[1r°] Discorsi su di Gesù Sacramentato fatti in S. Croce nel giovedì1 (Discorso 1) Preparazione. En ipse stat post parietes nostrum, respiciens per fenestras, prospiciens per cancellos. Cantic. 2, 9. Se S. Giambattista saltò alla presenza del Verbo Incarnato chiuso ancora nel seno di sua madre; come devono 2 i nostri cuori saltare per la gioia alla presenza di Gesù Sacramentato nascosto dietro la povertà, cioè, sotto quegli accidenti ecc. 3 ? Si mio Gesù io vi vedo, sebbene gli occhi del corpo non vi veggono, i sensi non v’arrivano, la mente non lo capisce; la fede però mel’insegna, e perché voi stesso 4 l’avete rivelato, io lo credo più certamente di quello, che […] 5 vi vedesse cogli occhi del corpo. Voi state 6 su quest’altare come state in Cielo perciò io unisco le mie adorazioni con quelle che danno gli Angeli, che stanno attorno a quest’altare. [1v°] Si gloriava Mosè dell’assistenza, e protezione di Dio verso il suo popolo Ebreo, dicendo: Nec est alia natio tam grandis, quae habeat deos adpropinquantes sibi, sicut Deus noster adest cunctis obsecrationibus nostris. Deut. 4, 7. Il nostro Dio risedendo nel tabernacolo vicino a noi ci protegge da nostri nemici, esaudisce le nostre preghiere, ci dà gli aiuti opportuni, ci consola. Ma qual’era questo tabernacolo, questo luogo dove risiedeva la Maestà di Dio? Era l’Arca, dove v’erano le due tavole della Legge, ed un vaso di manna ch’era figura di Gesù Sagramento. Or quanta 7 maggior ragione abbiamo noi di gloriarci avendo si vicino a noi il nostro Dio fatt’uomo nei nostri altari, in mezzo a noi, e comunicandoci dentro di noi? Sì ne abbiamo motivo incomparabilmente maggiore. E se in quella figura del SS. Sacramento Dio proteggeva, soccorreva e consolava gli Ebrei, quanto più lo fa nel figurato! Ah! consoliamoci pure 8 . E’ vero che nella presente vita siamo combattuti da potentissimi nemici, siamo bisognosi di tutti i doni siamo afflitti da innumerabili mali. Ma di nulla abbiamo motivo 9 da temere; anzi dobbiamo 1 APSC 3. 1; (PI. I. I. P. 1) Discorsi su di Gesù Sacramentato fatti in S. Croce nel giovedì, (3 discorsi) pp. 30,3 nn. bb., cm 21x15,5. A piè della p. 1 è scritto con grafia diversa: Fascicolo 1° Pagine 30. 2 segue parola cancellata 3 il Beato inserisce molto spesso gli ecc… nei suoi scritti per rendere fluente il discorso e agevolare la lettura senza appesantirla, li ho eliminati 4 parola appena leggibile per la carta strappata 5 segue parola inintelligibile per la carta strappata 6 parola ricorretta 7 scrive quanto ricorretto in quanta 8 segue Gesù cancellato 9 motivo sopra il rigo gongolar per la gioia: Perché nel SS. Sacramento abbiamo Gesù, come Dio, e come uomo, come sta alla destra del Padre; qual Re potentissimo, che ci fa vincere tutti i nostri nemici; come Padre provvido 10 , che ci soccorre in tutti i nostri bisogni; come deliziosissima 11 Manna Celeste, che ci consola. Tre efficacissimi motivi a farci trionfare, arricchire, godere. [2r°] La nostra vita è una continua guerra: Militia est vita hominis super terram 12 col Demonio, mondo, e carne. I Demonj 13 essendo stati scacciati dal Cielo si per l’odio contro Dio, che li castiga e o; come per l’invidia contro gli uomini creati per occupare quei luoghi, che gli 14 infelici hanno perduto 15 , pieni di rabbia e di furore si scagliono contro di noi vive immagini di Dio; per far dispetto al Creatore, contro del quale non posso altrimenti vendicarsi; ci fanno continua guerra ogni giorno, ogni ora, in ogni tempo, in ogni luogo. Adversarius vester tamquam leo rugiens circuit qaerens quem devoret 16 ed o quanti ne divora! Non est nobis colluctatio adversus carnem et sanguinem, sed adversus principes, et potestates tenebrarum. Eph. 6, 12. Il mondo con gli scandali, colle vanità, coll’amore delle ricchezze, degli onori, colle persecuzioni ci combatte: odit vos mundus 17 si descriva la Babilonia, cioè quella donna dell’Apocalisse. Chi può dire, quanti son vinti dal mondo ingannatore? Appena s’arriva all’uso di ragione, che si perde l’innocenza per gli scandali. Guai a questi tali: vae homini illi, per quem scandalum venit 18 . [2v°] La carne non è minor nostro nemico: Spiritus concupiscit adversus carnem, et caro adversus Spiritus19 , sentio aliam legem in membris meis repugnantem legi mentis meae 20 . Questa è la ribellione; che ci ha meritato il peccato. O come ci combattono le passioni dell’ira, dell’odio, dell’avarizia, della superbia abstractus et ilectus, deinde concupiscentia cum conceperit 21 fuerit; parit peccatum. Jacob. 1, 14. O quanti ne precipitano nell’inferno; l’invidia precipitò Caino, l’avarizia Giuda. Ma contro tutti questi fortissimi, ed innumerevoli nemici abbiamo Gesù Cristo, che avendo affogato nel mar rosso del sangue suo l’ostinato infernal Faraone, e sconfitto il superbo tartareo Filisteo, ci ha meritato la 10 scrive provede ricorretto in provvido deliziosissima sopra il rigo 12 Gb. 7: 1. 13 scrive Il ricorretto in I 14 segue A cancellata 15 scrive perduti ricorretto in perduto 16 1Pt. 5: 8. 17 Gv. 15: 19. 18 Mt. 18: 7. 19 Gal. 5: 17. 20 Rm. 7: 23. 21 concepta erroneamente nel testo 11 2 grazia di vincerlo ancora noi. Ed avendolo con noi nel Santissimo Sacramento ci conferma Parasti in cospectu meo mensam adversus eos qui tribulant me 22 . E San Giovanni Crisostomo Hom. 61 ad Pop. Antioch.: Tanquam leones ignem spirantes ab illa mensa recedamus, facti diabolo terribiles 23 ; da forza a vincere il mondo, disprezzando tutte le vanità, [3r°] e tutti i vilissimi beni di esso, e facendo conto solo degli eterni beni, perciò sta scritto: qui manducat 24 hunc panem, vivet in aeternum 25 . S. Catarina da Siena solo con questo cibo celeste si manteneva alle volte dal primo giorno di quaresima sino all’Ascensione del Signore, come dice la S. Chiesa perciò gli Antichi Cristiani prima del martirio si fortificavano con questo Sacramento. Ci da forza contro la carne. Il Profeta Zaccaria dopo d’aver descritte le gloriose battaglie degli Apostoli, e dei Santi sopra i demonj, domanda, qual è la sorgente di tanto valore? Quid enim bonum ejus est, et quid pulchrum ejus, nisi 26 frumentum electorum et vinum germinans virgins? 