Pontificia Università Antonianum
Anno accademico 2011-2012
Teologia della vocazione
(e degli stati di vita)
Corso al Diploma in Spiritualità
Indice delle lezioni
Breve introduzione
1) La vocazione: quadro storico
2) Vita come vocazione e questioni
antropologiche
3) Vita come vocazione e fondamento
cristologico
4) Origine e senso dei diversi stati di vita
nella Chiesa
Introduzione:
Osservazioni sul titolo del corso:
1. Teologia:
- Sapere e critico e tendenzialmente
sistematico della fede ecclesiale
- La fonte della teologia: La Parola di Dio
In quanto accolta e vissuta nella fede, in
particoalre nella vita dei santi
2. Vocazione (elemento dinamico) e stato di vita (elemento
stabile)
- La tripartizione classica degli stati di vita:
sacerdotale – consacrato – laicale
- Due tensioni fondamentali:
- a) Sacerdozio comune e sacerdozio ministeriale
- b) Matrimonio e verginità
SACERDOZIO MINISTERIALE
MATRIMONIO
VERGINITÀ
BATTESIMO
3. Scopo e metodo della ricerca
- Cogliere il senso della nostra vocazione
- Imparare a stimare tutte le forme di vita
nella Chiesa
- Il Metodo:
- Integrativo: in ascolto della teologia,
spiritualità, scienze umane
Momento favorevole della teologia
della vocazione e stati di vita
• I testi del Concilio vaticano II
– Gaudium et Spes
– Lumen Gentium
– Perfectae Caritatis
– Apostolicam Actuositatem
– Presbyterorum Ordinis – Optatam Totius
TESTI MAGISTERIALI POST CONCILIARI
- Sinodo sul sacerdozio ministeriale: 1971
- Sinodo sui Laici: 1987
Esortazione postsinodale Christifideles Laici : 1988
- Sinodo sulla formazione dei sacerdoti: 1990
Esortazione postisinodale
Pastores Dabo Vobis (1992)
- Sinodo sulla vita consacrata: 1994
Esortazione apostolica postsinodale
Vita Consecrata (1996)
- CIVCSVA, istruzione Ripartire da Cristo (2002);
- CIVCSVA, istruzione
Il servizio dell’Autorità e l’obbedienza (2008)
Prima Parte:
Teologia degli stati di vita
Osservazioni storico teologiche
1. Vari usi della parola “vocazione”
1.1. Uso esclusivo
1.2. Uso inclusivo
1.3. Uso frammentato e dispersivo
1.4. Uso secolarizzato
1.5. “L’uomo senza vocazione”
Origine di questi usi differenziati
della parola vocazione
Premessa: considerazione di carattere
biblico:
- AT: chiamate particolari:
 ad es. Abramo (Gen 12), Mosé (Es 3),
i profeti (Is 6) e chiamate generali (ad. es.
tutti i riferimenti ad Israele come popolo eletto)
- NT: stessa logica:
 vocazioni particolari (ad es. gli apostoli) e nuovo
popolo di Dio
Passaggio:
dal Medioevo all’Epoca Moderna
Caratteristiche degli stati di vita nel medioevo:
- Premessa dall’epoca dei Padri: i diversi movimenti di
radicalismo evangelico si presentano come forme particolari
per vivere e richiamare tutto il popolo di Dio al Vangelo nei
confronti della tentazione di una percezione abitudinaria.
Nel medioevo:
- forte separazione gerarchica degli stati di
vita
- Interconnessione tra gli stati di vita
- Schema ecclesiologico piramidale
Esempio (Dionigi l’Areopagita):
STATI ATTIVI
Episcopo
Presbitero
STATI RICETTIVI
FUNZIONI
Monaco
perfezionare
Laico
Illuminare
Liturgo
(Diacono)
Penitente
Purificare
Fonte: Balthasar, Gli stati di vita del cristiano, p. 261
L’esempio dei grandi carismi nel
medioevo nel rapporto tra stato
consacrato e stato nel mondo:
1) BENEDETTINI
Monastero e stabilitas loci. Creazione della civiltà europea
intorno ai monasteri
Il monastero è separato dal popolo ma stabilisce un
riferimento (liturgico, culturale, economico e politico) per il
popolo
2) San FRANCESCO
-
Dal Lebbroso al cantico di Frate Sole:
Positività del mondo come creazione “in Cristo”
Da «usci dal mondo» (2Test 3) a «Il nostro chiostro è il
mondo» (SCom 63)
Il fenomeno del “terzo ordine” per i laici
Nascita dell’epoca moderna
e stati di vita
1. LA RIFORMA DI MARTIN LUTERO (14831546)
-
Il tema fondamentale della giustificazione
“Sola fide, sola gratia, sola scriptura”
Negazione:
-
Successione apostolica (Tradizione)
Sacerdozio ministeriale
Sacramentalità del matrimonio
Eccellenza della verginità (Istituto monastico)
2. Il Concilio di Trento (1545 – 1563)
Premessa: Contesto polemico delle
affermazioni
- L’equilibro tra grazia e libertà (merito)
- Forte affermazione del sacerdozio
ministeriale e della successione apostolica
- Sacramentalità del Matrimonio.
