Periodico della parrocchia numero 39 Natale 2013 NATALE 2013 Sommario Periodico della parrocchia numero 39 Natale 2013 in copertina Vita della comunità Periodico della parrocchia di San Bartolomeo apostolo Roveredo in Piano e Villotte Direttore: don Ruggero Mazzega Direttore responsabile: don Bruno Cescon Vice direttori: Francesca Muner Daniele Miotti Redazione: Gianni Lorenzon Andrea Radovan Collaboratori: Sergio Gentilini (per la Cultura) Bruno De Luca (per lo Sport) Eugenio Latin (per le Villotte) per le foto si ringraziano: Studio FB5 - Aviano Moras Impaginazione grafica: Silvia Badia Stampa: Sincromia • 133473 il periodico esce dal 1954 Il numero chiuso in ottobre 2013 Redazione: Piazza Roma, 3 33080 Roveredo in Piano. [email protected] www.sanbartolomeo-roveredopn.it 2 3 • A Natale... quale Natale? 4 • I valori del Ministrante 5 • Sfortunato chi non canta • A proposito di sacramenti 6 • Prima Comunione 7 • La Gioventù del Papa in cammino: esperienza di una Gmg 8 • Essere giovani 10 • In Te il mio Tesoro 11 • Esiste anche il Capo Campo 12 • Tramonti in foto 16 • Le suore a Roveredo • Servizi Caritativi 17 • Ma cos’è l’Azione Cattolica • Festa di San Pancrazio 18 • Quale futuro?!? 19 • L’attività del Circolo Ricreativo 20 • Località Tornielli 21 • Lauree 23 • Pilota Militare • Classi in festa 25 • Anniversari 28 • 140 anni di musica 30 • Buon anno, Quinoa! 32 • Gloriosio borgo del Puart • Pesca di beneficenza 33 • Etiopia 34 • Viaggio a Mosca - Rossoch - Nikolaievka - San Pietroburgo 35 • Intervista ad Alberto Cancian 36 • Cristo pensante 2013 • Gli americani sono capaci anche di altro 39 • Pellegrinaggio a Lourdes 40 • Aspettando Medjugorje 2014 42 • Azione Cattolica a Barbana 43 • Aneddoti roveredani 45 • I “Fuga” e Nello Cadelli 46 • Addio, Maestro! 47 • Mafalda Micheluz • Al “nostro” don Giovanni 48 • Ricordo dell’amico lapicida Angelo Michelin 49 • Lo sport nel 2013 a Roveredo 54 • Anagrafe parrocchiale 58 • Corrispondenza Queste le date stabilite dal Consiglio Pastorale Parrocchiale per le prossime celebrazioni dei Battesimi per l’anno 2014; preghiamo gli interessati di attenersi a tali date e orari 12 gennaio ore 11.00 · 2 febbraio ore 11.00 · 9 marzo ore 11.00 19 aprile ore 20.30 26 aprile ore 11.00 · 11 maggio ore 11.00 · 29 luglio ore 10.30 numero 39 / Natale duemilatredici Editoriale don Ruggero Mazzega A Natale... quale Natale? Quello di Gesù, figlio di Dio, Salvatore del mondo, che si è fatto carne in terra di Palestina duemila anni fa, morto e risorto per la nostra salvezza! Proprio perché si è incarnato, ha accolto un corpo, ha condiviso una famiglia, una storia, un popolo, mi viene spesso la domanda: oggi, dove prenderebbe carne, dove nascerebbe? Nell’essenzialità provocante e coinvolgente di papa Francesco, con la sua Ford Focus? Nella Diocesi che ricerca strade nuove da offrire ad ogni uomo per andare incontro a Dio? Nella parrocchia che, con perseveranza, celebra il mistero di Cristo morto e risorto, pur con percentuali di presenza abbassata quanto gli interessi di banca di chi ha ancora qualche soldino? Nella Caritas che si fa in quattro per non far perdere la speranza e continua a moltiplicare pani e pesci? Dove andrebbe a piantare la sua tenda? Tra i giovani, quelli in ricerca di vita e quelli semi-vuoti, che cercano di riempirla “sprizzando”? Tra gli extracomunitari confusi tra tanti desideri e la realtà, incerti nel gestire serenamente la propria storia? Tra le nostre famiglie incapaci di pazienza, coraggio e perdono, contagiose di vita? Dove andrebbe a piantare la sua tenda? Tra i tanti che bussano alla porta della canonica e raccontano le loro verità di disavventure e difficoltà? Tra tutti quei “ disperati” che continuamente arrivano nella nostra Italia? numero 39 / Natale duemilatredici Tra gli operai dell’Electrolux e della Ideal Standard e tante altre piccole realtà che vivono sospese nell’ incertezza? Dove andrebbe a piantare la sua tenda? Tra le nostre famiglie che soffrono il freddo della mancanza di amore, incapaci di relazioni vere? Tra i grandi del potere a cui sta a cuore, in modo particolare, la distruzione di questa civiltà? Tra le trasmissioni televisive “becere” e indecenti o tra i mass-media deliranti? “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia... Poiché un bambino è nato per noi... Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace... e la pace non avrà fine ...questo farà lo zelo del Signore degli eserciti”. Is. 9,1 ss Forse pianterebbe la Sua tenda nella nostra comunità, piccola ma ancora calda, semplice ma piena di vita, povera ma ricca di tanto amore, amore che Gesù è venuto a portare. Senz’altro pianterebbe tante tende: una per ogni posto di vita, una per ogni uomo e ogni donna, perché il calore del Suo amore possa sciogliere il male del peccato e il peso della nostra cattiveria. Vieni nel cuore di ognuno di noi! Vieni Signore Gesù! 3 Vita della comunità Gruppo Ministranti Paolo Michelon, Renata Artico, Luisa Redivo e Robert Pal I valori del Ministrante Nelle celebrazioni liturgiche ci sono diversi ruoli: Celebrante, Diaconi, Cantori, Lettori e Ministranti. Questi ultimi servono la messa compiendo tutte quelle azioni che la rendono una festa per i cristiani: apparecchiare all’altare, portare l’incenso, tenere le candele, le torce e cosi via. Fare il ministrante non è solo servire l’altare ma anche comportarsi secondo il Vangelo del Signore a scuola, a casa, nello sport; essere di esempio con i compagni e gli amici. Compiere buone azioni con le persone più bisognose; insomma avere un comportamento conforme all’insegnamento che ci viene dal Signore. Forse per questo negli ultimi anni l’adesione a questo importante servizio non ha avuto i risultati sperati… troppo impegnativo seguire gli insegnamenti ed essere testimoni credibili di Gesù. Il gruppo quest’anno compie 10 anni di attività; precisamente l’otto dicembre 2013, festa di Maria Immacolata. Dieci anni nei quali tanti ragazzi/ ragazze ora grandi, hanno calcato il presbiterio ed ai quali, come agli attuali, vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine per il servizio svolto. Un grazie va a Don Ruggero e a tutta la comunità per il sostegno; mentre a voi cari genitori una preghiera: di continuare a sostenerci con il vostro affetto e con l’adesione dei vostri figli a questo importante ruolo, affinchè la figura gioiosa di chi serve, sia sempre presente nelle celebrazioni liturgiche. Grazie di cuore. I valori del Ministrante sono: Amicizia, Competenza, Esempio, Fedeltà e Gioia. Amicizia: la prima qualità del Ministrante è un forte spirito di ami- 4 cizia, (Gesù ci ha chiamato amici). È importante che nel Gruppo Ministranti ci sia uno spirito di amicizia, che si stia bene insieme, che ci si voglia bene. Essere amici ci aiuta anche ad essere uniti e ciò migliora il nostro servizio, ci si capisce, ci si aiuta, si costruisce qualcosa di buono. Competenza: è saper fare al meglio il proprio servizio. Il Ministrante sa cosa deve fare e quando farlo, perché sa che un buon servizio è un offerta a Dio e un regalo a tutta la comunità cristiana. Tutto ciò non significa che il Ministrante sa tutto, ma può capitare di non sapere come comportarsi in una situazione o dimenticarsi qualcosa; è in queste situazioni che il Ministrante chiede, s’informa, senza vergogna o paura. Chiede a chi ne sa di più (responsabili) ed impara. La competenza non scende dal cielo come dono, è necessario imparare, provare e pian piano si diviene competenti nel proprio servizio. Esempio: Il Ministrante è un esempio per tutti se compie bene il suo servizio. Essere di esempio non significa mettersi in mostra, farsi vedere per vantarsi. Si è di esempio quando si compie bene il proprio servizio; ma l’esempio non finisce sulla porta della Chiesa: anche nella vita di tutti i giorni il Ministrante si comporta come chi ha posto al centro della propria vita e del proprio interesse Gesù e gli altri. Fedeltà: è la qualità principale del Ministrante. Fedele è colui che è capace di assumere gli impegni e svolgerli. Rispettare i turni, partecipare alle riunioni è una forma di fedeltà e di rispetto degli altri. Essere fedeli è un impegno che richiede la capacità di portare qualche peso. Facile è servire alle Messe solenni, più difficile essere presenti con costanza ad ogni messa o a quelle in orari più disagevoli. Gioia: il Ministrante vive nella gioia che non è la semplice allegria, ma è il sapere che Gesù ci vuole bene, sempre, anche quando sbagliamo. La gioia nasce dal cuore e dal sapere che la (nostra) vita è bella, perché è dono di Dio, perché siamo figli di Dio consacrati a lui nel battesimo. Il Ministrante vive di questa gioia ed è contento di servire il Signore, che è suo amico e maestro nella gioia e cerca di portare questa gioia a tutti. … come quella condivisa nel ritiro di fine 2013 ad Assisi sulle orme di S. Francesco. numero 39 / Natale duemilatredici Coro Adulti - Catechesi Vita della comunità Gino Del Col Sfortunato chi non canta Trascriviamo dal n° 41 della rivista CHORALITER una meditazione di Benedetto XVI. “Io canto perché la musica può esprimere quello che le parole stesse, o anche la voce, semplicemente non può esprimere da sola. Cantare significa che la persona sta passando al di là dei confini del meramente razionale per cadere in una sorta di estasi. Ora il canto trova la sua forma culminante nell’Alleluia, il canto in cui l’essenza stessa di tutti i canti raggiunge la sua più alta incarnazione. L’Alleluia nel canto è semplicemente l’espressione non verbale di una gioia che non necessita di parole perché le trascende tutte. Che cosa significa cantare nel giubilo? Significa essere in grado di esprimere a parole e di verbalizza- re la canzone che a voi suona nel vostro cuore... Un jubilus (Alleluia n.d.r.) è un grido che evidenzia il fatto che il cuore sta cercando di esprimere ciò che non gli è assolutamente possibile dire. E a chi un jubilus è opportunamente indirizzato, se non a Co- lui che è ineffabile? Egli è ineffabile perché le tue parole non possono impadronirsi di Lui. L’Alleluia è come una prima rivelazione di ciò che un giorno può e deve avvenire in noi. Tutto il nostro essere si trasforma in un’unica, immensa gioia”. don Ruggero Mazzega A proposito di sacramenti Cosa può desiderare di meglio, una Comunità cristiana con il suo prete, se non celebrare l’amore di Dio, la Sua “grazia”, il Suo volerci bene certo, sicuro, efficace nei Suoi Sacramenti? Intendo brevemente parlare delle celebrazioni dei nostri battesimi in particolare, dei funerali (che non sono un sacramento per il morto) e matrimoni. È bello accogliere un bimbo nella Comunità cristiana nel giorno del suo battesimo: la Chiesa è madre feconda dei nuovi figli e gioisce con loro. Ma è meno bello se i genitori non partecipano pienamente all’Eucaristia confessandosi e comunicandosi. Cosa dire poi di una partecipazione di parenti e amici numero 39 / Natale duemilatredici interessata solo alle foto e all’esteriorità? Come si può serenamente parlare di vita eterna, di fede nella resurrezione se la presenza dei familiari è “statuaria” e per niente coinvolta e non c’è nessun bisogno di confessione e comunione? E dei matrimoni cosa dire? A parte gli sposi che seriamente si impegnano nella preparazione (...la sposa un po’ più puntuale il giorno delle nozze!), la preoccupazione più grande è quella di uscire prima della fine della celebrazione o addirittura non entrare in chiesa per i soliti scherzi abbastanza “banali”. Durante il matrimonio non si prega, non si canta, la Comunione diventa un “lusso” che solo pochi vivono. Qualcosa si può rivedere? Non è buona cosa continuare a chiedere i sacramenti senza cercare tutti di rendere più vere le celebrazioni. Un’ultima parola, permettetemi di dirla, riguardo le offerte alla chiesa (non al prete!) in questi momenti: Quanto costa? Quanto si paga? L’offerta è il segno di una partecipazione sentita alla vita della Comunità, anche alle sue spese, ai suoi bisogni più piccoli quali il mantenimento delle sue strutture, luce, riscaldamento, pulizie, servizio di tante persone. Certo, Cristo è morto per tutti liberamente, gratuitamente. 5 Vita della comunità Catechesi Mara Zamparini Prima Comunione Credo che per ciascuno di noi uno dei ricordi più emozionanti della vita sia stato il giorno della Prima Comunione, quando, ancora bambini, abbiamo ricevuto Gesù Eucarestia. Da quel giorno è cominciato anche per me il cammino personale con Gesù che, dopo molti anni, mi ha portato fin qui. Oggi sono la catechista di ses- 6 santaquattro bambini della nostra parrocchia che Domenica 13 e Domenica 20 Ottobre hanno celebrato la Santa Messa di Prima Comunione. Il Percorso di preparazione è durato tre anni durante i quali abbiamo imparato a conoscere Gesù, quello che ha fatto, quello che ha detto, come ha cambiato la vita di molte persone che si sono fatte sante seguendo il Suo insegnamento. Assieme ai bambini abbiamo capito che Dio ci ama sempre immensamente, lo fa senza misura, e per farsi più vicino possibile a noi si è fatto uomo e si offre come nostro cibo perché noi, grazie a Lui, possiamo placare la fame di verità che ci accompagna da sempre. Sono stati anni impegnativi, perché, pur essendo consapevole che la Parola di Dio parla a tutti, sapevo anche che avrei dovuto interiorizzarla e cercare di viverla prima di pretendere di poterla spiegare o soltanto raccontare. Io ci ho provato.. Devo dire che in questi anni non mi sono mai sentita so- la, perché fin dal momento in cui mi sono messa a “disposizione” il Signore ha posto sul mio cammino tante persone che spontaneamente mi hanno aiutato a colmare gli inevitabili vuoti che con le mie sole forze avrei lasciato. E per questo sono davvero grata. Il giorno della cerimonia l’atmosfera era bellissima, i bimbi radiosi, i genitori emozionati, i sorrisi di tutti riempivano l’aria. Entrando in Chiesa, ho guardato verso il Tabernacolo e ho messo nelle mani del Signore tutto il mio carico di ansie e di emozioni, il mio lavoro di “manovalanza” era finito, del resto se ne sarebbe occupato Lui. Che bella sensazione! La Messa è stata semplice e partecipata, i bambini erano molto attenti e concentrati, il loro canti sono stati supportati dalle voci dei genitori e hanno riempito la Chiesa. Insomma, un giorno da ricordare!... Ora comincia per i nostri bimbi un nuovo cammino: dovranno incominciare a scoprire chi è Gesù per loro, quello che Lui dice proprio a loro, cosa Egli fa ogni giorno nella loro esistenza e come tutto questo può orientare la loro vita. Gesù d’ora in poi sarà sempre a disposizione nell’ascolto della Parola, nella Confessione, nell’Eucarestia. Il Signore, affida a noi catechisti e a noi genitori, il compito di aiutarli in questo cammino spirituale che dovranno compiere, per cui… ancora una volta, Signore, noi ci mettiamo a disposizione, guida Tu i nostri passi… numero 39 / Natale duemilatredici Pastorale Giovanile Vita della comunità Andrea Radovan La Gioventù del Papa in cammino: esperienza di una GMG Tra tutti i sogni ed i desideri che un venticinquenne può coltivare nel proprio cuore ve ne sono di più o meno facili da realizzare e di più o meno sani. Beh, io ne avevo uno tanto semplice quanto sano: partecipare ad una Giornata Mondiale della Gioventù. Ne avevo sentito parlare, avevo visto foto e video di chi quest’esperienza aveva avuto l’occasione di viverla in prima persona, avevo avuto modo di ascoltare le loro testimonianze rimanendo sempre molto colpito dalla gioia dei loro racconti e così quest’estate, quando mi si è presentata l’occasione, sono partito alla volta di Rio de Janeiro per parteciparvi. Finalmente! Assieme ad altri undici ragazzi della nostra Diocesi, tra cui il nostro compaesano e veterano di questi momenti Mario De Luca, accompagnati da S.E. Mons. Giuseppe Pellegrini, ho avuto la fortuna di partecipare ad un incontro di fede dei giovani per i giovani. Sono partito molto fiducioso ed entusiasta, confortato anche dalla presenza di un Santo Padre particolarmente diretto e carismatico, ma al tempo stesso portando con me una serie di dubbi e di incertezze che speravo potessero trovare una risposta in terra sudamericana. Mi accorgo sempre più che i tempi sono cambiati e che oggi essere giovani cristiani è una fortuna che richiede di essere amministrata nel modo migliore, soprattutto alla luce delle difficoltà e delle tentazioni che il mondo laico ci propone quotidianamente. Non so se la partecipazione a questo evento possa essere considerato un punto di partenza o un’area di sosta nel percorso di vita che è stato disegnato per ciascuno di noi, ma di una cosa sono certo: numero 39 / Natale duemilatredici Sotto la statua del Cristo Redentore, monte Corcovado. partecipare ad una GMG è un’esperienza non solo indimenticabile, ma fortemente consigliabile per gli spunti di riflessione sulla vita di ciascuno che offre e che permette di toccare con mano. Elementi centrali di una GMG, da cui sono rimasto particolarmente attratto e coinvolto nel profondo, sono state senza dubbio le tre catechesi tenutesi presso la Parrocchia di Sant’Antonio da Padova, di cui eravamo ospiti. Sono stati momenti veramente toccanti, durante i quali tre Vescovi hanno avuto modo di illuminarmi e stimolarmi come mai mi era accaduto prima d’ora. I temi affrontati e i momenti di confronto a cui abbiamo potuto prender parte li ho trovati particolarmente confortanti ed incoraggianti poiché la maggior parte delle domande che venivano poste erano le stesse che custodivo dentro di me. Momenti raccolti, meno caotici degli appuntamenti collettivi a Copacabana, ma sicuramente altrettanto significativi. In sintesi, siamo stati, ancora una volta, sollecitati a camminare alla sequela del Signore perché seppur sia un’impresa ardua è l’unica strada percorribile per raggiungere una vita piena e in comunione con i fratelli. Più che di Giornata Mondiale della Gioventù, come sottolineato da S.E. Mons. Arrigo Miglio (Arcivescovo di Cagliari) durante una catechesi, sarebbe più corretto parlare di Settimana Mondiale della Gioventù: non perché è un evento che si svolge su sette giorni, ma per dare l’idea del cammino che milioni di giovani hanno intrapreso alla ricerca della Verità. Un cammino talvolta tortuoso, ma ben delimitato dai paletti dei dieci comandamenti e che porta ad una meta ben più grande della fatica e del peso della croce che ci portiamo lungo il tragitto della vita. 7 Vita della comunità Pastorale Giovanile Partenza della Via Crucis, lungomare di Copacabana. Il messaggio della XXVIII GMG era “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19), ma concretamente come possiamo metterlo in pratica una volta rientrati nelle nostre parrocchie? La realtà che ci siamo trovati davanti agli occhi appena arrivati a Rio è stata radicalmente diversa, sotto l’aspetto della fede vissuta, da quella a cui siamo abituati in un Paese economicamente più sviluppato e culturalmente più evoluto come il nostro. La statua del Cristo Redentore che sovrasta la città ne è l’emblema; l’accoglienza ricevuta è stata straordinariamente calorosa e ci è stata data una vera lezione di disponibilità e di fraternità: non ci è stato dato il “di più”, quello che a loro non serviva, bensì il meglio che avevano di loro stessi e delle loro case, anche a costo di privarsene e dormire su un materasso adagiato sul pavimento. La Chiesa che ci ha accolti è una chiesa giovane, viva ed autentica, che non teme il giudizio degli altri e non si fa scoraggiare da povertà e miseria perché convinta che uniti si può superare ogni tipo di difficoltà. Porterò sempre nel cuore le parole del Papa dette durante la 8 Veglia di preghiera del sabato a Copacabana. Egli, commentando l’improvviso cambio di sito del “Campus Fidei” a causa del maltempo, ci ha ricordato che la Fede non è un luogo geografico, ma può e deve prescindere da delimitazioni territoriali e dimora esclusivamente dentro ciascuno di noi; essere discepoli missionari significa sapere che siamo il Campo della Fede di Dio. Udendo queste parole mi è subito venuto in mente il versetto del Vangelo “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20): guardandomi intorno, attorniato da milioni di giovani provenienti da ogni angolo della Terra, mi sono sentito particolarmente fortunato ed ho ringraziato il Signore per avermi fatto sentire nel posto giusto al momento giusto. La GMG è un’esperienza che sul momento può apparire non particolarmente incisiva sulla vita di un giovane ma, a poco a poco, aiuta a pensare e riflettere, aiuta a crescere come cristiani. Come ricordatoci da Papa Francesco al primo Angelus di agosto, dopo il ritorno dal viaggio apostolico in Brasile, “Le Giornate Mondiali della Gioventù non sono fuochi d’artificio, momenti di entusiasmo fini a se stessi; sono tappe di un lungo cammino, iniziato nel 1985, per iniziativa del Papa Giovanni Paolo II. Egli affidò ai giovani la Croce e disse: andate, e io verrò con voi! E così è stato.” Con l’augurio di riuscire a portare anche uno solo dei moltissimi sorrisi ricevuti gratuitamente in Brasile anche nelle nostre comunità parrocchiali invito tutti i giovani che abbiano l’opportunità, o anche semplicemente la curiosità, di parteciparvi a non tirarsi indietro perché non si chiameranno pentiti e perché la loro vita potrebbe essere proprio alla ricerca di un’esperienza giovane di questo calibro. Viva il Papa, viva la Gioventù del Papa! Essere giovani Il tema della seconda catechesi tenutasi in occasione della GMG di Rio de Janeiro era “Essere discepoli di Cristo”. In questa catechesi è intervenuto S.E. Mons. Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina e Assistente Ecclesiastico Nazionale ACI (che tra l’altro è venuto a Roveredo in occasione dell’inaugurazione del nostro Oratorio). Il suo intervento è stato precevuto dalla lettura di un brano del Vangelo di Marco (Mc 10, 17-22) che narra l’episodio dell’incontro tra Gesù ed un giovane ricco. Vorrei condividere con voi le parole con cui S.E. Mons. Domenico Sigalini ha iniziato la sua riflessione perché credo che possano rappresentare spunti di riflessione per chiunque, giovani e meno giovani, allo stesso modo: “Essere giovani è avere un’età che ti permette di essere al massimo della salute, al massimo delnumero 39 / Natale duemilatredici Pastorale Giovanile la voglia di vivere, al massimo dei sogni. Essere giovani è sentirsi liberi da ricordi, è alzarti una mattina deciso a conquistare il mondo e il giorno dopo stare a letto fino a quando vuoi, perché tanto c’è qualcuno che lo farà per te. Essere giovani è sapere di stare a cuore a qualcuno, magari anche a solo papà e mamma, che ti rimproverano continuamente, ma che alla fine ti lasciano fare quel che vuoi e di fronte agli altri ti difendono sempre. Essere giovani è sballare e sapere di avere energie per uscirne sempre, anche se un po’ acciaccati. oggi ci divertiremo al massimo, anche se qualche volta quando torni e chiudi la porta dietro le spalle ti sale una noia insopportabile. Essere giovani è trovare sempre in piazza qualcuno con cui stare a tirare sera sparando idiozie, senza problemi. Essere giovani è sgommare e sorpassare sperando che ti vada sempre bene. Essere giovani è avere il cuore a mille perché ti ha guardato negli occhi e ti senti desiderata. Essere giovani è avere un bel corpo, anche se qualche volta non hai il coraggio di guardarti allo specchio e stai con il fiato sospeso a sentire come ti dipingono gli altri. Sua Eccellenza Mons. Domenico Sigalini durante la catechesi Essere giovani è sbagliare e far pagare agli altri. Essere giovani è trovare pronti i calzini, le camicie ben stirate e i jeans lavati e profumati. Essere giovani è parlare con i vestiti, perché ti mancano parole per dire chi sei. Essere giovani è passare per fuori di testa e accorgerti che gli adulti spesso sono più fuori di te. Essere giovani è portare i pantaloni bassi e vedere tua madre che ti imita e fa pietà. Essere giovani è sognare che numero 39 / Natale duemilatredici Essere giovani è il desiderio di vita piena che il giovane ricco ha espresso a Gesù e la sua debolezza nel non riuscire a distaccarsi da sé. Essere giovani è sentirsi fatti per cose grandi e trovarsi a fare una vita da polli. Essere giovani è sentirsi precari: oggi qui, domani là, un po’ soddisfatto e subito dopo scaricato. Essere giovani è aprire la mente, incuriosirsi delle cose belle del mondo, della scienza, della poesia, della bellezza. Essere giovani è affrontare la vi- Vita della comunità ta giocando, sicuri che c’è sempre una qualche rete di protezione. Essere giovani è sentirsi addosso un corpo di cui si vuol fare quel che si vuole, perché è tuo e nessuno deve dirti niente. Essere giovani è sentirsi dalla parte fortunata della vita, e avere un papà che tutte le volte che ti vede, gli ricordi che lui non è mai stato così spensierato, si commuove e stacca un assegno, allora non c’è più bisogno di niente e di nessuno. Essere giovani è essere vite da scarto, non servono più a nessuno. Essere giovani è gradire che ti diano delle dritte, ma che non gli venga in mente a nessuno mai di dirti che cosa devi fare. Essere giovani è non dire mai che hai finito di cercare e non sentirti dire da nessuno: è ora che tu metta la testa a posto. Essere giovani è il dito medio contro tutti, contro i genitori pure senza farsi vedere. Essere giovani è sentire che nel pieno dello star bene ti assale una voglia di oltre, di completezza, di pienezza che non riesci a sperimentare. Hai un cuore che si allarga sempre più, le esperienze fatte non sono capaci di colmarlo. Essere giovani è sentirsi dentro un desiderio di altro cui non riesci a dare un volto, anche il ragazzo più bello che sognavi, ti comincia a deludere e la ragazza del cuore ti accorgi che ti sta usando. Essere giovani è alzarti un giorno e domandarti, ma dove sto andando, che faccio della mia vita, chi mi può riempire il cuore? Posso realizzare questi quattro sogni che ho dentro, c’è qualcuno che lassù mi ama? Che futuro ho davanti? Essere giovani è capire che divertirmi oggi per raccontare domani agli amici non mi basta più. È avere una sete che non ti passa con la birra; aver rotto tutti i tabù di ogni tipo spinello, coca, ragazzo, ma sentire ancora un vuoto”. 9 Vita della comunità Pastorale Giovanile Mara e Lisa Guglielmin “In Te il mio Tesoro” 2° Edizione Festa Diocesana Animatori Sabato 28 settembre 2013, assieme a Silvia Badia, Valentina Porro, Paolo Toffoli, Leonardo Pajer, Pietro Rizzato, Giada Martin e Valentina Perotti, abbiamo potuto sibili capacità di cui necessitiamo per affrontare i vari ostacoli della vita. I ragazzi che guadagnavano più talenti hanno ottenuto alla fine sorvegliato la festa. Senza dimenticare la disponibilità dei volontari paramedici. La festa è terminata con balli di gruppo e karaoke per concludere della festa dei premi destinati alla propria parrocchia. Alle 18.30 si è celebrata la Santa Messa presieduta dal Monsignor Vescovo Giuseppe Pellegrini che durante la predica ha voluto incitare noi giovani ad andare contro corrente, a perseguire le nostre passioni e ad avere il coraggio di essere testimoni di Dio. La cena è stata preparata dai volontari alpini che hanno inoltre con allegria e gioia questa magnifica esperienza fra divertimento, condivisione, riflessione e preghiera. “In te il mio Tesoro”: è il motto di questa festa diocesana che viene celebrata nell’anno della fede appena concluso. È proprio in Dio che possiamo trovare il nostro più grande tesoro, perché lui è salvezza, speranza, rifugio e pace. Aspettando l’inizio della Festa. rivivere l’esperienza dello scorso anno che ci ha permesso di incontrare molti degli animatori, come noi, della diocesi di Concordia Pordenone. La “GRESTA” ha avuto inizio nel primo pomeriggio presso il padiglione 7 della Fiera di Pordenone. È iniziata con una serie di “bans” e balli di gruppo presentati da animatori di varie parrocchie sul palco allestito all’interno del padiglione, seguito dalla presentazione dello staff della festa. In seguito, don Ivano Zaupa ha voluto trasmetterci, attraverso una storia, un messaggio molto importante: non esiste il freddo, il freddo è mancanza di calore; non esiste l’oscurità, l’oscurità è mancanza di luce; non esiste il male, il male è mancanza di Dio. La festa è proseguita con una serie di giochi individuali e di gruppo proposti dai rappresentanti di varie parrocchie, ai quali bisognava partecipare per vincere i talenti; questi rappresentano, tutte le pos- 10 numero 39 / Natale duemilatredici Pastorale Giovanile Vita della comunità Pietro Plazzotta Esiste anche il Capo Campo Dopo circa 20 anni che ricopro il ruolo di “capo campo”, nei vari campeggi che la nostra parrocchia ha organizzato da quando Don Ruggero è con noi, mi è venuto il desiderio di scrivere alcune riflessioni sulla esperienza maturata e di portarle a conoscenza attraverso la Voce di Roveredo a tutti coloro che vorranno leggerle Qualcuno potrebbe dire che il campeggio esiste perche esistono i bambini e i ragazzi che ci vengono, vero! Perché ci sono gli animatori che preparano con tanto impegno e voglia di fare, il programma della settimana alternando momenti di riflessione a momenti di svago, vero! Perché ci sono le mamme e i papà che danno una mano importantissima sia in cucina che nelle varie altre attività, vero! A pensarci bene direi, per fortuna che ci sono, anzi dovrebbero essercene sempre di più. Perché ci sono le catechiste che fanno scoprire ai bambini e ai ragazzi l’esperienza dello stare insieme una settimana, mettendo in pratica le parole di Gesù, come: fratellanza condivisione, perdono amicizia ecc, ecc, vero! Il campeggio esiste soprattutto perché c’è don Ruggero come figura centrale e segno di continuità tra l’esperienza della vita in parrocchia e quella dello stare assieme per ore e ore a Tramonti, con al centro la figura di Gesù , da lui raccontata durante i momenti formativi, la Santa messa quotidiana e gli spazi di preghiera. Inoltre il campeggio esiste anche perché per nostra fortuna siamo sempre accompagnati dalle nostre consorelle suore, che con il loro esempio e il loro operare in silenzio, ci danno tranquillità, aiuto e consigli sempre utili. numero 39 / Natale duemilatredici A questo punto direte: a cosa serve un Capo Campo? È la stessa domanda che mi sono posto quando ho incominciato a farlo. Per me il capo campo è un amico e un bastone dove appoggiarsi quando si ha bisogno, è il riferimento nei momenti difficili, è colui che unisce tutte le varie entità del campeggio, è quello che media tra quello che desidera don Ruggero e quello che invece vorrebbero fare i ragazzi. È quello che deve ascoltare tutti e poi prendere responsabilmente la decisione, speriamo qualche volta anche quella giusta. È insomma uno come tutti noi, come tutti voi, che deve sapersi mettere in gioco ogni giorno, ogni ora, sia diurna che notturna. Per essere così credo che debba essere una persona rispettata da tutti, che voglia bene a tutti, dal primo all’ultimo, che sappia pazientemente unire la varie anime del campeggio, che sappia far pregare i ragazzi senza farli annoiare, che sappia farli giocare senza litigare, ma soprattutto che sia di esempio con il suo modo di muoversi, di parlare e accettare gli altri per quello che sono, magari facendo notare con semplicità ed equilibrio dove le cose non vanno per il verso giusto. Deve essere stimato dai ragazzi più grandi che in lui devono poter vedere un amico, che dal profondo dell’animo li aiuta a crescere nella fede e magari anche tirando loro le orecchie, dà loro una mano a crescere con lo spirito di servizio e di dono verso i più piccoli, che li vedono come esempio da imitare. È un ruolo, se posso dirlo, “non facile”, ed io nel mio animo mi metto nelle mani del Signore, certo che lui mi sta accanto, mi sostiene e mi accompagna. Tante volte la stanchezza sembra che abbia il sopravvento, ma poi come sempre, la voglia è troppo grande e si ricomincia, dicendo magari ogni tanto “chi me l’ha fatto fare”. La risposta è semplice: la Fede in Dio, la voglia di servire la comunità, il desiderio di dare una mano a Don Ruggero ed infine, il gusto di sentire i bambini e i ragazzi che ti salutano per strada quando cammini per Roveredo. I capi-campo Pietro e Paolo in un raro momento di relax 11 Vita della comunità Pastorale Giovanile-Familiare Tramonti in foto 12 numero 39 / Natale duemilatredici Pastorale Giovanile-Familiare numero 39 / Natale duemilatredici Vita della comunità 13 Vita della comunità Pastorale Giovanile-Familiare Anziani tr 14 numero 39 / Natale duemilatredici Pastorale Giovanile-Familiare Vita della comunità chiusura delle attività estive ra i monti numero 39 / Natale duemilatredici 15 Vita della comunità Casa Suore sr. Luciana Sattin Le suore a Roveredo Guidolin Anna sr Matteina, a Roveredo dal 1998 in parrocchia * un pomeriggio la settimana guida un gruppo di signore anziane che si dedicano al ricamo pro missioni; * visita e porta l’Eucarestia ad ammalati e anziani della parrocchia, soprattutto la prima settimana del mese. Sattin Luciana Rossato Daniela sr Luciana sr Daniela a Roveredo dal 2012 a Roveredo dal 2007 in parrocchia * cura la liturgia domenicale, e accompagna i funerali con il suono dell’organo; * collabora alla catechesi di 2 classi e al doposcuola con altre catechiste e maestre; * insegna Religione alla scuola materna; * partecipa al coro parrocchiale e fa parte del gruppo di preghiera “AncillaDomini”; * assieme ad altre mestre, doposcuola per bimbi in difficoltà. Tosoni Franca sr Cecilia a Roveredo dal 2010 16 in parrocchia * cura, coadiuvata, la catechesi di 2 classi a Roveredo in Piano e 1 classe a Nave; * visita ammalati e anziani della parrocchia ai quali porta anche l’Eucarestia; * sostiene la preghiera del mercoledì alla R.S.A. ed è tra gli animatori dell’Arcobaleno; * la mattina, accoglie i primi bimbi della scuola materna e ne cura anche il giardino. * è responsabile e animatrice della comunità; * è delegata Usmi per la Diocesi di Concordia-Pordenone e segretaria dell’Usmi Triveneto. in parrocchia * collabora alla preparazione al battesimo dei bambini nelle famiglie; * dà una mano alla preparazione e distribuzione settimanale di “borse spesa” per famiglie bisognose; * nel limite del possibile, aiuta immigrati nel sostegno scolastico, nelle compilazione di documenti, per informazioni e per qualche visita medica, soprattutto se bambini… Servizi Caritativi Distribuzione alimenti Il servizio è rivolto alle famiglie bisognose residenti in parrocchia. Tutti possono dare il proprio contributo offrendo alimenti a lunga conservazione quali pasta, riso, tonno, legumi, latte, portandoli o in canonica al mattino oppure lasciandoli nel baule dedicato, in chiesa. Abbigliamento e mobilio Mercoledì mattina dalle 9 alle 11 Il servizio è rivolto a chiunque ne abbia bisogno. Tutti possono dare il proprio contributo, si possono portare capi di ogni genere purché in buone condizioni, deponendoli sul bancone bianco posto fuori dalla canonica. Per mobilio e materiali ingombranti, ci si accordi con la segreteria parrocchiale per richiedere il servi- zio di ritiro a domicilio. È preferibile, per delicatezza nei confronti di chi usufruisce del servizio, evitare di portare i capi nella giornata della distribuzione. Centro di ascolto Giovedì dalle 17.00 alle 18.00 (su appuntamento!) Questo servizio fa dell’ASCOLTO il suo MODO PROPRIO di SERVIZIO. Il suo “fare” prevalente è l’ascolto, cuore della relazione di aiuto, dove chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi, in un progetto che, ricercando le soluzioni più adeguate, punta a un processo di liberazione della persona dal bisogno. Per qualsiasi informazione ci si può rivolgere al parroco, alla sig.ra Loretta Pigatto o all’ufficio parrocchiale. numero 39 / Natale duemilatredici Azione Cattolica Vita della comunità Ivana De Mattia Ma cos’è l’Azione Cattolica? Cosa si può intendere per “Azione cattolica”? Quali realtà laicali possono essere ricondotte in questo alveo concettuale, tenuto conto delle molteplici forme che essa ha assunto e delle direttrici in cui si è sviluppata in vari contesti storici, geografici, ecclesiali, culturali? La risposta può essere condensata – secondo Giorgio Vecchio (Università di Parma) – in una serie di punti che descrivono l’associazione e che elenchiamo di seguito. Punto primo: “fa della fede cristiana piena professione e completa testimonianza interiore e pubblica, nella fedeltà alla gerarchia, con la quale intende partecipare all’evangelizzazione. In tal senso “si adegua alle indicazioni magistrali e alla loro evoluzione nel tempo (per esempio, accettazione convinta del Vaticano II)”. Punto secondo: l’Ac è un’associazione che “si rivolge al laicato, maschile e femminile, coinvolgendolo in una formazione permanente alla fede e alla spiritualità e dandogli la responsabilità di dirigere ed espandere l’associazione stessa”. Punto terzo: l’Ac “sottolinea la dimensione organizzativa, sia locale, sia nazionale, e sovrannazionale. In tale prospettiva, però, non sceglie a priori di privilegiare come base di tutto la dimensione parrocchiale rispetto a quella di studio o lavoro. O meglio: una scelta vien fatta, ma secondo percorsi e storie specifiche di ogni nazione”. Punto quarto: l’Ac “esclude la politica come ambito specifico della propria attività, delegandola ad altri organismi (partiti, movimenti); al tempo stesso, però, rimane at- tenta alla dimensione politica (sindacale o sociale in genere), credendo nel diritto-dovere di formare i suoi aderenti anche alla testimonianza diretta o indiretta nella politica”. (da “Segno” /04-2013) Francesco Dal Bò Festa di San Pancrazio La Parrocchia di San Bartolomeo, in collaborazione con la Società Filarmonica e l’Associazione Oratorio San Pancrazio, festeggiano San Pancrazio (festività 12 maggio), a cui è intitolato l’Oratorio Parrocchiale. Con un percorso musicale dedicato - a termine di ogni lezione di catechismo - la Filarmonica ha predisposto con l’aiuto dei catechisti stessi un programma ad hoc per animare la S. Messa - che si è celebrata alle ore 10.00 - facendo cantare ai bimbi canti liturgici, quali il “Gloria” di J.P. Lecòt o “Acqua Siamo noi”, accompagnati dalla Banda Giovanile B-Band. In presbiterio erano presenti un centinaio numero 39 / Natale duemilatredici tra bambini e ragazzini che hanno reso la Messa per San Pancrazio un grande avvenimento per Comunità. A suggellare l’importanza della giornata, l’intervento durante la S. Messa del cantante lirico Armando Badia che ha eseguito il “Panis Angelicus”, sempre accompagnato musicalmente dalla B-Band. A termine della S. Messa, in oratorio si è svolto un rinfresco - offerto dalla Filarmonica in occasione dei propri 140 anni di fondazione - e alla presenza di tutti i bambini e le loro famiglie, il presidente dell’Associazione Oratorio Giorgio Toffoli, facendo così gli “onori di casa”, ha tenuto un breve discorso di ringra- ziamento, illustrando l’attività dell’Oratorio e il significato dello stesso come punto focalizzante di incontro delle attività nella vita parrocchiale del paese. A seguire don Ruggero ha espresso il suo apprezzamento per l’iniziativa e per la grande capacità di coinvolgimento dei più piccoli, che hanno tra le tante cose, cantato con passione e meravigliosamente bene, in onore di San Pancrazio, Santo che ha donato la propria vita per Gesù Cristo, poco più che bambino. Infine, il presidente della Filarmonica Pierluigi De Mattia, ha invitato tutti i partecipanti al rinfresco a conclusione della festa. 