La grande crescita degli “anni ruggenti”
•
•
•
•
Tra il 1923 e il 1929 l’economia americana era cresciuta in modo
considerevole (4% annuo con una crescita complessiva del 72%)
settori trainanti erano stati quelli dei beni di consumo durevoli legati alla
nuova industria massificata (produzione in serie legata ai principi del
taylorismo) e al consumo di massa (automobili, elettrodomestici, radio
grammofoni, apparecchi radio), l’edilizia, i consumi di lusso.
il boom dei consumi non era però connesso ad un aumento dei salari
(che in questo periodo rimasero sostanzialmente stabilmente i profitti
crebbero in maniera considerevole), ma, in un primo tempo al
utilizzazione dei risparmi accumulati nel periodo della guerra, in un
secondo tempo alle agevolazioni creditizie che mantenevano basso il
costo del denaro favorendo ad esempio i sistemi di vendita rateale
Nello stesso tempo proprio lo sviluppo dell’industria, dei processi di
razionalizzazione del lavoro e dell’introduzione di nuove tecnologie
riducevano il fabbisogno di manodopera industriale, mentre cresceva
quello nei servizi (negli anni ‘30 il numero di occupati nel terziario
superò quello dell’industria)
Gli elementi di crisi latente nell’analisi di Galbraith
•
•
•
•
•
•
L’apparente situazione di floridezza nascondeva però elementi di crisi
che l’economista J.K.Galbraith così descriva
1) una cattiva distribuzione del reddito che concentrava in un 5% di
privilegiati 1/3 del reddito globale
2) una cattiva struttura delle aziende finanziarie e industriali che
favoriva la speculazione
3) una cattiva struttura del sistema bancario eccessivamente
frammentato e con i diversi istituti troppo collegati fra loro
4) un eccesso di prestiti a carattere speculativo verso l’estero e nel
complesso una politica doganale che accentuando le misure
protezionistiche, spingeva gli stati europei, per cercare di pareggiare la
bilancia commerciale nei confronti degli USA a ridurre l’importazioni
dall’America, togliendo mercati soprattutto ai prodotti agricoli americani
5) un “cattivo stato della scienza economica” che favoriva politiche di
pareggio del bilancio e di non intervento dello stato nell’economia
Gli elementi di crisi
•
•
•
•
•
•
•
Mutamenti vita quotidiana (1 auto ogni 5 ab) / uso elettrodomestici /
vendite rateali
egemonia repubblicana e rigido liberismo economico (aumento imposte
indirette / spesa pubblica contenuta / favorite le corporations industriali
e finanziarie
conservatorismo ideologico che investe le minoranze (leggi limitative
dell’immigrazione / 1927 processo a Sacco e Vanzetti / Ku Klux Klan /
proibizionismo introdotto nel 1920 fino al 1934 --> contro neri e
immigrati soggetti all’ubriachezza)
mercati saturi
bassi redditi agrari
espansione USA finanziava la ripresa europea che alimentava lo
sviluppo USA
1928 capitali USA dirottati verso speculazioni di Wall Street
Le cause della crisi
•
•
•
•
•
Un mercato basato sulla domanda di beni di consumo durevoli, soprattutto
in presenza di una ridotta crescita della base di consumo, è destinato però
a saturarsi come tende ad accadere verso la fine degli anni ‘20
questo fenomeno è in parte compensato, in un primo momento, dal
persistere dei consumi di lusso, la cui base è però ridotta, e dalle
esportazioni verso l’Europa. La ripresa economica europea e la necessità
dei governi europei di equilibrare la bilancia dei pagamenti con gli USA
riduce la possibilità di queste esportazioni
a questo si connette una progressiva crisi nel settore agricolo, colpito dalla
concorrenza internazionale e afflitto da una costante caduta dei prezzi
questi segnali di crisi sono però nascosti alla fine degli anni ‘20 dalla
straordinaria crescita dei titoli azionari. La crescita sostenuta di quegli anni
aveva creato una corsa agli investimenti in borsa che in un primo
momento avevano sostenuto l’espansione produttiva, ma in un secondo
momento avevano assunto caratteri puramente speculativi favoriti dal
basso costo del denaro e attirando capitali anche dall’Europa.
