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PROVINCIA DI CAGLIARI
PROVINCIA DE CASTEDDU
PROPOSTA DI DELIBERAZIONE n.
CONSIGLIO PROVINCIALE
Proponente
Settore Attività Produttive e Turismo
Ufficio Attività Produttive
Oggetto: ORDINE DEL GIORNO A FAVORE DELLE IMPRESE TURISTICHE
Considerato che:
 le imprese balneari sono un'importante realtà socio-economica tipica del settore del turismo
italiano, e sardo in particolare, e che, nel corso ormai centenario della loro attività, hanno
garantito un elevato livello di accoglienza e di servizi a favore dei cittadini e della clientela
turistica nazionale e internazionale;
 gli stabilimenti e le strutture balneari operanti nella nostra Regione hanno raggiunto
importanti livelli di significatività economica ed hanno assunto una forte rilevanza anche dal
punto di vista occupazionale. Gli stabilimenti e le strutture balneari in Sardegna sono circa
900 ma occorre ricordare che sulle aree demaniali marittime insistono anche alberghi,
campeggi, discoteche, ristoranti, chioschi e bar tanto da poter calcolare che l’occupazione
diretta - costituita dai concessionari, loro familiari e dipendenti stabili - può essere stimata in
circa 1.500 unità. A queste vanno aggiunte le circa 4/5.000 unità stagionalmente impiegate;
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 queste imprese, nella loro tipica connotazione formata nella stragrande maggioranza da
piccole aziende familiari, ha consentito il consolidarsi di una identità culturale e di uno stile
di accoglienza che garantisce quel rapporto umano e diretto col turista, non anonimo ma
personalizzato e tale da fidelizzarne la frequentazione dando vita così a quel modello
italiano, e sardo in particolare, di balneazione attrezzata che è diventato un fondamentale
punto di forza della nostra competitività nel mercato internazionale e nazionale delle
vacanze.
 tale considerazione è tanto più importante in Sardegna in virtù della naturale vocazione
balneare del nostro incoming ed alla conseguente innegabile funzione di frontliners
esercitata dalle aziende balneari ed in virtù anche del valore aggiunto rappresentato dal nullo
impatto ambientale e dalla facilità di rimozione che caratterizza la quasi totalità delle
strutture operanti e che costituisce uno dei valori di eccellenza del sistema; trae inoltre ampia
giustificazione dal fatto che le aziende in argomento vantano ormai un grande bagaglio di
professionalità e di specificità maturate in decenni di esperienza e che non potrebbero essere
certo replicate da un qualunque altro soggetto imprenditoriale.
Considerato inoltre che:
 con provvedimento n.4908/2008 la Commissione Europea aveva avviato una procedura di
infrazione nei confronti dell’Italia, a cui aveva contestato un atteggiamento discriminatorio
ed aveva chiesto di adeguare il procedimento di rilascio/rinnovo di concessioni demaniali ad
uso turistico ricreativo al principio di “libertà di stabilimento”;
 tale richiesta era stata in parte soddisfatta con l’adozione dell'art. 1, c. 18, del Decreto Legge
n. 194/2009 (Decreto Milleproroghe 2009), convertito con modificazioni nella Legge 26
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febbraio 2010 n. 25. La soddisfazione a tale richiesta è stata poi completata dall’adozione
dell’art. 11 della Legge 15 dicembre 2011, n. 217 (Legge Comunitaria 2010), la cui
approvazione ha reso completamente conforme alla normativa dell’Unione Europea quella
italiana ed ha definitivamente portato al provvedimento formale di archiviazione della stessa
procedura di infrazione, assunto in data 27.02.2012;
 il richiamato art. 1 della legge 25/2010 prevede per le concessioni in atto una proroga sino al
31.12 2015;
 lo Stato italiano attraverso l’introduzione nel proprio ordinamento dell’istituto del c.d.
