[1r°] Discorsi su di Gesù Sacramentato fatti
in S. Croce nel giovedì1
(Discorso 1)
Preparazione. En ipse stat post parietes nostrum, respiciens per
fenestras, prospiciens per cancellos. Cantic. 2, 9. Se S. Giambattista saltò
alla presenza del Verbo Incarnato chiuso ancora nel seno di sua madre;
come devono 2 i nostri cuori saltare per la gioia alla presenza di Gesù
Sacramentato nascosto dietro la povertà, cioè, sotto quegli accidenti ecc. 3 ?
Si mio Gesù io vi vedo, sebbene gli occhi del corpo non vi veggono, i sensi
non v’arrivano, la mente non lo capisce; la fede però mel’insegna, e perché
voi stesso 4 l’avete rivelato, io lo credo più certamente di quello, che […] 5
vi vedesse cogli occhi del corpo. Voi state 6 su quest’altare come state in
Cielo perciò io unisco le mie adorazioni con quelle che danno gli Angeli,
che stanno attorno a quest’altare. [1v°] Si gloriava Mosè dell’assistenza, e
protezione di Dio verso il suo popolo Ebreo, dicendo: Nec est alia natio
tam grandis, quae habeat deos adpropinquantes sibi, sicut Deus noster
adest cunctis obsecrationibus nostris. Deut. 4, 7. Il nostro Dio risedendo
nel tabernacolo vicino a noi ci protegge da nostri nemici, esaudisce le
nostre preghiere, ci dà gli aiuti opportuni, ci consola. Ma qual’era questo
tabernacolo, questo luogo dove risiedeva la Maestà di Dio? Era l’Arca,
dove v’erano le due tavole della Legge, ed un vaso di manna ch’era figura
di Gesù Sagramento. Or quanta 7 maggior ragione abbiamo noi di gloriarci
avendo si vicino a noi il nostro Dio fatt’uomo nei nostri altari, in mezzo a
noi, e comunicandoci dentro di noi? Sì ne abbiamo motivo
incomparabilmente maggiore. E se in quella figura del SS. Sacramento Dio
proteggeva, soccorreva e consolava gli Ebrei, quanto più lo fa nel figurato!
Ah! consoliamoci pure 8 . E’ vero che nella presente vita siamo combattuti
da potentissimi nemici, siamo bisognosi di tutti i doni siamo afflitti da
innumerabili mali. Ma di nulla abbiamo motivo 9 da temere; anzi dobbiamo
1
APSC 3. 1; (PI. I. I. P. 1) Discorsi su di Gesù Sacramentato fatti in S. Croce nel
giovedì, (3 discorsi) pp. 30,3 nn. bb., cm 21x15,5. A piè della p. 1 è scritto con
grafia diversa: Fascicolo 1° Pagine 30.
2
segue parola cancellata
3
il Beato inserisce molto spesso gli ecc… nei suoi scritti per rendere fluente il discorso
e agevolare la lettura senza appesantirla, li ho eliminati
4
parola appena leggibile per la carta strappata
5
segue parola inintelligibile per la carta strappata
6
parola ricorretta
7
scrive quanto ricorretto in quanta
8
segue Gesù cancellato
9
motivo sopra il rigo
gongolar per la gioia: Perché nel SS. Sacramento abbiamo Gesù, come Dio,
e come uomo, come sta alla destra del Padre; qual Re potentissimo, che ci
fa vincere tutti i nostri nemici; come Padre provvido 10 , che ci soccorre in
tutti i nostri bisogni; come deliziosissima 11 Manna Celeste, che ci consola.
Tre efficacissimi motivi a farci trionfare, arricchire, godere. [2r°] La nostra
vita è una continua guerra: Militia est vita hominis super terram 12 col
Demonio, mondo, e carne. I Demonj 13 essendo stati scacciati dal Cielo si
per l’odio contro Dio, che li castiga e o; come per l’invidia contro gli
uomini creati per occupare quei luoghi, che gli 14 infelici hanno perduto 15 ,
pieni di rabbia e di furore si scagliono contro di noi vive immagini di Dio;
per far dispetto al Creatore, contro del quale non posso altrimenti
vendicarsi; ci fanno continua guerra ogni giorno, ogni ora, in ogni tempo,
in ogni luogo. Adversarius vester tamquam leo rugiens circuit qaerens
quem devoret 16 ed o quanti ne divora! Non est nobis colluctatio adversus
carnem et sanguinem, sed adversus principes, et potestates tenebrarum.
Eph. 6, 12.
Il mondo con gli scandali, colle vanità, coll’amore delle ricchezze,
degli onori, colle persecuzioni ci combatte: odit vos mundus 17 si descriva
la Babilonia, cioè quella donna dell’Apocalisse. Chi può dire, quanti son
vinti dal mondo ingannatore? Appena s’arriva all’uso di ragione, che si
perde l’innocenza per gli scandali. Guai a questi tali: vae homini illi, per
quem scandalum venit 18 .
[2v°] La carne non è minor nostro nemico: Spiritus concupiscit
adversus carnem, et caro adversus Spiritus19 , sentio aliam legem in
membris meis repugnantem legi mentis meae 20 . Questa è la ribellione; che
ci ha meritato il peccato. O come ci combattono le passioni dell’ira,
dell’odio, dell’avarizia, della superbia abstractus et ilectus, deinde
concupiscentia cum conceperit 21 fuerit; parit peccatum. Jacob. 1, 14. O
quanti ne precipitano nell’inferno; l’invidia precipitò Caino, l’avarizia
Giuda.
Ma contro tutti questi fortissimi, ed innumerevoli nemici abbiamo
Gesù Cristo, che avendo affogato nel mar rosso del sangue suo l’ostinato
infernal Faraone, e sconfitto il superbo tartareo Filisteo, ci ha meritato la
10
scrive provede ricorretto in provvido
deliziosissima sopra il rigo
12
Gb. 7: 1.
13
scrive Il ricorretto in I
14
segue A cancellata
15
scrive perduti ricorretto in perduto
16
1Pt. 5: 8.
17
Gv. 15: 19.
18
Mt. 18: 7.
19
Gal. 5: 17.
20
Rm. 7: 23.
21
concepta erroneamente nel testo
11
2
grazia di vincerlo ancora noi. Ed avendolo con noi nel Santissimo
Sacramento ci conferma Parasti in cospectu meo mensam adversus eos qui
tribulant me 22 . E San Giovanni Crisostomo Hom. 61 ad Pop. Antioch.:
Tanquam leones ignem spirantes ab illa mensa recedamus, facti diabolo
terribiles 23 ; da forza a vincere il mondo, disprezzando tutte le vanità, [3r°]
e tutti i vilissimi beni di esso, e facendo conto solo degli eterni beni, perciò
sta scritto: qui manducat 24 hunc panem, vivet in aeternum 25 . S. Catarina da
Siena solo con questo cibo celeste si manteneva alle volte dal primo giorno
di quaresima sino all’Ascensione del Signore, come dice la S. Chiesa
perciò gli Antichi Cristiani prima del martirio si fortificavano con questo
Sacramento.