9, 17. Sì la Sorgente è la Santa Eucaristia è figurato da quel pane cotto da cenere, che rovesciò i padiglioni dei nemici, quando Gedeone riportò vittoria contro i nemici. Judic. 7, 17. Ester ottenne da Assuero nel convito la liberazione del suo popolo e la morte del nemico, cosi noi 27 . Che dirò poi dei mali, da cui ci libera, dei beni, dei quali ci colma, ognuno isperimenta la ferita dell’ignoranza la debolezza della volontà a far il bene, che noi esiliati figli di Eva abbiamo ereditato. Si può qui spiegare l’abbondanza dei beni, ed esenzione dei mali dello stato dell’innocenza, e la perdita per lo peccato. Ma a tutti questi bisogni ci provvede Gesù Sacramentato Venite ad me, qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos 28 Si proprio filio suo non pepercit, sed pro nobis 29 omnibus tradidit illum, quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit 30 ? Se ci da tutto sé 31 come non darà ancora i suoi beni? E se stando visibile in questo mondo fa ancora benefizj 32 a [3v°] tutti quegli che a lui ricorreano, pertransiit beneficiando 33 , perché non la farà ancora a noi? O come illumina le nostre 22 Sl. 22: 5. segue E’ figurato da quel pane cotto sotto la cenere; che rovesciò il padiglione quando Gedeone riportò vittoria contr… depennato: Homilia 61, ad Populus Antiochenus, in PL 8, col. 314. 24 segue humano depennato 25 Gv. 6: 58. 26 segue vinum depennato 27 cfr. Est. 7. 28 Mt. 11: 28. 29 seguono illum, dedit donavit depennato 30 Rm. 8: 32. 31 cioè: se ci da tutto se stesso 32 aggiunge a piè pagina: sensus, et cogitatio hominus prona sunt ad malum ab adolescentia suam. Gen. 8, 21; 34 erroneamente nel testo 33 At. 10: 38. 23 3 menti, Egli, che illumina omnem hominem venientem in hunc mundum 34 ; come infiamma i nostri cuori, Egli che dice: ignem veni mittere in terram, et quid volo, si 35 accendatur 36 ; o come accoglie i peccatori, gli da le dovute disposizioni, e gli perdona; venit peccatores salvos facere 37 ! Si portino esempi di Santi illuminati. Finalmente Egli è nostra manna, omne dulcetamentum in se habens. Qual differenza in Gesù Sacramento, e Gesù che sta alla destra del Padre? E’ l’istessimo si spieghi. Or se gli Angeli ed i Santi perché svelatamente vedendolo lo amano, si uniscono a Lui, ed in Lui trasformandosi lo godono, e perciò sono Beati; così noi partecipiamo di quei godimenti Celesti, mentre gioiamo vicini a Gesù e comunicandoci ci uniamo, e ci 38 facciamo una cosa sola con Lui, in Lui ci mutiamo sed te mutaberis in me 39 ; come disse S. Agostino. Dum huius cenemur, efficimur unum Christi corpus, et una caro, non tantum propter caritatem, sed reipsa in illa miscemur carne: hoc namque pro escam efficitur, quam largitus [4r°] Deliciae meae esse cum filiis hominum 40 . Ut, dices San Lorenzo Giustiniani 41 suas deliciae nobis communicet: Pacem meam do vobis. Joan. 14, 22. Est nobis; come dice San Giovanni Crisostomo. Fructus ejus dulcis gutturi meo. Cant. 2, 3. Deus totius consolationis 2 Corinti 1, 3. Se la manna 42 , ch’era figura di questo celeste pane, conteneva in se ogni sapore, ogni diletto, che non conterrà il figurato? Se 43 hic est filius meus dilectus, in quo mihi bene conplacui44 , come non farci di noi i martiri nuovi 45 ? Adunque dice S. Agostino: quid aliud cupis, quid aliud tibi sufficit, si Deus non sufficit 46 ? Comede in laetitia panem tuum: et bibe cum gaudio vinum tuu. Eccl. 9, 7. O come lo sperimentano quelle anime che non 47 cercando gli agli, e le cipolle di Egitto 48 , totalmente purificate e vuote di se stesse si cibano di questa manna di Paradiso! Lo dicono tanti Santi: Un San Filippo Neri: Una Teresa di Gesù, una Maria Maddalena de Pazzi, un S. Pasquale ecc… O Beati noi! Abbiamo qui in terra un Paradiso 34 Gv. 1: 9. nisi ut erroneamente nel testo 36 Lc. 12: 49. 37 1Tm. 1: 15. 38 ci sopra il rigo 39 Liber Confessionum VII, 10, in PL 32, col. 742. 40 Pr. 8: 31. 41 Laurentii Iustiniani, Opera Omnia, (auctoris vita in principio praemissa), per Octavam Feria 5ª De Sanctissimo Sacramento (Corpus Domini) Venetiis, 1606, p. 304. 42 segue e cancellata 43 segue Egli è colui depennato 44 Mt. 3: 17. 45 segue X. I 46 Sermones de Scripturis, cap. IX, in PL 38, col. 867. 47 segue parola cancellata 48 Eggitto nel testo 35 4 con noi! Così disse una volta Gesù Cristo ad una verginella, che l’amava di cuore: Sposa mia tu sei il Paradiso mio, ed io sono il Paradiso tuo. Si epiloghi. Pax Dei, quae exsuperat omnen sensum. Philip. 4, 7. Gustate et vedite. Psalm. 