Periodico della parrocchia
numero 39  Natale 2013 
NATALE 2013
Sommario
Periodico della parrocchia
numero 39 Natale 2013 in copertina
Vita della comunità
Periodico della parrocchia di
San Bartolomeo apostolo
Roveredo in Piano e Villotte
Direttore: don Ruggero Mazzega
Direttore responsabile:
don Bruno Cescon
Vice direttori:
Francesca Muner  Daniele Miotti
Redazione:
Gianni Lorenzon  Andrea Radovan
Collaboratori:
Sergio Gentilini (per la Cultura)
Bruno De Luca (per lo Sport)
Eugenio Latin (per le Villotte)
per le foto si ringraziano:
Studio FB5 - Aviano
Moras
Impaginazione grafica:
Silvia Badia
Stampa:
Sincromia • 133473
il periodico esce dal 1954
Il numero chiuso in ottobre 2013
Redazione: Piazza Roma, 3
33080 Roveredo in Piano.
[email protected]
www.sanbartolomeo-roveredopn.it
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3 • A Natale... quale Natale?
4 • I valori del Ministrante
5 • Sfortunato chi non canta
• A proposito di sacramenti
6 • Prima Comunione
7 • La Gioventù del Papa in cammino: esperienza di una Gmg
8 • Essere giovani
10 • In Te il mio Tesoro
11 • Esiste anche il Capo Campo
12 • Tramonti in foto
16 • Le suore a Roveredo
• Servizi Caritativi
17 • Ma cos’è l’Azione Cattolica
• Festa di San Pancrazio
18 • Quale futuro?!?
19 • L’attività del Circolo Ricreativo
20 • Località Tornielli
21 • Lauree
23 • Pilota Militare
• Classi in festa
25 • Anniversari
28 • 140 anni di musica
30 • Buon anno, Quinoa!
32 • Gloriosio borgo del Puart • Pesca di beneficenza
33 • Etiopia
34 • Viaggio a Mosca - Rossoch - Nikolaievka - San Pietroburgo
35 • Intervista ad Alberto Cancian
36 • Cristo pensante 2013 • Gli americani sono capaci anche di altro
39 • Pellegrinaggio a Lourdes
40 • Aspettando Medjugorje 2014
42 • Azione Cattolica a Barbana
43 • Aneddoti roveredani
45 • I “Fuga” e Nello Cadelli
46 • Addio, Maestro!
47 • Mafalda Micheluz • Al “nostro” don Giovanni
48 • Ricordo dell’amico lapicida Angelo Michelin
49 • Lo sport nel 2013 a Roveredo
54 • Anagrafe parrocchiale
58 • Corrispondenza
Queste le date stabilite dal Consiglio Pastorale Parrocchiale
per le prossime celebrazioni dei Battesimi per l’anno 2014;
preghiamo gli interessati di attenersi a tali date e orari
12 gennaio ore 11.00 · 2 febbraio ore 11.00 · 9 marzo ore 11.00
19 aprile ore 20.30
26 aprile ore 11.00 · 11 maggio ore 11.00 · 29 luglio ore 10.30
numero 39 / Natale duemilatredici
Editoriale
don Ruggero Mazzega
A Natale... quale Natale?
Quello di Gesù, figlio di Dio, Salvatore del
mondo, che si è fatto carne in terra di Palestina
duemila anni fa, morto e risorto per la nostra salvezza!
Proprio perché si è incarnato, ha accolto un
corpo, ha condiviso una famiglia, una storia, un
popolo, mi viene spesso la domanda: oggi, dove
prenderebbe carne, dove nascerebbe?
Nell’essenzialità provocante e coinvolgente di
papa Francesco, con la sua Ford Focus?
Nella Diocesi che ricerca strade nuove da offrire ad ogni uomo per andare incontro a Dio?
Nella parrocchia che, con perseveranza, celebra il mistero di
Cristo morto e risorto, pur con
percentuali di presenza abbassata quanto gli interessi di banca di
chi ha ancora qualche soldino?
Nella
Caritas
che si fa in
quattro per
non far perdere la speranza
e continua a
moltiplicare pani e
pesci?
Dove andrebbe a piantare
la sua tenda?
Tra i giovani, quelli in ricerca di vita e quelli semi-vuoti,
che cercano di riempirla “sprizzando”?
Tra gli extracomunitari confusi tra tanti desideri e la realtà, incerti nel gestire serenamente la
propria storia?
Tra le nostre famiglie incapaci di pazienza, coraggio e perdono, contagiose di vita?
Dove andrebbe a piantare la sua tenda?
Tra i tanti che bussano alla porta della canonica e raccontano le loro verità di disavventure e difficoltà?
Tra tutti quei “ disperati” che continuamente arrivano
nella nostra Italia?
numero 39 / Natale duemilatredici
Tra gli operai dell’Electrolux e della Ideal Standard e tante altre piccole realtà che vivono sospese
nell’ incertezza?
Dove andrebbe a piantare la sua tenda?
Tra le nostre famiglie che soffrono il freddo della mancanza di amore, incapaci di relazioni vere?
Tra i grandi del potere a cui sta a cuore, in
modo particolare, la distruzione di questa civiltà?
Tra le trasmissioni televisive “becere” e indecenti o tra i mass-media deliranti?
“Il popolo che camminava
nelle tenebre vide una grande
luce; su coloro che abitavano
in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la
letizia... Poiché un bambino è nato per
noi... Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe
della pace...
e la pace non avrà fine ...questo
farà lo zelo del Signore degli
eserciti”.
Is. 9,1 ss
Forse pianterebbe la Sua tenda nella nostra
comunità, piccola ma ancora calda, semplice ma
piena di vita, povera ma ricca di tanto amore,
amore che Gesù è venuto a portare. Senz’altro pianterebbe tante tende: una per ogni posto di vita, una
per ogni uomo e ogni donna, perché il calore del Suo amore possa sciogliere il male del peccato e il peso della nostra
cattiveria.
Vieni nel cuore di ognuno di noi!
Vieni Signore Gesù!
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Vita della comunità
Gruppo Ministranti
Paolo Michelon, Renata Artico, Luisa Redivo e Robert Pal
I valori del Ministrante
Nelle celebrazioni liturgiche ci
sono diversi ruoli: Celebrante, Diaconi, Cantori, Lettori e Ministranti.
Questi ultimi servono la messa compiendo tutte quelle azioni che la rendono una festa per
i cristiani: apparecchiare all’altare, portare l’incenso, tenere le candele, le torce e cosi via.
Fare il ministrante non è solo servire l’altare ma anche comportarsi
secondo il Vangelo del Signore a
scuola, a casa, nello sport; essere di esempio con i compagni e gli
amici. Compiere buone azioni con
le persone più bisognose; insomma
avere un comportamento conforme
all’insegnamento che ci viene dal
Signore. Forse per questo negli ultimi anni l’adesione a questo importante servizio non ha avuto i risultati sperati… troppo impegnativo
seguire gli insegnamenti ed essere
testimoni credibili di Gesù.
Il gruppo quest’anno compie 10
anni di attività; precisamente l’otto
dicembre 2013, festa di Maria Immacolata.
Dieci anni nei quali tanti ragazzi/
ragazze ora grandi, hanno calcato
il presbiterio ed ai quali, come agli
attuali, vogliamo esprimere tutta
la nostra gratitudine per il servizio
svolto.
Un grazie va a Don Ruggero e
a tutta la comunità per il sostegno;
mentre a voi cari genitori una preghiera: di continuare a sostenerci
con il vostro affetto e con l’adesione dei vostri figli a questo importante ruolo, affinchè la figura gioiosa di
chi serve, sia sempre presente nelle celebrazioni liturgiche. Grazie di
cuore.
I valori del Ministrante sono:
Amicizia, Competenza, Esempio,
Fedeltà e Gioia.
Amicizia: la prima qualità del
Ministrante è un forte spirito di ami-
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cizia, (Gesù ci ha chiamato amici).
È importante che nel Gruppo Ministranti ci sia uno spirito di amicizia,
che si stia bene insieme, che ci si
voglia bene. Essere amici ci aiuta
anche ad essere uniti e ciò migliora il nostro servizio, ci si capisce, ci
si aiuta, si costruisce qualcosa di
buono.
Competenza: è saper fare al
meglio il proprio servizio. Il Ministrante sa cosa deve fare e quando
farlo, perché sa che un buon servizio è un offerta a Dio e un regalo
a tutta la comunità cristiana. Tutto
ciò non significa che il Ministrante
sa tutto, ma può capitare di non
sapere come comportarsi in una situazione o dimenticarsi qualcosa; è
in queste situazioni che il Ministrante chiede, s’informa, senza vergogna o paura. Chiede a chi ne sa
di più (responsabili) ed impara. La
competenza non scende dal cielo
come dono, è necessario imparare, provare e pian piano si diviene
competenti nel proprio servizio.
Esempio: Il Ministrante è un
esempio per tutti se compie bene
il suo servizio. Essere di esempio
non significa mettersi in mostra,
farsi vedere per vantarsi. Si è di
esempio quando si compie bene il
proprio servizio; ma l’esempio non
finisce sulla porta della Chiesa: anche nella vita di tutti i giorni il Ministrante si comporta come chi ha
posto al centro della propria vita e
del proprio interesse Gesù e gli altri.
Fedeltà: è la qualità principale
del Ministrante. Fedele è colui che
è capace di assumere gli impegni e
svolgerli. Rispettare i turni, partecipare alle riunioni è una forma di fedeltà e di rispetto degli altri. Essere
fedeli è un impegno che richiede la
capacità di portare qualche peso.
Facile è servire alle Messe solenni,
più difficile essere presenti con costanza ad ogni messa o a quelle in
orari più disagevoli.
Gioia: il Ministrante vive nella
gioia che non è la semplice allegria,
ma è il sapere che Gesù ci vuole
bene, sempre, anche quando sbagliamo. La gioia nasce dal cuore
e dal sapere che la (nostra) vita è
bella, perché è dono di Dio, perché
siamo figli di Dio consacrati a lui
nel battesimo. Il Ministrante vive di
questa gioia ed è contento di servire il Signore, che è suo amico e maestro nella gioia e cerca di portare
questa gioia a tutti. … come quella
condivisa nel ritiro di fine 2013 ad
Assisi sulle orme di S. Francesco.
numero 39 / Natale duemilatredici
Coro Adulti - Catechesi
Vita della comunità
Gino Del Col
Sfortunato chi non canta
Trascriviamo dal n° 41 della rivista
CHORALITER una meditazione di
Benedetto XVI.
“Io canto perché la musica può
esprimere quello che le parole
stesse, o anche la voce, semplicemente non può esprimere da sola.
Cantare significa che la persona
sta passando al di là dei confini del
meramente razionale per cadere in
una sorta di estasi.
Ora il canto trova la sua forma
culminante nell’Alleluia, il canto in
cui l’essenza stessa di tutti i canti
raggiunge la sua più alta incarnazione. L’Alleluia nel canto è semplicemente l’espressione non verbale
di una gioia che non necessita di
parole perché le trascende tutte.
Che cosa significa cantare nel giubilo? Significa essere in grado di
esprimere a parole e di verbalizza-
re la canzone che a voi suona nel
vostro cuore...
Un jubilus (Alleluia n.d.r.) è un grido
che evidenzia il fatto che il cuore
sta cercando di esprimere ciò che
non gli è assolutamente possibile
dire. E a chi un jubilus è opportunamente indirizzato, se non a Co-
lui che è ineffabile? Egli è ineffabile
perché le tue parole non possono
impadronirsi di Lui.
L’Alleluia è come una prima rivelazione di ciò che un giorno può e
deve avvenire in noi. Tutto il nostro
essere si trasforma in un’unica, immensa gioia”.
don Ruggero Mazzega
A proposito di sacramenti
Cosa può desiderare di meglio,
una Comunità cristiana con il suo
prete, se non celebrare l’amore di
Dio, la Sua “grazia”, il Suo volerci bene certo, sicuro, efficace nei
Suoi Sacramenti?
Intendo brevemente parlare delle celebrazioni dei nostri battesimi
in particolare, dei funerali (che non
sono un sacramento per il morto)
e matrimoni.
È bello accogliere un bimbo
nella Comunità cristiana nel giorno
del suo battesimo: la Chiesa è madre feconda dei nuovi figli e gioisce
con loro. Ma è meno bello se i genitori non partecipano pienamente
all’Eucaristia confessandosi e comunicandosi. Cosa dire poi di una
partecipazione di parenti e amici
numero 39 / Natale duemilatredici
interessata solo alle foto e all’esteriorità? Come si può serenamente
parlare di vita eterna, di fede nella resurrezione se la presenza dei
familiari è “statuaria” e per niente
coinvolta e non c’è nessun bisogno di confessione e comunione?
E dei matrimoni cosa dire? A
parte gli sposi che seriamente si
impegnano nella preparazione
(...la sposa un po’ più puntuale il
giorno delle nozze!), la preoccupazione più grande è quella di uscire
prima della fine della celebrazione
o addirittura non entrare in chiesa
per i soliti scherzi abbastanza “banali”. Durante il matrimonio non si
prega, non si canta, la Comunione
diventa un “lusso” che solo pochi
vivono.
Qualcosa si può rivedere?
Non è buona cosa continuare a chiedere i sacramenti senza
cercare tutti di rendere più vere le
celebrazioni.
Un’ultima parola, permettetemi di dirla, riguardo le offerte alla
chiesa (non al prete!) in questi momenti: Quanto costa? Quanto si
paga? L’offerta è il segno di una
partecipazione sentita alla vita della Comunità, anche alle sue spese,
ai suoi bisogni più piccoli quali il
mantenimento delle sue strutture,
luce, riscaldamento, pulizie, servizio di tante persone. Certo, Cristo
è morto per tutti liberamente, gratuitamente.
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Vita della comunità
Catechesi
Mara Zamparini
Prima Comunione
Credo che per ciascuno di noi
uno dei ricordi più emozionanti
della vita sia stato il giorno della
Prima Comunione, quando, ancora bambini, abbiamo ricevuto Gesù Eucarestia.
Da quel giorno è cominciato
anche per me il cammino personale con Gesù che, dopo molti anni, mi ha portato fin qui.
Oggi sono la catechista di ses-
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santaquattro bambini della nostra
parrocchia che Domenica 13 e
Domenica 20 Ottobre hanno celebrato la Santa Messa di Prima
Comunione. Il Percorso di preparazione è durato tre anni durante
i quali abbiamo imparato a conoscere Gesù, quello che ha fatto, quello che ha detto, come ha
cambiato la vita di molte persone
che si sono fatte sante seguendo
il Suo insegnamento. Assieme ai
bambini abbiamo capito che Dio ci
ama sempre immensamente, lo fa
senza misura, e per farsi più vicino
possibile a noi si è fatto uomo e si
offre come nostro cibo perché noi,
grazie a Lui, possiamo placare la
fame di verità che ci accompagna
da sempre.
Sono stati anni impegnativi,
perché, pur essendo consapevole
che la Parola di Dio parla a tutti,
sapevo anche che avrei dovuto interiorizzarla e cercare di viverla prima di pretendere di poterla spiegare o soltanto raccontare. Io ci ho
provato.. Devo dire che in questi
anni non mi sono mai sentita so-
la, perché fin dal momento in cui
mi sono messa a “disposizione” il
Signore ha posto sul mio cammino
tante persone che spontaneamente mi hanno aiutato a colmare gli
inevitabili vuoti che con le mie sole
forze avrei lasciato. E per questo
sono davvero grata.
Il giorno della cerimonia l’atmosfera era bellissima, i bimbi radiosi, i genitori emozionati, i sorrisi di
tutti riempivano l’aria. Entrando in
Chiesa, ho guardato verso il Tabernacolo e ho messo nelle mani
del Signore tutto il mio carico di
ansie e di emozioni, il mio lavoro di
“manovalanza” era finito, del resto
se ne sarebbe occupato Lui. Che
bella sensazione!
La Messa è stata semplice e
partecipata, i bambini erano molto attenti e concentrati, il loro canti
sono stati supportati dalle voci dei
genitori e hanno riempito la Chiesa. Insomma, un giorno da ricordare!...
Ora comincia per i nostri bimbi
un nuovo cammino: dovranno incominciare a scoprire chi è Gesù
per loro, quello che Lui dice proprio a loro, cosa Egli fa ogni giorno
nella loro esistenza e come tutto
questo può orientare la loro vita.
Gesù d’ora in poi sarà sempre a
disposizione nell’ascolto della Parola, nella Confessione, nell’Eucarestia.
Il Signore, affida a noi catechisti
e a noi genitori, il compito di aiutarli in questo cammino spirituale
che dovranno compiere, per cui…
ancora una volta, Signore, noi ci
mettiamo a disposizione, guida Tu
i nostri passi…
numero 39 / Natale duemilatredici
Pastorale Giovanile
Vita della comunità
Andrea Radovan
La Gioventù del Papa in cammino: esperienza di una GMG
Tra tutti i sogni ed i desideri che
un venticinquenne può coltivare
nel proprio cuore ve ne sono di più
o meno facili da realizzare e di più
o meno sani. Beh, io ne avevo uno
tanto semplice quanto sano: partecipare ad una Giornata Mondiale
della Gioventù.
Ne avevo sentito parlare, avevo
visto foto e video di chi quest’esperienza aveva avuto l’occasione
di viverla in prima persona, avevo
avuto modo di ascoltare le loro
testimonianze rimanendo sempre
molto colpito dalla gioia dei loro
racconti e così quest’estate, quando mi si è presentata l’occasione,
sono partito alla volta di Rio de Janeiro per parteciparvi. Finalmente!
Assieme ad altri undici ragazzi della nostra Diocesi, tra cui il nostro
compaesano e veterano di questi
momenti Mario De Luca, accompagnati da S.E. Mons. Giuseppe
Pellegrini, ho avuto la fortuna di
partecipare ad un incontro di fede
dei giovani per i giovani.
Sono partito molto fiducioso
ed entusiasta, confortato anche
dalla presenza di un Santo Padre
particolarmente diretto e carismatico, ma al tempo stesso portando con me una serie di dubbi e di
incertezze che speravo potessero
trovare una risposta in terra sudamericana. Mi accorgo sempre più
che i tempi sono cambiati e che
oggi essere giovani cristiani è una
fortuna che richiede di essere amministrata nel modo migliore, soprattutto alla luce delle difficoltà e
delle tentazioni che il mondo laico
ci propone quotidianamente. Non
so se la partecipazione a questo
evento possa essere considerato
un punto di partenza o un’area di
sosta nel percorso di vita che è
stato disegnato per ciascuno di
noi, ma di una cosa sono certo:
numero 39 / Natale duemilatredici
Sotto la statua del Cristo Redentore, monte Corcovado.
partecipare ad una GMG è un’esperienza non solo indimenticabile, ma fortemente consigliabile per
gli spunti di riflessione sulla vita di
ciascuno che offre e che permette
di toccare con mano.
Elementi centrali di una GMG,
da cui sono rimasto particolarmente attratto e coinvolto nel profondo, sono state senza dubbio
le tre catechesi tenutesi presso la
Parrocchia di Sant’Antonio da Padova, di cui eravamo ospiti. Sono
stati momenti veramente toccanti,
durante i quali tre Vescovi hanno
avuto modo di illuminarmi e stimolarmi come mai mi era accaduto prima d’ora. I temi affrontati
e i momenti di confronto a cui abbiamo potuto prender parte li ho
trovati particolarmente confortanti
ed incoraggianti poiché la maggior
parte delle domande che venivano
poste erano le stesse che custodivo dentro di me. Momenti raccolti,
meno caotici degli appuntamenti
collettivi a Copacabana, ma sicuramente altrettanto significativi.
In sintesi, siamo stati, ancora una
volta, sollecitati a camminare alla
sequela del Signore perché seppur sia un’impresa ardua è l’unica
strada percorribile per raggiungere
una vita piena e in comunione con
i fratelli.
Più che di Giornata Mondiale
della Gioventù, come sottolineato da S.E. Mons. Arrigo Miglio
(Arcivescovo di Cagliari) durante
una catechesi, sarebbe più corretto parlare di Settimana Mondiale della Gioventù: non perché
è un evento che si svolge su sette
giorni, ma per dare l’idea del cammino che milioni di giovani hanno
intrapreso alla ricerca della Verità.
Un cammino talvolta tortuoso, ma
ben delimitato dai paletti dei dieci
comandamenti e che porta ad una
meta ben più grande della fatica e
del peso della croce che ci portiamo lungo il tragitto della vita.
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Vita della comunità
Pastorale Giovanile
Partenza della Via Crucis, lungomare di Copacabana.
