Storia del teatro
Scuola Secondaria di I grado
Chignolo Po
Classe III B
a. s. 2013/2014
Etimologia
Il termine teatro deriva dal greco
“theatron”, che trae origine a sua volta
dal verbo «theaomai» ( guardo, osservo).
Indicava originariamente il luogo da cui il
pubblico assisteva agli spettacoli, in
seguito passò a indicare le
rappresentazioni stesse e più in generale
l’insieme delle opere teatrali.
ORIGINI DEL TEATRO
Il teatro ha origini antichissime : le prime
azioni risalgono alla preistoria e avevano
un carattere religioso. Erano recitati da
uomini mascherati e accompagnati da
musica. Inizialmente i luoghi per gli
spettacoli non erano fissi ma in Grecia nel
VIII sec. a. C. fu costruito il primo spazio
specifico. Il teatro nacque in Grecia nel VI
sec. in onore del dio Dioniso.
All’inizio l’azione teatrale era corale,
concentrata sul canto di un gruppo di
persone, da cui si staccherà l’attore. Nel
teatro greco e in seguito in quello latino
gli attori portavano maschere piangenti o
ridenti a seconda del genere ( tragedia o
commedia ) . Queste maschere servivano
ad amplificare la voce e venivano definite
«personae», dal verbo «personare» (
risuonare più forte), da cui il termine
“personaggio”. Tra il V e VI sec. a. C.
IL DRAMMA
Gli antichi definivano dramma le opere teatrali e le
classificavano nel genere drammatico. Questo
termine ha origine dal greco «drama» (azione),
derivato a sua volta dal verbo «drao» (agisco e
faccio). Indica l’elemento più evidente e peculiare
di un’opera teatrale cioè il fatto che è una forma
letteraria che si risolve in un’azione specifica.
All’interno del genere drammatico si individuano
forme diverse per struttura, origini e funzione
sociale.
LA TRAGEDIA
La tragedia deriva dal greco «tragoidia»
(canto del capro o per il capro) e ha
un’origine religiosa legata al culto del dio
Dioniso.
È il genere teatrale fondamentale ed è
caratterizzato dalla narrazione di fatti
drammatici che coinvolgono personaggi del
mito.
L’azione inizia con la rottura di un equilibrio
seguita da fatti catastrofici molto emotivi e
si conclude con la morte dei protagonisti .
La tragedia nasce in Grecia ,ad Atene , tra il
VI e il V sec. a. C.. Quest’ opera teatrale
aveva lo scopo di educare i cittadini : si
proponeva di fare capire i principi religiosi
,morali e politici su cui si fondava la società.
Un altro obiettivo era di «purificare» gli
spettatori , suscitando forti emozioni e la
riflessione sui fatti rappresentati. I grandi
tragediografi greci furono: Eschilo, Sofocle
ed Euripide.
I tragediografi greci
La tragedia è divisa in cinque atti ed è scritta
in versi. È composta da: il prologo (un
monologo
che
introduce
e
spiega
l’argomento), la parodo ( cioè l’ingresso in
scena del coro) l’esodo ( cioè l’uscita del
coro), gli episodi ( sono 2 o 3 in cui si
sviluppa l’azione fino alla catastrofe e sono
intervallati da brani cantati dal coro).
Nel Medioevo la tragedia scomparve a causa
dell’ opposizione della chiesa, contraria alla
cultura pagana. Nel ‘400 la tragedia rinacque
grazie agli umanisti italiani che tradussero i
testi greci antichi e sul loro modello ne
composero di nuove. Nel ‘500 il genere
tragico ebbe un grande sviluppo anche all’
estero con Corneille, Racine, Shakespeare.
Ebbe un grande sviluppo tra ‘700 e ‘800:
grazie all’Illuminismo si carica di messaggi
libertari, con il Romanticismo sviluppa la
componente emotiva. A fine ‘800 la
tragedia si esaurì e fu sostituita dal
dramma borghese.
LA COMMEDIA
Il termine commedia deriva dal greco
“komoidia” (canto della festa). Il nome ha
origini religiose legate alle cerimonie della
fecondità e della rigenerazione.
La commedia prende spunto da situazioni
quotidiane in particolare imbrogli ,
equivoci, scherzi, inganni, scambi e si
conclude con un lieto fine. Presenta
personaggi semplici, di estrazione
popolare.
La lingua è semplice, di uso quotidiano.
