DESIGN
architecture
magazine
266
i - e 10,00
GB - e 16,50
NL - e 17,50
D - e 18,00
F - e 17,00
E - e 12,00
P - e 14,85
USA - US$ 21,95
Br - BRL 55,00
HK - HK$ 140,00
266
SELF-GENERATION
Compositori Comunicazione s.r.l. - Mensile - Anno XLVII - ISSN 0391-7487 - Poste Italiane spa - Spedizione in a. p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 LO/MI
dicembre-december 2013 /gennaio-january 2014
open sourcing
12 / 2013 - 01/ 2014
full text in english
Design e-commerce: la rete in dieci racconti Design e-commerce: the net in ten tales // Giro
d’Italia dell’architettura: lombardia The architectural tour of Italy, Lombardia // Flos e
Bio-on nella sperimentazione bioplastica Flos & Bio-on in bioplastic experimentation // La
città del futuro e il modello cinese Future cities and the Chinese model
DESIGN
ARCHITECTURE
MAGAZINE
266
CONTENTS
Dicembre-December 2013
Gennaio-January 
6
OTTAGONALE
14
ADVERTORIAL
FLASH
90
Storie da museo: tra brand e design
Museum stories: brand and design
92
Miss Sissi, eco-icona rivoluzionaria
Miss Sissi, the revolutionary eco-icon
Urban Master-planning Models
FACTORY
Ruggero Baldasso
EDITORIAL
31
Essere semplici / Keeping it simple
Sanzia Milesi
Aldo Colonetti
SIDEWALK
32
Semantica del Futuro
Semantics of the Future
Michele Capuani
FOCUS ON
34
Design e-commerce
Silvia Airoldi, Alessia Pincini
38
Panorama sui trend e quadro
internazionale del commercio on line
Overview of trends and international
panorama of on-line business
Riccardo Mangiaracina
58
BOOKS
60
EVENTS DIARY
CONTRACT TALES
62
66
ADVERTORIAL
102 Materiali del quotidiano
Everyday materials
SHOWCASE
Un tributo alla raffinatezza
dell’arte grafica / A tribute to
the refinement of the graphic arts
I violinisti della grafica
Violinists of graphics
SHORT STORIES
Una scultura a portata di tutti
A sculpture available to all
Silvia Airoldi
DESIGN ENCYCLOPAEDIA
[O] come open design. Progetta,
prototipa e documenta, condividi
Design, prototype, document, share
Massimo Botta, Serena Cangiano
70
104 Il luogo del concetto
The concept place
Rossella D’Oria
ITALIAN JOURNEY
114 Giro d’Italia dell’architettura 19.
The architectural tour of Italy
Lombardia
a cura di/edited by Elena Franzoia
124 Architetture necessarie
Silvia Airoldi
80
Erica Marson
Armando Bruno
PORTRAIT
76
La semplicità va cercata
Simplicity must be looked for
118 Il tessuto paziente
Alessandra Bergamini
70
PORTRAIT
98
L’azienda contract non è la fabbrica
del mobile / A contract furnishing company,
not a furniture factory
COMPETITIONS
38
The patient fabric
Elena Franzoia
80
Necessary architectures
Paolo Mazzoleni
SHORT STORIES
154 Scomodare i santi in tredici
sedie / Mixing the sacred and profane
in thirteen chairs
114
Sanzia Milesi
162 FLASH/AUTUMN FAIRS
TEN MINUTES
168 Per proteggere e mostrare
To protect and display
Erica Marson
172 FAIRS DIARY
177 ADDRESSES
178 BOOKSHOP
154
GIRO D’ITALIA DELL’ARCHITETTURA
THE ARCHITECTURAL TOUR OF ITALY
19.
LOMBARDIA
edited by
TRA PROPENSIONI
INTERNAZIONALI E ORGOGLIO
LOCALE, DIMENSIONE
M E T R O P O L I TA N A E R I S C O P E R TA
D E L PAT R I M O N I O A G R A R I O
E N AT U R A L E , U N A R E G I O N E
S I S M O G R A F O D E L L A R E A LT À I TA L I A N A
B A L A N C E D B E T W E E N I N T E R N AT I O N A L
PENCHANT AND LOCAL PRIDE,
A M E T R O P O L I TA N D I M E N S I O N
A N D T H E R E V I VA L O F A N A G R I C U LT U R A L
A N D N AT U R A L H E R I TA G E ,
THE REGION IS A SEISMOGRAPH
O F T H E R E A L I TA LY
© FILIPPO SIMONETTI
Elena Franzoia
116 / ITALIAN JOURNEY
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Only a few years ago Lombardy was seeing itself
in a completely different light. The recession has
downsized the financial exploits of a Milan exploring
international competition and building upwards
and sadly compromised the industrial fabric
underpinning a tangible legend of efficiency and
creativity based on its own diligence. Lombardy is more
than ever the sensitive seismograph of the real Italy,
struggling to reposition and rediscovering potential
and different perspectives. On the one hand, the need
to safeguard the landscape results in urban regeneration
‘from the inside’, focusing renewed attention on the
issue of borders, limits and boundaries, indicating an
increasingly widespread sensitivity to the environment:
natural, farmed, and even ‘interstitial’, as seen in the
proliferation of urban gardens and allotments managed
directly by city dwellers. Further clear evidence can be
seen in the decision to have Expo 2015 revolve around
food excellence, not only as a guarantee of the right to
health increasingly invoked by the community, but also
as a result of Milan’s interesting transformation in its
perception of its own economic role: industrial capital
but also Italy’s number-two municipality for agricultural
production, thanks to more than 47,000 hectares
of metropolitan green belt in the Parco Agricolo Sud.
On the other hand, there appears to be an endorsement
of the need to reaffirm the original role of architecture
as an eminently social activity and therefore attentive
to the momentous changes in the contemporary world.
Changes that result in a diverse sensitivity towards
‘different’, the need to ensure the best living conditions
– promoting them with awards and competitions –
in every sphere and scale of the built environment,
to evoke and make proud use of a sometimes recent
past, often with an industrial matrix. The region that
emerges from the pages of Ottagono is therefore
perhaps less aggressive than a while back, but it has
new, interesting ideas about forms of sociality. Forms
that are now routine in other European contexts and
confirm Lombardy as the region leading Italy towards
the models being proposed today, more oriented
towards the sharing of physical spaces and decisionmaking policies: intelligent guarantees of quality
and democracy in times of crisis. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ITALIAN JOURNEY / 117
© ORCH_ORSENIGO CHEMOLLO
È uno sguardo molto differente, rispetto solo a
qualche anno fa, quello con cui la Lombardia sembra
oggi riflettere su se stessa. Ridimensionato causa crisi
l’exploit finanziario di una Milano che guardava alla
competizione internazionale costruendo in altezza,
compromesso purtroppo il denso tessuto industriale
di una regione che sulla propria operosità aveva
fondato un concreto mito di efficienza e creatività,
la Lombardia appare più che mai il sensibile
sismografo di una realtà italiana che tenta il proprio
difficile riposizionamento riscoprendo potenziali
e prospettive differenti. Da un lato, la necessità
di tutela del patrimonio paesaggistico si traduce in
una rigenerazione urbana ‘dall’interno’ che dedica
rinnovata attenzione al tema del bordo, del limite
e del confine, segnalando una sensibilità sempre più
diffusa nei confronti dell’ambiente: naturale, coltivato
e anche ‘interstiziale’, come dimostra il proliferare
di orti e giardini urbani autogestiti dai cittadini.
Ulteriore evidente prova, la scelta di Expo 2015
di incardinarsi sull’eccellenza agroalimentare,
sentita non solo come garanzia di un diritto alla salute
sempre più invocato dalla collettività, ma anche come
risultato di una interessante trasformazione – da
parte di Milano – nella percezione del proprio ruolo
economico: capitale industriale ma anche secondo
Comune italiano per produzione agraria, grazie
agli oltre 47.000 ettari di cintura verde metropolitana
del Parco Agricolo Sud. Dall’altro lato appare
confermata la necessità di ribadire il ruolo originario
dell’architettura come attività eminentemente sociale,
e dunque attenta agli epocali cambiamenti della
contemporaneità. Cambiamenti che si concretizzano
in una differente sensibilità nei confronti del ‘diverso’,
nella necessità di garantire – promuovendole con
premi e concorsi – le migliori condizioni di vita in ogni
ambito e scala del costruito, nell’orgoglio di riportare
all’uso e alla memoria collettiva le tracce di un passato
talvolta recente e spesso di matrice industriale.
Quella che scaturisce dalle pagine di Ottagono è
dunque una regione forse meno aggressiva di qualche
tempo fa, ma con nuovi e interessanti spunti che
riguardano anche le forme della socialità. Forme che,
ormai abituali in altri ambiti europei, confermano
la Lombardia regione all’avanguardia nel contesto
italiano quanto alla proposta di modelli oggi
più orientati verso la condivisione di spazi fisici
e politiche decisionali: intelligenti garanzie
di qualità e democrazia nell’epoca della crisi.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
A Milano, il cantiere della Torre di Isozaki e Maffei a CityLife./Milan, the Isozaki and Maffei Tower site at CityLife.
© LAND
Angelo Monti – Presidente dell’Ordine degli Architetti
di Como e della Consulta Regionale Lombarda degli
Ordini di architettura – e Francesco de Agostini –
responsabile dell’atlante ‘Milano che cambia’
dell’Ordine di Milano – riflettono sul futuro di una
regione cardine del panorama italiano, oggi più
lontana dalle grandi ambizioni internazionali.
Alla ricerca del minuto, concreto significato di
concetti-valore come rigenerazione, qualità e confine.
IL TESSUTO
PAZIENTE
Verso che modello di sviluppo si sta dirigendo la
Lombardia, anche rispetto al magnete milanese?
Monti: Nonostante la drammaticità della recessione
e della crisi strutturale, come sempre in Lombardia
amplificate, di cui è complice forse anche uno
Stato post-ideologico, intravvedo alcuni segnali
di cambiamento. Le varie categorie – architetti,
costruttori, amministrazioni pubbliche – iniziano
ad esempio a confrontarsi su un modello di sviluppo
territoriale ancora vago e indefinito, ma in cui si coglie
una tensione comune verso città costruite all’interno
di se stesse, non più attraverso la trasformazione
consumistica del suolo. Si tratta di un cambiamento
epocale. Se infatti si arriverà a una contrazione del
modello illimitato della diffusione urbana, una diversa
attenzione sarà dedicata al tema del limite e del
confine, alla cui ridefinizione concorrono il ridisegno
dei tessuti connettivi e quei processi di ruralizzazione
(agricoltura di prossimità, verde, orti urbani) che
rappresentano una minuta riappropriazione del
paesaggio, possibile chiave connettiva delle aree
disperse. Impensabile fino a poco tempo fa, il modello
© LAND
T H E P AT I E N T F A B R I C
Elena Franzoia
Rigenerazione urbana
e ridefinizione del limite,
processi di ruralizzazione
e qualità dell’architettura
come sensibili segnali di
un cambiamento epocale
Urban regeneration and
redefinition of boundaries,
ruralization processes and
quality of architecture as
sensitive signals to mighty
change
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
agricolo potrebbe dunque concorrere alla ridefinizione
del limite. Come gli architetti d’altronde da tempo
sottolineano, la costruzione all’interno del tessuto
urbanizzato rappresenta un mercato potenzialmente
vantaggioso. Recenti dati CRESME individuano
intorno ai 90 milioni le unità abitative italiane
non da tutelare con più di 50 anni di vita, destinate
a un processo di rigenerazione e revisione, pena
la definitiva esclusione del nostro Paese da qualsiasi
progetto di valorizzazione energetica. Una
rigenerazione che coinvolgerebbe peraltro le tante
aree industriali dismesse. Sarebbe necessario cogliere
questa tormentata fase storica per mettere a punto
alcuni fondamenti, eliminando l’ansia della situazione
emergenziale in cui da sempre viviamo. In questo
la Lombardia è davvero la fotografia del Paese.