Ci da forza contro la carne. Il Profeta Zaccaria dopo d’aver descritte
le gloriose battaglie degli Apostoli, e dei Santi sopra i demonj, domanda,
qual è la sorgente di tanto valore? Quid enim bonum ejus est, et quid
pulchrum ejus, nisi 26 frumentum electorum et vinum germinans virgins? 9,
17. Sì la Sorgente è la Santa Eucaristia è figurato da quel pane cotto da
cenere, che rovesciò i padiglioni dei nemici, quando Gedeone riportò
vittoria contro i nemici. Judic. 7, 17. Ester ottenne da Assuero nel convito
la liberazione del suo popolo e la morte del nemico, cosi noi 27 . Che dirò poi
dei mali, da cui ci libera, dei beni, dei quali ci colma, ognuno isperimenta
la ferita dell’ignoranza la debolezza della volontà a far il bene, che noi
esiliati figli di Eva abbiamo ereditato. Si può qui spiegare l’abbondanza
dei beni, ed esenzione dei mali dello stato dell’innocenza, e la perdita
per lo peccato. Ma a tutti questi bisogni ci provvede Gesù Sacramentato
Venite ad me, qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos 28 Si proprio
filio suo non pepercit, sed pro nobis 29 omnibus tradidit illum, quomodo non
etiam cum illo omnia nobis donavit 30 ? Se ci da tutto sé 31 come non darà
ancora i suoi beni? E se stando visibile in questo mondo fa ancora
benefizj 32 a [3v°] tutti quegli che a lui ricorreano, pertransiit
beneficiando 33 , perché non la farà ancora a noi? O come illumina le nostre
22
Sl. 22: 5.
segue E’ figurato da quel pane cotto sotto la cenere; che rovesciò il padiglione quando
Gedeone riportò vittoria contr… depennato: Homilia 61, ad Populus
Antiochenus, in PL 8, col. 314.
24
segue humano depennato
25
Gv. 6: 58.
26
segue vinum depennato
27
cfr. Est. 7.
28
Mt. 11: 28.
29
seguono illum, dedit donavit depennato
30
Rm. 8: 32.
31
cioè: se ci da tutto se stesso
32
aggiunge a piè pagina: sensus, et cogitatio hominus prona sunt ad malum ab
adolescentia suam. Gen. 8, 21; 34 erroneamente nel testo
33
At. 10: 38.
23
3
menti, Egli, che illumina omnem hominem venientem in hunc mundum 34 ;
come infiamma i nostri cuori, Egli che dice: ignem veni mittere in terram,
et quid volo, si 35 accendatur 36 ; o come accoglie i peccatori, gli da le dovute
disposizioni, e gli perdona; venit peccatores salvos facere 37 ! Si portino
esempi di Santi illuminati.
Finalmente Egli è nostra manna, omne dulcetamentum in se habens.
Qual differenza in Gesù Sacramento, e Gesù che sta alla destra del Padre?
E’ l’istessimo si spieghi. Or se gli Angeli ed i Santi perché svelatamente
vedendolo lo amano, si uniscono a Lui, ed in Lui trasformandosi lo godono,
e perciò sono Beati; così noi partecipiamo di quei godimenti Celesti,
mentre gioiamo vicini a Gesù e comunicandoci ci uniamo, e ci 38 facciamo
una cosa sola con Lui, in Lui ci mutiamo sed te mutaberis in me 39 ; come
disse S. Agostino. Dum huius cenemur, efficimur unum Christi corpus, et
una caro, non tantum propter caritatem, sed reipsa in illa miscemur carne:
hoc namque pro escam efficitur, quam largitus [4r°] Deliciae meae esse
cum filiis hominum 40 . Ut, dices San Lorenzo Giustiniani 41 suas deliciae
nobis communicet: Pacem meam do vobis. Joan. 14, 22. Est nobis; come
dice San Giovanni Crisostomo. Fructus ejus dulcis gutturi meo. Cant. 2, 3.
Deus totius consolationis 2 Corinti 1, 3.
Se la manna 42 , ch’era figura di questo celeste pane, conteneva in se
ogni sapore, ogni diletto, che non conterrà il figurato? Se 43 hic est filius
meus dilectus, in quo mihi bene conplacui44 , come non farci di noi i martiri
nuovi 45 ? Adunque dice S. Agostino: quid aliud cupis, quid aliud tibi
sufficit, si Deus non sufficit 46 ? Comede in laetitia panem tuum: et bibe cum
gaudio vinum tuu. Eccl. 9, 7. O come lo sperimentano quelle anime che
non 47 cercando gli agli, e le cipolle di Egitto 48 , totalmente purificate e
vuote di se stesse si cibano di questa manna di Paradiso! Lo dicono tanti
Santi: Un San Filippo Neri: Una Teresa di Gesù, una Maria Maddalena de
Pazzi, un S. Pasquale ecc… O Beati noi! Abbiamo qui in terra un Paradiso
34
Gv. 1: 9.
nisi ut erroneamente nel testo
36
Lc. 12: 49.
37
1Tm. 1: 15.
38
ci sopra il rigo
39
Liber Confessionum VII, 10, in PL 32, col. 742.
40
Pr. 8: 31.
41
Laurentii Iustiniani, Opera Omnia, (auctoris vita in principio praemissa), per Octavam
Feria 5ª De Sanctissimo Sacramento (Corpus Domini) Venetiis, 1606, p. 304.
42
segue e cancellata
43
segue Egli è colui depennato
44
Mt. 3: 17.
45
segue X. I
46
Sermones de Scripturis, cap. IX, in PL 38, col. 867.
47
segue parola cancellata
48
Eggitto nel testo
35
4
con noi! Così disse una volta Gesù Cristo ad una verginella, che l’amava di
cuore: Sposa mia tu sei il Paradiso mio, ed io sono il Paradiso tuo. Si
epiloghi. Pax Dei, quae exsuperat omnen sensum. Philip. 4, 7. Gustate et
vedite. Psalm. 33, 9. S. Catarina, e S. Teresa nel comunicarsi provavano
dolcezze di Paradiso obstupescite caeli 49 Ma oimè! che veggo? che miro?
