PRATICHE E FORMATI DEI SOCIAL NETWORK
L’identità al tempo dei media digitali
Massimiliano Padula
Roma, 25.03.2010
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IN PRINCIPIO ERA IL VIDEO
L’iconic turn (svolta iconica) evidenzia come la
contemporaneità sia caratterizzata da un imponente ritorno
delle immagini, a cui va riconosciuta la superiorità espressiva
rispetto al testo in virtù delle proprie qualità di immediatezza,
concretezza e chiarezza, tali da affermare un superamento del
paradigma linguistico a favore di quello visuale.
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LA QUESTIONE DEL VOLTO
David Lynch, 1980
non sono un’animale!
Sono un essere umano
Levinas: “Io analizzo la relazione interumana come se nella prossimità
con l’altro - al di là dell’immagine che mi faccio di lui - nel suo volto,
stesse ciò che mi ordina di servirlo.”
Martin Buber: “Essere uomo significa essere l’essere che sta di fronte”
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ALTERITÀ ANTICAMERA DELL’IDENTITÀ
Google books
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Un aspetto di ispirazione teologico-cristiana, che ha
acquisito rilievo nel pensiero contemporaneo occidentale, è
quello della “alterità”. È insito, ad esempio, nel
riconoscimento del “volto dell'altro”, tema proposto in
maniera originale dal filosofo ebreo di origine lituana
Emmanuel Lévinas
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VOLTO E IDENTITÀ

Il volto equivale per antonomasia alla persona. "Dare un volto"
a qualcuno significa nel nostro intimo riconoscerlo come un
“tu”, una persona determinata, non come un individuo
generico.
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“Guardare in faccia” una persona significa, per esempio, per il
burocrate non trattare anonimamente chi ha bisogno dei suoi
servizi, e per un governante, un medico o un commerciante non
considerare le persone come semplici numeri o mezzi per il
proprio tornaconto.
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LA PERSONALIZZAZIONE
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Tutti possiamo avere dei pregiudizi più o meno coscienti nei
riguardi di persone o di gruppi. Spesso la maniera di superarli è
l'incontro personale con essi, mettendosi in un atteggiamento
positivo, di apertura, di accoglienza. Per riconoscere il volto
dell'altro è necessario “vederlo”.
E il modo più degno e rispettoso d’incontrarlo è personalizzare
(trinitizzare) il nostro rapporto.
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LA CULTURA DELL’OCCHIO
Google books
Scrittura: “sistema codificato di marcatori visivi con cui lo scrivente può
determinare le parole esatte che il lettore produce a partire dal testo” (Ong,
1982)
Egli sostiene che il passaggio dalla cultura orale a quella basata sulla scrittura
comporta, tra l’altro assunzione di centralità della vista e possibilità di
controllare la conoscenza nel tempo
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LA FISIOGNOMICA
L’aedo omerico, come oggi l’attore del teatro di narrazione, comunica non solo
attraverso la parola, ma mediante posture, gesti, mimica, prossemica.
È una comunicazione olistica e sociale (Rivoltella 2001). Siamo di fronte ad
una totalità percettiva che supera l’ordine della scrittura perché riduttivo e
legittima l’atto della lettura che impegna solo lo sguardo e quindi diventa
esclusivamente individuale (Eisenstein, 1980).
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SAPERE ATTRAVERSO IL VEDERE

La costruzione di quello che l’individuo potrà diventare
(Bildung) è un processo che da questo momento passa in poi
passa attraverso il vedere perché è attraverso gli occhi che noi
acquisiamo esperienze e diamo ordine al mondo (Rivoltella 2010).
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IL VOLTO E L’IDENTITÀ

Il volto dell’uomo è costituito di una natura profondamente simbolica. Nel
simbolo, su senso secondo (altro) si annuncia dentro a un senso primo.

In forza di tale relazione il volto è maschera dell’uomo, non nel senso di ciò
che copre e nasconde ma di ciò che svela e rivela.

Il volto è simbolo dell’uomo e ne manifesta l’essere (Rivoltella 2010).
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LA QUESTIONE DELL’IDENTITÀ
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La mia identità è ciò che fa sì che io non sia identico ad un’altra persona.
[Essa comprende] l'appartenenza a una tradizione religiosa; a una
nazionalità, talvolta a due; ad un gruppo etnico o linguistico; ad una famiglia
più o meno allargata; ad una professione; a un’istituzione; ad un certo
ambiente sociale.. Ma la lista è assai più lunga [...]: si può sentire
un’appartenenza più o meno forte ad una provincia, a un villaggio, a un
quartiere, a un clan, a una squadra [...], a una banda di amici, a un
sindacato, a un’impresa, a una comunità di persone che hanno le stesse
passioni, le stesse preferenze sessuali, gli stessi handicap fisici, o che sono
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messe di fronte agli stessi rischi (Maalouf, 2007: 18).
L’IDENTITÀ IN INTERNET
Anni ‘70

Courtney Solomon, 2000
La diffusione sociale delle applicazioni di Internet (newsgroup,
chat e Muds* ) evidenziano il problema dell’identità.
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I MONDI VIRTUALI

