IL NUMERO 279 1-16_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 22:46 Pagina 2
AUTOFFICINA
CARBONIA
+ chilometri
- salati
Via Roma
P.zza Matteotti
del Sulcis Iglesiente
CARBONIA
Anno XX - N° 278
di Diana Donatello
InstallazIone ImpIantI Gpl
a paRtIRe Da € 800
loc. sirai - Carbonia - tel. 0781 1986387
Cell. 329 4338541 - mail: [email protected]
Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale
28 Febbraio 2015
Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita
Le comunità di Carloforte e La Maddalena non condividono il progetto regionale che prevede la privatizzazione del servizio
«La Saremar deve restare pubblica»
Il timore diffuso è che la privatizzazione possa far lievitare le tariffe e peggiorare i livelli occupativi e la qualità del servizio.
C
arloforte e La Maddalena sono contrarie alla privatizzazione della Saremar.
Per ribadire questa loro forte
determinazione, hanno organizzato due manifestazioni che
hanno registrato un’ampia
partecipazione di lavoratori,
studenti, commercianti e tanti cittadini, tutti fortemente
preoccupati per il futuro dei
dipendenti e, soprattutto, per
la qualità del servizio.
L’assessore dei Trasporti,
Massimo Deiana, ha scelto la
strada del confronto con le due
comunità interessate e il 12 e
13 febbraio ha spiegato, a La
Maddalena e Carloforte, che
il giorno dopo la sentenza del
Tribunale Civile di Cagliari
che impone il concordato preventivo liquidatorio per la società marittima regionale, la
Giunta Pigliaru si è posta due
priorità: garantire la continuità del servizio e salvaguardare i 181 posti di lavoro dei dipendenti Saremar attraverso
forme di incentivazione all’assorbimento.
Nonostante le rassicurazioni dell’assessore Deiana, il
timore diffuso a Carloforte e
La Maddalena è che la privatizzazione possa far lievitare
le tariffe e peggiorare sia i livelli occupativi sia la qualità
del servizio, fondamentale per
la mobilità delle due comunità,
già fortemente penalizzate da
una doppia insularità rispetto
al resto della Sardegna.
Il passaggio di Saremar ai
privati potrebbe riproporre gli
stessi problemi creati dalla
privatizzazione della Tirrenia,
con conseguenze probabilmente ancora più drammatiche, perché centinaia di residenti di Carloforte e La Maddalena utilizzano il servizio
tutti i giorni per recarsi a scuola o sui luoghi di lavoro.
Giampaolo Cirronis
ALL’INTERNO
Quale sanità per il Sulcis Iglesiente?
Il Piano Sulcis può finalmente decollare
Eusebio Baghino, uomo e politico d’altri tempi
Pagina 2
Pagina 3
Pagina 5
Spazio redazionale del comune di Carbonia
Andrea Zorzi, dai trionfi del volley al teatro
Cagliari, la strada per la salvezza si complica
Pagine 6-7
Pagina 10
Pagina 11
IL NUMERO 279 2-11_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 23:05 Pagina 1
2
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
Il 26 gennaio il ministero della Salute ha riconosciuto le proprietà terapeutiche dell’acqua minerale denominata Coquaddus
Centro termale, ora Deriu chiede l’Intesa
I
Asl 7, Maria Fannì Pittau e Silvio Maggetti
Lo strumento consentirebbe di superare i rigidi vincoli posti dal PPR, in alternativa ci sarebbe l’accordo di programma.
l ministero della Salute ha riconosciuto le proprietà terapeutiche dell’acqua minerale denominata Coquaddus che sgorga
da due pozzi nell’ambito dell’omonimo permesso di ricerca sito nel comune di Sant’Antioco per la balneofangoterapia nel trattamento delle
malattie artroreumatiche e per la balneoterapia nella cura delle malattie
dermatologiche e delle patologie vascolari periferiche.
L’importante risultato è stato reso noto da Ninetto Deriu, l’imprenditore che ha proposto la realizzazione di un centro termale nell’isola di
Sant’Antioco per lo sfruttamento di
queste acque, nel corso di una conferenza stampa convocata nella sala
riunioni dello stabilimento Port.Al.,
ex Ila, di Portovesme.
La società titolare - si legge nel
decreto del ministero della Salute,
pena la revoca dello stesso, è tenuta
a far pervenire al ministero della Salute - direzione generale della prevenzione sanitaria, al termine dei primi due anni di attività, una sperimentazione clinica controllata, rigorosamente disegnata, eseguita secondo protocolli specifici, atta a valutare l’efficacia clinica del trattamento
nelle indicazioni proposte. La relazione clinica sarà sottoposta alle valutazioni del Consiglio Superiore di
Sanità perché verifichi se sussistono le condizioni per il mantenimento del riconoscimento.
«Il decreto ministeriale - ha spiegato Ninetto Deriu in una breve nota
stampa presentata ai giornalisti, ai
rappresentanti delle organizzazioni
sindacali e del movimento artigiani
e commercianti incontrati anche prima della conferenza stampa - è fondamentale per la realizzazione dell’iniziativa imprenditoriale, visto che
sgombera il campo dai dubbi sulle
effettive proprietà terapeutiche dell’acqua termale di Coquaddus. A
questo punto, la realizzazione della
struttura, che comporterà un investimento di 20 milioni di euro, è legata al rilascio delle concessioni urbanistiche.»
Il complesso, che nei piani progettuali prevede l’impiego di 120 dipendenti fissi e un indotto stimato in
altri 180 occupati, sarebbe il primo
centro termale costiero della Sardegna ed uno dei pochissimi in Italia.
«Ora ci attendiamo che la Regione
acceleri l’iter autorizzativo per il rilascio della concessione urbanistica»,
ha detto Ninetto Deriu che è anche
amministratore unico della Reno srl.
Gli ostacoli che si frappongono
alla realizzazione del progetto, considerato che oggi i terreni interessati sono classificati come agricoli, sono legati ad una deroga, attraverso
un’intesa, per superare i vincoli rigidissimi posti dal Piano Paesaggistico Regionale.
Lo strumento dell’Intesa (già utilizzato in altre aree della Sardegna)
è stato proposto alla Giunta regionale ma, al di là della disponibilità
di massima di alcuni assessori regionali (l’assessore dell’Urbanistica ed
Enti locali, Cristiano Erriu, si è dichiarato disponibile ad esaminare il
progetto e la richiesta d’intesa nel
corso del convegno svoltosi il 17 apri-
del presidente Pigliaru - ha detto Roberto Puddu, segretario della Camera
del Lavoro del Sulcis Iglesiente - perché il territorio non può lasciarsi
sfuggire un’opportunità occupazionale e di sviluppo di questo genere.
Siamo favorevoli alla realizzazione di
questo progetto e non solo, posso dire
che, per rilanciare questo territorio,
auspichiamo che i progetti come questo, nel territorio, siano almeno una
trentina.»
Ninetto Deriu ha spiegato che non
esiste la possibilità di una speculazione edilizia, paventata da alcuni,
con un’eventuale successiva modifica della destinazione d’uso, perché
c’è l’impegno assunto davanti ad un
notaio sulla destinazione definitiva e
nuovi direttori amministrativo e sanitario
I
l direttore generale Antonio Onnis, ha nominato con delibere
nn. 160/C e 161/C del 2 febbraio 2015, i nuovi direttori
amministrativo e sanitario della Asl
7 di Carbonia: sono rispettivamente Maria Fannì Pittau e Silvio Maggetti.
Maria Fannì Pittau, 52 anni, nata a San Gavino Monreale e residente a Sardara, è laureata in giurisprudenza con diploma di specializzazione biennale in professioni legali. Dal 1 settembre 2008
è dirigente amministrativo della Asl
n° 6 di Sanluri e dal 20 maggio 2006
al 31 agosto 2008 è stata direttore
amministrativo della Usl n° 5 di
Oristano. Ha alle spalle anche esperienze professionali alla Asl n° 7
di Carbonia, dove è stata collaboratore amministrativo coordinato-
Antonio Onnis.
re VIII qualifica funzionale dal 2
marzo 1998 al 31 ottobre 1998 e dirigente amministrativo dal 1 novembre 1998 al 31 dicembre 2000.
Silvio Maggetti, 62 anni, nato a
Genova e residente a Cagliari, è
laureato in medicina e chirurgia.
Dal 1° dicembre 2009 è dirigente
medico responsabile dell’Unità
Operativa NP/A della Asl n° 7 di
Carbonia. Dal 1° ottobre 2005 al 20
agosto 2008 è stato direttore sanitario della Asl n° 5 di Oristano e dal
21 agosto 2008 al 30 novembre
2009 direttore sanitario della Asl
n° 4 di Lanusei. Tra gli altri incarichi, dal gennaio 2002 al dicembre
2005, ha ricoperto quello di giudice onorario presso il Tribunale per
i minorenni di Cagliari, nominato
dal Consiglio Superiore della Magistratura il 14 novembre 2001.
Maria Fannì Pittau e Silvio Maggetti hanno preso possesso dei nuovi incarichi nella giornata di mercoledì 4 febbraio 2015.
Resta acceso il confronto su presente e futuro della sanità
La conferenza stampa tenuta dall’imprenditore Ninetto Deriu a Portovesme.
le dello scorso anno alla Grande Miniera di Serbariu ed ha poi partecipato ad un sopralluogo nel sito interessato, con il sindaco di Sant’Antioco, Mario Corongiu, il coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e l’imprenditore), non c’è stato
finora alcun pronunciamento ufficiale
da parte del presidente della Giunta
regionale, Francesco Pigliaru.
Nel corso della conferenza stampa, Ninetto Deriu ha spiegato che, su
sollecitazione del governatore Pigliaru, i tecnici hanno arretrato l’area di
insediamento delle strutture da 150
a 300 metri dal mare, ma di non poter andare oltre per la conformazione
del terreno, perché oltre questa distanza si perderebbe la vista a mare e quindi le potenzialità di accoglimento
della proposta da parte dell’utenza.
Nonostante questa modifica, ad oggi il presidente Pigliaru non si è pronunciato.
«Attendiamo il pronunciamento
non solo per 99 anni, come ipotizzato in un primo momento, delle strutture ad attività di centro termale e
ancora che non si tratta di un progetto
destinato esclusivamente ad un’utenza dalle elevate disponibilità economiche, perché il centro termale potrà essere frequentato anche da coloro che non sceglieranno di risiedere nelle strutture alberghiere del
complesso, per scelta o per minori
disponibilità economiche e potranno raggiungere lo stesso con mezzi
propri o con i mezzi di trasporto messi
a disposizione dall’organizzazione
che effettuerà il servizio di bus navetta da Sant’Antioco.
Roberto Puddu ha concluso sottolineando che il progetto ha partecipato al concorso internazionale 99
ideas del Piano Sulcis, classificandosi nelle prime dieci posizioni ed è
inserito nell’ordine del giorno di un
incontro già convocato dalla Giunta
regionale che dovrebbe svolgersi a
breve.
L’assemblea civica si è riunita per valutare la proposta
Sul progetto Biofuel parere favorevole
del Consiglio comunale di Portoscuso
I
Antonio Onnis ha completato la terna della direzionale generale
l Consiglio comunale di Portoscuso ha espresso un parere di
massima favorevole sul progetto
Biofuel. Lo ha fatto con delibera approvata a maggioranza il 2 febbraio. Con la delibera, il Consiglio
comunale ha dato mandato al sindaco Giorgio Alimonda e alla Giunta,
getto e la valutazione di impatto
ambientale, oltre le implicazioni socio-economiche con il coinvolgimento
dei disoccupati e delle imprese locali, per esprimere un compiuto parere
di merito a tale iniziativa non appena
verrà presentato agli uffici del Comune il progetto tecnico relativo».
Il municipio di Portoscuso.
Un canneto nelle campagne di Giba.
«di continuare ad impegnarsi per tale importante iniziativa di sviluppo,
im-pegnandosi a divulgare alla cittadinanza tutte le informazioni in nostro possesso».
«Si riserva - prosegue la delibera - di valutare attentamente il pro-
Sull’andamento del dibattito in
Consiglio comunale, è intervenuto
il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci che in una nota ha
affermato che «il referendum cittadino proposto dall’opposizione consiliare di Portoscuso sulla realizza-
zione di un impianto di Biofuel nell’area industriale di Portovesme è
la scelta più logica, l’unica strada
percorribile per stabilire se realmente i cittadini di Portoscuso desiderano l’insediamento di questa
nuova attività. Pur nel pieno rispetto
dell’ordine del giorno votato dalla
maggioranza, con il quale si apre la
strada alla discussione sull’opera, occorre sottolineare che senza il coinvolgimento democratico della popolazione si corre il rischio di fare
spazio a una decisione calata dall’alto».
Quale sanità per il Sulcis Iglesiente?
A
poche settimane dall’insediamento del nuovo commissario straordinario Antonio Onnis e dalla successiva nomina degli altri due componenti della terna dirigenziale, resta acceso il dibattito su presente e
futuro della sanità nel Sulcis Iglesiente. Sul tema del piano di riorganizzazione dell’offerta sanitaria nel
territorio del Sulcis Iglesiente, il nuovo commissario straordinario ha incontrato la commissione Sanità del
comune di Carbonia, nel corso del
quale è stata illustrata la bozza del
progetto di revisione organizzativa
dell’Azienda, non solo del settore ospedaliero ma anche delle cure primarie e della prevenzione, in relazione
a quanto previsto dalla legge 23 del
2014 e dalla delibera di Giunta regionale n° 1 del 2014 che assegna gli
obiettivi ai commissari straordinari.
«Al fine di fugare tutti i dubbi su
ipotetici scenari di smantellamento
della sanità del territorio e inutili
allarmismi di tipo campanilistico si legge in una nota congiunta commissione Sanità - commissario straordinario - è stato precisato che il piano di riorganizzazione complessiva
dell’Azienda sanitaria prevede la realizzazione e il miglioramento complessivo della qualità offerta in tutti
i servizi degli stabilimenti dell’ospedale unico di Carbonia e Iglesias.
Tale valorizzazione avverrà attraverso la creazione di centri di riferimento e di eccellenza per patologie
ed aree di intervento, in linea con gli
standards richiesti dalla normativa
regionale e nazionale.»
è stato anche ribadito l’impegno
della Direzione per la risoluzione dell’annoso problema delle “fasce” del
personale del comparto.
«La riunione - si legge ancora nella nota congiunta - rappresenta un
altro tassello che si articola nel percorso di condivisione e collaborazione avviato nelle ultime settimane
con tutti i portatori di interessi della Sanità del territorio.»
Dopo qualche giorno, sul tema è
intervenuto il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo.
«è fondamentale capire come sia
necessario organizzare in modo razionale ed equo la distribuzione dei
servizi nei presidi di Iglesias e Carbonia: non è pensabile continuare a
concepirli come due strutture funzionalmente avulse l’una dall’altra.
Chiunque affermi il contrario, sta
andando contro il buon senso e, soprattutto, il diritto dei cittadini a ricevere un’assistenza moderna e sicura.
Detto questo, da sindaco di Iglesias, vorrei condividere alcune preoccupazioni manifestate da molti citta-
dini, non solo di Iglesias, alla luce degli eventi succedutisi negli anni scorsi. Ricordo che nella prospettiva della suddetta riorganizzazione furono
già fatte alcune scelte importanti quali la localizzazione del Dipartimento di
emergenza presso l’ospedale Sirai di
Carbonia, compresa la Cardiologia
con l’UTIC ed il servizio di emodinamica.
La situazione di Iglesias, trasferiti i reparti del Crobu al Santa Barbara, invece è stata legata ad un imponente piano di ampliamento ed
ammodernamento del CTO.
è storia risaputa, che i lavori iniziati nel 2003, furono interrotti prestissimo per l’insorgere di vari contenziosi, risolti solo due anni orsono. Questo ha determinato un congestionamento del Santa Barbara che
ha portato a dover limitare le prestazioni potenzialmente erogabili dagli
operatori e alla riduzione degli standard alberghieri. La conseguenza
inevitabile è stata la migrazione verso le cliniche private convenzionate
di Cagliari a causa delle lunghe attese.
La trasformazione del CTO in un
vero e proprio policlinico moderno è
ormai a pochi mesi dalla conclusione. Esso è stato concepito come polo materno-infantile, polo chirurgico di elezione con un pronto soccorso moderno ed una terapia intensiva. Le sue sale operatorie modernissime ed i suoi reparti sono stati concepiti con una ben precisa destinazione d’uso. Questo ha creato aspettative nei cittadini e negli operatori.
Il mancato completamento o lo
stravolgimento di tale destinazione
preoccupa quindi fortemente la Città, che non vuole rivedere un film già
visto. Auspico pertanto da parte dell’azienda - ha concluso il sindaco
dio Iglesias - scelte non affrettate,
condivise, che non siano legate a situazioni contingenti, tengano conto di criteri di complementarietà e di
equilibrio, in attesa di un ospedale
unico, che pur nelle più rosee previsioni sarà a medio-lungo termine.»
Nel dibattito si è inserito anche
Daniele Reginali, segretario provinciale del Partito Democratico.
«La discussione di queste settimane sulla questione sanitaria del
Sulcis Iglesiente merita un’attenta
e accurata riflessione libera da dietrologie e preconcetti. Lo scenario
che ci riguarda è ben distante da
quello che ha caratterizzato il Sulcis
Iglesiente degli ultimi cinquant’anni. è mutato il panorama lavorativo,
le esigenze degli abitanti e anche il
mondo sanitario. Questo non significa che tutto vada demolito o distrutto, semplicemente devono essere rivisti alcuni aspetti in un’ottica più
generale e territoriale e non individuale. Proprio partendo da questo
aspetto che diventa principio, si deve
provare a rivedere l’intero sistema
sanitario fatto di servizi alle persone e non altro.
Attualmente sono in corso una serie di opere finalizzate a trasformare le attuali strutture ospedaliere di
Iglesias in futuri centri d’eccellenza, non a caso sono state ultimate 4
sale operatorie, una endoscopica e
una ginecologica. Allo stesso tempo
si susseguono le voci e le prese di posizione su chiusure di reparti, trasferimenti e ipotetiche serrate generali. Siamo convinti che la riorganizzazione del sistema sanitario dell’intero Sulcis Iglesiente sia necessaria, e siamo altrettanto convinti che
qualsiasi decisione che riguardi trasferimento, soppressione o rimodulazione dei servizi, debba avvenire
dopo una discussione e concertazione con le comunità locali.
