Anno II - Numero 70 - Sabato 23 marzo 2013
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Filippo Corridoni n. 23
LA VICENDA DEI MARO' R I D I C O LI ZZA LA N O S T R A NA ZI O N E DAVA N T I A T UT TO I L M O N D O
SBATTETE GLI INDIANI FUORI DALL’ITALIA
FINISCA LA COMMEDIA DELL’ACCOGLIENZA
Indignazione generale nel Paese: Monti si dimetta da senatore a vita
di Francesco Storace
e fossimo contagiati dall’amor di satira, sarebbe
da chiedere se stiamo su
Terzi a parte. Ma ci muove
l’onor di Patria e la vicenda, triste, vergognosa, intollerabile
che riguarda due soldati italiani
mina quel poco di dignità nazionale
che ancora pensavamo fosse possibile. E invece no. Nel pantano
diplomatico in cui siamo immersi
per il governo che finalmente se
ne va contano solo i conti, e nulla
le storie, le persone, la comunità.
I nostri due marò stanno di nuovo
da prigionieri in India, a causa
della pochezza dell’ineffabile ministro degli esteri e dell’ignavia
del presidente del Consiglio. Mario
Monti dovrebbe sparire dall’Italia
per incompetenza e vergogna, altro
che aspirare al Quirinale! Dopo la
figuraccia col mondo per i marò
che tornano in India, si dovrebbe
dimettere da senatore a vita per
aver disonorato la Patria.
Latorre e Girone hanno avuto la
prova evidente che più che i giudici
dell’Alta Corte di Nuova Dehli debbano aver timore della viltà del
governo del loro paese, in una storia che è davvero ingarbugliata e
resa ancora più intricata da questi
S
Lo striscione affisso dai militanti de La Destra su una cancellata della Farnesina
tecnici sempre più insopportabili.
L’Italia tutta è indignata e lo si
vede dai commenti sulla rete, dallo
smarrimento generale. Ma come,
ci si chiede, eravamo tutti rassicurati dal loro ritorno in Patria, l’esecutivo sembrava finalmente aver
mostrato l’esistenza di una spina
dorsale, e adesso l’incantesimo finisce così? Sembra davvero una
meschina presa in giro. Ma non è
più il tempo di sfottere i cittadini.
Certo, ci sarà sempre una sinistra
felice se due soldati finiscono in
gattabuia dall’altra parte del mondo, in un Paese che sceglie Beppe
Grillo perché non si hanno più valori da custodire. Ma noi no, noi
non ci stiamo a stare zitti e urliamo
tutta la nostra rabbia per l’improvviso ritorno in detenzione, sia pure
nelle condizioni note, dei marò.
Ce li devono restituire, qualcuno
li vada a riprendere, ma riportateli
in Patria. Altrimenti, occhio per
occhio: via gli indiani dal nostro
Paese. Non siamo lo zimbello del
mondo.
Se il diritto internazionale viene
sfacciatamente stracciato nonostante imponga regole precise
sull’esercizio della giurisdizione,
non vedo perché noi si debba ri-
spettare chi trova ospitalità in casa
nostra. Se non vale la legge internazionale per gli italiani accusati
di aver commesso reati, non si capisce perché l’Italia non possa
reagire. Se pensiamo di subire
un’ingiustizia, non ha alcun senso
la pretesa di rivendicare diritti in
casa nostra. Ma il governo, le istituzioni, vivono come noi questa
ingiustizia come tale?
Il Colle rompe gli indugi: c’è il mandato esplorativo al leader del Pd ma solo per cercare “un sostegno parlamentare certo”
Bersani, un incarico a... perdere tempo
MAFIA
“Giorgio Napolitano
deponga al processo
per Borsellino”
l processo quater per la strage di via D’Amelio, nella
quale perirono il giudice Paolo
Borsellino e cinque agenti
della scorta, potrebbe vedere
chiamato a deporre il Capo
dello Stato. Il colpo di scena
si è avuto ieri a Caltanissetta,
all’apertura del procedimento,
nell’aula della Corte d’Assiste
di Caltanissetta. La richiesta
è stata avanzata dall’avvocato
Fabio Repeci, legale di Salvatore Borsellino, fratello del
giudice. Ma la Corte ha escluso
che possano essere argomento della testimonianza le “confidenze” di Mancino a Napolitano.
Federico Colosimo a pag. 2
I
di Giuseppe Sarra
tabilità, affidabilità e
responsabilità: questi
i requisiti indicati dal
Capo dello Stato, Giorgio
Napolitano, al momento di
incaricare Pierluigi Bersani
di esplorare in Parlamento
la formazione del nuovo
governo. “Mission impossible” per il capo della
coalizione di centrosinistra
che sembrerebbe ingessato su "antiche e profonde
divisioni": quelle che lo
stesso inquilino del Colle
ha indicato ieri come ostacoli ad un governo di larghe intese che pure, lo ha detto pressoché
chiaramente, avrebbe preferito. Il Presidente della Repubblica auspica che l'Italia
avrà ''un governo operante nella pienezza
dei suoi poteri'' per ''assicurare vitalità e
fecondità del nuovo Parlamento". Nel suo
intervento, Napolitano ha voluto precisare
come durante le consultazioni "da parte
del centrodestra è emersa l'esigenza di
S
Matematica della crisi
un governo di vasta unione", una "grande
coalizione" ma "le difficoltà a procedere
in questo senso" sono state "rilevanti".
Inoltre, il Capo dello Stato ha ribadito
che per affrontare e risolvere la fase delicata per il Paese c’è bisogno di un
''forte spirito di coesione nazionale al di
là della normale dialettica politica". Tutto
ciò che Bersani non è in grado di garantire.
C’è piazza e piazza
Fantasmi del passato
Diventano poveri
Il Pdl con Berlusconi,
615 italiani al giorno i 5 Stelle coi no Tav
Paolo Signorelli
pag. 2
Giuseppe Sarra
Dopo un’attenta analisi
economica e politica in
cui versa la nazione, Napolitano ha infatti evidenziato come il mandato
esplorativo è stato affidato
al capo della coalizione
di centrosinistra perché è
''obiettivamente nelle condizioni più favorevoli per
cercare una seppur difficile soluzione'' alla formazione del governo, avviando ''contatti con tutte le
forze politiche in Parlamento''. Ma ha precisato:
"Bersani dovrà rispondere
appena possibile".
Dall’animo freddo e teso,
l’aspirante premier si è presentato alla
stampa. Ringraziando il Presidente della
Repubblica per il mandato conferitogli,
con lo sguardo gelido, ha spiegato che
cercherà di ''corrispondere l'incarico nel
solco delle parole di Napolitano'' avviando
''una legislatura che abbia un governo in
condizioni di generare il cambiamento
necessario''.
pag. 3
Sorprese in cucina
Mostro di Firenze: via E’ Pasqua, la dieta
a un altro processo
mettila da parte
Barbara Fruch
pag. 9
Francesca Ceccarelli pag. 12
SCENARI
Maschera e volto
del “modello-Sicilia”
pesso invocato all’indomani
delle elezioni come un solco
da seguire, rendendo possibile
il “governo di minoranza” del
Pd se non direttamente un accordo de facto con il Movimento
5 Stelle, il “modello-Sicilia” è
divenuto il mantra da recitare
ad ogni piè sospinto dai seguaci
di certe parrocchie politiche.
Però, a ben vedere, dietro la
facciata del provvedimento più
sbandierato della giunta Crocetta, ormai al governo della
Regione da quattro mesi, non
c’è alcuna “rivoluzione culturale”. L’abolizione delle province
è infatti una mera operazione
di facciata. Anzi peggio…
Ruggiero Razza a pag. 10
S
Attualità
2
Sabato 23 marzo 2013
La nostra crisi non conosce fine: 615 poveri al giorno
Secondo Confcommercio la situazione è destinata a degenerare ancora nel corso degli anni
di Paolo Signorelli
l quadro economico del
nostro Paese è molto
preoccupante. Non conosce fine la crisi che
continua a gravare sull’Italia. Anzi la situazione, secondo un rapporto stimato dalla
Confcommercio sull’economia
e sul lavoro, il disagio sociale
è praticamente raddoppiato e
la povertà è destinata ad aumentare . Dal 2007 ad oggi,
infatti, è calato il benessere e
sono peggiorate le condizioni
di vita dei cittadini.
Con il Misery index Confcommercio (Mic), un nuovo indicatore mensile per misurare
la qualità di vita delle persone,
sono evidenti i peggioramenti
persistenti e cospicui che riducono il benessere dei cittadini italiani. Più che qualità, un
vero e proprio disagio sociale.
“ Il Mic, spiega l'ufficio studi,
"ha raggiunto il massimo alla
fine dell'anno scorso. Il tasso
di disoccupazione nel mese
di gennaio 2012 ha raggiunto
l'11,7%, pari a 3 milioni di persone. Gli scoraggiati, misurati
in una metrica conservativa,
sono ormai 680mila: erano
380mila all'inizio del 2008". Dati
I
allarmanti davvero. Inoltre, sempre secondo Confcommercio
"i cassintegrati equivalenti, ovvero anche quei soggetti che
non lavorano neppure un'ora
al giorno, sono stabilmente sopra le 200mila unità.
In sintesi: la crisi che sta colpendo l'Italia ha prodotto, in
cinque anni, circa 615 nuovi
poveri al giorno, per un totale
di 1,12 milioni di poveri assoluti!
“Un po' di beneficio – spiega
ancora il rapporto della Confcommercio - viene dal versante
dell'inflazione, in ritirata da
qualche mese e comunque
esclusivamente determinata
dalla fiscalità e dai prezzi delle
materie prime importate, soprattutto quelle energetiche.
Ma sembra soltanto una magra
consolazione. La situazione è
deprimente e destinata a crescere ancora. “E di molto”, assicurano gli esperti.
Alla luce di questi dati allarmanti, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha
lanciato un appello alla politica,
esortandola a "superare ogni
divisione, e assumere la responsabilità di dare al paese
un governo in grado di rispondere all'emergenza economica
e di preservare la coesione
Napolitano chiamato a deporre
al nuovo processo Borsellino
S
sociale".
Secondo Sangalli, per combattere la recessione "occorre,
anzitutto, la più determinata
iniziativa politica a livello europeo, affinchè si possano
mettere in campo scelte di
ampio respiro per dare impulso alla crescita, all'occupazione, agli investimenti pubblici
produttivi". In Italia, in particolare, significa "rivedere le maglie troppo strette del patto di
stabilità interno e mettere a
frutto, in particolare nel Mezzogiorno, le risorse comunita-
rie". Qualche spiraglio di luce
c’è. A partire da una possibile
intesa che consenta di procedere al tempestivo pagamento
dei debiti delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle
imprese. “ Le stime più' prudenti, ha concluso Sangalli, indicano "una cifra di oltre 70
miliardi di euro. Un'iniezione
di liquidità imprescindibile e
assolutamente vitale in una
fase di persistente restrizione
creditizia".
La speranza è l’ultima a morire.
i è aperto nell’aula della Corte
d’Assise di Caltanissetta il processo quater per la strage di via
D’Amelio in cui morirono il giudice
Paolo Borsellino e cinque agenti
di scorta. Ed è iniziato con un
colpo di scena. Fabio Repeci, legale
di Salvatore Borsellino, il fratello
del giudice ucciso dalla mafia nel
1992, ha chiesto la citazione come
testimone al nuovo processo del
presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Il Capo dello Stato,
all’epoca del barbaro eccidio era
presidente della Camera e, proprio
per il suo ruolo, secondo il legale,
“un osservatore privilegiato di
quanto avveniva nei palazzi del
potere”.
La Corte ha però escluso che la
testimonianza possa incentrarsi
sulle “confidenze” che Mancino
avrebbe fatto al Capo dello Stato
nel corso di alcune telefonate intercettate dalla Procura di Palermo
durante l’indagine sulla trattativa
Stato-mafia. I giudici hanno ritenuto
“manifestamente irrilevante” l’eventuale testimonianza sul punto, sottolineando, inoltre, che un’eventuale
ammissione avrebbe potuto pregiudicare la riservatezza delle conversazioni del presidente della Repubblica. Napolitano verrà dunque
sentito sulla cosiddetta trattativa
Stato-mafia, sulla sostituzione ala
guida del ministero dell’Interno,
nel ‘92, di Vincenzo Scotti con Nicola Mancino e sulle difficoltà che
incontrò in Parlamento la conversione del decreto legge sul carcere
duro. Il nuovo processo – Sul
banco degli imputati i boss Vittorio
Tutino, Salvatore Madonia e i tre
falsi pentiti Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino, autori del depistaggio costato l’ergastolo a sette innocenti.
Parti civili - Si sono costituiti parti
civili i familiari delle vittime, la
Presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri dell'Interno e
della Giustizia, la Regione siciliana,
il Comune di Palermo, il centro
Pio La Torre, Gaetano Murana e
Gaetano Scotto, due dei sette condannati ingiustamente per la strage
per i quali è stata chiesta la revisione del processo.
Federico Colosimo
LA FEDERCONSUMATORI: “UNA AZIONE PER FAR SÌ CHE GLI AZIONISTI POSSANO RICHIEDERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI SUBITI”
Caso Mps: esposto alla Consob
a Federconsumatori
ha presentato un
esposto alla Procura
della Repubblica di
Roma al fine di verificare se nell’attività ispettiva e
di controllo della Consob sul
Monte dei Paschi di Siena vi
siano state omissioni.
“Considerato che dai fatti
emerge un gravissimo indebitamento, palesemente nascosto
al mercato, con conseguenze
dannose per i piccoli azionisti si legge nella nota - la Federconsumatori ha deciso di agire,
L
in primis avverso la Consob. Se
la vigilanza, oltre un anno e
mezzo fa, avesse fatto il proprio
dovere ispettivo e di controllo,
sarebbe stata possibile una più
oggettiva valutazione da parte
degli azionisti/investitori. In assenza di queste informazioni e
accertamenti sono stati causati
evidenti danni. Per questo motivo, al giudizio risarcitorio, potranno partecipare tutti coloro
che hanno acquistato azioni
Monte dei Paschi di Siena dall’agosto del 2011 al dicembre
2012, periodo al quale si riferi-
scono le operazioni e la mancata vigilanza della Consob. Gli
azionisti/risparmiatori
che
hanno effettuato acquisti nel
suddetto periodo possono rivolgersi agli sportelli dell’associazione presenti su tutto il territorio per sottoporre il loro
problema ed avere la prima assistenza necessaria. I singoli
casi saranno sottoposti ad un
pool di legali e di esperti costituito dalla Federconsumatori
Nazionale, che valuterà le posizioni di ogni singolo risparmiatore a partire dalle modalità e
dai tempi in cui è stato fatto l’investimento”.