Sono servizi internet che consentono l’interazione con altri utenti in
uno spazio tridimensionale attraverso la creazione di un’identità
digitale anche essa tridimensionale (avatar).
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ACTIVEWORLDS
Questa chat consente, in tempo reale, di conversare con più utenti da un
lato e di realizzare oggetti 3D (ad esempio una propria casa) dall’altro.
I mondi possono essere frequentati da grandi e piccini che scelgono un
avatar; l'avatar, come accennato in precedenza, e' una immagine di sé
che viene scelta sulla base di varie "spinte": perché ci rappresenta, perché
ci ricorda qualche cosa, perché sembra portarci fortuna, od anche solo
perché ci piace! Ed è possibile cambiarla ogni volta che si vuole.
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ACTIVEWORLDS/2
Alcuni esempi di avatar
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Gli avatar possono assumere le “sembianze” di uomini, di donne, di animali, di
oggetti; hanno un nickname scelto al momento dell’ingresso nei mondi ed hanno la
caratteristica di poter essere animati sino ad esprimere sentimenti (es. felicità,
tristezza). Possono inoltre camminare, correre, volare, ballare, cadere, ecc.
Si possono trovare sia turisti che cittadini. I turisti possono accedere ad una parte
delle opzioni previste dalla chat, ma non hanno grandi privilegi: non possono inviare
telegrammi, raggiungere amici presenti nei contatti, modificare l’avatar, realizzare
costruzioni.
Tutti i privilegi, pagando un abbonamento annuo, sono al contrario previsti per i
cittadini.
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PRIMI STUDI SULLA WEB-IDENTITÀ
Sherry Turkle
Elisabeth Reid
Studi di impostazione psicologica e clinica.
La Turkle, in particolare, durante una seduta di psicoterapia, si illumina
dopo una battuta di un’internauta pazzoide che le dice: “la vita è un’altra
finestra aperta sul mio desktop”.
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IDENTITÀ MULTIPLA
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La lettura clinica della Turkle tendeva a concepire questa
dislocazione del soggetto in più conversazioni come una avvenuta
frantumazione dell’io, o quanto meno di un suo decentramento.
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Ma nello stesso tempo si potrebbe concepire come una
emancipazione del soggetto rispetto ai vincoli dell’ hic et nunc
(Rivoltella 2010).
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La vita sullo schermo quindi non rappresenta una dimensione di
decandenza quanto una fase dell’umanità caratterizzata da una
molteplicità, una sorta di super vita perché non più schiava del
corpo.
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Aggiungiamo scenari di azione ad una identità che è già multipla.
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LA VIRTUALITÀ REALE
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Molti utenti tendono a costruire identità online non differenti da
quelle off line
Virtuale e reale non sono concetti contrapposti.
La vita sullo schermo è la nostra vita tout court.
Viviamo una virtualità reale, una realtà costruita dai media
digitali, priva di limiti spaziali e temporali.
Il nuovo web non surroga o sostituisce la realtà “reale”:
semplicemente si colloca in continuità rispetto ad essa
amplificando la possibilità di comunicazione tra i soggetti
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L’IDENTITÀ DIGITALE
ALCUNI CASI
Miss bimbo
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Social network con avatar lanciato nel
2007 dalla Blouzar
Orientato ad un target di (pre)adolescenti
Il concept del gioco è quello di
interpretare una “lolita”sexy ed aiutarla
nella scalata sociale usando tutte le
strategie possibili: trattamenti estetici,
chirurgia plastica, diete, abiti provocanti,
fidanzati ricchi e famosi
Si possono acquistare servizi aggiuntivi
attraverso i bimbodollari.
Bookerang
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Social network italiano che consente di
condividere in rete i propri desideri di
acquisto librario.
È una biblioteca virtuale
Sapere quale libro piace ad un amico e
comprarlo.
Si possono incontrare persone con gli
stessi gusti.
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ALTRI ESEMPI
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Altri esempi sono il cohousing o il car sharing o dei GAS (gruppi
di acquisto solidale). Pratiche che nascono come esigenze nel
reale e vengono espletate nel virtuale.
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FACEBOOK
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Nel rapporto tra volto e identità Facebook si inserisce in modo significativo.
Da un punto di vista antropologico, per chi vi apre un account, FB
costituisce un momento effettivo della costruzione del sé attraverso tre tipi
di operazione:
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- la propria autorappresentazione, che prende corpo nella “fotina”, nell’immagine
con cui l’utente sceglie di identificarsi sulla propria home page.
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- la propria autonarrazione, che si esplicita nella definizione del “profilo” che ogni
utente ha in Facebook e che contiene le informazioni (gusti, tendenze, passioni) che
servono agli altri utenti per farne la conoscenza;
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- le narrazioni condivise con gli “amici”, ovvero tutte le tracce che un utente lascia di
sé nella propria pagina e che sono rese accessibili a coloro che fanno parte del suo
social network: fotografie che riguardano la propria biografia, frasi sulla bacheca,
note, ecc. (Rivoltella 2010)
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LA SOCIETÀ ESTROFLESSA

Ragazzo che esce da scuola e si rivede dopo pochi minuti su
MSN o su FB.
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Essi sono rassicuranti perché mostrano l’intera rete sociale si
ciascuno. La sfera privata, invece di ritirarsi da quella pubblica,
esplode in essa.
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Rivoltella parla di società estroflessa, una società in cui il
personale è sempre più spesso pubblico.
Estroflessione: Ripiegamento verso l'esterno di un organo o di un tessuto
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I VOLTI IN FACEBOOK
Strategia
Autorappresentazione
Identity performance
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Immagine referenziale
Immagine contestuale
Immagine poetica
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Foto-tessera
Fotografia tranche-de-vie
Fotografia artefatta
Identity erasure
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Foto muta
Foto personaggio
Fotografia simbolo
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Materiali seconda lezione