Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Coordinamento delle Facoltà mediche lombarde
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Indice
•
Legenda
•
Elenco dei Presidi delle Facoltà Mediche Lombarde
•
Elenco dei Coordinatori delle macroaree
•
Elenco dei Referenti delle macroaree
•
Scheda riassuntiva
•
Macroarea n. 1 – Endocrinologia e Malattie Metaboliche
•
Macroarea n. 2 – Immunologia
•
Macroarea n. 3 – Ematologia
•
Macroarea n. 4 – Gastroenterologia
•
Macroarea n. 5 – Infettivologia
•
Macroarea n. 6 – Materno-Infantile
•
Macroarea n. 7 – Oncologia
•
Macroarea n. 8 – Neuroscienze
•
Macroarea n. 9 – Genetica
•
Macroarea n. 10 – Cardiocerebrovascolare
•
Macroarea n. 11 – Terapie cellulari
•
Macroarea n. 12 – Tecnologie biomediche
•
Macroarea n. 13 – Respiratorio
•
Macroarea n. 14 – Ambiente, salute e lavoro
1
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delle Facoltà Mediche Lombarde
Legenda
a) Numerazione dei prodotti della ricerca
La numerazione dei prodotti della ricerca è costituita da tre numeri: il primo (da sinistra) identifica la
macroarea, il secondo l’area all’interno di una specifica macroarea e il terzo corrisponde al numero progressivo
del prodotto. Ad esempio:
3,2,5 indica il prodotto numero 5 dell’area 2 (mieloma multiplo) della macroarea 3 (Ematologia).
b) “Asterischi”
Gli "asterischi" identificano lo stato di consolidamento del prodotto e il suo livello di trasferibilità. In
particolare:
UN asterisco (*) contraddistingue prodotti in fase iniziale di consolidamento, cioè in relazione ai quali una parte
preliminare del lavoro di ricerca è già stata fatta, e sostanziata da pubblicazioni su riviste scientifiche peerreviewed, ma che tuttavia non sono già "vendibili", anche se si presume che in futuro potranno esserlo;
DUE asterischi (**) contraddistinguono prodotti consolidati in modo pieno (con pubblicazioni pertinenti su
riviste scientifiche peer-reviewed), ma che al momento non sono ancora compiutamente trasferibili;
TRE asterischi (***) contraddistinguono quei prodotti consolidati e trasferibili immediatamente.
NON si tratta di una valutazione di valore scientifico del prodotto stesso, ma del grado di trasferibilità del
prodotto, che in ogni caso ha requisiti di elevata qualità.
c) Abbreviazioni Università
• UniBs = Università di Brescia
• UniVa = Università dell’Insubria
• UniMi = Università di Milano
• UniMib = Università di Milano-Bicocca
• UniPv = Università di Pavia
• UniHsr = Università Vita-Salute San Raffaele
2
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delle Facoltà Mediche Lombarde
Elenco dei Presidi delle Facoltà Mediche Lombarde
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Prof. Lorenzo Alessio (Università di Brescia)
Prof. Alberto Calligaro (Università di Pavia)
Prof. Paolo Cherubino (Università dell’Insubria)
Prof. Virgilio Ferrario (Università di Milano) - coordinatore
Prof. Antonio Scala (Università Vita-Salute San Raffaele)
Prof. Andrea Stella (Università di Milano-Bicocca)
Elenco dei Coordinatori delle macroaree
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Prof. Carlo Agostoni (UniMi)
Prof. Francesco Auxilia (UniMi)
Prof. Pier Alberto Bertazzi (UniMi)
Prof. Andrea Biondi (UniMib)
Prof. Francesco Blasi (UniMi)
Prof. Giampiero Carosi (UniBs)
Prof. Francesco Castelli (UniBs)
Prof. Patrizio Castelli (UniVa)
Prof.ssa Irene Cetin (UniMi)
Prof.ssa Daniela Cocchi (UniBs)
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
Prof. Giancarlo Comi (UniHsr)
Prof. Gino Roberto Corazza (UniPv)
Prof. Alessandro Massimo Gianni (UniMi)
Prof. Mario Lazzarino (UniPv)
Prof.ssa Cristina Messa (UniMib)
Prof. Francesco Pasquali (UniVa)
Prof.ssa Maria Grazia Roncarolo (UniHsr)
Prof. Jorge Salerno-Uriarte (UniVa)
Prof. Giuseppe Viale (UniMi)
Prof. Luciano Zocchi (UniMi)
(continua)
3
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Elenco dei Referenti delle macroaree
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
28.
29.
30.
31.
32.
33.
34.
35.
36.
37.
38.
39.
40.
41.
42.
43.
44.
45.
46.
47.
48.
49.
50.
51.
52.
Dr. Paolo Arosio (UniBs)
Prof. Sergio Barlati (UniBs)
Prof. Luigi Bartalena (UniVa)
Prof. Paolo Beck Peccoz (UniMi)
Prof. Francesco Benazzo (UniPv)
Prof. Angelo Benevento (UniVa)
Dr. Ettore Biagi (UniMib)
Prof. Pier Francesco Bolis (UniVa)
Dr.ssa Chiara Bonini (UniHsr)
Prof. Giorgio Bono (UniVa)
Prof. Claudio Bordignon (UniHsr)
Prof. Emanuele Bosi (UniHsr)
Prof. Federico Caligaris-Cappio
(UniHsr)
Prof. Stefano Candura (UniPv)
Prof.ssa Domenica Cappellini (UniMi)
Prof. Giorgio Casari (UniHsr)
Prof. Andrea Casasco (UniPv)
Prof. Maurizio Castellano (UniBs)
Prof. Roberto Cattaneo (UniBs)
Prof. Mario Cazzola (UniPv)
Prof. Giancarlo Cesana (UniMib)
Prof. Luca Chiovato (UniPv)
Prof. Giuseppe Chiumello (UniHsr)
Dr. Domenico Cianflone (UniHsr)
Prof. Emilio Clementi (UniMi)
Prof. Massimo Colombo (UniMi)
Prof. Giacomo Comi (UniMi)
Prof. Paolo Corradini (UniMi)
Prof.ssa Leda Dalprà (UniMib)
Prof. Cesare Danesino (UniPv)
Prof. Alessandro Del Maschio (UniHsr)
Prof. Gianlorenzo Dionigi (UniVa)
Prof. Lorenzo Dominioni (UniVa)
Prof. Francesco Donato (UniBs)
Prof. Pasquale Ferrante (UniMi)
Prof. Carlo Ferrarese (UniMib)
Prof. Marco Ferrario (UniVa)
Prof. Gaetano Filice (UniPv)
Prof. Cesare Fiorentini (UniMi)
Prof.ssa Tiziana Frusca (UniBs)
Prof. Roberto Fumagalli (UniMib)
Prof. Carlo Gambacorti (UniMib)
Prof. Massimo Gennarelli (UniBs)
Prof. Ermanno Gherardi (UniPv)
Prof. Raffaele Giubbini (UniBs)
Prof. Stefano Giulini (UniBs)
Prof. Paolo Gobbi (UniPv)
Prof. Guido Grassi (UniMib)
Prof. Paolo Grossi (UniVa)
Prof. Marcello Imbriani (UniPv)
Prof.ssa Lidia Larizza (UniMi)
Prof. Alberto Lanzini (UniBs)
53.
54.
55.
56.
57.
58.
59.
60.
61.
62.
63.
64.
65.
66.
67.
68.
69.
70.
71.
72.
73.
74.
75.
76.
77.
78.
79.
80.
81.
82.
83.
84.
85.
86.
87.
88.
89.
90.
91.
92.
93.
94.
95.
96.
97.
98.
99.
100.
101.
102.
103.
Prof.ssa Marialuisa Lavitrano (UniMib)
Prof. Adriano Lazzarin (UniHsr)
Dr.ssa Anna Locatelli (UniMib)
Prof. Vittorio Locatelli (UniMib)
Prof. Giovanni Lucignani (UniMi)
Dr.ssa Rita Maccario (UniPv)
Prof. Alberto Malesci (UniMi)
Prof. Alberto Mantovani (UniMi)
Prof. Gian Luigi Marseglia (UniPv)
Prof. Giorgio Masera (UniMib)
Prof. Attilio Maseri (UniHsr)
Prof. Giovanni Meola (UniMi)
Prof. Giampaolo Merlini (UniPv)
Prof. Pier Luigi Meroni (UniMi)
Prof. Marco Metra (UniBs)
Prof. Lorenzo Minoli (UniPv)
Prof. Carlo Maurizio Montecucco (UniPv)
Prof. Eugenio Monti (UniBs)
Prof. Mauro Moroni (UniMi)
Prof.ssa Lorenza Muiesan (UniBs)
Prof. Luigi Naldini (UniHsr)
Prof. Angelo Nespoli (UniMib)
Prof. Alessandro Padovani (UniBs)
Prof. Ruggero Pardi (UniHsr)
Prof. Sergio Pecorelli (UniBs)
Prof. Gabriele Pelissero (UniPv)
Prof. Emilio Perucca (UniPv)
Prof. Antonio Pesenti (UniMib)
Prof. Rocco Piazza (UniMib)
Prof. Alessandro Plebani (UniBs)
Prof. Enrico Pogliani (UniMib)
Prof. Stefano Porru (UniBs)
Prof. Ernesto Pozzi (UniPv)
Prof. Alberto Riccardi (UniPv)
Prof. Domenico Russo (UniBs)
Prof. Bruno Salerni (UniBs)
Prof. Maurilio Sampaolesi (UniPv)
Prof. Giorgio Sandrini (UniPv)
Prof. Peter J. Schwartz (UniPv)
Prof. Silvano Sozzani (UniBs)
Prof. Pier Franco Spano (UniBs)
Prof. Arsenio Spinillo (UniPv)
Prof. Claudio Tantucci (UniBs)
Prof.ssa Mariolina Tenchini (UniMi)
Prof. Pieralberto Testoni (UniHsr)
Prof. Antonio Toniolo (UniVa)
Prof.ssa Patrizia Vergani (UniMib)
Prof. Mario Viganò (UniPv)
Prof. Piero Zannini (UniHsr)
Prof. Giovanni Zatti (UniVa)
Prof.ssa Orsetta Zuffardi (UniPv)
Milano, luglio 2008
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Scheda riassuntiva
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Macroarea n. 1 – Endocrinologia e Malattie Metaboliche
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 71 prodotti, distribuiti in 10 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
1,1 Malattie dell'ipofisi (13)
1,2 Diabete mellito e complicanze (7)
1,3 Doping ormonale (2)
1,4 Endocrinologia della riproduzione (5)
1,5 Ipertensione, surrene e disordini del ricambio idrosalino (3)
1,6 Malattie della tiroide (10)
1,7 Malattie endocrine e metaboliche dell'osso (3)
1,8 Metabolismo proteico e lipidico (5)
1,9 Obesità e sindrome metabolica (16)
1,10 Tumori neuroendocrini (7)
Area 1,1: Malattie dell'ipofisi
Tematiche specifiche
Tra le malattie dell'ipofisi si riconoscono essenzialmente due classi: quelle caratterizzate da iposecrezione e quelle che si
accompagnano a ipersecrezione degli ormoni adenoipofisari. L'iperpituitarismo è solitamente sostenuto dalla presenza di un adenoma
ipersecernente.
Gli adenomi ipofisari rappresentano le più comuni neoplasie della regione sellare e comprendono circa il 10-12% di tutti i tumori
intracranici dell'adulto. Sono istologicamente benigni, ma localmente invasivi e possono causare morbilità e mortalità sia per effetto
della massa, sia per i deficit ormonali anteroipofisari di cui possono essere causa, sia per l'eventuale ipersecrezione ormonale e la
sindrome conseguente.
Di regola gli adenomi derivano da un singolo stipite cellulare e secernono una sola tropina, ma non è infrequente il riscontro di una
secrezione pluriormonale. Alcuni tumori possono essere "non secernenti" o sintetizzare sostanze che non causano una sindrome
clinica distinta.
In alternativa alla terapia chirurgica, che spesso dà origine a recidive, gli adenomi ipofisari sono trattati con farmaci che riducono la
secrezione ormonale e che in alcuni casi inducono una riduzione della massa tumorale.
Sull'argomento è stata identificata una rete di competenze che comprende tutte le Facoltà lombarde. I risultati di queste attività di
ricerca potranno migliorare la gestione clinica e la risposta alla terapia dei pazienti affetti da iperpituitarismo
L'ipopituitarismo è una condizione clinica caratterizzata da una ridotta o assente produzione di uno o più ormoni ipofisari. Può
dipendere da fattori congeniti ma spesso è determinato da condizioni acquisite che alterano la struttura e la funzione dell'ipofisi quali
infezioni, neoplasie, traumi, farmaci. Frequentemente il deficit secretorio dell'ipofisi è causato da alterazioni dei sistemi di controllo
ipotalamici. I sintomi clinici sono correlati alla causa e alle specifiche tropine la cui secrezione è inibita.
Le ricerche svolte nelle Facoltà lombarde riguardano il deficit di ormone della crescita in particolare la funzionalità del recettore del
GH responsabile delle risposte variabili alla terapia e la fisiopatologia degli iposomatotropinismi correlati ad altre malattie.
Prodotti specifici
1,1,1*** Giustina (UniBs). Analoghi della Somatostatina nell’Acromegalia.
1,1,2** Missale (UniBs). Studio dei meccanismi molecolari di regolazione dell’espressione dei recettori dopaminergici D2
nell’ipofisi e negli adenomi ipofisari secernenti prolattina.
1,1,3*** Capella (UniVa). Caratterizzazione immunofenotipica e molecolare dei tumori dell’adenoipofisi.
1,1,4*** Mortini (UniHsr). Diagnosi e terapia delle patologie della regione ipotalamo-ipofisaria.
1,1,5*** Spada (UniMi). Studio dei polimorfismi del gene codificante il recettore D2 della dopamina nei pazienti affetti da
adenoma ipofisario prolattino-secernente e correlazioni con la sensibilità al trattamento con farmaci dopamino agonisti.
1,1,6** Cavagnini (UniMi). Alterazioni metaboliche e cardiovascolari negli iperpituitarismi.
1,1,7*** Magri (UniPv). Valutazione clinica, analisi genetica e studio dell’espressione di CAM 5.2 negli adenomi ipofisari:
potenziale utilizzo per definire il comportamento biologico e i fattori prognostici.
1,1,8*
Cavagnini (UniMi). Studio del corticotrophin-releasing hormone prodotto in sede extra-ipotalamica.
1,1,9*** Plebani (UniBs). Polimorfismi del recettore del GH e crescita.
1,1,10** Mortini (UniHsr). Fisiopatologia della secrezione dell’ormone della crescita.
1,1,11*** Bozzola (UniPv). Analisi dei meccanismi coinvolti nei disturbi dell’accrescimento mediante lo studio della bioattività
del GH e della funzionalità del suo recettore.
1,1,12** Cavagnini (UniMi). Assi GH-IGF-1 e ipotalamo-ipofisi-surrene in pazienti talassemici adulti.
1,1,13*** Lucchini (UniBs). Inquinamento da tossici ambientali ed occupazionali ed effetti sul sistema nervoso e neuroendocrino.
Aspetti applicativi-traslazionali
7
•
•
•
•
•
•
•
Identificazione di adenomi con comportamento biologico di tipo aggressivo e meno responsivo alla terapia
Definizione di nuove linee guida per il trattamento dei pazienti portatori di adenomi ipofisari;
Identificazione di nuovi bersagli farmacologici che portino all'elaborazione di farmaci innovativi o di diversi regimi
posologici di farmaci già noti per la terapia degli adenomi ipofisari
Analisi della risposta alla terapia con GH in base alla variabilità genetica dei pazienti, correlandola in particolare ai
poliformismi del recettore
Analisi degli effetti della terapia sostitutiva con GH ricombinante in pazienti adulti con deficit congenito o acquisito
Valutazione dell'efficacia della terapia sostitutiva con GH nei bambini talassemici
Identificazione di biomarcatori dell'esposizione a tossici ambientali
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Industria diagnostici
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
• Unione Europea
Link con altre aree
1,5 − 1,7 − 1,9 − 6,9 − 7,2 − 7,4 − 7,5 − 7,6 − 8,4 − 9,5 − 14,3.
Area 1,2: Diabete mellito e complicanze
Tematiche specifiche
Il diabete mellito è una malattia che interessa un grande numero di persone nei paesi industrializzati e che rappresenta una delle più
frequenti cause di morte. I pazienti diabetici hanno, infatti, una probabilità 3-4 volte superiore di sviluppare una malattia cardiaca o di
essere colpiti da ictus e una probabilità elevata di andare incontro a una malattia renale cronica.
Si calcola che nel mondo più di 100 milioni di persone siano affette da diabete e che nel 2010 i diabetici supereranno i 250 milioni.
Esistono due principali forme di diabete, definite di tipo I e di tipo II.
Il I tipo è responsabile di circa il 10% dei casi, si riscontra più comunemente nei bambini e negli adolescenti ed è caratterizzato dalla
distruzione delle cellule beta del pancreas e perciò da una assoluta mancanza di insulina. L'incidenza del Diabete di tipo I è aumentata
negli ultimi anni e nella popolazione generale è stato riscontrata una maggiore prevalenza di aplotipi HLA ad alto rischio di
suscettibilità a questa forma di Diabete.
La componente ambientale svolge un ruolo importante nella patogenesi del Diabete di tipo I in particolare per quanto concerne gli
agenti infettivi e le abitudini alimentari che rappresentano i principali fattori di rischio per lo sviluppo della patologia.
Il Diabete di tipo II, che è invece caratterizzato da resistenza all'insulina,si manifesta più frequentemente dopo i 40 anni. E' la forma
più comune ed è in continuo aumento in relazione all'aumento dell'obesità.
La maggior parte delle schede raccolte descrive ricerche che riguardano il diabete di tipo 1, finalizzate a identificare indici precoci
della malattia allo scopo di elaborare protocolli diagnostico-terapeutici differenziati e prevenire i fattori di rischio ambientale oppure
terapie mediche e chirurgiche avanzate e interventi innovativi per la cura delle complicanze. Gli studi che riguardano il diabete di tipo
2 presentano un’ampia sovrapposizione con quelli dell'area "Obesità e Sindrome metabolica".
Prodotti specifici
1,2,1*** Bosi (UniHsr). Prevenzione diabete di tipo 1.
1,2,2*** Larizza D. (UniPv). Valutazione dei marcatori di rischio immunologico e genetico per lo sviluppo di diabete mellito
tipo 1.
1,2,3*** Casari (UniHsr). Identificazione di nuovi strumenti per la prevenzione, cura e remissione della nefropatia diabetica.
1,2,4*** Brancato (UniHsr). Retinopatia Diabetica.
1,2,5*** Agabiti Rosei (UniBs). Aspetti strutturali e fisiopatologici del danno vascolare nel Diabete mellito di tipo 2.
1,2,6*** Secchi (UniHsr). Trapianto di isole pancreatiche nel paziente diabetico.
1,2,7*** Capella (UniVa). Caratterizzazione morfologica ed immunofenotipica delle isole di Langerhans nel trapianto di isole e
studio del microcircolo nei pazienti diabetici trapiantati.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Interventi per la prevenzione del Diabete di tipo 1
• Identificazione di nuovi bersagli farmacologici che portino all'elaborazione di terapie innovative per il diabete e le sue
complicanze
• Identificazione delle alterazioni cellulari delle cellule legate alle procedure di isolamento nel trapianto di isole pancreatiche
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
8
Link con altre aree
2,1 − 2,2 − 6,9 − 9,2 − 10,2 − 10,3 − 10,5 − 12,4.
Area 1,3: Doping ormonale
Tematiche specifiche
Si definisce "doping" l'utilizzo di farmaci o espedienti atti ad incrementare artificialmente la "performance" degli atleti e a migliorarne
il risultato. Negli ultimi anni il "doping" da ormone della crescita si è rapidamente diffuso tra gli atleti grazie alla difficoltà di
diagnosticare questo tipo di abuso rispetto alle precedenti sostanze anabolizzanti ed alla illimitata disponibilità del farmaco legato alle
tecniche di produzione con DNA ricombinante.
La diagnosi di "doping" si basa sull'identificazione della sostanza d'abuso o dei suoi metaboliti nelle urine. Il GH ricombinante è
praticamente identico a quello endogeno; inoltre la secrezione di GH è di tipo pulsatile ed è stimolata dall'esercizio fisico. Tutto ciò
rende conto della difficoltà di diagnosticare l'abuso di questo ormone che ha contribuito alla sua rapida diffusione negli ambienti
sportivi.
Solo due schede, entrambe provenienti da UniMi hanno permesso di costruire quest’area che propone nuove metodiche per accertare
l’abuso di ormone della crescita in campo sportivo.
Prodotti specifici
1,3,1*
Corsi (UniMi). Studio della variabilità di fattori endocrino-metabolici di crescita tissutale in campioni omogenei di atleti
in condizioni basali e di allenamento.
1,3,2*** Müller (UniMi). Estensione e validazione di una metodica per identificare la presenza di ormone della crescita esogeno.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Produzione di un kit diagnostico, costituito da più "markers" GH-dipendenti diretto ad identificare l'atleta che abusa di GH
Potenziali utenti
• Industria diagnostici
Link con altre aree
Nessun link
Area 1,4: Endocrinologia della riproduzione
Tematiche specifiche
Le conoscenze e le terapie dei disordini funzionali delle gonadi, soprattutto di quelle femminili, hanno mostrato uno sviluppo molto
rapido fornendo un ampio bagaglio di strategie terapeutiche.
I disordini del sistema riproduttivo che causano amenorrea e infertilità possono derivare da alterazioni primitive o secondarie a livello
dell'ipotalamo e dell'ipofisi quali l'ipogonadismo ipogonadotropo o dell'ovaio quali l'insufficienza ovarica prematura e menopausa
precoce.
L’area contiene ricerche in prevalenza finalizzate alla comprensione dei meccanismi patogenetici di alcuni disordini dell’asse
riproduttivo e allo sviluppo di metodiche diagnostiche.
Prodotti specifici
1,4,1*** Persani (UniMi). Nuovi meccanismi patogenetici dell'ipogonadismo ipogonadotropo.
1.4,2*** Ferrari (UniHsr). Strategie per l’ottimizzazione delle metodiche diagnostico terapeutiche nell’ambito della sterilità di
coppia.
1,4,3*** Persani (UniMi). Genetica della insufficienza ovarica prematura o menopausa precoce.
1,4,4*** Nappi (UniPv). Menopausa precoce e sindrome da insufficienza androgenica.
1,4,5*** Persani (UniMi). Generazione di nuovi modelli murini di autoimmunità organo specifica.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi bersagli farmacologici che portino all'elaborazione di terapie innovative per i disordini del sistema
riproduttivo
• Consulenza genetica per le famiglie a rischio per malattie genetiche del sistema riproduttivo
• Ottimizzazione delle metodiche diagnostico-terapeutiche nella procreazione medicalmente assistita
• Produzione di anticorpi monoclonali
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
9
Link con altre aree
2,1 − 6,11 − 9,1 − 9,2 − 12,7.
Area 1,5: Ipertensione, surrene e disordini del ricambio idrosalino
Tematiche specifiche
L'eccessiva produzione di glucocorticoidi viene definita sindrome di Cushing. La più frequente causa è il tumore ipofisario secernente
ACTH, generalmente di piccole dimensioni. Le altre cause di sindrome di Cushing endogena presentano un'incidenza minore
ricoprendo insieme circa il 30% della casistica. Spesso i tumori surrenalici sono asintomatici ma danno origine ad un'ipercortisolismo
subclinico che porta alterazioni del controllo glicemico e pressorio.
L'iperaldosteronismo primitivo rappresenta il disordine principale della zona glomerulare del surrene e comprende quelle sindromi
ipokaliemiche-ipertensive dovute a ipersecrezione primitiva di aldosterone.
La steroidogenesi è un processo che coinvolge numerose tappe enzimatiche, alcune delle quali possono essere compromesse per
difetto congenito dell'enzima. Quello a carico della 21-idrossilasi è il difetto più frequente che riguarda 1:5000/10000 nati vivi e
comporta iperandrogenismo e ridotta sintesi di ormoni corticosurrenalici.
I risultati delle ricerche incluse in quest’area potranno contribuire ad elaborare strategie diagnostiche e terapeutiche innovative.
Prodotti specifici
1,5,1*** Agabiti Rosei (UniBs). Ipertensione arteriosa su base endocrina.
1,5,2*** Cavagnini (UniMi). Studio della fisiopatologia, approccio diagnostico e terapeutico della sindrome di Cushing.
1,5,3*** Ambrosi (UniMi). Studio clinico prospettico sugli effetti cardiovascolari e scheletrici degli adenomi corticosurrenalici:
relazione tra secrezione di cortisolo e a) morfologia cardiaca, insulino resistenza, livelli di adipochine e b) morfologia
ossea e rischio di fratture.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi bersagli farmacologici che portino all'elaborazione di terapie innovative
• Stesura di linee-guida da diffondere sul territorio e in strutture endocrinologiche di 1 e 2 livello
Potenziali utenti
• Industria diagnostici
• Industria farmaceutica
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
Link con altre aree
1,7 − 1,9 − 10,2 − 10,3.
Area 1,6: Malattie della tiroide
Tematiche specifiche
Le patologie a carico della tiroide rappresentano le endocrinopatie più frequenti e sia l'ipo che l'iper secrezione di ormoni tiroidei
presentano drammatiche manifestazioni cliniche.
L'ipertiroidismo, che ha una prevalenza del 1-2%, nella grande maggioranza dei casi è dovuto alla presenza di autoanticorpi stimolanti
il recettore per l'ormone tireotropo o a patologie intrinseche alla cellula tiroidea. Molto più rare sono le forme di ipertiroidismo
secondarie ad una stimolazione della tiroide da parte del TSH. Anche l'ipotiroidismo può dipendere da un difetto della secrezione
della ghiandola o da anomalie a livello ipotalamo-ipofisario. L'ipotiroidismo congenito primario è la più frequente endocrinopatia
dell'età evolutiva con un incidenza in Europa pari a 1:2709 nati vivi. Il neonato ipotiroideo deve essere trattato immediatamente allo
scopo di prevenire irreversibili deficit intellettivi e neurologici.
Oltre a disordini provocati da un'alterazione degli ormoni tiroidei circolanti esistono tireopatie in cui il disturbo principale è
rappresentato da un aumento di volume della ghiandola in assenza di processi neoplastici o infiammatori.
Un importante capitolo della patologia tiroidea riguarda il nodulo tiroideo isolato che può essere benigno o maligno. Il 5% della
popolazione generale presenta noduli tiroidei palpabili e in un ulteriore 30-40% possono essere evidenziati noduli con tecniche di
"imaging".
I numerosi prodotti di quest’area ben identificano una larga piattaforma di competenze che comprendono quasi tutte le Facoltà
lombarde. Le ricerche nel campo spaziano dalla definizione di nuove linee guida per la gestione dei pazienti con patologie tiroidee,
allo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici comuni e standardizzati fino al miglioramento delle tecniche di chirurgia della tiroide
con riduzione delle complicanze specifiche.
Prodotti specifici
1,6,1*** Cappelli (UniBs). Management clinico del nodulo tiroideo.
1,6,2** Dionigi (UniVa). Monitoraggio dei nervi laringei durante interventi di tiroidectomia.
1,6,3** Squizzato (UniVa). Relazione fra patologie disfunzionali tiroidee e le patologie trombotiche ed emorragiche.
10
1,6,4**
1,6,5***
1,6,6***
1,6,7***
Dionigi (UniVa). DNA Libero circolante come marker neoplastico nelle neoplasie della tiroide.
Lecchini (UniVa). Immunofarmacologia delle tireopatie.
Bartalena (UniVa). Sviluppo di un Consensus Statement europeo per il trattamento dell’orbitopatia basedowiana.
Chiovato (UniPv). Dosaggio della chemochina CXCL10 circolante: utilizzo nel clinical management del paziente con
endocrinopatie autoimmuni.
1,6,8*** Chiovato (UniPv). Utilizzo di una batteria di test in vitro per la valutazione dell’effetto distruttore endocrino tiroideo di
composti chimici biologicamente attivi.
1,6,9*** Persani (UniMi). Genetica dell'ipotiroidismo congenito e della sindrome di Alalgille.
1,6,10** Persani (UniMi). Ruolo della oligomerizzazione dei recettori accoppiati alle proteine G (GPCR).
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi bersagli farmacologici che portino all'elaborazione di terapie innovative
• Elaborazione di protocolli diagnostico-terapeutici per le patologie tiroidee
• Stesura di linee guida per la gestione del paziente con tiroidopatie autoimmuni
• Elaborazione di test diagnostici per predire il decorso della patologia autoimmune e identificare i pazienti potenzialmente
responsivi alla terapia immunosoppressiva
• Identificazione di biomarcatori precoci di malattia e di ripresa metastatica nelle neoplasie tiroidee
• Valutazione dell'utilità di aghi mandrinati per la citoaspirazione dei noduli tiroidei
• Valutazione di strumenti per il monitoraggio dei nervi per prevenire le complicanze associate a interventi di tiroidectomia
• Sviluppo di farmaci per il trattamento dei disturbi immunologici nei pazienti con tiroidopatie
• Consulenza genetica per le famiglie a rischio di ipotiroidismo congenito
• Elaborazione di test per identificare preventivamente sostanze chimiche che potrebbero interferire con la funzione tiroidea di
lavoratori dell'industria o dell'agricoltura
Potenziali utenti
• Industria diagnostici
• Industria farmaceutica
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
• Unione Europea
Link con altre aree
2,1 − 6,5 − 7,2 − 7,3 − 7,5 − 7,6 − 9,1 − 9,2 − 10,1 − 10,5 − 12,4 − 14,3.
Area 1,7: Malattie endocrine e metaboliche dell'osso
Tematiche specifiche
Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato che l'osteoporosi costituisce uno dei maggiori problemi di salute dei paesi del
mondo occidentale a causa delle fratture che essa produce con conseguente aumento di morbilità, mortalità e costi sociali.
A fronte di tale scenario epidemiologico si pone il problema di limitare gli effetti della malattia agendo sia con mezzi preventivi, sia
con farmaci efficaci, al fine di rendere lo scheletro più resistente ai traumi e meno esposto a incidenti fratturativi.
Anche in quest’area si può riconoscere una piattaforma condivisa di interessi di ricerca tra diverse Facoltà con lo scopo di sviluppare
farmaci innovativi per la cura dell’osteoporosi e misure preventive per impedire il deterioramento della massa scheletrica.
Prodotti specifici
1,7,1** Guidobono (UniMi). Meccanismi neuroendocrini di regolazione del metabolismo osseo.
1,7,2*** Giustina (UniBs). Nuovi approcci terapeutici nell’osteoporosi da glucocorticoidi.
1,7,3*
Salerni (UniBs). Trattamento chirurgico delle forme sporadiche di iperparatiroidismo.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi possibili bersagli terapeutici per la cura dell'osteoporosi
• Sviluppo di nuovi farmaci per la cura dell'osteoporosi da glucocorticoidi
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Industria apparecchiature biomedicali
Link con altre aree
9,5.
Area 1,8: Metabolismo proteico e lipidico
Tematiche specifiche
11
Il titolo generico e molto ampio riguarda un'area che contiene ricerche disomogenee che potrebbero condurre ad una migliore
comprensione dei meccanismi molecolari delle malattie del metabolismo e allo sviluppo di metodologie diagnostiche e di nuovi
biomarcatori.
Prodotti specifici
1,8,1*** Del Puppo (UniMib). Studio dell'omeostasi cellulare, della regolazione della sintesi e del catabolismo del colesterolo e
determinazione della produzione “in vivo” di questi metaboliti mediante spettrometria di massa.
1,8,2*** Merlini (UniPv). Studio della fisiopatologia, clinica e terapia delle amiloidosi sistemiche.
1,8,3*** Riva E. (UniMi). Valutazione della aminoacidemia in pazienti fenilchetonurici in trattamento dietetico: effetto di una
preparazione di aminoacidi a lento rilascio.
1,8,4*** Riva E. (UniMi). Valutazione dei livelli di acidi grassi plasmatici in adolescenti iperfenilalaninemici in terapia dietetica
e a dieta libera.
1,8,5*** Agostoni (UniMi). Ritardo di crescita intrauterina nei figli di madre fumatrice: ruolo della ridotta sintesi di acidi grassi
poliinsaturi a lunga catena.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Elaborazione di nuovi interventi dieto-terapeutici per la cura di pazienti affetti da malattie del metabolismo
• Sviluppo di nuove metodologie diagnostiche di "imaging" dei depositi di amiloide
• Sviluppo di nuovi biomarcatori delle amiloidosi sistemiche
• Approcci terapeutici innovativi per la cura delle amiloidosi sistemiche
• Monitoraggio delle disfunzioni del metabolismo lipidico e valutazione delle modificazioni indotte dai trattamenti
farmacologici
• Identificazione di possibili supplementazioni specifiche per madri fumatrici o ex fumatrici in gravidanza e allattamento
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Industria apparecchiature diagnostiche
• Industria diagnostici
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
Link con altre aree
4,2 − 6,3 − 6,9 − 12,4.
Area 1,9: Obesità e Sindrome metabolica
Tematiche specifiche
L’obesità e la sindrome metabolica, che è caratterizzata anche da insulino-resistenza, iperlipidemia e ipertensione arteriosa,
rappresentano attualmente nel mondo occidentale la principale causa di morte. L’obesità e la sindrome metabolica originano da un
disordine del bilancio energetico e sono divenute sempre più elementi caratterizzanti della società moderna. Sono patologie difficili da
curare e da tempo è stato riconosciuto il rapporto tra obesità e sviluppo di alcune malattie. L'accumulo di tessuto adiposo, in
particolare viscerale, può essere il risultato di specifiche alterazioni di meccanismi che regolano il bilancio energetico ma nella
maggior parte dei casi l'origine è multifattoriale e per molti aspetti ancora ignota. L'introito calorico è regolato sia da meccanismi
interni, tra cui la percezione del peso e dell'immagine corporea, sia da fattori esterni, sociali e culturali, che determinano la quantità e
la qualità dell’assunzione degli alimenti.
Dal punto di vista medico l’obesità e la sindrome metabolica rappresentano un preoccupante problema legato alle complicanze e
all’aumento della mortalità, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare. L’importanza di obesità e sindrome metabolica è legata
all’estensione del fenomeno che è andato aumentando negli ultimi anni. Una indagine ISTAT, che si riferisce all’anno 2005, indica
che in Italia un adulto su 2-3 è in sovrappeso e che 1 su 10 è obeso. Le strategie per contenere l’obesità attraverso la limitazione
dell’apporto dietetico hanno avuto solo modesti successi e anche l’azione dei farmaci sviluppati finora non ha prodotto risultati
eclatanti, rendendo indispensabile l’introduzione di nuove strategie farmacologiche.
Quest’area è costituita dal maggior numero di prodotti di ricerca delle Facoltà lombarde ed è strettamente collegata all'Area 2 che
include ricerche sul Diabete di tipo II.
Prodotti specifici
1,9,1** Cocchi (UniBs). Peptidi neuroendocrini coinvolti nella regolazione dell’assunzione di cibo e nell’omeostasi del peso
corporeo.
1,9,2*** Locatelli (UniMib). Farmaci innovativi per il controllo dei disturbi dell’alimentazione.
1,9,3*** Müller (UniMi). Studio di peptidi ipotalamici e gastroenterici coinvolti nell'assunzione di cibo: dall'anoressia all'obesità.
1,9,4*** Grassi (UniMib). Caratterizzazione del profilo di rischio cardiovascolare nel paziente affetto da obesità.
1,9,5*** Pontiroli (UniMi). Effetti endocrino metabolici ed emodinamici della perdita di peso negli obesi.
1,9,6*
Pontiroli (UniMi). Disfunzione sessuale femminile in donne diabetiche, obese e ipotiroidee: componente neuropatica e
rischio cardiovascolare associato.
12
1,9,7*** Venco (UniVa). Rimodellamento cardiaco nell’obesità viscerale, nell’ipertensione arteriosa, nella sindrome metabolica,
nel diabete mellito ed effetti dei diversi trattamenti antiipertensivi.
1,9,8** Pontiroli (UniMi). Attività motoria, alimentazione e metabolismo.
1,9,9** Agabiti Rosei (UniBs). Tessuto adiposo, Obesità Viscerale e Sindrome metabolica.
1,9,10*** Vizzotto (UniMi). Valutazione morfometrica del grasso sottocutaneo e viscerale umano correlata a modificazioni del
metabolismo glico-lipidico.
1,9,11*** Ambrosi (UniMi). Studio della secrezione di citochine proinfiammatorie e delle alterazioni ecocardiografiche in donne
affette da obesità grave: correlazione con il tessuto adiposo viscerale.
1,9,12*** Solerte (UniPv). Fenotipizzazione endocrino metabolica degli indicatori clinici associati alla previsione e all'andamento
delle procedure riabilitative in ambito geriatrico post acuto specialistico.
1,9,13* Salerni (UniBs). Modificazioni metaboliche e respiratorie indotte dalla chirurgia bariatrica.
1,9,14** Fargion (UniMi). Ruolo del fattore di trascrizione forkhead FoxO1 nella patogenesi della steatoepatite non alcolica e
sindrome metabolica.
1,9,15*** Fargion (UniMi). Ruolo dei fattori genetici coinvolti nella regolazione del metabolismo glico-lipidico e nella patogenesi
e progressione della NAFLD-steatosi epatica non alcolica.
1,9,16*** Nisoli (UniMi). Deficit dei processi mitocondriogenetici: rilevanza nella fisiopatologia della sindrome metabolica.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuove strategie farmacologiche per il controllo dell'introito alimentare e del dispendio energetico in
pazienti obesi o affetti da sindrome metabolica
• Stesura di linee guida per la gestione del paziente obeso o affetto da sindrome metabolica
• Valutazione dell'effetto di farmaci antiipertensivi sulle diverse componenti della sindrome metabolica
• Valutazione degli effetti sul danno d’organo di farmaci antiipertensivi in pazienti con sindrome metabolica
• Identificazione di biomarcatori predittivi di rischio di sindrome metabolica allo scopo di sottoporli ad omentectomia.
• Sviluppo di tecniche per valutare grado e tipo di obesità associata a malattie dismetaboliche e/o endocrinopatie
• Sviluppo di tecniche affidabili per la valutazione della steatosi epatica
• Identificazione di biomarcatori che permettano di selezionare pazienti obesi potenzialmente responsivi a una terapia dietetica
associata a esercizio fisico
• Identificazione di nuovi bersagli farmacologici per lo sviluppo di terapie innovative per la sindrome metabolica
• Individuazione di metodi accurati per la valutazione quali-quantitativa dell'introito alimentare e del dispendio energetico
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Industria apparecchiature biomedicali
• Industria diagnostici
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
Link con altre aree
1,2 − 2,1 − 4,2 − 8,2 − 8,3 − 9,2 − 10,1 − 10,2 − 10,5 − 12,4 − 13,1 − 14,9.
Area 1,10: Tumori neuroendocrini
Tematiche specifiche
I tumori neuroendocrini sono neoplasie che insorgono a carico del "sistema endocrino circoscritto" (ipofisi, tiroide e paratiroidi,
surrene, pancreas, testicolo ed ovaio) e a carico del cosiddetto "sistema endocrino diffuso" presente nell'organismo a livello del tratto
gastroenterico, del pancreas, del polmone, dei bronchi, del timo, dei gangli, della prostata e della mammella. Tali tumori possono
comparire isolatamente (forme sporadiche) o nell'ambito di sindromi famigliari (forme ereditarie) quali le Neoplasie Endocrine
Multiple.
Tutti i protocolli di quest’area sono volti a migliorare i principali aspetti clinici dei tumori neuroendocrini: diagnosi, follow-up e
terapia.
Prodotti specifici
1,10,1*** Persani (UniMi). Analisi genetiche per la diagnosi delle sindromi da Neoplasie Multiple (MEN 1 e 2).
1,10,2*** Castellano (UniBs). Neoplasie endocrine geneticamente determinate.
1,10,3*** Capella (UniVa). Caratterizzazione immunofenotipica e molecolare dei tumori neuroendocrini del tratto
gastroenteropancreatico.
1,10,4*** Di Carlo (UniHsr). Chirurgia endocrina pancreatica.
1,10,5*** Manzoni (UniHsr) Individuazione di fattori eziopatogenetici, di nuovi fattori prognostici, e di nuove terapie dei tumori
neuroendocrini.
1,10,6**
Vitale (UniMi). Ruolo della terapia epigenetica nella modulazione della sensibilità alla terapia con interferoni di tipo I
nel carcinoma midollare della tiroide.
1,10,7*** Corbetta (UniMi). Aspetti clinici, genetici e funzionali della tumorigenesi paratiroidea.
13
Aspetti applicativi-traslazionali
• Valutazione di trattamenti radiometabolici innovativi
• Individuazione di marcatori prognostici e bersagli terapeutici molecolari
• Indicazione a tipo di intervento per Centri a basso volume di chirurgia pancreatica
• Stesura di linee guida per la gestione dei tumori neuroendocrini: diagnosi, follow-up, terapia
• Consulenza genetica per le famiglie a rischio
• Identificazione di polimorfismi potenziali fattori di rischio per lo sviluppo di iperparatioidismo o delle sue complicanze
renali
• Sviluppo di protocolli terapeutici combinati in pazienti resistenti agli interferoni di tipo I nel carcinoma midollare della
tiroide
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
Link con altre aree
4,3 − 7,1 − 7,2 − 7,3 − 7,5 − 7,6 − 9,1 − 9,5.
14
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 2 – Immunologia
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 58 prodotti, distribuiti in 7 aree.
Elenco delle aree individuate (numero prodotti/area)
2,1 Malattie infiammatorie ed autoimmunità (10)
2,2 Trapianto d’organo o cellule (14)
2,3 Malattie congenite del sistema immune (3)
2,4 Allergologia (1)
2,5 Immunologia dei tumori (22)
2,6 Immunologia delle malattie infettive (6)
2,7 Immunologia della riproduzione (2)
Area 2,1: Malattie infiammatorie ed autoimmunità
Tematiche specifiche
a) UniVa
Neuroimmunologia delle malattie infiammatorie ed autoimmuni.
A) Studio della modulazione dopaminergica/adrenergica della risposta immunitaria adattativa nella sclerosi multipla e
nell’artrite reumatoide
B) Profilo immunologico nei soggetti con malattie neurodegenerative (m. di Parkinson, m. di Alzheimer): marker
periferico di malattia o fattore coinvolto nei processi di neurodegenerazione/riparazione?
C) Infiammazione, dislipidemia e rischio cardiovascolare: immunofarmacologia dei farmaci ipolipemizzanti
b) UniMi Definizione di vari aspetti coinvolti nella patogenesi della risposta infiammatoria (meccanismi di reclutamento e
attivazione leucocitaria, meccanismi di riconoscimento del patogeno, regolazione del metabolismo del ferro). Studio
della biologia di macrofagi e di cellule dendritiche (eventi trascrizionali coinvolgenti NF-kB e HIF-1, vie di
segnalazione coinvolgenti sfingolipidi e nitrossido che regolano endocitosi, generazione di interleuchine, espressione di
molecole di adesione, resistenza alla morte indotta da ambiente tumorale ed agenti batterici, modificazioni nel bilancio
energetico). Studi immunoistochimici sull’espressione tissutale di citochine e altri mediatori immunologici in corso di
patologie infiammatorie. Studio dei meccanismi patogenetici e standardizzazione/validazione di marker diagnostici e
prognostici delle malattie autoimmuni (sindrome da anticorpi antifosfolipidi). Studi epidemiologici e di associazione
genetica in malattie autoimmuni sistemiche. Caratterizzazione del ruolo di vari mediatori molecolari nella risposta
infiammatoria mediante la generazione e caratterizzazione di modelli animali di patologia (anche mediante generazione
ed caratterizzazione di animali geneticamente modificati).
c) UniPv
Studio dell’autoimmunità in corso di malattie reumatiche sistemiche quali artrite reumatoide, sindrome di Sjögren e
sclerosi sistemica.
A) studio della linfoneogenesi nell’artrite reumatoide e nella sindrome di Sjögren ed in particolare studio dei meccanismi
biomolecolari e cellulari coinvolti nella costituzione di tessuto linfoide ectopico in corso di flogosi cronica autoimmune
ed esplorazione delle implicazioni bio-patologiche della linfoneogenesi nell’assessment clinico-prognostico.
B) ruolo degli autoanticorpi nell’artrite reumatoide con studio dell’effetto delle chemochine linfoidi nella sintesi di
immunoglobuline da parte dei linfociti B circolanti e sinoviali e valutazione del profilo autoanticorpale nel monitoraggio
clinico e terapeutico.
C) Studio della sclerosi multipla con: a) analisi del profilo autoanticorpale ed in particolare del subset ANA con pattern
nucleolare nella sclerosi multipla in relazione alle associazioni cliniche in termini diagnostici e prognostici, b) studio del
coinvolgimento polmonare in corso di sclerosi sistemica al fine di chiarire eventuali meccanismi regolatori di fibrosi
interstiziale.
d) UniHsr A) Prevenzione diabete di tipo 1: a) studi in modelli preclinici di malattia finalizzati alla comprensione dei meccanismi
immunologici che sottendono alla distruzione delle beta cellule, b) messa a punto di nuovi protocolli terapeutici in
modelli preclinici di malattia finalizzati a prevenzione o cura, b) studio della risposta immune umorale e cellulare in
pazienti affetti dia diabte di tipo 1 all’esordio o nel corso della malattia.
B) Identificazione dei meccanismi alla base del mantenimento e della induzione della tolleranza immunologia tramite i
seguenti studi: a) identificazione delle popolazioni adibite al mantenimento della tolleranza immunologica ivi compresi i
linfociti T a nota azione regolatoria (cellule Tregs) e cellule dendritiche (DC) che presentano l’antigene in maniera
tollerogenica; b) definizione dei meccanismi che portano ad una mancata tolleranza verso gli antigeni self del pancreas
generando il diabete autoimmune di tipo 1; c) uso di vari approcci sperimentali per bloccare la malattia alla sua
insorgenza, oppure per revertirla nelle sue fasi iniziali o per curarla in fase avanzata. Scopo ultimo è quello di prevenire
e curare le malattie autoimmuni, ed in particolare il diabete di tipo 1, attraverso il ripristino della tolleranza
immunologica e la creazione di un ambiente che non sia più aggressivo nei confronti degli antigeni self.
C) Controllo molecolare della flogosi sistemica in corso di connettiviti e di vasculiti sistemiche.
D) Programmi genetici regolati dall’adesione cellula-cellula e cellula-matrice nelle risposte infiammatorie. Obiettivi
specifici di questa linea di ricerca sono: 1. analisi dei meccanismi di traduzione del segnale veicolato da chemochine
15
e) UniBs
f) UniMib
infiammatorie: validazione degli intermedi nella traduzione quali possibili bersagli farmacologici di terapie
antiinfiammatorie mirate; 2. analisi delle vie di adesione e attivazione utilizzate da cellule staminali di varia origine per
la extravasazione tessuto-specifica; 3. sviluppo di modelli preclinici per l’imaging, la quantificazione e la modulazione
farmacologia della migrazione transendoteliale di cellule staminali ed infiammatorie.