Anche l’applicazione della LR 12/2005 sul Governo
del Territorio – che imponeva il passaggio dai PRG
ai PGT – si è purtroppo tradotta, soprattutto nei
piccoli comuni, in fatto numerico e non qualitativo,
nonostante si avverta un po’ dappertutto la volontà
di valorizzare una maggiore qualità. Anche il racconto
dipanato dai numerosi Premi locali tende a condividere
una cultura diffusa, promuovendo non il protagonismo
delle grandi architetture internazionali, ma un tessuto
paziente che, all’interno dello spropositato numero di
28.000 professionisti lombardi, cerca faticosamente
e capillarmente di applicare le buone pratiche
del costruire.
Come è cambiata, se c’era, l’idea di città che i mass
media hanno veicolato per Milano negli ultimi anni?
de Agostini: Il modello finanziario internazionale
ITALIAN JOURNEY / 119
© LAND
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© LAND
118 / ITALIAN JOURNEY
In questa pagina e nella pagina
precedente. La rigenerazione dell’ex
area Alfa Romeo al Portello di Milano
comprende un parco di 63.000 m²,
progettato da Charles Jencks con
Andreas Kipar (LAND). Una grande
diagonale collega quartiere fieristico
e nuova ‘piazza del mercato’; il sistema
ciclopedonale dei Raggi Verdi connette
parco, città e hinterland.
This and previous page. The upgrading
of the old Alfa Romeo plant, in the
Milanese Portello district, includes a park
of 63,000 m², designed by Charles
Jencks with Andreas Kipar (LAND).
A large diagonal road connects the
exhibition quarter with the new ‘market
place’; the Raggi Verdi cycle-pedestrian
system connects the park, city and
hinterland.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© CINO ZUCCHI
che ha agito sulle ingenti trasformazioni del comparto
edilizio milanese si è completamente modificato con
la grande crisi. Equiparato a un gioco di Borsa, si è
rivelato un meccanismo schizofrenico, anche per
i tempi quanto mai diversi che connotano architettura
e denaro. I giochi miliardari di persone che spesso non
conoscono nemmeno l’intervento, ma sono pronte
a sottrarre all’improvviso gli investimenti quando
capiscono che il margine economico non c’è più,
hanno messo in discussione queste macro operazioni
e di conseguenza il comparto edilizio regionale, che
continua a perdere imprese e posti di lavoro. Non è un
caso che dal 25-30% il margine di impresa si sia oggi
ridotto al 7-8%, andando a coincidere con gli interessi
finanziari. Il convulso e poco programmato recente
sviluppo milanese è dovuto alla mancanza di un’idea
di gestione della città, necessaria quando
un’amministrazione pubblica si vede ‘aggredita’ da
un grosso investitore. Abbiamo però nel frattempo
assistito a una progressiva, geniale crescita degli
investimenti legati al risparmio energetico, confermati
dai dati CRESME, non a caso corrispondenti a quelli
perduti dal comparto edilizio tradizionale.
ITALIAN JOURNEY / 121
Nell’area di grande trasformazione
di Porta Nuova a Milano, Cino Zucchi
ha terminato la Corte Verde di corso
Como. Elemento di transizione
tra alti volumi degli UniCredit
Headquarters e tessuto esistente,
l’edificio residenziale affaccia su via
Viganò, rendendo omaggio alla città
storica grazie a palette cromatica
e tetto aggettante.
The Porta Nuova area of Milan is a
hotbed of change, where Cino Zucchi
has completed the Corte Verde in Corso
Como. The residential building
in Via Viganò serves as an element
of transition between the soaring
UniCredit Headquarters and extant fabric,
paying homage to the historic city thanks
to its colour scheme and jutting roof.
Si tratta di scelte programmatiche a livello nazionale,
che contengono in nuce delle direzioni di sviluppo.
Incentivare le fonti energetiche alternative porta
necessariamente a costruire sul costruito, a
riqualificare l’esistente, pena la dissipazione di queste
risorse in un contesto non performante. Indirizzi
che si sono riflessi anche sulla pianificazione locale.
Nonostante la pesante revisione subita nel rush finale
dal Piano di Governo del Territorio milanese, le nuove
regole operative sono orientate al risparmio energetico
e alla premialità verso la riqualificazione dell’esistente,
aprendo nuove prospettive anche all’investimento
finanziario.
Angelo Monti (President of the Como register of
architects and the Lombardy regional council of register
of architects) and Francesco de Agostini (chief editor
for the ‘Milano che cambia’ atlas of the Milan register)
discuss the future of a pivotal region on the Italian
scenario, now more detached from large-scale
international ambitions. Seeking the minute, tangible
meaning of value-concepts such as regeneration,
quality and limits.
© CINO ZUCCHI
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© CINO ZUCCHI
120 / ITALIAN JOURNEY
What sort of development model is Lombardy heading
for, taking into account the Milan magnet effect?
Monti: Despite the drama of the recession and the
structural crisis, amplified – as usual – in Lombardy,
perhaps even with the complicity of a post-ideological
state, I can see some signs of change. The various
categories – architects, builders, public authorities,
for example – are beginning to contemplate a territorial
development model that is still vague and undefined
but which reveals a shared attention to towns built
within themselves and no longer through the
consumerist transformation of land. It is an epochmaking change. If a contraction of the model of
unlimited urban sprawl really does occur, a different
view will be taken of boundaries and borders, whose
redefinition will be based on new design of connective
tissue and ruralization processes (proximity farming,
greenery, urban allotments) representing a minute
re-appropriation of the landscape, a possible linkage
for missing areas. Unthinkable a short time ago,
the agricultural model could therefore contribute
to redefinition of boundaries. Besides, as architects
have been emphasizing for some time, building within
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 123
© FILIPPO SIMONETTI
122 / ITALIAN JOURNEY
urbanized fabric represents a potentially profitable
market. Recent CRESME (centre for social and
economic market research for construction and
territory) research data identify around 90,000,000
unprotected Italian units that are more than 50 years
old and are destined for a regeneration and
refurbishment process to avoid our country being
completely excluded from any energy efficiency
enhancement schemes. A regeneration that would also
involve many brownfields. The best idea would be to
exploit this troubled historical period to develop some
of the basics, eliminating the anxiety of the emergency
situation we always seem to be experiencing. In this
regard Lombardy is really a snapshot of the country.
Even the application of Regional Law 12/2005 on
Government of the Territory (requiring a shift from
PRG general urban planning to the PGT territorial
government plan) has sadly become – especially in small
towns – a question of figures rather than quality,
In queste pagine. Lo stabilimento
balneare del Consorzio Parco Lago
del Segrino (Como), per il quale
Marco Castelletti ha ricevuto un AR+D
Emerging Architecture Award 2004
presso il RIBA di Londra. L’allungato
edificio – la cui torretta evoca le
antiche torri di avvistamento locali –
si sviluppa per 90 m lungo una pista
ciclopedonale.
These pages. For his lido facilities for
the Consorzio Parco Lago del Segrino
(Como), Marco Castelletti received
the 2004 AR+D Emerging Architecture
Award at the RIBA in London. The
elongated building, whose tower evokes
the ancient local lookout buildings, covers
90 m along a cycle-pedestrian track.
although there is an overall desire to promote better
results. Even the stories told by the many local awards
tend to share a common culture of not promoting
a key role in great international architectures, but a
patient fabric that tries hard and widely to apply good
building practices for the disproportionate number of
28,000 professionals in Lombardy.
How has the idea of Milan (if there was one) changed
as conveyed by mass media in recent years?
de Agostini: The international financial model that
impacted the substantial transformation of the
construction sector in Milan has completely changed
during this lengthy recession. If we compare it
to playing the stock market, it has proved to be
a schizophrenic mechanism, even for quite different
periods that connote architecture and money.
The billionaire games of people who often don’t even
know what the action is but are ready to steal away
investments at the drop of a hat when they realize
there’s no profit to be made, have jeopardized these
macro operations and consequently the regional
construction sector, which continues to lose businesses
and jobs. It is no coincidence that enterprise margins
have fallen from 25–30% to 7–8%, now coinciding with
© FILIPPO SIMONETTI
© FILIPPO SIMONETTI
Dida ita
Dida ing
financial interests. Milan’s recent disorganized and
convulsive development is due to the lack of an idea of
city management, required when public administration
sees itself ‘attacked’ by a large investor. Meanwhile,
however, we have seen progressive, brilliant growth
in investments related to energy savings, confirmed by
CRESME data that unsurprisingly correspond to losses
in the traditional building sector. These are
programmatic decisions at national level, which contain
the seeds of the directions of development. Incentives
for alternative energy sources necessarily require
building on buildings, upgrading the extant to avoid
wasting resources through inefficient performance.
These directions have also reflected on local planning
and despite the heavy revision applied in the final rush
to PGT for Milan, the new operating rules aim for
energy saving and rewarding redevelopment of the
extant, also opening new perspectives for financial
investment. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Realizzato con struttura in legno
assemblata a secco in opera,
il padiglione si integra al paesaggio
grazie all’uso di legno e pietra locali.
Nel muro di contenimento verso la
strada, il cemento gettato in opera
e addittivato con ossidi rievoca
consistenza e giacitura delle rocce
affioranti.
This wood pavilion was assembled on
site and integrates with the landscape
through the use of local wood and stone.
The retaining wall backs onto the road
and the in situ concrete with additions
of oxides evokes the texture and attitude
of rock outcrops.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 125
ARCHITETTURE
NECESSARIE
NECESSARY ARCHITECTURES
Paolo Mazzoleni *
Il progetto in Lombardia in tempo di crisi
Lombard design in times of crisis
Pare spontaneo associare l’architettura di qualità ai
momenti di espansione, di crescita o di rinascita di un
paese o di una regione: la mia generazione di architetti
è cresciuta, per esempio, studiando l’architettura
germogliata in Spagna e Portogallo nella rinascita
seguita alla caduta delle dittature. Più difficile è
immaginare il formarsi di una scena architettonica
di un qualche interesse nel mezzo di una crisi epocale
che sta colpendo, con particolare accanimento,
proprio il settore delle costruzioni. Eppure alcune
correnti si muovono, carsiche, nel sottosuolo della
cultura architettonica della nostra regione. Gli
esponenti più interessanti delle ultime generazioni
di architetti, caratterizzati da una formazione spesso
pragmatica e cosmopolita, perseguono con particolare,
ostinata, determinazione la qualità del progetto,
trasformando le occasioni più minute, i temi più
difficili, in interventi culturalmente rilevanti.
Un insieme di ragioni (politiche, amministrative,
economiche) ha portato in primo piano, per esempio,
il tema della residenza sociale. La Lombardia si è
COURTESY ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO
configurata, in questi ultimi anni, come laboratorio
delle diverse politiche residenziali (pubbliche,
cooperative, private sociali, legate al terzo settore)
attraverso una produzione di grande rilievo, anche dal
punto di vista architettonico. Pensiamo alla chiarezza
linguistica e tipologica di Verso Casa, l’edificio
realizzato da Studio Nomos a Bergamo, o all’efficacia
urbana, sostenuta tanto dalla chiarezza insediativa
quanto dalla cura del progetto dei prospetti e degli
spazi aperti, dell’intervento in costruzione a Milano
in via Zoia, progettato da Vincenzo Gaglio, Luca
Mangoni e Prassicoop per due diverse cooperative
di abitanti che si sono aggiudicate, tramite bando,
un’area di proprietà comunale. Si stanno poi via via
concludendo, sempre a Milano, gli interventi di casa
pubblica esito dei due concorsi di architettura ‘Abitare
a Milano’ banditi dal Comune. MAB Arquitectura,
Consalez Rossi e Saverino Vudafieri, Remo DorigatiOdA associati, Cecchi & Lima, Alessandra Macchioni:
progettisti di età, provenienza e cultura architettonica
Nel lotto di un futuro parcheggio
multipiano in via Montello a Milano,
accanto all’intervento di Herzog
& de Meuron per Feltrinelli,
l’associazione Giardini in Transito,
cui appartengono Atelier delle Verdure
e Blulab, sta realizzando dal 2011
un giardino temporaneo – da poco
intitolato alla vittima della ‘ndrangheta
Lea Garofalo – che coinvolge cittadini
e associazioni.