Tante anime ferite, e vinte da demonj: spogliate dall’immenso tesoro della
grazia; strascinate dalla corrotta Babilonia: schiave delle proprie passioni:
prive di lumi, non conoscono Dio, non fanno conto 50 della loro sublime
dignità, non [4v°] prezzano l’eterno premio, non temono l’inferno, si danno
in preda a vizi; stimano soltanto il temporale, senza amore di Dio, povere,
bisognose, anche quando; miserie 51 , tribulazioni, incantesimi, superstizioni,
mestizia, timori, angustie, malinconie, fra i fedeli, fra quegli che hanno tra
di loro il Dio fatto uomo; l’Onnipotente, Re, il Padre amantissimo, Padrone
e fonte di tutti i beni, la Delizia degli Angeli. Che vuol dire 52 questa
mostruosità 53 ? Chi lo può capire, come vada? La maggior parte di costoro
non visitano Gesù Sacramentato? Non si accostano ancora almeno una
volta l’anno alla S. Comunione? Dunque perché? Quare non est obducta
cicatrix filiae populi mei? Numquid resina non est in Galaad? Aut medicus
non est ibi? Jer. 8, 22. Non vi meravigliate perché non portano le dovute
disposizioni. Vengono nelle chiese 54 : ma da dove? Come? Domandate a
quell’uomo: donde vieni? Vi risponde dalla casa, dove ha rissato colla
moglie, e figli dicendo imprecazioni, bestemmie, parole disoneste;
quell’altro: dal gioco 55 , dove ha perduto, ha vinto 56 , a quel giovane; dalla
conversazione dove ha avuto pensieri dissoluti; discorsi, e così dissipati
senza volontà risoluta di emendarsi compariscono innanzi al SS.
Sacramento: come pretendono aver [5r°] aiuto? Domandate a quella donna
donde vieni: vi risponde dalla casa, dalla strada, dalle mormorazioni, dallo
specchio per farsi mirare, per guardar or questi or quelli in chiesa: E’
possibile, che riceveranno Grazie, mentre 57 provocano a sdegno il Signore:
Poveri 58 Cristiani di tale vita! Guai a loro. Ne dovranno piangere
eternamente perché non hanno conosciuto il tempo, in cui l’ha visitato
Gesù Cristo.
Ma come dobbiamo accostarci? E che sò dirvi io 59 cieco peccatore?
Gesù mio imparatelo voi. Egli ci da 60 per norma il Vangelo: leggiamo quivi
49
Provavano dolcezze di Paradiso obstupescite caeli sopra il rigo; Ger. 2: 12.
segue di att.. depennato
51
segue povertà cancellata
52
segue che depennato
53
mostruossità nel testo
54
segue parola cancellata
55
dato cancellato e giuogo nel testo
56
segue parola cancellata
57
segue solo depennato
58
segue parola cancellata
59
segue cioè depennato
50
5
gli esempi di coloro, che da Lui 61 hanno riportato i favori: Senti fratello: ti
vedi macchiato di peccati, fa come il pubblicano, il figliuol prodigo, il
cieco, il lebbroso 62 ,il ferito. Senti buona donna: ti vedi tormentata da quel
diavolo, piena di febbri 63 spirituali, macchiata di peccati, fa come la
Cananea, la suocera di S. Pietro, come la Maddalena. O come restereste
sanate, santificate, consolate e quanto più accostandovi alla Comunione?
Senti buon uomo: prima di accostarti alla S. Messa fa come Zaccheo,
dopo di esserti apparecchiato con una buona confessione, e cogli atti, dopo
aver riparato al male passato, restituendo 64 la roba, stima, deponendo odio,
eccita [5v°] la S. Fede, ed ardente desiderio e si darà a te. Hodie domui huic
facta est salus65 . Accostati o donna come l’emorroissa e ti sarà detto, donna
la tua fede ti ha sanato. Dopo aver ricevuto Gesù Cristo, fa o uomo come S.
Pietro conoscendo 66 che Egli è il vero figlio di Dio digli: Signore 67 non son
degno io peccatore tenervi dentro la casa dell’Anima mia, partiti 68 vi vorrei
dire; ma di me che ne sarà, se voi ve ne 69 andate? Verba eternae vitae
habes 70 piangi ai piedi suoi, abbraccialo, ringrazialo, pregalo offerisci tutto
te, e prometti da vero. Senti o donna: di a Gesù; veni et vide 71 : portalo per i
cantoni della tua anima: vedi la mente piena di tanti pensieri inutili, e vani,
la lingua, il cuore; sanate o medico. Digli colle lagrime agli occhi 72 , come
la Regina Ester 73 Assuero, Sposo mio, Re mio, Salvatore mio, salvami la
vita mia, i nemici pessimi macchinano 74 di darmi la morte eterna. Esther.
7, 3 – 4. O come meglio di Assuero ti libererà 75 ! Non ti partire più da Gesù
come la Maddalena.
Buon per chi lo praticherà: beato lui! Sarà esaudito, aiutato,
fortificato, salvato qui manducat hunc panem vivet in aeternum 76 . Questo è
la Torre di Davide da cui pendono mille scudi, è l’albero della vita, è il
pane di Elia.
60
segue il depennato
segue ne depennato
62
lebroso nel testo
63
febri nel testo
64
ristituendo nel testo
65
Lc. 19: 9.
66
cognoscendo nel testo
67
segue parl depennato
68
cioè: allontanati, segue ti cancellato
69
v’ne nel testo
70
Gv. 6: 69.
71
Gv. 1: 46; 11: 34.
72
occhi due volte nel testo
73
Estera nel testo
74
machinano nel testo
75
segue B depennata
76
Gv. 6: 59.
61
6
[6r°] Via su non ci perdiamo tempo: da quell’altare dice Gesù: si
quis sitit veniat ad me 77 dunque ai suoi piedi, esponga ognuno i suoi
bisogni. Prima cercagli perdono, ricordati quante ce ne 78 hai fatte. Non
temere, che non ti caccia: chi mai Egli ha cacciato. Egli è di Misericordia
infinita: cacciò forse la Maddalena? No! Dunque allarga il cuore: Egli è
Padre; e può un padre non intenerirsi vedendo una figlia, un figlio, che
piange, che gli cerca perdono? No! E come lo farà Gesù tuo Padre?
Ricordati del figliuol prodigo. Sì ti perdona se tu piangi davvero: Scindite
corda vestra 79 . Ma bisogna mutar vita: che dici vuoi offender più 80 ? Si
impius egerit penitentiam ab omnibus peccatis suis, et custodierit omnia
praecepta mea, vita vivet 81 . Prometti, risolvi… si: ma vieni al particolare…
Da oggi innanzi chi ha da esser l’aiuto tuo, la ricchezza, il tesoro, la Delizia
tua, Ah solo Gesù, digli dunque: Gesù tesoro mio, Paradiso. Cercagli
infine la Benedizione: Ma ho gran timore, che vi fosse alcuno… Beati qui
vocati sunt ad coenam Agni. Apocal. 19, 9 82 .
77
Gv. 7: 37.
c’ne nel testo
79
Gl. 2: 13.
80
segue si depennato
81
Ez. 18: 21.
82
Apocal. 10, 9. erroneamente nel testo
78
7
[6v°]
[7r°] (Discorso 2)
Dovendo Gesù Cristo partirsi da questo 83 mondo al Padre; volle
lasciarci in terra il più grande pegno del suo amore verso il genere umano.