Le decisioni che saranno assunte dovranno partire da un principio: si devono garantire servizi ai pazienti e non aggravare le loro difficoltà. Quindi sarà necessario e inevitabile avviare una fase di discussione propedeutica proprio all’elaborazione di un programma di riorganizzazione. Siamo convinti sia necessario ridurre gli sprechi e destinare quelle risorse al servizio che
deve essere il migliore possibile. In
questo contesto non potrà certo esserci spazio per polemiche di campanile che davanti alla necessità di
garantire adeguati servizi sanitari a
chi ha problemi di salute si trasformano in inutili e irrispettose perdite di tempo.»
Alcune migliaia di persone sono
scese in piazza la scorsa settimana
a Iglesias, per difendere gli ospedali cittadini e per contrastare l’accorpamento dei reparti di ostetricia e
chirurgia al Sirai di Carbonia, inserito nel piano di riorganizzazione deciso dalla Asl 7. Il corteo, con tanti
giovani, grazie anche a condizioni
meteo favorevoli, si è sviluppato ordinatamente per le strade del centro
con bandiere e striscioni.
Alla manifestazione, con i rappresentanti di numerose associazioni ed esponenti locali di diverse
forze politiche, hanno partecipato,
tra gli altri, il sindaco di Iglesias,
Emilio Gariazzo, il parlamentare di
Unidos Mauro Pili, il consigliere
regionale dell’UDC Gianluigi Rubiu, il leader locale dei Riformatori
sardi Roberto Frongia.
Il segnale inviato alla nuova dirigenza della Asl 7 è stato indubbiamente forte, ora sarà interessante verificare come verrà accolto.
IL NUMERO 279 3-10_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:52 Pagina 2
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
3
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Il Cipe ha sbloccato 127,7 milioni di euro già assegnati nel 2012, risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione
Il Piano Sulcis può finalmente decollare
Le risorse sono destinate ad interventi per la viabilità, il sistema portuale e l’attuazione del bando di idee curato da Invitalia.
I
l Cipe ha approvato in via definitiva il Piano per il Sulcis-Regione Sardegna, cui vengono
destinati complessivamente
127,7 milioni di euro, già assegnati
in via programmatica con la delibera CIPE n. 93/2012, a valere sulle
risorse del Fondo per lo sviluppo e
la coesione (FSC) 2007-2013. Di
questi, 72 milioni di euro sono destinati a infrastrutture puntualmente
individuate, mentre 55,7 milioni di
euro sono destinati a incentivi, ricerca, opere per la valorizzazione dei
luoghi e dotazioni per le competenze,
e assistenza tecnica.
«Con la delibera CIPE che rende
utilizzabili oltre 127 milioni di euro
- dice il deputato di Iglesias -, il Piano Sulcis entra in una nuova fase attuativa. Dopo la fiscalità di vantaggio, a favore di circa 4.500 piccole
e piccolissime imprese, si sbloccano gli interventi per la viabilità ed il
sistema portuale e si potrà far partire il bando, curato da Invitalia, per
lo sviluppo delle 99 Idee che avranno
la forza finanziaria e di mercato di
trasformarsi in progetti industriali.
Ora, in Sardegna - conclude Francesco Sanna -, occorre che tutti i
soggetti attuatori agiscano con ve-
cordo sul rilancio del territorio siglato
nel novembre del 2012 a Carbonia.
Adesso occorre lavorare a testa
bassa, senza tentennamenti: le risorse sono nella disponibilità delle istituzioni competenti, non ci sono più
scuse e ogni giorno di ritardo non
verrà tollerato. Giunta regionale e
Commissario per l’attuazione del Piano non possono sbagliare una virgola, soprattutto alla luce del fatto
che un anno per impegnare le risorse significa che l’obiettivo è vicino.
Non facciamocelo sfuggire di mano.»
«In merito, invece, a 41 milioni di
euro sbloccati dal Cipe per istmo e
Tore Cherchi, coordinatore del Piano Sulcis.
L’istmo e il ponte di Sant’Antioco prima della definitiva demolizione dell’ex Sardamag.
«Si tratta di una risposta importante per il nostro territorio, propedeutica a una ripresa dell’economia
nel Sulcis Iglesiente - ha commentato Emanuele Cani deputato del Partito Democratico -, l’atto compiuto
non può che certificare l’impegno e
l’attenzione che il Pd ed il Governo
stanno portando avanti per il Sulcis
Iglesiente.»
Anche il deputato del Partito Democratico Francesco Sanna commenta l’approvazione della delibera
con la quale il Cipe ha dato il via libera a 127 milioni del Piano Sulcis.
locità e precisione.»
«Lo sblocco dei fondi per il Piano
Sulcis deliberato dal Cipe è un’ottima notizia - ha commentato Ignazio
Locci - consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna -, ma forse
è il caso che Giunta regionale, commissario per il Piano Sulcis e quanti
hanno già stappato lo spumante, rimandino i festeggiamenti all’apertura
dei cantieri. Siamo semplicemente di
fronte a un primo passo, compiuto peraltro in deprecabile ritardo, considerata la tabella di marcia che era
stata prefissata al momento dell’ac-
ponte di Sant’Antioco - ha aggiunto
Locci -, sarebbe il caso di fare chiarezza su quale progetto si intende cantierare per il collegamento tra l’isola e la terra madre. Perché se non si
esce dalle secche del dibattito “tunnel sottomarino versus nuovo ponte”,
c’è da aspettarsi tempi biblici, benché
le risorse siano ormai disponibili.
Va inoltre fatta chiarezza su quegli
aspetti che ancora imbrigliano buona parte dei progetti del Piano, così
come testimoniato dalla relazione
stilata dal commissario Salvatore
Cherchi a fine gennaio scorso.»
I lavoratori ex Alcoa hanno chiesto un incontro al governatore
«Il Governo decida in tempi brevi»
I
lavoratori ex Alcoa rilanciano la
mobilitazione per rivendicare
un’accelerazione dei tempi per
il passaggio di proprietà dello
stabilimento di Portovesme dall’Alcoa alla Glencore, la multinazionale che ha manifestato apertamente
il suo interesse ed attende risposte
dal Governo sulle bonifiche e sulle
tariffe energetiche. La scorsa settimana si sono riuniti in assemblea
nella sala conferenze della Grande
miniera di Serbariu (le assemblee in
precedenza si erano svolte sempre
nella sala riunioni dello stabilimento
di Portovesme) ed hanno deciso una
manifestazione per martedì 3 marzo.
Un centinaio di operai sono partiti dallo stabilimento di Portovesme
e, arrivati in viale Trento, davanti al
Palazzo della Regione, hanno organizzato un presidio. L’auspicato incontro con il presidente della Regione, purtroppo, non c’è stato, per
altri impegni del governatore. I laoratori, comunque, hanno chiesto
un incontro per i prossimi giorni, al
suo capo di gabinetto, Filippo Spanu che ha rassicurato ancora una volta i lavoratori, che erano stati informati sullo stato della vertenza in un
incontro tenutosi la scorsa settimana, sul massimo impegno del presidente Pigliaru nel condurre la trattativa, ed ha garantito loro un tempestivo aggiornamento delle informazioni a seguito dell’incontro fra il
presidente ed il sottosegretario del-
Claudio De Vincenti.
le Attività produttive, Claudio De
Vincenti, che si terrà nei prossimi
giorni.
Sulla manifestazione dei lavoratori ex Alcoa, è intervenuto Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.
«Manifestiamo il nostro pieno
sostegno ai lavoratori, diretti e degli appalti, dello stabilimento Alcoa
di Portovesme che hanno manifestato a Cagliari - ha detto Cani -.
Pur rimanendo fiduciosi per la strada intrapresa per affrontare una vertenza delicata e complicata ribadiamo la necessità di accelerare gli
interventi relativi alla risoluzione
dell’intero problema. In questa fase, manifestando attenzione e fiducia per la strada aperta anche dal
Governo nell’affrontare la situazione - ha concluso il deputato del PD
- ribadiamo il pieno sostegno ai lavoratori.»
Anche il segretario provinciale
del PD, Daniele Reginali, ha diffuso una nota sulla manifestazione dei
lavoratori ex Alcoa a Cagliari.
«Ai lavoratori dell’Alcoa e degli appalti che hanno manifestato a
Cagliari - ha detto Reginali - va tutto
il sostegno e il supporto del Partito
Democratico della Provincia di
Carbonia Iglesias che ha deciso di
promuovere per le prossime settimane una giornata di studio, confronto e approfondimento sul tema
industriale.»
Fa discutere l’iniziativa di artigiani e commercianti di Teulada
“Teulada dà il benvenuto ai militari”
è
un’iniziativa che ha fatto
discutere quella messa in
atto da un gruppo di artigiani e commercianti di
Teulada con la sistemazione di uno
striscione davanti all’ingresso della base militare di Sa Portedda, che
riporta la scritta “Teulada dà il
benvenuto ai militari”.
L’iniziativa è arrivata in una
fase particolarmente delicata del
confronto tra oppositori e sostenitori della presenza militare in Sardegna e, nello specifico, nel territorio del comune di Teulada.
Il presidente della Regione,
Francesco Pigliaru e il sottosegretario di Stato della Difesa, Domenico Rossi, hanno firmato recentemente l’accordo per l’avvio del tavolo di confronto istituzionale tra
regione Sardegna e ministero della
Difesa, sulle servitù militari e, fra
l’altro, hanno concordato che sussistono tutte le condizioni per l’avvio di un tavolo di confronto istituzionale volto a valutare, in coerenza
con le linee programmatiche del
ministro della Difesa e con le risoluzioni parlamentari e consiliari, la
percorribilità dell’avvio del processo di graduale dismissione di parte
dei poligoni e l’individuazione di
misure di riequilibrio e di armonizzazione, in termini di riduzione
quantitativa e qualitativa dell’incidenza delle attività militari. Un per-
manio militare e delle aree soggette a Servitù militari e le connesse
occupazioni temporanee, alla tutela ambientale e della salute nei
poligoni, alla riconversione delle
attività svolte nei poligoni, all’impatto della presenza militare sulle
Lo striscione sistemato davanti all’ingresso della base militare di Sa Portedda.
corso da avviare con tempi certi e
modalità definite. Con riferimento
alle esigenze di armonizzazione e
mitigazione, quelle più evidenti sono riconducibili alla riduzione dell’estensione dei poligoni, del De-
prospettive di sviluppo dei territori,
al riavvio dei processi di dismissione dei beni militari in applicazione dell’articolo 14 dello Statuto
sardo, a partire dagli accordi del
2006 e 2007.
Nuova iniziativa dei comuni contrari al sistema unico integrato
è nato “Gasi”, il comitato anti-Abbanoa
N
uova tappa nella battaglia
dei comuni che si oppongono ad Abbanoa e rivendicano il diritto alla gestione autonoma del servizio idrico. Il
24 febbraio, a Cagliari, gli amministratori dei 30 comuni interessati alla vertenza, hanno costituito il Gasi
(Gestioni autonome servizio idrico).
Obiettivi del comitato sono la legge
regionale approvata dal Consiglio
regionale che istituisce l’ente di governo dell’ambito unico territoriale
sardo e l’approvazione di una nuova legge che accrediti le gestioni dirette da parte dei singoli comuni o
di associazioni di comuni.
«La legge nazionale - ha spiegato Giovanni Ruggeri, consulente
del Gasi - consente qualche deroga ma
la legge regionale nega qualsiasi
apertura. Le altre Regioni, eccezion
fatta per la Puglia, hanno fatto scelte diverse. Noi pensiamo a un con-
sorzio di comuni che non vogliono
stare sotto Abbanoa.»
Fra gli amministratori più battaglieri, promotori da anni delle inizia-
«Gestiamo autonomamente l’acqua - ha detto Ferdinando Pellegrini
- senza chiedere niente alla Regione. La gestione unica di Abbanoa fa
Ferdinando Pellegrini e Angelo Deidda.
tive contro Abbanoa, ci sono Angelo
Deidda, primo cittadino di Domusnovas, e Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore.
salire le tariffe e i costi per gli allacci.
Per questo ci impegneremo in una
battaglia su tutti i fronti, pronti, eventualmente, a fare ricorso al Tar.»
IL NUMERO 279 4-9_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:23 Pagina 1
4
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
L’impetuoso sviluppo dell’industria mineraria sarda dell’800, dovuto ad un editto del 30/06/1840, creò una nuova attività imprenditoriale
I Galanzieri, “i lavoratori del mare” di Carloforte
Questi professionisti venivano imbarcati su bilancelle della marineria carlofortina, flotta di piccole imbarcazioni a remi o a vela latina.
Salvatorico Serra.
di Salvatorico Serra
Nell’esigua produzione letteraria
del primo decennio degli anni 2000,
legata alla storia mineraria della Sardegna, compare una disputa interpretativa, del tutto singolare, sul chi siano
stati i cosiddetti galanzieri nella storia mineraria dell’isola. La vulgata popolare, che ha coinvolto e coinvolge
i ceti medi e perfino alcuni intellettuali
della città d’Iglesias, assegna, acriticamente, questa figura professionale
ai “lavoratori del mare” di Carloforte
imbarcati su bilancelle appartenenti
alla marineria carlofortina, flotta di
piccole imbarcazioni e remi o a vela
latina che faceva capo alla borghesia
della popolazione della seconda più
grande isola della Sardegna: San Pietro, ubicata nella costa sud-occidentale dell’isola, impegnata, specie nel
periodo estivo, anche al trasferimento
di minerali prodotti nelle miniere sparse lungo la costa dell’isola madre, infida e frastagliata, verso Carloforte, nella quale attendevano grossi piroscafi che
prendevano la via verso i più importanti porti e fonderie dell’Italia settentrionale e d’Europa.
Questa nuova attività imprenditoriale era figlia dell’impetuoso sviluppo dell’industria mineraria sarda
dell’‘800, dovuto ad un editto del 30
giugno del 1840, col quale era sancito che la proprietà del suolo doveva
essere considerata disgiunta da quella del sottosuolo. Questa “invenzione”
di una nuova proprietà, provocò una
delle più straordinarie importanti “corse all’oro” che mai si siano verificate nella storia d’Europa, e non solo.
Sassari) e la Società di “Seddas is
Moddizzis” (miniera sarda ubicata nel
comune d’Iglesias e il cui titolare era
un altro sardo: Giorgio Asproni J.).
Sempre in questa zona, a Monteponi, ed in queste miniere si sono esperimentate le più grandi scoperte della
scienza e della tecnica dalla Rivoluzione Industriale ai nostri giorni.
Dalla pila di Volta alla luce ad arco
ed elettrica (Symens), alla polvere da
sparo, alla dinamite (Nobel) nei lavori
minerari, al cemento armato (Nervi), ai
forni di fusione (Ferraris), agli impianti
metallurgici per ottenere piombo e zinco allo stato metallico con processi fusori ed elettrolitici (Cambi). Macchine operatrici a vapore, macchine elettriche, crivelli, setacci, pompe e giranti di straordinarie proporzioni. Nella
sua storia mineraria l’Iglesiente, ed il
suo capoluogo Iglesias, è stato interessato da diverse ondate migratorie provenienti sia dall’interno dell’isola (Logudoro, Barbagie, Sarrabus, in particolare) che dalla penisola italica (Veneto, Toscana, Sicilia) e perfino da
Paesi europei (Francia, Germania e
Belgio) che andavano a comporre la
scorie pisane della zona.
Il 20 novembre1859 è emanata la
nuova legge mineraria (una semplice
riforma dell’editto del 1840) che disgiunge la proprietà del suolo da quella del sottosuolo. Per sostenere in maniera efficace l’applicazione di quella legge di riforma, lo Stato si dota di
una struttura di vigilanza e di controllo
dotata di funzionari minerari di grande professionalità. Quella struttura è
chiamata: Regio Corpo delle Miniere.
Istituito subito dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna,
come branca del Corpo del Genio Civile, gli sono affidati i compiti sia di
natura tecnica sia amministrativa: ai
primi provvedono gli ingegneri ed i
periti mentre ai secondi i funzionari
amministrativi dei ruoli del Corpo e
dell’Amministrazione centrale del ministero dell’Industria, cui appartiene
la Direzione Generale delle Miniere.
La produzione nel 1859 salirà ancora ad oltre 7.500 tonnellate di galena e nel 1960 ben 12 miniere ne produrranno complessivamente 9.165
tonnellate, mentre i lavoratori occupati saliranno a 3.169 unità contro le
landi nella sua opera citata, 759 tonnellate di blenda (ZnS) che nessuno
voleva. Un minerale che nei decenni
successivi contribuirà in misura significativa allo sviluppo delle coltivazioni minerarie nell’Isola.
Tra il 1850 ed il 1899 furono prodotte dalle miniere sarde circa 20 milioni di tonnellate di grezzi contenenti
840 tonnellate d’argento, 730.000 di
piombo e 950.000 di zinco
quello trattato e destinato alle fonderie della penisola, era trasportato per
mezzo di carri a trazione animale (buoi
in particolare) fin nei luoghi d’imbarco
più vicini: Fontanamare, prima e Porto Vesme, poi, con grande dispendio
di mezzi e d’energie.
Il trasporto che segnò una svolta nel
campo delle comunicazioni e nei trasporti fu quello effettuato mediate vagoni scorrenti su binario e su treno.
I trasporti in miniera:
dalle origini alla fine del ‘900.
Il trasporto su rotaia e su gomma
Trasporti a braccia, a coffe,
a carriole.
Nei trasporti effettuati nelle miniere antiche e fino ai primi decenni
del ‘900, venivano utilizzati ceste o
paioli in rame o ferro attraverso il sistema del passamano le cui distanze tra
gli operai non superavano il metro e
cinquanta centimetri. Le ceste o coffe avevano capacità di c. 7 o 8 litri, pari
a 12-15 chilogrammi di materiale.
