ELETTROMAGNETISMO
E
ULTRASUONI
IL LAVORO CON APPARECCHIATURE
CHE PRODUCONO CAMPI
ELETTROMAGNETICI O
ULTRASUONI
DOCUMENTO
INFORMATIVO
A cura di:
 Servizio di Prevenzione e Protezione
 Servizio di Ingegneria Clinica
L’informazione sui rischi per la salute nei
luoghi di lavoro è un diritto del dipendente.
L’attività di informazione può essere svolta in
diversi modi, in particolare l’art. 3 punto f)
del D.Lgs 626/94 prevede che il datore di
lavoro si avvalga in questo del Servizio di
Prevenzione e Protezione (art. 9 punto d).
Introduzione
Finalità dell’incontro è quello di presentare
e conoscere questi fenomeni fisici, la loro
pericolosità per la salute e gli aspetti
normativi che ne regolamentano l’uso.
Tratteremo quindi i seguenti argomenti:
aspetti fisici
 rischi per la salute
 normativa essenziale di riferimento

Quadro generale
L’analisi delle caratteristiche fisiche
permette di conoscere quali siano:
i rischi ed i danni conseguenti e pertanto
quali provvedimenti adottare per prevenirli
La presenza di rischi ed eventualmente di
danni spiega il perché anche dell’intervento
legislativo.
Esso si è reso necessario per far sì che
l’utilizzo di questi prodotti sia possibile solo
nel rispetto di determinate condizioni.
Glossario
SPP o Servizio di Prevenzione e Protezione
 Medico competente
 RLS o Rappresentanti dei Lavoratori per la
Sicurezza
 TLV (thereshold limit value) o Valore
Limite di Soglia

