Le comunità virtuali come fattore di
sostenibilità sociale e organizzativa del
sistema scuola
Paolo Ferri
Università degli Studi Milano-Bicocca
IRRE Marche - Seminario Interregionale Reti Telematiche
Progettualita' e formazione on line
Aula Magna Facoltà di Economia, Università Politecnica delle Marche
Ancona, Piazzale Martelli, 8 - 4 settembre 2004
Sintesi
 a. Le comunicazioni digitali abilitano la possibilità di attivare politiche didattiche, di formazione
e comunicazione all’interno della scuola, che permettano di realizzare insieme azioni innovative
di formazione e sostenibilità sociale ed economica, non solo rispetto alle pratiche e agli obiettivi
dell’organizzazione scolastica e del sistema scuola, ma anche rispetto a pattern condivisi di
valori “socialmente sostenibili”.
 b. Si tratta di azioni didattiche e di formazione che integrano didattica in presenza e attivazione
di comunità virtuali didattiche ed organizzativo (Coportate portal della scuola, per la didattica, la
formazione formatori, la gestione amministrativa, la gestione di aule virtuali) con modalità di
blended learning che possono, cioè, essere rivolte:
 Al miglioramento e al consolidamento dell’azione didattica
 Alla costruzione ed al rafforzamento di una cultura di riferimento della scuola e del sistema formativo
 Alla costruzione di un senso di “employee citinzenship” e di una responsabilità sociale (corporate social
responsability) dell’istruzione scolastica.
 c. Le comunità virtuali di apprendimento e comunicazione sono, d’altra parte, sempre più
spesso uno dei principali fattori di costruzione di una sfera simbolica e di pratiche condivise
comuni.
 d. L’integrazione stretta fra comunicazione e formazione, all’interno delle comunità virtuali di
apprendimento, risulta chiave nei processi di visioning strategico e nelle azioni di sostegno
delle attività di “change management” nella scuola.
Contenuti
Contenuti:
 Comunità virtuali di apprendimento: una
definizione
 La transizione dei modelli didattici e formativi
 Agire comunicativo ed “immaterialità pesante”
della comunicazione: comunità virtuali
 Didattica, formazione organizzazione e visione
strategica nella scuola
 Conclusioni: le relazione tra comunità
apprendimento e sostenibilità sociale della
scuola
Agire formativo e comunicativo ed “immaterialità
pesante” della comunicazione digitale
 Lo scenario: il “paesaggio” competitivo odierno
 la tendenza ad affermarsi a livello globale, all’interno delle società avanzate, di
quella che potremmo considerare come una nuova “forma evolutiva” delle
società contemporanee, che con Manuel Castells possiamo definire “società ed
economia informazionale” (Castells, 1996, 1997, 2000);
 inclinazione del “capitalismo informazionale” ad inglobare e ricomprendere la
conoscenza, la cultura e l’esperienza all’interno della catena della generazione
del valore, quello che è stato definito da Jeremy Rifkin, come “capitalismo
culturale” (Rifkin, 2000) o “capitalismo dell’esperienza”
 il trend verso l’affermazione di un modello che potremmo chiamare Click and
Mortar (Ferri, 2004), cioè la rapidissima infrastrutturazione ICT di tutte le realtà