Il messaggio della XXVIII GMG
era “Andate e fate discepoli tutti i
popoli” (Mt 28,19), ma concretamente come possiamo metterlo
in pratica una volta rientrati nelle
nostre parrocchie? La realtà che
ci siamo trovati davanti agli occhi
appena arrivati a Rio è stata radicalmente diversa, sotto l’aspetto della fede vissuta, da quella a
cui siamo abituati in un Paese economicamente più sviluppato e
culturalmente più evoluto come
il nostro. La statua del Cristo Redentore che sovrasta la città ne è
l’emblema; l’accoglienza ricevuta è
stata straordinariamente calorosa
e ci è stata data una vera lezione
di disponibilità e di fraternità: non
ci è stato dato il “di più”, quello che
a loro non serviva, bensì il meglio
che avevano di loro stessi e delle
loro case, anche a costo di privarsene e dormire su un materasso
adagiato sul pavimento. La Chiesa
che ci ha accolti è una chiesa giovane, viva ed autentica, che non
teme il giudizio degli altri e non si
fa scoraggiare da povertà e miseria perché convinta che uniti si può
superare ogni tipo di difficoltà.
Porterò sempre nel cuore le
parole del Papa dette durante la
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Veglia di preghiera del sabato a
Copacabana. Egli, commentando l’improvviso cambio di sito del
“Campus Fidei” a causa del maltempo, ci ha ricordato che la Fede non è un luogo geografico, ma
può e deve prescindere da delimitazioni territoriali e dimora esclusivamente dentro ciascuno di noi;
essere discepoli missionari significa sapere che siamo il Campo
della Fede di Dio. Udendo queste
parole mi è subito venuto in mente
il versetto del Vangelo “Dove sono
due o tre riuniti nel mio nome, io
sono in mezzo a loro” (Mt 18,20):
guardandomi intorno, attorniato
da milioni di giovani provenienti da
ogni angolo della Terra, mi sono
sentito particolarmente fortunato
ed ho ringraziato il Signore per avermi fatto sentire nel posto giusto
al momento giusto.
La GMG è un’esperienza che
sul momento può apparire non
particolarmente incisiva sulla vita
di un giovane ma, a poco a poco,
aiuta a pensare e riflettere, aiuta a
crescere come cristiani.
Come ricordatoci da Papa
Francesco al primo Angelus di agosto, dopo il ritorno dal viaggio
apostolico in Brasile, “Le Giornate
Mondiali della Gioventù non sono
fuochi d’artificio, momenti di entusiasmo fini a se stessi; sono tappe
di un lungo cammino, iniziato nel
1985, per iniziativa del Papa Giovanni Paolo II. Egli affidò ai giovani
la Croce e disse: andate, e io verrò
con voi! E così è stato.”
Con l’augurio di riuscire a portare anche uno solo dei moltissimi sorrisi ricevuti gratuitamente in
Brasile anche nelle nostre comunità parrocchiali invito tutti i giovani
che abbiano l’opportunità, o anche
semplicemente la curiosità, di parteciparvi a non tirarsi indietro perché non si chiameranno pentiti e
perché la loro vita potrebbe essere
proprio alla ricerca di un’esperienza giovane di questo calibro. Viva
il Papa, viva la Gioventù del Papa!
Essere giovani
Il tema della seconda catechesi
tenutasi in occasione della GMG di
Rio de Janeiro era “Essere discepoli di Cristo”.
In questa catechesi è intervenuto S.E. Mons. Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina e Assistente Ecclesiastico Nazionale
ACI (che tra l’altro è venuto a Roveredo in occasione dell’inaugurazione del nostro Oratorio). Il suo
intervento è stato precevuto dalla
lettura di un brano del Vangelo di
Marco (Mc 10, 17-22) che narra
l’episodio dell’incontro tra Gesù
ed un giovane ricco.
Vorrei condividere con voi le
parole con cui S.E. Mons. Domenico Sigalini ha iniziato la sua riflessione perché credo che possano
rappresentare spunti di riflessione
per chiunque, giovani e meno giovani, allo stesso modo:
“Essere giovani è avere un’età
che ti permette di essere al massimo della salute, al massimo delnumero 39 / Natale duemilatredici
Pastorale Giovanile
la voglia di vivere, al massimo dei
sogni.
Essere giovani è sentirsi liberi da
ricordi, è alzarti una mattina deciso
a conquistare il mondo e il giorno
dopo stare a letto fino a quando
vuoi, perché tanto c’è qualcuno
che lo farà per te.
Essere giovani è sapere di stare
a cuore a qualcuno, magari anche
a solo papà e mamma, che ti rimproverano continuamente, ma che
alla fine ti lasciano fare quel che
vuoi e di fronte agli altri ti difendono sempre.
Essere giovani è sballare e sapere di avere energie per uscirne
sempre, anche se un po’ acciaccati.
oggi ci divertiremo al massimo, anche se qualche volta quando torni
e chiudi la porta dietro le spalle ti
sale una noia insopportabile.
Essere giovani è trovare sempre
in piazza qualcuno con cui stare a
tirare sera sparando idiozie, senza
problemi.
Essere giovani è sgommare e
sorpassare sperando che ti vada
sempre bene.
Essere giovani è avere il cuore
a mille perché ti ha guardato negli
occhi e ti senti desiderata.
Essere giovani è avere un bel
corpo, anche se qualche volta
non hai il coraggio di guardarti allo
specchio e stai con il fiato sospeso
a sentire come ti dipingono gli altri.
Sua Eccellenza Mons. Domenico Sigalini durante la catechesi
Essere giovani è sbagliare e far
pagare agli altri.
Essere giovani è trovare pronti
i calzini, le camicie ben stirate e i
jeans lavati e profumati.
Essere giovani è parlare con i
vestiti, perché ti mancano parole
per dire chi sei.
Essere giovani è passare per
fuori di testa e accorgerti che gli
adulti spesso sono più fuori di te.
Essere giovani è portare i pantaloni bassi e vedere tua madre
che ti imita e fa pietà.
Essere giovani è sognare che
numero 39 / Natale duemilatredici
Essere giovani è il desiderio di
vita piena che il giovane ricco ha espresso a Gesù e la sua debolezza
nel non riuscire a distaccarsi da sé.
Essere giovani è sentirsi fatti
per cose grandi e trovarsi a fare
una vita da polli.
Essere giovani è sentirsi precari: oggi qui, domani là, un po’ soddisfatto e subito dopo scaricato.
Essere giovani è aprire la mente, incuriosirsi delle cose belle del
mondo, della scienza, della poesia, della bellezza.
Essere giovani è affrontare la vi-
Vita della comunità
ta giocando, sicuri che c’è sempre
una qualche rete di protezione.
Essere giovani è sentirsi addosso un corpo di cui si vuol fare quel
che si vuole, perché è tuo e nessuno deve dirti niente.
Essere giovani è sentirsi dalla
parte fortunata della vita, e avere
un papà che tutte le volte che ti
vede, gli ricordi che lui non è mai
stato così spensierato, si commuove e stacca un assegno, allora
non c’è più bisogno di niente e di
nessuno.
Essere giovani è essere vite da
scarto, non servono più a nessuno.
Essere giovani è gradire che ti
diano delle dritte, ma che non gli
venga in mente a nessuno mai di
dirti che cosa devi fare.
Essere giovani è non dire mai
che hai finito di cercare e non sentirti dire da nessuno: è ora che tu
metta la testa a posto.
Essere giovani è il dito medio
contro tutti, contro i genitori pure
senza farsi vedere.
Essere giovani è sentire che nel
pieno dello star bene ti assale una
voglia di oltre, di completezza, di
pienezza che non riesci a sperimentare. Hai un cuore che si allarga sempre più, le esperienze fatte
non sono capaci di colmarlo.
Essere giovani è sentirsi dentro
un desiderio di altro cui non riesci
a dare un volto, anche il ragazzo
più bello che sognavi, ti comincia a
deludere e la ragazza del cuore ti
accorgi che ti sta usando.
Essere giovani è alzarti un giorno e domandarti, ma dove sto andando, che faccio della mia vita,
chi mi può riempire il cuore? Posso
realizzare questi quattro sogni che
ho dentro, c’è qualcuno che lassù
mi ama? Che futuro ho davanti?
Essere giovani è capire che divertirmi oggi per raccontare domani agli amici non mi basta più.
È avere una sete che non ti passa
con la birra; aver rotto tutti i tabù di
ogni tipo spinello, coca, ragazzo,
ma sentire ancora un vuoto”.
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Vita della comunità
Pastorale Giovanile
Mara e Lisa Guglielmin
“In Te il mio Tesoro”
2° Edizione Festa Diocesana Animatori
Sabato 28 settembre 2013,
assieme a Silvia Badia, Valentina
Porro, Paolo Toffoli, Leonardo Pajer, Pietro Rizzato, Giada Martin e
Valentina Perotti, abbiamo potuto
sibili capacità di cui necessitiamo
per affrontare i vari ostacoli della
vita.
I ragazzi che guadagnavano
più talenti hanno ottenuto alla fine
sorvegliato la festa.
Senza dimenticare la disponibilità dei volontari paramedici.
La festa è terminata con balli di
gruppo e karaoke per concludere
della festa dei premi destinati alla
propria parrocchia.
Alle 18.30 si è celebrata la Santa Messa presieduta dal Monsignor Vescovo Giuseppe Pellegrini
che durante la predica ha voluto
incitare noi giovani ad andare contro corrente, a perseguire le nostre
passioni e ad avere il coraggio di
essere testimoni di Dio.
La cena è stata preparata dai
volontari alpini che hanno inoltre
con allegria e gioia questa magnifica esperienza fra divertimento,
condivisione, riflessione e preghiera.
“In te il mio Tesoro”: è il motto di
questa festa diocesana che viene
celebrata nell’anno della fede appena concluso.
È proprio in Dio che possiamo
trovare il nostro più grande tesoro,
perché lui è salvezza, speranza, rifugio e pace.
Aspettando l’inizio della Festa.
rivivere l’esperienza dello scorso
anno che ci ha permesso di incontrare molti degli animatori, come noi, della diocesi di Concordia
Pordenone.
La “GRESTA” ha avuto inizio nel
primo pomeriggio presso il padiglione 7 della Fiera di Pordenone.
È iniziata con una serie di
“bans” e balli di gruppo presentati
da animatori di varie parrocchie sul
palco allestito all’interno del padiglione, seguito dalla presentazione
dello staff della festa.
In seguito, don Ivano Zaupa ha
voluto trasmetterci, attraverso una
storia, un messaggio molto importante: non esiste il freddo, il freddo
è mancanza di calore; non esiste
l’oscurità, l’oscurità è mancanza di
luce; non esiste il male, il male è
mancanza di Dio.
La festa è proseguita con una
serie di giochi individuali e di gruppo proposti dai rappresentanti di
varie parrocchie, ai quali bisognava partecipare per vincere i talenti;
questi rappresentano, tutte le pos-
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numero 39 / Natale duemilatredici
Pastorale Giovanile
Vita della comunità
Pietro Plazzotta
Esiste anche il Capo Campo
Dopo circa 20 anni che ricopro
il ruolo di “capo campo”, nei vari
campeggi che la nostra parrocchia
ha organizzato da quando Don
Ruggero è con noi, mi è venuto il
desiderio di scrivere alcune riflessioni sulla esperienza maturata e di
portarle a conoscenza attraverso
la Voce di Roveredo a tutti coloro
che vorranno leggerle
Qualcuno potrebbe dire che
il campeggio esiste perche esistono i bambini e i ragazzi che ci
vengono, vero! Perché ci sono
gli animatori che preparano con
tanto impegno e voglia di fare, il
programma della settimana alternando momenti di riflessione a
momenti di svago, vero! Perché
ci sono le mamme e i papà che
danno una mano importantissima
sia in cucina che nelle varie altre
attività, vero! A pensarci bene direi, per fortuna che ci sono, anzi
dovrebbero essercene sempre di
più. Perché ci sono le catechiste
che fanno scoprire ai bambini e
ai ragazzi l’esperienza dello stare
insieme una settimana, mettendo
in pratica le parole di Gesù, come:
fratellanza condivisione, perdono
amicizia ecc, ecc, vero!
Il campeggio esiste soprattutto
perché c’è don Ruggero come figura centrale e segno di continuità
tra l’esperienza della vita in parrocchia e quella dello stare assieme per ore e ore a Tramonti, con
al centro la figura di Gesù , da lui
raccontata durante i momenti formativi, la Santa messa quotidiana
e gli spazi di preghiera. Inoltre il
campeggio esiste anche perché
per nostra fortuna siamo sempre
accompagnati dalle nostre consorelle suore, che con il loro esempio e il loro operare in silenzio, ci
danno tranquillità, aiuto e consigli
sempre utili.
numero 39 / Natale duemilatredici
A questo punto direte: a cosa
serve un Capo Campo?
È la stessa domanda che mi
sono posto quando ho incominciato a farlo. Per me il capo campo è un amico e un bastone dove
appoggiarsi quando si ha bisogno,
è il riferimento nei momenti difficili, è colui che unisce tutte le varie entità del campeggio, è quello
che media tra quello che desidera
don Ruggero e quello che invece
vorrebbero fare i ragazzi. È quello che deve ascoltare tutti e poi
prendere responsabilmente la decisione, speriamo qualche volta
anche quella giusta. È insomma
uno come tutti noi, come tutti voi,
che deve sapersi mettere in gioco
ogni giorno, ogni ora, sia diurna
che notturna.
Per essere così credo che debba essere una persona rispettata
da tutti, che voglia bene a tutti,
dal primo all’ultimo, che sappia
pazientemente unire la varie anime del campeggio, che sappia
far pregare i ragazzi senza farli
annoiare, che sappia farli giocare
senza litigare, ma soprattutto che
sia di esempio con il suo modo di
muoversi, di parlare e accettare gli
altri per quello che sono, magari
facendo notare con semplicità ed
equilibrio dove le cose non vanno
per il verso giusto. Deve essere stimato dai ragazzi più grandi che in
lui devono poter vedere un amico,
che dal profondo dell’animo li aiuta a crescere nella fede e magari
anche tirando loro le orecchie, dà
loro una mano a crescere con lo
spirito di servizio e di dono verso i
più piccoli, che li vedono come esempio da imitare.
È un ruolo, se posso dirlo, “non
facile”, ed io nel mio animo mi metto nelle mani del Signore, certo
che lui mi sta accanto, mi sostiene e mi accompagna. Tante volte
la stanchezza sembra che abbia il
sopravvento, ma poi come sempre, la voglia è troppo grande e si
ricomincia, dicendo magari ogni
tanto “chi me l’ha fatto fare”. La risposta è semplice: la Fede in Dio,
la voglia di servire la comunità, il
desiderio di dare una mano a Don
Ruggero ed infine, il gusto di sentire i bambini e i ragazzi che ti salutano per strada quando cammini
per Roveredo.
I capi-campo Pietro e Paolo in un raro momento di relax
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Vita della comunità
Pastorale Giovanile-Familiare
Tramonti in foto
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numero 39 / Natale duemilatredici
Pastorale Giovanile-Familiare
numero 39 / Natale duemilatredici
Vita della comunità
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Vita della comunità
Pastorale Giovanile-Familiare
Anziani tr
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numero 39 / Natale duemilatredici
Pastorale Giovanile-Familiare
Vita della comunità
chiusura delle attività estive
ra i monti
numero 39 / Natale duemilatredici
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Vita della comunità
Casa Suore
sr. Luciana Sattin
Le suore a Roveredo
Guidolin Anna
sr Matteina,
a Roveredo
dal 1998
in parrocchia
* un pomeriggio la settimana guida un gruppo di signore anziane
che si dedicano al ricamo pro
missioni;
* visita e porta l’Eucarestia ad
ammalati e anziani della parrocchia, soprattutto la prima settimana del mese.
Sattin Luciana
Rossato Daniela
sr Luciana
sr Daniela
a Roveredo
dal 2012
a Roveredo
dal 2007
in parrocchia
* cura la liturgia domenicale, e accompagna i funerali con il suono
dell’organo;
* collabora alla catechesi di 2
classi e al doposcuola con altre
catechiste e maestre;
* insegna Religione alla scuola
materna;
* partecipa al coro parrocchiale e
fa parte del gruppo di preghiera
“AncillaDomini”;
* assieme ad altre mestre, doposcuola per bimbi in difficoltà.
Tosoni Franca
sr Cecilia
a Roveredo
dal 2010
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in parrocchia
* cura, coadiuvata, la catechesi di
2 classi a Roveredo in Piano e 1
classe a Nave;
* visita ammalati e anziani della
parrocchia ai quali porta anche
l’Eucarestia;
* sostiene la preghiera del mercoledì alla R.S.A. ed è tra gli animatori dell’Arcobaleno;
* la mattina, accoglie i primi bimbi
della scuola materna e ne cura
anche il giardino.
* è responsabile e animatrice della comunità;
* è delegata Usmi per la Diocesi
di Concordia-Pordenone e segretaria dell’Usmi Triveneto.
in parrocchia
* collabora alla preparazione al
battesimo dei bambini nelle famiglie;
* dà una mano alla preparazione
e distribuzione settimanale di
“borse spesa” per famiglie bisognose;
* nel limite del possibile, aiuta immigrati nel sostegno scolastico,
nelle compilazione di documenti, per informazioni e per qualche visita medica, soprattutto
se bambini…
Servizi Caritativi
Distribuzione alimenti
Il servizio è rivolto alle famiglie bisognose residenti in parrocchia.
Tutti possono dare il proprio contributo offrendo alimenti a lunga conservazione quali pasta, riso, tonno,
legumi, latte, portandoli o in canonica al mattino oppure lasciandoli
nel baule dedicato, in chiesa.
Abbigliamento e mobilio
Mercoledì mattina dalle 9 alle 11
Il servizio è rivolto a chiunque ne
abbia bisogno.
Tutti possono dare il proprio contributo, si possono portare capi di
ogni genere purché in buone condizioni, deponendoli sul bancone
bianco posto fuori dalla canonica.
Per mobilio e materiali ingombranti, ci si accordi con la segreteria
parrocchiale per richiedere il servi-
zio di ritiro a domicilio.
È preferibile, per delicatezza nei
confronti di chi usufruisce del servizio, evitare di portare i capi nella
giornata della distribuzione.
Centro di ascolto
Giovedì dalle 17.00 alle 18.00 (su
appuntamento!)
Questo servizio fa dell’ASCOLTO il
suo MODO PROPRIO di SERVIZIO.
Il suo “fare” prevalente è l’ascolto,
cuore della relazione di aiuto, dove
chi ascolta e chi è ascoltato vengono coinvolti, con ruoli diversi,
in un progetto che, ricercando le
soluzioni più adeguate, punta a un
processo di liberazione della persona dal bisogno.
Per qualsiasi informazione ci si può
rivolgere al parroco, alla sig.ra Loretta
Pigatto o all’ufficio parrocchiale.
numero 39 / Natale duemilatredici
Azione Cattolica
Vita della comunità
Ivana De Mattia
Ma cos’è l’Azione Cattolica?
Cosa si può intendere per “Azione cattolica”? Quali realtà laicali
possono essere ricondotte in questo alveo concettuale, tenuto conto delle molteplici forme che essa
ha assunto e delle direttrici in cui si
è sviluppata in vari contesti storici,
geografici, ecclesiali, culturali? La
risposta può essere condensata –
secondo Giorgio Vecchio (Università di Parma) – in una serie di punti che descrivono l’associazione e
che elenchiamo di seguito.
Punto primo: “fa della fede cristiana piena professione e completa testimonianza interiore e
pubblica, nella fedeltà alla gerarchia, con la quale intende partecipare all’evangelizzazione. In tal
senso “si adegua alle indicazioni
magistrali e alla loro evoluzione nel
tempo (per esempio, accettazione
convinta del Vaticano II)”.
Punto secondo: l’Ac è un’associazione che “si rivolge al laicato,
maschile e femminile, coinvolgendolo in una formazione permanente alla fede e alla spiritualità e
dandogli la responsabilità di dirigere ed espandere l’associazione
stessa”.
Punto terzo: l’Ac “sottolinea la
dimensione organizzativa, sia locale, sia nazionale, e sovrannazionale. In tale prospettiva, però, non
sceglie a priori di privilegiare come
base di tutto la dimensione parrocchiale rispetto a quella di studio o
lavoro. O meglio: una scelta vien
fatta, ma secondo percorsi e storie
specifiche di ogni nazione”.
Punto quarto: l’Ac “esclude la
politica come ambito specifico della propria attività, delegandola ad
altri organismi (partiti, movimenti);
al tempo stesso, però, rimane at-
tenta alla dimensione politica (sindacale o sociale in genere), credendo nel diritto-dovere di formare
i suoi aderenti anche alla testimonianza diretta o indiretta nella politica”. (da “Segno” /04-2013)
Francesco Dal Bò
Festa di San Pancrazio
La Parrocchia di San Bartolomeo,
in collaborazione con la Società
Filarmonica e l’Associazione Oratorio
San Pancrazio, festeggiano San
Pancrazio (festività 12 maggio), a cui
è intitolato l’Oratorio Parrocchiale.
Con un percorso musicale dedicato - a termine di ogni lezione
di catechismo - la Filarmonica ha
predisposto con l’aiuto dei catechisti stessi un programma ad hoc
per animare la S. Messa - che si è
celebrata alle ore 10.00 - facendo
cantare ai bimbi canti liturgici, quali il “Gloria” di J.P. Lecòt o “Acqua
Siamo noi”, accompagnati dalla
Banda Giovanile B-Band. In presbiterio erano presenti un centinaio
numero 39 / Natale duemilatredici
tra bambini e ragazzini che hanno
reso la Messa per San Pancrazio
un grande avvenimento per Comunità. A suggellare l’importanza della
giornata, l’intervento durante la S.