SPP
Presente presso ogni azienda pubblica o
privata ai sensi dell’art. 8 del 626, ha lo
scopo di:
 valutare i rischi,
 proporre le opere di bonifica
 svolgere attività di informazione e
formazione nei confronti dei lavoratori
Medico Competente
E’ una figura prevista già dall’art. 33 del DPR
303/56 e successivamente dall’ art. 7 del D.Lgs
277/91 e dall’art. 4 del D.Lgs 626/94.
Suoi compiti sono quelli di effettuare le visite
mediche ai dipendenti esposti a rischi esprimendo
i giudizi di idoneità, visitare i luoghi di lavoro
assieme al SPP e più in generale di collaborare
alla predisposizione delle misure di tutela della
salute dei lavoratori.
RLS
Si tratta di dipendenti che devono essere
individuati nelle aziende pubbliche o private
ai sensi dell’art.18 del 626.
Principali compiti sono quelli di
promuovere l’individuazione e l’attuazione
delle misure di prevenzione idonee a
tutelare la salute e di fare proposte in merito
all’attività di prevenzione
TLV ovvero i valori limite della
soglia di danno
I TLV indicano per ogni sostanza o aspetto
fisico (luce, rumore, temperatura, ecc.) quali
siano le concentrazioni atmosferiche o i
limiti cui si ritiene che la maggior parte dei
lavoratori possa rimanere esposta
ripetutamente, giorno dopo giorno, senza
effetti negativi per la propria salute.
Tuttavia, a causa della variabilità
individuale una piccola percentuale di
lavoratori può accusare disagio o danno a
concentrazioni o o valori inferiori al TLV.
Condizioni personali quali il fumo, l’alcool,
l’uso di droghe o farmaci possono altresì
rendere alcune persone più sensibili
Pertanto i TLV non costituiscono una linea
di demarcazione netta fra concentrazione o
livelli sicuri e quelli pericolosi.
I TLV sono stabiliti sulla base dei dati più
attendibili ricavati dall’esperienza
industriale, dalle ricerche sull’uomo e da
quelle sugli animali.
Il criterio con cui il limite viene fissato può
variare a seconda della sostanza o del
fenomeno fisico: a volte ci si propone di
prevenire i danni per la salute, in altri di
eliminare fenomeni irritativi, di narcosi, di
disagio o di altre forme di stress.
Aspetti fisici
dell’elettromagnetismo e degli
ultrasuoni
a cura del Servizio di Ingegneria Clinica
dell’ULSS 5
CAMPI ELETTROMAGNETICI
Le onde elettromagnetiche derivano il loro nome
dal fatto che presentano una componente elettrica
ed una magnetica.
La presenza di cariche in movimento (componente
elettrica) genera un campo magnetico; a sua volta
un campo magnetico variabile nel tempo genera
un campo elettrico.
Inquinamento elettromagnetico
Con questo termine si indica la presenza di
campi elettromagnetici che possono
interferire con le apparecchiature elettriche,
elettroniche e con il corpo umano.
Compatibilità elettromagnetica (EMC)
E’ la capacità di un apparecchio o impianto
elettrico o elettronico di funzionare correttamente
senza introdurre disturbi che possano interferire
con il funzionamento di altre apparecchiature
(decreto 615/96).
La marcatura CE dei prodotti comprende la
conformità anche ai requisiti EMC quindi
garantisce che il prodotto non sia fonte di disturbo
per altre apparecchiature, ne suscettibile di essere
disturbato.
Le onde elettromagnetiche sono caratterizzate da
due grandezze fisiche:
· la frequenza
· la lunghezza d’onda
Questo consente all’interno dello spettro di
emissione elettromagnetico di distinguere e
suddividere le onde in bande ben determinate.
BANDE
FREQUENZA
ELF
0-3 kHz
extremely low frequency
VLF
3-30 kHz RF
very low frequency
LF
30-300 kHz RF
low frequency
MF
300 kHz-3 MHz..RF
medium frequency
HF
3-30 MHz RF
high frequency
VHF
30-300 MHz MW
very high frequency
LUNGHEZZA
D’ONDA
> 100 km
100-10 km
10-1 km
1 km- 100 m
100-10 m
10-1 m
BANDE
FREQUENZA
UHF
300 Mhz-3 GHz MW
ultra high frequency
SHF
3-30 GHz MW
super high frequency
EHF
30-300 GHz MW
extremely high frequency
IR
0,3-385 THz
infrarosso
VISIBILE
385-750 THz
UV
750-3000 THz
ultravioletto
RAD JONIZZANTI
>3000 THz
X, gamma
LUNGHEZZA
D’ONDA
1 m-10 cm
10-1 cm
1 cm-1 mm
1000-780 micron
780-400 micron
400micron-100 nm
< 100 nm
I campi elettromagnetici quindi non sono trattabili
come se fossero un’unica entità, bisogna
distinguere almeno i CEM a bassa frequenza (0 < 300 Hz) detti ELF, generati dagli apparecchi
elettrodomestici e dagli elettrodotti dai CEM ad
alta frequenza (da 300 Hz fino a 300 GHz) o
“radiofrequenze” e quind RF, usati nelle
telecomunicazioni, in ambito industriale, forni a
microonde ed apparecchi per FKT (la
Marconiterapia funziona generalmente a 27,12
MHz, la Radarterapia a 2,45 GHz).
Le bande elettromagnetiche che rivestono
interesse nel nostro caso sono quelle
comprese fra le frequenze di 30 kHz e 300
GHz
La lunghezza d’onda è la grandezza di
riferimento utile per identificare le
caratteristiche geometrico-spaziali del
campo. Esse dipendono dalla distanza
rispetto alla sorgente di emissione.
La sua conoscenza permette quindi di definire:
il campo radiato
cioè la zona la cui distanza dalla sorgente è
maggiore rispetto alla lunghezza d’onda, in esso
le onde elettromagnetiche assumono l’aspetto di
sfere che si allontanano dalla sorgente alla
velocità della luce
il campo reattivo
cioè la zona la cui distanza dalla sorgente è
inferiore rispetto alla lunghezza d’onda, in questa
zona l’energia non lascia la sorgente ma viene da
essa riassorbita.
La conoscenza della geometria e delle
caratteristiche spaziali dei campi elettromagnetici
riveste fondamentale importanza per individuare
le zone corrispondenti alle postazioni di lavoro
degli operatori, allo scopo di valutare la tipologia
e l’intensità della loro esposizione.
Bisogna tuttavia ricordare che i campi
elettromagnetici possono venir convogliati a
distanza attraverso strutture metalliche (strutture
di sostegno, reti di alimentazione elettrica,
impianti di condizionamento, ecc)
UNITÀ DI MISURA IMPIEGATE PER I
CAMPI ELETTROMAGNETICI
Intensità di campo elettrico
misurata in Volt/metro (=V/m)
 Intensità di campo magnetico
misurata in Ampère/metro (=A/m)
 Intensità dell’induzione magnetica
misurata in Tesla (=T)
 Densità di potenza irradiata
misurata in Watt/m2 (=W/m2)
 Entità dell’assorbimento
misurata in Watt/kg (=W/kg)

