Istituzioni di linguistica
a.a. 2010/2011
Federica Da Milano
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La variazione linguistica
Sociolinguistica: settore della linguistica
che studia le relazioni tra la lingua e la
società
Variabile sociolinguistica: insieme dei modi
coi quali i parlanti possono realizzare una
data unità di un sistema linguistico in
funzione di una data variazione di tipo
sociale; ciascuno dei modi è detto variante
La variazione linguistica
- Variazione diatopica
- Variazione diastratica
- Variazione diafasica (sottocodici e registri)
- Variazione diamesica
- Variazione diacronica
La variazione linguistica
Le quattro dimensioni di variazione suddette
costituiscono degli assi di riferimento
lungo i quali si possono ordinare le varietà
compresenti nello spazio di variazione di
ciascuna lingua. Ciascun asse si può
concepire come un continuum.
La variazione linguistica
• Variazioni diastratiche
Cicerone (plebeius sermo, familiaris sermo,
sermo urbanus, sermo rusticus)
Francesco Cherubini: “il dialetto d’ogni
paese si suddivide in cittadinesco e
contadinesco, e nel primo si riconoscono
altresì distintamente tre specie di favellare,
quella cioè della plebe, quella della gente
colta, e quella di chi vuol affettare coltura”
La variazione linguistica
• La sociolinguistica studia le diverse
modalità di realizzazione della lingua a
seconda delle diverse tipologie di parlanti
Linguistica teorica sociolinguistica
Parlante nativo idealizzato
Competenza linguistica
Comunità ling. omogenea
‘identità’
parlanti ‘reali’
competenza comunicativa
comunità ling. stratificata
‘diversità’
La variazione linguistica
• Competenza comunicativa: capacità dei
parlanti di utilizzare la lingua nei modi
appropriati alle varie situazioni
• prestigio
La variazione linguistica
Mi pregio di informarLa che la nostra venuta non
rientra nell’ambito del fattibile (italiano formale
aulico)
Trasmettiamo a Lei destinatario l’informazione che
la venuta di chi sta parlando non avrà luogo
(italiano tecnico-scientifico)
Vogliate prendere atto dell’impossibilità della
venuta dei sottoscritti (italiano burocratico)
La informo che non potremo venire (italiano
standard letterario)
La variazione linguistica
Le dico che non possiamo venire (italiano neostandard)
Sa, non possiamo venire (italiano parlato
colloquiale)
Ci dico che non possiamo venire (italiano
popolare)
Mica possiam venire, eh (italiano informale
trascurato)
Ehi, apri ‘ste orecchie, col cavolo che ci si
trasborda (italiano gergale)
(Berruto)
La variazione linguistica
• Il neo-standard
La varietà di lingua comunemente usata
dalle persone colte che ammette come
pienamente corretti alcune forme e
costrutti fino a tempi non lontani ritenuti
non facenti parte della ‘buona’ lingua
(Berruto)
La variazione linguistica
La variazione linguistica
• Comunità linguistica: insieme delle
persone che parlano una determinata
lingua
Stratificata, non omogenea
• Repertorio linguistico: insieme dei codici e
delle varietà che un parlante è in grado di
padroneggiare all’interno del repertorio
linguistico più ampio della comunità cui
appartiene
Storia linguistica dell’Italia
unita
Tullio De Mauro (1963)
Storia linguistica dell’Italia dopo il
conseguimento dell’unità politica (1861)
fino agli anni del secondo dopoguerra
(1945-1960)
Storia linguistica dell’Italia
unita
“Al momento dell’unificazione, la percentuale
complessiva dei cittadini che come lingua madre
avevano un idioma nazionale europeo diverso
dall’italiano non raggiungeva neppure l’uno per
cento dell’intera popolazione; il nucleo più compatto
era allora costituito dalle popolazioni delle alte valli
alpine occidentali di dialetto provenzale o
francoprovenzale e di lingua francese. Ma, anche
cinquant’anni dopo l’unità, quando, in seguito alla
prima guerra mondiale, i confini settentrionali e
orientali italiani si estersero e inclusero nuovi gruppi