Messa del cantante lirico Armando Badia che ha eseguito il “Panis
Angelicus”, sempre accompagnato
musicalmente dalla B-Band.
A termine della S. Messa, in oratorio si è svolto un rinfresco - offerto dalla Filarmonica in occasione
dei propri 140 anni di fondazione - e
alla presenza di tutti i bambini e le
loro famiglie, il presidente dell’Associazione Oratorio Giorgio Toffoli,
facendo così gli “onori di casa”, ha
tenuto un breve discorso di ringra-
ziamento, illustrando l’attività dell’Oratorio e il significato dello stesso
come punto focalizzante di incontro
delle attività nella vita parrocchiale
del paese. A seguire don Ruggero
ha espresso il suo apprezzamento
per l’iniziativa e per la grande capacità di coinvolgimento dei più piccoli, che hanno tra le tante cose,
cantato con passione e meravigliosamente bene, in onore di San Pancrazio, Santo che ha donato la propria vita per Gesù Cristo, poco più
che bambino. Infine, il presidente
della Filarmonica Pierluigi De Mattia, ha invitato tutti i partecipanti al
rinfresco a conclusione della festa.
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Vita della comunità
Scuola Materna e Nido
Patrizia Portinaro e Antonio Arcolin
Quale futuro?!?
Correva l’anno 1947 quando un
manipolo di uomini di buona volontà
capitanati da don Luigi Indri e don
Mario Del Bosco decisero, con i pochi mezzi finanziari di cui disponevano, che anche Roveredo in Piano che allora contava circa 700 abitanti
- avrebbe avuto, come si chiamava
allora, il suo asilo.
Così nell’anno 1948 venne inaugurata la struttura che inizialmente
ospitò 60 bimbi.
Il paese nel frattempo crebbe,
si sviluppò l’economia che da prettamente agricola fu affiancata dalle
attività industriali con richiesta di occupazione di interi nuclei familiari e la
conseguente esigenza da parte degli stessi di trovare per i loro piccoli
un luogo dove essere accuditi. Abbiamo fatto un calcolo approssimativo da cui emerge che dal suo sorgere, la scuola, ha ospitato ben 6500
bimbi, e nel frattempo si è evoluta e
da semplice luogo di intrattenimento
è diventata a tutti gli effetti indispensabile preparazione all’ingresso nella
scuola dell’obbligo.
Quante volte in questi anni mi è
capitato di sentire parole di nostalgia
da parte di nonni e genitori che nel
passato hanno trascorso ore liete tra
queste mura!
E ora? Perchè facciamo questa
riflessione? E’ la logica conseguenza di quanto è apparso recentemente nella stampa locale circa il futuro
della nostra scuola conseguentemente all’avvio della quinta sezione
della scuola dell’infanzia statale, articolo nel quale la giornalista riferiva
che “le famiglie roveredane hanno
dimostrato di prediligere l’istituto statale rispetto alla paritaria”.
Ci sembra un’affermazione non
completamente veritiera se comunque la nostra struttura pur in presenza di un differente costo di accoglimento mensile, continua ad ospita-
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re circa 80 bimbi. A tale proposito
sarebbe opportuno precisare che
gli attuali 150 euro mensili richiesti
sono comprensivi di tutte le attività
offerte: psicomotricità, insegnamento dei primi rudimenti della lingua
inglese-musica, teatro, viene offerta
la possibilità di frequentare il corso
di acquaticità a costi modesti e vengono proposte uscite didattiche a
costo zero utilizzando le disponibilità
frutto dei vari incontri collettivi che
si organizzano nel corso dell’anno
scolastico.
Riteniamo di aver creato un clima
coinvolgente per famiglie e bimbi e
la dimostrazione tangibile l’abbiamo
dalla partecipazione alle svariate feste proposte (Castagnata, Carnevale, festa di Tramonti, festa del ciao).
Rammentiamo che nella scuola statale è da considerare il costo
giornaliero del pasto e che pertanto la differenza di prezzo tra le due
strutture è minima.
E visto che si parla di “vil denaro”
forse è bene fare una precisazione
anche perchè riteniamo sia giusto
che il cittadino sia a conoscenza di
come i soldi del contribuente sono
impiegati alla luce di quanto sta succedendo nel nostro paese: un “posto bambino” alla scuola dell’infanzia
statale costa allo stato € 6500 l’anno: il costo bimbo della nostra scuola è di circa € 3000. Il contributo che
lo stato eroga alle scuole paritarie è
di € 425 annuali!Per essere coerenti e trasparenti fino in fondo, almeno per quanto
riguarda la nostra struttura, evidenziamo peraltro che, in virtù della convenzione attualmente in vigore con
il comune di Roveredo, ci vengono
riconosciuti annualmente per ogni
bambino residente € 560 e che fin
qui abbiamo sempre collaborato positivamente con le varie amministrazioni che nel tempo si sono succedute.
Forse è anche bene ricordare che
la parrocchia, per non gravare sui
bilanci familiari soprattutto in questi tempi particolarmente difficili, ha
sostenuto in questi anni esborsi per
svariate decine di migliaia di euro.
Concludendo, confidiamo che in
futuro ci sia data la possibilità di far
convivere le due realtà; certo è che
tutto dipenderà dal non annullamento dei contributi pubblici, e da quanto la nostra scuola sarà in grado di
competere offrendo capacità, servizi
e accoglienza, oltre che confrontarsi
con quanto di alternativo viene proposto dal territorio.
numero 39 / Natale duemilatredici
Villotte
Vita della comunità
Eugenio Latin
L’attività del Circolo Ricreativo Villotte
È proseguita intensa anche durante i mesi estivi l’attività del Circolo
ricreativo Villotte presso il Centro Civico locale.
Domenica 7 Luglio è stata organizzata una gita turistico-culturale
nella nostra bella Carnia con le visite
a Illegio – Zuglio – Arta Terme e Sauris. La numerosa comitiva è partita
dalle Villotte per Illegio,dove è stata
visitata la mostra “IL CAMMINO DI
PIETRO”, una importante esposizione di quadri sulla vita dell’apostolo e
primo Papa. La mostra era reduce
da una esposizione a Roma dove ha
avuto altissimi riscontri nazionali e internazionali.
Successivamente è stato visitato l’abitato di Zuglio, l’antica Julium
Carnicum, dove sono stati scoperti
e riportati alla luce resti dell’epoca
romana. Poi saliti sul colle di Zuglio è
stata visita l’antica pieve di S. Pietro,
una Chiesa con importanti reperti
storici; questa è la Chiesa madre o
matrice delle altre Chiese della Carnia.
Per l’ultima sosta si è saliti fino
a Sauris e al suo lago, attraverso la
valle del Lumiei, dove una diga forma l’omonimo lago artificiale; quindi a Sauris dove tutti hanno potuto
assaggiare e fare scorta dell’ottimo
prosciutto affumicato a cui il paese
da il nome.
Domenica 25 Agosto invece abbiamo avuto il piacere di ricevere la
visita alle Villotte del gruppo corale
della comunità italiana di Umago d’Istria, ospiti dell’azienda agricola Gelisi e del Circolo Villotte. È stato un
interessante scambio culturale e di
conoscenza reciproca, tenuto conto
che diverse famiglie villottesi provengono proprio dalla zona di Umago.
Inoltre l’incontro ha fatto emergere la
volontà di approfondire e consolidare da entrambe le parti la conoscenza tra le due comunità.
numero 39 / Natale duemilatredici
La domenica successiva 1° Settembre si è celebrata la festa del
donatore con la locale Sezione dell’
A.F.D.S. in occasione del 42° anniversario della sua fondazione. Presso il Centro Civico sono confluiti i
rappresentanti delle molte sezioni di
donatori di tutta la provincia di Pordenone. Il parroco don Ruggero, che
ha celebrato la S. Messa, all’omelia
ha voluto sottolinerare quanto sia importante il dono del sangue che è in
sintonia con i nostri principi cristiani.
In conclusione la presidente della sezione di S. Quirino LAURA PERISSINOTTI ha espresso viva soddisfazione per l’accoglienza e la disponibilità
del Circolo ricreativo Villotte.
A conclusione della stagione estiva sono iniziate le varie attività che
il Circolo, in collaborazione con le
associazioni sanquirinesi, offre per
corsi di ginnastica, yoga, danza ecc.
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Vita della comunità
Tornielli
Anita Visintin Gasparini
Località Tornielli
La denominazione della località è stata assegnata, con una
delibera del Consiglio Comunale di Roveredo, all’insediamento
dell’Ente Tre Venezie, in onore di
Giuseppe Tornielli, nobile di casta veneziana che in questi luoghi ebbe delle proprietà terriere.
Il sito è nato a seguito della Riforma Fondiaria voluta appunto
dall’ente su citato con la legge n°
240 del 31.03.1955 per dare una
zona in cui rifarsi una vita, crearsi
un futuro, a quelle persone che
a seguito delle tragiche vicende
legate all’esodo (da tanti, troppi,
incompreso) degli istriani, dopo
la seconda guerra mondiale, erano rimasti senza niente.
Tornielli, a 3 km dal paese, era in origine costituita da 25 unità
poderali con grandezze che andavano dagli 8 ai 15 ha., riscattabili in trenta anni.
Qui, in un terreno pieno di sassi, è iniziata la lotta con una terra
che sembrava avara ma che poi
con il duro lavoro, l’irrigazione e
le tecniche di coltivazione, piano
piano è diventato un proliferare
di giardini (o come ebbe a dire
un presidente della provincia alcuni anni orsono, “E’ diventato
un Paradiso”) con coltivazioni di
mais, vigneti, kiwi e frutteti; produzioni di qualità e quantità di
tutto rispetto.
Dei nuclei originari, che erano
stati assegnati con quelle finalità, ormai ne sono rimasti solo 6.
Molte persone, soprattutto nei
primi anni, se ne sono andate
non riuscendo a convivere con
le grandi difficoltà, iniziali, ma sono state rimpiazzate da famiglie
friulane e vicentine le quali hanno ben operato nel territorio e la
familiarità venutasi a creare con
gli istriani precedentemente inse-
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diati ha fatto si che questa sia diventata una operosa e tranquilla
comunità che non vive più di sola
agricoltura.
Ci ritroviamo con delle belle realtà rappresentate da: una
rinomata cantina, che produce
e vende vino e altri prodotti; un
allevamento di polli; una serra
di fiori e piantina, un noto ristorante-pizzeria e tutta una serie di
poderi coltivati con cura e dedizione dai loro proprietari.
Alcuni terreni recentemente
hanno cambiato proprietà e chi
ha comperato ha fatto un investimento piantando ettari di vigneti.
I figli dei vecchi insediatari, per lo
più hanno continuato l’attività dei
genitori, lavorando anche nell’in-
dustria, mentre diverse persone
della “terza generazione” si sono
fermate a vivere qui nonostante non lavorino la terra, perchè,
tutto sommato, in campagna si
vive bene. Comunque, come già
detto, della comunità iniziale, dopo più di 50 anni dal loro insediamento, è rimasto ben poco,
ma negli istriani rimasti il ricordo
della terra dalla quale sono dovuti andar via non si è mai sopito.
Noi, abitanti della Località
Tornielli, ci sentiamo parte integrante del paese, d’altronde, è
giusto dirlo, le Amministrazioni
Comunali in questi anni non ci
hanno abbandonato, avendo un
occhio attento alle nostre problematiche.
numero 39 / Natale duemilatredici
Roveredani in Festa
Vita della comunità
Lauree
Lucia Pivetta è una ragazza di 23 anni
che, dopo aver terminato il liceo linguistico, iniziò a girare
il mondo, a conoscere gente, culture nuove e diverse
dalla sua.
A 16 anni decise di fare domanda per il programma
“Intercultura” e vinse il concorso che le permise di studiare per un anno in Thailandia.
Dopo aver conseguito il diploma, Lucia iniziò a chiedersi quali opportunità l’Italia le potesse offrire. Prese
quindi la difficile decisione di lasciare la famiglia per
trasferirsi dapprima in Irlanda – dove ebbe modo, lavorando come ragazza alla pari, di imparare e perfezionare l’inglese – e poi, definitivamente, in Inghilterra. Nel
Regno Unito decise quindi di intraprendere un percorso
accademico che le consentisse di diventare giornalista.
Iniziò così la sua avventura universitaria all’estero: da
giovane studentessa raccolse la sfida e cercò di guardare il mondo negli occhi confrontandosi con le differenze
interculturali dei vari Paesi, collaborando con le redazioni
di varie testate giornalistiche internazionali – tailandesi e
turche – fino ad arrivare a creare un proprio blog.
Ai momenti di grande entusiasmo si sono alternati
momenti di difficoltà, ma nonostante questo, Lucia è riuscita ad affrontare i problemi e a raggiungere il proprio
obiettivo: la laurea.
Alla neo dottoressa i rallegramenti più vivi e gli auguri
più affettuosi di un brillante avvenire da parte di familiari
e parenti tutti.
A te Lucia, un augurio affettuoso anche da parte della redazione della Voce di Roveredo.
Ti ringraziamo qui per gli articoli che hai scritto e che
abbiamo pubblicato nei numeri scorsi e ti invitiamo a
continuare questa collaborazione anche in futuro.
Buon cammino di vita, la Redazione.
numero 39 / Natale duemilatredici
Tiziana Maruccia
è Dottoressa in
Scienze Internazionali e diplomatiche con una tesi
in Diritto Internazionale Pubblico dal titolo “La contraffazione dei marchi: il caso Cina nel commercio
internazionale”. L’8 maggio 2013 Samuele Masieri
ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in scienze ambientali discutendo la tesi “Ricostruzione della
distribuzione degli inquinanti gassosi all’interno del
‘plume’ di una ciminiera con metodi remote sensing”
presso l’università Ca’ Foscari di Venezia.
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Vita della comunità
Roveredani in Festa
Lauree
Elisa Nosella ha conseguito la laurea in Scienze Psicologiche della Personalità e delle
Relazioni Interpersonali, con la discussione della tesi “Cambiamenti apportati alla Quinta edizione del
DSM relativamente all’Health Anxiety”.
In Ottobre 2013 presso l’Università degli Studi di
Trieste si è laureata in Economia e Gestione Azienda-
le con 110 Eleonora Bortolin discutendo la tesi: Il Settore Alimentare Biologico - Un’analisi
di scenario e d’aspetti economici. Congratulazioni
vivissime e auguri per i prossimi anni di studio!
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Il giorno 25 luglio, Elisa Ru ffati si è
laureata in Scienze Motorie presso la sede di Gemona del Friuli dell’università di Udine.
Lisa Pez zutto
ha conseguito la Laurea
in Scienze e Tecnologie Multimediali presso l’ Università degli Studi di Udine.
numero 39 / Natale duemilatredici
Roveredani in Festa
Vita della comunità
Bruno De Luca
Pilota Militare
È sempre un piacere scrivere bene di un nostro
concittadino riferendosi alla sua affermazione nell’ambito dello studio o del lavoro in Italia o all’Estero.
Nicolò Redivo, 25 anni, figlio di France-
sca e Pierantonio, prima di terminare il Liceo Scientifico ha presentato domanda per entrare in Accademia
Aeronautica a Pozzuoli (NA) ed ha sostenuto e superato tutti gli esami previsti dal Concorso.
La partecipazione al corso IBIS V° ha visto la sua
permanenza in Accademia per circa quattro anni e
mezzo durante i quali ha approfondito e sostenuto ulteriori esami per le molteplici discipline trattate. Il ciclo
di studi terminerà con la presentazione di una tesi e la
laurea magistrale in Scienze Aeronautiche.
Nel frattempo dall’Aeronautica Militare è stato assegnato alla Scuola di Volo presso la base aerea di
Columbus (Mississippi-USA).
L’addestramento della durata di un anno e mezzo
circa è stato brillantemente completato conseguendo
il Brevetto di Pilota Militare per i due velivoli utilizzati:
il turboelica T6 Texan II° ed il bireattore a getto T38
Talon.
Attualmente Nicolò è assegnato qui in Italia al 50°
Stormo di Piacenza che ha in dotazione il velivolo
Tornado ECR e spera, dopo aver ottenuto l’abilitazione al volo su questo aereo, di poterlo pilotare.
Da parte della redazione de La Voce di Roveredo
i complimenti a Nicolò per aver tenuto alto il buon
nome del paese natio. Congratulazioni anche ai suoi
genitori e al fratello Luca per il costante appoggio
morale.
Classi in Festa
Foto ricordo del viaggio dei coscritti
di Roveredo del 1943 per festeggiare
i loro 70 anni, in gita tra i paesaggi
innevati mozzafiato attraversati sul
trenino del Bernina con tappa a Bormio,
S. Moritz, Livigno e Tirano.
numero 39 / Natale duemilatredici
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Vita della comunità
Roveredani in Festa
Classi in Festa
Cara maestra Paola e cari compagni,
correva l’anno 1975, e armati di
colletto bianco e fiocchi variopinti ci
apprestavamo ad iniziare la nostra
quarta elementare, timorosi e curiosi
di incontrare la nuova maestra…
Ma no, è il 2013 ma ancora una
volta, con la stessa curiosità ed un po’
meno timore, la rivediamo questa sera
la nostra maestra Paola, noi ex alunni
della sezione “C” della scuola “Enrico
Fermi” di Roveredo.
Grazie alla pazienza e all’impegno di qualche compagna, già da allora molto vivace, venerdì 18 Ottobre
2013 ci siamo ritrovati per festeggiare
la nostra maestra e salutarci dopo più
di trent’anni di vita e di storia.
È stato bello rivederci e riconoscere
nei volti e nelle espressioni quei tratti
che il tempo non era riuscito a cancellare. Così come risucchiati in un cortocircuito temporale, eravamo ancora noi,
con la nostra guida, affascinati dai ricordi e dalle emozioni che prendevano for-
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ma e riemergevano vividi come allora.
Ci siamo raccontati avventure ed
esperienze degli anni trascorsi e non è
mancato il pensiero rivolto a chi non è
più tra noi.
Grazie a Lei maestra Paola, per
averci fatto stare così bene allora, e grazie anche a tutti noi per aver contribuito alla riuscita di questa serata speciale
ricca di emozionanti sentimenti.
numero 39 / Natale duemilatredici
Roveredani in Festa
Vita della comunità
Anniversari
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Maria e Giovanni De Mattia nel cinquantesimo del matrimonio
Iori Barbarioli e Salvatore Valentino - 7 settembre 2013
Maria Rosa e Cosimo Altobelli
21 settembre 2013
numero 39 / Natale duemilatredici
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Vita della comunità
50
Roveredani in Festa
Anniversari
Gemma Buosi e Emidio Borin, il 2
dicembre 2012 hanno festeggiato il loro
60esimo anniversario di matrimonio attorniati dai figli, generi, nipoti, parenti,
con la calda presenza di don Ruggero e
delle suore.
Il Signore ha donato loro e sta donando tutt’ora il coraggio dell’amore forte e
possente come una roccia, trasparente
come l’acqua di un ruscello, caldo e avvolgente come il sole dell’estate
12 ottobre 1963-2013
Arpalice e Sante De Marchi hanno
festeggiato le nozze d’oro lo scorso ottobre.
50
Accompagnati dalla benedizione del
Santo Padre Francesco, Luciano Goz
e Rina Mazzon il giorno 21 settembre
2013, hanno festeggiato il cinquantesimo
di matrimonio assieme alle figlie, i generi, i nipoti, la piccola Nicole ed amici.
I coniugi ringraziano quanti hanno
partecipato alla festa.
26
numero 39 / Natale duemilatredici
25
Roveredani in Festa
Anniversari
Vita della comunità
Ferdinanda e Fabio Sorgon, con i
figli Giada e Nicolas, hanno festeggiato
i venticinque anni di vita insieme!
10 settembre 1988-2013
Patrizia Bergnach e Alberto De Camillis hanno festeggiato le nozze d’argento insieme ai figli, parenti e amici
14 maggio 1988-2013
Tiziana Sarri e Daniele Moretto,
hanno festeggiato l’anniversario di matrimonio insieme al figlio Paolo e circondati dall’affetto di amici e parenti
numero 39 / Natale duemilatredici
27
Associazioni
Filarmonica
.Francesco Dal Bò
140 anni di musica
Ben centoquaranta anni fa nasceva nel nostro paese la Società
Filarmonica di Roveredo in Piano,
nata dalla volontà di Giovanni Cadelli “Grith”, che da giovane con la
sua grande passione, riuscì a far
germogliare la Musica all’interno
della comunità roveredana. Da
allora, passando attraverso due
Guerre Mondiali e diverse peripezie, la Filarmonica arriva ai giorni
nostri senza praticamente aver mai
interrotto la propria attività.
Per questo grande traguardo
del 140° anno di Fondazione, abbiamo proposto diverse iniziative
riuscendo, negli appuntamenti da
noi organizzati, a richiamare un
notevole pubblico.