A) Meccanismi di regolazione delle patologie infiammatorie e autoimmuni
B) Studio clinico e patogenetico delle malattie autoimmuni
C) Studio del ruolo degli autoanticorpi nelle connettiviti sistemiche
D) Studio degli anticorpi anti fosfolipidi
E) Utilizzo di farmaci biologici in patologie autoimmuni
Studio delle basi molecolari e degli aspetti terapeutici relativi alle patologie su base infiammatoria/autoimmune con
ricerche pionieristiche relative ad alcuni nuovi effettori della risposta immunologica (le cellule dendritiche
plasmacitoidi) e ai segnali chemiotattici che ne determinano l’accumolo tissutale nel corso di patologie autoimmuni. Una
particolare esperienza è stata maturata nell’ambito della diagnosi e terapia delle malattie su base autoimmune sia nel
paziente pediatrico che nell’adulto. In questo contesto questo gruppo è impegnato da anni nell’ambito di organizzazioni
mondiali per lo sviluppo e la standardizzazione di test appropriati per la valutazione degli anticorpi antifosfolipidi e per
autoanticorpi antinucleo o anti nucleo estraibili con specificità considerata rara (per es. Ab anti Ku, anti proteina P
ribosomale etc.).
Infiammazione e danno vascolare: studio in un modello preclinico di maiali ipercolesterolemici.
L’iperplasia intimale è un processo infiammatorio e proliferativo che si verifica durante la patogenesi delle patologie
arteriosclerotiche stenosanti primarie (aterosclerosi) e secondarie (restenosi).
Prodotti specifici
2,1,1 *** Lecchini, Casentino (UniVa). Neuroimmunologia delle malattie infiammatorie ed autoimmuni.
2,1,2 *** Mantovani, Scorza, Meroni, Locati (UniMi). Definizione di vari aspetti coinvolti nella patogenesi della risposta
infiammatoria; Studio della biologia di macrofagi e di cellule dendritiche; Studi immunoistochimici sull’espressione
tissutale di mediatori immunologici in corso di patologie infiammatorie; Standardizzazione/validazione di marker
diagnostici e prognostici delle malattie autoimmuni; Studi epidemiologici e di associazione genetica in malattie
autoimmuni sistemiche; Caratterizzazione del ruolo di mediatori infiammatori mediante la generazione e caratterizzazione
di modelli animali di patologia, anche mediante la generazione e caratterizzazione di animali geneticamente modificati.
2,1,3 ** Montecucco (UniPv). Studio dell’autoimmunità in corso di malattie reumatiche sistemiche quali artrite reumatoide,
sindrome di Sjögren e sclerosi sistemica.
2,1,4 *** Bosi (UniHsr). Prevenzione diabete di tipo 1.
2,1,5 *** Roncarolo (UniHsr). Identificazione dei meccanismi alla base del mantenimento e della induzione della tolleranza
immunologia.
2,1,6 *** Manfredi (UniHsr). Meccanismi che inducono e mantengono la flogosi sistemica.
2,1,7 ** Pardi (UniHsr). Programmi genetici regolati dall’adesione cellula-cellula e cellula-matrice nelle risposte infiammatorie.
2,1,8 *** Cattaneo, Facchetti, Plebani, Sozzani, Tincani, Vermi (UniBs). Meccanismi di regolazione delle patologie
infiammatorie e autoimmuni; Studio clinico e patogenetico delle malattie autoimmuni; Studio del ruolo degli autoanticorpi
nelle connettiviti sistemiche; Studio degli anticorpi anti fosfolipidi; Utilizzo di farmaci biologici in patologie autoimmuni;
Studio delle basi molecolari e degli aspetti terapeutici relativi alle patologie su base infiammatoria/autoimmune; Diagnosi e
terapia delle malattie su base autoimmune sia nel paziente pediatrico che nell’adulto.
Lavitrano (UniMib). Infiammazione e danno vascolare: studio in un modello preclinico di maiali ipercolesterolemici.
2,1,9 *
2,1,10 ** Lavitrano (UniMib). Ruolo dei geni protettivi endogeni nella prevenzione del danno vascolare: studio in vivo in un
modello di balloon-injury nel roditore e in vitro in cellule muscolari lisce.
Aspetti applicativi-traslazionali
a) UniVa
Sviluppo e all’applicazione in clinica di terapie farmacologiche innovative per la modulazione della risposta immunitaria
di potenziale rilievo per l’immunoterapia dei tumori e delle malattie autoimmuni, o per le malattie infiammatorie del
SNC. Definizione del potenziale immunomodulante dei farmaci ipolipemizzanti per contribuire a migliorare l’efficacia
del trattamento terapeutico e/o preventivo delle malattie cardiovascolari ed anche a consolidare il razionale per un loro
impiego in altri ambiti (malattie autoimmuni e neurodegenerative).
b) UniMi A) appropriatezza diagnostica e terapeutica di nuovi marcatori.
B) definizione del meccanismo d’azione di molecole immunologiche, di potenziale interesse per lo sviluppo da parte di
industrie biotecnologiche di nuovi marcatori diagnostici approcci terapeutici.
c) UniPv
A) Identificare strategie bloccanti o modulanti selettivamente l’attività delle citochine pro-infiammatorie e delle
chemochine linfoidi indotte in sede di infiammazione allo scopo di prevenire lo sviluppo di tessuto linfoide ectopico e
quindi influire su uno dei possibili meccanismi di cronicizzazione di malattia e linfomagenesi nell’artrite reumatoide e
nella sindrome di Sjögren; identificare nuovi biomarcatori in grado di stratificare i pazienti sulla base del rischio di
sviluppare forme di malattia più severe e suscettibili di trattamenti più aggressivi; possibilità di personalizzare le
strategie terapeutiche in relazione ai parametri istologici; possibilità di monitorizzare la risposta al trattamento.
B) Individuare strategie di modulazione di CXCL13 allo scopo di controllare la risposta B-cellulare e la sintesi
autoanticorpale nell’artrite reumatoide; selezionare parametri facilmente misurabili in maniera non invasiva, in grado di
monitorare e predire la risposta clinica a farmaci bio-tecnologici.
C) Validare metodiche di rilevazione di autoanticorpi che rendano più accessibile la loro ricerca ed applicazione dei test
su grandi casistiche di pazienti con sclerosi multipla. Puntualizzare differenze nel profilo clinico ed autoanticorpale nei
pazienti italiani rispetto a casistiche anglosassoni. A nalizzare comparativamente le mappe proteomiche di BAL di
16
d) UniHsr
e) UniBs
f) UniMib
pazienti con e senza interessamento interstiziale polmonare ed identificare biomarcatori in grado di monitorare il danno
fibrotico.
A) Gli interventi rivolti alla prevenzione del diabete di tipo 1 rappresentano già il terminale applicativo clinico della
ricerca di base a partenza dagli studi in vitro e nei modelli sperimentali animali di malattia.
B) Definizione di nuovi approcci terapeutici per mantenere o ristabilire la tolleranza immunologica in malattie
autoimmuni.
C) Ricadute applicative comprendono lo sviluppo di strategie immunomodulanti mirate da utlizzare in corso di
autoimmunità e flogosi vascolare.
D) Identificazione di nuovi bersagli terapeutici nell’infiammazione cronica; sviluppo di saggi funzionali high
throughput/high content per l’analisi dell’adesione e della migrazione leucocitaria; identificazione dei meccanismi di
homing delle cellule staminali di origine mesenchimale.
A) Identificazione di nuovi putativi bersagli per regolare la risposta immunitaria in patologie autoimmuni; per es,
BDCA-2, ChemR23, LCCR.
B) Standardizzazione di test per la diagnosi di autoanticorpi che permetta diagnosi e utilizzo di esami clinici in modo
razionale ed economico.
C) Sviluppo di kit diagnostici per malattie autoimmuni.
La dimostrazione dell’efficacia delle statine nella stabilizzazione della placca ateroscerotica carotidea potrebbe
modificare l’approccio terapeutico.
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Compagnie di Biotecnologie
• Industria farmaceutica
• Comunità Europea
La prevenzione di patologie infiammatorie e autoimmuni è cruciale per una riduzione del rischio sul lavoro e funzionale ad un utilizzo
mirato delle risorse pubbliche (ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del farmaco, Aziende Ospedaliere etc)
Link con altre aree
1,2 – 1,6 – 3,11 – 8,1 – 9,2 – 10,1 – 11,6 – 12,6 – 12,7
Area 2,2: Trapianto d’organo o cellule
Tematiche specifiche
a) UniMib Medicina molecolare e biotecnologie animali per il successo del trapianto d’organo: studio del rigetto acuto e cronico
nell’allo-e xeno-trapianto.
A) Produzione di modelli multi-transgenici che esprimano differenti molecole umane coinvolte nella modulazione degli
stadi del rigetto per migliorare la sopravvivenza a lungo termine dello xenotrapianto, attuale limite al suo impiego in
clinica.
B) Utilizzo della transgenesi animale mediante SMGT e costruzione di vettori per la transgenesi, al fine di produrre
animali geneticamente modificati destinati allo studio del rigetto nell’allo- e nello xeno-trapianto.
b) UniPv
A) Ingegneria di anticorpi per applicazioni terapeutiche: a) comprensione delle basi strutturali del processo di
maturazione dell’affinità degli anticorpi in un sistema modello, b) sviluppo di tecnologie per la selezione e l’ingegneria
di frammenti anticorpali in vitro, c) produzione di anticorpi ad uso terapeutico nei confronti di una famiglia di recettori
di membrana (Met e Ron) coinvolti in diversi tipi di tumori.
B) Analisi dell’immunità cellulare ed umorale specifica per il polyomavirus BK dopo trapianto di cellule staminali
emopoietiche o dopo trapianto renale, e studio di fattibilità di una strategia di terapia cellulare con linfociti T citotossici
specifici per polioma virus BK (BKV) per il trattamento di pazienti sottoposti a trapianto con patologie BKV-associate.
C) Studio del ruolo delle cellule regolatorie T CD4+ FoxP3+ nella accettazione del graft polmonare. Studio
longitudinale sulla predittività clinica di numerosi parametri immunologici di accettazione/rigetto su di una cohorte di
pazienti sottoposti a trapianto polmonare.
c) UniHsr A) Identificazione e studio dei meccanismi alla base del mantenimento e della induzione della tolleranza immunologia
nei trapianti di cellule ed organo: a) identificazione delle popolazioni adibite al mantenimento della tolleranza
immunologica ivi compresi i linfociti T a nota azione regolatoria (cellule Tregs) e cellule dendritiche (DC) che
presentano l’antigene in maniera tollerogenica; b) definizione dei meccanismi che portano ad una mancata tolleranza
verso gli antigeni allo generando il rigetto acuto; c) uso di vari approcci sperimentali per bloccare il rigetto alla sua
insorgenza. Scopo ultimo è quello di ripristinare la tolleranza immunologica e di creare un ambiente che non sia più
aggressivo nei confronti del trapianto.
B) Protocolli di terapia cellulare per indurre la tolleranza immunologia nei pazienti sottoposti a trapianto allo genico di
cellule staminali ematopoietiche:
Titolo: “Adoptive immunotherapy using T lymphocytes tolerized in vitro with interleukin-10 in patients trasplanted with
T-cell depleted allogenic stem cells from HLA non compatible (haploidentical) related donors” (ALT-TEN),
autorizzazione del Comitato Etico HSR (1999) e dell’ ISS Italia n. 53925-PRE21-795 del dicembre 2001.
17
d) UniBs
Titolo: “Clinical phase I-II trial to evaluate safety and efficacy of haploidentical haematopoietic stem cell transplantation
followed by IL-10 anergized T lymphocytes infusion, in patients affected by beta thalassemia”, sottomessa al Comitato
Etico HSR in dicembre 2007 (approvazione pending) e in via di sottomissione ad ISS Italia.
C) Trapianto di isole pancreatiche nel paziente diabetico.
D) Terapia cellulare ed immunoterapia combinata per la cura delle neoplasie solide.
E) Differenziamento di blasti leucemici in cellule dendritiche leucemiche per l’immunoterapia della leucemia.
F) Generazione di linfociti geneticamente modificati a fenotipo “central memory” per la cura delle leucemie.
G) TK008: Studio randomizzato di fase III di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore aploidentico
seguito da infusione di linfociti del donatore manipolati con gene HSV-TK verso trapianto di cellule staminali
ematopoietiche da donatore aploidentico seguito da qualsiasi procedura di T replezione cellulare in pazienti affetti da
leucemia acuta ad alto rischio” (TK008), autorizzazione del Comitato Etico HSR (dicembre 2007), ISS e AIFA atteso
per 15/1/2008.
H) “TK010: Studio randomizzato di fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore aploidentico
seguito da infusione di linfociti T del donatore manipolati con gene HSV-TK, a fenotipo central memory in pazienti
affetti da leucemia acuta con malattia al trapianto. Protocollo in fase di stesura.
I) “IPR02: studio di fase I/II di vaccinazione con linfociti autologhi ingegnerizzati ad esprimere l’antigene tumorale
MAGE-3 e l’antigene virale HSV-TK, in pazienti affetti da melanoma metastatico in stadio IV. Autorizzazione del
Comitato Etico HSR (settembre 2002), ISS e AIFA (settembre 2003).
Trapianto di cellule staminali nelle immunodeficienze primitive e in pazienti oncologici.
Prodotti specifici
2,2,1 ** Lavitrano (UniMib). Medicina molecolare e biotecnologie animali per il successo del trapianto d’organo: studio del rigetto
acuto e cronico nell’allo-e xeno-trapianto.
2,2,2 *** Gherardi (UniPv). Ingegneria di anticorpi per applicazioni terapeutiche.
2,2,3 *** Locatelli F. (UniPv). Analisi dell’immunità cellulare ed umorale specifica per il polyomavirus BK dopotrapianto di cellule
staminali emopoietiche o dopo trapianto renale, e studio di fattibilità di una strategia di terapia cellulare con linfociti T
citotossici specifici per polioma virus BK (BKV) per il trattamento di pazienti sottoposti a trapianto con patologie BKVassociate.
2,2,4 *** Meloni (UniPv). Studio del ruolo delle cellule regolatorie T CD4+ FoxP3+ nella accettazione del graft polmonare. Studio
longitudinale sulla predittività clinica di numerosi parametri immunologici di accettazione/rigetto su di una cohorte di
pazienti sottoposti a trapianto polmonare.
2,2,5 *** Roncarolo (UniHsr). Identificazione e studio dei meccanismi alla base del mantenimento e della induzione della tolleranza
immunologia nei trapianti di cellule ed organo.
2,2,6 *** Roncarolo (UniHsr). Protocolli di terapia cellulare per indurre la tolleranza immunologia nei pazienti sottoposti a trapianto
allo genico di cellule staminali ematopoietiche.
2,2,7 *** Secchi (UniHsr). Trapianto di isole pancreatiche nel paziente diabetico.
2,2,8 *** Bellone (UniHsr). Terapia cellulare ed immunoterapia combinata per la cura delle neoplasie solide.
2,2,9 *** Bonini (UniHsr). Differenziamento di blasti leucemici in cellule dendritiche leucemiche per l’immunoterapia della
leucemia.
2,2,10 ***Bonini (UniHsr). Generazione di linfociti geneticamente modificati a fenotipo “central memory” per la cura delle leucemie.
2,2,11 ***Ciceri (UniHsr). TK008: Studio randomizzato di fase III di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti del donatore manipolati con gene HSV-TK verso trapianto di cellule staminali
ematopoietiche da donatore aploidentico seguito da qualsiasi procedura di T replezione cellulare in pazienti affetti da
leucemia acuta ad alto rischio” (TK008).
2,2,12 ***Bonini (UniHsr). TK010: Studio randomizzato di fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti T del donatore manipolati con gene HSV-TK, a fenotipo central memory in
pazienti affetti da leucemia acuta con malattia al trapianto.
2,2,13 ***Russo V. (UniHsr). IPR02: studio di fase I/II di vaccinazione con linfociti autologhi ingegnerizzati ad esprimere l’antigene
tumorale MAGE-3 e l’antigene virale HSV-TK, in pazienti affetti da melanoma metastatico in stadio IV.
2,2,14 ***Badolato, Facchetti, Plebani, Russo, Sozzani, Vermi (UniBs). Trapianto di cellule staminali nelle immunodeficienze
primitive e in pazienti oncologici e pediatrici.
Aspetti applicativi-traslazionali
a) UniMib A) Realizzare una maggiore disponibilità di organi idonei al trapianto (xenotrapianto di organi animali). La possibilità di
utilizzare animali quali fonti xenogeniche di organi per trapianti nell’uomo offre la speranza di risolvere il problema
della scarsità di donatori. Il maiale è oggi considerato l’animale d’elezione come possibile fonte di organi.
B) Migliorare la funzione/sopravvivenza degli organi trapiantati (superamento del rigetto cronico).
b) UniPv
A) Ampliamento delle conoscenze nel campo dell’ ingegneria proteica. Messa a punto di nuovi prodotti terapuetici
mediante l’uso di anticorpi monoclonali.
B) Lo studio pre-clinico costituirà la base di partenza per uno studio di fase I per valutare la sicurezza d’impiego e
l’efficacia di linfociti T citotossici (CTL) BKV-specifici nel trattamento precoce della patologia associata all’infezione
da BKV in riceventi di trapianto di cellule staminali emopoietiche (TCSE), o trapianto di rene, con evidenza di
replicazione virale da BKV e patologia BKV-associata.
C) Possibile individuazione di uno score immunologico che permetta la identificazione precoce dei soggetti a maggior
rischio di sviluppo di un rigetto cronico.
18
c) UniHsr
d) UniBs
A)Tutti gli studi svolti in questa area di ricerca sono indirizzati alla definizione di nuovi approcci terapeutici per
mantenere o ristabilire la tolleranza immunologica dopo trapianto allogenico.
B) i) La sperimentazione clinica proposta si pone come obiettivo il miglioramento della ricostituzione immunologica e la
riduzione della GVHD acuta in pazienti affetti da leucemie/linfomi ad alta aggressività, sottoposti a trapianto allogenico
da donatore familiare aploidentico. Tale obiettivo viene attuato tramite l’infusione post-trapianto di linfociti T del
donatore anergizzati, cioè resi tolleranti, in vitro verso gli antigeni HLA del ricevente, mediante trattamento con IL-10 in
presenza delle cellule monocitarie del ricevente o, secondo emendamento del Dicembre 2006, in presenza di cellule
dendritiche tollerogeniche del ricevente.
ii) L’obiettivo di questo studio è quello di valutare la sicurezza e l’efficacia del trapianto di midollo da donatore non
compatibile (aploidentico) seguito da infusione di linfociti resi tolleranti con IL-10 in presenza di cellule dendritiche
tollerogeniche, nei pazienti affetti da beta talassemia. I pazienti talassemici arruolati al trapianto aploidentico sono
pazienti provenienti dai paesi del bacino del mediterraneo che non hanno possibilità di eseguire una appropriata terapia
trasfusionale e ferrochelante di supporto e per i quali quindi il trapianto è l’unica prospettiva di trattamento. La
sopravvivenza di questi pazienti è stimata inferiore ai 30 anni.
Il raggiungimento dell’obiettivo sarà valutato attraverso la valutazione della sopravvivenza globale, definita come la
probabilità di sopravvivere, durante tutto l’arco del follow-up previsto dal protocollo. Oltre alla valutazione sulla
sopravvivenza verranno valutati i dati relativi alla sicurezza, valutando in particolare il numero e la gravità degli eventi
avversi che dovessero accadere e il numero di casi e la gravità della GvHD. Verrà inoltre valutata l’efficacia tenendo in
considerazione il numero ed il tempo in cui le cellule del donatore impiegano a ricostituire il midollo (attecchimento), a
valutare la sopravvivenza libera dalla malattia (TFS), a valutare il tempo che l’organismo impiega a ricostituire il
sistema immunitario.
C) Cura del diabete mellito tipo 1, gravemente scompensato o affetto da insensibilita’ alle ipoglicemie, con trapianto di
isole pancreatciche.
D) La terapia combinata proposta è di potenziale applicabilità in pazienti affetti da neoplasie solide ed in particolare da
adenocarcinoma prostatico in fase avanzata.
E) L’obiettivo di questo progetto è lo sviluppo e la validazione di una nuova tecnologia, in grado di offrire
un’immunoterapia-genica sicura, efficacie, specifica e persistente per la cura delle leucemie.
F) L’uso clinico di linfociti T a fenotipo “central memory”, modificati geneticamente potrà incrementare l’efficacia e
ridurre la tossicità dell’immunoterapia adottiva.
G) Studio di fase III prospettico comparativo randomizzato di confronto tra l’infusione di linfociti ingegnerizzati con
gene suicida TK e altre strategie di T-replezione. I pazienti con leucemia acuta ad alto rischio inclusi nello studio sono
candidati al trapianto da donatore aploidentico familiare; ad attecchimento midollare avvenuto, riceveranno linfociti
manipolati alla dose di 1x10^7 cellule/kg o un’altra strategia di infusione di linfociti T.
H) Studio clinico di fase I-II prospettico aperto.
I) Studio di fase I/II. I pazienti con melanoma metastatico in stadio IV (M1a ed M1b), saranno sottoposti al prelievo di
una lesione tumorale mediante biopsia e/o rimozione chirurgica, al fine di analizzare mediante RT-PCR l’espressione
dell’antigene tumorale MAGE-3. Se la lesione risulterà essere positiva, i pazienti saranno avviati ad una linfocitoferesi
per la successiva ingegnerizzazione dei linfociti.
A) Identificazione di fattori prognostici e di marcatori precoci di GVHD in pazienti oncologici trapiantati.
B) Identificazione dei regimi appropriati di condizionamento pretrapianto al fine di un migliore attecchimento .
C) Sviluppo di kit diagnostici per malattie il controllo della GVHD.
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Compagnie di Biotecnologie
• Industria farmaceutica
• Comunità Europea
Il miglioramento delle tecniche e delle terapie nel trapianto d’organo e di cellule è di grande rilevanza per il nostro sistema sanitario al
fine di ridurre i costi ed ottenere un utilizzo mirato delle risorse pubbliche (ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del
farmaco, Aziende Ospedaliere ecc.).
Link con altre aree
3,6 – 3,7 – 11,1 – 11,2 – 11,3 – 11,4
Area 2,3: Malattie congenite del sistema immune
Tematiche specifiche
a) UniHsr A) Basi patogenetiche delle immunodeficienze primitive e dei fenomeni autoimmuni che si verificano in alcune forme
di immunodeficienza su base ereditaria. Sviluppo di approcci terapeutici innovativi, quali terapia genica e terapia
cellulare in malattie ereditarie del sistema immune.
Il primo obiettivo della ricerca è la caratterizzazione dei meccanismi alla base di alcune immunodeficienze su base
ereditaria, quali il difetto di Adenosin Deaminasi (ADA), la sindrome di Wiskott Aldrich (WAS), la sindrome IPEX e la
sindrome di Omenn. Inoltre, l’ interesse è rivolto a definire difetti di funzionalità di diverse sottopolazioni cellulari
19
b) UniBs
immunocompetenti con particolare riguardo alle alterazioni delle risposte effettrici e dei meccanismi di tolleranza
centrale e periferica. Questi studi sono condotti in cellule di pazienti affetti da queste patologie e nei relativi modelli
murini di malattia. I risultati ottenuti dagli studi immunologici vengono correlati con i diversi tipi di mutazione e con le
manifestazioni cliniche. La conoscenza dei meccanismi patogenetici di queste patologie di recente definizione è di
fondamentale importanza al fine di definire la modalità e valutare l’efficacia di approcci terapeutici innovativi, quali la
terapia genica o la terapia cellulare.
B) Approcci innovativi di terapia genica e cellulare in pazienti affetti da immunodeficienze primitive. E’ in corso un
protocollo di terapia genica dell’ADA-SCID mediante l’utilizzo di cellule staminali ematopoietiche trasdotte con vettori
retrovirali, che ha dimostrato sicurezza ed efficacia terapeutica a lungo termine in assenza di altri trattamenti. E’ in fase
di preparazione una sperimentazione clinica di terapia genica per la sindrome di WAS che prevede l’impiego di cellule
staminali autologhe ingegnerizzate con un vettore lentivirale, del quale è già stata dimostrata l’efficacia e sicurezza in
studi preclinici.
C) Studio della fattibilità di una terapia cellulare o genica per le malattie genetiche autoimmuni, tra cui sindrome da
Immunodisregolazione, Poliendocrinopatia, Enteropatia legata all’X (IPEX).
A) Studio delle basi genetico/molecolari delle immunodeficienze primitive e sviluppo di strategie terapeutiche
B) Studio delle sottopopolazioni di cellule dendritiche nelle immunodeficienze primitive
C) Trapianto di cellule staminali nelle immunodeficienze primitive
Un elemento di spicco è rappresentato dall’esperienza relativa alla diagnosi e il trattamento delle neutropenie e delle
immunodeficienze combinate. Gli studi finora condotti hanno permesso di identificare i difetti genetici responsabili di
diverse forme di queste malattie, di definire i meccanismi patogenetici, di migliorare gli approcci terapeutici e di
proporre terapie avanzate in aggiunta a quella del trapianto di midollo osseo che rappresenta la strategie elettiva in
alcune di queste situazioni.
Prodotti specifici
2,3,1 *** Roncarolo (UniHsr). A) Basi patogenetiche delle immunodeficienze primitive e dei fenomeni autoimmuni che si
verificano in alcune forme di immunodeficienza su base ereditaria. Sviluppo di approcci terapeutici innovativi, quali
terapia genica e terapia cellulare in malattie ereditarie del sistema immune; Approcci innovativi di terapia genica e
cellulare in pazienti affetti da immunodeficienze primitive.
2,3,2 *** Roncarolo (UniHsr). Studio della fattibilità di una terapia cellulare o genica per le malattie genetiche autoimmuni, tra cui
sindrome da Immunodisregolazione, Poliendocrinopatia, Enteropatia legata all’X (IPEX).
2,3,3 *** Badolato, Facchetti, Plebani, Sozzani, Vermi (UniBs). Studio delle basi genetico/molecolari delle immunodeficienze
primitive e sviluppo di strategie terapeutiche; Studio delle sottopopolazioni di cellule dendritiche nelle immunodeficienze
primitive; Trapianto di cellule staminali nelle immunodeficienze primitive.
Aspetti applicativi-traslazionali
a) UniHsr A) Diagnosi molecolare delle immunodeficienze primarie, tra cui ADA, WAS, Omenn, IPEX.
B) Caratterizzazione immunofenotipica e funzionale delle immunodeficienze primarie e di altre malattie con
immunodisregolazione a base genetica non nota.
C) Sviluppo di approcci terapeutici innovativi quali terapia genica dell’ADA-SCID, WAS e IPEX con cellule
ematopoietiche e terapia cellulare utilizzando cellule T regolatorie differenziate e/o espanse in vitro.
b) UniBs
A) Sviluppo di uno standard per la diagnosi e la terapia delle immunodeficienze primitive anche attraverso l’utilizzo di
reti ospedaliere: IPINET (Aziende Ospedaliere, Regione Lombardia, SSN).
B) Identificazione di marcatori genetici e molecolari per la diagnosi e il trattamento di alcune forme di
immunodeficienze.
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Compagnie di Biotecnologie
• Industria farmaceutica
• Comunità Europea
Il miglioramento delle tecniche diagnostiche e della cura delle malattie genetiche è di grande rilevanza per la salute del bambino e per
una miglior utilizzazione delle risorse (ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del farmaco, Aziende Ospedaliere etc)
Link con altre aree
6,5 – 6,7 – 6,11 – 9,1 – 14,6
Area 2,4: Allergologia
Tematiche specifiche
a) Unibs
Immuno-allergopatie nelle strutture sanitarie
Esiste una esperienza più strettamente di tipo allergologico relativo alla promozione e tutela della salute nelle strutture
sanitarie.
20
Prodotti specifici
2,4,1 *
Porru, Lucchini, Placidi, Crippa (UniBs). Immuno-allergopatie nelle strutture sanitarie.
Aspetti applicativi-traslazionali dell’area
La prevenzione di patologie nel settore sanitario è cruciale per una riduzione del rischio sul lavoro e funzionale ad un utilizzo mirato
delle risorse pubbliche (ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del farmaco, Aziende Ospedaliere etc)
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Industria farmaceutica
Link con altre aree
6,8 – 13,3 – 14,4
Area 2,5: Immunologia dei tumori
Tematiche specifiche
a) UniVa
A) Messa a punto nuove strategie di modificazione genica delle cellule tumorali tali che possano essere meglio
riconosciute dalle cellule T CD4+ innescando i meccanismi effettori delle risposte anti-tumore.
B) Studio di sistemi di immunoterapia tumorale basati sul targeting del tumore con TNF coniugato ad anticorpi antifibronectina.
b) UniMi A) Induzione di risposte anti-tumorali mediante agonisti dei Toll-like receptors.
B) Utilizzo e mecchanismo d’azione di anticorpi monoclonali diretti verso il recettore codificato dall’oncogene HER2.
C) Studio in cellule dello stipite macrofagico di vie di segnalazione coinvolgenti sfingolipidi e nitrossido che regolano
endocitosi, generazione di interleuchine, espressione di selettine, resistenza alla morte indotta da ambiente tumorale ed
agenti batterici, e modificazioni nel bilancio energetico
D) Studi immunoistochimici dell’espressione tessutale di citochine e altri mediatori immunologici in corso di patologie
infettive, infiammatorie e neoplastiche umane e murine, e valutazione del loro ruolo nella patogenesi delle malattie.
c) UniMib Caratterizzazione e trattamento del deficit immunitario associato a malattia neoplastica e da stress chirurgico.
d) UniPv
A) Valutazione della possibilità di generare linee di linfociti T citotossici (CTL) specifici per proteine della fase latente
del virus di Epstein-Barr (EBV) espresse da tumori EBV-correlati con latenza di tipo II (carcinoma nasofaringeo,
malattia di Hodgkin)
B) Modulazione delle popolazioni effettrici e delle memoria presenti in linee di CTL anti-leucemia di origine del
donatore generate ed espanse ex vivo, per approcci di immunoterapia adottiva, con lo scopo di prevenire/trattare la
recidiva leucemica dopo trapianto allogenico .
C) Valutazione dell'effetto delle cellule mesenchimali umane (MSC) sulla generazione/mantenimento in vitro di attività
antitumorale
e) UniHsr A) Immunoterapia combinata per la cura delle neoplasie solide
B) Differenziamento di blasti leucemici in cellule dendritiche leucemiche per l’immunoterapia della leucemia
C) Generazione di linfociti geneticamente modificati a fenotipo “central memory” per la cura delle leucemie
D) TK008: Studio randomizzato di fase III di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore aploidentico
seguito da infusione di linfociti del donatore manipolati con gene HSV-TK verso trapianto di cellule staminali
ematopoietiche da donatore aploidentico seguito da qualsiasi procedura di T replezione cellulare in pazienti affetti da
leucemia acuta ad alto rischio” (TK008), autorizzazione del Comitato Etico HSR (dicembre 2007), ISS e AIFA atteso
per 15/1/2008
E) “TK010: Studio randomizzato di fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore aploidentico
seguito da infusione di linfociti T del donatore manipolati con gene HSV-TK, a fenotipo central memory in pazienti
affetti da leucemia acuta con malattia al trapianto. Protocollo in fase di stesura
F) “IPR02: studio di fase I/II di vaccinazione con linfociti autologhi ingegnerizzati ad esprimere l’antigene tumorale
MAGE-3 e l’antigene virale HSV-TK, in pazienti affetti da melanoma metastatico in stadio IV. Autorizzazione del
Comitato Etico HSR (settembre 2002), ISS e AIFA (settembre 2003)
G) Associazione tra targeting vascolare, chemioterapia ed immunoterapia attiva per la cura delle neoplasie solide
H) Terapia dei tumori solidi con citochine modificate
I) Studio pilota di trattamento con cellule dendritiche autologhe e linfociti NK autologhi reinoculati in vivo per via
transperitoneale dopo chemioterapia in pazienti con adenocarcinoma ovarico avanzato
L) Mediatori infiammatori nel controllo della risposta immunitaria associata a trattamenti chemioterapici.
M) Studio della risposta immunitaria ai tumori e sviluppo di approcci di immunoterapia attiva ed adottiva
N) Identificazione di bersagli molecolari alla base di tolleranza e memoria immunologia e trasformazione neoplastica
O) Studi pre-clinici su nuovi antigeni tumorali e loro utilizzo in protocolli traslazionali di immunoterapia attiva
(vaccinazione) e adottiva nel melanoma metastatico, carcinoma del colon e del pancreas. Definizione delle proprietà
immunobiologiche delle cellule staminali dei tumori cerebrali e pancreatici.
P) Caratterizzazione della risposta immunitaria adattativa specifica per antigeni tumorali spontanea ed indotta da
vaccinazione in pazienti neoplastici
21
f) UniBs
Q) Caratterizzazione funzionale dell’effetto di fattori tumorali a basso peso molecolare su cellule dendritiche umane e
murine
A) Studio delle sottopopolazioni di cellule dendritiche nelle neoplasie
Esiste anche un interesse per la comprensione dei meccanismi immunitari associati alla progressione tumorale con una
particolare attenzione al ruolo dell’immunità innata e delle cellule staminali tumorali.
B) Trapianto di cellule staminali in pazienti oncologici. Il trapianto di cellule staminali viene applicato e studiato nei
suoi aspetti prognostici, di monitoraggio, oltre che terapeutici, nel paziente affetto da leucemie, linfomi e mieloma
C) Utilizzo di farmaci biologici in pazienti oncologici
Prodotti specifici
2,5,1 ** Accolla (UniVa). Messa a punto nuove strategie di modificazione genica delle cellule tumorali tali che possano essere
meglio riconosciute dalle cellule T CD4+ innescando i meccanismi effettori delle risposte anti-tumore; Studio di sistemi di
immunoterapia tumorale basati sul targeting del tumore con TNF coniugato ad anticorpi anti-fibronectina.
2,5,2 ** Clementi E., Balsari (UniMi). Induzione di risposte anti-tumorali mediante agonisti dei Toll-like receptors; Utilizzo e
mecchanismo d’azione di anticorpi monoclonali diretti verso il recettore codificato dall’oncogene HER2; Studio in cellule
dello stipite macrofagico di vie di segnalazione coinvolgenti sfingolipidi e nitrossido che regolano endocitosi, generazione
di interleuchine, espressione di selettine, resistenza alla morte indotta da ambiente tumorale ed agenti batterici, e
modificazioni nel bilancio energetico; Studi immunoistochimici dell’espressione tessutale di citochine e altri mediatori
immunologici in corso di patologie infettive, infiammatorie e neoplastiche umane e murine, e valutazione del loro ruolo
nella patogenesi delle malattie.
2,5,3 ** Nespoli (UniMib). Caratterizzazione e trattamento del deficit immunitario associato a malattia neoplastica e da stress
chirurgico.
2,5,4 *** Locatelli F. (UniPv). Valutazione della possibilità di generare linee di linfociti T citotossici (CTL) specifici per proteine
della fase latente del virus di Epstein-Barr (EBV) espresse da tumori EBV-correlati con latenza di tipo II (carcinoma
nasofaringeo, malattia di Hodgkin).
2,5,5 ** Montagna (UniPv). Modulazione delle popolazioni effettrici e delle memoria presenti in linee di CTL anti-leucemia di
origine del donatore generate ed espanse ex vivo, per approcci di immunoterapia adottiva, con lo scopo di prevenire/trattare
la recidiva leucemica dopo trapianto allogenico.
2,5,6 *
Montagna (UniPv). Valutazione dell'effetto delle cellule mesenchimali umane (MSC) sulla generazione/mantenimento in
vitro di attività antitumorale.
2,5,7 *** Bellone (UniHsr). Immunoterapia combinata per la cura delle neoplasie solide.
2,5,8 *** Bonini (UniHsr). Differenziamento di blasti leucemici in cellule dendritiche leucemiche per l’immunoterapia della
leucemia.
2,5,9 *** Bonini (UniHsr). Generazione di linfociti geneticamente modificati a fenotipo “central memory” per la cura delle leucemie.
2,5,10 ***Ciceri (UniHsr). TK008: Studio randomizzato di fase III di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti del donatore manipolati con gene HSV-TK verso trapianto di cellule staminali
ematopoietiche da donatore aploidentico seguito da qualsiasi procedura di T replezione cellulare in pazienti affetti da
leucemia acuta ad alto rischio” (TK008).
2,5,11 ***Bonini (UniHsr). TK010: Studio randomizzato di fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti T del donatore manipolati con gene HSV-TK, a fenotipo central memory in
pazienti affetti da leucemia acuta con malattia al trapianto.
2,5,12 ***Russo V. (UniHsr). IPR02: studio di fase I/II di vaccinazione con linfociti autologhi ingegnerizzati ad esprimere l’antigene
tumorale MAGE-3 e l’antigene virale HSV-TK, in pazienti affetti da melanoma metastatico in stadio IV.
2,5,13 ***Bellone (UniHsr). Associazione tra targeting vascolare, chemioterapia ed immunoterapia attiva per la cura delle neoplasie
solide.
2,5,14 ***Corti (UniHsr). Terapia dei tumori solidi con citochine modificate.
2,5,15 ***Manfredi (UniHsr). Studio pilota di trattamento con cellule dendritiche e linfociti NK autologhi reinoculati per via
intraperitoneale dopo chemioterapia in pazienti con adenocarcinoma ovarico avanzato. Valutazione di tollerabilità, outcome
immunologico e dati iniziali di efficacia.
2,5,16 * Manfredi (UniHsr). Ruolo della morte cellulare spontanea e indotta da trattamenti antineoplastici nella risposta
immunitaria verso i tumori.
2,5,17 * Mondino (UniHsr). Studio della risposta immunitaria ai tumori e sviluppo di approcci di immunoterapia attiva ed adottiva.
2,5,18 * Mondino (UniHsr). Identificazione di bersagli molecolari alla base di tolleranza e memoria immunologia e trasformazione
neoplastica.
2,5,19 ***Parmiani (UniHsr). Studi pre-clinici su nuovi antigeni tumorali e loro utilizzo in protocolli traslazionali di immunoterapia
attiva (vaccinazione) e adottiva nel melanoma metastatico, carcinoma del colon e del pancreas. Definizione delle proprietà
immunobiologiche delle cellule staminali dei tumori cerebrali e pancreatici.
2,5,20 * Protti (UniHsr). Caratterizzazione della risposta immunitaria adattativa specifica per antigeni tumorali spontanea ed indotta
da vaccinazione in pazienti neoplastici.
2,5,21 * Russo V. (UniHsr). Caratterizzazione funzionale dell’effetto di fattori tumorali a basso peso molecolare su cellule
dendritiche umane e murine.
2,5,22 ** Badolato, Facchetti, Plebani, Russo, Sozzani, Vermi (UniBs). Studio delle sottopopolazioni di cellule dendritiche nelle
neoplasie; Trapianto di cellule staminali in pazienti oncologici; Utilizzo di farmaci biologici in pazienti oncologici.
Aspetti applicativi-traslazionali
a) UniVa
Nuove strategie terapeutiche per aumentare la risposta immunitaria dell’ospite contro i tumori.
22
b) UniMi
A) Valutazione del ruolo di agonisti dei Toll-like receptors nell’induzione di risposte anti-tumorali.
B) Definizione del ruolo di parametri clinici e sperimentali nell’ottimizzazione dell’uso di anticorpi monoclonali diretti
verso il recettore codificato dall’oncogene HER2.
C) Identificazione di protocolli di chemoimmunoterapia in cui l’efficacia dei chemoterapici sia ottenibile a dosi
significativamente ridotte.
D) Sviluppo di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche.
c) UniMib L’attività di ricerca è applicativa direttamente in ambito clinico, sia nell’identificazione di alterazione immunoendocrine
che possano avere significato prognostico, sia nella correzione di tali alterazioni con intento terapeutico, verificando
l’attività degli agenti introdotti con studi clinici di fase 2.
d) UniPv
A) Acquisizione di ulteriori importanti informazioni sulla fattibilità della terapia cellulare per il trattamento di neoplasie
EBV-correlate a latenza II (NPC, malattia di Hodgkin). In particolare, un ulteriore sviluppo traslazionale sarà costituito
dalla possibilità di affinare ulteriormente la terapia cellulare, utilizzando non più CTL policlonali EBV-polispecifici, ma
CTL specifici per gli antigeni EBV subdominanti espressi sulle cellule tumorali delle neoplasie EBV-correlate a latenza
II (LMP1, LMP2).
B) Miglioramento dei risultati terapeutici grazie al miglioramento dell’approccio metodologico attualmente in uso per la
generazione di CTL anti-leucemia, con lo scopo di ottenere quantità sempre maggiori di CTL dotati di grande specificità
antitumorale sia in vitro che in vivo.
C) Lo studio della capacità delle MSC di modulare in vitro, in senso negativo o positivo la capaciti dei T linfociti di
generare una risposta anti-tumorale, permetterà di migliorare sempre più gli approcci di immunoterapia adottiva che
coinvolgono l'uso delle MSC dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopopietiche.
e) UniHSR A) Terapie combinate basate su condizionamento non-mieloablativo e trapianto allogenico di cellule staminali
ematopoietiche sono di potenziale applicabilità in pazienti affetti da neoplasie solide.
B) L’uso clinico di linfociti T a fenotipo “central memory”, modificati geneticamente è previsto per incrementare
l’efficacia e ridurre la tossicità dell’immunoterapia adottiva;
C) Studio di fase III prospettico comparativo randomizzato di confronto tra l’infusione di linfociti ingegnerizzati con
gene suicida TK e altre strategie di T-replezione. I pazienti con leucemia acuta ad alto rischio inclusi nello studio sono
candidati al trapianto da donatore aploidentico familiare; ad attecchimento midollare avvenuto, riceveranno linfociti
manipolati alla dose di 1x10^7 cellule/kg o un’altra strategia di infusione di linfociti T.
D) Studio di fase I/II. I pazienti con melanoma metastatico in stadio IV (M1a ed M1b), saranno sottoposti al prelievo di
una lesione tumorale mediante biopsia e/o rimozione chirurgica, al fine di analizzare mediante RT-PCR l’espressione
dell’antigene tumorale MAGE-3. Se la lesione risulterà essere positiva, i pazienti saranno avviati ad una linfocitoferesi
per la successiva ingegnerizzazione dei linfociti.
f) UniBs
A) Identificazione di fattori prognostici e di marcatori precoci di GVHD in pazienti oncologici trapiantati.
B) Identificazione dei regimi appropriati di condizionamento pretrapianto al fine di un migliore attecchimento.
C) Sviluppo di kit diagnostici per il controllo della GVHD.
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Compagnie di Biotecnologie
• Industria farmaceutica
• Comunità Europea
Il miglioramento dei meccanismi di comprensione e della cura dei tumori è di grande rilevanza per il nostro sistema sanitario al fine di
ridurre i costi ed ottenere un utilizzo mirato delle risorse pubbliche (ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del farmaco,
Aziende Ospedaliere etc.).
Link con altre aree
3,1 - 3,2 – 3,4 – 3,6 – 3,9 – 4,3 – 7,3 – 7,5
Area 2,6: Immunologia delle malattie infettive
Tematiche specifiche
a) UniVa
Interazioni retrovirus-sistema immunitario. Ruolo del gene, AIR-1, che codifica il maggior regolatore trascrizionale
(CIITA) dell’espressione dei geni HLA di classe II, e gioca un ruolo chiave nei processi di riconoscimento antigenico e
di attivazione della risposta immune. CIITA ha anche una funzione fondamentale nell’inibire la replicazione dei
retrovirus, sia HIV-1 che HTLV-2, competendo con i transattivitori virali Tat e Tax.
b) UniMi Immunologia e immunopatologia di processi infettivi
c) UniPv
A) Risposta immunitaria innata e adattativa ai virus epatitici e terapia delle epatiti virali acute e croniche e delle loro
complicanze (cirrosi ed epatocarcinoma): a) Ruolo dei recettori attivatori e inibitori di linfociti natural killer (NK)
periferici ed intraepatici e valutazione del loro potenziale citolitico ed nella patogenesi, progressione clinica e risposta
terapeutica in pazienti con epatite cronica da HBV e HCV. b) Caratteristiche della risposta B cellulare nelle epatiti virali
croniche (HBV e HCV); ruolo dell’attivazione B nella patogenesi delle sindromi linfoproliferative HCV-correlate e nella
autoimmunità indotta da virus epatotropi. D) Studio del ruolo dei linfociti T regolatori intraepatici e periferici nel
controllo della infezione cronica da HCV.
B) Caratterizzazione biochimica e immunologica di adesine espresse sulla superficie dei batteri Gram-positivi e loro
23
d) UniHsr
possibile uso come vaccini: a) identificazione di adesine da stafilococchi (Staphylococcus aureus e stafilococchi
coagulasi-negativi) e streptococchi (Streptococcus pyogenes e Streptococcus agalactiae), con loro isolamento mediante
metodologie biochimiche convenzionali o da cloni ricombinanti di E. coli e caratterizzazione funzionale e
immunologica, b) utilizzo di anticorpi monoclonali e policlonali contro adesine per inibire l'interazione adesina-mediata
dai batteri a specifici ligandi della matrice o della superficie delle cellule dell'ospite c) efficacia invivo di anticorpi
contro adesine in esperimenti di immunizzazione passiva oimmunizzazione diretta degli animali. Queste importanti
informazioni rappresentano i presupposti per proporre una o più adesine come vaccini per combattere infezioni contro
agenti patogeni comuni quali gli stafilococchi e gli streptococchi.
A) Studi d’immunopatogenesi delle infezioni da HIV, Herpes Simplex Virus (HSV) e da virus emergenti quali SARS
Coronavirus ed Influenza Virus (incluso H5N1)
B) Studi d’immunoricostituzione in persone HIV+ trattate con farmaci antiretrovirali e immunoterapia (IL-2)
C) Studi di storia naturale dell’infezione da HIV in popolazioni “long term nonprogressors”.
D) Studi in modelli preclinci dei meccanismi immunologici responsabili dell’infezione da HBVe da HCV: a)
identificazione del ruolo dell’infiammazione e delle piastrine nell’attivazione della risposta immune effettrice, b)
caratterizzazione della risposta immune cellulare responsabile della distruzione tessutale.
Prodotti specifici
2,6,1 *
Accolla (UniVa). Interazioni retrovirus-sistema immunitario. Ruolo del gene, AIR-1, che codifica il maggior regolatore
trascrizionale (CIITA) dell’espressione dei geni HLA di classe II, e gioca un ruolo chiave nei processi di riconoscimento
antigenico e di attivazione della risposta immune. CIITA ha anche una funzione fondamentale nell’inibire la replicazione
dei retrovirus, sia HIV-1 che HTLV-2, competendo con i transattivitori virali Tat e Tax.
2,6,2 *
Clerici, Villa M.L. (UniMi). Immunologia e immunopatologia di processi infettivi.
2,6,3 *
Mondelli (UniPv). Risposta immunitaria innata e adattativa ai virus epatitici e terapia delle epatiti virali acute e croniche e
delle loro complicanze (cirrosi ed epatocarcinoma): a) Ruolo dei recettori attivatori e inibitori di linfociti natural killer (NK)
periferici ed intraepatici e valutazione del loro potenziale citolitico ed nella patogenesi, progressione clinica e risposta
terapeutica in pazienti con epatite cronica da HBV e HCV. b) Caratteristiche della risposta B cellulare nelle epatiti virali
croniche (HBV e HCV); ruolo dell’attivazione B nella patogenesi delle sindromi linfoproliferative HCV-correlate e nella
autoimmunità indotta da virus epatotropi. D) Studio del ruolo dei linfociti T regolatori intraepatici e periferici nel controllo
della infezione cronica da HCV.