In 2011, on the site of a future
multi-storey car park in Via Montello,
Milan (next to Herzog & de Meuron’s
project for Feltrinelli), the Giardini in
Transito association, whose members
include Atelier delle Verdure and Blulab,
set up a temporary garden – recently
dedicated to ’Ndrangheta victim
Lea Garofalo – engaging citizens
and associations.
COURTESY ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO
COURTESY ASSOCIAZIONE GIARDINI IN TRANSITO
124 / ITALIAN JOURNEY
Tra i primi giardini comunitari milanesi,
il progetto è un intervento leggero,
pensato per rendere fruibile lo spazio
utilizzando materiali di recupero e low
cost (legno e pavé dismesso dalle
strade cittadine). La conservazione del
verde esistente, all’insegna della
‘biodiversità urbana’, si affianca alla
creazione di orti didattici per i bambini.
One of Milan’s first community gardens,
this light-intervention upgrade project
was to make the space usable, with
low-cost recycled materials (wood and
paving from city streets). Conservation
of extant greenery, in the quest for ‘urban
biodiversity’, flanks creation of
educational vegetable plots for children.
* Paolo Mazzoleni
Professore presso la Facoltà di
Architettura Civile del Politecnico
di Milano, Consigliere dell’Ordine
degli Architetti PPC della Provincia
di Milano, Presidente della Commissione
del Paesaggio del Comune di Milano.
Professor at the Faculty of Civil
Architecture at Milan Polytechnic,
board member of the Register of
Architects of Milan Province, and
chairman of the Landscape Commission
for Milan City Council.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 127
© MARCO INTROINI
molto diversa, spesso in raggruppamenti ampi ed
eterogenei, hanno prodotto interventi interessanti e
in gran parte convincenti, costruendo un laboratorio
diffuso di nuove pratiche. Non senza difficoltà, la
qualità si è fatta largo anche nei processi di modifica e
addizione all’esistente, come nel caso del sopralzo di
un edificio residenziale comunale a Cinisello Balsamo
curato da Studio Albori. Più in generale, la sensazione
è che questo ritorno di attenzione al tema dell’abitare
abbia giovato alla qualità dell’architettura residenziale
in generale, si pensi all’intervento di Park Associati ad
Azzate o a quello di Consalez Rossi a Bornasco.
Benché la crisi si sia abbattuta con particolare
drammaticità sui conti pubblici, soprattutto degli enti
locali, e sui budget a disposizione di fondazioni e
associazioni, questi ultimi anni hanno visto anche
la produzione di un numero importante di piccoli
edifici pubblici di grande qualità e interesse. Pensiamo
per esempio al centro civico NoiVoiLoro di ifdesign
a Erba e al Centro Studi FLA di Giuseppe Marinoni a
Seveso. O a interventi ancora più piccoli, ma non per
questo meno interessanti, come l’ampliamento del
Museo del Castello di Legnano di Francesco Colorni
e Elena Tirinnanzi, l’ampliamento dell’oratorio
parrocchiale di Carvico di Gianluca Gelmini, la
Biblioteca civica ‘Elsa Morante’ di DAP studio a Lonate
Ceppino o il centro civico e sala consiliare a Cadorago
di Marco Castelletti. Ci sono poi molti e interessanti
progetti di spazio pubblico, esercizi di qualità e
parsimonia, come la piazza parrocchiale di Robbiano
sempre di ifdesign, il Piccolo Parco a Bertonico
di Studio Albori o il parco di via Regina a Brienno
di Lorenzo Noè. Fino ad arrivare alle pratiche più
informali come il progetto di giardino temporaneo
in viale Montello a Milano curato da Atelier delle
Verdure e Blulab. La crisi si fa, in questi e in molti altri
progetti recenti della nostra regione, occasione
di ripensamento, di crescita, di affermazione culturale.
Un ritorno alla necessità, lontano da gigantismi e
archistar, di cui l’architettura, forse, aveva bisogno.
It seems natural to associate quality architecture with
periods of expansion, growth or rebirth of a country
or a region. For instance, my generation of architects
grew up studying the architecture that developed
in Spain and Portugal following the fall of their
dictatorships. It is more difficult to imagine the
formation of an architectural scenario of some interest
at the height of a shocking recession that has hit,
above all, the construction sector. Yet some currents
are moving Karst-like in the underground architectural
culture of our region. The most interesting exponents
of the latest generations of architects are characterized
by pragmatic, cosmopolitan training, often pursuing
quality of design with dogged determination and
transforming the most minute opportunities and
the most difficult issues into culturally relevant
interventions. A set of political, administrative and
economic reasons, for example, has brought the theme
of social housing to the fore. In recent years, Lombardy
has evolved into a workshop of different housing
policies (public, private, social cooperatives, linked to
the third sector) through significant production,
including from an architectural standpoint. There is
the linguistic and typological clarity of Verso Casa,
the building designed by Studio Nomos in Bergamo.
Or the urban efficacy, supported both by the clarity of
settlement and the attentive design of facades and open
spaces for the site under construction in Milan’s
Via Zoia, designed by Vincenzo Gaglio, Luca Mangoni
and Prassicoop for two different residents’ cooperatives,
which were awarded through tender for a municipallyowned area. Even in Milan the work is now drawing to a
close for social housing commissioned by the municipal
authority’s two ‘Abitare a Milano’ architectural
competitions. MAB Arquitectura, Consalez Rossi and
Saverino Vudafieri, Remo Dorigati-OdA associati,
Cecchi & Lima, Alessandra Macchioni: designers of very
different ages, backgrounds and architectural culture,
and often in large and dissimilar groups, have produced
interesting and largely persuasive actions, creating an
extensive compendium of new practices. Not without
difficulty, quality has also elbowed its way into the
processes of modification and development to the
extant, as in the case of Studio Albori’s addition of
a storey to a municipal residential building in Cinisello
Balsamo. More generally, the feeling is that this return
to the theme of living has benefited the quality of
residential architecture overall, considering as examples
the Park Associati project in Azzate, or the Consalez
Rossi work in Carrara. Although the crisis has been
particularly serious for public funds, especially local
governments and the budget available to foundations
and associations, in recent years a significant number of
© MARCO INTROINI
© MARCO INTROINI
126 / ITALIAN JOURNEY
small, interesting and good quality public buildings have
been produced. For instance, ifdesign’s NoiVoiLoro civic
centre in Erba, and Giuseppe Marinoni’s Centro Studi
FLA in Seveso. Or the even smaller but no less
interesting projects such as the extension of Legnano’s
Museo del Castello by Francesco Colorni and Elena
Tirinnanzi, enlargement of Carvico parish oratory by
Gianluca Gelmini, the Biblioteca Civica ‘Elsa Morante’
by DAP studio for Lonate Ceppino, or the civic centre
and council chamber in Cadorago, by Marco Castelletti.
There are also many interesting projects for public space,
exercises in quality and frugality like Robbiano parish
square (ifdesign again), Bertonico Piccolo Parco
by Studio Albori, or Lorenzo Noè’s park in Via Regina,
Brienno. To say nothing of more informal practices such
as the temporary garden project in Viale Montello, in
Milan, produced by Atelier delle Verdure and Blulab.
In these and in many other recent projects in our region,
the crisis has created opportunities to rethink, to grow,
to make cultural statements. A return to something
architecture may well be needing, and light years away
from mega projects and archistars. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Nell’ambito del concorso ‘Abitare
Milano’, il complesso di social housing
realizzato in via Ovada da Cecchi
& Lima con Antonio Perazzi (progetto
del verde) dedica grande attenzione
all’interazione tra spazio pubblico e
privato. La forma a U asimmetrica del
complesso – cui appartiene anche una
torre – delimita un parco pubblico.
I servizi si dispongono al piano terra.
The social housing complex built in Via
Ovada by Cecchi & Lima with Antonio
Perazzi (garden design) was part of the
‘Abitare Milano’ competition and focuses
closely on the interaction between public
and private space. The asymmetrical
U-shaped complex, which also includes
a tower, borders a public park. Services
are all on the ground flour.
BIBLIOTECA COMUNALE
MUNICIPAL LIBRARY
ERBA, COMO 2009-2010
L’edificio si pone come primo elemento di riconfigurazione di una zona di transizione
tra storiche aree industriali dismesse e nuove edificazioni residenziali e terziarie.
Si tratta di un ambito strategico nella struttura di Erba, città che si è consolidata
tramite l’addizione e la saldatura di nuclei abitativi policentrici, rafforzando
la vocazione di quest’area a potenziale centro urbano cui concorre oggi la
dismissione di grandi ambiti industriali. La biblioteca presenta perciò un basamento
murario in cemento a vista che da un lato ricuce il fronte stradale, dall’altro
sottolinea, attraverso un grande portico di ingresso, l’accessibilità al prossimo
ambito di riqualificazione urbanistica, ponendosi come primo dispositivo del futuro
disegno dello spazio pubblico. Appoggiato sul basamento, un essenziale volume
stereometrico in legno e vetro segnala con la sua trasparenza la propria identità
di luogo di lettura, rinviando metaforicamente a un contenitore di libri: una
biblioteca è infatti disegnata da scaffalature in legno, che in questo caso diventano
edificio. Mentre dunque il compatto e omogeneo basamento è destinato a essere
rivestito da una cortina vegetale, il primo piano è a nord totalmente vetrato allo
scopo di offrire il migliore orientamento per la lettura. Le vetrate a tutta altezza in
vetro di sicurezza, isolato e stratificato, sono incorniciate da partiture in legno che
disegnano e ritmano la facciata. I lati corti sono ciechi, mentre verso l’area che
guarda i fabbricati industriali, destinata a includere un giardino, la facciata è
attraversata da un lungo e sottile taglio vetrato. L’essenzialità dei materiali ritorna
negli interni. Materiali ‘duri’ connotano piano terra e seminterrato, mentre il legno
del pavimento della sala di lettura allude a quella dimensione, intima e riflessiva,
che secondo i progettisti deve caratterizzare una biblioteca a scaffale aperto.
PROGETTO / DESIGN
DARIO CAZZANIGA, ANGELO MONTI,
MARCO ORTALLI
COLLABORATORI / COLLABORATORS
LUISA LOCATELLI, MARGHERITA MOJOLI
IMPIANTI / PLANT
TIZIANO ZAPPA, PAOLO SARTORI
IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY
CICERI, COSTRUZIONI EDILIZIE SPA
© FILIPPO SIMONETTI
© FILIPPO SIMONETTI
ITALIAN JOURNEY / 129
© FILIPPO SIMONETTI
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© FILIPPO SIMONETTI
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© FILIPPO SIMONETTI
128 / ITALIAN JOURNEY
The library stands as the initial element for the reconfiguration of a transition zone
between the historic brownfields and new residential and business buildings.