Intanto, emergono nuovi sviluppi circa le dichiarazioni di Fabrizio Viola - amministratore delegato di Mps - ascoltato in
Procura come persona informata sui fatti, in relazione al suicidio di David Rossi. Viola
avrebbe confermato che David
Rossi godeva della fiducia dei
vertici della banca tanto che, nel
febbraio scorso, era stato chiamato a far parte di un “comitato
ristretto dei manager” dell’istituto senese. Per concludere, sa-
rebbero state giudicate - dai
magistrati - di particolare interesse alcune mail presenti nel
computer di Rossi sequestrato
insieme a cellulari, schede telefoniche ed altro materiale cartaceo come le agende e i bloc-
chi notes. Pare che i pm siano
intenzionati a fare altre convocazioni di nuovi testimoni per
fare piena luce sulla vicenda. A
breve, infatti, potrebbero esserci
nuove audizioni in Procura.
Bernald Shehaj
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DOPO 25 ANNI DI ONORATO SERVIZIO ALLO STATO
“Ora mi sento a disagio nel dire: sono un italiano”
gregio Presidente della Repubblica, Signori
del Governo, 25 anni
di onorato servizio di
cui 24 di volo operativo. Ho messo la mia vita a disposizione di uno Stato in cui
credevo. Sono stato sempre convinto di avere una bandiera per
cui lottare, la stessa, uguale, dal
Presidente della Repubblica all'ultimo dei cittadini italiani: io.
Dopo quello che è successo, è
la prima volta che mi sento a
disagio nel dire: sono italiano.
Militari alleati, solo per "divertimento" ci abbattono in casa
una funivia, ammazzano volontariamente 20 persone e nessuno dei nostri politici è stato
in condizione di chiedere spiegazioni, nessun parente di quelle
vittime ha avuto voce per gri-
E
dare la propria rabbia per avuto negata
anche la legittima
voglia di giustizia, i
nostri politici, 15 anni
fa non furono capaci
di dare dignità a nostri concittadini uccisi per "divertimento". A distanza di 15
anni la cosa si ripete
in senso contrario,
con l'unica differenze
che i nostri Marò
non hanno commesso alcun reato (tantomeno per divertirsi
in servizio; loro lavorano). E' sconcertante leggere
le perizie e rendersi conto che
è impossibile per i nostri soldati
colpire una barca da un'altezza
di 20 metri dal basso verso l'alto
con un'arma che neanche hanno
in dotazione. Vergogna! Signor
Presidente della Repubblica, Signor Comandante delle Forze
Armate Italiane, è davvero pos-
sibile tutto questo per un Paese
civile? E' davvero possibile che
2 soldati che vanno a guadagnarsi il pane a migliaia di miglia
di distanza devono "pagare" il
conto per mazzette
non corrisposte o per
acquisti non portati a
buon fine? Perchè non
dice agli italiani che
avete già risarcito le
famiglie delle vittime
(pur sapendo che non
siamo stati noi a privarli dei propri cari)?
E' umiliante quello
che avete fatto, avete
gettato fango su un
intero popolo. Io, Signor Presidente, Signori del Governo,
oggi mi vergogno di
voi! Non continuate a
fare a scarica barili, non serve
tutelare il vostro nome, avete
già mortificato il vostro popolo.
Non provate a ridarvi dignità,
quella già l'avete persa da tem-
po, sin da quel giorno in cui
avete acconsentito alla nave di
attraccare in un porto indiano,
sin dal giorno in cui avete rinunciato ad inviare l'Ambasciatore a bordo e dichiarare la
nave Territorio Italiano e rendere
onore ai trattati internazionali.
Ma d'altronde cosa potevamo
aspettarci da Voi? avete massacrato centinaia di soldati inviandoli in territori contaminati e
nascondendo la verità ed ora
potevamo mai pretendere un
rigurgido di dignità da Voi? Vorrei davvero dirvi quel che penso
di voi ma non posso farlo altrimenti mi porrei alla Vostra bassezza d'animo ed io, non posso,
sono un ex militare, sono un'italiano, uno che da voi non si
sente più rappresentato.
Domenico Leggiero
3
Sabato 23 marzo 2013
Attualità
GIORNATA DI CORTEI E MANIFESTAZIONI MA DAI CONNOTATI DIAMETRALMENTE OPPOSTI
I parlamentari a 5 stelle
assieme ai violenti no Tav
oncluso il primo rodaggio
tra i privilegi della casta, i
parlamentari del M5S tornano in piazza. Motivo? Lotta
serrata alla Tav in Val di Susa.
"I parlamentari 5 Stelle - si
legge in una nota diffusa - eserciteranno i loro poteri di ispezione sui cantieri e sull'opera
come previsto dalla legge".
Due settimane fa – in occasione
della “Festa della Donna” - alcuni attivisti del movimento
“No-Tav” presero a sassate la
struttura del cantiere. Immediato l’intervento della Polizia
che riuscì ad identificare anche
i venticinque contestatori.
C
"La visita al cantiere della Maddalena di Chiomonte – ha spiegato il senatore Scibona - rientra nelle normali attività ispettive
legate alla specifica funzione
di controllo che deriva dalla
carica elettiva dei parlamentari".
Duro l’attacco del neo senatore:
''Se le forze dell'ordine ivi impiegate hanno sempre agito
secondo la legge non devono
avere alcun timore delle ispezioni parlamentari'".
A prendere le difese dei “NoTav” anche il capogruppo in
Lombardia del M5S Carcano:
"Da anni il movimento viene
criminalizzato da molti organi
di informazione nel tentativo di soffocare le legittime e democratiche
richieste dei cittadini
della Val di Susa. Auspichiamo – ha ribadito
l’esponente regionale
del movimento - un sereno dialogo fra istituzioni, forze di polizia e
manifestanti che chiedono che la volontà dei
cittadini della valle venga rispettata e tutelata
fermando il Tav".
Al sit-in di protesta di questa
mattina ci sarà anche una delegazione di Sinistra Ecologia
e Libertà. A darne notizia
l’esponente del partito Giorgio
Ariaudo.
Desta perplessità e stupore
che il M5S, terza forza politica
parlamentare, e Sel, secondo
partito della coalizione di centrosinistra, cui esprime la Presidenza della Camera dei Deputati, sostengano le tesi di un
movimento che ha avuto comportamenti agli antipodi dalla
legge.
Giuseppe Sarra
Il Pdl in piazza a Roma
contro l’oppressione giudiziaria
oma, ore 15. Secondo le previsioni, Piazza del Popolo sarà
gremita da centinaia di migliaia di militanti e simpatizzanti del Popolo della Libertà. Una mobilitazione
per dire “No” alla “oppressione giudiziaria” - nei confronti del presidente Silvio
Berlusconi - “burocratica”
e “fiscale”. Clima da campagna elettorale. Arroventato dalle parole del Cavaliere: “Parte della magistratura ha formato una specie
di associazione a delinquere che usa il potere giudiziario a fini politici”. Uno
scontro a suon di dichiarazioni. Per Berlusconi "la magistratura ha un disegno per farmi fare la fine di Craxi, ma ha
sbagliato persona".
“Tutti con Silvio”, è lo slogan
della manifestazione. Dalla capitale, annunciano i dirigenti
romani del Pdl, il partito potrà
contare su 150mila persone.
Dalla Campania arriveranno
in 20mila, assicura il coordinatore regionale Francesco Nit-
R
to Palma. Un migliaio da Firenze. Berlusconi ha intenzione
di rispondere a suon di popolo
contro l’accanimento giudiziario.
“Le cento cavallette - i parlamentari del M5S ribattezzati
dal Cavaliere, ha spiegato hanno fatto sognare facendosi
portavoce degli arrabbiati e
dei delusi, soprattutto della politica. Ma ora tocca a noi: serve
un grande sogno complessivo per far ripartire
il Paese, da opporre alla
pochezza della protesta
dei grillini".
Da Via dell’Umiltà, serpeggia un Berlusconi in
forma smagliante. Pronto
al rush finale con i “nemici”.
Polemica tra il Pdl e il
Popolo Viola. "Nel corso
dell’incontro di giovedì
con il Questore di Roma
– fanno sapere dal quartier generale del partito
– il Pdl ha ricordato di
aver inizialmente e tempestivamente chiesto la
disponibilità di piazza
San Giovanni, proprio immaginando questa grande partecipazione allevento. Piazza
che è stata negata a causa di
un’azione di disturbo da parte
del 'Popolo viola'. Una fantomatica manifestazione che,
data la scarsa partecipazione
(com’era d’altra parte prevedibile), è stata adesso spostata
in piazza Santi Apostoli".
G.S.
Benvenuto al nord: Ingroia dal Guatemala ad Aosta
Questa la proposta del Csm: non più come pm, tra l’altro, ma come giudice – Intanto
il leader di Rivoluzione civile, al fianco di Micromega, scende in piazza contro il Cavaliere
al caldo del Guatemala alle gelide
Alpi della Val d’Aosta. Dalle spiagge
di Mondello alle piste da sci del
Gran Paradiso.
La parabola di Antonio Ingroia, ex procuratore aggiunto di Palermo, lo porta
all’estremo nord-ovest dell’Italia. In seguito
agli “schiaffi” presi in campagna elettorale,
Ingroia, rimasto senza lavoro dopo l’aspettativa elettorale, adesso ha una scelta
obbligata per continuare a fare il magistrato. Andare a lavorare ad Aosta. Almeno
questa è la proposta che il Csm ha deliberato (con due astensioni e un assente)
di proporre al Plenum. Non più come
pm, tra l’altro, ma come giudice. Nell’unica
regione (su 20) dove per legge può eser-
D
citare le funzioni di giudice perché solo
in Valle d’Aosta non si è candidato alle
ultime elezioni politiche con la sua lista
Rivoluzione Civile. Dalla trattativa StatoMafia alle montagne innevate dell’omicidio
di Cogne. “La decisione è stata presa nel
rispetto del divieto previsto dall’articolo
8 del Dpr 30 marzo 1957 n. 361”, che
prevede che i magistrati candidati e non
eletti “non possono esercitare per un periodo di cinque anni le loro funzioni nel
cui ambito si sono svolte le elezioni”.
Ingoria, dunque, tornerà a Palermo, forse,
nel 2018. Quando, se vorrà, potrà far
parte ancora della magistratura inquirente.
“Ha sbagliato a candidarsi”, il commento
del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri.
Ad Ingroia, ora, non resta che meditare.
Prendere o lasciare. Alternative, non ce
ne sono. Nel frattempo, però, “il Partigiano
della costituzione” (così è soprannominato), continuerà la sua lotta contro il
Cavaliere. Questa mattina, infatti, sarà
presente, insieme a quel poco che resta
della sua lista – Rivoluzione civile – alla
contro-manifestazione voluta da Micromega, la rivista al servizio delle “grandi”
(per modo di dire) battaglie civili in programma a piazza Santi Apostoli per contestare il raduno PdL in piazza del Popolo
a Roma. Per Ingroia l’iniziativa del centrodestra è “di disprezzo per la democrazia
e di odio contro la magistratura”.
Federico Colosimo
Aperta la camera ardente in onore di Mennea
ella mattinata di venerdì è stata
allestita alle ore 9, nel Salone
d’Onore del Coni, la camera ardente per Pietro Mennea, il fuoriclasse
azzurro dell’atletica, scomparso giovedì
all’età di 60 anni. La salma del campione
olimpico è giunta nel palazzo H del
Coni con circa un’ora di ritardo rispetto
all’orario previsto per l’apertura della
camera ardente.
Il feretro del campione è stato circondato
da moltissimi cuscini di fiori provenienti
della presidenza della Repubblica, del
presidente del Consiglio, del Comitato
Olimpico Italiano, della Federatletica e
del sindaco di Roma. Oltre ovviamente
a quelli dei familiari e degli amici. Un
lungo applauso ha accolto la salma al
suo arrivo al palazzo del Coni. Il primo
ad arrivare e rendere omaggio a Mennea
è stato il presidente del Coni, Giovanni
Malagò, che ha subito abbracciato la
moglie del fuoriclasse , Manuela. Particolarmente commosso è apparso Franco
N
Carraro, membro del Cio, che non è
riuscito a trattenere le lacrime. Presenti
anche, il numero uno della Fidal, Alfio
Giomi, i presidenti federali Gianfranco
Ravà (cronometristi) e Francesco Purromuto (pallamano) e l’altro membro
del Cio Mario Pescante, l’ex campione
mondiale di calcio, Dino Zoff, l’ex oro
olimpico del pugilato, Nino Benvenuti,
e l’ex calciatore, Francesco Rocca.
I funerali Per il campione si terranno
oggi, alle ore 10 presso la Basilica di
Santa Sabina a Roma. Il Comune di Barletta, paese d’origine di Mennea, ha disposto il lutto cittadino per quel giorno.
“Era la sua ultima sfida, era malato da
giugno ma l'ha tenuto nascosto perché
avrebbe voluto raccontare questa sua
vittoria" ha ricordato di Ruggiero Mennea, cugino del velocista.
Per la prima volta in vita sua, Mennea,
si è dovuto arrendere.
Paolo Signorelli
Esteri
4
Sabato 23 marzo 2013
De Mistura: “Evitata una crisi diplomatica”. Nel frattempo gli indiani esultano per la riuscita della “linea dura”
Marò,“siamo militari, andiamo ed andremo avanti”
I due fucilieri del Reggimento San Marco sono atterrati in India, a Nuova Delhi, accompagnati dal
sottosegretario del ministero degli Esteri. Storace: “Monti si dimetta da senatore a vita. Disonora la Patria”
di Federico Campoli
marò sono atterrati in India. Dopo
giorni di speranza, Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone si ritrovano a New
Delhi. I due fucilieri cercano di nascondere l’amarezza, anche se questa
volta sembra più difficile del solito. Una sola
dichiarazione hanno rilasciato da quando
sono atterrati. “Siamo militari, andiamo avanti
e andremo avanti”. Con loro si trova anche il
sottosegretario del ministero degli Esteri, Staffan De Mistura. Le sue dichiarazioni, in piena
linea con il governo, non corrispondono alle
azioni che è costretto ad eseguire e alle quali
deve sottostare. “Il governo italiano è ancora
convinto che i due fucilieri del Reggimento
San Marco debbano essere giudicati in Patria”,
anche se in questo modo “è stata evitata una
crisi diplomatica”. Riguardo al retrofront del
ministro Giulio Terzi sulla decisione di tenersi
I
i militari, De Mistura ha dichiarato che la
scelta è stata “dolorosa”. Alla fine, le parole
che più rimarranno impresse dopo la conferenza stampa sono “vogliamo giustizia e chia-
rezza”. E a chi accusa il governo di aver fatto
una pessima figura a livello internazionale, il
sottosegretario agli Esteri risponde che “l’India
ha avuto gli stessi problemi”. Di certo non
sono stati loro ad uscirne sconfitti. In India si
festeggia al grido di “la linea dura ha funzionato”. I teneri siamo noi. Intanto, Roma chiede
un processo rapido per i due marò. Il governo
si compiace intanto per il fatto di aver ottenuto
alcune garanzie. Ad esempio, ci è stato assicurato che i militari non subiranno in nessun
caso la pena di morte. Inoltre, Latorre e Girone
hanno ottenuto il permesso di soggiornare
all’interno dell’ambasciata italiana, anziché
nella casa adibita a galera personale. Ogni
settimana, però, dovranno fare rapporto al vicino commissariato della polizia locale. Il leader de La Destra, Francesco Storace, esprime
tutta la sua indignazione. “Altro che Quirinale!