“diritto di insistenza”, che era previsto dall’art. 37 del Codice della Navigazione, e ancor più
dell’istituto del c.d. “rinnovo automatico”, che era previsto dall’art. 10 della Legge 88/2001,
individuando nella precarietà del titolo un limite oggettivo alla crescita e allo sviluppo di
questo settore, si era fatto carico di rendere possibile un legame stabile tra imprese balneari
ed uso del bene di pubblica proprietà;
 le imprese balneari pensavano quindi di avere davanti a loro un orizzonte temporale ben più
lungo del 2015. Con questa certezza, in modo particolare nell’ultimo decennio, hanno
investito importanti risorse economiche e hanno impegnato, con scelte definitive, i loro
nuclei familiari. Ora invece si trovano a dover affrontare una improvvisa incertezza
normativa che riguarda la loro operatività e la loro stessa sopravvivenza. Il rischio concreto
è che, in nome di uno sbandierato principio comunitario di pari opportunità d’impresa, al
quale peraltro non corrisponde altrettanta reciprocità nella possibilità per un imprenditore
balneare italiano - e sardo in particolare - di accedere ad analoga risorsa in altri paesi
comunitari, si possa assistere in breve tempo alla fine di un sistema di impresa unico ed
esclusivo in Europa e nel mondo;
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 è di tutta evidenza quale gravissimo danno creerebbe all’economia della Sardegna la
scomparsa dal mondo produttivo di così tante piccole imprese sarde - già peraltro gravate
dagli handicap della stagionalità, dell’insularità e della mancanza di reciprocità rispetto agli
altri paesi europei - e delle relative famiglie, andando a creare un vero e proprio problema
sociale. Infatti non si tratta solo di non veder remunerare i capitali investiti, ma anche di
vedere dissolta l’attività peculiare e creativa, così fortemente connotata da un punto di vista
territoriale, che essi hanno inventato e realizzato e con cui hanno contribuito a costituire e
conservare un patrimonio culturale e sociale tipico delle coste italiane e sarde. In sostanza
per queste imprese, che non possono fare a meno dei beni pubblici del demanio marittimo
dove sono nate – ed a cui sono indissolubilmente legate – e perciò sono prive di qualsiasi
mobilità territoriale, perdere la concessione demaniale significherebbe perdere la propria
azienda, nei suoi fattori materiali e immateriali e quindi di non poter più svolgere la propria
attività, e, per la quasi totalità degli attuali imprenditori di questo settore, l’impossibilità
oggettiva di ricollocarsi nel mercato del lavoro;
 l’attuale crisi economica che sta sfiancando l’Italia e tanto più la nostra Isola, il difficile
accesso al credito patito dalle imprese sarde, mette le aziende balneari della nostra isola in
una posizione di inferiore potere economico rispetto ad altre regioni Europee in caso di
messa a bando delle concessioni sulle quali operano. Tutto ciò evidenzia una scarsa equità
(tanto acclamata dal nostro Governo) che porterebbe a un monopolio del settore o, peggio
ancora, a favorire entità economiche (gruppi, potentati, speculatori di varia natura,
criminalità organizzata) esterne ed estranee alla Sardegna stessa, perpetuando quel sistema
di sfruttamento economico della nostra Isola storicamente mai interrotto.
Visti
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 la comunicazione denominata “Small Business Act” con la quale, nel giugno del 2008, la
Commissione Europea ha teso ad ancorare irreversibilmente il principio "Pensare anzitutto
in piccolo" ai processi decisionali dei Paesi membri, a partire dalla formulazione delle
normative, e a promuovere la crescita delle piccole e medie imprese (PMI) aiutandole ad
affrontare i problemi che continuano a ostacolarne lo sviluppo alla luce della considerazione,
universalmente riconosciuta, che le PMI “sono creatrici di posti di lavoro e protagoniste
nella corsa al benessere delle comunità locali e regionali”;
 l’Ordine del Giorno approvato all’unanimità nella seduta del 5 maggio 2011 dal Senato della
Repubblica con il quale ha chiesto al Governo (che lo ha accolto) di impegnarsi ad agire
presso la Commissione Europea per rappresentare la peculiarità italiana delle imprese
turistico–balneari italiane, e per le quali potrebbero essere individuate soluzioni differenti
rispetto a quelle previste dalla Direttiva CE 2006/123 relativa ai servizi del mercato interno
(anche denominata Direttiva “Servizi” o “Bolkenstein”). Lo stesso O.d.g. ritiene infatti che
le concessioni demaniali ad uso turistico–ricreativo siano da escludere dall’applicazione
della “direttiva servizi” in virtù della specificità del settore caratterizzato da rilevanti
investimenti materiali e occupazionali, dei motivi d’interesse generale, di sicurezza, della
salvaguardia della pubblica incolumità, di tutela dell’ambiente;
 la Risoluzione del Parlamento europeo del 27 settembre 2011 (2010/2206/INI) sul turismo
nella quale, al punto 56, nel ribadire l’importanza del turismo balneare in alcune regioni
costiere dell’Europa, invita, tra l’altro, “la Commissione a valutare se la direttiva 2006/123/
CE abbia ripercussioni negative sulle PMI di questo settore e, se lo ritiene necessario, a
proporre misure per attenuare tali ripercussioni e garantire che le caratteristiche specifiche di
questa categoria professionale siano prese in considerazione nell'applicazione della
direttiva”;
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 Visti i pareri espressi ai sensi dell'art. 49 del D.lgs. 267/2000
IMPEGNA
Il Presidente e la Giunta Provinciale ad assumere tutte le necessarie iniziative, sia in sede di