33, 9. S. Catarina, e S. Teresa nel comunicarsi provavano dolcezze di Paradiso obstupescite caeli 49 Ma oimè! che veggo? che miro? Tante anime ferite, e vinte da demonj: spogliate dall’immenso tesoro della grazia; strascinate dalla corrotta Babilonia: schiave delle proprie passioni: prive di lumi, non conoscono Dio, non fanno conto 50 della loro sublime dignità, non [4v°] prezzano l’eterno premio, non temono l’inferno, si danno in preda a vizi; stimano soltanto il temporale, senza amore di Dio, povere, bisognose, anche quando; miserie 51 , tribulazioni, incantesimi, superstizioni, mestizia, timori, angustie, malinconie, fra i fedeli, fra quegli che hanno tra di loro il Dio fatto uomo; l’Onnipotente, Re, il Padre amantissimo, Padrone e fonte di tutti i beni, la Delizia degli Angeli. Che vuol dire 52 questa mostruosità 53 ? Chi lo può capire, come vada? La maggior parte di costoro non visitano Gesù Sacramentato? Non si accostano ancora almeno una volta l’anno alla S. Comunione? Dunque perché? Quare non est obducta cicatrix filiae populi mei? Numquid resina non est in Galaad? Aut medicus non est ibi? Jer. 8, 22. Non vi meravigliate perché non portano le dovute disposizioni. Vengono nelle chiese 54 : ma da dove? Come? Domandate a quell’uomo: donde vieni? Vi risponde dalla casa, dove ha rissato colla moglie, e figli dicendo imprecazioni, bestemmie, parole disoneste; quell’altro: dal gioco 55 , dove ha perduto, ha vinto 56 , a quel giovane; dalla conversazione dove ha avuto pensieri dissoluti; discorsi, e così dissipati senza volontà risoluta di emendarsi compariscono innanzi al SS. Sacramento: come pretendono aver [5r°] aiuto? Domandate a quella donna donde vieni: vi risponde dalla casa, dalla strada, dalle mormorazioni, dallo specchio per farsi mirare, per guardar or questi or quelli in chiesa: E’ possibile, che riceveranno Grazie, mentre 57 provocano a sdegno il Signore: Poveri 58 Cristiani di tale vita! Guai a loro. Ne dovranno piangere eternamente perché non hanno conosciuto il tempo, in cui l’ha visitato Gesù Cristo. Ma come dobbiamo accostarci? E che sò dirvi io 59 cieco peccatore? Gesù mio imparatelo voi. Egli ci da 60 per norma il Vangelo: leggiamo quivi 49 Provavano dolcezze di Paradiso obstupescite caeli sopra il rigo; Ger. 2: 12. segue di att.. depennato 51 segue povertà cancellata 52 segue che depennato 53 mostruossità nel testo 54 segue parola cancellata 55 dato cancellato e giuogo nel testo 56 segue parola cancellata 57 segue solo depennato 58 segue parola cancellata 59 segue cioè depennato 50 5 gli esempi di coloro, che da Lui 61 hanno riportato i favori: Senti fratello: ti vedi macchiato di peccati, fa come il pubblicano, il figliuol prodigo, il cieco, il lebbroso 62 ,il ferito. Senti buona donna: ti vedi tormentata da quel diavolo, piena di febbri 63 spirituali, macchiata di peccati, fa come la Cananea, la suocera di S. Pietro, come la Maddalena. O come restereste sanate, santificate, consolate e quanto più accostandovi alla Comunione? Senti buon uomo: prima di accostarti alla S. Messa fa come Zaccheo, dopo di esserti apparecchiato con una buona confessione, e cogli atti, dopo aver riparato al male passato, restituendo 64 la roba, stima, deponendo odio, eccita [5v°] la S. Fede, ed ardente desiderio e si darà a te. Hodie domui huic facta est salus65 . Accostati o donna come l’emorroissa e ti sarà detto, donna la tua fede ti ha sanato. Dopo aver ricevuto Gesù Cristo, fa o uomo come S. Pietro conoscendo 66 che Egli è il vero figlio di Dio digli: Signore 67 non son degno io peccatore tenervi dentro la casa dell’Anima mia, partiti 68 vi vorrei dire; ma di me che ne sarà, se voi ve ne 69 andate? Verba eternae vitae habes 70 piangi ai piedi suoi, abbraccialo, ringrazialo, pregalo offerisci tutto te, e prometti da vero. Senti o donna: di a Gesù; veni et vide 71 : portalo per i cantoni della tua anima: vedi la mente piena di tanti pensieri inutili, e vani, la lingua, il cuore; sanate o medico. Digli colle lagrime agli occhi 72 , come la Regina Ester 73 Assuero, Sposo mio, Re mio, Salvatore mio, salvami la vita mia, i nemici pessimi macchinano 74 di darmi la morte eterna. Esther. 7, 3 – 4. O come meglio di Assuero ti libererà 75 ! Non ti partire più da Gesù come la Maddalena. Buon per chi lo praticherà: beato lui! Sarà esaudito, aiutato, fortificato, salvato qui manducat hunc panem vivet in aeternum 76 . Questo è la Torre di Davide da cui pendono mille scudi, è l’albero della vita, è il pane di Elia. 60 segue il depennato segue ne depennato 62 lebroso nel testo 63 febri nel testo 64 ristituendo nel testo 65 Lc. 19: 9. 66 cognoscendo nel testo 67 segue parl depennato 68 cioè: allontanati, segue ti cancellato 69 v’ne nel testo 70 Gv. 6: 69. 71 Gv. 1: 46; 11: 34. 72 occhi due volte nel testo 73 Estera nel testo 74 machinano nel testo 75 segue B depennata 76 Gv. 6: 59. 61 6 [6r°] Via su non ci perdiamo tempo: da quell’altare dice Gesù: si quis sitit veniat ad me 77 dunque ai suoi piedi, esponga ognuno i suoi bisogni. Prima cercagli perdono, ricordati quante ce ne 78 hai fatte. Non temere, che non ti caccia: chi mai Egli ha cacciato. Egli è di Misericordia infinita: cacciò forse la Maddalena? No! Dunque allarga il cuore: Egli è Padre; e può un padre non intenerirsi vedendo una figlia, un figlio, che piange, che gli cerca perdono? No! E come lo farà Gesù tuo Padre? Ricordati del figliuol prodigo. Sì ti perdona se tu piangi davvero: Scindite corda vestra 79 . Ma bisogna mutar vita: che dici vuoi offender più 80 ? Si impius egerit penitentiam ab omnibus peccatis suis, et custodierit omnia praecepta mea, vita vivet 81 . Prometti, risolvi… si: ma vieni al particolare… Da oggi innanzi chi ha da esser l’aiuto tuo, la ricchezza, il tesoro, la Delizia tua, Ah solo Gesù, digli dunque: Gesù tesoro mio, Paradiso. Cercagli infine la Benedizione: Ma ho gran timore, che vi fosse alcuno… Beati qui vocati sunt ad coenam Agni. Apocal. 19, 9 82 . 77 Gv. 7: 37. c’ne nel testo 79 Gl. 2: 13. 80 segue si depennato 81 Ez. 18: 21. 82 Apocal. 