Ante diem festum Paschae sciens Jesus quia venit hora eius, ut transeat
ex 84 mundo ad Patrem, cum dilexisset suos qui erant in mundo, in finem
dilexit eos. Joan. 13, 1. Perché istituendo il SS. Sacramento dell’Altare,
lasciò tutto se stesso sotto le specie del pane, e di vino. E qual dono
maggiore di questo ci potea egli dare? Al certo nol potea, nol aveva, nol
sapeva; come ognuno ben lo vede. Or se un amico spesso si ricorda di un
prezioso regalo avuto dall’amico, nel tempo della sua partenza molto più lo
dobbiamo fare noi, e con modo speciale nei giorni di Giovedì, in cui ci
lasciò questo dono. Perciò ricordiamoci oggi di questo immenso amore che
ci mostrò Gesù. Ma quanto è il suo amore questo si conosce dall’opera, e
dagli affetti. Probatio dilectionis exhibitio est operis. Quanto più grande è
il dono, quanto più per uno patisce per far tal dono, e con quanto più
piacere ed ardente desiderio lo fa, tanto più grande è l’amore. Or chi 85 può
capire quanto grande è il dono [7v°] che ci fa Gesù Cristo, chi spiegare,
quanto soffra, chi immaginare, con quanto desiderio? Beati noi, se ne
capissimo un poco! Aiutiamoci.
E’ di fede, che nell’ostia Consacrata v’è tutto Gesù col Padre, e collo
Spirito Santo. Si spieghi come per virtù delle parole v’è il corpo, e come
per concomitanza v’è il Sangue e Anima. Hoc est corpus meum; hic est
sanguis meus. Matth. 26. v. 26 86 e 28. Accipites et comedite: hoc est corpus
meum: Hic est enim sanguis, bibite ex hoc omnes 87 . Caro mea vere est
cibus, et sanguis meus vere est potus. Joan. 6, 56 88 . Niente restando 89 della
sostanza di pane.
Dunque il corpo del Signore essendo il più perfetto, contiene in se
formalmente tutte le perfezioni del corpo; ed essendo la sua Anima lo
Spirito più nobile, e perfetto per natura e 90 grazia, contiene in se tutte le
perfezioni delle creature spirituali, che sono gli Angeli, e le Anime degli
uomini, la Sua Divinità tutto se Quomodo non etiam cum illo omnia nobis
donavit 91 ? Quibus datur hoc Sacramentum, etiam Pater cum Spiritu Sancto
se totum ad fruendum exhibet 92 cosi dice S. Tommaso. Se dunque tutto
83
segue m.do depennato
de erroneamente nel testo
85
segue chi depennato
86
29 erroneamente nel testo
87
Mt. 26: 27. segue Joan 26 depennato
88
55 erroneamente nel testo, segue parola cancellata
89
segue del pane depennato
90
segue p depennata
91
Rm. 8: 32.
92
segue T depennata. Opuscula Omnia, opusculum LXIII, c. 2.
84
8
questo da a noi 93 , avea 94 un dono maggiore? Questo è infinito. Sapeva darci
di più? Onde dice S. Agostino: Deus [8r°]cum esset divos, amplius dare
non habuit; cum esset sapiens, amplius dare nescivit, cum esset
omnipotens, amplius dare non potuit 95 . Onde dice il Concilio Tridentino:
Salvator hoc Sacramentum instituit, in quo divitias sui amoris erga
homines velut effudit 96 . Qual pariglia renderemo a Gesù? Egli Dio infinito
da tutto sé a noi. E che daremo a Lui. Ci vorrebbero vite infinite, cuori
infiniti, eppure chi l’crederebbe? Ne pure questo cuore si limitato gli
diamo.
Ma vediamo che soffre per darci tale dono. Quanto più si abbassa
una persona nobile, tanto più grande è l’umiliazione. Che direste, se un Re
si vestisse di sacco per favorire? E che diremo noi vedendo Gesù vestito di
vili accidenti di pane? Se egli come dice S. Paolo ad Philip. 2, 7. exinanivit
semet ipsum formam servi accipiens: quanto più pigliando forma di pane, e
facendosi cibo? Pigliando forma di vino, e facendosi nostra bevanda? Onde
S. Agostino: exinanivit semet ipsum, ut panem Angelorum manducaret
homo 97 . E S. Francesco esclama: O superna Dei dignatio, sic se humiliat
Filuis Dei, ut sub modica panis formula se abscondat 98 ! Per farsi una cosa
con noi vivissimi vermi. Qui manducat meam carnem, et bibit meum
sanguinem in me [8v°] manet, et ego in eo. Jaon. 6, 55. In che palazzo, in
che trono risiede? In luogo tanto stretto quanto è una custodia, dentro una
pisside, in una particola, in un frammento appena visibile. O stupenda
bontà di Dio! Quello che non può capire 99 il Cielo, né i cieli dei Cieli, si
restringe, si impiccolisce tanto? Cosi si nasconde? Sì tutto questo fa per
noi, affinché noi ci accostassimo. Altrimenti se si facesse vedere tale, qual
Egli è; quis accedere attentaret 100 ? S. Tommaso a Kempis.
Come si abbassa ad essere portato quando, e dove vogliono nelle
case. Viene, ed ubbidisce alle voci anche di un indegno sacerdote: si
soggetta a tanti insulti, ingiurie degli eretici, a tanti 101 cuori immondi, a
tanti Giuda: e questo perché? Per amore di quell’anima buona. Aque multae
non poterunt extinguere charitatem, neque flumina obruent illam 102 . Il
torbido torrente di tutte le ingratitudini 103 .
93
segue per depennato
segue più depennato
95
II ad Corinthios, VI, in PL 34, col. 1009.
96
Sessione XIII, cap. II, De ratione istitutionis Santissimi Sacramenti, p. 159.
97
De Libero arbitrio, in PL 32, col. 1286.
98
Opuscula Sancti Francisci, in Biblioteca Francescana Ascetica Medii Aevi 1,
Collegium San Bonaventurae, ed. Quaracchi, 1949. p. 360.
99
cioè quello che non può contenere
100
andabit erroneamente nel testo: De imitatione Christi, liber IV, c. I, p. 210.
101
segue parola cancellata
102
Ct. 8: 7.
103
A piè pagina aggiunge: Finalmente son […] Anzi (di) quanto piacere, e desiderio ci
da tal dono? depennato
94
9
[9r°] Anzi con piacere, con ardente desiderio ci dà questo dono.
Desiderio desideravi hoc pascha manducare vobiscum 104 : come se avesse
detto fra sé: Io già devo partirmi da questo mondo, ma non mi da il cuore di
lasciar soli qui in terra le mie care Anime, chi le consolerà? Se vogliono
conversare, le creature più tosto le amareggiano. Voglio restarmi con esse
per conversare, saziarle, ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad
consummationem saeculi 105 , Venite ad me omnes, qui laboratis106 ; Accipite
et manducate. Ed affinché tutti si inducono a cibarsi di sé promette: Qui
manducat meam carnem, et bibit meum sanguinem habet vitam aeternam,
et ego resuscitabo eum in novissimo die 107 Minaccia: Nisi manducaveritis
carnem Filii hominis, et biberitis eius sanguinem, non habebitis vitam in
vobis 108 . Che direste voi, se un amico vi invitasse a tavola, e per farvi
venire vi promettesse regali assai preziosi, e se non veniste vi minacciasse
la sua collera? Voi direste che ha un gran piacere di vedervi a sua tavola.