La commedia nasce in Grecia tra i V e il VI
sec. a.C. con scopo ricreativo e soprattutto
educativo: attraverso la satira infatti
denunciava vizi, difetti, corruzioni della
classe politica. Di questo genere il
maggiore rappresentante fu Aristofane.
Dopo di lui, venuta meno la libertà
politica, Menandro sostituì la satira con
l’analisi dei costumi e dei tipi umani
(l’avaro, lo sciocco, il servo astuto …).
Aristofane e Menandro
Nel mondo latino i modelli greci
soffocarono le forme originarie di
rappresentazione, di tipo magico-religioso
e spesso di carattere popolare. Il teatro
comico latino ottenne un grande successo,
grazie ai commediografi Plauto e Terenzio
ma fu soprattutto un teatro di imitazione
di quello greco. A partire dal I sec. a.C., la
commedia
divenne
sempre
meno
popolare, lasciando il posto a forme
teatrali più semplici come il mimo.
Plauto e Terenzio
Nel Medioevo la commedia classica
scomparve completamente. Di essa
rimasero
alcuni
segni
nelle
rappresentazioni popolari in occasione del
Carnevale e delle fiere. Nel corso del
Quattrocento i dotti umanisti riscoprirono
la commedia classica latina e ne scrissero
di nuove sul modello antico. Queste
rappresentazioni erano di carattere
privato, allestite all’interno dei palazzi
signorili.
Il teatro Olimpico, costruito a Vicenza nel 1580, su
progetto di Palladio, fu il primo teatro in muratura
europeo.
Nel ‘500 la commedia in Italia fiorisce con
le opere di Ariosto, Machiavelli e Aretino.
Contemporaneamente dalle farse
giullaresche ha origine la Commedia
dell’Arte, una rappresentazione basata su
un canovaccio, su cui attori professionisti
improvvisano azioni , dialoghi e gesti.
Nell’Europa seicentesca si sviluppa la
commedia moderna che raggiunge livelli
elevatissimi nello sviluppo degli intrecci,
nella ricostruzione degli ambienti,
nell’approfondimento dei caratteri e nella
satira del malcostume sociale.
I maggiori rappresentanti sono Calderon De
la Barca, Molière, Shakespeare.
Nella seconda metà del Settecento Goldoni
riscatta il genere comico attuando la riforma
della tradizione antica e moderna.
Nell’Ottocento romantico il concetto di
comico e la commedia cedono il passo a
nuove forme teatrali. Si unisce alla musica
nelle operette, nei cafè chantant e nei
cabaret, assumendo intonazioni amare
nell’opera di Musset, e diventa strumento di
satira raffinata e impietosa nelle pièces di
Wilde e di Shaw, fino a scomparire nel
Novecento.
Goldoni e la commedia dell’arte
Il melodramma
La parola melodramma deriva dal greco
«melos» (canto) e dal francese «drame»
(dramma) quindi melodramma vuol dire
dramma cantato. Questo genere nasce dalla
collaborazione artistica di un poeta e un
musicista. Il poeta o librettista scrive il
libretto cioè il testo, che accompagna la
musica, scritta dal musicista. Gli interpreti del
melodramma devono essere dotati di una
voce adatta al ruolo da svolgere e anche di
una certa presenza scenica.
Il melodramma nacque in Italia alla fine
del 1500 per opera della «Camerata dei
Bardi», un gruppo di intellettuali fiorentini.
Il primo poeta melodrammatico è stato
Ottavio Rinuccini, che nella prima metà del
1600 scrisse diversi testi per alcuni
musicisti. Tra il 1600 e il 1700 la passione
per il melodramma ebbe una grande
diffusione tra il popolo, soprattutto nelle
classi borghesi, colpite dalla scenografia
spettacolare.
A poco a poco il libretto perse importanza
a favore della musica, finché Metastasio
non attuò una riforma del genere
restituendo dignità al libretto.
Nell’Ottocento la musica riprese il
sopravvento e i librettisti rinunciarono
all’autonomia letteraria del testo per
seguire le richieste dei compositori come
Verdi e Puccini.
Il dramma borghese
Il dramma borghese è il primo genere
teatrale moderno. Nasce in Europa nel
Settecento e si sviluppa nel corso
dell’Ottocento. I protagonisti non sono più
eroi e personaggi storici ma borghesi e
popolani,
commercianti
e
adultere,
professionisti e donne di malaffare.