10, 9. erroneamente nel testo 78 7 [6v°] [7r°] (Discorso 2) Dovendo Gesù Cristo partirsi da questo 83 mondo al Padre; volle lasciarci in terra il più grande pegno del suo amore verso il genere umano. Ante diem festum Paschae sciens Jesus quia venit hora eius, ut transeat ex 84 mundo ad Patrem, cum dilexisset suos qui erant in mundo, in finem dilexit eos. Joan. 13, 1. Perché istituendo il SS. Sacramento dell’Altare, lasciò tutto se stesso sotto le specie del pane, e di vino. E qual dono maggiore di questo ci potea egli dare? Al certo nol potea, nol aveva, nol sapeva; come ognuno ben lo vede. Or se un amico spesso si ricorda di un prezioso regalo avuto dall’amico, nel tempo della sua partenza molto più lo dobbiamo fare noi, e con modo speciale nei giorni di Giovedì, in cui ci lasciò questo dono. Perciò ricordiamoci oggi di questo immenso amore che ci mostrò Gesù. Ma quanto è il suo amore questo si conosce dall’opera, e dagli affetti. Probatio dilectionis exhibitio est operis. Quanto più grande è il dono, quanto più per uno patisce per far tal dono, e con quanto più piacere ed ardente desiderio lo fa, tanto più grande è l’amore. Or chi 85 può capire quanto grande è il dono [7v°] che ci fa Gesù Cristo, chi spiegare, quanto soffra, chi immaginare, con quanto desiderio? Beati noi, se ne capissimo un poco! Aiutiamoci. E’ di fede, che nell’ostia Consacrata v’è tutto Gesù col Padre, e collo Spirito Santo. Si spieghi come per virtù delle parole v’è il corpo, e come per concomitanza v’è il Sangue e Anima. Hoc est corpus meum; hic est sanguis meus. Matth. 26. v. 26 86 e 28. Accipites et comedite: hoc est corpus meum: Hic est enim sanguis, bibite ex hoc omnes 87 . Caro mea vere est cibus, et sanguis meus vere est potus. Joan. 6, 56 88 . Niente restando 89 della sostanza di pane. Dunque il corpo del Signore essendo il più perfetto, contiene in se formalmente tutte le perfezioni del corpo; ed essendo la sua Anima lo Spirito più nobile, e perfetto per natura e 90 grazia, contiene in se tutte le perfezioni delle creature spirituali, che sono gli Angeli, e le Anime degli uomini, la Sua Divinità tutto se Quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit 91 ? Quibus datur hoc Sacramentum, etiam Pater cum Spiritu Sancto se totum ad fruendum exhibet 92 cosi dice S. Tommaso. Se dunque tutto 83 segue m.do depennato de erroneamente nel testo 85 segue chi depennato 86 29 erroneamente nel testo 87 Mt. 26: 27. segue Joan 26 depennato 88 55 erroneamente nel testo, segue parola cancellata 89 segue del pane depennato 90 segue p depennata 91 Rm. 8: 32. 92 segue T depennata. Opuscula Omnia, opusculum LXIII, c. 2. 84 8 questo da a noi 93 , avea 94 un dono maggiore? Questo è infinito. Sapeva darci di più? Onde dice S. Agostino: Deus [8r°]cum esset divos, amplius dare non habuit; cum esset sapiens, amplius dare nescivit, cum esset omnipotens, amplius dare non potuit 95 . Onde dice il Concilio Tridentino: Salvator hoc Sacramentum instituit, in quo divitias sui amoris erga homines velut effudit 96 . Qual pariglia renderemo a Gesù? Egli Dio infinito da tutto sé a noi. E che daremo a Lui. Ci vorrebbero vite infinite, cuori infiniti, eppure chi l’crederebbe? Ne pure questo cuore si limitato gli diamo. Ma vediamo che soffre per darci tale dono. Quanto più si abbassa una persona nobile, tanto più grande è l’umiliazione. Che direste, se un Re si vestisse di sacco per favorire? E che diremo noi vedendo Gesù vestito di vili accidenti di pane? Se egli come dice S. Paolo ad Philip. 2, 7. exinanivit semet ipsum formam servi accipiens: quanto più pigliando forma di pane, e facendosi cibo? Pigliando forma di vino, e facendosi nostra bevanda? Onde S. Agostino: exinanivit semet ipsum, ut panem Angelorum manducaret homo 97 . E S. Francesco esclama: O superna Dei dignatio, sic se humiliat Filuis Dei, ut sub modica panis formula se abscondat 98 ! Per farsi una cosa con noi vivissimi vermi. Qui manducat meam carnem, et bibit meum sanguinem in me [8v°] manet, et ego in eo. Jaon. 6, 55. In che palazzo, in che trono risiede? In luogo tanto stretto quanto è una custodia, dentro una pisside, in una particola, in un frammento appena visibile. O stupenda bontà di Dio! Quello che non può capire 99 il Cielo, né i cieli dei Cieli, si restringe, si impiccolisce tanto? Cosi si nasconde? Sì tutto questo fa per noi, affinché noi ci accostassimo. Altrimenti se si facesse vedere tale, qual Egli è; quis accedere attentaret 100 ? S. Tommaso a Kempis. Come si abbassa ad essere portato quando, e dove vogliono nelle case. Viene, ed ubbidisce alle voci anche di un indegno sacerdote: si soggetta a tanti insulti, ingiurie degli eretici, a tanti 101 cuori immondi, a tanti Giuda: e questo perché? Per amore di quell’anima buona. Aque multae non poterunt extinguere charitatem, neque flumina obruent illam 102 . Il torbido torrente di tutte le ingratitudini 103 . 93 segue per depennato segue più depennato 95 II ad Corinthios, VI, in PL 34, col. 1009. 96 Sessione XIII, cap. II, De ratione istitutionis Santissimi Sacramenti, p. 159. 97 De Libero arbitrio, in PL 32, col. 1286. 98 Opuscula Sancti Francisci, in Biblioteca Francescana Ascetica Medii Aevi 1, Collegium San Bonaventurae, ed. Quaracchi, 1949. p. 360. 99 cioè quello che non può contenere 100 andabit erroneamente nel testo: De imitatione Christi, liber IV, c. I, p. 210. 101 segue parola cancellata 102 Ct. 8: 7. 103 A piè pagina aggiunge: Finalmente son […] Anzi (di) quanto piacere, e desiderio ci da tal dono? depennato 94 9 [9r°] Anzi con piacere, con ardente desiderio ci dà questo dono. Desiderio desideravi hoc pascha manducare vobiscum 104 : come se avesse detto fra sé: Io già devo partirmi da questo mondo, ma non mi da il cuore di lasciar soli qui in terra le mie care Anime, chi le consolerà? Se vogliono conversare, le creature più tosto le amareggiano. Voglio restarmi con esse per conversare, saziarle, ecce ego vobiscum sum omnibus diebus usque ad consummationem saeculi 105 , Venite ad me omnes, qui laboratis106 ; Accipite et manducate. Ed affinché tutti si inducono a cibarsi di sé promette: Qui manducat meam carnem, et bibit meum sanguinem habet vitam aeternam, et ego resuscitabo eum in novissimo die 107 Minaccia: Nisi manducaveritis carnem Filii hominis, et