2,6,4 ** Speziale (UniPv). Caratterizzazione biochimica e immunologica di adesine espresse sulla superficie dei batteri Grampositivi e loro possibile uso come vaccini: a) identificazione di adesine da stafilococchi (Staphylococcus aureus e
stafilococchi coagulasi-negativi) e streptococchi (Streptococcus pyogenes e Streptococcus agalactiae), con loro isolamento
mediante metodologie biochimiche convenzionali o da cloni ricombinanti di E. coli e caratterizzazione funzionale e
immunologica, b) utilizzo di anticorpi monoclonali e policlonali contro adesine per inibire l'interazione adesina-mediata dai
batteri a specifici ligandi della matrice o della superficie delle cellule dell'ospite c) efficacia in vivo di anticorpi contro
adesine in esperimenti di immunizzazione passiva o immunizzazione diretta degli animali. Queste importanti informazioni
rappresentano i presupposti per proporre una o più adesine come vaccini per combattere infezioni contro agenti patogeni
comuni quali gli stafilococchi e gli streptococchi.
2,6,5 ** Guidotti (UniHsr). Studi dei meccanismi immunopatologici responsabili della malattia epatica in corso d’infezione da
HBV e HCV, e della coinfezione di questi virus con HIV. Questi studi utilizzano biopsie epatiche e campioni di sangue da
pazienti infetti; Studi dei meccanismi immunopatologici responsabili della malattia epatica in corso d’infezione da HBV in
modelli preclinici. Questi studi utilizzano topi transgenici replicanti HBV; Studi relativi a prevenire l’insorgenza
dell’epatocarcinoma durante epatite virale cronica immuno-mediata in modelli preclinci. Questi studi utilizzano topi
transgenici per HBV; Studi dei meccanismi immunopatologici responsabili della sindrome da febbre emorragica in modelli
preclinci. Questi studi utilizzano topi infettati con Arenavirus responsabili di febbri emorragiche nell’uomo.
2,6,6 ** Poli (UniHsr). Studi d’immunopatogenesi delle infezioni da HIV, Herpes Simplex Virus (HSV) e da virus emergenti quali
SARS Coronavirus ed Influenza Virus (incluso H5N1); Studi d’immunoricostituzione in persone HIV+ trattate con farmaci
antiretrovirali e immunoterapia (IL-2); Studi di storia naturale dell’infezione da HIV in popolazioni “long term
nonprogressors”.
Aspetti applicativi-traslazionali
a) UniVa
Nuove strategie per bloccare la replicazione dei retrovirus, HIV e retrovirus umani oncogeni.
b) UniMi A) Appropriatezza diagnostica e terapeutica e potenziale sviluppo per industrie biotecnologiche di marcatori diagnostici.
B) Nuovi approcci terapeutici.
c) UniPv
A) Definizione del ruolo dell’ immunità innata nelle epatiti virali croniche con razionalizzazione dell’utilizzo dei
farmaci e delle strategie terapeutiche e ottimizzazione nella gestione del singolo paziente con conseguente risparmio di
risorse. Comprensione dei meccanismi di inappropriata attivazione dei linfociti B che possono condurre ad una
linfoproliferazione maligna e a manifestazioni autoimmuni extraepatichecon identificazione di possibili settori di
intervento terapeutico precoce utilizzando anticorpi monoclonali anti-CD20 (Rituximab). Definizione del ruolo clinico
delle cellule Treg nel controllare il danno epatico nell’epatite cronica da HCV); definizione del ruolo delle cellule T
regolatorie nella risposta al trattamento antivirale; identificazione di nuovi spazi di intervento terapeutico.
B) Messa a punto di vaccini di nuova generazione: possibilità di utilizzare una o più adesine come potenziali vaccini per
combattere infezioni contro temibili agenti patogeni come gli stafilococchi e gli streptococchi.
d) UniHsr A) Individuazione di nuovi bersagli terapeutici o preventivi (sviluppo di agenti microbicidi)
B) Scoperta di nuove molecole a doppia valenza (immunostimolante ed anti-virale) come esemplificato dalla molecola
nota come “PTX-B”, ovvero la componente non tossica della tossina della pertosse.
24
D) Messa a punto di nuove strategie terapeutiche per l’infezione da HCV.
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Compagnie di Biotecnologie
• Industria farmaceutica
• Comunità Europea
La prevenzione e la terapia di patologie infettive è cruciale per una riduzione del rischio sul lavoro e funzionale ad un utilizzo mirato
delle risorse pubbliche (ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del farmaco, Aziende Ospedaliere etc).
Link con altre aree
5,2 – 5,3 – 5,4 – 5,6 – 5,7 – 5,9 – 5,10 – 5,11 – 6,6 – 6,10 – 13,2
Area 2,7: Immunologia della riproduzione
Tematiche specifiche
a) Unimi
A) Standardizzazione/validazione di marker diagnostici e prognostici per malattie autoimmuni
B) Studio meccanismi patogenetici delle malattie autoimmuni (sindrome da anticorpi antifosfolipidi).
C) Studi epidemiologici e di associazione genetica in malattie autoimmuni sistemiche.
D) Studio del ruolo di mediatori infiammatori nell’impianto e nel corretto sviluppo dell’embrione e loro potenziale
utilizzo quale marcatori diagnostico-prognostici nelle patologie della gravidanza
b) Unisr
Valutazione di fattori prognostici immunologici che predicano l’insorgenza di complicanze in corso di gravidanza.
Prodotti specifici
2,7,1 *** Meroni, Mantovani (UniMi). Standardizzazione/validazione di marker diagnostici e prognostici per malattie autoimmuni;
Studio meccanismi patogenetici delle malattie autoimmuni (sindrome da anticorpi antifosfolipidi); Studi epidemiologici e
di associazione genetica in malattie autoimmuni sistemiche; Studio del ruolo di mediatori infiammatori nell’impianto e nel
corretto sviluppo dell’embrione e loro potenziale utilizzo quale marcatori diagnostico-prognostici nelle patologie della
gravidanza.
2,7,2 *
Rovere-Querini (UniHsr). Caratterizzazione delle risposte immunitarie innate nella patogenesi delle complicanze vascolari
in corso di gravidanza e nello sviluppo di endometriosi.
Aspetti applicativi-traslazionali
La prevenzione di patologie della gravidanza è cruciale per la salute della donna ed un utilizzo mirato delle risorse pubbliche
(ISPESL, ISS, INAIL, Regione Lombardia, Industria del farmaco, Aziende Ospedaliere etc).
Potenziali utenti
• Aziende Ospedaliere
• Regione Lombardia
• SSN e Ministero della Salute
• Industria farmaceutica
• Comunità Europea
Link con altre aree
1,4
25
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 3 – Ematologia
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 51 prodotti, distribuiti in 11 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
3,1
Linfomi maligni (11)
3,2
Mieloma multiplo (4)
3,3
Malattie mieloproliferative croniche Ph-negative (2)
3,4
Leucemia mieloide cronica (1)
3,5
Sindromi mielodisplastiche (4)
3,6
Leucemie acute e terapia genica (7)
3,7
Trapianto di cellule staminali in ematologia (7)
3,8
Anemie e disordini del metabolismo del ferro (5)
3,9
Diagnostica molecolare avanzata in ematologia (2)
3,10 Disordini dell’emostasi (7)
3,11 Tecnologie diagnostiche e terapeutiche innovative per le piastrinopenie (1)
Area 3,1: Linfomi maligni
Tematiche specifiche
I linfomi maligni rappresentano un gruppo eterogeneo di neoplasie il cui l’inquadramento diagnostico, molecolare e prognostico è
tuttora in via di affinamento grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie di studio immunologiche, molecolari, e di gene profiling. Nel
contempo, grazie alle nuove conoscenze biologiche, si stanno definendo precisi subset prognostici e innovative modalità di terapia. La
precisa definizione diagnostico-molecolare e prognostica è oggi un prerequisito essenziale per l’identificazione dei pazienti che
possono beneficiare di terapie intensive integrate (immuno-chemioterapia, terapie ad alte dosi con supporto di cellule staminali
autologhe, trapianto di cellule staminali allogeniche), nonché per l’individuazione dei possibili target dei nuovi farmaci a bersaglio
immunologico e molecolare. La rete di eccellenza delle Università lombarde offre nell’area dei linfomi strutture dotate di competenze
avanzate sia nella diagnostica istopatologica e molecolare che nel campo della immunoterapia e del trapianto di cellule staminali.
Queste potenzialità ben si prestano ad essere integrate in rete e consentono di rispondere alle necessità sopra elencate, necessarie per
l’ulteriore avanzamento delle possibilità di cura nei linfomi maligni.
Prodotti specifici
3,1,1*** Arcaini (UniPv). Linfomi HCV-correlati.
3,1,2*** Arcaini (UniPv). Immunochemioterapia dei linfomi non-Hodgkin con autotrapianto di cellule staminali lymphoma-free.
3,1,3*** Corradini (UniMi). Immunochemioterapia dei linfomi periferici a cellule T.
3,1,4*** Corradini (UniMi). Monitoraggio della malattia minima residua in pazienti affetti da linfoma non Hodgkin, leucemia
linfatica cronica e mieloma multiplo sottoposti a trapianto di cellule staminali allogeniche con condizionamento a ridotta
intensità.
3,1,5*** Corradini (UniMi). Profilo di espressione delle proteine per l’identificazione di marcatori prognostici nel plasma di
pazienti affetti da leucemia linfatica cronica.
3,1,6**
Lambertenghi Deliliers (UniMi). Caratterizzazione del processo di apoptosi nella leucemia linfatica cronica mediante
analisi dell’espressione genica.
3,1,7*** Baldini (UniMi). Immunochemioterapia dei linfomi a cellule B non follicolari in fase avanzata.
3,1,8**
Baldini (UniMi). Studio delle caratteristiche biologiche della cellula linfoide neoplastica B matura.
3,1,9**
Caligaris-Cappio (UniHsr). Analisi molecolare e cellulare del microambiente tumorale nei linfomi indolenti.
3,1,10** Facchetti (UniBs). Caratteristiche clinico-patologiche, fenotipiche e molecolari dei processi proliferativi delle cellule
dendritiche plasmacitoidi associate a malattie mieloproliferative.
3,1,11*** Corradini (UniMi). Immunochemioterapia e trapianto allogenico di cellule staminali nei linfomi a cellule B in ricaduta o
refrattari.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi di definizione di entità clinico-patologiche e prognostiche come base per l’applicazione di trattamenti innovativi
differenziati per categoria di rischio.
• Programmi avanzati di cura, patient-tailored, includenti chemio-immunoterapia intensiva e trapianto autologo di cellule
staminali lymphoma-free.
• Programmi di trapianto allogenico di cellule staminali con regimi di condizionamento ad intensità ridotta.
26
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
2,1 – 2,4 – 3,1 – 3,2 – 4,1 – 5,2 – 5,3 – 6,2 – 7,2 – 7,3 – 7,4 – 9,1 - 9,2.
Area 3,2: Mieloma multiplo
Tematiche specifiche
I programmi di terapia ad alte dosi con trapianto di cellule staminali hanno migliorato sostanzialmente le prospettive di sopravvivenza
dei pazienti con mieloma multiplo. I pazienti più giovani possono inoltre giovarsi dei nuovi programmi di trapianto allogenico. Più
recentemente, lo sviluppo di nuovi farmaci non chemioterapici attivi sul microambiente (immunomodulatori, inibitori del proteasoma)
ha aperto nuove prospettive di cura in tutte le fasce di età grazie alla capacità di questi agenti di superare la resistenza della malattia ai
farmaci chemioterapici. Nuove potenzialità su aprono con l’integrazione delle varie modalità di cura ora disponibili. La rete di centri
di ematologia delle Università lombarde costituisce in questo ambito la struttura ideale per trasferire nella pratica clinica nuove
strategie terapeutiche ad alta complessità.
Prodotti specifici
3,2,1**
Corso (UniPv). Basi biologiche e terapia della malattia ossea nel mieloma multiplo.
3,2,2**
Lambertenghi Deliliers (UniMi). Studio della mielomagenesi con analisi integrata del genoma e trascrittoma.
3,2,3*** Lambertenghi Deliliers (UniMi). Fattori prognostici indicativi di evoluzione neoplastica nelle discrasie linfoplasmacellulari.
3,2,4*** Corradini (UniMi).Trattamento combinato con Bortezomib e infusione di linfociti del donatore nei pazienti con mieloma
multiplo in recidiva/progressione dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi di trattamento integrato del mieloma mediante combinazione dei nuovi farmaci con la chemioterapia ad alte dosi
ed il trapianto autologo di cellule staminali.
• Individuazione di marcatori prognostici.
• Programmi avanzati di trapianto allogenico familiare ed unrelated, includenti condizionamenti ad intensità ridotta,
valutazione molecolare della risposta, integrazione di immunomodulatori.
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
1,4 – 1,8 – 6,2 – 7,2 – 7, 3 – 9,1 – 9,2.
Area 3,3: Malattie mieloproliferative croniche Philadelphia-negative
Tematiche specifiche
I recenti avanzamenti nella comprensione della patogenesi molecolare delle malattie mieloproliferative croniche Philadelphianegative, specie con l’individuazione di mutazioni dei geni JAK2 e MPL, ha avuto rilevanti implicazioni sull’approccio diagnostico e
terapeutico a questi pazienti. La rete di eccellenza delle Università lombarde rappresenta la struttura ottimale per garantire un rapido
trasferimento delle acquisizioni molecolari alla pratica clinica.
Prodotti specifici
3,3,1**
Cortelezzi (UniMi). Angiogenesi nelle malattie mieloproliferative croniche Ph-negative.
3,3,2*** Passamonti (UniPv). Analisi molecolare delle malattie mieloproliferative croniche Ph-negative.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi diagnostici clinici e molecolari per l’esatta caratterizzazione della malattia come base per l’applicazione di
trattamenti mirati al difetto genetico.
• Programmi di definizione prognostica della malattia (score per la definizione delle categorie di rischio) come base necessaria
per l’assegnazione a trattamenti differenziati.
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
27
Link con altre aree
1,10 – 4,1 – 5,2 – 5,3 – 5,4 – 6,2 – 7,2 – 7,5 – 7,6 – 9,1 – 9,2.
Area 3,4: Leucemia mieloide cronica
Tematiche specifiche
La terapia della leucemia mieloide cronica è stata profondamente modificata negli ultimi anni dalla introduzione di terapie mirate al
difetto molecolare della malattia. Studi multicentrici hanno dimostrato l'efficacia di tali terapie nelle diverse fasi di malattia. Nuovi
farmaci sono stati introdotti nel frattempo per la terapia della LMC specie per i pazienti che sviluppano resistenza alla terapia. La
resistenza è oggi valutata a livello molecolare e mediante la ricerca di mutazioni genetiche che rendono la LMC refrattaria allo
specifico inibitore. La rete di eccellenza delle Università lombarde rappresenta la struttura ideale per l’attuazione di terapie molecolari
guidate dall’impiego di tecniche avanzate per la valutazione della qualità della risposta e per individuare precocemente le resistenze.
Prodotti specifici
3,4,1*** Russo D. (UniBs). Fattori prognostici e terapia a target molecolare della leucemia mieloide cronica e delle sindromi
Philadelphia positive.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi standardizzati di follow-up molecolare della malattia
• Programmi per l’individuazione precoce di resistenza e sperimentazione di nuovi farmaci
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
Link con altre aree
1,10 – 3,1 – 3,2 – 5,2 – 5,3 – 6,2 – 7,2 – 7,3 – 6,7 – 9,1 – 9,2.
Area 3,5: Sindromi mielodisplastiche
Tematiche specifiche
Le sindromi mielodisplastiche rappresentano un gruppo eterogeneo di neoplasie ematologiche. Con il crescente invecchiamento della
popolazione il numero atteso di nuove diagnosi è destinato ad aumentare progressivamente. La rete di eccellenza delle Università
lombarde rappresenta una sede ottimale per un corretto inquadramento diagnostico del paziente ed un’accurata definizione
prognostica come prerequisito per l’attuazione di terapie basate sul rischio individuale.
Prodotti specifici
3,5,1*** Cazzola (UniPv). Definizione di modelli prognostici dinamici nelle sindromi mielodisplastiche.
3,5,2*** Cazzola (UniPv). Caratterizzazione molecolare dei disordini mielodisplastici/mieloproliferativi.
3,5,3**
Onida (UniMi). Meccanismi di leucemogenesi nella leucemia mielomonocitica cronica.
3,5,4**
Cazzola (UniPv). Analisi genomica delle cellule staminali emopoietiche nelle sindromi mielodisplastiche.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi di diagnostica ematologica e di citogenetica molecolare per la stratificazione terapeutica risk-based.
• Programmi di terapia avanzata con agenti immunomodulatori.
• Programmi di trapianto allogenico di cellule staminali con condizionamento ad intensità ridotta.
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
1,10 – 3,1 – 3,2 – 4,1 – 6,1 – 6,2 – 7,1 – 7,2 – 7,3 – 7,5 – 7,6 – 8,1 – 8,2 – 8,4 – 9,1 – 9,2.
Area 3,6: Leucemia acuta e terapia genica
Tematiche specifiche
I recenti avanzamenti nella comprensione dei meccanismi della leucemogenesi hanno rappresentato la base per la formulazione di una
classificazione molecolare delle leucemie acute e hanno consentito di individuare marcatori citogenetico-molecolari utili alla diagnosi,
alla scelta della terapia più efficace ed alla valutazione della risposta al trattamento. Nuovi farmaci molecolari sono di prossima
introduzione nella pratica clinica. Il loro impiego presuppone tuttavia una esatta definizione genetico-molecolare del tipo leucemico.
La rete di eccellenza delle Università lombarde, attraverso il know-how molecolare dei propri laboratori biologici in quest’area,
garantisce il rapido trasferimento delle acquisizioni biologiche nella pratica clinica e rappresenta una strutturazione ottimale per
l’attuazione di terapie mirate al difetto molecolare della malattia e ad approcci di terapia genica.
28
Prodotti specifici
3,6,1*** Russo D. (UniBs). Diagnosi e terapia avanzata delle leucemie acute mieloidi e delle sindromi mielodisplastiche.
3,6,2*** Bordignon (UniHsr). Generazione di linfociti T geneticamente modificati con attività effettrice e memoria per la terapia
delle neoplasie ematologiche.
3,6,3*** Roncarolo (UniHsr). Basi patogenetiche e terapia genica delle immunodeficienze primitive.
3,6,4*** Roncarolo (UniHsr). Terapia genica dell’ADA-SCID con cellule staminali.
3,6,5**
Roncarolo (UniHsr). Sviluppo di vettori lentivirali per la terapia genica dell’ADA-SCID.
3,6,6*** Roncarolo (UniHsr). Terapia genica della Sindrome di Wiskott Aldrich.
3,6,7**
Gambacorti-Passerini (UniMib). Meccanismi molecolari e nuove strategie terapeutiche nelle leucemie acute
Philadelphia-positive.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi integrati per la definizione delle categorie di rischio su base molecolare
• Programmi di terapia con farmaci molecolari e con trapianto di cellule staminali
• Programmi di terapia genica applicati al trapianto allogenico di cellule staminali ed al trattamento della graft-versus-host
disease (GVHD)
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
2,4 – 3,1 – 3,2 – 4,1 – 5,1 – 5,2 – 5,3 – 5,4 – 7,2 – 7,3 – 7,5 – 7,6 – 7,7 – 9,1 – 9,2 – 11,1.
Area 3,7: Trapianto di cellule staminali in ematologia
Tematiche specifiche
Il trapianto di cellule staminali emopoietiche rappresenta l’unico trattamento potenzialmente curativo per molte neoplasie
ematologiche. La procedura è tuttavia gravata da un’elevata tossicità e mortalità che ne limita l’efficacia. I centri di eccellenza delle
Università lombarde posseggono in quest’area competenze biologiche e cliniche avanzate integrabili in una rete di alta
specializzazione per l’attuazioni di procedure trapiantologiche ad elevata complessità e di approcci di immunoterapia adottiva e di
terapia genica.
Prodotti specifici
3,7,1*** Alessandrino (UniPv). Impatto prognostico della classificazione WHO e dello score WPSS nei pazienti affetti da
sindrome mielodisplastica sottoposti a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche.
3,7,2*** Russo D. (UniBs). Terapia cellulare e trapianto di cellule staminali emopoietiche in ematologia.
3,7,3*** Corradini (UniMi). Valutazione della ricostituzione immunitaria dopo trapianto allogenico da donatore aploidentico.
3,7,4*** Lambertenghi Deliliers (UniMi). Trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche dopo condizionamento ad
intensità ridotta nei pazienti affetti da linfomi T-cutanei.
3,7,5**
Bordignon (UniHsr). Studio randomizzato fase III di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti del donatore manipolati con gene HSV-TK verso trapianto di cellule
staminali ematopoietiche da donatore aploidentico seguito da qualsiasi procedura di T replezione cellulare in pazienti
affetti da leucemia acuta ad alto rischio.
3,7,6*
Bordignon (UniHsr). Studio clinico fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore aploidentico
seguito da infusione di linfociti T del donatore manipolati con gene HSV-TK, a fenotipo central memory in pazienti affetti
da leucemia acuta con malattia al trapianto.
3,7,7*** Plebani (UniBs). Trapianto di midollo osseo nelle immunodeficienze primitive.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi integrati per la definizione dei subset di leucemie dell’adulto trattabili mediante trapianto di cellule staminali.
• Programmi di trapianto per l’adulto con sorgenti alternative di cellule staminali (cellule cordonali, da donatore non familiare,
da donatore aploidentico).
• Programmi di terapia genica applicati al trapianto allogenico di cellule staminali ed al trattamento della graft-versus-host
disease (GVHD).
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
1,2 – 1,3 – 1,4 – 1,7 – 1,11 – 2,1 – 2,3 – 2,4 – 3,2 – 4,1 – 5,1 – 6,1 – 6,2 – 6,4 – 6,7 – 9,2.
29
Area 3,8: Anemie e disordini del metabolismo del ferro
Tematiche specifiche
I recenti avanzamenti nella conoscenza dei meccanismi molecolari implicati nella emopoiesi e nella regolazione del metabolismo del
ferro hanno consentito di chiarire la patogenesi di molti disordini congeniti ed acquisiti e di individuare potenziali bersagli terapeutici.
In questo contesto la rete di eccellenza delle Università lombarde offre centri di eccellenza con competenze scientifiche biologiche,
diagnostiche e terapeutiche particolarmente avanzate che consentono un efficiente trasferimento delle nuove acquisizioni scientifiche
nella pratica clinica con definizione di più avanzate modalità di diagnosi e trattamento.
Prodotti specifici
3,8,1*** Arosio (UniBs). Analisi genetica e studio della regolazione del ferro mitocondriale nei soggetti con sovraccarico di ferro.
3,8,2**
Cairo (UniMi). Il fattore trascrizionale attivato dall’ipossia HIF-1 come molecola chiave nel coordinamento tra
metabolismo del ferro, omeostasi dell’ossigeno ed eritropoiesi.
3,8,3**
Cairo (UniMi). Modificazioni dell’omeostasi del ferro indotte dalla risposta infiammatoria in relazione allo sviluppo
dell’anemia da malattia cronica.
3,8,4*** Cappellini (UniMi). Protocolli di terapia ferro-chelante nei pazienti con sovraccarico di ferro trasfusione-dipendente.
3,8,5*** Camaschella (UniHsr). Basi molecolari e fisiopatologia dei disordini ereditari del metabolismo del ferro.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi integrati di diagnostica molecolare, di terapia, e di follow-up delle emoglobinopatie, delle altre anemie
costituzionali e dei disordini del metabolismo del ferro.
• Programmi di diagnosi e trattamento del sovraccarico marziale con nuovi farmaci ferrochelanti.
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
5,1 – 5,2 – 5,4 – 7,1 – 7,2 – 9,2.
Area 3,9: Diagnostica molecolare avanzata in ematologia
Tematiche specifiche
Le malattie ematologiche neoplastiche e non neoplastiche rappresentano un’area privilegiata di applicazione di tecniche di diagnostica
avanzata, che hanno consentito di chiarire la patogenesi molecolare di molti disordini, di individuare marcatori diagnostici e
prognostici e di definire approcci terapeutici mirati al difetto molecolare di malattia. I centri di eccellenza delle Università lombarde
garantiscono le tecnologie e le competenze adeguate all’implementazione nella pratica clinica di metodiche avanzate di diagnosi,
essenziali all’applicazione di approcci di terapia molecolare.
Prodotti specifici
3,9,1**
Giulini (UniBs). Controllo dell’espressione genica nei tumori mediante espressione stabile di shRNA e microRNA:
caratterizzazione, sviluppo ed applicazioni terapeutiche.
3,9,2*** Plebani (UniBs). Protocolli diagnostico-terapeutici per le malattie rare.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi marcatori molecolari di malattia come base per target-therapy
• Programmi integrati di diagnostica molecolare, di terapia, e di follow-up molecolare
• Programmi di diagnosi della resistenza ai farmaci diretti contro i bersagli molecolari
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
1,1 – 1,2 – 1,3 – 1,4 – 1,11 – 2,1 – 2,3 – 2,4 – 3,2 – 4,1 – 5,1 – 5,2 – 5,4 – 6,1 – 6,2 – 6,3 – 6,4 – 6,5 – 6,6 – 6,7 – 7,1 – 7,2 – 7,3 – 7,4
– 7,5 – 7,6 – 7,7 – 8,1 – 8,4 – 8,5 – 10,2 – 10,4 – 10,6 – 11,1.
Area 3,10: Disordini dell’emostasi
Tematiche specifiche
L’individuazione di nuovi fattori congeniti ed acquisiti di rischio trombotico ed emorragico ha consentito di migliorare sensibilmente
la capacità di riconoscere i soggetti a maggior rischio e di definire strategie di terapia e prevenzione primaria e secondaria più efficaci.
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In questa area la rete di eccellenza delle Università lombarde offre le tecnologie e le competenze adeguate al rapido trasferimento
nella pratica clinica delle acquisizioni genetiche e molecolari ed alla implementazione di strategie di trattamento più efficaci.
Prodotti specifici
3,10,1** Martinelli (UniMi). Valutazione dell’efficacia dell’eparina a basso peso molecolare in gravidanza.
3,10,2*** Federici (UniMi). Impiego della Desmopressina (DDVAP) nei pazienti con Malattia di von Willebrand.
3,10,3*** Federici (UniMi). Registro Internazionale della Sindrome di von Willebrand acquisita.
3,10,4*** Federici (UniMi). Incidenza e marcatori clinico-molecolari per la diagnosi e il trattamento di alloanticorpi nei pazienti con
malattia di von Willebrand di tipo 3.
3,10,5*** Federici (UniMi). Registri Italiani della malattia di von Willebrand ereditaria.
3,10,6*** Federici (UniMi). Profilassi a lungo termine nei pazienti con forme severe di malattia di von Willebrand.
3,10,7** Gattinoni (UniMi). Effetto dell’iperglicemia sull’attività di PAI-1 e correlazione con l’outcome nella sepsi severa e nello
shock settico.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi fattori di rischio trombotico ed emorragico
• Programmi integrati di diagnosi, terapia e follow-up del paziente con disordini dell’emostasi
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
3,1 – 3,2 – 9,2 – 11,1.
Area 3,11: Tecnologie diagnostiche e terapeutiche innovative per le piastrinopenie
Tematiche specifiche
Le piastrinopenie su base genetica rappresentano patologie rare e ad elevata complessità di diagnosi e trattamento. All’interno della
rete di eccellenza delle Università lombarde esistono Centri in grado di garantire una diagnosi molecolare accurata, essenziale per un
adeguato trattamento.
Prodotti specifici
3,11,1*** Balduini (UniPv). Identificazione e caratterizzazione di forme misconosciute di piastrinopenia ereditaria.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Programmi per la individuazione e la caratterizzazione molecolare di patologie piastriniche attualmente sottodiagnosticate o
non riconosciute.
Potenziali utenti
• Rete ospedaliera della Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Centri ematologici nazionali
Link con altre aree
6,6 – 9,2 – 10,3 – 10,5 – 10,6.
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Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 4 – Gastroenterologia
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 95 prodotti, distribuiti in 4 aree.
Elenco delle aree individuate (numero prodotti/area)
4,1 L’infiammazione intestinale (68)
4,2 La storia naturale ed il trattamento delle malattie di fegato (8)
4,3 Le neoplasie dell’apparato digerente: diagnosi precoce e nuovi approcci terapeutici (11)
4,4 La malattia da reflusso gastroesofageo (8)
Area 4,1: L’infiammazione intestinale
Tematiche specifiche
Il processo di infiammazione intestinale è alla base di una serie di malattie caratterizzate da elevata incidenza, decorso cronico, alti
costi di gestione, insoddisfacente contenimento terapeutico ed aumentata mortalità. In particolare, i prodotti censiti riguardano la
malattia celiaca, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa e l’infiammazione gastroduodenale Helicobacter pylori-correlata.
Prodotti specifici
4,1,1*** Corazza (UniPv). Ruolo delle cellule dendritiche intestinali nella modulazione della abnorme risposta immunitaria nella
malattia celiaca.
4,1,2** Corazza (UniPv). Ruolo della interleuchina (IL)-15 nella malattia celiaca.
4,1,3*** Corazza (UniPv). Studio dei meccanismi biomolecolari coinvolti nella patogenesi del processo di fibrotizzazione
intestinale nella malattia di Crohn.
4,1,4*** Corazza (UniPv). Ricerca di specifici target da neutralizzare per arginare il danno intestinale nelle malattie infiammatorie
croniche intestinali.
4,1,5*** Corazza (UniPv). Studio del ruolo dei linfociti T CD4+ nella progressione del danno mucosale nella malattia celiaca.
4,1,6*** Corazza (UniPv). Ruolo del recettore per i prodotti finali dell’avanzata glicosilazione (RAGE) nella perpetuazione del
danno mucosale nella malattia di Crohn.
4,1,7*** Corazza (UniPv). Utilizzo delle cellule staminali mesenchimali emopoietiche autologhe nella terapia locale della malattia
di Crohn a fenotipo fistolizzante.
4,1,8*** Corazza (UniPv). Analisi del repertorio del recettore dei cloni di linfociti T specifici per la transglutaminasi tissutale di
pazienti affetti da malattia celiaca.
4,1,9*** Corazza (UniPv). Studio in vivo delle minime quantità di glutine e studio in vitro dei peptidi gliadinici che risultano essere
tossici per i pazienti affetti da malattia celiaca.
4,1,10*** Corazza (UniPv). Validità degli anticorpi antitransglutaminasi epidermica e degli anticorpi antiglutenine in pazienti affetti
da malattia celiaca.
4,1,11*** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo dell’IL-18 nella malattia di Crohn.
4,1,12*** Bianchi Porro (UniMi). Studio del profilo proteomico nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
4,1,13*** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo dei polimorfismi genetici delle defensine.
4,1,14** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo del Mycobacterium paratuberculosis nel morbo di Crohn.
4,1,15*** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo della flora batterica intestinale e della modulazione della risposta immunitaria nelle IBD.
4,1,16** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo delle citochine Th1/Th2/Th17 nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
4,1,17*** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo delle cellule T regolatorie nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
4,1,18*** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo della vitamina D nelle malattie infiammatorie croniche intestinali.
4,1,19** Bianchi Porro (UniMi). Alterazioni funzionali, microbiologiche ed immunologiche nello sviluppo e nella patogenesi delle
fistole perianali nella malattia di Crohn.
4,1,20*** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo dell’ecografia intestinale con mezzo di contrasto endovenoso e della sonoelastografia per
definire parametri obiettivi di flogosi e fibrosi intestinale nella malattia di Crohn.
4,1,21** Bianchi Porro (UniMi). Ruolo dell’ecografia transperineale senza e con m.d.c. endovenoso e della sonoelastografia nella
diagnosi delle fistole e nella valutazione della flogosi perianale nella malattia di Crohn.
4,1,22*** Bianchi Porro (UniMi). Rilevanza dei reperti ecografici intestinali e periintestinali nella valutazione della flogosi e della
fibrosi intestinale e della attività nella malattia di Crohn.
4,1,23** Bianchi Porro (UniMi). Efficacia ed utilità clinica dell’ecografia intestinale e delle metodiche diagnostiche per immagini
nella malattia di Crohn e nella colite ulcerosa.
4,1,24** Lanzini (UniBs). Caratterizzazione istologica dei villi intestinali quale fattore predittivo di celiachia potenziale.
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4,1,25*** Lanzini (UniBs). Caratterizzazione ormonale con particolare riferimento alla grelina ed ai suoi rapporti con il processo
infiammatorio della mucosa intestinale nella celiachia.
4,1,26** Lanzini (UniBs). Tipizzazione dei recettori γ dei linfociti intraepiteliali e loro ruolo quali indici precoci di malattia celiaca.
4,1,27** Lanzini (UniBs). Fattori clinici, sierologici ed istologici che influenzano l’outcome clinico alla dieta aglutinata nella
malattia celiaca.
4,1,28** Lanzini (UniBs). Epidemiologia e caratteristiche cliniche ed istopatologiche della malattia celiaca nella popolazione
generale al momento della diagnosi e durante follow-up.
4,1,29** Lanzini (UniBs). Studio di condizioni infiammatorie gastro-intestinali e loro impatto sulla malattia celiaca, con particolare
riferimento all’infezione da Helicobacter pylori.
4,1,30** Lanzini (UniBs). Individuazione di tecniche nella diagnostica non invasiva dell’infezione da Helicobacter pylori.
4,1,31*** Lanzini (UniBs). Sviluppo di approccio terapeutico innovativo nella eradicazione dell’infezione da Helicobacter pylori.
4,1,32*** Lanzini (UniBs). Studio del fenomeno della resistenza dell’Helicobacter pylori alla terapia antibiotica tradizionale, e sua
distribuzione geografica.
4,1,33** Lanzini (UniBs). Identificazione di “rescue therapy” in pazienti già sottoposti a cicli di eradicazione di I° e di II° linea per
infezione da Helicobacter pylori senza successo.
4,1,34*** Bardella (UniMi). Studio in vitro su linee cellulari LoVo (adenocarcinoma umano) coltivate in bi-e in tri-dimensionale
(sferoidi) delle alterazioni morfologiche e funzionali indotte da gliadina e da peptidi tossici sul citoscheletro e tight
junctions.
4,1,35** Bardella (UniMi). Studio della produzione di anticorpi specifici e di citochine infiammatorie indotta da stimolazione con
gliadina o peptidi sintetici.
4,1,36*** Bardella (UniMi). Studio su colture di mucosa duodenale del ruolo della transglutaminasi tissutale nell’indurre la lesione
intestinale.
4,1,37** Bardella (UniMi). Studio dell’assorbimento del ferro in soggetti celiaci con e senza anemia, alla diagnosi e dopo dieta
priva di glutine.
4,1,38** Bardella (UniMi). Studio dei meccanismi di riparazione del danno indotto da gliadina su colture di mucosa duodenale di
celiaci a dieta priva di glutine.
4,1,39*** Vecchi (UniMi). Ruolo dell’attivazione della cascata coagulatoria nella cronicizzazione dell’infiammazione intestinale in
pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale e sua modulazione in risposta alle terapie biologiche anti-tumor
necrosis factor.
4,1,40*** Vecchi (UniMi). Ruolo della alterata produzione di adipocitochine nella genesi e nella cronicizzazione dell’infiammazione
intestinale e sua modulazione in risposta alle terapie biologiche anti-tumor necrosis factor.
4,1,41** Vecchi (UniMi). Studio dell’attivazione della via IL-23 IL-21 IL-17 nei pazienti con malattia infiammatoria cronica
intestinale e sua modulazione in risposta alle terapie biologiche anti-tumor necrosis factor.
4,1,42*** Vecchi (UniMi). Studio di mutazioni e/o polimorfismi genetici associati a particolari attività di metabolizzazione dei
farmaci e studio dell’eventuale rapporto identificato con una diversa risposta alla terapia farmacologia nei pazienti con
malattie infiammatorie croniche intestinali.
4,1,43*** Vecchi (UniMi). Identificazione delle mutazioni e/o polimorfismi genetici alla base delle malattie infiammatorie croniche
intestinali, loro possibile rapporto con meccanismi patogenetici ed eventuali classificazioni clinico/molecolari.
4,1,44** Vecchi (UniMi). Studio dell’associazione di marcatori sierologici (p-ANCA, ASCA, ALCA, AMCA) con malattie
infiammatorie croniche intestinali o con determinati sottogruppi fenotipici di pazienti nell’ambito della stessa malattia.
4,1,45** Vecchi (UniMi). Studio mediante analisi proteomica di estratti proteici di cellule epiteliali coliche di pazienti con malattie
infiammatorie croniche intestinali.
4,1,46*** Malesci (UniMi). Ruolo delle piastrine e del sistema CD40/CD40L nel sostenere l’infiammazione nel microcircolo
mucosale in corso di malattie infiammatorie intestinali: possibili implicazioni terapeutiche.
4,1,47*** Malesci (UniMi). Ruolo del sistema della proteina C e dei tipi cellulari coinvolti nel determinare il difetto del pathway
della proteina C: possibili implicazioni terapeutiche.
4,1,48*** Malesci (UniMi). Studio dei meccanismi biomolecolari coinvolti nella patogenesi del processo di eccessiva angiogenesi
patologica intestinale nella malattia di Crohn e nella rettocolite.
4,1,49*** Malesci (UniMi). Il ruolo delle piastrine nell’indurre l’angiogenesi neoplastica in corso di cancro del colon relato
all’infiammazione intestinale, secondo il sistema CD40/CD40L.
4,1,50*** Malesci (UniMi). Valutare il ruolo di una molecola di adesione, JAM-A, nel controllare la permeabilità intestinale e la
sopravvivenza delle cellule epiteliali, in corso di infiammazione cronica intestinale.
4,1,51** Malesci (UniMi). Valutazione della capacità del recettore delle chemochine D6 nel regolare l’infiammazione intestinale.
4,1,52*** Malesci (UniMi). Valutazione dell’efficacia dell’utilizzo della vitamina D3 e di diversi analoghi nel trattamento di colite
sperimentale, e dei meccanismi che inducono tolleranza delle cellule dendritiche intestinali.
4,1,53** Malesci (UniMi). Studio dei meccanismi della linfoangiogenesi in casi di colite ulcerosa e morbo di Crohn.
4,1,54** Ricci (UniPv). Identificazione dei meccanismi cellulari e molecolari con cui la mucosa gastrica umana è invasa da H.
pylori.
4,1,55** Ricci (UniPv). Identificazione dei meccanismi cellulari e molecolari con cui la mucosa gastrica umana interagisce con e
reagisce a H. pylori e suoi prodotti/fattori di virulenza.
4,1,56*** de Franchis (UniMi). Sperimentazione di una nuova videocapsula per lo studio dell'intestino tenue e suo ruolo nella
diagnosi e nel follow-up della malattia celiaca.
4,1,57*** de Franchis (UniMi). Sviluppo di un sistema di punteggio endoscopico per valutare e classificare in modo obbiettivo il
livello di infiammazione della mucosa del tenue.
4,1,58*** de Franchis (UniMi). Sperimentazione della resa diagnostico-terapeutica e suo effetto dell’approccio sequenziale
videocapsula - enteroscopio con doppio pallone nei pazienti con patologie infiammatorie dell’intestino tenue.
33
4,1,59** Conte (UniMi). Studio degli effetti in vitro di derivati sintetici di adipocitochine (ghrelina, adiponectina, α-MSH) sulla
sintesi di citochine proinfiammatorie in colture di cellule mononucleate della lamina propria in pazienti con malattie
infiammatorie croniche intestinali.
4,1,60*** Conte (UniMi). Analisi dei meccanismi di controllo trascrizionale e post-trascrizionale di Flip, un inibitore del processo
apoptotico linfocitario mediato da Fas, in linfociti della lamina propria di pazienti con malattie infiammatorie croniche
intestinali.
4,1,61*** Conte (UniMi). Analisi in vivo dell’effetto di oligonucleotidi antisense per Flip nel controllo e nella regolazione
dell’infiammazione intestinale sperimentale murina.
4,1,62*** Conte (UniMi). Analisi in vitro ed ex-vivo di strategie mirate al blocco del fattore di necrosi tumorale-α (TNF-α) nella
polarizzazione e mantenimento di linfociti della sottoclasse Th17 in pazienti con malattie infiammatorie croniche
intestinali.
4,1,63*** Conte (UniMi). Studio in vitro ed ex-vivo dei fattori immunologici e molecolari di regolazione della produzione di
interleuchina-21 nell’uomo.
4,1,64*** Conte (UniMi). Studio del ruolo dell’IL-21 nella polarizzazione linfocitaria Th17 nell’uomo, ed effetto della
neutralizzazione dell’IL-21 sulla produzione di citochine Th17-correlate.
4,1,65** Conte (UniMi). Studio del ruolo del tessuto adiposo mesenterico nella risposta infiammatoria della malattia di Crohn.
4,1,66** Conte (UniMi). Studio del ruolo dello stato nutrizionale nella risposta infiammatoria della malattia di Crohn in fase di
attività.
4,1,67** Conte (UniMi). Studio del ruolo degli ormoni regolatori della spesa energetica nella risposta infiammatoria della malattia
di Crohn in fase di attività.
4,1,68** Conte (UniMi). Studio del ruolo della tomografia computerizzata con enterografia ed ecografia delle anse intestinali nella
valutazione dell’attività della malattia di Crohn ileale.
Aspetti applicativi-traslazionali
I 68 prodotti censiti sono provvisti di un elevato impatto traslazionale e riguardano la maggiore definifione dei meccanismi
eziopatogenetici, l’induzione della tolleranza immunologica, l’allestimento di nuove terapie (anticorpi monoclonali rivolti verso vari
mediatori dell’infiammazione, agonisti dei recettori cannabici, farmaci bloccanti fattori di crescita angiogenetici e fibrogenetici, nuove
molecole antiossidanti, induttori dell’apoptosi, cellule staminali mesenchimali ed ematopoietiche, inibitori di specifiche attività
enzimatiche, sviluppo di frumenti geneticamente modificati, creazione di vaccini peptidici e anti-Hp o nuovi probiotici o protocolli di
antibiotico-terapia anti-Hp), la validazione di tecniche innovative di definizione diagnostica in particolare ecografica, scintigrafica ed
endoscopica mini-invasiva e, infine, l’individuazione dei fattori genetici predisponenti allo sviluppo dell’infiammazione intestinale.
Potenziali utenti
• Aziende farmaceutiche
• Aziende biotecnologiche e di bioingegneria
• Aziende agronomiche
• Aziende di reagenti diagnostici
• Fondazioni Onlus
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Università e della Ricerca
• Regione Lombardia
• Unione Europea
Link con altre aree
2.1 – 2.2 – 3.1 – 3.7 – 6.7 – 9.2 – 11.4 – 11.8 – 12.4 - 14.6 – 14.8 – 14.9.
Area 4,2: La storia naturale ed il trattamento delle malattie di fegato
Tematiche specifiche
Le malattie croniche di fegato (da virus B, C, da alcool e metaboliche) costituiscono una importante causa di morbidità e mortalità
nella popolazione generale. In particolare, è attualmente oggetto di attento studio la possibilità di interferire, con farmaci antivirali ed
altri presidi innovativi, sulla loro storia naturale, caratterizzata da complicanze, quali le emorragie digestive, lo sviluppo di ascite o di
encefalopatia epatica, il cancro del fegato.
Prodotti specifici
4,2,1*** Colombo M. (UniMi). Sviluppo di metodi pre-trattamento ed in trattamento per predire la risposta alle cure e la evoluzione
della malattia correlata all’infezione cronica HCV e di metodiche non-invasive per la diagnosi e monitoraggio dei pazienti
con epatopatie.
4,2,2*** Colombo M. (UniMi). Impiego degli analoghi nucleosidici e nucleotidici in sequenza per la cura dell’epatite B e sviluppo
di metodiche per l’identificazione di mutazioni del virus B che conferiscono farmacoresistenza o ridotta suscettibilità alla
terapia antivirale per la individualizzazione della terapia.
4,2,3*** Colombo M. (UniMi). Identificazione di profili molecolari di rischio neoplastico nei pazienti affetti da cirrosi/epatite, di
nuovi marcatori sierologici ed istologici di diagnosi e di prognosi per CE, validazione ed eventuale utilizzo nella pratica
clinica del metodo ISET per l’identificazione di cellule neoplastiche circolanti in pazienti con CE sottoposti a trattamento
radicale.
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4,2,4*** Colombo M. (UniMi). Studio dell’infezione HCV-occulta mediante colture linfocitarie e determinazione della viremia
residua finalizzata alla prevenzione della trasmissione HBV in selezionate sottopopolazioni di pazienti, dei meccanismi
patogenetici dell’infezione virale C per la cura/prevenzione della epatite virale C che ricorre dopo trapianto e delle
metodiche non-invasive per la diagnosi e monitoraggio dei pazienti dopo trapianto di fegato.
4,2,5** de Franchis (UniMi). Videocapsula endoscopica per l’esofago nello screening e nella sorveglianza delle varici esofagee
nei pazienti con cirrosi e ipertensione portale.
4,2,6** Salerno (UniMi). Impiego di stent trans giugulari (TIPS) nel trattamento dell’ipertensione portale.
4,2,7*** La Vecchia (UniMi). Studio epidemiologico sui fattori di rischio per le principali patologie croniche epatiche, e la loro
prevenzione e gestione di trattamenti.
4,2,8** Fargion (UniMi). Identificazione del ruolo della ferrodeplezione mediante salassoterapia / nuovi chelanti orali del ferro
nel trattamento dei pazienti con steatoepatite non alcolica a rischio di complicazioni epatiche e cardiovascolari e dei
pazienti con HCV cronica resistente a terapia per prevenzione della cirrosi e delle sue complicanze.
Aspetti applicativi-traslazionali
Su questi temi sono stati censiti 8 prodotti di ricerca traslazionale, volti allo sviluppo di metodiche in grado di predire l’evoluzione e
la risposta al trattamento dell’epatite C, all’analisi molecolare del profilo di resistenza e carica virale al fine di sviluppare protocolli
terapeutici innovativi, all’impiego di analoghi nucleosidici e nucleotidici in sequenza, all’identificazione precoce di mutazioni del
virus B che conferiscono farmacoresistenza, all’identificazione dei profili molecolari di rischio neoplastico nei pazienti con virus B e
C, alla prevenzione ed alla prevalenza dell’epatite C dopo trapianto, al monitoraggio dei pazienti trapiantati, all’identificazione di
nuovi score endoscopici e nuovi programmi di screening e sorveglianza delle varici esofagee, all’utilizzazione della videocapsula per
il riconoscimento della gastropatia ipertensiva, a nuovi approcci terapeutici nel trattamento dell’ascite refrattaria, alla valutazione
dell’efficacia e della sopravvivenza nei pazienti trattati con TIPS, ai meccanismi che condizionano l’evoluzione della steatosi epatica
non-alcoolica in particolare in relazione ai depositi di ferro e, infine, al controllo dei fattori di rischio ed allo studio dell’impatto delle
malattie del fegato sulla popolazione.
Potenziali utenti
•
Aziende farmaceutiche
•
Aziende biotecnologiche e di bioingegneria
•
Aziende agronomiche
•
Aziende di reagenti diagnostici
•
Fondazioni Onlus
•
Ministero della Salute
•
Ministero dell’Università e della Ricerca
•
Regione Lombardia
•
Unione Europea
Link con altre aree
1.9 – 2.1 – 2.5 – 2.6 – 3.9 – 3.10 – 5.3 – 5.6 – 5.7 – 5.8 – 5.11 – 5.12 – 7.1 – 7.4 – 7.6 – 11.3 – 11.8 – 12.2 – 12.4 – 12.6 – 12.7 – 14.3.
