Anno 1, Numero 1
Marzo 2013
IL DIVULGATORE ORTOFRUTTICOLO
La coltivazione in passato seguiva molto le
fasi lunari, sviluppando
delle regole che venivano tramandate oralmente dalle generazioni. La nostra conoscenza attuale, smentisce
l’influenza della luna
sulle colture, tuttavia si
ritiene utile riportare
qui di seguito le operazioni da eseguire per
giardino, orto e frutteto
nelle fasi di luna del
mese di Marzo.
radicchio da taglio, spinacio e valerianella.
Nel frutteto ultimare le
potature di produzione
e di allevamento su
actinidia,
drupacee,
piccoli frutti, rosacee e
vite. Innestare drupacee, melo e pero. Inoltre è possibile pulire il
terreno e effettuare la
distribuzione del letame.
protetta
fagiolino
e
fagiolo nano. Trapiantare all’aperto piante
aromatiche, bietole da
orto, carota, pisello,
prezzemolo e ravanello.
Nel frutteto è possibile
provvedere ai nuovi
impianti di actinidia,
castagno,
drupacee,
fico, nocciolo, olivo,
piccoli frutti, rosaceee
viti. E’ inoltre possibile
riprodurre tramite pol-
SAPORI DI VALLE
CAMONICA
COMUNITA’ MONTANA DI VALLE CAMONICA
LUNA CALANTE
Nel giardino ultimare
gli interventi di potatura su alberi e arbusti a
foglia caduca e sulla
rosa. Inoltre sistemare
il terreno per la messa
a dimora di nuove
piantine e zappettare il
sottochioma di alberi,
arbusti e rosai. Se necessario effettuare il
rinvaso delle piante da
interno.
Nell’orto si può iniziare
a preparare il terreno
per le semine e i trapianti. In semenzaio, in
coltura protetta è possibile seminare indivia
riccia, sedano, cavolo
cappuccio, cipolla e
lattuga a cappuccio. Si
possono
trapiantare
all’aperto bietole da
costa, cipolla, lattuga,
Fasi della luna.
LUNA CRESCENTE
Nel giardino è possibile
mettere a dimora piante ornamentali rustiche, alberi e arbusti a
foglia caduca, rampicanti perenni, bulbose
a fioritura estiva e nuove piante di rosa. In
questo periodo è possibile riprodurre tutte le
specie in ripresa vegetativa per margotta,
propaggine e talea.
Nell’orto
seminare
Sommario:
è possibile
in
coltura
lone o divisione dei
cespi lampone e rovo.
Attenzione: spesso l’andamento meteorologico è molto variabile e
possono verificarsi improvvisi ritorni di freddo, in questo caso rinviare semine e trapianti.
BIBLIOGRAFIA
CONSIGLIATI
E
Calendario lunare / Giunti
Demetra, 2009
Notizie di rilievo:
MELE A POLPA ROSSA
2
LA TICCHIOLATURA DEL
MELO
2
KIWI: PREVENZIONE E DIFESA DALLA BATTERIOSI
3
3
ORTICOLTURA: POMODORO
DA MENSA
4
INCONTRI A.P.A.V. MARZO
4
TESTI
• LA TICCHIOLATURA DEL MELO
• POTATURA DEL MIRTILLO
• KIWI: PREVENZIONE E DIFESA
DALLA BATTERIOSI
• ORTICOLTURA: POMODORO DA
MENSA
Mele a polpa rossa
Le mele a polpa rossa stanno sudelle cellule e possono impartire
scitando grande interesse nell’inuna pigmentazione rossa, blu o
dustria melicola visto che rappreviola a frutti, fiori e foglie. Il consentano un prodotto nuovo, pratitenuto di antocianine in varietà a
camente sconosciuto fino ad oggi
polpa rossa può oltrepassare 1
per il consumo fresco su larga
mg/g di peso fresco. Al momento
scala. L’idea di creare varietà a
si sta costituendo un insieme di
polpa rossa risale agli anni
‘30. Fin dall’antichità sono presenti genotipi di Malus che
contengono pigmenti colorati
non solo nella buccia, ma anche in altri tessuti del frutto,
basti pensare, per esempio, ai
Diverse varietà di melo a polpa rossa
meli da fiore che sovente presentano questa caratteristica.
(www.italiafruit.net)
Quasi tutte le accessioni a polpa rossa sono riconducibili gepartner commerciali per gestire i
neticamente all’antenato Niedzwetzkyana, una forma presurisultati del programma specifico
per la tipologia a polpa rossa che
mibilmente naturale di Malus Sieprende il nome di IFORED. In Euversii originaria dell’Asia Centrale.
ropa è già presente una serie di
L’unica eccezione è l’accessione
ibridi commercializzati con un
denominata Pink Pearl con buccia
solo marchio, ovvero Redlove. Le
gialla e polpa rossa. I pigmenti
cultivar di questa serie sono anresponsabili della colorazione rosche resistenti alla ticchiolatura. In
sa sono le antocianine, apparteItalia sono presenti 2 mele a polnenti alla famiglia dei flavonoidi.
pa rossa, Red Passion e Pelino; la
Queste si accumulano nei vacuoli
prima rappresenta una serie di 4
varietà promosse dall’Università
della Tuscia, l’altra è stata ritrovata casualmente nei dintorni di
Urbino e la domanda di brevetto
è in atto. Entrambe non risultano
tuttora inserite nella rete di valutazione varietale italiana che
afferisce
al progetto MipaafRegioni “Liste varietali”. Il Centro di Sperimentazione Agraria
di Laimburg ha eseguito delle
prove sensoriali su varietà a
polpa rossa, dove il sapore è
risultato sempre prevalentemente acidulo, in alcuni campioni si sono notati aromi particolari che richiamano i piccoli
frutti o il limone.