Abbiamo iniziato a festeggiare il 2013 fin da subito, con il tradizionale Giro del Paese il primo
dell’anno e quindi a febbraio con la
“Cena del Mus” presso l’Oratorio
Parrocchiale “San Pancrazio”.
Ad aprile è stato presentato il
Libro scritto e disegnato dai ragazzini della Filarmonica “1873”, che è
stato poi distribuito a tutti i bimbi
28
e ragazzi delle scuole elementari e
medie di Roveredo in Piano.
A giugno è stato il momento
della Rassegna Bandistica Provinciale e quindi a luglio della quarta
“Festa dello Spiedo” che ha fatto
da grande conclusione alla manifestazione organizzata dall’amministrazione comunale “Roveredo
sotto le Stelle”. Nella serata della
festa si è esibita, con grande successo, la Filarmonica di Kluftern
(Germania). Ai primi di settembre
è arrivata quindi la “Fanfare Municipale Luxembourg Bonnevoie”,
che ha proposto un concerto di
grandissimo spessore artisticomusicale in una grande cornice di
pubblico.
Per quanto riguarda la Scuola
di Musica, continua il trend positivo di giovanissimi (ma anche adulti)
che ne fanno sempre più parte. In
particolare a fine agosto, presso la
casa parrocchiale di Tramonti, ben
sessanta allievi hanno preso parte
al campeggio musicale organizzato dalla Filarmonica. Ogni giorno
sveglia alle 7.00 e dopo una cam-
minata e un po’ di ginnastica, un
percorso musicale di preparazione
agli eventi che vedranno i giovanissimi allievi della B-Band protagonisti nella seconda parte dell’anno.
Il campeggio è stato oltre che una
grande “palestra musicale”, una
bellissima esperienza per i ragazzini più esperti che hanno fatto da
Angeli Custodi ai bimbi più piccoli,
insegnando loro la musica e impiegando la loro giovane esperienza
per aiutarli a comprendere sempre
più il linguaggio musicale e l’uso
dello strumento.
Nei primi di settembre la BBand è quindi andata a visitare,
grazie all’interessamento del Club
Frecce Tricolori di Roveredo, l’Aeroporto Militare di Rivolto, dove
i giovani musicisti hanno potuto
vedere con i loro occhi le difficili
acrobazie della Pattuglia Acrobatica Nazionale delle Frecce Tricolori in una splendida mattinata di
fine estate. La B-Band poi è stata la “Guest-Star” insieme ai giovani musicisti americani diretti dal
M°Sean Boyle, della Festa Italo-
numero 39 / Natale duemilatredici
Filarmonica
americana a Sacile, introducendo
il proprio intervento musicale con
gli Inni Nazionali alla presenza del
Generale Jon A. Norman (nuovo
Comandante della Base USAF di
Aviano) e quindi allietando la cena
comunitaria proponendo sia brani classici (Toccata dall’Orfeo di
Monteverdi) che brani rock (The
Final Countdown degli Europe)
e brani originali per banda (Solas
Ané di Hazo) di difficile esecuzione
musicale.
Sempre a settembre ci sono
state le giornate di iscrizioni che
hanno visto oltre 70 bimbi e ragazzi provare strumenti, suonare
e giocare insieme, coronando il
pomeriggio con “un’hamburgata”
offerta dalla Filarmonica.
In quest’anno la Scuola ha implementato i propri corsi musicali
con gli strumenti a doppia ancia –
una chicca nel panorama musicale
– quali oboe e fagotto. Oltre a ciò
la Scuola di Musica della Filarmonica è convenzionata da quest’anno con il Conservatorio di Musica
di Udine, per cui i giovani allievi
iscritti o che si vogliono iscrivere, possono frequentare la nostra
scuola come se fosse il Conservatorio e quindi potendo un domani
diplomarsi e diventare maestri di
musica (le iscrizioni sono APERTE
TUTTO L’ANNO).
I prossimi appuntamenti organizzati dalla Società Filarmonica, a
cui vi invitiamo a partecipare, sono
i seguenti:
- Sabato 7 dicembre alle 17.30
presso il Palazzetto dello Sport di
Roveredo in Piano “Music is Life
– on Christmas”, ovvero il secondo Gran Concerto Benefico della
Banda Giovanile B-Band e Bimbo-Band insieme ai ragazzi delle
Bande Giovanili della Base USAF
Associazioni
di Aviano.
Il concerto servirà a raccogliere
fondi a favore dell’Assistenza Domiciliare Pediatrica di Pordenone.
Difatti questo 2013 è stato dedicato a questa associazione che aiuta
i bambini affetti da grave malattie
(purtroppo delle volte incurabili)
e che permette ai bimbi la cura
domiciliare da parte di personale
ospedaliero. Questo è un grande
passo della società per regalare a
questi bambini la serenità e la normalità di cui hanno bisogno;
- Giovedì 26 dicembre 2013 alle ore 20.45 presso il Palazzetto
dello Sport di Roveredo in Piano
il tradizionale Concerto di Natale,
spaziando dalla musica classica al
rock, dalle colonne sonore di film a
brani originali per banda, un concerto tutto da scoprire ed assaporare;
- Mercoledì 1 gennaio dalle ore
13.30 il tradizionale Giro del Paese;
- Lunedì 6 gennaio, dopo la
Benedizione dei Bambini in Duomo Parrocchiale, dalle ore 15.30
il consueto Concerto della Befana
con la B-Band in Oratorio “S. Pancrazio”.
In breve:
Eucaristia
Roveredo accoglie
con gioia gli Alpini
numero 39 / Natale duemilatredici
Il nostro Salvatore, nell’ultima cena, la notte in cui veniva
tradito, istituì il sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo
Sangue, con quale perpetuare
nei secoli, fino al suo ritorno, il
sacrificio della Croce, e per affidare così alla sua Diletta Sposa,
la Chiesa, il memoriale della sua
morte e risurrezione.
Sacramento di pietà, segno
di unità, vincolo di carità, convito pasquale, “nel quale si riceve
Cristo, l’anima viene ricolmata di
grazie e viene dato il pegno della gloria futura”.
(C.C.C. n. 1323)
29
Associazioni
Equo e Solidale
A cura della Cooperativa L’Altrametà
Buon anno, Quinoa!
L’ONU ha dichiarato il 2013
“Anno internazionale della quinoa”,
con l’obiettivo di valorizzare il ruolo
di questo seme nella lotta contro
la fame, la denutrizione e la miseria e di farlo conoscere al grande
pubblico. Emblema dei cibi nobili
e dimenticati, la quinoa è un alimento molto sano e completo, ricco di proteine, minerali e vitamine
e i suoi semi sono da sempre alla
base dell’alimentazione delle popolazioni andine. La coltivazione
del “grano madre” degli Inca era
legata a diversi riti sacri e, proprio
per questo, è stata bandita dai
conquistatori europei. La quinoa
appartiene alla famiglia delle Chenopodiacee (come lo spinacio) ed
è priva di glutine.
“Questo straordinario cereale è stato un punto di riferimento
culturale e un alimento base nella
dieta di milioni di persone in tutte
le Ande per migliaia di anni. Adesso è venuto il momento di dare alla
quinoa il riconoscimento mondiale
30
che si merita”, ha affermato il Segretario Generale dell’ONU Ban
Ki-moon.
La quinoa è diffusa attraverso
le botteghe di commercio equo
e solidale, come L’Altrametà di
Pordenone, grazie ad ANAPQUI,
Asociaciòn Naciònal Productores de Quinoa (associazione nazionale di produttori di quinoa)
importante organizzazione in
un paese povero come la Bolivia e partner “storico” del commercio equo e solidale europeo.
Anapqui è una federazione di nove
associazioni regionali di produttori
di quinoa, che dal 1983 acquista la
quinoa dai propri soci e la esporta
a varie organizzazioni.
In un paese che non offre molte opportunità lavorative,
Anapqui garantisce posti di lavoro qualificati e ben retribuiti e
salvaguardia la biodiversità. La
coltivazione della quinoa avviene
nel sud della Bolivia, sull’Altipiano
intorno al lago salato di Uyuni, ad
un’altezza media di circa 3.800
metri sopra il livello del mare. Altipiani sassosi, terra arida battuta
dal vento, cotta dal sole di giorno e
gelata da freddissime notti: in questi luoghi inospitali troviamo popolazioni di etnie antichissime, Aymara e Quechua, che vivono in condi-
zioni di sopravvivenza paragonate,
nei rapporti dell’UNPD, a quelle
delle popolazioni dell’Africa subsahariana.
Anapqui sostiene una forte valorizzazione della coltivazione della
quinoa come strumento di salvaguardia del territorio e di permanenza della popolazione in luoghi altrimenti destinati allo spopolamento.
I produttori, soci delle singole organizzazioni regionali, coltivano e
consegnano la quinoa biologica al
magazzino comunitario dove viene stoccata prima di essere inviata allo stabilimento di lavorazione.
Indicazioni di base per l’utilizzo della quinoa
Tempo di cottura: 12 - 15 minuti (fino a che i grani si sono
gonfiati ed hanno formato un
piccolo germoglio bianco anellino a corona del chicco). La porzione per una persona è di circa 70g di quinoa
(una volta cotta ha infatti una
resa di 2,5 volte il suo volume). Prima dell’utilizzo va sciacquata in
abbondante acqua corrente muovendo i grani con le mani, per eliminare il leggero amaro che la caratterizza. E’ ottima accompagnata
alle verdure o aggiunta a minestre
e zuppe... non resta che provarla!!!
numero 39 / Natale duemilatredici
Avis
Associazioni
Michele Battistella
46 anni di volontariato
Ebbene sì! Sono 46 anni che
la nostra sezione si impegna alla
promozione del dono del sangue.
Gesto volontario, gratuito, anonimo che caratterizza e rispecchia
appieno i principi sui quali è fondata la nostra Associazione, a partire
dalla nostra semplice sezione Comunale, assieme alle nostre consorelle, continuando con le sezioni
superiori, sino ad arrivare a quella
Nazionale.
Anche quest’anno come Comunale abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di divulgare quella
che è la nostra “mission”, sensibilizzando le persone e le famiglie
al dono del sangue, cercando di
coinvolgere il più possibile anche
i giovani. Lo sappiamo tutti che
stiamo passando un periodo poco “roseo” (passatemi il termine),
però dal punto di vista della solidarietà verso il prossimo abbiamo
constatato che, perlomeno sino
ad oggi, il numero di donazioni
si è mantenuto costante rispetto
all’anno passato... questo significa
che comunque, nonostante i tempi “difficili”, siamo circondati anche
di persone, a cui va un sentito e
doveroso “GRAZIE”, che pensano
al bene e alla salute del prossimo
mettendo a disposizione il loro
tempo.
Tra le varie iniziative anche
quest’anno abbiamo voluto riproporre l’AVIS Music Fest, che si è
tenuta nelle serate del 21 e 22 giugno (la prima accompagnata da
band giovanili e la seconda dalla
“Cena del Donatore”). Poi immancabili le iniziative “storiche”, tra le
quali i vari volantinaggi per le vie
del paese, la partecipazione ad
eventi sportivi (tornei di calcetto,
Pordenone Pedala), la partecipazione agli anniversari delle altre sezioni consorelle.
numero 39 / Natale duemilatredici
A Settembre, il nostro vice Presidente ha partecipato, assieme ad
amici e simpatizzanti, all’ottava edizione di “Kart Endurance”, evento organizzato dal Gruppo Giovani
dell’AVIS Regionale del Veneto, al
termine della quale sono saliti sul
gradino più alto del podio. Credo
che siano delle belle soddisfazioni, a maggior ragione se accompagnate dalla consapevolezza che
l’evento è servito principalmente
alla promozione del dono del sangue e che allo stesso abbiano partecipato per lo più giovani.
Poi abbiamo voluto riproporre per il secondo anno di seguito,
una serie di serate organizzate in
collaborazione con altre Associazioni, ognuna delle quali trattava
di determinati argomenti. La prima
serata, basata sulla Musicoterapia, è stata principalmente organizzata dall’Associazione Takam;
la seconda e la terza sono state
invece organizzate da noi in collaborazione con l’amica Olga (tema:
Feng-Shui) e con gli amici Sara e
Maurizio (tema: star bene nutrendoci bene).
A tal proposito mi sento, a nome mio e del Consiglio Direttivo,
di voler e dover ringraziare gli amici, i simpatizzanti, i ragazzi della
Pro Roveredo e dell’Associazione
dell’Oratorio,
l’Amministrazione
Comunale, i componenti delle altre Associazioni, l’AVIS Provinciale
e Regionale... insomma, tutte le
persone e tutti coloro che hanno
contribuito alla buona riuscita di
queste iniziative... e se ritenete che
non siano “riuscite bene” sappiate
che comunque noi ce l’abbiamo
messa tutta... come continueremo
a mettercela tutta nel cercare di divulgare la nostra “mission”!
Il direttivo dell’AVIS
Presidente Michele Battistella
Vice-Presidente/Ref. Gruppo AVIS
Kart Mollicone Mauro
Gestione Dati Barbariol Annalisa
Amministratore/Tesoriere Benedet
Simone
Provibiro Miglioranza Corrado
Segretaria Protti Selene
Referente Scuola/Ufficio Stampa
Barbariol Igor
Referente calendario Plasmaferesi
Re Giulietta
Referente Sport Polesel Alessandro
Revisore del Conto Barbariol Pietro
Revisore del Conto/Ref. Plasmoteca Pascoli Enrico
Referenti Giovani Conte Lorenzo Lucchesi Sony – Nigel Hall Terence
Jolly (e guai se manca) Gianluca Diana
Super-Tifoso (sempre presente)
Omar Barbariol
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Associazioni
Congrega dei Borghi
Igor Barbariol
Glorioso borgo del Puart
Il glorioso borgo di Puart ha difeso il titolo di campione dei Borghi
al torneo di calcio A5 organizzato
dai giovani della Pro Roveredo con
l’alto patrocinio della congrega dei
borghi svoltosi dal 26 al 31 Agosto durante i festeggiamenti di San
Bartolomeo.
Il Puart corrisponde all’attuale
via Dante Alighieri che collegava il
paese con il canale Brentella dove
in passato vi era uno piccolo scalo
delle merci. Da qui la simpatica e
scherzosa dicitura di Porto di Roveredo, da cui Puart in dialetto.
Nella foto da sx in alto il presidente della Pro Rinaldo Pottino, i
Pietro Barbariol (Nonno e nipote), il
consigliere della Virtus calcio Mau-
ro Cadelli, Andrea Candotto, Alessandro Re, Mirko Rigoni, Saverio
Maisto, Donatello Menegon, in ginocchio da sx Igor Barbariol, An-
drea Radovan, Stefano Plazzotta,
il bomber Daniele Maisto e Andrea
Pizzioli con il figlio Federico.
Susanna e Paolo Michelon
Pesca di beneficenza
Anche quest’ anno si è conclusa
con successo la tradizionale pesca
di beneficenza, inserita nel contesto
dei festeggiamenti agostani del Patrono San Bartolomeo.
Un grazie doveroso va a tutte le
persone che hanno contribuito in
modi diversi all’organizzazione, ma
in particolare a tutti i giovani che si
sono adoperati affinchè l’iniziativa si
svolgesse nel migliore dei modi.
Giovani che hanno dedicato tempo
e anima in modo assolutamente gratuito, in contrapposizione con quanto si
pensa oggi di loro e del mondo giovane in generale: insensibili, poco altruisti,
casinisti, poco responsabili ecc ecc.
Hanno dimostrato invece di avere
molteplici qualità, amministrando un
capitale di spese pari a circa 10.000
euro, con un ricavo netto a fine mani-
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festazione di circa 7.700 euro.
Non è da tutti durante il periodo
di agosto, dopo un anno di studio e
fatiche, accantonare le proprie ferie
ed il proprio tempo libero per mettersi a disposizione della parrocchia,
della comunità per 10 giorni di seguito e per quelli precedenti per la fase di preparazione. Grazie di cuore
a tutti e visto lo spirito collaborativo,
siamo certi di poter contare su di voi
anche in un prossimo futuro.
numero 39 / Natale duemilatredici
Esperienze roveredane
Sguardo nel mondo
Diletta Cosco
Etiopia
Quest’estate, tramite un’organizzazione universitaria che promuove progetti di volontariato sono partita
per l’Etiopia, precisamente per Addis Abeba, la capitale.
Ho lavorato per un mese e mezzo presso una
scuola di periferia per bambini di strada e ho insegnato inglese. Appena arrivata non sapevo nulla sulla
scuola e non avevo idea di dove sarei andata a vivere.
Ricordo come ieri l’impatto dell’arrivo che è stato
molto forte: sono arrivata ad Addis Abeba alle 6 del
mattino insieme ad altri tre volontari; siamo stati portati in un quartiere di periferia, vicino alla scuola dove
avremmo lavorato. Una famiglia del posto composta
da una donna e sei bambini ci ha accolto; sono stati
tutti sin da subito molto ospitali nei nostri confronti;
abbiamo avuto un fine settimana per riprenderci e poi
abbiamo iniziato l’opera di volontariato. Fin da subito
l’impressione è stata positiva; nonostante fossimo in
una zona povera della città, la scuola mi dava un senso di sicurezza, sia per me che per i bambini che ci
andavano; in più traspirava un clima di gioia e felicità.
Questa scuola ha una storia incredibile alle spalle: è
stata aperta 13 anni fa da una donna del quartiere per
raccogliere i bambini di strada: infatti non solo fornisce loro un’ educazione, ma anche tre pasti al giorno,
domenica inclusa, vestiti e attività ricreative. Inoltre,
alcune mamme dei bambini che prima si prostituivano
e mendicavano, ora lavorano li e producono sciarpe
e altri oggetti di artigianato guadagnandosi da vivere.
I bambini, alla vista di ogni bianco, che lo conoscano o meno, corrono subito ad abbracciarlo ed è
così che è successo a me il primo giorno di lezione:
un folto gruppi di bimbi appena mi hanno vista sono
corsi ad abbracciarmi come se fossi una loro sorella,
non ho mai visto cosi tanto calore. Per le prime settimane mi sono state assegnate la prima, la seconda e
la terza elementare. Il primo giorno ero nervosissima,
ma poi fortunatamente è filato tutto liscio; man mano
che passavano i giorni si creava un legame con tutti
i bimbi e spesso loro si dimostravano interessati alle
lezione e ci tenevano a farmi vedere che avevano imparato qualcosa. Non posso negare che mi facessero
impazzire; a volte, come tutti i bambini, erano davvero
agitati e non finivano mai di parlare. Nonostante tutto
si dimostravano riconoscenti e curiosi nei miei confronti; mi chiedevano continuamente di parlare della
mia famiglia, del mio paese e molto spesso mi chiedevano di insegnar loro qualcosa in italiano, qualche
parola, una canzone..
numero 39 / Natale duemilatredici
La preside della scuola inoltre ha adottato alcuni
bambini; ha affittato una casa vicino alla scuola per
loro e per la tata con cui vivono. Io ho avuto l’immensa fortuna di vivere con loro ed è stata sicuramente
la parte più ricca di questa esperienza. I bimbi con
cui ho vissuto hanno delle storie molto dolorose alle
spalle, due di loro sono i figli della signora che li accudisce, gli altri quattro non hanno famiglia: chi orfano,
chi abbandonato dalla madre... Il più piccolo è cieco
e autistico. Con tutti loro ho instaurato un rapporto incredibile, da subito mi sono affezionata, in particolare
alla piccola di casa che non mi ha mollata un attimo
per tutta la mia permanenza.
L’ultima settimana è successo un episodio molto
triste: una parte della scuola è stata abbattuta dal
governo per costruire una strada. La scuola ora è in
cerca di fondi, una raccolta online è già stata fatta
33
Sguardo nel mondo
Esperienze roveredane
fortunatamente e ora stanno ricostruendo le classi; in
più, recentemente, una mamma della scuola è mancata, lasciando tre bambini. Questi piccoli non hanno
nessuno, quindi la preside ha deciso di adottarli insieme agli altri bimbi che ha già. A Natale vorrei fare
una raccolta fondi da mandare alla scuola in collaborazione con la nostra parrocchia; in particolare, mi
piacerebbe devolvere quanto raccolto alla famiglia adottiva, il cui mantenimento comporta una spesa non
indifferente per la preside, considerato anche l’arrivo
dei tre nuovi piccoli membri.
Giannino Paronetto
Viaggio a Mosca - Rossosch - Nikolaievka - San Pietroburgo
Il 21 settembre, una comitiva
della provincia di Pordenone ha
partecipato alla cerimonia commemorativa per il 20° anno dell’asilo “Sorriso”, costruito dagli Alpini
Italiani presso la cittadina di Rossosch. Erano presenti le autorità
del comune di Rossosch, il presidente nazionale degli alpini Favero
e il presidente provinciale Gasparet nonché molti alpini provenienti
da tutta Italia.
Con la comitiva con la quale
ho partecipato abbiamo visitato il
museo etnografico di Rossosch,
accompagnati dal signor Alimin
Moruzov, che parla bene l’italiano,
è stato molto cordiale con il nostro
gruppo e ci ha ringraziato per tutto quello che hanno
fatto gli alpini in Russia.