I paioli in rame o in ferro avevano
una capacità di 10-15 litri ed un peso
Introdotto in miniera fin dai primi decenni dell’800, il trasporto su
rotaia ha rappresentato il mezzo più
economico e più sicuro in tutta la storia. Il binario, composto di due rotaie
di particolare forma (fungo, anima e
piatto) aveva peso, grossezza, altezza e
grandezza proporzionata al peso dei
vagoni impiegati ed alla velocità di
marcia. Per il lavori comuni efferati
all’interno ed all’esterno della miniera,
erano impiegate rotaie di 65 millimetri
d’altezza con piatto o suola larga 65
millimetri e con peso di 6,75 chilogrammi per peso lineare. Per costrui-
Il trasporto via mare dopo lunghi
percorsi su strada e su rotaia
a trazione animale e su ferrovia
La Sardegna mineraria dell’800
Antiche dinastie di banchieri ed
imprenditori francesi, belgi, inglesi
ed italiani, nella seconda metà dell’800, hanno dato vita, in questa zona sud-occidentale dell’isola di Sardegna, ad una delle più grandi ed affascinanti avventure minerarie e metallurgiche d’Europa per l’estrazione
del minerale di piombo ed argento ed
alla formazione di una classe di maestranze specializzate, che non ha precedenti nella storia d’Italia per vastità e qualità ed è qui che si sono intrecciati gli interessi della finanza internazionale e nazionale del tempo con
“i Nicolay, i De Fernex, i Ceriana, i
Rebaudengo, i Donegani, i De Rothschild, i Brassey, Bernardino Nogara e
la Banca d’Italia, la Banca Commerciale, la Bastogi”.
In quest’antica parte del Sigerro,
dopo Ugolino dei conti di Donoratico, si sono cimentate le più antiche e
le più grandi Società minerarie europee dalla Rivoluzione Industriale ai
nostri giorni. Dalla “Vieille Montagne” (belga), presente a San Benedetto, Sa Duchessa, Monte Agruxau.
Masua, Acquaresi, Montecani, Porto
Flavia, Canalgrande, alla “Pertusola” (inglese, prima, e francese, poi),
passata successivamente sotto il controllo azionario della “Pennaroya”,
del Gruppo dei potenti banchieri De
Rothscild, con le miniere di San Giovanni, Gennemari-Ingurtosu, Su Zurfuru ed Arenas alla Societé Anonime
des Mines de Plomb-Argentifère e per
arrivare alla Societè Anonime des
Mines de Malfidano (francese), con
Buggerru e Planu-Sartu.
Menzione particolare merita la
straordinaria “Società Anonima di
Monteponi”, Regia miniera presso
Iglesias, che ha operato a Monteponi
(Iglesias), dal 1850 nelle Miniere di
Monteponi, Campo Pisano, San Giorgio fino al 1971 e successivamente
assorbita dalla SOGERSA SpA, poi
SAMIM, SIM, SMI, IGEA fino ai
nostri giorni ed alla “Società Anonima di Montevecchio” (anch’essa del
Regno di Sardegna, il cui titolare era
il sardo Giovanni Antonio Sanna, di
trasporto dei materiali ed il traino dei
vagoni erano: argani di traino per vagoni, argani per manovrare benne raschianti (scraper), nastri trasportatori
(di gomma o d’acciaio) trasportatori
a cassette. Le macchine di caricamento più usate sono state le pale meccaniche la prima delle quali, al mondo, fu costruita e brevettata dalla Montevecchio negli anni ’40 e ceduta alla
Atlas Copto. Gli operai addetti alla
manutenzione dei binari erano chiamati stradini.
Le difficoltà di trasporto si accentuarono notevolmente nel momento
in cui le miniere erano attivate in
luoghi distanti dai luoghi di trattamento primario e secondario o quando quantità ingenti di minerale o metallo doveva essere convogliato nei
porti per essere spedito ai compratori o inviato alle fonderie italiane o
straniere.
Così a Monteponi negli anni ’60
dell’800 quando questo problema
coinvolse e condizionò realmente la
intrapresa industriale e lo sviluppo futuro coinvolgendo tutti i soggetti economici presenti nel territorio che dovevano lottare allo spasimo in un territorio privo di qualsiasi infrastruttura:
nessuna strada degna di questo nome
ma, nel migliore dei casi, modestissimi tratturi pieni di buche e senza
nessuna manutenzione, nessun approvvigionamento d’acqua potabile,
nessuna diga, nessuna ferrovia. Nulla
di nulla.
Il carico del minerale a Porto Flavia.
manodopera addetta ai lavori minerari sia in sottosuolo che in superficie, arricchendo il territorio di esperienze culturali e professionali.
Nel solo 1851, con l’apertura delle
miniere di Gibbas, Perd’Arba, Perdi
Atti, nel Sarrabus e quella di Rosas
nell’Iglesiente (a Narcao) e la messa
in marcia della prima laveria semimeccanica a Fontana Coperta, lungo
il Rio San Giorgio, lungo la Statale
126, che si affiancano alle miniere di
Montevecchio e Monteponi, vennero
prodotte 1.200 tonnellate di galena con
l’impiego di seicento minatori, per la
maggior parte continentali.
Dal 1852 al 1870 le produzioni aumentano vertiginosamente e con essa
il numero degli addetti.
Il 1852 è l’anno dell’innovazione
tecnologica nelle miniere sarde. Le
gallerie furono provviste di binari in
ferro da 65 centimetri di scartamento e
nei pozzi, furono introdotti i primi argani a mano. La produzione di galena
salì a 1.600 tonnellate. L’anno successivo furono aperte le miniere di lignite di Terras de Collu e Bacu Abis e
nel 1854 furono concesse le miniere di
Correboi, Tertenia (per il rame) e Perda Niedda ( per ferro).
Nel 1855 Marco Calvo, genovese,
ottiene la Concessione di Gennamari
(sulla costa centro-occidentale della
Sardegna), sulla quale aveva investito 100.000 lire del tempo (c. 150.000
€ di oggi) cedendola alla Société Civile des Mines, francese, mentre l’anno
successivo vengono concesse le miniere di Palmari e Masua. In quell’anno le produzioni salirono a 2.000 tonnellate di galena.
La Miniera di San Giorgio fu concessa nel 1857 e nel 1858 la produzione
di galena salì a 6.300 tonnellate mentre l’occupazione salì a 1.400 operai.
è di quell’anno la costruzione di una
fonderia a Domusnovas, da parte di
Enrico Serpieri, per la rifusione delle
236 delle restanti regioni d’Italia.
Dei 3.169 minatori occupati nell’Isola a quella data, ben 1.445 (il
45,60 %) sono maestranze sarde. Di
questi, 593 (il 41,04 %) sono minatori
od armatori e 539 manovali (il 37,30
%) a cui si aggiungeranno 511 donne
e fanciulli, addetti alle cernite dei rifusi ed al loro arricchimento (concentrazione) con crivelli a mano.
Nel 1862, a Masua, a causa del fatto che i minerali piombiferi ad alto tenore in piombo, oramai in esaurimento, diventavano sempre più frammisti
a zinco e venivano respinti dai fonditori d’oltremare, la Società di Montesanto, concessionaria di quelle miniere, iniziò la costruzione di una propria fonderia ed un’attività frenetica
pervase tutto il settore.
A Monteponi, nel 1863, per volere
dell’allora presidente Baudi di Vesme,
fu dato inizio allo scavo di un pozzo
centralizzato profondo 211 metri che
fu dedicato al Re Vittorio Emanuele
II mentre lungo la strada GonnesaPortoscuso, la ditta Henfrey e Franel,
costruì una laveria meccanica d’avanguardia, per quei tempi, per il trattamento dei minerali poveri di Monteponi ma la scoperta più importante del
secolo fu quella dell’ingegnere belga
Eyquem che, nel 1864-65, scoperse
nei giacimenti sardi i minerali ossidati
di zinco. La scoperta provocò una vera
e propria corsa all’oro e le ricerche si
espansero in tutte le concessioni minerarie dell’isola facendo affluire ingenti capitali dalla Francia, dal Belgio
e dall’Inghilterra.
L’occupazione salì vertiginosamente. A Montevecchio l’occupazione raggiunse i millecento operai; mille a
Monteponi, quattrocentotrenta a Masua
e quattrocento a San Giovanni.
Nel 1865 la produzione annuale di
calamine raggiunse le 92.000 tonnellate mentre all’Argentiera, nella Nurra, furono accantonate, scrive G. Ro-
corrispondente di 18-25 chilogrammi.
Con questo metodo si poteva trasportare in un’ora e su una distanza di
15 metri, da 8 a 12 tonnellate di materiale, impiegando 8-10 uomini.
Il trasporto della “vena” dalle fosse alle piazze di lavatura ed alle fonderie, tra il XIII ed il XVII secolo era
assicurata dai molentarii (padroncini; proprietari di asini - in sardo molenti -) e di carratori (proprietari-conduttori di carri a trazione animale) ed
era regolamentato da disposizioni di
legge severissime per prevenire i furti
e doveva seguire misure anti-inquinamento dovendosi trasportare in sacche integre affinché il materiale non si
spargesse per le vie, proibendone il
trasporto in Villa di Chiesa per quel
materiale che dovesse essere trasportato per il lavaggio in Canadonica.
Tutte le operazioni di pesatura, analisi del contenuto in metallo (saggiatura) e misurazione avveniva secondo
precise disposizioni di legge.
Altro tipo di trasporto era quello
che avveniva con carriole.
Questo strumento di lavoro era impiegato, anche in tempi recenti, per
distanze non superiori ai 25-30 metri
ed erano impiegate in modo particolare all’inizio dei lavori sia all’interno sia all’esterno della miniera quando ancora non era stato possibile collegare un binario con vagone (questa
invenzione avverrà successivamente).
La carriola standard aveva un peso
di circa 25 chilogrammi ed una capacità di 50 litri, corrispondente ad un peso variante dai 70 agli 80 chilogrammi, e doveva essere caricata con una
pala. La cassa era molto vicino alla
ruota e stanghe erano lunghe e robuste.
Un operaio poteva trasportare in una
giornata lavorativa d’otto ore e ad una
distanza di 50 metri, dai 5 ai 6 metri
cubi di materiale scavato. Il materiale estratto dalle miniere a cielo aperto lontane dai luoghi di trattamento o
re il binario, le rotaie erano fissate su
traverse d’acciaio o di legno esattamente parallele tra loro sulle quali scorrevano appositi vagoni composti di una
cassa, da un telaio e da due assali con
ruote. I vagoni potevano avere una
cassa di forma rettangolare, fissata rigidamente al telaio ed erano impiegati in numero variante da 5 a 10 vagoni, trainati da cavalli o da muli o da
locomotive. In assenza di quei mezzi
di locomozione il vagone era trasportato a braccia dall’uomo che provvedeva anche a caricarlo e scaricarlo in
appositi fornelli o spazi destinati allo
scopo. Altro tipo di vagone era quello a barca e potevano trasportare dai
700 ai 1400 chilogrammi di materiale ciascuno (dai 500 agli 800 litri).
Nelle miniere con produzione oraria e giornaliera notevole, il trasporto
dei vagoni nelle gallerie di livello era
effettuato con locomotori, che potevano essere elettrici o a nafta.
Quelli elettrici erano alimentati
mediate accumulatori o linee elettriche fissate alla corona della galleria
mentre quelli a nafta, tutti su gomma,
nonostante più solidi producevano dei
gas di combustione che inquinavano
l’aria. I nuovi sistemi di perforazione e
movimentazione dei minerali (sgombro, carico e trasporto) in sottosuolo
con i Jumbo, Toro Ara D 400 e 500 e
Dumpers, nonostante siano alimentati
a nafta, sono dotati di un sistema di
trattamento dei gas di scarico efficientissimo. Questi ultimi, infatti, non sono dispersi all’esterno del mezzo, ma
sono fatti gorgogliare in apposito contenitore contenente del liquido, evitando, così gravi pregiudizi alla salute degli operatori.
Nei cantieri di coltivazione il carico ed il trasporto del materiale poteva essere fatto a mezzo di macchine
speciali azionate da motori elettrici o
ad aria compressa.
Altre macchine più comuni per il
Una vera e propria emergenza si
presentò a Monteponi, quando sopravvenne la necessità di dover convogliare nel porto più vicino oltre
2.000 tonnellate mensili tra galena e
calamina ed effettuare giornalmente
il trasporto di altra qualità di minerale alle laverie e quello delle calamine
crude ai forni di calcinazione. Gli imbarchi avvenivano sulle spiagge di
Fontanamare e di Portoscuso attrezzate sommariamente con barche a vela
che trasferivano il minerale su grossi
velieri e bastimenti ancorati nel porto di Carloforte.
A fronte di questa emergenza la
decisione fu immediata. Ai primi di
novembre del 1850 la Società di Monteponi cominciò il tracciato di una strada fino a Fontanamare, sulla quale il
9 dicembre poterono transitare regolarmente i pesanti carri trainati da buoi.
Ma il traffico giornaliero lungo la strada Monteponi-Gonnesa-Portoscuso e
la diramazione per Fontanamare era
diventato un vero calvario specie durante la stagione invernale quando le
piogge ed il fango la rendevano impraticabile alle centinaia di pesantissimi carri trainati sia da buoi sia da
cavalli e muli. Al problema logistico
si sommava quello della scarsità dei
mezzi di trasporto specialmente durante i periodi della semina e della
raccolta. Per superare questa seconda emergenza la Monteponi (direttore Pellegrini) ordinava alla fabbrica
Diatto di Torino dei carrettoni capaci
di trasportare due tonnellate di minerale ciascuno allestendo nella zona di
Villamarini una scuderia per 130 muli
e decine di buoi con grandi problemi
per l’approvvigionamento del foraggio ed altri problemi legati al personale che vi era addetto. I muli erano
acquistati tra i più robusti presenti sul
mercato.
Questi problemi indussero la Società ad organizzare un servizio ferroviario indipendente, ad esclusivo
servizio della Miniera, che arrivasse
fino ai punti di imbarco. Il punto prescelto fu quello dell’insenatura delle
Cannelle, nella marina di Portoscuso, e fu progettato un primo troncoferroviario Gonnesa-Portoscuso. Allo
scopo fu assunto uno specialista in
materia ferroviaria, tal Eynard, ingegnere, che diede avvio ad un progetto esecutivo da lui elaborato in base
alle esigenze aziendali che si concluse nella primavera del 1871 con l’inaugurazione della tratta programmata che fu percorsa da tre locomotive costruite in Inghilterra dalla Canada Works.
(1) continua
IL NUMERO 279 5-8_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 08:44 Pagina 2
5
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
Il 13 febbraio è morto tragicamente in un incidente stradale verificatosi in località Portixeddu, all’ingresso di Maladroxia
Eusebio Baghino, uomo e politico d’altri tempi
Nella sua lunghissima esperienza politica, è stato consigliere regionale per 25 anni consecutivi e per ben cinque volte assessore.
L
’ex sindaco di Sant’Antioco
Eusebio Baghino, 80 anni,
è morto tragicamente lo
scorso 13 febbraio in un incidente stradale verificatosi in località Portixeddu, all’ingresso della località di Maladroxia, dove aveva stabilito da diversi anni la sua residenza.
Viaggiava su uno scooter in direzione di Sant’Antioco, poco dopo le
9.00 del mattino, quando è stato travolto da una Lande Rover e scaraventato sull’asfalto. L’impatto è stato tremendo ed Eusebio Baghino è
morto praticamente sul colpo, quando sono arrivati i volontari del 118,
non c’era più niente da fare. Sul posto sono intervenuti anche i vigili
urbani di Sant’Antioco che hanno
effettuato i rilievi di rito per la ricostruzione della dinamica dell’accaduto.
Eusebio Baghino era nato a Sant’Antioco l’11 aprile 1934. Laureato in Agraria all’Università di Sassari, ha iniziato ancora giovane l’attività politica nelle file della Democrazia Cristiana, nella quale è divenuto presto uno dei leader a livello
regionale, uomo di spicco della componente “Andreottiana”. Giulio Andreotti all’inizio degli anni ‘90 lo nominò consigliere speciale del Governo per i problemi della Sardegna (il
19 maggio 2007, quand’era sindaco
di Sant’Antioco, riuscì a convincerlo, con grande orgoglio, a visitare Sant’Antioco e Portovesme).
è stato consigliere regionale per
cinque legislature consecutive, dal
1969 al 1994, quando, dopo la scomparsa della DC, travolta da “Tangentopoli” (nella quale non è mai stato
coinvolto), non si è ricandidato. è stato per tre volte assessore regionale dei
Trasporti, dal gennaio 1977 all’ottobre 1978 nella Giunta Soddu, dall’ottobre 1979 al settembre 1980 nella
Giunta Ghinami e dal luglio 1982 al
giugno 1984 nella Giunta Rojch. Dal
dicembre 1978 al giugno 1979 è stato
assessore alla Difesa dell’Ambiente
nell’ultima Giunta Soddu e, infine,
ha ricoperto l’incarico di assessore
dei Lavori pubblici, fino al novembre 1992, nella Giunta Cabras.
Quando era già in pensione da
diversi anni, nel 2002 ha accettato di
guidare una lista civica alle elezioni
per il rinnovo del Consiglio comu-
Tra loro, tanti dei protagonisti della
vita politica regionale degli ultimi
decenni, con i quali Eusebio Baghino ha condiviso una lunga esperienza nella Democrazia Cristiana o si è
confrontato da alleato o avversario
politico. E ancora sindaci e amici di
diversi comuni del territorio e tanti
concittadini.
La sua tragica scomparsa lascia
Eusebio Baghino il giorno dell’insediamento da sindaco di Sant’Antioco.
nale di Sant’Antioco ed il 27 maggio è stato eletto sindaco. Conclusa
la consiliatura, non si è ricandidato.
I funerali sono stati celebrati il 14
febbraio nella chiesa di Nostra Signora di Bonaria, all’ingresso del paese,
rivelatasi insufficiente ad accogliere
tutte le persone che non sono volute
mancare per dargli l’ultimo saluto.
un grande vuoto nel mondo politico
dell’Isola di Sant’Antioco, del Sulcis
Iglesiente e della Sardegna intera,
perché al di là delle differenti posizioni, è innegabile che Eusebio Baghino sia stato uno dei principali protagonisti di oltre mezzo secolo di storia politica della Sardegna.
Giampaolo Cirronis
Il comune di Carbonia continua ad opporsi ai diversi progetti
“NO” alle pale eoliche a Monte Sirai
I
l comune di Carbonia continua
ad opporsi all’installazione di
pale eoliche nelle vicinanze del
Parco Archeologico di Monte
Sirai e del Nuraghe Sirai.
Nel corso della Conferenza dei
Servizi, convocata presso l’assessorato regionale dell’Ambiente lo
scorso 29 gennaio 2015 dal servizio
sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali (SAVI), l’Amministrazione comunale, rappresentata dall’assessore dell’Urbanistica Mauro Esu
e dall’assessore dell’Ambiente Franco Manca, ha confermato il suo parere negativo alla proposta dell’installazione di aerogeneratori in località “Su Campu sa Domu”.
