laboratorio dell’università
Mondragon sono state preparate diverse colate utilizzando
Mn-Cr-Be
Mn
la lega primaria A356 contaminata dallo 0,4% di ferro, grazie
all’aggiunta della lega primaria
Mn-Cr-V
Cr
Be
0
0
Mn
Cr
V
0
0
0,1
0,15
0,03
0
0,1
0,15
0,03
0,1
0,06
0
0,1
0
0,1
0,06
0
0,1
Tab. 5 - Matrice per i primi esperimenti di laboratorio per neutralizzare il contenuto dello
0,4% in ferro.
90
Industria Fusoria 6/2015
0,35% in peso. È stata svolta
una degasazione impiegando
barre di Nitral C19 della Foseco. Il trattamento a caldo è
stato svolto presso l’impianto
della Fagor Ederlan, con i parametri descritti in Tab. 2. Sono stati svolti test di trazione
per ciascuna composizione
chimica; i risultati sono riassunti in Tab. 6. Tutti i campioni
hanno presentato un allungamento inferiore al previsto.
L’esame al microscopio elettronico a scansione delle superfici di frattura ha evidenziato una rilevante micro porosità nei provini.
TECNICO
Mn
Cr
0
0,15
0,03
0,06
Mn
Cr
0
0,15
0,03
0,06
Be
Test di fusione
A (%)
Rp0,2 (MPa)
Rm(MPa)
0
2011-2012
33 ± 0,5
242 ± 5
296 ± 3
0,1
4101-4102
1,7 ± 0,5
240 ± 2
270 ± 3
0
2041-2042
1,3 ± 0,3
241 ± 2
277 ± 1
0,1
4041-4042
2,2 ± 0,5
237 ± 10
286 ± 9
0
2071-2072
1,8 ± 0,5
254 ± 4
298 ± 8
0,1
4131-4132
1,3 ± 0,2
233 ± 6
270 ± 10
V
Test di fusione
A (%)
Rp0,2 (MPa)
M (MPa)
0
2011-2012
33 ± 0,5
242 ± 5
296 ± 3
0,1
3011-3012
1,7 ± 0,2
236 ± 3
279 ± 7
0
2041-2042
1,3 ± 0,3
241 ± 2
277 ± 1
0,1
3051-3052
1,8 ± 0,5
238 ± 10
278 ± 14
0
2071-2072
1,8 ± 0,5
254 ± 4
298 ± 8
0,1
3081-3082
1,9 ± 0,7
230 ± 2
277 ± 7
Tab. 6 - risultati dei test di trazione sui provini di laboratorio
Tenendo conto dei risultati dei
test di trazione e dell’analisi microstrutturale dei diversi provini (Figg. 3, 4 e 5), possono essere proposti due agenti neutralizzanti:
• Be (0,12%) + Mn (0,15%)
• V (0,1%) + Mn (0,15%) + Cr (0,03%)
Test industriali
Dopo l’analisi dei risultati dei
test di laboratorio, i cerchioni e
i giunti di alluminio sono stati
prodotti utilizzando una lega secondaria A356 fornita da Befesa,
con un contenuto originale di
ferro dello 0,335%, aumentato a
0,4% aggiungendo la lega Al-Fe.
Befesa garantisce una concentrazione massima dello 0,4% di
ferro per le leghe prodotte nei
suoi impianti. Sono state svolte
delle prove di colata alla Mapsa
(Fig. 7), utilizzando questa lega e
aggiungendo le leghe neutralizzanti sviluppate durante i test di
laboratorio.
giunti sono stati gettati nell’innovativa cella a bassa pressione della Mapsa (massime dimensioni
dello
stampo
1200x1775 mm, e peso massimo dei getti 60 kg. La capacità
della fornace di mantenimento
è di 1000 kg di lega di alluminio con una pressione massima di 3 bar).
La lega secondaria è stata modificata con Al-Sr (15%), raffinato con TiBAl, e il contenuto
di magnesio è stato bilanciato
allo 0,35%; è stata svolta un’operazione di degasazione in siviera, utilizzando parametri di
processo normali. Cerchioni e
Sono stati svolti diversi test:
• Test 1: lega secondaria senza
agenti neutralizzanti.
• Test 2: lega secondaria + V
(0,1%) + Mn (0,15%) + Cr
(0,03%).
• Test 3: lega secondaria + Be
(0,12%) + Mn (0,15%).
Fig. 3 - Microstruttura del test 2011-2012, lega A356 contenente lo
0,4% in ferro, strutture aciculari ricche in ferro precipitate ai bordi di
grano.
Fig. 4 - Microstruttura del test 4101-4102, lega A356 contenente lo
0,4% in ferro e aggiunta di Be-Mn; le fasi ricche in ferro mostrano una
struttura lamellare.
Industria Fusoria 6/2015
91
TECNICO
Fig. 5 - Microstruttura del test 3051-3052, lega A356 contenente lo
0,4% in ferro e aggiunta di V-Mn-Cr; le fasi ricche in ferro mostrano
una struttura a labirinto o a scrittura cinese.