It is in a strategic context for the layout of Erba, a town that developed through
addition and seaming of polycentric settlements, reinforcing the local vocation
as a potential urban centre, today engaged in the upgrading of large-scale
industrial areas. The library thus has base walls in exposed concrete that connect
with the street frontage on one hand but on the other emphasize with a large
entrance porch accessibility to the subsequent step in urban redevelopment, as
the first device for future design of public space. The base supports an understated
stereometric wood and glass block whose transparencies reveal its identity as a
place for reading, with metaphorical reference to a book container: a library is,
indeed, defined by wooden shelving and in this case the shelving constitutes the
building. The compact, uniform base is intended to be enhanced by a curtain of
greenery and the first floor is fully glazed to the north to provide the best ambiance
for reading. The full-height glazing is in laminated, insulated safety glass with
wood panel framing that outlines and accents the façade. The short sides are
windowless, while the façade towards the industrial buildings, designed to border
a garden area, is traversed by a long, narrow glass strip. The simplicity of the
materials is reiterated inside. ‘Hard’ materials are featured on the ground floor
and in the basement, while the reading room has a wooden floor alluding to
the intimate, meditative dimension that the designers insist should characterize
an open-shelf library.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 131
MUSEO DEL VIOLINO
CREMONA 2013
La Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari tutela e promuove l’arte liutaria,
antica tradizione cremonese riconosciuta Patrimonio Immateriale dell’Umanità
UNESCO. Il nuovo museo è ospitato dal Palazzo dell’Arte, prestigioso edificio
realizzato da Carlo Cocchia negli anni ’40, già sede della Scuola di Liuteria.
L’antistante piazza Marconi, in pietra e metallo, cela un parcheggio sotterraneo
e anticipa un’area archeologica romana. Caratterizzato da una marcata
multimedialità, il percorso museale spazia dalla liuteria antica – di cui conserva
preziose testimonianze di Stradivari, Guarneri e Amati – a quella contemporanea.
Cuore del progetto, l’auditorium per musica da camera ‘Giovanni Arvedi’ si pone
come scultorea conchiglia lignea da 500 posti, la cui centinatura appare impostata
su ‘curve di livello’ e le cui forme organiche favoriscono l’eccellenza dell’ascolto.
Le superfici verticali sono finite in legno d’acero, il rovere caratterizza pavimenti,
percorsi e gradonate, il cedro dell’Alaska connota il palco di forma ovale, posizionato
centralmente al fine di consentire la migliore visuale. La perfetta acustica permette
l’utilizzo di questo spazio anche come sala di incisione.
The Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari protects and promotes the art
of violin-making, an ancient Cremona tradition recognized by UNESCO as Intangible
Heritage. The new museum is housed in Palazzo dell’Arte, a prestigious building
designed by Carlo Cocchia in the 1940s, and formerly the home of the Scuola di
Liuteria, the school of violin-making. Piazza Marconi opposite, with its stone
and metal features, covers an underground parking area and is adjacent to a Roman
archaeological site. The museum layout is characterized by its striking multimedia
traits, ranging from ancient stringed instruments (with valuable examples by
Stradivari, Guarneri and Amati) to contemporary production. The heart of the project
is the 500-capacity ‘Giovanni Arvedi’ chamber music auditorium, a sculpted wooden
shell whose contoured curves and organic forms promote sound excellence. The
vertical surfaces are finished in maple, the flooring, aisles and tiering are in oak, while
Alaska cedar has been used for the oval stage, set in the centre to offer the best views.
The perfect acoustics mean this space is also suitable as a recording studio.
© HERZOG & DE MEURON
PROGETTO / DESIGN
GIORGIO PALÚ & MICHELE BIANCHI
ARCHITETTI-ARKPABI
(MDV, PIAZZA MARCONI, AUDITORIUM)
CONSULENTE PER L’ACUSTICA
AUDITORIUM ‘GIOVANNI ARVEDI’
CONSULTANT FOR ‘GIOVANNI ARVEDI’
AUDITORIUM ACOUSTICS
YASUHISA TOYOTA-NAGATA ACOUSTICS
FELTRINELLI PER PORTA
VOLTA / FELTRINELLI
FOR PORTA VOLTA
MILANO 2008-IN PROGRESS
La Fondazione Giangiacomo Feltrinelli ha individuato presso Porta Volta – nell’area
nord del centro storico lungo il tracciato delle ex mura spagnole, ancora segnata
dalle distruzioni della Seconda guerra mondiale – l’ambito ideale per lo sviluppo
delle proprie attività culturali, cui pertiene l’apertura al pubblico del suo importante
archivio. Insieme alla Fondazione sorgeranno due edifici direzionali (uno della
Feltrinelli e uno comunale), punti di incontro e ristoro, ampi spazi verdi e piste ciclabili
con percorsi pedonali, pensati come estensione e prolungamento dei viali. Il progetto,
sdoppiato sui viali Crispi e Pasubio, evidenzia la presenza della Porta rendendo
omaggio alla tradizione milanese nella scelta degli edifici gemelli, nella semplicità e
imponenza della scala architettonica, nello stretto impianto lineare che caratterizza
le cascine della campagna lombarda e il quartiere Gallaratese di Aldo Rossi.
Struttura, ripetizione e tetto-facciata sono i principali temi linguistici affrontati dal
nuovo complesso, in cui l’equilibrio tra pieni e vuoti, opacità e trasparenza genera il
ritmo che consente la compresenza di mix funzionale e unitarietà stilistica.
The Fondazione Giangiacomo Feltrinelli has identified the perfect site for developing its
cultural activities, with opening of its important archives to the public. The area is near
Porta Volta (in the area north of the historic centre along the layout of the old Mura
Spagnole) and it still bears the traces of the damage caused by World War II. Alongside
the Foundation, two office complexes will be built, one serving Feltrinelli and the other
the municipal authority. There will also be social and catering areas, ample greenery
and cycle paths with pedestrian walkways, conceived as the extension and
continuation of the avenues. The project is in two parts, on Viale Crispi and Viale
Pasubio, and highlights the presence of the Porta Volta gate, paying homage to Milan’s
tradition of twinning buildings, simplicity and impressive architectural scale, in the
close linear plan that characterizes Lombardy’s rural farmsteads and Aldo Rossi’s
Quartiere Gallaratese. Structure, repetition and roof-facades are the key themes of
expression addressed in the new complex, whose equilibrium of solids and voids,
opacity and transparency, generates the pace that allows a simultaneous mix of
practicality and stylistic unity.
© HERZOG & DE MEURON
© HERZOG & DE MEURON
© HERZOG & DE MEURON
© MINO BOIOCCHI
© MINO BOIOCCHI
© MINO BOIOCCHI
130 / ITALIAN JOURNEY
PROGETTO / DESIGN
HERZOG & DE MEURON-JACQUES HERZOG,
PIERRE DE MEURON, ANDREAS FRIES,
STEFAN MARBACH
PARTNER ARCHITECTS
SD PARTNERS
INGEGNERIA STRUTTURALE
STRUCTURAL ENGINEERING
ZARING SRL
INGEGNERIA MECCANICA
MECHANICAL ENGINEERING
POLISTUDIO A.E.S.
CLIENTE / CLIENT
FINAVAL SPA (GRUPPO FELTRINELLI)
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 133
PROGETTO / DESIGN
5+1AA ALFONSO FEMIA, GIANLUCA PELUFFO,
SIMONETTA CENCI
RESPONSABILI DI PROGETTO
CHIEF DESIGNERS
FRANCESCA PIRRELLO, FRANCESCA RECAGNO
(FASE PROGETTUALE ED ESECUTIVO/DESIGN
PHASE AND EXECUTIVE); ALESSANDRO BELLUS,
VINCENZO MARCELLA (EDIFICI/BUILDINGS
12/13 E FASE DI CANTIERE/AND
CONSTRUCTION PHASE)
GRUPPO DI PROGETTAZIONE / TEAM
LORENZA BARABINO, CATERINA FUMAGALLI,
FRANCESCO FUSILLO, MARIA CRISTINA
GIORDANI, VALENTINA GRIMALDI, SARA
MASSA, ROBERTA NARDI, MICHELE NICASTRO,
CAROLA PICASSO, ARIANNA PONZI,
GIULIA TUBELLI
INGEGNERIA STRUTTURALE,
IMPIANTISTICA E AMBIENTALE
STRUCTURAL AND ENVIRONMENTAL
ENGINEERING AND PLANT
AI ENGINEERING S.R.LI
IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY
COSTRUZIONI SANDRINI SRL
CLIENTE / CLIENT
REGOLO S.R.L., DRACO S.R.L.
© ERNESTA CAVIOLA
The project area is located south-west of the town of Brescia, just outside the walls
and ring road. The project is part of the park system that skirts the urban walls and
develops a strong permeability with the context, emphasized by the orientation and
position of the buildings. In a pivotal position between the compact historic fabric and
the brownfields, the complex focuses on the balancing and relationship between
solids and voids. Overlooking a central public park and conceived as a crossable
‘inhabited wall’ that fences the lot, the building has a more urban frontage and a more
private inner façade: horizontality and compactness – highlighted by the use of
ceramics – denote the exterior prospect, while the interior uses a marked vertical
fragmentation to reduce perception of the scale of the building by breaking it down
into smaller residential units. Characterized by the tripartite foundation-elevationcoping design, the complex also looks to the park with intensified volumes developed
by the presence of overhangs, loggias and terraces. The dwellings comply with energy
class A requirements.
© ERNESTA CAVIOLA
BRESCIA 2013
L’area di progetto si trova a sud-ovest del centro storico di Brescia, immediatamente
al di fuori delle mura e della circonvallazione. Il progetto si inserisce nel sistema
di verde che si sviluppa lungo le mura e mantiene con il contesto una forte
permeabilità, sottolineata da orientamento e giacitura degli edifici. Collocandosi
in posizione di cerniera tra tessuto storico compatto e aree industriali dismesse, il
complesso si concentra sul bilanciamento e la relazione tra pieni e vuoti. Affacciato
su un parco pubblico centrale e pensato come ‘muro abitato’ attraversabile di
recinzione del lotto, l’edificio presenta un fronte esterno più urbano e uno interno
più privato: orizzontalità e compattezza – sottolineate dall’uso della ceramica
– connotano infatti il prospetto esterno, una marcata frammentazione verticale,
che riduce la percezione della scala dell’edificio suddividendolo in unità abitative
più minute, quello interno. Connotato dalla tripartizione basamento-elevazionecoronamento, il complesso presenta inoltre verso il parco una maggiore
articolazione volumetrica cui concorre la presenza di aggetti, logge e terrazzi.
Le residenze ottemperano ai requisiti di classe energetica A.
© ERNESTA CAVIOLA
COMPLESSO
RESIDENZIALE LIFE
NELL’EX COMPARTO
DRACO / LIFE
RESIDENTIAL COMPLEX
IN THE OLD DRACO
DISTRICT
© ERNESTA CAVIOLA
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© ALESSIO GUARINO
132 / ITALIAN JOURNEY
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 135
© PIETRO SAVORELLI
© PIETRO SAVORELLI
© PIETRO SAVORELLI
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© PIETRO SAVORELLI
134 / ITALIAN JOURNEY
NUOVE COMUNITÀ
PROTETTE PER DISABILI
MENTALI, CENTRO SAN
GIOVANNI DI DIO / NEW
SAFE COMMUNITIES
FOR THE MENTALLY ILL
BRESCIA 2011-2012
Prima realizzazione nell’ambito della riqualificazione funzionale ed energetica
del Centro San Giovanni di Dio, noto istituto pubblico di ricovero e cura, il nuovo
padiglione sorge sull’area di un vecchio campo da calcio. Attesta a pettine due
corpi di fabbrica ‘residenziali’ a un piano, da 20 posti letto ciascuno, su un blocco
servizi a doppia altezza con funzioni connettive. Una progettazione partecipata,
espressamente mirata ai fruitori finali, ha portato a grandi regolarità e semplicità
distributive e funzionali, mentre la tecnologia costruttiva Struttura/Rivestimento
è finalizzata a contenimento dei consumi, rapidità di esecuzione, facilità di
manutenzione e riciclabilità dei componenti. La complessa impiantistica sanitaria
è integrata da sistemi di sfruttamento delle energie rinnovabili; l’involucro edilizio
iper-isolato garantisce elevate prestazioni. Un portico, accessibile esternamente
da tutto l’edificio grazie a un percorso coperto ad anello, conclude la corte centrale,
fulcro delle attività riabilitative e sociali durante la stagione mite. Le sistemazioni
esterne (movimenti di terra, piantumazioni, percorsi) rispondono a una variabilità
di temi moderati utili alle funzioni terapeutiche.