L’ambientazione è contemporanea e
quotidiana e si mettono in scena i conflitti
familiari, l’incomunicabilità, le inquietudini
esistenziali. Il dramma borghese è i prosa,
suddiviso in cinque atti ed è sempre in
prosa. Il linguaggio è di tono medio. Tra
Ottocento e Novecento la crisi stessa dei
valori borghesi e la diffusione della
psicoanalisi contribuiscono ad arricchire di
situazioni e problematiche questo genere
teatrale.
Cechov e Pirandello
I maggiori esponenti sono : Anton Cechov,
Henrik Ibsen, Luigi Pirandello, Thornton
Wilder e Arthur Miller. Autori come Sartre
e
Camus
interpretano
in
modo
suggestivamente drammatico i conflitti che
lacerano la borghesia sul piano politico e
sociale. Nel Novecento il dramma
borghese, specialmente quando presenta
situazioni ironiche o ha implicazioni
fortemente satiriche, è stato chiamato
anche commedia.
IL TEATRO DIALETTALE
Il teatro dialettale è una forma particolare
di teatro comico che utilizza il dialetto per
aumentare il realismo e la comicità.
Nei secoli passati il dialetto fu usato nelle
rappresentazioni di carattere popolare e
utilizzato dagli autori più famosi come
Carlo Goldoni. Il dialetto viene ora
utilizzato come lingua nei testi teatrali
intermedi fra la commedia e il dramma
borghese.
Questi testi trattano vicende realistiche,
con personaggi di estrazione popolare o
piccolo borghese .
Il maggior rappresentante del teatro
dialettale nel ‘900 è stato Eduardo De
Filippo di cui ricordiamo :Natale in casa
Cupiello, Napoli milionaria, Filomena
Marturano.
Eduardo de Filippo
Grande autore del teatro dialettale
napoletano suscitò un grande interesse del
pubblico e della critica. Nel 1930 fondò la
compagnia tetrale “I De Filippo”, in cui ore
lavorano i figli. Ha scritto cinquanta fra
commedie e drammi, di cui lui stesso è
stato attore. Nel 1954 inaugurò a Napoli il
Teatro San Ferdinando, distrutto dalla
guerrae ricostruito a sue spese per far
rivivere le tradizioni del teatro napoletano.
Il teatro politico
Il teatro politico si propone di ‘’educare’’ gli
spettatori. E’ un genere teatrale che
raccoglie elementi dalla tragedia, dalla
commedia, dal dramma borghese, dal
melodramma e dal cabaret.
Questo tipo di spettacolo ha lo scopo di
sottoporre agli spettatori le contraddizioni
e le ingiustizie del sistema capitalistico e di
farli riflettere.
Nasce in Germania nella prima metà del
Novecento prendendo spunto dalla
ideologia marxista e con l’ obiettivo di
stimolare la nascita di una coscienza
politica nelle masse.
Il maggiore rappresentante del teatro
politico è stato Bertolt Brecht.
Bertolt Brecht
Nacque in Germania
nel 1898 e morì nel
1956.
Fu uno dei maggiori
poeti e
drammaturghi del
nostro secolo. Di
idee politiche
marxiste aderì al
partito comunista.
Durante il Nazismo abbandonò la Germania
e vi ritornò solo alla fine della Seconda
Guerra mondiale. Lasciò un grandissimo
numero di opere liriche, teatrali,
cinematografiche, oltre a saggi e romanzi.
Si ricordano in particolare i drammi:
‘’La vita di Galileo’’ e ‘’L’ opera da tre soldi’’.
Il teatro d’avanguardia
Il teatro d’avanguardia si oppone al teatro
tradizionale con spettacoli provocatori e
dissacranti. Esso nasce a New York ad
opera del gruppo Living Theatre, attivo
negli USA dal 1947, e in Europa a partire
dagli
anni
Sessanta.
Il
maggiore
esponente fu il francese Jean Cocteau che
sperimenta l’ inserimento di miti antichi
nelle
più
moderne
correnti
dell’avanguardia. Infatti questo genere di
teatro è basato sulla sperimentazione che
porta a scelte estreme come:
l’abolizione della scenografia, le
ambientazioni irreali o surreali, il
coinvolgimento dello spettatore, la
predominanza
della gestualità sulla parola fino al silenzio
totale in scena. Il teatro dell’ assurdo
presenta una carica polemica che
disintegra le forme per esprimere il senso
di vuoto e o solitudine che caratterizza
l’uomo moderno. Il maggiore
che con comicità inquietante rappresenta
la condizione dell’uomo. Una scelta diversa
viene fatta dall’irlandese Samuel Beckett
che mette in scena solo gesti e silenzi
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