Si
Fig. 6 - Cerchione (16 kg di peso) con indicata la posizione dei provini
di trazione.
Fe
Cu
Mn
Mg
Zn
Ti
B
Sr
Cr
V
Be
Test 1 7.197
0,413
0,033
0,048
0,377
0,045
0,148
0,024
0,017
0,009
0,006
0,000
Test 2 6.899
0,394
0,031
0,139
0,355
0,063
0,123
0,024
0,014
0,029
0,093
0,000
Test 3 6.725
0,389
0,028
0,144
0,361
0,035
0,091
0,027
0,026
0,001
0,007
0,964
Tab. 7 - Composizione chimica dei diversi test (% in peso).
La composizione chimica dei
provini è mostrata in Tab. 7. I
componenti da fusione sono
stati trattati a caldo (Tab. 2), e i
provini per i test di trazione sono stati lavorati a macchina
(punto evidenziato in Fig. 6). I risultati delle prove di trazione
sono sintetizzati in Tab. 8. Soltanto il provino 1 del test 2
mostra una minore resistenza
allo snervamento rispetto al
Fig. 8 - Microstruttura del test 1: fasi aciculari ricche in ferro precipitano ai bordi
di grano.
Fig. 9 - Microstruttura del test 2: fasi ricche in ferro mostrano una forma tondeggiante.
Fig. 7 - Diverse fasi di processo durante i test industriali: (a) fusione della lega secondaria
A356 (b) degasazione e ripulitura dalle scorie in siviera (c) test di produzione di cerchioni
(d) test di produzione di giunti.
92
Industria Fusoria 6/2015
Fig. 10 - Microstruttura del test 3: fasi ricche in ferro mostrano una struttura a labirinto o scritture cinesi.
TECNICO
T.S. -1
Rp0,2 (MPa)
Rm (MPa)
A (%)
Test 1
Test 2
Test 3
REF.
T.S. -2
232 ± 1
220 ± 17
247 ± 1
190
Rp0,2 (MPa)
287 ± 0
279 ± 12
294 ± 12
270
Rm (MPa)
9,5 ± 1
9±1
8,6 ± 2
10
A (%)
Test 1
Test 2
Test 3
REF.
184 ± 7,5
189 ± 0
220 ± 10
180
239 ± 7
271 ± 18
261 ± 6
250
7,5 ± 0
7±1
5±1
8
autoproducente di Al2O3. I risultati possono essere validi
per altre parti di automobile
(giunti ecc.), dove i requisiti
estetici sono più bassi. Sono
stati svolti anche test di impatto sui cerchioni dei test 2
e 3; essi soddisfano tutti le richieste del cliente.
Analisi dei costi
L’uso dell’alluminio secondario è ecologico ed economico
per l’industria siderurgica.
Paragonando la produzione di
alluminio primario e secondario, quest’ultimo causa meno
inquinamento. Esso consuma
un’energia 17 volte inferiore,
emette 17 volte meno sostanze inquinanti; inoltre, esso genera dalle 5 alle 9 volte in meno di rifiuti solidi, e consuma
35 volte meno acqua |6|.
Tab. 8 - Risultati dei test di trazione sui provini dei cerchioni.
Fig. 11 - Cerchioni con Be-Mn dopo un test di corrosione.
test 1. I valori di allungamento
sono stati più bassi di quelli di
riferimento, ma sufficienti a
soddisfare le esigenze del
cliente.
A causa dei difetti di micro
porosità apparsi nei giunti da
fusione, non è stato possibile
raggiungere valori accettabili
di allungamento, come mostrato in Tab. 9.
È stata svolta l’analisi microstrutturale e, come successo
nelle prove di laboratorio, il
contenuto dello 0,4% di ferro
nella lega secondaria ha causato la formazione di strutture aciculari ricche di ferro ai
bordi dei grani (Fig. 8). L’aggiunta di entrambe le leghe di
neutralizzazione migliora la
morfologia delle fasi ricche di
ferro (Figg. 9 e 10). Tuttavia, allo stesso tempo aumenta il
numero di precipitati, perciò è
necessario controllare l’aggiunta di leghe di neutralizzazione, per evitare un peggioramento delle proprietà meccaniche. Dopo il trattamento
termico, i componenti prodotti con il neutralizzatore
E (GPa)
Rp0,2 (MPa)
Rm (MPa)
A (%)
Test 1
69,39
234,13
256,56
1,29
Test 2
71,64
235
276
1,6
Test 3
68,99
226,03
252,39
1,8
-
180
250
8
REF.
Tab. 9 - Risultati dei test di trazione sui provini dei giunti.
Dati
Primaria
Secondaria
Risparmio
01-2012
2.200
2.050
150
02-2012
2.250
2.180
70
03-2012
2.150
2.000
150
04-2012
2.030
1.950
80
Bonus
+500
+250
+250
Tab. 10 - Evoluzione del prezzo (€/t) della lega A356 primaria e secondaria (BEFESA).