- Suo fondamento naturale ed elevazione
sacramentale mediante la grazia
- Eccellenza della verginità sul Matrimonio
3. Nascita della cultura “laica” in senso
moderno (processo di secolarizzazione)
- La fine del valore universalità della fede
nell’Europa occidentale: le guerre di religione
tra cattolici e protestanti fino al 1648 (Pace di
Westfalia)
- Poiché la fede divide i popoli, ora si cercano
nuovi piani di universalità indipendenti dalla
religione: “etsi deus non daretur” – come se
Dio non ci fosse.
- Nascita dei concetti «laici» separati dalla
esperienza della fede:
- «natura», «mondo», «ragione», «stato»,
vengono compresi in senso autonomo e
indipendetemente dalla sfera religiosa
- Si noti il cambiamento del significato della
parola «laico»:
- da «fedele» non consacrato/sacerdote
- a «indifferente» o «contrario alla religione»
- Riduzione della fede a “fatto privato”
- Critica ai “consigli evangelici”, in
particolare l’obbedienza da parte della
cultura illuminista (razionalista)
4. Risposta della cultura e teologia
cattolica nell’epoca moderna al
processo di secolarizzazione
- Ritrovare uno spazio proprio della vita
ecclesiale, separandola dalla realtà
quotidiana, che diventa sempre più “laica”:
- Se il mondo diventa sempre più mondano,
allora la Chiesa tende a concepirsi
separatamente da esso.
Conseguenze sul concetto di
vocazione
La Chiesa identifica se stessa sempre di più
nelle vocazioni particolari:
- Sacerdozio ministeriale: dispensatori della
grazia
- Vita religiosa: Indole escatologica
- Voti: “secondo” battesimo
- Forte separazione tra comandamenti e consigli
evangelici
- Riduzione moralistica della vita religiosa
- Laicato cristiano: visione essenzialmente
passiva
• Au nom du Père, et du Fils, et du SaintEsprit. Amen.
• Je vous salue, Marie, pleine de grâce;
Le Seigneur est avec vous;
Vous êtes bénie entre toutes les femmes;
Et Jésus, le fruit de vos entrailles, est béni.
Sainte Marie, Mère de Dieu,
Priez pour nous, pauvres pécheurs
Maintenant et à l’heure de notre mort.
Amen.
5. Il ritorno alle sorgenti
- Vari tentativi di trovare l’ “anello perduto” tra
“natura – grazia”, tra «mondo – chiesa», tra
«religiosi/sacerdoti – laici»
- De Lubac:
- L’uomo come “desiderio naturale di vedere Dio
- Balthasar:
- La Chiesa non può solo difendersi davanti al
mondo. Il rapporto Chiesa – Mondo in termini di
missione
- La questione del laico nella Chiesa e gli istituti
secolari
- Il fenomeno degli istituti secolari, l’impegno dei
francescani: ad es. l’opera della regalità di P. Gemelli.
Essere consacrati senza uscire dal mondo
- Y-M. Congar (Domenicano)
- Per una teologia del Laicato (1953):
- Ecclesiologia integrale:
- Indole escatologica e ministeriale
(Sacerdoti – Religiosi)
- Indole “secolare” dei laici
5. Il Concilio Vaticano II (1962-1965)
e gli stati di vita del cristiano
 50 anni fa iniziava il Concilio Vaticano II
• Il motivo della convocazione del Concilio
vaticano II: Giovanni XXIII, Gaudet Mater
Ecclesia: non proclamare nuovi dogmi ma
comunicare la verità cristiana per l’uomo di oggi.
• Il problema della interpretazione del Concilio
vaticano II:
– L’ermeneutica del rifiuto: L’ermeneutica
della rottura
– L’ermeneutica della continuità e riforma:
Lumen Gentium (approvato nel 1964)
8 capitoli divisi in 4 distici
• Identità della Chiesa:
• - 1) La Chiesa come mistero
• - 2) La Chiesa come popolo di Dio
• La struttura della Chiesa:
– 3) Gerarchia
– 4) Laici
• La missione della Chiesa
– 5) Vocazione universale alla santità di tutti i fedeli
– 6) I religiosi
• La meta della Chiesa
– 7) Indole escatologica del popolo di Dio
– 8) Maria
• In the name of the Father
and of the Son
and of the Holy Spirit. Amen.
• Hail, Mary, full of grace,
the Lord is with thee.
Blessed art thou among women
and blessed is the fruit of thy womb, Jesus.
Holy Mary, Mother of God,
pray for us sinners,
now and at the hour of our death.
Amen.