Or che dobbiamo dire di Gesù? Caro mea vere est cibus 109 . Oh amore!
Aveva ragione S. Maria Maddalena de Pazzi di suonare le campane, e
d’invitare tutti dicendo: Amate l’Amore, l’Amore non è amato; e poi dire a
chi incontrava: Tu come vivi ferita dall’amore? O Amore incomprensibile
per lo dono infinito, per quello che soffre, pel desiderio. Se dunque sì gran
dono ci da a noi Gesù che dobbiamo dare noi a Lui? Se avessimo mille, ed
infinite dovremmo dargli. E poi si dona il cuore al demonio!
[9v°] Se tanto si abbassa e soffre, noi come sopportiamo, ci
umiliamo per lui? Anzi gli accresciamo le ingiurie: con tante immondizie,
irriverenze, cicalecci, anche innanzi a lui quante volte è ricevuto
sacrilegamente, ovvero da un cuore imbrattato da macchie di peccati
veniali.
Se tanto desidera starsene con noi, come desideriamo conversare con
Lui? Anzi ci attardiamo. Piuttosto ci spassiamo cogli uomini 110 in discorsi
vani, nel giuoco, anche colle bestie e per star con Lui non si trova tempo.
Dovremmo sempre stare dinnanzi a Lui. E che faremmo? Dite. Che farebbe
un viandante assetato in giorno d’estate 111 vicino ad una fontana di limpida
e fredda acqua? Che farebbe un affamato avanti ad una tavola di diverse
saporite vivande? Egli ci invita con tanto desiderio: Accipite et manducate
hoc est corpus meum. Comedite amici et inebriamini carissimi. Cantic. 5,
1. E pare ci chiama il mondo, per ingannarci, subito corriamo all’invito
della carne, che ci affascina coi suoi gusti, siamo pronti all’invito del
104
Lc. 22: 15.
Mt. 28: 20.
106
Mt. 11: 28.
107
Gv. 6: 54.
108
Gv. 6: 53.
109
Gv. 6: 56.
110
parola ricorretta
111
d’està nel testo
105
10
demonio, che ci vuol far cadere nei suoi lacci, ubbidiamo; ed a Cristo che
ci invita, lo disprezziamo, facciamo i sordi 112 , ovvero diciamo cogli Ebrei:
Nausiat anima nostra super cibo isto levissimo 113 . Questo è il nostro pane
quotidiano 114 dato a noi in questo viaggio. Dove sono gli Antichi Cristiani,
che ogni giorno si comunicavano? Chi porta la scusa che ha che fare?
Leggi l’istruzione del Vescovo di Soissons Domenica V e nona post
Pentecoste 115 .
[10r°] Ma Padre, i confessori perché non ce la danno ripigliano altri?
E voi come vivete? Bisogna vivere in tal maniera che ognuno si possa
accostarsi. Come desidera la S. Chiesa che in ogni Messa i Cristiani si
comunichino. Ma che? Si ama il vizio, il peccato, la robba… O
ingratitudine! O Pazzia! O Stupore! Che diranno gli Angeli? Quegli sono
gli uomini che hanno intelletto o no? Sono in senno o sciocchi? Come Iddio
sì grande, tanto gran dono 116 tanto soffre per darglielo, tanto lo desidera, e
gli uomini niente lo stimano, lo disprezzano, se ne abbusano, anzi
l’offendono? Poveri tali Cristiani! Si avvererà in loro, che non habebitis
vitam in vobis; e peneranno. O che tormento sarà pensando all’abuso di un
tanto dono! O come lo piangono ora tanti cristiani dannati. O quanto
pagherebbero, e se ne potessero servire, godere? Ma non è più tempo per
loro. Ahi che facciamo noi? Serviamocene, apriamo gli occhi a tempo.
Eccolo su quell’altare, in trono di Misericordia che ci invita al perdono, ad
esaudirci 117 .
XI° O quantae ibi deliciae, quantus order, qualia verba, quam
vehemens amor, quam casti amplexus gustanti, lingua deficit, humanus
sopitur sensus ad investigandum. San Lorenzo Giustiniano118 . Factus est in
corde meo quasi ignis exaestuans claususque in ossbus mei, et defeci, ferre
non sustinens. Jerem. 20, 9. S. Monica comunicandosi per la dolcezza ed
amore non si poteva contenere esclamando: Cor meum, et caro mea
exultaverunt in Deum vivum 119 .
112
facciami i sordo nel testo
Nm. 21: 5.
114
segue parola cancellata
115
leggi l’istru.ne del Vescovo di Soisons Dom. V e nona post Pentec. nel testo: FitzJames Vescovo di Soissons, Istruzioni per le Domeniche e feste dell’anno,
stampate nell’italiana favella sotto gli auspici dell’Illustriss. e Reverendiss.
Monsignor Giovanni Lercari, Arcivescovo di Genova, Genova, 1781, 2 voll. in
4.
116
grand’dono nel testo
117
segue una linea fatta a penna
118
Laurentii Iustiniani, Opera Omnia, (auctoris vita in principio praemissa), per
Octavam Feria 5ª De Sanctissimo Sacramento (Corpus Domini) Venetiis, 1606,
p. 311.
119
Sl. 83: 3.
113
11
[10v°]
[11r°] (Discorso 3)
Nessuna cosa tiene tanto sollecito l’uomo, quanto… Nescit homo,
utrum odio, an amore dignus sit 120 . Onde anche i Santi 121 tremavano. Un
Santo (forse Andrea Avellino) diceva a coloro, con cui s’incontrava: misero
ero! che ne dite? Nihil mihi conscius, sum sed non in hoc justificatus
sum 122 . Ma sebbene non sappiamo di certo, se ci salveremo però abbiamo
alcuni segni, per quelli possiamo moralmente 123 sperare, che saremo salvi.
Or fra tutti il più certo, e sicuro, che sia possibile è l’essere conformi a
Gesù Cristo. Quos praescivit et praedestinavit conformes fieri imagini filii
sui 124 . E per arrivar a questa somiglianza Gesù ci ha dato un mezzo
facilissimo comunicandosi a noi nel SS. Sacramento. Perché uno dei più
principali effetti di tal Sacramento è unirci a Gesù, incorporarci a Gesù,
vestirci di Gesù, e vivere della vita di Gesù. Da ciò nasce che qui manducat
meam carnem, et bibet meum sanguinem, habet vitam aeternam et ego
resuscitabo eum in novissimo die 125 . O sublime unione! O immagine
gloriosa! O Beata vita! Diamo oggi un’occhiata a ciò.