Be-Mn sono più brillanti, senza l’effetto tipico di oscurità
indotto dallo stesso trattamento a caldo. È stato svolto
un test di corrosione (spray
salato) su di un cerchione finito (lavorato a macchina e verniciato). Il provino ha fallito il
test (Fig. 11), probabilmente
perché il berillio non consente la formazione dello strato
Il prezzo di alluminio primario
e secondario è cambiato durante lo sviluppo di questo
progetto. La differenza di
prezzo tra i due favorisce il
successo e l’applicazione finale del presente progetto di ricerca. La Tab. 10 mostra l’evoluzione del prezzo delle leghe
A356 (informazione fornita da
Befesa), dove il bonus è un co-
Industria Fusoria 6/2015
93
TECNICO
sto addizionale che hanno applicato i fornitori al costo di
produzione delle leghe. I prezzi
di entrambe le leghe neutralizzanti son riportati in Tab. 11.
Dati
Costo (€/t)
V-Mn-Cr
Be-Mn
83,87
725,34
Tab. 11 - Costo delle leghe di neutralizzazione (BEFESA).
Tenendo conto di questa
informazione, la produzione
di componenti da fusione utilizzando una lega secondaria
A356 con il neutralizzante VMn-Cr può essere economicamente vantaggiosa.
Conclusioni
1. Impiegando le leghe neutralizzanti sviluppate, i problemi di proprietà meccaniche
causati dalla formazione di
fase aciculare ß-Al5FeSi nelle leghe secondarie vengono risolti
2. L’aggiunta di leghe neutralizzanti aumenta il numero di
fasi intermetalliche. Le
morfologie laminari e a i
scrittura cinese assunte dalle fasi ricche in ferro aiutano a migliorare le proprietà
meccaniche dei componenti. Questo comportamento
è collegato ad una regolazione e un controllo adeguati dell’aggiunta di leghe
neutralizzanti
3. La lega neutralizzante BeMn non è appropriata per
creare cerchioni di ruote, a
causa della cattiva resistenza alla corrosione. Nonostante ciò, essa è utile per
altri componenti automobilistici che non hanno requisiti di estetica.
4. Utilizzando la lega neutralizzante Be-Mn, si ha una leggera raffinazione dei grani.
5. La lega neutralizzante BeMn sviluppata è interessante, ma economicamente poco conveniente, a causa
dell’elevato prezzo del berillio.
6. La lega neutralizzante V-CrMn è un’alternativa per implementare l’uso delle leghe
secondarie per la produzione
di componenti di sicurezza
da fusione, utilizzando tecnologie a bassa pressione.
Ringraziamenti
Gli autori desiderano ringraziare il CDTI (Centro para el
Desarrollo Tecnológico Industrial) per il supporto finanziario a questo progetto di ricerca (Contratto n°IDI20100266) e il governo basco
per il supporto finanziario
proveniente dal programma
SAIOTEK (Contratto n°SPE09ED01). Il programma
SAIOTEK è finanziato dai fondi europei per lo sviluppo regionale.
E.Ochoa de Zabalegui, J.Arriaran, I.Landa, P.RodriguezJ.Huarte, E.Zoco, J.Arraiza
E.Rivero, A.Rios - I.Anza, I.Alfaro,
F.Sáenz de Tejada - I.Hurtado,
Z.Azpilgain, G. Arruebarrena
Tratto da Foundry Trade Journal
– maggio 2015
Traduzione: F. Calosso
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Industria Fusoria 6/2015
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Articolo originale non accessibile.
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ER
Z
INSERZIONISTI
STI
INS
NI
ER
Z
I
IO
IO
ST
NI
A
M
ABB . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13
Abrasystem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57
All Metal Services . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
ASK Chemical . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 - 47
Mazzon F.lli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina III
Metal Trading . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo 1V/13
Montalbetti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/I3
N
B
Nitor
Brain force
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13
C
O
Carbones . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46
Cavenaghi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2-3
Crossmedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15
CSMT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15
Omnysist. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/14
E
Eca Consult . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
Ecotre . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15
Ekw Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 59
Elkem . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 - 52
Emerson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo I/15
Energy Team . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 53
Enginsoft . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14
Ervin Armasteel . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8
Euromac . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
Exone . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29
F
Fae . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/13
Farmetal SA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Faro. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 64
Fomet . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13
Fontanot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 75
Foseco . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19
P
Pangborn Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14
Primafond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15
Protec-Fond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15
R
RC Informatica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina IV
S
Safond . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Copertina I
Satef . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15
Savelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo V/15
Sibelco Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo II/15
Sidermetal . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36
Sogemi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
Speroni Remo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86-87
T
Tesi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Tiesse Robot . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
G
Gerli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14
Gerli Metalli. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 69
Guerra Autotrasporti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 95
H
Heinrich Wagner Sinto
U
Universal Sun . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14
Ubi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 68
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
V
I
Icm . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14
Imf . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58
Imic . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51
Impianti Morando. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/13
Italiana Coke . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo VI/14
96
Industria Fusoria 6/2015
Vincon Guido
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fascicolo
III/15
Z
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