Ho portato al museo il gagliardetto del gruppo
alpini di Roveredo in Piano, consegnatomi dal capo
34
gruppo Ivan Monaco, in ricordo degli alpini caduti in
Russia.
Nei giorni successivi abbiamo continuato il viaggio
per Mosca, Nikolaievka e San Pietroburgo.
numero 39 / Natale duemilatredici
Esperienze roveredane
Sguardo nel mondo
La redazione
Intervista ad Alberto Cancian
Alberto, dopo l’antipasto di Colombia missionaria che hai potuto gustare personalmente nel
2012 tornerai nelle terre del nostro Padre Bruno
Del Piero. Cosa ti ha spinto a tornare laggiù? Quale missione sei chiamato a compiere?
Innanzitutto voglio ringraziare la redazione della
Voce di Roveredo che, anche tramite Don Ruggero,
mi permette di “dar voce” a questa esperienza che sta
per cominciare.
Effettivamente le settimane del mio viaggio nel
2012 sono state un “antipasto”, però nei miei sensi e
per le mie attitudini ero già sicuro che sarebbero state
l’inizio di un simposio talmente ricco che avrebbe nutrito i miei desideri e concretizzato i sogni che avevo
fin da piccolo.
Nel mio primo viaggio Padre Bruno mi aveva confidato che avrebbe avuto bisogno di qualcuno che lo
aiutasse nel suo compito di scrivere le memorie del
Caquetà, la regione alla quale dona se stesso da più
di 50 anni. Una volta tornato quindi, mi sono reso disponibile a svolgere questo compito e dopo un incontro tenutosi a giugno a Torino con il Superiore Generale dei Missionari della Consolata, a settembre si è
concretizzata questa possibilità, con la loro proposta
di un contratto di volontariato nel quale mi sono impegnato a “raccogliere le informazioni che riguardano la
presenza dei missionari della Consolata nel Caquetà
negli ultimi 65 anni e realizzare delle interviste muovendomi nel territorio al fine di produrre un libro che
verrà pubblicato dalla Consolata come testimonianza
e memoria storica”.
L’esperienza che vivrai è sicuramente molto affascinante ed impegnativa e le responsabilità che
ti sono state affidate sono di notevole spessore,
non solo dal punto di vista storico. Hai condotto
studi e ricerche qui in Italia, prima di partire, per
acquisire gli strumenti e le conoscenze propedeutiche ad una pronta operatività sul campo?
Esatto, credo che questi aggettivi descrivano bene
questo progetto. La responsabilità è grande perché
dovrò produrre il materiale sia in italiano che in spagnolo, e nelle intenzioni dell’Istituto questo testo verrà
divulgato anche al di fuori delle biblioteche missionarie
in entrambi i continenti perché vuole appunto far conoscere l’operato dei nostri missionari in quelle terre
così particolari. Inoltre sarà anche uno dei primi testi
storiografici ed etnografici che parlano di quella parte
di mondo, in alcune zone ancora non toccata dalla
numero 39 / Natale duemilatredici
modernizzazione e quindi con una storia mappabile relativamente breve. Per questo motivo prima di partire
per il Sud America dovrò andare a Torino e a Roma,
nelle biblioteche generalizie, per raccogliere tutto il materiale possibile e la documentazione da portare con
me in Colombia e realizzare le prime videointerviste.
Rispetto alla precedente esperienza, al “viaggio, di vita” che hai vissuto la primavera dell’anno
scorso, cosa cambia stavolta?
Senza dubbio la cosa che cambia di più è la durata, da quei 20 giorni circa adesso si passa a 6 mesi!
In più quella volta ero un viaggiatore, ora lavorerò per
conto dell’Istituto Missionario. Di sicuro non cambierà
il mio entusiasmo, la mia sete di conoscere, vedere e
scoprire tutto quello che hanno da offrire quelle terre
e quelle persone e non cambierà il risultato ultimo,
l’opportunità di crescere e migliorarmi, questa volta in
più facendo un servizio per gli altri.
Per un giovane intraprendente come te questa
è sicuramente un’occasione da prendere al volo,
pur consapevole della mole di lavoro e di fatica
che richiede. Quali sono le tue aspettative e i tuoi
stati d’animo a pochi giorni dalla partenza?
E’ proprio così, sono consapevole che questa è
una grande fortuna che mi capita, che in realtà mi
sono impegnato a cercare e che quindi vorrò onorare al massimo delle mie possibilità. Sono contentissimo e questo è legato al mio carattere. E’ vero che
non è facile salutare le persone care per un periodo
di tempo di questa entità, andare a vivere in una zona
del mondo che ha tante differenze dalla nostra e nella
quale la vita è materialmente più difficile ma, il farsi la
35
Sguardo nel mondo
Esperienze roveredane
doccia con l’acqua fredda, non avere sempre il telefonino appresso, io li vedo come dei traguardi, non
come ostacoli. So che a confrontarmi con quella realtà imparerò. Come avevo scritto nel mio libro, con
un’esperienza così riuscirò ad apprezzare con altri
occhi tutto quello che avevo qui prima di partire, tornerò più consapevole, credo ancora più entusiasta e
cercherò di trasmettere questi sentimenti positivi a chi
mi sta vicino. E quindi nella mia gioia ringrazio chi mi
da la possibilità di fare tutto questo, ringrazio voi e
la comunità di Roveredo, sempre vicina con affetto a
padre Bruno ed idealmente anche a me, nei prossimi
mesi accanto a lui. A presto!
Caro Alberto,
tutta la redazione ed i nostri parrocchiani ti fanno il più fraterno augurio per quest’esperienza che stai intraprendendo, affinché tu possa testimoniare in modo profondo ed autentico quanto di buono e di bene è stato fatto
in quelle terre lontane da tanti missionari della Consolata, tra cui il nostro compaesano Padre Bruno Del Piero.
Sante Del Piero
Cristo pensante 2013
Anche quest’anno, il 21 agosto, in 11 siamo partiti
per il monte Castellazzo dove Don Ruggero, nei pressi del Cristo Pensante, ha celebrato la Santa Messa.
Anche questa volta è stato un momento emozionante. In quell’ambiente splendido ed affollato da pellegrini abbiamo trovato un angolino tranquillo dove appoggiare gli zaini e partecipare con animo sereno alla
Santa Messa. Lassù ci si sente più in pace con se
stessi e con il Mondo, pensare e pregare sembra più
facile e bello. Speriamo soltanto che l’anno prossimo
ci troviamo in tanti a salire quel Monte, toccare quel
Cristo che tanto pensa a noi, per ringraziarlo di essere arrivati fino là e pregare perchè ci aiuti a superare
questi tempi incerti.
36
Gli americani
sono capaci anche di altro
Per alcuni mesi una famiglia americana composta dalla
mamma e da sette figli ha frequentato con una certa assiduità la S. Messa feriale delle ore 8.30 (il papà dottore era
già al lavoro). La mamma è sui 40 anni e i figli vanno da
pochi mesi a 12 anni circa. I due maschi sono i più grandi,
seguono le cinque femmine. Arrivavano in fila indiana, in
ordine decrescente di età e la mamma per ultima con il
trasportino dell’ultima nata. In tale ordine, silenziosi, prendevano posto al primo banco a sinistra rispetto all’altare.
Non era il numero dei figli o il velo sulla testa della madre a destare sorpresa o meraviglia, ma la compostezza
che la famiglia teneva durante la celebrazione. Sorprende
che sei giovani fratelli partecipino attenti senza alcun gesto
fuori luogo. Se la figlia neonata reclamava l’attenzione o la
piccola di due anni dava segni di insofferenza, la madre
interveniva con un gesto silenzioso ed affettuoso, oppure
era la sorella più grande che se ne occupava.
Tutto avviniva ordinatamente e in silenzio. Alla comunione tutti si mettevano in fila; le più piccole con le mani
giunte ricevevano una carezza da don Ruggero.
Da qualche settimana non si vedono più, (forse dipende dall’inizio della scuola o da un viaggio). Resta comunque vivo il ricordo della loro partecipazione “speciale” alla
S. Messa feriale delle 8.30. La presenza di questa famiglia
nella nostra chiesa è stata un dono di Dio alla Parrocchia
per l’esempio dato e per il comportamento tenuto anche
dai più piccoli davanti al Signore, che rispecchia l’amore e
il rispetto ricevuti in famiglia.
numero 39 / Natale duemilatredici
Gite e Pellegrinaggi
Daniele Miotti
Pellegrinaggio a Santiago
Il pellegrinaggio verso Santiago
de Compostela sta diventando in
questi ultimi anni un richiamo sempre più forte nei confronti di centinaia di migliaia di persone da tutto
il mondo.
Personalmente ho iniziato a
pensare a questo pellegrinaggio
qualche anno fa, anche in parte affascinato dall’entusiasmo di
Giorgio Toffoli che dopo esservi
tornato, ha dedicato una serata
per trasmettermi qualche pillola
di quella che era stata la sua indimenticabile esperienza. Questo
aggettivo è d’obbligo: penso che
sia così per tutti coloro che, in modo diverso, trascorrono numerosi
giorni in cammino verso questa
meta.
Dunque, qualche anno fa dopo
averci pensato per qualche giorno, ho deciso di mettere l’idea nel
cassetto. Infatti avevo già iniziato
a lavorare e per chi ha un impiego (specie alle dipendenze) non
è sempre facile accumulare più di
tre settimane di ferie tutte insieme,
che sono quelle necessarie per
affondare “tutto d’un fiato” questo
pellegrinaggio. Allora ho pensato
che probabilmente non l’avrei fatto
a breve termine o forse non l’avrei
mai fatto. Ma il seme era interrato,
e come ogni buon agricoltore sa,
se nei momenti giusti si somministrano le cure necessarie, dopo
qualche tempo ci si trova di fronte
ad una meraviglia della vita spesso
inaspettata.
Infatti quest’anno avevo deciso
di fare nel mese di giugno un “pellegrinaggio lampo”. Sono andato
a piedi fino alla basilica del Santo
a Padova. Nel camminare, mi è
tornato alla mente il proposito di
qualche anno prima e, una volta
tornato ho verificato che c’erano le
condizioni “minime” per poter parnumero 39 / Natale duemilatredici
tire. Allora ho iniziato a credere che
era venuto il momento per andare.
A quel punto, il cammino si è come ”costruito” da solo, è come se
mi fosse “venuto incontro” ed io mi
sono solo preoccupato di prenotare i voli di andata e ritorno, capire la
logistica del prima e dopo, raccogliere le informazioni indispensabili, sistemare le cose al lavoro per
una mia assenza di tre settimane,
ed infine, preparare lo zaino.
Dal punto di vista fisico non avevo bisogno di grande allenamento,
perché il cammino
mi è capitato proprio
due settimane dopo
che avevo corso la
maratona di Helsinki, quindi avevo una
buona preparazione ed avevo anche
recuperato bene la
fatica. Uno dei rischi
che si corrono però è
quello di trasformare
l’esperienza in un’impresa sportiva; infatti
sovente i pellegrini si
confrontano sulla data di partenza e chi è
partito da più giorni fa spesso mille
complimenti a chi è partito dopo,
ma non credo sia questo lo spirito
giusto. Comunque sono convinto
che anche chi non sia fisicamente
molto allenato, se si prepara camminando diversi chilometri al giorno per alcuni giorni con le stesse
calzature (e con lo zaino) che intende utilizzare, non dovrebbe avere grossi problemi.
Dal punto di vista spirituale la
cosa diventa molto personale. Io
ho sentito un richiamo verso il pellegrinaggio, volevo offrirlo come
ringraziamento e come richiesta di
grazie al Signore, e come preparazione ho sentito l’esigenza di con-
fessarmi prima di partire. Il resto
l’ho messo nelle Sue mani.
Ho voluto partire da solo perché credo che il pellegrinaggio
debba prevedere dei momenti di
solitudine, e come nel nostro cammino terreno incontriamo compagni di viaggio e con alcuni condividiamo molte cose, ognuno di
noi ha pur sempre il suo percorso
personale da vivere e da portare
a termine. Nonostante questo, i
giorni in cui ho camminato da solo
sono stati veramente pochi. A par-
tire da subito. La prima pellegrina
l’ho incontrata a Bergamo salendo
sull’aereo. Margherita: una giovane donna minuta di Torino, con
uno zaino ancor più piccolo del
mio. Poi, scendendo dall’aereo
abbiamo conosciuto altri pellegrini
con i quali abbiamo preso un taxivan per saint Jean Pied de Port,
(risparmiando perecchie ore di treno, mezza giornata di cammino e
forse qualche euro). Il giorno dopo
a noi si è aggregata Maddalena,
un’altra giovane signora di Foggia
che aveva preso il nostro stesso aereo, aveva dormito di fronte a me
ma era venuta lì in taxi con un altro
gruppo di pellegrini. In tre abbiamo
37
Gite e Pellegrinaggi
camminato assieme vari giorni, in
un clima di condivisione, solidarietà, fratellanza e allegria. Nel nostro
camminare di tanto in tanto si avvicinavano pellegrini incuriositi da
qualche aspetto di questo terzetto, alcuni attirati dalle nostre preghiere (rosario mattutino), altri dal
nostro affiatamento, altri ancora
dalla nostra allegria. Con ognuno
di questi abbiamo condiviso un po’
di queste cose che portavamo con
noi ed un po’ di sudore, di polvere,
di fatica, insomma una parte del
cammino.
Dopo qualche giorno però Margherita si è dovuta fermare per
un’infiammazione e qualche altro
giorno dopo, per lo stesso motivo, anche Maddalena. Sapevamo
che non saremmo arrivati insieme
alla fine perché avevamo tempi ed
esigenze diverse, ma il momento
per separarci è arrivato spontaneamente. Quindi ho continuato da
solo ed ho iniziato ad allungare le
tappe per poter arrivare alla fine
nei giorni rimanenti. Sono dell’opinione che in questo Cammino non
si debbano fare previsioni (se non
di massima): senza partire come
sprovveduti, ma con il minimo sindacale per una “dignitosa sopravvivenza”, la provvidenza ci mette a
fianco le persone e ci fornisce le
cose di cui abbiamo bisogno. Infatti da quel momento in poi ho avuto la grazia di fare delle tappe da
38
solo in cui potevo fare molta strada, ed altre alternate a queste e
più rilassate nelle quali potevo godere della compagnia di persone
con cui si è creato un bel legame.
Con una parte di loro sono rimasto in contatto anche dopo il
ritorno e una sensazione comune
a molti è quella di avere una forte
nostalgia. Mi ha colpito uno di noi,
che aveva pochi giorni ed ha dovuto fare delle tappe in corriera per
arrivare in fondo: mi ha confidato
il proposito di tornare il prossimo
anno per fare con i tempi adeguati
tutto il cammino.
L’arrivo a Santiago non è stato particolarmente emozionante,
come immagino normalmente avvenga ad una persona matura, ma
ho vissuto durante tutto il percorso
momenti che ho potuto gustare a
posteriori, una volta tornato a casa. Mi piace pensare il mio cammino ed immaginare come veniva
vissuto nei secoli in cui gli spostamenti umani non erano così veloci
e il cammino si faceva tutto a piedi,
da casa propria, andata e ritorno.
Allora era veramente un’avventura
e il cammino veniva pagato con
sacrifici enormi, spesso con la vita (questo avviene anche se molto
raramente tutt’oggi: ci sono diverse lapidi lungo il percorso).
Non posso che concludere
questo scritto elencando quali sono stati i momenti che sicuramente
ricordo con
intensità. La
messa
del
pellegrino a
Roncisvalle;
i
ringraziamenti di due
stanchissimi
pellegrini (un
inglese e una
canadese)
per essermi
preso cura di
aver organizzato un taxi
anche
per
loro oltre che
per i miei amici italiani per raggiungere il successivo paese (in quel
posto gli “albergue” erano saturi);
la tenerezza di una giovane coppia
di pellegrini australiani conosciuti
nel cammino, che hanno inserito
nel loro anno sabbatico dal lavoro
il cammino di Santiago (oltre agli
ultimi 6 mesi in un orfanotrofio in
India); due uomini maturi che abbiamo incontrato in momenti diversi
ed hanno desiderato che condividessimo il rosario con loro (erano
anni che non pregavano); il senso
di colpa nei confronti di chi ha meno di noi e fa sacrifici economici per
fare il cammino, per cui risparmiare
anche un solo euro è importante;
la genuinità e la sincerità di una ragazza spagnola con cui ho camminato gli ultimi giorni; il rito del “botafumeiro” alla fine della messa del
pellegrino a Santiago (l’enorme turibolo manovrato da una decina di
persone con una fune ed un sistema di carrucole); ed infine, l’arrivo a
Finisterre (sull’oceano), luogo dove
un tempo si credeva finisse la terra.
Se ho incuriosito qualcuno con
queste poche righe assolutamente
insufficienti per dare un’idea della
meraviglia di un’esperienza simile,
allora ho raggiunto il mio scopo. A
tal proposito, vorrei comunicarvi la
mia piena disponibilità a raccontare di persona con maggiori dettagli
la mia esperienza a chiunque fosse interessato.
numero 39 / Natale duemilatredici
Gite e Pellegrinaggi
Franco Cadelli
Pellegrinaggio a Lourdes
L’idea di organizzare nella nostra Parrocchia un pellegrinaggio
a Lourdes non mi aveva particolarmente colpito, ma dopo averne
parlato con mia moglie, abbiamo
deciso di aderire alla proposta e
assieme ad altri trentasei pellegrini
il 7 settembre siamo partiti dall’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) in una giornata molto calda e
afosa.
Arrivati a Lourdes, sotto un
cielo minaccioso, gran parte del
gruppo si è recata alla grotta per
la recita del Rosario in italiano.
Durante la recita del Rosario è
scoppiato un violento temporale
che ha scaricato su Lourdes un
nubifragio, durato ben oltre il termine della recita della preghiera e
che ha costretto la folla dei fedeli in qualche modo a proteggersi,
ma nonostante la pioggia, nessuno ha abbandonato l’assemblea.
La partecipazione al Rosario e
l’accettazione del disagio ci hanno
fatto capire cosa significa lo spirito di Lourdes: si respirava, infatti, un’atmosfera diversa da quella
che poche ore prima avevamo lasciato imbarcandoci a Bergamo.
Sono bastate poche ore e un
numero 39 / Natale duemilatredici
Rosario, recitato in un ambiente
particolare, per trasformare i nostri stati d’animo: un senso di pace e serenità ci avevano pervaso.
Per completare la giornata alla
grotta, abbiamo partecipato alla
S. Messa in italiano che è stata
celebrata alle ore 23.
E’ stata anche questa un’esperienza toccante vissuta con molti
fedeli, conclusa con l’adorazione
al S.S. Sacramento e con un canto alla Madonna che ha coinvolto
tutti i presenti.
Esperienza questa che abbiamo ripetuto la sera successiva.
La giornata di domenica 8 settembre, festa della Natività della
Beata Vergine, è iniziata con la
partecipazione alla celebrazione
della S. Messa nella chiesa costruita sotto il piazzale antistante il
Santuario della Madonna. Si tratta
di una chiesa immensa che può
contenere fino a 25.000 persone,
di cui 5.000 a sedere.
Quando è iniziata la S. Messa
si è presentato ai nostri occhi uno
spettacolo toccante: la chiesa era
piena di fedeli e attorno all’altare
erano stati sistemati su carrozzelle
o su barelle gli ammalati.
La S Messa è stata concelebrata da 8 Vescovi e 300 Sacerdoti.
Per riprendere con qualche
foto questo spettacolo di gente, proveniente da ogni parte del
mondo, mi sono allontanato dal
nostro gruppo avvicinandomi casualmente ad un pellegrino barellato assistito dalla moglie e da
altri due volontari. Ogni 10 minuti,
per lenire le sue sofferenze, veniva
cambiato di posizione, senza che
un lamento venisse da lui pronunciato.
Guardando ancora quella persona così sofferente, ma al tempo
stesso così serena e la premura di
chi l’assisteva, mi sono domandato che diritto avessi io e con me
tanti altri di lamentarmi anche per
tante cose futili. Al senso di smarrimento che mi aveva preso inizialmente nel vedere quella situazione
si è sostituito poco dopo un sentimento di fiducia e abbandono
nelle mani della Madre di Gesù e
ai cui piedi riporre i miei problemi.
La stessa serenità l’ho percepita guardando negli occhi i tanti
pellegrini che si trovavano vicino a
me che, con il loro atteggiamento,
mi avevano contagiato.
Il giorno successivo, finalmente sotto un bel sole, dopo aver
assistito alla S. Messa, abbiamo
celebrato la Via Crucis, percorsa
da tutti noi lungo l’itinerario dove
si trovavano sistemate le Stazioni
scolpite su pietra.
Alcuni di noi hanno commentato le stazioni ed in particolare
Don Giulio, che si è dimostrato un
assistente discreto e preparato, ha
saputo rappresentare il significato
più profondo della Via Dolorosa di
Cristo.