[11v°] Per salvarci è necessario, che noi siamo uniti a Gesù. Ego sum
vitis, vos palmites 126 . Chi sta unito con Lui dopo aver fatto 127 frutti di opere
buone, di vita eterna, si unirà eternamente con Dio nel Cielo. Ma chi no,
sarà gittato come il tralcio separato dalla vita, nel fuoco eterno.
Non possiamo noi piacere agli occhi di Dio Padre, se non ci vede in
Gesù, che è l’oggetto delle sue compiacenze. Altrimenti 128 siamo oggetti di
odio.
Dobbiamo di più essere immagini di Gesù. Egli è il capo dei
predestinati, e chi è predestinato alla Gloria deve essere conforme a Gesù.
Quos praescivit 129 . Induite novum hominem. Eph. 4, 24 130 . Induimini
Dominum 131 Jesum Christum. Rom. 13, 14. Dobbiamo vivere a Gesù. E
della vita di Gesù. Ut et qui vivunt iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis
mortuus est et resurrexit. 2Cor. 5, 15 132 .
120
Qo. 9: 1.
segue p depennata
122
1Cor. 4: 4.
123
moralmente sopra il rigo
124
Rm. 8: 29.
125
Gv. 6: 55.
126
Gv. 15: 5.
127
fatti nel testo
128
Altrimente nel testo
129
Rm. 8: 29.
130
Induimini […] Eph. 4, 15 erroneamente nel testo
131
segue nostrum depennato
132
Eph. 4, 2. erroneamente nel testo
121
12
Se in cielo l’Anima trasformandosi in Dio, sembra un altro Dio per
partecipazione, perciò ha comune, per così dire, la medesima vita divina;
deve perciò nello stato di via menare una vita divina, per ciò ottenere.
Sicché chi vuol salvarsi, deve esser unito a Gesù, esser un’immagine
viva di Gesù, vivere a Gesù, con Gesù della vita di Gesù, per amore di
Gesù. Tutto questo supera la forza naturale. Ma non vi sgomentate. E’
pronto il mezzo facilissimo: comunicandoci noi ci incorporiamo con Gesù.
[12r°] Qui manducat meam carnem et bibit meum sanguinem, in me manet,
et ego in illo 133 . Caro mea vere est cibus, et sanguis meus vere est potus.
Joan. 6, 56 134 . Dunque, siccome il cibo talmente si unisce 135 a noi, che
diventa nostra carne, così noi mangiando le carni di Gesù, diventiamo una
cosa con Gesù. Egli allora forma con chi si comunica un solo, ed unico
corpo, un solo, e medesimo Spirito, un’anima sola, un sol cuore, insomma
una cosa medesima Cibus sum grandium, cresce, et manducabis me, nec tu
me mutabis in te, sicut cibus carnis suae, sed tu mutaberis in me. Così disse
il Signore a S. Agostino: Lib. 7 136 , Conf. c. 10. Dunque chi si comunica, si
unisce con Gesù 137 diventa una cosa con Gesù. Perciò è com’un altro Gesù,
vive dell’istesso Spirito di Gesù.
Sicut 138 misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem, et qui
manducat me, et ipse vivet propter me. Joan. 6, 58 139 . Cioè, siccome il
Padre, che mi ha mandato, è il primo 140 fonte dell’essere e della vita, ed io
vivo della vita ricevuta dal Padre; così ancora chi mangerà me, viverà della
vita, che riceverà da me. Di quella vita, io dico, eterna, soprannaturale, e
Divina, che Dio ha per sua propria natura, e Cristo come Uomo per
l’unione ipostatica con la Divinità. Mi spiego più chiaramente. L’eterno
Padre generando ab eterno il suo Verbo, gli comunica la propria sua vita:
col mandarlo nel mondo per mezzo dell’Incarnazione, ed unendolo alla
carne, ed al sangue, comunica la stessa vita divina alla Sacralissima
Umanità di Gesù Cristo, e quindi il fedele ricevendo nella S. Comunione la
carne ed il sangue dello stesso Cristo, viene [12v°] fatto partecipe della sua
Divina natura, della sua vita, dei suoi sentimenti, delle sue inclinazioni, e
vive unicamente in Gesù, e per amore di Gesù. Sicchè con tutta la verità
può far eco all’Apostolo Paolo: Vivo ego, jam non ego vivit vero in me
Christus. Gal. 2. 20 141 . Così s’avvera: qui Spiritu Dei aguntur, hii Filii sunt
133
Gv. 6: 57.
Joan. 6, 36. erroneamente nel testo
135
segue colla nostra depennato
136
10 erroneamente nel testo: in PL 32, col. 732.
137
si unisce con Gesù sopra il rigo
138
segue parola cancellata
139
segue G depennata
140
primo sopra il rigo
141
Gal. 2. 2. erroneamente nel testo
134
13
Dei 142 . O Grandezza del Cristiano! O unione ineffabile! Qual onor più
grande? Qual sorte più felice? Qual dignità più onorevole? Qual vita più
beata? Vengono qua quei cristiani, che tuttora van dicendo: sono di carne,
sono debole, sono fragile. Come? Ti sei una volta incorporato con Gesù.
Ah! Che sono sempre troppo frivolo. E’ necessario, che tu viva vita Divina.
Sii un altro Gesù. Dopo comunicato tu pensi, come Gesù, ami.
Sicché Gesù sia il principio di tutti i pensieri, Gesù muova lo spirito
143
tuo , Gesù animi l’anima tua, siccome l’anima anima il corpo tuo. Sicché
chiunque vede te, veda un altro Gesù, sente te.
Ma oimè! Che veggo? o che mostruosità! Tanti cristiani si
comunicano ma in che modo dimostrano tale unione? Dov’è l’immagine di
Gesù? Dove la vita di Gesù? Li veggo uniti col Demonio, col mondo, colla
carne. Tutti opposti a Gesù: nel parlare, nel pensare, nell’operare. Qual vita
ha menata Gesù. Dove nasce? Come vive? Come e dove muore? Che cosa
cerca in tutta la sua vita, se non l’onore, a Gloria del suo eterno Padre?
Ama la povertà, la croce, fugge gli onori.
[13r°] Tutto soffre cerca la salute dell’Anima. Ahimè! Ed i cristiani
quanti dissimili sono! Dopo comunicati si veggono di nuovo nelle
pericolose compagnie, dir bestemmie, mormorazioni, parole, canzoni
disoneste, bugie, ingiurie, etc… Quali sono i pensieri? Di odio, d’invidia
etc… Quali gli affetti? Alle ricchezze, agli onori, al piacere? Quali le
opere? I furti, le usure, le ingiustizie. Che cercano? Non la gloria di Dio,
ma ciò. Ah poveri loro! Chi darà due fontane di lagrime per piangere la
loro disavventura? Ora non la conoscono, ma ben la 144 vedranno, quando
compariranno avanti a Gesù che già non in trono di grazia, come ora
nell’Eucaristia, ma di Giudice giustissimo. Allora, allora si gli farà vedere.