produttive.
 il crescere del valore della conoscenza e della formazione all’interno delle
istituzioni e il loro divenire un fattore strategico come leva del cambiamento e
dell’innovazione (Grant: 1991 ; Recchioni 2001). Si pensi a questo proposito a
tutte le tematiche correlate al tema del “Knowledge Management” e al suo nesso
con le strategie di formazione (Vergeat e Cesaria: 2001) .
1.
Comunità virtuali di apprendimento: una
definizione
 Ieri: (e a volte anche oggi): Formazione Tech-driven
 e-learning: eccessiva enfasi sulla “e”, ossia sulla componente
tecnologica, mentre si tratta di un processo d’innovazione complesso:
tecnico, cognitivo, culturale e sociale e consentito dalla tecnologia ma
non determinato da essa.
 Oggi: Blended e complex learning
 ci si rende conto dell’importanza di sfruttare le nuove opportunità
tecnologiche coniugando opportune filosofie pedagogiche a quanto viene
abilitato dall’ICT
 si prende coscienza che le strategie possibili di formazione non sono
quelle basate sull’e-learning puro ma quelle “blended”
 la sfida non è la semplice sostituzione di un metodo con un altro ma
invece quella dell’integrazione e della partnership fra una più ampia
gamma di metodologie disponibili.
L’evoluzione dei modelli didattici:
60/70: Modello tecnico-razionale
Per questa sintesi è stato utilizzato un articolo di Elio Damiano "Modelli didattici e lavoro in
aula",Nuova secondaria, settembre 1998 ,n°1.
 La principale caratteristica di questo modello è quella di puntare
sull'insegnamento come un'azione tecnico-razionale orientata ad
introdurre i cambiamenti attesi presso l’ “oggetto” in apprendimento,
 autoregolare l'intervento mediante l'intervento continuo sul processo.
 Accertamento del prodotto come esito di una precisa azione di
insegnamento.
 L'attenzione è posta al controllo degli interventi che vengono in parte
riorganizzati dopo le fasi di monitoraggio.
 Metodi quantitativi di valutazione
 Scansione logica e programmata delle tappe della didattica
 Le capacità di previsione e di controllo sono le competenze principali
dell'insegnante: l'apprendimento è fenomeno del tutto prevedibile e
controllabile.
 Esempi: la pedagogia per obiettivi di Skinner e/o dalle tassonomie di Bloom.
Modelli di processo
 Propensione per il metodo, inteso come procedura di pensiero riflessivo da
privilegiare nell'insegnamento.
 Il metodo viene insegnato facendo fare agli studenti diretta esperienza dei
procedimenti di scoperta (problem posing, problem solving).
 Tali modelli si riconoscono nella ricerca-azione e nei laboratori. Si accorda
preferenza agli argomenti desunti dall'attualità ( in nome della continuità con
l'esperienza concreta e diretta dei ragazzi).
 Si enfatizza la congruenza psicologica con gli interessi degli allievi e la pregnanza
emotiva ed affettiva del lavoro in classe, nonché il benessere relazionale.
 La valutazione si esercita sui processi, cioè sui dinamismi di interesse,
coinvolgimento, condivisione di un'attività scolastica significativa.
 Si valorizzano gli itinerari di cambiamento con strumenti di valutazione qualitativi.
Modelli Costruttivisti dell’”Oggetto
mediatore”