Dopo la precedente bocciatura
da parte del SAVI, avvenuta alcuni
mesi fa, il TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) ha riaperto la
procedura. L’Amministrazione comunale di Carbonia, in attesa della
sentenza prevista per ottobre, ha con-
fermato in sede regionale la sua netta contrarietà all’installazione di pale eoliche nelle zone in prossimità
Servizi, al fine di sostenere l’improcedibilità del progetto.
Nel Sulcis, dal mese di novem-
Le pale eoliche proposte con il progetto Auras.
delle aree archeologiche. Il Comune integrerà ulteriormente la documentazione presso la Conferenza dei
bre 2011, è in esercizio il grande parco eolico realizzato a Portovesme da
Enel Green Power.
La Giunta Gariazzo ha approvato l’atteso progetto esecutivo
Iglesias, decolla il Centro intermodale
L
a Giunta comunale di Iglesias ha approvato il progetto esecutivo del Centro Intermodale elaborato dal raggruppamento temporaneo di imprese rappresentato dalla Tecnolav Engineering. L’elaborato progettuale ha
superato la fase di validazione dopo aver recepito tutte le richieste di
modifica presentate dagli altri soggetti coinvolti nella realizzazione dell’importante opera infrastrutturale:
Rete Ferroviaria Italiana (R.F.I.),
Azienda Regionale Sarda Trasporti
(A.R.S.T.), Agenzia Regionale Edilizia Abitativa (A.R.E.A) e Assessorato dei Trasporti della Regione
Sardegna. Il prossimo passo sarà la
pubblicazione della procedura di
gara per la realizzazione dei lavori.
Per poter appaltare i lavori è necessario che il Comune abbia la piena
Il Centro direzionale di Iglesias.
disponibilità delle aree. All’atto dell’insediamento della Giunta Gariazzo, questa fase era attuata solo in parte. L’impegno maggiore dell’asses-
sorato ai Lavori pubblici, in questo
ultimo anno, è stato quello per poter ottenere la cessione, a prezzo
simbolico e in comodato, di tutte le
superfici non comunali. Operazione conclusa nei mesi scorsi.
«L’opera - commenta il sindaco
di Iglesias, Emilio Gariazzo - rappresenta un obiettivo ad alta valenza strategica per lo sviluppo della
città e del territorio. Stiamo facendo tutto il possibile per portarla a
conclusione nonostante le innumerevoli difficoltà, soprattutto burocratiche, che giornalmente incontriamo lungo il percorso. Quanto
prima sarà bandita la gara d’appalto.»
Il ricordo di Lucia Pittau, vice sindaco della sua Giunta
«Ho conosciuto un gigante!»
N
on mi
conosceva,
non lo
conoscevo personalmente,
qualcuno aveva
fatto il mio noLucia Pittau.
me. Mi ha telefonato assiduamente, tutte le sere per due mesi. Poi
l’incontro personale nella sua amata
Maladroxia… in cui volevo dirgli
“non mi candiderò”. Non lo feci. I
suoi modi mi indussero ad accettare.
Mi disse che anche Lui, dopo tanti
anni, si proponeva alla guida del nostro paese in difficoltà. Accettai, vincemmo le elezioni comunali del 2002.
Capii chi era l’on. Baghino ai comizi in campagna elettorale e durante il “porta a porta”. Io ero una
sconosciuta e decine e decine di famiglie mi spalancavano la porta: a lui
grati, affezionati, riconoscenti. Cominciò l’avventura.
Uomo forte e decisionista. Ma tutt’altro che autoritario, talvolta troppo democratico. Capace di ascoltare,
capace di chiedere scusa, affettuoso, chiassoso ma anche silenzioso e
riflessivo. Diverso sì, di una mentalità propria, stravagante e originale,
capace di perdonare l’imperdonabile; gli attacchi esagerati non lo scalfivano, me ne stupivo. Mi diede mille consigli e fiducia, anche nei momenti di sua assenza sapevo che ci
sarebbe stato. Amavo ascoltare i suoi
racconti di “storia vissuta”, storia di
Sardegna, d’Italia e d’Europa e quando ascoltavo quei racconti pensavo
anche io d’esser stata fortunata ad
incontrarlo e capivo molte più cose
di quanto avessi visto o letto in giovane età.
Talvolta sembrava un marziano,
così diverso e “superiore” allo stesso
Chi era Eusebio? Cosa rappresentava? Un soldato nuragico? Sacerdote o guerriero? Con quello scudo,
come a protezione di tutti da qualcosa proveniente dal cielo o dalla
L’intervento all’inaugurazione del Museo intitolato a Ferruccio Barreca.
tempo lo sembrava per umiltà e generosità.
Finita l’avventura amministrativa
è rimasto un rapporto di amicizia che
terrò per sempre.
terra?
Ho conosciuto un gigante, il gigante di S’Ega Marteddu.
Ci mancherà… sicuro.
Lucia Pittau
Ottavia Salidu si è spenta serenamente il 20 febbraio, a 105 anni
Sant’Antioco ha perso la sua nonnina
S
ant’Antioco ha perso la sua
nonnina. Aveva 105 anni.
Ottavia Salidu se n’è andata
in silenzio venerdì 20 febbraio, nella sua casa di piazza Parrocchia. Nata il 12 ottobre 1909, era
la più longeva nonnina di Sant’Antioco e del Sulcis. Il 22 febbraio, alle 11,45, si sono svolti i funerali,
partendo dalla Basilica. A ricordarla
sarà tutta la città che si è unita al dolore dei suoi tre figli, dei sei nipoti
e dei due pronipoti, nonché di parenti e conoscenti.
Nonna Ottavia viveva da sola,
assistita da una badante. Nonostante da anni fosse costretta a vivere in
carrozzella, non aveva perso il suo
spirito gioioso, la sua arguzia e i ricordi di una vita che divideva con i
tanti ospiti che, passando in piazza
Parrocchia, non mancavano mai di
entrare in casa per salutarla.
Per oltre un secolo è stata testimone e memoria storica dei tanti avvenimenti succedutesi in città. Ricor-
dava con facilità le poesie imparate
a scuola che ha iniziato a frequentare nel periodo della grande guerra.
vita col marito Nicolino, che l’ha lasciata vedova trent’anni fa e i viaggi
fatti dopo l’ultima guerra a Torino,
Ottavia Salidu il giorno del suo 105°compleanno (12 ottobre 2014).
Le passeggiate nella campagna del
padre, appena fuori città, per innaffiare l’orto e raccogliere la frutta. La
Roma e due volte in Algeria, dove si
è recata a trovare il figlio emigrato.
Tito Siddi
Iniziativa dell’associazione Amici della miniera di Carbonia
Grande festa per i 100 anni di Giovannino Longu
L
’associazione Amici della
miniera ha organizzato i festeggiamenti per il compimento dei cento anni dei minatori in pensione Giovannino Longu e Severino Scotto.
Il 14 febbraio, nei locali dell’associazione sportiva di Medadeddu, è
stato festeggiato Giovannino Longu.
Il 19 febbraio, alle ore 17.00, nei
locali adiacenti la chiesa di Barbusi, in via Santa Maria delle Grazie,
verrà festeggiato Severino Scotto.
Il 2 febbraio, l’associazione Amici della miniera, ha festeggiato i 100
anni del minatore in pensione Efisio
Caria, di Bacu Abis.
Foto ricordo del 100° compleanno di Giovannino Longu.
IL NUMERO 279 6-7_IL NUMERO 181 3/10 04/03/15 23:08 Pagina 1
6
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia
Le Linee guida del Bilancio 2015 del Comune di Carbonia
L
’Amministrazione del
Comune di Carbonia
presenta le Linee guida del Bilancio di previsione per l’anno 2015, che dovrà essere approvato dal Consiglio comunale.
La situazione
Carbonia si trova, ancora una
volta, a dover fare i conti con
ulteriori tagli, che si sommano a
quelli precedenti, rendendo sempre più complesso predisporre il
Bilancio. Questo si traduce, per
il Comune di Carbonia, in un
taglio sulle spese correnti per il
2015, da parte dello Stato, di
circa 1.379.000 euro.
Complessivamente l’entità dei
tagli (sempre sulle spese correnti) nell’ultimo quinquennio, è di
quasi sei milioni di euro.
aumento di tasse o imposte, mentre le tariffe di alcuni importanti
servizi a richiesta individuale,
come ad esempio l’Asilo nido o
il servizio Mensa scolastica, vengono ridotte del 10%. Questo vuol
dire che chi usufruisce di tali servizi potrà beneficare di un risparmio concreto.
Non è un caso che le tariffe
diminuiscano in un settore fon-
parziale, che potranno ridurre ulteriormente la tassazione a carico dei cittadini che hanno sempre pagato.
È in corso, inoltre, un’importante vertenza con la Regione Sardegna per arrivare alla Tariffa
Unica dei costi per lo smaltimento
dei rifiuti. Se si realizzasse questa soluzione, per la quale sono
arrivati i primi segnali positivi,
Le scelte
In questa difficile situazione,
l’Amministrazione comunale è
stata chiamata ad individuare
obiettivi e principi da seguire e a
fare delle scelte. Su questo punto
non ci sono stati dubbi o perplessità: mettere al primo posto i cittadini, le loro esigenze, i loro bisogni. Tutto questo attraverso uno
sguardo di prospettiva, capace di
andare oltre l’immediato, e individuando percorsi per la Carbonia di oggi e di domani.
Le strade e le scelte per far
fronte ai nuovi tagli di risorse
imposti dal Governo potevano
essere diverse: si sarebbe potuto
agire sulla leva fiscale, vale a dire si sarebbero potute aumentare
le tasse o le imposte per ottenere maggiori entrate per le casse
comunali; questa ipotesi non è
stata presa in considerazione, poiché si sono voluti difendere gli
interessi dei cittadini che già sopportano, purtroppo, un rilevante
peso fiscale.
Un’altra soluzione poteva essere trovata nella riduzione dei
servizi essenziali, cioè eliminare
alcuni tra i tanti servizi offerti ai
cittadini, frutto di una politica
pluridecennale che ha sempre
investito nella qualità della vita
degli abitanti di Carbonia. Anche
questa ipotesi è stata scartata: la
Amministrazione comunale ha
sempre rifiutato questo tipo di soluzione, che molti altri Comuni
si trovano costretti ad attuare.
L’Amministrazione del Comune di Carbonia ha scelto, invece, di percorrere un’altra strada: l’intensificazione della lotta
all’evasione fiscale che potrebbe
permettere di recuperare il mancato gettito dell’Imu per circa
1.400.000 euro.
Risparmio per i cittadini
Grazie a questa scelta e nonostante le difficoltà, il Bilancio
di previsione 2015 del Comune
di Carbonia non prevede alcun
Il Municipio.
damentale come quello dell’istruzione e della formazione degli
adulti di domani. Questa scelta
è frutto della volontà politica di
investire sui giovani e sulla loro
formazione culturale, professionale e civica.
Un altro importante risparmio
concreto di cui i cittadini potranno beneficiare deriva dalla riduzione delle tariffe Tari. Grazie al
nuovo piano economico del ser-
si avrebbe un ulteriore e importante risparmio che inciderebbe
in maniera considerevole sull’abbattimento delle tariffe. Da subito, questa vertenza ha visto il Comune di Carbonia in prima fila nel
confronto con la Regione. L’impegno del nostro Comune proseguirà sino al raggiungimento di
un risultato positivo.
Attraverso il nuovo servizio
di raccolta e gestione dei rifiuti,
al cittadino offerti dall’Amministrazione: partendo dai Servizi
Sociali che complessivamente
valgano oltre 8 milioni di euro (di
cui circa 2 milioni di fondi comunali), ovvero circa un terzo del
Bilancio comunale complessivo,
che si attesta intorno ai 30 milioni di euro.
In una situazione socio-economica come quella attuale i servizi per i meno abbienti rappresentano uno degli elementi caratterizzanti le scelte di questa
Amministrazione che, anche per
il 2015, conferma gli interventi
per offrire opportunità occupazionali ai cittadini in situazione
di disagio. Nel solo 2014, il Comune ha offerto circa 150 opportunità di lavoro che, seppur a tempo parziale e per una durata di
circa 6 mesi, hanno dato una risposta alle necessita di tante persone in difficoltà.
Il Bilancio comunale, così come da diversi anni a questa parte, si orienta sempre più verso i
Servizi alla Persona. Nel Settore
Sociale, anche per il 2015, resteranno attivi, infatti, tutti i servizi che si sono caratterizzati per un
buon funzionamento e che fanno del Comune di Carbonia un
esempio, almeno in campo regionale, per l’attenzione alle esigenze sociali dei cittadini. Parliamo, ad esempio, della Ludoteca
comunale (che ogni anno organizza diversi laboratori rivolti ai
più giovani ed è gestita in ambito
sovracomunale tramite PLUS),
la Colonia estiva per i ragazzi,
l’assistenza in strutture o l’assistenza alle persone in difficoltà,
i servizi per gli anziani, la Sala
Prove musicali (sempre in ambito PLUS) e tanti altri servizi.
l’istituto Sebastiano Satta di via
della Vittoria - 1.500.000 euro);
gli interventi per la rete idrica
(2.000.000 di euro) e per la pineta di Rosmarino (250.000 euro); per l’installazione di videocamere di sorveglianza in Città
(il Comune di Carbonia si è aggiudicato di recente un bando);
gli interventi nell’area della Grande Miniera di Serbariu (300.000
sto, pari a 200.000 euro, per il
cofinanziamento dei Bandi Ras
e per altri piccoli interventi.
Le Entrate
Sotto il profilo tributario, per
quel che concerne le entrate proprie del Comune, il quadro è così
riassumibile: sul versante ICI, per
gli arretrati dell’anno 2010, si
Il Museo della Grande Miniera di Serbariu.
euro per l’illuminazione a cui si
aggiunge la nascita del Camper
service).
Al fine di avere maggiori risorse da destinare agli investimenti pubblici in Città, per contribuire alla ripresa dell’economia locale, l’Amministrazione
comunale ha anche rinegoziato i
mutui accesi, in precedenza, dal
Comune di Carbonia.
Premettendo che questa Amministrazione non ha mai acce-
presume di incassare 300.000
euro; dagli arretrati IMU si presume di incassare 1.400.000 euro,
mentre per il gettito 2015 si incasseranno 2.200.000 euro; con
l’addizionale Irpef: 1.850.000 euro; con la Tasi: 1.700.000 euro; dal
Fondo di solidarietà statale
795.000 euro (mentre sino a qualche anno si poteva contare su una
cifra superiore ai sei milioni di
euro); dal Fondo Unico Regionale
si otterranno 5.400.000 euro.
Investimenti
Un altro asse portante della
proposta di Bilancio riguarda gli
investimenti. Grazie all’alleggerimento del Patto di Stabilità, il
2015 vedrà la realizzazione di
diversi interventi, in particolare
sugli impianti di illuminazione, rete idrica, strade e marciapiedi.
L’impianto di trattamento dei rifiuti di Sa Terredda.
vizio di gestione dei rifiuti, i cittadini potranno avere un risparmio di almeno il 10-15%.
Il risparmio è dovuto principalmente al rinnovo del servizio
di raccolta e gestione rifiuti che
sta per partire e prevede diverse
migliorie e razionalizzazioni. A
questi risparmi l’Amministrazione conta di sommare gli effetti
positivi della riduzione del prezzo a base d’asta della gara per
l’affidamento del servizio e della lotta all’evasione fiscale totale e
che ha accolto diversi suggerimenti presentati dai cittadini nel
corso delle diverse assemblee
pubbliche convocate dall’Amministrazione, il Comune raggiungerà due importanti risultati: il miglioramento del servizio e la riduzione delle tariffe.
Mantenere i servizi
Un ulteriore elemento positivo della bozza del Bilancio è il
mantenimento di tutti i servizi
In questo contesto, da ultimo,
la Regione ha finanziato due nuovi progetti presentati dall’Amministrazione comunale: uno relativo all’impianto di illuminazione pubblica finalizzato al risparmio energetico (1.300.000 euro), il secondo per la riqualificazione di Piazza Ciusa (400.000
euro). Questi due interventi, immediatamente cantierabili, si dovranno concludere e rendicontare entro il 30 settembre 2015.
La serie di progetti in programma, per cui si dispone già
dei fondi, è molto più vasta: gli
interventi per le strade e i marciapiedi cittadini (700.000 euro nel 2015 e 800.000 euro nel
2016); negli edifici scolastici della Città (come ad esempio nel-
I lavori in corso nello stabile dell’Istituto Comprensivo Satta di via della Vittoria.
so nuovi mutui, si è proceduto
alla rinegoziazione di quelli
“aperti” allungandone le scadenze. Questa operazione ha portato a una riduzione dell’incidenza sul Bilancio delle somme da
accantonare per il pagamento
degli stessi mutui. Il risparmio
così ottenuto sarà destinato, appunto per l’anno 2015, alla realizzazione di cantieri: 700.000,
euro per strade e marciapiedi,
90.000 euro per le palestre di
Cortoghiana e Bacu Abis, il re-
In conclusione, nella consapevolezza della difficoltà economica di questo preciso momento storico, possiamo dire
che la situazione complessiva è
rimasta solida ma non è ancora
prospera. Anche per questo il
Comune di Carbonia è impegnato, su vari fronti, ad esempio con la Regione Sardegna, a
trovare nuove soluzioni per far
fronte alla crisi e dare nuovo
impulso alla ripresa economica.
Continua l’impegno del Comune di Carbonia contro la chiusura dell’Ufficio Postale di Cortoghiana
I
l 22 febbraio 2015, nel corso di un’affollata assemblea, il Sindaco Giuseppe
Casti ha informato i cittadini di Cortoghiana sull’esito
dell’incontro con Poste Italiane,
chiesto dall’Amministrazione
comunale per discutere del futuro dell’Ufficio dell’importante frazione.
Durante l’incontro avvenuto
venerdì 20 febbraio, a Cagliari,
il Sindaco ha presentato tutti i
problemi che deriverebbero
dalla chiusura dell’Ufficio Postale di Cortoghiana.
Cortoghiana ha una popolazione superiore a quella di molti
Comuni della Sardegna (2.478
abitanti al Censimento del 2011)
e la chiusura del suo Ufficio Postale darebbe origine ad un disservizio inaccettabile.
La chiusura dello Sportello,
Cortoghiana - Piazza Venezia.
che per questione logistiche serve anche buona parte degli abitanti di Nuraxi Figus, obbligherebbe i cittadini a recarsi presso gli uffici postali di Carbonia
o Bacu Abis, con gravi danni per
tutti gli utenti, in particolare
per i più anziani. Per tutte queste ragioni il Sindaco ha confermato l’assoluta contrarietà
alla decisione di chiudere lo
Sportello.