PROGETTO / DESIGN
AIACE SOCIETÀ DI INGEGNERIA,
BRESCIA PROGETTI
COLLABORATORI / COLLABORATORS
GAPPROGETTI
CLIENTE / CLIENT
PROVINCIA LOMBARDO VENETAFATEBENEFRATELLI
SUPERFICIE / AREA
3300 M² CA.
The new pavilion is the first construction in the function and energy upgrading
framework of the Centro San Giovanni di Dio, a public in-patient and treatment
unit located on the site of an old football pitch. It comprises two residential
buildings in a comb layout over a double-height services block serving as a
connector device. A well-considered design specifically targeting its end users
and offering extremely regular, simple layout and functions, while the Structure/
Cladding construction technology aims to curb consumption and achieve fast
building, serviceability, and recyclable components. The healthcare complex is
integrated with renewable energy source systems and the hyper-insulated
building envelope ensures cutting-edge performance. A porch, accessible
externally from the entire building thanks to a covered circular walkway, encloses
the central courtyard that is the fulcrum of rehabilitation and social activities
during warm weather. Outdoor design (ground movement, plantings, paths) meet
the need for a variety of qualified therapeutic functions.
RECUPERO
MANIFATTURA TOSI,
NUOVA SEDE
BIBLIOTECA E CENTRO
CIVICO / CONVERSION
OF MANIFATTURA TOSI,
NEW LIBRARY AND CIVIC
CENTRE
CASTELLANZA, VARESE
2002-2004
L’intervento si inserisce nel recupero dell’ex apprettificio Tosi e del lungofiume
dell’Olona, su cui affaccia insieme ad altre aree industriali dismesse. La
trasformazione del lungofiume è stata pensata come occasione di riqualificazione
urbana grazie alla creazione di un sistema integrato di attrezzature, in cui la
conversione dell’area Tosi in Mediateca Civica e Spazio espositivo/conferenze
si pone come cerniera con il centro cittadino. Le peculiarità dell’edificio industriale
sono state mantenute, sovrapponendo in modo non mimetico nuovi elementi come
i bow-window vetrati che, inseriti nelle aperture esistenti, diventano schermi per la
comunicazione, supporti per la proiezione, bacheche espositive o – grazie alle luci
di colore cangiante – ‘lampade’ protese verso la città, ribadendo la costante osmosi
interno-esterno che caratterizza l’intervento. In contrapposizione con la geometria
ortogonale del volume, gli interni si organizzano liberamente nello spazio,
disegnando isole funzionali autonome relazionate tra loro secondo la logica
dell’arcipelago. Lo stacco tra nuovi volumi interni ed ex opificio è sottolineato dai
materiali: smalti e vetri colorati, policarbonato e MDF antracite dei nuovi spazi si
contrappongono a matericità e imperfezioni del laterizio originario. Gli spazi esterni
lungo l’Olona – in cemento lavato e acciaio corten – sono stati pensati come ‘vassoi
d’erba’ sollevati da terra, mentre volte in mattoni, pilastrini e decorazioni in cemento
dell’edificio originario sono stati recuperati. Gli interventi interni sono stati realizzati
prevalentemente attraverso arredi, vetrate ed elementi in cartongesso allo scopo
di minimizzare demolizioni e trasformazioni, consentendo flessibilità e rapidità
di esecuzione. Particolare attenzione è stata dedicata ai serramenti, che assolvono
anche a fini impiantistici per l’illuminazione e il condizionamento termico. Il
recupero della manifattura Tosi ha vinto il Premio Inarsind/Arch+ Built Architecture
2010 ed è stato esposto al Festival della Cultura di Jiangsu (Nanchino 2005).
PROGETTO / DESIGN
DAP STUDIO/ELENA SACCO PAOLO DANELLI, ANGELO ROCCHI
COORDINAMENTO / COORDINATION
PAOLO DANELLI
D.L. / SITE ENGINEER
ANGELO ROCCHI
INGEGNERIA STRUTTURALE
STRUCTURAL ENGINEERING
CESARE CARNELLI
IMPIANTI / PLANT
LUCIANO CANCELLERINI
CLIENTE / CLIENT
COMUNE DI CASTELLANZA
The project is part of the renovation of the former Tosi textile finishing plant and
the Olona embankment, where other brownfields are also located. The upgrading
of the riverside was conceived as an opportunity for urban renewal through the
creation of an integrated system of facilities in which the Tosi site would be
converted into a municipal media library and exhibition-conference space focal to
the town centre. The peculiarities of the industrial building have been maintained,
and overlapped with new, non-mimetic elements such as bow windows that are
inserted into existing openings and become screens for communication,
screening supports, display boards or – thanks to the changing light colours –
‘lamps’ reaching out towards the town, stressing the constant interior-exterior
osmosis that characterizes the project. In contrast to the block’s orthogonal
geometry, the interiors are organized freely in the space, mapping out functional
and autonomous interrelated islands in an archipelago logic. The gap between
new inner volumes and the old factory is underscored by materials used: enamels
and coloured glass, the anthracite polycarbonate and MDF of the new spaces
contrasting with the textures and imperfections of the original brick. The outdoor
areas along the Olona – in washed concrete and corten steel – were conceived as
‘trays of grass’ raised from the ground, while the original building’s brick vaults,
concrete pillars and decorations have been recovered. The indoor interventions
were carried out mainly with furnishings, glass and plasterboard elements that
minimized demolitions and conversions, enabling flexibility and speed of
execution. Particular attention was given to windows and doors, which also
contribute to plant and systems for lighting and temperature control. The
renovation of the Manifattura Tosi site won the Inarsind/Arch+ Built Architecture
2010 award and was exhibited at the Jiangsu Festival of Culture (Nanjing 2005).
© ANDREA MARTIRADONNA
ITALIAN JOURNEY / 137
© ANDREA MARTIRADONNA
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© ANDREA MARTIRADONNA
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© ANDREA MARTIRADONNA
136 / ITALIAN JOURNEY
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 139
MILANO 2002-IN PROGRESS
Il celebre polo universitario si connota da sempre per l’alto profilo architettonico,
cui hanno contribuito progettisti come Pagano, Muzio, Gardella. In seguito a un
concorso internazionale, il campus si è dotato tra 2002 e 2008 di un nuovo edificio
di accesso, progettato dalle irlandesi Grafton Architects e subito insignito del
premio World Building of the Year. Ispirato al Broletto – luogo pubblico in cui
convivono cortili e volumi sopraelevati – l’edifico marca continuità e osmosi tra città
e ateneo. L’ingresso si affaccia su viale Bligny con una sorta di piazza, che porta
all’ampia vetrata trasparente a precipizio sul grande foyer vetrato, scavato su parte
del primo e secondo livello interrato e strumento di connessione visiva con la città.
Con un costo di 100 milioni di euro e una superficie di 68.628 m², l’edificio ospita
spazi pubblici – Aula Magna, foyer, cinque sale congressi – e direzionali (731 uffici
e 53 tra sale riunioni, sale break e sale server), rendendo omaggio ai palazzi milanesi
“duri all’esterno, amichevoli all’interno” (come dichiarato dalle Grafton) grazie
all’involucro in Ceppo di Gré, tipica pietra locale. Il marciapiede di 90 m su via
Röntgen prosegue nell’edificio, portando con sé la pavimentazione urbana in pietra.
Il progetto ruota intorno ai concetti-base di volumi flottanti e luce naturale,
interpretando gli uffici come spazi sospesi a formare un ‘paesaggio sopraelevato e
abitato’. Il nuovo campus progettato da SANAA sorgerà invece nell’area dell’ex
Centrale del Latte, collegata a nord al Campus esistente da edifici residenziali
e universitari. Le nuove dotazioni (sedi dei programmi master ed executive,
recreation center, dormitori) saranno immerse in un parco pubblico di 17.500 m².
I diversi nuclei si toccano tra loro in modo da creare agevoli passaggi e
determinando un perimetro continuo che sigilla la scuola dall’esterno. All’interno,
l’intero complesso si basa su trasparenza e permeabilità. Ogni nucleo è impostato
su un corpo di fabbrica ridotto, garantendo agli interni l’esposizione alla luce
naturale, offrendo ampie aperture sul parco e ottimizzando la ventilazione naturale.
EDIFICIO ACCESSO
UNIVERSITÀ / UNIVERSITY
ACCESS BUILDING
PROGETTO / DESIGN
GRAFTON ARCHITECTS-YVONNE FARRELL,
SHELLEY MCNAMARA
PROJECT MANAGER
PROGETTO CMR
INGEGNERIA STRUTTURALE E CIVILE
STRUCTURAL AND CIVIL ENGINEERING
STUDIO INGEGNERIA E.PEREIRA
INGEGNERIA MECCANICA
ED ELETTRICA / MECHANICAL
AND ELECTRICAL ENGINEERING
AMMAN PROGETTI
CONSULENTE AMBIENTALE
(CONCORSO)/ENVIRONMENTAL
CONSULTANTS (COMPETITION STAGE)
BDSP
CONSULENTE PER L’ACUSTICA
ACOUSTICS CONSULTANT
ARPSERVICE S.P.A
MODELLO / MODEL MAKERS
PAUL HARRISON, CITY MODELS
CONTRACTOR
GDM CONSTRUZIONI S.P.A
NUOVO CAMPUS /
NEW CAMPUS
PROGETTO / DESIGN
SANAA-KAZUYO SEJIMA + RYUE
NISHIZAWA
The famous university campus has always been distinguished by its elevated
architectural content, sustained by designers such as Pagano, Muzio, Gardella.
Following an international competition, the campus was integrated (2002–2008) with
a new building, designed by Ireland’s Grafton Architects, immediately winning the
World Building of the Year award. Inspired by the Broletto, a public place where
courtyards and raised blocks cohabit, the building defines continuity and osmosis
between the city and the university. The entrance is located on Viale Bligny with a kind
of plaza that leads to a huge transparent glass panel sheer over the large glazed foyer,
inserted in part of the first and second basement level, serving as a visual linkage with
the city. At a cost of 100,000,000 euros and covering an area of 68,628 m², the building
houses public spaces (auditorium, foyer, five conference rooms) and the
administrative area (731 offices and 53 meeting, break, and server rooms), paying
homage to the Milanese building that Grafton describe as tough on the outside,
friendly on the inside, thanks to the envelope in Ceppo di Gré, a typical local stone. The
pavement of 90 m on Via Röntgen penetrates the building, bearing with it the urban
paving stones. The design revolves around the basic concepts of floating volume and
natural light, interpreting the offices as suspended spaces to form a ‘suspended,
inhabited landscape’. Then there is the new campus, designed by SANAA, which will be
built in the area of the former dairy Centrale del Latte, connected to the north of the
campus by existing residential and academic buildings. The new facilities (Masters’
programme and executive offices, recreation centre, dorms) will be set in a public park
of 17,500 m². The individual blocks are connected so as to provide easy access and
define a continuous perimeter that seals the school from the exterior. Inside, the
whole complex focuses on transparency and permeability. Each unit is set in a low
building, ensuring the interiors receive natural light, offering large openings onto the
park and optimizing natural ventilation.