Il Capitolo 6° della Lumen Gentium: i religiosi
Del capitolo V
– N. 39: Vocazione alla santità in qualsiasi stato di vita
– N. 42: vie e mezzi di santità:
• Santità come amore: il suo centro è il mistero pasquale
• La relazione tra martirio e consigli evangelici
• Castità (1 Cor 7), povertà e obbedienza (Fil 2,6-11) -(cf. PC 1214)
Il capitolo VI
– N. 43: I consigli evangelici nella Chiesa
• Fondamento Biblico (cf. PC 1)
• Non è “stato intermedio” tra clero e laici, ma è stato
– N. 44: Natura e importanza dello stato religioso
• Si caratterizza per la professione dei consigli evangelici
• Raccogliere più frutti dalla grazia battesimale
• La formula “comparativa” (seguono meglio, esprimono di più…)
• Legame sponsale Cristo - Chiesa e consacrazione
• Vita religiosa come “segno” (ecclesiale, cristologico,
pneumatologico, escatologico)
Il Capitolo 6° della Lumen Gentium: i religiosi
N. 45: Vita Religiosa e Gerarchia
La chiesa riconosce e regola la vita religiosa; Il rapporto
con il Romano Pontefice; l’esenzione…
N. 46: il numero “apologetico” della vita religiosa
“la professione dei consigli evangelici, quantunque comporti la
rinunzia di beni certamente molto apprezzabili, non si oppone
al vero progresso della persona umana, ma al contrario per
sua natura le è di grandissimo profitto”.
“Né pensi alcuno che i religiosi con la loro consacrazione
diventino estranei agli uomini o inutili nella città terrestre.
Poiché, se anche talora non sono direttamente presenti a
fianco dei loro contemporanei, li tengono tuttavia presenti in
modo più profondo con la tenerezza di Cristo, e con essi
collaborano spiritualmente, affinché la edificazione della città
terrena sia sempre fondata nel Signore, e a lui diretta, né
avvenga che lavorino invano quelli che la stanno edificando”.
N. 47: esortazione alla perseveranza
Em nome do Pai e do Filho
e do Espírito Santo. Ámen.
• Avé Maria, cheia de graça,
o Senhor é convosco,
bendita sois vós entre as mulheres
e bendito é o fruto do vosso ventre, Jesus.
Santa Maria, Mãe de Deus,
rogai por nós pecadores,
agora e na hora da nossa morte. Ámen
Il periodo post conciliare
e le diverse forme vocazionali
1)
In relazione allo stato di vita «laicale»
a) La proposta della teologia dei ministeri:
Rilettura ministeriale dei carismi; Ministeri ordinati e non
ordinati (Ministeri istituiti e di fatto)
Quale il ministero della vita religiosa?
NB.: origine dell’uso frammentato/dispersivo della «vocazione»
b) Il ripensamento dell’indole secolare dei laici
Quale il fondamento dell’indole secolare? L’incarnazione!
In questo modo: l’indole secolare è di tutta la Chiesa e non
solo dei laici
c) Riscoperta della vita battesimale come vocazione fondamentale
Abitare il mondo e la società in forza della fede e del
Battesimo
d) Vita consacrata e sacerdozio ordinato sono due forme
vocazionali particolari a servizio della vocazione
fondamentale (battesimale)
2) La riflessione postconciliare
sulla vita consacrata
• Enfasi sul tema della formazione in relazione ai problemi di fedeltà e di
perseveranza nella propria vocazione (in occidente)
– Abbandoni e diminuzioni delle vocazioni di speciale consacrazione
• Il problema della identità teologica della vita consacrata in relazione
all’affermarsi della vocazione battesimale e laicale
• Sinodo dei Vescovi (1994) e documento Vita Consecrata
(1996)
a) Consigli evangelici e Trinità (prima parte)
b) «Nuova e speciale consacrazione» e «obiettiva eccellenza»
c) La sfida dei consigli evangelici nei confronti delle nuove istanze
antropologiche (VC 84-95)
• Il problema oggi:
– Il rapporto tra la consacrazione battesimale e “speciale
consacrazione” dei religiosi.
– Essenzialità della vita religiosa per la Chiesa
– “la concezione di una chiesa composta da soli ministri sacri e da
laici non corrisponde alle intenzioni del suo divino Fondatore” VC 29
– Il problema della perseveranza
3) La riflessione postconciliare sul sacerdozio ordinato
• 1. L’esigenza di chiarire il rapporto tra sacerdozio
ministeriale e sacerdozio comune (battesimo)
• 2. La relazione tra Sacerdozio ordinato e celibato
- PAOLO VI, Sacerdotalis Caelibatus (1967)
- Sinodo dei Vescovi 1971 e 2005 (Benedetto XVI, Sacramentum
Caritatis)
• 3. Sacerdozio alle donne?
– Esigenza teologica o problema sociologico?
– Il carattere irreformabile della non ammissione delle donne al
sacerdozio ministeriale
• Congr. Per la Dottrina della Fede, Inter insigniores (1976).
• Giovanni Paolo II, Ordinatio Sacerdotalis (1994)
• 4. Il problema della formazione al sacerdozio ordinato nelle
circostanze attuali (Sinodo 1990 – Pastores Dabo Vobis)
Conclusione della parte storica
• Proposta:
• A) Dalle «vocazioni» alla «vita come
vocazione»: antropologicamente e
teologicamente, ricuperando il senso
umano della vocazione
• B) Reciprocità ecclesiale degli
stati di vita: distinzione e
relazione tra le diverse forme di
vita.