Gli rinfaccerà: Anima cristiana ti ricordi quante volte ti sei unito,
incorporato con me nella S. Comunione? Quando tu dovevi menare una
vita simile alla mia? Praticare le virtù che ho praticate io: Sai 145 la mia
carità verso Dio, ed il prossimo, dov’è la tua? Vedi la mia purità, dov’è la
tua? La mia pazienza, povertà, distacco, umiltà, mansuetudine, uniformità,
osservanza della Legge, dov’è la tua? O che confusione! O qual crepacuore
per quell’avaro 146 , vedendo Gesù povero? Qual confusione per quella
donna vana, per quel delicato vedendo Gesù [13v°] coronato di spine.
Allora essi stessi si conosceranno rei, da sé, non conoscendo in essi la
necessaria immagine di Gesù, si condanneranno, e saranno maledetti.
Questo accade a tanti cristiani. Questo a tanti è avvenuto, ed avverrà. Ad a
me? Ed a voi? Se ci troveremo immagini di Gesù? Beati noi! Ci partiremo
da questo mondo, ma troveremo il nostro Prototipo, il nostro Modello, che
142
Rm. 8: 14.
segue siccome depennato
144
segue parola cancellata
145
scrive Vedi depennato corretto con sai
146
segue p depennata
143
14
mirando in noi la sua unione, il suo ritratto, la sua vita, ci accoglierà come
la sua medesima Persona, ed inviterà a godere tutto sé con tutti i suoi
infiniti beni, contenti. Tutto il mio, dirà, è tuo. O felicità! O gioia che
sentiva allora il cuore di un tal cristiano! E perché ora non ci abbracciamo,
ci stringiamo, ci uniformiamo, viviamo con Gesù? Ma come faremo?
Procuriamo prima di santificare l’anima con una buona confessione e
accostiamoci alla S. Comunione colle dovute disposizioni, ardiamo di
desiderio di unirci con Lui; pensando chi è Gesù.
Mettiamoci tutti nella mani sue, diciamo: vivo ego jam, non ego
etc… Beati noi se faremo così; ma se no guai a noi! Ah! Per lo passato
come ci 147 siamo comunicati? Ne abbiamo ricavato tal frutto? Oimè
quanto 148 abbiamo mancato! Dolore! Ai piedi suoi. Motivi di dolore. Nella
S. Comunione ti sei unito con Gesù, e poi l’hai lasciato, e ti sei unito col
[…] 149 nemico: Ah! Infedele traditore! E perché per un vil piacere. Me
dereliquerunt fontem a quem vivae 150 . Si può lagnare Gesù. Ah! Piangi sta
sera 151 . Mira te stesso: [14r°] sei immagine di Gesù: ci osservi l’umiltà, la
mansuetudine, la pazienza? O quanto dissimile! E che aspetti? Di
comparire al suo trono di Giustizia? Allora non v’ò misericordia; ora sta su
quell’altare in trono di grazia: piangi, e ti perdona. Guarda la vita tua! Per
chi finora s’è spesa? Forse solo per Gloria di Dio, come Gesù? Mira tante
ore, tante settimane, mesi, tanti momenti, l’hai passate in cose contrarie alla
Legge di Dio, o almeno in cose inutili, e vane. O che confusione. Detesta
sta sera. Cerca perdono. Orsù da ora innanzi che risolvi? Vuoi vivere unito
a Gesù? Conforme a Gesù? Della vita di Gesù? E prometti sta sera. Gesù
mio etc…
147
ci sopra il rigo
segue parola cancellata
149
segue parola inintelligibile per la carta strappata
150
Ger. 2: 13.
151
segue parola cancellata
148
15
[14v°] Sulla piena confidenza di Gesù
Sacramentato
Dopo che dal Re Salomone fu dedicato il Tempio di Gerusalemme,
Iddio di notte apparendogli, dichiarò che sarebbe quel luogo casa di
orazione e stanza sua propria 152 dove sarebbero gli occhi suoi aperti 153 , ed
intente le sue orecchie all’orazione di chiunque ivi l’avrebbe invocato.
Apparuit ei Dominus nocte et ait…elegi locum istum mihi in domum
sacrificii…oculi mei erunt aperti et aures meae erectae ad orationem ejus,
qui in loco isto oraverit. 2 Paralip. c. 7 vv. 12, 15. Non già perché non
stesse in altro luogo esser pregato, mentre ci fa sentire per l’Apostolo Paolo
1 Tim. 2, 8. volo viros orare in omni loco, ma perché si avea eletto quel
Tempio per luogo ed esercitare più liberamente la preghiere del suo
Popolo. Lo stesso ancora accade a noi: sebbene Gesù Cristo in quanto
Dio 154 sta a noi presente in ogni luogo, e da per tutto ascolta le nostre
suppliche; pur tuttavia nel SS. Sacramento dell’Altare, dove risiede come
Dio, e come uomo per riscuotere maggior tributo di ossequi, e di
adorazioni, è ancora più pronto ad esaudire le nostre orazioni, ed in tutte le
nostre necessità darci opportuno sollievo: perciò il nostro cuore deve
giubilare, ed allargarsi per la confidenza di ricevere da un Dio
Sacramentato ogni bene, come ci promette pel Profeta Isaia cap. 12, v. 6.
Exulta et lauda abitatio Sion: quia magnus in medio tui Sanctus Israel. Il
nostro Emmanuele [15r°] il nostro Dio con noi si dimostra grande in mezzo
alla sua Chiesa 155 nel SS. Sacramento, per le Grazie, delle quali egli la
ricolma, per la sapienza, con cui la governa, per la potenza con cui la
sostiene, ed in tutto ci consola. Quanto più puoi, godi e giubila o adunanza
dei Fedeli, perché Iddio potente, glorioso, eccelso, è a te perpetuamente
presente, a te intimamente unito, continuamente diffondente 156 i suoi doni
sopra di te, in maniera di gran lunga più 157 che alla Sinagoga 158 .
Sino a quando dunque sarete sopraffatti da inutili timori uomini di
poca fede? Sino a quando o cuori pusillanimi 159 resterete alle vostre
diffidenti angustiati? Sino a quando Anime deboli 160 sarete macerate alle
vostre afflizioni. Non avete ragioni, motivi di 161 temere, non di
152
segue dove depennato
aperti sopra il rigo
154
Dio sopra il rigo
155
segue in depennato
156
parola ricorretta
157
segue parola tronca ...bile per la carta strappata
158
segue Dunque non per depennato
159
pussillanimi nel testo
160
segue rester cancellata
161
segue parola cancellata
153
16
angustiarvi 162 , non di diffidare. Ma avete ogni motivo di incoraggiarvi, di
godere, di confidare. Perché abbiamo in mezzo a noi insieme con noi il
nostro potentissimo, sapientissimo, misericordiosissimo Emmanuele, Iddio
con noi, il nostro Salvatore nel SS. Sacramento dell’Altare. Ascoltate come
Dio ci 163 parla per bocca del Profeta Isaia: cap. 12, v. 6 Exulta et lauda
abitatio Sion: quia magnus in medio tui Sanctus Israel. Quanto potete
giubilare, cantate inni di lode 164 , o Anime fedeli: perché Iddio potente,
glorioso, eccelso è a sé perpetuamente presente, si dimostra grande 165 in
mezzo alla sua […] 166 nel SS. Sacramento per le grazie, di cui
continuamente la ricolma, per la Sapienza, con cui la governa, per la
potenza con cui la sostiene. Egli in questo divin Sacramento vi sta come
fontana aperta per diffondere ogni sorta di beni sopra tutti coloro, che li
desiderano, [15v°] che vi accorrono, che gli domandano. Se vogliamo in
tutti i bisogni spirituali, e temporali aiuto opportuno, sollievo, patrocinio,
consolazione, dobbiamo ricorrere a Gesù Sacramentato con piena
confidenza 167 di ricevere da Lui ogni sorta di grazie. Perché egli qui
esaudisce tutti 1° egualmente fa grazie, 2° prontamente; 3°
abbondantemente 168 .