Questo terzo modello didattico rimprovera ai modelli del prodotto un eccesso di semplicità

No relazione causa-effetto che dovrebbe unire insegnamento ed apprendimento. Richiamo diretto
all’epistemologia costruttivista;

Apprendimento lavoro produttivo del soggetto su cui l'insegnamento può intervenire soltanto
indirettamente (Rogers, Mantovani)

Azione sull'ambiente in cui si compie. Per questo alcuni modelli di questa categoria si chiamano ecologici (
Bateson).

Le nozioni scolastiche hanno importanza, come “tools disciplinari“: costituiscono degli
amplificatori delle strutture cognitive del soggetto in apprendimento (Piaget, Brunner, Papert).

La specificità di questi modelli sta nella mediazione tra i due processi dell'insegnamento e
dell'apprendimento, che convergono su un compito comune.

L'apprendimento può aver luogo solo a partire dagli oggetti culturali (Geertz - nozioni, concetti
disciplinari,..)

Rientrano in tali modelli lo costruttivismo sociale di Bruner e Gardenr, il modello dello "sfondo
integratore", la didattica per concetti (Damiano), la pedagogia del contratto e del conflitto
(Nigris).
La rimediazione digitale della formazione:
nuovi oggetti culturali per la didattica
 La sfida attuale riguarda - parafrasando Bolter e Grusin (Bolter,
Grusin 2001)- la “ri-mediazione” , ovvero lo sviluppo di un
rapporto di collaborazione e di competizione fra i media
tradizionali dentro e fuori dall’aula e quelli digitali
 Si assiste: ad una perdita di rilevanza entro le aziende sia della
formazione istituzionale standardizzata sia degli interventi di
comunicazione/formazione “a pioggia”.
 A una parallela crescita delle azioni mirate “on demand”, che
spesso coinvolgono più persone disperse sul territorio, in
questo caso la metodologia più efficace consiste nel combinare
in maniera sinergica metodi con differenti punti di forza e di
debolezza come:
 attività d’aula “tradizionale” e con metodi attivi
 comunicazione interna
 moduli di e-learning
 knowledge management ecc
Le comunità virtuali come strumento multicodicale
della rimediazione della formazione
 Comunità virtuali di apprendimento: ambiente cognitivi a dimensioni
multiple, di learning e socialità (Virtuale+Reale)
 Learning: elementi linguistici, grafici, visivi e sonori si intersecano in una
struttura a rete (network), in spazi collaborativi di interazione in presenza
o a distanza.
 Socialità comunicazione: questo nuovo ambiente cognitivo prevede una
tipologia di interazione tra i diversi media e tra i soggetti della
formazione che presenta caratteristiche innovative: relazione di
apprendimento immediata e mediata “in absentia”, “freddezza della
socialità digitale, maggior simmetria tra formatore e formando, facilità
della tracciabilità della conoscenza tacita, sharing immediato delle
conoscenze (Turkle, 1996, Wallace 2001),
 Codici: i codici e la comunicazione di un ambiente cognitivo didattico a
dimensioni multiple sono molto differenti da quelli tradizionali, e
soprattutto cominciano solo ora a essere indagati approfonditamente.
Le infrastrutture per abilitare le comunità
virtuali
“school portal”
Data base amministrativi
Aule virtuali
“work station digitale a banda larga” a domicilio per
docenti
cablaggio scuole e case operatori a banda larga
l’utilizzo massiccio di strumenti di video-conferenze
digitali interattive in occasione di eventi di
particolare rilievo
logica dell’”any time any where” per organizzazione
e formazione formatori
Comunità virtuali, interagisce
l’accoppiamento strutturale di tre fattori:
a. l’e-learning
 implica sia l’impiego di tecnologie evolute che una concezione
psicologico-sociale del processo di apprendimento orientata e
guidata dalle esigenze dei formandi (costruzionismo socioculturale, Varisco 2002).
 nell’e-learning Internet abilita lo studente (insieme agli altri attori
del processo conoscitivo) a partecipare attivamente al processo
di co-produzione della conoscenza.
 questo perché internet abilita allo sviluppo di ambienti virtuali
ad alto tasso di interattività e di cooperazione sociale. Ne
consegue che la rete consente al formatore ed ai formandi di
accedere a nuovi modelli d’interazione e di apprendimento.
Comunità virtuali, accoppiamento
strutturale di tre fattori:
b. knowledge management
 il knowledge management ha per oggetto la gestione
sistematica della conoscenza anche attraverso processi
abilitati dall’info-tech.
 più specificamente lo sviluppo del knowledge management
si propone di rendere rintracciabile ed utilizzabile la
conoscenza a livello di sistema organizzativo e didattico
scolastico.
 questo attraverso la promozione entro l’organizzazione
scuola di una cultura orientata al trasferimento ed allo
sviluppo della conoscenza ed al sostegno delle relazioni
fra le persone che appartengono alle medesime comunità di