© PAOLO TONATO/CAMERA WORK
UNIVERSITÀ E CAMPUS
LUIGI BOCCONI / LUIGI
BOCCONI UNIVERSITY
AND CAMPUS
© PAOLO TONATO/CAMERA WORK
© PAOLO TONATO/CAMERA WORK
© PAOLO TONATO/CAMERA WORK
138 / ITALIAN JOURNEY
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 141
ERBA, COMO 2006-2010
Causa l’assenza di finanziamenti pubblici, l’80% delle attività organizzate dal Centro
sostengono il vero obiettivo: l’assistenza sociale. Affacciato sulla ‘strip del loisir’
di un’area a prevalenza industriale, il complesso presenta quindi spazi destinati
a svariate attività: caffé-ristorante con cucine professionali, teatro, laboratori
di danza, attività lavorative, residenze temporanee, pista da ballo, centro di
rieducazione. Il terreno di scavo è stato modellato per realizzare due grandi spazi
aperti destinati alle feste estive e formare dune verdi pensate come barriere
acustico-visive. Collocati intorno alle dune, gli edifici si organizzano come una sorta
di campus e si caratterizzano per la notevole complessità programmatica, in
un equilibrio tra dimensione individuale e collettiva denunciata dal comune DNA
architettonico. La copertura produce una piega che si ripete con differenti significati
e misure: nel teatro contribuisce alla rottura del suono, nel ristorante rettifica
la quota del pavimento, nelle residenze temporanee acquista carattere domestico,
nei laboratori quello originario di shed. Il masterplan si sviluppa su tre giaciture
deformate nella terza dimensione, rendendo l’architettura esercizio di controllo
delle geometrie. Nel tetto del teatro ogni linea di colmo è differente e non
ortogonale; il palcoscenico apre tre volte, una all’interno e due verso lo spazio
aperto; nel prospetto affacciato sulla pista da ballo è scavata una panca su cui
la dama attende – come nella tradizione del ballo liscio e popolare – l’invito da parte
del cavaliere. In questo gioco tra nascondersi e apparire, l’interfaccia con la ‘strip
del loisir’ sulla strada principale produce relazioni mutevoli. Appare e scompare con
il riflesso della luce sulla parete di UGLAS nelle differenti ore del giorno e secondo
le auto che percorrono la strada. La grande scritta si muove nelle viste trasversali,
frontalmente scompare, cambia colore secondo il senso di marcia. Di notte i fari ne
abbagliano i giunti catarifrangenti, facendola apparire come un lampo nel buio. Nel
2011 il centro è stato nominato al Premio Mies van der Rohe ed è risultato finalista
al premio INARCH. Ha vinto il Premio Maestri Comacini 2012 Nuove Costruzioni
dell’Ordine APPC di Como.
PROGETTO / DESIGN
IFDESIGN-FRANCO TAGLIABUE VOLONTÉ,
IDA ORIGGI
COLLABORATORI / COLLABORATORS
CHIARA TOSCANI, MARIA SILVIA DI VITA,
ELENA OGGIONI, MATTIA CIPRIANI
INGEGNERIA STRUTTURALE
STRUCTURAL ENGINEERING
VITTORIO MONTANINI
IMPIANTI / PLANT
TIZIANO ZAPPA, MASSIMO CANALI
VVFF / FIRE SERVICE
FRANCESCO VANETTI
IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY
ARTEC SRL
CLIENTE / CLIENT
NOIVOILORO SOCIETÀ COOPERATIVA
SOCIALE ONLUS
Due to lack of public funding, 80% of the activities organized by the centre pay
for its true goal, which is social work. Overlooking the leisure strip of a predominantly
industrial area, the complex thus offers spaces for a variety of activities: caférestaurant with professional kitchens, theatre, dance workshops, work activities,
temporary dwellings, dance floor, rehabilitation. The building terrain was shaped to
make two large open spaces intended for summer parties and to form green dunes
conceived as acoustic and visual barriers. Placed around the dunes, the buildings are
organized as a kind of campus and characterized by significant planning complexity,
in a balance between individual and collective dimensions shown by the shared
architectural roots. The roof is shaped into a fold that is repeated with different
meanings and measures: in the theatre it serves as a sound breaker, in the
restaurant it corrects the floor level, in the temporary dwellings it has a domestic
nuance, in the workshops has a shed-like identity. The master plan develops over
three layouts, with a warped third dimension, making the architecture an exercise
in controlling geometries. Every ridge line of the theatre roof is different and
non-orthogonal; the stage opens three times, once inwards and twice outwards to
the open space; the prospect facing the dance floor is carved out of a bench on which
the lady waits – a tradition in ballroom and folk dancing – for an invitation from the
gentleman. In this now-you-see-it-now-you-don’t effect, the interface with the
leisure strip on the main road shapes changing relationships. It appears and
disappears as the light bounces on the UGLAS wall at different times of day and
on the cars traveling on the road. The great inscription moves in the cross-section
views, disappearing at the front, changing colour according to the direction of travel.
At night the lights dazzle the reflector joints, conjuring up flashes in the dark. In 2011
the centre was a candidate for the Mies van der Rohe Award and a finalist for
the INARCH award. It won the Maestri Comacini prize in 2012 for new buildings,
awarded by Como’s register APPC.
© ANDREA MARTIRADONNA
CENTRO CIVICO E
SOCIALE ‘NOIVOILORO’ /
‘NOIVOILORO’ CIVIC
AND SOCIAL CENTRE
© ANDREA MARTIRADONNA
© ANDREA MARTIRADONNA
© ANDREA MARTIRADONNA
140 / ITALIAN JOURNEY
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
© COLONNA 57 PHOTO
© COLONNA 57 PHOTO
142 / ITALIAN JOURNEY
CENTRO SOCIOSPORTIVO CULTURALE
‘LUCIA’ / ‘LUCIA’ SOCIALCULTURAL-SPORTS
CENTRE
BOTTICINO, BRESCIA
1998-2006
Stadio e teatro appartengono a un complesso progetto – oggetto di un concorso
nazionale e comprensivo anche di biblioteca, scuola elementare e spazi per attività
sociali (non realizzati) – che interpreta il vasto vuoto di un’area residenziale come
parco pubblico. I materiali naturali, dal locale marmo di Botticino al legno, donano
coerenza unitaria a questo differenziato insieme di volumi, integrandoli nel
paesaggio. Nato per offrire alla collettività uno spazio flessibile dedicato a eventi
e manifestazioni, il teatro polifunzionale – in grado di assumere diverse
configurazioni interne grazie alle tribune mobili – è il cuore culturale del centro.
La pianta quadrata di 22,4 m di lato e la compatta volumetria prismatica evocano
il simbolo cittadino della Torre Civica. Il corpo di fabbrica è composto da una sala
principale da 300 posti con pavimento piano dotata di tribuna telescopica – che
permette un uso versatile dello spazio fino alla totale scomparsa della platea –
da una seconda sala più piccola e da una open-air in copertura. La vocazione
polifunzionale dell’edificio si basa sulla interadattabilità degli spazi e sulla
trasformabilità della sala maggiore. La configurazione apribile del fondale del
palcoscenico consente di trasferire all’esterno la platea, creando un fondale
naturale. Lo stadio costituisce uno degli elementi di bordo del nuovo parco civico
e si inserisce con omogeneità nel paesaggio, grazie all’uso degli stessi materiali
del teatro – pietra, intonaco e legno – e alla sistemazione del terreno, che riduce
l’impatto degli elementi di recinzione, creando una continuità visiva tra verde
recintato e verde aperto e pubblico. L’impianto è costituito da tre blocchi disposti
linearmente e separati tra di loro dai piazzali interni: il blocco di servizi per gli atleti
a sud, la tribuna al centro, il blocco servizi per il pubblico a nord. La geometria
è caratterizzata dalla forma ad arco del muro che delimita la tribuna, sagoma
le rampe di ingresso e definisce come spazio architettonico i piazzali di ingresso
del pubblico e degli atleti.
TEATRO / THEATRE
PROGETTO / DESIGN
SERGIO PASCOLO
COLLABORATORI / COLLABORATORS
MARCO CALLEGARO, BARBARA MASSEDO,
ANTONELLA MIANTE, FEDERICO PACE,
DIEGO PROFILI, SALVATORE REGIO
IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY
GABURRI SPA
CLIENTE / CLIENT
COMUNE DI BOTTICINO
STADIO / STADIUM
PROGETTO E D.L. / DESIGN AND SITE
MANAGEMENT
SERGIO PASCOLO
COLLABORATORI / COLLABORATORS
ACHILLE GENNARI
DIREZIONE OPERATIVA / WORKS
MANAGEMENT
DUILIO CONTI
INGEGNERIA STRUTTURALE
STRUCTURAL ENGINEERING
MG PROGETTI-MARIO GALLINARO
IMPIANTI / PLANT
STUDIO TECNICO RONZONI E ASSOCIATI
CLIENTE / CLIENT
COMUNE DI BOTTICINO
The stadium and theatre are part of a complex project and the subject of an overall
national competition that includes a library, elementary school and space for
socializing (not yet implemented, which interprets the vast void in a residential area as
a public park. Natural materials, from local Botticino marble to wood, afford a unitary
logic to this differentiated series of volumes, integrating them into the landscape.
Conceived to offer the community a flexible space dedicated to all kinds of events, the
multipurpose theatre can be configured in various ways thanks to its mobile indoor
grandstands, and is the cultural heart of the centre. The square layout (22.4 m per
side) and compact prismatic volume evoke the city’s iconic Torre Civica. The building
consists of: a main auditorium seating 300, with a flat floor fitted with a telescopic
grandstand that allows for a more versatile use of space until the stalls disappear
completely; a second, smaller hall; a roofed open-air space. The multifunctional
building’s vocation is one of inter-adaptability of spaces and transformability of the
main auditorium. The stage backdrop can also be opened and this allows the stalls to
be moved outdoors into a natural setting. The stadium is one of the elements
composing the new municipal park and fits seamlessly into the landscape, thanks to
the use of the same materials as the theatre – stone, plaster and wood – and the
fitting of the soil, which reduces the impact of fencing and creates a visual continuity
between enclosed greenery and that open to the public. The layout comprises three
blocks in a linear arrangement, separated by internal courts: the amenities for
athletes to the south, the grandstand in the centre, and public services in the north.
The geometry features arching walls that skirt the grandstand, contouring entrance
ramps for the public, and defining the entrance plazas for audiences and athletes as
architectural spaces.
ITALIAN JOURNEY / 143
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 145
BRESCIA 2003-2013
L’opera costituisce una svolta nel trasporto urbano bresciano. Il Metrobus è infatti
un sistema driverless, concepito per trasferire nelle città di medie dimensioni,
come Brescia, i vantaggi delle metropolitane tradizionali presenti nei grandi centri
urbani (Crew sta progettando anche le linea 4 della metro milanese). Il sistema
bresciano si basa su vetture elettriche di piccole dimensioni a guida automatica,
che viaggiano su sede propria in galleria o viadotto, raggiungendo una velocità
commerciale di oltre 30 km/h e assicurando un collegamento ogni 90 secondi.
La capacità della linea – lunga circa 14 km – è di 12.000 passeggeri/h. Particolare
attenzione è stata dedicata alle stazioni (8 in galleria, 5 in trincea, 2 a raso e 2
in viadotto, per un totale di 17), ‘biglietto da visita’ del sistema e garanzia di comodo
e sicuro accesso al treno per tutti. Cura estetica, percorsi interni brevi e diretti,
illuminazione diffusa, efficienti sistemi di comunicazione e telesorveglianza,
chiarezza dell’informazione rispondono alle esigenze di efficienza del servizio
diventando punto di forza della progettazione. Le cinque stazioni profonde aperte
(Ospedale, Marconi, Ferrovia, Brescia Due, Volta) hanno richiesto particolare
attenzione. Forma, funzione e tecnica sono state risolte con approccio
architettonico-strutturale unitario. Al fine di portare la luce naturale in banchina
e comunicare visivamente con il livello zero, si è reso necessario svuotare lo spazio
introducendo un’asimmetria tra linea del treno e scale di discesa. Un atrio di
altezza ridotta comprime il volume di ingresso, che esplode all’imbocco delle scale
mobili. La misura del grande squarcio è data dalla possente parete inclinata che
racchiude nel suo ventre l’impiantistica e conduce la luce fino alla banchina,
22 m sotto il piano strada. La parete inclinata da un lato sorregge il solaio di
copertura e i solai intermedi della zona impiantistica, dall’altro definisce il volume
di stazione, ora dilatato ora compresso. La sua prosecuzione verso l’esterno
consente la presenza di lucernari da cui fiotta all’interno la luce naturale.