biberitis eius sanguinem, non habebitis vitam in vobis 108 . Che direste voi, se un amico vi invitasse a tavola, e per farvi venire vi promettesse regali assai preziosi, e se non veniste vi minacciasse la sua collera? Voi direste che ha un gran piacere di vedervi a sua tavola. Or che dobbiamo dire di Gesù? Caro mea vere est cibus 109 . Oh amore! Aveva ragione S. Maria Maddalena de Pazzi di suonare le campane, e d’invitare tutti dicendo: Amate l’Amore, l’Amore non è amato; e poi dire a chi incontrava: Tu come vivi ferita dall’amore? O Amore incomprensibile per lo dono infinito, per quello che soffre, pel desiderio. Se dunque sì gran dono ci da a noi Gesù che dobbiamo dare noi a Lui? Se avessimo mille, ed infinite dovremmo dargli. E poi si dona il cuore al demonio! [9v°] Se tanto si abbassa e soffre, noi come sopportiamo, ci umiliamo per lui? Anzi gli accresciamo le ingiurie: con tante immondizie, irriverenze, cicalecci, anche innanzi a lui quante volte è ricevuto sacrilegamente, ovvero da un cuore imbrattato da macchie di peccati veniali. Se tanto desidera starsene con noi, come desideriamo conversare con Lui? Anzi ci attardiamo. Piuttosto ci spassiamo cogli uomini 110 in discorsi vani, nel giuoco, anche colle bestie e per star con Lui non si trova tempo. Dovremmo sempre stare dinnanzi a Lui. E che faremmo? Dite. Che farebbe un viandante assetato in giorno d’estate 111 vicino ad una fontana di limpida e fredda acqua? Che farebbe un affamato avanti ad una tavola di diverse saporite vivande? Egli ci invita con tanto desiderio: Accipite et manducate hoc est corpus meum. Comedite amici et inebriamini carissimi. Cantic. 5, 1. E pare ci chiama il mondo, per ingannarci, subito corriamo all’invito della carne, che ci affascina coi suoi gusti, siamo pronti all’invito del 104 Lc. 22: 15. Mt. 28: 20. 106 Mt. 11: 28. 107 Gv. 6: 54. 108 Gv. 6: 53. 109 Gv. 6: 56. 110 parola ricorretta 111 d’està nel testo 105 10 demonio, che ci vuol far cadere nei suoi lacci, ubbidiamo; ed a Cristo che ci invita, lo disprezziamo, facciamo i sordi 112 , ovvero diciamo cogli Ebrei: Nausiat anima nostra super cibo isto levissimo 113 . Questo è il nostro pane quotidiano 114 dato a noi in questo viaggio. Dove sono gli Antichi Cristiani, che ogni giorno si comunicavano? Chi porta la scusa che ha che fare? Leggi l’istruzione del Vescovo di Soissons Domenica V e nona post Pentecoste 115 . [10r°] Ma Padre, i confessori perché non ce la danno ripigliano altri? E voi come vivete? Bisogna vivere in tal maniera che ognuno si possa accostarsi. Come desidera la S. Chiesa che in ogni Messa i Cristiani si comunichino. Ma che? Si ama il vizio, il peccato, la robba… O ingratitudine! O Pazzia! O Stupore! Che diranno gli Angeli? Quegli sono gli uomini che hanno intelletto o no? Sono in senno o sciocchi? Come Iddio sì grande, tanto gran dono 116 tanto soffre per darglielo, tanto lo desidera, e gli uomini niente lo stimano, lo disprezzano, se ne abbusano, anzi l’offendono? Poveri tali Cristiani! Si avvererà in loro, che non habebitis vitam in vobis; e peneranno. O che tormento sarà pensando all’abuso di un tanto dono! O come lo piangono ora tanti cristiani dannati. O quanto pagherebbero, e se ne potessero servire, godere? Ma non è più tempo per loro. Ahi che facciamo noi? Serviamocene, apriamo gli occhi a tempo. Eccolo su quell’altare, in trono di Misericordia che ci invita al perdono, ad esaudirci 117 . XI° O quantae ibi deliciae, quantus order, qualia verba, quam vehemens amor, quam casti amplexus gustanti, lingua deficit, humanus sopitur sensus ad investigandum. San Lorenzo Giustiniano118 . Factus est in corde meo quasi ignis exaestuans claususque in ossbus mei, et defeci, ferre non sustinens. Jerem. 20, 9. S. Monica comunicandosi per la dolcezza ed amore non si poteva contenere esclamando: Cor meum, et caro mea exultaverunt in Deum vivum 119 . 112 facciami i sordo nel testo Nm. 21: 5. 114 segue parola cancellata 115 leggi l’istru.ne del Vescovo di Soisons Dom. V e nona post Pentec. nel testo: FitzJames Vescovo di Soissons, Istruzioni per le Domeniche e feste dell’anno, stampate nell’italiana favella sotto gli auspici dell’Illustriss. e Reverendiss. Monsignor Giovanni Lercari, Arcivescovo di Genova, Genova, 1781, 2 voll. in 4. 116 grand’dono nel testo 117 segue una linea fatta a penna 118 Laurentii Iustiniani, Opera Omnia, (auctoris vita in principio praemissa), per Octavam Feria 5ª De Sanctissimo Sacramento (Corpus Domini) Venetiis, 1606, p. 311. 119 Sl. 83: 3. 113 11 [10v°] [11r°] (Discorso 3) Nessuna cosa tiene tanto sollecito l’uomo, quanto… Nescit homo, utrum odio, an amore dignus sit 120 . Onde anche i Santi 121 tremavano. Un Santo (forse Andrea Avellino) diceva a coloro, con cui s’incontrava: misero ero! che ne dite? Nihil mihi conscius, sum sed non in hoc justificatus sum 122 . Ma sebbene non sappiamo di certo, se ci salveremo però abbiamo alcuni segni, per quelli possiamo moralmente 123 sperare, che saremo salvi. Or fra tutti il più certo, e sicuro, che sia possibile è l’essere conformi a Gesù Cristo. Quos praescivit et praedestinavit conformes fieri imagini filii sui 124 . E per arrivar a questa somiglianza Gesù ci ha dato un mezzo facilissimo comunicandosi a noi nel SS. Sacramento. Perché uno dei più principali effetti di tal Sacramento è unirci a Gesù, incorporarci a Gesù, vestirci di Gesù, e vivere della vita di Gesù. Da ciò nasce che qui manducat meam carnem, et bibet meum sanguinem, habet vitam aeternam et ego resuscitabo eum in novissimo die 125 . O sublime unione! O immagine gloriosa! O Beata vita! Diamo oggi un’occhiata a ciò. [11v°] Per salvarci è necessario, che noi siamo uniti a Gesù. Ego sum vitis, vos palmites 126 . Chi sta unito con Lui dopo aver fatto 127 frutti di opere buone, di vita eterna, si unirà eternamente con Dio nel Cielo. Ma chi no, sarà gittato come il tralcio separato dalla vita, nel fuoco eterno. Non possiamo noi piacere agli occhi di Dio Padre, se non ci vede in Gesù, che è l’oggetto delle sue compiacenze. Altrimenti 128 siamo oggetti di odio. Dobbiamo di più essere immagini di Gesù. Egli è il capo dei predestinati, e chi è predestinato alla Gloria deve essere conforme a Gesù. Quos praescivit 129 . Induite novum hominem. Eph. 4, 24 130 . Induimini Dominum 131 Jesum Christum. Rom. 13, 14. Dobbiamo vivere a Gesù. E della vita di Gesù. Ut et qui vivunt iam non sibi vivant, sed ei qui pro ipsis mortuus est et resurrexit. 