17 Vita della comunità Scuola Materna e Nido Patrizia Portinaro e Antonio Arcolin Quale futuro?!? Correva l’anno 1947 quando un manipolo di uomini di buona volontà capitanati da don Luigi Indri e don Mario Del Bosco decisero, con i pochi mezzi finanziari di cui disponevano, che anche Roveredo in Piano che allora contava circa 700 abitanti - avrebbe avuto, come si chiamava allora, il suo asilo. Così nell’anno 1948 venne inaugurata la struttura che inizialmente ospitò 60 bimbi. Il paese nel frattempo crebbe, si sviluppò l’economia che da prettamente agricola fu affiancata dalle attività industriali con richiesta di occupazione di interi nuclei familiari e la conseguente esigenza da parte degli stessi di trovare per i loro piccoli un luogo dove essere accuditi. Abbiamo fatto un calcolo approssimativo da cui emerge che dal suo sorgere, la scuola, ha ospitato ben 6500 bimbi, e nel frattempo si è evoluta e da semplice luogo di intrattenimento è diventata a tutti gli effetti indispensabile preparazione all’ingresso nella scuola dell’obbligo. Quante volte in questi anni mi è capitato di sentire parole di nostalgia da parte di nonni e genitori che nel passato hanno trascorso ore liete tra queste mura! E ora? Perchè facciamo questa riflessione? E’ la logica conseguenza di quanto è apparso recentemente nella stampa locale circa il futuro della nostra scuola conseguentemente all’avvio della quinta sezione della scuola dell’infanzia statale, articolo nel quale la giornalista riferiva che “le famiglie roveredane hanno dimostrato di prediligere l’istituto statale rispetto alla paritaria”. Ci sembra un’affermazione non completamente veritiera se comunque la nostra struttura pur in presenza di un differente costo di accoglimento mensile, continua ad ospita- 18 re circa 80 bimbi. A tale proposito sarebbe opportuno precisare che gli attuali 150 euro mensili richiesti sono comprensivi di tutte le attività offerte: psicomotricità, insegnamento dei primi rudimenti della lingua inglese-musica, teatro, viene offerta la possibilità di frequentare il corso di acquaticità a costi modesti e vengono proposte uscite didattiche a costo zero utilizzando le disponibilità frutto dei vari incontri collettivi che si organizzano nel corso dell’anno scolastico. Riteniamo di aver creato un clima coinvolgente per famiglie e bimbi e la dimostrazione tangibile l’abbiamo dalla partecipazione alle svariate feste proposte (Castagnata, Carnevale, festa di Tramonti, festa del ciao). Rammentiamo che nella scuola statale è da considerare il costo giornaliero del pasto e che pertanto la differenza di prezzo tra le due strutture è minima. E visto che si parla di “vil denaro” forse è bene fare una precisazione anche perchè riteniamo sia giusto che il cittadino sia a conoscenza di come i soldi del contribuente sono impiegati alla luce di quanto sta succedendo nel nostro paese: un “posto bambino” alla scuola dell’infanzia statale costa allo stato € 6500 l’anno: il costo bimbo della nostra scuola è di circa € 3000. Il contributo che lo stato eroga alle scuole paritarie è di € 425 annuali!Per essere coerenti e trasparenti fino in fondo, almeno per quanto riguarda la nostra struttura, evidenziamo peraltro che, in virtù della convenzione attualmente in vigore con il comune di Roveredo, ci vengono riconosciuti annualmente per ogni bambino residente € 560 e che fin qui abbiamo sempre collaborato positivamente con le varie amministrazioni che nel tempo si sono succedute. Forse è anche bene ricordare che la parrocchia, per non gravare sui bilanci familiari soprattutto in questi tempi particolarmente difficili, ha sostenuto in questi anni esborsi per svariate decine di migliaia di euro. Concludendo, confidiamo che in futuro ci sia data la possibilità di far convivere le due realtà; certo è che tutto dipenderà dal non annullamento dei contributi pubblici, e da quanto la nostra scuola sarà in grado di competere offrendo capacità, servizi e accoglienza, oltre che confrontarsi con quanto di alternativo viene proposto dal territorio. numero 39 / Natale duemilatredici Villotte Vita della comunità Eugenio Latin L’attività del Circolo Ricreativo Villotte È proseguita intensa anche durante i mesi estivi l’attività del Circolo ricreativo Villotte presso il Centro Civico locale. Domenica 7 Luglio è stata organizzata una gita turistico-culturale nella nostra bella Carnia con le visite a Illegio – Zuglio – Arta Terme e Sauris. La numerosa comitiva è partita dalle Villotte per Illegio,dove è stata visitata la mostra “IL CAMMINO DI PIETRO”, una importante esposizione di quadri sulla vita dell’apostolo e primo Papa. La mostra era reduce da una esposizione a Roma dove ha avuto altissimi riscontri nazionali e internazionali. Successivamente è stato visitato l’abitato di Zuglio, l’antica Julium Carnicum, dove sono stati scoperti e riportati alla luce resti dell’epoca romana. Poi saliti sul colle di Zuglio è stata visita l’antica pieve di S. Pietro, una Chiesa con importanti reperti storici; questa è la Chiesa madre o matrice delle altre Chiese della Carnia. Per l’ultima sosta si è saliti fino a Sauris e al suo lago, attraverso la valle del Lumiei, dove una diga forma l’omonimo lago artificiale; quindi a Sauris dove tutti hanno potuto assaggiare e fare scorta dell’ottimo prosciutto affumicato a cui il paese da il nome. Domenica 25 Agosto invece abbiamo avuto il piacere di ricevere la visita alle Villotte del gruppo corale della comunità italiana di Umago d’Istria, ospiti dell’azienda agricola Gelisi e del Circolo Villotte. È stato un interessante scambio culturale e di conoscenza reciproca, tenuto conto che diverse famiglie villottesi provengono proprio dalla zona di Umago. Inoltre l’incontro ha fatto emergere la volontà di approfondire e consolidare da entrambe le parti la conoscenza tra le due comunità. numero 39 / Natale duemilatredici La domenica successiva 1° Settembre si è celebrata la festa del donatore con la locale Sezione dell’ A.F.D.S. in occasione del 42° anniversario della sua fondazione. Presso il Centro Civico sono confluiti i rappresentanti delle molte sezioni di donatori di tutta la provincia di Pordenone. Il parroco don Ruggero, che ha celebrato la S. Messa, all’omelia ha voluto sottolinerare quanto sia importante il dono del sangue che è in sintonia con i nostri principi cristiani. In conclusione la presidente della sezione di S. Quirino LAURA PERISSINOTTI ha espresso viva soddisfazione per l’accoglienza e la disponibilità del Circolo ricreativo Villotte. A conclusione della stagione estiva sono iniziate le varie attività che il Circolo, in collaborazione con le associazioni sanquirinesi, offre per corsi di ginnastica, yoga, danza ecc. 19 Vita della comunità Tornielli Anita Visintin Gasparini Località Tornielli La denominazione della località è stata assegnata, con una delibera del Consiglio Comunale di Roveredo, all’insediamento dell’Ente Tre Venezie, in onore di Giuseppe Tornielli, nobile di casta veneziana che in questi luoghi ebbe delle proprietà terriere. Il sito è nato a seguito della Riforma Fondiaria voluta appunto dall’ente su citato con la legge n° 240 del 31.03.1955 per dare una zona in cui rifarsi una vita, crearsi un futuro, a quelle persone che a seguito delle tragiche vicende legate all’esodo (da tanti, troppi, incompreso) degli istriani, dopo la seconda guerra mondiale, erano rimasti senza niente. Tornielli, a 3 km dal paese, era in origine costituita da 25 unità poderali con grandezze che andavano dagli 8 ai 15 ha., riscattabili in trenta anni. Qui, in un terreno pieno di sassi, è iniziata la lotta con una terra che sembrava avara ma che poi con il duro lavoro, l’irrigazione e le tecniche di coltivazione, piano piano è diventato un proliferare di giardini (o come ebbe a dire un presidente della provincia alcuni anni orsono, “E’ diventato un Paradiso”) con coltivazioni di mais, vigneti, kiwi e frutteti; produzioni di qualità e quantità di tutto rispetto. Dei nuclei originari, che erano stati assegnati con quelle finalità, ormai ne sono rimasti solo 6. Molte persone, soprattutto nei primi anni, se ne sono andate non riuscendo a convivere con le grandi difficoltà, iniziali, ma sono state rimpiazzate da famiglie friulane e vicentine le quali hanno ben operato nel territorio e la familiarità venutasi a creare con gli istriani precedentemente inse- 20 diati ha fatto si che questa sia diventata una operosa e tranquilla comunità che non vive più di sola agricoltura. Ci ritroviamo con delle belle realtà rappresentate da: una rinomata cantina, che produce e vende vino e altri prodotti; un allevamento di polli; una serra di fiori e piantina, un noto ristorante-pizzeria e tutta una serie di poderi coltivati con cura e dedizione dai loro proprietari. Alcuni terreni recentemente hanno cambiato proprietà e chi ha comperato ha fatto un investimento piantando ettari di vigneti. I figli dei vecchi insediatari, per lo più hanno continuato l’attività dei genitori, lavorando anche nell’in- dustria, mentre diverse persone della “terza generazione” si sono fermate a vivere qui nonostante non lavorino la terra, perchè, tutto sommato, in campagna si vive bene. Comunque, come già detto, della comunità iniziale, dopo più di 50 anni dal loro insediamento, è rimasto ben poco, ma negli istriani rimasti il ricordo della terra dalla quale sono dovuti andar via non si è mai sopito. Noi, abitanti della Località Tornielli, ci sentiamo parte integrante del paese, d’altronde, è giusto dirlo, le Amministrazioni Comunali in questi anni non ci hanno abbandonato, avendo un occhio attento alle nostre problematiche. numero 39 / Natale duemilatredici Roveredani in Festa Vita della comunità Lauree Lucia Pivetta è una ragazza di 23 anni che, dopo aver terminato il liceo linguistico, iniziò a girare il mondo, a conoscere gente, culture nuove e diverse dalla sua. A 16 anni decise di fare domanda per il programma “Intercultura” e vinse il concorso che le permise di studiare per un anno in Thailandia. Dopo aver conseguito il diploma, Lucia iniziò a chiedersi quali opportunità l’Italia le potesse offrire. Prese quindi la difficile decisione di lasciare la famiglia per trasferirsi dapprima in Irlanda – dove ebbe modo, lavorando come ragazza alla pari, di imparare e perfezionare l’inglese – e poi, definitivamente, in Inghilterra. Nel Regno Unito decise quindi di intraprendere un percorso accademico che le consentisse di diventare giornalista. Iniziò così la sua avventura universitaria all’estero: da giovane studentessa raccolse la sfida e cercò di guardare il mondo negli occhi confrontandosi con le differenze interculturali dei vari Paesi, collaborando con le redazioni di varie testate giornalistiche internazionali – tailandesi e turche – fino ad arrivare a creare un proprio blog. Ai momenti di grande entusiasmo si sono alternati momenti di difficoltà, ma nonostante questo, Lucia è riuscita ad affrontare i problemi e a raggiungere il proprio obiettivo: la laurea. Alla neo dottoressa i rallegramenti più vivi e gli auguri più affettuosi di un brillante avvenire da parte di familiari e parenti tutti. A te Lucia, un augurio affettuoso anche da parte della redazione della Voce di Roveredo. Ti ringraziamo qui per gli articoli che hai scritto e che abbiamo pubblicato nei numeri scorsi e ti invitiamo a continuare questa collaborazione anche in futuro. Buon cammino di vita, la Redazione. numero 39 / Natale duemilatredici Tiziana Maruccia è Dottoressa in Scienze Internazionali e diplomatiche con una tesi in Diritto Internazionale Pubblico dal titolo “La contraffazione dei marchi: il caso Cina nel commercio internazionale”. L’8 maggio 2013 Samuele Masieri ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in scienze ambientali discutendo la tesi “Ricostruzione della distribuzione degli inquinanti gassosi all’interno del ‘plume’ di una ciminiera con metodi remote sensing” presso l’università Ca’ Foscari di Venezia. 21 Vita della comunità Roveredani in Festa Lauree Elisa Nosella ha conseguito la laurea in Scienze Psicologiche della Personalità e delle Relazioni Interpersonali, con la discussione della tesi “Cambiamenti apportati alla Quinta edizione del DSM relativamente all’Health Anxiety”. In Ottobre 2013 presso l’Università degli Studi di Trieste si è laureata in Economia e Gestione Azienda- le con 110 Eleonora Bortolin discutendo la tesi: Il Settore Alimentare Biologico - Un’analisi di scenario e d’aspetti economici. Congratulazioni vivissime e auguri per i prossimi anni di studio! 22 Il giorno 25 luglio, Elisa Ru ffati si è laureata in Scienze Motorie presso la sede di Gemona del Friuli dell’università di Udine. Lisa Pez zutto ha conseguito la Laurea in Scienze e Tecnologie Multimediali presso l’ Università degli Studi di Udine. numero 39 / Natale duemilatredici Roveredani in Festa Vita della comunità Bruno De Luca Pilota Militare È sempre un piacere scrivere bene di un nostro concittadino riferendosi alla sua affermazione nell’ambito dello studio o del lavoro in Italia o all’Estero. Nicolò Redivo, 25 anni, figlio di France- sca e Pierantonio, prima di terminare il Liceo Scientifico ha presentato domanda per entrare in Accademia Aeronautica a Pozzuoli (NA) ed ha sostenuto e superato tutti gli esami previsti dal Concorso. La partecipazione al corso IBIS V° ha visto la sua permanenza in Accademia per circa quattro anni e mezzo durante i quali ha approfondito e sostenuto ulteriori esami per le molteplici discipline trattate. Il ciclo di studi terminerà con la presentazione di una tesi e la laurea magistrale in Scienze Aeronautiche. Nel frattempo dall’Aeronautica Militare è stato assegnato alla Scuola di Volo presso la base aerea di Columbus (Mississippi-USA). L’addestramento della durata di un anno e mezzo circa è stato brillantemente completato conseguendo il Brevetto di Pilota Militare per i due velivoli utilizzati: il turboelica T6 Texan II° ed il bireattore a getto T38 Talon. Attualmente Nicolò è assegnato qui in Italia al 50° Stormo di Piacenza che ha in dotazione il velivolo Tornado ECR e spera, dopo aver ottenuto l’abilitazione al volo su questo aereo, di poterlo pilotare. Da parte della redazione de La Voce di Roveredo i complimenti a Nicolò per aver tenuto alto il buon nome del paese natio. Congratulazioni anche ai suoi genitori e al fratello Luca per il costante appoggio morale. Classi in Festa Foto ricordo del viaggio dei coscritti di Roveredo del 1943 per festeggiare i loro 70 anni, in gita tra i paesaggi innevati mozzafiato attraversati sul trenino del Bernina con tappa a Bormio, S. Moritz, Livigno e Tirano. numero 39 / Natale duemilatredici 23 Vita della comunità Roveredani in Festa Classi in Festa Cara maestra Paola e cari compagni, correva l’anno 1975, e armati di colletto bianco e fiocchi variopinti ci apprestavamo ad iniziare la nostra quarta elementare, timorosi e curiosi di incontrare la nuova maestra… Ma no, è il 2013 ma ancora una volta, con la stessa curiosità ed un po’ meno timore, la rivediamo questa sera la nostra maestra Paola, noi ex alunni della sezione “C” della scuola “Enrico Fermi” di Roveredo. Grazie alla pazienza e all’impegno di qualche compagna, già da allora molto vivace, venerdì 18 Ottobre 2013 ci siamo ritrovati per festeggiare la nostra maestra e salutarci dopo più di trent’anni di vita e di storia. È stato bello rivederci e riconoscere nei volti e nelle espressioni quei tratti che il tempo non era riuscito a cancellare. Così come risucchiati in un cortocircuito temporale, eravamo ancora noi, con la nostra guida, affascinati dai ricordi e dalle emozioni che prendevano for- 24 ma e riemergevano vividi come allora. Ci siamo raccontati avventure ed esperienze degli anni trascorsi e non è mancato il pensiero rivolto a chi non è più tra noi. Grazie a Lei maestra Paola, per averci fatto stare così bene allora, e grazie anche a tutti noi per aver contribuito alla riuscita di questa serata speciale ricca di emozionanti sentimenti. numero 39 / Natale duemilatredici Roveredani in Festa Vita della comunità Anniversari 50 Maria e Giovanni De Mattia nel cinquantesimo del matrimonio Iori Barbarioli e Salvatore Valentino - 7 settembre 2013 Maria Rosa e Cosimo Altobelli 21 settembre 2013 numero 39 / Natale duemilatredici 25 Vita della comunità 50 Roveredani in Festa Anniversari Gemma Buosi e Emidio Borin, il 2 dicembre 2012 hanno festeggiato il loro 60esimo anniversario di matrimonio attorniati dai figli, generi, nipoti, parenti, con la calda presenza di don Ruggero e delle suore. Il Signore ha donato loro e sta donando tutt’ora il coraggio dell’amore forte e possente come una roccia, trasparente come l’acqua di un ruscello, caldo e avvolgente come il sole dell’estate 12 ottobre 1963-2013 Arpalice e Sante De Marchi hanno festeggiato le nozze d’oro lo scorso ottobre. 50 Accompagnati dalla benedizione del Santo Padre Francesco, Luciano Goz e Rina Mazzon il giorno 21 settembre 2013, hanno festeggiato il cinquantesimo di matrimonio assieme alle figlie, i generi, i nipoti, la piccola Nicole ed amici. I coniugi ringraziano quanti hanno partecipato alla festa. 26 numero 39 / Natale duemilatredici 25 Roveredani in Festa Anniversari Vita della comunità Ferdinanda e Fabio Sorgon, con i figli Giada e Nicolas, hanno festeggiato i venticinque anni di vita insieme! 