BIBLIOGRAFIA E TESTI CONSIGLIATI
Rivista di frutticoltura e di ortofloricoltura / Ed agricole, anno LXXIV, numero 12
Dicembre 2012. Articolo: “Mele a polpa
rossa da consumo fresco. Ci sarà un futuro?” a cura di Walter Guerra, Centro di
Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg, Bolzano.
La ticchiolatura del melo
In caso di forti attacchi di ticchiolatura
a fine stagione, risulta importante ridurre l’incoculo presente nel frutteto.
Per tale scopo è possibile utilizzare
urea in autunno, subito prima della
caduta delle foglie, con un dosaggio di
5 kg/hl.
L’efficacia può essere interessante
ma è importante che, dopo il trattamento le temperature si mantengano miti al fine di favorire l’attività microbica del terreno. I trattamenti effettuati direttamente sul
terreno, dopo la caduta delle foglie, non hanno la stessa efficacia.
Agisce con diverse modalità:
•
Azione tossica diretta sulle
macchie di ticchiolatura
•
Aumento del contenuto di azoto nelle foglie; ciò deprime la
formazione degli pseudoteci in
pianta e riduce la crescita saprofitica del fungo, durante la
Pagina 2
BIBLIOGRAFIA E TESTI CONSIGLIATI
stagione autunnale, sul fogliame caduto a terra
•
Attivazione di una più rapida
degradazione delle foglie
Natura e Agricoltura—produzione
integrata attraverso la conoscenza
delle principali malattie fungine del
melo e della vite / a cura di Luisa
Mattedi, Mauro Varner.
SAPORI DI VALL E CAMONICA
Kiwi: prevenzione e difesa dalla batteriosi
L’Italia è da alcuni anni la prima
produttrice a livello mondiale di
kiwi. Le cultivar maggiormente
coltivate sono: Actinidia deliciosa
(polpa verde), Actinidia Chinensis
(polpa gialla) e Actinidia Arguta
(frutti piccoli). Recentemente si
sono evidenziati numerosi problemi causati dal batterio Pseudomonas syringae pv. Actinidiae
che ha causato un forte arresto
degli impianti e addirittura una
perdita rispetto al 2011 di 600 ha
in tutta Italia. I sintomi sono visibili come cancri sui tralci e sul
tronco, con la produzione di un
essudato di colore variabile dal
bianco opaco al rosso scuro,
spesso circondate da un alone di
colore giallo. Sui fiori e sui boccioli provoca spesso degli imbrunimenti di color nocciola e conseguente cascola. Il batterio si diffonde rapidamente ed è favorito
da temperature miti in autunno e
in primavera, oltre che da un’umidità relativa elevata. Il primo
metodo preventivo è la disinfezio-
ne costante e continua degli strumenti usati per la potatura, oltre
alla bruciature del legno derivato.
La difesa chimica è difficile e si
basa sull’utilizzo di sali di rame la
cui somministrazione deve effettuarsi durante il riposo vegetati-
Tipico essudato dovuto a Pseudomonas
syringae pv. Actinidiae
vo, oppure in vegetazione con un
massimo di 3 interventi e il limite
di 6 kg/ha di rame metallo. E’
opportuno ricordare che in vegetazione possono essere impiegati
solo alcuni dei formulati autorizzati nel periodo autunno-
invernale, per i quali è stata concessa un’autorizzazione eccezionale temporanea. I prodotti fitosanitari autorizzati utilizzabili in
vegetazione sono: Airone Più,
Bordoflow Sector, Cobre Nordox
Super 75 WG, Cuprocaffaro Micro, Curex, Grifon Più, Iperion,
Poltiglia Bordolese Disperss, Poltiglia Disperss e Selecta Disperss.
Fra i formulati omologati contro
Pseudomonas ne va ricordato uno
di origine biologica a base del
batterio antagonista Bacillus amyloliquefaciens subsp. Plantarum
consigliato per applicazioni negli
stadi fenologici di gemme rigonfie
e fioritura.