Dopo la figuraccia col mondo per i maro' che
tornano in India, Monti si dimetta da senatore
a vita. Disonora la Patria”. I militanti di Gioventù
Italiana hanno compiuto un blitz davanti al
Ministero degli Esteri, affiggendo uno striscione
con su scritto “vergogna”.
Riflessioni sui risultati di una vicenda che ha colpito l’opinione pubblica di milioni di persone
L’insostenibile tragedia di uno Stato in dissoluzione
Le Forze Armate stanno conoscendo umiliazioni inaudite per la scomparsa geo-politica di una Nazione
La lettera aperta: “Hanno giocato col cuore di due famiglie soltanto per biechi interessi elettorali”
di Gianni Fraschetti
on una mossa a sorpresa
Napolitano e Monti decidono di rimandare in India i
due maro' ed in un breve e
doloroso istante l'Italia torna
al ruolo di "espressione geografica",
cosi’ come la aveva perfidamente
definita Metternich in una nota al
Conte Dietrichstein. Non esistiamo
piu' come entita' geopolitica sovrana,
non c’e’ nemmeno piu’ la vecchia italietta del dopoguerra e siamo passati
dal triste ruolo di aspirante Lander
tedesco a quello di ridicolo statarello
dell'Unione indiana e nulla puo' giustificare questa capitolazione totale,
men che mai motivazioni di carattere
commerciale e nemmeno una minaccia di guerra da parte dell'India.
Gli italiani, per lo piu' disattenti, divisi
e cloroformizzati assistono sbigottiti
a questo scempio non avendo pero'
la percezione netta che e' lo scempio
di se stessi e della loro carne quello
che vedono. La frattura tra le donne
e gli uomini in uniforme e la nazione
nel suo complesso, gia' latente da
anni, si avvia adesso a divenire aperta
ed insanabile. La contestazione dei
paracadutisti a Di Paola il giorno della
festa della Folgore non fu quindi un
caso. I soldati, palesemente posti ai
margini e dimenticati dal loro paese,
cominciano ormai a trasudare aperto
disprezzo per la gerarchia dalla quale
dipendono e per i capi militari, pienamente assimilabili ormai a quelli
politici. Le Forze Armate, sfiancate
da anni di operazioni fuori area, sanguinose, demenziali e senza altra logica che compiacere qualche potente
alleato che poi puntualmente se ne
frega di noi, vengono adesso ferite
nei sentimenti piu' profondi, in maniera insanabile, con questa terribile
e grottesca vicenda. Gli ambienti politici, coadiuvati dalla stampa mainstream, stanno tentando in tutti i modi
di minimizzare la cosa, di assimilarla
alla normalita', di spacciarla quasi
C
come un brillante successo diplomatico ma gli italiani tutti, quelli di
qui e quelli di la', pur se distratti ed in
altre faccende affaccendati, hanno
compreso che sta avvenendo qualcosa di tragico, che travalica addirittura
il pur luttuoso episodio che ha dato
origine al tutto ed investe con violenza
i fondamentali stessi su cui poggiano
Stato e Nazione e le ragioni profonde
per le quali 60 milioni di persone
stanno insieme e si definiscono popolo. Al di la' della buona fede di
questo o di quello, che pure ci sara',
i reparti operativi che hanno pagato
e pagano un tributo di sangue altissimo sull'altare di scelte politiche quantomeno discutibili, sono stati traumatizzati a fondo dalla vicenda e
dalla amara consapevolezza del
punto fino al siamo scesi nel rinnegare
i valori fondamentali di una societa'
civile ed organizzata e nell'anteporre
considerazioni vuote, meschine e
mercantili alla dignita' di un intero
popolo. Questa vicenda rappresenta
per tutte le persone in uniforme una
lezione bruciante ed eccezionale,
una lezione che non dimenticheranno
mai piu'. E cio' mentre si parla con
insistenza di un prossimo impiego
nel Mali, e quindi altra sofferenza,
altri morti ed altri lutti. Ora sanno
con certezza cosa possono aspettarsi,
in cambio del loro sangue e dei loro
sacrifici, da una classe politica indegna, avida, gonfia di privilegi di ogni
tipo e nonostante cio’ mai sazia, che
si accomuna in cio' alle alte gerarchie
militari e di uno stato in avanzata decomposizione. Tutti uniti nel pensare
unicamente alla propria sopravvivenza
ed intanto la Nazione sta collassando
su se stessa, come una marionetta
cui sono stati tagliati i fili. Mentre mi
facevo un giro in rete per sondare gli
umori della gente comune mi sono
imbattuto in una lettera di una mia
amica, Rossella Ceriali. Una lettera
aperta, indirizzata alle famiglie di Latorre e Girone. La riporto qui, integralmente. E' la testimonianza di una
ragazza italiana, di una sposa e di
una madre. I buoni sentimenti di una
persona per bene e senza grilli per
la testa. E sono decine di milioni.
Non meritano tutto questo. Non meritano questa gentaglia che ci governa.
" Io credo che la notte appena passata
difficilmente la scorderò perchè forse
per la prima volta davvero nella mia
vita mi sono immedesimata in un'altra
persona, anzi, in questo caso, in più
persone, e ho avuto davvero la sensazione di dolore puro entrare nel
cuore.
Il primo pensiero che ho avuto è
stato verso Max e Salvo, come figlia
di un militare, che in India non volevano
più tornare, perchè avevano, a ragione
veduta, paura, e che però per qualche
settimana hanno creduto davvero di
non ritornarci piu. Ma poi hanno dovuto, costretti, cedere. Sotto shock,
senza nessuna possibilità di scelta,
devono fidarsi.
E qui arriva il secondo pensiero, in
questo caso ancora più accentuato
in quanto mamma, verso i bambini
dei due nostri Marò (e d'ora in avanti
lo scriverò sempre MAIUSCOLO)..un
bacio, lo strazio, un abbraccio che
non vorrebbe finire mai..
E quella disciplina militare tradita dall'indisciplina dell'uomo in una storia
incredibile, al di là della vicenda prettamente politica.
Una storia di due ragazzi, due di noi,
e lo dico con grande orgoglio, che in
pochi mesi hanno sofferto come in
10 vite intere.
E già mi immagino la serenità invidiabile delle famiglie, che devono
essere forti per i loro cari, perchè
non vogliono che si preoccupino per
loro.
Una serenità che cela un dolore, un
tradimento, un'angoscia di un incubo
già vissuto ma che adesso è tornato
e peggiore del precedente.
Forse la decisione di far tornare i ragazzi in quel paese cosi lontano da
noi in tutti i sensi non arriva cosi inaspettata visto che da giorni era in
atto un pressing fortissimo da parte
delle istituzioni, da quando si è aperto
il caso dell'ambasciatore italiano sono
cominciati i problemi e le preoccupazioni.
E i ragazzi oltre alle loro famiglie a
noi, chi avevano intorno? chi li ha aiutati? chi li ha sostenuti?
Ma loro non avevano molta scelta,
sono marinai, sono soldati, SONO
UOMINI D'ONORE, SONO IL NOSTRO ORGOGLIO, uno dei pochi che
ancora rimane a questa Italia sottomessa al volere di chicchesia.
E consapevoli che la rassicurazione
dal governo indiano che non è prevista
la pena di morte è una "non rassicurazione".
Loro che sono vittime quanto quei
due pescatori, perchè hanno solo
fatto il loro dovere di soldati. E il loro
paese li ripaga cosi.
Loro che spiegano ai loro bambini
del perchè hanno agito in tal modo,
perchè è il loro lavoro, o meglio è la
loro missione, perchè per un soldato,
difendere la propria patria non è un
lavoro, è una MISSIONE.
Che viene dal cuore.
Questo mi ha sempre insegnato mio
padre.
E la vergogna verso chi ha usato la
loro (finta) liberazione per una campagna elettorale ancora più vergognosa, che li ha esibiti come piccoli
trofei all'occorrenza e ora li ributta in
chissà quale angolo.
NON SI GIOCA COSI CON LA VITA
DI DUE ESSERI UMANI. NO!
Qualcuno al ministero dice che non
stiamo rimandando i nostri ragazzi
verso un destino ignoto... e che non
rischiano la pena di morte.
Ah, grazie tante per l'ipocrita rassicurazione! e su quali basi ci dovremmo
ancora fidare?
Valeva la pena di alzare i toni con
l'India ed arrivare ad uno strappo diplomatico cosi pesante se poi siamo
stati costretti a rimandarli indietro?
Qui ci si vanta tanto di regole di diritto
internazionale che devono essere rispettate, ma che fino ad ora non lo
sono state.
Io ora, come tutti noi, addolorata per
quanto successo nel giro di poche
ore, vedo ora solo una dignità che
voleva che i nostri Marò tornassero
in India perchè " pacta sunt servanda"
ma che invece sono stati solamente
piegati dal fardello di un disastro diplomatico.
Ma ora più che mai NOI SIAMO QUI.
Rossella.
SEMPRE “.
5
Sabato 23 marzo 2013
Esteri
Nicosia non concederà ai russi i diritti sull’esplorazione di gas naturali
Cipro, niente accordi con Mosca: Merkel “nervosa”
La Cancelliera: “La pazienza dell’Unione europea sta per esaurirsi”. Quella degli isolani sembra
essere già finita. Banche chiuse fino a martedì. Il premier Anastasiades opta per il “piano B”
a Russia non è interessata alle proposte di Cipro, per ora. L’isola non
ha intenzione di cedere alla Gazprom i diritti per l’esplorazione sui
giacimenti di gas naturale. La Merkel
annuncia che “la pazienza dell’Unione europea
sta per esaurirsi”. Meno chiaro è cosa farà
nel caso in cui questa presunta “tolleranza”
dell’Eurozona si esaurisca davvero. Probabilmente è solo irritazione per il fatto di non
avere l’esclusiva nei rapporti con Cipro. Nicosia,
intanto, chiede ancora qualche ora. “I trattati
con la troika non sono facili” ha dichiarato il
governo. Sicuramente, la situazione, che doveva
essere gestita con tempestività, si sta facendo
sempre più intricata. E la questione tempistica
sta pesando seriamente sulle famiglie grecocipriote. Nicosia deve trovare al più presto un
piano per recuperare i 5,8 miliardi di euro,
necessari per ricevere i soldi della troika.
Dopo il no del Parlamento al prelievo forzoso,
il presidente cipriota, Nicos Anastasiades,
dovrà ricorrere al “piano B”. Intanto, le banche
rimarranno chiuse fino a martedì. Le famiglie,
fino a quella data, potranno prelevare un massimo di 200 euro. La popolazione è in rivolta.
Alcuni cittadini disperati sono arrivati ad auspicare che i russi comprino i famosi diritti
sui giacimenti di gas naturale, piuttosto che
vedere i propri conti corrente decimati. I bancomat sono presi d’assalto, nonostante l’esigua
cifra acquisibile. I più importanti conti bancari,
quasi tutti di provenienza russa, sono già stati
svuotati. Solo in pochi i cittadini di Mosca che
non sono riusciti a ritirare i soldi dalle banche
dell’isola. E ora protestano davanti alla filiale
estera della Laiki (Cyprus Popular Bank). Ma
la paura più grande si prospetta per martedì,
giorno di riapertura degli istituti di credito. La
Bce teme che la corsa agli sportelli possa
provocare una fuga massiccia di capitali al-
L
l’estero, tali da causare il crollo del paese.
Per questo sta pensando a delle azioni di
tamponamento. Uno di questi consiste nel
prolungamento del tetto massimo da imporre
sulla quota dei prelievi. 400 euro al giorno è
la cifra ipotizzata. Insomma, i ciprioti non
sono più liberi di usare il proprio denaro. In
ogni caso, l’opzione alternativa del Parlamento
dell’isola al prelievo forzoso consisterebbe
nella creazione del “fondo di solidarietà”. In
pratica, si tratterebbe di una base nella quale
far confluire asset statali e i ricavi dell’estrazione di risorse naturali. Ovviamente nulla
esclude che i cittadini siano esentati dal versare il loro doloroso contributo. Addirittura
c’è chi azzarda all’ipotesi di far pagare anche
la Chiesa. Il “fondo di solidarietà” comprenderebbe poi la creazione di una “banca”,
nella quale vengano racchiusi i titoli di credito
deteriorati della principale banca del Paese,
la Laiki. Anche la disastrata Grecia, ora, tenta
di fare quel che può per aiutare gli istituti ciprioti. La tensione rimane alta. Il fallimento
di Cipro potrebbe innescare una reazione a
catena, tale da distruggere l’Unione europea.
Sembra che i tedeschi, a dispetto delle provocazioni di Frau Merkel, siano molto impauriti dalla situazione dell’isola. A quanto
pare, un tedesco su tre teme che la situazione
cipriota possa ripercuotersi fortemente sulla
propria condizione.
Federico Campoli
Zona a rischio
Sinai, rapiti due turisti
l Sinai torna sotto i riflettori. Da tempo
è zona franca per gruppi di militanti
jihadisti che, nella maggior parte dei
casi, fanno affari con gli iraniani, i sudanesi
e i libici. Ovviamente, le merci di scambio
più comuni sono le armi. In pratica, la
penisola del Sinai costituisce il punto più
sicuro per far arrivare le armi ai combattenti palestinesi a Gaza. Dai territori
arabi, poi, possono arrivare facilmente
anche in Libano o in qualunque altro
posto. Tutto questo per far disperdere le
tracce dei veri emittenti. In ogni caso,
prima che scoppiasse la nuova Intifada,
nei mesi di ottobre e novembre 2012, e
prima che in Egitto esplodesse la rivolta,
l’esercito del Cairo e quello di Tel Aviv
collaboravano per sorvegliare la zona.