II. PARTE
VITA COME VOCAZIONE
• II. 1. Vita come vocazione e antropologia
drammatica
• II. 2. Vita come vocazione e evento di
Gesù Cristo
1. VITA COME VOCAZIONE E
ANTROPOLOGIA DRAMMATICA
• Antropologia drammatica: dal greco “drao” =
agire / decidere
• Ritrovare il senso umano della parola vocazione
in relazione alla necessità di ogni persona di
decidere sensatamente di se stessa, in rapporto
con le altre persone
• L’uomo come “essere per la decisione”, ovvero
l’uomo come libertà (evitando gli eccessi
dell’esistenzialismo= l’uomo deve decidere di sé
ma non può determinare la propria essenza che
invece gli è data)
La struttura della libertà finita
(umana)
1 L’uomo come «automovimento»
– “Essere padre dei propri gesti”
– La insostituibilità della propria persona
– Libertà non delegabile ad un altro
– L’uomo come «poter» e «dover» decidere
– Una libertà «assegnata» a se stessi
– Noi non siamo e non possediamo il
fondamento di non stessi: il mistero della
nostra nascita e l’alterità originaria
La struttura della libertà finita
• 2. L’uomo come «autoapertura»
– Esserci come co-esserci: io-in-relazione
– L’uomo sperimenta una incompiutezza che lo necessita
ad uscire da se stessi
• Nota bene: condizione enigmatica e drammatica
dell’uomo
– La libertà tra rimanere presso di sé (narcisistico) e stare
presso l’altro (alienazione)
• 3. La libertà dell’uomo e l’istanza di una
realtà incondizionata (Infinita: Dio):
- La libertà può muoversi solo in relazione a
qualche cosa che può compierla e che sia
incondizionata.
Sant’Agostino così descrive Dio rispetto a se
stesso:
– Interior intimo meo – superior summo meo
– Più intimo a me di me stesso (immanenza) – più alto
della mia altezza (trascendenza)
4. La dinamica della libertà: ma come si muove
in concreto la nostra libertà?
• La libertà si muove in rapporto alla realtà che incontra
quotidianamente come «evento» e «dono».
• La realtà mette in movimento il “cuore” dell’uomo che
inizia a desiderare e a domandare
• La realtà “chiama” l’uomo alla felicità, alla bellezza, alla
giustizia, alla bontà, alla verità
• In sintesi: la vita è vocazione perché la realtà è
“provocazione”.
• Esperienze paradigmatiche: l’amore (l’esperienza di un
grande affetto) e bellezza (l’esperienza estetica)
• Il desiderio e il problema del “limite”
• L’alternativa:
– la realtà come assurdo
– la realtà come segno (simbolo!) del Mistero di Dio
Zdrowaś Maryjo,
łaski pełna, Pan z Tobą,
błogosławionaś Ty
między niewiastami,
i błogosławiony owoc
żywota Twojego, Jezus.
Święta Maryjo, Matko
Boża, módl się za nami
grzesznymi teraz i w
godzinę śmierci naszej.
Amen
Struttura e dinamica della libertà
• Struttura della libertà
– Libertà come automovimento e autopossesso
– Libertà come autoapertura e adesione
– L’enigma della libertà e l’istanza assoluta (Dio)
• Dinamica della libertà
– Realtà come pro-vocazione
– La libertà e il desiderio/domanda
– Il mistero di Dio dialoga con noi attraverso
l’impatto che la realtà ha sul nostro cuore
– La realtà come «assurdo» oppure come «segno»
del mistero di Dio
Uomo (cuore)
realtà (pro-vocazione) Paternità – Mistero
LA DOMANDA VOCAZIONALE COSTITUTIVA:
Dall’impatto tra l’ «io» e la «realtà» scaturisce
anche la domanda vocazionale:
«Chi sono io?» e «quale il mio compito»?
I PERCORSI ANTROPOLOGICI:
a) La via delle caratteristiche personali
(contrassegni empirici): stima delle proprie
capacità, risorse e limiti, che mi accomunano
e che mi distinguono dagli altri
b) La via dialogica: scopro chi sono
quando scopro di essere unico per qualcuno
(rapporto madre-bambino; amicizia)
N.B.: Necessità e insufficienza di questi percorsi
Vita come vocazione e polarità antropologiche
(per una criteriologia vocazionale drammatica)
Le polarità antropologiche costitutive:
“Chi sono io? – Quale il mio compito?”
• 1) Spirito (anima) - corpo
• 2) Uomo – donna
• 3) Individuo – Comunità
“Chi sono io?” 1) spirito (anima) - corpo
• Il dato
– Corporeità come misurabilità e partecipazione alle
leggi del cosmo
– Spirito come possibilità di autotrascendenza
• Le interpretazioni
– Spiritualismo: il corpo come caduta/colpa. Suo
carattere negativo (carcere dell’anima).
– Materialismo: esiste solo quello che è misurabile; lo
spirito come epifenomeno del corpo
– Il “sinolo” aristotelico: anima forma del corpo
• Equilibrio instabile: la minaccia della morte
“Chi sono io?” 1) spirito (anima) - corpo
• L’attualità:
• Contemporaneità di spiritualismo e materialismo
• Fenomeni:
– esaltazione del corpo: culturismo, esaltazione della
bellezza, evergreen, rifiuto dell’invecchiamento…
– spiritualismo esoterico: magie, new-age, ritorno del
sacro etc.