PROGETTO E COORDINAMENTO GENERALE
DELLA PROGETTAZIONE / DESIGN AND
GENERAL DESIGN COORDINATION
CREW-LAMBERTO CREMONESI WORKSHOP
COLLABORATORI / COLLABORATORS
CLAUDIO TURRINI
INGEGNERIA STRUTTURALE
STRUCTURAL ENGINEERING
ROCKSOIL-ING. MARTINO GATTI
IMPIANTI / PLANT
CARLO GAVAZZI SPA
IMPRESA / CONSTRUCTION COMPANY
ASTALDI SPA
CLIENTE / CLIENT
ATI: ANSALDO TRASPORTI SISTEMI FERROVIARI
SPA, ASTALDI SPA, ANSALDOBREDA SPA,
NECSO S.A. PER/FOR BRESCIA MOBILITÀ
The scheme is a turning point in Brescia’s urban transport, using the Metrobus
driverless system designed to offer large towns like Brescia the benefits of the
traditional metro found in cities (Crew is also designing Milan’s fourth metro line). The
Brescia system relies on small automatic electric vehicles travelling along their own
dedicated track in tunnels or on viaducts. They reach routine speeds of over 30 km/h
and ensure a connection every 90 seconds. The capacity of the line, which covers 14
km, is 12,000 passengers per hour. Particular attention was dedicated to the 17
stops (eight in the tunnel; five below ground; two at ground level; two on the viaduct),
which are the system’s flagship and guarantee comfortable and safe access to the
metro for everyone. The strengths are: meticulous design; short, direct internal
stretches; soft lighting; efficient communication and remote surveillance systems;
clarity of information to meet the service’s needs for service efficiency. The five open
underground stations (Ospedale, Marconi, Ferrovia, Brescia Due, Volta) required
special attention. Design, function and technique were resolved with a combined
architectural-structural approach. To bring natural light to the platform and
communicate visually with ground level, it became necessary to empty the space
by introducing an asymmetry between the train line and the descending staircase.
A reduced-height atrium compresses the entrance volumes, opening up at the top
of the escalators. The size of the large gap comes from the massive sloping wall that
encloses plant and systems, and channels light up to the platform, 22 m below street
level. On one hand the sloping wall supports the roofing and the intermediate plant
area flooring; on the other hand it defines the station’s volumes, which open and
close. Its progress outwards allows inclusion of skylights to allow penetration of
natural light.
© ALESSANDRA DOSSELLI
NUOVA METROPOLITANA
LEGGERA AUTOMATICA /
NEW AUTOMATIC LIGHT
URBAN TRANSPORT
SYSTEM
© ALESSANDRA DOSSELLI
© ALESSANDRA DOSSELLI
144 / ITALIAN JOURNEY
146 / ITALIAN JOURNEY
CITYLIFE, TORRE ISOZAKI
ISOZAKI TOWER
MILANO 2003-IN PROGRESS
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Il concorso per la riqualificazione dell’ex Fiera di Milano viene vinto nel 2004
da CityLife, società del gruppo Assicurazioni Generali, con il progetto firmato
da Zaha Hadid, Arata Isozaki/Andrea Maffei e Daniel Libeskind. Al centro di un parco
pedonale di 170.000 m², che ospita residenze nel lato meridionale, il Business
& Shopping District comprende tre torri direzionali che definiscono alla base
un’area commerciale. L’area è servita dalla metropolitana e da parcheggi interrati.
Attualmente in cantiere, la Torre Isozaki (il cui termine lavori è previsto per il 2015)
diventerà con i suoi 207 m il più alto edificio italiano. Pensata per moduli replicabili
all’infinito ispirati alla Endless Tower di Constantin Brâncu i a Târgu Jiu, presenta
sei piani destinati a uffici per ciascuno degli otto moduli rivestiti in pelle in vetro
a doppia camera. Quattro puntoni inclinati sostengono e controventano la torre
lungo le facciate principali, riducendo l’ingombro delle strutture portanti interne.
Dalle facciate laterali si percepisce il sistema di ascensori panoramici che innerva
l’edificio, enfatizzandone il concetto di ‘macchina’. La Torre ha ottenuto
la precertificazione Leed con rating Gold.
The competition for redevelopment of the old Fiera di Milano site was won in 2004 by
CityLife, a subsidiary of the Assicurazioni Generali group, with a project by Zaha Hadid,
Arata Isozaki/Andrea Maffei, and Daniel Libeskind. At the heart of a pedestrian park of
170,000 m², which houses dwellings on the south side, the Business & Shopping
District includes three office-block towers with a mall area on the lower floor. The area
is served by the metro transport system and underground parking. Currently with
work in progress, the Torre Isozaki (scheduled for completion in 2015), at 207 m, will
become Italy’s tallest building. Conceived with infinitely replicable modules and
inspired by Constantin Brâncu i’s Endless Tower in Târgu Jiu, there are six floors of
offices for each of the eight modules with triple-glazed cladding. Four sloping struts
support and brace the tower along the main façades, reducing the dimensions of
internal structures. The side façades show the panoramic lifts connecting the areas of
the building and highlighting the ‘machine’ concept. The tower has obtained LEED
gold-rated pre-certification.
PROGETTO / DESIGN
ARATA ISOZAKI E/AND ANDREA MAFFEI
DESIGN TEAM
PIETRO BERTOZZI, TAKESHI MIURA,
ALESSANDRA DE STEFANI, CHIARA ZANDRI,
VINCENZO CARAPELLESE, ROBERTO BALDUZZI,
FRANCESCA CHEZZI, TAKATOSHI OKI, STEFANO
BERGAGNA, PAOLO EVOLVI, ELISABETTA
BORGIOTTI, ADOLFO BERARDOZZI, SOFIA
BEDINSKY, ATSUKO SUZUKI, ANTONIETTA
BAVARO, CARLOTTA MARANESI, HIGAKI
SEISUKE, HIDENARI ARAI / ANDREA MAFFEI
ARCHITECTS S.R.L.
INGEGNERIA STRUTTURALE
STRUCTURAL ENGINEERING
ARUP ITALIA S.R.L.; FAVERO & MILAN
INGEGNERIA S.P.A.
FACCIATE / FACADES
ARUP ITALIA S.R.L.
IMPIANTI / PLANT
ARIATTA INGEGNERIA DEI SISTEMI S.R.L.
ANTINCENDIO / FIRE PREVENTION
ING. SALVATORE MISTRETTA
TRASPORTI VERTICALI / LIFT ENGINEERS
JAPPSEN INGENIEURE
LIGHTING DESIGN
LPA LIGHT PLANNERS ASSOCIATES
ACUSTICA / ACOUSTICS
VERNON COLE, COLE JARMAN
PROJECT MANAGEMENT
J&A, MILANO; RAMBOLL
APPALTO / CONTRACTOR
COLOMBO COSTRUZIONI
CLIENTE / CLIENT
CITYLIFE S.R.L.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
EXPO MILANO 2015
MILANO IN PROGRESS
ITALIAN JOURNEY / 147
Nel 2015 Milano ospiterà l’Esposizione Universale, dal titolo ‘Nutrire il Pianeta,
Energia per la Vita’ e dedicata al pressante rapporto alimentazione-incremento
demografico mondiale. Raggruppati in ‘cluster’ secondo specifici temi o catene
alimentari, i Paesi partecipanti indagheranno il diritto a una sana alimentazione,
alla sostenibilità e alla tutela delle culture del cibo. Expo lascerà una concreta
eredità urbana, ponendosi come Smart City dalle innovative soluzioni
tecnologico-energetiche. Il sito di circa 1 milione di m² si trova lungo l’asse
Rho-Fiera/Malpensa, in posizione strategica rispetto alla rete dei trasporti locali
e internazionali. Gli assi che strutturano il masterplan riprendono l’allineamento
storico del Sempione. Il decumano congiunge simbolicamente città e campagna,
ricordando come Milano sia il secondo Comune italiano per produzione agricola.
Interamente dedicato all’eccellenza alimentare italiana, il cardo ricorda invece
l’anello di parchi e dotazioni verdi della città. Expo – che conta ad oggi 137
adesioni ufficiali – funzionerà da polo attrattore per più di 20 milioni di visitatori
e oltre 130 nazioni, aziende e organizzazioni internazionali.
In 2015, Milan will host the Universal Expo ‘Nourish the Plant, Energy for Life’ on
the pressing topic of food and the world’s growing population. Grouped as clusters
around specific food themes or chains, participating nations will explore the right
to healthy eating, sustainability, and food culture protection. Expo will leave a
tangible urban legacy: a smart city of innovative technological and energy
solutions. Covering 1,000,000 m² on the Rho-Fiera/Malpensa road, the site is in a
strategic position for local and international transport networks. The master plan
framework is inspired by the historic Sempione alignment. The ‘Decumano’
east-west axis is a symbolic connection between the city and the countryside,
recalling how Milan is Italy’s second municipality for rural production. Pivoting on
Italy’s food production excellences, the north-south ‘Cardo’ axis pays homage to
the city’s green ring of parks. With 137 official partners so far, Expo will attract over
20,000,000 visitors and more than 130 nations and international businesses and
organizations.
OPERATORE / ORGANIZER
COMUNE DI MILANO, PROVINCIA DI MILANO,
REGIONE LOMBARDIA
MASTERPLAN
CONSULTA ARCHITETTONICA: STEFANO BOERI,
RICKY BURDETT, JACQUES HERZOG, WILLIAM
MCDONOUGH, JOAN BUSQUETS. UFFICIO DI
PIANO
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 149
© FEDERICO BRUNETTI
© FEDERICO BRUNETTI
© FEDERICO BRUNETTI
© FEDERICO BRUNETTI
148 / ITALIAN JOURNEY
RIQUALIFICAZIONE DEL
LUNGOLAGO VESPUCCI /
DEVELOPMENT OF
LUNGOLAGO VESPUCCI
ISPRA, VARESE 2007-2008
La tipologia degli spazi suggerisce differenti attività praticabili (passeggiare,
giocare, bagnarsi, prendere il sole, praticare sport) evitando rigidi confinamenti.
Gli spazi aperti e quelli per sedersi e sdraiarsi, per le attività ludiche dei bambini
e il bar/caffetteria sono collocati su un tappeto di legno. I materiali scelti – naturali
e tradizionali – svolgono infatti un ruolo essenziale nel definire le modalità d’uso
di questo luogo, oltre ad assolvere esigenze ambientali, estetiche, di comfort e
manutentive. Porzioni di pavimentazione e sedute lignee, opportunamente
conformate, favoriscono ad esempio utilizzi informali che sottolineano il senso
di accoglienza dello spazio; l’utilizzo in altre parte di beola (pietra proveniente dalla
Val d’Ossola) e ‘rizzada’ (tipica pavimentazione lombarda realizzata con ciottoli
di fiume) offre garanzie di durata e compatibilità ambientale. Dato che il progetto
si inserisce nel suggestivo contesto paesaggistico del lago Maggiore, sono state
evitate interferenze e sovrapposizioni visuali
uali e panoramiche, con particolare
attenzione per la valorizzazione di manufatti
fatti esistenti anche non direttamente
mpreso tra la passeggiata e la spiaggia
interessati dall’intervento. Per il tratto compreso
sono state utilizzate doghe di legno di Ipè:
è: duraturo, resistente e capace di
assecondare il contatto fisico richiesto dalle
alle attività di balneazione e relax.