Utilizzo in ambiente sanitario
Nell’ambiente sanitario sono utilizzati
campi elettromagnetici a radiofrequenza e
microonde per il trattamento di forme
morbose in cui risulta utile la produzione di
un rialzo termico in una zona localizzata
all’interno dell’organismo.
Le onde elettromagnetiche infatti penetrano nei
tessuti esposti e producono riscaldamento in
conseguenza dell’assorbimento di energia.
Lo spessore di penetrazione del campo nel
tessuto dipende dalla frequenza del campo e va
aumentando con il diminuire delle stesse.
Oltre ad impieghi terapeutici è possibile un loro
utilizzo anche in campo diagnostico quali ad es.
Risonanza Magnetica
Termografia a MO
Radar Doppler
10-70 MHz
0,5-2,5 GHz
2450 MHz
Le applicazione terapeutiche comprendono
essenzialmente:
Marconiterapia
Radarterapia
Ipertermia
Magnetoterapia
Marconiterapia
o diatermia ad onde corte.
La parte da trattare viene introdotta in un campo
elettromagnetico che interagendo con i tessuti
produce un rialzo della temperatura locale
tramite fenomeni di dissipazione termica.
Utilizza frequenze comprese tra 27,12 MHz e
40,68 MHz.
Essendo il riscaldamento dei tessuti lo scopo
dell’effetto terapeutico, intorno agli elettrodi
esistono necessariamente valori di campo
particolarmente elevati.
Ad es. si è osservato che a 15 cm di distanza da
un elettrodo a condensatore è possibile registrare
valori di campo elettrico di 1000 V/m e sulla
consolle di comando del generatore i valori
possono aggirarsi intorno ai 100 V/m
Radarterapia o diatermia a
microonde
Si utilizza per riscaldare tessuti biologici esposti
ad un campo elettromagnetico con frequenze del
tipo microonde, l’energia elettromagnetica viene
parzialmente trasformata in calore a livello dei
tessuti.
I valori di campo elettrico osservati in questo caso
sono lievemente inferiori a quelli sopra indicati
per la Marconiterapia ma restano pur sempre
rilevanti.
Magnetoterapia
Questa applicazione sfrutta l’azione non
termica dei campi elettromagnetici
impiegati determinando pertanto dei bassi
livelli di densità di potenza irradiata.
ASPETTI SANITARI
In tutte le considerazioni circa gli effetti dannosi
delle radiazioni elettromagnetiche sul nostro
organismo dobbiamo ricordare che i nostri sensi
ed i nostri sistemi di regolazione operano usando
micro correnti elettriche a bassa intensità e
voltaggio. Queste si possono anche misurare, per
esempio le nostre “onde” cerebrali possono essere
registrate con un EEG.
I campi magnetici spesso producono correnti e
voltaggi più elevati di quelli presenti nel nostro
corpo.
I campi elettromagnetici penetrano nei
tessuti esposti e producono riscaldamento a
causa dell’assorbimento di energia.
Lo spessore di penetrazione del campo nel
tessuto dipende dalla frequenza del campo
ed è maggiore alle frequenze più basse.
Basse frequenze
Soprattutto i campi a bassa frequenza
possono causare irritazione del sensorio, del
sistema nervoso e delle cellule muscolari.
Più elevata è l’intensità del campo più forti
saranno gli effetti.
I campi ad alta intensità causano fenomeni
di stress.
Alte frequenze
Il corpo umano è particolarmente sensibile ai
campi ad alte frequenze.
I campi ad alte frequenze generano calore, locale o
generalizzato e quindi gli effetti più importanti
sono quelli termici che non provocano danni
finchè la circolazione sanguigna è in grado di
compensare l’aumento di temperatura.