• L’evento cristiano: Il Verbo di Dio si fa «carne»; Gesù dona
il suo corpo, la risurrezione della carne e la dignità del corpo
• Implicazioni vocazionali:
– Inesistenza di vocazioni solo “spirituali” che escludano il
corpo.
– Verginità cristiana: il nesso con la carne risorta
(escatologico cristiano)
• Verginità come espressione della redenzione del (e
non: dal) corpo (Giovanni Paolo II)
• Il corpo come sacramento della persona
“Chi sono io?” 2) Uomo - donna
• Dato
– Differenza sessuale e dato originario dell’alterità
– Due modalità irriducibili dell’essere umano
• Interpretazione
– Confinare la differenza nel dato materiale/ corporeo –
infraumano (in comune con animali e vegetali)
– Proiettare la differenza sessuale nella divinità: matrimoni
divini tra gli dei (miti gnostici)
– La differenza sessuale come “derivata”. Il mito dell’androgino:
l’essere umano sarebbe stato all’inizio né uomo né donna.
L’uomo sarebbe stato una «sfera» che gli dei dividono in
«due metà», che si rincorrono per tornare a fondersi.
• Ma perché l’uomo fa così fatica a stare di
fronte alla differenza sessuale?
• L’enigma: l’uomo-donna nel ciclo tra
generazione e morte:
– La relazione tra l’uomo e la donna si lega alla
generazione dei figli
– Ma la nascita dei figli ricorda ai genitori che sono
mortali: i figli sostituiranno i genitori
– Gli affetti e la fecondità sono così segnati dalla
paura della morte
– Per questo accettare la propria identità sessuale
implica sempre due cose:
• Riconoscere l’alterità
• Accettare di essere limitati e mortali
“Chi sono io?” 2) Uomo - donna
• Attualità
– Differenza sessuale e femminismo
• Femminismo radicale (anni ‘50-’70)
– La donna per liberarsi dal dominio dell’uomo-maschio si
mascolinizza, cercando di assumere ruoli tradizionalmente
maschili, relativizzando il legame matrimoniale con l’uomo
e la figura della maternità
• L’ideologia del “gender” e “fluid identity” (80- fino ad
oggi)
– Non più «due sessi», ma diversi «generi»
– L’ideale sembra quello di essere fluidi e indeterminati
• «Androginismo» come riduzione della sessualità a
fattore culturale variabile;
• Il recupero del femminile e l’apertura alla reciprocità
(fine anni ’90)
• Avvenimento cristiano
– Tradizione ebraico cristiana: differenza uomo –
donna come parte del nostro essere creati ad
immagine e somiglianza di Dio.
• Sia l’uomo che la donna sono fatti ad immagine di Dio
• La relazione tra l’uomo e la donna è ad immagine di Dio
– Cristo, differenza uomo - donna e la
redenzione dalla morte
• Sacramentalità del matrimonio
• Verginità sponsale
• Implicazioni vocazionali
– Il pericolo di vocazioni “angelicate”
– Verginità e affezione: forma redenta del rapporto aperto alla gratuità e
libero dalla paura della morte
– Ci si consacra a Dio come «uomo» e come «donna»
En el nombre del Padre y del Hijo
y del Espíritu Santo. Amén
• Dios te salve, María, llena eres de gracia;
el Señor es contigo.
Bendita Tú eres entre todas las mujeres,
y bendito es el fruto de tu vientre, Jesús.
Santa María, Madre de Dios,
ruega por nosotros, pecadores,
ahora y en la hora de nuestra muerte.
Amén
“Chi sono io?”: individuo e comunità
• Il dato:
– l’individuo si presenta sempre come membro di una realtà collettiva.
– Tuttavia il singolo non si riduce alla collettività
– L’enigma della morte: il singolo muore – la collettività rimane
• Interpretazione
– Collettivismo (Comunismo) e individualismo (Società liberale)
– Conseguenze: Narcisismo ed spersonalizzazione
• Attualità: contemporaneità di individualismi e collettivismi
• Avvenimento cristiano:
– L’uomo come io-in-relazione: «non è bene che l’uomo sia solo» (Gn 2,18).
– Comunione come forma realizzata dei rapporto:
• Paradigma della eucaristia e della vita della SS. Trinità
• «Essere se stessi» come «essere per un altro»
• Implicazione vocazionale
– Fraternità come concretizzazione della comunione
2. LA VITA COME VOCAZIONE ED EVENTO CRISTOLOGICO
Gaudium et Spes, 22: “In realtà solamente
nel mistero del Verbo incarnato trova
vera luce il mistero dell'uomo. Adamo,
infatti, il primo uomo, era figura di quello
futuro (Rm5,14) e cioè di Cristo Signore.
Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio
rivelando il mistero del Padre e del suo
amore svela anche pienamente l'uomo a
se stesso e gli manifesta la sua altissima
vocazione”.
Al salamu aleiki ia mariam , ia
mumtalia’ naamatan arrabu
maaki mubaraka anti fi annisà
ua mubarakat thamrath
batneck yessuà ia qidissat
mariam ia walidat allah sally li
ajlina nahnu alchataa al an ua
fi sa’at mautina amin
1.