pratica (Davenport e Prusak: 1998; Wenger:1999 ).
Comunità virtuali, accoppiamento strutturale di
tre fattori:
c. change management e management of
change
 lo sviluppo delle opportunità di apprendimento e di formazione
offerte dalla rete implica da un lato la messa a punto di nuove
soluzioni tecniche e dall’altro quella di nuovi stili e modelli
culturali di rapporto fra le dirigenti, insegnati, la scuola, le
imprese e le altre istituzioni (Recchioni, 2002).
 i processi di comunicazione abilitati dai nuovi media info-tech
assumono particolare rilievo per il contributo che possono
fornire all’innovazione ed al cambiamento culturale in un epoca
in cui, anche, la scuola pubblica, sottolineo pubblica, deve
confrontarsi con la tendenziale destrutturazione delle
organizzazioni e l’apertura dei che dà più spazio all’autonomia
ed alla partecipazione degli attori (Micelli, 2000).
Agire formativo, agire comunicativo e
condivisione dei valori
 L’”agire formativo” contemporaneo si qualifica sempre più come una
forma di “agire comunicativo”, ovvero un insieme di azioni sociali che
non tendono solamente all’ottenimento di obiettivi di natura
“strumentale” o “strategica” (Habermas, 1981).
 L’”agire comunicativo” nell’ambito del sistema scuola tende perciò ad
integrare un peculiare orientamento alla ricerca di “norme consensuali”
che definiscano le aspettative reciproche riguardo al modo in cui, in una
situazione data, operano gli attori della “relazione organizzativa”. La
visione neoclassica della competizione viene perciò progressivamente
integrata da forme di cooperazione.
 Questo orientamento presuppone l’esistenza di un “orizzonte della
precomprensione” comune, e cioè di un retroterra di valori, prassi,
comportamenti, e credenze comuni e condivise, ed è proprio in questa
direzione che si muovono gli studi relativi alla “cultura formativa e
organizzativa” e alla natura simbolica del comportamento
organizzativo”(Lyytinen, 1992).
Agire formativo digitale come fattore
strategico
 Per potere avere successo in un mondo in cui l’innovazione è il fattore
strategico, il sistema scuola deve ripensare in chiave di comunicazione
sociale e istituzionale interattiva e multicodicale il loro “agire formativo e
organizzativo”.
 Prendiamo ancora una volta un esempio dell’organizzazione aziendale:
 Nel capitalismo industriale sviluppato era la stessa “localizzazione” fisica di
un’impresa, ovvero il “genius loci” di Detroit o di Mirafiori, a generare
implicitamente uno spazio culturale ovvero un terreno di relazioni sociali,
oggi questo compito è affidato soprattutto all’”immaterialità pesante” delle
comunicazione digitali (Corporate portale, Community di apprendimento).
 Ciò è tanto più vero quanto più gli assetti organizzativi delle istituzioni
divengono più “leggeri” e decentrati (non uso di proposito la parola
federalismo e della devolution perché li ritengo uno dei principali fattori
di destabilizzazione del Sistema Italia… ), improntati alla metafora
dell’ecosistema di partnership, più che a quella tradizionale gerarchica.
Le comunità virtuali di apprendimento
come strumento di creazione del valore
Dunque la comunicazione e la formazione abilitate dalle tecnologie
rappresentano sempre più spesso il veicolo e il vettore per la creazione di
una sfera simbolica comune.
Tre punti di attenzione:
1. La “convergenza digitale” ha fatto sì che sempre più
spesso l’orientamento strategico di un istituzione, così
come gli strumenti di gestione, verifica degli obiettivi e dei
risultati, comunicazione e formazione siano veicolati dallo
strumento digitale.
In questo senso molto concretamente l’”agire
comunicativo” si è già trasformato in agire organizzativo e
produttivo. Le relazioni formative, comunicative e
organizzativa, sono, cioè, sempre più spesso veicolate dal
medium comunicativo digitale e non solo dai contatti e
dalle relazioni in presenza.
Community: formazione e comunicazione
 La didattica, la formazione e la comunicazione, mediate dagli
strumenti digitali e interattivi, assumono in questo modo una
funzione critica nella scuola contemporanea :
 a) nei processi didattici e di generazione della conoscenza
 b) nei processi di generazione, costruzione e consolidamento di una
visione strategica condivisa dall’istituzione scuola: una base comune
di prassi e valori, che costituisce l’identità sempre più immateriale e
deterritorializzata dell’istituzione scolastica soprattutto in rapporto
alle famiglie a alle altre istituzioni;
 c) nei processi di change management che vengono sempre più
spesso progettati, gestiti e accompagnati da azioni di formazione e
comunicazione veicolate attraverso un mix di strumenti multicodicali:
es. INDIRE for TIC, Corsi per dirigenti scolastici
Le comunità virtuali e la visione strategica