Il corpo umano assorbe una grande quantità di
energia a determinate lunghezze d’onda, (specie
fra 30 e 300 MHz, con picco massimo a 70) per
queste frequenze si comporta quasi come
un’antenna e l’entità di assorbimento di energia
dipende anche dall’orientamento del corpo
rispetto al campo e dalla distanza dalla fonte in
rapporto alla lunghezza d’onda.
Per ogni corpo si può calcolare un coefficiente o
“rateo specifico di assorbimento” (SAR), che
esprime il quantitativo di energia radiante
trasformato in calore in funzione della massa
corporea.
Il SAR è importante perché viene utilizzato
come base per stabilire i valori limite.
Sono considerati sicuri i livelli di SAR inferiori
a 0,4 W/Kg come media sul corpo intero.
Effetti sulla salute
All’esposizione a campi elettromagnetici
vengono attribuiti vari quadri morbosi
differenziabili a seconda che la loro
insorgenza sia dovuta ad effetti di tipo
termico oppure no, questi ultimi vengono
definiti come “effetti non termici”.
Fra i primi sono riconducibili quadri clinici
a carico di organi con insufficienti capacità
termoregolative per cui non riescono a
dissipare efficacemente la produzione di
calore e quindi:
 occhio
 gonadi maschili
Occhi
sono registrate opacità del cristallino e della
parte anteriore del vitreo a seguito
verosimilmente di denaturazione delle
proteine.
Gonadi
A carico dei testicoli sono segnalati casi di
dispermia, diminuzione della libido,
riduzione del testosterone ematico.
Anche a carico dell’apparato riproduttivo
femminile sono stati rilevati a livello
sperimentale sull’animale alterazioni del
ciclo mestruale, aumento di aborti e di
malformazioni.
Gli effetti possono essere di tipo acuto: a
carico di occhio, sistema cardiocircolatorio,
endocrino, neurologico, emopoietico,
immunologico e riproduttivo.
I valori limite di esposizione sono stati
studiati sulla base di questi effetti e questi
effetti tendono ad impedire.
I danni attribuibili ad effetti non termici
sono riferibili prevalentemente al SNC con
la comparsa di tre sindromi:
 astenica,
 astenico-vegetativa,
 diencefalica.
Sono inoltre descritti casi di parestesie degli
arti ed alterazioni dell’EEG.
E’ da ricordare che a tutt’oggi non esiste la
certezza di un rapporto di causa-effetto data
l’elevata diffusione di tali sindromi nella
popolazione generale e dato che numerosi
altri fattori di stress possono coagire con
valore causale o concausale.
Effetti a livello endocrino,
ematologico ed immunologico.
A livello di ricerca sperimentale si è notato che
l’esposizione acuta o protratta a microonde può
determinare significative alterazioni dei tassi
ormonali, in particolare per gli ormoni tiroidei e
surrenalici, queste vengono interpretate come
risposte fisiologiche allo stress termico indotto.
Sul versante ematologico ci sono segnalazioni di
alterazioni del quadro ematico interessanti sia la
serie rossa come quella bianca.
Accertamenti sanitari
Considerato quanto sopra i target biologici
critici da studiare in occasione degli
accertamenti sanitari prima dell’esposizione
sono nell’ordine:
apparato oculare
congiuntiva, cornea
visus, cristallino, fundus
pressione endooculare
 sistema nervoso e neuroendocrino
visita neurologica con tempi di reazione
(tramite la somministrazione di test
valutativi delle sindromi neurasteniformi
es. MMPI ovvero Minnesota Multiphasic
Personality Inventory e la SSAD ossia Scala
Sintomatologica Ansioso Depressiva)