La Rappresentante delle Poste Italiane ha chiesto tempo per
potersi relazionare con gli uffici Centrali.
L’Amministrazione del Comune di Carbonia ribadisce la
totale opposizione alla chiusura dell’Ufficio Postale di Cortoghiana o al suo ridimensionamento. L’Ufficio - propone il
Sindaco Giuseppe Casti - andrebbe invece potenziato.
IL NUMERO 279 6-7_IL NUMERO 181 3/10 04/03/15 23:08 Pagina 2
7
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
Spazio redazionale a cura del Comune di Carbonia
1.700.000 euro per illuminazione pubblica e Piazza Ciusa
L
a Giunta del Comune di
Carbonia ha approvato
due importanti progetti, per i lavori di sistemazione di Piazza Ciusa e degli
impianti di illuminazione pubblica, per un valore complessivo di 1 milione e 700.000 euro.
I due progetti, rientranti nelle
opere di immediata cantierabilità, sono stati approvati e hanno ottenuto il finanziamento da
parte della Regione Sardegna, a
valere sui fondi Comunitari POR
FESR 2007-2013. I lavori dovranno essere conclusi entro il
30 settembre 2015.
L’intervento di riqualificazione di Piazza Ciusa, del valore complessivo di 400.000 euro,
ha l’obiettivo e la finalità di: favorire la rinascita di un Centro
Commerciale Naturale come
punto di riferimento per uno
sviluppo delle attività socioeconomiche nel rispetto, valorizzazione e recupero del patrimonio
esistente; aumentare il livello
di sicurezza per i pedoni con
l’eliminazione delle barriere
architettoniche; dare un contributo al completamento della riqualificazione del sistema delle piazze di Carbonia, valorizzando il patrimonio architettonico della Città. I lavori consistono nella creazione di un “salotto urbano”, capace di accogliere cittadini e clienti degli
esercizi commerciali, attraverso
l’ampliamento dei nuovi spazi pedonali, ad oggi sostanzialmente
delimitati dai portici. La definizione di nuovi spazi pedonali sarà ottenuta riducendo l’ampia sede stradale, in corrispondenza del grande spazio vuoto di
piazza Ciusa. I nuovi spazi saranno pavimentati con lastre di
granito grigio, sia nell’area sotto i
portici, sia negli spazi vicini, dove saranno collocate le panchine,
i pali luminosi, gli alberi e ulteriori elementi di arredo urbano. I
lavori prevedono l’abbattimento
delle barriere architettoniche, grazie alla geometria dei nuovi spazi
pavimentati e grazie all’inserimento di alcuni accessi che daranno la possibilità di raggiungere più facilmente gli spazi dei
portici. È previsto, inoltre, l’inserimento di “maniglioni” corrimano (particolarmente indicati per gli anziani, i bambini e
tuzione, con tecnologia LED di
varia potenza, di oltre 1.500
corpi illuminanti (oggi dotati di
lampade ai vapori di sodio ad
alta pressione). Con questo intervento di riqualificazione si
provvederà a sostituire un ulteriore 25% dell’impianto di illuminazione cittadino, costituito
da un totale di 6.219 centri luminosi.
I nuovi corpi illuminanti avranno un consumo energetico ridotto del 45-50% rispetto a quelli
precedenti, permettendo quindi
un risparmio consistente.
«Con i lavori di Piazza Ciusa, da una parte si vuole prose-
Il Mercato Civico e Piazza Ciusa.
i cittadini con problemi di mobilità), per favorire l’accesso ai
portici attraverso le scale.
La riqualificazione tecnologica e l’efficientamento energetico di parte dell’impianto
di illuminazione pubblica del
Comune di Carbonia - del valore
complessivo di 1.300.000 euro
- ridurrà i consumi energetici e le
emissioni, attraverso l’utilizzo di
nuove soluzioni tecnologiche.
Il progetto, che è la prosecuzione di un intervento già in corso
da diversi anni, prevede la sosti-
guire nel progetto di riqualificazione architettonica di Carbonia, rendendo gli spazi pubblici sempre più a misura di cittadino, dall’altra si vuole contribuire alla ripresa dell’attività
commerciale del Centro che, negli
ultimi anni, affronta grosse difficoltà - spiega l’Amministrazione -. L’intervento sull’illuminazione porterà un’importante
riduzione dell’impatto ambientale e un risparmio che potrà essere destinato ad altri interventi
per la Città.»
Bando per la gestione degli impianti sportivi
I
l Comune di Carbonia ha
pubblicato il Bando di gara
con procedura aperta per la
concessione della gestione
degli impianti sportivi comunali senza rilevanza economica
di Is Gannaus e Cortoghiana.
È possibile scaricare il Bando
dal sito www.comune.carbonia.
ci.it (sezione Bandi di Gara Concessione di Beni).
Le domande di partecipazione devono essere presentate
all’Ufficio Protocollo del Comune di Carbonia, in Piazza
Roma 1, tramite raccomandata
A/R, corriere autorizzato, posta celere o consegna a mano,
entro e non oltre le ore 12.00 del
27 aprile 2015.
Ulteriori informazioni possono essere richieste presso l’Ufficio Pubblica Istruzione in via
Mazzini 68. Tel. 0781.663858.
Bando assegnazione 60 alloggi a canone convenzionato
L
’Amministrazione del
Comune di Carbonia
informa che è stato
pubblicato il Bando per
l’assegnazione di 60 alloggi a
canone convenzionato, di proprietà di A.R.E.A. (Ex Iacp),
situati in via Ogliastra.
Il Bando riguarda:
• 20 alloggi di tipologia “bifamiliare” in locazione permanente;
• 20 alloggi di tipologia “bifamiliare” in locazione per almeno 8 anni con proprietà differita;
• 20 alloggi tipologia “bifamiliare” in locazione a termine
per almeno 15 anni.
Dei 60, 16 alloggi (della tipologia in affitto per almeno 8
anni con proprietà differita) sono in via di ultimazione, mentre gli altri 44 sono in fase di
costruzione.
Le domande devono essere
presentate entro le ore 12.00
del 16 marzo 2015:
- a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune di
Carbonia in Piazza Roma;
- spedite con raccomandata
A/R (in tal caso farà fede il timbro dell’ufficio postale) al seguente indirizzo: Comune di
Carbonia - Ufficio Patrimonio,
Politiche per la Casa, Piazza
Roma 1, 09013 Carbonia.
I moduli possono essere ritirati presso: la Portineria del
Comune di Carbonia (Uscieri,
piano terra Palazzo Comunale); le sedi delle ex Circoscrizioni di Cortoghiana e Bacu
Abis; la sede di AREA, distretto di Carbonia, via Angioy 2;
scaricati dal sito internet www.
comune.carbonia.ci.it (sezione
Bandi e Concorsi - Altri Bandi).
Per ulteriori informazioni,
l’Ufficio Politiche per la Casa, al primo piano del Palazzo
Comunale potrà essere contattato dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 12.00. Telefono:
0781.694232 - 0781.694247.
I bandi per i terreni comunali
Bando per terreni area “Sa
Perda Bianca - Carbonia 2”
Sono stati riaperti i termini
per la vendita dei lotti edificabili situati nell’area “Sa Perda Bianca - Carbonia 2”. La
priorità sarà data alla categoria dei “singoli cittadini”, seguirà la categoria delle “Imprese di costruzione e loro
consorzi”.
Le domande devono essere
presentate entro le ore 12.00 del
27 marzo 2015.
I lotti hanno una superficie
che va da un minimo di 237 sino ad un massimo di 421,52 mq
e un costo di 61,08 euro a mq
(più 20,21 euro a metro cubo
per le opere di urbanizzazione
primaria). La tipologia delle costruzioni prevista è quella bifamiliare.
Sarà data priorità di scelta,
nell’assegnazione, ai partecipanti al precedente bando pubblicato in data 5 marzo 2014.
Bando per terreni Piano di
Zona Cortoghiana
Nuova scadenza per partecipare al Bando Pubblico che
permette l’acquisto di terreni
edificabili (sublotti 50B e 50C)
disponibili nel Piano di Zona
“Ampliamento Cortoghiana”
destinati ai cittadini che intendono realizzare direttamente gli
interventi di costruzione dell’abitazione per il proprio nucleo familiare.
Le domande devono essere
presentate entro le ore 13.00 del
27 marzo 2015.
I terreni, che consentono la
realizzazione di alloggi a schiera, hanno il costo di 9.167,40
euro, comprese le urbanizzazioni primarie. Ciascun terreno è
grande 180 metri quadri.
Bando terreni via Brigata
Sassari - via Balilla - via Sguotti
L’Amministrazione del Co-
mune di Carbonia informa che
sono stati riaperti i termini per
presentare le domande di partecipazione al Bando per l’acquisto di terreni edificabili situati nell’area compresa tra via
Brigata Sassari, via Balilla e via
Sguotti.
Le domande dovranno essere presentate entro le ore 12.00
del 30 marzo 2015.
I dieci lotti, che hanno una
superficie di 440 mq (8 lotti) e
320 mq (2 lotti), hanno un costo di 96,15 euro a mq (più 33,07
prese le urbanizzazioni primarie. Ciascun terreno è grande
156 metri quadri.
Come Consegnare le domande
Per ciascuno dei 4 bandi le
domande dovranno essere indirizzate al Comune di Carbonia - Ufficio Patrimonio, Piazza Roma n. 1 - 09013 Carbonia
e consegnate all’Ufficio Protocollo Generale del Comune
di Carbonia (palazzo Comunale, Front Office) o inviate tra-
La planimetria del Piano di zona “Sa Perda Bianca”.
euro a metro cubo per le opere
di urbanizzazione primaria).
Bando terreni Piano di Zona
Santa Caterina
Sino alle ore 13.00 del 30 marzo 2015 è possibile presentare la
domanda di partecipazione al
Bando per l’acquisto di terreni
edificabili (sublotto 1D) disponibile nell’ambito del Piano di
Zona “Santa Caterina”. Possono partecipare i “singoli cittadini” che intendono realizzare
direttamente gli interventi di
costruzione dell’abitazione per
il proprio nucleo familiare.
I terreni, che consentono la
realizzazione di alloggi a schiera, costano 18.112,28 euro, com-
mite raccomandata A/R. In caso
di spedizione tramite raccomandata A/R farà fede il timbro
postale.
I bandi e i moduli di domanda potranno essere ritirati presso
la portineria del Comune o scaricati dal sito internet del Comune di Carbonia, all’indirizzo
www.comune.carbonia.ci.it,
nella sezione Bandi e Concorsi
- Altri Bandi.
Informazioni
Ufficio Patrimonio dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00
alle ore 12.00; il martedì pomeriggio dalle ore 16.00 alle ore
17.00. Telefono: 0781/694281694232-694237.
La Mostra “Camera Obscura” sarà visitabile fino al 20/05
L
a Mostra “Camera Obscura”, della scultrice Anna Saba, inaugurata lo scorso 20 febbraio, sarà visitabile sino al 20
maggio 2015 presso il PAS
Museo Paleontologico E.A.
Martel del Comune di Carbonia, nella Grande Miniera di
Serbariu.
Alcune volte nelle mostre dei
diversi Musei, anche quelli più
grandi e famosi, nelle descrizioni degli oggetti esposti, compaiono termini scientifici che
aprono le porte a numerosi dubbi. La Camera Obscura realizzata da Anna Saba nel Museo
Paleontologico cerca di elimina-
re queste incertezze, facendo
scoprire al visitatore, attraverso reperti reali e quattro “falso
similitudini” da lei create, come
si possa indagare con gli occhi
della fantasia ed essere capaci
di distinguere il vero dal falso.
Le opere, concepite e realizzate da Anna Saba, riproducono
resti che si possono immaginare in un Museo e sono segni che
nascono dai reperti di una esposizione, in questo caso di un museo paleontologico, luogo della
memoria per eccellenza.
I visitatori, seguendo le “orme di Darwin”, saranno accompagnati e guidati lungo tutto il percorso espositivo.
All’interno del Museo è stata allestita anche la rappresentazione di una vera e propria camera oscura, che permetterà, a
grandi e piccoli, attraverso fori
applicati ad una parete, di osservare il laboratorio di Darwin e
di fare un affascinante “viaggio” all’interno del suo mondo.
La Mostra è visitabile tutti
i giorni, escluso il lunedì, dalle
ore 10.00 alle ore 18.00.
Il Comune di Carbonia invita i cittadini e le scuole a visitare
la mostra.
Telefono: 0781.662199 - Email: [email protected] - guide
@pasmartel.it - Direzione: dire
[email protected]
è stato selezionato il progetto grafico per la “Panchina libro” dell’Istituto scolastico Deledda - Pascoli di via Balilla
È
stato scelto il progetto
grafico-pittorico che
arricchirà la “panchina - libro”, installata
nella sede di via Balilla dell’Istituto comprensivo Deledda - Pascoli. Questa iniziativa
rientra nel progetto-concorso
ideato dalla SO.MI.CA: “Il libro dei sogni - il futuro che vorrei”.
Il progetto consiste nella installazione di una panchina a
forma di libro, resa originale
grazie al progetto grafico che
sarà realizzato dagli stessi studenti che lo hanno ideato. La
“panchina - opera d’arte” rappresenta un libro aperto che raccoglierà, su “due pagine”, i sogni dei giovani sul proprio futuro. Per raggiungere questo
obiettivo gli alunni della scuola
sono stati impegnati nell’ideazione del progetto grafico. Dopo una prima preselezione, la
La panchina libro.
Commissione esaminatrice ha
scelto tra i tre lavori presentati
dalle classi tenendo conto dell’originalità, dei contenuti artistici e dell’attinenza alla tematica del progetto.
La “panchina - libro” sarà
presentata a completamento dei
lavori. Attraverso questo progetto, che sarà proposto anche ad
altri Istituti scolastici, si è voluto mettere insieme i sogni e le
capacità artistiche dei giovani,
aiutandoli a riflettere su quello
che vorranno dalla vita di domani e sul come impegnarsi per
realizzarlo.
Il Sindaco e l’Amministratore Delegato della SO.MI.
CA. ringraziano gli studenti,
gli insegnanti e la Dirigente
Scolastica dell’Istituto Comprensivo Deledda - Pascoli,
per aver accolto il progetto con
grande entusiasmo e impegno.
IL NUMERO 279 4-9_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:23 Pagina 2
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
9
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Lo scorso 17 gennaio, con la festa di sant’Antonio Abate, il Carnevale dell’anno 2015 è entrato in piena attività
L’antica leggenda dei maiali minatori
Carbonia è forse l’unica città sarda a non avere alcuna maschera la cui origine si possa far risalire ad una tradizione popolare antica.
I
l 17 di gennaio, con la festa di
sant’Antonio Abate, o come si
dice in numerosi luoghi della
Sardegna, di sant’ Antonio de su
fogu, il carnevale dell’anno 2015 è
entrato in piena attività.
Sant’Antonio de su fogu perché
la leggenda narra che il santo monaco, abbia donato all’uomo, che ancora non ne aveva il dominio, il fuoco,
rubandolo alle braci infernali, approfittando del trambusto provocato dal
maialino che era entrato nell’inferno,
sfuggendo alle mani del suo protettore.
Ecco spiegata la presenza del porcellino, che compare nell’iconografia tra
le braccia del Santo, il quale tra le sue
numerose incombenze avrebbe anche
quella di protettore degli animali.
Ogni paese, anche in Sardegna, ha
per il carnevale, una maschera tipica,
spesso anche uguale o simile a quella di altre comunità, la cui origine si
perde, per usare una frase fatta ed abusata, nella notte dei tempi.
Ecco allora che Mamoiada ha le sue
maschere antichissime dal terrificante aspetto, i Mamuthones, Ottana ha i
boes dalle lunghe corna, i merdules e
sa filonzana, terribile parca nostrana
che con un taglio netto delle sue forbici da tosatore, spezza il filo della vita, a Orotelli i Turpos, sa maschera a
lenzolu di Aidomaggiore, e così di
seguito con l’esercito di Maimones,
Urtzus, Bardianos, Majaias, Bundus
o gli inquietanti Colonganos, fino a
re Jorgi, re Giorgio, il fantoccio che
viene bruciato nell’ultimo giorno della
festa come simbolo di morte e rinascita della natura in primavera, stagione
annunciata e propiziata dalla fine del
carnevale.
Carbonia è, forse, l’unica città della
Sardegna a non avere alcuna maschera la cui origine si possa far risalire ad
una tradizione popolare antica, di quelle che i nonni tramandano ai loro nipoti e che hanno ricevuta in eredità dai
loro antenati, attraversando gli anni e
le generazioni.
è questa una condizione ovvia, dato che la nostra è, come direbbero gli
inglesi che di tradizioni se ne intendono, una new town, una città nuova,
contando appena 76 anni e qualche
mese, un’età considerevole per un essere umano ma, ritenuta poco più che
neonata, per la vita di una città.
Iglesias, di anni, ne conta almeno
758, per non parlare dalle più antiche
Porto Torres, Alghero, Sassari e Cagliari o della vicina Sant’Antioco, che
gli anni li conta a millenni, potendo
vantare, nientedimeno che lontanissime origini fenicie, centinaia di anni
prima dell’era cristiana.
Ma giovani o vecchie che siano le
città, prima o poi danno vita alle loro
particolari tradizioni. Ecco allora che
si è cercata una maschera, che in qualche modo fosse ancorata a qualche
aspetto specifico e caratterizzante della
città e dei suoi abitanti.
Qual è, ci si è chiesti, l’elemento
più significativo della città, che le ha
addirittura dato il nome?
Il Carbone, è ovvio, è stata la naturale risposta. Poi, per creare un qualcosa che potesse essere una maschera, le si è aggiunto, artificiosamente,
un animale cornuto non legato ad alcun fatto, episodio o ricordo che, in
qualche modo, lo giustificasse. è nato così Crabò, una sorta di chimera,
un capro tutto nero, di aspetto vagamente diabolico.
Ora, tutto è lecito in carnevale, ma
mi domando, non sarebbe meglio legare questa nascita ad un episodio, ad
un fatto accaduto o a un personaggio
realmente esistito?
Avanzo, dunque, un invito ai vecchi minatori, a coloro che parteciparono alla fondazione della città a far
emergere dai propri ricordi qualche
fatto o personaggio che potrebbe ispirare la maschera di Carbonia. Poiché
però, chi predica deve almeno un poco razzolare, comincio io ad offrire un
primo contributo in questa ricerca.