2Cor. 5, 15 132 . 120 Qo. 9: 1. segue p depennata 122 1Cor. 4: 4. 123 moralmente sopra il rigo 124 Rm. 8: 29. 125 Gv. 6: 55. 126 Gv. 15: 5. 127 fatti nel testo 128 Altrimente nel testo 129 Rm. 8: 29. 130 Induimini […] Eph. 4, 15 erroneamente nel testo 131 segue nostrum depennato 132 Eph. 4, 2. erroneamente nel testo 121 12 Se in cielo l’Anima trasformandosi in Dio, sembra un altro Dio per partecipazione, perciò ha comune, per così dire, la medesima vita divina; deve perciò nello stato di via menare una vita divina, per ciò ottenere. Sicché chi vuol salvarsi, deve esser unito a Gesù, esser un’immagine viva di Gesù, vivere a Gesù, con Gesù della vita di Gesù, per amore di Gesù. Tutto questo supera la forza naturale. Ma non vi sgomentate. E’ pronto il mezzo facilissimo: comunicandoci noi ci incorporiamo con Gesù. [12r°] Qui manducat meam carnem et bibit meum sanguinem, in me manet, et ego in illo 133 . Caro mea vere est cibus, et sanguis meus vere est potus. Joan. 6, 56 134 . Dunque, siccome il cibo talmente si unisce 135 a noi, che diventa nostra carne, così noi mangiando le carni di Gesù, diventiamo una cosa con Gesù. Egli allora forma con chi si comunica un solo, ed unico corpo, un solo, e medesimo Spirito, un’anima sola, un sol cuore, insomma una cosa medesima Cibus sum grandium, cresce, et manducabis me, nec tu me mutabis in te, sicut cibus carnis suae, sed tu mutaberis in me. Così disse il Signore a S. Agostino: Lib. 7 136 , Conf. c. 10. Dunque chi si comunica, si unisce con Gesù 137 diventa una cosa con Gesù. Perciò è com’un altro Gesù, vive dell’istesso Spirito di Gesù. Sicut 138 misit me vivens Pater, et ego vivo propter Patrem, et qui manducat me, et ipse vivet propter me. Joan. 6, 58 139 . Cioè, siccome il Padre, che mi ha mandato, è il primo 140 fonte dell’essere e della vita, ed io vivo della vita ricevuta dal Padre; così ancora chi mangerà me, viverà della vita, che riceverà da me. Di quella vita, io dico, eterna, soprannaturale, e Divina, che Dio ha per sua propria natura, e Cristo come Uomo per l’unione ipostatica con la Divinità. Mi spiego più chiaramente. L’eterno Padre generando ab eterno il suo Verbo, gli comunica la propria sua vita: col mandarlo nel mondo per mezzo dell’Incarnazione, ed unendolo alla carne, ed al sangue, comunica la stessa vita divina alla Sacralissima Umanità di Gesù Cristo, e quindi il fedele ricevendo nella S. Comunione la carne ed il sangue dello stesso Cristo, viene [12v°] fatto partecipe della sua Divina natura, della sua vita, dei suoi sentimenti, delle sue inclinazioni, e vive unicamente in Gesù, e per amore di Gesù. Sicchè con tutta la verità può far eco all’Apostolo Paolo: Vivo ego, jam non ego vivit vero in me Christus. Gal. 2. 20 141 . Così s’avvera: qui Spiritu Dei aguntur, hii Filii sunt 133 Gv. 6: 57. Joan. 6, 36. erroneamente nel testo 135 segue colla nostra depennato 136 10 erroneamente nel testo: in PL 32, col. 732. 137 si unisce con Gesù sopra il rigo 138 segue parola cancellata 139 segue G depennata 140 primo sopra il rigo 141 Gal. 2. 2. erroneamente nel testo 134 13 Dei 142 . O Grandezza del Cristiano! O unione ineffabile! Qual onor più grande? Qual sorte più felice? Qual dignità più onorevole? Qual vita più beata? Vengono qua quei cristiani, che tuttora van dicendo: sono di carne, sono debole, sono fragile. Come? Ti sei una volta incorporato con Gesù. Ah! Che sono sempre troppo frivolo. E’ necessario, che tu viva vita Divina. Sii un altro Gesù. Dopo comunicato tu pensi, come Gesù, ami. Sicché Gesù sia il principio di tutti i pensieri, Gesù muova lo spirito 143 tuo , Gesù animi l’anima tua, siccome l’anima anima il corpo tuo. Sicché chiunque vede te, veda un altro Gesù, sente te. Ma oimè! Che veggo? o che mostruosità! Tanti cristiani si comunicano ma in che modo dimostrano tale unione? Dov’è l’immagine di Gesù? Dove la vita di Gesù? Li veggo uniti col Demonio, col mondo, colla carne. Tutti opposti a Gesù: nel parlare, nel pensare, nell’operare. Qual vita ha menata Gesù. Dove nasce? Come vive? Come e dove muore? Che cosa cerca in tutta la sua vita, se non l’onore, a Gloria del suo eterno Padre? Ama la povertà, la croce, fugge gli onori. [13r°] Tutto soffre cerca la salute dell’Anima. Ahimè! Ed i cristiani quanti dissimili sono! Dopo comunicati si veggono di nuovo nelle pericolose compagnie, dir bestemmie, mormorazioni, parole, canzoni disoneste, bugie, ingiurie, etc… Quali sono i pensieri? Di odio, d’invidia etc… Quali gli affetti? Alle ricchezze, agli onori, al piacere? Quali le opere? I furti, le usure, le ingiustizie. Che cercano? Non la gloria di Dio, ma ciò. Ah poveri loro! Chi darà due fontane di lagrime per piangere la loro disavventura? Ora non la conoscono, ma ben la 144 vedranno, quando compariranno avanti a Gesù che già non in trono di grazia, come ora nell’Eucaristia, ma di Giudice giustissimo. Allora, allora si gli farà vedere. Gli rinfaccerà: Anima cristiana ti ricordi quante volte ti sei unito, incorporato con me nella S. Comunione? Quando tu dovevi menare una vita simile