 La visione strategica presenta un nesso strettissimo con
l’”agire didattico e formativo” abilitato dalle tecnologie. Essa
implica:
 la ricostruzione di uno scenario e la narrazione di un universo di
senso che definisca il “cosa e dove vorremmo essere nel futuro”
(Future State Visioning)
 la capacità di costruire una visione del futuro in un terreno
fondato sulla diffusione e l’aggiornamento continuo dei core
values e dei i core purpose della scuola pubblica.
 Più in particolare, parlare di visione strategica significa in
primo luogo e continuamente fondare la costruzione della
strategia sul nesso fra quest’ultima e gli investimenti in
cultura ed in conoscenze: quale il senso del nostro agire
pedagogico e didattico.
VISIONE
STRATEGICA:
SENSO DELL’AGIRE
DIDATTICO E DEL RUOLO
SCOCIALE DELLA
SCUOLA PUBBLICA
RECUPERO DI VALORE
SOCIALE ED ECONOMICA
DELLA SCUOLA
PUBBLICA
DIGITAL COMMUNITY
ABILITATA DALLE
TECNOLOGIE
ISSUES
VALORI
DEMOCRAZIA
TOLLERANZA
INTERCULTURALITA’
RISPETTO DELLE
DIFFERNEZE E DELLE
IDENTITA’
CONTENTUTI
CONOSCENZE
DIDATTICA COSTRUT-TIVISTA,
SAPER FARE
COMUNITA’ DI RATICHE
VALORE DELL’ESPERIENZA
INTER/INTRADISCIPLINARE
La digitale communty della scuola del
futuro
 Un utopia ? No, nelle “istituzioni e nelle aziende
informazionali” un tale processo è già operativa
(Polizia di Stato/ Fisco/ ENI/ CISCO):
INVESTIMENTI
Necessità di infrastrutturazione
ECONOMICI
Necessità di formazione
 Ora, valori e conoscenze mediati dalla comunicazione
e dalla formazione abilitata dalle tecnologie, si
sviluppano, entro questo contesto in un circolo
virtuoso che permette di attivare, disseminare la
visione strategica, per così dire, in un tutti i “terminali
della eco-sistema scuola-famiglia-società”.
Il digital blended communitary learning
nella scuola
 L’insieme di queste pratiche potrebbe realizzarsi nella scuola (come già
accade nelle imprese) attraverso la disseminazione, e gestione digitale
delle informazioni e della didattica e delle pratiche organizzative
mediante la creazione di un “sistema nervoso digitale” dell’insieme del
sistema scuola/lavoro che dovrà rafforzare e dare continuità alle
tradizionali modalità della didattica in presenza.
 Si verrebbe a creare, perciò, un ambiente didattico che può essere
identificato con un mix didattica tradizionale in presenza e formazione
digitale (per studenti, docenti, dirigenti e personale amministrativi)
 Realizzando in questo modo un “modello blended”, un processo di
formazione discenti/formatori/organizzazione scolastica che viene
modulato tra analogico e digitale a seconda delle necessità e delle
opportunità.
Le comunità virtuali del sistema scuola come fattore di
sostenibilità sociale e organizzativa del sistema scuola
 L’obbiettivo a cui tendere è perciò una “situazione comunicativa ideale”
(Habermas, 1984), un “modello” a cui tendere.
 Utilizzando le parole di Habermas, questo idealtipo corrisponde all’”agire
comunicativo” perfetto è cioè al “discorso”.
 una situazione comunicativa nella quale non solo si ricerca una
condivisione di regole e di valori
 ma impegna gli attori alla realizzazione di una finalità che non può
essere definita che come etica .
 Cooperare alla ricerca di una verità possibile, alla progressiva
chiarificazione della situazione comunicativa, alla correttezza ed alla
appropriatezza del discorso.
 L’agire discorsivo impegna cioè da un punto di vista etico e valoriale i
partecipanti al “discorso” a rispettare le seguenti regole: chiarezza,
veridicità, sincerità, accettabilità sociale, criteri che definiscono “a priori”
la validità della comunicazione.
 Ora, in questo contesto si evidenziano tre aree di presidio, relativamente alla cultura
delle persone e dell’azienda, che emergono come strategiche:
 l’identità, l’apprendimento e la comunità
Una visione dinamica
Identità
Finalizzazione
Integrazione
Rafforzamento
Innovazione
Apprendimento
Comunicazione/communità
Creazione di conoscenza
Visibilità riconoscimento
Comunità virtuali/reali di apprendimento della
scuola come fattore di innovazione della società
 Se si realizzano queste condizione allora il sistema scuola si troverebbe in
una situazione nella quale:
 l’“agire didattico e formativo”, intendendo come formazione un approccio attivo
che deriva dalle metodologie dell’attivismo pedagogico (Dewey, 1932) e del
costruttivismo sociale (Bruner:1990, Papert: 1980, 1993, 1999, Gardner 1983);
 l’”agire comunicativo ” verso le famiglie e la società (Habermas, 1981; Iivarj,
2000; Lyytinen, 1999);
 l’“agire organizzativo”, inteso come ottimizzazione delle risorse e delle strutture
Verrebbero a costituire grazie alle tecnologie digitali della formazione un circolo
virtuoso per rilanciare il ruolo della sistema scuola pubblica all’interno della
società contemporanea in termini di:

Innovazione e iniezione di innovazione rispetto al sistema socio-economico

Diffusione e disseminazione dei valori positivi di cittadinanza attiva democratica

Preparazione di professionalità che possano colmare il gap competitivo del
sistema Italia (ultimo posto per Innovazione nell’’UE dati Agosto 2004
Commissione Europea)
Il modello di didattica e organizzazione
 Si tratta di un modello che punta:
 sulla concertazione, più che sulla decisione,
 sulla cooperazione più che sulla competizione,
 sulla costruzione concordata e il più possibile condivisa delle soluzioni
ai problemi e alle sfide interne ed esterne all’organizzazione.
 Un modello organizzativo decentrato e a rete che punta
 sulla responsabilità e sul team working più che sulla conduzione
direttiva e burocratica dei processi
 la cui applicabilità su vasta scala è strettamente correlata alla diffusione
degli strumenti digitali di comunicazione e formazione.
Costruttivismo sociale didattico e
organizzativo
 Un orientamento formativo, che privilegia i processi didattici
di natura:
Collaborativa e partecipativa
 Sapere e il saper fare all’interno di COLs
 Dove per realizzare questo obiettivo si adotta un approccio
blended (digitale + analogico) alla didattica e alla formazione dei
formatori
 Un orientamento organizzativo:
 improntato a quello che abbiamo definito come “costruttivismo
organizzativo”
 e adotta strumenti per realizzare questo obiettivo approcci
blended utilizzati nella didattica
5. Conclusioni: le relazione tra comunità
apprendimento sostenibilità sociale della
scuola
 L’idea che proponiamo è quella che nella
progettazione didattica e organizzativa del sistema scuola
si adotti abbandono il modello buro/tecnocratico (attuale) e
si adotti il modello della Learning organization
(partecipazione condivisione collaborazione)
 In modo che il ruolo della didattica e della formazione,
potenziato dalla comunicazione digitale acquisisca un
nuovo ruolo sociale ed istituzionale
 Un significato sempre più connesso con la costruzione e la
definizione di un universo condiviso, di un paesaggio
condiviso di conoscenze pratiche e valori all’interno del
quale operare.
5. Conclusioni: la relazione tra
comunità apprendimento e identità
 .L’HR, abilitato dalle tecnologie può, cioè contribuire in maniera rilevante
a costruire l’orizzonte o meglio il “paesaggio di senso (Weick, 1993,
1997) nel quale si collocano le relazioni comunicative e pragmatiche che
si svolgono all’interno di una realtà organizzativa.
 Si tratta di azioni di formazione e comunicazione, che integrano le
comunità virtuali con modalità di blended learning e, possono, cioè,
essere rivolte:
 alla costruzione ed al rafforzamento di una cultura di riferimento
dell’organizzazione
 alla costruzione di un senso di “employee citinzenship” e di una
responsabilità sociale (corporate social responsability).
 Da questo punto di vista, il sistema nervoso digitale di un’impresa, le
azioni formative, comunicative e identitarie messe in campo, attraverso
gli interventi diretti della funzione del personale, sul corporate portal del
gruppo, divengono l’ambiente privilegiato e a volte, nel caso di imprese
altamente delocalizzate, l’unico ambiente nel quale sviluppare un’azione
di gestione, formazione e organizzazione delle persone.
Formazione
Comunicazione
Tecnologie della
comunicazione
Molecolari
E-Learning
Corporate Portals/Intranet
Aule virtuali
Videoconferenza interattiva
Virtual Communities/Forum tematici
Piattaforme di Knowledge Management
Molari
Case studies
Bacheche
Case Histories
House Organ
Visual identity aziendale
New Letter on-line
In presenza
Formazione d’aula
Corporate storytelling
Seminari
Conventions
Percorsi formativi
Road Shows
FORMAZIONE E COMUNICAZIONE: GRADI DI BLENDING
TECNOLOGIA
Interazione diffusa
a bassa intensità
E-Learning
Virtual Communities
House
Organ
Strumenti
- Bacheche
- Circolari
- news letter
EVENTI “LIVE”
Interazione
concentrata
ad alta intensità
Comunicazione
Formazione
Case HisorYy
Case Study
Formazione d’aula
ADDESTRAMENTO
Messaggi standardizzati
Messaggi
Corporate
Portals
- Comunicazione esterna
-Comunicazione verso le
famiglie
- Comunicazione verso la
società
•Narrazione
di storie
•Metodo Biografico
APPARTENENZA
Messaggi valoriali
Identità culturale
Riferimenti bibliografici
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Le comunità virtuali come fattore di