Conferenza Stato–Regioni che in forma autonoma, nei confronti del Governo e della Unione
Europea affinché:
1. sia dichiarata, utilizzando la normativa di recepimento della Direttiva Servizi e ottenendo
una deroga dall’Unione Europea, l’esclusione dall’evidenza pubblica delle imprese
turistico–ricreative operanti in Sardegna, anche per motivi di interesse generale in forza del
fatto che le imprese balneari che operano nella nostra Regione hanno, fin dal loro primo
insediamento, installato infrastrutture connotate, nella stragrande maggioranza dei casi, da
caratteristiche di precarietà, amovibilità, facilità di rimozione, nel rispetto quindi
dell’ambiente costiero e sempre considerando lo stesso non come risorsa da consumare ma
come un valore economico aggiunto da salvaguardare e valorizzare, ed inoltre hanno messo
al servizio della comunità attività in favore della pubblica incolumità e che – per questi
motivi – debbano essere escluse dal generico e generale “settore economico dei servizi”;
2. sia adottato ogni ulteriore provvedimento idoneo ad evitare la distruzione di un settore
economico vitale per l’economia sarda e fondamentale per conservare ed accrescere la
capacità di attrazione del turismo balneare che è una risorsa indispensabile del turismo della
nostra Regione;
3. sia sollecitato il Governo a mantenere l'impegno, già assunto nell'ambito della Conferenza
Stato-Regioni e dettato perentoriamente dalla Legge 15 dicembre 2011, n° 217, (Legge
Comunitaria 2010), di attuare il riordino della materia attraverso i contenuti di un nuovo
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decreto legislativo sul demanio marittimo che disciplini le modalità di affidamento delle
concessioni e i criteri per l'attribuzione degli indennizzi relativi agli investimenti effettuati
dai concessionari;
4. l’attuale assetto del comparto delle aziende balneari esercitate in concessione demaniale
marittima ad uso turistico-ricreativo sia considerato, strategico nell’ambito delle politiche
regionali sul turismo;
5. siano tempestivamente adeguate le norme dettate con le “Direttive per la redazione del Piano
di Utilizzo dei Litorali (PUL) e l’esercizio delle funzioni amministrative in materia di
demanio marittimo”, approvate con Delibera n° 25/42 del 1 Luglio 2010, alla disciplina
nazionale di recente adozione ed in particolare sia garantita senza equivoci, come misura
minima ed immediata e nelle more del previsto rinnovo del quadro normativo nazionale di
riferimento, la proroga ex art. 1, comma 18, del D.L. 194/09 (Decreto Milleproroghe 2009),
convertito con modificazioni in legge 26 febbraio 2010, n° 25, delle concessioni demaniali
marittime ad uso turistico ricreativo, anche nel loro attuale posizionamento e nell’attuale
consistenza, quantomeno sino al 31.12.2015 e senza subordinare la stessa proroga ad alcuna
condizione, ivi compresa l’approvazione dei Piani di Utilizzo dei Litorali. Ciò onde
salvaguardare le condizioni imprescindibili di certezza del diritto funzionali al principio
della continuità dell’esercizio dell’attività e scongiurare il rischio che le relazioni tra
concessionari demaniali, Regione Sardegna e Comuni siano esposte al concreto e grave
rischio di un gigantesco e socialmente costoso contenzioso amministrativo che a nessuno
gioverebbe;
6. sia definita in modo inequivocabile la posizione giuridica di dette imprese (attualmente
inquadrate quali imprese commerciali alla stregua di un pubblico esercizio) partendo dal
riconoscimento dettato dal Decreto legislativo 79/2011, Codice del Turismo, che all'art. 4
definisce IMPRESE TURISTICHE “.....quelle che esercitano attività economiche
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organizzate per la produzione, la commercializzazione, l’intermediazione e la gestione di
prodotti, di servizi, tra cui gli stabilimenti balneari, di infrastrutture e di esercizi,.....
concorrenti alla formazione dell’offerta turistica”;
7. siano invitati formalmente i Comuni costieri della Regione Sarda alla corretta gestione della
delega amministrativa sul Demanio e ad agevolare ed affiancare i concessionari balneari
nelle strategie tese alla salvaguardia dell’ambiente e del territorio, al continuo adeguamento
della qualità nell’offerta di servizi rivolti alle esigenze del mercato turistico,
all’adeguamento delle strutture balneari alle prescrizioni in materia igienico-sanitaria e nei
servizi primari alla persona;
INOLTRE
di convocare urgentemente i Parlamentari Europei, nonché Deputati e Senatori della Repubblica
eletti in Sardegna, affinché siano coinvolti in tutte le iniziative per ottenere la deroga dall’Unione
Europea.
Ai sensi dell’art. 49 del D. Lgs 267/2000 il Dirigente del settore Finanziario esprime parere
favorevole in ordine alla regolarità contabile.
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Sottoscrizione del dirigente del settore come proponente e per l'espressione ai sensi dell’art. 49 del
D. Lgs 267/2000 del parere favorevole di regolarità tecnica.
Il Dirigente
Cagliari li, _________
Ai sensi dell’art. 49 del D. Lgs 267/2000 il Dirigente del settore Finanziario esprime parere
favorevole in ordine alla regolarità contabile.
Imputazione della spesa: somma da impegnare:


Euro __________________
Int. n° _______________
Cap.n° _____________
Imp. n
° ________________ del Bilancio di esercizio ________  Competenza ………… 
Residui ____________________.
Euro __________________
Int. n° _______________
Cap.n° _____________
Imp. n
° ________________ del Bilancio di esercizio ________  Competenza ………… 
Residui ____________________.
Il Dirigente del Settore Finanziario
Cagliari li, _____________
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