alla mia? Praticare le virtù che ho praticate io: Sai 145 la mia carità verso Dio, ed il prossimo, dov’è la tua? Vedi la mia purità, dov’è la tua? La mia pazienza, povertà, distacco, umiltà, mansuetudine, uniformità, osservanza della Legge, dov’è la tua? O che confusione! O qual crepacuore per quell’avaro 146 , vedendo Gesù povero? Qual confusione per quella donna vana, per quel delicato vedendo Gesù [13v°] coronato di spine. Allora essi stessi si conosceranno rei, da sé, non conoscendo in essi la necessaria immagine di Gesù, si condanneranno, e saranno maledetti. Questo accade a tanti cristiani. Questo a tanti è avvenuto, ed avverrà. Ad a me? Ed a voi? Se ci troveremo immagini di Gesù? Beati noi! Ci partiremo da questo mondo, ma troveremo il nostro Prototipo, il nostro Modello, che 142 Rm. 8: 14. segue siccome depennato 144 segue parola cancellata 145 scrive Vedi depennato corretto con sai 146 segue p depennata 143 14 mirando in noi la sua unione, il suo ritratto, la sua vita, ci accoglierà come la sua medesima Persona, ed inviterà a godere tutto sé con tutti i suoi infiniti beni, contenti. Tutto il mio, dirà, è tuo. O felicità! O gioia che sentiva allora il cuore di un tal cristiano! E perché ora non ci abbracciamo, ci stringiamo, ci uniformiamo, viviamo con Gesù? Ma come faremo? Procuriamo prima di santificare l’anima con una buona confessione e accostiamoci alla S. Comunione colle dovute disposizioni, ardiamo di desiderio di unirci con Lui; pensando chi è Gesù. Mettiamoci tutti nella mani sue, diciamo: vivo ego jam, non ego etc… Beati noi se faremo così; ma se no guai a noi! Ah! Per lo passato come ci 147 siamo comunicati? Ne abbiamo ricavato tal frutto? Oimè quanto 148 abbiamo mancato! Dolore! Ai piedi suoi. Motivi di dolore. Nella S. Comunione ti sei unito con Gesù, e poi l’hai lasciato, e ti sei unito col […] 149 nemico: Ah! Infedele traditore! E perché per un vil piacere. Me dereliquerunt fontem a quem vivae 150 . Si può lagnare Gesù. Ah! Piangi sta sera 151 . Mira te stesso: [14r°] sei immagine di Gesù: ci osservi l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza? O quanto dissimile! E che aspetti? Di comparire al suo trono di Giustizia? Allora non v’ò misericordia; ora sta su quell’altare in trono di grazia: piangi, e ti perdona. Guarda la vita tua! Per chi finora s’è spesa? Forse solo per Gloria di Dio, come Gesù? Mira tante ore, tante settimane, mesi, tanti momenti, l’hai passate in cose contrarie alla Legge di Dio, o almeno in cose inutili, e vane. O che confusione. Detesta sta sera. Cerca perdono. Orsù da ora innanzi che risolvi? Vuoi vivere unito a Gesù? Conforme a Gesù? Della vita di Gesù? E prometti sta sera. Gesù mio etc… 147 ci sopra il rigo segue parola cancellata 149 segue parola inintelligibile per la carta strappata 150 Ger. 2: 13. 151 segue parola cancellata 148 15 [14v°] Sulla piena confidenza di Gesù Sacramentato Dopo che dal Re Salomone fu dedicato il Tempio di Gerusalemme, Iddio di notte apparendogli, dichiarò che sarebbe quel luogo casa di orazione e stanza sua propria 152 dove sarebbero gli occhi suoi aperti 153 , ed intente le sue orecchie all’orazione di chiunque ivi l’avrebbe invocato. Apparuit ei Dominus nocte et ait…elegi locum istum mihi in domum sacrificii…oculi mei erunt aperti et aures meae erectae ad orationem ejus, qui in loco isto oraverit. 2 Paralip. c. 7 vv. 12, 15. Non già perché non stesse in altro luogo esser pregato, mentre ci fa sentire per l’Apostolo Paolo 1 Tim. 2, 8. volo viros orare in omni loco, ma perché si avea eletto quel Tempio per luogo ed esercitare più liberamente la preghiere del suo Popolo. Lo stesso ancora accade a noi: sebbene Gesù Cristo in quanto Dio 154 sta a noi presente in ogni luogo, e da per tutto ascolta le nostre suppliche; pur tuttavia nel SS. Sacramento dell’Altare, dove risiede come Dio, e come uomo per riscuotere maggior tributo di ossequi, e di adorazioni, è ancora più pronto ad esaudire le nostre orazioni, ed in tutte le nostre necessità darci opportuno sollievo: perciò il nostro cuore deve giubilare, ed allargarsi per la confidenza di ricevere da un Dio Sacramentato ogni bene, come ci promette pel Profeta Isaia cap. 12, v. 6. Exulta et lauda abitatio Sion: quia magnus in medio tui Sanctus Israel. Il nostro Emmanuele [15r°] il nostro Dio con noi si dimostra grande in mezzo alla sua Chiesa 155 nel SS. Sacramento, per le Grazie, delle quali egli la ricolma, per la sapienza, con cui la governa, per la potenza con cui la sostiene, ed in tutto ci consola. Quanto più puoi, godi e giubila o adunanza dei Fedeli, perché Iddio potente, glorioso, eccelso, è a te perpetuamente presente, a te intimamente unito, continuamente diffondente 156 i suoi doni sopra di te, in maniera di gran lunga più 157 che alla Sinagoga 158 . Sino a quando dunque sarete sopraffatti da inutili timori uomini di poca fede? Sino a quando o cuori pusillanimi 159 resterete alle vostre diffidenti angustiati? Sino a quando Anime deboli 160 sarete macerate alle vostre afflizioni. Non avete ragioni, motivi di 161 temere, non di 152 segue dove depennato aperti sopra il rigo 154 Dio sopra il rigo 155 segue in depennato 156 parola ricorretta 157 segue parola tronca ...bile per la carta strappata 158 segue Dunque non per depennato 159 pussillanimi nel testo 160 segue rester cancellata 161 segue parola cancellata 153 16 angustiarvi 162 , non di diffidare. Ma avete ogni motivo di incoraggiarvi, di godere, di confidare. Perché abbiamo in mezzo a noi insieme con noi il nostro potentissimo, sapientissimo, misericordiosissimo Emmanuele, Iddio con noi, il nostro Salvatore nel SS. Sacramento dell’Altare. Ascoltate come Dio ci 163 parla per bocca del Profeta Isaia: cap. 12, v. 6 Exulta et lauda