questo processo gonfiava sempre di più il valore delle azioni,
allontanandolo dal valore reale, in un momento in cui l’economia stava
rallentando, esponendo la borsa al rischio del tracollo
Il crollo di Wall Street e le sue ripercussioni
•
•
•
•
tracollo che si manifestò il 24 ottobre1929 dando via ad una recessione
gravissima
la caduta della borsa colpiva quello strato non esteso di media borghesia
(1,5 milioni di famiglie) che avevano sostenuto la crescita negli anni ‘20 con
il consumo di beni durevoli
questo venne a creare una spirale degenerativa: il crollo dei consumi
comportò una politica di ridimensionamento delle industrie con licenziamenti
a catena che ridussero ulteriormente la domanda anche in altri settori già
deboli come quello agricolo enelle industrie produttrici di generi di consumo
alla crisi nel settore produttivo e finanziario si collegò anche quella nel
settore bancario, molte banche avevano investito risparmi vincolati a breve
termine nel finanziamento a lungo termine o peggio in operazioni
speculative, il crollo della borsa comportò un’ondata di panico, una corsa al
ritiro dei capitali e ad una crisi di liquidità di molte banche che furono
costrette a fallire trascinando nella loro rovina oltre che i risparmiatori le
imprese che avevano appoggiato
La recessione diviene internazionale
•
•
•
•
già a partire dal 1928 l’eccessiva crescita della borsa americana aveva
drenato investimenti dall’Europa causando il rallentamento della
crescita tedesca
la recessione americana dato il livello fortemente integrato raggiunto
dall’economia mondiale produce amplissime conseguenze negative
soprattutto in quei paesi come la Germania più legate agli investimenti
USA. La crisi della della Germania, stato centrale nel sistema di flusso
dei capitali ed investimenti in Europa si ripercuote su tutto il sistema
all’arresto del flusso di capitali si collegò la riduzione delle importazioni
con l’ulteriore rafforzarsi delle barriere protezionistiche negli USA con
una contrazione del mercato mondiale che nel 1932 era sceso del
60%.
in tutti i paesi industrializzati, con l’eccezione dell’URSS, la crisi si
presentò con caratteristiche analoghe agli USA: crollo della domanda,
riduzione della produzione, licenziamenti, ulteriore contrazione del
mercato, ripercussioni gravissime per l’agricoltura che non trova più
sbocchi per i suoi prodotti
La recessione diviene internazionale
•
•
•
•
•
I crolli di Austria e Germania provocarono allarme sulla solidità delle
finanze inglesi (che avevano molti investimenti in questi paesi)
Ritiro dei capitali stranieri dalle banche inglesi --> ingenti richieste di
riconversione di sterline in oro
1931 esaurita convertibilità (in oro) della sterlina e svalutazione
sospensione della convertibilità e svalutazione adottati in molti paesi
con la speranza di favorire le esportazioni e aprire varchi nelle barriere
doganali
impreparazione dei governi = risposte ispirate al pareggio di bilancio =
taglio spesa pubblica, diminuendo stipendi statali e diminuendo
prestazioni sociali, nuove imposte --> aggravando recessione e
disoccupazione
La recessione diviene internazionale
•
•
•
Germania = dal 1930 governo al leader del Centro cattolico Bruning:
attuò politica di sacrifici anche per mostrare l’insostenibilità delle
riparazioni (sospese per 3 anni) --> 6 milioni di disoccupati --> rapida
crescita del nazismo che sfruttò disagio e risentimento
Francia = prestigio del franco la cui svalutazione fu spostata fino al
1937
Inghilterra = governo al laburista Mac Donald = taglio dei sussidi ai
disoccupati --> opposizione delle Trade Unions / si allea con liberali e
conservatori = svaluya sterlina, abbandona libertà liberoscambista per
tariffe doganali // nel 1933-34 Ingh esce dalla crisi prima degli altri
paesi
•
•
•
Le prime risposte alla crisi: dalla presidenza Hoover
al New Deal
Il governo del repubblicano Hoover affrontò la crisi in modo tradizionale
mantenendo una posizione di non-intervento dello stato nell’economia
e difendendo la parità del dollaro sull’oro danneggiando ulteriormente
le esportazioni USA e limitando ogni spesa dello stato a sostegno delle
masse disoccupate in quanto queste avrebbero aggravato il deficit
pubblico. Il governo manteneva una politica antisindacale opponendosi
anche a grandi manifestazioni come quella dei reduci di guerra
dell'estate del 1932.