10 settembre 1988-2013 Patrizia Bergnach e Alberto De Camillis hanno festeggiato le nozze d’argento insieme ai figli, parenti e amici 14 maggio 1988-2013 Tiziana Sarri e Daniele Moretto, hanno festeggiato l’anniversario di matrimonio insieme al figlio Paolo e circondati dall’affetto di amici e parenti numero 39 / Natale duemilatredici 27 Associazioni Filarmonica .Francesco Dal Bò 140 anni di musica Ben centoquaranta anni fa nasceva nel nostro paese la Società Filarmonica di Roveredo in Piano, nata dalla volontà di Giovanni Cadelli “Grith”, che da giovane con la sua grande passione, riuscì a far germogliare la Musica all’interno della comunità roveredana. Da allora, passando attraverso due Guerre Mondiali e diverse peripezie, la Filarmonica arriva ai giorni nostri senza praticamente aver mai interrotto la propria attività. Per questo grande traguardo del 140° anno di Fondazione, abbiamo proposto diverse iniziative riuscendo, negli appuntamenti da noi organizzati, a richiamare un notevole pubblico. Abbiamo iniziato a festeggiare il 2013 fin da subito, con il tradizionale Giro del Paese il primo dell’anno e quindi a febbraio con la “Cena del Mus” presso l’Oratorio Parrocchiale “San Pancrazio”. Ad aprile è stato presentato il Libro scritto e disegnato dai ragazzini della Filarmonica “1873”, che è stato poi distribuito a tutti i bimbi 28 e ragazzi delle scuole elementari e medie di Roveredo in Piano. A giugno è stato il momento della Rassegna Bandistica Provinciale e quindi a luglio della quarta “Festa dello Spiedo” che ha fatto da grande conclusione alla manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale “Roveredo sotto le Stelle”. Nella serata della festa si è esibita, con grande successo, la Filarmonica di Kluftern (Germania). Ai primi di settembre è arrivata quindi la “Fanfare Municipale Luxembourg Bonnevoie”, che ha proposto un concerto di grandissimo spessore artisticomusicale in una grande cornice di pubblico. Per quanto riguarda la Scuola di Musica, continua il trend positivo di giovanissimi (ma anche adulti) che ne fanno sempre più parte. In particolare a fine agosto, presso la casa parrocchiale di Tramonti, ben sessanta allievi hanno preso parte al campeggio musicale organizzato dalla Filarmonica. Ogni giorno sveglia alle 7.00 e dopo una cam- minata e un po’ di ginnastica, un percorso musicale di preparazione agli eventi che vedranno i giovanissimi allievi della B-Band protagonisti nella seconda parte dell’anno. Il campeggio è stato oltre che una grande “palestra musicale”, una bellissima esperienza per i ragazzini più esperti che hanno fatto da Angeli Custodi ai bimbi più piccoli, insegnando loro la musica e impiegando la loro giovane esperienza per aiutarli a comprendere sempre più il linguaggio musicale e l’uso dello strumento. Nei primi di settembre la BBand è quindi andata a visitare, grazie all’interessamento del Club Frecce Tricolori di Roveredo, l’Aeroporto Militare di Rivolto, dove i giovani musicisti hanno potuto vedere con i loro occhi le difficili acrobazie della Pattuglia Acrobatica Nazionale delle Frecce Tricolori in una splendida mattinata di fine estate. La B-Band poi è stata la “Guest-Star” insieme ai giovani musicisti americani diretti dal M°Sean Boyle, della Festa Italo- numero 39 / Natale duemilatredici Filarmonica americana a Sacile, introducendo il proprio intervento musicale con gli Inni Nazionali alla presenza del Generale Jon A. Norman (nuovo Comandante della Base USAF di Aviano) e quindi allietando la cena comunitaria proponendo sia brani classici (Toccata dall’Orfeo di Monteverdi) che brani rock (The Final Countdown degli Europe) e brani originali per banda (Solas Ané di Hazo) di difficile esecuzione musicale. Sempre a settembre ci sono state le giornate di iscrizioni che hanno visto oltre 70 bimbi e ragazzi provare strumenti, suonare e giocare insieme, coronando il pomeriggio con “un’hamburgata” offerta dalla Filarmonica. In quest’anno la Scuola ha implementato i propri corsi musicali con gli strumenti a doppia ancia – una chicca nel panorama musicale – quali oboe e fagotto. Oltre a ciò la Scuola di Musica della Filarmonica è convenzionata da quest’anno con il Conservatorio di Musica di Udine, per cui i giovani allievi iscritti o che si vogliono iscrivere, possono frequentare la nostra scuola come se fosse il Conservatorio e quindi potendo un domani diplomarsi e diventare maestri di musica (le iscrizioni sono APERTE TUTTO L’ANNO). I prossimi appuntamenti organizzati dalla Società Filarmonica, a cui vi invitiamo a partecipare, sono i seguenti: - Sabato 7 dicembre alle 17.30 presso il Palazzetto dello Sport di Roveredo in Piano “Music is Life – on Christmas”, ovvero il secondo Gran Concerto Benefico della Banda Giovanile B-Band e Bimbo-Band insieme ai ragazzi delle Bande Giovanili della Base USAF Associazioni di Aviano. Il concerto servirà a raccogliere fondi a favore dell’Assistenza Domiciliare Pediatrica di Pordenone. Difatti questo 2013 è stato dedicato a questa associazione che aiuta i bambini affetti da grave malattie (purtroppo delle volte incurabili) e che permette ai bimbi la cura domiciliare da parte di personale ospedaliero. Questo è un grande passo della società per regalare a questi bambini la serenità e la normalità di cui hanno bisogno; - Giovedì 26 dicembre 2013 alle ore 20.45 presso il Palazzetto dello Sport di Roveredo in Piano il tradizionale Concerto di Natale, spaziando dalla musica classica al rock, dalle colonne sonore di film a brani originali per banda, un concerto tutto da scoprire ed assaporare; - Mercoledì 1 gennaio dalle ore 13.30 il tradizionale Giro del Paese; - Lunedì 6 gennaio, dopo la Benedizione dei Bambini in Duomo Parrocchiale, dalle ore 15.30 il consueto Concerto della Befana con la B-Band in Oratorio “S. Pancrazio”. In breve: Eucaristia Roveredo accoglie con gioia gli Alpini numero 39 / Natale duemilatredici Il nostro Salvatore, nell’ultima cena, la notte in cui veniva tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, con quale perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il sacrificio della Croce, e per affidare così alla sua Diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e risurrezione. Sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, “nel quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolmata di grazie e viene dato il pegno della gloria futura”. (C.C.C. n. 1323) 29 Associazioni Equo e Solidale A cura della Cooperativa L’Altrametà Buon anno, Quinoa! L’ONU ha dichiarato il 2013 “Anno internazionale della quinoa”, con l’obiettivo di valorizzare il ruolo di questo seme nella lotta contro la fame, la denutrizione e la miseria e di farlo conoscere al grande pubblico. Emblema dei cibi nobili e dimenticati, la quinoa è un alimento molto sano e completo, ricco di proteine, minerali e vitamine e i suoi semi sono da sempre alla base dell’alimentazione delle popolazioni andine. La coltivazione del “grano madre” degli Inca era legata a diversi riti sacri e, proprio per questo, è stata bandita dai conquistatori europei. La quinoa appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee (come lo spinacio) ed è priva di glutine. “Questo straordinario cereale è stato un punto di riferimento culturale e un alimento base nella dieta di milioni di persone in tutte le Ande per migliaia di anni. Adesso è venuto il momento di dare alla quinoa il riconoscimento mondiale 30 che si merita”, ha affermato il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon. La quinoa è diffusa attraverso le botteghe di commercio equo e solidale, come L’Altrametà di Pordenone, grazie ad ANAPQUI, Asociaciòn Naciònal Productores de Quinoa (associazione nazionale di produttori di quinoa) importante organizzazione in un paese povero come la Bolivia e partner “storico” del commercio equo e solidale europeo. Anapqui è una federazione di nove associazioni regionali di produttori di quinoa, che dal 1983 acquista la quinoa dai propri soci e la esporta a varie organizzazioni. In un paese che non offre molte opportunità lavorative, Anapqui garantisce posti di lavoro qualificati e ben retribuiti e salvaguardia la biodiversità. La coltivazione della quinoa avviene nel sud della Bolivia, sull’Altipiano intorno al lago salato di Uyuni, ad un’altezza media di circa 3.800 metri sopra il livello del mare. Altipiani sassosi, terra arida battuta dal vento, cotta dal sole di giorno e gelata da freddissime notti: in questi luoghi inospitali troviamo popolazioni di etnie antichissime, Aymara e Quechua, che vivono in condi- zioni di sopravvivenza paragonate, nei rapporti dell’UNPD, a quelle delle popolazioni dell’Africa subsahariana. Anapqui sostiene una forte valorizzazione della coltivazione della quinoa come strumento di salvaguardia del territorio e di permanenza della popolazione in luoghi altrimenti destinati allo spopolamento. I produttori, soci delle singole organizzazioni regionali, coltivano e consegnano la quinoa biologica al magazzino comunitario dove viene stoccata prima di essere inviata allo stabilimento di lavorazione. Indicazioni di base per l’utilizzo della quinoa Tempo di cottura: 12 - 15 minuti (fino a che i grani si sono gonfiati ed hanno formato un piccolo germoglio bianco anellino a corona del chicco). La porzione per una persona è di circa 70g di quinoa (una volta cotta ha infatti una resa di 2,5 volte il suo volume). Prima dell’utilizzo va sciacquata in abbondante acqua corrente muovendo i grani con le mani, per eliminare il leggero amaro che la caratterizza. E’ ottima accompagnata alle verdure o aggiunta a minestre e zuppe... non resta che provarla!!! numero 39 / Natale duemilatredici Avis Associazioni Michele Battistella 46 anni di volontariato Ebbene sì! Sono 46 anni che la nostra sezione si impegna alla promozione del dono del sangue. Gesto volontario, gratuito, anonimo che caratterizza e rispecchia appieno i principi sui quali è fondata la nostra Associazione, a partire dalla nostra semplice sezione Comunale, assieme alle nostre consorelle, continuando con le sezioni superiori, sino ad arrivare a quella Nazionale. Anche quest’anno come Comunale abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di divulgare quella che è la nostra “mission”, sensibilizzando le persone e le famiglie al dono del sangue, cercando di coinvolgere il più possibile anche i giovani. Lo sappiamo tutti che stiamo passando un periodo poco “roseo” (passatemi il termine), però dal punto di vista della solidarietà verso il prossimo abbiamo constatato che, perlomeno sino ad oggi, il numero di donazioni si è mantenuto costante rispetto all’anno passato... questo significa che comunque, nonostante i tempi “difficili”, siamo circondati anche di persone, a cui va un sentito e doveroso “GRAZIE”, che pensano al bene e alla salute del prossimo mettendo a disposizione il loro tempo. Tra le varie iniziative anche quest’anno abbiamo voluto riproporre l’AVIS Music Fest, che si è tenuta nelle serate del 21 e 22 giugno (la prima accompagnata da band giovanili e la seconda dalla “Cena del Donatore”). Poi immancabili le iniziative “storiche”, tra le quali i vari volantinaggi per le vie del paese, la partecipazione ad eventi sportivi (tornei di calcetto, Pordenone Pedala), la partecipazione agli anniversari delle altre sezioni consorelle. numero 39 / Natale duemilatredici A Settembre, il nostro vice Presidente ha partecipato, assieme ad amici e simpatizzanti, all’ottava edizione di “Kart Endurance”, evento organizzato dal Gruppo Giovani dell’AVIS Regionale del Veneto, al termine della quale sono saliti sul gradino più alto del podio. Credo che siano delle belle soddisfazioni, a maggior ragione se accompagnate dalla consapevolezza che l’evento è servito principalmente alla promozione del dono del sangue e che allo stesso abbiano partecipato per lo più giovani. Poi abbiamo voluto riproporre per il secondo anno di seguito, una serie di serate organizzate in collaborazione con altre Associazioni, ognuna delle quali trattava di determinati argomenti. La prima serata, basata sulla Musicoterapia, è stata principalmente organizzata dall’Associazione Takam; la seconda e la terza sono state invece organizzate da noi in collaborazione con l’amica Olga (tema: Feng-Shui) e con gli amici Sara e Maurizio (tema: star bene nutrendoci bene). A tal proposito mi sento, a nome mio e del Consiglio Direttivo, di voler e dover ringraziare gli amici, i simpatizzanti, i ragazzi della Pro Roveredo e dell’Associazione dell’Oratorio, l’Amministrazione Comunale, i componenti delle altre Associazioni, l’AVIS Provinciale e Regionale... insomma, tutte le persone e tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di queste iniziative... e se ritenete che non siano “riuscite bene” sappiate che comunque noi ce l’abbiamo messa tutta... come continueremo a mettercela tutta nel cercare di divulgare la nostra “mission”! Il direttivo dell’AVIS Presidente Michele Battistella Vice-Presidente/Ref. Gruppo AVIS Kart Mollicone Mauro Gestione Dati Barbariol Annalisa Amministratore/Tesoriere Benedet Simone Provibiro Miglioranza Corrado Segretaria Protti Selene Referente Scuola/Ufficio Stampa Barbariol Igor Referente calendario Plasmaferesi Re Giulietta Referente Sport Polesel Alessandro Revisore del Conto Barbariol Pietro Revisore del Conto/Ref. Plasmoteca Pascoli Enrico Referenti Giovani Conte Lorenzo Lucchesi Sony – Nigel Hall Terence Jolly (e guai se manca) Gianluca Diana Super-Tifoso (sempre presente) Omar Barbariol 31 Associazioni Congrega dei Borghi Igor Barbariol Glorioso borgo del Puart Il glorioso borgo di Puart ha difeso il titolo di campione dei Borghi al torneo di calcio A5 organizzato dai giovani della Pro Roveredo con l’alto patrocinio della congrega dei borghi svoltosi dal 26 al 31 Agosto durante i festeggiamenti di San Bartolomeo. Il Puart corrisponde all’attuale via Dante Alighieri che collegava il paese con il canale Brentella dove in passato vi era uno piccolo scalo delle merci. Da qui la simpatica e scherzosa dicitura di Porto di Roveredo, da cui Puart in dialetto. Nella foto da sx in alto il presidente della Pro Rinaldo Pottino, i Pietro Barbariol (Nonno e nipote), il consigliere della Virtus calcio Mau- ro Cadelli, Andrea Candotto, Alessandro Re, Mirko Rigoni, Saverio Maisto, Donatello Menegon, in ginocchio da sx Igor Barbariol, An- drea Radovan, Stefano Plazzotta, il bomber Daniele Maisto e Andrea Pizzioli con il figlio Federico. Susanna e Paolo Michelon Pesca di beneficenza Anche quest’ anno si è conclusa con successo la tradizionale pesca di beneficenza, inserita nel contesto dei festeggiamenti agostani del Patrono San Bartolomeo. Un grazie doveroso va a tutte le persone che hanno contribuito in modi diversi all’organizzazione, ma in particolare a tutti i giovani che si sono adoperati affinchè l’iniziativa si svolgesse nel migliore dei modi. Giovani che hanno dedicato tempo e anima in modo assolutamente gratuito, in contrapposizione con quanto si pensa oggi di loro e del mondo giovane in generale: insensibili, poco altruisti, casinisti, poco responsabili ecc ecc. Hanno dimostrato invece di avere molteplici qualità, amministrando un capitale di spese pari a circa 10.000 euro, con un ricavo netto a fine mani- 32 festazione di circa 7.700 euro. Non è da tutti durante il periodo di agosto, dopo un anno di studio e fatiche, accantonare le proprie ferie ed il proprio tempo libero per mettersi a disposizione della parrocchia, della comunità per 10 giorni di seguito e per quelli precedenti per la fase di preparazione. Grazie di cuore a tutti e visto lo spirito collaborativo, siamo certi di poter contare su di voi anche in un prossimo futuro. numero 39 / Natale duemilatredici Esperienze roveredane Sguardo nel mondo Diletta Cosco Etiopia Quest’estate, tramite un’organizzazione universitaria che promuove progetti di volontariato sono partita per l’Etiopia, precisamente per Addis Abeba, la capitale. Ho lavorato per un mese e mezzo presso una scuola di periferia per bambini di strada e ho insegnato inglese. Appena arrivata non sapevo nulla sulla scuola e non avevo idea di dove sarei andata a vivere. Ricordo come ieri l’impatto dell’arrivo che è stato molto forte: sono arrivata ad Addis Abeba alle 6 del mattino insieme ad altri tre volontari; siamo stati portati in un quartiere di periferia, vicino alla scuola dove avremmo lavorato. Una famiglia del posto composta da una donna e sei bambini ci ha accolto; sono stati tutti sin da subito molto ospitali nei nostri confronti; abbiamo avuto un fine settimana per riprenderci e poi abbiamo iniziato l’opera di volontariato. Fin da subito l’impressione è stata positiva; nonostante fossimo in una zona povera della città, la scuola mi dava un senso di sicurezza, sia per me che per i bambini che ci andavano; in più traspirava un clima di gioia e felicità. Questa scuola ha una storia incredibile alle spalle: è stata aperta 13 anni fa da una donna del quartiere per raccogliere i bambini di strada: infatti non solo fornisce loro un’ educazione, ma anche tre pasti al giorno, domenica inclusa, vestiti e attività ricreative. Inoltre, alcune mamme dei bambini che prima si prostituivano e mendicavano, ora lavorano li e producono sciarpe e altri oggetti di artigianato guadagnandosi da vivere. I bambini, alla vista di ogni bianco, che lo conoscano o meno, corrono subito ad abbracciarlo ed è così che è successo a me il primo giorno di lezione: un folto gruppi di bimbi appena mi hanno vista sono corsi ad abbracciarmi come se fossi una loro sorella, non ho mai visto cosi tanto calore. Per le prime settimane mi sono state assegnate la prima, la seconda e la terza elementare. Il primo giorno ero nervosissima, ma poi fortunatamente è filato tutto liscio; man mano che passavano i giorni si creava un legame con tutti i bimbi e spesso loro si dimostravano interessati alle lezione e ci tenevano a farmi vedere che avevano imparato qualcosa. Non posso negare che mi facessero impazzire; a volte, come tutti i bambini, erano davvero agitati e non finivano mai di parlare. Nonostante tutto si dimostravano riconoscenti e curiosi nei miei confronti; mi chiedevano continuamente di parlare della mia famiglia, del mio paese e molto spesso mi chiedevano di insegnar loro qualcosa in italiano, qualche parola, una canzone.. numero 39 / Natale duemilatredici La preside della scuola inoltre ha adottato alcuni bambini; ha affittato una casa vicino alla scuola per loro e per la tata con cui vivono. Io ho avuto l’immensa fortuna di vivere con loro ed è stata sicuramente la parte più ricca di questa esperienza. I bimbi con cui ho vissuto hanno delle storie molto dolorose alle spalle, due di loro sono i figli della signora che li accudisce, gli altri quattro non hanno famiglia: chi orfano, chi abbandonato dalla madre... Il più piccolo è cieco e autistico. Con tutti loro ho instaurato un rapporto incredibile, da subito mi sono affezionata, in particolare alla piccola di casa che non mi ha mollata un attimo per tutta la mia permanenza. L’ultima settimana è successo un episodio molto triste: una parte della scuola è stata abbattuta dal governo per costruire una strada. La scuola ora è in cerca di fondi, una raccolta online è già stata fatta 33 Sguardo nel mondo Esperienze roveredane fortunatamente e ora