sistema emopoietico
emocromo con formula
 sistema riproduttivo
spermiogramma
dosaggio testosterone, gonadotropine, FSH,
ATP

E’ consigliabile inoltre una visita cardiologica con
esecuzione di ECG.
Allo stato attuale si può dire che livelli di SAR
vicino al limite fissato per i lavoratori (0,4 W/kg)
potrebbero prefigurare la possibilità di un effetto
a carico di alcune strutture oculari e del sistema
neuroendocrino.
Tabella riassuntiva delle manifestazioni
morbose attribuite a RF e MW
OCCHIO
cataratta
 opacizzazione del cristallino
 opacità corneali
 congiuntivite
 lesioni retiniche
 aumento della pressione endooculare

CUORE E CIRCOLAZIONE
bradicardia
 ipotensione
 ipertensione
 variabilità pressoria
 variabilità del ritmo cardiaco
 alterazione test funzionali
 alterazioni ECG
(allungamento tratto P-Q e del complesso QRS)
 acrocianosi

SISTEMA NERVOSO
alterazioni EEG:
onde lente e diminuita ampiezza delle onde alfa
comparsa di onde teta e delta
 diminuita risposta alla fotostimolazione
 aumentata sensibilità a psicofarmaci
 vagotonia
 tremori alle estremità ed alle palpebre
 innalzamento della soglie uditiva, visiva notturna e
tattile

SANGUE
linfocitosi assoluta
 labilità dei linfociti
 monocitosi
 modificazioni delle proteine plasmatiche
 riduzione del livello di istamina

SINTOMATOLOGIA VARIA
iperattività tiroidea
 aumentata iodocaptazione
 diminuzione della portata lattea
 diminuita risposta dei 17- chetosteroidi dopo
stimolazione con ACTH
 oligo e azospermia
 rash cutanei fugaci
 iperidrosi, sudorazione notturna
 cadutta di capelli, fragilità ungueale

SINTOMATOLOGIA SOGGETTIVA
cefalea
 nausea, vertigini
 insonnia,
 irritabilità
 stanchezza, debolezza
 diminuzione della libido
 dolori toracici
 senso di malessere
 disturbi della memoria, riduzione dell’ideazione

SINDROMI COMPLESSE

Sindrome “astenica”
(debolezza, facile affaticabilità, insonnia)

Sindrome da “microonde”
(vagotonia, bradicardia, ipotensione)
Nota:
questi sintomi compaiono entro i primi tre mesi e
successivamente al 6°-8° mese ed al 5° anno.
Effetti a lungo termine
Circa effetti a lungo termine più che certezze
sulla innocuità o sulla pericolosità, allo stato
attuale si può fornire una stima sulle probabilità
di danno, formulata sulla base di ipotesi
sperimentali.
Per quanto riguarda i CEM ad alta
frequenza cioè RF non si hanno dati di
induzioni neoplastiche; per gli ELF si rileva
un’associazione statistica tra esposizione
residenziale alle frequenze di rete e la
leucemia infantile tanto che gli ELF sono
classificati nella categoria 2B cioè
“possibile cancerogeno”.
LIMITI
Sulla base di quanto detto prima è facile capire che
debbono esserci diversi limiti di esposizione in
funzione della frequenza del campo
elettromagnetico e diverse tipologie di limiti in
funzione del tipo di danno che si vuole prevenire.
Sono quindi stati indicati dei “limiti di
base” espressi attraverso grandezze
dosimetriche strettamente correlate agli
effetti sanitari e dei “livelli di riferimento”
definiti mediante grandezze radiometriche
che caratterizzano l’ambiente, si tratta in
questo caso di grandezze esterne, facilmente
misurabili con l’idonea strumentazione.
Limiti 1 Hz - 100 kHz
Fra 1 Hz e 100 kHz i limiti sono definiti in
termini di densità di corrente indotta e tendono
a prevenire effetti sulle funzioni del sistema
nervoso.
Limiti 10 MHz - 10 GHz
Fra 10 MHz e 10 GHz i limiti di base sono
definiti in termini di SAR per prevenire sia stress
termici capaci di interessare l’intero organismo
che eccessivi depositi localizzati di calore nei
tessuti.
Per i lavoratori i limiti di SAR raccomandati sono
di 20 W/Kg per gli arti e di 10 W/Kg per la testa
ed il tronco e 0,4 W/Kg per il corpo intero.
Limiti 100 kHZ - 10 MHz
Fra 100 KHz e 10 MHz i valori indicati
servono a limitare sia la densità di corrente
indotta sia il SAR.
Limiti 10 GHz - 300 GHz
Fra 10 GHz e 300 GHz i limiti sono definiti in
termini di densità di potenza per prevenire il
riscaldamento dei tessuti alla superficie del
corpo data la scarsa capacità di penetrazione
delle microonde (esposizione lavorativa
massima = 50 W/m2).
Limiti di induzione magnetica
Per quanto riguarda il campo magnetico non
sono riferiti effetti nocivi per esposizioni
temporanee ad induzioni magnetiche statiche
fino a 2 T (Tesla).
Il limite di esposizione professionale è pari a 200
mT mediato nel tempo su di una giornata
lavorativa con un valore massimo raggiungibile
pari a 2 T (5 T per le estremità).
Misure di prevenzione
Nell’ambito della protezione sono sostanzialmente
due le linee da seguire:
 individuazione di percorsi e di punti di
stazionamento per il personale addetto e la
misurazione dei livelli di esposizione nei punti più
significativi;
 definizione di zone di rischio nelle immediate
vicinanze delle singole unità.
Le apparecchiature che generano radiofrequenze e
microonde disperdono campi elettromagnetici
nell’ambiente circostante che vengono
ulteriormente convogliati da impianti elettrici o
strutture metalliche.
La diffusione di questi campi comporta un rischio
aggiuntivo per gli operatori e per i pazienti oltre a
creare problemi di compatibilità con altri impianti.
Per evitare questi fattori negativi sono consigliati i
seguenti accorgimenti:
 installazione di dispositivi di filtrazione per
impedire il passaggio della radiofrequenza alla rete
elettrica,
 per evitare che i campi dispersi in aria provochino
esposizione indebita di altri operatori e pazienti è
indispensabile che in prossimità delle sorgenti non
vengano svolte altre attività,
schermature alle pareti dei box di terapia
con controllo del paziente attraverso oblò,
in assenza di questo le distanze tra le
sorgenti e le altre apparecchiature
elettromedicali devono essere tali da ridurre
i campi elettromagnetici trasmessi in aria a
valori tali da non comportare interferenze,
 ridurre al minimo il tempo necessario a
posizionare gli elettrodi di applicazione
(azzerando la scala).