d’altra lingua, gli alloglotti raggiunsero appena il due
per cento della popolazione”
Storia linguistica dell’Italia
unita
“Nei decenni che precedettero l’unità, in
tutta la Penisola ai dialetti, soprattutto alle
loro varianti illustri elaboratesi nei maggiori
centri urbani, competeva una piena dignità
sociale: usati dagli strati popolari, lo erano
altresì dai ceti più colti, dalle aristocrazie e
perfino dai letterati, non soltanto nella vita
privata, ma spesso anche nella vita
pubblica e in occasioni solenni”
Storia linguistica dell’Italia
unita
“…quando nel 1861 venne compiuto il primo
censimento della popolazione del nuovo regno,
oltre il 78% della popolazione italiana risultò
analfabeta”
“…negli anni dell’unificazione nazionale, gli
italofoni, lungi dal rappresentare la totalità dei
cittadini italiani, erano poco più di seicentomila
su una popolazione che aveva superato i 25
milioni di individui: a mala pena, dunque, il 2,5 %
della popolazione, cioè una percentuale di poco
superiore a quella di coloro che allora e poi nelle
statistiche ufficiali venivano designati come
‘alloglotti’”
Storia linguistica dell’Italia
unita
Nuove condizioni linguistiche:
- gli effetti dell’emigrazione
- conseguenze dell’industrializzazione
- urbanesimo e migrazioni interne
- lingua e dialetti nella scuola
- fattori di unificazione: burocrazia ed esercito
- la stampa quotidiana e periodica
- spettacoli e trasmissioni di massa
Storia linguistica dell’Italia
disunita
Pietro Trifone (2010)
“è un luogo comune che la storia linguistica
italiana sia stata contrassegnata a lungo da una
duplicità radicale, quasi schizofrenica, tra i piani
comunicativi dello scritto e del parlato. In una
situazione complicata dall’estrema varietà e
dalla rigogliosa vitalità dei dialetti, la progressiva
affermazione quale lingua comune, scritta e
parlata, dell’imperante modello letterario di base
toscana è stata frenata dall’endemica piaga
dell’analfabetismo, che ha impedito ad ampi
strati della popolazione si apprendere l’uso
dell’italiano”
Storia linguistica dell’Italia
disunita
Cambiamenti dell’italiano negli ultimi sessant’anni:
- l’italianizzazione dei dialetti è progredita in misura
notevole rispetto al periodo precedente, con il contributo
decisivo della televisione;
- Si è affermato un italiano medio, parlato e scritto,
pressochè autonomo dal modello letterario, che non ha
più l’importanza di un tempo;
- Lo straordinario progresso delle scienze ha favorito lo
sviluppo dei linguaggi settoriali e la loro influenza
sempre maggiore sulla lingua comune;
- La prevalenza mondiale dell’economia e della cultura
americana ha comportato l’ingresso e la diffusione in
italiano di un numero crescente di anglicismi
Storia linguistica dell’Italia
disunita
Secondo i dati ISTAT 2006, circa un italiano
su due continua a impiegare la parlata
locale (in modo esclusivo o, molto più
spesso, in alternanza con la lingua
nazionale) negli scambi con familiari e
amici, e un italiano su quattro lo fa anche
quando dialoga con estranei.
L’italiano, oggi
“Oggi il tema dominante nelle nostre più serie questioni
linguistiche non è più quello della variazione geografica,
come negli anni del già fruttuosissimo e poi ripetitivo
dibattito sull’ ‘italiano’ regionale, né più tanto quello della
variazione strettamente socioculturale, alla quale si
richiama il concetto, non ancora ben definito, di ‘italiano
popolare’: questi due aspetti della forte variabilità della
nostra lingua permangono certamente, ma era ora di
accorgersi che la variazione ‘diamesica’, relativa al
diverso mezzo a cui si affida la lingua, è davvero in
primo piano nelle vicende più recenti dell’italiano e che
attraverso essa, in definitiva, si sono determinate quelle
altre variazioni, nonché quella del grado di formalità o
‘diafasica’” (F. Sabatini)
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