Ora la situazione si fa molto più complessa. E il risultato ce lo dovevamo aspettare. Due persone sono state rapite ieri.
Un israeliano e una cittadina europea, a
quanto pare una norvegese. I due sarebbero stati presi in ostaggio da un gruppo
di “beduini” armati, i quali avrebbero
fermato l’auto ad un posto di blocco. I
due sono stati poi costretti a salire sul
mezzo dei miliziani. In un primo momento,
i jihadisti hanno sequestrato anche l’autista
dei due, salvo poi rilasciarlo qualche ora
dopo. L’uomo è stato interrogato dalle
forze di sicurezza. Ancora non si hanno
ulteriori notizie sui rapiti. Il gesto compiuto
dai “beduini” altro non è che il fotogramma di una situazione che si sta proponendo da tempo in Sinai. Esattamente
come accade in Nigeria, in Somalia o in
Siria, anche la penisola egiziana potrebbe
essere la prossima “zona rossa”, a causa
del pericolo estremista. Il problema vero
è che, in questo momento, nessuno sembra
potersi permettere un’azione decisiva
per contrastare il fenomeno dilagante in
tutto il Maghreb.
F.Ca.
I
6
Sabato 23 marzo 2013
Italia
Strada facendo perde smalto la consultazione preelettorale voluta dal Pd e dai suoi alleati
Le primarie del centro-sinistra
somigliano sempre più a un tunnel
Sassoli e Marroni tirano Alfio Marchini per la giacca a Corviale
e il “palazzinaro” snobba l’appuntamento del prossimo 7 aprile
lemanno si starà sfregando le mani. Se non
riuscirà a recuperare consensi lui, saranno
gli altri a perderli. Sì perché il Partito democratico sta facendo di tutto per lasciarsi
sfuggire una pratica che solo qualche mese
fa sembrava impossibile perdere. Più impegnati nelle
varie faide interne alle correnti che ad offrire delle
proposte concrete per Roma i democratici stanno
dando il meglio di sé alla vigilia di queste primarie,
tanto anomale quanto grottesche.
Qualcuno si ricorda come fu accolta da quei lidi la
candidatura dell’imprenditore Alfio Marchini? Il coro
di scettici fu unanime e bipartisan. Nessuno voleva un
palazzinaro alla guida di una città come Roma, una
metropoli già ostaggio delle molteplici famiglie di costruttori che da
decenni fanno il bello e il cattivo tempo della nostra città monopolizzandone
ogni settore. Ebbene oggi il signor Marchini è il vero oggetto del
desiderio della sinistra capitolina, che sta facendo di tutto per ingraziarselo
e convincerlo a partecipare alla competizione elettorale del 7 aprile.
Addirittura abbiamo assistito al ridicolo teatrino dello spot elettorale a
Corviale. Un capolavoro di propaganda in cui Sassoli e Marroni
convincono il rampante imprenditore, che data la sua estrazione sociale
con molte probabilità non ha mai messo piede in una periferia romana,
a partecipare alla visita presso la tristemente celebre zona popolare di
Roma. Immaginatevi questo affascinante uomo, con indosso abiti da
migliaia di euro e il suo perfetto colorito caraibico, che varca le soglie di
una zona dove esistono problemi di cui probabilmente non conosce
nemmeno le origini. Marchini dopo essersi messo in vetrina e dopo
essersi lasciato adulare e corteggiare ha comunque confermato che
non parteciperà alle primarie. Accanto a lui, nel palcoscenico elettorale
di Corviale, David Sassoli, che tra i punti in evidenza del suo programma,
A
ha ovviamente messo la riduzione dello stipendio
del sindaco, della giunta e dei manager delle municipalizzate. Lui che si è ben guardato da dimettersi
da europarlamentare (impegnato com’è nella campagna elettorale dubitiamo che possa assolvere i
suoi doveri a Bruxelles) e quindi dal percepirne il
lauto stipendio che triplica quello dell’attuale primo
cittadino.
A braccetto tra i due anche Marroni, che tessendo le
lodi sia di Marchini che dello stesso Sassoli, si sta
praticamente assicurando il posto da vicesindaco
qualora facesse il famoso “passo indietro”e qualora
uno di questi due uscisse vincitore dalle urne. Peccato
che il capogruppo in aula Giulio Cesare si sia da
tempo munito di paracadute e si sia fatto eleggere alla Camera, e una
volta appurato che difficilmente potrà spuntarla sugli altri candidati, stia
cercando di mettere le sue grinfie un po’ ovunque.
Infine Ignazio Marino, bistrattato e temuto da tutti. Lo accusano di non
conoscere la città di Roma e in parte hanno ragione, solo che come
Sassoli, dimostra di non conoscere neanche le competenze del comune.
Anche lui infatti ha scelto di iniziare la sua campagna elettorale, in un
ospedale (San Filippo Neri) parlando di sanità “perché è dalla sanità
che Roma deve ripartire”. Del settore dovrà occuparsi il suo “collega”
Zingaretti, il quale, data la delicatezza della questione, è bene che, dopo
aver “immaginato” e dopo aver nominato la sua giunta di persone”competenti” e non elette dai cittadini, inizi seriamente a lavorare.
Gli altri candidati, con poche o nulle possibilità di spuntarla, chiudono il
cerchio. Il Psi Mattia Di Tommaso, Paolo Gentiloni (che sembra essere
l’unico a non godere dell’appoggio di nessuna corrente del partito), la
volenterosa renziana Patrizia Prestipino e i Sel Luigi Nieri e Maria
Gemma Azuni.
Ugo Cataluddi
Roma, via Filippo
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Direttore: France
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Anno II - Numer
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Zingaretti: ”Io e gli assessori
al lavoro con le nostre auto”
ia il presidente che gli assessori andranno al lavoro con l'auto privata. E l’auto blu sarà utilizzata solo per “adempimenti istituzionali”. Lo ha
annunciato il governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, dopo la prima riunione di giunta avvenuta ieri. “Il primo provvedimento che abbiamo
adottato è la riduzione delle direzione regionali da
20 a 12. Vogliamo riorganizzare la Regione, per
servizi più semplici, efficienti e vicine alle persone
– ha spiegato il governatore – Questa Regione soffre di un debito drammatico e noi vogliamo affrontare la situazione con l’innovazione con cui è
possibile migliorare i servizi e la qualità della vita
delle persone”. Zingaretti ha poi sottolineato che
“subito dopo l’approvazione delle strutture del
Consiglio, approveremo il decreto che recepirà i
decreti Monti sui tagli ai costi della politica. Tutelando i lavoratori, ci siamo dati l’obiettivo del taglio del 30 per cento delle aziende, della riduzione
dei consigli di amministrazione, puntando a un amministratore unico”.
Passaggio significativo anche sulla spina nel
fianco di questi primi giorni del suo mandato, la
scelta di ricorrere ad una giunta di soli assessori
esterni. “È un modo di allargare e rafforzare la nostra maggioranza, competenze e specializzazioni,
e rafforzare una squadra di consiglieri e assessori
tutti nuovi per essere più forti e più uniti. Non ci
sono due squadre ma una sola che è quella della
maggioranza di Zingaretti – ha aggiunto – Ci sarà
un lavoro molto, molto intenso: peraltro il consiglio
regionale è di 50 persone e deve essere impegnato
sul fronte legislativo, dovrà fare le leggi cancellando le tante vecchie e sbagliate”.
Valter Brogino
S
Anno II - Numero 61 - Mercol
edì 13 marzo 2013
Direttore: Francesco Storace
S
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Primo giorno di giunta
Corridoni n. 23
di Igor Traboni
decideremo.
Scherer,
za, lo si vocola, Scherer, Scola, Scola,
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Scola, Ouellet,
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impegno poinvece come il
Papa
un’apertura al
proBeppe Grillo, con
tivare il nostro
della Pace.
fin dei conti un
solito ‘buonismo
potrebbe comun
re chi ha più
o
tutto il senso
‘progressisti’: in
sfociata però nel
della
bisogna ascolta
litico, ma soprat
be poi far comod
A sparigliare i giochi prima votazione
inoltre è a capo
da offrire ad
la Nazione.
dalla
‘non nemico’ potreb
ha
gressista’. Scola
idee ed energie
della missione per
di
que entrare già
ranno le altre pedine
i del mondo e
non si può
uti, dovremo
a sorpresa, anche
quando si muove
più grande dioces ale che molti altri
un mondo che
Qui, sui conten
iniziare dalla nomina
qualche nome
evenad
to
mo
iere,
Senza
risulta
.
pastor
Il
dovrem
scacch
a
.
partita
sullo
E qui
un’esperienz
fermare adesso
giocare la nuova
quelli mai fatti.
mo grapossiedono.
problema
di cappello ai carsegretario di Stato.
l’abbia
non
del
tanto
ali
nostro
non
Il
fare
ale
ca
stei.
cardin
nte
elettor
piagni
tualme
ione.
di Scola, già patriar
e analiznove deputati
sviato ogni indicaz ica
i favoriti
L’unico handicap ancora vescovo di
dito, è vero, e occorr più imnon è non avere
dinali per aver
Toto-Pontefice, elli
Ma
Il nostro proe soprattutto domen
a pag. 3
a Venezia e prima dalla pattuglia dei
zarne le cause.
in Parlamento.
Però anche ieri,
visti
Francesca Ceccar
ito
o i percorsi
che anche la
un po’ tutti i concla
Grosseto, è costitu
giano
portanti sarann
blema è evitare
scorsa quando
ttive da
decina lo appog
si affidi
a Roma per le Messe
28 italiani. Una
successivi, le prospelacrime,
prossima volta l’Italia i. Sono
si sono intrattenuti
degli
le
grillin
fedeli (nel caso
individuare. Dopo inciare.
a 160 onorevoli
con i rispettivi
.
finali..
he
Berlusconi
la forza di ricom chi, lo
queste le comic
con
dove,
da
,
Come
di Francesco Storace
Regione Lazio
ALCUNI ITALIANI
EREBBERO SOLO
NECESSARI MANCH
CONCLAVE
OGGI IL VIA AL UA
SI PAPA”
SCOLA ENTRA“Q
CONTARE SU
MILANO POTREBBE
L’ARCIVESCOVO DI
2013
DA ROMA E DAL LAZIO
S
straniero". Lo si legge
organi dello Stato
na con la quale
nella nota della Farnesi resteranno in
i marò
si annuncia che
ente
ribadito formalm
Italia. L'Italia ha
, con la nota verbale
al governo indiano
basciatore Mandall'Am
consegnata oggi
ibilità di giungere
cini, la propria dispon soluzione della
una
ad un accordo per
arbiun
rso
attrave
controversia, anche una risoluzione
o
trato internazionale
giudiziaria".
ata immeLa notizia è rimbalz
dove una
diatamente in India,
all’Onu – non
fonte diplomatica
attesa della
ancora ufficiale in
governo – ha
nostro
del
nota
che i due mainvece affermato
lì, come
rinai dovranno tornare l’Italia e
con
da accordi presi
to durante la
come già avvenu
concessa per
precedente licenza
ora
effetti
In
o.
il periodo natalizi
altro contensi apre anche un
, considerato quel
zioso internazionale
parlare poi dei rapprecedente, per non
ati
complic
più
resi
porti tra Italia e India, Finemccanica e
dalla recente vicenda
12 elicotteri Agusta
dell’acquisto dei
dall’India.
per ora ‘sospeso’
affidato alle
intanto
hanno
I due marò
nto,
un primo comme
agenzie di stampa
gomi della decisione
dicendosi felicissi
così tornare al
vernativa e di poter
lavoro militare.
Boccassini e Napoli
Cav tra due fuochi
di Federico Colosim
o pag. 2
Anniversari
Mancia e Traversa
vivi nel ricordo 4-5
di Bontà-Signorelli
pagg.
Roma
Giovani di destra
nza
aggrediti alla Sapie
li pag. 8
di Federico Campo
Clandestini
Riprendono gli sbarchi
a Lampedusa
di Barbara Fruch
pag. 10
Roma, via Filippo Corrid
oni n. 23
IL LEADER DE LA DESTRA
PROSCIOLTO ANCHE DA UN'O
RRENDA ACCUSA DI CORRUZ
IONE
NOVE ANNI PER SCOPRIRE
LE NOSTRE MANI PULITE
Dopo il Laziogate cade un'altr
a imputazione. Ma il giudice
che sbaglia non
di Francesco Storace
per la loro appassionata difesa deli hanno messo nove
la mia onorabilità.
anni per capire finalLa politica non mi
mente che le mie
ha arricchito e ne
mani sono pulite, che
vado fiero.
i ladri vanno cercati
E' particolarmente
altrove. I primi a saperl
o sa- importante la deranno probabilmente
oggi
quanti mi seguono col nostro cisione del Gup,
che avrebbe poquotidiano ogni giorno,
per- tuto tranqu illaché non credo che sarà
su mente chiudere la
molti giornali di stamane:
ieri pratica con la presi è svolta l'udienza prelim
i- scrizione. Quella
nare su un'orrenda accusa
di sarebbe stata la
corruzione che mi insegu
iva fine a cui era dedal 2007 per fatti risalen
ti al stinata una causa
2004, quando ero presid
ente
della Regione Lazio. In prati- insensata, immotivata, nella quale
ca, si sosteneva l'esistenza
di non c'è stato uno
una tangente - questo
vuol straccio di doman
dire corruzione - versata
a da a cui dover rimio favore dal gruppo
An- spondere in almegelucci. "Il fatto non sussist
e", no un interrogaha sentenziato il giudice
Eb- torio. Un fardell
o che pero'
ner, ponen do coragg
iosamente fine anche a questa mi trascinavo dal giorno in
cui ricevetti un avviso di
persecuzione.
garanzia con stampata l'accus
La chiamo così perché
a
non terribile di corruz
ione: corc'è altro termine per definir
la. reva il luglio del 2007,
Ma prima di qualunque
avevo
con- appena fondato
La Destra, al
siderazione, voglio ringraz
iare gli avvocati Naso e Reboa Senato ero iscritto al gruppo
misto dopo aver lasciat
o Al-
C
Magistratura,
forte richiamo
di Napolitano
leanza nazionale. Mi sentivo
davvero solo. Solo con la
mia
famiglia e la mia coscie
nza.