ULTRASUONI
Si definiscono ultrasuoni quelle vibrazioni
meccaniche che si propagano in un mezzo
elastico sotto forma di onde le cui frequenze sono
superiori ai 16-20 kHz e non vengono percepite
dall’orecchio umano.
Oltre alla frequenza un’altra caratteristica da
considerare è la potenza di emissione misurata in
W/cm2.
Le applicazioni degli US sono molteplici, in
questa sede interessano quelle terapeuticomedicali che utilizzano frequenze dell’ordine dei
3 MHz.
Il tasso di assorbimento degli ultrasuoni aumenta
in funzione della loro frequenza mentre diminuisce
la profondità della loro penetrazione nei tessuti
umani.
L’assorbimento di US è accompagnato da
riscaldamento.
Gli US ad alta frequenza (cioè con lunghezza
d’onda molto corta) sono fortemente ammortizzati
nell’aria e non esercitano alcuna azione sulla salute
delle persone salvo quando ci sia contatto diretto
fra l’apparecchio emettitore e la superficie
corporea, esempio in caso di apparecchio difettoso.
Gli US a bassa frequenza hanno invece un’azione
generalizzata sull’organismo con l’intermediazione
dell’aria.
Con apparecchi molto potenti (6-7 W/cm2)
quest’azione può provocare delle lesioni del
sistema nervoso periferico e vascolari (polineuriti
e parestesie delle dita delle mani e degli
avambracci).
In personale esposto a US a bassa frequenza ed
alta potenza si osservano alterazioni del SNC e di
quello periferico, del sistema cardio-vascolare,
delle funzioni uditive e vestibolari, in certi casi si
osservano anomalie endocrine ed umorali.
In linea generale, sulla base delle attuali
conoscenze si può dire che la pericolosità maggiore
si verifica negli usi di US a bassa frequenza, quelli
ad alta frequenza divengono pericolosi solo quando
il contatto con il trasduttore sia diretto o attraverso
dei liquidi.
All’inizio la persona si lamenta di mal di testa
prevalentemente fronto-nasale, orbitario e
temporale e di facile affaticabilità, sensazione di
pressione all’interno delle orecchie, instabilità alla
marcia, vertigini e senso di malessere, questa
sintomatologia peggiora durante la giornata mentre
scompare con il riposo.
Anche i disturbi del sonno come la sonnolenza
durante la giornata costituiscono un’importante
sindrome dell’effetto degli ultrasuoni.
E’ frequente osservare un innalzamento della
soglia di sensazione dolorosa, acustica, vestibolare
e visiva.
Viene segnalata anche insufficienza del tono
vascolare con reazione vasomotoria molto intensa.
L’azione sistemica degli US può inoltre
manifestarsi con disturbi vestibolari e con aumento
della temperatura cutanea.
L’azione degli ultrasuoni sulla funzione uditiva è
sensibilmente meno intensa di quella esercitata
dal rumore ad alta frequenza ma comporta invece
delle anomalie più pronunciate per la funzione
vestibolare, la termoregolazione e la sensibilità al
dolore.
Meccanismo d’azione
La frazione assorbita provoca una serie di eventi
che variano a seconda della frequenza.
Fino a 1MHz il fenomeno prevalente è quello
della cavitazione, cioè la confluenza in bolle
sempre più grandi delle bolle submicroscopiche
di gas, sempre presenti nei liquidi fino a rompere
meccanicamente le strutture in cui si formano.
Con US di frequenze dell’ordine dei megahertz
l’energia meccanica è prevalentemente trasferita
alle strutture molecolari e cellulari con
dissipazione finale in calore (effetto termico).
Viene comunque riportato in molti lavori come
dalle risultanze sperimentali ed epidemiologiche,
salvo che per le esposizioni ad a US di alta
potenza, non emergano quadri morbosi ben
definiti, ne sicuramente attribuibili e molti dei
sintomi riferiti potrebbero essere causati da agenti
stressogeni ambientali di diversa natura.
Sorveglianza medica
La sorveglianza medica comporta oltre alla
visita un’anamnesi particolarmente attenta
al grado di inquinamento acustico presente
negli ambienti lavorativi ed extra del
soggetto controllato nonché l’esecuzione di
esame audiometrico ed otovestibolare.
Normativa
Alla data odierna le principali norme di legge sono
le seguenti:
 DM (sanità) 29/11/85: Disciplina
dell’autorizzazione e uso delle apparecchiature
diagnostiche a risonanza magnetica.
 Circolare 38 ministero della sanità del 27/5/87:
Disciplina delle autorizzazioni all’installazione ed
uso delle apparecchiature diagnostiche a RMN.
 DM (sanità) 2/8/91: Autorizzazione alla
installazione ed uso di apparecchiature diagnostiche
a RMN.
Circolare 2170 dell’ISPESL del marzo 1992:
Sicurezza dei lavoratori addetti ad apparecchiature
diagnostiche a RMN.
 Circolare ministero sanità del 28/4/92: Sicurezza dei
lavoratori addetti ad apparecchiature diagnostiche a
RMN: censimento-prevenzione.
 DPCM 23/4/92: Limiti massimi di esposizione ai
campi elettrico e magnetico generati alla frequenza
industriale nominale (50 Hz) negli ambienti
abitativi e nell’ambiente esterno.
 DM (sanità) 3/8/93: Aggiornamento di alcune
norme concernenti l’autorizzazione all’installazione
ed uso di apparecchiature a RMN.