Nel pomeriggio, accompagnati da una guida molto preparata,
39
Gite e Pellegrinaggi
abbiamo visitato i luoghi in cui è
vissuta Santa Bernardette Soubirous con la sua famiglia, il Mulino
di Boly, annesso al quale si trovava la casa della Santa e successivamente il Cachot (carcere in
disuso). Si tratta di un’angusta e
malsana stanza, dove la Santa è
vissuta quando la famiglia si è trovata nella più grande miseria.
E’ stato un pomeriggio durante
il quale abbiamo intimamente percorso la vita della Santa e capito,
in parte, la sua dedizione alla Signora.
E’ a questa ragazzina povera,
analfabeta, infatti, che l’11 febbraio 1858 appare la Signora e con lei
recita il Rosario e, nelle successive apparizioni, instaura un dialogo
che porta alla fine alla rivelazione
dell’identità della bella Signora: “Io
sono l’Immacolata Concezione”.
Guardando a Lourdes, a Fatima, a la Salette e Medjugorje, per
citare alcuni luoghi dove sono avvenute le apparizioni della Madonna, appare evidente che la Vergine
sceglie le persone povere e umili
per manifestarsi, e, come dicono
San Luca e San Matteo nei loro
Vangeli: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate
ai piccoli”.
E’ stata una giornata spiritualmente proficua che ha arricchito il nostro animo, imprimendogli
40
maggiore forza.
La giornata si è conclusa assistendo alla suggestiva processione “au flambeau” e con una visita
alla grotta dove, come tanti altri
pellegrini, abbiamo posto le nostre
mani sulla roccia e abbiamo bevuto l’acqua delle sorgenti.
Mi ha sorpreso la lettura di un
commento su Lourdes e sugli inconsapevoli gesti dei pellegrini
che vengono assimilati a quanto
accadde agli ebrei nel loro lungo
viaggio prima di arrivare alla Terra
Promessa, un significato questo
che arricchisce, se ce ne fosse
stato ancora bisogno, il senso di
questo luogo e del nostro pellegrinaggio.
Martedì 9 settembre dopo aver assistito alla S. Messa, ancora
con gli ombrelli aperti, abbiamo
ripreso la strada del ritorno e nei
volti di tutti si leggevano, oltre alla soddisfazione e la serenità per
questa esperienza, anche un senso di solidarietà che si era instaurato fra noi.
Quali segni mi ha lasciato Lourdes? Riporto quanto ho trovato
in un sito internet che mi ha molto
colpito per il suo significato: “Di
Lourdes si ricorda la roccia, la luce, l’acqua, le folle, i malati e quanti li accompagnano”. Sono segni
che appartengono al linguaggio
biblico che si perpetua in questo
luogo e che ricorda il nostro pellegrinaggio terreno tra gioie, sofferenze e solidarietà umane.
Grazie Paolo per l’esperienza
che ci hai permesso di fare.
Duilio
Lettera dalla missione
Se qualcuno mi domandasse
chi sono i pilastri della nostra parrocchia, non avrei alcun dubbio
nel rispondere : Sono le pie donne
del gruppo delle «Femmes seules
avec Jesus» e della “Legio Mariae”. Se la “Legio” è conosciuta
ovunque, non così l’associazione
delle “Femmes seules…” nata qui
in Congo per ispirazione di uno
dei nostri padri. Sono mamme o
nonne rimaste vedove e che, da
buone cristiane, danno parte del
loro tempo per aiutare in parrocchia, nelle comunità di base, con
particolare attenzione ai bambini,
ai poveri e agli ammalati. Sono le
sei meno un quarto di ogni mattina. Mentre siamo in preghiera
si sente il passo strascicato di
qualcuno. Non è necessario alzare la testa per vedere chi è, tutti
sappiamo già che è mamà Anne
Kalokalo, la “capa” delle “Femmes seules avec Jésus” (FSJ) più
puntuale di un orologio. Si è fatta
l’Avenue Bazanga, che di Avenue
ha ben poco: una lunga e ripida
discesa con profondi solchi dovuti alle forti piogge, poi un tratto
piano a fondo valle ma pieno di
profonde buche colme d’acqua e
fango, e con una salita altrettanto
difficile, che porta all’ultimo tratto
piano “in quota” che va alla grande e bella chiesa della nostra parnumero 39 / Natale duemilatredici
Gite e Pellegrinaggi
rocchia. Già per una persona con
gambe sane è un percorso che
stanca, ma lo è ben di più per la
nostra brava mamma che ha forti
dolori alle articolazioni e le gambe
ben gonfie (penso che in Europa
sarebbe candidata a interventi di
protesi per anche e ginocchia, ma
qui tutto questo semplicemente
non esiste). Che sia giorno di festa o di lavoro, che faccia bello o
che faccia freddo, che ci sia fango
viscido e pericoloso, che sia mezza ammalata (cosa frequente per
tutti qui) mamà Anne arriva puntualissima, e quanto gli costi questa fatica quotidiana lo sanno solo
lei e il Signore. Si dirige subito alla sacrestia e prepara tutto per la
S. Messa che inizia alle sei e un
quarto, consultando “l’ordo” per
aver chiaro le indicazioni liturgiche
del giorno e preparare i paramenti
opportuni e le letture proprie. Mette in riga gli accoliti, senza bisogno
di dare scapaccioni, basta un suo
sguardo, un rimprovero, o un’osservazione…che tra l’altro non
risparmia neanche ai sacerdoti.
Tiene a stecca anche le “sue donne” che l’aiutano e collaborano nei
vari servizi. Mamà Anne fa parte
di diversi gruppi ed è da sempre
membro del Consiglio Parrocchiale. E’ preziosa perché ha una
memoria di ferro e ricorda proprio
tutto quello che è stato deciso in
passato, quello che è stato fatto e
come è stato fatto. Ricorda tutte
le persone e i fatti. E le sue doti
di chiarezza, saggezza e fermezza sono proverbiali. Assieme alle
altre mamme e nonne del gruppo
delle “FSJ” si occupa del catechismo per i bambini delle scuole, del
centro nutrizionale, della piccola
“école gardienne”, dei poveri, e via
via… Un sacco di impegni che la
vedono occupata a tempo pieno. Riprende nel pomeriggio il cammino verso casa ben stanca, e anche li avrà da pensare a prepararsi
da mangiare e sistemare tutto, per
essere di nuovo pronta ad alzarsi
prima delle cinque per riprendere il
numero 39 / Natale duemilatredici
cammino della Parrocchia. Oggi è
domenica. Si è conclusa la seconda Messa e mamà Anne ha gia sistemato tutto in chiesa e in sacrestia così la invito a prendere un thé
e riposarsi un po’. Gli chiedo che
mi racconti qualcosa di lei. “Sono
originaria della zona di Wamba a
un centinaio di km da Isiro. I miei
genitori hanno avuto sei figli, tre
ragazzi e tre ragazze. Quando ero
ancora giovane ci siamo spostati a
Isiro dove era più facile per il papà
trovare lavoro. Qui mi sono sposata. Mio marito era un commerciante benestante e stimato. Abbiamo avuto nove figli. Durante la
crudele e sanguinosa ribellione dei “Simba” nel 1964
lo presero e lo
uccisero. Fu un
grande dolore e un grande
dramma
per
me: mi trovai
ad essere vedova e con nove figli da tirar
su”. Subito dopo la ribellione,
il primo ministro della nuova Repubblica del
Congo, T’shombe, venne in aiuto
a molte vedove di guerra con problemi grossi per mantenere i figli.
“Ci fece portare nella Capitale dove ricevemmo qualche aiuto. Laggiù i nostri figli ebbero la possibilità
di frequentare le scuole. Qualche
anno più tardi ritornammo a Isiro,
dove ci trovammo “sul lastrico”.
I parenti di mio marito avevano
approfittato della sua morte per
spogliarci di tutto: si presero case,
terreni e tutti i beni. Non sapevo
dove andare. Il marito di mia sorella Francesca ebbe compassione
di noi, ci aiutò per sopravvivere e
ci acquistò un terreno dove ci facemmo una capanna.” Mamà Anne è una donna forte e con un coraggio da leone, ha lavorato sodo
mantenendo i figli con il lavoro dei
campi. Continua a parlarmi con le
lacrime agli occhi: “Oggi dei miei
nove figli, sette sono già in cielo,
e dei miei cinque fratelli ne resta
solo uno”. Queste poche parole
sono gravide di grosse sofferenze vissute, che solo lei conosce.
Senza pensarci si esprime come
Giobbe: “Il Signore ci ha dato. Il
Signore si è ripreso. So che ci ama e lo benedico e ringrazio”. Le
croci per mamà Anne continuano:
“Da anni mi trovo a dover far crescere i nipoti che i miei figli andati
in Cielo, mi hanno lasciato. Oggi
a casa ho ancora cinque nipoti. Una di loro era sposata, ed ha
avuto tre bambini, ma suo marito
l’ha lasciata e così ora ho anche
tre pronipoti a cui pensare. Una
delle ragazze è alle superiori. Ci
tengo a garantire gli studi perché
possano avere un futuro migliore.
Ma la grande nonna non è più giovane e le gambe la reggono male,
e questo la limita moltissimo. Con
gli occhi lucidi mi dice: “Il lavoro
dei campi è stata la sorgente che
mi ha dato la possibilità di far crescere i miei figli e anche molti nipoti. Ho un bel campo in un posto
tranquillo a sei chilometri da Isiro
nella foresta, dove nessuno ruba
quello che gli altri coltivano. Avevo
una bicicletta e non era pesante
per me andare al lavoro. Ma oggi,
con le gambe che mi ritrovo non
mi è più possibile. I miei due figli
abitano molto lontano in altre pro-
41
Gite e Pellegrinaggi
vince e non hanno la possibilità di
aiutarmi. Le nipoti più grandicelle
mi danno una mano e io cerco di
fare ancora quello che posso…”
Nonostante tutti i grossi problemi
Mamà Anne ha saputo dare sempre il suo contributo alla vita della
parrocchia, anche fino a rischiare
la vita. Nel ‘96-‘97 quando c’era guerra nella nostra zona della
Provincia Orientale del Congo, e
le truppe fedeli a Mobutu si ritiravano saccheggiando, violentando
e uccidendo, e le truppe di Kabila avanzavano, anche la nostra
parrocchia è stata presa di mira. I
cristiani consigliarono ai miei con-
fratelli di ritirarsi in un luogo sicuro
nella foresta, in un villaggio di Pigmei. Mamà Anne rimase a fare la
guardia alla chiesa: “Con me c’erano due giovani chierichetti che
avevo formato (oggi sono tutti e
due dei bravi sacerdoti), stavamo
in chiesa giorno e notte per evitare
che venisse saccheggiata. All’imbrunire raggiungevo i padri che mi
consegnavano le Ostie Consacrate, così con i cristiani potevamo
fare ogni mattina la Celebrazione
della Parola e ricevere la Comunione. In diverse occasioni mi sono
opposta alle truppe che volevano
entrare e far “man bassa” in par-
rocchia e in chiesa: anche se c’era
il motivo per averne, non ho mai avuto paura di loro”. “Dio è sempre
stato al primo posto nella mia vita.
Al di là di tutto quello che ho vissuto ho sempre creduto nel Suo
Amore per me e per tutti, e questa è la mia povera maniera per
dirgli Grazie! Bernadette, Regina,
Angèle…. Quante brave mamme
come mamà Kalokalo consacrano
tempo e lavoro per rendere viva la
nostra Chiesa in Congo. Mamme
che sono esempio di vita cristiana,
di impegno, di donazione. Direi
senza ombra di dubbio: Mamme
da altare”.
Paolo Michelon
Aspettando Medjugorje 2014
L’apparizione della Madonna
è sempre una grande grazia, che
ridonda a beneficio di tutta la Chiesa. Non comprenderemmo però
Medjugorje se non cogliessimo
l’unicità dell’evento.
Mai era accaduto che la Madonna apparisse per così tanto
tempo, rivolgendo messaggi per la
Chiesa e l’intera umanità.
Per molti….è proprio la durata
di queste apparizioni a sollevare
motivi di perplessità.
Chi segue gli avvenimenti fin
dall’inizio ha però visto dipanarsi in
tutta la sua soprannaturale sapienza il piano di Maria. La Madonna
stessa, proprio per sottolineare
quale grande dono di grazia fosse
la sua presenza, ha affermato che
è stato Dio a inviarla e che è l’Altissimo a concederle di stare così
a lungo con noi. Infatti la sua quotidiana presenza le permette, dice,
di sostenerci nelle prove, di insegnarci a pregare e di guidarci nel
cammino di santità, in modo tale
da essere tutti con lei in Paradiso,
che è la meta alla quale dobbiamo
tendere.
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Dopo i primi tempi di stupore
per l’imprevedibile protrarsi delle
apparizioni, i pellegrini hanno compreso che si trovavano di fronte a
un dono di grazia che nessuna generazione aveva mai avuto prima.
La Madonna stessa infatti si era
fatta guida e maestra di un intero
popolo. Chi può contare i fedeli,
sparsi in ogni parte del mondo, che
hanno incominciato il loro itinerario
spirituale con la Regina della Pace
e lo stanno portando avanti da così tanto tempo? Gli stessi veggenti
allora erano degli adolescenti. Ora
sono uomini e donne maturi. Co-
me loro tanti altri hanno avuto la
grazia di essere guidati da Maria
nel cammino della loro vita, in un
tempo decisivo per la fede e il futuro dell’uomo.
Questa sua presenza quotidiana che conforta, illumina, guida e
istruisce, sostenendo la Chiesa in
uno dei passaggi più difficili della
sua storia, è una grazia che in molti
facciamo fatica a comprendere in
tutta la sua portata.
Lo sguardo soprannaturale di
Maria va alla radice della malattia
del mondo moderno, quella che
forse ben pochi riescono a vedere
numero 39 / Natale duemilatredici
Gite e Pellegrinaggi
Pietro Plazzotta
Azione Cattolica a Barbana
Anche quest’anno l’Azione
Cattolica, tramite il proprio Consiglio, ha organizzato la gita-pellegrinaggio per i suoi iscritti e non;
la meta è stata L’isola di Barbana
con il suo bellissimo Santuario
dedicato a Maria e denominato
proprio “Santa Maria di Barbana”.
Come già da alcuni anni, la
partecipazione è stata massiccia
e in pochi giorni è stata riempita
la corriera con una folta rappresentanza di amici roveredani,
possiamo dire, di tutte le età e
come sempre la presenza femminile, che amabilmente definiamo
“adultissima”, è stata numerosa e
e cioè della supremazia dell’uomo
contemporaneo nel costruire un
mondo senza Dio sostituendolo
con l’ “IO” …. Un grande errore!
Senza il Signore non andiamo
da nessuna parte; senza delle
solide fondamenta anche la casa
sprofonda, così ogni famiglia che
si appoggia solo sulle proprie forze. Come diceva il Beato (fra poco
Santo) Papa Giovanni Paolo II…
apriamo… anzi spalanchiamo le
porte a Cristo.
Pellegrinare nei vari santuari
Mariani e a Medjugorje vuol dire:
“Spalancare le porte”. A chi direte
voi? Alla preghiera; alla pace, alla
serenità, alla gioia, al sentirsi amati, compresi, accolti, guidati.
Augurandovi un buon cammino, vi invitiamo a partecipare agli
incontri di Adorazione Eucaristica
mensili in parrocchia, guidati dai
gruppi Ancilla, Medjugorje ed ora anche Lourdes, per vivere un
momento di Spiritualità nel turbine
della frenesia quotidiana; inoltre al
prossimo pellegrinaggio parrocchiale a Medjugorje che si terrà dal
16 al 20 Maggio 2014.
numero 39 / Natale duemilatredici
significativa: per fortuna ci sono!
La partenza da Piazza Roma è
avvenuta verso le 7.30 di domenica
22 settembre. Durante il viaggio di
circa due ore abbiamo avuto l’occasione di pregare un po’ con l’aiuto del Diacono Gianluigi Gottardi
e di ascoltare alcuni cenni storici
del sempre preparatissimo Sergio
Gentilini. Lo stesso Sergio ci ha
raccontato un po’ la storia di questo santuario, partendo da alcuni
cenni storici tramandatici. L’isola di
Barbana è situata nella laguna di
Grado (GO). Il Santuario ha origini
risalenti al VI secolo: la tradizione
dice che era un primitivo sepolcro
che doveva custodire una immagine della Madonna trasportata in
quel luogo dalle acque del mare
dopo una violentissima mareggiata
ed eretto sul volere del Patriarca di
Grado, Elia, come ringraziamento
alla Madonna per aver salvato la
città di Grado. Inoltre dal lontano
1237 ogni prima domenica di luglio, la comunità gradese si reca
in processione, a bordo di barche
addobbate a festa, all’isola di Barbana, per rinnovare un antico voto
alla Madonna che avrebbe salvato
il paese da una terribile epidemia di
peste.
Al Santuario ci siamo fermati tutta la mattinata vistandolo sia all’interno che all’esterno ed abbiamo
scoperto una bellissima isola dove
si possono trovare: silenzio, pace e,
per chi vuole, anche occasione per
trascorre una giornata in tranquillità
con tutte le necessità del caso ed
anche un luogo dove poter attingere a giornate di esercizi spirituali,
presso la casa “Domus Mariae”.
E’ stata visitata in particolare
la prima cappella eretta sull’isola,
affrescata internamente da scene
che ne raccontano la storia e che
racchiude le spoglie del venerabile
Egidio Bullesi, giovane nativo di Pola, morto a soli 23 anni, che dedicò
la sua vita all’apostolato rivolto ai
ragazzi, come animatore di AC e ai
giovani lavoratori dei cantieri navali
di Monfalcone, dove lavorava, e a
coloro che incontrò durante i 2 anni
del servizio militare in Marina. Divenne francescano laico del Terzo
Ordine. Presso l’urna contenente le
sue spoglie abbiamo pregato per
tutti i nostri giovani.
In Basilica, internamente affre-
43
Gite e Pellegrinaggi
scata da Tiburzio Donadon, artefice anche della “nostra” Immacolata
Concezione, abbiamo partecipato
alla S. Messa delle 11, celebrata dal
parroco di Basiliano e dal nostro
diacono Gianluigi. Particolarmente
sentita l’omelia, dato che riguardava il ruolo educativo di ciascuno di
noi, tutti alla scuola del Maestro.
Al termine una sosta in preghiera
presso Maria Regina che sembrava
attenderci dato che, inusualmente,
era posta sul pavimento, per permetterne la venerazione. Quest’anno ricorrono i 150 anni dall’incoronazione della statua.
Dopo il pranzo nella Casa del
pellegrino, in vaporetto ci siamo
trasferiti a Grado dove, attraversando delle stradine piccole e strette
ma molto caratteristiche, ci siamo
recati alla Piazza dei Patriarchi,
presso la basilica di Sant’Eufemia,
dove abbiamo ascoltato con molta
attenzione la spiegazione del preparatissimo signor Sergio Gentilini,
circa i molti simboli cristiani che essa racchiude.
Un ristoro prezioso alla nostra
anima è stato dato dalla meditazione/preghiera che aveva al centro
la frase più celebre della Madonna
“Fate quello che vi dirà”, tratta dal
vangelo di Giovanni cap. 2 versetti
dal 1 al 12, che ci ricorda il miracolo delle nozze di Cana, tenuta
dall’amico diacono Gianluigi.
Alla fine, dopo una ulteriore visita ai vari monumenti del luogo,
tra cui la Basilica di Santa Maria
delle Grazie, chiesa di antica costruzione contenente un battistero
ad immersione costruito nei primi
secoli del cristianesimo, vista anche l’ora ormai avanzata, abbiamo
incominciato la strada del ritorno,
con nel cuore il ricordo di una bellissima giornata trascorsa tra amicizia, meditazione, cultura e voglia
di stare assieme, pensando ormai
a quello che il prossimo anno l’amata Azione Cattolica di Roveredo
ci proporrà.
Bruno De Luca
Aneddoti roveredani
Bollo sulle biciclette: Non tutti
i Roveredani sanno che negli anni
1934-39 (di questo periodo abbiamo notizie certe) i possessori di
biciclette dovevano dotarle di bollo
dal costo di Lire 10. Esso andava
installato sul montante che va dalla
forcella al manubrio. Nella foto si
nota la scritta 1938 e, a destra, L.
10 mentre a sinistra (che qui non si
vede) c’è stampigliata la sigla della
provincia, UD. Questo reperto storico è del roveredano Anilo Righini.
Con l’inizio della seconda guerra
mondiale detta legge cadde nel
dimenticatoio.
Narra uno scherzoso aneddoto che ad un Roveredano, trovato senza detto contrassegno da
preposti a detto controllo, venne
elevata una multa di pari importo
del bollo stesso. Cioè avrebbe dovuto pagare 10 (di tassa) e 10 (di
multa). Questi, guardando l’orologio, esclamò: “10 e 10 ? Bene, alle
11 sono a casa” e saltanto in sella
partì a razzo lasciando i preposti
con un palmo di naso.
Dal libro di Silvano Liva “Verità Morali di Cultura Contadina di
Primo Dario Del Piccolo detto “El
Codol”.

Giustificazione di spesa.