stanno ricostruendo le classi; in più, recentemente, una mamma della scuola è mancata, lasciando tre bambini. Questi piccoli non hanno nessuno, quindi la preside ha deciso di adottarli insieme agli altri bimbi che ha già. A Natale vorrei fare una raccolta fondi da mandare alla scuola in collaborazione con la nostra parrocchia; in particolare, mi piacerebbe devolvere quanto raccolto alla famiglia adottiva, il cui mantenimento comporta una spesa non indifferente per la preside, considerato anche l’arrivo dei tre nuovi piccoli membri. Giannino Paronetto Viaggio a Mosca - Rossosch - Nikolaievka - San Pietroburgo Il 21 settembre, una comitiva della provincia di Pordenone ha partecipato alla cerimonia commemorativa per il 20° anno dell’asilo “Sorriso”, costruito dagli Alpini Italiani presso la cittadina di Rossosch. Erano presenti le autorità del comune di Rossosch, il presidente nazionale degli alpini Favero e il presidente provinciale Gasparet nonché molti alpini provenienti da tutta Italia. Con la comitiva con la quale ho partecipato abbiamo visitato il museo etnografico di Rossosch, accompagnati dal signor Alimin Moruzov, che parla bene l’italiano, è stato molto cordiale con il nostro gruppo e ci ha ringraziato per tutto quello che hanno fatto gli alpini in Russia. Ho portato al museo il gagliardetto del gruppo alpini di Roveredo in Piano, consegnatomi dal capo 34 gruppo Ivan Monaco, in ricordo degli alpini caduti in Russia. Nei giorni successivi abbiamo continuato il viaggio per Mosca, Nikolaievka e San Pietroburgo. numero 39 / Natale duemilatredici Esperienze roveredane Sguardo nel mondo La redazione Intervista ad Alberto Cancian Alberto, dopo l’antipasto di Colombia missionaria che hai potuto gustare personalmente nel 2012 tornerai nelle terre del nostro Padre Bruno Del Piero. Cosa ti ha spinto a tornare laggiù? Quale missione sei chiamato a compiere? Innanzitutto voglio ringraziare la redazione della Voce di Roveredo che, anche tramite Don Ruggero, mi permette di “dar voce” a questa esperienza che sta per cominciare. Effettivamente le settimane del mio viaggio nel 2012 sono state un “antipasto”, però nei miei sensi e per le mie attitudini ero già sicuro che sarebbero state l’inizio di un simposio talmente ricco che avrebbe nutrito i miei desideri e concretizzato i sogni che avevo fin da piccolo. Nel mio primo viaggio Padre Bruno mi aveva confidato che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che lo aiutasse nel suo compito di scrivere le memorie del Caquetà, la regione alla quale dona se stesso da più di 50 anni. Una volta tornato quindi, mi sono reso disponibile a svolgere questo compito e dopo un incontro tenutosi a giugno a Torino con il Superiore Generale dei Missionari della Consolata, a settembre si è concretizzata questa possibilità, con la loro proposta di un contratto di volontariato nel quale mi sono impegnato a raccogliere le informazioni che riguardano la presenza dei missionari della Consolata nel Caquetà negli ultimi 65 anni e realizzare delle interviste muovendomi nel territorio al fine di produrre un libro che verrà pubblicato dalla Consolata come testimonianza e memoria storica”. L’esperienza che vivrai è sicuramente molto affascinante ed impegnativa e le responsabilità che ti sono state affidate sono di notevole spessore, non solo dal punto di vista storico. Hai condotto studi e ricerche qui in Italia, prima di partire, per acquisire gli strumenti e le conoscenze propedeutiche ad una pronta operatività sul campo? Esatto, credo che questi aggettivi descrivano bene questo progetto. La responsabilità è grande perché dovrò produrre il materiale sia in italiano che in spagnolo, e nelle intenzioni dell’Istituto questo testo verrà divulgato anche al di fuori delle biblioteche missionarie in entrambi i continenti perché vuole appunto far conoscere l’operato dei nostri missionari in quelle terre così particolari. Inoltre sarà anche uno dei primi testi storiografici ed etnografici che parlano di quella parte di mondo, in alcune zone ancora non toccata dalla numero 39 / Natale duemilatredici modernizzazione e quindi con una storia mappabile relativamente breve. Per questo motivo prima di partire per il Sud America dovrò andare a Torino e a Roma, nelle biblioteche generalizie, per raccogliere tutto il materiale possibile e la documentazione da portare con me in Colombia e realizzare le prime videointerviste. Rispetto alla precedente esperienza, al “viaggio, di vita” che hai vissuto la primavera dell’anno scorso, cosa cambia stavolta? Senza dubbio la cosa che cambia di più è la durata, da quei 20 giorni circa adesso si passa a 6 mesi! In più quella volta ero un viaggiatore, ora lavorerò per conto dell’Istituto Missionario. Di sicuro non cambierà il mio entusiasmo, la mia sete di conoscere, vedere e scoprire tutto quello che hanno da offrire quelle terre e quelle persone e non cambierà il risultato ultimo, l’opportunità di crescere e migliorarmi, questa volta in più facendo un servizio per gli altri. Per un giovane intraprendente come te questa è sicuramente un’occasione da prendere al volo, pur consapevole della mole di lavoro e di fatica che richiede. Quali sono le tue aspettative e i tuoi stati d’animo a pochi giorni dalla partenza? E’ proprio così, sono consapevole che questa è una grande fortuna che mi capita, che in realtà mi sono impegnato a cercare e che quindi vorrò onorare al massimo delle mie possibilità. Sono contentissimo e questo è legato al mio carattere. E’ vero che non è facile salutare le persone care per un periodo di tempo di questa entità, andare a vivere in una zona del mondo che ha tante differenze dalla nostra e nella quale la vita è materialmente più difficile ma, il farsi la 35 Sguardo nel mondo Esperienze roveredane doccia con l’acqua fredda, non avere sempre il telefonino appresso, io li vedo come dei traguardi, non come ostacoli. So che a confrontarmi con quella realtà imparerò. Come avevo scritto nel mio libro, con un’esperienza così riuscirò ad apprezzare con altri occhi tutto quello che avevo qui prima di partire, tornerò più consapevole, credo ancora più entusiasta e cercherò di trasmettere questi sentimenti positivi a chi mi sta vicino. E quindi nella mia gioia ringrazio chi mi da la possibilità di fare tutto questo, ringrazio voi e la comunità di Roveredo, sempre vicina con affetto a padre Bruno ed idealmente anche a me, nei prossimi mesi accanto a lui. A presto! Caro Alberto, tutta la redazione ed i nostri parrocchiani ti fanno il più fraterno augurio per quest’esperienza che stai intraprendendo, affinché tu possa testimoniare in modo profondo ed autentico quanto di buono e di bene è stato fatto in quelle terre lontane da tanti missionari della Consolata, tra cui il nostro compaesano Padre Bruno Del Piero. Sante Del Piero Cristo pensante 2013 Anche quest’anno, il 21 agosto, in 11 siamo partiti per il monte Castellazzo dove Don Ruggero, nei pressi del Cristo Pensante, ha celebrato la Santa Messa. Anche questa volta è stato un momento emozionante. In quell’ambiente splendido ed affollato da pellegrini abbiamo trovato un angolino tranquillo dove appoggiare gli zaini e partecipare con animo sereno alla Santa Messa. Lassù ci si sente più in pace con se stessi e con il Mondo, pensare e pregare sembra più facile e bello. Speriamo soltanto che l’anno prossimo ci troviamo in tanti a salire quel Monte, toccare quel Cristo che tanto pensa a noi, per ringraziarlo di essere arrivati fino là e pregare perchè ci aiuti a superare questi tempi incerti. 36 Gli americani sono capaci anche di altro Per alcuni mesi una famiglia americana composta dalla mamma e da sette figli ha frequentato con una certa assiduità la S. Messa feriale delle ore 8.30 (il papà dottore era già al lavoro). La mamma è sui 40 anni e i figli vanno da pochi mesi a 12 anni circa. I due maschi sono i più grandi, seguono le cinque femmine. Arrivavano in fila indiana, in ordine decrescente di età e la mamma per ultima con il trasportino dell’ultima nata. In tale ordine, silenziosi, prendevano posto al primo banco a sinistra rispetto all’altare. Non era il numero dei figli o il velo sulla testa della madre a destare sorpresa o meraviglia, ma la compostezza che la famiglia teneva durante la celebrazione. Sorprende che sei giovani fratelli partecipino attenti senza alcun gesto fuori luogo. Se la figlia neonata reclamava l’attenzione o la piccola di due anni dava segni di insofferenza, la madre interveniva con un gesto silenzioso ed affettuoso, oppure era la sorella più grande che se ne occupava. Tutto avviniva ordinatamente e in silenzio. Alla comunione tutti si mettevano in fila; le più piccole con le mani giunte ricevevano una carezza da don Ruggero. Da qualche settimana non si vedono più, (forse dipende dall’inizio della scuola o da un viaggio). Resta comunque vivo il ricordo della loro partecipazione “speciale” alla S. Messa feriale delle 8.30. La presenza di questa famiglia nella nostra chiesa è stata un dono di Dio alla Parrocchia per l’esempio dato e per il comportamento tenuto anche dai più piccoli davanti al Signore, che rispecchia l’amore e il rispetto ricevuti in famiglia. numero 39 / Natale duemilatredici Gite e Pellegrinaggi Daniele Miotti Pellegrinaggio a Santiago Il pellegrinaggio verso Santiago de Compostela sta diventando in questi ultimi anni un richiamo sempre più forte nei confronti di centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo. Personalmente ho iniziato a pensare a questo pellegrinaggio qualche anno fa, anche in parte affascinato dall’entusiasmo di Giorgio Toffoli che dopo esservi tornato, ha dedicato una serata per trasmettermi qualche pillola di quella che era stata la sua indimenticabile esperienza. Questo aggettivo è d’obbligo: penso che sia così per tutti coloro che, in modo diverso, trascorrono numerosi giorni in cammino verso questa meta. Dunque, qualche anno fa dopo averci pensato per qualche giorno, ho deciso di mettere l’idea nel cassetto. Infatti avevo già iniziato a lavorare e per chi ha un impiego (specie alle dipendenze) non è sempre facile accumulare più di tre settimane di ferie tutte insieme, che sono quelle necessarie per affondare “tutto d’un fiato” questo pellegrinaggio. Allora ho pensato che probabilmente non l’avrei fatto a breve termine o forse non l’avrei mai fatto. Ma il seme era interrato, e come ogni buon agricoltore sa, se nei momenti giusti si somministrano le cure necessarie, dopo qualche tempo ci si trova di fronte ad una meraviglia della vita spesso inaspettata. Infatti quest’anno avevo deciso di fare nel mese di giugno un “pellegrinaggio lampo”. Sono andato a piedi fino alla basilica del Santo a Padova. Nel camminare, mi è tornato alla mente il proposito di qualche anno prima e, una volta tornato ho verificato che c’erano le condizioni “minime” per poter parnumero 39 / Natale duemilatredici tire. Allora ho iniziato a credere che era venuto il momento per andare. A quel punto, il cammino si è come ”costruito” da solo, è come se mi fosse “venuto incontro” ed io mi sono solo preoccupato di prenotare i voli di andata e ritorno, capire la logistica del prima e dopo, raccogliere le informazioni indispensabili, sistemare le cose al lavoro per una mia assenza di tre settimane, ed infine, preparare lo zaino. Dal punto di vista fisico non avevo bisogno di grande allenamento, perché il cammino mi è capitato proprio due settimane dopo che avevo corso la maratona di Helsinki, quindi avevo una buona preparazione ed avevo anche recuperato bene la fatica. Uno dei rischi che si corrono però è quello di trasformare l’esperienza in un’impresa sportiva; infatti sovente i pellegrini si confrontano sulla data di partenza e chi è partito da più giorni fa spesso mille complimenti a chi è partito dopo, ma non credo sia questo lo spirito giusto. Comunque sono convinto che anche chi non sia fisicamente molto allenato, se si prepara camminando diversi chilometri al giorno per alcuni giorni con le stesse calzature (e con lo zaino) che intende utilizzare, non dovrebbe avere grossi problemi. Dal punto di vista spirituale la cosa diventa molto personale. Io ho sentito un richiamo verso il pellegrinaggio, volevo offrirlo come ringraziamento e come richiesta di grazie al Signore, e come preparazione ho sentito l’esigenza di con- fessarmi prima di partire. Il resto l’ho messo nelle Sue mani. Ho voluto partire da solo perché credo che il pellegrinaggio debba prevedere dei momenti di solitudine, e come nel nostro cammino terreno incontriamo compagni di viaggio e con alcuni condividiamo molte cose, ognuno di noi ha pur sempre il suo percorso personale da vivere e da portare a termine. Nonostante questo, i giorni in cui ho camminato da solo sono stati veramente pochi. A par- tire da subito. La prima pellegrina l’ho incontrata a Bergamo salendo sull’aereo. Margherita: una giovane donna minuta di Torino, con uno zaino ancor più piccolo del mio. Poi, scendendo dall’aereo abbiamo conosciuto altri pellegrini con i quali abbiamo preso un taxivan per saint Jean Pied de Port, (risparmiando perecchie ore di treno, mezza giornata di cammino e forse qualche euro). Il giorno dopo a noi si è aggregata Maddalena, un’altra giovane signora di Foggia che aveva preso il nostro stesso aereo, aveva dormito di fronte a me ma era venuta lì in taxi con un altro gruppo di pellegrini. In tre abbiamo 37 Gite e Pellegrinaggi camminato assieme vari giorni, in un clima di condivisione, solidarietà, fratellanza e allegria. Nel nostro camminare di tanto in tanto si avvicinavano pellegrini incuriositi da qualche aspetto di questo terzetto, alcuni attirati dalle nostre preghiere (rosario mattutino), altri dal nostro affiatamento, altri ancora dalla nostra allegria. Con ognuno di questi abbiamo condiviso un po’ di queste cose che portavamo con noi ed un po’ di sudore, di polvere, di fatica, insomma una parte del cammino. Dopo qualche giorno però Margherita si è dovuta fermare per un’infiammazione e qualche altro giorno dopo, per lo stesso motivo, anche Maddalena. Sapevamo che non saremmo arrivati insieme alla fine perché avevamo tempi ed esigenze diverse, ma il momento per separarci è arrivato spontaneamente. Quindi ho continuato da solo ed ho iniziato ad allungare le tappe per poter arrivare alla fine nei giorni rimanenti. Sono dell’opinione che in questo Cammino non si debbano fare previsioni (se non di massima): senza partire come sprovveduti, ma con il minimo sindacale per una “dignitosa sopravvivenza”, la provvidenza ci mette a fianco le persone e ci fornisce le cose di cui abbiamo bisogno. Infatti da quel momento in poi ho avuto la grazia di fare delle tappe da 38 solo in cui potevo fare molta strada, ed altre alternate a queste e più rilassate nelle quali potevo godere della compagnia di persone con cui si è creato un bel legame. Con una parte di loro sono rimasto in contatto anche dopo il ritorno e una sensazione comune a molti è quella di avere una forte nostalgia. Mi ha colpito uno di noi, che aveva pochi giorni ed ha dovuto fare delle tappe in corriera per arrivare in fondo: mi ha confidato il proposito di tornare il prossimo anno per fare con i tempi adeguati tutto il cammino. L’arrivo a Santiago non è stato particolarmente emozionante, come immagino normalmente avvenga ad una persona matura, ma ho vissuto durante tutto il percorso momenti che ho potuto gustare a posteriori, una volta tornato a casa. Mi piace pensare il mio cammino ed immaginare come veniva vissuto nei secoli in cui gli spostamenti umani non erano così veloci e il cammino si faceva tutto a piedi, da casa propria, andata e ritorno. Allora era veramente un’avventura e il cammino veniva pagato con sacrifici enormi, spesso con la vita (questo avviene anche se molto raramente tutt’oggi: ci sono diverse lapidi lungo il percorso). Non posso che concludere questo scritto elencando quali sono stati i momenti che sicuramente ricordo con intensità. La messa del pellegrino a Roncisvalle; i ringraziamenti di due stanchissimi pellegrini (un inglese e una canadese) per essermi preso cura di aver organizzato un taxi anche per loro oltre che per i miei amici italiani per raggiungere il successivo paese (in quel posto gli “albergue” erano saturi); la tenerezza di una giovane coppia di pellegrini australiani conosciuti nel cammino, che hanno inserito nel loro anno sabbatico dal lavoro il cammino di Santiago (oltre agli ultimi 6 mesi in un orfanotrofio in India); due uomini maturi che abbiamo incontrato in momenti diversi ed hanno desiderato che condividessimo il rosario con loro (erano anni che non pregavano); il senso di colpa nei confronti di chi ha meno di noi e fa sacrifici economici per fare il cammino, per cui risparmiare anche un solo euro è importante; la genuinità e la sincerità di una ragazza spagnola con cui ho camminato gli ultimi giorni; il rito del “botafumeiro” alla fine della messa del pellegrino a Santiago (l’enorme turibolo manovrato da una decina di persone con una fune ed un sistema di carrucole); ed infine, l’arrivo a Finisterre (sull’oceano), luogo dove un tempo si credeva finisse la terra. Se ho incuriosito qualcuno con queste poche righe assolutamente insufficienti per dare un’idea della meraviglia di un’esperienza simile, allora ho raggiunto il mio scopo. A tal proposito, vorrei comunicarvi la mia piena disponibilità a raccontare di persona con maggiori dettagli la mia esperienza a chiunque fosse interessato. numero 39 / Natale duemilatredici Gite e Pellegrinaggi Franco Cadelli Pellegrinaggio a Lourdes L’idea di organizzare nella nostra Parrocchia un pellegrinaggio a Lourdes non mi aveva particolarmente colpito, ma dopo averne parlato con mia moglie, abbiamo deciso di aderire alla proposta e assieme ad altri trentasei pellegrini il 7 settembre siamo partiti dall’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) in una giornata molto calda e afosa. Arrivati a Lourdes, sotto un cielo minaccioso, gran parte del gruppo si è recata alla grotta per la recita del Rosario in italiano. Durante la recita del Rosario è scoppiato un violento temporale che ha scaricato su Lourdes un nubifragio, durato ben oltre il termine della recita della preghiera e che ha costretto la folla dei fedeli in qualche modo a proteggersi, ma nonostante la pioggia, nessuno ha abbandonato l’assemblea. La partecipazione al Rosario e l’accettazione del disagio ci hanno fatto capire cosa significa lo spirito di Lourdes: si respirava, infatti, un’atmosfera diversa da quella che poche ore prima avevamo lasciato imbarcandoci a Bergamo. Sono bastate poche ore e un numero 39 / Natale duemilatredici Rosario, recitato in un ambiente particolare, per trasformare i nostri stati d’animo: un senso di pace e serenità ci avevano pervaso. Per completare la giornata alla grotta, abbiamo partecipato alla S. Messa in italiano che è stata celebrata alle ore 23. E’ stata anche questa un’esperienza toccante vissuta con molti fedeli, conclusa con l’adorazione al S.S. Sacramento e con un canto alla Madonna che ha coinvolto tutti i presenti. Esperienza