Da allora, ogni giorno di
questi lunghissimi anni è
stato
scandito dalla frenesia di
arrivare alla verità, senza urlare,
attendendo invano un magistrato che mi chiedesse conto
del perché il gruppo Angelucci aveva finanziato la
mia
campagna elettorale. Gli
avrei
risposto che avevano finanziato anche altri sogget
ti politici di orientamento diverso
,
che tutto era avvenuto
attraverso trasparenti bonifici
bancari, che non tutto è illegal
e
VIA AL CONCLAVE CON IL PROF
ILARSI DELLA SFIDA TRA SCOL
AE
SCHERER
LA PRIMA FUMATA È NERA
di Igor Traboni
T
utto come previsto: ieri sera
alle 19 e 41 la prima fumata è
stata nera. Per cui, nella migliore delle ipotesi, se ne riparlerà
oggi (in programma quattro scrutini,
è voluta la salita al Colle
due al mattino e altrettanti al
podei vertici del Pdl per
meriggio) per conoscere il nome
far notare a Napolitano il
del successore di Benedetto
rischio che sta correndo la
XVI.
deTutto
come
previsto
anche
nel semocrazia in Italia sul caso Berlugreto del Conclave, in quella Cappella
sconi. Alfano ha porto le proprie
Sistina dove i 115 cardinali elettori
rimostranze al Capo dello Stato,
sono entrati nel primo pomerig
a cui la Costituzione assegna
gio
ane
un’ora
dopo, poco dopo le 17.30,
che la carica di Presidente
del
è stato decretato l’ “extra omnes”
Consiglio superiore della
, anche una breve ma intensa
Maovvero il ‘tutti fuori’ dal luogo
grangistratura. Nel tardo pomeriggio
depu- dinata) era tutto uno
‘sfidarsi’ tra
tato alla scelta del Pontefice.
il Presidente della Repubb
centinaia di fedeli già in trepida
lica
I cardinali hanno anche pronunc
ha convocato il Comitato di
iato
attesa, con le bandiere italiane
Preil fatidico “Pondeo, vovec ac
e
sidenza del Csm. Napolitano
iuro”,
brasilian
e preminenti sulle altre.
ha
ovvero il “prometto, obbligo e
sollecitato “il rispetto di rigorose
giuro” E in effetti tutto dovrebb
e risolversi
di tenere tutto in segreto, mentre
norme di comportamento
in nella grande sfida tra l’italiano
da
Angelo
una
piazza
San
Pietro
bagnatis
parte di chi indaga e giudica
sima Scola e il brasiliano Odilio
,
Scherer,
(poco prima su Roma si era scatenat
guardandosi dall’attribuirsi
a con il primo entrato in Cappella
misSisioni improprie e osserva
ndo
scrupolosamente i principi
Anniversari
del
Sanità
“giusto processo”, con particolare attenzione per le garanzi
e
da riconoscere alla difesa”.
Emiliano Stella a pag. 3
Micol Paglia
a pag. 6
Paolo Signorelli
a pag. 9
C’
Cercateci e ci troverete ovunque.
All’indirizzo www.ilgiornaleditalia.org , con un portale
all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line.
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1975: la lunga agonia
di Sergio Ramelli
stina con un pacchetto di voti
praticamente doppio rispetto al
latinoamericano, ovvero una sessanti
na
rispetto a poco meno di trenta,
ma
non ancora sufficienti a raggiung
ere
quella maggioranza richiesta
di 77
cardinali su 115.
I favori per Scola, l’arcivescovo
di
Milano tornato nella sua Lombar
dia
Crisi
7 arresti“eccellenti” Continuano i
suicidi
in Lombardia
di chi non ce la fa
Barbara Fruch
a pag. 9
paga mai
in questo Paese. nendo
la convocazione delMa la doman da l'udien
za preliminare svolta
non me l'ha posta ieri
con il mio totale proscionessuno. In verità glimen
to grazie ad un giudice
c'era stato un ma- più
scrupoloso di lei.
gistra to che in Sempr
e ieri, il presidente Nasede istrutt oria politan
o ha ricevuto una deaveva chiesto per legazio
ne del Pdl sulla queben due volte l'ar- stione
giustizia. Non pretendo
chiviazione della tanto.
Ma signor presidente
mia posizione, il della
Repubblica, lei presiepubblico ministe- de
il CSM: ebbene, ci sarà
ro Pisani. Mal glie- qualcu
no che chiederà conto
ne incolse, perché alla
dottoressa Bonaventura
chi preten deva degli
errori commessi in mio
che io andassi a danno
? È normale che ci voprocesso per cor- gliano
sette anni per il Laruzione era una ziogate
e nove per un'accusa
donna, Maria Bo- di
corruzione per stabili
re
naventura. Chi è? che
c'è un magistrato che ha
E' una specie di torto
due volte rispetto a un
mio giudice natu- imputa
to che ha due volte
rale, un magistrato ragion
e?
che mi voleva in Non
avremo preso voti alle
galera per il Laziogate
ve- elezioni politiche,
ma la dinendo
clamo rosam ente gnità
e
la reputazione non me
smentita con l'assoluzione
de- la tolgono, questi
signori macisa nei miei confronti
dalla gistrati. Chissà se
quando sbaCorte d'appello di Roma;
eb- gliano, visto che
non pagano
bene, la Bonaventura
è lo mai, sono almeno
capaci di
stesso giudice che aveva
det- chiedere scusa.
Ha tempo,
to no al pm Pisani anche
sull'accusa di corruzione, impo- dottoressa Bonaventura, per
farlo: non si prescrive.
dopo un proficuo Patriarcato
a Venezia, sono stati in qualche
modo
riaffermati anche dal cardinal
e decano Angelo Sodano che, nell’ome
lia
della messa ‘pro eligendo’ ha
in effetti tracciato un identikit
assai
vicino a quello di Scola, parlando
–
come riferiamo a pagina 2 –
della
necessità di un Papa ‘generos
o’ e
dedito in particolare alle sfide
che
attendono la Chiesa, a partire
dalla
nuova evangelizzazione.
Eppure gli stranieri non demordo
no
e ancora ieri un cardinale
nordamericano, rimasto però anonimo
,
ha riferito che in Conclave si parlerà
anche dei rapporti di Scola
con la
politica. Insomma, ad alcuni stranieri,
‘imbeccati’ alla grande da una
decina
di porporati italiani progressisti
che
non a caso stanno disperatamente
convergendo su Gianfranco Ravasi,
non piacerebbe l’origine ciellina
di
Scola.
Puglia
Indagine riaperte
a carico di Vendola
a pag. 10
MARO’
Cosa nasconde
l’improvviso coraggio
del Ministro Terzi?
S
alvatore Girone e Massimiliano Latorre restano a
casa. La decisione, comunicata lunedì dal ministro Terzi
ha suscitato una forte reazion
e
da parte del Governo indiano
e una serie di interrogativi
sui possibili retroscena. Il
primo ministro indiano, Manmo
han Singh, ha definito “inaccettabile” la presa di posizione della diplomazia italiana, ribadendo che il Govern
o
indiano reagirà e farà “tutto
ciò che deve essere fatto”
per
riportare i due marò in India
affinché vengano proces
sati
a New Delhi.
I due militari hanno accolto
la notizia con sorpresa e gioia.
Anche se, Latorre ha ribadit
o
che per ora “non c’è proprio
niente da festeggiare. La
nostra vicenda non è ancora
conclusa”.
Servizio a pag. 7
Mafia e spending review
Tagliati i sussidi
ai “picciotti” in galera
a pag. 10
7
Sabato 23 marzo 2013
Italia DA ROMA E DAL LAZIO
La microcriminalità dilaga, le forze dell’ordine rispondono come possono. Ma il campanello d’allarme continua a suonare
Benvenuti a Roma, capitale dei reati
Ennesima “retata” a Termini con decine di denunce. A Latina presi due rapinatori di ville: sono giovanissimi. Alta la percentuale di stranieri
di Bruno Rossi
un bollettino di guerra, senza fine. Furti
e scippi, rapine e
abusivismo, degrado
e violenza. Una cronaca nera, come la pece, la
cui pagina continua ad allungarsi di tanti episodi, a Roma
e in Provincia, ma anche a Latina.
Casbah Termini - I Carabinieri
del Nucleo Scalo Termini, del
Comando Piazza Venezia, della Stazione Roma San Lorenzo
in Lucina, del Nucleo Operativo
della Compagnia Roma Centro, coadiuvati dai militari
dell’8° Reggimento Lazio hanno vigilato l’area della stazione
ferroviaria. Il bilancio dei controlli è di 14 persone denunciate a piede libero, 12 dei
quali per inottemperanza al
foglio di via obbligatorio dal
comune di Roma e 2 per accattonaggio, inoltre 27 persone
sono state sanzionate. Le denunce sono scattate per 12
cittadini dell’est (tra cui 8 donne), di età compresa tra i 18 e
i 51 anni e 2 cittadini italiani
di 46 e 66 anni. Durante il servizio i Carabinieri hanno elevato contravvenzioni nei confronti di 20 cittadini del Bangladesh sorpresi a vendere
È
borse, ombrelli, sciarpe e custodie per telefoni cellulari,
senza avere la relativa autorizzazione per svolgere attività
di commercio ambulante. Un
tassista abusivo, romano di 28
anni, è stato fermato mentre
cercava di abbordare turisti
stranieri. Stessa sorte per tre
persone che chiedevano insistentemente l’elemosina a passanti all’interno dello scalo ferroviario, mentre sono stati sanzionati anche tre parcheggiatori abusivi (due romeni e un
indiano), sorpresi a via Marsala. L’ingente quantità di merce recuperata dai Carabinieri
è stata sequestrata.
Ladro record - Dieci minuti.
Tanto è passato dalla firma al
cui obbligo è stato sottoposto,
per reati analoghi, e il furto. Si
tratta di un senegalese di 43
anni. Ieri mattina l’uomo, dopo
aver firmato come tutti i giorni
presso il Comando Stazione
Carabinieri Roma Aventino i
Carabinieri, ha percorso poche centinaia di metri recan-
dosi all'interno di un negozio
di parrucchieri dove, con una
scusa ha distratto una cliente
rubandogli il portafogli. Uscito
dal negozio e convinto di non
essere stato scoperto, è stato
invece inseguito e raggiunto
dalla vittima con cui ha per
giunta ingaggiato una violenta
colluttazione. Una pattuglia di
Carabinieri in abiti civili, appena uscita dalla caserma, ha
notato la scena ed è intervenuta arrestando nuovamente
il cittadino senegalese, che
dovrà rispondere del reato di
rapina impropria.
Terrore in villa - Lo scorso settembre avevano fatto irruzione
nella villa di un imprenditore
a Latina. Avevano legato e imbavagliato lui e la moglie e
poi, sotto la minaccia di una
pistola e di un coltello, si erano
fatti consegnare un bottino di
circa 30mila euro tra contanti,
gioielli, fuggendo a bordo di
un’auto della famiglia. Due dei
componenti della banda, un
romeno di 20 anni e un italiano
di 25, sono stati arrestati ieri
dalla Squadra mobile di Latina.
Altri due romeni sono tuttora
ricercati.
Giochi pericolosi - Con un
giocattolo in mano ha cercato
di sbarcare il lunario. Ma è finito in galera. Un 35enne romeno è stato arrestato con
l’accusa di rapina. A far scattare le manette intorno ai suoi
polsi, i carabinieri della Stazione di Santa Marinella, che
nella tarda serata di giovedì
sono intervenuti presso un tabaccheria del centro appena
rapinata. Il titolare dell’esercizio commerciale ha raccontato ai militari di essere stato
minacciato con una pistola
(poi rivelatasi un giocattolo)
e di essere stato costretto a
dare al ladro € 600 ed alcuni
blocchetti di “gratta e vinci”.
La vittima ha cercato poi di
reagire ma il malvivente è riuscito a scappare con la refurtiva, abbandonando sul posto
la pistola giocattolo, un casco
ed un passamontagna. I carabinieri, sulla base delle dichiarazioni acquisite e dalla
minuziosa descrizione dell’autore del reato, hanno attivato immediate le ricerche e
a bloccare il responsabile.
L’arrestato è stato portato nella
casa circondariale di Civitavecchia a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Foibe: a San Giorgio a Liri
anche oggi è 10 Febbraio
STORIE DI CRISI
Banditi e ladri. Per disperazione
Disoccupato rapina una banca e prende in ostaggio la cugina
Donna ruba la legna ai vicini per scaldare il marito malato
na crisi economica che sta seminando – sempre
più, ormai – disperazione e rabbia tra la
gente. In atto l’ennesimo bollettino di guerra
di azioni disperate,
commesse da chi non
arriva alla terza settimana del mese.
La prima storia arriva
da Palestrina. Un disoccupato incensurato di
40 anni è entrato nella
filiale della Casa di Risparmio
di Orvieto, in via Prenestina
Nuova, e, armato di coltellino,
si è fatto consegnare i soldi
in un sacchetto dai dipendenti dell’istituto. Dopo il colpo, l’uomo ha chiesto ai clienti
in coda se qualcuno avesse
l’auto parcheggiata all’esterno. A quel punto una donna,
che poi si è scoperto essere
la cugina, si è offerta di accompagnarlo e insieme sono
usciti dalla filiale. Una volta
all’esterno, l’improvvisato rapinatore ha provato a minacciare un passante, suo conoscente, per farsi consegnare
il cellulare. Subito dopo è salito sulla Smart della donna
e si sono allontanati insieme.
Poi, lasciata la Smart, è salito
a bordo di una Nissan Micra
guidata da una donna e si è
allontanato in direzione di
U
Un’intera giornata dedicata al ricordo. Perché il
10 febbraio è giusto fermarsi, ma comunque la memoria
non è a comando né conosce il calendario
i parla della tragedia delle Foibe, una delle
pagine più buie della storia italiana. Tutte
le vittime verranno ricordate, oggi, con
una serie di eventi che si terranno a San
Giorgio a Liri (Frosinone). Si inizia con una
splendida mostra fotografica per finire con
una serata in musica con il concerto dal titolo
significativo: "Io non scordo". Sul palco, per
un’esibizione “irredentista”, La Vecchia Sezione,
un gruppo che si sta ritagliando spazio e popolarità grazie alla scelta di far rivivere i pezzi
migliori della musica alternativa, in un vero
spirito comunitario.
S
Qui a seguire il programma di tutti gli avvenimenti previsti, con orari e date degli eventi.
Mattina: ore 08.00 Apertura mostra fotografica
“L’esodo”. Ore 10.30 Omaggio floreale e minuto
di raccoglimento presso il Monumento ai Martiri
delle Foibe. Pomeriggio: “Istria: pensieri e parole”, l’Istria rivisitata attraverso la poesia di
Bruno D’Onofrio e Claudio Forgione. Ore 18.30
“Le Foibe e la questione giuliana”, interverranno
Vincenzo De Luca (autore), Ferdinando Riccardi
(storico e giornalista), Luca Leone (editore).
Sera ore 20.30: concerto irredentista “Io non
scordo” con La vecchia Sezione.