Area 4,3: Le neoplasie dell’apparato digerente. diagnosi precoce e nuovi approcci terapeutici
Tematiche specifiche
I tumori digestivi costituiscono il 30% di tutte le neoplasie. La neoplasia digestiva più frequente è il cancro del colon seguito da quello
dello stomaco, del fegato, delle vie biliari, del pancreas e dell’esofago. Poiché la sopravvivenza a cinque anni è mediamente bassa,
l’identificazione di individui a rischio (precancerosi) e modalità di diagnosi precoce (endoscopica e nuove tecniche di immagine) sono
vitali per ridurre la mortalità di tali pazienti.
Prodotti specifici
4,3,1** Andreoni (UniMi). Validazione della “once-only sigmoidoscopy” e confronto tra diverse strategie di screening per il
cancro colorettale.
4,3,2** Conte (UniMi). Cromogranina e diagnosi dei tumori digestivi neuroendocrini.
4,3,3** de Franchis (UniMi). La videocapsula endoscopica nella diagnosi delle neoplasie del piccolo intestino.
4,3,4** Di Carlo (UniHsr). Trattamento medico-chirurgico del cancro pancreatico.
4,3,5*** Di Carlo (UniHsr). Chemochine e cancro del pancreas.
4,3,6** Di Carlo (UniHsr). Chirurgia laparoscopica del cancro colorettale.
4,3,7*** Malesci (UniMi) Il cancro colo-rettale con instabilità dei microsatelliti. caratterizzazione clinica e molecolare.
4,3,8*** Malesci (UniMi). L’endoscopia operativa avanzata nella diagnosi, nella stadiazione e nella palliazione dei tumori del
tratto digestivo.
4,3,9** Montorsi M. (UniMi). L’ecografia intra-operatoria nella identificazione e nello staging delle neoplasie primitive e
secondarie del fegato.
4,3,10*** Roncalli (UniMi). Basi molecolari della carcinogenesi associata a cirrosi epatica.
4,3,11*** Testoni (UniHsr). La optical coherence tomography (OCT) nella diagnosi e nello staging delle neoplasie pancreatiche.
Aspetti applicativi-traslazionali
Su questi temi sono state individuate 11 aree di ricerca traslazionale volte allo sviluppo di nuovi programmi di screening per il
carcinoma colorettale, alla standardizzazione del test alla cromogranina e della terapia con somatostatina nei tumori endocrini del tubo
35
digerente, alla ridefinizione dell’uso della videocapsula nella diagnostica delle neoplasie e dei sanguinamenti occulti,
all’identificazione di nuovi target terapeutici (chemochina MCP-1/CCL2, CXCR4, mucine tumorali) nel cancro del pancreas,
all’identificazione di famiglie con poliposi o sindrome di Lynch, a nuovi schemi di sorveglianza endoscopica post-polipectomia,
all’allestimento di nuovi materiali protesici endoluminali per la palliazione dei tumori di colon ed esofago, alla definizione
dell’accuratezza diagnostica mediante ecografia intraoperatoria nel cancro del fegato, alla standardizzazione della “Optical Coherence
Tomography” nella diagnosi di lesioni precancerose e nello staging di neoplasie precoci del sistema duttale biopancreatico,
all’inattivazione epigenetica di geni oncosoppressori nella cirrosi e nella displasia epatica, nella identificazione del rischio
trasformativo della displasia epatica a corti telomeri.
Potenziali utenti
• Aziende farmaceutiche
• Aziende biotecnologiche e di bioingegneria
• Aziende agronomiche
• Aziende di reagenti diagnostici
• Fondazioni Onlus
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Università e della Ricerca
• Regione Lombardia
• Unione Europea
Link con altre aree
1.10 – 2.5 – 3.7 – 3.9 – 7.1 – 7.2 – 7.3 – 7.4 – 7.5 – 7.6 – 7.7 – 9.5 – 11.2 – 12.5 – 12.6 – 12.7 – 14.2 – 14.6.
Area 4,4: La malattia da reflusso gastroesofageo
Tematiche specifiche
La malattia da reflusso gastroesofageo è una patologia molto frequente nella popolazione generale, tuttavia diversi aspetti relativi alla
fisiopatogenesi sono ancora largamente sconosciuti. La malattia è legata all’effetto irritante esercitato a livello dell’esofago da
materiale gastrico che refluisce per una alterazione della motilità dello sfintere esofageo inferiore. L’azione lesiva della componente
acida del materiale refluito viene facilmente ed efficacemente annullata dalla terapia con farmaci che bloccano a livello gastrico la
produzione di acido, tuttavia, è evidente un sottogruppo considerevole di pazienti che risultato resistenti a tali schemi terapeutici. E’
verosimile, pertanto, che altre componenti del materiale refluito, quale la bile, possano giocare un ruolo considerevole nella
patogenesi del danno d’organo e dei sintomi.
Prodotti specifici
4,4,1** Pace (UniMi). Valutazione della rilevanza clinica del reflusso (acido e debolmente acido) in pazienti con pirosi non
responders alla terapia tradizionale.
4,4,2** Penagini (UniMi). Valutazione della rilevanza clinica del reflusso (acido e debolmente acido) in pazienti con
manifestazioni cliniche otorino e pneumologiche di origine oscura.
4,4,3** Penagini (UniMi). Valutazione in vivo ed in vitro dei sistemi di regolazione della motilità dello sfintere esofageo inferiore
in pazienti con malattia da reflusso gastroesofageo.
4,4,4*** Pace (UniMi). Valutazione di sistemi applicativi ottici per l’individuazione attraverso esame endoscopico delle aree di
displasia nell’ambito di metaplasia colonnare da esofago di Barrett.
4,4,5*** Corazza (UniPv). Valutazione del ruolo della sensibilità viscerale nella fisiopatologia dei sintomi da reflusso nella
malattia da reflusso gastroesofageo.
4,4,6*** Bonavina (UniMi). Effetti fisiologici di una bioprotesi magnetica sulla continenza del cardias.
4,4,7** Cestari (UniBs). Valutazione della rilevanza clinica del reflusso (acido , debolmente acido, e non acido) in pazienti con
faringo-laringite cronica.
4,4,8** Sibilia (UniMi). Controllo peptidergico della funzionalità del tratto gastrointestinale.
Aspetti applicativi-traslazionali
Sono stati censiti 3 prodotti finalizzati alla definizione della tipologia del materiale refluito gastrico mediante l’applicazione di un
nuovo test diagnostico in grado di differenziare le componenti liquide e gassose, acide e non acide. Inoltre, 2 prodotti ulteriori mirano
a verificare l’adeguatezza dei sistemi di controllo della motilità dello sfintere esofageo inferiore in pazienti affetti da questa malattia.
Un altro prodotto si pone lo scopo di definire il ruolo della sensibilità viscerale esofagea nella determinazione della sintomatologia
clinica in pazienti con e senza lesioni esofagee di tipo erosivo. Una temibile complicanza della malattia è rappresentato
dall’evoluzione neoplastica delle lesioni che può passare attraverso una fase intermedia di metaplasia detta “metaplasia di Barrett”. Un
prodotto si pone l’obiettivo di valutare se l’applicazione di sistemi ottici particolari in corso di esame endoscopico è in grado di
differenziare le aree interessate dalla metaplasia rispetto a quelle normali in modo da guidare l’effettuazione del campionamento
bioptico. Infine, un prodotto è finalizzato alla valutazione dell’efficacia terapeutica di una bioprotesi magnetica in grado di garantire
una continenza dei meccanismi anatomici antireflusso.
Potenziali utenti
• Aziende farmaceutiche
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•
•
•
•
•
•
•
•
Aziende biotecnologiche e di bioingegneria
Aziende agronomiche
Aziende di reagenti diagnostici
Fondazioni Onlus
Ministero della Salute
Ministero dell’Università e della Ricerca
Regione Lombardia
Unione Europea
Link con altre aree
4.3 – 7.1 – 7.4 – 7.6 – 9.2 – 11.8 – 12.1 – 12.5 – 13.1 – 13.3 – 14.9.
37
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 5 – Infettivologia
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 72 prodotti, distribuiti in 13 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
5,1 Salute internazionale (8)
5,2 Patologie infettive emergenti (3)
5,3 Infezioni nell’ospite immunocompromesso e critico (16)
5,4 Sperimentazione farmacologia in patologia infettiva (5)
5,5 Diagnostica infettivologica (2)
5,6 Immunologia e malattie infettive (6)
5,7 Sorveglianza e controllo dei programmi di introduzione di nuove strategie vaccinali (1)
5,8 Modelli di flusso e sostenibilità dei processi assistenziali per infezioni virali acute e croniche (1)
5,9
5,10
5,11
5,12
5,13
Tubercolosi (3)
Infezione da HIV (12)
Epatiti virali (7)
Infezioni a trasmissione sessuale (6)
Sicurezza infettivologica nell’ambiente di lavoro e alimentare (2)
Area 5,1: Salute internazionale
Tematiche specifiche
Il fenomeno crescente ed inarrestabile della mobilità umana propone nuove sfide alla medicina occidentale. Ritorna prepotente la
necessità di disporre di specialisti in medicina tropicale e nascono nuove branche della medicina ad essa collegate: la medicina dei
viaggi e la medicina delle migrazioni. Tali migrazioni, se storicamente hanno interessato Paesi del Sud del Mondo, più di recente
hanno coinvolto la nostra Regione anche da Paesi dell’Est europeo. Analogamente e per converso, numerosi gruppi di ricerca
lombardi hanno maturato rilevante competenza in progetti di cooperazione sanitaria con i Paesi in via di sviluppo, spesso prioritari
Paesi di partenza dei flussi migratori. E’ infatti disponibile una ampia esperienza in temi di progetti piloti di fattibilità di progetti di
sviluppo e di supporto tecnologico.
Prodotti specifici
5,1,1*** Carosi (UniBs). Studio prospettico multicentrico nazionale di valutazione di prevalenza, incidenza, fattori di rischio e
definizione di sottotipi di HIV, HBV e HCV in una popolazione di immigrati.
5,1,2*
Castelli F. (UniBs). Studio multicentrico di fase III in aperto, non comparativo per il trattamento della malaria grave di
importazione da P. falciparum in Europa mediante artesunate per via endovenosa.
5,1,3*** Brunetti (UniPv). Cooperazione per la salute internazionale: la rete EchinoNet per il controllo e il trattamento
dell’echinococcosi cistica.
5,1,4** Castelli (UniBs). Modalità di partenariato innovativo pubblico-privato per la cooperazione integrata allo sviluppo sanitario
nei Paesi a risorse limitato. Il modello ESTHER-Brescia.
5,1,5** Carosi (UniBs). Pianificazione, implementazione e valutazione di progetti di assistenza tecnica al Programma Nazionale
Tubercolosi in Etiopia e Burkina Faso.
5,1,6*** Lazzarin (UniHsr). Progetti di intervento assistenziale e trasferimento tecnologico nei paesi in via di sviluppo.
5,1,7*** Manca (UniBs). Diagnosi della malaria mediante tecniche innovative di biologia molecolare.
5,1,8*** Antinori (UniMi). Impiego di una reazione polimerasica a catena (PCR) per la diagnosi, identificazione di specie e followup di leishmaniosi (viscerale e cutanea).
Aspetti applicativi-traslazionali
Le potenzialità di ricerca illustrate possono concorrere ad una migliore gestione clinica e di sanità pubblica delle malattie di
importazione sul territorio regionale lombardo. La definizione di modelli di fattibilità degli interventi di cooperazione internazionale
sanitaria potrà essere di supporto alla valutazione e realizzazione dei progetti di cooperazione decentrata finanziati dalla Regione
Lombardia. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia (i) Cooperazione decentrata (ii) Direzione Generale Sanità (Ospedali)
• Federazione Regionale Agenzie di Viaggio e Turismo
• Industria diagnostici
• Industra del farmaco
38
Link con altre aree
2,6 – 3,9 – 5,3 – 5,4 – 5,5 – 5,7 - 6,6 – 6,10 – 11,4 – 12,4 – 12,6 – 12,7 – 13,2 – 14,4 – 14,7.
Area 5,2: Patologie infettive emergenti
Tematiche specifiche
L’imponente incremento demografico mondiale verificatosi negli ultimi decenni soprattutto nei Paesi a risorse limitate, unitamente
alla messa in opera di nuovi metodi di nutrizione ed allevamento di numerose specie animali ed a nuovi stili di vita, ha realizzato le
condizioni favorevoli per l’adattamento di nuove specie di microrganismi all’uomo (salto della barriera di specie). Se l’esempio della
infezione da HIV è purtroppo già realtà consolidata, si stanno ripetendo con insistenza negli ultimi anni episodi con potenziale
epidemico (SARS, malattia della mucca pazza, influenza aviaria) che devono servire da allerta. In particolare, il recente episodio
pandemico della SARS ed il fosco panorama futuro della possibile pandemia di influenza aviaria impongono anche la inderogabile
necessità di realizzare sistemi di sorveglianza internazionale delle patologie emergenti al fine di identificare il più precocemente
possibile ogni possibile rischio di epidemia sia locale (come il recente episodio di epidemia di Chikungunya in Romagna insegna), sia
planetaria.
Prodotti specifici
5,2,1*** Castelli F. (UniBs). Sorveglianza clinico-epidemiologica delle patologie di importazione sul territorio lombardo.
5,2,2** Zehender (UniMi). Epidemiologia ed evoluzione molecolare degli Arbovirus, in particolare West Nile virus, Chikungunya
virus e Toscana virus.
5,2,3*** Amendola (UniMi). Sistema di sorveglianza delle virosi respiratorie (influenza ed infezioni virali) per permettere una più
precoce attivazione della risposta di Sanità Pubblica.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le ricerche in essere potranno fornire contributi di rilievo per la gestione ed il controllo degli eventi endemo-pandemici connessi alle
patologie infettive emergenti, con evidente beneficio di salute pubblica per il territorio regionale lombardo. Gli aspetti applicativotraslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto
Potenziali utenti
• Organizzazione Mondiale della Sanità
• Unione Europea
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
5,1 – 5,5 – 8,1 – 12, 4.
Area 5,3: Infezioni nell’ospite immunocompromesso e critico
Tematiche specifiche
Il progressivo invecchiamento della popolazione, il ricorso sempre più frequente ad approcci terapeutici (chemioterapia
antineoplastica, farmaci immunosoppressori, trapianto d’organo, etc.) che riducono la competenza immunitaria dei pazienti, la sempre
maggiore aggressività degli interventi chirurgici e rianimatori e, non da ultimo, la progressiva diffusione del fenomeno della farmacoresistenza, rende più frequente il confronto diagnostico e terapeutico con il paziente critico e immunocompromesso, sia in ambito
clinico infettivologico che rianimatorio.
Prodotti specifici
5,3,1** Antinori (UniMi). Infezioni micotiche nell’ospite immunocompromesso.
39
5,3,2*** Tortorano (UniMi). Epidemiologia, diagnosi e prevenzione delle infezioni fungine nell’ospite immunocompromesso e
critico.
5,3,3*** Lazzarin (UniHsr). Protocolli diagnostico terapeutici per la prevenzione diagnosi e cura delle infezioni nell'ospite
immunocompromesso.
5,3,4*** Fumagalli (UniMib). Prevenzione della polmonite associata a ventilazione.
5,3,5*** Fumagalli (Unimib). Uso di mediatori dell’infiammazione e inibitori della coagulazione nella sepsi.
5,3,6** Fumagalli (UniMib). Uso di sistemi di depurazione extracorporei nel trattamento della sepsi.
5,3,7** Venco (UniVa). Gestione delle infezioni nel paziente affetto da Emopatie Acute.
5,3,8 ** Pogliani (UniMib). Profilassi e terapia delle infezioni nell’ospite immunocompromesso e critico.
5,3,9*** Grossi (UniVa). Prevenzione, diagnosi e terapia delle infezioni nel paziente sottoposto a trapianto di organo solido.
5,3,10*** Grossi (UniVa). Trapianto di organo solido da donatore a rischio infettivo.
5,3,11*** Grossi (UniVa). Il trapianto di organo solido (fegato, rene, rene-pancreas e polmone) da donatore cadavere nei soggetti
con infezione da HIV.
5,3,12*** Lazzarin (UniHsr). Sorveglianza delle infezioni ospedaliere e controllo clinico della terapia antimicrobica.
5,3,13*** Grossi (UniVa). Prevenzione e diagnosi delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali.
5,3,14** Cocuzza (UniMib). Epidemiologia e monitoraggio dell’antibiotico-resistenza dei principali patogeni. caratterizzazione dei
cloni batterici circolanti e dei meccanismi molecolari di resistenza. Sviluppo e valutazione di nuove molecole ad attività
antibatterica.
5,3,15*** Toniolo A. (UniVa). Caratterizzazione ed epidemiologia molecolare dei determinanti della farmacoresistenza batterica.
5,3,16** Grossi (UniVa). Sorveglianza e controllo delle antibioticoresistenze in ambito ospedaliero.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle attività di ricerca in essere saranno di importanza essenziale per la ottimizzazione del percorso assistenziale del
paziente critico ed immunocompromesso. Tale attività fornirà inoltre uno strumento essenziale per un miglior controllo delle infezioni
ospedaliere nei nosocomi lombardi. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole
schede di progetto.
Potenziali utenti
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende Ospedaliere
• Aziende Sanitarie Locali
Link con altre aree
1,2 – 2,1 – 2,3 – 2,5 – 3,1 – 3,4 – 3,6 – 3,7 – 4,1 – 5,4 – 5,5 – 5,9 – 5,10 – 5,11 – 5,12 – 6,5 – 6,7 – 6,8 – 6,10 – 7,2 – 7,3 – 7,6 – 8,7 –
11,3 – 11,7 – 12,2 – 12,4 – 12,6 – 12,7 – 13,1 – 13,2 – 13,3 – 13,6 – 13,7 – 14,4.
Area 5,4: Sperimentazione farmacologia in patologia infettiva
Tematiche specifiche
L’evoluzione recente della epidemiologia infettivologica a livello mondiale, nazionale e regionale pone nuove sfide e nuovi traguardi.
La comparsa sulla scena di nuove entità nosologiche, il progressivo affermarsi del concetto della persistenza virale, l’emergere di
nuovi ceppi batterici, virali e protozoari dotati di mutazioni resistenza impongono un continuo sforzo di ricerca in termini di strategie
diagnostiche e terapeutiche innovative. In tale settore le competenza disponibili a livello della rete universitaria lombarda sono di
assoluto rilievo nazionale ed internazionale come dimostrato dal rilevante numero di trial clinici in atto e dalle risultanze della
letteratura internazionale
Prodotti specifici
5,4,1*** Lazzarin (UniHsr). Standardizzazione e validazione delle procedure di ricerca clinica applicata (trials clinici di fase I, II,
III e IV) per terapie innovative (antimicrobici, immunoterapia).
5,4,2** Grossi (UniVa). Sperimentazione farmacologia in patologia infettiva.
5,4,3*** Tortorano (UniMi). Gli studi in vitro quale supporto per nuove strategie terapeutiche nelle infezioni fungine invasive.
5,4,4*** Morace (UniMi). Caratterizzazione di molecole fungine coinvolte nella patogenesi delle micosi disseminate e nella
formazione del biofilm; Studio delle basi molecolari della resistenza ai farmaci antifungini; Tipizzazione molecolare di
ceppi fungini d’isolamento clinico; Valutazione in vitro di nuove molecole con potenziale attività antifungina ed
antiprotozooaria; Diagnosi molecolare di infezioni ad eziologia batterica, fungina e virale; Tipizzazione molecolare di
Staphylococcus aureus meticillino resistenti comunitari; Valutazione in vitro degli effetti immunomodulatori
dell’herpesvirus umano 6A (HHV-6A) e di Cryptococcus neoformans e dell’interazione tra i due agenti infettivi a livello
del Sistema Nervoso Centrale.
5,4,5** Lazzarin (UniHsr). Programmi di ricerca preclinica per la identificazione di candidati-biotech per la prevenzione ed il
controllo delle infezioni.
40
Aspetti applicativi-traslazionali
La validazione sperimentale di nuove strategie terapeutiche avrà un impatto sia sulla sopravvivenza dei pazienti che sulla loro qualità
di vita, consentendo altresì di migliorare il rapporto costo-beneficio dei differenti approcci terapeutici. Gli aspetti applicativotraslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto
Potenziali utenti
•
•
•
Industria del farmaco
Industria diagnostici
Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
2,6 – 5,3 – 5,10 – 6,10 – 8,1 – 12,1 – 14,3.
Area 5,5: Diagnostica infettivologica
Tematiche specifiche
Numerosissimi sono ancor oggi gli aspetti diagnostici irrisolti nel settore della infettivologia. Basti pensare alle problematiche
diagnostiche connesse alla condizione di tubercolosi latente, alle patologie rare ed emergenti, alle patologie tropicali ed alle infezioni
dei comparti segregati dell’organismo umano, con particolare riferimento al sistema nervoso centrale. Lo sforzo di ricerca in tali
settori potrebbe contribuire in misura sostanziale allo sviluppo di tecnologie diagnostiche affidabili e rapide, con conseguente
riduzione delle sofferenze dei pazienti e ottimizzazione delle spese terapeutiche.
Prodotti specifici
5,5,1*** Lazzarin (UniHsr). Diagnostica avanzata delle infezioni respiratorie, gastroenteriche e sistemiche con tecniche di biologia
molecolare.
5,5,2*** Ferrante (UniMi). Diagnosi e monitoraggio delle infezioni opportunistiche virali del Sistema Nervoso Centrale.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle ricerche in essere sono di estremo interesse per l’industria delle biotecnologie e dei diagnostici, al fine di poter
identificare il più precocemente possibile strategie diagnostiche e terapeutiche. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei singoli prodotti
di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto
Potenziali utenti
• Industria diagnostici
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia (DG Salute)
Link con altre aree
5,3 – 5,5 – 5,10 – 6,10 – 8,1 – 12,4.
Area 5,6: Immunologia e malattie infettive
Tematiche specifiche
E’ crescente l’interesse per l’identificazione dei fattori genetici responsabili di condizioni di immunodeficienza congenita che
condiziona una maggiore suscettibilità alle infezioni, anche gravi e potenzialmente letali. Seppur relativamente rare, tali condizioni
sono fonte di sofferenze umani notevoli e di ingente consumo di risorse da parte delle strutture sanitarie.
Prodotti specifici
5,6,1*** Plebani (UniBs). Studio dei fattori prognostici della Fibrosi Cistica, in relazione alla possibilità di sviluppare test predittivi
di gravità della malattia e di terapie sempre più efficaci.
5,6,2*** Plebani (UniBs). Valutazione dell’efficacia del trattamento sostitutivo con immunoglobuline somministrate per via
sottocutanea nei pazienti immunocompromessi.
5,6,3** Plebani (UniBs). Studio delle basi genetico/molecolari delle immunodeficienze primitive e sviluppo di strategie
terapeutiche più efficaci.
5,6,4*** Plebani (UniBs). Formulazione ed applicazione di protocolli diagnostico-terapeutici per le malattie rare usando come
modello le Immunodeficienze Primitive.
5,6,5*** Plebani (UniBs). Sviluppo di biomarcatori genetici e molecolari per un migliore inquadramento diagnostico delle
neutropenie ereditarie infantili e per lo sviluppo di strategie più mirate al loro trattamento.
5,6,6*** Plebani (UniBs). Trapianto di midollo osseo nelle immunodeficienze primitive.
41
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle ricerche in essere sono di estremo interesse per l’industria delle biotecnologie e dei diagnostici, al fine di poter
identificare il più precocemente possibile strategie diagnostiche e terapeutiche. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei singoli prodotti
di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto.
Potenziali utenti
• Industria diagnostici
• Programma malattie rare di Enti istituzionali (Ministero della Salute, Regione Lombardia)
Link con altre aree
2,3 – 2,6 – 3,7 – 3,8 – 3,9 – 3,10 – 3,11 – 6,7 – 6,10 – 9,1 – 9,2 – 9,4 – 9,6 – 9,7 – 11,1 – 12,4 – 12,6 – 13,6.
Area 5,7: Sorveglianza e controllo dei programmi di introduzione nuove strategie vaccinali
Tematiche specifiche
La disponibilità di nuovi vaccini (vaccino anti-Papillomavirus, vaccino anti Pneumococco ed anti meningococco, vaccino
antipandemia influenza) rende quanto mai opportuno il poter disporre di strumenti di verifica e controllo della loro efficacia e
soprattutto della loro efficienza, che potrebbe essere compromessa da fenomeni di mutazioni (escape mutants) e di mismatch. La
stretta sorveglianza epidemiologica e microbiologica è essenziale per poter garantire nel tempo la efficienza sul terreno di tali nuovi
approcci vaccinali.
Prodotti specifici
5,7,1*** Zanetti (UniMi). Elaborazione di protocolli per l’attivazione di valide strategie per l’utilizzo di nuovi vaccini come quelli
anti-papillomavirus, anti-rotavirus e vaccini influenzali pre-pandemici.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle ricerche in essere forniranno un utile contributo per indirizzare ottimamente la adozione di nuove strategie vaccinali e
per prevederne l’impatto. Al contempo, essi costituiranno un indispensabile strumento per sorvegliare la comparsa di fallimenti del
sistema vaccinale causati da mutazioni o da mismatch. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate
nelle singole schede di progetto.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute:
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
5,1 – 5,2 – 5,12 – 6,10 – 7,1 – 7,3.
Area 5,8: Modelli di flusso e sostenibilità dei processi assistenziali per infezioni virali acute e croniche
Tematiche specifiche
La dinamica evolutiva della epidemiologia e delle possibilità terapeutiche delle infezioni virali, soprattutto croniche, richiede di
necessità un adeguamento dei modelli gestionali di assistenza al fine di poter ottimizzare i risultati clinici e di poter contenere le spese
per il sistema sanitario regionale. In particolare i modelli paradigmatici offerti dalla infezione da HIV e dai virus epatitici, di cui la
Lombardia detiene il primato a livello nazionale ed europeo, hanno posto in anni recenti l’urgenza di sperimentazione di modelli
gestionali assistenziali innovativi nei quali le strutture universitarie lombarde hanno acquisito particolare esperienza.
Prodotti specifici
5,8,1*** Lazzarin (UniHsr). Modello polidisciplinare di prevenzione, diagnosi e cura delle principali infezioni virali croniche
evolutive diffuse nel territorio lombardo (infezione da HIV, epatite).
Aspetti applicativi-traslazionali
La definizione di modalità organizzative integrate per la gestione delle patologie virali, soprattutto croniche, consentirà la messa in
atto di percorsi assistenziali più efficaci per i pazienti e più economicamente virtuosi per il sistema sanitario regionale. Gli aspetti
applicativo-traslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto.
42
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Aziende Ospedaliere
• Aziende Sanitarie Locali
Link con altre aree
5,10 – 5,11 – 6,10.
Area 5,9: Tubercolosi
Tematiche specifiche
Il fenomeno della mobilità umana, il progressivo invecchiamento della popolazione e la sempre maggior prevalenza di pazienti
immunocompromessi nella popolazione generale (pazienti HIV, immunocompromissione iatrogena, etc.) sono alla base della
riemergenza della malattia tubercolare nei Paesi occidentali in generale ed in Lombardia in particolare. Non esiste al momento attuale
un test affidabile e valicato per la diagnosi di infezione tubercolare latente e la diagnosi di malattia attiva è ancora e inaccettabilmente
troppo spesso legata a tecniche colturali che impongono lunghi tempi di attesa. Inoltre, la sostanziale carenza dell’armamentario
terapeutico nei confronti della infezione tubercolare, confrontato al sempre maggiore fenomeno della farmacoresistenza di M.
tuberculosis, pone dilemmi clinico-terapeutici spesso di impossibile soluzione.
Prodotti specifici
5,9,1*** Carosi (UniBs). Definizione delle strategie ottimali per il trattamento della co-infezione tubercolosi ed HIV.
5,9,2*** Carosi (UniBs). Definizione dei fattori di rischio per tubercolosi in Italia e definizione di strategie per la mitigazione
dell’impatto.
5,9,3** Fumagalli, Gori (UniMib). Descrizione dell’andamento della tubercolosi nei pazienti immunocompromessi.
Identificazione dei percorsi epidemiologici e analisi dei fattori di rischio correlati. Correlazione clinico-epidemiologica
dell’andamento della patologia.
Aspetti applicativi-traslazionali
Il complesso delle ricerche in essere potrà consentire lo sviluppo e la validazione di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche della
infezione tubercolare, con particolare riferimento ai ceppi multiresistenti e descrizione di clusters epidemici. Gli aspetti applicativotraslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto
Potenziali utenti
• Organizzazione Mondiale della Sanità
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
• Paesi terzi
Link con altre aree
3,1 – 3,2 – 3,3 – 3,4 – 3,7 – 5,1 – 5,3 – 5,10 – 5,13 – 13,2 – 14,7.
Area 5,10: Infezione da HIV
Tematiche specifiche
Sin dall’inizio della epidemia, la regione Lombardia è sempre stata il territorio regionale più colpito in ambito nazionale e tra le prime
in ambito europeo. Le problematiche poste dalla epidemia di infezione da HIV sono molteplici, sia di ordine clinico, che assistenziale
gestionale, che patogenetico. Le strutture infettivologiche, ma anche microbiologiche ed immunologiche delle Università lombarde,
sono state da sempre in prima linea nelle attività di ricerca sia fondamentale che applicativa contribuendo in maniera sostanziale alla
letteratura internazionale del settore. In particolare, la sperimentazione clinica di nuove strategie terapeutiche e la sorveglianza ed il
controllo dei ceppi di HIV ricombinanti sul territorio lombardo connessi anche, ma non solo, alla mobilità umana, hanno trovato
terreno scientifico particolarmente fertile nella nostra Regione.
Prodotti specifici
5,10,1*** Galli M. (UniMi). Farmacologia virologica (HIV); Profili e modelli di resistenza agli antiretrovirali; Trial clinici di
sperimentazione di nuove strategie terapeutiche (HIV).
5,10,2** Grossi (UniVa). Infezione da HIV. trial clinici di sperimentazione di nuove strategie terapeutiche anti-virali.
5,10,3** Grossi (UniVa). Trial clinici di sperimentazione di nuove strategie terapeutiche nei confronti delle patologie opportuniste e
delle co-infezioni HIV-correlate.
5,10,4** Manca (UniBs). Messa a punto di tecniche diagnostiche per la diagnosi delle infezioni da retrovirus con particolare
riguardo a HTLV1-2 e HIV2.
43
5,10,5*** Torti (UniBs). Virolab: creazione di supporto interpretativo informatizzato dei dati clinici e di laboratorio per la gestione
delle malattie infettive.
5,10,6*** Balotta (UniMi) Analisi delle proporzioni epidemiche della resistenza secondaria ai farmaci ARV (FARV); Sorveglianza
della trasmissione dei ceppi di HIV-1 resistenti ai FARV; Studio della penetrazione dei ceppi non-B, delle forme circolanti
ricombinanti (CRF) e dei ricombinanti unici di HIV-1 (URF); Caratterizzazione molecolare di nuove CRF e di URF.
5,10,7*** Caruso (UniBs). Follow up viro-immunologico di pazienti HIV+ sottoposti a trials vaccinali e/o nuovi approcci terapeutici.
5,10,8*** Carosi (UniBs). Valutazione delle caratteristiche di tollerabilità e efficacia post-marketing dei farmaci antiretrovirali in
una ampia coorte multicentrica italiana (studio MASTER).
5,10,9*** Carosi (UniBs). Studio osservazionale, longitudinale, retrospettivo/prospettico, per il confronto, in termini di
caratteristiche socio-demografiche, comportamentali, cliniche, viro-immunologiche e di outcome, di 2 gruppi di pazienti
con infezione da HIV contratta in differenti epoche, afferenti al Dipartimento di Malattie Infettive degli Spedali Civili di
Brescia.
5,10,10** Bellotti (UniVa). Interventi di counselling integrato nelle infezione da HIV e nell’AIDS.
5,10,11** Rusnati (UniBs). Le patologie associate all’AIDS: identificazione di nuovi bersagli terapeutici.
5,10,12***Plebani (UniBs). Infezione da HIV nel bambino: identificazione di biomarcatori immunologici per la valutazione della
risposta alla terapia antiretrovirale.
Aspetti applicativi-traslazionali
Il settore della industria del farmaco e dei diagnostici potranno trovare partner validi e riconosciuti a livello internazionale per una
sempre migliore validazione di nuovi approcci diagnostico-terapeutici della infezione da HIV. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei
singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Ministero della Salute
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link generali con altre macroaree
2,6 – 12,4 – 12,7 – 14,7.
Area 5,11: Epatiti virali
Tematiche specifiche
La Regione Lombardia è una delle Regioni a maggior sieroprevalenza di epatopatie virali croniche (HBV, HCV, HDV). La recente
disponibilità di nuovi presidi diagnostici e terapeutici ha consentito un approccio più mirato ed efficace di tali patologie virali
croniche. Tuttavia nuove problematiche si propongono: l’utilizzo ottimale dei presidi farmacologici, la definizione di protocolli
standardizzati di monitoraggio e di terapia, la gestione del paziente con infezione cronica ed altri ancora. Le strutture Universitarie
lombarde hanno acquisito esperienza di ricerca rilevante nel settore, come testimoniato dalla importante presenza nel panorama
scientifico internazionale, ed in particolare nelle seguenti aree tematiche.
Prodotti specifici
5,11,1*** Puoti (UniBs). Studio della storia naturale e della risposta al trattamento delle infezioni da virus epatite in soggetti
imunocompetenti ed immunocompromessi e con coinfezione da HIV e da altri virus epatitici.
5,11,2*** Grossi (UniVa). Epatiti virali: trial clinici di sperimentazione di nuove strategie terapeutiche anti-virali.
5,11,3** Manca (UniBs). Studio della prevalenza dei genotipi di HCV e della coinfezione HCV-HBV).
5,11,4*** Zanetti (UniMi). Caratterizzazione molecolare dei virus epatitici (da A ad E), dello studio delle modalità di trasmissione e
dei fattori di rischio, delle misure di prevenzione generali e specifiche (vaccinazioni), dell’emergenza di HBV escape
mutants in soggetti vaccinati e di ceppi resistenti in corso di terapia antivirale.
5,11,5*** Zehender (UniMi). Epidemiologia molecolare di HBV in soggetti italiani e stranieri con infezione cronica; - Studio
dell’evoluzione della quasispecie del virus dell’epatite C (HCV) in soggetti affetti da patologie extraepatiche
(crioglobulinemia mista e/o linfoma non-Hodgkin) e in soggetti HIV/HCV confetti in trattamento con antiretrovirali; Studio della prevalenza ed epidemiologia molecolare di HTLV, HBV, HCV in Africa, in America Latina e in soggetti di
recente immigrazione in Italia.
5,11,6*** Donato (UniBs). Valutazione del ruolo di diversi fattori virali e dell’ospite che possono influenzare la risposta alla terapia
antivirale e la progressione della malattia nei pazienti con epatite cronica o con cirrosi compensata infettati con solo HCV
e nei pazienti con co-infezione HCV-HIV.
5,11,7*** Filice (UniPv). Storia naturale e trattamento delle malattie di fegato, coinfezione HIV-HCV-HBV.
Aspetti applicativi-traslazionali
Il settore della industria del farmaco e dei diagnostici potranno trovare partner validi e riconosciuti a livello internazionale per una
sempre migliore validazione di nuovi approcci diagnostico-terapeutici della infezione da virus patitici. Gli aspetti applicativotraslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto.
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Potenziali utenti
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Industria della strumentazione radiologica
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
2,6 – 3,1 . 4,2 – 7,1 – 12,4 – 14,4.
Area 5,12: Infezioni a trasmissione sessuale
Tematiche specifiche
HIV, herpes genitale, papillomavirus, sifilide, gonorrea ed epatiti virali hanno un denominatore comune: sono malattie che si
trasmettono attraverso rapporti sessuali non protetti (MST). Le MST sono un problema di salute pubblica e individuale ogni anno più
importante del precedente e grande è il fermento innovativo nel campo eziopatogenetico, diagnostico terapeutico e preventivo. Basti
pensare al vaccino per il papillomavirus (HPV), che rappresenta al contempo un traguardo sanitario epocale ed una sfida sociopolitica che il sistema sanitario si appresta ad affrontare con attenta valutazione del costo/beneficio. Poiché la MST sono infezioni la
cui trasmissione è legata ai comportamenti umani, la ricerca e lo sviluppo nel settore delle MST non può limitarsi al settore
biomedico, ma deve estendersi a quello socio-comportamentale. Infine, le MST rappresentano il classico esempio in cui gli aspetti di
salute individuale sono appaiati, e in alcuni casi superati, da quelli di salute pubblica: misure appropriate di ricerca e trattamento dei
contatti sono alla base delle strategie di controllo.
Prodotti specifici
5,12,1** Manca (UniBs). Studio della diffusione della infezione da HPV nella popolazione bresciana e genotipizzazione mediante
tecniche di amplificazione genica.
5,12,2*** Tanzi (UniMi). Infezione da HPV in soggetti HIV positivi ed in gruppi a rischio.
5,12,3*** Tanzi (UniMi). Epidemiologia molecolare della infezione da HPV nella popolazione generale italiana.
5,12,4** Gismondo (UniMi). Screening e genotipizzazione di proteine oncogene di HPV.
5,12,5** Carosi (UniBs). Definizione dei fattori di rischio biologici e comportamentali della trasmissione sessuale di HIV: analisi
di coorte in donne con infezione da HIV.
5,12,6** Cocuzza (UniMib). Sviluppo di nuovi saggi per la ricerca di agenti patogeni e loro possibile utilizzo nella diagnosi e
prevenzione di patologie croniche od oncologiche.
Aspetti applicativi-traslazionali
Il settore della industria del farmaco e dei diagnostici potranno trovare partner validi e riconosciuti a livello internazionale per una
sempre migliore validazione di nuovi approcci diagnostico-terapeutici delle infezione a trasmissione sessuale. Gli aspetti applicativotraslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono riportate nelle singole schede di progetto
Potenziali utenti
• Ministero della salute
• ASL
• Industria farmaceutica
• Società scientifiche
• Popolazione generale
Link con altre aree
7,1 – 7,3 - 12,4 – 14,7
Area 5,13: Sicurezza infettivologica nell’ambiente di lavoro e alimentare
Tematiche specifiche
L’ambiente di lavoro in ambito sanitario e in ambito industriale relativo al settore allevamento sono potenzialmente esposti a rischi di
varia natura, tra i quali il rischio di contaminazione infettivologica riveste importanza prioritaria. In particolare, le recenti emergenze
connesse al rischio di influenza aviaria hanno posto con forza l’accento sulla sicurezza del lavoratore del settore. In ambito sanitario,
le strategie di contenimento vaccinale e comportamentale del rischio assumono importanza prioritaria per ridurre al minimo il rischio
di infezioni.
45
Prodotti specifici
5,13,1*** Porru (UniBs). Prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro sanitari.
5,13,2*** Porru (UniBs). Valutazione del rischio, sorveglianza sanitaria e prevenzione negli allevamenti avicoli e suini.
Aspetti applicativi-traslazionali
Aziende Ospedaliere e industria alimentare (settore avicolo e suinicolo) sono potenzialmente interessate a tutte le strategie di
prevenzione e controllo delle infezioni nell’ambiente di lavoro. Gli aspetti applicativo-traslazionali dei singoli prodotti di ricerca sono
riportate nelle singole schede di progetto.
Potenziali utenti
• Ministero della salute
• Regione Lombardia (DG Salute)
• ASL
Link con altre aree
14,3 – 14,4.
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Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 6 – Materno-Infantile
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 115 prodotti, distribuiti in 13 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
6,1 Diagnosi e prevenzione del danno cerebrale neonatale (6)
6,2 Prevenzione e diagnosi precoce di preeclampsia e ritardo di crescita intrauterino (5)
6,3 Metabolismo, nutrizione, crescita fetale e sue alterazioni (9)
6,4 Meccanismi del parto pretermine e del basso peso alla nascita e loro prevenzione (2)
6,5 Diagnosi prenatale e terapia fetale (6)
6,6 HIV in gravidanza (2)
6,7 Immunologia ed ematologia pediatrica (12)
6,8 Allergologia e pneumologia pediatrica (9)
6,9 Metabolismo della età evolutiva (28)
6,10 Infettivologia pediatrica (10)
6,11 Genetica in ambito materno/infantile (9)
6,12 Neuroscienze pediatriche (9)
6,13 Psicosomatica in ambito materno/infantile (8)
Area 6,1: Diagnosi e prevenzione del danno cerebrale neonatale
Tematiche specifiche
La paralisi cerebrale infantile (CP) ha una prevalenza del 1,5-2,5 per 1000 nati lievemente in ascesa negli ultimi anni probabilmente
per il miglioramento della sopravvivenza dei feti di peso molto basso e con prematurità severa. Tuttavia, nonostante la proporzione
dei casi di CP attribuibile direttamente alla prematurità sia salita dal 5 al 35%, si deve comunque osservare che il 50 % dei casi di CP
si verifica in nati dopo la 36 ° settimana gestazionale. La noxa patogena scatenante può essere individuata in eventi occorsi in periodo
antepartum nel 70-80% dei casi secondo la più recente letteratura e solo nel 20 % dei casi in periodo intrapartum. Molta importanza
viene attualmente attribuita nella genesi della patologia a fattori concomitanti all’ipossia/ischemia. In particolare recenti studi
suggeriscono che infezione/infiammazione con rilascio di citochine proinfiammatorie e conseguente danno endoteliale il fattore
principale implicato nella genesi della leucomalacia periventricolare. La gravità della patologia e le conseguenze a lungo termine che
questa comporta per il neonato e le ricadute sulla famiglia e la società sono ben evidenti ed impongono la messa in opera di tutti gli
sforzi possibili per individuare i fattori predisponesti all’evento e le possibili strategie preventive e le linee terapeutiche per il
miglioramento della prognosi a breve e lungo termine.
Prodotti specifici
6,1,1*** Cetin (UniMi). Studio del metabolismo cerebrale fetale mediante risonanza magnetica spettroscopica in gravidanze
normali e complicate da ritardo di crescita intrauterino.
6,1,2** Spinillo (UniPv). Il ruolo delle interleuchine nella genesi del danno cerebrale nel feto pretermine.
6,1,3** Spinillo (UniPv). Il ruolo dei fattori ostetrici nella genesi dell’handicap neurologico neonatale.
6,1,4*
Bulfamante (UniMi). Studio del ruolo della patologia placentare e della predittività delle sue lesioni anatomo patologiche
nello sviluppo dell’encefalopatia neonatale e della paralisi cerebrale.
6,1,5** Frusca (UniBs). Gravidanze gemellari con morte endouterina di un gemello.
6,1,6** Mosca (UniMi). Sviluppo del SNC, in particolare per gli aspetti di IMAGING e di maturazione del sistema visivo; lesioni
cerebrali dell’epoca neonatale; aspetti inerenti il follow-up.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione dei gruppi a rischio per eventuale prevenzione
• Costruzione di una classificazione di lesioni placentari (per utilizzo scientifico e medico-legale)
• Costituzione di un “Registro permanente territoriale dell’encefalopatia neonatale”
• Standardizzazione delle metodiche di imaging dell’encefalo fetale
• Sviluppo della tecnica di imaging in spettroscopia in epoca
• Standardizzazione dei criteri e delle tecniche per la definizione del danno cerebrale neonatale
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
47
•
•
•
•
IRCCS
Unione Europea
CSM
Produttori di strumentazione per risonanza magnetica
Link con altre aree
2,1 – 2,7 – 5,6 - 8,1 – 8,2 – 8,3 – 10,1.
Area 6,2: Prevenzione e diagnosi precoce di preeclampsia e ritardo di crescita intrauterino
Tematiche specifiche
La preeclampsia e il ritardo di crescita intrauterino rappresentano due condizioni patologiche di estrema importanza in Medicina
Materno Fetale sia da un punto di vista epidemiologico sia per le complicanze materne e fetoneonatali correlate al danno ipossico
ischemico in utero e alla estrema prematurità neonatale che spesso origina dalla necessità di espletare il parto.
Metodiche biofisiche, quali la velocimetria Doppler delle arterie uterine, o biochimiche, quali vari marcatori di danno endoteliale o di
modificazioni immunologiche materne, hanno in questi anni tentato di individuare con maggiore precisione la popolazione a rischio di
sviluppare queste condizioni patologiche.
Prodotti specifici
6,2,1** Frusca (UniBs). Studio della circolazione placentare e fetale mediante Doppler Velocimetria delle arterie uterine e dei vasi
fetali.
6,2,2*** Vergani (UniMib). Sviluppo ed applicazione di nuove tecnologie ad ultrasuoni per la valutazione emodinamica della
circolazione uteroplacentare e fetale. Prevenzione del danno vascolare materno e feto/neonatale.
6,2,3** Ferrazzi (UniMi). Quantificazione del flusso ematico delle arterie uterine in gravidanza. integrazione tra la metodica
Doppler-velocimetrica ed un nuovo modello matematico della circolazione utero-placentare.
6,2,4*** Cetin (UniMi). Studio delle alterazioni endoteliali e coagulatorie che predispongono a malattie della gravidanza come
preeclampsia e alterazioni della crescita fetale: sviluppo di markers precoci e nuove strategie terapeutiche.
6,2,5*
Ghezzi (UniVa). Involuzione del timo in feti affetti da IUGR: un marcatore ecografico della risposta immuno-endocrina
del feto alla malnutrizione.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione dei gruppi a rischio per eventuale prevenzione
• Sviluppo ed applicazione di nuove tecnologie ad ultrasuoni per la valutazione emodinamica della circolazione
uteroplacentare e fetale
• Individuazione di markers biochimici precoci delle pazienti a rischio
• Sviluppo delle tecniche di imaging degli organi fetali
• Sviluppo di protocolli di profilassi e di terapia nelle pazienti a rischio
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• IRCCS
• Unione Europea
• Produttori di strumentazione ecografica
• Piccole e medie imprese di biologia molecolare
Link con altre aree
2,1 – 2,7 – 3,9 – 10,3 – 12,4 – 12,6.
Area 6,3: Metabolismo, nutrizione, crescita fetale e sue alterazioni
Tematiche specifiche
Le alterazioni della crescita fetale rappresentano uno dei principali fattori predisponenti allo sviluppo di malattie in età neonatale,
infantile ed adulta. La crescita del feto è determinata dalla nutrizione, da processi metabolici, endocrini e dalla funzione placentare. Vi
è una notevole esperienza presente nei gruppi di ricerca Lombardi su questi ambiti, che si riflette nei progetti scientifici presentati qui
di seguito e che è presentata anche nell’ambito pediatrico sotto l’area “METABOLISMO”.
Prodotti specifici
6,3,1*** Cetin (UniMi). Studio della nutrizione in gravidanza: correlazione tra introito nutrizionale, livelli di nutrienti materni, e
crescita fetale.
6,3,2*** Marconi (UniMi). Metabolismo ed endocrinologia materna.
6,3,3*** Cetin (UniMi). Studio dei meccanismi nutrizionali del ritardato accrescimento intrauterino e sviluppo di strategie
terapeutiche.
48
6,3,4**
Mosca (UniMi). Definizione della composizione corporea del nato a termine e pretermine in diverse epoche della vita.
Definizione dello stato dell’osso nel prematuro in diverse epoche della vita.
6,3,5*** Marconi (UniMi). Studio del trasporto placentare mediante isotopi stabili.