Affinché si sgombri una volta dal vostro cuore la dannosissima
diffidenza, e si radichi profondamente la salutevole confidenza a Gesù che
come Dio, ed Uomo 169 risiede nel SS. Sacramento 170 giorno, e notte sino
alla fine del mondo; permettetemi prima che io vi faccia questa domanda:
Credete voi, che quell’ostia consacrata riposta in quella sfera sul
baldacchino è l’istesso Gesù Cristo, vero Dio, e vero Uomo, che nacque
dalla SS. Vergine nella grotta di Betlemme, il quale diede la vista ai
ciechi 171 , mondò i lebbrosi 172 , sanò paralitici, guarì ogni sorta di ammalati,
risuscitò morti, scacciò demoni dagli ossessi, accolse e perdonò a peccatori,
a peccatrici, e tutti gli afflitti, cha a Lui ricorrevano, consolava? Lo
credete? Padre sì! Così c’insegna la fede, lo crediamo perché Gesù Cristo
stesso, verità infallibile, che non può ingannare, neppure ingannato con la
sua propria bocca ce l’ha rivelato, ce ne ha assicurato: Hoc est corpus
meum 173 : quel pane, che tenea nelle sue mani colla sua Onnipotenza lo
mutò nel suo corpo, al quale per concomitanza deve star unito il suo
162
segue difidare
segue parola cancellata
164
cantate inni di lode sopra il rigo
165
si dimo grande nel testo, aggiunge grande
166
la carta è strappata
167
segue parola cancellata
168
segue Attenti ecc..
169
segue parola cancellata
170
segue notte depennato
171
segue mondò quei depennato
172
leprosi nel testo
173
Mt. 26: 26.
163
17
sangue, la sua Anima, la sua stessa Persona Divina, onde niente restandovi
della sostanza di pane se non che i soli accidenti, cioè il colore, sapore,
odore 174 , e figura di pane; si deve per fede credere, e star certissimi 175 ,
che 176 l’Ostia consacrata è [16r°] veramente, realmente, sostanzialmente
l’istesso Gesù Cristo, che operò tanti miracoli. Avete risposto bene.
Ma avete udito mai, che Gesù Cristo avesse ributtato alcuno che 177
fece ricorso a Lui? Padre no! Non si legge mai nel Vangelo, che alcuno non
fosse da esso consolato. Sempre pronto, sempre affabile, benigno,
liberalissimo con tutti si mostrava: pertransiit benefaciendo 178 . Ricorre un
lebbroso: Domine si vis pote me mundare: e Gesù prontamente: volo
mundare 179 . Ricorrono dieci altri lebbrosi: levaverunt vocem: Jesu
praeceptor, miserére nostri; e Gesù: Ite, ostendite 180 sacerdotibus 181 : e
restarono subito mondati. Ricorre il centurione pel suo servo paralitico: e
Gesù: veniam et curabo eum 182 . Ricorre la Cananea e Gesù: fiat tibi, sicut
vis 183 . Ricorre la Maddalena: Remittuntur tibi peccata 184 , vade in pace 185 .
Se dunque è lo stesso Gesù Cristo, che nessuno rimandò 186
sconsolato, ma sempre tutti esaudì; è con noi nel Sacramento, si può mai
dubitare, che faccia l’istesso con noi: si è forse mutata la sua Potenza,
Sapienza, o Bontà? Jesus Christus heri et hodie; ipse et in saécula; ad
Hebreos 13, v.8. Egli è eterno, immutabile, sempre egualmente potente,
liberale 187 . [16v°] Siccome Egli è venuto, affinché tutti abbiano la vita, e
siano nell’abbondanza, abbiano la vita eterna, e con essa ogni sorta di beni,
e tutte le delizie della casa di Dio. Ego veni ut vitam habeant et
habundatius habeant. Joan 10, v. 10; Venit Filius hominis quaerere et
salvum facere quod perierat 188 ; Pertransiit benefaciendo et sanando omnes
oppressos a Diabolo. Act. 10 v. 38. Finì la sua carriera facendo del bene, e
sanando tutti coloro ch’erano oppressi dal Diavolo.
174
segue quantità depennato
parola ricorretta
176
segue parola cancellata
177
segue a Lui depennato
178
At. 10: 38.
179
Mt. 8: 2.
180
ostenditi erroneamente nel testo
181
Lc. 17: 13 – 14.
182
Mt. 8: 7.
183
Mt. 15: 28.
184
erroneamente aggiunge tua
185
Lc. 7: 48.
186
remando nel testo
187
segue Gesù non solamente depennato
188
Lc. 19: 10.
175
18
Egli stando in tal Sacramento, altro fine non ha che di fare grazie 189 ,
il suo impiego è di fare grazie ardentemente, desidera di fare grazie,
dunque confidenza!
Non solo fa tutte le grazie, ma le fa prontamente: ricorre il lebbroso:
si vis pote me mundare, e Gesù prontamente: volo mundare 190 , non solo
prontamente, ma ancora largamente, più di quello che gli si domandava:
Ricorre il capo della Sinagoga per la figlia sua morta, e Gesù va in sua
casa, la risuscita e 191 gli diede la grazia, che si convertì lui e tutta la sua
famiglia.
Esaudiva anche quelli che per altri pregavano, come il Centurione
pel suo servo paralitico, la Cananea per la sua figlia. Se dunque è l’istesso
Gesù Cristo, dobbiamo pienamente confidare ch’egli, nascosto in questo
SS. Sacramento, ci esaudirà in tutte le nostre necessità prontamente,
liberamente, e per noi e per gli altri ancora. E molto più dobbiamo
confidare, perché Egli stesso si pressamente si offre. Stabat Jesus et
clamabat dicens: Si quis sitit veniat ad me et bibat. Joan, 7. 37. Lo stesso
ripete dall’altare.
189
segue parola cancellata
Mt. 8: 2.
191
segue p depennata
190
19
Scarica

[1r°] Discorsi su di Gesù Sacramentato fatti in S. Croce