Ottavio era uscito di casa nel
primo pomeriggio e all’una di notte non era ancora rincasato. La
44
moglie, alzatasi dal letto, si diresse decisa verso l’osteria dove si
era usi trasgredire l’orario di chiusura e, trovato il marito, gli disse:
“Senti! O te vèns a ciàsa subito, o
te me spièghes parchè e ven da
continuà a paeà l’afit!” (O vieni immediatamente a casa, o mi spieghi perchè dobbiamo continuare a
pagare l’affitto!)

Lezione di Catechismo.
Ai tempi di Don Luigi Indri, le
lezioni di catechismo si tenevano
presso il Circolo Giovanile “San
Pancrazio”, quello vecchio di Via
Garibaldi e culminavano in un vero
e proprio esame tenuto da sacerdoti foranei. La presenza del prete
“foresto” metteva paura e le figure
meschine degli esaminandi erano
tutt’altro che rare come successe
a Bepi a cui venne chiesto: “Sai
dirmi cosa creò Dio il primo giorno?” Il ragazzo, girando intorno lo
sguardo con le orecchie ben tese,
numero 39 / Natale duemilatredici
Personaggi
colse un prezioso suggerimento
“la luce, la luce” e trionfante rispose: “La lampadina”.

Inviti parentali.
Nani sapeva che i suoceri ci
tenevano moltissimo e, finalmente, si decise ad invitarli a pranzo.
La suocera, entusiasta ed onorata dell’invito, si offrì di portare due
galletti al forno ed il genero, nel
ringraziarla, trovò il coraggio per
dire al suocero:”Sono certo che
non mancherete di portare anche
un fiasco del migliore”. “Sigur! -rispose il suocero- Ma tu cossa
metèto? I plath?” (Sicuro! Ma tu
cosa metti? I piatti?)

(fuori testo)
Sempre Nani, disperato per l’invasione di topi, chiede a Maurilio:
“Senti, mi servirebbe della medicina per topi”. Maurilio lo guarda
preoccupato: “Parchè? Ieli malath?” (Perchè? Sono ammalati?).
Ammalati...
Sappiamo tutti quanto il tempo della malattia, della sofferenza, sia delicato e spesso occasione di “grazia” nella nostra vita.
Una buona parola, una visita,
la Comunione portata in casa,
l’olio dei malati, possono veramente addolcire la situazione e
farla vivere con speranza.
Spesso non veniamo a conoscenza, non veniamo avvisati
della presenza di malati all’interno della famiglia, (alle volte dimentichiamo!) e quindi viene a
mancare questa occasione.
Gentilmente, se vi fa piacere,
chiedeteci la visita del prete o
delle suore: saremo ben lieti di
venire. Grazie!
don Ruggero e le suore
numero 39 / Natale duemilatredici
Cultura
Bruno De Luca
I “Fuga” e Nello Cadelli
Guardando questa foto, che mi
è stata fatta pervenire da Iori Barbarioli, nipote di Arduino, mi sorgono spontanee quattro domande:
anno dello scatto, luogo e.. cosa
ci facevano seduti attorno ad un
tavolo questi nostri nonni/bisnonni e perchè il soprannome “Fuga”.
Premetto che non conosco alcuna
delle quattro risposte. Presumibilmente era subito dopo la seconda
guerra mondiale e non a Roveredo.
Per la terza domanda non suppongo alcunchè. Presi uno per uno non
erano “festaioli”, non erano infatti vezzi ne’ a giocare a carte ne’ a
recarsi in osteria ne’ a recarsi fuori
paese per futili motivi. Figuriamoci
vederli assieme. Resta un mistero.
Da sinistra: Pietro Pizzioli, Nello Cadelli, Arduino Pizzioli e Giorgio Pizzioli. Come quasi tutti i soprannomi
non è nota l’origine dell’appellativo
scherzoso “Fuga”.
Piero fuga, papà di Tullio falegname. Di lui si narrava che... Il
primo campo di calcio a Roveredo era ubicato in piazza e andava
dalle mura dei “fuga” (muro, guardando la chiesa, a sinistra e che va
fino all’attuale biblioteca) a quello
di destra, compresa via Verdi. Giocando, il pallone finiva spesso nel
cortile del buon Piero che se poteva lo tagliava con la britola (classico
coltellino ricurvo). Più volte ripreso
da amici e parenti, fu convinto ad
andare una volta ad assistere alla
partita. Si innamorò a tal punto che,
da quel momento, se il Roveredo
perdeva, andava a dormire (senza
prender sonno per il dispiacere)
senza cena.
Nello (Daniele) Cadelli, nonno
paterno di Nella e Luciana e materno di Bruno.
Arduino Fuga, fratello di Piero, papà di Toni (nonno del geom.
Franco), di Luigina (USA), Eride
e Fabio, capomastro, falegname,
muratore, coofondatore dell’allora
Cooperativa Edile, si è interessato
a lungo anche delle problematiche
della essicazione dei “cavaliers”
(bachi da seta).
Giorgio fuga, doveva muoversi con un carrettino che spingeva
con un piede. Quando sono arrivati “gli americani” si erano offerti di
comprangliene uno a batteria, ma
gentilmente lo rifiutò pensando gli
potesse creare problemi.
45
Cultura
Personaggi
Francesco Dal Bò
Addio, maestro!
In questo intenso duemilatredici per la nostra filarmonica non
ci sono solo stati momenti belli e
felici: purtroppo ai primi di ottobre,
è mancato il grandissimo Maestro
Antonio Celia, che è stato per 25
anni direttore della nostra Filarmonica. Tutti i componenti ed excomponenti del nostro sodalizio
sono sempre stati attaccati a questa grande persona di notevole carisma che era il M° Celia il quale,
con la sua grandissima passione,
ha insegnato la musica a tantissimi
giovani della nostra comunità.
Vogliamo ricordare in breve la
sua storia.
Da giovane si arruolò nell’esercito e durante la Seconda Guerra
Mondiale andò in Africa dove, tra
aspri combattimenti, in quella che
doveva essere un’Africa colonizzata dall’Impero Fascista, i combattenti italiani, soprattutto per
l’inadeguatezza dei mezzi militari,
le armi vetuste e i problemi logistici, dovettero soccombere ad una
forza militare chiaramente superiore, ovvero quella inglese. In quei
mesi di battaglia, l’allora sergente
maggiore Celia fu fatto prigioniero
dai britannici. Dopo cinque anni e
mezzo di prigionia in Kenia, finita
46
la Guerra riuscì a fare rientro in Italia. Nel dopoguerra fu spostato
in quel di Pordenone. Mantenendo
il lavoro nell’esercito riuscì a coltivare la sua grande passione per
la Musica suonando in alcune importanti orchestre da ballo. Negli
anni sessanta fu contattato da Pio
De Mattia, allora presidente della
Filarmonica, il quale lo convinse a
diventare Maestro della banda roveredana, allora in forte crisi. Celia
riuscì a coinvolgere con la sua bravura e capacità di polistrumentista
molti giovani che a loro volta coinvolsero i propri amici rimpolpando
le fila del complesso bandistico.
Il Maestro divenne anche il primo
direttore in regione ad insegnare e
far entrare in banda le donne, nonché fu anche il primo che utilizzò
la batteria nei brani musicali, anticipando di alcuni anni quella che
fu poi una necessità delle bande
(dapprima si suonavano solo cassa, piatti e rullante).
Da allora la Filarmonica ha portato innanzi la propria scuola di
musica, traendo spunto dal modo
di fare e di insegnare del grande
Maestro Celia. Nel 2006 ricevette
da parte dell’Amministrazione Comunale e quindi della sua Roveredo, la Cittadinanza Onoraria. Non
mancheranno comunque degli
appuntamenti nel futuro prossimo
per ricordare doverosamente il suo
operato a Roveredo.
Carissimo Maestro Celia, vogliamo però nel frattempo ricordare come hai saputo conciliare
impegno, autorità e ironia nella
nostra piccola comunità. E adesso
che hai vissuto con intensità la tua
vita e hai coltivato con passione i
tuoi talenti lasciandoci un esempio
umano importante, vogliamo pensarti felice in cielo, con i tuoi cari e
con la tua amata tromba a suonare
liete melodie.
numero 39 / Natale duemilatredici
Personaggi
Cultura
Enrico Gladulich
Mafalda Micheluz
La nostra comunità si è accomiatata da Mafalda Micheluz con
una cerimonia in Chiesa celebrata dal Parroco, presenti molti rappresentanti del mondo artistico e
culturale di Pordenone ed accompagnata dall’Ave Maria di Schubert
cantata dal baritono roveredano
Armando Badia.
Grande artista, Mafalda Micheluz aveva iniziato la sua carriera
musicale nel 1951 all’Opera di Roma continuandola poi nei principali
teatri del mondo con i più famosi
cantanti e direttori d’orchestra dei
quali riscuoteva stima e amicizia.
Non si era mai dimenticata di Pordenone, inaugurando la stagione
lirica al Verdi nel 1956 e dedicando
concerti agli ammalati dell’ Ospedale Civile, né Pordenone si era dimenticata di lei assistendo in massa in Corso Garibaldi alla prima
opera trasmessa dalla nostra televisione che la vedeva come protagonista dell’ opera “I Pagliacci”.
Non era molto conosciuta a
Roveredo, pur avendo avuto il
nostro paese un certo ruolo nella
sua vita: a Roveredo aveva ricevuto
i primi insegnamenti musicali da
Rita D’Andrea Cojazzi; a Roveredo
in via Julia aveva costruita la sua
casa, a Roveredo si era ritirata a
fine carriera nel 1968 seguendo il
marito Giorgio De Mattia, qui aveva
vissuto fino alla dipartita.
L’incontro con Giorgio De Mattia – primo direttore della nostra
Sergio Gentilini
Al ‘nostro’ don Giovanni
Rivolgiamo un augurio fraterno
e cordiale al ‘nostro’ don Giovanni
Sedrani, (Gianni, figlio di Piero “FETA” e della sig.ra Palma) a nome
dell’intera comunità roveredana
per il suo nuovo incarico nella comunità di S. Michele Arcangelo a
S. Michele al Tagliamento.
Nato a Roveredo il 27 marzo
1951, don Giovanni è stato ordinato sacerdote il 5 luglio 1975,
quindi ha avuto numerosi incarichi iniziando come vice parroco di
Sant’Andrea a Portogruaro, poi a
Pordenone, a S. Stino di Livenza e
quindi in diverse altre località: ultimo in ordine di tempo a Bagnarola
numero 39 / Natale duemilatredici
Cooperativa di Consumo - era avvenuto a fine anni ’60 ; li aveva uniti
l’amore per la musica e gli amici
ricordano ancora il cambiamento
di Giorgio che aveva accentuato la
cura nel vestire e nel parlare rimanendo roveredano ma diventando
nello stesso tempo “cittadino”. Mafalda e Giorgio insieme, avevano
deciso di donare la loro raccolta
di pregiati manufatti (prevalentemente vasi) risalenti al periodo fra
il settimo secolo avanti Cristo e il
primo secolo dopo Cristo al Museo di Pordenone. Esiste anche una
interessante raccolta di fotografie e
di costumi indossati dalla cantante, materiale che è auspicabile non
vada perduto. Insieme avevano
trascorso gli ultimi anni della loro
vita e Mafalda si era trasformata in
capace ed esemplare custode del
suo Giorgio, colpito da una grave
infermità.
(dal primo novembre 1999), che ora lascia dopo 14 anni in quanto gli
è stata affidata la parrocchia di S.
Michele Arcangelo a S. Michele al
Tagliamento.
Notevoli i suoi studi in teologia
con specializzazione liturgica e diritto canonico; notaio del Tribunale
Ecclesiastico Triveneto, difensore
del vincolo del Tribunale Ecclesiastico Regionale, insegnante in Seminario, vice direttore della Casa
dello Studente di Pordenone.
Al sempre ‘nostro’ don Giovanni fervidi e fraterni auspìci per un
proficuo apostolato nella nuova
comunità che gli è stata affidata.
47
Cultura
Personaggi
Sergio Gentilini
Mons. Ersilio Tonini, ricordo-omaggio
Se ne vanno i migliori, verrebbe
da dire: caposaldo ed ESEMPIO
magnifico e stupendo per noi tutti. “Mons. Tonini, quanto lascia nel
suo conto corrente?” Gli hanno
chiesto in una recente intervista: e
Lui risponde con una aperta e sonora risata.
Noi sappiamo cosa lascia:
niente! Niente denaro né ricchezze! Solo una grande lezione, una
lezione di vita: una vita spesa
evangelicamente “per gli altri”.
Entrato a undici anni in seminario e ordinato sacerdote nel 1937,
è poi diventato un vero missionario
di pace, per tutti: con la sua voce
viva, vibrante e coinvolgente, tagliente eppur profondamente convinta. “Zelante e generoso Pastore,
dalla feconda e molteplice attività
apostolica, dal linguaggio semplice e incisivo” così Papa Francesco.
Straordinario comunicatore,
lo ricordiamo anche in TV nella
trasmissione di Enzo Biagi “I dieci
comandamenti all’italiana”. Secco
come un chiodo e spelacchiato eppure era bellissimo: parlava
più con gli occhi che con le parole, schietto ed essenziale” (così
mons. Marco Granara); con il frequente ricordo dei genitori, per lui
modesti e grandi, e con la regola
aurea di vita trasmessagli da suo
padre - un toc de pan, voulèise
ben e una cusciensa netta - : qualità e sostanza, profonde, sentite e
48
vissute in prima
persona.
Nominato
alla guida della diocesi di
Ravenna
ha
preferito non vivere nel palazzo arcivescovile ma in una
semplice
camera dell’Ospedale S. Teresa del
Bambin Gesù, dove si assistono
anziani con varie patologie e bambini cerebrolesi.
Noi lo ricordiamo a Roveredo
nel 1994, martedì 23 agosto, la vigilia di San Bartolomeo, nel nostro
Duomo gremito di gente giunta
anche da lontano per ascoltarlo
sul tema “La gioventù nel nostro
tempo”, un intervento fotografato e
registrato: un avvenimento importante per la comunità, un intervento preciso puntuale e documentato, e quanto fecondo!
Nato il 20 luglio 1914, è morto
il 28 luglio scorso a Ravenna a 99
anni appena compiuti.
Lo ricordiamo con commozione e con una preghiera.
Ricordo dell’amico lapicìda
Angelo Michelin
Un anno fa, il 29 settembre, è
scomparso il noto lapicida Angelo
Michelin: era nato a San Giovanni
del Tempio il 26 luglio 1927, abitava lungo la Pontebbana in località
Cornadella, dove operava nel suo
laboratorio di marmi. Qui più volte gli ho fatto visita (sin dal 1994)
con i defunti mons. Antonio Moret, studioso e storico notevole, e
con il nostro parroco mons. Mario
Del Bosco: ambedue lo stimavano
moltissimo per la sua bravura, ma
soprattutto per la modestia e la sua grande umiltà.
Tra le sue opere ricordo quelle
che ammiriamo a Roveredo nella
chiesa di san Bartolomeo: le parti
marmoree dell’ambone e del maestoso altare in coro, mentre la parte in bronzo è opera del defunto
scultore don Luciano Carnessali;
poi la lapide sopra il portale principale, con la dedica in latino all’apostolo san Bartolomeo, Patrono
della nostra comunità.
Inoltre ricordo i due enormi
cippi in pietra viva, commissionati da mons. Mario Del Bosco,
con relative iscrizioni storiche ‘a
memoria’: uno è quello collocato il 25.4.1994 nel cortile della famiglia Bruno Sincovich in località
Villotte, dove sorgeva la cappella
campestre (chiesetta) dedicata
a “san Tomàs“(demolita nel 1777
perché pericolante). Il cippo ha la
Croce scolpita in alto e la scritta
“A ricordo perenne del villaggio
Villotta della rispettiva chiesetta S.
Tommaso e il suo cimitero per secoli testimoniata dalla piera de S.
Tomas, collocata a titolo di giurisdizione dai conti Ragogna di Torre. M. Del Bosco posuit 1994” (la
chiesetta con cimitero sorgeva lungo la strada che s’intersecava con
la ‘Ungaresca’ diretta al guado del
Cellina).
L’altro cippo è stato collocato il
2.9.1996 in località Mason di San
Quirino a ricordo della ‘magione’
numero 39 / Natale duemilatredici
Sport
Bruno De Luca
Lo sport nel 2013 a Roveredo
Ciclomarcia:
questa gara, simile al duathlon,
giunta alla sua 30^ edizione, ci ha lasciato, al femminile, un grande risultato sportivo.
Su un centinaio di partecipanti solo due concorrenti donne Roveredane al via ma ai primi due posti
nella Classifica Generale Femminile: 1^ Isabella Milani
in 1h. 19’ 44”, 2^ Maida Del Zotto. Per gli uomini (per
la cronaca la gara è stata vinta dall’equadoregno Carlos Sanchez) ben 8 i Roveredani iscritti: 1° Stefano
Migliozzi 1h. 10’ 51” (5° assoluto nella generale), 2°
Massimo Berton, 3° Gianluigi Berton, 4° Luca Scapol,
5° Daniele Valvason, 6° Daniele Sinosich, 7° Tiziano
Benedet, 8° Denis Gasparotto. Arrivederci alla 31^
edizione a fine agosto 2014.
dei Cavalieri del Tempio, ora chiamata Mason, le cui vestigia sono
ancora riconoscibili nella vicina casa paterna di Don Mario: un cippo
alto più di una persona, in pietra
viva con la Croce in alto e la scritta
“S. Quirino, luogo di transito per i
pellegrini diretti in Terrasanta, venne donato da Ottocaro VI di Stiria
all’Ordine dei Templari – monaci
soldati” (i confini vennero definiti il
10 novembre 1219, qui in Mason i
Templari ebbero il loro insediamento più importante con ospizio, chiesa, convento, scuderia e cimitero).
Michelin, inoltre, è stato presente con sue sculture in sasso e in
legno in diverse collettive dallo scrivente organizzate negli anni Novanta, anche a Roveredo nell’am-
Società Arcieristica Frecce del Noncello
La
che quest’anno conta 95 iscritti, ha organizzato due
gare valide per il Campionato Triveneto e le qualificazioni per quello Nazionale. Come risultati sportivi ha
ottenuto un secondo posto ai Campionati Italiani in
Calabria categoria Compound maschile con Stefano Chiarelli, due primi posti al Campionato Triveneto
con Paolo Dalla Santa nella categoria Freestyle e con
Stefano Chiarelli nella categoria Compound e un terzo posto con Elena Riccitelli nella categoria Ricurvo
femmnile e come società ha vinto la Coppa Triveneta
a squadre categoria Archi Tradizionali con Walter Rossi, Franco Giol e Gian Pietro Zucchetto. Per il 2014 il
programma ricalca quello del 2013 mentre saranno
incrementati i corsi di Tiro con l’Arco per chi volesse
avvicinarsi a questo sport in mezzo alla natura. Dal 3 al 5 ottobre
u.s. l’arciere del gruppo Roberto
pia Mostra personale allestita nel Sola ha conquistato la Medaglia
1994 nelle sale dell’allora Biblioteca di Bronzo ai Campionati Mondiacivica, che riscosse un ottimo suc- li di Tiro con l’Arco alla Sagoma
di Animale nella categoria Ricurvo
cesso di pubblico e di critica.
È stato un uomo semplice e Seniores (in Sudafrica).
schivo nella sua ‘arte di lapicìda’:
molto umile e, seppur stimato e
la
ha organizammirato, non si vantava mai,
anzi, sempre pronto ad accetta- zato 3 manifestazioni: a giugno la
re suggerimenti e consigli. Dopo gara riservata alla Categoria Giola scomparsa della consorte, mi vanissimi; ad agosto la Pedalata
confidò: “Non mi rassegno anco- Ecologica “Roveredo in Bicicletra… ogni giorno vado da lei per ta” che, a causa del maltempo, è
una preghiera e un saluto; se non stata poi annullata; a novembre la
gara di Mountain Bike riservata a
avessi la Fede non so cosa farei”.
Riposa con la moglie Elena, tutte le categorie amatoriali.
Gli atleti della Ciclistica Roveremorta il 17 maggio 2008, nel cimitero di Fratta di Caneva la cui chie- do, sempre nel 2013, hanno preso
sa ospita un S. Antonio morente, parte a molte gare che spaziavaopera scultorea da lui donata nel no dal Ciclocross alle Mountain
1999.
Ter- Bike ed alle Gran Fondo portando
mino ricor- a casa dei buoni piazzamenti che
dandolo con hanno dato lustro alla Società,
c o m m o s s a che grazie agli sponsor può ora
ammirazione sfoggiare una nuova divisa. Per il
e la stima di 2014 i programmi ricalcano quegli
sempre per del 2013.
la sua bravuha orIl
ra e la profonda
sua ganizzato domenica 29 settembre
a Roveredo l’11° Motoraduno “Del
umanità.
Società Ciclistica Roveredo in Piano
Motoclub V. & V.
numero 39 / Natale duemilatredici
49
Sport
Gialut”, a carattere interregionale (11° Trofeo Autofficina V. & V.). Nel programma un giro turistico “Roveredo - Visita alle Sorgenti del LIvenza”. A tutti gli
iscritti (purtroppo non moltissimi causa il maltempo)
un simpatico ricordo.