questa che abbiamo ripetuto la sera successiva. La giornata di domenica 8 settembre, festa della Natività della Beata Vergine, è iniziata con la partecipazione alla celebrazione della S. Messa nella chiesa costruita sotto il piazzale antistante il Santuario della Madonna. Si tratta di una chiesa immensa che può contenere fino a 25.000 persone, di cui 5.000 a sedere. Quando è iniziata la S. Messa si è presentato ai nostri occhi uno spettacolo toccante: la chiesa era piena di fedeli e attorno all’altare erano stati sistemati su carrozzelle o su barelle gli ammalati. La S Messa è stata concelebrata da 8 Vescovi e 300 Sacerdoti. Per riprendere con qualche foto questo spettacolo di gente, proveniente da ogni parte del mondo, mi sono allontanato dal nostro gruppo avvicinandomi casualmente ad un pellegrino barellato assistito dalla moglie e da altri due volontari. Ogni 10 minuti, per lenire le sue sofferenze, veniva cambiato di posizione, senza che un lamento venisse da lui pronunciato. Guardando ancora quella persona così sofferente, ma al tempo stesso così serena e la premura di chi l’assisteva, mi sono domandato che diritto avessi io e con me tanti altri di lamentarmi anche per tante cose futili. Al senso di smarrimento che mi aveva preso inizialmente nel vedere quella situazione si è sostituito poco dopo un sentimento di fiducia e abbandono nelle mani della Madre di Gesù e ai cui piedi riporre i miei problemi. La stessa serenità l’ho percepita guardando negli occhi i tanti pellegrini che si trovavano vicino a me che, con il loro atteggiamento, mi avevano contagiato. Il giorno successivo, finalmente sotto un bel sole, dopo aver assistito alla S. Messa, abbiamo celebrato la Via Crucis, percorsa da tutti noi lungo l’itinerario dove si trovavano sistemate le Stazioni scolpite su pietra. Alcuni di noi hanno commentato le stazioni ed in particolare Don Giulio, che si è dimostrato un assistente discreto e preparato, ha saputo rappresentare il significato più profondo della Via Dolorosa di Cristo. Nel pomeriggio, accompagnati da una guida molto preparata, 39 Gite e Pellegrinaggi abbiamo visitato i luoghi in cui è vissuta Santa Bernardette Soubirous con la sua famiglia, il Mulino di Boly, annesso al quale si trovava la casa della Santa e successivamente il Cachot (carcere in disuso). Si tratta di un’angusta e malsana stanza, dove la Santa è vissuta quando la famiglia si è trovata nella più grande miseria. E’ stato un pomeriggio durante il quale abbiamo intimamente percorso la vita della Santa e capito, in parte, la sua dedizione alla Signora. E’ a questa ragazzina povera, analfabeta, infatti, che l’11 febbraio 1858 appare la Signora e con lei recita il Rosario e, nelle successive apparizioni, instaura un dialogo che porta alla fine alla rivelazione dell’identità della bella Signora: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Guardando a Lourdes, a Fatima, a la Salette e Medjugorje, per citare alcuni luoghi dove sono avvenute le apparizioni della Madonna, appare evidente che la Vergine sceglie le persone povere e umili per manifestarsi, e, come dicono San Luca e San Matteo nei loro Vangeli: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”. E’ stata una giornata spiritualmente proficua che ha arricchito il nostro animo, imprimendogli 40 maggiore forza. La giornata si è conclusa assistendo alla suggestiva processione “au flambeau” e con una visita alla grotta dove, come tanti altri pellegrini, abbiamo posto le nostre mani sulla roccia e abbiamo bevuto l’acqua delle sorgenti. Mi ha sorpreso la lettura di un commento su Lourdes e sugli inconsapevoli gesti dei pellegrini che vengono assimilati a quanto accadde agli ebrei nel loro lungo viaggio prima di arrivare alla Terra Promessa, un significato questo che arricchisce, se ce ne fosse stato ancora bisogno, il senso di questo luogo e del nostro pellegrinaggio. Martedì 9 settembre dopo aver assistito alla S. Messa, ancora con gli ombrelli aperti, abbiamo ripreso la strada del ritorno e nei volti di tutti si leggevano, oltre alla soddisfazione e la serenità per questa esperienza, anche un senso di solidarietà che si era instaurato fra noi. Quali segni mi ha lasciato Lourdes? Riporto quanto ho trovato in un sito internet che mi ha molto colpito per il suo significato: “Di Lourdes si ricorda la roccia, la luce, l’acqua, le folle, i malati e quanti li accompagnano”. Sono segni che appartengono al linguaggio biblico che si perpetua in questo luogo e che ricorda il nostro pellegrinaggio terreno tra gioie, sofferenze e solidarietà umane. Grazie Paolo per l’esperienza che ci hai permesso di fare. Duilio Lettera dalla missione Se qualcuno mi domandasse chi sono i pilastri della nostra parrocchia, non avrei alcun dubbio nel rispondere : Sono le pie donne del gruppo delle «Femmes seules avec Jesus» e della “Legio Mariae”. Se la “Legio” è conosciuta ovunque, non così l’associazione delle “Femmes seules…” nata qui in Congo per ispirazione di uno dei nostri padri. Sono mamme o nonne rimaste vedove e che, da buone cristiane, danno parte del loro tempo per aiutare in parrocchia, nelle comunità di base, con particolare attenzione ai bambini, ai poveri e agli ammalati. Sono le sei meno un quarto di ogni mattina. Mentre siamo in preghiera si sente il passo strascicato di qualcuno. Non è necessario alzare la testa per vedere chi è, tutti sappiamo già che è mamà Anne Kalokalo, la “capa” delle “Femmes seules avec Jésus” (FSJ) più puntuale di un orologio. Si è fatta l’Avenue Bazanga, che di Avenue ha ben poco: una lunga e ripida discesa con profondi solchi dovuti alle forti piogge, poi un tratto piano a fondo valle ma pieno di profonde buche colme d’acqua e fango, e con una salita altrettanto difficile, che porta all’ultimo tratto piano “in quota” che va alla grande e bella chiesa della nostra parnumero 39 / Natale duemilatredici Gite e Pellegrinaggi rocchia. Già per una persona con gambe sane è un percorso che stanca, ma lo è ben di più per la nostra brava mamma che ha forti dolori alle articolazioni e le gambe ben gonfie (penso che in Europa sarebbe candidata a interventi di protesi per anche e ginocchia, ma qui tutto questo semplicemente non esiste). Che sia giorno di festa o di lavoro, che faccia bello o che faccia freddo, che ci sia fango viscido e pericoloso, che sia mezza ammalata (cosa frequente per tutti qui) mamà Anne arriva puntualissima, e quanto gli costi questa fatica quotidiana lo sanno solo lei e il Signore. Si dirige subito alla sacrestia e prepara tutto per la S. Messa che inizia alle sei e un quarto, consultando “l’ordo” per aver chiaro le indicazioni liturgiche del giorno e preparare i paramenti opportuni e le letture proprie. Mette in riga gli accoliti, senza bisogno di dare scapaccioni, basta un suo sguardo, un rimprovero, o un’osservazione…che tra l’altro non risparmia neanche ai sacerdoti. Tiene a stecca anche le “sue donne” che l’aiutano e collaborano nei vari servizi. Mamà Anne fa parte di diversi gruppi ed è da sempre membro del Consiglio Parrocchiale. E’ preziosa perché ha una memoria di ferro e ricorda proprio tutto quello che è stato deciso in passato, quello che è stato fatto e come è stato fatto. Ricorda tutte le persone e i fatti. E le sue doti di chiarezza, saggezza e fermezza sono proverbiali. Assieme alle altre mamme e nonne del gruppo delle “FSJ” si occupa del catechismo per i bambini delle scuole, del centro nutrizionale, della piccola “école gardienne”, dei poveri, e via via… Un sacco di impegni che la vedono occupata a tempo pieno. Riprende nel pomeriggio il cammino verso casa ben stanca, e anche li avrà da pensare a prepararsi da mangiare e sistemare tutto, per essere di nuovo pronta ad alzarsi prima delle cinque per riprendere il numero 39 / Natale duemilatredici cammino della Parrocchia. Oggi è domenica. Si è conclusa la seconda Messa e mamà Anne ha gia sistemato tutto in chiesa e in sacrestia così la invito a prendere un thé e riposarsi un po’. Gli chiedo che mi racconti qualcosa di lei. “Sono originaria della zona di Wamba a un centinaio di km da Isiro. I miei genitori hanno avuto sei figli, tre ragazzi e tre ragazze. Quando ero ancora giovane ci siamo spostati a Isiro dove era più facile per il papà trovare lavoro. Qui mi sono sposata. Mio marito era un commerciante benestante e stimato. Abbiamo avuto nove figli. Durante la crudele e sanguinosa ribellione dei “Simba” nel 1964 lo presero e lo uccisero. Fu un grande dolore e un grande dramma per me: mi trovai ad essere vedova e con nove figli da tirar su”. Subito dopo la ribellione, il primo ministro della nuova Repubblica del Congo, T’shombe, venne in aiuto a molte vedove di guerra con problemi grossi per mantenere i figli. “Ci fece portare nella Capitale dove ricevemmo qualche aiuto. Laggiù i nostri figli ebbero la possibilità di frequentare le scuole. Qualche anno più tardi ritornammo a Isiro, dove ci trovammo “sul lastrico”. I parenti di mio marito avevano approfittato della sua morte per spogliarci di tutto: si presero case, terreni e tutti i beni. Non sapevo dove andare. Il marito di mia sorella Francesca ebbe compassione di noi, ci aiutò per sopravvivere e ci acquistò un terreno dove ci facemmo una capanna.” Mamà Anne è una donna forte e con un coraggio da leone, ha lavorato sodo mantenendo i figli con il lavoro dei campi. Continua a parlarmi con le lacrime agli occhi: “Oggi dei miei nove figli, sette sono già in cielo, e dei miei cinque fratelli ne resta solo uno”. Queste poche parole sono gravide di grosse sofferenze vissute, che solo lei conosce. Senza pensarci si esprime come Giobbe: “Il Signore ci ha dato. Il Signore si è ripreso. So che ci ama e lo benedico e ringrazio”. Le croci per mamà Anne continuano: “Da anni mi trovo a dover far crescere i nipoti che i miei figli andati in Cielo, mi hanno lasciato. Oggi a casa ho ancora cinque nipoti. Una di loro era sposata, ed ha avuto tre bambini, ma suo marito l’ha lasciata e così ora ho anche tre pronipoti a cui pensare. Una delle ragazze è alle superiori. Ci tengo a garantire gli studi perché possano avere un futuro migliore. Ma la grande nonna non è più giovane e le gambe la reggono male, e questo la limita moltissimo. Con gli occhi lucidi mi dice: “Il lavoro dei campi è stata la sorgente che mi ha dato la possibilità di far crescere i miei figli e anche molti nipoti. Ho un bel campo in un posto tranquillo a sei chilometri da Isiro nella foresta, dove nessuno ruba quello che gli altri coltivano. Avevo una bicicletta e non era pesante per me andare al lavoro. Ma oggi, con le gambe che mi ritrovo non mi è più possibile. I miei due figli abitano molto lontano in altre pro- 41 Gite e Pellegrinaggi vince e non hanno la possibilità di aiutarmi. Le nipoti più grandicelle mi danno una mano e io cerco di fare ancora quello che posso…” Nonostante tutti i grossi problemi Mamà Anne ha saputo dare sempre il suo contributo alla vita della parrocchia, anche fino a rischiare la vita. Nel ‘96-‘97 quando c’era guerra nella nostra zona della Provincia Orientale del Congo, e le truppe fedeli a Mobutu si ritiravano saccheggiando, violentando e uccidendo, e le truppe di Kabila avanzavano, anche la nostra parrocchia è stata presa di mira. I cristiani consigliarono ai miei con- fratelli di ritirarsi in un luogo sicuro nella foresta, in un villaggio di Pigmei. Mamà Anne rimase a fare la guardia alla chiesa: “Con me c’erano due giovani chierichetti che avevo formato (oggi sono tutti e due dei bravi sacerdoti), stavamo in chiesa giorno e notte per evitare che venisse saccheggiata. All’imbrunire raggiungevo i padri che mi consegnavano le Ostie Consacrate, così con i cristiani potevamo fare ogni mattina la Celebrazione della Parola e ricevere la Comunione. In diverse occasioni mi sono opposta alle truppe che volevano entrare e far “man bassa” in par- rocchia e in chiesa: anche se c’era il motivo per averne, non ho mai avuto paura di loro”. “Dio è sempre stato al primo posto nella mia vita. Al di là di tutto quello che ho vissuto ho sempre creduto nel Suo Amore per me e per tutti, e questa è la mia povera maniera per dirgli Grazie! Bernadette, Regina, Angèle…. Quante brave mamme come mamà Kalokalo consacrano tempo e lavoro per rendere viva la nostra Chiesa in Congo. Mamme che sono esempio di vita cristiana, di impegno, di donazione. Direi senza ombra di dubbio: Mamme da altare”. Paolo Michelon Aspettando Medjugorje 2014 L’apparizione della Madonna è sempre una grande grazia, che ridonda a beneficio di tutta la Chiesa. Non comprenderemmo però Medjugorje se non cogliessimo l’unicità dell’evento. Mai era accaduto che la Madonna apparisse per così tanto tempo, rivolgendo messaggi per la Chiesa e l’intera umanità. Per molti….è proprio la durata di queste apparizioni a sollevare motivi di perplessità. Chi segue gli avvenimenti fin dall’inizio ha però visto dipanarsi in tutta la sua soprannaturale sapienza il piano di Maria. La Madonna stessa, proprio per sottolineare quale grande dono di grazia fosse la sua presenza, ha affermato che è stato Dio a inviarla e che è l’Altissimo a concederle di stare così a lungo con noi. Infatti la sua quotidiana presenza le permette, dice, di sostenerci nelle prove, di insegnarci a pregare e di guidarci nel cammino di santità, in modo tale da essere tutti con lei in Paradiso, che è la meta alla quale dobbiamo tendere. 42 Dopo i primi tempi di stupore per l’imprevedibile protrarsi delle apparizioni, i pellegrini hanno compreso che si trovavano di fronte a un dono di grazia che nessuna generazione aveva mai avuto prima. La Madonna stessa infatti si era fatta guida e maestra di un intero popolo. Chi può contare i fedeli, sparsi in ogni parte del mondo, che hanno incominciato il loro itinerario spirituale con la Regina della Pace e lo stanno portando avanti da così tanto tempo? Gli stessi veggenti allora erano degli adolescenti. Ora sono uomini e donne maturi. Co- me loro tanti altri hanno avuto la grazia di essere guidati da Maria nel cammino della loro vita, in un tempo decisivo per la fede e il futuro dell’uomo. Questa sua presenza quotidiana che conforta, illumina, guida e istruisce, sostenendo la Chiesa in uno dei passaggi più difficili della sua storia, è una grazia che in molti facciamo fatica a comprendere in tutta la sua portata. Lo sguardo soprannaturale di Maria va alla radice della malattia del mondo moderno, quella che forse ben pochi riescono a vedere numero 39 / Natale duemilatredici Gite e Pellegrinaggi Pietro Plazzotta Azione Cattolica a Barbana Anche quest’anno l’Azione Cattolica, tramite il proprio Consiglio, ha organizzato la gita-pellegrinaggio per i suoi iscritti e non; la meta è stata L’isola di Barbana con il suo bellissimo Santuario dedicato a Maria e denominato proprio “Santa Maria di Barbana”. Come già da alcuni anni, la partecipazione è stata massiccia e in pochi giorni è stata riempita la corriera con una folta rappresentanza di amici roveredani, possiamo dire, di tutte le età e come sempre la presenza femminile, che amabilmente definiamo “adultissima”, è stata numerosa e e cioè della supremazia dell’uomo contemporaneo nel costruire un mondo senza Dio sostituendolo con l’ “IO” …. Un grande errore! Senza il Signore non andiamo da nessuna parte; senza delle solide fondamenta anche la casa sprofonda, così ogni famiglia che si appoggia solo sulle proprie forze. Come diceva il Beato (fra poco Santo) Papa Giovanni Paolo II… apriamo… anzi spalanchiamo le porte a Cristo. Pellegrinare nei vari santuari Mariani e a Medjugorje vuol dire: “Spalancare le porte”. A chi direte voi? Alla preghiera; alla pace, alla serenità, alla gioia, al sentirsi amati, compresi, accolti, guidati. Augurandovi un buon cammino, vi invitiamo a partecipare agli incontri di Adorazione Eucaristica mensili in parrocchia, guidati dai gruppi Ancilla, Medjugorje ed ora anche Lourdes, per vivere un momento di Spiritualità nel turbine della frenesia quotidiana; inoltre al prossimo pellegrinaggio parrocchiale a Medjugorje che si terrà dal 16 al 20 Maggio 2014. numero 39 / Natale duemilatredici significativa: per fortuna ci sono! La partenza da Piazza Roma è avvenuta verso le 7.30 di domenica 22 settembre. Durante il viaggio di circa due ore abbiamo avuto l’occasione di pregare un po’ con l’aiuto del Diacono Gianluigi Gottardi e di ascoltare alcuni cenni storici del sempre preparatissimo Sergio Gentilini. Lo stesso Sergio ci ha raccontato un po’ la storia di questo santuario, partendo da alcuni cenni storici tramandatici. L’isola di Barbana è situata nella laguna di Grado (GO). Il Santuario ha origini risalenti al VI secolo: la tradizione dice che era un primitivo sepolcro che doveva custodire una immagine della Madonna trasportata in quel luogo dalle acque del mare dopo una violentissima mareggiata ed eretto sul volere del Patriarca di Grado, Elia, come ringraziamento alla Madonna per aver salvato la città di Grado. Inoltre dal lontano 1237 ogni prima domenica di luglio, la comunità gradese si reca in processione, a bordo di barche addobbate a festa, all’isola di Barbana, per rinnovare un antico voto alla Madonna che avrebbe salvato il paese da una terribile epidemia di peste. Al Santuario ci siamo fermati tutta la mattinata vistandolo sia all’interno che all’esterno ed abbiamo scoperto una bellissima isola dove si possono trovare: silenzio, pace e, per chi vuole, anche occasione per trascorre una giornata in tranquillità con tutte le necessità del caso ed anche un luogo dove poter attingere a giornate di esercizi spirituali, presso la casa “Domus Mariae”. E’ stata visitata in particolare la prima cappella eretta sull’isola, affrescata internamente da scene che ne raccontano la storia e che racchiude le spoglie del venerabile Egidio Bullesi, giovane nativo di Pola, morto a soli 23 anni, che dedicò la sua vita all’apostolato rivolto ai ragazzi, come animatore di AC e ai giovani lavoratori dei cantieri navali di Monfalcone, dove lavorava, e a coloro che incontrò durante i 2 anni del servizio militare in Marina. Divenne francescano laico del Terzo Ordine. Presso l’urna contenente le sue spoglie abbiamo pregato per tutti i nostri giovani. In Basilica, internamente affre- 43 Gite e Pellegrinaggi scata da Tiburzio Donadon, artefice anche della “nostra” Immacolata Concezione, abbiamo partecipato alla S. Messa delle 11, celebrata dal parroco di Basiliano e dal nostro diacono Gianluigi. Particolarmente sentita l’omelia, dato che riguardava il ruolo educativo di ciascuno di noi, tutti alla scuola del Maestro. Al termine una sosta in preghiera presso Maria Regina che sembrava attenderci dato che, inusualmente, era posta sul pavimento, per permetterne la venerazione. Quest’anno ricorrono i 150 anni dall’incoronazione della statua. Dopo il pranzo nella Casa del pellegrino, in vaporetto ci siamo trasferiti a Grado dove, attraversando delle stradine piccole e strette ma molto caratteristiche, ci siamo recati alla Piazza dei Patriarchi, presso la basilica di Sant’Eufemia, dove abbiamo ascoltato con molta attenzione la spiegazione del