Nonostante l’appoggio del potere economico tradizionale le elezioni del
1932 portarono alla presidenza il democratico F.D.Roosvelt (59% dei
suffragi) che presentava alla nazione un nuovo programma di governo:
il New Deal che prevedeva un nuovo e più attivo ruolo nello stato
nell’economia.
Lo stato si avviava ad assumere così i compiti di sostegno alle attività
produttive, di controllo (del settore creditizio e bancario), di mediazione
dei conflitti sociali, di redistribuzione del reddito attraverso la leva
fiscale e l’attuazione di grandi programmi di lavori pubblici per ridurre il
tasso di disoccupazione.
Il New Deal 1
•
L’amministrazione Roosvelt diede via fin dai primi mesi di governo ad
un radicale programma di riforme che si prefiggeva di rilanciare
l’economia, combattere la disoccupazione e giungere in aiuto ai ceti più
colpiti dalla crisi per stabilire nuova fiducia e consenso nei confronti del
sistema democratico americano ed evitare pericolose derive eversive.
I provvedimenti più importanti furono
• National Industrial Recovery Act  attuava un codice di regolamentazione della concorrenza industriale per stabilizzare il valore dei prezzi.
Si concedevano inoltre nuovi diritti e funzioni alle organizzazioni sindacali:
il diritto di organizzarsi, di eleggere propri rappresentanti, di concludere
contratti collettivi di lavoro. Si prevedeva inoltre la riduzione della
settimana lavorativa, la creazione di minimi salariali, le pensioni di
anzianità e il sussidio di disoccupazione.
Tali interventi, integrati nel 1935 dal Wagner Act che garantiva la piena
libertà sindacale e sanzionava legalmente i comportamenti
antisindacali delle aziende, avevano la finalità, oltre che di aumentare
il consenso, di far sì che i lavoratori, grazie al nuovo potere
contrattuale, potessero ottenere nuovi aumenti salariali che avrebbero
favorito un allargamento della base del mercato
Il New Deal 2
•
Reconstruction Finance Corporation attuava una completa
ricostruzione del sistema creditizio dando nuovi poteri di controllo e di
intervento alla Federal Reserve Bank. Si sganciava inoltre il $ dall’oro
operando una svalutazione della moneta del 60% per favorire la
competitività delle merci americane e sostenere con l’inflazione i rialzo
dei prezzi.
• Agricultural Adjustement Act  attuava una completa riorganizzazione
del settore agricolo per una diminuzione della produzione un sostegno
dei prezzi (anche mediante la distruzione di produzioni eccessive). La
riduzione della produzione era sostenuta da indennità versate dallo
stato agli agricoltori.
• Si avviavano inoltre enormi imprese di lavori pubblici per combattere la
disoccupazione e rilanciare, grazie la costruzione di grandi infrastrutture la ripresa economica.
Esempio di questa politica la creazione del Tennessee Valley Authority 
ente proposto alla organizzazione di giganteschi lavoro per la
sistemazione idraulica e la produzione di energia elettrica per rilanciare
aree depresse nel sud del paese integrando il settore agricolo con
quello industriale
Gli effetti del New Deal
•
•
•
•
Dal punto di vista economico le riforme del New Deal ebbero effetti solo
parzialmente positivi, dopo una prima fase di ripresa che portò
l’economia americana a raggiungere nel 1936 i livelli del 1929, si
registrò una nuova recessione tra il 1937 e il’38, il livello della disoccupazione industriale rimase sempre attorno ad 1/5 della forza lavoro.