abitatio Sion: quia magnus in medio tui Sanctus Israel. Quanto potete giubilare, cantate inni di lode 164 , o Anime fedeli: perché Iddio potente, glorioso, eccelso è a sé perpetuamente presente, si dimostra grande 165 in mezzo alla sua […] 166 nel SS. Sacramento per le grazie, di cui continuamente la ricolma, per la Sapienza, con cui la governa, per la potenza con cui la sostiene. Egli in questo divin Sacramento vi sta come fontana aperta per diffondere ogni sorta di beni sopra tutti coloro, che li desiderano, [15v°] che vi accorrono, che gli domandano. Se vogliamo in tutti i bisogni spirituali, e temporali aiuto opportuno, sollievo, patrocinio, consolazione, dobbiamo ricorrere a Gesù Sacramentato con piena confidenza 167 di ricevere da Lui ogni sorta di grazie. Perché egli qui esaudisce tutti 1° egualmente fa grazie, 2° prontamente; 3° abbondantemente 168 . Affinché si sgombri una volta dal vostro cuore la dannosissima diffidenza, e si radichi profondamente la salutevole confidenza a Gesù che come Dio, ed Uomo 169 risiede nel SS. Sacramento 170 giorno, e notte sino alla fine del mondo; permettetemi prima che io vi faccia questa domanda: Credete voi, che quell’ostia consacrata riposta in quella sfera sul baldacchino è l’istesso Gesù Cristo, vero Dio, e vero Uomo, che nacque dalla SS. Vergine nella grotta di Betlemme, il quale diede la vista ai ciechi 171 , mondò i lebbrosi 172 , sanò paralitici, guarì ogni sorta di ammalati, risuscitò morti, scacciò demoni dagli ossessi, accolse e perdonò a peccatori, a peccatrici, e tutti gli afflitti, cha a Lui ricorrevano, consolava? Lo credete? Padre sì! Così c’insegna la fede, lo crediamo perché Gesù Cristo stesso, verità infallibile, che non può ingannare, neppure ingannato con la sua propria bocca ce l’ha rivelato, ce ne ha assicurato: Hoc est corpus meum 173 : quel pane, che tenea nelle sue mani colla sua Onnipotenza lo mutò nel suo corpo, al quale per concomitanza deve star unito il suo 162 segue difidare segue parola cancellata 164 cantate inni di lode sopra il rigo 165 si dimo grande nel testo, aggiunge grande 166 la carta è strappata 167 segue parola cancellata 168 segue Attenti ecc.. 169 segue parola cancellata 170 segue notte depennato 171 segue mondò quei depennato 172 leprosi nel testo 173 Mt. 26: 26. 163 17 sangue, la sua Anima, la sua stessa Persona Divina, onde niente restandovi della sostanza di pane se non che i soli accidenti, cioè il colore, sapore, odore 174 , e figura di pane; si deve per fede credere, e star certissimi 175 , che 176 l’Ostia consacrata è [16r°] veramente, realmente, sostanzialmente l’istesso Gesù Cristo, che operò tanti miracoli. Avete risposto bene. Ma avete udito mai, che Gesù Cristo avesse ributtato alcuno che 177 fece ricorso a Lui? Padre no! Non si legge mai nel Vangelo, che alcuno non fosse da esso consolato. Sempre pronto, sempre affabile, benigno, liberalissimo con tutti si mostrava: pertransiit benefaciendo 178 . Ricorre un lebbroso: Domine si vis pote me mundare: e Gesù prontamente: volo mundare 179 . Ricorrono dieci altri lebbrosi: levaverunt vocem: Jesu praeceptor, miserére nostri; e Gesù: Ite, ostendite 180 sacerdotibus 181 : e restarono subito mondati. Ricorre il centurione pel suo servo paralitico: e Gesù: veniam et curabo eum 182 . Ricorre la Cananea e Gesù: fiat tibi, sicut vis 183 . Ricorre la Maddalena: Remittuntur tibi peccata 184 , vade in pace 185 . Se dunque è lo stesso Gesù Cristo, che nessuno rimandò 186 sconsolato, ma sempre tutti esaudì; è con noi nel Sacramento, si può mai dubitare, che faccia l’istesso con noi: si è forse mutata la sua Potenza, Sapienza, o Bontà? Jesus Christus heri et hodie; ipse et in saécula; ad Hebreos 13, v.8. Egli è eterno, immutabile, sempre egualmente potente, liberale 187 . [16v°] Siccome Egli è venuto, affinché tutti abbiano la vita, e siano nell’abbondanza, abbiano la vita eterna, e con essa ogni sorta di beni, e tutte le delizie della casa di Dio. Ego veni ut vitam habeant et habundatius habeant. Joan 10, v. 10; Venit Filius hominis quaerere et salvum facere quod perierat 188 ; Pertransiit benefaciendo et sanando omnes oppressos a Diabolo. Act. 10 v. 38. Finì la sua carriera facendo del bene, e sanando tutti coloro ch’erano oppressi dal Diavolo. 174 segue quantità depennato parola ricorretta 176 segue parola cancellata 177 segue a Lui depennato 178 At. 10: 38. 179 Mt. 8: 2. 180 ostenditi erroneamente nel testo 181 Lc. 17: 13 – 14. 182 Mt. 8: 7. 183 Mt. 15: 28. 184 erroneamente aggiunge tua 185 Lc. 7: 48. 186 remando nel testo 187 segue Gesù non solamente depennato 188 Lc. 19: 10. 175 18 Egli stando in tal Sacramento, altro fine non ha che di fare grazie 189 , il suo impiego è di fare grazie ardentemente, desidera di fare grazie, dunque confidenza! Non solo fa tutte le grazie, ma le fa prontamente: ricorre il lebbroso: si vis pote me mundare, e Gesù prontamente: volo mundare 190 , non solo prontamente, ma ancora largamente, più di quello che gli si domandava: Ricorre il capo della Sinagoga per la figlia sua morta, e Gesù va in sua casa, la risuscita e 191 gli diede la grazia, che si convertì lui e tutta la sua famiglia. Esaudiva anche quelli che per altri pregavano, come il Centurione pel suo servo paralitico, la Cananea per la sua figlia. Se dunque è l’istesso Gesù Cristo, dobbiamo pienamente confidare ch’egli, nascosto in questo SS. Sacramento, ci esaudirà in tutte le nostre necessità prontamente, liberamente, e per noi e per gli altri ancora. E molto più dobbiamo confidare, perché Egli stesso si pressamente si offre. Stabat Jesus et clamabat dicens: Si quis sitit veniat ad me et bibat. Joan, 7. 37. Lo stesso ripete dall’altare. 189 segue parola cancellata Mt. 8: 2. 191 segue p depennata 190 19