Ecco un episodio, accaduto nei pri-
Pastori, contadini e reduci erano
stati assunti in gran numero e, chi poteva, si ingegnava con lavoretti extra
ad arrotondare il magro salario.
Chi coltivava un orticello, chi integrava il cibo acquistato al mercato
o allo spaccio, con verdure colte nei
campi, o chi, come Pietro, allevava un
piccolo branco di porci che, con il permesso della società, faceva pascolare e ingrassare nei terreni della Carbosarda, tra tralicci metallici dei pozzi minerari e mucchi di sterile.
Il luogo preferito, da Pietro, per il
pascolo dei maiali, era una porzione
di terreno, oggi compresa tra i supermercati Lidl ed Eurospin.
Era quella, una zona il cui sottosuolo era tutto un intrico di gallerie per
la coltivazione mineraria e, alcune di
queste (gallerie), si trovavano molto
vicine alla superficie, tanto vicine che
la volta di una di esse, indebolita da
recenti pioggie, cedette d’un tratto,
coinvolgendo nel crollo il branco di
porci di Pietro, momentaneamente incustodito perché, il proprietario era
La maschera Crabò.
La maschera dei mamuthones.
mi anni del dopoguerra: mi è stato
raccontato da un vecchio minatore di
Carbonia, il cui nome, come chiesto
da lui, per ora non svelerò.
Erano quelli gli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale e l’Italia tutta era
cosparsa di macerie e distruzioni, e
non solamente materiali.
Il nostro territorio, che aveva attraversato quella tragedia pressoché
indenne dagli orrori di un’occupazione militare e dalla guerra civile, era
comunque economicamente in condizioni di grande povertà.
Fortunatamente la ricostruzione del
Paese richiedeva l’utilizzo di ogni risorsa disponibile, quindi anche il carbone del Sulcis, pur non essendo di ottima qualità, doveva essere estratto e
utilizzato per produrre calore ed energia. Le miniere erano dunque aperte e
la produzione incrementata. Un lavoro
in miniera era ambito e relativamente
facile da ottenere, anche se gli stipendi
erano modesti e aggrediti dalla svalutazione che, inevitabilmente era sopraggiunta a seguito della sconfitta.
al lavoro. Sprofondarono dunque gli
animali nel sottosuolo, insieme alla
terra del crollo, per cui, non potendo
più risalire alla superficie, cominciarono a vagare placidamente nelle gallerie. Fino a che, giunta ormai l’ora vicina alla fine del turno, si imbatterono
in un gruppo di minatori che si avviavano verso la gabbia per la risalita.
Supponiamo che lo stupore degli
operai vedendosi davanti, nella luce
fioca delle lanterne il branco grufolante, fosse maggiore di quello dei maiali
che volevano continuare la loro esplorazione sotterranea. Certamente si sa,
che superati i primi momenti di sorpresa cominciarono le risate e i commenti salaci, mentre già si scatenava
l’inseguimento ai corpulenti visitatori.
Ma aundi seus, anti pigau a trabballai finzas is proccus?
Labai, labai commenti d’anta a
pagai? A figumorisca? Custa mi da
deppu arregordai, ci funti puru is proccus minadoris.
Ecco come nacque la leggenda dei
maiali minatori.
Giuseppe Mura
Le spiagge sarde si confermano tra le più belle d’Italia
Tripadvisor premia il mare sardo
«L
a Sardegna conferma lo straordinario
risultato del 2014: è
l’ulteriore testimonianza dell’appeal delle spiagge
sarde, certificata dal giudizio dei
viaggiatori, cui speriamo si ispirino le scelte di potenziali nuovi turisti». è questo il commento dell’assessore del Turismo, Artigianato e
Commercio, Francesco Morandi,
alla notizia che conferma l’isola, con
5 spiagge nella top 10 italiana, la regione più premiata al Tripadvisor
travelers’ choice beaches awards 2015.
«L’eccellenza ambientale e naturalistica, e in particolare la bellezza delle coste preservata grazie
alla tutela e alla valorizzazione da
parte delle amministrazioni e delle
comunità locali, è uno dei tratti distintivi della Sardegna, nonché una
delle dimensioni qualificanti della
vision strategica della Regione,
ossia l’Isola della qualità della vita
- aggiunge l’assessore - la campagna
promozionale della Regione su settimanali e mensili rafforzerà questo
risultato.»
Le 5 spiagge isolane nella clas-
(nona) e Capriccioli ad Arzachena
(decima).
I vincitori dei Travelers’ Choice
Beaches Awards sono stati decretati
La Pelosa di Stintino.
sifica nazionale sono La Pelosa a Stintino (terza), Cala Mariolu a Baunei
(quarta), Porto Giunco a Villasimius
(ottava), La Cinta a San Teodoro
sulla base della qualità e quantità delle recensioni e del giudizio attribuito
alle spiagge dai viaggiatori su Trip
Advisor negli ultimi 12 mesi.
Al teatro Electra la presentazione di un libro e uno spettacolo
8 marzo, a Iglesias due iniziative culturali
Q
uest’anno, in occasione della Festa della Donna, il
Teatro Electra ospiterà due
iniziative culturali e di
spettacolo organizzate dall’Associazione “Io non ho paura” e dall’Ente Concerti “Città di Iglesias”.
L’8 marzo è il giorno in cui ricorre la Giornata Internazionale della Donna per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed econo-
lavorare. Lo sciopero si protrasse per
alcuni giorni finché, l’8 marzo, il proprietario Mr. Johnson bloccò tutte
le porte della fabbrica per impedire
alle operaie di uscire dallo stabilimento. Ci fu un incendio doloso e le
129 operaie prigioniere all’interno
dello stabilimento morirono arse dalle fiamme. Da allora, l’8 marzo è stata
proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne.
Programma della serata:
ore 17.00 - “8 marzo: Non c’è niente da festeggiare”. Presentazione del
libro di Angelica Piras “Regina delle ombre in Asulu Bisendi”. Concluderà il Coro di Iglesias. A cura dell’Associazione “Io non ho paura”.
ore 18.30 - “Non solo 8 marzo”.
Con Nadia Pische, Valeria Lilith
Finazzi, De Rita, Susanna Moujie
Montis, Maria Paola Loi, Piera Bua
miche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui le donne sono
ancora fatte oggetto in molte parti
del mondo. La data si riferisce ad un
avvenimento che ha avuto luogo a
New York, quando 129 operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a
La commemorazione delle vittime è
stata accolta nel mondo come la giornata simbolo del riscatto femminile.
L’iniziativa di celebrare la giornata internazionale della donna fu
presa per la prima volta nel 1910 da
Clara Zetkin a Copenaghen durante
la Conferenza internazionale delle
donne socialiste.
Artemisia, Manola Cirronis, Loriana Pitzalis, Anthea Atelier Nené
Sorgia, Ilaria Fanni, Petula Farina,
Maria Fracesca Pilloni, Alessia Tudino. Direttore artistico: Gianluca
Erriu. Presenta: Nadia Pische. Service: Gennarta Servizi. A cura dell’Ente Concerti “Città di Iglesias”.
Modesto Melis ritorna tra i banchi della scuola primaria
Reportage di vita vissuta in un lager
L
a realtà tremenda dei lager
nazisti, il più grande “omicidio di massa” di sempre,
una tragedia senza precedenti che non dovrà ripetersi mai
più.
Tanti numeri a descriverla, numeri freddi che sembrano essere inferiori a quelli reali, numeri incompleti che hanno distrutto intere famiglie e riempito pagine di storia. Cifre che hanno lasciato senza fiato la
IV b della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta di Carbonia,
ma scriviamoli questi numeri... per
meglio capire quante vite umane sono state sacrificate per opera della
“macchina della morte” messa in
moto dalla Germania nazista...
⁃ 6 milioni di ebrei morti nei lager e negli omicidi di massa;
⁃300.000 zingari Rom e Sinti morti nei campi di concentramento, anche
se numerose ricerche, portate avanti nel tempo, riportano cifre che potrebbero contare fino a 800.000 vittime;
⁃ 300.000 esseri umani affetti da
disabilità mentale o fisica, “eliminati” perché improduttivi;
⁃ 100.000 oppositori politici del
regime nazista uccisi;
⁃ 25.000 omosessuali;
⁃ 5.000 testimoni di Geova.
Numeri tragicamente approssimativi... perché alle vittime dell’Olocausto, vanno aggiunti i tanti milioni di persone che persero la vita in
rappresaglie o stragi.
Il 12 febbraio scorso, proprio «per
ricordare le tantissime persone...
uomini, donne e bambini, che non
sono potuti ritornare a casa e che
sono stati privati della loro libertà»,
Modesto Melis, un deportato che è
stato prigioniero nel campo di concentramento di Mauthausen, ha incontrato gli alunni della IV b che
hanno ascoltato rapiti l’esperienza
vissuta e che hanno fatto innumerevoli domande, attente e precise, tant’è che nei loro quaderni si legge:
Signor Modesto ci dava risposte a
volte belle, a volte brutte ma sempre
con il sorriso... grazie a signor Modesto abbiamo capito meglio il passato... ha visto uccidere molte persone senza motivo... ci facevano mettere i morti nelle carriole e poi dovevamo portarli nei forni a bruciare... e poi ha dovuto uccidere delle
persone perché doveva scegliere tra
la sua vita e la loro... anche la diret-
grazie a signor Modesto ora sappiamo che sono accadute cose che neanche potevamo immaginare... la risposta più brutta è stata quando ci
ha detto che i bambini erano improduttivi e per questo venivano lanciati
o fucilati...
Certo non è stato facile parlare di
un argomento così “crudo”, a momenti il silenzio che seguiva certe risposte era carico di commozione, ma
trice lo ha ascoltato meravigliata come noi... e quando signor Modesto
parlava, nessuno di noi fiatava, ascoltavamo tutti... ci ha raccontato che il
cibo era pochissimo e per mangiare
si dovevano costruire i cucchiai, che
ogni giorno gli venivano portati via...
i bagni erano una fossa enorme, con
una tavola appoggiata, dove le persone si sedevano per fare, davanti a
tutti, i loro bisogni e c’era una grande puzza... quando è rientrato a casa era talmente magro che come lo
ha visto la sua mamma è svenuta...
“le pillole di storia” di signor Modesto hanno sicuramente “seminato” tra
i bambini accenni di riflessioni per
crescere, in vista di un futuro segnato
e formato da adulti migliori, sensibili ai bisogni di tutti, attenti al rispetto del singolo e della sua diversità
intesa come un valore aggiunto.
Grazie Signor Modesto... grazie
di cuore...
Maestra Nadia e gli alunni della IV b della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo Satta di
Carbonia
IL NUMERO 279 5-8_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 08:44 Pagina 1
8
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
è stato presentato la scorsa settimana il 15° rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna redatto dall’Arpas
Cresce la cultura della raccolta differenziata
La Sardegna si attesta quasi 9 punti sopra la media nazionale e molto al di sopra delle medie delle regioni del Sud e del Centro.
L
a Sardegna, con il 51% di
raccolta differenziata, è all’8° posto tra le regioni italiane più virtuose. L’eccellente risultato è emerso nel corso della presentazione del 15° rapporto sulla gestione dei rifiuti urbani in Sardegna, redatto dalla Sezione regionale del Catasto dei rifiuti dell’Arpas,
con la collaborazione degli Osservatori Provinciali dei rifiuti e dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente
della Regione, fatta dall’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente,
Donatella Spano.
La Sardegna si attesta quasi 9 punti sopra la media nazionale e molto al
di sopra della medie delle regioni del
Sud (28,9%) e del Centro (36,3%), su
livelli comparabili con alcune regioni del Nord Italia, come Emilia Romagna (53%) e Lombardia (53,3%),
ma ancora distante dal risultato del
Veneto e del Trentino Alto Adige (entrambe al 64,6%).
«Siamo più che soddisfatti di questi dati, che dimostrano che gli indi-
rizzi che stiamo seguendo sono buoni
e le politiche regionali efficaci» ha
affermato l’assessore della Difesa dell’Ambiente annunciando l’avvio dei
lavori, in tempi brevi, per l’aggiornamento del Piano e per redigere un disegno di legge sui rifiuti.
«Rileviamo con soddisfazione che
diminuisce la produzione di rifiuti, ma
esiste una grande disparità tra i comuni, nella raccolta di differenziata,
che oscilla tra il 75% e il 20%. Per
raggiungere l’obiettivo del 65 per
cento - ha aggiunto l’assessore - deve
migliorare la raccolta nei grossi centri e dei comuni costieri. È nostra
intenzione continuare nell’educazione e sensibilizzazione per migliorare
la raccolta, recuperare materiali come il legno e accelerare per la realizzazione degli ecocentri già finanziati.»
Il rapporto, relativamente al 2013,
evidenzia un calo del quantitativo totale dei rifiuti raccolti sul territorio regionale e in particolare una diminuzione dei rifiuti a smaltimento. Lieve
incremento del livello della raccolta
differenziata, che raggiunge il 50,9%, e
lieve aumento, dopo l’inversione di
tendenza del 2012, del totale dei rifiuti differenziati raccolti, grazie anche all’avvio a regime di raccolte ad
alta efficienza in alcuni comuni di
impatto rilevante.
L’aggiunta di una nuova linea di
compostaggio in esercizio, e la messa a regime delle linee attivate nel
2012, ha consentito il pressoché totale recupero della frazione organica da
raccolta differenziata. Si rileva una
consistente diminuzione della quantità dei rifiuti mandati direttamente a
discarica senza pretrattamento.
Accelerare il passaggio verso il
65% della raccolta differenziata e
completare la dotazione impiantistica di recupero di energia e materia
sono oggi gli obiettivi delle politiche
regionali di pianificazione e di incentivo, anche in vista del raggiungimento dei target di recupero effettivo
per il 2020 e di riduzione dei rifiuti
biodegradabili in discarica per il 2018.
Il commissario Federico Testa ha inaugurato la prima sede sarda
L’Enea trova casa al Centro Ricerche Sotacarbo
I
l commissario Enea, Federico
Testa, ha inaugurato la prima
sede in Sardegna dell’Agenzia
nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile.
L’Enea, che può contare su 9 centri di ricerca nel territorio nazionale
e oltre 2.700 è anche socio al 50%,
assieme alla Regione Sardegna, della
Sotacarbo. E proprio nell’ex miniera di Serbariu a Carbonia, che ospita
il Centro ricerche Sotacarbo (5.500
mq di superficie coperta, due impianti di gassificazione), Enea ha aperto
la sua prima sede nell’Isola.
«Studi e ricerca - ha detto Testa
- saranno sempre più importanti
ma il destino dei centri di ricerca
pubblici dipenderà dalla capacità
di far capire perché serviamo.»
Il professor Testa, dopo aver sottolineato il grande apprezzamento per
le attività svolte dai tecnici Enea e
Sotacarbo nei primi mesi di attività
del Polo tecnologico per l’Energia
Pulita, avviato lo scorso agosto, ha
ribadito l’importanza per la ricerca
finanziata con i soldi pubblici di far
capire a istituzioni e collettività, che
studi e tecnologie sono utili per il territorio, per le persone, per migliorare le condizioni di vita complessive.
In tema di efficienza energetica,
la necessità di armonizzare gli obiettivi regionali con quelli nazionali e
europei, è uno dei compiti che Sotacarbo sta portando avanti su precisa
indicazione della Regione Sardegna.
«L’apertura di questi uffici nel
nostro Centro - ha commentato il
presidente Sotacarbo, Mario Porcu -,
contribuirà a consolidare e intensificare i legami anche tra Enea e Regione, per coordinare al meglio i tanti
progetti comuni».
«Oltre alle tante attività che hanno accomunato Enea e Sotacarbo
in passato, è sostanziale dimostrarsi in grado di cogliere le sfide
del futuro - ha ribadito il professor
Federico Testa -. È necessario far
passare il messaggio che non cambiare caldaie vecchie di sessant’anni nelle scuole, in nome della
spending review, non garantisce un
risparmio né in termini finanziari
né in termini ambientali: la sostituzione con un sistema moderno verrebbe ammortizzata in cinque anni,
e il beneficio sarebbe immediato,
anche dal punto di vista ambientale.»
Il movimento partite iva lancia una battaglia contro la burocrazia
Nel Sulcis in 2 anni sono “morte” 1.250 imprese
I
l Movimento Partite Iva Sulcis
Iglesiente, scende in campo
contro la burocrazia e avvia un
censimento per conoscere lo
stato di attuazione di tutti i progetti
fermi a causa della lentezza amministrativa.
«Non possiamo permetterci di
ostacolare neanche il più piccolo
investimento. Abbiamo urgente necessità di liberare le poche risorse
disponibili, dei privati pronti ad investire, soprattutto per riavviare il
settore edile dove è possibile riscontrare le più profonda situazione di
crisi», afferma Paolo Bullegas, presidente del movimento.
I dati economici del territorio,
ed in particolare quelli riguardanti le
partite iva, sono disastrosi: oltre 1.250
imprese hanno cessato l’attività negli
ultimi 2 anni; nel solo 2014 sono state contate oltre 1.100 imprese inattive, soggette a procedure concorsuali
o in liquidazione. E le stime sulle
prospettive economiche sul 2015 sono tutt’altro che rassicuranti per le
imprese che tentano di resistere.
L’idea dell’indagine conoscitiva
è maturata in seguito alla presa di posizione del Movimento sulla sollecita valutazione del progetto di fat-
tibilità per la realizzazione di una stazione termale nella località di Coquaddus, nel comune di Sant’Antioco.
«Dopo il nostro intervento - spiegano Corrado Di Bartolo e Elio
Cancedda, vice presidenti del Movimento - siamo stati contattati da
altri investitori che, oltre ad esprimerci apprezzamento per il nostro
Paolo Bullegas.
contributo, hanno manifestato il proprio disappunto nei confronti della
burocrazia che sta bloccando i loro
progetti di sviluppo, importantissimi
per la crescita economica del territorio. Questo ci ha indotto a predisporre un’indagine conoscitiva per
quantificare tutti i progetti in essere,
misurarne le potenzialità economiche, ma soprattutto per avviare un
confronto costruttivo con gli enti preposti. Chi ha presentato un qualsiasi progetto, e che ritiene che questo
sia fermato dalla burocrazia, e invitato a farsi avanti telefonando al
n. 3488035805, oppure inviando una
mail all’indirizzo mail info@movi
mentopartiteiva.it».
L’iniziativa vuole sollecitare un
processo virtuoso di efficace azione
amministrativa degli enti e ricercare eventuali responsabilità dei ritardi, così da favorire ogni singolo investimento, anche il più modesto.