La sequela di Cristo realizza la scoperta della propria
identità e del proprio compito
- Identità: Gesù sa chi è («il figlio amato») e mi rivela chi
sono: figlio/figlia nel Figlio di Dio.
- Quale il mio compito? Cristo si presenta a noi come il
«mandato dal Padre a fare la sua volontà»; dunque la vita
è «Missione»: partecipare con tutto se stessi alla missione
di Cristo nella Chiesa per il mondo.
- Gesù con la sua vita, morte e risurrezione, rivela che la
vita è vocazione e missione all’amore
- A partire dall’incontro con Cristo, avviene il recupero delle
caratteristiche particolari (contrassegni empirici) e della
via dialogica, ossia le relazioni nelle quali abbiamo
riconosciuto di essere unici e irrepetibili.
- La realtà viva della Chiesa: luogo dell’incontro con Cristo e
dove si compie la persona
Ma dove accade l’incontro con Cristo?
• Gesù stesso ha stabilito un metodo perché la
sua libertà compiuta raggiunga la nostra libertà
in cammino: il sacramento dell’Eucaristia
• L’Eucaristia è il Mistero di Dio che ci
raggiunge nel segno.
• Gesù nell’Eucaristia coinvolge la mia vita
con la sua
• Dall’Eucaristia impariamo a vivere tutta la
vita come vocazione. Ovvero ad
accogliere il mistero di Dio nel segno che
incontriamo ogni giorno
2. Le caratteristiche della vocazione all’amore
L’amore è un comandamento o è un consiglio?
L’amore biblicamente parlando è comandamento e
chiede tutto di noi: Mt 22,36-40: «Amerai il Signore tuo
Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua
mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è
simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso.
Non esiste un amore “comandato” e un amore
“consigliato”
La “non-misura” dell’amore: Gv 13,34s: la legge del
“crescendo”; l’amore tutto sopporta, ma non che
vengano posti dei limiti.
L’amore è l’unico scopo adeguato della vita: “chi non
ama rimane nella morte” (1Gv 3,14).
Caratteristiche della vocazione all’amore
L’amore e il comando: nell’esperienza
incandescente dell’amore: chi ama vuole
quello che deve.
Amore e voto: il “per sempre” è proprio del
fenomeno dell’amore, anche se si sente di non
avere la forza per realizzare un tale proposito.
L’amore e la legge: Il raffreddamento introduce la
divisione tra “dovere” e “potere\volere” amare.
Senso della legge: sanziona la trasgressione e
indica la meta.
Conclusione: vicendevole appartenenza di
comandamento e consiglio.
Come comprendere la relazione tra
comandamento dell’amore e consigli
evangelici?
1. La linea di Tommaso d’Aquino
-
-
L’amore è l’unico fine della vita cristiana
I “consigli evangelici” non sono la perfezione
me mezzi per raggiungerla
Non solo: sono anche espressione maggiore
di amore (visione comparativa)
2. LA VITA COME VOCAZIONE ED EVENTO CRISTOLOGICO
2. San Bonaventura: De Perfectione Evangelica.
-
-
-
Innanzitutto l’amore viene da Dio, il nostro amore è
risposta al suo amore
Il tema dell’umiltà: abbassamento di sé per esaltare
l’altro: incarnazione, croce eucaristia
I consigli evangelici sono già perfezione perché
conformazione sponsale all’amato
I consigli evangelici valgono per tutti i cristiani e non
solo per lo “stato di perfezione”: essi hanno modi
diversi di essere vissuti secondo il proprio stato
2. LA VITA COME VOCAZIONE ED EVENTO CRISTOLOGICO
3. Sant’Ignazio di Loyola
-
L’indifferenza dell’amore: la perfezione sta nella
disponibilità al disegno di Dio e alla sua volontà: la
santità è fare semplicemente la volontà di Dio
-
I consigli evangelici (obbedienza, povertà e castità)
sono, prima che uno stato di vita, indicatori di tutto
quello che una persona può mettere nelle mani di
Dio.
-
Per questo ogni cristiano deve vivere i consigli
evangelici come tensione, mentre solo alcuni sono
chiamati a viverli come forma di vita
In sintesi
• L’analisi della vocazione all’amore ci dice
che ogni stato di vita è stato in cui vivere
pienamente la vocazione all’amore che
essenzialmente coincide con il dono totale
di sé.