PORTUENSE
Fiuggi. La conducente è stata
rintracciata dai carabinieri:
ai militari ha spiegato che
l’uomo non l’ha minacciata,
ma le ha solo chiesto un passaggio. La sua posizione è al
vaglio degli investigatori. Il
rapinatore ha le ore contate:
di lui si conoscono le generalità. I militari dell’Arma si
sono recati a casa della moglie, che era all’oscuro di tutto: quando ha appreso che il
marito era divenuto un bandito, ha avuto un malore. La
stessa donna ha purtroppo
ammesso di aver avuto in
qualche modo dei segnali
dal congiunto: “Se continua
così prima o poi faccio una
rapina in banca” le aveva
detto. Ma lei non aveva dato
troppo peso alle sue parole.
La seconda storia giunge invece da Rieti. È qui che una
donna è stata sorpresa la
scorsa notte da una pattuglia
dei Carabinieri mentre rubava la legna dei vicini per
riscaldare il marito malato e
cassaintegrato a 600 euro al
mese. La donna, madre di
due figli, è stata trattenuta in
Caserma per tutta la notte. A
farle compiere il folle gesto
– ha spiegato lei stessa ai
militari – è stata la grave situazione di salute in cui versa
il marito, colpito da bronchite
e con la febbre a 40. La donna
aveva chiesto aiuto al suo assicuratore, con la speranza
di poter sbloccare i risparmi
della polizza per acquistare
legna e medicine per il marito malato. Risposta negativa
per la coniuge, in caso contrario avrebbe rischiato di
perdere tutto. Un tunnel senza
G.S.
via d’uscita.
Preso il piromane: giovane,
era pronto a colpire ancora
Ha terrorizzato il quartiere per un anno.
Augusto Santori (La Destra): “L’incubo è finito”
a fine di un incubo per i cittadini del Portuense.
Ieri notte gli agenti del Commissariato San Paolo
hanno fermato il piromane che aveva messo in
apprensione e a soqquadro il quartiere. Il 24 enne romano è stato fermato dalla Polizia in fragranza di
reato mentre aveva già posizionato sotto una Bmw parcheggiata in via Griziotti - uno zerbino.
''Il primo episodio è avvenuto il 3 agosto del 2011 ha detto il dirigente del commissariato di San Paolo,
Paolo Volta - ma è rimasto isolato. L'attività era
diventata intensa da un anno. Sono state circa 30 le
macchine incendiate – ha concluso Volta - e in zona
c'era ormai una forte esasperazione con tante scritte
vendesi''.
L
“Con l’arresto del piromane seriale - ha commentato
il capogruppo de La Destra nel XV Municipio, Augusto
Santori - si conclude l’incubo di un intero quadrante
del quartiere Portuense”. L’uomo aveva messo in
allarme i residenti di via Angeloni, via Statella, via
Griziotti e Santa Silvia. “Il lavoro svolto dagli agenti
del Commissariato San Paolo è stato egregio, costante
e dall’elevata professionalità – ha aggiunto - il ragazzo
era già noto da qualche giorno ma si è attesa la
fragranza del reato per mettere fine alla serie di atti
incendiari commessi ai danni di autovetture e motorini
della zona”. Per Santori il fermo al giovane romano è
“un risultato che renderà finalmente le notti e le autoG.S.
vetture di Portuense più tranquille”.
8
Sabato 23 marzo 2013
Italia
L’intervento è stato deciso in seguito all’insufficienza placentare
DAL NORD
BOLZANO
Aumenta del 56% il numero
dei disoccupati over quaranta
La mamma è in coma: Francesco
N
nasce alla 24esima settimana
Considerato un miracolo: il piccolo, di ottocentocinquanta grammi, porta il nome del Papa
i chiama Francesco,
porta il nome del neoeletto papa proprio
perché la sua nascita
è stata considerata un
miracolo. È stato il padre Pablo
a decidere il nome del piccono,
venuto alla luce dopo solo 24
settimane di gestazione. Lui,
pesa ottocentocinquanta grammi ed è “arrivato” tra le braccia
del papà mercoledì a Padova.
La sua mamma, Simona Tirendi,
invece, non ha potuto vederlo
perché è in coma da due mesi,
colpita da una malattia non ancora diagnosticata. I medici
credono che la patologia sia
stata causata dal prione, un
agente infettivo responsabile
delle encefalopatie spongiformi
nell’uomo e negli animali. Dagli
Usa si attendono gli esiti degli
esami di laboratorio sui campioni di sangue prelevati alla
paziente, ma i medici che la
stanno seguendo hanno anche
ipotizzato che la grave patologia
potrebbe essere riconducibile
S
a un caso di “mucca pazza”.
Come racconta Il Gazzettino,
la donna, 29 anni e con una
bambina di due e mezzo, ha
cominciato a stare male la scorsa estate: debolezza, vista annebbiata, distonia e difficoltà
nel muovere gli arti. All’inizio
nulla faceva presagire una grave malattia, dopo pochi giorni
i sintomi si aggravano e a Padova seguono accertamenti
più accurati. Dopo due giorni
entra in coma e i medici scoprono che la paziente è incinta.
“Si è anche svegliata - racconta
il fratello Enzo al giornale locale
- ma era assente, non ci riconosceva. È stata intubata e ricoverata in Neurologia, dove
ha avuto alcune crisi epilettiche.
A questo punto i medici hanno
dovuto sedarla farmacologicamente in attesa dei referti
degli accertamenti inviati negli
Stati Uniti”. In seguito a un'insufficienza placentare il feto ha
dato segni di sofferenza dalla
scorsa settimana, così i medici
hanno deciso di effettuare un
parto cesareo. “Tutto è andato
nel migliore dei modi - ha raccontato il fratello - mia sorella
ha superato bene l’intervento
e Francesco apparentemente
non ha problemi, se non quelli
che presentano tutti i prematuri.
In sala operatoria sono stati
tutti eccezionali: c’era una squadra di medici che con competenza e coraggio, ha lavorato
in modo straordinario in una
situazione complicatissima. Noi
familiari vogliamo ringraziare
con tutto il cuore sia loro, che i
sanitari che lavorano in Neurologia, all’Istar 1 e 2 dell’ospedale, i reparti dove è stata ricoverata Simona. Purtroppo,
come hanno affermato loro
stessi, si tratta di un caso molto
difficile, che pare non avere riscontri neanche in letteratura”.
La famiglia ora spera in un altro
miracolo: che Simona si risvegli
dal coma e possa finalmente
conoscere Francesco.
egli ultimi due anni sono aumentati del 42% i disoccupati over
45 a Bolzano. Se si calcola il dato dei quarantenni, questa
richiesta di lavoro sale al 56%. Per contro i giovani senza
lavoro nel 2012 sono il 14% in più del 2010. Un quadro choc che
emerge dai dati acquisiti dal consigliere provinciale de la Destra
Mauro Minniti secondo il quale “è impressionante quanto emerge
dalle liste di attesa nel capoluogo, dati che dovrebbero suonare la
sveglia al governo provinciale che appare dormiente in materia di
lavoro e di politica volta ad assicurare opportunità professionali sul
territorio”. La fascia di età maggiormente sofferente con il 31,9% di
richiedenti in attesa di lavoro è quella relativa ai cinquantenni, ma
anche seguita dai 41/45enni e dagli under 29 (in entrambi i casi
+14,2). “Sono dati terrificanti - aggiunge Minniti - e dovrebbe imporre
scelte di investimento e di innovazione mentale da parte della politica
altoatesina. Nel lavoro non si deve avere paura di investire creando
opportunità professionali sia incentivando le aziende ad assumere attraverso agevolazioni Irap o altri interventi sia promuovendo la nascita
di impresa giovanile; ma bisogna anche rinnovare l’offerta contrattuale,
con la promozione di nuovi contratti che promuovano, per esempio,
il part timex2, il ricollocamento degli ovest 45 che rischiano di essere
i nuovi disperati della società. Chi di essi esce infatti dal circuito professionale, fa fatica ad essere reintegrato ed ha un orizzonte cupo
anche socialmente parlando”. Il dato rilevato da Minniti purtroppo
appare generalizzato e non solo legato alla realtà del capoluogo, “ed
è proprio per questo - aggiunge l’esponente de la Destra - che
occorrono interventi completi. Una riforma del lavoro anche in Alto
Adige, dove si investe poco se è vero come è vero che a fine febbraio
sono già terminati i fondi 2013 per i lavori socialmente utili, e dove la
legislazione in materia di occupazione si richiama ancora alla fine
degli anni Novanta, qui di vecchia di venti anni e certamente non
all’altezza di rispondere alle nuove esigenze”. Proprio in queste
settimane, peraltro, la IV commissione legislativa del Vo figlio
provinciale è chiamata ad esaminare il Disegno di Legge di Minniti
sulla promozione del lavoro in Alto Adige.
Carlotta Bravo
SCIOPERO DEI FACCHINI
Caos nel Nord Italia
Tensione a Bologna
ord Italia nel caos per lo
sciopero nazionale dei
lavoratori dei trasporti e della
logistica, che si è incentrata
soprattutto sulle cooperative
di facchinaggio. Piattaforme
e interporti bloccati soprattutto in Lombardia ed Emilia-Romagna con corrieri e
spedizionieri che hanno incrociato le braccia: “Siamo
trattati come schiavi, ora basta”. Ferme le principali
aziende spedizioniere: Dhl,
Bartolini, Artoni, Tnt. In alcuni
casi, la tensione è molto alta
e sarebbero avvenuti scontri
tra manifestanti e Forze dell'Ordine. Facchini e corrieri
hanno così aderito allo sciopero di 24 ore proclamato
una decina di giorni fa da Si
Cobas e Adl Cobas, dopo una
serie di assemblee tenute in
diverse città italiane, tra cui
anche Bologna. Nella citta
emiliana, lo sciopero è iniziato nella nottata di giovedì
con il blocco degli accessi
all’Interporto, che ha creato
lunghe file di camion. I manifestanti hanno picchettato
anche la Cooperativa Adriatica di Anzola, dove sono
stati caricati dalla Polizia in
tenuta antisommossa, causando due feriti, tra questi
anche un agente. Una parte
degli scioperanti ha invaso
la Via Emilia, fermando il
traffico. Acque agitate anche
in Lombardia, dove la Cgil
voleva “sfondare” i picchetti.
“Non ci sono riusciti” scrive
un utente su Twitter. Tensione
anche in Veneto, in particolare a Padova.
B.F.
N
Eurosky Tower .
L’investimento più solido è puntare in alto.
Reggio Emilia vara
il registro delle
unioni civili
la Chiesa lo boccia
ennesimo attacco alla famiglia. È il parere del vescovo di Reggio Emilia Massimo Camisasca che interviene
dopo che il consiglio comunale
di Reggio Emilia ha approvato
lunedì il registro delle unioni
civili. Duro, ovviamente l’attacco della diocesi guidata dal
vescovo Camisasca. “Si vorrebbero favorire persone che
hanno comunione di vita basata
su vincolo affettivo, di diverso
o dello stesso sesso, negli interventi per la casa, la sanità
e i servizi sociali, la scuola e i
servizi educativi, ecc… - si
legge nella nota - La protezione
di legittimi diritti della persona
potrebbe essere assicurata dal
diritto civile, senza costruire
una “disciplina comunale delle
unioni civili”, non prevista nel
nostro ordinamento, né istituire
un nuovo “registro amministrativo”. In realtà ciò che si
desidera è affermare un modello di famiglia alternativo, e
porre le premesse affinché un
numero adeguato di questi
atti, che di per sé non hanno
valore legale, porti ad una
legge parlamentare che riconosca come sostanzialmente
matrimoniali le coppie di fatto
e dia valore di matrimonio ai
legami omosessuali. L’intento
sociale si capovolgerebbe così
in uno scardinamento dell’istituto famiglia con conseguenze
non avvertite, ma profondamente negative sulla vita sociale e sull’educazione dei figli.
La famiglia è il cuore del tessuto stesso della società”.
B.F.
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9
Sabato 23 marzo 2013
Italia
DAL CENTRO
Ancora ombre sulla morte di Francesco Narducci, ma non c’è associazione a delinquere
Mostro di Firenze: la Cassazione riapre il processo
La Suprema Corte rimanda gli atti al gup di Perugia per alcuni capi di imputazione secondari
i riapre il processo sulla misteriosa morte del medico
Francesco Narducci, legata
alla vicenda del mostro di
Firenze, scomparso in circostanze misteriose l'8 ottobre del 1985
e ritrovato cadavere (all’età di 36
anni) nel Lago Trasimeno. La morte,
a quel tempo, fu archiviata come un
incidente e la salma fu tumulata senza
poter procedere ad un’autopsia, apparendo chiara la causa di morte
per annegamento. Ora a riaprire il
caso è stata la terza sezione penale
della Cassazione, accogliendo parzialmente il ricorso della Procura di
Perugia e dalla vedova di Narducci
annullando il “non luogo a procedere”
disposto dal gip di Perugia il 20
aprile 2010. Sulla vicenda il gip aveva
disposto il proscioglimento di tutti i
venti imputati (familiari del medico,
pubblici ufficiali e appartenenti alle
forze dell'ordine) accusati, a vario titolo, di aver preso parte a un tentativo
di depistare le indagini sulla morte
del medico. La Cassazione ha inoltre
dichiarato prescritti alcuni reati contestati agli imputati. La Cassazione,
con il dispositivo diffuso al termine
della Camera di Consiglio, ha però
S
confermato il proscioglimento degli
imputati accusati di associazione a
delinquere. Su questo punto, infatti,
gli alti magistrati hanno rigettato il
ricorso della Procura di Perugia e
della parte civile.Verrebbero quindi
meno anche le ragioni che secondo
la prospettazione dell’accusa sarebbero alla base dell’associazione, l’intenzione di occultare una morte in
qualche modo unita con i fatti di Firenze, in pratica con la triste vicenda
del “Mostro”. Sarebbe così abbandonata l’ipotesi omicidio per la ricostruzione indicata già dalla sentenza
del gup, che parla di tragica fatalità
o suicidio. Soddisfatto e commosso
per l'esito del giudizio in Cassazione
il professor Ugo Narducci, padre di
Francesco. La Suprema Corte ha infatti
definitivamente confermato il suo
proscioglimento dall'accusa di avere
promosso l'associazione per delinquere definita “l'architrave del processo” dal suo difensore, l'avvocato
Francesco Falcinelli, che ha comunicato la decisione al genitore del medico perugino.“Il professor Ugo Narducci - ha detto il legale - ha subito
ricordato con affetto il figlio”.