I successo parziale delle iniziative di Roosevelt è da attribuire alle
resistenze fortissime incontrate nel potere economico tradizionale e
negli ambienti conservatori che trovavano sul piano istituzionale il loro
centro nella Corte Suprema (che arrivò a abolire per incostituzionalità il
NIRA e l’AAA), nella estemporaneità di molti provvedimenti dettati più
dall’urgenza del momento che da una panificazione di lungo periodo e
dalla difficoltà della situazione economica internazionale
La piena ripresa si avrà solo negli anni ‘40 quando il conflitto mondiale
fornirà un nuovo enorme sbocco per la produzione USA
Le iniziative del New Deal sono comunque decisive perché aprono la
strada ad un nuova visione economica dei rapporti fra capitale, stato,
forze sociali che si ispira alle teorie economiche che negli stessi anni
stava elaborando J.M.Keynes, teorie che diventeranno, nel dopoguerra, la base del nuovo Welfare State
Gli effetti del New Deal
•
•
•
•
•
1920 la radio diviene mezzo di comunicazione di massa / boom USA
degli apparecchi
elettrodomestici anche fra i ceti medio inferiori (ferro da stiro, cucina a
gas, radio)
cinema come spettacolo completo + cinegiornali
sviluppo delle riviste illustrate (Life) per contrastare la radio
spettacolarizzazione della politica
Le teorie di Keynes
Grandi lavori pubblici
Deficit del
bilancio dello
stato
Intervento
dello stato
Stato Sociale
Distribuzioni di
sussidi
disoccupazione
Aumento redditi
famiglie,
diminuzione
disoccupazione
Incremento
consumo
Aumento
entrate fiscali
Incremento
produzione
Equilibrio
bilancio
assunzioni
Dati statistici 1 L’andamento di Wall Street
200
150
100
marzo 1932
anno 1931
0
ottobre 1929
50
anno 1928
Indice della borsa
100
105
140
200
139
155
99
42
32
anno 1926
Anni
anno 1926
anno 1927
anno 1928
anno 1929
ottobre 1929
anno 1930
anno 1931
anno 1932
marzo 1932
Indice della borsa
Dati statistici 2. La recessione mondiale
Anni
1928
1929
1930
1931
1932
agosto '32
1933
1934
produzione
100
108
97
80
64
68
75
86
Rapporto disoccupazione/produzione economia
mondiale 1928/34
disoccupazione
90
138
218
280
292
300
250
210
350
300
250
200
150
100
50
0
1928
1929
1930
1931
1932
agosto
'32
1933
1934
Confronto prezzi ingrosso USA-Europa
anni
1929
1930
1931
1932
1933
Germania
Inghilterra
100
90
78
68
66
Francia
100
86
71
68
68
120
USA
100
87
73
64
62
100
83
63
53
58
100
80
Germania
Inghilterra
60
Francia
USA
40
20
0
1929
1930
1931
1932
1933
Dati statistici 3. La recessione mondiale: la
disoccupazione
Usa
6,9
5,3
14,2
25,2
36,3
37,6
32,6
Germania Francia Inghilterra
8,6
4
10,8
13,3
1
10,2
22,7
2
11,9
34,3
6,5
16,8
43,8
15,4
22,4
36,2
14,1
23,2
20,5
13,8
18
Percentuale del tasso di disoccupazione
50
45
40
35
30
%
anni
1928
1929
1930
1931
1932
1933
1934
25
20
15
10
5
0
1928 1929 1930 1931 1932 1933 1934
Usa
Germania
Francia
Inghilterra
Dati statistici 4. La recessione mondiale: la ripresa
anni
1913
1929
1932
1938
Prodotto nazionale lordo per abitante
1800
1600
USA
1400
Germania
1200
Francia Inghilterra
670
1035
890
1160
860
1065
855
1280
Italia
455
525
510
560
URSS
340
350
440
515
Inghilterra
600
Italia
400
200
URSS
0
1913
Germania
790
870
540
1260
Francia
1000
800
1929
1932
1938
Crescita prodotto nazionale lordo 1913/1938
160,0
140,0
USA
120,0
percentuale
$ del 1960
2000
USA
1350
1775
1154
1570
Germania
100,0
Francia
80,0
Inghilterra
60,0
Italia
40,0
URSS
20,0
0,0
1913
1929
1932
1938
Dati statistici 5. La situazione americana
Disoccupazione Usa anni '30/'40
1929
1932
1933
giugno 1933
1934
1936
1937
1943
Anni
1929
1930
1931
1932
1933
5,3
36,3
37,6
40,5
30,2
19,5
21,3
4,9
prezzi
occupazione massa reddito
(1926=100) (1926=100) salariale nazionale
(1926=10
95
97,5
100,5 (miliardi
87,4 di
86,5
84
83,3
75
73
72
61,5
59
65
60
41,5
41,7
66
64,5
44
39,6
percentuali disoccupazione
45
40,5
40
36,3
35
37,6
30,2
30
25
20
19,5
percentuali
disoccupazione
21,3
15
10
5,3
5
0
1929
4,9
1932
1933 giugno 1934
1933
1936
1937
1943
Indici economici americani
120
prezzi (1926=100)
100
80
occupazione (1926=100)
60
massa salariale
(1926=100)
40
reddito nazionale (miliardi
di $)
20
0
1929
1930
1931
1932
1933
Scarica

crisi del 1929