Il Movimento, intanto, ha incontrato gli esponenti di Sulki ’n Progress, l’associazione fondata da cinque lavoratori Alcoa, che scommettono sulla realizzazione di un parco
tematico nell’isola di Sant’Antioco.
Un investimento che ha l’ambizione
di realizzare un polo turistico capace di coniugare le risorse ambientali
e paesaggistiche con lo studio della
storia millenaria della Sardegna. Il
progetto che prevede un villaggio turistico ispirato al Nuragico, segue la
sua strada con la soddisfazione dei
suoi ideatori, che stanno tallonando
il complicato iter autorizzativo.
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Quindicinale di informazione politica, economica e sociale
Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95
N° di iscrizione al ROC (Registro degli Operatori di Comunicazione): 9294
Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis
Loc. Medadeddu, 121 - Carbonia - Tel. e Fax 0781 670155 - Cell. 333 9698533
www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com
[email protected] - [email protected] - [email protected]
Pubblicità: 328 1457305 - 349 7114191 - 333 9698533
Stampa: Cooperativa Tipografica Editoriale - Loc. Sa Stoia - Z.I. Iglesias - Tel. 0781 21086
La zona naturalistica del Basso Sulcis è conosciuta dall’antichità
Porto Botte, un patrimonio
che merita di essere valorizzato
P
orto Botte, interessantissima
zona naturalistica conosciuta già dall’antichità, ha tutte
le potenzialità per potersi trasformare in un centro turistico di discreta attrazione.
La spiaggia di Porto Botte, lunga 5 km, è caratterizzata per una parte dalla sabbia bianca a granuli grossi formata dalla frantumazione delle conchiglie largamente presenti in
essa, da una parte ricoperta dalle
poseidonie e un’altra ancora dove
troviamo dune di sabbia finissima
abitate da boscaglie di ginepri coccoloni. La prima parte nella stagione
estiva è molto frequentata dai bagnanti che possono godere di servizi quali il chiosco che si prende cura anche della pulizia della spiaggia, i bagni e il salvataggio (torretta
con bagnini). L’acqua è limpida e
turchese le prime ore della mattina
e va un po’ ad intorbidirsi con l’entrata delle correnti generate dalla presenza severa del maestrale che colpisce spesso la zona; questo, purtroppo, è motivo di scarso apprezzamento da parte dei bagnanti più
giovani che preferiscono spiagge se
vogliamo più in “voga” ma meta
principale di altri che da varie parti
d’Europa popolano la spiaggia e
che proprio grazie al vento possono
praticare il kite-surf, amatissimo
sport che sta prendendo sempre più
piede.
Porto Botte fa parte di tre stagni
della zona sud-occidentale dell’isola, gli altri due sono lo stagno di Mulargia e di Baiocco; Porto Botte e
Mulargia si affacciano sul vasto golfo di Palmas e sull’isola di Sant’Antioco dalle quali saline sono separate dal sistema deltizio del rio Palmas;
i tre bacini fungono da vasche evaporanti per le saline di Sant’Antioco.
Il paesaggio vegetale di Porto Botte
è costituito da una vasta varietà di
piante, di cui troviamo prevalentemente il salicornium, specie alofile
diffusa vista l’elevata concentrazione
salina delle acque; troviamo poi la
Tamarix Dalmatica, tamerici di importanza fitogeografica in quanto localizzata in poche zone della Sardegna, il lentisco e ancora vaste praterie
alofili e vasti pascoli inondati mediterranei, steppe salate mediterranee,
praterie di posidonie; un habitat tale
che ha permesso la presenza e la riproduzione di varie specie animali
come una grande colonia di fenicotteri rosa, il falco di palude, l’airone
rosso, il pollo sultano, il barbagianni,
il martin pescatore, la civetta, il gabbiano reale, l’allodola, il pettirosso,
te in strutture ricettive, come la vecchia costruzione del lido sulla spiaggia, un tempo molto ambita come
punto di incontro per serate danzanti ed altro.
Porto Botte.
la raganella tirrenica, il geco verrucoso, il biacco e tantissime altre specie.
Inoltre, tra gli stagni si è formata una lunghissima stradina che è
percorribile sia a piedi che in bici
attraverso la quale si può ammirare
questo stupendo scenario variegato
di tante specie animali e vegetali.
Porto Botte, purtroppo, come tante altre risorse di cui dispone il no-
Abbiamo una ricchezza immensa, e perché allora non prendercene
cura ed utilizzarla anche per produrre una economia fondata prevalentemente sul turismo? Ci sono regioni in Italia (senza espatriare) dove riescono a valorizzare perfino le
pietre. Cosa stiamo aspettando? Forse ognuno di noi dovrebbe fare la
sua parte per cercare di incentivare
Lo spettacolo dei fenicotteri rosa negli stagni di Porto Botte.
stro territorio, è stata abbandonata al
degrado e alla mancanza di una tutela adeguata, varie costruzioni decadenti e che producono solo inquinamento potrebbero essere trasforma-
un cambiamento profondo nella ormai radicata cultura di noncuranza
di ciò che ci circonda e che ci caratterizza un pò tutti.
Roberta Leone
Nuova iniziativa dell’associazione culturale Sardinian Events
A Portoscuso la suggestiva processione dei Magi
N
el freddo pomeriggio del
6 gennaio a Portoscuso,
ad opera dell’Associazione Culturale “Sardinian
Events”, si è snodata tra le vie del
paese la prima edizione della “Carovana dei Magi”, il corteo storico
in costumi orientali, che ha portato calore e sorrisi tra la gente accorsa aegli angoli delle strade ad assaporare la magica atmosfera, che solo le feste natalizie sono in grado di
regalare.
Mentre a piedi venivano portati dai popolani doni d’ogni dire, i
Magi sontuosamente vestiti su
splendidi esemplari di cavalli, un
piccolo asinello dava da fare alla popolana che cercava di “domarlo”
mentre, insieme agli altri figuranti,
raggiungeva “Sa Caletta”. Una volta
sul posto, la commozione è stata
grande e gli applausi calorosi quando è stata rievocata l’adorazione del
bambinello, che per l’occasione è
stato impersonato dal dolcissimo Fabio Sanna, di pochi mesi.
In attesa dei Magi, il pomeriggio
è stato animato dagli “Amici della
Bussola” di Sant’Antioco che hanno fatto divertire i tanti bambini
presenti con giochi, canti e balli.
scuso, motivi di aggregazione e promuovere iniziative volte a mettere in
luce la cultura e le tradizioni locali,
L’adorazione del bambinello, uno dei momenti più suggestivi della cerimonia.
L’augurio del consiglio direttivo di “Sardinian Events” è quello
di creare anche in futuro, con la collaborazione col comune di Porto-
che da sempre insegnano un ritorno
ad un modo di vivere fatto di semplicità.
Nadia Pische
IL NUMERO 279 3-10_IL NUMERO 181 3/10 05/03/15 09:52 Pagina 1
10
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
Il 17 febbraio 1992, con l’arresto dell’ingegner Mario Chiesa, sorpreso con una tangente di 7 milioni, prendeva il via l’inchiesta
Dopo 23 anni, il teatro civile apre il sipario su Tangentopoli
Una chiacchierata con Fabrizio Coniglio, attore e regista teatrale, dallo spettacolo “Suicidi?” a “Mani Pulite”, fino al presente.
E
ra il 1992
quando
ebbe inizio, in Italia, quella che Indro Montanelli definì una “rivoluzione pacifica della società civile”,
Cinzia Crobu.
Mani Pulite o Tangentopoli, che dir si voglia.
Sono trascorsi ventitré anni, durante i quali, il Paese è andato avanti,
mettendo delle pezze ad una veste sgualcita e, spesso, insabbiando verità. Ancora oggi, risultano presunti tre suicidi
eccellenti di quel periodo: Sergio Castellari, direttore generale degli affari
economici del ministero delle Partecipazioni Statali e consulente dell’Eni, Gabriele Cagliari, presidente dell’Eni e Raul Gardini, capo indiscusso
della Montedison e maggior azionista
dell’Eni.“Tre suicidi eccellenti” è anche il titolo del libro, scritto da Mario
Almerighi, presidente del Tribunale di
Civitavecchia, dal quale ha preso vita
lo spettacolo “Suicidi?”. Non a caso
ho usato l’espressione prendere vita:
quando un libro, o una pièce teatrale ti
fanno venir voglia di domandarti perché (perché le scene dei suicidi sono
state alterate? Perché Castellari, Cagliari e Gardini si uccidono proprio il
giorno in cui dovrebbero incontrare i
magistrati? Perché hanno tutti e tre un
forte legame con l’Eni, Ente Nazionale
Idrocarburi?) e tu lo fai, ti rendi conto
di essere vivo. Subito dopo subentra,
però, il senso di inadeguatezza del cittadino onesto, nel sentire una verità che
la magistratura non ha saputo (o forse
non ha potuto) ricostruire, in quanto
estremamente scomoda. Il testo mette
in luce (sicuramente non buona) una
classe dirigente e politica che ha smarrito il senso dello Stato, che - semmai lo
abbia fatto - non sa più mettersi a servizio degli italiani, intimorita dal perdere i propri privilegi ed il potere, mentre lo Stato continua ad indebitarsi. Ho
raggiunto Fabrizio Coniglio, attore ed
autore del testo dello spettacolo, ed insieme abbiamo ripercorso la nascita di
“Suicidi?” (due attori, Bebo Storti e
Fabrizio Coniglio, hanno prestato corpo, voce, intensità - ma anche ironia - ad
una carrellata di personaggi, cogliendone accenti, movenze e peculiarità con
bravura non comune. Sono in scena uomini, donne, medici, maggiordomo,
mogli, figli e - su tutti - un cadavere a
ricordarci che la giustizia è una pianta dalle radici amare, ma dai frutti
dolcissimi, quando si riesce ad assaggiarli. La regia è a quattro mani - Storti e
Coniglio - per uno spettacolo che, dopo
aver riscosso un ottimo successo in Sardegna, qualche tempo fa, questi giorni è in scena a Roma, dove ho potuto
rivederlo e scegliere di parlarne nel
numero di questo mese, per una volta
sottraendo spazio agli spettacoli inseriti
nel calendario del Teatro Centrale).
Nell’incontro con Fabrizio Coniglio (noto anche per ruoli importanti
in fiction Rai e Mediaset, oltre che sul
grande schermo) è stata analizzata anche la natura di altri spettacoli da lui
scritti ed interpretati e l’esigenza di
un teatro che scuota l’opinione pubblica, mettendo in luce delle vicende
del passato recente, attraverso le quali
capire l’Italia di oggi.
Nulla di ciò che viene rappresentato nello spettacolo è inventato ma è
tratto da documenti, dichiarazioni e
perizie ufficiali, raccolte da Almerighi:
su questi tre morti aleggia il fantasma
del processo italiano?
«Almerighi dice ciò riferendosi al
rapporto che la giustizia ha con la
politica e con la corruzione e, di conseguenza, ai problemi della pena. Io,
personalmente, nello spettacolo tendo
a non dare una risposta, ma so per certo che raccontare la vicenda di Cagliari, Castellari, Gardini e ciò che accadde in quegli anni sia utile per capire la situazione di oggi: paradossalmente l’impunità e gli intoccabili vi
sono ancora. Ho 38 anni, nel 1992 frequentavo ancora il liceo, ma ricordo
che si respirava un’aria nuova. Era un
momento di grande trasformazione,
c’erano state anche le morti di Falcone
e Borsellino ed in qualche modo la magistratura era diventata un punto di riferimento, sembrava che, in seguito al suo
operato, il Paese potesse cambiare.»
In seguito a questi “suicidi” la magistratura finì sotto accusa e Bettino
Craxi segretario del PSI, si scagliò
contro essa (e contro la stampa) denunciando la creazione di un “clima
infame”. Oggi - dopo 23 anni - qualcuno muove, sempre ed ancora, la medesima accusa. Non trova?
«Purtroppo è così, quotidianamente. All’inizio, quando “beccarono”
l’ingegner Mario Chiesa, presidente
del Pio Albergo Trivulzio membro del
PSI milanese, mentre intascava l’ennesima tangente (- ah sì il mariuolo
n.d.r. - ) Craxi disse che si trattava di
un caso isolato, lo definì esattamente
“mariuolo”, bravissima! All’inizio,
dunque, Craxi era un garantista, era
dalla parte della magistratura e continuava a sostenere che quell’episodio fosse arginabile; una volta incriminato Chiesa lo avrebbe escluso dal
PSI e sarebbe andato avanti per la
propria strada ma - nel momento in
doversi guardare bene dentro. In questi anni di crisi, devo dire che le operazioni come la nostra, che faranno 40
date (e sono tante, mi creda), costando
meno tendono ad occupare degli spazi
che prima non erano disponibili: quando ci sono meno soldi da spendere,
inevitabilmente, si deve ricorrere ad
una scelta più democratica, dettata
dal rapporto qualità-prezzo.»
I suoi spettacoli non vogliono fornire risposte, ma stimolare la curiosità
e, forse, anche l’indignazione, di fronte ad avvenimenti ancora oggi coperti da mistero. è così, oltre che in “Suicidi?” in “Obbligo di velo” ed “In viaggio con Nicola Calipari”. Ce li può
raccontare?
«Riuscire a far porre domande alla
gente è una bella cosa ed, anche in
“In viaggio con Nicola Calipari”, cer-
Fabrizio Coniglio e Bebo Storti in “Suicidi?”.
cui Chiesa si sentì isolato - denunciò
tutte le reti interne al partito ed ecco,
in quel momento, che la magistratura
diventò cattiva. Il resto è storia nota,
di cui sono appassionato e, rivedendo
le interviste al pool di Mani Pulite, ci
si rende conto che si trattava di un
sistema generale, un uso comune trasversale, a partire dal finanziamento
illecito ai partiti, giungendo a bustarelle “personali”. Continuo a trovare
similitudini col presente e passando da
Termini cominci a vedere i nuovi socialisti, nei manifesti di propaganda.»
Il sistema uccide chi all’improvviso diventa inaffidabile?
«Eh sì, è questa la grande domanda che si pone Almerighi e che noi abbiamo riportato in scena. Se tre suicidi avvengono il giorno precedente a
quello in cui queste persone avrebbero dovuto incontrare i magistrati, c’è
qualcosa di preoccupante. Ebbene,
credo che la risposta sia tristemente
affermativa.»
Citando il testo dello spettacolo: oggi, in Italia, c’è ancora chi ha fatto dello Stato il proprio giardino privato?
«A quanto pare sì, e credo che la
situazione sia decisamente peggiorata. Onestamente, parlo in maniera neutrale, credo sia peggiorato il rapporto etico con la corruzione. Non è stato fatto un passo in avanti, ecco, ma
questa non vuol essere demagogia o
qualunquismo. Il problema, ripeto, è
proprio etico e penso che oggi la ricostruzione possa essere fatta solamente a partire dal microcosmo: ovvero la famiglia, la scuola, il teatro,
che diventano veramente delle piccole isole in cui ci si può proteggere.
Inoltre sono stufo di sentire da persone che conosco frasi del tipo: “Devo
fare quella cosa, ma magari è meglio
fare prima la telefonata così mi presento, o mi faccio presentare”; in Italia c’è l’abitudine di alzare il telefono
e di agire per interposta persona. Secondo me è sbagliato. Fortunatamente non tutti agiamo in questo modo e
il nostro paese, alle volte, dimostra delle aperture; è strano, sembra contraddittorio, ma bisogna un po’ smetterla
di parlare di un sistema per forza chiuso e, quando non si vuole aprire, bisogna pensarlo aperto.»
In tutto ciò, qual è il ruolo del teatro civile?
«Il teatro civile si occupa del potere, di ciò che è il cancro del potere,
no? Questo è quello che a me interessa, magari non lo farò a vita, ma non
posso esimermi dal farlo finché ci saranno dei temi che mi interessano, continuando ad essere più neutrale possibile, senza un colore e facendo parlare sempre i fatti. Spesso il teatro accusa il potere, ma un certo teatro ne è
vittima: interi calendari e stagioni
sono stati dettati, e lo sono ancora oggi, dal potere e quel teatro è il primo a
co di infondere dei dubbi. Siamo nel
mezzo di un finto processo, ma tutto è
tratto da documenti autentici; vengono poste delle domande a Giuliana
Sgrena, al militare che ha sparato e
all’autista che guidava e, così, lo spettatore può confrontare le varie versioni e porsi degli interrogativi, valutando le incongruenze (ci riferiamo
alla vicenda del rapimento della giornalista Sgrena, rapita il 4 febbraio 2005
dall’Organizzazione della Jihad islamica mentre si trovava a Baghdad per
realizzare una serie di reportage per
Il Manifesto e liberata il 4 marzo, in
circostanze drammatiche che portarono al suo ferimento e all’uccisione di
Nicola Calipari, uno degli agenti dei
servizi di sicurezza italiani che la stavano portando in salvo) “Obbligo di
velo”, nasce dalla conoscenza con Giuliana Sgrena dopo l’uscita del suo libro
“Il prezzo del velo”, dove il velo viene
visto come simbolo dell’oppressione
della donna nel mondo islamico e come
strumento di una vera e propria guerra
contro le donne. Giuliana desiderava
che dal suo lavoro nascesse uno spettacolo e, dopo aver letto il libro - a dire
il vero non molto teatrale - ho cercato
di documentarmi anche da altre fonti,
creando qualcosa che potesse essere
rappresentato. Ho immaginato che due
persone, un manager milanese ed una
donna islamica velata, rimanessero
bloccati in ascensore, facendo scaturire un dialogo, una conoscenza.»
Tornando a “Suicidi?”, è accurata
la scelta delle musiche: “Sogna ragazzo sogna” di Roberto Vecchioni
chiude lo spettacolo, per bocca del più
giovane, interpretato da lei, stanco di
dover giocare per trovare la verità…
«Sì, una scelta accurata e condivisa. Le canzoni di Ramazzotti, che Bebo in scena demolisce, sono proprio
del ’93; poi si può ascoltare “Se perdo
te” cantata da Patty Pravo, “Vedrai,
vedrai” di Tenco, “What is love” di Haddaway, scelta da me e alla quale Bebo
ha risposto con il coro del Supramonte, per far capire meglio che la Sardegna non è unicamente Costa Smeralda, in riferimento all’interrogatorio del
maggiordomo sardo di Castellari. Nel
finale, “Sogna ragazzo sogna” di Vecchioni. Sue le parole della poesia che
leggiamo in scena: «E ti diranno parole rosse come il sangue, nere come la
notte; ma non è vero, ragazzo, che la
ragione sta sempre col più forte».