Barbara Fruch
Gli inquirenti all’epoca del ritrovamento del cadavere di Francesco Narducci
PESCARA E CHIETI
TERNI
Guasto
all’acquedotto:
rubinetti a secco
Rifiuti industriali
nella fogna:
sigilli al mattatoio
mergenza idrica a Pescara,
Chieti, Montesilvano, e altri
sedici Comuni che sono rimasti
per ben un giorno e mezzo senz’acqua. L’interruzione del servizio è infatti iniziata giovedì
verso le 13 e solamente nel
tardo pomeriggio di ieri la situazione è ritornata alla normalità.
L’emergenza è stata causata da
una rottura all’adduttrice principale dell’Acquedotto Giardino
a Torre de’ Passeri: condotta
che è stata riparata dai tecnici
Aca nella notte tra giovedì e venerdì, poi sono iniziate la manovre graduali di riapertura della
sorgente e si è dovuto attendere
il tempo tecnico per riempire
nuovamente le condutture e tornare ai livelli ottimali di pressione.
Non sono mancati i disagi che
hanno interessato circa 300mila
persone e, soprattutto, le attività
commerciali che non hanno potuto svolgere il proprio lavoro
per la mancanza di acqua corrente (dentisti, ristoranti, bar,
etc). A Pescara i supermercati
sono stati presi d’assalto: sono
terminate le scorte di bottiglie
d’acqua. Il Comune ha inoltre
fornito bottiglie ad alcune scuole
e installato un serbatoio da 8.000
litri vicino allo stadio. “È stato
necessario chiudere i serbatoi
con la conseguente interruzione
del normale flusso idrico- si
legge in una nota dell’Aca - Dalla
conclusione dell’intervento, (alle
3.30 di venerdì, ndr), i nostri
tecnici stanno provvedendo alla
graduale reimmissione dell’acqua
potabile. Le operazioni devono
essere effettuate lentamente per
evitare ulteriori guasti”. B.F.
n pezzo di mattatoio
sotto sequestro. La Forestale di Terni ha messo
i sigilli al pozzetto di raccolta delle acque reflue
industriali prodotte dall'impianto di macellazione
del mattatoio comunale
di Terni. Durante il controllo che ha riguardato
tutte le fasi operative del
mattatoio, dal benessere
degli animali, all'uccisione, alla lavorazione delle
carni nonché la gestione
dei rifiuti e dei sottoprodotti di origine animale,
gli agenti forestali hanno
verificato che il centro di
lavorazione effettuava lo
scarico delle acque reflue
industriali in pubblica fognatura in assenza di autorizzazione. Immediato
quindi il sequestro del
pozzetto di raccolta delle
acque reflue industriali.
La Forestale ha inoltre denunciato l’amministratore
unico della società privata
di Viterbo a cui il Comune
ha affidato la gestione della struttura: il reato contestato è quello di scarico
di acque reflue industriali
in pubblica fognatura in
assenza di autorizzazione
(che prevede che tutti gli
scarichi devono essere
preventivamente autorizzati). Il titolare ora rischia
l'arresto da due mesi a
due anni o l'ammenda da
millecinquecento euro a
diecimila.
B.F.
E
U
10
Sabato 23 marzo 2013
Italia
DAL SUD
Il centro-sinistra che governa con le correzioni in corsa dei grillini? Demagogia che toglie sovranità popolare e aggiunge partitocrazia
Dietro le quinte del “modello Sicilia”
Gratti la notizia e trovi la verità: l’abolizione delle Province è solo un bluff. Gli enti
“cancellati” erano già stati sciolti, con una legge degli anni 80, in Consorzi di Comuni
eggi i giornali, tutti,
e ti viene da dire:
ma che bravi questi deputati siciliani
e che straordinario
presidente! Province abolite
e casta a casa. Invece, nello
stile della peggiore politica
gratti la notizia e trovi la verità:
in Sicilia non si abolisce proprio nulla. E, ti chiedi, possibile che la notizia sia sfuggita
ai pennivendoli che macchiano d’inchiostro le colonne
delle più autorevoli gazzette?
Si, è possibile!
Proviamo a mettere ordine.
Dopo aver convocato le elezioni amministrative, provinciali e comunali, per il mese
di aprile, rintuzzati dalla maggioranza, il presidente Crocetta e la sua giunta hanno
deciso di rinviare il tutto a
fine maggio, per uniformare
il turno elettorale a quello
che si svolge in Italia. Quindi,
esattamente come da atto
deliberativo del governo regionale, province e comuni
siciliani erano stati chiamati
al voto il 28 e 29 maggio.
Cosa accade poi? Accade
che il post-elezioni nazionali,
con il ‘boom’ a cinque stelle,
diventa per i soliti gazzettieri
(di regime, avremmo detto
un tempo) l’occasione per
pontificare di un presunto
L
‘modello-Sicilia’, un governo
centrosinistro con appoggio
esterno grillino. E cosa ti fa
il fascinoso presidente siculo?
Va in tv, con i buoni servigi
del suo staff autorale, e dichiara: aboliamo le province
e le sostituiamo con i consorzi
di comuni.
Nel palazzo siciliano, i commentatori veri, alla notizia
stavano per scoppiare a ridere. Quale sarebbe la rivelazione di questo Chavez de
noantri che fa delle sue scelte
sessuali un credo (dimentichiamo, per carità, l’auspicio
di un ‘Papa donna’ annunciato
coram populi dagli schermi
di La7 durante il circo presentato dalla signora Bignardi) e che trasuda bonomia
da artigli affilati nelle periferie
gelesi? La rivelazione per la
quale gli uffici della Regione
hanno dovuto scrivere in fretta e furia un testo è questa:
sebbene in Sicilia una legge
degli anni ’80 prevedesse
già la istituzione dei consorzi
di comuni, che assumono il
nome di Province regionali,
occorre dire al mondo intero
che qui esistono le Province
come nel resto del paese e
che le stesse si sciolgono
per diventare consorzi di comuni. Insomma, secondo il
codice penale siamo all’abu-
Napoli - I segni della crisi
Bandito per quattro pizze: “I miei figli hanno fame”
apina a mano armata. Il bottino? Quattro pizze. L’ennesimo segno
della crisi arriva dal napoletano dove giovedì sera un uomo con il
volto scoperto e la pistola in pugno ha sorpreso un cliente all’uscita di
una pizzeria in via Manzoni a Casoria. Il ladro si è avvicinato all’uomo,
che aveva pensato al peggio: in realtà quello che sembrava un malvivente non puntava agli oggetti di valore ma solamente le quattro pizze:
due margherite, una capricciosa ed una quattro formaggi. Un bottino
del valore di 19 euro. “Stasera mangeranno i miei figli” avrebbe detto
l’uomo prima di scappare con la refurtiva. Un gesto probabilmente sofferto compiuto da uomo disperato che non ha voluto né soldi né altro,
ma solo le pizze per sopperire ad una reale necessità. “Avevo qualche
decina di euro e il cellulare, ma lui voleva le pizze. Meglio così, ho pensato, se per una sera ho aiutato a sfamare una famiglia” ha detto la
vittima. Insomma, una rapina davvero insolita che, ancora una volta,
nasce da una storia di ordinaria disperazione: un rapinatore ai tempi
della crisi che ruba per dar da mangiare ai propri figli.
B.F.
R
Muos e contestazioni a Niscemi
Blocco davanti alla base militare Usa: due indagate
esta scottante il tema Muos in Sicilia: dove ora nel mirino della magistratura finiscono anche i manifestati. Due donne, di 32 e 35 anni,
sono indagate per violenza privata, resistenza e oltraggio a pubblici ufficiali
proprio nell’ambito delle contestazioni ai militari Usa. La Procura di Caltagirone ha emesso nei loro confronti avvisi di conclusioni indagini e comunicazioni di garanzia. Secondo l’accusa, le due donne avrebbero impedito,
con violenza e minaccia l'ingresso nella base, per circa un’ora e mezza, di
un pullman dove si trovavano militari della marina americana, fra cui l’ammiraglio comandante della Zona Sud Europa di stanza a Napoli, opponendo
resistenza alle forze di polizia intervenute per garantire la libertà di accesso
alla struttura e insultando gli operatori con frasi offensive. Sull’episodio è
stata presentata alla magistratura una dettagliata informativa dalla Digos
della Questura di Caltanissetta e dal commissariato di polizia dello Stato di
Niscemi. “Le forze di polizia sono preposte a garantire la libertà di tutti i
soggetti interessati” sottolinea la Procura, che sul costruendo sistema
radar di telecomunicazioni militare Usa nel sughereto di contrada Ulmo
ha anche aperto un’inchiesta per violazione delle norme ambientali. B.F.
R
so della credulità popolare!
Ma c’è di più. La legge approvata dall’Ars con il voto
grillino – di dubbia costituzionalità perché non tiene
conto della riforma del titolo
V – non dice quasi nulla e rimanda a una norma da approvare che riordini i consorzi
di comuni già istituiti e oggi
solo ribaditi con la finta cancellazione di un qualcosa
che, inesistente, non poteva
essere cancellato.
Se poi guardiamo ai criteri
generali che si fissano nella
nuova norma, possiamo scoprire che – come detto da
Nello Musumeci, leader
dell’opposizione di centrodestra e uomo punta de La
Destra – si è deciso di abolire
non un livello di governo del
territorio, ma gli organi democratici che finora hanno
governato l’ente intermedio,
limitando ancor di più il potere di scelta dei cittadini e
affidando alla partitocrazia
l’occupazione di ulteriori spazi di potere.
Se così stanno le cose, di
quale cancellazione di province parlano tutti i giornali?
Di quale rivoluzione si va
fantasticando? Nulla di quanto
è stato scritto coglie il senso
della realtà. Ecco: la realtà.
Purtroppo, viviamo un tempo
in cui la propaganda viene
prima della ragione, un tempo (speriamo breve) nel quale si asseconda la piazza e
la classe dirigente abdica al
suo ruolo di guidare i processi e soccombe di fronte
alla folla che, chiamata alle
scelte epocali, come sempre
grida ‘Barabba’.
Non ci resta che attender
tempi migliori.
Ruggero Razza
C A M PA N I A
Aveta denuncia: “Bocciato
il mio emendamento sui tagli”
La proposta limitava a dieci il numero massimo delle commissioni consiliari
Nella seduta odierna
(ieri, ndr) del Consiglio regionale Pdl,
Pd-l, Gruppo Caldoro e
Udc hanno bocciato il mio
emendamento che prevedeva il taglio delle commissioni consiliari da dodici a dieci. La Casta ha
preferito tutelare le rendite
di posizione, salvaguardando i propri presidenti
di commissione e relativi
staff”. Lo dichiara il consigliere regionale Carlo
Aveta, segretario campano de La Destra. “In linea
con il disegno di legge
all’ordine del giorno che
prevedeva il taglio del numero degli assessori
e dei consiglieri regionali – continua Aveta –
avevo presentato questo emendamento che limitava a dieci il numero massimo complessivo
delle commissioni consiliari. Il mio emendamento
era nato dalla considerazione che alcune commissioni speciali, di fatto 'monotematiche',
risultino essere degli inutili doppioni di commissioni permanenti, le cui funzioni ed attribuzioni
potrebbero sopperire al taglio previsto. In particolare da un attento esame dell’attività legislativa
si evince che la 'Commissione consiliare speciale
per la prevenzione del fenomeno del mobbing
“
sui luoghi di lavoro e di
ogni forma di discriminazione sociale, etnica e culturale' e la 'Commissione
consiliare speciale in tema
di politiche giovanili, disagio
sociale e occupazione' potrebbero essere accorpate
alla 'Commissione permanente Istruzione e Cultura,
Ricerca scientifica, Politiche
sociali' e - prosegue Aveta
- le competenze della
'Commissione consiliare
speciale per il controllo
sulle bonifiche ambientali
e sui siti di smaltimento rifiuti e ecomafie e riutilizzo
dei beni confiscati' potrebbero essere attribuite alla 'Commissione permanente Ambiente, Energia, Protezione Civile'
per quanto concerne la questione bonifiche
ambientali ed alla 'Commissione consiliare d'inchiesta Anticamorra, per la vigilanza e la difesa
contro la criminalità organizzata' per quanto riguarda le questioni relative ai beni sequestrati
alla criminalità organizzata. Alla luce della cosiddetta spending review che sta riguardando
vari aspetti dei centri di costo della Regione
Campania, è impensabile continuare a mantenere
in vita ben dodici commissioni consiliari".
Barbara Fruch
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Arte
11
Sabato 23 marzo 2013
Nel mese in cui ricorre la festa della Donna e latitano le istituzioni europee
Una ‘non sfilata’ a 5 anni dalla morte di Pippa Bacca
La crisi dell’occidente preconizzata dalla vicenda biografica dell’artista milanese,
scomparsa in Turchia il 31 marzo del 2008 durante una performance
di Davide Tedeschini
ilanoE’ da
poco passato
l’8marzo: sembra che a fronte
di questa realtà
piena di paradossi che invertono i nostri punti di riferimento e ci disorientano, ci
sia la necessità quotidiana di
ritrovare autorità e princìpi
non negoziabili per non perdere la gerarchia dei nostri
valori di ‘persone’. Cadiamo
(sembra ovvio a dirlo), nel
caos più totale quando ci si
comunica che un prete ha
molestato, violentato dei bambini, a lui paragonando il ‘premier’ che si intrattiene con la
minorenne, e quindi indagato
per induzione alla prostituzione: questi sono gli impegni
dei nostri tribunali. Al contempo giacciono nell’indifferenza piccoli e grandi conflitti nel mondo non ancora
sedati o la prostituzione delle
minori straniere sulle strade
suburbane; o ancora non desta preoccupazione la condizione o meglio, ‘l’assenza’
della donna nella ‘Primavera
Araba’ del Mediterraneo. Andiamo alla conta dei morti
per capire quando si tratta
di guerra o genocidio ma
nelle autostrade si consumano
vite in un numero paragonabile a quello della guerra dei
Balcani, mentre altri conflitti
vengono taciuti per motivi
‘strategici’. Valutazioni talmente complesse che alcuni arrivano ad avallare usanze che
in altre regioni del mondo
umiliano e violentano la donna. ‘Pensare’ che d’altronde
“…anche quella è ‘cultura’”
non è più solo responsabilità
del cosiddetto relativismo culturale ed etico, a causa del
quale le società occidentali
vivono oggi una sorta di eclissi di valori: è colpa nostra se
le differenti civiltà, culture e
costumi vengono messe sullo
stesso piano di valore, quando
non possono assolutamente
starci. Si arriva addirittura a
sostenere, ad esempio, che
pratiche come ‘l’infibulazione’
dovrebbero anche da noi essere giudicate legittime solo
perché corrispondenti a una
determinata mentalità diversa
dalla nostra. In queste concezioni non c’è solo l’insorgere di un pericoloso regresso ma anche un concreto pericolo politico, perché le nostre istituzioni latitano o danno
risposte equivoche, gradite
al popolo solo se si consumano in ‘reality’ adimensionati, spesso i cui protagonisti
sono già stati personaggi
pubblici, mai di fatto dentro
ma sempre al di sopra delle
‘masse’ per finire disciolti
nell’omogeneità incomprensibile della nostra comunità,
la Comunità Europea. Av-
M
viene per questo di conoscere solo a distanza di tempo
artisti nostrani, politici, pensatori (come l’artista Pippa
Bacca) perché lo Stato non
ha avuto previsione della imminente crisi economica e
culturale. Appena 15 anni fa
era bello vedere un’installazione d’Arte Povera o Concettuale a Roma (essendo ancora necessario produrre difformità nella conformità del
luogo), era lecito pensare che
un artista potesse fare Arte
con la stessa dignità di dedicarsi alla Scienza, viaggiare
da un Paese all’altro, dalla
Francia alla Germania gustando la diversità dei Paesi,
al contempo apprezzare opere d’arte africana, indiana,
turca nelle vie del centro città
o creare contatti non ‘virtuali’
con cittadini del mondo. Tutto
ciò è crollato forse dopo l’11
settembre 2001, anzi imploso
all’interno dei nostri confini
geografici e logici.
