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CRONACHE
Giovedì 7 agosto 2014
15
Un giorno in Italia e nel Mondo
Siria Scomparse Vanessa Marzullo e Greta Ramelli
Rapite due volontarie
Sono in mano ai miliziani
Lavorano a progetti umanitari nella sanità
Maurizio Piccirilli
■ Due cooperanti italiane rapite in Siria. A un anno dal sequestro di padre
Dall’Oglio altri due italiani spariscono
nel caos della guerra civile siriana. Si
tratterebbe di Vanessa Marzullo di
Brembate (Bergamo), 21 anni, e Greta
Ramelli di Besozzo (Varese), 20 anni,
fondatrici del Progetto Horryaty - iniziativa di solidarietà per la Siria, che
sarebberostate rapite da uomini armati nei sobborghi di Aleppo. Con loro sarebbe stata sequestrata una terza persona, sulla cui identità non trapelano
al momento informazioni.
Il rapimento sarebbe avvenuto nella
notte tra il 31 luglio e il primo di agosto,
alle 4 del mattino, quando decine di
miliziani avrebbero circondato la casa
in cui si trovavano e le avrebbero prelevate. Le due ragazze sono partite per la
Siria il 22 luglio. La Farnesina conferma che due cittadine italiane che si trovavano in Siria per progetti umanitari
sonoirreperibili. IlMinistero degliEsteri fa sapere che sul caso «sin da subito
stanno lavorando l'Unità di crisi e la
nostra intelligence» e che sono stati attivati«immediatamentetutti icanaliinformativi e di ricerca per i necessari ac-
VINCICASA
COMBINAZIONE VINCENTE
5 6 11 20 23
QUOTE SUPERENALOTTO
Nessun vincitore con «5» punti
Ai 163 vincitori con «4» punti
¤ 963,20
Ai 4.442 vincitori con «3» punti
¤ 32,98
Ai 40.429 vincitori con «2» punti
¤ 8,54
certamenti.Le due cittadine si trovavano ad Aleppo per seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico».
«L'Unità di crisi - comunica ancora la
Farnesina - ha già preso contatto con le
famiglie che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso». Questa era la seconda volta che le
due volontarie si recavano in Siria. Un
primo viaggio era avvenuto nel marzo
scorso e ne avevano fatto un dettagliato resoconto sul loro profilo Facebook.
Unsopralluogo svoltoassiemeaRoberto Andervill, socio Ipsia di Varese. «Atterrati in Turchia - si legge nel social
network - siamo stati accompagnati da
una guidasiriana nellasua terra, di preciso nelle zone rurali di Idleb, a sud
ovest rispetto ad Aleppo. Durante questa prima visita si è cercato di instaurare un primo rapporto con la popolazione locale, al fine di capire le vere necessità e visitare i luoghi coinvolti nel pro-
Sparite
Vanessa
Marzullo e
Greta Ramelli
a capo del
Progetto
Horryaty
getto. Durante questa missione siamo
stati sempre accompagnati e scortati
da personale locale, con un alto grado
di sicurezza». Ma la sicurezza in Siria è
un concetto molto variabile.
Il Progetto Horryaty si pone due
obiettivi,incollaborazionecon ilpersonale medico presente sul posto: attivare un corso base di primo soccorso e
rifornire alcune aree di kit di emergenza di primo soccorso corredati di tutto
ilmateriale occorrente; garantire ai pazienti malati di patologie croniche di
accedere alle giuste terapie rispettando i tempi, dosi e qualità dei farmaci.
Alla raccolta di fondi e materiali contribuiscono tragli altri l'Associazione delle Comunità Arabe Siriane In Italia, il
Comitato Sos Siria, l'Islamic Organization, il Cuore in Siria e Rose di Damasco. A dare l’allarme sulla scomparsa di
VanessaMarzullo eGreta Ramelli è sta-
ta Silvia Moroni, presidente della
onlus Rose di Damasco la quale aveva
continuiappuntamentisu Skype.«Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio, ma Greta e Vanessanon eranoinlinea. Dalla loropartenza,il 22 luglio, ci eravamo sentite tre
volte, mi avevano confermato che il
progettonelqualeeranoimpegnateandava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l'invio di altri fondi». A distanza di dieci anni altre due
volontarie italiane sono in mano di rapitori in Medio Oriente. Proprio dieci
anni fa Simona Pari e Simona Torretta
dell’associazione «Un ponte per…» furono rapite a Baghdad dopo la caduta
di Saddam Hussein. Le due italiane rimasero in mano ai rapitori per due mesi. A contribuire alla liberazione la nostra intelligence con il concorso della
Croce rossa.
Gaza
Mosca
Ucraina
Israele e Palestina
accettano la tregua
Hacker russi rubano
Sospese le ricerche
un miliardo di password delle vittime del volo MH17
■ IL CAIRO Le sole sirene a risuonare
nel Neghev sono state un falso
allarme, la tregua umanitaria
cominciata ieri alle 8 locali ha retto.
L'Egitto ha proposto di estenderla, da
72 a 120, ma le parti non hanno
risposto subito. Solo in serata Israele e
Palestina hanno accettato di
estendere il cessate il fuoco su Gaza.
Sono ore in più, minuti che contano e
servono a consentire i colloqui
indiretti tra israeliani e palestinesi che
secondo fonti di Hamas non
prevedono il disarmo della Striscia.