Non posso che risponderle con Tenco, ringraziandola per la disponibilità: «Vedrai, vedrai… vedrai che cambierà, non so dirti come e quando ma
un bel giorno cambierà».
Tangram “Suicidi?”, diretto e interpretato da Bebo Storti e Fabrizio
Coniglio/adattamento teatrale tratto
dal libro di Mario Almerighi “Tre suicidi eccellenti”.
Cinzia Crobu
Viaggio nello sport attraverso la vita di un grande campione
Andrea Zorzi: dai trionfi del volley al teatro
Q
ualche anno fa, agli esordi, lo spettacolo “La
leggenda del pallavolista volante” incontrò una
cer-ta resistenza. In molti, soprattutto appartenenti alla stampa di settore, si chiesero cosa ci facesse il
pallavolista Andrea Zorzi sul palcoscenico. Lui dichiarò di avere grandissimo rispetto per il teatro, e di
essere convinto che esso debba mantenere la sua caratteristica: «Non è
la televisione, non è il cabaret, non
è il cinema». Diversi autori e attori
hanno utilizzato storie sportive, ad
esempio “Pantani” o “Maratona
di New York”, perché hanno forte
presa e sono un archetipo della narrazione. Non è facilissimo però unire il piano della cronaca a quello
narrativo, «A me il fatto che il regista Nicola Zavaglia - che sapeva
pochissimo di pallavolo - abbia tirato fuori le sue emozioni e le abbia riportate in un modo cui mi riconosco moltissimo, ha dato grande soddisfazione». Con questo spettacolo la Compagnia toscana Teatri
d’Imbarco, conferma il suo impegno
sul fronte del teatro popolare di ricerca: «Un teatro che, grazie ad una
indagine drammaturgica sempre in
divenire e ad un dialogo sempre
aperto con il suo pubblico, sia capace di coniugare memoria storica e
poesia, riflessione civile ed emozione, pensiero e gioco scenico. Attraverso la biografia di un campione che ha segnato la nostra storia
dello sport, al di là degli imperativi tecnici, economici, economici e
mediatici, con l’idea che nella vita,
come nella pallavolo, senza una
squadra non si possa arrivare da
nessuna parte».
Fatte queste doverose premesse,
riprenderei proprio dall’emozione
del pubblico, partecipe e divertito in
sala e dalla biografia di un uomo,
campione in campo e nella vita. Sul
palcoscenico vi sono panche bianche, basse, aste e uno sfondo di luce blu avvolgente. L’attrice Beatrice
Visibelli, grintosa come suo solito,
irrompe sulla scena e introduce la
figura del campione, inizialmente in
penombra, per poi accompagnarlo
per tutta la durata dello spettacolo.
Fin dall’ingresso “Zorro”, il pennellone oltre i 2,05 metri, si mostra
genuino e naturale: pregi, difetti,
debolezze, vittorie si alternano nel
racconto come nei suoi primi 50 anni
di vita. Si parte dall’incontro di papà Albino e mamma Diana, il primo
reduce da duri anni di immigrazione australiana per poi divenire autista, e la seconda infermiera nelle
cliniche psichiatriche “lager” post
legge “Basaglia”. Andrea nasce a
Noale (Venezia) il 29 luglio del 1965
da genitori toresellani e trascorre
un’infanzia bucolica in casa di amici
di famiglia, i Volpati, dopo che tutto il parentado se la diede a gambe
e si rifiutò di dare una mano ai neo
genitori. Seguono anni di colazione
col salame, davanti alla stufa catalitica, corse in corriera verso la scuola,
servizio da chierichetto alla messa
(esilarante l’episodio del furto dal
cestino delle offerte), per giungere
agli anni del ginnasio: giovane campagnolo tra i figli della borghesia
padovana. Timidezza, acne, impaccio
con le donne, amore per i genitori
e, finalmente, scoperta della pallavolo. I risultati iniziali, a dire il vero,
Andrea Zorzi e Beatrice Visibelli.
non sono incoraggianti: errori madornali, bagher inappropriati e tanti
rossori, positivo indice di vergogna e
voglia di migliorarsi. Andrea cresce
sportivamente a Padova, prima di
farsi conoscere a Parma ed esordisce
in Nazionale nel 1986 a Bormio in
una partita fortunata, in cui gli azzurri rimandarono a casa la Grecia
con un 3 a 0: da quel giorno veste la
maglia azzurra numero 11 per ben 325
volte, risultando determinante in molte delle vittorie ottenute dall’Italia
(allenata da Julio Velasco) nel suo
eccezionale ciclo d’oro. Sul palcoscenico Andrea ripercorre la sua carriera che annovera una serie di successi impressionante. La commozione più forte arriva nel raccontare l’incontro e l’unione con sua moglie Giulia Staccioli, ginnasta conosciuta nell’88 alle Olimpiadi di
Seul, e conquistata con una “freddissima” barzelletta; tra alti e bassi, separazioni e ritorni, oggi i due
vantano un matrimonio sano, un figlio amato e diverse collaborazioni
in ambito lavorativo. Zorzi (carriera parallela da DJ radiofonico ed
oggi, da commentatore sportivo e
giornalista) dopo aver centrato il
Grande Slam con la Maxicono Parma nella stagione 1989/1990 (Scudetto, Coppa delle Coppe, Mondiale per club, Coppa Italia e Supercoppa Europea) passa a Milano, la
città che diventa per lui una sorta
di seconda patria. Sarà poi la volta
di Treviso e, infine, Macerata. Più
nel dettaglio, la sua carriera si è sviluppata così: dal 1982 al 1984 ha
giocato a Padova (Americanino e
Thermomec), a Parma (dal 1985 al
1990 con Santal e Maxicono), a Milano (dal 1990 al 1994 con Mediolanum, Misura e Milan), a Treviso
e Macerata (Sisley Treviso dal 1994
al 1996 e Lube Macerata dal 1996
al 1998), oltre alla Nazionale, la
più forte che l’Italia di pallavolo maschile abbia mai avuto. Nel 1989,
guidato da Julio Velasco (poi da Bebeto e Anastasi), Zorzi scende in
campo con altri leggendari giocatori: Luca Cantagalli, Andrea Lucchetta, Paolo Tofoli, Lorenzo Bernardi, Andrea Gardini, Pasquale Gravina, Andrea Giani, Samuele Papi,
ecc., per dare vita ad un ciclo di
successi assolutamente eccezionale; la squadra sarà ribattezzata “generazione di fenomeni”, con l’unico grande rimpianto, della delusione olimpica di Atlanta del 1996. Il
pubblico applaude, con trasporto,
il simpatico Andrea Zorzi, pallavolista due volte campione del mondo e tre volte campione europeo, e lo
ringrazia a gran voce per aver raccontato la sua vita con tanta umanità, mettendo in luce l’onestà in campo, il gioco sano e pulito, le debolezze, la correttezza. Un applauso
speciale va a Vigor “Bovo” Bovolenta, venuto a mancare il 24 marzo
2012 in seguito ad un malore avvenuto durante la partita fra la sua squadra, Volley Forlì, e la Lube per il
campionato di B2. Luci colorate e
buona musica per lo spettacolo, inserito nel cartellone CeDAC, nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo; Compagnia
Teatri d’Imbarco, di Nicola Zavagli e Andrea Zorzi, con Zorzi e Beatrice Visibelli, movimenti coreografici Giulia Staccioli, scene Nicolò Ghio, costumi Cristian Garbo, regia Nicola Zavagli. Prossimo
appuntamento al Centrale: 29 marzo, ore 20.45 con Alice di Matteo
Tarasco; in scena Romina Mondello.
C.C.
Premiati i vincitori del Premio Letterario Città di Portoscuso
A Margherita Pellegrini il premio Su Marchesu
S
i è svolta nella sala consiliare del comune di Portoscuso, la cerimonia di premiazione del Premio Letterario
Città di Portoscuso “Su Marchesu”.
Sono stati premiati i primi tre classificati e sono stati consegnati gli
attestati di partecipazione ai presenti fra coloro che hanno aderito al concorso. La vincitrice è risultata Margherita Pellegrini, autrice di “Coraggio”, alla quale è andato un premio di 500 euro lordi; il secondo premio è andato ad un’autrice di Roma,
Maria Cannavacciuolo, che riceverà
300 euro lordi; al terzo posto Cristina
Contini, che ha ricevuto un premio
di 200 euro lordi.
L’Amministrazione comunale,
rappresentata dal sindaco Giorgio
Alimonda e dalla delegata alla Cultura Orietta Mura, ha ringraziato tutti
coloro che hanno permesso la buona
riuscita dell’evento culturale e in particolar modo i componenti della com-
missione valutatrice delle opere poetiche, composta dal dottor Silvestro
Biggio; il maestro Renzo Sanna; la pro-
Un ringraziamento, inoltre, è stato rivolto al presidente dell’Associazione II e III Età di Portoscuso, Nino
Il sindaco Giorgio Alimonda premia Margherita Pellegrini.
fessoressa Valentini Zini; l’editore
Giampaolo Cirronis; il dottor Daniele
Pinna e la dottoressa Maria Luisa Lai.
Lugas, ex sindaco del paese, per la
preziosa collaborazione ed il supporto offerto.
IL NUMERO 279 2-11_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 23:05 Pagina 2
11
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
CANALE 40
IN ONDA IL FUTURO
Tel. 0781 672155
[email protected]
La sconfitta interna con il Verona ha acuito le difficoltà della squadra di Gianfranco Zola, contestata dai suoi tifosi
Cagliari, la strada per la salvezza si complica
La società ha confermato la fiducia al tecnico di Oliena che resta convinto di riuscire a mantenere la squadra in serie A.
A
nche il Verona è passato al
Sant’Elia e il Cagliari ha gettato così al vento un’altra
favorevole occasione per
aggiustare una classifica sempre più
precaria e dalla Curva Nord è scattata la contestazione dei tifosi nei confronti dei giocatori, del tecnico Zola
e del presidente Giulini. è questa la
fotografia della prima domenica di
marzo, una giornata da dimenticare.
Il Cagliari di Gianfranco Zola in
questo periodo non è decisamente fortunato. Ancora priva di Sau, il suo attaccante più bravo e prolifico, la squadra rossoblù ha iniziato la partita con
il piglio giusto, sfiorando il goal del
vantaggio con l’attivissimo Donsah,
ma alla prima ripartenza degli scaligeri, una “dormita” difensiva collettiva ha regalato il goal all’intramontabile Luca Toni, dopo soli 9 minuti. E,
come se non bastasse il goal da rimontare, al 13’ Zola ha perso il suo
uomo migliore a centrocampo, il diciottenne Donsah, vittima di un infortunio e sostituito da Joao Pedro.
La squadra ha mostrato grande
generosità ma poche idee e, soprattutto, scarsa efficacia nella tre quarti
avversaria e ancora meno precisione
nelle conclusioni. E così, chiuso il primo tempo sotto di un goal, alla ripresa
del gioco Zola ha inserito Farias al posto di Gonzalez e la manovra offen-
siva ha guadagnato in vivacità ma all’11’ un’altra distrazione difensiva ha
regalato al Verona il secondo goal che,
di fatto, ha chiuso la partita. Mandorlini al 10’ ha inserito Juan Gómez
al posto di Jankovic e al nuovo entrato
sono bastati pochi secondi per andare
di punizione dal limite dell’area, beffando Benussi e riaccendendo una
debole speranza nei cinque minuti di
recupero, decisamente pochi per tutto
il tempo perso dal portiere e dai difensori veneti, con una condotta di gara
ostruzionistica. Alla fine, sul Sant’E-
fatto segnare il 70% di possesso palla, ha concluso a rete 21 volte contro
le 5 del Verona, ha battuto 10 calci
d’angolo contro 1 solo del Verona. Il
risultato finale, purtroppo, è amarissimo per i rossoblù che, solo grazie
al ko interno dell’Atalanta, piegata
possibilità e, soprattutto, più lucida,
sia in fase difensiva sia negli ultimi
20 metri.
I cori dei tifosi («andate a lavorare») non sono piaciuti a Gianfranco
Zola, la cui panchina sembra vacillare. Il tecnico a fine partita ha escluso
sabato prossimo a Genova, con la
Sampdoria di Siniša Mihajlović, contro la quale non ci saranno Daniele
Conti e Joao Pedro, squalificati, e Donsah, infortunato. E dopo Genova, ci
saranno l’Empoli in casa (quanto sembra lontano il clamoroso 4 a 0 del-
Gianfranco Zola.
Albin Ekdal.
Paul Josè M’Poku.
Nicola Murru.
Samuele Longo con Rafa Marquez.
a segno su assist di Hallfredsson, tra
l’incredulità di Zola e dei tifosi.
A quel punto, il Cagliari ha attaccato con continuità ma ha creato poche vere occasioni, fino al 90’, quando
Daniele Conti ha sfruttato un calcio
lia è calato il gelo dei fischi e dei cori
contro i giocatori rossoblù, sconfitti
dalla paura ancor prima che dagli avversari.
I numeri la dicono lunga sull’andamento dell’incontro. Il Cagliari ha
in rimonta dalla Sampdoria per 2 a 1,
restano a 3 punti dalla salvezza. Il traguardo, tutto sommato, è ancora abbastanza vicino, ma per sperare concretamente nel traguardo finale, serve
una squadra più convinta nelle proprie
la possibilità di interrompere l’esperienza con le dimissioni e la società gli
ha rinnovato la fiducia ma è chiaro che
a decidere il destino della squadra e
del tecnico, nelle prossime settimane,
saranno i risultati, già dalla partita di
l’andata!), il Milan al “Giuseppe Meazza” e la Lazio al Sant’Elia. Bisogna
reagire subito, perché diversamente,
al termine di questo ciclo di partite,
la situazione potrebbe precipitare.
Giampaolo Cirronis
Cantina Santadi
Via Su Pranu, 12 - Santadi - Tel. 0781 950127-953007 - Tel. e Fax 0781 950012
Il campionato di Promozione sta entrando nella fase decisiva
La Monteponi può ancora sognare
I
l Carbonia ha fermato la Monteponi sul pari (2 a 2), l’Atletico Narcao non è andato al di
là del pari (1 a 1) nel confronto
casalingo con l’Arbus ma ha compiuto ugualmente un altro passo avanti
verso la salvezza. La settima giornata di ritorno del girone A del campionato di Promozione regionale ha
offerto tante emozioni alle squadre
sulcitane e alla fine l’unica delusa è
la Monteponi che vede allontanarsi
nuovamente la Kosmoto Monastir e
la Ferrini, impostesi senza problemi,
rispettivamente sul campo del Gira-
rossoblù, allora guidata da Vittorio
Corsini, per 5 a 1. L’inizio, con l’immediato goal del vantaggio iglesiente di Sanna già al 1’, ha portato qualcuno a pensare ad una replica della
sfida del 2 novembre, ma la squadra
di Maurizio Ollargiu ci ha messo
poco a convincere tutti che sarebbe
stata tutta un’altra musica. I biancoblù, infatti, hanno reagito con grande
determinazione e poco prima della
mezz’ora (29’) hanno riportato il risultato in parità, con un calcio di rigore trasformato da Marco Foddi.
E dieci minuti più tardi, ancora Mar-
Serramanna, travolto sotto 7 goal dall’Orrolese e terz’ultimo con 16 punti. Una vittoria porterebbe il Carbonia a +8 e resterebbe in piedi la sfida
con l’Atletico Narcao ed eventualmente Guspini e Pula, oggi distanti
4 punti, per evitare la quart’ultima
posizione che porta al play out salvezza con la terz’ultima (le ultime
due retrocedono direttamente in
Prima categoria).
Il Carbonia è specializzato in pareggi (ben 12 in 22 giornate) segna
poco (18 reti, solo Serramanna e San
Vito hanno fatto peggio) ma subi-
G. Sanna (Monteponi). Foto F. Murru.
Marco Foddi (Carbonia).
Augusto Medda (Atletico Narcao).
sole ( 4 a 0) e in casa contro la temibile Frassinetti Elmas (2 a 0) ed ora
lontane 7 e 6 punti.
La Monteponi ha il miglior rendimento casalingo dell’intero campionato (8 vittorie e 3 pareggi) ma
in trasferta soffre troppo (solo 4 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte); continua ad avere il miglior attacco (49
reti) ma subisce troppo (ben 33 reti,
1,5 di media a partita, solo cinque
squadre hanno fatto peggio).
Il derby del Monteponi ha proposto un confronto profondamente
diverso rispetto a quello dell’andata,
vinto a mani basse dalla squadra
co Foddi con un secondo calcio di
rigore, li ha portati addirittura in
vantaggio.
La reazione della squadra di Maurizio Erbì non s’è fatta attendere. Il
secondo tempo è stato quasi interamente di marca rossoblù ma la Monteponi non è riuscita ad andare oltre
il pari, raggiunto subito da Marci (3’).
Il finale ha visto il Carbonia difendersi con orgoglio e grande attenzione difensiva ed il risultato non è
più cambiato. I biancoblù salgono a
quota 21 punti, al quint’ultimo posto
e sono attesi ora da una sfida salvezza casalinga quasi decisiva, contro il
sce anche poco (27 reti, ben 9 squadre hanno fatto peggio).
L’Atletico Narcao, contro l’Arbus, non è riuscito a centrare un’altra vittoria casalinga, ma ha confermato di essere ritornato in piena salute. Una partita sostanzialmente equilibrata è stata decisa nel finale, quando gli ospiti sono riusciti a portarsi in
vantaggio al 35’ con Tronci e sono
stati raggiunti nel breve volgere di 3
minuti da un goal di Ibba.
Con il punto conquistato, l’Atletico Narcao si conferma al quart’ultimo posto, a due punti dal Carbonia e a 6 dalla coppia Guspini-Pula.
LATINIA
Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco
dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
Vino mediterraneo, caldo, solare che,
servito a 10°-12° C, esalta il dessert
e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
IL NUMERO 279 1-16_IL NUMERO 181 2/11 04/03/15 22:45 Pagina 1
12
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XX • N° 279 • 28 Febbraio 2015
MACELLERIA
Rosticceria - Polleria
da Fabrizio
Esclusivamente carni sarde
Carni rosse e bianche - Prodotti pronto cuoci
Piatti pronti (arrosti) su prenotazione
Consegne a domicilio in tutto il Sulcis
Aperto 7 giorni su 7 (la domenica solo al mattino)
Via Bellini, 14 - Carbonia - Tel. 0781 1884515
Scarica

La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 279