Così erroneamente si è continuato a credere nelle identità
dei ‘luoghi’ sperando in una
loro crescita dall’interno, con
una loro propria ‘maieutica’
piuttosto che calarvi grossi
progetti infrastrutturali, culturali, residenziali, economici…
per poi renderli soggetti alle
norme di un ‘fiscal compact’
che inevitabilmente disconosce tradizioni e usanze, deturpandone l’essenza. A nulla
è servita in questo senso la
‘rete’ virtuale, spesso un ‘fake’
dato in pasto ai ‘mass media’
e che viene utilizzato strumentalmente come i ‘titoli
tossici’ che fotografano il mondo, ad impedire che piccoli
diventino grandi: si pensi
all’’agriturismo’ piuttosto che
alla ‘fame’, al volo ‘low cost’
piuttosto che al ‘viaggio’, al
naufragio della nave da crociera, piuttosto che all’affondamento del peschereccio
con clandestini a bordo, il delitto nella società opulenta
piuttosto che in quella povera.
Succede a ‘luoghi’ come a
‘persone’ di non ‘esserci’ o
essere ‘rimossi’ e come ultima
ratio ricevere l’imposizione
della teoria secondo la quale
‘la democrazia non è esportabile’. Così anche la cultura,
l’arte, la civiltà producono i
loro martiri: in questo frastuono silenzioso ricorre tra poco
il 31 marzo, l’anniversario della morte dell’artista milanese
Pippa Bacca, morta durante
la performance itinerante
“Spose in Viaggio”, con cui
si proponeva di attraversare,
paesi europei e del medio
oriente vestendo un abito da
sposa, per promuovere la
pace e la fiducia nel prossimo,
sulla scia della nostra migliore
educazione civica, accademica e positivista. Al termine
dell’impresa l’artista avrebbe
usato i reperti etnici raccolti,
per lo più stoffe ricamate a
mano dalle donne locali, per
realizzare una mostra d’arte
e così proporsi nel panorama
dell’arte contemporanea col
progetto per un’Europa che
voleva essere ‘unita’ anche
culturalmente e socialmente,
non solo monetariamente. Per
ricordarla il 22 febbraio scorso
alle 14 a Milano, in Piazza
Duomo, una carovana di donne è partita dalla scalinata
centrale, con una “non sfilata”
a tappe attraverso alcuni punti
nevralgici del centro di Milano, vestite in abito da sposa
bianco. Il periodo scelto è
quello della Fashion Week
milanese, a ribadire una realtà
culturalmente diacronica e in
coincidenza con l’inaugurazione della mostra Natura
Donna Impresa Verso Expo
2015, presso lo Spazio Asti
(Qui si terrà la mostra-mercato di circa 30 designer
emergenti, tutte donne, accomunate da ricerche impegnate e orientate all’attualità,
dal critical fashion all’ecodesign).
Il viaggio di Pippa, la cui
meta era Gerusalemme, era
iniziato a Milano, l'8 marzo
2008, Festa della Donna, dopo
aver attraversato Slovenia,
Croazia, Bosnia e Bulgaria,
Pippa e una sua compagna
arrivarono in Turchia il 20
marzo; le due avrebbero poi
dovuto continuare attraverso
Siria, Libano, Giordania, Israele e Palestina, con arrivo a
destinazione per la metà di
aprile. Nel corso del viaggio,
però, dopo essersi separata
a Istanbul dalla sua amica,
con cui prevedeva di rincontrarsi dopo pochi giorni a
Beirut, il 31 marzo 2008 fu
uccisa a Gebze, da un uomo
che le aveva dato un passaggio.
A distanza di pochi anni ci
siamo resi conto che il progetto di Pippa Bacca era pieno di contenuti e verità che
fanno pensare che si sta sbagliando tutto, iperbole profetiche dell’attuale realtà economica e sociale che non trova via d’uscita se non con la
fine drammatica di una generazione. Alla ‘non sfilata’
tenutasi a Milano ogni ragazza
portava al petto una foto di
Pippa Bacca: per un giorno,
ciascuna di loro si è immedesimata in lei ed ha contribuito idealmente al suo viaggio. “Il viaggio è da sempre
un mezzo ed un fine, è una
scelta di vita o per alcuni
l’unico modo possibile di vivere, è la metafora della vita
stessa. Viaggiare con mezzi
poveri mette in relazione il
viaggiatore con la popolazione locale; viaggiare in autostop, fa sì che uno straniero
si metta nelle mani di altri
viaggiatori, ma ancora più
spesso dei locali o di chi
dello spostamento ha fatto il
suo mestiere. La scelta del
viaggio in autostop è una
scelta di fiducia negli altri
esseri umani, e l’uomo, come
un piccolo Dio premia chi ha
fede in lui”. (Cit. Pippa Bacca,
al secolo Giuseppina Pasqualino di Marineo - Milano, Italia;
9 dicembre 1974 – Gebze,
Turchia; 31 marzo 2008).
Nel tempo si sono moltiplicati
i contributi spontanei nei confronti dell’artista sui social network, ma le istituzioni e la
‘gente’ hanno scelto altre strade, quelle dello scontro generazionale e i suoi vaffa, gli
stereotipi espressi con una
certa banalità anche dalle più
alte cariche dello Stato, piuttosto che cedere la precedenza a donne fuori dal comune che hanno dato la ‘vita’
senza ricevere ancora nulla
in cambio, se non le solite
parole.
Cucina
12
Sabato 23 marzo 2013
La festività più ghiotta dell’anno si avvicina e i fornelli degli italiani sono già sul piede di guerra per sfornare le più squisite prelibatezze
Pasqua…dieta mia non ti conosco!
Dal Nord al Sud, passando per le isole, non c’è tavola che non verrà imbandita di pietanze alla riscoperta delle tradizioni territoriali
di Francesca Ceccarelli
gni regione ha una
propria tradizione
quando si parla di
festività: in particolare quandi ci si riferisce alla Pasqua. Soprattutto
sono i dolci di Pasqua i soggetti primari incriminati. Si
tratta di ricette tradizionali che
si tramandano di generazione
e generazione e che, grazie
al web, diventano sempre più
“social” e conosciute. Un tempo bisognava seguire, con
piacere indiscusso, l’opera di
nonne e madri per capire i
segreti della buona tavola,
oggi tutto è a portata di click.
O
In queste ore quindi si comincia a progettare quello
che sarà il menù in occasione
della Pasqua 2013 e svariate
sono le proposte e le idee all’insegna sempre della tradi-
zione. In Sicilia tra i dolci pasquali più buoni si ha la cassata
siciliana, la cuddura ccù l’ovu
e la pecorella di marzapane,
in Calabria invece i Cudduraci,
le Cuzzupe e le pitte con niepita, biscotti ripieni di marmellata di uva. Deliziose anche
le Pardulas della tradizione
sarda, cestini sottilissimi di pasta farciti con formaggio o di
ricotta di pecora e colorati da
un po’ di zafferano. I dolci più
buoni napoletani sono la pastiera e la pizza di crema e
amarene. La Treccia Pasquale
è un lievitato dolce con gocce
di cioccolato della tradizione
campana e laziale. A Roma si
gusta la pizza sbattuta accom-
pagnata dalle uova di cioccolato, la pizza di Pasqua di
Civitavecchia. In Abruzzo sono
molto amati i fiadoni, dei gusci
di frolla farciti con la ricotta e
il parmigiano. Deliziosa anche
la pizza di pasqua di Camerino delle Marche. In Puglia
si gustano la scarcella pasquale, i taralli pasquali e il
corrucolo. In Toscana c’è la
schiacciata pasquale, un pan
dolce aromatizzato perfetto
per la colazione. In Umbria
la tradizione impone il torcolo
pasquale e la ciaramicola di
Perugia. Da provare anche
la pinza triestina, il salame
dolce dell’Emilia, le titole del
Friuli Venezia Giulia, treccine
di pasta che racchiudono un
uovo rosso.
Fiadoni abruzzesi La pinza triestina
ngredienti: 600 gr di
farina, 100 gr di zucchero, 6 uova, 200 ml
di olio d’oliva. Per la
pasta: 200 ml di olio
d’oliva, 200 ml di latte, 1 bustina di lievito per dolci,
Sale,una noce di burro. Per
il ripieno: 700 gr di formaggio grattugiato, preferite
quello non troppo stagionato.
Scegliete almeno 3 tipi diversi di formaggio: di latte
vaccino, caprino e ovino.
Inoltre 7 uova, 2 bustine di
lievito per dolci e sale.
Preparazione: incominciate
dall’impasto mescolando in
una terrina la farina, il lievito, lo zucchero, un pizzico di sale, 5 uova, il latte e l’olio: se l’impasto lo
richiede aggiungete del latte e lavorate la pasta
fino a quando non sarà omogenea.Lasciate
quindi lievitare l’impasto per almeno un’ora e
nel frattempo preparate il ripieno mescolando
tutti gli ingredienti. Quando l’impasto è pronto,
mettetene da parte un terzo per la decorazione.
Stendete con un matterello la pasta e adagiatela
nella teglia precedentemente unta con il burro.
I
I
Cuzzupa calabrese
ngredienti: un chilo di farina, 250gr di burro, 4
uova, 1 bustina di lievito, 1 limone e un bicchiere di liquore dolce.
Preparazione: impastate la farina con lo zucchero, le uova, il burro sciolto, la buccia del limone, il liquore e il lievito. Lavorate a lungo ed
energicamente la pasta che deve essere soda ed
elastica. Dategli la forma che preferite, oppure
fate tante ciambelle o dei panetti lunghi una decina di centimetri e su ciascuno incastrate un
uovo crudo. Allineate le 'cuzzupe' sopra la placca
infarinata e cuocete in forno ben caldo per circa
40 minuti.
I
ngredienti: 50 gr. lievito di birra, 600 gr.
Farina, 75 gr. acqua
tiepida, 4 uova, 175 gr.
Zucchero, 5-6 gr. di sale,
1 fialetta di vaniglia, 2
tappi di rum "Creola", la
scorza grattugiata di un
limone e di un arancio
(biologici o non trattati),
60 gr. Burro. Gli ingredienti devono essere a
temperatura ambiente e
non freddi di frigorifero.
Ecco il procedimento: il
burro va fuso e naturalmente non deve essere
unito caldo all'impasto,
ma deve essere tiepido
(meglio se fuso a bagnomaria). Le uova che si mettono nell'impasto
sono 3 intere e 1 tuorlo (rosso), l'albume che
resta serve a spennellare la pinza prima di
metterla in forno. Un'altra cosa molto importante
é l'ambiente dove si lavorerà la pinza e dove la si
farà lievitare: deve essere caldo, perciò senza
giri d'aria. In un contenitore abbastanza grande
stemperare con l'acqua tiepida il lievito, un cucchiaio colmo di zucchero e uno di farina e lasciar
lievitare coperto da canovaccio fino a quando il
composto diventa come una spuma gonfia e
doppia in volume (ci vogliono circa 15-30 minuti,
dipende dal tempo atmosferico e dalla temperatura
dell'ambiente). Non ti preoccupare di eventuali
grumi di farina: quando l'impasto si gonfia praticamente scompaiono. Mescola delicatamente
ogni tanto con un cucchiaio di legno Quindi
unire le uova (mescolando ad ogni uovo), lo
zucchero, il sale, gli aromi e la scorza grattugiata
del limone e dell'arancia. Dopodiché aggiungi
la farina e mescola sempre nella terrina. Per
ultimo aggiungi poco alla volta il burro fuso
tiepido e mescola fino a incorporarlo. L’impasto
deve risultare duro damescolare, non cedere
alla tentazione di aggiungere acqua per ammor-
Fate in modo che la pasta abbia un diametro
maggiore rispetto a quello della teglia e che
quindi esca dai bordi di quest’ultima. Versate il
ripieno, arrotolate i bordi della pasta e, con quella
lasciata da parte precedentemente, create le
decorazioni che preferite. Usate il tuorlo dell’ultimo uovo che vi è rimasto per spennellare la
superficie del fiadone e poi praticate dei buchi
con una forchetta. Infornate a 180° per un’ora e
servitelo a tavola caldo o freddo.
bidirlo. A questo punto ti ritroverai nella terrina
un impasto piuttosto molle ma compatto. Rovescialo sulla tavola di legno infarinata e lavoralo
velocemente e per poco tempo (significa qualche
minuto). Ogni tanto, se si appiccica alle mani
metti un po' di farina, non troppa perché comunque l'impasto non deve risultare duro.
Rimetti l'impasto nella terrina e lascialo lievitare
in luogo caldo, coperto da un canovaccio, da
una a tre ore, dipende dalla temperatura, finché
si gonfia e raggiunge il doppio in volume. Rimetti
sulla tavola di legno e lo rimpasti velocemente.Se
si appiccica alle mani, metti un po' di farina,
ma solo poca. Rendilo tondeggiante e mettilo a
lievitare sulla carta forno o altro che poi metterai
direttamente in forno. Non mettere la pinza a
cuocere in una teglia con bordi alti, vanno
meglio le piastre. Falla lievitare al caldo e
coperta con un canovaccio per due – tre ore.
Non impastarla più. Prima di metterla in forno,
spennellala con il bianco d'uovo che avevi
messo da parte. Poi, con le forbici, fai dei profondi tagli a zig-zag partendo proprio dal bordo
formando la classica Y. Infornala a forno caldo
170° per 55-60 minuti.
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