Ricordiamo che il Motoclub V. & V. è nato nel 1998
e si divide in tre settori: Motostaffetta, Turismo in Italia e all’Estero, Organizzazione di Motoraduni. Gli organizzatori, salutando i partecipanti, hanno dato loro
appuntamento per il prossimo anno.
Asd Bocciofila Roveredana.
La “Roveredana”, che consta di una sessantina di tesserati, ha
preso parte al Campionato Regionale Friuli V.G. per
Società di 1^ Categoria che era suddiviso in tre gironi,
classificandosi prima nel proprio ma perdendo poi la
Karate:
il giovane roveredano Alessandro Gentilini, figlio di Andrea e nipote di Sergio, del Sekai BudoKarate di Pordenone, cintura marrone a soli 10 anni,
ha preso parte in agosto al 28° Campus Mondiale di
Lignano. Per il giovane atleta è stata una vera emozione il ritrovarsi a “tu per tu” con tutte quelle icone
internazionali di fama mondiale. Alessandro è stato insignito l’anno scorso del Premio “Pituss Sportif” come
atleta dell’anno a seguito dei risultati conseguiti nel
biennio precedente. Bravo, continua così. I Roveredani sono con te.
Sopra: da sinistra Raminelli, Sodero, Gentilini e Valdesi qualche momento prima di iniziare la lezione
Sotto: lo spettacolare colpo d’occhio degli Atleti perfettamente
allineati dietro ai Maestri, assieme ai 4 Campioni del Mondo
schierati a destra
La compagine della Bocciofila Roveredana in quel di Alessandria per la Coppa Italia.
finale. Con Gianni Agnolin e Aldino Gaiotto ha vinto il
grande torneo di San Vito e con gli stessi ed altri Soci
ha ottenuto importanti piazzamenti anche fuori regione. Il 7 e 8 settembre ha rappresentato il Friuli V.G.
ad Alessandria prendendo parte alla gara Nazionale di
Coppa Italia. Perso il quarto incontro che le avrebbe
permesso di accedere alla fase finale a otto. Esperienza comunque molto positiva. La squadra era composta dal Presidente Armando Bigaran, dal Segretario Mario Poletti e da Domenico Del Giudice, Nino
Urbani, Angelo Foltran, Bruno De Luca e Virgilio De
Franceschi. La “Roveredana” ha organizzato diverse
competizioni, tra le quali spicca il 30° Trofeo Comune
di Roveredo in Piano. Gara aperta a tutte le Societè
del Triveneto alla quale hanno preso parte cinquanta
quadrette. Per il 2014 conta di ripetere il programma
di quest’anno. Partecipazione al Campionato Regionale di 1^ Categoria, a tutte le gare a calendario FIB
(Federaziome Italiana Bocce iscritta al C.ON.I.) alle
selezioni di categoria “C” e “D” per i campionati italiani
di singolo, coppia e terna, coppa Italia e organizzare
gare sociali e federali.
A.C. Virtus Roveredo:
Il Calcio a Roveredo
riparte per la Stagione 2013/14 con ben 5 squadre:
La Prima Categoria, che cercherà di valorizzare alcuni
elementi del vivaio; La Juniores; Gli Allievi che, forti della vittoria nel Campionato Provinciale 2011/12,
parteciperanno, come l’anno scorso, al Campionato
Regionale; Gli Esordienti; I Pulcini. C’è poi il gruppo
dei Piccoli Amici (5-6 anni) e La Scuola Calcio Settore Giovanile e Scolastico. Non pensiamo di ripeterci
congratulandoci con il Presidente e lo Staff dirigen-
50
numero 39 / Natale duemilatredici
Sport
ziale per la grande mole di lavoro prodotto per i nostri
giovani Roveredani.
APD Vis et Virtus:
Nel 2012/13 la Pallavolo Roveredana ha preso parte ai vari Campionati
di 1^ Divisione (classificandosi al 2° posto), di 2^ Divisione, Under 16, Under 15, Under 14, Under 13,
Under 12 e Amatoriale AICS. Per la già iniziata Stagione 2013/14 è ripartita dalla 2^ Divisione pescando
dal vivaio, avendo ceduto i diritti acquisiti nel 2013
al Volley Pordenone. Anche qui le congratulazioni al
Presidente Palmiro Bran e a tutti i suoi collaboratori
per il costante impegno a favore delle nostre giovani
ragazze.
APSD Roveredo: L’Associazione Pesca Spor-
tiva Dilettantistica Roveredo ha conseguito quest’anno risulatti gratificanti nel suo tour agonistico in Friuli
e Veneto. Due primi posti come squadra (Palse e Boldara-VE) e un primo individuale (Trofeo Interregionale
a San Martino A.T.). Ho organizzato 4 gare sociali con
buona partecipazione anche di giovanissimi. Momento importante il Memorial Tassinato, ma soprattutto la
5^ Edizione della manifestazione “La Pesca Sportiva,
uno Sport per tutti” alla quale hanno preso parte 42
ragazzi diversamente abili con la presenza, tra gli altri,
del presidente dell’Ente Tutela Pesca e del Sindaco di
Roveredo arch. Bergnach.
È intenzione della APSD Roveredo di proseguire,
nel 2014, in queste attività e, dove possibile, migliorarle al fine di dare sempre maggior prestigio alla comunità roveredana.
Tennis Club Roveredo:
È stata un’ottima
annata agonistica quella trascorsa per il tennis roveredano. I ragazzi hanno disputato la bellezza di 33 finali,
vincendone 16.
Sei invece le finali nelle varie categorie dei Campionati Regionali Giovanili, tre a squadre e tre individuali.
Tre sono i titoli di Campione Regionale aquisiti: Wood
Favero Joshua
Wood Enrico
Enrico (Under 11), Favero Joshua (Under 13) e Santarossa Marco-Crovatto Simone (Under 16 a squadre).
Inoltre hanno vinto tornei: Mazzon Chiara, Favero Joshua, Delpioluogo Alessia, Tramontin Alessio e Pase
Ginevra. Sono ben 4 i giocatori ammessi ai Campionati Italiani di categoria: Wood, Favero, Crovatto e
Santarossa; 2 le squadre ammesse ai Campionati Italiani: Under 12 e Under 16 maschili. La squadra Under 8 composta da Cardillo Alessandro, Fanna Alessandro, Crisci Alessio e Lucito Matilde ha vinto la 10^
Edizione del Campionato PIA per le Scuole di Tennis.
Per la Società è la quarta volta di seguito. I più “maturi” hanno ottenuto con Bortoluzzi Guido, Crovatto
Simone, Lucito Paolo, Rizzetto Marco e Santarossa
Marco, il diritto di partecipare al prossimo Campinato
di Serie C.
Per il 2014 la speranza è di confermare i risultati di quest’anno, soprattutto con la possibilità di poter finalmente disporre di adeguate strutture come la
nuova realizzazione della sede e spogliatoi e di nuovi
campi coperti e scoperti.
Santarossa Marco e Crovatto Simone
numero 39 / Natale duemilatredici
51
Fotocronaca
S. Pa
n
crazi
Aggi
ungi
52
o
un po
sto a
tavol
a
numero 39 / Natale duemilatredici
Scrigno dei ricordi
Scrigno
dei
ricordi
Elio Bomben (sinistra) e Pierina Barbariol, in Codes
colo scorso
rbariol
Pietro Ba
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1935.
Sofia Fantin e Ferruccio Rigoni
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numero 39 / Natale duemilatredici
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53
Anagrafe Parrocchiale
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il 10 agosto è entrata una stella in casa Poletto, Francesco, dono
di Dio, per rallegrare mamma Milena e papà Michele: lunga
e felice vita!
il 28 maggio, fiocco azzurro in casa Barbariol
per l’arrivo del piccolo
Pietro: felicitazioni a
mamma Vasilica e papà
Igor.
TI SON NATO PERCHÉ...
Battesimi
a ottobre 2013
02 Giugno 2013
Rebecca Gattel
di Maicol e di Veronica Di Carlo
Giulia Sartor
di Massimiliano e di Fannj Meneguzzi
23 Giugno 2013
Elisabetta Bruna Fabris
di Angelo e di Ihoanna Morales
13 Luglio 2013
Ludovico Re
di Alessandro e di Veronica Mangiarotti
14 Settembre 2013
Samuel Aldo Missinato
di Michele e di Roxana Maria Ciurars
22 Settembre 2013
Stefano Corincig
di Andrea e di Lara Antonioli
Martina Del Ben
di Federico e di Antonella Marcelli
Giulia Buttignol
di Marco e di Sara Feletto
12 Ottobre 2013
Eros Bertolin
di Iuri e di Cristina Santarossa
54
Trinitario: mi streccio, Unico Dio,
bambino semplicissimo, per scriminarti, adagio,
da tutte quante le tue complicatezze,
mio fanciullo arruffato
Di dita larghe, la Madre a pettinarmi,
che Debole non pianga.
Intanto, nenia e già io dormo fondo,
perché tu di me paura non abbia più.
Per te qui giaccio, in una cuna dato tutto d’amore,
se tu non voglia ancora dubitare,
ma confidare perdutamente in Me.
Nel mezzo della notte di questa terra dal Cielo avvengo.
E Illumino universo e Penetrante senso
di ciascun essere.
E m’individuo in unica Persona: Gesù di Nazaret.
Così ti accetti: intero nei tuoi limiti, irripetibile.
Ti nasco in uomo e come nudo di mia Divinità.
Ti offro così la Grazia di spogliarti degli egoismi tuoi.
Perseguitato fin dal principio e di continuo sino alla fine.
Te Beato, se vuoi con me, compagno
sotto la stessa Croce.
Immensamente mi spazio in una stalla d’umiliazione.
Per ciò qualunque posto tu puoi santificare,
se Cristiano lo abiti.
Perché io vengo in figlio d’uomo e passo povero,
mi trovi e mi rintracci, nell’andar quotidiano,
Unica tua Ricchezza.
Tuo Dio, mi sono fatto
Secondo Adamo ad Immagine Tua,
per farti mio Fratello, a Somiglianza Mia
Figlio Del Padre, Divinamente.
Dio fatto Uomo mostra la Vita Nuova a chi Lo Crede.
d. Giovanni Costantini 2012
numero 39 / Natale duemilatredici
Anagrafe Parrocchiale
Matrimoni
15 Giugno 2013
Stefano Bruno Corazza con Anna Cinzia Del Piccolo
22 Giugno 2013
Ivan Vendramini con Lisa Eva Guglielmin
(nella foto)
Sara Tenerelli e Andrea Uliana si sono sposati il 20 aprile
scorso, a Trieste
Il giorno 14 settembre 2013 nella chiesa di Postioma (TV) si
sono sposati Martina Visentin e Samuele Masieri.
20 Luglio 2013
Marco Damian con Martina Bazzo
7 Settembre 2013
Alessandro Favarin con Sarah Tinor
14 Settembre 2013
Marco Santarossa con Sara Giacobini
5 Ottobre 2013
Davide De Biasio con Elena Modenese
12 Ottobre 2013
Iuri Bertolin con Cristina Santarossa
19 Ottobre 2013
Fabiano Del Piero con Silvia Matera
numero 39 / Natale duemilatredici
Valentina Vello e Ivan Sari si sono sposati presso la Basilica del
SS. Redentore a Venezia il 13 ottobre 2013
55
Anagrafe Parrocchiale
nella pace dei
Santi
Anniversari
La vita oltre
la morte è un mistero che tocca le nostre
anime e le nostre più intime attese ma
la speranza cristiana ci ricorda come il
Paradiso è sempre la nostra ultima mèta
Adele Tinor Centi
Remo Tinor Centi
Antonietta e Filippo Medici
+ 14.09.2010
+ 26.01.2011
5° anniversario
Gisella Sedrani
Domenico Cosilli
Vittorio Bertolo
Loretta Redivo
n. 28.04.1925
n. 3.12.1940
+ 5.11.2012
Maria Redivo
in De Luca
Benito Zorzit
n. 18.06.1931
+ 21.02.1992
+ 31.10.1989
+ 24.03.2011
in Nebel USA
+ 2006 in Canada
di anni 89
+ 20.06.2013
a Pisa
Rino e Maria Barbarioli
Bruno Cusin
7 giugno 2013
morti in Adelaide (Australia) rispettivamente il
20° anniversario
Pezzutti Augusta
Mariucci
03.10.2012 e 10.03.2013
Emiliano Di Bernardo
n. 26.07.1977 + 26.11.1997
Robert De Luca
3° anniversario
Ogni discorso non spiegherebbe il dolore.
Ti ricordano con amore mamma, papà, sorella e figlia.
56
È per te questo fiore che ho scelto,
te lo lascerò lì
sotto un cielo coperto.
Mentre guardo lassù,
sta passando novembre
e tu hai vent’anni per sempre.
Solo che non doveva andar così,
tutti ora siamo un po’ più soli qui.
Mamma
numero 39 / Natale duemilatredici
nella pace dei
Santi
Anagrafe Parrocchiale
Sono ritornati al Padre
07 Maggio 2013
25 Febbraio 2013
12 Maggio 2013
15 Maggio 2013
13 Maggio 2013
17 Maggio 2013
Bergnach Guido
Aracena Ruf
Anibal Franz
Cuffolo Silvio
Cadelli Matilde
Ladich Ervino
Modolo Angela
di anni 87
di anni 82
di anni 60
di anni 95
di anni 88
di anni 68
20 Maggio 2013
24 Maggio 2013
31 Maggio 2013
04 Giugno 2013
05 Giugno 2013
13 Giugno 2013
Pillot Marco
Monfrini
Domenica
Del Piero Valerio
Polese Bruno
Fabbro Carolina
Cescutti Pietro
di anni 75
di anni 75
di anni 99
di anni 88
di anni 86
di anni 82
14 Giugno 2013
02 Luglio 2013
19 Giugno 2013
30 Luglio 2013
16 Luglio 2013
12 Agosto 2013
Maiutto Angela
Lisetto Amelia
Rigato Aldo
Damo Angelo
di anni 88
Marengo
Giuseppina
Portacci Renato
di anni 93
di anni 71
di anni 89
di anni 84
di anni 89
18 Agosto 2013
22 Agosto 2013
31 Agosto 2013
18 Settembre 2013
17 Settembre 2013
24 Settembre 2013
Redivo Gisella
Micheluz Mafalda
Semeia Ovidio
Banchi Enrico
di anni 99
di anni 91
Bassanese
Claudia
di anni 92
di anni 72
Vicenzotto
Maria Luisa
di anni 55
numero 39 / Natale duemilatredici
di anni 68
57
Anagrafe Parrocchiale
nella pace dei
Santi
28 Settembre 2013
Del Piero Dante
24 Settembre 2013
di anni 89
Visentin Stefano
di anni 38
28 Settembre 2013
Antonietta
Mariniello
in Frezza
di anni 65
Trentola-Ducenta (CE)
Tu ora sei il nostro angelo custode dolce nonna, strepitosa
mamma, donna straordinaria!
Tu che ti preoccupavi di farci
avere il meglio, di soddisfare
ogni desiderio anche quelli inespressi.
Tu, nonna, ci manchi da morire, manchi da morire a tutti
noi!
Ti vogliamo bene, ti amiamo,
resterai per sempre nei nostri
cuori.
Le tue nipoti, Giusy e Antonia
Se conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo,
se potessi vedere e sentire quello che io sento e vedo
in questi orizzonti senza fine
e in questa luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti se mi ami!
Sono ormai assorbito dall'incanto di Dio
dalle Sue espressioni di infinita bontà
e dai riflessi della sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto!
Mi è rimasto l'affetto per te,
una tenerezza che non ho mai conosciuto!
Sono felice di averti incontrata nel tempo,
anche se tutto era così fugace e limitato.
Ora l’amore che mi stringe profondamente a te,
è gioia pura e senza tramonto.
Mentre io vivo nella serena e gioiosa attesa del tuo arrivo tra noi,
tu pensami così:
nelle tue battaglie pensa a questa meravigliosa casa,
dove non esiste la morte,
dove ci disseteremo insieme nel trasporto più intenso
alla fonte inesaribile dell'amore e della felicità.
Non piangere più se veramente mi ami!
Corrispondenza
Riceviamo sempre con grande piacere le lettere dei nostri lettori ed amici che
risiedono all’estero. Ricambiamo di cuore i saluti, cari amici, e rassicuriamo di
ricordarci di voi nella preghiera.
Carissimo don Ruggero,
mi ha fatto molto piacere ricevere la “Voce di Roveredo”, le sono molto grata e riconoscente.
Sarà un bel ricordo per le famiglie che verranno dopo di noi, sperando che qualcuno di loro ricordi e capisca
l’italiano. La ringrazio infinitamente, mi ha fatto tanto piacere leggere tutti gli articoli dedicati ai 100anni compiuti della nostra chiesa e mi avrebbe dato poter essere presente! Nella preghiera mattutina ho una bella foto
della nostra chiesa con le statue della Madonna del Rosario e l’altare a San Bartolomeo e con loro mi sento a
Roveredo. (omissis)
Mrs. Loretta De Luca - Peterborough ONTARIO (Canada)
58
numero 39 / Natale duemilatredici
L’angolo della Posta
Sono molto contento di raggiungervi almeno con le mie parole per La Voce.
Siete ancora vivi nella mia memoria pur essendo molto lontano da voi. I quattro
anni della mia vita in Italia con voi a Roveredo sono stati un’esperienza ricca, bella e
affettuosa. Un grazie dal profondo del mio cuore a tutti voi per la vostra ospitalità e
generosità verso di me.
Ora lavoro nel nostro seminario minore come formatore. Oltre a questo, collaboro
anche nel nostro piccolo centro di ascolto e di aiuto/orientamento (counseling).
Nel seminario minore abbiamo adesso 34 seminaristi per quattro anni. Il primo anno ci sono gli studenti
che entrano in seminario dopo l’esame di maturità. Gli altri tre anni ci sono gli studenti che seguono l’università secolare. Dopo l’università questi vengono mandati a studiare filosofia e teologia al seminario maggiore che appartiene alla Chiesa
Cattolica Latina nel nostro
stato, Kerala (ci sono anche
altri due riti orientali nel mio
stato che sono Syro Malabari
e Syro Malankara). La comunità residente dei formatori del
nostro seminario minore include: il rettore, il vice rettore, il
padre spirituale e il counselor.
Io faccio all’interno del seminario una doppia missione,
come padre spirituale e come
psicologo. Insegno anche un
po’ di psicologia e inglese ai
seminaristi.
Riguardo al lavoro del centro di ascolto e orientamento,
ho l’impressione che sia una missione preziosa e un’emergenza dei nostri tempi. Praticamente mi occupo
delle persone dal lunedì fino al venerdì dalle 10 fino alle 17. Nella mia esperienza, anche se solo di due mesi, i
problemi che dobbiamo affrontare sono abusi sessuali, difficoltà con lo studio e con la scuola, di adolescenti,
di conflitto famigliare, divorzio e, in alcuni casi, vero e proprio disagio mentale. La maggioranza viene con l’idea
magica che il problema si risolva subito con una seduta sola. Ci sono tante richieste d’aiuto. Il centro che abbiamo per ora è un piccolo edificio con due stanze, dovremmo costruirne un altro grande. Per il futuro, io vorrei
formare un piccolo gruppo di preti, suore e laici che siano preparati nell’arte dell’ascolto e orientamento e che
lavorino volontariamente al centro.
don Rajesh Pollayil
CLASSE
CATECHISTI
GIORNO
ORARIO
1^ elementare
2^ elementare
3^ elementare
4^ elementare
Sara Zanchetta e Giulia Fabris
Monica D’Andrea e Antonella Toppi
Barbara Giacobbe, Franca Cancian, Paola e Gianluigi
Mara Zamparini e sr Daniela
Mara Zamparini e sr Daniela
sr. Cecilia - Sergio Milani - Marco Pulzato - Elena Diffen
Luisa Masieri - Mirella Sandri - sr. Cecilia - Sergio Milani - Elena Diffen
Ilaria De Mattia e Martina
Luciana De Mattia e sr. Daniela
Loretta Pigatto - Paola Bortoluzzi - don Ruggero
Paolo Michelon, Alida Prates e Robert Pal
don Ruggero e Mussio Milena
Gianna Martin e Gabriella Borin
Silvia Badia
Enzo Re
sabato
sabato
sabato
sabato
sabato
sabato
11.00-12.00
11.00-12.00
10.00-11.00
10.00-11.00
11.00-12.00
10.00-11.00
venerdì
14.30-15.30
mercoledì
venerdì
mercoledì
lunedì
sabato
lunedì
giovedì
15.00-16.00
14.30-15.30
19.00-20.00
19.00-20.00
18.00-19.00
18.00-19.00
21.10 - 22.10
5^ elementare
I media
II media
III media
I superiore
II superiore
III superiore
IV superiore
V superiore
numero 39 / Natale duemilatredici
59
Buon Natale
e Buone Feste
a TUTTI
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Pubblicazione - Parrocchia San Bartolomeo Apostolo