6,3,6*** Cetin (UniMi). Studio dei meccanismi genetici ed epigenetici dello sviluppo intrauterino.
6,3,7** Cetin (UniMi). Studio delle modificazioni endocrine del diabete gestazionale e alterazioni della crescita fetale.
6,3,8*** Frusca (UniBs). Studio randomizzato sul timing del parto nei feti con ritardo di crescita a basse epoche gestazionali.
confronto tra cardiotocografia computerizzata e modificazioni precoci e tardive del distretto venoso fetale.
6,3,9** Spagnolo (UniHsr). Studio di nuovi fattori prognostici delle gravidanze complicate da diabete mellito pre-gestazionale
mediante valutazione ecografica feto-placentare morfologica, biometrica (bidimensionale e tridimensionale) e
flussimetrica a partire dal primo trimestre di gravidanza.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Sviluppo ed applicazione di nuove tecnologie di studio e diagnosi delle alterazioni della crescita fetale
• Sviluppo ed applicazione di nuove tecnologie ad ultrasuoni per la valutazione emodinamica della circolazione
uteroplacentare e fetale
• Sviluppo delle tecniche di imaging per la valutazione della composizione corporea fetale e neonatale
• Definizione di interventi nutrizionali ottimali in diverse epoche della vita
• Sviluppo di protocolli di timing del parto nelle gravidanze con ritardato accrescimento intrauterino
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• IRCCS
• Unione Europea
• Produttori di strumentazione ecografica
• Piccole e medie imprese di biologia molecolare
Link con altre aree
1,2 – 1,4 – 1,8 – 1,9 - 9,3 – 9,4 – 9,5 – 12,6 – 12,7.
Area 6,4: Meccanismi del parto pretermine e del basso peso alla nascita e loro prevenzione
Tematiche specifiche
Il parto prematuro e il basso peso alla nascita rappresentano la più importante causa di mortalità in epoca neonatale e sono inoltre
responsabili di un aumentato rischio di sviluppare handicap neurocomportamentali. Recentemente, inoltre, grande attenzione è stata
posta su queste condizioni per l’aumento del rischio dimostrato di sviluppare malattie endocrine e cardiovascolari in età giovanile ed
adulta.
Come per l’area precedente, anche in questo campo esiste una notevole esperienza di ricerca nei gruppi di ricerca Lombardi.
Prodotti specifici
6,4,1 ** Ferrazzi (UniMi). Infiammazione e apoptosi amniochoriale del parto prematuro.
6,4,2 *** Abati (UniMi). Condizioni di salute dentale e gengivoparodontale nelle donne gravide e associazioni tra malattie orali e
esiti avversi della gravidanza.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione dei gruppi a rischio per eventuale prevenzione
• Individuazione di markers biochimici precoci delle pazienti a rischio
• Sviluppo di protocolli di profilassi e di terapia nelle pazienti a rischio
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• IRCCS
• Unione Europea
• Piccole e medie imprese di biologia molecolare
Link con altre aree
2,1 – 2,7 – 5,6.
Area 6,5: Diagnosi prenatale e terapia fetale
Tematiche specifiche
49
La diagnosi prenatale è la disciplina che identifica le anomalie strutturali e funzionali nel feto offrendo un numero sempre crescente di
trattamenti fetali, una sorveglianza specifica della gravidanza ed una modalità di parto ottimale in molti casi. La diagnosi prenatale si
avvale di indagini invasive e non invasive. Lo sviluppo di tecniche non invasive ha l’obiettivo di ridurre le perdite fetali connesse con
procedure quali l’amniocentesi e la cordocentesi.
La terapia fetale nella maggior parte dei casi include l’ottimizzazione della conduzione clinica nella vita intrauterina e della modalità
di parto, la somministrazione di farmaci al feto attraverso la madre, l’uso di trasfusioni intrauterine, l’amnioriduzione e
l’amnioinfusione, il posizionamento di shunt di drenaggio, la laserterapia e in alcuni casi la chirurgia fetale sia mediante fetoscopia
che a utero aperto. In futuro è possibile che si sviluppino tecniche di trapianto di cellule staminali e si aggiungano altre tecniche di
terapia genica.
Prodotti specifici
6,5,1*** Ferrazzi (UniMi). Efficacia di un test diagnostico non invasivo per la sindrome di Down sulle cellule fetali circolanti nel
sangue materno.
6,5,2*** Ferrazzi (UniMi). Purificazione, caratterizzazione ed uso di cellule staminali da liquido amniotico con tecnologia singlecell sorting.
6,5,3** Locatelli (UniMib). Studio randomizzato aperto che confronta gli esiti perinatali tra conduzione conservativa e utilizzo
dell’amnioinfusione transaddominale nella rottura prematura pretermine delle membrane prima della 25° settimana
complicata da oligoidramnios.
6,5,4** Spinillo (UniPv). Ruolo del trattamento con immunoglobuline iperimmuni nelle madri con infezione primaria da
cytomegalovirus.
6,5,5*** Cremonesi (UniHsr). Tecnologie genomiche avanzate per la diagnosi prenatale non invasiva di malattie genetiche e la
predittività delle complicanze della gravidanza.
6,5,6*** Spagnolo (UniHsr). Valutazione dell’efficacia di un esame diagnostico prenatale non invasivo su cellule fetali circolanti
nel sangue materno per la diagnosi della sindrome di Down.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Protocollo tecnologico di diagnosi prenatale citogenetica su cellule fetali identificate nel sangue materno.
• Sviluppo di BioBanche di cellule staminali da liquido amniotico.
• Sviluppo di protocolli sperimentale di profilassi e cura dell’ipoplasia polmonare
• Sviluppo delle nuove terapie immunologiche in gravidanza.
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• IRCCS
• AIFA
• Industria farmacologica
• Unione Europea
• BioBanche
• Piccole e medie imprese di biologia molecolare
Link con altre aree
2,6 – 2,7 – 3,7 – 3,9 – 5,3 – 9,4 – 9,7 – 12,4.
Area 6,6: HIV in gravidanza
Tematiche specifiche
17,7 milioni di donne nel mondo sono affette da HIV (Human Immunodeficiency Virus) e 530.000 bambini vengono infettati.
Attualmente in Europa Occidentale la strategia di prevenzione mediante trattamento antiretrovirale materno e neonatale, espletamento
del parto mediante taglio cesareo elettivo e astensione dall’allattamento, consente di ridurre il tasso di trasmissione materno fetale
dell’infezione da HIV dal 25% a meno del 2%.
Aspetti cruciali della prevenzione della trasmissione sono la conoscenza dello stato di sieropositività e l’uso di farmaci antiretrovirali,
tuttavia sono pochi gli studi sulla tossicità e gli effetti collaterali di questi farmaci in gravidanza nonchè sulle loro concentrazioni nel
comparto materno e in quello fetale, sulla loro tossicità mitocondriale. e sui polimorfismi genici presenti nella popolazione.
Prodotti specifici
6,6,1** Ferrazzi (UniMi). Effetto delle terapie antiretrovirali combinate in donne HIV infette in gravidanza.
6,6,2** Frusca (UniBs). Screening per HIV-1/2 con test rapido in pazienti in travaglio con stato sierologico per HIV non noto.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione dei gruppi a rischio per eventuale prevenzione
• Protocolli di terapia per combinazione di farmaci e dosaggi in gravidanza
Potenziali utenti
50
•
•
•
•
•
•
•
•
Associazioni di pazienti
Regione Lombardia
Ministero della Salute
IRCCS
AIFA
Unione Europea
Piccole e medie imprese di biologia molecolare
Industria farmacologica
Link con altre aree
5,4 – 5,10 – 12,4 – 12,7.
Area 6,7: Immunologia ed ematologia pediatrica
Tematiche specifiche
L’area immuno-ematologica rappresenta uno dei punti massimi di eccellenza nella ricerca nel settore infantile e pediatrico nelle
Università della Regione Lombardia.
Dalla diagnosi alla condivisione di schemi terapeutici, fino allo sviluppo delle più moderne tecniche di terapia cellulare i gruppi di
ricerca attivi nelle Università Lombarde si esprimono a livelli di eccellenza mondiale, come testimoniato dalle pubblicazioni sulle
massime riviste, non solo di settore, ma anche di medicina generale.
Tale attività comprende le più importanti patologie immunologiche (difetti congeniti dell’immunità, forme di deficit immunitari più
selettive), le patologie ematologiche congenite, fino all’area onco-ematologica, con uno spettro di ricerca, di base ed applicativa, che
si esprime omogeneamente su livelli di assoluta eccellenza.
Prodotti specifici
6,7,1*** Biondi (UniMib). Le leucemia dell’infanzia. analisi delle mutazioni geniche, del loro valore patogenetico ed del loro
significato prognostico.
6,7,2*** Biondi (UniMib). Caratterizzazione biomolecolare di Multipotent Adult Progenitor Cells (MAPCs) isolate da sangue
cordonale e da liquido amniotico.
6,7,3*** Roncarolo (UniHsr). Definizione. ricerca, diagnosi e cura delle malattie genetiche del sangue con particolare interesse a
talassemia ed emofilia.
6,7,4*** Roncarolo (UniHsr). Diagnosi e studio dei meccanismi patogenetici delle immunodeficienze primitive e malattie con
immunodisregolazione a base genetica nota e non nota: sperimentazione preclinica e clinica di approcci terapeutici
innovativi, quali terapia genica e terapia cellulare per malattie ereditarie del sistema immune.
6,7,5*** Plebani (UniBs). Trapianto di midollo osseo nelle immunodeficienze primitive.
6,7,6*** Plebani (UniBs). Valutazione dell’efficacia del trattamento sostitutivo con immunoglobuline somministrate per via
sottocutanea nei pazienti immunocompromessi.
6,7,7*** Plebani (UniBs). Formulazione ed applicazione di protocolli diagnostico-terapeutici per le malattie rare usando come
modello le Immunodeficienze Primitive.
6,7,8*** Plebani (UniBs). Sviluppo di biomarcatori genetici e molecolari per un migliore inquadramento diagnostico delle
neutropenie erediatarie infantili e per lo sviluppo di strategie più mirate al loro trattamento.
6,7,9*** Plebani (UniBs). Studio delle basi genetico/molecolari delle immunodeficienze primitive e sviluppo di strategie
terapeutiche più efficaci.
6,7,10** Plebani (UniBs). Le febbri periodiche ricorrenti: studio clinico e molecolare per una migliore definizione dei criteri
diagnostici, prognostici e terapeutici.
6,7,11** Chirico (UniBs). Studio di sorveglianza dei nati da madre con patologia autoimmune.
6,7,12** Plebani (UniBs). Studio clinico e patogenetico delle malattie autoimmuni, con particolare riferimento all’artrite idiopatica
giovanile.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Migliore classificazione delle malattie autoimmuni, dei difetti congeniti della immunità e delle malattie onco-ematologiche
sulla base dei meccanismi patogenetici e/o difetti genetici identificati, con sviluppo di possibili Kits diagnostici
• Correlazione genotipo/fenotipo e valutazione dei fattori prognostici e degli interventi terapeutici specifici
• Correlazione tra risposta farmacologica e meccanismi patogenetici, definizione dei fattori prognostici
• Sperimentazione di nuovi farmaci biologici con attività antinfiammatoria
• Sviluppo di protocolli diagnostico e terapeutici condivisi, sviluppo di sistemi computerizzati ed on line per la raccolta dati
• Sviluppo di terapie cellulari sempre più efficaci e risolutive (trapianto di midollo osseo, terapie genica con cellule
autologhe ingenierizzate con vettori retrovirali, colture cellulari contro specifici virus che spesso complicano il decorso
post trapianto)
• Sperimentazione di nuovi farmaci che consentono un miglior attecchimento del midollo osseo, sperimentazione di forme
alternative di terapia come l’impiego di alcuni farmaci che consentono al gene mutato la trascrizione della proteina
funzionalmente attiva e verifica di una eventuale correlazione tra risposta al farmaco e genotipo/fenotipo della malattia
• Studio epidemiologico dell’andamento e della distribuzione delle malattie oncoematologiche in Lombardia (es. leucemie,
neutropenie, talassemia, emofilia)
51
•
•
•
•
Identificazione dei fattori ambientali che contribuiscono allo sviluppo delle leucemia
Identificazione dei geni coinvolti e ruolo delle loro mutazioni sulla perdita del controllo della proliferazione cellulare e
sullo sviluppo delle leucemie, mielodisplasie, sullo sviluppo della neutropenia congenita
Studi sull’impiego delle cellule staminali mesenchimali per la prevenzione e la cura della Graft Versus Host Disease nel
trattamento con trapianto di midollo osseo di malattie oncoematologiche
Identificazione dei parametri che consentono di verificare l’avvenuta ricostituzione immunologica dopo trapianto
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• IRCCS
• Unione Europea
• Piccole e medie imprese di biologia molecolare
• Industria farmacologia (antibiotici, supporti nutrizionali)
• BioBanche
• Enti benefici
• Grandi Fondazioni private
Link con altre aree
2,1 – 2,2 − 2,3 − 2,5 − 3,9 − 7,7 − 9,1 − 9,2 − 9,4 − 9,5 − 9,7 − 10,1 − 11,1 − 11,2 − 11,3 − 11,4 − 12,7.
Area 6,8: Allergologia e pneumologia pediatrica
Tematiche specifiche
Di fianco alla immuno-ematologia, ma indipendente, è stata individuata un’area di ricerca “allergo-pneumologica”. Tale area è stata
probabilmente alle origini degli studi di tipo immunologico, ma il progredire delle conoscenze e dei percorsi diagnostico-terapeutici
hanno in seguito suggerito di connettere la parte immunologica a quella onco-ematologica, avvicinando la ricerca in allergologia alla
pneumologia in senso stretto. Infatti, le mutate condizioni ambientali (in particolare in Regione Lombardia, nelle aree metropolitane)
hanno cambiato il background di adiuvanti che il bambino esperisce nel suo contatto con gli antigeni, esponendolo ad un profilo di
reazioni allergologiche che nei primi mesi si esprimono maggiormente a livello cutaneo, ma che in breve si concentrano a livello
respiratorio, con un profilo variabile di sintomi che possono transitare progressivamente fino all’asma cronico. Infine, gli interventi
stessi che hanno permesso di migliorare la prognosi nei prematuri sono oggi studiati nell’ambito della possibile influenza sulla
meccanica respiratoria.
Prodotti specifici
6,8,1*** Miserocchi (UniMib). La patologia respiratoria neonatale, studio della meccanica respiratoria nel neonato affetto da
“neonatal respiratory distress syndrome”.
6,8,2** Marseglia (UniPv). Meccanismi fisiologici della tolleranza immunitaria indotta dall’immunoterapia sublinguale a livello
del tessuto adenoideo.
6,8,3** Castellazzi (UniPv). Valutazione attività immunomodulante dei microrganismi probiotici.
6,8,4*** Principi (UniMi). Allergia e pneumologia pediatrica.
6,8,5*** Colombo C. (UniMi). Infezioni delle vie aeree nella Fibrosi Cistica.
6,8,6*** Mosca (UniMi). Pneumologia e assistenza respiratoria neonatale.
6,8,7** Pietrogrande M.C. (UniMi). Immunodeficienze primitive: profilassi, diagnosi e trattamento delle complicanze
respiratorie.
6,8,8** Plebani (UniBs). Centro diagnostico per la diagnosi e il trattamento delle malattie allergiche del bambino.
6,8,9** Nespoli (UniVa). Identificazione di un algoritmo diagnostico terapeutico nei lattanti con ALTE (Apparent Life
Threatening Events).
Aspetti applicativi-traslazionali
• Migliorata gestione ventilatoria nella popolazione neonatale con insufficienza respiratoria, in particolare nei pretermine , e
sviluppo di modalità di assistenza respiratoria non invasiva
• Riduzione dell’incidenza di complicazioni importanti e ad elevato costo sociale quale la broncodisplasia
• Miglioramento della qualità di vita in patologie polmonari ad esordio precoce (prematuri, fibrosi cistica)
•
•
•
•
Applicazione di terapie cellulari a scopo riparativo/rigenerativo
Nel lattante con episodi simil-SIDS possibilità di ridurre il numero di indagini e quindi i costi per la sanità pur garantendo
il massimo livello di sicurezza per i bambini e le famiglie.
Riduzione della morbilità /riduzione della frequenza per manifestazioni respiratorie di allergia Æ guadagno di ore lavoro
dei genitori per minori assenze dal posto di lavoro per curare domiciliarmene i bambini
Traslazione dei risultati in tavoli di lavoro con organi amministrativi per interventi di miglioramento della qualità
dell’ambiente
52
•
•
Utilizzazione delle conoscenze derivanti dalla chiarificazione dei meccanismi fisiologici della tolleranza immunitaria
indotta dall’immunoterapia sublinguale
Utilizzo della attività immunomodulante di microrganismi probiotici
Potenziali utenti
• Regione Lombardia , Comune di Milano
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente
• Unione Europea
• Ditte produttrici di vaccini desensibilizzanti
• Ditte produttrici di prebiotici e probiotici
• Ditte produttrici di apparecchi/farmaci per l’assistenza ventilatoria neonatale
Link con altre aree
2,3 − 2,4 − 3,9 − 5,6 − 9,1 − 9,2 − 11,4 − 12,3 − 13,1 − 13;2 − 13,3 − 13,6 − 14,1.
Area 6,9: Metabolismo dell’età evolutiva
Tematiche specifiche
E’ stata individuata una grossa area di ricerca che si può in senso lato definire “Metabolica”.
Tale area comprende la ricerca su quei biomeccanismi che da una parte costituiscono l’impalcatura portante dei processi di crescita
dell’organismo, ma, ove si verificassero “deragliamenti”, anche puntiformi, verrebbero ad esprimersi a cascata attraverso conseguenze
in grado di compromettere i processi di crescita stessi. I settori maggiormente caratterizzanti questa area comprendono la ricerca
sull’obesità in età pediatrica, la nutrizione, l’endocrinologia, il ricambio, le malattie metaboliche congenite e la gastroenterologia. Se
per malattie metaboliche si intendeva, secondo una vecchia accezione, le patologie congenite da difetto di enzimi sulla via metabolica
di aminoacidi, carboidrati e lipidi, oggi la necessità di prevenzione e l’emergere delle patologie cronico-degenerative ha portato in
primo piano lo studio degli “early determinants of adult disorders” nella stessa età pediatrica, se non addirittura neonatale e fetale
(secondo la “fetal origin hypothesis” dello studioso inglese David Barker).
Prodotti specifici
6,9,1*** Chiumello (UniHsr). Influenza dei fattori bioumorali sull’attività osteoblastica in vitro nella malattia celiaca.
6,9,2*** Chiumello (UniHsr). Studi molecolari in pazienti affetti da iperinsulinismo congenito. Esecuzione TC PET con 18 FluoroDopa in pazienti affetti da iperinsulinismo congenito.
6,9,3*** Mora (UniHsr). Densitometria e Osteoporosi.
6,9,4*** Chiumello (UniHsr). Diabete in età pediatrica.
6,9,5*** Chiumello (UniHsr). Ipotiroidismo.
6,9,6*** Chiumello (UniHsr). Disordini della differenziazione sessuale.
6,9,7** Chiumello (UniHsr). Obesità.
6,9,8*** Chiumello (UniHsr). Valutazione delle alterazioni metaboliche e spettroscopiche in una popolazione di bambini nati
piccoli per l’età gestazionale.
6,9,9** Marseglia (UniPv). Valutazione dell’immunità innata nella patologia celiaca.
6,9,10** Marseglia (UniPv). Studio dei meccanismi di adipogenesi nell’obesità. .
6,9,11** Persani (UniMi). Genetica dell’ipotiroidismo congenito e della Sindrome di Alagille (ALGS).
6,9,12** Persani (UniMi). Nuovi meccanismi patogenetici dell'ipogonadismo ipogonadotropo.
6,9,13** Strohmenger (UniMi). Prevenzione della patologia cariosa nella popolazione pediatrica italiana mediante campagne di
informazione rivolte alle famiglie ed applicazione diretta di metodiche preventive sul bambino.
6,9,14*** Colombo C. (UniMi). Nutrizione e metabolismo nella Fibrosi Cistica.
6,9,15*** Colombo C. (UniMi). Epatopatia nella Fibrosi Cistica.
6,9,16*** Colombo C. (UniMi). Efficacia della terapia con acido ursodesossicolico e ruolo di alcuni geni modificatori nella
patogenesi dell’epatopatia Fibrosi Cistica.
6,9,17** Colombo C. (UniMi). Diabete e intolleranza glucidica associati alla Fibrosi Cistica.
6,9,18*** Colombo C. (UniMi). Problematiche cliniche della Fibrosi Cistica.
6,9,19*** Mosca (UniMi). Definizione della composizione corporea del nato a termine e pretermine in diverse epoche della vita.
Definizione dello stato dell’osso nel prematuro in diverse epoche della vita.
6,9,20*** Zuccotti (UniMi). Strategia applicativa del pancreas artificiale esterno nella cura del diabete tipo 1.
6,9,21*** Giovannini (UniMi). Promozione del latte materno. composizione del latte materno, fattori modificanti, e pratica
dell’allattamento al seno in Italia.
6,9,22*** Giovannini (UniMi). Terapia della patologie metaboliche congenite.
6,9,23*** Giovannini (UniMi). Programming nutrizionale: effetto della nutrizione nelle prime epoche di vita sulla salute futura del
bambino e dell’individuo.
6,9,24** Salvatoni (UniVa). Eziopatogenesi del Diabete Mellito di tipo 1.
6,9,25* Salvatoni (UniVa). Diagnosi e follow-up delle complicanze del diabete mellito tipo1 in età pediatrica.
6,9,26** Salvatoni (UniVa). Effetto a medio e lungo termine della terapia con GH della Sindrome di Prader Willi.
6,9,27** Salvatoni (UniVa). Iperinsulinismi congeniti.
6,9,28*** Principi (UniMi). Nefrologia pediatrica.
53
Aspetti applicativi-traslazionali
• Ottimizzazione degli interventi per la prevenzione dell’obesità
• Caratterizzazione molecolare delle varie forme di obesità per permettere una diagnosi più precoce ed un counselling più
corretto alle famiglie
• Promozione dell’allattamento al seno e studio degli effetti positivi a breve, medio e lungo termine, con miglioramento
effetti positivi attesi a livello di comunità su indici di salute a breve, medio e lungo termine
• Studio del ruolo dei nutrienti funzionali nella alimentazione dei primi anni di vita e nelle terapie dietetiche (malattie
metaboliche congenite ed acquisite, in particolare fibrosi cistica e malattie congenite del metabolismo degli aminoacidi e
degli zuccheri e dislipidemie)
• Network per lo studio della nutrizione e delle patologie correlate
• Prevenzione in età evolutiva di patologie ad espressione nell’età adulta quali sindrome metabolica, osteoporosi e disturbi
del comportamento alimentare
• Caratterizzazione molecolare delle patologie endocrine per permettere una diagnosi più precoce ed un counseling più
corretto alle famiglie
• Sperimentazione o messa a punto di nuovi interventi terapeutici (es. microinfusori per la terapia IDDM tipo I, terapia
immunosppressiva per celiaci)
• Messa a punto di nuove metodiche di dosaggio e tecniche diagnostiche non invasive
• Rivalutazione epidemiologica dei tempi della pubertà (in Lombardia) in rapporto alle modificazioni ambientali,
nutrizionali, dello stile di vita e ai flussi migratori
• Promozione di una migliore collaborazione con i Pediatri di famiglia e con le Associazioni per le famiglie dei soggetti con
patologia metabolico-nutrizionale
• Network per il follow-up delle patologie renali che colleghi il centro di riferimento regionale ai punti periferici
• Elaborazione di protocolli diagnostico-teraputici condivisi per patologie legate alla nutrizione, metabolismo, ricambio, e
patologie gastroenteriche
• Approfondimento genetico delle patologie correlate agli screening neonatali ed elaborazione di percorsi terapeutici e di
follow-up (schemi dietoterapeutici) differenziati in base al genotipo e/o severità del quadro clinico, in particolare fibrosi
cistica e malattie congenite del metabolismo degli aminoacidi e degli zuccheri e dislipidemie. Questi studi permetteranno
un approccio individualizzato al pz con ottimizzazione delle risorse economiche e del personale medico-sanitario,
miglioramento della collaborazione con i Pediatri di famiglia e riduzione dell’impegno delle famiglie
• Prevenzione delle carie e delle patologie odontoiatriche
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
• Organizzazione Mondiale della Sanità
• Industria farmacologia (in particolare produttrici di molecole ad attività ormonale)
• Ditte di prodotti per l’infanzia (inclusi i sostituti del latte materno)
• Grosse aziende attive in campo alimentare
• Ditte di prodotti per la nutrizione parenterale
• Grandi Fondazioni private
Link con altre aree
1,2 − 1,4 − 1,6 − 1,7 − 1,8 − 1,9 − 2,2 − 4,1 − 4,2 − 7,7 − 9,1 − 9,2 − 9,6 − 8,2 − 11,3 − 11,4 − 11,8 − 14,6 − 14,7 − 11,5 −
11,7 − 12,6 − 13,6
Area 6,10: Infettivologia pediatrica
Tematiche specifiche
Il settore infettivologico infantile pediatrico, analogamente al materno-ginecologico, ha fatto registrare una notevole mole di ricerca in
associazione alle tematiche di trasmissione verticale dell’HIV (e, in seconda istanza, anche dell’HCV, pur essendo questa ultima
condizione diversamente impegnativa, in considerazione della semi-cronicità spontanea). Tali tematiche registrano due sotto-settori a
se stanti, in campo neonatologico (infezioni materno-fetali non HIV, non HCV) e di prevenzione (con ricerche, sia di base che
epidemiologiche, in tema di vaccinazioni).
Prodotti specifici
6,10,1*** Principi (UniMi). Infettivologia pediatrica:Infezioni delle alte e delle basse vie aeree.
6,10,2*** Principi (UniMi). Infettivologia pediatrica: Modalità di razionalizzazione della terapia antibiotica.
6,10,3*** Principi (UniMi). Infettivologia pediatrica: Vaccini e vaccinazioni.
6,10,4*** Principi (UniMi). Infettivologia pediatrica: Infezione da HIV.
54
6,10,5***
6,10,6***
6,10,7***
Principi (UniMi). Infettivologia pediatrica: Infezioni rare ed emergenti) Clinica.
Mosca (UniMi). Ricerca clinica e sperimentale nell’ambito dell’infettivologia neonatale.
Zuccotti (UniMi). Valutazione delle alterazioni del tessuto adiposo e delle anomalie metaboliche correlate
all’assunzione di farmaci antiretrovirali in pazienti pediatrici HIV-infetti.
6,10,8*** Giovannini (UniMi). Infezione da HIV e HCV nel bambino.
6,10,9*** Plebani (UniBs). Infezione da HIV nel bambino.
6,10,10*** Barbi (UniMi). Diagnosi, epidemiologia e prevenzione dell’infezione congenita da cytomegalovirus.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Riduzione della trasmissione verticale dell’infezione HIV, prolungamento della sopravvivenza, riduzione della morbilità,
miglioramento della qualità di vita
• Profilassi delle infezioni opportunistiche in patologie predisponesti (in particolare HIV, fibrosi cistica)
• Gestione dei problemi socio-assistenziali dei figli di donne HIV-sieropositive
• Valutazione dei fattori di rischio correlati allo sviluppo di lipodistrofia ed ottimizzazione degli interventi diagnosticoterapeutici nei pazienti HIV con complicanze metaboliche
• Ottimizzazione degli interventi nelle patologie infettive comuni dell’infanzia: Riduzione del numero di accessi in Pronto
Soccorso e di ricoveri ospedalieri, riduzione dell’esecuzione di esami diagnostici invasivi e non, riduzione del consumo di
farmaci
• Identificazione di nuovi schemi terapeutici con antibiotici o antivirali a fronte del rilevamento di patogeni emergenti
• Risposta immunitaria a distanza di anni dai cicli vaccinali primari
• Valutazione dell’efficacia e del rapporto costo-beneficio delle vaccinazioni in età pediatrica, in particolare la vaccinazione
anti-influenzale
• Immunogenicità, sicurezza, tollerabilità ed efficacia delle vaccinazioni nel nato pretermine e nel bambino con patologia
cronica
• Favorire la precocità della diagnosi e migliorare l’accuratezza diagnostica nel campo delle infezioni congenite neonatali (in
particolare da Cytomegalovirus e da Toxoplasma gondii), con messa in atto precoce di interventi di riabilitazione per
ridurre le sequele tardive delle infezioni congenite neonatali
•
Ridurre l’incidenza delle infezioni ospedaliere
•
Diagnosticare precocemente le infezioni batteriche e fungine nel neonato a rischio al fine di mettere in atto una terapia
precoce e mirata che riduca la mortalità e gli esiti a distanza
•
Monitorare le antibioticoresistenze nelle unità di terapia intensiva neonatale
•
Definire la possibilità ricostituire una efficace immunosorveglianza antivirale
Potenziali utenti
• Regione Lombardia, Comune di Milano
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente
• Unione Europea
• Ditte produttrici di vaccini
• Ditte farmaceutiche
Link con altre aree
1,8 − 2,6 − 5,1 − 5,2 − 5,5 − 5,6 − 5,7 − 5,8 − 5,10 − 12,4 − 13,2 − 14,4.
Area 6,11: Genetica in ambito materno/infantile (sindromologia, diagnosi e terapia)
Tematiche specifiche
La vecchia definizione di “genetica” in campo pediatrico, eminentemente limitata alle patologie cromosomiche ed alla loro
descrizione, si è negli untimi anni evoluta andando a comprendere in senso lato tutti coloro che si occupano di DNA, a livello sia di
diagnosi che di terapia, ed investendo quindi la terapia cellulare stessa di patologie di carattere sia genetico che displastico (tumori
liquidi in primis). Rimane comunque anche la parte di studio sidromologica, con i nuovi correlati diagnostici e terapeutici che le
tecniche DNA hanno comportato. In questa sezione possono anche essere incorporate le tematiche relativa agli interventi chirurgici
correttivi malformativi (arti, occhi) e allo studio dello sviluppo di sezioni corporee (es. massiccio facciale).
Prodotti specifici
6,11,1*** Biondi (UniMib). Patologie metaboliche dell’infanzia, con particolare interesse alla mucopolisaccaridosi di tipo I-H
(Sindrome di Hurler). Sviluppo di un progetto di terapia cellulare e genica.
6,11,2*** Nucci (UniMi). Il ruolo della chirurgia refrattiva in età pediatrica e nella correzione dei problemi refrattivi correlati allo
strabismo.
6,11,3**
Pajardi (UniMi). Trattamento terapeutico, chirurgico, post-chirurgico e riabilitativo dei pazienti con malformazioni
congenite dell’arto superiore, in particolare Epidermolisi bollosa distrofica recessiva e dell’Artrogriposi.
55
6,11,4***
6,11,5***
6,11,6***
6,11,7***
6,11,8**
6,11,9**
Sforza (UniMi). Analisi tridimensionale della morfologia facciale durante la crescita e lo sviluppo in soggetti normali e
in pazienti.
Principi (UniMi). Sindromi genetiche in età pediatrica.
Colombo C. (UniMi). Genetica della fibrosi cistica.
Zuccotti (UniMi). Studio correlazione genotipo-fenotipo in famiglie di soggetti affetti da Displasia Ectodermica.
Plebani (UniBs). Polimorfismi del recettore del GH e crescita.
Plebani (UniBs). Studio dei fattori prognostici della Fibrosi Cistica, in relazione alla possibilità di sviluppare test
predittivi di gravità della malattia e di terapie sempre più efficaci.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Sviluppo di strategie terapeutiche efficaci per le malattie congenite del sistema immunitario e di alcune patologie
endocrine
• Sviluppo di kits molecolari diagnostici
• Studio delle potenzialità terapeutiche di nuove popolazioni di cellule staminali multipotenti, quali le cellule mesenchimali
nel trattamento delle malattie congenite (per es. la sindrome di Hurler), unitamente allo sviluppo di protocolli di terapia
genica che prevede l’impiego di vettori lentivirali come veicolatori del gene normale
• Implementare le conoscenze in ambito di correlazione genotipo fenotipo di alcune sindromi malformative per le potenziali
ricadute sul piano del counselling prognostico
• Definizione dell’eterogeneità genetica di svariate sindromi malformative stabilendo per ciascuna condizione la flow chart
diagnostica più idonea
• Migliorare tecniche microchirurgiche e minimamente invasive di patologie malformative di alcune sezioni corporee (occhi,
arti, mano)
• Definizione delle modalità di crescita normale ed in pazienti con alterazioni genetiche e metaboliche, con utilizzo di
sistemi non invasivi. Effetto di trattamenti ortodontici-ortopedici-chirurgici nel distretto craniofacciale
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Piccole e medie imprese di biologia molecolare
• BioBanche
• Enti benefici
• Grandi Fondazioni private
Link con altre aree
3,7 − 7,7 − 8,2 − 9,1 − 9,2 − 9,4 − 11,4 − 11,7 − 13,6 − 14,6.
Area 6,12: Neuroscienze pediatriche
Tematiche specifiche
La ricerca nell’ambito delle neuroscienze in età pediatrica presenta eccellenze in sotto-settori in ambito sia neurologico che psicocomportamentale. Lo sviluppo e la neuroprotezione nel corso dello sviluppo neurocomportamentale (dal prematuro alla tarda età
pediatrica) rappresentano la principale area di indagine per riconoscere condizioni ed interventi che possano garantire l’espressione
del potenziale di sviluppo individuale in maniera ottimale ed armonica, in un contesto sociale di richiesta di elevate prestazioni per
emergere e competere, nella previsione di prevenire la comparsa sintomatologica dei fenomeni di invecchiamento e degenerazione
cerebrale, ad elevato peso sociale. Allo stesso tempo, si è sviluppata una ricerca anche nel contesto del disagio psichico, in particolare
nei portatori di patologia organica, di potenziale ricaduta sempre maggiore nel contesto dei Paesi ad economia avanzata.
Prodotti specifici
6,12,1*** Masera (UniMib). La presa in carico del bambino con patologia emato-oncologica.
6,12,2*** Chiumello (UniHsr). Progressione maturativa morfologica e funzionale del sistema nervoso centrale in nati gravemente
prematuri.
6,12,3**
Lenti (UniMi). Diagnosi precoce dei soggetti autistici: progetto integrato genetico-clinico.
6,12,4**
Negri (UniMi). Disagio sociale nel bambino emofilico.
6,12,5**
Rossi L. (UniMi). Proposta di uno strumento per la valutazione della disabilità nelle cefalee croniche dell’età pediatrica.
6,12,6*** Mosca (UniMi). Neurologia neonatale: diagnostica per immagini.
6,12,7*** Giovannini (UniMi). Ruolo degli acidi grassi polinsaturi a lunga catena sullo sviluppo neuro-comportamentale del
bambino.
6,12,8**
Tiberti (UniBs). Valutazione prospettica dell'outcome a lungo termine e della potenziale utilità di un intervento mirato a
ridurre gli effetti avversi in pazienti con epilessia farmaco-resistente.
6,12,9*** Tiberti (UniBs). Geni di suscettibilità nel Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD): studi clinici e
preclinici.
Aspetti applicativi-traslazionali
56
•
•
•
•
•
•
•
•
Sviluppo di nuovi strumenti per migliorare lo studio della morfologia e della funzionalità cerebrale del neonato, in
particolare pretermine
Valutazione del ruolo di molecole (nutrienti) “funzionali” che migliorino le condizioni di apprendimento delle nuove
generazioni in funzione dell’inserimento nel mondo del lavoro e del risparmio della spesa sociale per precoci “disabilities”
Definizione del valore predittivo dei parametri genetici ed immunologici nella diagnosi di autismo ai fini di una
riabilitazione precoce.
Creazione di una banca di dati clinici e biologici sull’autismo
Ottimizzazione dell’intervento terapeutico nel disagio “psicosociale” del bambino con patologia in
considerazione della diade genitori-bambino
Valutazione del grado di disabilità causato dalle cefalee croniche dell’età pediatrica, valutazione dell’effetto di interventi
terapeutici.
Identificazione di profili specifici utili nell’assessment diagnostico dell’ADHD
Miglioramento del rapporto costo-beneficio nella terapia dell’epilessia
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Ditte produttrici di nutrienti funzionali
• Ditte produttrici di farmaci ad azione sul Sistema Nervoso
• Enti benefici (privati/pubblici)
Link con altre aree
1,6 − 1,8 − 7, 8 − 8,6 − 9,1 − 9,2 − 11,1 − 11,2 − 11,4 − 11,6 − 14,7.
Area 6,13: Psicosomatica in ambito materno/infantile
Tematiche specifiche
La gravidanza, il nuovo ruolo di genitori pongono di fronte a problematiche nuove nella futura madre ed anche nel padre. Queste
ricerche vogliono verificare le ipotesi riguardanti la possibilità che fattori psichici relazionali modulino psicosomaticamente
l’andamento della gravidanza, del parto e del puerperio e di qui lo sviluppo fisico e psichico anche del neonato e del bambino, futuro
adulto.
Prodotti specifici
6,13,1* Imbasciati (UniBs). Psicosomatica ostetrico-ginecologica.
6,13,2* Imbasciati (UniBs). Parto e sviluppo fisico e psichico del neonato e del bambino.
6,13,3* Imbasciati (UniBs). Gravidanza, fattori psicosociali e contesto di supporto alla salute della donna.
6,13,4* Imbasciati (UniBs). Benessere della donna in gravidanza e nel post partum.
6,13,5* Imbasciati (UniBs). Contesto psicosociale e benessere della donna in gravidanza e nel post partum.
6,13,6* Imbasciati (UniBs). Sviluppo psichico fetale e neonatale.
6,13,7* Imbasciati (UniBs). Fondazione di nuove metapsicologie: la teoria del Protomentale.
6,13,8* Manfredi (UniBs). Risorse e debolezze della genitorialità.
Aspetti applicativi-traslazionali
Assicurare il benessere materno, le risorse genitoriali ed il normale sviluppo psichico del bambino.
Potenziali utenti
• Associazioni di pazienti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• IRCCS
• Unione Europea
Link con altre aree
14,4 – 14,7.
57
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 7 – Oncologia
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 99 prodotti, distribuiti in 8 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area):
7,1 Epidemiologia, eziologia e prevenzione dei tumori (9)
7,2 Diagnostica nei tumori (5)
7,3 Marcatori biologici e tumorali (15)
7,4 Terapia locale chirurgica e termoablativa (12)
7,5 Terapia antitumorale sistemica (44)
7,6 Fattori prognostici e predittivi nei tumori (6)
7,7 Cellule staminali in ambito oncologico (3)
7,8 Psicologia clinica e psiconcologia (5)
Area 7,1: Epidemiologia, eziologia e prevenzione dei tumori
Tematiche specifiche
La ricerca epidemiologica ed eziologica sono alla base di ogni possibile iniziativa di prevenzione della insorgenza delle neoplasie
maligne, e come tale riveste un ruolo di primario interesse non solo sotto il profilo squisitamente scientifico ma anche e soprattutto
sotto un aspetto più ampio di politica sanitaria, che miri ad un più attento controllo delle condizioni ambientali e sociali che possono
facilitare lo sviluppo delle neoplasie, ad una più efficace educazione sanitaria della popolazione ed alla implementazione di screening
di popolazione per la diagnosi precoce di lesioni precancerose e di neoplasie allo stadio iniziale.
Prodotti specifici
7,1,1*
Benazzo (UniPv). Prevalenza HPV nei tumori cervico cefalici.
7,1,2*
Calza (UniBs). Epidemiologia, predizione del Rischio, tumori mammella ovaio utero.
7,1,3*
Donato (UniBs). Valutazione dei fattori ambientali, virali, occupazionali, genetici nella genesi e nella prognosi dei tumori
epatici. Prevenzione dei tumori epatici.
7,1,4*
Pinton Calzavara (UniBs). Studio dei fattori causali, patogenesi, prevenzione e terapia dei tumori cutanei.
7,1,5*
Cestari (UniBs). Cancerogenesi e prevenzione nell'esofago di Barret.
7,1,6*
Guidoni (UniMi). Studio dell'attività del resveratrolo contro le cellule di carcinoma gastrico umano.
7,1,7*
Manca (UniBs). Studio della epidemiologia e genotipizzazione dell’HPV nei tumori della cervice uterina.
7,1,8*
Mangioni, Cocuzza (UniMib). Studio della frequenza e rilevanza clinica della presenza di Herpes virus beta in campioni
cervicali.
7,1,9*
Bertazzi (UniMi). Epidemiologia genetica del carcinoma del polmone.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Sviluppo di assays per la diagnosi della infezione da HPV
• Chemioprevenzione del carcinoma gastrico con resveratrolo
• Modelli epidemiologici
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
• Industria delle biotecnologie
• Industria del farmaco
Link con altre aree
4,4 − 5,2 − 5,5 − 5,12 − 14,2 − 14,8.
Area 7,2: Diagnostica nei tumori
Tematiche specifiche
Lo sviluppo di tecniche sofisticate di analisi molecolare delle cellule neoplastiche ha avuto ed avrà ancora nel prossimo futuro una
ricaduta assai rilevante nel campo della diagnostica delle malattie neoplastiche. E’ prevedibile che verranno sviluppate piattaforme di
diagnostica molecolare che garantiranno una più riproducibile ed accurata tipizzazione delle neoplasie anche in fase iniziale, e, nel
58
contempo, che saranno intimamente correlate con assays per la valutazione della sensibilità delle diverse neoplasie ai possibili
trattamenti terapeutici.
Prodotti specifici
7,2,1*
Rovera (UniVa). La biopsia aspirativa con Mammotome nelle lesioni non palpabili della mammella.
7,2,2*
Nicolin (UniMi). Manipolazione dell'espressione genica mediante intervento su regioni regolatorie di mRNA.
7,2,3*
Biondi (UniMib). Sviluppo di sonde personalizzate dirette contro geni (NPM, Ig, TCR) strutturalmente alterati in
neoplasie ematologiche.
7,2,4*
Santambrogio (UniMi). Procedure diagnostiche.
7,2,5*
Persani (UniMi). Diagnosi MEN.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Accuratezza della biopsia agoaspirativa nelle lesioni mammarie
• Regolazione del mRNA
• Sviluppo di sonde personalizzate dirette contro geni (NPM, Ig, TCR, JAK1….) strutturalmente alterati in neoplasie
ematologiche
• Profili di espressione genica delle neoplasie polmonari
• Analisi genetiche per la diagnosi delle sindromi da Neoplasie Endocrine Multiple (MEN 1 e 2)
Potenziali utenti
• Industria delle biotecnologie
Link con altre aree
9,5 − 12,4 − 12,6.
Area 7,3: Marcatori biologici e tumorali
Tematiche specifiche
Nuovi marcatori biologici e tumorali possono consentire da una parte di raffinare le possibilità diagnostiche, con la identificazione di
neoplasie in fase precoce, e di monitorare la efficacia delle terapie, eseguendo l’andamento della espressione dei marcatori nel tempo.
Lo sviluppo di tecnologie sofisticate di biologia molecolare (genomica, trascrittomica, proteomica) che consentono di esplorare
l’intero universo della espressione genica delle cellule neoplastiche hanno dato un impulso straordinario alla ricerca clinica e
traslazionale relativa identificazione di nuovi marcatori.
Prodotti specifici
7,3,1* Corazza, Danova (UniPv). Citocinetica midollare dopo fattori di crescita.
7,3,2* Riccardi (UniPv). Assetto genico di ormonosensibilità.
7,3,3* Corazza, Danova (UniPv). Immunocompetenza delle cellule dendritiche dopo chemioterapia.
7,3,4* Corazza, Danova (UniPv). Identificazione delle cellule endoteliali in circolo dopo trattamento antiangiogenetico.
7,3,5* Corazza, Porta (UniPv). Razionalizzazione dell'uso di terapie biologiche.
7,3,6* Corazza, Porta (UniPv). Individuazione di nuovi targets molecolari a fini terapeutici.
7,3,7* Doglioni (UniHsr). Studio dei subsets T linfocitari nella patogenesi e nella prognosi dei linfomi follicolari.
7,3,8* Magni F. (UniMib). Marcatori del carcinoma del rene.
7,3,9* Corazza, Porta (UniPv). Trasduttore di segnale quale indicatore di efficacia.
7,3,10* Dionigi (UniVa). DNA libero circolante come marker neoplastico nelle neoplasie del colon-retto, retto, stomaco, tiroide e
mammella.
7,3,11* Dionigi (UniVa). Caratterizzazione molecolare del pattern di espressione genica in carcinomi mammari per la ricerca di
marcatori di malignità.
7,3,12* Desiderio (UniMi). Studio dei profili di espressione genica di cellule tumorali umane prelevate da metastasi ossee.
7,3,13* Larizza L. (UniMi). Studio dell'instabilità genomica dei gliomi umani.
7,3,14* Gambacorti (UniMib). Validazione geni di fusione TMPRSS2/ETS nei carcinomi prostatici.
7,3,15* Gambacorti (UniMib). Effetto biologico in vitro/vivo del blocco simultaneo di tre oncogeni nel carcinoma del colon retto.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di profili di espressione genica utilizzabili a fini prognostici e terapeutici
• Identificazione di nuovi bersagli molecolari per terapie mirate
Potenziali utenti
• Industria delle biotecnologie
• Industria del farmaco
Link con altre aree
2,5 − 3,9 − 4,3 − 8,5 − 9,5 − 10,1 − 12,4 − 12,6 − 13,5.
59
Area 7,4: Terapia locale chirurgica e termoablativa
Tematiche specifiche
Gli sviluppi della terapia locale delle neoplasie umane includono sia la rivisitazione di interventi terapeutici già in uso, con l’obiettivo
di ridurre la invasività e le complicanze dell’intervento garantendo però la medesima efficacia terapeutica, che la introduzione di
procedure innovative, di tipo mini-invasivo, endoscopico e termoablativo. La validazione clinica di queste metodiche innovative
richiede lo svolgimento di studi clinici che dimostrino la loro efficacia e permettano di valutare il rapporto costo/beneficio nei
confronti delle tecniche più tradizionali.
Prodotti specifici
7,4,1*
Fugazzola (UniVa). Terapie termoablative percutanee (radiofrequenza, assisted plasma radiofrequency, crio ablazione,
ultrasioni focalizzati e microonde) nel trattamento dei tumori del fegato, del rene, dei surreni, del polmone, del pancreas,
dell'utero, della mammella, dei linfonodi, della tiroide, delle paratiroidi e dell'osso.
7,4,2** Andreoni (UniMi). Studio del linfonodo sentinella nel ca colo-rettale.
7,4,3*
Dionigi (UniVa). Il versante mesenterico/antimesenterico del tumore come nuovo fattore del carcinoma del colon retto.
7,4,4*
Dionigi (UniVa). Ruolo della biopsia radioguidata del linfonodo sentinella nei carcinomi della mammella multifocale e
multicentrici.
7,4,5** Dionigi (UniVa). Il sistema di monitoraggio del nervo laringeo ricorrente e della branca esterna del nervo laringeo
superiore durante interventi di tiroidectomia.
7,4,6** Dionigi (UniVa). Ruolo della chirurgia mini-invasiva del collo nel trattamento della patologie neoplastiche tiroidee.
7,4,7*
Giulini, Carosi, Maroldi (UniBs). Recidive neoplastiche dopo terapia radicale dell'epatocarcinoma:rischio, prevenzione e
terapia della recidiva.
7,4,8*
Salerni (UniBs). Valutazione prognostica ed indicazione alla terapia locale nei tumori precoci del retto (T1).