• Per capire perché esistono due strare
diverse occorre interrogare la storia della
salvezza e vedere gli stati dell’uomo lungo
la sua storia, dalla creazione fino al
compimento in Cristo
Individueremo 3 stati dell’uomo
• 1) lo stato originario
• 2) lo stato decaduto
• 3) lo stato della redenzione
• 4) lo stato di Gesù Cristo
Lo stato originario dell’uomo
Uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio Trinità:
dipendenza e somiglianza da Dio
Padre
Spirito Santo
Uomo/Donna
Assenza di stati di vita
Figlio
Caratteristiche dello stato originario: Genesi 1-2
Dato biblico
– Non conoscenza del bene e del male: non mangiano
dell’albero in mezzo al giardino
– Mancanza del senso del pudore: “erano nudi e non ne
avevano vergogna”
– Mancanza del senso della morte: ne fanno esperienza solo
dopo il peccato
Interpretazione:
– Il divieto dell’albero: segno del carattere di dono dell’esistenza e
della posizione di ricezione/accoglienza
– Reciprocità: Obbedienza e Libertà: liberi perché obbedienti,
orientati originariamente al solo bene
– Reciprocità: Povertà e possesso: dominano su tutto ma non
hanno possesso privato
– Reciprocità: Verginità (innocenza originaria) e fecondità: il
corpo è guardato in vista del suo scopo oblativo di amore
fecondo. Ecco il senso della nudità senza vergogna
Lo stato dell’uomo decaduto
La rottura dell’amicizia con Dio
– L’inganno del serpente: Obbedienza come
sottrazione di libertà
– L’uomo afferra l’albero in mezzo al giardino,
per la conoscenza del bene e del male, cioè
l’uomo rinnega di essere creato da Dio, è
come se si volesse fare da solo: “sarete come
Dio”:
– Il peccato è in tal modo rinnegamento
dell’origine, del Padre, dell’essere creati e del
proprio essere figli.
Lo stato dell’uomo decaduto
Conseguenza:
• Si rivela la possibilità del male, prima
sconosciuta, perché la libertà era
direttamente in rapporto con Dio, che è il
sommo Bene. Obbedienza e libertà
vengono sentite in opposizione
• Scarsità della vita e necessità della
proprietà privata: povertà e ricchezza ora
si oppongono
Lo stato dell’uomo decaduto
• Perdita del senso positivo della finitezza
• Perdita dell’innocenza originaria nel
rapporto uomo – donna: nasce la
possibilità della seduzione e della
dominazione nel rapporto affettivo.
• Il senso del pudore appare come una
difesa di fronte allo sguardo ambiguo ed
egoistico dell’altro
• Disallineamento rispetto alla destinazione
all’amore: impossibilità di ricostruirsi il
paradiso terrestre:
Lo stato della redenzione
L’azione di Dio nella storia è la separazione
per ricondurre in unità, per riportare la
creazione dal disordine del peccato:
- Il metodo della elezione – preferenza –
scelta di alcuni: la scelta di un uomo
(Abramo) e di un popolo (Israele)
1) Con l’apparire di Cristo abbiamo la
divisione Chiesa – Mondo: Cristo
come principio di divisione: (Mt 12,30;
Lc 11,23): Cristo fa con la Chiesa
quello che vuole fare con tutto il
mondo: la comunione d’amore
Lo stato della redenzione
2) La divisione prosegue all’interno della Chiesa:
Verticale: discepoli – popolo
• Diversificazione delle chiamate: “Tu vieni”
(chiamate dei discepoli) – “Tu vai” (l’indemoniato
di Gerasa)
• Diversi gruppi di chiamati: Discepoli: 12 apostoli / i
“settantadue” / donne al seguito di Gesù
• “Stato dei consigli” come partecipazione allo stato
di Cristo
3) Ulteriore divisione orizzontale: sacerdozio
ministeriale (“i dodici”) e sacerdozio comune (tutti i
fedeli)
Ma anche Cristo stesso compie
questa divisione attraverso un suo
stato particolare nel mondo:
lo stato di Cristo
- Gesù sta nella volontà del Padre
- L’obbedienza unisce ogni istante della vita
di Gesù
- Gli “stati” nell’unico “stato” di Cristo
- 1. Dalla nascita al Battesimo: stato nel mondo
- 2. Dal Battesimo alla croce: stato dei consigli
- 3. Il mistero pasquale: stato e-statico
• P
• Stato “mondano”
• Nascita
Sp S
Stato dei “consigli”
> Battesimo
F
stato “estatico”
>MyP
Lo Stato di Maria
• Stato coessenziale a quello di Cristo
• Lo stato dell’obbedienza:
– Stato dell’ ”assenso” alla Parola di Dio
– Vergine per essere madre
– In “contrappunto” rispetto a Cristo
• 1. Fino alla Croce: “stato mondano”
• 2. Dalla Croce: “stato dei consigli”
Gesù
Nascita
Battesimo
MyP
Maria
MyP
• P
SpS
F
U/D (s. finale)
• U/D (s. originario)
U/D (redenzione)
U/D (s. decaduto)
Sguardo conclusivo
ai diversi stati di vita
Lo stato fondamentale del
cristiano nel mondo (il battezzato)
Lo stato della figliolanza in Cristo(Battesimo)
- In cui si partecipa alla libertà dei figli di Dio
- Partecipazione al sacrificio e alla risurrezione
di Cristo
- Stare nella comunione ecclesiale
- Vivere secondo il carisma che è stato dato
- Stando nella condizione comuni nel mondo ma
senza essere del mondo, dando la
testimonianza cristiana
- All’interno della realtà familiare nel matrimonio
Lo stato dei consigli evangelici:
separazione all’interno della Chiesa
Partecipare alla stessa forma di vita di Cristo
stesso.
- obbedienza: sequela personale - “tu vieni”
- lasciare tutto: sciogliersi dai legami famigliari e da
ogni possesso personale per essere disponibili
per la missione evangelica: si lascia tutto perché
si ha incontrato “tutto”: Cristo.