Parapetti e cordoli sono stati realizzati in acciaio, corten o zincato, mentre
l’illuminazione si spinge a valorizzare importanti
portanti preesistenze, come la cinta
muraria e le piante del parco storico confi
nante.
finante.
PROGETTO / DESIGN
STUDIO CASTIGLIONI & NARDI ARCHITETTI
ASSOCIATI-CLAUDIO CASTIGLIONI,
CARLO CASTIGLIONI, CLAUDIO NARDI
COLLABORATORI / COLLABORATORS
FABIO BEZZECCHI, GIANLUCA CARCANO,
CRISTINA MATTAI DEL MORO
CONSULENTI / CONSULTANTS
VARESE CONTROLLI, ING. DARIO BELLOCCHIO
(IMPIANTI ELETTRICI/ELECTRICS)
CLIENTE / CLIENT
COMUNE DI ISPRA
The typology of the spaces prompts different leisure activities (walking, playing,
bathing, sunbathing, sport) and avoids strict confines. The open spaces and those for
sitting and lying down, for children’s pastimes and for the bar/café are installed on
decking. The materials chosen are traditional and natural, and play an essential role
in defining the conditions for using this site, in addition to fulfilling environmental,
aesthetic, maintenance and comfort requirements. Portions of flooring and seating
are in wood, shaped to encourage, for example, an informal use that underscores the
area’s welcoming feel. Other parts are in ‘beola’ (a type of stone from Val d’Ossola) and
‘rizzada’ (typical paving in river pebbles), guaranteeing durability and environmental
compatibility. Given that the project is a component of Lake Maggiore’s picturesque
landscape, any visual and view interference and overlap have been avoided, with an
emphasis on enhancing existing artefacts, even those not directly affected by the
intervention. Ipè wood slats were used to create decking between the promenade
and the beach as they are durable, resistant and able to sustain the physical contact
required for the bathing and leisure activities. Handrails and curbs are made of
corten or galvanized steel, while the lighting seeks to enrich the important extant
sections such as the walls and the trees in the adjacent ancient park.
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
ITALIAN JOURNEY / 151
ARCHITETTURE
PER IL PAESAGGIO
STORICO ‘IL MINCIO
DI VIRGILIO’
ARCHITECTURE FOR
THE HISTORIC ‘MINCIO
DI VIRGILIO’ LANDSCAPE
VIRGILIO, MANTOVA
2011-2013
All’interno del Parco Regionale del Mincio, una serie di strutture leggere guidano
i fruitori in un percorso storico, culturale e ambientale dedicato alla figura di Virgilio.
Pensate come landmark territoriali, le aree di sosta scandiscono il percorso
ciclopedonale che si sviluppa lungo l’argine, nelle immediate vicinanze del
capoluogo provinciale e affacciato su valli che riprendono i caratteri lacuali. L’ambito
interno alle arginature è caratterizzato da numerose zone umide nate a seguito
dell’escavazione dell’argilla. Un’interessante biodiversità caratterizza questi habitat
naturali, dalla magnifica vegetazione, in cui trovano spazio anche ville, manufatti
idraulici, fortificazioni e antiche vie di comunicazione. Quattro ‘porte’ sottolineano
i punti chiave del progetto. Avvio del percorso, la Porta del Corriere è situata in
corrispondenza di un’antica strada postale. La struttura verticale – dovuta alla
necessità di enfatizzarne la posizione geografica al limite del margine urbano –
si pone in forma di muro la cui lunga finestra inquadra uno scorcio paesaggistico;
grazie agli strumenti multimediali in futuro presenti, sarà possibile individuare
i luoghi notevoli presenti nell’area. La Porta del Forte identifica un crocevia e segna
la presenza del vicino Forte di Pietole dal quale attinge la forma bastionata,
utilizzando i salti di quota a fini funzionali. Il pacato impatto visivo della Porta delle
Bucoliche enfatizza il paesaggio descritto da Virgilio nel canto VII delle Egloghe,
inquadrando con precisione le ondulazioni morfologiche sul Mincio. La Porta delle
Georgiche segnala l’antica corte gonzaghesca La Virgiliana, oggi luogo di eccellenza
per la produzione agroalimentare. L’architettura individua un cono prospettico verso
il giardino della villa e definisce una seduta protetta per la sosta, integrandosi alla
struttura arginale e al sedime di una antica rampa di risalita. La Porta della Travata
si trova accanto a un impianto idrovoro dei primi anni del XX secolo e ricorda
il millenario impegno dell’uomo nel governo dell’acqua che, anche grazie alle opere
di bonifica, ha consentito la definizione del paesaggio odierno.
PROGETTO / DESIGN
ARCHIPLANSTUDIO-DIEGO CISI E/AND
STEFANO GORNI SILVESTRINI ARCHITETTI
CLIENTE / CLIENT
AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VIRGILIO
© MARTINA MAMBRIN
© MARTINA MAMBRIN
© MARTINA MAMBRIN
© MARTINA MAMBRIN
150 / ITALIAN JOURNEY
Mincio Regional Park has been installed with a series of lightweight structures that
guide visitors along a historical, cultural and environmental itinerary dedicated to the
figure of Virgil. The concept is that of landmarks for the territory with rest spots along
the pedestrian and cycle paths that skirt the embankment, near the provincial capital,
overlooking valleys that reflect the features of the lake. The habitat inland of the
embankments is characterized by numerous wetlands created by the excavation of
clay, with an interesting biodiversity marking these natural settings and their
magnificent vegetation where there are also villas, waterworks, fortifications and
ancient roads. Four ‘gates’ mark the key points of the project, starting at the Porta del
Corriere by an old postal route. The vertical structure, required to emphasize the
geographical position at the very edge of the urban boundary, takes the form of a wall
whose long window frames a scenic view. Future multimedia installations will make it
possible to identify the major sites present in the area. The Porta del Forte gate
identifies a crossroads and marks the presence of the nearby Forte di Pietole,
borrowing the rampart shape and using various heights for practical purposes. The
understated visual impact of the Porta delle Bucoliche gate draws attention to the
landscape described by Virgil in the Eclogues VII, framing in detail the Mincio’s
morphological folds. The Porta delle Georgiche gate marks the Gonzaga family’s
ancient La Virgiliana court, now a place of excellence for food production. The
architecture creates a perspective cone towards the villa gardens and provides
sheltered seating for stopovers, integrating with the embankment structure and the
base of an ancient ramp. The Porta della Travata gate is located next to a pumping
station that dates back to the early 20th century, a monument to human endeavour in
managing water resources and which, thanks to land reclamation, has brought about
the definition of today’s landscape.
Svizzera
152 / ITALIAN JOURNEY
Ottagono 266 12/ 2013 - 01/ 2014
Svizzera
Cima
Paradiso
Pizzo del
Leverone
Pizzo
Tambò
Svizzera
LOMBARDIA
Pizzo
Quadro
Andrea Maffei Architects
Via Brera 9
20121 Milano
www.amarchitects.it
www.ifdesign.it
LAND
via Varese 16
20121 Milano
www.landsrl.com
Angelo Monti Architetti
Via Foscolo 2
22100 Como
Paolo Mazzoleni
BEMaa
Via Andreoli 11
20158 Milano
www.angelomonti.it
www.bemaa.it
Archiplanstudio_Diego Cisi e
Stefano Gorni Silvestrini Architetti
Via Chiassi 71
46100 Mantova
SD Partners
Via Viviani 8
20100 Milano
www.archiplanstudio.com
Sergio Pascolo Architects
Palazzo Foscarini
Sestiere Dorsoduro 3464
30123 Venezia
Arata Isozaki & Associates
1-2-7 Shirogane
Minato-ku
Tokyo 108-0072, Japan
www.isozaki.co.jp
ARKPABI _ Giorgio Palù & Michele
Bianchi Architetti
Via Trecchi 20
26100 Cremona
www.arkpabi.it
Atelier delle Verdure
via Monte Bianco 48
20149 Milano
www.sdpartners.it
www.studiocastiglioninardi.it
Rezzano
R
Vigevano
Robbio
Pavia
Garlasco
Candia
Lomellina
Sant’Angelo
Lodigiano
Belgioioso
Cima
Cadì
Vioz
Punta di
Ercavallo
Ponte di
Legno
Trentino
Alto Adige
Manerbio
Manerbio
Casalpusterlengo
Cremona
Studio Marco Castelletti
via Battisti 7/L
22036 Erba, Como
A21
www.marcocastelletti.it
Casteggio
Voghera
Volta
Mantovana
Gambara
Roverbella
Asola
Canneto
sull’Oglio
sull O
Museo del
Violino
Broni
Veneto
Castiglione
delle Stiviere
Soresina
Codogno
Mede
Rodigo
Architetture per il
paesaggio storico
nel Basso Mincio
Marcaria
Marc
Mantova
M
Bagnolo
San Vito
Virgilio
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Borgoforte
Casalmaggiore
Sabbioneta
Suzzara
Roncoferraro
Ostiglia
San Benedetto
Po
Pegognaga
Gonzaga
Blulab
v.le Vittorio Veneto, 18
20124 Milano
Moglia
Varzi
Piemonte
Cecchi & Lima Associati
via Cagnola 12
20154 Milano
Emilia Romagna
[email protected]
CREW _ Cremonesi Workshop
via Cefalonia 70
25124 Brescia
www.regione.lombardia.it
www.crew.it
www.ordinearchitetti.mb.it
CZA_ Cino Zucchi Architetti
via Revere 8
20123 Milano
www.ordinearchitettivarese.it
www.architettilombardia.com
www.ordinearchitetti.mi.it
www.ordinearchitetticomo.it
www.ordinearchitettilecco.it
Liguria
www.ordinearchitettisondrio.it
www.architettibergamo.it
www.architetticr.it
www.dapstudio.com
www.architettibrescia.net
Grafton Architects
97 Grafton Street,
Dublin 2, Ireland
www.ordinearchitettipavia.it
www.graftonarchitects.ie
www.architetturadelmoderno.it
www.architettimantova.com
www.nagata.co.jp
Mar
Ligure
Toscana
Sermide
Poggio Rusco
Viadana
Emilia Romagna
www.blulab.mi.it
DAP studio
via Brocchi 9/a
20131 Milano
Santa Caterina
Valfurva Monte
Punta di
Pietra Rossa
Orzinuovi
Crema
Melegnano
www.atelierdelleverdure.it
www.zucchiarchitetti.com
Valdisotto
Sondalo
Pizzo
Banderuola
Lodi
Mortara
www.sergiopascolo.it
Studio Castiglioni & Nardi
via Generale Cantore 36
21100 Varese
Pizzo
Pizzo di
Corni
Monte
Grata
Bruciati
Caldenno Scalino
Pizzo
Barbenno di
Ligoncio
Valtellina
Sondrio
Pizzo
Sassalbo
Bormio
1
www.aiace-srl.it
Sasso
Moro
Cima
dei Piazzi
Cima
Viola
A2
Ifdesign
via Gherardini 6
20145 Milano
AIACE Società di Ingegneria
via Rancati 29
20127 Milano
www.herzogdemeuron.com
Monte
Vago
Cime di
Campo
A9
w0.5piu1aa.com
Pizzo di
Gino Dongo
A7
Herzog & de Meuron
St. Johanns-Vorstadt 98
4056 Basel, Switzerland
A8
5+1 AA Alfonso Femia
Gianluca Peluffo
via Cadolini 32-38
20137 Milano
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Cengalo Rosso
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Iter - architettura del moderno, Regione
Pizzo di
Lago
Chiavenna
Pizzo
Cavegnasco
Monte
Campaccio
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La Casina
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Tirano
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Adamello
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