7,4,9*
Nicolai (UniBs). Messa a punto della navigazione imaging guidata nel trattamento endoscopico delle neoplasie naso
sinusali.
7,4,10* Castelnuovo (UniVa). Il trattamento endoscopico dei tumori maligni del distretto nasosinusale e del basicranio anteriore.
7,4,11* Castelnuovo (UniVa). La selezione dell'approccio chirurgico ai tumori benigni rinosinusali e della base cranica.
7,4,12** Arienta, Magrassi (UniPv). Mappaggio corticale durante intervento chirurgico.
Aspetti applicativi-traslazionali
•
•
Messa a punto di protocolli terapeutici
Nuovi approcci ablativi per le neoplasie di diversi organi
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Industria della strumentazione chirurgica endoscopica;
Link con altre aree
1,5 − 4,3 − 8,5 − 11,2 − 11,8 − 13,5.
Area 7,5: Terapia antitumorale sistemica
Tematiche specifiche
Lo sviluppo della terapia sistemica delle neoplasie umane è indirizzato vero la “personalizzazione” dei trattamenti, in funzione delle
caratteristiche del paziente e di quelle della neoplasia. In particolare, si sta ponendo grande enfasi nello sviluppo di terapie “mirate”,
che interferiscano con i meccanismi biologici che promuovono la progressione neoplastica. In questo senso, si cerca -da una parte- di
meglio adattare la scelta delle terapie tradizionali ad alcune caratteristiche predittive espresse dalle cellule neoplastiche e dall’altra di
identificare nuovi bersagli molecolari per trattamenti specifici.
Prodotti specifici
7,5,1*
Canti (UniMi). Associazione di terapia fotodinamica e chemioterapia nei tumori dell'esofago e della testa-collo.
7,5,2** Carlo-Stella (UniMi). Attività antitumorale di una formulazione liposomiale di Tumor necrosis factor-Related ApoptosisInducing Ligand (Lipo-TRAIL).
7,5,3** Carlo-Stella (UniMi). Terapia cellulare somatica di tumori umani mediante infusione di cellule emopoietiche CD34+
trasdotte con adenovettore codificante TRAIL.
7,5,4*
Carlo-Stella (UniMi). Valutazione dell'attività antitumorale di farmaci ad azione mirata in modelli preclinici in vivo.
7,5,5*
Di Fiore, Pece (UniMi). Messa a punto di colture primarie di cellule di carcinoma mammario umano.
7,5,6*
Di Fiore, Pece (UniMi). Studio dei profili di espressione genica di cellule tumorali mammarie umane in coltura primaria.
7,5,7*
Di Nicola, Gianni A.M. (UniMi). Messa a punto di metodi di espansione ex vivo di linfociti T citotossici umani diretti
contro antigeni del virus di Epstein-Barr.
7,5,8*
Nicolin (UniMi). Studio di regolazione dell'asse PI3K/AKT/mTOR.
7,5,9*
Pece, Di Fiore (UniMi). Studio degli oncogeni Numb e Notch nel carcinoma polmonare umano.
7,5,10* Santambrogio (UniMi). Studio clinico di fase III nel tumore polmonare avanzato.
7,5,11** Vicentini (UniMi). Studio dell’attività antiangiogenica di piccoli peptidi derivati dall’endostatina umana.
7,5,12* Caligaris-Cappio (UniHsr). Modelli di immunoterapia adottiva dei tumori.
60
7,5,13*
7,5,14*
7,5,15**
7,5,16*
7,5,17*
7,5,18**
7,5,19*
7,5,20*
7,5,21*
7,5,22*
7,5,23*
7,5,24*
7,5,25*
7,5,26*
7,5,27*
7,5,28*
7,5,29**
7,5,30*
7,5,31**
7,5,32***
7,5,33***
7,5,34***
7,5,35**
7,5,36**
7,5,37**
7,5,38*
7,5,39*
7,5,40*
7,5,41*
7,5,42*
7,5,43**
Caligaris-Cappio (UniHsr). Associazione tra targeting vascolare, chemioterapia ed immunoterapia attiva per la cura delle
neoplasie solide.
Garrafa (UniBs). Isolamento, caratterizzazione e coltivazione di colture primarie vascolari e linfatiche. Analisi
fenotipiche e funzionali. Produzione di chemochine e citochine.
Cappelli, Castellano (UniBs). Tecniche diagnostiche di citoaspirazione per la predizione di malignità; terapia del ca
tiroideo mediante statine.
Salerni (UniBs). Studio del ruolo di MR (recettore per i mineral-corticoidi) nella inibizione dell'endotelialgrowt factor
(VEGFR-2).
Nicolai (UniBs). Studio della linfo angiogenesi e dei farmaci antiangiogenetici nei tumori del cavo orale.
Presta (UniBs). Studio di fattori angiogenetici ed antiangiogenetici, di molecole angiostatiche. Identificazione di geni
coinvolti nella angiogenesi tumorale.
Puoti (UniBs). Studio, provvedimenti terapeutici e prognosi dei pazienti in chemioterapia affetti da infezione HBV.
Ceroni (UniPv). Neuroncologia: diagnosi, trattamento e continuità delle cure nei tumori celebrali.
Benazzo (UniPv). Trattamenti delle neoplasie avanzate di testa e collo con chemioterapia intraarteriosa selettiva con
carboplatino ad alte dosi e radioterapia sincrona.
Locatelli, Comoli (UniPv). Studio clinico di fase II per la valutazione dell’efficacia della terapia cellulare nel trattamento
di neoplasie de novo EBV - associate (carcinoma nasofaringeo, malattia di Hodgkin).
Montagna (UniPv). Valutazione della fattibilità e della sicurezza dell’infusione in vivo di linfociti T citotossici (CTL) anti
- tumore in pazienti affetti da vari tipi di tumore solido refrattari ai trattamenti convenzionali.
Riccardi (UniPv). Chemioterapia intrarteriosa con oxaliplatino veicolato con microsfere associata a termoablazione
percutanea con radiofrequenze nel trattamento delle lesioni primitive o secondarie epatiche
Caligaris-Cappio (UniHsr). Studio del microambiente tumorale nelle malattie linfoploliferative umane.
Caligaris-Cappio (UniHsr). Studio di nuovi agenti batterici e virali con capacità di linfomagenesi.
Caligaris-Cappio (UniHsr). Analisi di strategie oncologiche, schemi terapeutici e fattori prognostici e predittivi nel
paziente affetto da neoplasie primitive del sistema nervoso centrale (SNC).
Caligaris-Cappio (UniHsr). Studio genotipico, farmacodinamico, proteomico e citometrico finalizzato all’identificazione
di marcatori biologici predittivi di attività e tossicità di farmaci anti-angiogenici.
Caligaris-Cappio (UniHsr). Studi pre-clinici su nuovi antigeni tumorali, modellistica preclinica, e utilizzo di protocolli
traslazionali di immunoterapia attiva (vaccinazione) e adottiva nel melanoma metastatico, carcinoma del colon e del
pancreas, leucemie.
Caligaris-Cappio (UniHsr). Valutazione della potenziale attività sinergica tra chemioterapia, nuove molecole che alterano
selettivamente la funzione dell’endotelio tumorale neoformato e vaccinazione antineoplastica.
Naldini (UniHsr). Studio dei monociti pro-angiogenici e del loro utilizzo come veicolo per la terapia genica nei tumori.
Bordignon (UniHsr). TK010: Studio randomizzato di fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico, seguito da infusione di linfociti del donatore a fenotipo T central memory manipolati con gene HSV-TK, in
pazienti affetti da leucemia acuta con persistenza di malattia al trapianto.
Bordignon (UniHsr). TK008: Studio randomizzato di fase III di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico, seguito da infusione di T linfociti del donatore manipolati con gene HSV-TK verso infusione di qualsiasi
altro tipo di T linfociti, in pazienti affetti da leucemia acuta ad alto rischio.
Bordignon (UniHsr). Generazione di linfociti geneticamente modificati a fenotipo “central memory” per la cura delle
leucemie.
Bordignon (UniHsr). Induzione di differenziazione di blasti leucemici in cellule dendritiche leucemiche per
l’immunoterapia della leucemia.
Caligaris-Cappio (UniHsr). Immunoterapia combinata per la cura delle neoplasie solide.
Lecchini, Cosentino (UniVa). Sviluppo di strategie farmacologiche innovative per il controllo funzionale dei linfociti T
regolatori nell'immunoterapia dei tumori.
Corazza, Porta (UniPv). Ottimizzazione di terapie combinate bio – immunologiche.
Dell’Orbo (UniVa). Studio ultrastrutturale delle reti vascolari e dei processi angiogenetici in organi normali e patologici.
Gambacorti, Uggeri, Bidoli, Milani, Pogliani (UniMib). Studi clinici, specie di fase 1 e fase 2, per la sperimentazione di
nuovi farmaci o di nuovi dispositivi medico-chirurgici, o per la valutazione della qualità di vita in pazienti affetti da diversi
tipi di patologie.
Gambacorti (UniMib). Sviluppo tramite molecular modeling di inibitori specifici della tirosina-chinasi oncogenica ALK.
Pogliani (UniMib). Utilizzo di DepoCyte nella prevenzione della malattia leucemica cerebrale.
Valsecchi (UniMib). Definizione di nuove metodologie statistiche per l'analisi dei risultati di studi clinici in oncologia.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Modelli in vitro, colture di cellule neoplastiche
• Sviluppo di nuovi farmaci antitumorali
• Progetti di studi clinici randomizzati di fase III
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Unione Europea
• Industria del farmaco
61
Link con altre aree
1,5 − 2,2 − 3,1 − 3,4 − 3,6 − 3,7 − 4,3 − 8,5 − 11,2 − 11,8 − 12,7 − 13,5.
Area 7,6: Fattori prognostici e predittivi nei tumori
Tematiche specifiche
Alla base della terapia oncologica rimangono la valutazione del rischio di progressione della malattia (fattori prognostici) e la sua
suscettibilità alle diverse proposte terapeutiche (fattori predittivi). Tradizionalmente, la valutazione prognostica è stata effettuata sulla
base della estensione (staging) della neoplasia, sia in sede locale, che nelle eventuali sedi metastatiche. Le recenti acquisizioni nel
settore della biologia cellulare e molecolare hanno dimostrato che più che la estensione della neoplasia sono importanti le
caratteristiche biologiche intrinseche della cellula neoplastica nel determinare il decorso clinico della malattia. Molti di questi
parametri biologici consentono anche di prevedere il maggiore o minore beneficio che i pazienti possono trarre dalle moderne terapie
mirate.
Prodotti specifici
7,6,1** Gobbi (UniPv). Valutazione della rilevanza clinica e prognostica del volume tumorale cumulativo (tumor burden – TB)
alla diagnosi in alcune neoplasie.
7,6,2** Corazza, Danova (UniPv). Espressione di recettori per fattori di crescita.
7,6,3** Corazza, Danova (UniPv). Resistenza a farmaci anti HER2.
7,6,4** Salerni (UniBs). Citogenetica del carcinoma del retto.
7,6,5*
Ferrari (UniHsr). Studio dei fattori di prognosi, valutazione della risposta al trattamento chemioterapico di tumori del
trofoblasto di origine gestazionale.
7,6,6*
Staudacher (UniHsr). Studio di fattori prognostici nel trattamento multimodale dei tumori del colon retto.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Sviluppo di terapie mirate
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Industria del farmaco
Link con altre aree
3,1 - 4,3 -10,1 - 11,2 - 11,8 - 12,4 - 12,7 - 13,5 - 13,7
Area 7,7: Cellule staminali in ambito oncologico
Tematiche specifiche
Si è consolidata nel corso degli ultimi anni la convinzione che il decorso clinico delle malattie neoplastiche (la progressione
neoplastica) sia determinato non tanto dallo stadio della malattia (inteso come la “quantità” di cellule neoplastiche presenti in sede
locale e nelle metastasi locoregionali o a distanza, quanto la presenza ed il numero relativo di cellule caratterizzate da proprietà
“tumorigeniche” o staminali, cioè in grado di mantenere elevata la quota di cellule proliferanti. La identificazione di queste cellule
staminali, e la identificazione dei loro specifici marcatori sembra essere la via maestra per la messa a punto di nuovi programmi
terapeutici mirati alla riduzione o all’annientamento di questo compartimento proliferante.
Prodotti specifici
7,7,1** Larizza L. (UniMi). Isolamento e caratterizzazione di cellule staminali della linea Kasumi 1 di leucemia mieloide acuta.
7,7,2** Carlo-Stella
(UniMi). Mobilizzazione di
cellule
staminali
emopoietiche
con
combinazione di fattori
di crescita: studio di fase I/II di uso di Fattore di Crescita delle Colonie Granulocitarie (G-CSF) e Fattore di Crescita
Placentare (PlGF) per la mobilizzazione e la raccolta di cellule CD34+ in pazienti con tumore candidati a chemioterapia di
salvataggio ad alte dosi.
7,7,3** Caligaris-Cappio (UniHsr). Studio delle cellule staminali del glioblastoma multiforme.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione di nuovi bersagli molecolari per le terapie di leucemie e neoplasie del sistema nervoso centrale
• Strategie per la mobilizzazione e raccolta di cellule staminali emopoietiche
Potenziali utenti
• Industria del farmaco
Link con altre aree
2,2 - 3,7
62
Area 7,8: Psicologia clinica e psiconcologia
Tematiche specifiche
In tutte le principali tematiche oncologiche, l’aspetto psicologico gioca un ruolo di primaria importanza, a partire dalla motivazione
personale per accettare di partecipare agli screening di prevenzione e diagnosi precoce e dall’impatto di una diagnosi di neoplasia per
se stessi e per i propri famigliari, fino alla accettazione delle terapie locali e sistemiche, alla capacità di rientrare nel mondo del lavoro
e degli affetti, ed alle problematiche di assistenza terminale.
Prodotti specifici
7,8,1** Bellani (UniVa). La comunicazione di cattive notizie in oncologia.
7,8,2** Bellani (UniVa). Protocolli di intervento psicologico nelle diverse fasi di malattia oncologica.
7,8,3** Bellani (UniVa). Protocolli di intervento di counselling con particolare riguardo allo screening mammografico.
7,8,4** Bellani (UniVa). Valutazione dell'impatto di interventi chirurgici condotto in regime di day-surgery per carcinoma
mammario.
7,8,5*
Imbasciati (UniBs). Variabili psichiche correlate all'insorgenza ed al decorso delle patologie tumorali; dinamiche
emotivo-affettive nell'assistenza ai pazienti neoplastici.
Aspetti applicativi-traslazionali dell’area
• Valutazione del grado di informazione del malato oncologico nelle diverse fasi della malattia oncologica;
• Validazione nella realtà clinica italiana e valutazione dell’efficacia dell’intervento di Meaning-Centered Group
Psychotherapy
• Strutturazione di un intervento di counselling nell’attività di screening mammografico e valutazione dell’efficacia
• valutazione dell’impatto psicologico del trattamento in day-surgery (DS) del tumore alla mammella
• Studio delle variabili psichiche correlate alla insorgenza e al decorso della patologie tumorali;
• Studio delle dinamiche emotivo-affettive implicate nella relazione di assistenza e di cura con i pazienti neoplastici e i loro
familiari
Potenziali utenti
•
•
Regione Lombardia
Ministero della Salute
Link con altre aree
3,1 – 3,2 – 4,3 – 9,5 – 13,5
63
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 8 – Neuroscienze
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 245 prodotti, distribuiti in 9 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
8,1 Patologie infiammatorie del sistema nervoso (17)
8,2 Patologie da alterato sviluppo nervoso (24)
8,3 Fisiopatologia e nuove modalità di intervento nei processi di recupero (27)
8,4 Malattie degenerative del sistema nervoso centrale (77)
8,5 Tumori cerebrali: basi molecolari e nuovi modelli diagnostici e terapeutici (15)
8,6 Patologie parossistiche del sistema nervoso (17)
8,7 Malattie neuromuscolari (27)
8,8 Ictus (29)
8,9 Altri ambiti di ricerca che non rientrano tra le aree individuate (12)
Area 8,1: Patologie infiammatorie del SNC
Tematiche specifiche
La Sclerosi Multipla è la prima causa di disabilità neurologica nella persona giovane. Negli ultimi anni ci sono stati importanti
progressi nella conoscenza della fisiopatologia della malattia e nel suo trattamento. In tutte le Università lombarde vi sono centri per
la Sclerosi Multipla riuniti in rete e 3 dei centri sono centri regionali. Molti centri lombardi partecipano a sperimentazioni
multicentriche internazionali ed il centro Sclerosi Multipla del S. Raffaele coordina 4 sperimentazioni cliniche internazionali ed è uno
dei centri di riferimento mondiali. I ricercatori di base delle Università lombarde costituiscono punti di eccellenza nell’area della
neuroimmunologia e sono impegnati nella messa a punto di nuove terapie, incluse quelle con cellule staminali neurali. Gli studi sugli
aspetti genetici della malattia, che si collocano nell’ambito più ampio della genetica delle malattie neurologiche con tratti complessi,
hanno assunto un grande rilievo nella definizione dei fattori di rischio e di prognosi della malattia. L’INSPE in collaborazione con
alcuni genetisti dell’Università Statale di Milano (Cusi, Macciardi) e con il MS genetic Network, stanno conducendo studi con la
tecnica degli SNPs. Nell’insieme delle Università lombarde sono inoltre disponibili laboratori con tecnologie di manipolazione
genetica, stabulari SPF, core facilities per generazione di topi transgenici a knock-out, servizi di microscopia elettronica ed ottica,
microscopia confocale e devoluzione, core facility per il sequenziamento proteico che consentono un livello altamente competitivo a
livello internazionale.
Prodotti specifici
8,1,1** Cavaletti (UniMib). Applicazione di nuove procedure e trattamenti nella Sclerosi Multipla.
8,1,2*
Cavaletti (UniMib). Valutazione precoce del deficit cognitivo in corso di Sclerosi Multipla.
8,1,3*
Scarpini (UniMi). Aspetti genetici ed immunologici della neuroinfiammazione nelle malattie demielinizzanti e
degenerative del SNC.
8,1,4*** Ceroni, Cosi (UniPv). Malattie demielinizzanti del SNC.
8,1,5*** Ceroni, Cosi (UniPv). Complicanze neurologiche HIV relate. Encefalomieliti post infettive e post vacciniche.
8,1,6*
Bastianello (UniPv). Studio di imaging nelle patologie infiammatorie del SNC.
8,1,7** Grohovaz (UniHsr). Meccanismi cellulari e molecolari nella neurodegenerazione da stress ossidativi e attivazione gliale
nel SNC.
8,1,8*** Comi, Martinelli (UniHsr). Sviluppo e ottimizzazione di nuove terapie nella sclerosi multipla.
8,1,9*** Pizzi (UniBs). Meccanismi molecolari e cellulari della neuroinfiammazione.
8,1,10 * Perani (UniHsr). Uso di traccianti per infiammazione/attivazione microgliale nello studio in vivo dei meccanismi di danno
nella fase progressiva della sclerosi multipla.
8,1,11*** Comi, Leocani (UniHsr). Ruolo delle tecniche neurofisiologiche nella caratterizzazione del danno nervoso in vivo e nel
monitoraggio degli interventi terapeutici.
8,1,12*** Comi, Filippi (UniHsr). Applicazione di tecniche convenzionali ed avanzate di risonanza magnetica per lo studio della
fisiopatologia, per la diagnosi, prognosi e il monitoraggio della sclerosi multipla e patologie associate.
8,1,13*** Comi, Filippi (UniHsr). Analisi dei dati di risonanza magnetica per trials clinici e per studi di storia naturale (in
collaborazione con varie case farmaceutiche).
8,1,14*** Comi, Martino (UniHsr). Definizione dell’efficacia e sicurezza della somministrazione di cellule staminali neurali nella
sclerosi multipla.
8,1,15*** Comi, Filippi (UniHsr). Biomarkers per l’individuazione di trattamenti specifici e il loro monitoraggio.
8,1,16* Comi, Martinelli Boneschi (UniHsr). Studi sui fattori genetici predisponenti e modulanti la sclerosi multipla.
8,1,17** Presta (UniBs). Studio dell’angiogenesi nelle patologie neurodegenerative lisosomiali geneticamente determinate.
Aspetti applicativi traslazionali
64
La maggior parte delle ricerche ha una connessione strettissima con l’ambito clinico (diagnosi, terapia, monitoraggio, modelli
assistenziali).
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Unione Europea
• Industria biotecnologica e farmaceutica
Link con altre aree
2,1 − 3,7 − 9,2 − 11,6 − 12,2 − 12,6 − 12,7.
Area 8,2: Patologie da alterato sviluppo nervoso
Tematiche specifiche
Questo insieme di patologie, prevalentemente, ma non esclusivamente interessanti l’età pediatrica, ha un’enorme rilevanza sociale per
la grave disabilità che può comportare ed il rilevante costo economico sociale. Rientrano in questo ambito di patologie il ritardo
mentale isolato o associato ad altri disturbi neurologici, l’epilessia, potenzialmente gravi affezioni psichiatriche come la schizofrenia,
la sindrome da iperattività da deficit attenzionali, i deficit sensoriali.
Lo studio di queste patologie richiede un’integrazione di ricerche di base di vario tipo (neurobiologiche, genetiche, modellistica
animale, imaging sperimentale, neurofisiologia sperimentale) e cliniche che sono presenti nelle Università Lombarde. Per questo
ambito specifico di ricerca l’insieme dei gruppi di ricerca lombardi costituisce un’aggregazione unica nel panorama europeo.
Prodotti specifici
8,2,1*** Pallotti (UniVa). Individuazione dei meccanismi patogenetici nelle encefalomiopatie mitocondriali.
8,2,2*** Fazzi (UniPv). Neuroftalmologia dell’età evolutiva.
8,2,3** Sacchetti (UniBs). Biologia della schizofrenia e delle psicosi correlate.
8,2,4*
Zuffardi (UniPv). Cause genetiche dell’autismo.
8,2,5*** Barale, Politi (UniPv). Autismo dell’adulto, aspetti psichiatrici.
8,2,6** Maioli (UniBs). Correlati neurofisiologici dei processi cognitivi e attentivi coinvolti nella coordinazione visivo-motoria e
nell’esplorazione dello spazio visivo.
8,2,7*** Maioli (UniBs). Tecniche integrate di indagine neurofisiologica basate sulla registrazione del segnale EEG di superficie
applicate allo studio dei processi cognitivi.
8,2,8** Barlati, Gennarelli (UniBs). Meccanismi di neurotrasmissione e plasticità neuronale.
8,2,9** Sigala, Spano (UniBs). Meccanismi cellulari e molecolari nella patogenesi delle malattie da alterato sviluppo nervoso.
8,2,10** Cristini (UniBs). Relazione gestante-feto e sue ricadute sullo sviluppo nei primi due anni di vita del bambino.
8,2,11** Marchisio, Biffo (UniHsr). Studio dei meccanismi di sviluppo nervoso con particolare riguardo alla regolazione
dell’assemblaggio delle subunità ribosomiche.
8,2,12** Meldolesi (UniHsr). Studio degli effetti del gene REST sullo sviluppo del SNC.
8,2,13** Scotti, Baldoli (UniHsr). Progressione maturativa morfologica e funzionale del sistema nervoso centrale in nati
gravemente prematuri.
8,2,14* Scotti (UniHsr). Caratterizzazione mediante risonanza magnetica delle anomalie di sviluppo corticale nelle epilessie.
8,2,15** Caimi (UniBs). Studio dei meccanismi molecolari che regolano i pathways di degradazione/accumulo lisosomiale.
8,2,16*** Sacchetti (UniBs). Sperimentazione farmacologia nei disturbi psichici maggiori.
8,2,17*** Valtorta (UniHsr). Analisi cellulare e molecolare dell’alterato sviluppo neuronale in patologie neurologiche e
psichiatriche.
8,2,18** Valtorta, Grohovaz (UniHsr). Messa a punto di strumentazione innovativa per l’analisi dell’attività di reti di neuroni.
8,2,19** Cremona (UniHsr). Studio dei meccanismi di endocitosi sinaptica nelle patologie dello sviluppo nervoso.
8,2,20** Morrone (UniHsr). Basi fisiopatologiche dei disturbi congeniti della visione.
8,2,21** De Curtis (UniHsr). Meccanismi cellulari e molecolari coinvolti nello sviluppo neuronale e nella patogenesi di malattie
del sistema nervoso.
8,2,22*** Perani (UniHsr). Studio dei correlati neurofunzionali delle attività cognitive in età evolutiva e delle modifiche anatomostrutturali, funzionali e di connettività neurale nei deficit associati a disturbi evolutivi (dislessia, ritardo di linguaggio,
deficit attentivi).
8,2,23* Padovani (UniBs). Studio degli effetti del gene ADAM 10 sullo sviluppo del SNC.
8,2,24* Padovani (UniBs). Studio del ruolo delle mutazioni mitocondriali nei deficit associati a disturbi evolutivi.
Aspetti applicativi traslazionali
• Nuovi protocolli diagnostici di neuroimaging in patologie dello sviluppo nervoso
• Comprensione degli meccanismi molecolari alla base delle anomalie di sviluppo nervoso e delle conseguenti patologie per
individuare nuovi approcci terapeutici
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
65
Link con altre aree
6,1 − 6,5 − 6,11 − 6,12 − 12.4.
Area 8,3: Fisiopatologia e nuove modalità di intervento nei processi di recupero
Tematiche specifiche
Studi dell’ultimo quinquennio hanno per la prima volta evidenziato l’enorme plasticità del sistema nervoso aprendo la possibilità di
una medicina riparativa destinata ad essere uno degli aspetti più rilevanti delle neuroscienze nei prossimi anni. Il Network delle
Università lombarde grazie alla coesistenza di ricerche in ambito clinico e applicativo è fortemente impegnata in questo ambito. La
plasticità nervosa viene studiata a livello sinaptico, a livello di neurotrasmettitori coinvolti, a livello di riarrangiamento delle
connessioni sia in vitro che in vivo. Nell’ambito applicativo vengono effettuati studi sulla riorganizzazione della corteccia cerebrale
dopo lesioni acute corticali o sottocorticali mediante risonanza magnetica funzionale e tecniche elettrofisiologiche. Le osservazioni
così desunte servono a orientare l’intervento riabilitativo secondo un principio fisiopatologico anche grazie alla disponibilità di sistemi
robotici avanzati. Tra le nuove strategie riabilitative così configurate rientrano la constraint therapy, la stimolazione magnetica
ripetitiva corticale, la manipolazione farmacologica e la rieducazione orientata dei disturbi del linguaggio.
Prodotti specifici
8,3,1** Cantù (UniMi). Ruolo degli aggregati sovramolecolari e matrici nano strutturali.
8,3,2*
Gaini (UniMi). Rigenerazione assonale successiva ad evulsione nelle radici spinali dorsali tramite trapianto di cellule
staminali derivate da cute.
8,3,3*
Tesio (UniMi). Fisiopatologia, tecniche di riabilitazione e misura di efficacia terapeutica nella disabilità neuromotoria.
8,3,4*
Bono, Venco (UniVa). Modelli organizzativi e tecnologie per la gestione integrata del danno cerebrovascolare. trattamenti
innovativi per la fase acuta/critica e per gli esiti.
8,3,5*** Schieppati (UniPv). Movimento umano e sua plasticità in condizioni normali e patologiche.
8,3,6*
Parenti (UniMib). Ricerca di base sull’interazione tra cellule staminali mesenchimali neuroni e oligodendrociti.
8,3,7*** Miniussi (UniBs). Studio dei processi di recupero cognitivo nell’invecchiamento e a seguito di lesione cerebrale mediante
Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS).
8,3,8*
Gasparotti (UniBs). Studio mediante RM funzionale dei meccanismi di plasticità cerebrale dopo lesione cerebrale.
8,3,9*** Rozzini (UniBs). Basi neuronali e implicazioni riabilitative in pazienti affetti da decadimento mentale.
8,3,10* Rozzini (UniBs). Alterazioni del linguaggio e della comunicazione e loro recupero.
8,3,11* Gasparotti, Padovani (UniBs). Identificazione di fattori predittivi morfologici neuroradiologici del recupero dopo lesione
cerebrovascolare.
8,3,12** Pizzi, Barbon (UniBs). Meccanismi biologico molecolari della rigenerazione nervosa dopo lesione spinale.
8,3,13* Maioli (UniBs). Studio dei processi di recupero a seguito di lesioni neurologiche mediante l’analisi della motilità oculare.
8,3,14* Malgaroli (UniHsr). Sviluppo di marcatori per la valutazione del recupero funzionale in vivo.
8,3,15* Baud-Bovy (UniHsr). Ruolo di sistemi virtuali nell’intervento riabilitativo.
8,3,16* Baud-Bovy (UniHsr). Valutazione strumentale dei deficit sensori-motori.
8,3,17*** Cappa (UniHsr). Alterazioni delle basi neurali del linguaggio e della comunicazione nelle demenze.
8,3,18*** Cappa (UniHsr). Basi neurali dei processi di memorizzazione a lungo termine nell’uomo, le loro modificazioni associate
ai processi di decadimento mentale. implicazioni riabilitative.
8,3,19*** Cappa (UniHsr). Basi neurali nella riabilitazione del paziente afasico.
8,3,20* Previtali (UniHsr). Ruolo del rimodellamento della matrice extracellulare nei processi rigenerativi delle malattie
neuromuscolari.
8,3,21*** Comi, Filippi (UniHsr). Studio mediante risonanza magnetica funzionale dei meccanismi di plasticità cerebrale nella
sclerosi multipla.
8,3,22* Comi, Leocani (UniHsr). Studio mediante tecniche neurofisiologiche dei meccanismi di recupero nelle lesioni focali del
sistema nervoso centrale.
8,3,23*** Comi, Martino (UniHsr). Definizione dell’efficacia e sicurezza della somministrazione di cellule staminali neurali nella
sclerosi multipla.
8,3,24** Comi, Martino (UniHsr). Definizione dell’efficacia e sicurezza della somministrazione di cellule staminali neurali
nell’ictus.
8,3,25** Comi, Quattrini (UniHsr). Messa a punto e validazione di nuove tecniche per la facilitazione della rigenerazione nervosa
basate sull’uso di scaffold medicati.
8,3,26* Mortini (UniHsr). Ruolo della terapie con cellule staminali neurali nella rigenerazione dopo lesioni spinali traumatiche.
8,3,27* Mortini (UniHsr). Definizione dell’utilità dell’impiego di scaffolds nelle gravi lesioni midollari.
Aspetti applicativi traslazionali
• Sviluppo e validazione di nuovi modelli di intervento riabilitativo
• Studi di fase I-II su terapie rigenerative e di recupero
• Sviluppo in collaborazione con l’industria di dispositivi robotici per riabilitazione
Potenziali utenti
• Regione
• Ministero della Salute
66
•
•
Unione europea
Industria
Link con altre aree
3.7 − 6.12 − 7.7 − 10.5 − 11.6 − 12.3 − 12.4.
Area 8,4: Malattie neurodegenerative del SNC
Tematiche specifiche
Demenze e parkinsonismi costituiscono i due ambiti patologici più rilevanti sotto il profilo epidemiologico nell’ambito delle patologie
neurodegenerative. Queste patologie condividono alcuni dei processi di danno e di conseguenza sono oggetto comune di studio di
alcuni gruppi di ricerca.
Sia demenze che i parkinsonismi costituiscono una patologia di elevata rilevanza sotto il profilo epidemiologico e dei carichi
economici che comporta. Presso le Università lombarde, anche grazie alle numerose collaborazioni esistenti con altri centri di ricerca
nazionali e internazionali, vi è una rilevante aggregazione di gruppi di ricerca con una forte interazione tra ricerca di base e clinica.
Per quanto concerne la ricerca di base vanno menzionati i laboratori di neurofarmacologia, neurobiologia, neurofisiologia
sperimentale ed altri, mentre per quanto concerne la ricerca clinica vi è un’aggregazione di laboratori di neuroimaging funzionale e
strutturale. In Lombardia è molto attivo il network dei centri UVA e vi sono numerosi centri per la chirurgia funzionale per i
Parkinsonismi, impegnati nella messa a punto di nuovi protocolli terapeutici.
Prodotti specifici
a) Demenze
8,4,1*
Bulbarelli (UniMib). Utilizzo di un modello centrale animale nello studio dei meccanismi cellulari e molecolari della
patologia di Alzheimer.
8,4,2*** Appollonio (UniMib). Studi normativi di nuovi test neuropsicologici.
8,4,3*** Appollonio, Ferrarese (UniMib). Validità di un test di decision making, l’Iowa Gambling Test (IGT), per la diagnosi
precoce della demenza fronto- temporale lieve.
8,4,4*
Appollonio, Isella (UniMib). Predittori neuropsicologici di conversione a demenza nel deterioramento cognitivo lieve
(MCI).
8,4,5*
Ferrarese, Appollonio (UniMib). Studio dei meccanismi di danno vascolare nella Malattia di Alzheimer.
8,4,6*
Ferrarese, Appollonio (UniMib). Genetica, epigenetica, marcatori biologici e malattia di Alzheimer.
8,4,7*
Annoni, Ferrarese (UniMib). Ruolo dell’infiammazione nella malattia di Alzheimer.
8,4,8*
Masserini, Ferrarese (UniMib). Uso di nanoparticelle leganti beta amiloide per la diagnosi e terapia della malattia di
Alzheimer.
8,4,9*
Magni, Galli-Kienle, Ferrarese (UniMib). Ricerca di biomarcatori mediante approcci di Proteomica e Peptidomica con
spettrometria di massa per la diagnostica della Malattia di Alzheimer.
8,4,10** Ferrarese (UniMib). Meccanismi eccitotossici nella malattia di Alzheimer.
8,4,11** Ferrarese, Magni (UniMib). Marcatori di stress ossidativo per la diagnosi della malattia di Alzheimer.
8,4,12** Ferrarese (UniMib). Biomarkers delle demenze per nuovi approcci diagnostico-terapeutici.
8,4,13* Cella (UniMi). Identificazione di markers genetici e biochimici per individuare il rischio di malattia di Alzheimer.
8,4,14*** Scarpini (UniMi). Genetica delle demenze.
8,4,15** Sonnino (UniMi). Studio delle basi biochimiche della neurodegenerazione, ruolo dei processi infiammatori, sviluppo di
nuove terapie farmacologiche.
8,4,16* Mariani (UniMi). Differenze di metabolismo cerebrale nei sottotipi di Mild Cognitive Impairment: ruolo della FDG-PET.
8,4,17* Mariani (UniMi). Ruolo dell’ Imaging morfologico e avanzato in pazienti con Mild Cognitive Impairment di tipo
amnestico o non amnestico. ricerca di markers precoci e specifici delle demenze degenerative.
8,4,18* Padovani (UniBs). Ruolo dell’indagine PET-FDG nella prognosi del decadimento cognitivo lieve.
8,4,19* Ricevuti (UniPv). Indagini su fisiopatologia e marcatori biologici della malattia di Alzheimer.
8,4,20* Sacchetti, Turrina (UniBs). Disturbi comportamentali nelle demenze.
8,4,21** Vita (UniBs). Studio del deterioramento cognitivo di pazienti con psicosi e possibile effetto di interventi di riabilitazione
cognitiva.
8,4,22*** Memo (UniBs). Marcatori biologici nella malattia di Alzheimer.
8,4,23** Spano, Memo, Pizzi (UniBs). Caratterizzazione molecolare della malattia di Alzheimer.
8,4,24** Borroni (UniBs). Studio dei meccanismi patogenetici bio-molecolari della Malattia di Alzheimer e delle Demenze FrontoTemporali.
8,4,25* Borroni (UniBs). Identificazione dei marcatori biologici periferici e centrali diagnostici per la Malattia di Alzheimer e per
le Demenze Fronto-Temporali.
8,4,26* Borroni (UniBs) Studio dei correlati genotipo-fenotipo nelle principali malattie neurodegenerative del SNC.
8,4,27* Borroni, Padovani (UniBs). Identificazione dei correlati morfologici neuroradiologici precoci mediante tecniche DTI e
VBM nelle patologie extrapiramidali e neurodegenerative.
8,4,28* Borroni (UniBs). Studio dei parametri Metabolici e di Flusso mediante tecniche SPECT e PET per l’identificazione
precoce delle alterazioni corticali associati alla M. Parkinson, alla M. Alzheimer, M. di Lewy e M. Fronto-Temporale.
8,4,29*** Cristini (UniBs). Atteggiamenti, caratteristiche e qualità della vita degli anziani.
8,4,30*** Cristini (UniBs). Alimentazione, emotività e memoria.
8,4,31* Padovani (UniBs). Marcatori biologici periferici e centrali nella diagnosi e monitoraggio delle diverse forme di demenza.
67
8,4,32* Mariani (UniMi). Il ruolo dei fattori di rischi vascolare e della depressione nei sottotipo di Mild Cognitive Impairment.
8,4,33*** Giubboni (UniBs). Ruolo della PET con FDG nella diagnosi precoce della M. di Alzheimer.
8,4,34* Gennarelli (UniBs). Studio genetico mediante SNIPs dei determinanti di malattia nelle demenze.
8,4,35* Palestini (UniMib). Proteina prionica ruolo fisiologico e modificazioni patologiche.
8,4,36* Finazzi (UniBs). Studio dei meccanismi genetici, cellulari e molecolari della Malattia di Alzheimer.
8,4,37* Comi, Magnani (UniHsr). Studio genetico mediante SNPs dei determinanti della Malattia di Alzheimer e della sua
evoluzione.
8,4,38* Smeraldi (UniHsr). Psichiatria clinica e sperimentale applicata allo studio e alla cura dei disturbi del comportamento
secondari a patologia degenerativa del SNC primaria o secondaria all’abuso di sostanze psicoattive.
8,4,39* Smeraldi (UniHsr). Depressione come comorbidità nelle demenze degenerative e vascolari
8,4,40* Grohovaz (UniHsr). Meccanismi cellulari e molecolari nella malattia di Alzheimer.
8,4,41* Malgaroli (UniHsr). Markers dell’attività sinaptica cerebrale nelle patologie degenerative del SNC
8,4,42* Malgaroli (UniHsr). Aggregazione proteica e patologie neurodegenerative.
8,4,43** Meldolesi (UniHsr). Caratterizzazione dei meccanismi neurodegenerativi a livello molecolare.
8,4,44* Scotti, Falini (UniHsr). Utilizzo di modalità di imaging di risonanza magnetica per lo studio delle demenze.
8,4,45*** Scotti, Falini (UniHsr). Ottimizzazione tecnologie di imaging morfologico e funzionale a campi alti (3 TESLA) e medi
(1.5 TESLA).
8,4,46* Valtorta (UniHsr). Sviluppo di saggi cellulari e molecolari medium-throughput / high content per la valutazione di farmaci
neuroprotettivi.
8,4,47** Valtorta (UniHsr). Identificazione di nuovi bersagli per terapia di malattie neurodegenerative.
8,4,48** Cremona (UniHsr).Studio dei meccanismi di endocitosi sinaptica nelle demenze.
8,4,49*** Cappa (UniHsr). Alterazioni delle basi neurali del linguaggio e della comunicazione nelle demenze.
8,4,50** Cappa (UniHsr). Basi neurali dei processi di memorizzazione a lungo termine nell’uomo, le loro modificazioni associate ai
processi di decadimento mentale.
8,4,51* Cappa (UniHsr). Basi neurali dei processi mentali di alto livello. Implicazioni nella diagnosi precoce delle demenze.
8,4,52*** Ferini-Strambi (UniHsr). Studio dei disturbi del movimento sonno-relati nelle demenze.
8,4,53*** Perani (UniHsr). Ruolo della PET con 18-FDG nella diagnosi precoce delle diverse forme di demenza.
8,4,54*** Perani (UniHsr). Validazione di traccianti per la diagnosi precoce delle demenze associate a Parkinson.
8,4,55** Perani (UniHsr). Messa a punto e validazione di traccianti per l’individuazione di depositi di proteina amiloide per una
diagnosi eziologia delle demenze e per lo studio di nuovi trattamenti.
8,4,56* Perani (UniHsr). Uso di traccianti per infiammazione/attivazione microgliale nello studio in vivo dei meccanismi di danno
nello spettro della degenerazione fronto-temporale.
8,4,57* Comi, Brambilla (UniHsr). Meccanismi cellulari della memoria e dell’apprendimento.
8,4,58** Comi, Leocani (UniHsr). Markers elettrofisiologici nella diagnosi e nel monitoraggio delle diverse forme di demenza.
b) Parkinsonismi
8,4,59*** Arosio (UniBs). Ruolo del ferro nei disordini neurodegenerative: studio di “neurodegenerations with brain iron
accumulation” (NBIAs) e di ferritinopatie.
8,4,60** Bono (UniVa). Neuroimmunofarmacologia e farmacoterapia delle malattie neurodegenerative (Parkinson e Alzheimer).
8,4,61* Borroni, Padovani (UniBs). analisi genotipo-fenotipo nei parkinsonismi.
8,4,62*** Gasparotti (UniBs). Identificazione dei correlati morfologici neuroradiologici precoci mediante tecniche DTI e VBM nelle
Patologie Extrapiramidali e Neurodegenerative.
8,4,63*** Priori (UniMi). neuromodulazione invasiva e non invasiva nelle malattie neurodegenerative.
8,4,64*** Silani (UniMi). Ruolo del BDNF nella malattia di Huntington.
8,4,65*** Ferrarese (UniMib). Studio dei polimorfismi genici come fattori di rischio della malattia di Parkinson.
8,4,66* Ferrarese (UniMib). Espressione di alfa-sinucleina, proteasoma ed attività autofagica nella malattia di Parkinson.
8,4,67* Ferrarese (UniMib). Studio dello stress ossidativo in modelli cellulari in vitro e nei pazienti con Malattia di Parkinson.
8,4,68* Ferrarese (UniMib). Studio dei trasportatori vescicolari della Dopamina nei pazienti con malattia di Parkinson.
8,4,69* Appollonio, Sganzerla (UniMib). Modificazioni neuropsicologiche dopo intervento neurochirurgico di DBS nel Parkinson
avanzato.
8,4,70* Appollonio (UniMib). Validazione di strumenti di screening cognitivo specifici per la malattia di Parkinson.
8,4,71** Moresco, Messa, Ferrarese (UniMib). Studio della neurochimica cerebrale in modelli murini di malattia di Parkinson
mediante l'uso di imaging molecolare PET.
8,4,72* Comi (UniMi). Caratterizzazione molecolare delle forme genetiche di M. di Parkinson.
8,4,73* Mariani, Lucignani (UniMi). Valutazione di sensibilità del DAT-scan nella Demenza a corpi di Lewy con parkinsonismo
lieve e severo.
8,4,74* Tassorelli (UniPv). Modelli sperimentali nella malattia di Parkinson.
8,4,75* Tassorelli (UniPv). Riabilitazione del cammino nella malattia di Parkinson.
8,4,76* Vita (UniBs). Disturbi affettivo-emozionali nelle demenze e nei parkinsonismi.
8,4,77** Spano, Pizzi, Bellocci (UniBs). Fisiopatologia molecolare delle sinucleopatie.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Nuovi modelli assistenziali
• Protocolli diagnostici
• Individuazione e validazione di nuove terapie
68
Potenziali utenti
• Regione
• Ministero della Salute
• Unione europea
• Industria
Link con altre aree
1.2 − 5.10 − 9.2 − 10.5 − 11.6 −12.2 − 12.3 − 12.4 − 12.6 − 12.7 − 13.1.
Area 8,5: Tumori cerebrali: basi molecolari e nuovi modelli diagnostici-terapeutici
Tematiche specifiche
Le neoplasie cerebrali di natura gliale, pur nella loro relativa bassa frequenza, costituiscono ancora oggi un rilevante problema clinicoterapeutico sia al primo livello di diagnosi che, soprattutto, nel follow up.
L’uso ormai routinario della biopsia stereotassica consente in un sempre maggior numero di casi un preciso inquadramento istologico.
Le moderne tecniche di neuroimaging e di medicina nucleare (RMN in spettroscopia, PET e Spect con ac monoclinali) hanno
consentito di affinare notevolmente la diagnosi differenziale specialmente nei casi di sospetta recidiva o di danno da radionecrosi, un
ambito di ricerca clinica in forte fase di sviluppo.
Infine, gli schemi di cura con i chemioterapici di ultima generazione, in associazione alle più recenti metodiche di radioterapia
(tomoterapia), hanno decisamente migliorato la sopravvivenza dei pazienti affetti da queste patologie, altrimenti confinata nel recente
passato a poche settimane o mesi, ma richiedono una validazione e una ridefinizione dei protocolli terapeutici supportata da ricerche
cliniche multicentriche che solo l’ambito lombardo può garantire in virtù della forte concentrazione di Unità cliniche e di ricerca ad
alta specializzazione.
Prodotti specifici
8,5,1*** Bello (UniMi). Brain mapping e tumori cerebrali.
8,5,2*
Gaini, Caroli (UniMi). Protocolli terapeutici nei gliomi cerebrali di alto e basso grado di malignità.
8,5,3*
Tomei (UniVa). Attività sperimentali e procedure chirurgiche innovative per il trattamento delle neoplasie cranioencefaliche.
8,5,4*
Arienta, Magrassi (UniPv). Tumori cerebrali: basi molecolari e nuovi modelli diagnostici-terapeutici.
8,5,5*
Ceroni (UniPv). Diagnosi, trattamento e continuità delle cure nei tumori cerebrali.
8,5,6*
Poliani (UniBs). Caratterizzazione fenotipica delle cellule staminali tumorali isolate da tumori cerebrali primitivi e
sviluppo di un modello pre-clinico per lo studio di nuovi approcci terapeutici.
8,5,7*
Comi, Reni (UniHsr). Analisi di strategie oncologiche, schemi terapeutici e fattori prognostici e predittivi finalizzata al
miglioramento dei risultati terapeutici nel paziente affetto da neoplasie primitive del SNC.
8,5,8*
Cenzato (UniBs). Studio di protocolli terapeutici nei gliomi cerebrali.
8,5,9** Bello (UniMi). Angiogenesi ed invasione nei tumori cerebrali.
8,5,10* Cenzato (UniBs). Identificazione dell’area linguaggio con RMN funzionale e stimolazione corticale intraoperatoria e
comparazione con metodica di neuronavigazione.
8,5,11* Sganzerla (UniMib). Elaborazione di nuovi protocolli diagnostici e terapeutici per il trattamento delle neoplasie cerebrali.
8,5,12* Comi, Mazza, Reni, Truci (UniHsr). Valutazione delle risposte alla chemioterapia dei tumori gliali a basso grado di
malignità.
8,5,13*** Mortini (UniHsr). Terapie innovative chirurgiche, radiochirurgiche e multimodali con particolare riguardo alle patologie
neoplastiche della base cranica.
8,5,14* Mortini, Reni (UniHsr). Fattori prognostici e predittivi dei tumori primitivi del SNC.
8,5,15* Scotti (UniHsr). Valutazione mediante tecniche di imaging in risonanza magnetica delle neoplasie cerebrali.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Diagnosi
• Validazione di nuovi percorsi terapeutici
Potenziali utenti
• Regione
• Ministero della Salute
• Unione europea
• Industria
Link con altre aree
1.10 − 2.5 − 3.1 − 3.9 − 5.10 − 6.12 − 9.2 − 12.5 − 12.6 − 12.7.