preparatissimo signor Sergio Gentilini, circa i molti simboli cristiani che essa racchiude. Un ristoro prezioso alla nostra anima è stato dato dalla meditazione/preghiera che aveva al centro la frase più celebre della Madonna “Fate quello che vi dirà”, tratta dal vangelo di Giovanni cap. 2 versetti dal 1 al 12, che ci ricorda il miracolo delle nozze di Cana, tenuta dall’amico diacono Gianluigi. Alla fine, dopo una ulteriore visita ai vari monumenti del luogo, tra cui la Basilica di Santa Maria delle Grazie, chiesa di antica costruzione contenente un battistero ad immersione costruito nei primi secoli del cristianesimo, vista anche l’ora ormai avanzata, abbiamo incominciato la strada del ritorno, con nel cuore il ricordo di una bellissima giornata trascorsa tra amicizia, meditazione, cultura e voglia di stare assieme, pensando ormai a quello che il prossimo anno l’amata Azione Cattolica di Roveredo ci proporrà. Bruno De Luca Aneddoti roveredani Bollo sulle biciclette: Non tutti i Roveredani sanno che negli anni 1934-39 (di questo periodo abbiamo notizie certe) i possessori di biciclette dovevano dotarle di bollo dal costo di Lire 10. Esso andava installato sul montante che va dalla forcella al manubrio. Nella foto si nota la scritta 1938 e, a destra, L. 10 mentre a sinistra (che qui non si vede) c’è stampigliata la sigla della provincia, UD. Questo reperto storico è del roveredano Anilo Righini. Con l’inizio della seconda guerra mondiale detta legge cadde nel dimenticatoio. Narra uno scherzoso aneddoto che ad un Roveredano, trovato senza detto contrassegno da preposti a detto controllo, venne elevata una multa di pari importo del bollo stesso. Cioè avrebbe dovuto pagare 10 (di tassa) e 10 (di multa). Questi, guardando l’orologio, esclamò: “10 e 10 ? Bene, alle 11 sono a casa” e saltanto in sella partì a razzo lasciando i preposti con un palmo di naso. Dal libro di Silvano Liva “Verità Morali di Cultura Contadina di Primo Dario Del Piccolo detto “El Codol”. Giustificazione di spesa. Ottavio era uscito di casa nel primo pomeriggio e all’una di notte non era ancora rincasato. La 44 moglie, alzatasi dal letto, si diresse decisa verso l’osteria dove si era usi trasgredire l’orario di chiusura e, trovato il marito, gli disse: “Senti! O te vèns a ciàsa subito, o te me spièghes parchè e ven da continuà a paeà l’afit!” (O vieni immediatamente a casa, o mi spieghi perchè dobbiamo continuare a pagare l’affitto!) Lezione di Catechismo. Ai tempi di Don Luigi Indri, le lezioni di catechismo si tenevano presso il Circolo Giovanile “San Pancrazio”, quello vecchio di Via Garibaldi e culminavano in un vero e proprio esame tenuto da sacerdoti foranei. La presenza del prete “foresto” metteva paura e le figure meschine degli esaminandi erano tutt’altro che rare come successe a Bepi a cui venne chiesto: “Sai dirmi cosa creò Dio il primo giorno?” Il ragazzo, girando intorno lo sguardo con le orecchie ben tese, numero 39 / Natale duemilatredici Personaggi colse un prezioso suggerimento “la luce, la luce” e trionfante rispose: “La lampadina”. Inviti parentali. Nani sapeva che i suoceri ci tenevano moltissimo e, finalmente, si decise ad invitarli a pranzo. La suocera, entusiasta ed onorata dell’invito, si offrì di portare due galletti al forno ed il genero, nel ringraziarla, trovò il coraggio per dire al suocero:”Sono certo che non mancherete di portare anche un fiasco del migliore”. “Sigur! -rispose il suocero- Ma tu cossa metèto? I plath?” (Sicuro! Ma tu cosa metti? I piatti?) (fuori testo) Sempre Nani, disperato per l’invasione di topi, chiede a Maurilio: “Senti, mi servirebbe della medicina per topi”. Maurilio lo guarda preoccupato: “Parchè? Ieli malath?” (Perchè? Sono ammalati?). Ammalati... Sappiamo tutti quanto il tempo della malattia, della sofferenza, sia delicato e spesso occasione di “grazia” nella nostra vita. Una buona parola, una visita, la Comunione portata in casa, l’olio dei malati, possono veramente addolcire la situazione e farla vivere con speranza. Spesso non veniamo a conoscenza, non veniamo avvisati della presenza di malati all’interno della famiglia, (alle volte dimentichiamo!) e quindi viene a mancare questa occasione. Gentilmente, se vi fa piacere, chiedeteci la visita del prete o delle suore: saremo ben lieti di venire. Grazie! don Ruggero e le suore numero 39 / Natale duemilatredici Cultura Bruno De Luca I “Fuga” e Nello Cadelli Guardando questa foto, che mi è stata fatta pervenire da Iori Barbarioli, nipote di Arduino, mi sorgono spontanee quattro domande: anno dello scatto, luogo e.. cosa ci facevano seduti attorno ad un tavolo questi nostri nonni/bisnonni e perchè il soprannome “Fuga”. Premetto che non conosco alcuna delle quattro risposte. Presumibilmente era subito dopo la seconda guerra mondiale e non a Roveredo. Per la terza domanda non suppongo alcunchè. Presi uno per uno non erano “festaioli”, non erano infatti vezzi ne’ a giocare a carte ne’ a recarsi in osteria ne’ a recarsi fuori paese per futili motivi. Figuriamoci vederli assieme. Resta un mistero. Da sinistra: Pietro Pizzioli, Nello Cadelli, Arduino Pizzioli e Giorgio Pizzioli. Come quasi tutti i soprannomi non è nota l’origine dell’appellativo scherzoso “Fuga”. Piero fuga, papà di Tullio falegname. Di lui si narrava che... Il primo campo di calcio a Roveredo era ubicato in piazza e andava dalle mura dei “fuga” (muro, guardando la chiesa, a sinistra e che va fino all’attuale biblioteca) a quello di destra, compresa via Verdi. Giocando, il pallone finiva spesso nel cortile del buon Piero che se poteva lo tagliava con la britola (classico coltellino ricurvo). Più volte ripreso da amici e parenti, fu convinto ad andare una volta ad assistere alla partita. Si innamorò a tal punto che, da quel momento, se il Roveredo perdeva, andava a dormire (senza prender sonno per il dispiacere) senza cena. Nello (Daniele) Cadelli, nonno paterno di Nella e Luciana e materno di Bruno. Arduino Fuga, fratello di Piero, papà di Toni (nonno del geom. Franco), di Luigina (USA), Eride e Fabio, capomastro, falegname, muratore, coofondatore dell’allora Cooperativa Edile, si è interessato a lungo anche delle problematiche della essicazione dei “cavaliers” (bachi da seta). Giorgio fuga, doveva muoversi con un carrettino che spingeva con un piede. Quando sono arrivati “gli americani” si erano offerti di comprangliene uno a batteria, ma gentilmente lo rifiutò pensando gli potesse creare problemi. 45 Cultura Personaggi Francesco Dal Bò Addio, maestro! In questo intenso duemilatredici per la nostra filarmonica non ci sono solo stati momenti belli e felici: purtroppo ai primi di ottobre, è mancato il grandissimo Maestro Antonio Celia, che è stato per 25 anni direttore della nostra Filarmonica. Tutti i componenti ed excomponenti del nostro sodalizio sono sempre stati attaccati a questa grande persona di notevole carisma che era il M° Celia il quale, con la sua grandissima passione, ha insegnato la musica a tantissimi giovani della nostra comunità. Vogliamo ricordare in breve la sua storia. Da giovane si arruolò nell’esercito e durante la Seconda Guerra Mondiale andò in Africa dove, tra aspri combattimenti, in quella che doveva essere un’Africa colonizzata dall’Impero Fascista, i combattenti italiani, soprattutto per l’inadeguatezza dei mezzi militari, le armi vetuste e i problemi logistici, dovettero soccombere ad una forza militare chiaramente superiore, ovvero quella inglese. In quei mesi di battaglia, l’allora sergente maggiore Celia fu fatto prigioniero dai britannici. Dopo cinque anni e mezzo di prigionia in Kenia, finita 46 la Guerra riuscì a fare rientro in Italia. Nel dopoguerra fu spostato in quel di Pordenone. Mantenendo il lavoro nell’esercito riuscì a coltivare la sua grande passione per la Musica suonando in alcune importanti orchestre da ballo. Negli anni sessanta fu contattato da Pio De Mattia, allora presidente della Filarmonica, il quale lo convinse a diventare Maestro della banda roveredana, allora in forte crisi. Celia riuscì a coinvolgere con la sua bravura e capacità di polistrumentista molti giovani che a loro volta coinvolsero i propri amici rimpolpando le fila del complesso bandistico. Il Maestro divenne anche il primo direttore in regione ad insegnare e far entrare in banda le donne, nonché fu anche il primo che utilizzò la batteria nei brani musicali, anticipando di alcuni anni quella che fu poi una necessità delle bande (dapprima si suonavano solo cassa, piatti e rullante). Da allora la Filarmonica ha portato innanzi la propria scuola di musica, traendo spunto dal modo di fare e di insegnare del grande Maestro Celia. Nel 2006 ricevette da parte dell’Amministrazione Comunale e quindi della sua Roveredo, la Cittadinanza Onoraria. Non mancheranno comunque degli appuntamenti nel futuro prossimo per ricordare doverosamente il suo operato a Roveredo. Carissimo Maestro Celia, vogliamo però nel frattempo ricordare come hai saputo conciliare impegno, autorità e ironia nella nostra piccola comunità. E adesso che hai vissuto con intensità la tua vita e hai coltivato con passione i tuoi talenti lasciandoci un esempio umano importante, vogliamo pensarti felice in cielo, con i tuoi cari e con la tua amata tromba a suonare liete melodie. numero 39 / Natale duemilatredici Personaggi Cultura Enrico Gladulich Mafalda Micheluz La nostra comunità si è accomiatata da Mafalda Micheluz con una cerimonia in Chiesa celebrata dal Parroco, presenti molti rappresentanti del mondo artistico e culturale di Pordenone ed accompagnata dall’Ave Maria di Schubert cantata dal baritono roveredano Armando Badia. Grande artista, Mafalda Micheluz aveva iniziato la sua carriera musicale nel 1951 all’Opera di Roma continuandola poi nei principali teatri del mondo con i più famosi cantanti e direttori d’orchestra dei quali riscuoteva stima e amicizia. Non si era mai dimenticata di Pordenone, inaugurando la stagione lirica al Verdi nel 1956 e dedicando concerti agli ammalati dell’ Ospedale Civile, né Pordenone si era dimenticata di lei assistendo in massa in Corso Garibaldi alla prima opera trasmessa dalla nostra televisione che la vedeva come protagonista dell’ opera “I Pagliacci”. Non era molto conosciuta a Roveredo, pur avendo avuto il nostro paese un certo ruolo nella sua vita: a Roveredo aveva ricevuto i primi insegnamenti musicali da Rita D’Andrea Cojazzi; a Roveredo in via Julia aveva costruita la sua casa, a Roveredo si era ritirata a fine carriera nel 1968 seguendo il marito Giorgio De Mattia, qui aveva vissuto fino alla dipartita. L’incontro con Giorgio De Mattia – primo direttore della nostra Sergio Gentilini Al ‘nostro’ don Giovanni Rivolgiamo un augurio fraterno e cordiale al ‘nostro’ don Giovanni Sedrani, (Gianni, figlio di Piero “FETA” e della sig.ra Palma) a nome dell’intera comunità roveredana per il suo nuovo incarico nella comunità di S. Michele Arcangelo a S. Michele al Tagliamento. Nato a Roveredo il 27 marzo 1951, don Giovanni è stato ordinato sacerdote il 5 luglio 1975, quindi ha avuto numerosi incarichi iniziando come vice parroco di Sant’Andrea a Portogruaro, poi a Pordenone, a S. Stino di Livenza e quindi in diverse altre località: ultimo in ordine di tempo a Bagnarola numero 39 / Natale duemilatredici Cooperativa di Consumo - era avvenuto a fine anni ’60 ; li aveva uniti l’amore per la musica e gli amici ricordano ancora il cambiamento di Giorgio che aveva accentuato la cura nel vestire e nel parlare rimanendo roveredano ma diventando nello stesso tempo “cittadino”. Mafalda e Giorgio insieme, avevano deciso di donare la loro raccolta di pregiati manufatti (prevalentemente vasi) risalenti al periodo fra il settimo secolo avanti Cristo e il primo secolo dopo Cristo al Museo di Pordenone. Esiste anche una interessante raccolta di fotografie e di costumi indossati dalla cantante, materiale che è auspicabile non vada perduto. Insieme avevano trascorso gli ultimi anni della loro vita e Mafalda si era trasformata in capace ed esemplare custode del suo Giorgio, colpito da una grave infermità. (dal primo novembre 1999), che ora lascia dopo 14 anni in quanto gli è stata affidata la parrocchia di S. Michele Arcangelo a S. Michele al Tagliamento. Notevoli i suoi studi in teologia con specializzazione liturgica e diritto canonico; notaio del Tribunale Ecclesiastico Triveneto, difensore del vincolo del Tribunale Ecclesiastico Regionale, insegnante in Seminario, vice direttore della Casa dello Studente di Pordenone. Al sempre ‘nostro’ don Giovanni fervidi e fraterni auspìci per un proficuo apostolato nella nuova comunità che gli è stata affidata. 47 Cultura Personaggi Sergio Gentilini Mons. Ersilio Tonini, ricordo-omaggio Se ne vanno i migliori, verrebbe da dire: caposaldo ed ESEMPIO magnifico e stupendo per noi tutti. “Mons. Tonini, quanto lascia nel suo conto corrente?” Gli hanno chiesto in una recente intervista: e Lui risponde con una aperta e sonora risata. Noi sappiamo cosa lascia: niente! Niente denaro né ricchezze! Solo una grande lezione, una lezione di vita: una vita spesa evangelicamente “per gli altri”. Entrato a undici anni in seminario e ordinato sacerdote nel 1937, è poi diventato un vero missionario di pace, per tutti: con la sua voce viva, vibrante e coinvolgente, tagliente eppur profondamente convinta. “Zelante e generoso Pastore, dalla feconda e molteplice attività apostolica, dal linguaggio semplice e incisivo” così Papa Francesco. Straordinario comunicatore, lo ricordiamo anche in TV nella trasmissione di Enzo Biagi “I dieci comandamenti all’italiana”. Secco come un chiodo e spelacchiato eppure era bellissimo: parlava più con gli occhi che con le parole, schietto ed essenziale” (così mons. Marco Granara); con il frequente ricordo dei genitori, per lui modesti e grandi, e con la regola aurea di vita trasmessagli da suo padre - un toc de pan, voulèise ben e una cusciensa netta - : qualità e sostanza, profonde, sentite e 48 vissute in prima persona. Nominato alla guida della diocesi di Ravenna ha preferito non vivere nel palazzo arcivescovile ma in una semplice camera dell’Ospedale S. Teresa del Bambin Gesù, dove si assistono anziani con varie patologie e bambini cerebrolesi. Noi lo ricordiamo a Roveredo nel 1994, martedì 23 agosto, la vigilia di San Bartolomeo, nel nostro Duomo gremito di gente giunta anche da lontano per ascoltarlo sul tema “La gioventù nel nostro tempo”, un intervento fotografato e registrato: un avvenimento importante per la comunità, un intervento preciso puntuale e documentato, e quanto fecondo! Nato il 20 luglio 1914, è morto il 28 luglio scorso a Ravenna a 99 anni appena compiuti. Lo ricordiamo con commozione e con una preghiera. Ricordo dell’amico lapicìda Angelo Michelin Un anno fa, il 29 settembre, è scomparso il noto lapicida Angelo Michelin: era nato a San Giovanni del Tempio il 26 luglio 1927, abitava lungo la Pontebbana in località Cornadella, dove operava nel suo laboratorio di marmi. Qui più volte gli ho fatto visita (sin dal 1994) con i defunti mons. Antonio Moret, studioso e storico notevole, e con il nostro parroco mons. Mario Del Bosco: ambedue lo stimavano moltissimo per la sua bravura, ma soprattutto per la modestia e la sua grande umiltà. Tra le sue opere ricordo quelle che ammiriamo a Roveredo nella chiesa di san Bartolomeo: le parti marmoree dell’ambone e del maestoso altare in coro, mentre la parte in bronzo è opera del defunto scultore don Luciano Carnessali; poi la lapide sopra il portale principale, con la dedica in latino all’apostolo san Bartolomeo, Patrono della nostra comunità. Inoltre ricordo i due enormi cippi in pietra viva, commissionati da mons. Mario Del Bosco, con relative iscrizioni storiche ‘a memoria’: uno è quello collocato il 25.4.1994 nel cortile della famiglia Bruno Sincovich in località Villotte, dove sorgeva la cappella campestre (chiesetta) dedicata a “san Tomàs“(demolita nel 1777 perché pericolante). Il cippo ha la Croce scolpita in alto e la scritta “A ricordo perenne del villaggio Villotta della rispettiva chiesetta S. Tommaso e il suo cimitero per secoli testimoniata dalla piera de S. Tomas, collocata a titolo di giurisdizione dai conti Ragogna di Torre. M. Del Bosco posuit 1994” (la chiesetta con cimitero sorgeva lungo la strada che s’intersecava con la ‘Ungaresca’ diretta al guado del Cellina). L’altro cippo è stato collocato il 2.9.1996 in località Mason di San Quirino a ricordo della ‘magione’ numero 39 / Natale duemilatredici Sport Bruno De Luca Lo sport nel 2013 a Roveredo Ciclomarcia: questa gara, simile al duathlon, giunta alla sua 30^ edizione, ci ha lasciato, al femminile, un grande risultato sportivo. Su un centinaio di partecipanti solo due concorrenti donne Roveredane al via ma ai primi due posti nella Classifica Generale Femminile: 1^ Isabella Milani in 1h. 19’ 44”, 2^ Maida Del Zotto. Per gli uomini (per la cronaca la gara è stata vinta dall’equadoregno Carlos Sanchez) ben 8 i Roveredani iscritti: 1° Stefano Migliozzi 1h. 10’ 51” (5° assoluto nella generale), 2° Massimo Berton, 3° Gianluigi Berton, 4° Luca Scapol, 5° Daniele Valvason, 6° Daniele Sinosich, 7° Tiziano Benedet, 8° Denis Gasparotto. Arrivederci alla 31^ edizione a fine agosto 2014. dei Cavalieri del Tempio, ora chiamata Mason, le cui vestigia sono ancora riconoscibili nella vicina casa paterna di Don Mario: un cippo alto più di una persona, in pietra viva con la Croce in alto e la scritta “S. Quirino, luogo di transito per i pellegrini diretti in Terrasanta, venne donato da Ottocaro VI di Stiria all’Ordine dei Templari – monaci soldati” (i confini vennero definiti il 10 novembre 1219, qui in Mason i Templari ebbero il loro insediamento più importante con ospizio, chiesa, convento, scuderia e cimitero). Michelin, inoltre, è stato presente con sue sculture in sasso e in legno in diverse collettive dallo scrivente organizzate negli anni Novanta, anche a Roveredo nell’am- Società Arcieristica Frecce del Noncello La che quest’anno conta 95 iscritti, ha organizzato due gare valide per il Campionato Triveneto e le qualificazioni per quello Nazionale. Come risultati sportivi ha ottenuto un secondo posto ai Campionati Italiani in Calabria categoria Compound maschile con Stefano Chiarelli, due primi posti al Campionato Triveneto con Paolo Dalla Santa nella categoria Freestyle e con Stefano Chiarelli nella categoria Compound e un terzo posto con Elena Riccitelli nella categoria Ricurvo femmnile e come società ha vinto la Coppa Triveneta a squadre categoria Archi Tradizionali con Walter Rossi, Franco Giol e Gian Pietro Zucchetto. Per il 2014 il programma ricalca quello del 2013 mentre saranno incrementati i corsi di Tiro con l’Arco per chi volesse avvicinarsi a questo sport in mezzo alla natura. Dal 3 al 5 ottobre u.s. l’arciere del gruppo Roberto pia Mostra personale allestita nel Sola ha conquistato la Medaglia 1994 nelle sale dell’allora Biblioteca di Bronzo ai Campionati Mondiacivica, che riscosse un ottimo suc- li di Tiro con l’Arco alla Sagoma di Animale nella categoria Ricurvo cesso