«Sono negoziati difficili. Il regime
sionista vuole rivendicare conquiste e
non ammette la sua sconfitta», ha
detto l'esponente del Fronte popolare
per la Liberazione della Palestina.
■ MOSCA Un’organizzazione
criminale russa ha raccolto
illegalmente una mole
impressionante di credenziali
Internet, tra cui 1,2 miliardi di
username e relative password e 500
milioni di indirizzi email. Lo scrive il
New York Times citando la ricerca
effettuata dalla Hold Security,
un'azienda di Milwaukee
specializzata in indagini e sicurezza
sul web. Gli hacker russi sono riusciti
a rubare i dati accedendo a 420mila
siti web, che vanno dai siti di grandi
aziende globali a piccoli siti internet.
La Hold Scurity preferisce non
rivelare i nomi delle aziende che sono
state vittime dei furti di identità dei
loro utenti.
Il precedente
Dieci anni fa a Bagdad
prelevate le cooperanti
Simona Pari e Simona Torretta
■ KIEV Il primo ministro olandese
Mark Rutte ha annunciato all’Aja la
sospensione della missione degli
esperti forensi a Hrabove, sul luogo
del disastro del volo MH17 della
Malaysia Airlines, a causa del
peggioramento della sicurezza in
quella zona dell’Ucraina orientale.
Dove sono in corso violenti scontri tra
i separatisti della regione di Donetsk e
l’esercito di Kiev . «Gli specialisti
olandesi, australiani e malesi
riprenderanno le ricerche dei resti
delle 298 persone che erano a bordo
del volo quando l’area tornerà ad
essere sicura», ha aggiunto Rutte. Il
Boeing 777 è stato abbattuto da un
missile il 17 luglio scorso.
➔ Da tutta Italia
Trentamila
boy scout
invadono Pisa
■ PISA Sono arrivati ieri a
San Rossore (Pi), i trentamila
scout partiti il primo agosto
da tutte le regioni d'Italia,
per raggiungere la Route
Nazionale.
Una Città di Tende ha preso
vita nel Parco di San
Rossore, dove sono
cominciate le tavole rotonde
che affronteranno, in tutte le
sue accezioni, il tema del
Coraggio. Parteciperanno
tanti illustri moderatori e,
nella giornata di sabato,
arriveranno anche la
presidente della Camera
Laura Boldrini nonchè il
presidente del Senato Pietro
Grasso.
È atteso invece per domenica
il Presidente del Consiglio
Matteo Renzi, a cui verrà
consegnata la «Carta del
Coraggio».
Fr. Sch.
Diritto di replica L’intervento dell’ambasciatore armeno in Italia
Nessuno conflitto religioso sul Nagorno-Karabakh
■ Con riferimento all'articolo «Baku incassail pieno sostegno italiano sul Nagorno Karabakh» pubblicato su «Il Tempo» il
5 agosto 2014, l’Ambasciata della Repubblica d’Armenia chiede la pubblicazione
della seguente rettifica.
Documenti inesistenti nonpossono essere commentati. L’articolo de «Il Tempo» fa riferimento ad un presunto documento italo-azero e ad una fantomatica
svolta nella posizione ufficiale italiana,
da sempre caratterizzata da una costruttiva equidistanza, sul conflitto in Nagorno-Karabakh. Di fatto, il giornalista basa
lasuaricostruzionesullechimeredell’ambasciatore azero e del dittatore dell’Azerbaigian Aliyev. Sono sicuro, però, che i
miei colleghi italiani sapranno ben rispondere a chi attribuisce loro, indebitamente, posizioni a loro aliene.
Con un doveroso approfondimento
giornalistico l’autore avrebbe potuto sco-
prire che le trentamila vittime della guerra erano armene e azere, che il milione di
profughi e sfollati comprendeva armeni e
azeri. Una superficiale ricerca avrebbe rivelato che il conflitto in Nagorno-Karabakh viene generato dall’esercizio del dirittodi autodeterminazione dellamaggioranza armena (con un legittimo referendum nel 1991), seguito da una vera e propria invasione azera, e non si basa su pretese territorialiarmene, che la parte armena non ha mai posto il conflitto sul piano
religioso e che la demonizzazione della
diaspora armena, composta dai discendentidei sopravvissuti al genocidioarmeno, è una odiosa pratica condannata dai
più.
È loquace, e molto, nell’articolo, il totale silenzio sull’escalation militare in corso in questi giorni, senza precedenti apartire dalla tregua del 1994, lungo la linea di
contatto in Nagorno-Karabakh e il confi-
ne armeno-azero. La comunità internazionale sembra puntare il dito contro
l’Azerbaijan che, a differenza dell’Armenia e del Nagorno Karabakh, rifiuta il ritiro dei cecchini dalla prima linea e ogni
meccanismoper il consolidamentodel regime di tregua e di indagini sulle violazioni di tale regime.
L’Azerbaijan ha aumentato la spesamilitare del 2.700 per cento negli ultimi dieci
anni e minaccia la ripresa della guerra.
Suggerireial giornalista, ma anche all’ambasciatore Sadiqov, la lettura di un buon
manualedi diritto internazionale, soprattutto dei paragrafi dedicati al divieto
dell’uso e della minaccia dell’uso di forza.
L’opzione militare è evitabile attraverso i
negoziati coadiuvati dal Gruppo di Minsk. Evitiamola.
Sargis Ghazaryan
(Ambasciatore
della Repubblica d'Armenia in Italia)
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