Area 8,6: Patologie parossistiche del sistema nervoso
Tematiche specifiche
69
Questo insieme di patologie interessa tutte le fasce di età con incidenza particolarmente elevata per quanto riguarda le epilessie, sia in
età pediatrica che nella senescenza, ed hanno una grande rilevanza sociale per la grave disabilità ad essa associata ed il rilevante costo
economico. Lo studio di queste patologie richiede un’integrazione di ricerche di base di vario tipo (neurobiologiche, genetiche,
neurofisiologiche, neuroradiologiche) e cliniche già esistenti nei centri universitari lombardi tra i quali esiste una stretta
collaborazione sui diversi programmi di ricerca nazionali e internazionali. In particolare, per le epilessie è attiva da diversi anni una
rete di centri specialistici riconosciuti dalla regione (Epinetwork) che hanno adottato approcci diagnostici, terapeutici e di ricerca
comuni. Si segnala inoltre l’esistenza di centri per la chirurgia dell’epilessia che hanno valenza nazionale. Per quanto attiene alle
cefalee primarie, classificate nei primi posti come cause di disabilità, la migliore comprensione dei meccanismi fisiopatologici sta
portando a significativi miglioramenti sul piano diagnostico e terapeutico. Alcune Università lombarde stanno partecipando a progetti
europei di armonizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici.
Prodotti specifici
a) Epilessia
8,6,1*** Canevini (UniMi). Iter diagnostico terapeutico nelle epilessie focali farmaco resistenti.
8,6,2*
Canevini (UniMi). Studio di emozioni e comportamento nelle crisi epilettiche focali.
8,6,3*
Marinoni, Montomoli, Veggiotti (UniPv). Percorsi diagnostico terapeutici nelle epilessie infantili.
8,6,4*** Perucca (UniPv). Valutazione dell’outcome nei pazienti con epilessia.
8,6,5*
Cenzato (UniBs). Stimolazione del nervo vago per trattamento epilessia e emicrania farmacoresistente.
8,6,6*
Mortini (UniHsr). Validazione di nuove tecniche nella chirurgia dell’epilessia.
8,6,7*
Comi (UniHsr). Caratterizzazione clinica, elettrofisiologia e cognitiva dei pazienti candidati alla chirurgia dell’epilessia.
8,6,8*
Comi, Minicucci (UniHsr). Neuromonitoraggi in ambito epilettologico.
8,6,9*
Ferrarese (UniMib). Studio delle modificazioni epigeniche indotte da valproato nei pazienti affetti da epilessia.
8,6,10** Ferrarese, Dalprà (UniMib). Studio della complessità fenotipica delle epilessie attraverso un approccio integrato di
genetica e biochimica.
b) Cefalea e dolore
8,6,11** Latronico (UniBs). Studio dell’appropriatezza del dolore post-operatorio.
8,6,12* Sandrini (UniPv). Individuazione di markers neurofisologici della sensibilizzazione nocicettiva centrale nelle cefalee e
dolore neuropatico.
8,6,13*** Sandrini (UniPv). Percorsi diagnostici terapeutici nelle cefalee primarie e dolore neuropatico.
8,6,14** Tassorelli (UniPv). Meccanismi patogenetici e fisiopatologici dell’emicrania mediante modelli sperimentali.
8,6,15*** Gasparotti (UniBs). Studio dei correlati morfologici neuroradiologici nella patologia emicranica con e sine aura.
8,6,16*** Comi, Colombo B. (UniHsr). Caratterizzazione di varianti fenotipiche dell’emicrania mediante studi di imaging in
risonanza magnetica ed elettrofisiologici. Implicazioni terapeutiche.
8,6,17* Ferrarese (UniMib). Attivazione piastrinica e trasporto di glutammato nell'emicrania.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Nuovi percorsi diagnostici
• Messa a punto e validazione di nuovi modelli terapeutici
Potenziali utenti
• Regione
• Ministero della Salute
• Unione europea
• Industria
Links con altre aree
6,1 − 6,12 − 9,1− 9,2 − 10,5 − 12,6 − 12,7.
Area 8,7: Malattie neuromuscolari
Tematiche specifiche
Malattie degenerative del motoneruone, del nervo periferico e del muscolo striato sono una importante causa di disabilità a carattere
evolutivo, spesso fatale dell’età infantile, adulta e della senescenza.
La neurologia lombarda ha dato, negli ultimi 30 anni, un contributo decisivo allo studio dei meccanismi genetici e delle patogenesi di
queste malattie, applicando terapie farmacologiche innovative e sperimentando strategie di riparo tramite cellule staminali tessutospecifiche.
Il Giovanni Meola di UniMi ha organizzato, per la prima volta in Italia, il 6° Convegno Mondiale sulle Distrofie Miotoniche (6th
International Myotonic Dystrophy Consortium, IDMC-6) presso la sede dell'UniMidal 12 al 15 Settembre 2007. Tale Convegno ha
visto la partecipazione di 357 partecipanti ed ha apportato un grosso contributo nelle conoscenze di base, diagnostiche ed alcune
innovazioni a livello terapeutico.
Prodotti specifici
a) Patologie del muscolo
8,7,1** Bresolin (UniMi). Ingegnerizzazione di cellule staminali.
70
8,7,2**
8,7,3*
8,7,4*
Corti (UniMi). Validazione protocollo di silenziamento di geni implicati nelle malattie del motoneurone.
Silani (UniMi). Studio dei fattori genetici nella SLA.
Comi G.P. (UniMi). Identificazione dei fattori genetici di suscettibilità e/o modificatori del fenotipo per le malattie del
motoneurone.
8,7,5*
Gelfi (UniMi). Proteomica umana animale e modelli cellulari del muscolo scheletrico.
8,7,6*** Comi G.P., Moggio (UniMi). Identificazioni correlazioni genotipo-fenotipo e molecolari nell’ambito delle distrofie.
8,7,7*** Meola (UniMi). Malattie neuromuscolari ed aritmie.
8,7,8** Meola, Cardani (UniMi). Meccanismi di RNA tossico in linee cellulari di miotonia.
8,7,9** Comi G.P. (UniMi). Caratterizzazione molecolare di un’ampia casistica di pazienti mitocondriali.
8,7,10* Bresolin, Comi G.P. (UniMi). Generazione di un modello murino di knock out dell’enzima amilo-1,6-glucosidasi, 4-aglucatransferasi (AGL).
8,7,11*** Meola (UniMi). Diagnosi biomolecolare a livello istopatologico nelle distrofie miotoniche.
8,7,12** Orizio (UniBs). Risposta muscolare durante stimolazione elettrica.
8,7,13* Meola (UniMi). La qualità di vita nelle malattie neuromuscolari.
8,7,14*** Meola (UniMi). Il coinvolgimento cerebrale nelle distrofie miotoniche: studio neuropsicologico, markers biologici e
neuroimmagini.
8,7,15*** Meola (UniMi). Protocollo clinico-diagnostico e biomolecolare nelle canalopatie ereditarie muscolari scheletriche.
8,7,16* Ferrarese (UniMib). Meccanismi molecolari della SLA in modelli cellulari con mutazioni SOD-1.
8,7,17* Latronico (UniBs). Epidemiologia, diagnosi e trattamento della miopatia e neuropatia del malato critico.
8,7,18* Corti (UniMi). Validazione protocollo di isolamento di popolazioni di cellule staminali in grado di modificare il decorso di
malattie del motoneurone.
8,7,19*** Orizio (UniBs). Funzione neuromuscolare tramite la registrazione e l’analisi dell’elettromiogramma (EMG).
8,7,20** Clementi, Comi G, Cossu (UniMi). Terapia cellulare della distrofia muscolare di Duchenne attraverso iniezione intraarteriosa di mesangioblasti da donatori HLA compatibili.
b) Neuropatie Periferiche
8,7,21** Scalabrino (UniMi). Acquisizione di approfondite conoscenze sui meccanismi molecolari alla base della patogenesi della
neuropatia da carenza di vitamina B12 (cobalamina) finalizzate allo sviluppo di un nuovo approccio terapeutico di questa
patologia.
8,7,22*** Nobile-Orazio (UniMi). Immunopatogenesi, diagnosi e terapia delle neuropatie immunomediate.
8,7,23*** Cavaletti (UniMib). Valutazione preclinica e clinica delle neuropatie periferiche iatrogene tossiche e metaboliche.
8,7,24*** Comi, Quattrini (UniHsr). Basi molecolari delle neuropatie infiammatorie del nervo periferico.
8,7,25*** Cavaletti, Tredici (UniMib). Studio della neurotossicità di farmaci antineoplastici in modelli sperimentali in vivo e in
vitro.
8,7,26*** Comi, Sessa (UniHsr). Correlazioni tra danno centrale e danno periferico nella leucodistrofia metacromatica, parametri
prognostici e di monitoraggio.
8,7,27* Comi, Bolino (UniHsr). Ruolo della proteina fosfatasi MTMR2 nella regolazione dell’omeostasi di membrana durante la
mielinizzazione.
Aspetti applicativi traslazionali
• Diagnosi
• Prognosi
• Nuovi trattamenti
Potenziali utenti
• Regione
• Ministero della Salute
• Unione europea
• Industria
Links con altre aree
2,1 − 2,2 − 3,2 − 3,7 − 9,1 − 9,2 − 9,3 − 11,6 − 12,1 − 12,2 − 12,3 − 12,7 − 12,11 − 13,1.
Area 8,8: Ictus
Tematiche specifiche
Le patologie cerebrovascolari acute costituiscono la terza cause di morte e la principale causa di disabilità. I recenti sviluppi
tecnologici per la diagnosi del danno acuto e il suo trattamento stanno producendo una variazione nei modelli organizzativi
assistenziale e una forte promozione della ricerca clinica e di base. L’Università Vita-Salute San Raffaele dispone di una Stroke Unit e
di un centro di riabilitazione, che consentono il trattamento del paziente cerebrovascolare in tutte le fasi della malattia, inclusa la fase
riabilitativa. Sono poi disponibili apparecchiature di risonanza magnetica e PET per lo studio del flusso, metabolismo e delle
alterazioni tissutali. Nell’ambito dello studio dei modelli organizzativi la nostra Università coordina uno studio multicentrico
regionale per la definizione dei parametri utili per orientare l’intervento acuto nello stroke. Infine, per quanto concerne gli sviluppi
terapeutici, vi è una esperienza maturata nei modelli sperimentali di malattia per la realizzazione in tempi brevi di una terapia cellulare
dell’ictus ischemico.
71
Prodotti specifici
8,8,1*
Bresolin (UniMi). Basi molecolari dell’ictus.
8,8,2*
Stocchetti (UniMi). Esplorazione dei meccanismi di danno secondario nelle patologie cerebrali acute.
8,8,3** Bono, Venco (UniVa). Stroke ischemico ed emorragico: identificazione e controllo dei fattori di rischio e gestione integrata
della patologia aterotrombotica e tromboembolica arteriosa e venosa acuta.
8,8,4** Pezzini (UniBs). Emicarania con aurea. fattore di rischio per ischemia cerebrale.
8,8,5*
Comi, Martino (UniHsr). Definizione dell’efficacia e sicurezza della somministrazione di cellule staminali neurali
nell’ictus.
8,8,6*
Argenteri (UniPv). Valutazione della placca carotidea instabile finalizzata alla scelta dello stanting carotideo.
8,8,7*
Odero (UniPv). Trattamento chirurgico dell’ischemia cerebrale acuta.
8,8,8*
Pezzini (UniBs). Studio dei fattori di rischio ambientale e genetico nell’ischemia cerebrale.
8,8,9** Pezzini (UniBs). Identificazione dei meccanismi patogenetici alla base della dissezione dei tronchi sovra-aortici.
8,8,10* Cenzato (UniBs). Studio dei protocolli terapeutici in pazienti con emorragie cerebrali.
8,8,11* Cenzato (UniBs). Identificazione mediatori chimici coinvolti nelle patologie cerebrali acute.
8,8,12* Bet (UniMi). Segno di Frank e patologia cerebrovascolare acuta.
8,8,13* Biasi (UniMib). Studio della morfologia della placca carotidea in pazienti asintomatici con stenosi carotidea candidati a
terapia medica, chirurgica e endovascolare.
8,8,14* Pizzi, Spano (UniBs). Identificazione di nuovi targets terapeutici nei disturbi ischemici cerebrali.
8,8,15* Lavitrano (UniMib). Ruolo dei geni protettivi endogeni nella prevenzione del danno vascolare: studio in un modello
preclinico nel roditore e nel maiale normale e ipercolesterolemico.
8,8,16* Ferrarese (UniMib). Studio di associazione tra polimorfismo genico ed espressione dell’ICAM-1 nei pazienti con ictus da
dissecazione arteriosa.
8,8,17* Cenzato (UniBs). Embolizzazione prechirurgica con Onix nelle malformazioni arterovenose cerebrali. definizione delle
indicazioni.
8,8,18* Scotti (UniHsr). Studio in RM delle alterazioni delle pareti vasali e dei meccanismi di formazione della placca con RM.
8,8,19*** Cappa (UniHsr). Diagnosi, prognosi e trattamento delle afasie.
8,8,20* Ferini-Strambi (UniHsr). Ruolo della sindrome delle apnee morfeiche ostruttive nelle patologie cerebrovascolari.
8,.8,21* Moro (UniHsr). Teoria e struttura delle lingue naturali. Implicazioni nelle afasie.
8,8,22* Comi, Sessa (UniHsr). Identificazione di nuovi fattori di rischio genetico mediante studi genetici whole genome screening.
8,8,23* Comi, Sessa (UniHsr). Percorsi diagnostici-terapeutici innovativi e loro validazione.
8,8,24** Comi, Sessa (UniHsr). Patofisiologia della placca instabile, caratterizzazione a fini prognostici e terapeutici.
8,8,25* Comi, Sessa (UniHsr). Individuazione e validazione di test diagnostici/prognostici nel trattamento dell’Ictus acuto.
8,8,26* Comi, Comola (UniHsr). Definizione e validazione di nuovi interventi riabilitativi nell’ictus
8,8,27* Comi, Leocani (UniHsr). La plasticità cerebrale nell’ ictus: studio mediante stimolazione magnetica. Individuazione dei
fattori prognostici.
8,8,28** Bonini, D’Angelo (UniHsr). Individuazione di markers di trombofilia: utilizzazione nella prevenzione primaria e
secondaria.
8,8,29* Ferrarese (UniMib). Interazione tra i meccanismi eccitotossici ed infiammatori nei pazienti con ictus acuto.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Diagnosi
• Nuovi modelli organizzativi
• Terapia
Potenziali utenti
• Regione
• Ministero della Salute
• Unione europea
• Industria
Link con altre aree
3,10 −5,9 −9,1 −9,2 −10,1 −10,2 −10,5 −11,6 −12,6 −12,7.
Area 8,9: Altri ambiti di ricerca che non rientrano tra le aree individuate
Prodotti specifici
8,9,1** Bresolin (UniMi). Paraparesi spastica ereditaria dalla patogenesi a nuovi target terapeutici.
8,9,2** Rugarli (UniMib). Basi molecolari e genetiche della paraparesi spastica.
8,9,3*
Imbasciati (UniBs). Scienza, Misconoscenza e caos nel panorama delle psicoterapie.
8,9,4*
Imbasciati (UniBs). L’attrazione sessuale.
8,9,5*
Imbasciati (UniBs). Psicoanalisi, Neuroscienze, Scienze Cognitive, Psicofisiologia.
8,9,6*
Presta (UniBs). Studio dell’angiogenesi nelle patologie neurodegenerative lisomiali geneticamente determinate.
8,9,7*
Cristini (UniBs) .Motivazione alla base della scelta della professione medica.
72
8,9,8*
8,9,9*
Cristini (UniBs) . Effetti delle scene di violenza sull’emotività.
Cristini (UniBs). Sviluppo pre e perinatale. effetti di ansia e depressione in gravidanza e nel post partum sul temperamento
del bambino a tre mesi.
8,9,10*** Latronico (UniBs). Trauma cranico: fisiopatologia, monitoraggio e trattamento del danno nervoso.
8,9,11** Latronico (UniBs). Morte cerebrale e stati critici: implicazioni etiche.
8,9,12*** Cocchi (UniBs). Peptidi neuroendocrini coinvolti nella regolazione dell’assunzione di cibo e nell’omeostasi del peso
corporeo.
73
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 9 – Genetica
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 73 prodotti, distribuiti in 7 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
9,1
Malattie genetiche semplici (28)
9.2
Malattie genetiche complesse (16)
9,3
Malattie mitocondriali (1)
9,4
Citogenetica (3)
9,5
Genetica oncologica (15)
9,6
Epigenetica (5)
9,7
Tecnologie avanzate in genetica (5)
Area 9,1: Malattie genetiche semplici
Tematiche specifiche
Valutazioni diverse nel passato hanno indicato tra 5 e 14 il numero di soggetti affetti da malattia genetica semplice, monogenica, su
1000 neonati vivi. Ciò indica la rilevanza anche epidemiologica di questo gruppo di patologie ereditarie, nonostante molte malattie
monogeniche siano rare.
I prodotti censiti riguardano malattie ereditarie rare, distinte a seconda del sistema o apparato prevalentemente colpito. Si prefiggono
l’ottimizzazione dell’analisi mutazionale, associata in alcuni casi ad analisi d’espressione genica a livello di RNA e proteine e validate
dall’uso di appropriati modelli animali.
Prodotti specifici
9,1,1*** Cappellini (UniMi). Identificazione di mutazioni puntiformi, di estese delezioni o triplicazioni dei geni globinici. Studi
funzionali di nuove mutazioni identificate nelle regioni regolatorie dei suddetti geni. Studio dei meccanismi di regolazione
dei cluster globinici e dell’espressione dei singoli geni.
9,1,2*** Cappellini (UniMi). Porfiria: identificazione di mutazioni puntiformi e di estese delezioni dei geni della via biosintetica
dell’eme. Studi funzionali di nuove mutazioni identificate nelle regioni regolatorie dei suddetti geni e studio dei
meccanismi di regolazione della via biosintetica dell’eme.
9,1,3*
Cappellini (UniMi). Identificazione di mutazioni puntiformi nel gene della glucosio 6 fosfato deidrogenasi.
9,1,4** Cappellini (UniMi). Identificazione di mutazioni puntiformi nei geni codificanti alcune proteine del metabolismo del ferro
(Ferroportina, Emojuvelina, Epcidina e Recettore transferrina). Studi funzionali di nuove mutazioni identificate nelle
regioni regolatorie dei suddetti geni. Studio dei meccanismi di espressione dei singoli geni.
9,1,5*** Colombo C. (UniMi). Studi del Centro di Riferimento per la Fibrosi Cistica della Regione Lombardia.
9,1,6*** Duga, Tenchini (UniMi). Sviluppo di metodiche e reagenti innovativi per la diagnosi di coagulopatie ereditarie rare.
9,1,7*
Peyvandi (UniMi). Basi genetiche dello sviluppo di inibitore in emofilia A grave.
9,1,8** Federici (UniMi). Marcatori clinici e molecolari per la diagnosi ed il trattamento della malattia di Willebrand: ruolo del
fattore von Willebrand (VWF) wild-type e mutato nei meccanismi di adesione cellulare e nell’ematopoiesi.
9,1,9*** Peyvandi (UniMi). Diagnosi di porpora trombotica trombocitopenica (TTP) e sviluppo di un database internazionale.
9,1,10** Riva, Venturin (UniMi). Correlazione genotipo-fenotipo nella Sindrome da microdelezione NF1 e nella Sindrome di
Noonan.
9,1,11** Gervasini (UniMi). Ottimizzazione del percorso diagnostico/prognostico di pazienti con sindrome di Cornelia de Lange,
ricerca di un marker citologico, e allestimento di linee cellulari linfoblastoidi come sistema in vitro per il design di possibili
studi funzionali.
9,1,12** Persani (UniMi). Genetica dell’ipotiroidismo congenito.
9,1,13*** Piperno (UniMib). Metabolismo del ferro: aspetti genetico-molecolari, fisiopatologia e clinica del sovraccarico di ferro.
9,1,14** Brunelli (UniMib). Meccanismi cellulari e molecolari della rigenerazione muscolare nelle malattie muscolo-degenerative.
9,1,15** Rugarli (UniMib). Basi molecolari e genetiche della paraparesi spastica.
9,1,16** Danesino (UniPv). Studio dei meccanismi patogenetici della Teleangectasia Emorragica Ereditaria (HHT).
9,1,17*** Danesino (UniPv). Studio della patogenesi delle Istiocitosi.
9,1,18* Danesino (UniPv). Sindrome di Shwachman: analisi molecolare e studio sulla origine della anomalie strutturali del
cromosoma 7; correlazioni con il rischio di sviluppo di mielodisplasie.
9,1,19** Colombi, Barlati (UniBs). Studio e caratterizzazione di malattie ereditarie monofattoriali rare del tessuto connettivo.
9,1,20** Borsani, Barlati (UniBs). Studio di malattie metaboliche ereditarie mediante approcci basati su genomica funzionale,
genomica comparativa e utilizzo di modelli animali.
9,1,21** Scolari (UniBs). Malattie genetiche renali. studio delle forme mendeliane.
9,1,22* Padovani (UniBs). Studio delle gene della Progranulina nelle demenze fronto-temporali e correlazioni genotipo/fenotipo
nella malattia di Huntington.
74
9,1,23*** Casari (UniHsr). Sviluppo e caratterizzazione di un modello murino transgenico di Epilessia Notturna del Lobo Frontale.
9,1,24** Casari (UniHsr). Generazione e caratterizzazione di modelli cellulari ed animali per lo studio della emicrania emiplegica
familiare di tipo 2.
9,1,25** Camaschella (UniHsr). Basi genetico-molecolari dei disordini ereditari del metabolismo del ferro.
9,1,26** Ferrari (UniHsr). Il rene policistico dell’adulto a trasmissione autosomica dominante: correlazione genotipo-fenotipo e
delucidazione dei meccanismi patogenetici in modelli cellulari e animali.
9,1,27* Ferrari (UniHsr). Analisi genetica di sindromi aritmogene ereditarie finalizzata alla stratificazione del rischio per la
prevenzione primaria della morte improvvisa.
9,1,28** Peyvandi (UniMi). Caratterizzazione delle mutazioni a carico dei geni codificanti per i fattori della coagulazione e
implementazione di un database internazionale sulle malattie rare della coagulazione.
Aspetti applicativi-traslazionali
I prodotti censiti hanno un’elevata valenza in ordine a diagnosi e prevenzione della patologia d’interesse, oltre a fornire la base
indispensabile per le correlazioni genotipo/fenotipo. In particolare sono centrati su:
• conferma della diagnosi clinica
• ottimizzazione delle flow chart diagnostiche attraverso noti o nuovi test di laboratorio diagnostici
• nuove strategie terapeutiche
Potenziali utenti
•
Aziende Biotec
•
Industria diagnostici
•
Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
•
Regione Lombardia
•
Industria del farmaco
•
Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
1,6 − 2,2 − 2,3 −3,1 – 3,5 – 3,7 – 3,8 – 3,9 – 3,10 − 4,1 – 4,2 − 5,8 − 6,3 – 6,5 – 6,11 − 7,6 − 8,2 – 8,4 – 8,6 – 8,7 − 10,1 – 10,4 − 11,1
– 11,2 – 11,4 – 11,5 − 12,4 − 13,6 – 13,7.
Area 9,2: Malattie genetiche complesse
Tematiche specifiche
Le malattie complesse, o multifattoriali, sono la causa principale di morbilità e mortalità dell’adulto nei paesi industrializzati. Esse
rappresentano pertanto un rilevante problema sociale con un elevato impatto sul SSN. Stante la complessità dei meccanismi
patogenetici risultanti dall’interplay tra fattori genetici multipli e fattori scatenanti ambientali, le conoscenze su queste patologie sono
ancora limitate, anche se in rapida evoluzione.
I prodotti censiti riguardano esempi importanti di patologie genetiche complesse inerenti svariati sistemi (tra cui, quello
cardiovascolare, nervoso o immunitario), le risposte individuali ai farmaci e la suscettibilità genetica alle infezioni. Sono anche
presenti prodotti rivolti allo sviluppo di metodologie bioinformatiche necessarie per l’elaborazione dell’enorme mole dei dati prodotto
dall’analisi genomica o post-genomica.
Prodotti specifici
9,2,1** Lecchini (UniVa). Applicazioni della farmacogenetica alla personalizzazione della farmacoterapia.
9,2,2*
Asselta, Duga (UniMi). Sviluppo di metodiche e reagenti innovativi per la definizione di profili genetici di suscettibilità
all’infarto miocardico.
9,2,3** Canevini (UniMi). Approccio genomico e farmacometabolico alle epilessie genetiche.identificazione delle basi molecolari
e studio dei fattori di predisposizione alla farmacoresistenza per un miglioramento della risposta alla terapia farmacologia.
9,2,4** Fargion (UniMi). Studio dei fattori genetici determinanti suscettibilità allo sviluppo di steatosi epatica non alcolica,
evoluzione a NASH e complicazioni epatiche ed extraepatiche.
9,2,5*** Macciardi, Cusi (UniMi). Ricerca dei geni di suscettibilità dei caratteri complessi: biologia computazionale e
modellizzazione genetica dei caratteri complessi, integrazione e ricostruzione in silico di pathways genetico molecolari,
ideazione e sviluppo di procedure e strumenti per la diagnosi genetico molecolare e la predizione di rischio per patologie
complesse e per la risposta a trattamenti farmacologici.
9,2,6** Marozzi, Persani (UniMi). Comprensione dei meccanismi molecolari alla base della infertilità femminile.
9,2,7*
Asselta, Tenchini (UniMi). Sviluppo di metodiche e reagenti innovativi per la definizione di profili genetici di
suscettibilità alla sclerosi multipla.
9,2,8** Riva, Venturin (UniMi). Studio della regolazione post-trascrizionale del gene CDK5R1 e delle sue possibili implicazioni
patogenetiche in malattie neurodegenerative e cognitive.
9,2,9** Barisani (UniMib). Studio dei meccanismi di riparazione del danno della mucosa intestinale nella malattia celiaca.
9,2,10* Ferrarese (UniMib). Ricerca biologica sui meccanismi patogenetici e la fisiopatologia dell’ictus cerebrale.
9,2,11** Zuffardi (UniPv). Cause genetiche di autismo.
9,2,12* Zuffardi (UniPv). Ricerca di CNV (copy number variations) predisponenti allo sviluppo o alla progressione di infezioni.
9,2,13* Padovani (UniBs). Geni di suscettibilità per l’ischemia cerebrale giovanile e per i disturbi del comportamento associati alle
demenze.
75
9,2,14* Scolari (UniBs). Malattie genetiche renali. studio delle forme complesse.
9,2,15** Barlati, Gennarelli (UniBs). Genetica delle malattie psichiatriche e neurologiche.
9,2,16* Camaschella (UniHsr). Utilizzo di isolati genetici per lo studio di fattori di rischio di malattie complesse.
Aspetti applicativi-traslazionali
• messa appunto di test genetici e farmacogenetici predittivi (microchips), una volta identificati i determinanti genetici alla
base delle patologie complesse o della risposta ai farmaci
• migliore gestione dei pazienti con possibilità di cambiamento degli stili di vita
• monitoraggio dei familiari a rischio
• strategie terapeutiche mirate
• implementazione degli strumenti di analisi
Potenziali utenti
• Aziende Biotec
• Industria diagnostici
• Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco
• Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
1,4 – 2,1 – 2,6 – 4,2 – 5,5 – 5,6 – 6,11 – 8,1 – 8,2 – 8,3 – 8,4 – 8,6 – 8,8 – 10,1 – 10,2 – 12,4.
Area 9,3: Malattie mitocondriali
Tematiche specifiche
Il campo delle malattie mitocondriali è in qualche modo un campo superspecialistico. E’ stato censito un solo prodotto, che è peraltro
legato ad un lavoro di ricerca che coinvolge altri gruppi in Lombardia, in Italia e all’estero.
Prodotti specifici
9,3,1** Pallotti (UniVa). Individuazione dei meccanismi patogenetici nelle encefalomiopatie mitocondriali.
Aspetti applicativi-traslazionali dell’area
Messa a punto di nuovi approcci diagnostici (in real time PCR quantitativa) e individuazione nuovi marcatori per poter attuare
diagnosi precoce di mitocondriopatia.
Potenziali utenti
• Industria diagnostici
• Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
• Regione Lombardia
Link con altre aree
8,7.
Area 9,4: Citogenetica
Tematiche specifiche
Le anomalie cromosomiche costituzionali hanno una frequenza che, alla nascita, è stimata concordemente in 1:200. I progressi dei
metodi d’indagine sulla patologia cromosomica negli ultimi trent’anni hanno portato a concludere che nella popolazione la frequenza
delle anomalie cromosomiche che provocano un fenotipo patologico, stimata in 1:344 negli anni ’70, è in realtà almeno di 1:157. Ne
deriva l’attualità e la trasferibilità in campo clinico di prodotti relativi al miglioramento dei metodi di diagnosi citogenetica, con
conseguenze rilevanti per la pratica clinica e la prevenzione.
Prodotti specifici
9,4,1*** Dalprà (UniMib). Correlazione cariotipo (genotipo)-fenotipo nelle patologie cromosomiche costituzionali pre- e postnatali,
in particolare casi di mosaicismo e di cromosomi marcatori soprannumerari.
9,4,2*** Zuffardi (UniPv). Rilevamento di sbilanci cromosomici criptici mediante array-CGH in soggetti con ritardo mentale e
fenotipo cromosomico.
9,4,3*** Barlati (UniBs). Studio e caratterizzazione citogenetica, molecolare e genomica di riarrangiamenti cromosomici nell’uomo.
Aspetti applicativi-traslazionali
I prodotti censiti sono rilevanti per diagnosi e prevenzione della patologia da anomalia cromosomica a livello pre- e post-natale. In
particolare sono importanti per:
• ottimizzazione dell’inquadramento diagnostico
76
•
ottimizzazione di test di laboratorio diagnostici
Potenziali utenti
• Aziende Biotec
• Industria diagnostici
• Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
• Regione Lombardia
• Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
6,1 – 6,2 – 6,5 – 6,11 – 6,12 – 7,1 – 7,2 – 7,3 – 8,2.
Area 9,5: Genetica oncologica
Tematiche specifiche
Non c’è campo di azione della Genetica Medica paragonabile alla genetica oncologica per acquisizioni di importanza diagnostica,
prognostica, terapeutica e preventiva degli ultimi decenni. Lo studio di mutazioni geniche e cromosomiche nelle cellule di cloni
displastici e neoplastici ha infatti cambiato in alcuni campi le classificazioni nosografiche (ad esempio nelle leucemie) e i criteri
diagnostici, ha fornito dati prognostici usati quotidianamente nella pratica clinica (ad esempio nelle mielodisplasie), ha dato gli
elementi per approcci terapeutici nuovi e molto efficaci (come nel caso di farmaci specifici per proteine quali le tirosin-chinasi attivate
per mutazione in svariate neoplasie), ha permesso di individuare soggetti a rischio di neoplasie (ad esempio alcuni carcinomi
mammari, colorettali e gastrici). Sono stati censiti 12 prodotti con caratteristiche di trasferibilità applicativa importante, basati in
particolare su metodi innovativi di analisi a livello genomico e d’espressione, con importanti ricadute applicative.
Prodotti specifici
9,5,1*** Capella (UniVa). Tumori ereditari del colon e della mammella/ovaio; alterazioni citogenetiche e molecolari nei linfomi.
9,5,2*** Pasquali (UniVa). Citogenetica e genetica molecolare in patologia onco-ematologica ed in condizioni predisponenti alla
patologia onco-ematologica.
9,5,3*
Porta (UniVa). Nuove acquisizioni nella genetica molecolare del carcinoma mammario.
9,5,4*
Beghini (UniMi). Studio dei profili di espressione genica nella Leucemia Mieloblastica Acuta (LAM): correlazione con
indicatori prognostici e terapeutici.
9,5,5** Alcalay (UniMi). Caratterizzazione genomica dell’attività trascrizionale dell’oncoproteina AML1/ETO.
9,5,6*** Colombo E. (UniMi). Studio delle mutazioni della Nucleofosmina (NPM) nelle Leucemie Acute Mieloidi (AML).
9,5,7*
Dellino (UniMi). Ricerca di nuovi target molecolari per la terapia contro la Leucemia Promielocitica Acuta (APL).
9,5,8** Neri (UniMi). Studio dei meccanismi coinvolti nella mielomagenesi.
9,5,9** Larizza L. (UniMi). La linea di Leucemia core Binding Factor Kasumi 1: un sistema modello per l’isolamento e
caratterizzazione di cellule staminali di Leucemia Mieloide Acuta.
9,5,10** Larizza L. (UniMi). Ruolo della proteina centrosomica mark4l nell’instabilità mitotica dei gliomi umani.
9,5,11***Di Fiore (UniMi). Uso di profili di espressione per la definizione diagnostica e l’identificazione di bersagli terapeutici nel
carcinoma mammario.
9,5,12** Di Fiore (UniMi). Uso di profili di espressione per la definizione diagnostica e l’identificazione di bersagli terapeutici nel
carcinoma del polmone.
9,5,13* Dalprà (UniMib). Isolamento e caratterizzazione genomica di cellule tumorali “stem-like” da carcinomi della vescica a
cellule di transizione.
9,5,14* Cattoretti (UniMib). Linfangiogenesi nel tumore ovarico: studio clinico e sperimentale.
9,5,15*** Biondi (UniMib). Genetica molecolare della leucemia acuta pediatrica.
Aspetti applicativi-traslazionali
I prodotti censiti hanno un’elevata valenza in ordine a diagnosi e prevenzione della patologia neoplastica, oltre ad avere ricadute
cliniche anche per l’approccio terapeutico. In particolare sono importanti per:
• identificazione di soggetti a rischio di neoplasia/displasia
• ottimizzazione diagnostica
• ottimizzazione di test di laboratorio diagnostici
• identificazione di sottogruppi di malattia con diversi approcci terapeutici e prognosi (tassonomia molecolare dei tumori)
• modulazione terapeutica
Potenziali utenti
• Aziende Biotec
• Industria diagnostici
• Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco
• Strutture socio-sanitarie
77
Link con altre aree
3,2 – 3,3 – 3,4 – 3,5 – 3,6 – 3,7 – 4,3 – 6,7 – 6,11 – 7,1 – 7,1 – 7,3 – 7,6 – 7,7 – 8,5.
Area 9,6: Epigenetica
Tematiche specifiche
Si tratta di un campo della genetica relativamente nuovo volto alla comprensione dei meccanismi non genetici (epigenetici) che
alterando la struttura della cromatina sono causa di patologie sia costituzionali che neoplastiche.
Prodotti specifici
9,6,1** Miozzo, Sirchia (UniMi). Pattern costitutivo dello stato di inattivazione del cromosoma X in donne con mutazioni
germinali di BRCA1.
9,6,2*** Battaglioli (UniMi). Ruolo della regolazione epigenetica mediata da lsd1 nel differenziamento neuronale ed in patologie
neurodegenerative.
9,6,3*
Ginelli (UniMi). Analisi della struttura genomica della porzione telomerica del cromosoma 4q umano per definire nuovi
approcci diagnostici per la Distrofia Facio-scapolomerale (FSHD).
9,6,4** Gervasini (UniMi). Inquadramento diagnostico-molecolare di pazienti con sindrome di Rubinstein-Taybi.
9,6,5** Pelicci, Minucci (UniMi). Profili epigenetici di cellule normali e tumorali.
Aspetti applicativi-traslazionali
Interessante la ricaduta applicativa per il design di farmaci appropriati (quali gli inibitori delle iston deacetilasi nella sindrome di
Rubinstein-Taiby o gli inibitori di una demetilasi con azione specifica nel sistema nervoso) o l’utilizzo dell’analisi circa lo stato
epigenetico del cromosoma X come parametro aggiuntivo per il calcolo del rischio nelle donne con familiarità al carcinoma della
mammella.
Potenziali utenti
• Aziende Biotec
• Industria diagnostici
• Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco
• Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
6,11 – 7,2 – 8,3 – 8,7.
Area 9,7: Tecnologie avanzate in genetica
Tematiche specifiche
Sono qui censiti 5 prodotti diversi che si riferiscono a tecniche diverse che sono proposte con aspetti applicativi rilevanti.
Prodotti specifici
9,7,1*** Finelli (UniMi). Costruzione e validazione di un pannello di sonde pericentromeriche brevettabile finalizzato al
miglioramento della diagnosi dei marcatori soprannumerari in patologie costituzionali e somatiche.
9,7,2*
Porta (UniVa). Caratterizzazione molecolare di cellule mesenchimali da liquido amniotico.
9,7,3** Piccinini (UniMi). Identificazione della persona in ambito forense mediante DNA estratto da substrati difficili.
9,7,4** Caroli (UniBs). Polimorfismi genetici delle lattoproteine e produzione di peptidi bioattivi.
9,7,5** Ferrari (UniHsr). Diagnosi prenatale non invasiva di malattie genetiche e predittività delle complicanze della gravidanza
mediante analisi degli acidi nucleici fetali nel plasma materno.
Aspetti applicativi-traslazionali
I prodotti censiti hanno aspetti di trasferibilità diversi: per l’uso di cellule staminali, per indagini medico-legali, per la nutrizione, per
software utile ad analisi molecolari, per la diagnostica prenatale.
Potenziali utenti
• Aziende Biotec
• Industria diagnostici
• Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
• Regione Lombardia
• Aziende informatiche
Link con altre aree
6,1 – 6,5 – 6,11 – 7,7 – 11,1 – 11,2 – 11,3 – 11,4 – 12,4.
78
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 10 – Cardiocerebrovascolare
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 77 prodotti, distribuiti in 5 aree.
Elenco delle aree individuate
10,1 Genetica, biologia molecolare & fisiopatologia nelle malattie cardiocerebrovascolari (16)
10,2 Ipertensione arteriosa e rischio cardiovascolare (12)
10,3 Diagnostica cardiovascolare (12)
10,4 Aritmie, scompenso e terapie innovative (17)
10,5 Patologia vascolare cerebrale e periferica (20)
Area 10,1: Genetica, biologia molecolare & fisiopatologia nelle malattie cardiocerebrovascolari
Tematiche specifiche
La ricerca cardiologica di base non solo nell’animale sperimentale ma anche in clinica, ha compiuto negli ultimi anni notevoli
progressi in ogni settore (in particolare di genetica, di metabolismo cellulare, di crescita cellulare, ecc). Sono stati individuati non
pochi contributi che potranno costituire una solida base per rapporti collaborativi futuri, comunque già attualmente per molti gruppi di
lavoro coinvolti in quest’area, sono in corso delle collaborazioni non solo in ambito Nazionale ma anche Internazionale.
Sono state individuati 16 prodotti riguardanti altrettante tematiche che danno origine a progetti di eccellenza in grado di essere
“esportati” in altre realtà.
Prodotti specifici
10,1,1*** Agabiti Rosei (UniBs). Aspetti genetici del danno vascolare cerebrale, in rapporto alla influenza dei fattori di rischio
tradizionale e dei fenotipi cardiovascolari intermedi.
10,1,2*** Caruso (UniBs). Meccanismi eziopatogenetici delle malattie cardio cerebrovascolari vascolari : ruolo dellle cellule
endoteliali.
10,1,3** Dell’Era (UniBs). Studio del differenziamento miocardico nel modello delle cellule staminali embrionali di topo.
10,1,4** Biondi (UniMib). Ruolo dei geni protettivi endogeni nella prevenzione del danno vascolare: studio in un modello
preclinico nel roditore e nel maiale normale e ipercolesterolemico.
10,1,5** Mancia (UniMib). Studio genomico e post-genomico sull’ictus → SPARGI: Stroke Prevention and Assessment of Risk
through Genomics and Informatics.
10,1,6*
Biondi (UniMib). Utilizzo di cellule staminali in pazienti con arteriopatia obliterante arti inferiori (AOAI).
10,1,7** Cianflone (UniHsr). Meccanismi infiammatori, piastrinici e genetici dell’instabilità coronarica e dell’infarto miocardico.
10,1,8 *** Schwartz (UniPv). Morte cardiaca improvvisa: basi genetiche e rapporti con il sistema nervoso autonomo.
10,1,9*
Castelli (UniVa). Metabolismo leucocitario ed endoteliocitario nella lesione aterosclerotica periferica.
10,1,10* Castelli (UniVa). PCR: Valutazione della sintesi periferica.
10,1,11* Sala (UniVa). Infiammazione post-bypass cardiopolmonare.
10,1,12* De Luca (UniVa). Influenza della matrice extracellulare e del suo metabolismo nella patogenesi delle malattie
cardiovascolari.
10,1,13*** Venco (UniVa). Immunomodulazione e caratteristiche morfo-funzionali delle cellule della placca carotidea nell’uomo.
10,1,14*** Cusi (UniMi). Ricerca dei geni di suscettibilità dei caratteri complessi in campo cardiovascolare; Biologia
computazionale e modellizzazione genetica della patologia cardiovascolare; Integrazione e ricostruzione in silico delle
relative pathways genetico-molecolari; Ideazione e sviluppo di procedure e strumenti per la diagnosi genetico molecolare,
la conseguente predizione di rischio la risposta a trattamenti farmacologici.
10,1,15** Samaja (UniMi). Ipossia cronica e intermittente: meccanismi e ruoli.
10,1,16** Turiel (UniMi). Studio della riserva di flusso coronarico mediante ecocardiografia transtoracica e dei livelli plasmatici di
ADMA nei pazienti con artrite reumatoide in fase iniziale.
Aspetti applicativi-traslazionali
1. Prodotti inerenti monomorfismi e polimorfismi genetici responsabili di malattie miocardiche ben note per la loro genesi
ereditaria o responsabili di altre condizioni morbose cardiache, di ipertensione arteriosa e di affezioni vascolari sistemiche.
2. Protocolli inerenti la crescita cellulare in vitro e in vivo, anche con l’utilizzo di cellule staminali, come premessa a studi
sull’ateroscerosi e sull’angiogenesi in genenerale.
3. Prodotti riguardanti l’ipossia cellulare miocardica e la valuzione delle alterazioni del flusso coronarico.
4. Prodotti sul metabolismo cellulare e sulla matrice extracellulare in condizioni normali e patologiche, dell’infiammazione in
particolare, e delle reazioni immunitarie coinvolte in molti processi morbosi che consentiranno di ottimizzare delle flowchart diagnostiche in via di definizione.
Potenziali utenti
•
Aziende Biotec
79
•
•
•
•
•
Industria diagnostici
Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
Regione Lombardia
Industria del farmaco
Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
2,1 – 2,2 – 8,8 – 9,3 – 10,5 - 11,4 – 11,5 – 12,6.
Area 10,2: Ipertensione arteriosa e rischio cardiovascolare
Tematiche specifiche
La malattia ipertensiva ha raggiunto livelli di diffusione molto alti risultando forse la più diffusa causa di consultazione sia in
medicina extraospedaliera che ospedaliera sia a livello ambulatoriale che in regime di ricovero. Costituisce una delle affezioni
maggiormente coinvolte nella patogenesi delle Malattie Cardiocerobrovascolari ed è una delle componenti fra le più frequenti
dell’individuazione dei Fattori di Rischio Cardiovascolare. In questo contesto sono stati individuati 12 prodotti
Prodotti specifici
10,2,1*** Agabiti Rosei (UniBs). Danno cardiovascolare nel diabete mellito.
10,2,2*** Agabiti Rosei (UniBs). Valutazione delle alterazioni morfologiche e funzionali dell’apparato cardiovascolare in presenza
di fattori di rischio cardiovascolare e nell’ipertensione arteriosa: influenza sullo sviluppo di scompenso cardiaco e
cardiopatia ischemica.
10,2,3*** Agabiti Rosei (UniBs). Ipertensione arteriosa secondaria.
10,2,4*** Rizzoni (UniBs). Alterazioni strutturali del microcircolo nelle malattie cardiovascolari.
10,2,5*
Mancia (UniMib). Ricerca sui meccanismi patogenetici del danno d’organo nell’ipertensione arteriosa.
10,2,6*** Mancia (UniMib). Valutazione del controllo pressorio e dei suoi determinanti nella popolazione dello studio Pressioni
Arteriose Monitorate e Loro Associazioni (PAMELA).
10,2,7*
Mancia (UniMib). Studio della distensibilità arteriosa nell’ipertensione complicata o non complicata da patologie
dismetaboliche.
10,2,8*** Venco (UniVa). Prevenzione del rischio vascolare.
10,2,9*
Magrini (UniMi). Ipertensione arteriosa e prevenzione del danno cardiaco: fibrosi miocardica e menopausa.
10,2,10*** Morganti (UniMi). Regolazione umorale del circolo con particolare riferimento al sistema renina-angiotensinaaldosterone (SRAA); Terapia dell’ipertensione arteriosa.
10,2,11*** Recordati (UniMi). Valutazione del controllo autonomico centrale e riflesso tramite monitoraggio ambulatoriale della PA
nelle 24 ore nei soggetti sani ed in pazienti disautonomici ed ipertesi.
10,2,12*** Cavalca (UniMi). Marcatori biochimici periferici di stress ossidativo e di vasodilatazione NO dipendente.
Aspetti applicativi-traslazionali
1. Prodotti inerenti l’Ipertensione Arteriosa e la sua patogenesi sia quando isolata che nell’ambito di una più estesa Sindrome
Metabolica con definizione molto accurata di nuovi test diagnostici e/o terapeutici.
2. Prodotti riguardanti l’individuazione e la precisazioni delle migliori strategie per combattere il Danno d’Organo legato
all’Ipertensione Arteriosa e le conseguenti ripercussioni sul piano diagnostico e/o terapeutico.
Potenziali utenti
•
Aziende Biotec
•
Industria diagnostici
•
Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
•
Regione Lombardia
•
Industria del farmaco
•
Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
1,2 – 1,5 – 1,8 – 1,9 – 8,8 – 10,1 – 10,2 – 10,3 – 10,4.
Area 10,3: Diagnostica cardiovascolare
Tematiche specifiche
Sono stati censiti 12 progetti inerenti questo rilevante tema delle Malattie Cardiocerebrovascolari. L’aspetto diagnostico, che in
passato era quasi esclusivamente basato sull’accurato esame semeiologico fisico, è divenuto attualmente sempre più strumentale.
Infatti, la tecnologia ha conquistato un ruolo sempre più determinante in tutta la Medicina raggiungendo nell’ambito
cardiocerebrovascolare la sua massima espressione.
Prodotti specifici
10,3,1** Assanelli (UniBs). Studio SMILE.
10,3,2*** Rizzoni (UniBs). Monitoraggio pressorio ambulatoriale della pressione arteriosa e terapia antiipertensiva.
80
10,3,3**
10,3,4*
10,3,5***
10,3,6*
10,3,7***
10,3,8**
10,3,9***
10,3,10***
10,3,11**
10,3,12**
Biasi (UniMib). Studio della morfologia della placca carotidea in pazienti asintomatici con stenosi carotidea candidati a
terapia medica, chirurgica e endovascolare. Studio TACIT.
Biasi (UniMib). Valutazione delle statine nei pazienti con aterosclerosi carotidea.
Cianflone (UniHsr). Sviluppo ed attivazione di sistemi e servizi innovativi di telemedicina per i malati cronici
(Scompenso cardiaco, diabete, BPCO) per il mantenimento della salute.
Castelli (UniVa). Monitoraggio biologico dopo EVAR: D-dimero e MMP9 e PCR.
Bigi (UniMi). Impiego di un’analisi avanzata del segmento ST per il miglioramento dell’accuratezza e della costoefficacia dell’ECG da sforzo.
Parolari (UniMi). Studio dei fattori di rischio per eventi avversi e per riocclusione dei bypass al follow-up in pazienti
sottoposti a bypass aortocoronarico.
Guazzi (UniMi) Valutazione capacità ergospirometrica e impatto clinico-prognostico nell’insufficienza cardiaca.