- verginità: imitazione della sponsalità di Cristo
- Lasciare ogni preoccupazione (provvidenza)
- Il “centuplo quaggiù”
Una verifica importante
Verginità - Matrimonio
- matrimonio (sacramento) verginità (consacrata):
le due forme complementari nella vita della
Chiesa.
- Entrambe scaturiscono dal mistero sponsale tra
Cristo (Sposo) e la Chiesa (Sposa).
- Quindi sono entrambe vocazioni sponsali
- Nel mistero pasquale la relazione tra Cristo e la
Chiesa (rappresentata sotto la croce da Maria)
inaugura una modalità di rapporto sponsale,
verginale e fecondo.
- La verginità rappresenta il modo definitivamente
redento del rapporto uomo – donna e con tutta
la realtà in quanto lo libera dall’enigma della
morte e lo apre alla gratuità dell’amore.
In questo modo la scelta della verginità
ricade positivamente anche sulla scelta
matrimoniale:
– Il problema antropologico fondamentale: la
relazione uomo/donna nel circolo generazione
e morte
– La vittoria sulla morte libera il rapporto
uomo-donna dalla paura della morte e apre
alla gratuità della relazione.
– I consacrati possono rinunciare a generare
nella carne perché sanno che la morte è
stata vita: la loro fecondità è la testimonianza
della risurrezione di Cristo come risposta alla
paura della morte
In questo modo i consacrati e le consacrate
richiamano il senso vero della fecondità: chi
vive la verginità testimonia agli sposati in
matrimonio che è bene generare figli ma non
per la paura della morte ma perché la morte
è stata vinta.
Questo è anche il senso vero della fecondità:
infatti essere padri e madri non è
essenzialmente generare un figlio dalla propria
carne ma comunicare il senso della vita: la
testimonianza è il vero senso della paternità e
della maternità, che si attesta particolarmente
nella gratuità dell’accoglienza
Sacerdozio ministeriale e comune
Origine e necessità del sacerdozio nel Nuovo
Testamento:
• Gesù Cristo offre in sacrificio tutto se stesso sulla
croce: questo supera ogni forma antica di
sacerdozio fondato sulla differenza tra sacerdote
e offerta. Gesù è offerente e offerta
contemporaneamente: questo è il sacerdozio del
nuovo testamento
• Questa spontanea offerta di sé in Gesù è anche
adesione perfetta alla volontà del Padre: “Padre,
se possibile passi da me questo calice ma non la
mia ma la tua volontà sia fatta”. Unità tra dono
soggettivo e richiesta oggettiva.
Sacerdozio ministeriale e comune
Nascita nella chiesa di un ministero sacerdotale:
• Ogni battezzato vive il suo sacerdozio nell’offerta
quotidiana di sé stesso e nella testimonianza della
vita
• Poiché in noi che siamo peccatori non c’è la
perfetta coincidenza tra soggettiva offerta e
oggettiva esecuzione (come invece è in Gesù),
occorre che ci sia un sacerdozio che rappresenti
efficacemente l’offerta di Cristo alla nostra libertà:
questo è il sacerdozio ministeriale.
• Il sacerdozio ministeriale ha il compito di ripresentare l’aspetto oggettivo della esecuzione
dell’offerta nella sua validità perenne.
Il sacerdozio ministeriale ha come
compito quello di ripetere le parole e i
gesti di Cristo, rappresentando il dono
di Cristo Sposo alla chiesa sposa.
Questo è anche il motivo “simbolico
reale” per cui il sacerdozio
ministeriale è solo maschile:
rappresentare il Cristo sposo alla
Chiesa Sposa.
Il sacerdote – pensiamo alla figura di Pietro rappresenta chi in realtà non può mai essere
(Cristo); mentre la donna rappresenta nella
Chiesa – pensiamo a Maria e alle grandi figure
femminili della sacra scrittura - realmente se
stessa come sposa di Cristo.
In conclusione: affinché il popolo di Dio sia un
popolo sacerdotale (offerta della propria vita)
occorre che vi sia nella Chiesa, non in forza
della propria santità soggettiva ma di un dono
obiettivo di Cristo (sacramento dell’Ordine), la
rappresentazione perfetta di quanto Cristo ha
compiuto con la sua morte in croce, fino alla
consumazione dei secoli.
Circolarità degli stati di vita
nella missione della Chiesa
• Tutto nella chiesa è per la missione: “Come il
padre ha mandato me così io mando voi”
• Il momento ricettivo della missione:
–
–
–
–
mondo verso chiesa (la “impressio”)
centralità peculiare dei consacrati e dei presbiteri
Contemplazione e azione
Il ruolo peculiare della vita contemplativa
• Il momento espansivo:
– chiesa verso mondo (la “expressio”)
– centralità primaria dei consacrati e dei laici,
secondaria dei presbiteri
Missione e stati di vita
Mondo verso Chiesa
CHIESA
- Consigli
- Sacerdozio
Chiesa verso mondo 
MONDO
- Consigli
- Laici
Grazie per la vostra
attenzione…
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Teologia della vocazione