di pubblico e di critica. È stato un uomo semplice e Seniores (in Sudafrica). schivo nella sua ‘arte di lapicìda’: molto umile e, seppur stimato e la ha organizammirato, non si vantava mai, anzi, sempre pronto ad accetta- zato 3 manifestazioni: a giugno la re suggerimenti e consigli. Dopo gara riservata alla Categoria Giola scomparsa della consorte, mi vanissimi; ad agosto la Pedalata confidò: “Non mi rassegno anco- Ecologica “Roveredo in Bicicletra… ogni giorno vado da lei per ta” che, a causa del maltempo, è una preghiera e un saluto; se non stata poi annullata; a novembre la gara di Mountain Bike riservata a avessi la Fede non so cosa farei”. Riposa con la moglie Elena, tutte le categorie amatoriali. Gli atleti della Ciclistica Roveremorta il 17 maggio 2008, nel cimitero di Fratta di Caneva la cui chie- do, sempre nel 2013, hanno preso sa ospita un S. Antonio morente, parte a molte gare che spaziavaopera scultorea da lui donata nel no dal Ciclocross alle Mountain 1999. Ter- Bike ed alle Gran Fondo portando mino ricor- a casa dei buoni piazzamenti che dandolo con hanno dato lustro alla Società, c o m m o s s a che grazie agli sponsor può ora ammirazione sfoggiare una nuova divisa. Per il e la stima di 2014 i programmi ricalcano quegli sempre per del 2013. la sua bravuha orIl ra e la profonda sua ganizzato domenica 29 settembre a Roveredo l’11° Motoraduno “Del umanità. Società Ciclistica Roveredo in Piano Motoclub V. & V. numero 39 / Natale duemilatredici 49 Sport Gialut”, a carattere interregionale (11° Trofeo Autofficina V. & V.). Nel programma un giro turistico “Roveredo - Visita alle Sorgenti del LIvenza”. A tutti gli iscritti (purtroppo non moltissimi causa il maltempo) un simpatico ricordo. Ricordiamo che il Motoclub V. & V. è nato nel 1998 e si divide in tre settori: Motostaffetta, Turismo in Italia e all’Estero, Organizzazione di Motoraduni. Gli organizzatori, salutando i partecipanti, hanno dato loro appuntamento per il prossimo anno. Asd Bocciofila Roveredana. La “Roveredana”, che consta di una sessantina di tesserati, ha preso parte al Campionato Regionale Friuli V.G. per Società di 1^ Categoria che era suddiviso in tre gironi, classificandosi prima nel proprio ma perdendo poi la Karate: il giovane roveredano Alessandro Gentilini, figlio di Andrea e nipote di Sergio, del Sekai BudoKarate di Pordenone, cintura marrone a soli 10 anni, ha preso parte in agosto al 28° Campus Mondiale di Lignano. Per il giovane atleta è stata una vera emozione il ritrovarsi a “tu per tu” con tutte quelle icone internazionali di fama mondiale. Alessandro è stato insignito l’anno scorso del Premio “Pituss Sportif” come atleta dell’anno a seguito dei risultati conseguiti nel biennio precedente. Bravo, continua così. I Roveredani sono con te. Sopra: da sinistra Raminelli, Sodero, Gentilini e Valdesi qualche momento prima di iniziare la lezione Sotto: lo spettacolare colpo d’occhio degli Atleti perfettamente allineati dietro ai Maestri, assieme ai 4 Campioni del Mondo schierati a destra La compagine della Bocciofila Roveredana in quel di Alessandria per la Coppa Italia. finale. Con Gianni Agnolin e Aldino Gaiotto ha vinto il grande torneo di San Vito e con gli stessi ed altri Soci ha ottenuto importanti piazzamenti anche fuori regione. Il 7 e 8 settembre ha rappresentato il Friuli V.G. ad Alessandria prendendo parte alla gara Nazionale di Coppa Italia. Perso il quarto incontro che le avrebbe permesso di accedere alla fase finale a otto. Esperienza comunque molto positiva. La squadra era composta dal Presidente Armando Bigaran, dal Segretario Mario Poletti e da Domenico Del Giudice, Nino Urbani, Angelo Foltran, Bruno De Luca e Virgilio De Franceschi. La “Roveredana” ha organizzato diverse competizioni, tra le quali spicca il 30° Trofeo Comune di Roveredo in Piano. Gara aperta a tutte le Societè del Triveneto alla quale hanno preso parte cinquanta quadrette. Per il 2014 conta di ripetere il programma di quest’anno. Partecipazione al Campionato Regionale di 1^ Categoria, a tutte le gare a calendario FIB (Federaziome Italiana Bocce iscritta al C.ON.I.) alle selezioni di categoria “C” e “D” per i campionati italiani di singolo, coppia e terna, coppa Italia e organizzare gare sociali e federali. A.C. Virtus Roveredo: Il Calcio a Roveredo riparte per la Stagione 2013/14 con ben 5 squadre: La Prima Categoria, che cercherà di valorizzare alcuni elementi del vivaio; La Juniores; Gli Allievi che, forti della vittoria nel Campionato Provinciale 2011/12, parteciperanno, come l’anno scorso, al Campionato Regionale; Gli Esordienti; I Pulcini. C’è poi il gruppo dei Piccoli Amici (5-6 anni) e La Scuola Calcio Settore Giovanile e Scolastico. Non pensiamo di ripeterci congratulandoci con il Presidente e lo Staff dirigen- 50 numero 39 / Natale duemilatredici Sport ziale per la grande mole di lavoro prodotto per i nostri giovani Roveredani. APD Vis et Virtus: Nel 2012/13 la Pallavolo Roveredana ha preso parte ai vari Campionati di 1^ Divisione (classificandosi al 2° posto), di 2^ Divisione, Under 16, Under 15, Under 14, Under 13, Under 12 e Amatoriale AICS. Per la già iniziata Stagione 2013/14 è ripartita dalla 2^ Divisione pescando dal vivaio, avendo ceduto i diritti acquisiti nel 2013 al Volley Pordenone. Anche qui le congratulazioni al Presidente Palmiro Bran e a tutti i suoi collaboratori per il costante impegno a favore delle nostre giovani ragazze. APSD Roveredo: L’Associazione Pesca Spor- tiva Dilettantistica Roveredo ha conseguito quest’anno risulatti gratificanti nel suo tour agonistico in Friuli e Veneto. Due primi posti come squadra (Palse e Boldara-VE) e un primo individuale (Trofeo Interregionale a San Martino A.T.). Ho organizzato 4 gare sociali con buona partecipazione anche di giovanissimi. Momento importante il Memorial Tassinato, ma soprattutto la 5^ Edizione della manifestazione “La Pesca Sportiva, uno Sport per tutti” alla quale hanno preso parte 42 ragazzi diversamente abili con la presenza, tra gli altri, del presidente dell’Ente Tutela Pesca e del Sindaco di Roveredo arch. Bergnach. È intenzione della APSD Roveredo di proseguire, nel 2014, in queste attività e, dove possibile, migliorarle al fine di dare sempre maggior prestigio alla comunità roveredana. Tennis Club Roveredo: È stata un’ottima annata agonistica quella trascorsa per il tennis roveredano. I ragazzi hanno disputato la bellezza di 33 finali, vincendone 16. Sei invece le finali nelle varie categorie dei Campionati Regionali Giovanili, tre a squadre e tre individuali. Tre sono i titoli di Campione Regionale aquisiti: Wood Favero Joshua Wood Enrico Enrico (Under 11), Favero Joshua (Under 13) e Santarossa Marco-Crovatto Simone (Under 16 a squadre). Inoltre hanno vinto tornei: Mazzon Chiara, Favero Joshua, Delpioluogo Alessia, Tramontin Alessio e Pase Ginevra. Sono ben 4 i giocatori ammessi ai Campionati Italiani di categoria: Wood, Favero, Crovatto e Santarossa; 2 le squadre ammesse ai Campionati Italiani: Under 12 e Under 16 maschili. La squadra Under 8 composta da Cardillo Alessandro, Fanna Alessandro, Crisci Alessio e Lucito Matilde ha vinto la 10^ Edizione del Campionato PIA per le Scuole di Tennis. Per la Società è la quarta volta di seguito. I più “maturi” hanno ottenuto con Bortoluzzi Guido, Crovatto Simone, Lucito Paolo, Rizzetto Marco e Santarossa Marco, il diritto di partecipare al prossimo Campinato di Serie C. Per il 2014 la speranza è di confermare i risultati di quest’anno, soprattutto con la possibilità di poter finalmente disporre di adeguate strutture come la nuova realizzazione della sede e spogliatoi e di nuovi campi coperti e scoperti. Santarossa Marco e Crovatto Simone numero 39 / Natale duemilatredici 51 Fotocronaca S. Pa n crazi Aggi ungi 52 o un po sto a tavol a numero 39 / Natale duemilatredici Scrigno dei ricordi Scrigno dei ricordi Elio Bomben (sinistra) e Pierina Barbariol, in Codes colo scorso rbariol Pietro Ba 1932 . Imp eria e Dome n io se iero, iniz na Del P e Giovan ico Ca delli 1935. Sofia Fantin e Ferruccio Rigoni zio . 1943 i Bo Nonn numero 39 / Natale duemilatredici m n il ben co no nipoti Roveredo a nni ‘40: chi si riconosce? ancra a S. P o r t a Te 53 Anagrafe Parrocchiale y r t n ew e n il 10 agosto è entrata una stella in casa Poletto, Francesco, dono di Dio, per rallegrare mamma Milena e papà Michele: lunga e felice vita! il 28 maggio, fiocco azzurro in casa Barbariol per l’arrivo del piccolo Pietro: felicitazioni a mamma Vasilica e papà Igor. TI SON NATO PERCHÉ... Battesimi a ottobre 2013 02 Giugno 2013 Rebecca Gattel di Maicol e di Veronica Di Carlo Giulia Sartor di Massimiliano e di Fannj Meneguzzi 23 Giugno 2013 Elisabetta Bruna Fabris di Angelo e di Ihoanna Morales 13 Luglio 2013 Ludovico Re di Alessandro e di Veronica Mangiarotti 14 Settembre 2013 Samuel Aldo Missinato di Michele e di Roxana Maria Ciurars 22 Settembre 2013 Stefano Corincig di Andrea e di Lara Antonioli Martina Del Ben di Federico e di Antonella Marcelli Giulia Buttignol di Marco e di Sara Feletto 12 Ottobre 2013 Eros Bertolin di Iuri e di Cristina Santarossa 54 Trinitario: mi streccio, Unico Dio, bambino semplicissimo, per scriminarti, adagio, da tutte quante le tue complicatezze, mio fanciullo arruffato Di dita larghe, la Madre a pettinarmi, che Debole non pianga. Intanto, nenia e già io dormo fondo, perché tu di me paura non abbia più. Per te qui giaccio, in una cuna dato tutto d’amore, se tu non voglia ancora dubitare, ma confidare perdutamente in Me. Nel mezzo della notte di questa terra dal Cielo avvengo. E Illumino universo e Penetrante senso di ciascun essere. E m’individuo in unica Persona: Gesù di Nazaret. Così ti accetti: intero nei tuoi limiti, irripetibile. Ti nasco in uomo e come nudo di mia Divinità. Ti offro così la Grazia di spogliarti degli egoismi tuoi. Perseguitato fin dal principio e di continuo sino alla fine. Te Beato, se vuoi con me, compagno sotto la stessa Croce. Immensamente mi spazio in una stalla d’umiliazione. Per ciò qualunque posto tu puoi santificare, se Cristiano lo abiti. Perché io vengo in figlio d’uomo e passo povero, mi trovi e mi rintracci, nell’andar quotidiano, Unica tua Ricchezza. Tuo Dio, mi sono fatto Secondo Adamo ad Immagine Tua, per farti mio Fratello, a Somiglianza Mia Figlio Del Padre, Divinamente. Dio fatto Uomo mostra la Vita Nuova a chi Lo Crede. d. Giovanni Costantini 2012 numero 39 / Natale duemilatredici Anagrafe Parrocchiale Matrimoni 15 Giugno 2013 Stefano Bruno Corazza con Anna Cinzia Del Piccolo 22 Giugno 2013 Ivan Vendramini con Lisa Eva Guglielmin (nella foto) Sara Tenerelli e Andrea Uliana si sono sposati il 20 aprile scorso, a Trieste Il giorno 14 settembre 2013 nella chiesa di Postioma (TV) si sono sposati Martina Visentin e Samuele Masieri. 20 Luglio 2013 Marco Damian con Martina Bazzo 7 Settembre 2013 Alessandro Favarin con Sarah Tinor 14 Settembre 2013 Marco Santarossa con Sara Giacobini 5 Ottobre 2013 Davide De Biasio con Elena Modenese 12 Ottobre 2013 Iuri Bertolin con Cristina Santarossa 19 Ottobre 2013 Fabiano Del Piero con Silvia Matera numero 39 / Natale duemilatredici Valentina Vello e Ivan Sari si sono sposati presso la Basilica del SS. Redentore a Venezia il 13 ottobre 2013 55 Anagrafe Parrocchiale nella pace dei Santi Anniversari La vita oltre la morte è un mistero che tocca le nostre anime e le nostre più intime attese ma la speranza cristiana ci ricorda come il Paradiso è sempre la nostra ultima mèta Adele Tinor Centi Remo Tinor Centi Antonietta e Filippo Medici + 14.09.2010 + 26.01.2011 5° anniversario Gisella Sedrani Domenico Cosilli Vittorio Bertolo Loretta Redivo n. 28.04.1925 n. 3.12.1940 + 5.11.2012 Maria Redivo in De Luca Benito Zorzit n. 18.06.1931 + 21.02.1992 + 31.10.1989 + 24.03.2011 in Nebel USA + 2006 in Canada di anni 89 + 20.06.2013 a Pisa Rino e Maria Barbarioli Bruno Cusin 7 giugno 2013 morti in Adelaide (Australia) rispettivamente il 20° anniversario Pezzutti Augusta Mariucci 03.10.2012 e 10.03.2013 Emiliano Di Bernardo n. 26.07.1977 + 26.11.1997 Robert De Luca 3° anniversario Ogni discorso non spiegherebbe il dolore. Ti ricordano con amore mamma, papà, sorella e figlia. 56 È per te questo fiore che ho scelto, te lo lascerò lì sotto un cielo coperto. Mentre guardo lassù, sta passando novembre e tu hai vent’anni per sempre. Solo che non doveva andar così, tutti ora siamo un po’ più soli qui. Mamma numero 39 / Natale duemilatredici nella pace dei Santi Anagrafe Parrocchiale Sono ritornati al Padre 07 Maggio 2013 25 Febbraio 2013 12 Maggio 2013 15 Maggio 2013 13 Maggio 2013 17 Maggio 2013 Bergnach Guido Aracena Ruf Anibal Franz Cuffolo Silvio Cadelli Matilde Ladich Ervino Modolo Angela di anni 87 di anni 82 di anni 60 di anni 95 di anni 88 di anni 68 20 Maggio 2013 24 Maggio 2013 31 Maggio 2013 04 Giugno 2013 05 Giugno 2013 13 Giugno 2013 Pillot Marco Monfrini Domenica Del Piero Valerio Polese Bruno Fabbro Carolina Cescutti Pietro di anni 75 di anni 75 di anni 99 di anni 88 di anni 86 di anni 82 14 Giugno 2013 02 Luglio 2013 19 Giugno 2013 30 Luglio 2013 16 Luglio 2013 12 Agosto 2013 Maiutto Angela Lisetto Amelia Rigato Aldo Damo Angelo di anni 88 Marengo Giuseppina Portacci Renato di anni 93 di anni 71 di anni 89 di anni 84 di anni 89 18 Agosto 2013 22 Agosto 2013 31 Agosto 2013 18 Settembre 2013 17 Settembre 2013 24 Settembre 2013 Redivo Gisella Micheluz Mafalda Semeia Ovidio Banchi Enrico di anni 99 di anni 91 Bassanese Claudia di anni 92 di anni 72 Vicenzotto Maria Luisa di anni 55 numero 39 / Natale duemilatredici di anni 68 57 Anagrafe Parrocchiale nella pace dei Santi 28 Settembre 2013 Del Piero Dante 24 Settembre 2013 di anni 89 Visentin Stefano di anni 38 28 Settembre 2013 Antonietta Mariniello in Frezza di anni 65 Trentola-Ducenta (CE) Tu ora sei il nostro angelo custode dolce nonna, strepitosa mamma, donna straordinaria! Tu che ti preoccupavi di farci avere il meglio, di soddisfare ogni desiderio anche quelli inespressi. Tu, nonna, ci manchi da morire, manchi da morire a tutti noi! Ti vogliamo bene, ti amiamo, resterai per sempre nei nostri cuori. Le tue nipoti, Giusy e Antonia Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo in questi orizzonti senza fine e in questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito dall'incanto di Dio dalle Sue espressioni di infinita bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto! Mi è rimasto l'affetto per te, una tenerezza che non ho mai conosciuto! Sono felice di averti incontrata nel tempo, anche se tutto era così fugace e limitato. Ora l’amore che mi stringe profondamente a te, è gioia pura e senza tramonto. Mentre io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così: nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme nel trasporto più intenso alla fonte inesaribile dell'amore e della felicità. Non piangere più se veramente mi ami! Corrispondenza Riceviamo sempre con grande piacere le lettere dei nostri lettori ed amici che risiedono all’estero. Ricambiamo di cuore i saluti, cari amici, e rassicuriamo di ricordarci di voi nella preghiera. Carissimo don Ruggero, mi ha fatto molto piacere ricevere la “Voce di Roveredo”, le sono molto grata e riconoscente. Sarà un bel ricordo per le famiglie che verranno dopo di noi, sperando che qualcuno di loro ricordi e capisca l’italiano. La ringrazio infinitamente, mi ha fatto tanto piacere leggere tutti gli articoli dedicati ai 100anni compiuti della nostra chiesa e mi avrebbe dato poter essere presente! Nella preghiera mattutina ho una bella foto della nostra chiesa con le statue della Madonna del Rosario e l’altare a San Bartolomeo e con loro mi sento a Roveredo. (omissis) Mrs. Loretta De Luca - Peterborough ONTARIO (Canada) 58 numero 39 / Natale duemilatredici L’angolo della Posta Sono molto contento di raggiungervi almeno con le mie parole per La Voce. Siete ancora vivi nella mia memoria pur essendo molto lontano da voi. I quattro anni della mia vita in Italia con voi a Roveredo sono stati un’esperienza ricca, bella e affettuosa. Un grazie dal profondo del mio cuore a tutti voi per la vostra ospitalità e generosità verso di me. Ora lavoro nel nostro seminario minore come formatore. Oltre a questo, collaboro anche nel nostro piccolo centro di ascolto e di aiuto/orientamento (counseling). Nel seminario minore abbiamo adesso 34 seminaristi per quattro anni. Il primo anno ci sono gli studenti che entrano in seminario dopo l’esame di maturità. Gli altri tre anni ci sono gli studenti che seguono l’università secolare. Dopo l’università questi vengono mandati a studiare filosofia e teologia al seminario maggiore che appartiene alla Chiesa Cattolica Latina nel nostro stato, Kerala (ci sono anche altri due riti orientali nel mio stato che sono Syro Malabari e Syro Malankara). La comunità residente dei formatori del nostro seminario minore include: il rettore, il vice rettore, il padre spirituale e il counselor. Io faccio all’interno del seminario una doppia missione, come padre spirituale e come psicologo. Insegno anche un po’ di psicologia e inglese ai seminaristi. Riguardo al lavoro del centro di ascolto e orientamento, ho l’impressione che sia una missione preziosa e un’emergenza dei nostri tempi. Praticamente mi occupo delle persone dal lunedì fino al venerdì dalle 10 fino alle 17. Nella mia esperienza, anche se solo di due mesi, i problemi che dobbiamo affrontare sono abusi sessuali, difficoltà con lo studio e con la scuola, di adolescenti, di conflitto famigliare, divorzio e, in alcuni casi, vero e proprio disagio mentale. La maggioranza viene con l’idea magica che il problema si risolva subito con una seduta sola. Ci sono tante richieste d’aiuto. Il centro che abbiamo per ora è un piccolo edificio con due stanze, dovremmo costruirne un altro grande. Per il futuro, io vorrei formare un piccolo gruppo di preti, suore e laici che siano preparati nell’arte dell’ascolto e orientamento e che lavorino volontariamente al centro. don Rajesh Pollayil CLASSE CATECHISTI GIORNO ORARIO 1^ elementare 2^ elementare 3^ elementare 4^ elementare Sara Zanchetta e Giulia Fabris Monica D’Andrea e Antonella Toppi Barbara Giacobbe, Franca Cancian, Paola e Gianluigi Mara Zamparini e sr Daniela Mara Zamparini e sr Daniela sr. Cecilia - Sergio Milani - Marco Pulzato - Elena Diffen Luisa Masieri - Mirella Sandri - sr. Cecilia - Sergio Milani - Elena Diffen Ilaria De Mattia e Martina Luciana De Mattia e sr. Daniela Loretta Pigatto - Paola Bortoluzzi - don Ruggero Paolo Michelon, Alida Prates e Robert Pal don Ruggero e Mussio Milena Gianna Martin e Gabriella Borin Silvia Badia Enzo Re sabato sabato sabato sabato sabato sabato 11.00-12.00 11.00-12.00 10.00-11.00 10.00-11.00 11.00-12.00 10.00-11.00 venerdì 14.30-15.30 mercoledì venerdì mercoledì lunedì sabato lunedì giovedì 15.00-16.00 14.30-15.30 19.00-20.00 19.00-20.00 18.00-19.00 18.00-19.00 21.10 - 22.10 5^ elementare I media II media III media I superiore II superiore III superiore IV superiore V superiore numero 39 / Natale duemilatredici 59 Buon Natale e Buone Feste a TUTTI