BIBLIOGRAFIA E TESTI CONSIGLIATI
Rivista di frutticoltura e di ortofloricoltura, anno LXXIV supplemento al
n°9 del 2012. Articolo: “Prevenzione e
difesa del kiwi dalla batteriosi da
Psa” / Maria Lodovica Gullino, Agostino Brunelli
Potatura del mirtillo
La forma di allevamento più consona è rappresentata dal cespuglio libero, che non necessita di
sostegni, formato da 5-6 branche
produttive accanto a 1-2 polloni
di rinnovo. Va da subito sottolineato che i tagli drastici squilibrano
le piante accentuandone la spinta
vegetativa; mentre l’assenza di
potature, soprattutto in piante di
4 e più anni, fa invecchiare precocemente le branche, che non si
rivestono adeguatamente di brindilli produttivi. Nel primo anno è
fondamentale asportare tutti i
fiori, per permettere alla pianta di
completare la costruzione di una
corretta parte aerea. Negli anni
successivi (1-3), gli interventi di
Anno 1 , Numero 1
potatura saranno più veloci e
consisteranno nell’apertura della
pianta, eliminando le branche ed i
Potatura del mirtillo. Www.giardini.biz
di 5-6 branche, provvedendo ogni
anno ad eliminarne 1-2 di vecchie
ed a sostituirle con un paio di
polloni vigorosi di 1-2 anni. La
produzione di qualità migliore è
quella portata dai brindilli vigorosi, lunghi almeno 15 cm, inseriti
su legno di 2 anni; quelli più corti
di 5-10 cm andranno asportati
come quelli troppo bassi, che con
il peso della produzione andrebbero vicini al terreno e quindi a
marcire.
BIBLIOGRAFIA E TESTI CONSIGLIATI
polloni che crescono nella parte
centrale, e nell’asportazione dei
polloni basali in soprannumero. Si
opererà per costituire una pianta
La coltivazione dei piccoli frutti in
Trentino / a cura di Claudio Agnolin,
Istituto Agrario di San Michele all’Adige (2007).
Pagina 3
Orticoltura– Pomodoro da mensa
COMUNITA’ MONTANA
DI VALLE CAMONICA
SERVIZIO AGRICOLTURA
Piazza Tassara, 3
25043 - Breno (Bs)
Tel: 0364/324011
Fax: 0364/22544
Posta elettronica:
[email protected]
www.cmvallecamonica.bs.it
www.saporidivallecamonica.it
www.assoapav.it
Il pomodoro appartiene alla famiglia delle
Solanacee,
è
una
pianta erbacea perennante, a portamento
arbustivo,
coltivata
come annuale che per
le selezioni subite ha
assunto un portamento eretto. La temperatura ottimale di sviluppo si attesta intorno ai 20-25°C di giorno mentre di notte è
compresa tra i 15 e i
19°C.
L’avvicendamento colturale non
deve
prevedere
la
successione con altre
Solanacee e per garantire buoni risultati
produttivi si deve evitare di effettuare la
coltivazione del pomodoro sullo stesso terreno per 4-5 cicli vegetativi, specialmente
se si utilizzano piante
non dotate di resistenza alle malattie.
La coltivazione deve
prevedere una lavorazione del terreno con
distribuzione di almeno 5 kg/m2 di letame
maturo. E’ possibile
anche utilizzare 2 kg/
m2 di concime organico pronto in sostituzione del letame. Nelle nostre latitudini è
possibile effettuare il
trapianto nel mese di
giugno per avere la
raccolta
all’incirca
verso
agostosettembre a seconda
della varietà. Le distanze
d’impianto
consigliate sono pari a
30-40 cm sulla fila e
90-120 cm tra le file.
Lo sviluppo della pianta può essere :
Indeterminato:
quando il fusto principale è più sviluppato
dei fusti secondari e la
distanza degli interno-
di supera i 10-15 cm.
La pianta può raggiungere i 6 metri.
Semideterminato:
quando la taglia è più
ridotta, gli internodi
corti (medi di 10-15
cm) e le piante possono essere allevate a
più fusti.
Determinato: quando le piante arrestano
il loro sviluppo vegetativo, quando la crescita del fusto è interrotta dalla differenziazione di un’infiorescenza
terminale.
Possono raggiungere
un’altezza di 2 metri.
BIBLIOGRAFIA
CONSIGLIATI
E
TESTI
Orticoltura specializzata / a cura di Luciano
Trentini e Giorgio Sitta,
Gruppo
Calderini
Edagricole ,2001
INCONTRI A.P.A.V. MARZO 2013
GIOVEDI’ 28 MARZO 2013 ORE
20:30 PRESSO SALA B.I.M. A
BRENO
LA COLTIVAZIONE DELL’ULIVO
RELATORE: DR. PAOLO ZANI
SABATO 30 MARZO 2013 ORE
14:00 A ERBANNO, LOCALITA’
BUDRIO
LEZIONE PRATICA DI POTATURA
DELL’ULIVO
RELATORE: DR. PAOLO ZANI
LUNEDI’ 8 APRILE 2013 ORE
20:30 PRESSO SALA B.I.M.
LA COLTIVAZIONE DEL MELO
RELATORE: DR. AGR. JUN.
MARCO CICCI
A PARTIRE DA MARZO RIPRENDERA’ IL SERVIZIO DI SEGRETERIA TELEFONICA AL NUMERO: 0364-324077, DOVE SARANNO CONSIGLIATI I TRATTAMENTI PER MELO, VITE E
PICCOLI FRUTTI.
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BOLLETTINO CMVC 1° NUMERO - Sapori di Valle Camonica