DPR 13/4/94 n° 336: Nuova tabella delle malattie
professionali; al punto 51 della tabella vengono
indicate come professionali le malattie causate da
laser ed onde elettromagnetiche contratte in
ambiente lavorativo.
 DPR 8/8/94 n° 542: Regolamento recante norma
per la semplificazione del procedimento di
autorizzazione all’uso diagnostico di
apparecchiature a RMN.

Il DPCM 28/9/95, la
 L. 31/7/97 n° 349 ed il successivo
 regolamento n° 381 del 10/9/98
recano norme per la determinazione dei tetti
di radiofrequenza compatibili con la salute
umana.


L. 22/2/2001 n° 36: Legge quadro sulla protezione
dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed
elettromagnetici.
Questa legge ha per oggetto impianti, sistemi,
apparecchiature generanti campi elettromagnetici
che possano comportare esposizione di lavoratori e
popolazione con frequenza comprese tra 0 Hz e
300 GHz.
Vengono stabiliti concetti quali:
limite di esposizione: valore da non superarsi per
impedire effetti acuti,
valore di attenzione: valore che non deve essere
superato negli ambienti abitativi, scolastici o
comunque adibiti a permanenze prolungate
obiettivi di qualità: criteri localizzativi, standard
urbanistici utilizzo di tecnologie innovative, ecc.
La definizione dei valori dei limiti e delle
tecniche di misurazione dell’inquinamento
elettromagnetico viene rimandata ad un
successivo decreto da emanarsi entro 60
giorni.
L’art. 12 prevede entro 120 giorni un decreto che
contenga le informazioni che i produttori di
apparecchi ecc. ad uso domestico e lavorativo
devono riportare con apposita etichetta sugli
apparecchi.
Le informazioni comunque dovranno riguardare
i livelli di esposizione prodotti, la distanza di
utilizzo e le principali prescrizioni di sicurezza.
FINE
GRAZIE PER LA
COLLABORAZIONE
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