Panteghini, Cortellaro (UniMi). Prevenzione della malattia cardiocerebrovascolare aterotrombotica. Biomarcatori
solubili: standardizzazione centralizzata e loro correlazione con biomarker strumentali di lesioni d’organo.
Spirito (UniMi). Relazioni tra profilo lipoproteico, livelli di titoli plasmatici e markers infiammatori nell'aterosclerosi
carotidea. Identificazione di biomarker plasmatici delle patologie cardiovascolari.
Spirito (UniMi). Identificazione di biomarkers delle patologie cardiovascolari. Placca aterosclerotica carotidea:
caratterizazione con tecniche di imaging, biochimiche ed istopatologiche.
Aspetti applicativi-traslazionali
1. Protocolli di studio riguardanti l’accurata diagnosi mediante fluttuazioni della Pressione Arteriosa valutata mediante
Monitoraggio e Diagnostica tramite l’utilizzazione di sofisticati biomarkers di svariate condizioni metaboliche.
2. Prodotti che mirano alla definizione dell’accuratezza diagnostica con precisazione del rapporto costo-beneficio nell’ambito
di diversi marcatori accurati di ischemia miocardica.
3. Protocolli per la migliore definizione del ruolo della Tecnologia Biomedica tutta e delle Bioimmagini in particolare.
Potenziali utenti
•
Aziende Biotec
•
Industria diagnostici
•
Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
•
Regione Lombardia
•
Industria del farmaco
•
Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
1,5 – 2,1 – 7 - 8,8 – 9,3 – 10,3 – 12,6.
Area 10,4: Aritmie, scompenso e terapie innovative
Descrizione e osservazioni
Sono stati raccolti 18 progetti che la commissione ha ritenuto di considerare in quanto le diverse tematiche che compongono
quest’area hanno molto in comune. Infatti le aritmie (6 progetti) sono spesso causa di scompenso cardiaco (5 progetti) e non sono
pochi i cardiopatici che a causa di uno scompenso cardiaco e la conseguente ipossia vanno incontro ad aritmie. Inoltre gran parte delle
terapie innovative (8 progetti) in Cardiologia riguardano le aritmie e lo scompenso cardiaco.
Prodotti specifici
10,4,1 *** Curnis (UniBs). The Brescia Early Defibrillation Study (studio BEDS).
10,4,2 *** Dei Cas (UniBs). Stratificazione prognostica e trattamento dello scompenso cardiaco.
10,4,3*** Alfieri (UniHsr). Innovazione in cardiochirurgia: trattamento delle valvulopatie per via transcatetere.
10,4,4** Alfieri (UniHsr). Studio comparato tra l'isolamento bilaterale delle vene polmonari per via toracoscopica, localizzazione
ed ablazione dei plessi gangliari, esclusione dell'auricola sinistra verso l'isolamento polmonare bilaterale percutaneo con
lesioni di connessione per il trattamento della fibrillazione atriale.
10,4,5*** Viganò (UniPv). Personalizzazione della terapia immunosoppressiva dopo trapianto di organi toracici: effetti sullo
sviluppo del rigetto cronico, dell’insufficienza renale e delle neoplasie.
10,4,6 *** Viganò (UniPv). Chirurgia cardiaca mini-invasiva.
10,4,7 *** Viganò (UniPv). Endoarterectomia polmonare in pazienti affetti da ipertensione polmonare cronica tromboembolica.
10,4,8 *** Viganò (UniPv). Trattamento dell’insufficienza cardiaca acuta e cronica mediante sistemi meccanici di supporto del
circolo.
10,4,9 *** Salerno-Uriarte (UniVa). Terapia farmacologica e non-farmacologica delle malattie dell'Apparato Cardiovascolare, in
particolare di quella antiaritmica sia secondaria che primaria.
10,4,10* Sala (UniVa). Monitoraggio con microdialisi delle concentrazioni farmacologiche miocardiche.
10,4,11* Sala (UniVa). Fibrillazione atriale dopo chirurgia cardiaca.
10,4,12*** Agostoni (UniMi). Test da sforzo cardio-polmonare (CPET).
10,4,13*** Guazzi (UniMi). Studio della funzione endoteliale nel paziente con fibrillazione atriale.
10,4,14*** De Ambroggi (UniMi). Studio dei meccanismi fisiopatologici determinanti l’insorgenza e la perpetuazione della
fibrillazione atriale e delle strategie terapeutiche ablative ottimali.
81
10,4,15*** Lombardi (UniMi). Influenze autonomiche sulla fibrillazione atriale nelle sue differenti manifestazioni cliniche.
10,4,16*** Marenzi (UniMi). Utilizzo delle terapie sostitutive renali in ambito cardiologico.
10,4,17*** Antona (UniMi). Approccio integrato alla rivascolarizzazione miocardica totalmente endoscopica: dai modelli
computazionali all’applicazione clinica.
Aspetti applicativi-traslazionali
1. Numerosi progetti riguardano la Prevenzione della Morte Improvvisa Extraospedaliera mediante defibrillazione elettrica
precoce e l’uso della Telemetria per l’approccio sia diagnostico che terapeutico della Sindrome Coronarica Acuta.
2. Protocolli diagnostici e terapeutici che mirano, da una parte, alla Stratificazione Prognostica dello Scompenso Cardiaco e
dall’altra, al suo miglior trattamento sia farmacologico che non farmacologico (in particolare elettrico).
3. Prodotti per la didattica avanzata mediante simulatori nell’ambito Cardiocerebrovascolare in particolare per gli approcci
Interventistici.
4. Protocolli per lo studio della fisiopatologia e del miglior trattamento della fibrillazione atriale.
5. Prodotti inerenti il trattamento per via percutanea sia delle Aritmie Cardiache mediante Ablazione Transcatetere che delle
Valvulopatie mediante Tecniche di Valvuloplastica.
6. Progetti per il Trattamento Cardiochirurgico con Tecniche di Mini Chirurgia e con Tecniche Toracoscopiche.
7. Progetti di terapia chirurgica relativamente conservativa (non trapiantologica) per il trattamento dell’Ipertensione Polmonare
Potenziali utenti
•
Aziende Biotec
•
Industria diagnostici
•
Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
•
Regione Lombardia
•
Trattamenti farmacologici e non-farmacologici e relative aziende produttrici
•
Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
5,3 – 8,8 – 9,2 – 9,3 – 9,7 – 10,1- 10,3 – 11 – 12,1 – 12,4 – 12,6 – 12,7 – 13.
Area 10,5: Patologia vascolare cerebrale e periferica
Tematiche specifiche
Sono stati censiti nell’area 20 progetti di cui riguardano la Patologia Vascolare Cerebrale e la Patologia Vascolare Periferica. I
prodotti individuati riguardano altrettante tematiche originanti progetti di eccellenza in grado di essere “esportati” ad altre realtà sia in
Italia che all’estero.
Prodotti specifici
10,5,1*** Bonardelli (UniBs). Patologia aneurismatica ed obliterante, dal punto di vista diagnostico, clinico e terapeutico in
trattamento open, endovascolare e videoassistito, in elezione, urgenza ed emergenza.
10,5,2*** Scolari (UniBs). Embolizzazione renale (e sistemica) da cristalli di colesterolo.
10,5,3*
Biasi (UniMib). Registro RISC 2.
10,5,4** Biasi (UniMib). Linee Guide Europee per il trattamento del paziente con stenosi carotidea.
10,5,5*** Chiesa (UniHsr). Diagnosi e trattamento delle patologie dilatative e ostruttive dell’aorta toracica e addominale, dei
tronchi sopra-aortici, delle arterie viscerali e degli arti inferiori.
10,5,6*
Castelli (UniVa). Monitoraggio con microdialisi delle rivascolarizzazioni arteriose periferiche.
10,5,7*
Castelli (UniVa). S.T.A.C.I. 2 (Surgical Treatment of Acute Cerebral Ischemia).
10,5,8** Cortellaro (UniMi). Ruolo del sistema emostatico nella fisiopatologia della Malattia Ischemica Aterosclerotica
Coronarica e Cerebrovascolare ed altro.
10,5,9*
Bet (UniMi). Esiste una correlazione tra la presenza del segno di Frank e la patologia cerebrovascolare acuta?
10,5,10* Tesio (UniMi). Fisiopatologia, tecniche di riabilitazione e misura di efficacia terapeutica nelle disabilità neuromotorie.
10,5,11*** Argenteri (UniPv). Valutazione e riconoscimento della placca carotidea instabile finalizzati alla scelta della PTA stenting
carotidea. Confronto tra il dato ecoDoppler, dato GSM, analisi anatomopatologica, RMN placca e cerebrale.
10,5,12* Odero (UniPv). S.T.A.C.I. (Surgical Treatment of Acute Cerebral Ischemia) 2.
10,5,13* Catalano (UniMi). Ricerca nell’ambito della patologia vascolare (Angiologia/Medicina Vascolare).
10,5,14* Spirito (UniMi). Valutazione delle caratteristiche meccaniche a compressione del trombo endoluminale allo scopo di
migliorare i modelli meccanici per la predizione del rischio di rottura di aneurisma aortico.
10,5,15* Biglioli (UniMi). Identificazione di pazienti ad alto rischio cardiocerebrovascolare mediante l’algoritmo sviluppato
dall’Istituto Superiore Di Sanità: vantaggi derivanti dalla misura dello spessore medio-intimale (IMT) delle carotidi
extracraniche, endpoint surrogato di eventi.
10,5,16* Domanin (UniMi). Modellistica matematica e correzione endovascolare degli aneurismi aortici.
10,5,17*** Odero (UniPv). Utilizzo di endoprotesi aortica toracica in caso di dissecazione di tipo b secondo daily-stanford.
10,5, 18*** Odero (UniPv). Utilizzo di homograft arterioso in caso di infezione di protesi vascolare.
10,5,19* Domanin (UniMi). Sistemi di Bioingegneria virtuale. Realizzazione di un modello per la identificazione e correzione dei
difetti nel Sistema Venoso.
82
10,5,20*
Odero (UniPv). Studio TRA 2 P – TIMI 50 (Thrombin Receptor Antagonist in Secondary Prevention of Atherotrombotic
Ischemic Events).
Aspetti applicativi-traslazionali
1. Prodotti inerenti l’esatta definizione della morfologia della placca carotidea in pazienti asintomatici con stenosi carotidea
candidati a terapia medica, chirurgica, utilizzo di cellule staminali per il controllo della arteriopatia obliterante agli arti
inferiori, di geni protettivi endogeni nella prevenzione del danno vascolare in normali e ipercolesterolemici. Metabolismo
leucocitario ed endoteliocitario nella lesione aterosclerotica periferica. Influenza della matrice extracellulare e del suo
metabolismo nella patogenesi delle malattie cardiovascolari.
2. Protocolli riguardanti il monitoraggio con microdialisi delle rivascolarizzazioni arteriose periferiche. Neoangiogenesi e
aterosclerosi carotidea: valutazione del rischio emboligeno e dell’instabilita’ di placca. Stabilizzazione della placca
aterosclerotica carotidea indotta da statine.
3. Vengono proposti diversi prodotti con significato applicativo-traslazionale preciso, e tali prodotti spesso presuppongono
l’utilizzo di un’accurata modellistica matematica con conseguente correzione endovascolare degli aneurismi aortici. Si
propone inoltre la valutazione dell’effetto di popolazioni cellulari con potenziale angiogenetico di derivazione midollare con
cellule staminali purificate CD133+ nel salvataggio d’arto in piedi diabetici con ischemia critica cronica non
rivascolarizzabili o con rivascolarizzazione fallita e l’utilizzo di homograft arterioso in caso di infezione di protesi vascolare.
4. Alcuni prodotti propongono l’applicazione di sistemi di bioingegneria virtuale per la realizzazione di un modello atto
all’identificazione e correzione dei difetti nel Sistema Venoso.
Potenziali utenti
•
Aziende Biotec
•
Industria diagnostici
•
Strutture sanitarie ospedaliere ed ambulatoriali
•
Regione Lombardia
•
Trattamenti farmacologici e non-farmacologici e relative aziende produttrici
•
Strutture socio-sanitarie
Link con altre aree
1,9 - 8,3 – 8,8 – 10,4 – 12,6 – 14,4.
83
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 11 – Terapie cellulari
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 31 prodotti, distribuiti in 8 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
11,1
Terapie cellulari in ematologia (14)
11,2
Terapie cellulari in oncologia (5)
11,3
Terapie cellulari in medicina dei trapianti (1)
11,4
Terapie cellulari in genetica (4)
11,5
Terapie cellulari in cardiologia (2)
11,6
Terapie cellulari in neurologia (2)
11,7
Terapie cellulari in odontoiatria/ortopedia (2)
11,8
Terapie cellulari in gastroenterologia (1)
Area 11,1: Terapie cellulari in ematologia
Tematiche specifiche
Trattamenti innovativi della reazione di rigetto del trapianto contro l’ospite (“Graft versus host disease-GVHD”) mediante l’utilizzo di
cellule mesenchimali, l’infusione di linfociti geneticamente modificati per esprimere un gene “suicida” o l’infusione di cellule T rese
tolleranti in vitro. Trattamenti delle infezione opportunistiche (EBV, CMV, Adeno virus etc) in soggetti sottoposti a trapianto di
cellule staminali emopoietiche, mediante l’utilizzo di linfociti T citotossici.
Trattamento della ricaduta di malattia (leucemia o linfomi) dopo trapianto allo genico di cellule staminali emopoietico mediante
l’utilizzo linfociti T citotossici anti-leucemia, o l’infusione di “Cytokine-induced killer” CIK o di cellule del sistema immunitario
geneticamente modificati per esprimere un recettore capace di riconoscere la cellula leucemica.
Prodotti specifici
11,1,1** Locatelli (UniPv). Terapia cellulare con linfociti T citotossici (CTL) anti-leucemia per prevenzione/trattamento della
recidiva leucemica dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche.
11,1,2** Montagna (UniPv). Terapia cellulare con linfociti T citotossici (CTL) autologhi anti-tumore in pazienti affetti da tumore
solidi in stato avanzato di malattia.
11,1,3** Locatelli (UniPv). Studio clinico di fase II-III, multicentrico, randomizzato, per valutare l’efficacia dell’infusione di
cellule staminali mesenchimali (MSC) sui segni e sintomi della malattia del trapianto contro l’ospite (GVHD) acuta,
resistente alla terapia steroidea.
11,1,4** Locatelli (UniPv). Studio di fase I per valutare la sicurezza e l’efficacia del co-trapianto di cellule staminali mesenchimali
(MSC) e cellule staminali emopoietiche (CSE) periferiche T-depletate da donatore familiare HLA-aploidentico in pazienti
pediatrici.
11,1,5*
Locatelli (UniPv). Studio clinico di fase II per la valutazione dell’efficacia della terapia cellulare nella prevenzione e/o
terapia della malattia linfoproliferativa EBV-associata in riceventi un trapianto di cellule staminali emopoietiche (TCSE).
11,1,6** Locatelli (UniPv). Studio di fase I per valutare la sicurezza ed efficacia della terapia cellulare con linfociti T adenovirus
(HAdV)-specifici in pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche (TCSE).
11,1,7** Lambertenghi-Deliliers (UniMi). Studio pilota per il trattamento di Graft versus host disease (GvHD) acuta, refrattaria
mediante l'infusione di cellule mesenchimali allogeniche espanse derivate da tessuto adiposo, in pazienti sottoposti a
trapianto di midollo allogenico di cellule staminali emopoietiche per patologie onco-ematologiche.
11,1,8*** Roncarolo, Ciceri, Bacchetta (UniHsr). ALT-TEN: Terapia adottiva mediante l’utilizzo di linfociti T resi tolleranti in
vitro mediante trattamento con interleuchina-10, in pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche da
donatori HLA non compatibili ( aploidentici) e depletate di T linfociti.
11,1,9*** Ciceri, Bonini (UniHsr). TK008: Studio randomizzato di fase III di trapianto di cellule staminali emopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti manipolati con gene HSV-TK verso trapianto di cellule staminali
emopoietiche da donatore aploidentico seguito da qualsiasi procedura di T deplezione cellulare in pazienti affetti da
leucemia acuta ad alto rischio.
11,1,10** Biondi, Biagi, Introna, Rambaldi (UniMib). Studio di fase I per valutare la sicurezza e l’efficacia di linfociti specifici
nei confronti del Citomegalovirus (CMV) in pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche da donatore
aploidentico.
11,1,11** Rambaldi, Introna, Biondi (UniMib). Studio di fase I/II per valutare l’efficacia della terapia cellulare con “Cytokineinduced killer cells” (CIK) in pazienti con ricaduta della malattia emato-oncologica dopo trapianto di cellule staminali
emopoietiche.
11,1,12** Biagi (UniMib), Locatelli (UniPv). Studio di fase I per valutare la sicurezza ed efficacia della terapia cellulare con
linfociti T adenovirus (HAdV)-specifici in pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche (TCSE).
84
11,1,13*** Biagi (UniMib). Studio di fase I/II per valutare la sicurezza e l’efficacia della terapia cellulare con cellule CIK trasdotte
con il gene codificante un recettore chimerico T anti-CD19, per il trattamento della ricaduta in pazienti pediatrici con
LLA ad alto rischio o dopo ricaduta dopo trapianto di cellule staminali emopoietiche.
11,1,14** Ciceri (UniHsr). TK010: Studio randomizzato di fase I-II di trapianto di cellule staminali ematopoietiche da donatore
aploidentico seguito da infusione di linfociti T del donatore manipolati con gene HSV-TK, a fenotipo “central memory”
in pazienti affetti da leucemia acuta con malattia al trapianto.
Aspetti applicativi-traslazionali
Tutti i prodotti indicati sono riferiti a studi clinici in diverse fasi di sviluppo ( fase I fino a studi randomizzati con finalità registrative)
e pertanto sono da considerarsi ad elevato impatto applicativo-traslazionale.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Unione Europea
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Ematologia ed Oncologia.
Area 11,2: Terapie cellulari in oncologia
Tematiche specifiche
Trattamento di pazienti con tumore in stadio avanzato mediante l’infusione di linfociti T citotossici anti-tumore o cellule dendritiche
autologhe e linfociti “natural killer”NK. Valutazione delle proprietà rigenerative del tessuto epatico mediante infusione di precursori
staminali in pazienti con neoplasie epatiche primitive o secondarie. Valutazione di approcci di immunoterapia con vaccino costituito
da cellule dendritiche autologhe preincubate con peptidi estratti dal tumore (melanoma).
Prodotti specifici
11,2,1*
Locatelli (UniPv). Studio clinico di fase II per la valutazione dell’efficacia della terapia cellulare nel trattamento di
neoplasie de novo EBV-associate (carcinoma nasofaringeo, malattia di Hodgkin).
11,2,2** Dionigi, Maestri (UniPv). Rigenerazione epatica dopo PVE e somministrazione di cellule CD133+ autologhe in pazienti
con neoplasie epatiche primitive e secondarie.
11,2,3*
Manfredi, Ferrari, Bregni, Mangili (UniHsr). Studio pilota di trattamento con cellule dendritiche autologhe e linfociti
NK autologhi reinoculati in vivo per via transperitoneale dopo chemioterapia in pazienti con adenocarcinoma ovarico
avanzato.
11,2,4** Russo, Bregni (UniHsr). PR02B: Studio di fase I/II per la valutazione della efficacia del trattamento con linfociti
trasdotti con i geni HSV-TK e MAGE-A3 in pazienti con melanoma metastatico positivo per l’espressione dell’antigene
MAGE-A3.
11,2,5** Protti, Bregni (UniHsr). kMel24: studio pilota di vaccinazione con cellule dendritiche autologhe preincubate in vitro con
peptidi estratti da melanomi allogenici e reinoculate in vivo in pazienti con melanoma metastatico.
Aspetti applicativi-traslazionali
Tutti i prodotti indicati sono riferiti a studi clinici in diverse fasi di sviluppo ( fase I fino a studi randomizzati con finalità registrative)
e pertanto sono da considerarsi ad elevato impatto applicativo-traslazionale.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Unione Europea
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Oncologia
Area 11,3: Terapie cellulari in medicina dei trapianti
Tematiche specifiche
Il prodotto nell’area indicata prevede l’utilizzo della terapia cellulare nella prevenzione e/o terapia della malattia linfo-proliferativa
associata all’infezione da virus EBV.
Prodotti specifici
11,3,1* Locatelli (UniPv). Terapia cellulare nella prevenzione e/o terapia della malattia linfoproliferativa EBV-associata in riceventi
un trapianto di organo solido (SOT).
Aspetti applicativi-traslazionali
85
L’utilizzo del prodotto indicato è considerato uno degli approcci consolidati nel trattamento della malattia EBV-associata in riceventi
un trapianto di organo solido e pertanto è da considerarsi ad elevato impatto applicativo-traslazionale.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
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Malattie infettive.
Area 11,4: Terapie cellulari in genetica
Tematiche specifiche
I prodotti nell’area indicata prevedono l’utilizzo di terapia cellulari somatiche o geneticamente modificate nei campi della distrofia
muscolare di Duchenne e nel trapianto di cellule staminali da donatore aploidentico in pazienti affetti da thalassemia major e la
infusione di linfociti T dopo trattamento in vitro con IL10. I prodotti nell’area indicata prevedono l’utilizzo di terapia con cellule
staminali autologhe CD34-positive, trasdotte con i cDNA codificanti i geni ADA e WAS per la correzione rispettivamente della
“Severe-combined immunodeficiency disease-SCID” e Sindrome di Wiskott Aldrich.
Prodotti specifici
11,4,1*** Cossu, Clementi E. (UniMi). Terapia cellulare della Malattia di Duchenne mediante infusione di mesangioblasti isolati
da donatori HLA compatibili.
11,4,2** Roncarolo, Ciceri, Bacchetta (UniHsr). Studio di fase I/II per valutare la sicurezza e l’efficacia del trapianto di cellule
staminali emopoietiche da donatori aploidentici e della somministrazione di linfociti T anergizzati mediante trattamento
con interleuchina-10, in pazienti affetti da talassemia.
11.4.3** Roncarolo, Aiuti (UniHsr). Infusione delle CSE (cellule CD34+) ingegnerizzate con un vettore retrovirale codificante
l’ADA, associata a condizionamento nonmieloablativo (busulfano a 4 mg/Kg totale).
11.4.4*** Roncarolo, Aiuti (UniHsr). Infusione di cellule CD34+ autologhe trasdotte con un vettore lentivirale contenente il cDNA
codificante per la proteina WAS e reinfuse dopo condizionamento nonmieloablativo.
Aspetti applicativi-traslazionali
I prodotti selezionati costituiscono in termini di innovazione gli approcci più avanzati per il trattamento di alcune malattie genetiche
ad elevato impatto da un punto di vista medico e sociale e per le quali non sono ancora disponibili trattamenti curativi , come nel caso
della Malattia di Duchenne.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Comunità Europea
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Neurologia, Immunologia e Ematologia.
Area 11,5: Terapie cellulari in cardiologia
Tematiche specifiche
I due prodotti nell’area indicata prevedono l’utilizzo di terapia cellulari somatiche o geneticamente modificate nell’utilizzo di cellule
staminali midollari o di precursori angiogenetici di origine midollare nella rigenerazione miocardia nell’ambito di intervento di bypass coronario.
Prodotti specifici
11,5,1** Colombo A., Bregni (UniHsr). TVICPR003: Intramyocardial delivery of autologous bone marrow via Transaccess
delivery system.
11,5,2** Gaipa, Biondi (UniMib). Trapianto autologo di cellule staminali del midollo osseo per la rigenerazione miocardica
nell'ambito di un intervento di bypass coronarico: studio clinico controllato randomizzato.
Aspetti applicativi-traslazionali
L’impatto delle terapia cellulari nel trattamento della malattia coronarica, costituisce uno degli aspetti di maggiore rilevanza da un
punto di vista applicativo, per l’elevata incidenza delle malattie cardiache nella popolazione e per l’assenza di presidi che possono
favorire la ripresa della funzionalità cardiaca in pazienti affetti da infarto miocardico.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Comunità Europea
86
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Cardiologia.
Area 11,6: Terapie cellulari in neurologia
Tematiche specifiche
I prodotti nell’area indicata prevedono l’utilizzo di terapia cellulari somatiche o geneticamente modificate nello studio della
tollerabilità di ripetute procedure di cellule di derivazione oste-midollare in pazienti affetti da Sclero-laterale amiotrofica e nella
terapia genica della Leucodistrofia metacromatica.
Prodotti specifici
11,6,1*
Silani (UniMi). Studio pilota su sicurezza e tollerabilità di ripetute procedure di mobilizzazione di cellule di derivazione
osteo-midollare in pazienti con sclerosi laterale amiotrofica.
11,6,2*** Roncarolo, Naldini, Sessa, Rovelli (UniHsr). Terapia genica della Leucodistrofia Metacromatica.
Aspetti applicativi-traslazionali
I prodotti esplorano prospettive di trattamento affetti da malattie neuro-degenerative gravate da mortalità
elevata e per le quali non sono disponibili efficaci trattamenti.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Comunità Europea
Link con altre aree
Neurologia
Area 11,7: Terapie cellulari in odontoiatria/ortopedia
Tematiche specifiche
I prodotti nell’area indicata prevedono l’utilizzo di terapia cellulari somatiche nelle rigenerazione del tessuto osseo o cartilagineo. In
particolare i prodotti sviluppati prevedono la produzione di tessuto osseo a partire da cellule staminali di derivazione midollare. Al
fine di ottimizzare il successo dell’impianto di tali cellule nella rigenerazione in vivo, sono state sviluppate metodiche per ottenere la
crescita su biomateriali di collageno o di idrossiapatite per applicazioni in campo odontoiatrico (rigenerazione del tessuto osseo
alveolare in pazienti affetti da grave malattia paradontale) ed ortopedico (Rigenerazione del tessuto osseo nella pseudo-artrosi
atrofica).
Prodotti specifici
11,7,1** Baldoni, Salvadè, Biagi & Biondi (UniMib). Studio di valutazione della sicurezza ed efficacia di presidi ottenuti in vitro
mediante cellule mesenchimali autologhe differenziate in osteoblasti su scaffold biocompatibili, per il trattamento della
malattia paradentale grave.
11,7,2** Salvadè, Biagi, Biondi, Bigoni (UniMib). Studio di fase 1 per la rigenerazione della pseudoartrosi atrofica mediante l'uso
combinato di cellule mesenchimali ,"Platelet-rich plasma"(PRP) e HA-scaffold.
Aspetti applicativi-traslazionali
La possibilità di rigenerare tessuti in vitro per la correzione di malattie odontoiatriche e ortopediche caratterizzate dalla impossibilità
di rigenerare tessuto osseo, costituisce una delle aree caratterizzate da maggiore innovatività e traslazionabilità.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Comunità Europea
Link con altre aree
Ortopedia.
Area 11,8: Terapie cellulari in gastroenterologia
Tematiche specifiche
Il prodotto nell’area indicata prevede l’utilizzo in uno studio di fase I di cellule staminali mesenchimali (MSC) midollari autologhe
nella terapia cellulare della malattia di Crohn fistolizzante. Si valuteranno sicurezza e tollerabilità dell’infusione intra-fistolosa di una
sospensione di cellule mesenchimali autologhe espanse in vitro.
Prodotti specifici
87
11,8,1*
Locatelli, Corazza (UniPv). Utilizzo delle cellule staminali mesenchimali (MSC) midollari autologhe nella terapia della
malattia di Crohn fistolizzante. Studio Pilota di Fase I.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero Salute
• Comunità Europea
Aspetti applicativi-traslazionali
Le cellule staminali mesenchimali (MSC) midollari autologhe sono caratterizzate da elevata proprietà di immunosoppressione e
pertanto l’applicazione per il controllo di malattie autoimmuni, costituisce un’area di rilevante innovazione e traslazionabilità.
Link con altre aree
Gastroenterologia
88
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 12 – Tecnologie biomediche
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 49 prodotti, distribuiti in 7 aree.
Elenco della aree individuate (numero di prodotti/area)
12,1 Ingegneria tissutale e biomateriali, incluse protesi e valvole (11)
12,2 Nanomedicina e drug delivery, inclusa la biofarmacologia (5)
12,3 Biomeccanica, inclusi studi del movimento respiratorio e motorio (4)
12,4 Biotecnologie diagnostiche avanzate, inclusi sviluppo di standard di laboratorio e analisi ad alta efficienza (6)
12,5 Tecnologie radioterapiche ad alta conformazione (3)
12,6 Tecnologie diagnostiche di immagine, inclusi tecnologie di imaging preclinico di interesse medico e health technology
assessment (11)
12,7 Rivelazione biomarcatori ex vivo e in vivo per la valutazione farmacologica e diagnostica, inclusi target farmacologici e
traccianti (9)
Area 12,1: Ingegneria tissutale e biomateriali, incluse protesi e valvole
Tematiche specifiche
Sono comprese ricerche di base e cliniche che riguardano lo sviluppo di tessuti biologici con particolare riferimento ai tessuti osseo,
dentari e muscolare e alle valvole cardiache. Vengono qui inclusi sia di sviluppo di metodi non ancora applicati all’uomo che progetti
di applicazione clinica in specifiche patologie. Tutta l’area ha un forte legame con l’Ingegneria, mediante interazioni intra-ateneo (es.
Pavia) o inter-ateneo (es. Milano con il Politecnico).
Prodotti specifici
12,1,1** Benazzo (UniPv). Produzione di tessuti artificiali umani trapiantabili.
12,1,2** Bigoni (UniMib). Formazione di osso in odontoiatria, nella pseudoartrosi, e di tessuto connettivo in ginecologia.
12,1,3** Sapelli (UniBs). Biocompatibilità dei materiali dentali.
12,1,4** Casasco (UniPv). Modelli di istogenesi ingegnerizzata su scaffold 3D.
12,1,5** Casasco (UniPv). Studio in vitro della matrice prodotta da cellule staminali su scaffold 3D per lo sviluppo e produzione di
tessuti ingegnerizzati.
12,1,6*** Cherubino (UniVa). Tecniche di ingegneria tissutale per il trattamento delle lesioni articolari, inclusi metodi di
valutazione e validazione.
12,1,7* Valdatta (UniVa). Valutazione comparativa mediante analisi immunoistochimica della linfoangiogenesi su derma
artificiale e tessuto di granulazione.
12,1,8** Biglioli (UniMi). Sperimentazione sull’animale e sull’uomo di modelli di valvole percutanee autoespansibili ed espansibili
con pallone.
12,1,9*** Matteoli (UniMi). Colture primarie dal sistema nervoso per applicazioni neurotecnologiche.
12,1,10** Borroni (UniPv). Studio sulle proprietà idratanti e/o fotoprotettive di materiali tessili, con analisi delle potenziali aree di
applicazione in ambito dermatologico.
12,1,11** Novario (UniVa). Sonoforesi.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Trapianto di tessuti
• Medicina rigenerativa
• Trattamento della malattia parodontale
• Trattamento delle incontinenze del pavimento pelvico
• Generazione di soluzioni tecnologicamente avanzate per i processi di “brain repair”
• Produzione di interesse per industria di indumenti dotati di attività mirate e specifiche, es cosmetiche, protettive, idratazione,
aumento efficacia terapie
Potenziali utenti
• Ospedali
• Industria biomateriali
• Centri grandi ustionati
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco
Link con altre aree
89
8,3 −10,4 − 11, 2 − 11,3 − 11,5 − 11,6 − 11,7.
Area12,2: Nanomedicina e drug delivery, inclusa la biofarmacologia
Tematiche specifiche
Si tratta di tutte quelle ricerche indirizzate alla messa a punto ed applicazione di nuove tecnologie che utilizzano le nanomolecole per
il trattamento/diagnosi di patologie. Il tipo di sviluppo riguarda sia la formulazione dei vettori (es. per drug delivery) che del principio
attivo (es. minianticorpo) adatto ad essere inglobato in nanoparticelle.
Prodotti specifici
12,2,1*** Clementi F. (UniMi). Metodologie per la formulazione di molecole per ‘drug delivery’.
12,2,2*** Masserini (UniMib). Nanoparticelle solide lipidiche e applicazioni nella malattia di Alzheimer e in oncologia.
12,2,3*** Presta (UniBs). Sviluppo di minianticorpi inglobabili.
12,2,4** Corti (UniMi). Studio della struttura di nanovettori e biomatrici.
12,2,5* Abbate (UniBs). Spettroscopia di dicroismo circolare vibrazionale ed elettronico.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Metodi per drug delivery
• Studi fase 1 e 2 nella malattia di Alzheimer e in oncologia
Potenziali utenti
• Regione Lombardia,
• Direzione Generale Sanità (Ospedali)
• Industria del farmaco
Link con altre aree
7,5 − 8,4.
Area 12,3: Biomeccanica, inclusi studi del movimento respiratorio e motorio
Tematiche specifiche
Sono qui riportate ricerche di interesse per la fisiologia e la medicina riabilitativa dove vengono valutati ed utilizzati strumenti per lo
studio della funzione del corpo umano in condizioni normali e in patologia. In particolare vengono utilizzati sistemi optoelettronici
per l’analisi non invasiva del movimento dei muscoli. Anche quest’area ha un forte legame con Ingegneria.
Prodotti specifici
12,3,1*** Sforza (UniMi). Analisi tridimensionale dei movimenti del distretto cranio-cervico-facciale.
12,3,2*** Minetti (UniMi). Biomeccanica, costo metabolico ed efficienza della locomozione in soggetti normali, patologici e
sportivi.
12,3,3*** Miserocchi (UniMib). Studio dei movimenti respiratori in condizioni fisiologiche e fisiopatologiche e di microgravità.
12,3,4* Dominioni (UniVa). Utilizzo ventilazione pressione positiva in chirurgia toracica per riabilitazione post-toracotomia.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Protocolli di misura utilizzabili in ambito clinico medico ed odontoiatrico
• Misurazione di deficit funzionali misti cranio-cervico-mandibolari dopo traumi (colpo di frusta)
• Determinanti delle prestazioni locomotorie tipiche degli sport ‘deambulatori’, quali trekking, corsa, sci da fondo, pattinaggio
• Caratterizzazione delle patologie respiratorie ed una valutazione del decorso clinico
• Influenza della esposizione cronica alla microgravità (missioni spaziali) sulla funzione respiratoria
Potenziali utenti
• Regione Lombardia, Direzione Generale Sanità (Ospedali)
• Industria del farmaco
• Agenzia Spaziale Italiana
• European Space Agency
Link con altre aree
8,3 − 13,1 − 13,7.
90
Area 12,4: Biotecnologie diagnostiche avanzate, inclusi sviluppo di standard di laboratorio e analisi ad alta
efficienza
Tematiche specifiche
Vengono qui raggruppate ricerche basate sull’applicazione/sviluppo di metodi d’analisi ex vivo che hanno quale caratteristiche di
attrattività: 1) quella di poter essere utilizzati su campioni molto numerosi in simultanea (metodiche high throughput) 2) quella di
poter fornire elementi che caratterizzano la malattia in maniera innovativa (es. proteomica), a ponte con sottoarea H, 3) quello di
fornire metodi di controllo del metodo (es. calibrazione).
Prodotti specifici
12,4,1*** Cattoretti (UniMib). Identificazione tissutale di copie di geni, trascritti, prodotti proteici e loro modificazioni con tecniche
high troughput.
12,4,2*** Panteghini (UniMi). Sviluppo di materiali di calibrazione e di metodi di riferimento di elevato ordine metrologico,
riguardanti il settore della diagnostica del laboratorio biomedico.
12,4,3*** Galli Kienle (UniMib). Studio del proteoma, lipidomica e spettrometria di massa per la caratterizzazione molecolare delle
patologie e la ricerca di biomarcatori.
12,4,4** Passi (UniVa). Controllo dell’espressione genica di cellule in coltura per modificarne il comportamento.
12,4,5** Cesana (UniBs).-Metodi di analisi statistica multifattoriale su test di laboratorio
12,4,6*** Sonnino (UniMi). Signaling cellulare.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Analisi con metodiche high throughput (fino a 600 campioni simultanei per singolo saggio)
• Piattaforme per confrontabilità dei risultati della misura biochimica indipendentemente dal metodo usato e/o dal
laboratorio che esegue l’analisi
• Kits diagnostici basati su “clusters di peptidi/proteine” differentemente espresse in situazioni patologiche
• Studi dell’endotelio (adesione cellule immunitarie e angiogenesi)
Potenziali utenti
• Gruppi di ricerca scientifica utilizzanti banche di tessuti
• Regione Lombardia (ospedali)
• Industria farmaceutica
• Industria operante nel settore della diagnostica e laboratori diagnostici
• Enti di ricerca veterinaria
• Centri di studio rivolti a indagini epidemiologiche
Link con altre aree
2,1 − 3,9 − 7,2 − 7,3 − 8,4 − 8,5 − 9,7.
Area 12,5: Tecnologie radioterapiche ad alta conformazione
Tematiche specifiche
Si tratta di ricerche di interesse in particolare per il SSN nell’ottica di una ottimizzazione dei percorsi terapeutici che prevedono la
radioterapia, della riduzione delle liste di attesa e dell’attuale di un maggior numero di trattamenti curativi dei tumori. La ricerca
interessa inoltre l’industria elettromedicale per l’implementazione di nuovi protocolli/metodi terapeutici che per la messa a punto di
nuovi software d’analisi.
Prodotti specifici
12,5,1*** Fazio (UniMib). Metodi di radioterapia guidata da immagini strutturali e funzionali e sviluppo di protocolli di
ipofrazionamento.
12,5,2*** Gilardi (UniMib). Tecniche di gating respiratorio per una migliore definizione del volume bersaglio in radioterapia.
12,5,3*** Novario (UniVa). Valutazione della radioattività incorporata mediante whole body counter.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione e ottimizzazione di percorsi terapeutici
• Trasferimento di prodotti e servizi
• Nuovo metodo di calcolo per radioattività incorporata accidentalmente
Potenziali utenti
• Ministero della salute
• Regione
• Industria elettromedicale
• Aziende che espongono lavoratori a rischio di contaminazione radioattiva, esercito (terrorismo nucleare)
Link con altre aree
13,5
91
Area 12,6: Tecnologie diagnostiche di immagine, inclusi tecnologie di imaging preclinico di interesse medico e
health technology assessment
Tematiche specifiche
Queste ricerche riguardano sia aspetti applicativi delle tecniche di imaging (es. ottimizzazione dei percorsi diagnostici) di interesse per
il SSN sia aspetti più prettamente di sviluppo per la caratterizzazione di substrati patologici, terapie, meccanismi d’azione di
biomolecole, di interesse per industrie, ricerche di base, biotecnologie etc .
Prodotti specifici
Diagnostica per immagini: sviluppi e applicazioni cliniche
12,6,1*** Messa (UniMib). Diagnosi integrata PET/TC per stadiazione e follow-up dei tumori.
12,6,2*** Perani, Fazio (UniHsr e UniMib). Network italiano per la diagnosi forme degenerative associate a demenza.
12,6,3** Fugazzola (UniVa). Sorveglianza protesi aortiche con ecografia e mdc.
12,6,4** Novario (UniVa). Studi della placca aterosclerotica con ecografia intravascolare e tomografia ottica computerizzata.
12,6,5*** Del Maschio (UniHsr). Tecniche di imaging per la quantificazione della massa beta cellulare dopo trapianto intraepatico in
soggetti diabetici e per l’identificazione di processi patologici e fisiopatologici che si verificano nel fegato dopo trapianto.
12,6,6** Azzolini (UniVa). Diagnosi e terapie innovative in oculistica: ecocolordoppler oculare, trapianto di cornea con colle
biologiche e nuovi devices, ottimizzazione imaging retinico.
Diagnostica per immagini: sviluppi e applicazioni precliniche
12,6,7*** Bellini (UniMi). Sviluppo di nuove tecnologie ottiche per lo studio di strutture e interazioni di biomolecole.
12,6,8*** Lucignani (UniMi). Tecniche di imaging molecolare (RM,Bioluminescenza, PET) finalizzato allo studio di terapie
cellulo-mediate.
12,6,9*** Moresco (UniMib). Tecniche di Imaging pre-clinico (PET, SPECT, autoradiografia) per la caratterizzazione di modelli
animali e la validazione di nuovi radiofarmaci.
12,6,10***Scotti (UniHsr). Tecniche di RM 3Tesla per studi in neuropsichiatria (es. monitoraggio terapie).
12,6,11***Scotti (UniHsr). Tecniche di marcatura e imaging RM di cellule staminali in neuropsichiatria.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Identificazione e ottimizzazione di percorsi diagnostici
• Metodi di validazione e controllo di modalità diagnostiche, mediante integrazione di dati clinici e pre-clinici
• Trasferimento di prodotti e servizi
• Validazione terapie
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Regione
• Industria farmaceutica
• Industria elettromedicale
Link con altre macroaree
MA 2, 3, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 14
1,2 − 1,9 − 2,5; − 2,6 − 3, 1 − 4,3 − 5,5 − 7,2 − 7,6 − 7,7 − 8,4 − 8,5 − 8,8 − 9,7 − 10,3 − 11,1 − 11,5 − 11,6 − 11,7 − 13,5.
Area 12,7: Rivelazione biomarcatori ex vivo e in vivo per la valutazione farmacologica e diagnostica, inclusi target
farmacologici e traccianti
Tematiche specifiche
Vengono qui riportate ricerche che utilizzano tecnologie biomediche per l’identificazione/caratterizzazione/marcatura/validazione di
biomarcatori di interesse per la diagnosi, la valutazione di farmaci (noti e nuovi), la prognosi, il monitoraggio. L’interesse si rivolge in
modo particolare ai laboratori di ricerca di base ed all’industria dei farmaci (inclusi radiofarmaci) e l’applicabilità in clinica è per lo
più in fase di sviluppo.
Prodotti specifici
12,7,1*** Perani, Fazio (UniHsr e UniMib). Valutazione con imaging in vivo nell’uomo di specifici marcatori (amiloide,
neurotrasmettitori) nelle malattie neurodegenerative.
12,7,2*** Ferrante (UniMi). Profili proteici per prognosi e diagnosi delle malattie demielinizzanti.
92
12,7,3* Dominioni (UniVa). Proteine per diagnosi precoce mesotelioma pleurico maligno.
12,7,4*** Dionigi (UniVa). DNA circolante per valutazione trauma chirurgico in chirurgia miniinvasiva.
12,7,5*** Fazio (UniMib). Sviluppo e caratterizzazione di radiofarmaci ad uso diagnostico.
12,7,6*** Rusnati (UniBs). Studio delle interazioni biomolecolari mediante risonanza magnetica plasmonica di superficie.
12,7,7*** Cosentino (UniVa). Biomarcatori per valutazione effetto dei farmaci su risposta immunitaria.
12,7,8** Giubbini (UniBs). Implementazione di un programma regionale di distribuzione di radiofarmaci.
12,7,9*** Monti (UniBs). Studio e validazione di farmaci anti-influenzali basati sull’inibizione della neuraminidasi.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Trasferimento di prodotti alla clinica (traccianti, chips di marcatori)
• Utilizzo nuovi biomarcatori in larghe popolazioni (es. mesotelioma)
• Distribuzione su territorio di metodologie / prodotti (radiofarmaci)
• Ottimizzazione terapie farmacologiche
• Metodologie per valutazione di profili farmaco-tossicologici
Potenziali utenti
• Industria farmaceutica e biotecnologie (bersagli terapeutici di farmaci)
• SSN, AO, IRCCS
• Laboratori di ricerca
Link con altre aree
2,5 − 3,9 − 5,4 − 7,3 − 8,4 − 8,5 − 8,8 − 9,7 − 13,5.
93
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 13 – Respiratorio
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 117 prodotti, distribuiti in 7 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
13,1 Broncopneumopatia cronica ostruttiva e insufficienza respiratoria (52)
13,2 Polmonite e Infezioni respiratorie (13)
13,3 Asma bronchiale (9)
13,4 Pneumopatie infiltrative diffuse (7)
13,5 Cancro del polmone (18)
13,6 Fibrosi cistica (6)
13,7 Chirurgia toracica e trapianto del polmone (12)
Area 13,1: Broncopneumopatia cronica ostruttiva e insufficienza respiratoria
Tematiche specifiche
L’incidenza e la prevalenza di BPCO, infatti, risultano in costante e continuo incremento in tutto il mondo ed in particolar modo nei
paesi industrializzati dove i tassi di prevalenza globale si assestano su valori del 4-6% in tutta Europa. Se consideriamo i dati
esclusivamente funzionali, invece, la prevalenza sale a valori del 9%. La realtà italiana non si discosta dalla media europea e si è
potuto osservare un costante e significativo incremento dei tassi di prevalenza. Se vengono analizzate le fasce di età più colpite e cioè
quelle che vanno dai 45 anni in su e vengono selezionate le categorie più a rischio cioè quelle dei fumatori o quelle dei lavoratori
esposti costantemente ad aeroinquinanti l’impatto epidemiologico reale della BPCO è sicuramente ancora più rilevante evidenziando
come l’interessamento sia superiore al 50 % nei pazienti maschi forti fumatori di età superiore a 60 anni. Se si osservano i trend
temporali appare chiaro come si stia osservando in tutto il mondo e specialmente nei paesi industrializzati un incremento notevole
della malattia con aumento dei ricoveri ospedalieri per riacutizzazione, visite specialistiche ambulatoriali e si prevede uno
spostamento dal 12° al 6° posto della morbilità per BPCO nel mondo. La realtà italiana non si discosta molto dagli scenari europei e
nordamericani. I dati di morbilità possono essere ricavati dai ricoveri ospedalieri che evidenziano come la BPCO rappresenti la 7a
causa di ricovero in Italia nel 2003 (fonte ISTAT) con 94829 ricoveri (1,03 % dei ricoveri totali).
Se prendiamo in considerazione la mortalità, si evidenzia come questa malattia, che nel 1990 rappresentava la 6a causa di morte, nel
2020 avrà un incremento tangibile in termini di mortalità tale da farle raggiungere il 3° posto subito dietro l’ischemia miocardiaca e le
patologie cerebrovascolari.
Inoltre, questi pazienti sono soggetti ad una più elevata frequenza di riacutizzazioni, specie infettive, che spesso rendono necessario il
ricovero in ospedale, e infine necessitano di una maggiore assistenza da parte dei familiari e delle strutture pubbliche deputate a tale
scopo. Quindi la progressione della malattia comporta una inesorabile crescita della spesa sanitaria ponendosi come malattia
tipicamente sociale. Nonostante questa vera e propria "epidemia" di BPCO nei paesi industrializzati, negli ultimi anni si è posta
sempre maggiore attenzione ai costi che tale patologia impone ai sistemi sanitari e alla società in generale. In Italia, facendo
riferimento ai pochi dati esistenti, derivati in gran parte all'indagine multiscopo effettuata qualche anno fa dall'ISTAT, la BPCO e
l'insufficienza respiratoria cronica occupano il quarto posto fra le malattie croniche più frequenti. Questo fa prevedere un impegno
socio-economico molto pesante, anche in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione italiana.
L’insufficienza respiratoria acuta e acuta su cronica è una delle problematiche emergenti nella gestione anche sociale delle malattie
respiratorie. Il numero di pazienti in ossigeno terapia lungotermine e in assistenza ventilatoria domiciliare è in costante aumento così
come lo sono i costi relativi.
I dati più recenti riportati in letteratura mostrano inequivocabilmente che la ventilazione meccanica non invasiva in maschera risulta
efficace nel trattamento dell’insufficienza respiratoria cronica riacutizzata secondaria a BPCO. Alcuni studi recenti suggeriscono che
anche la ventilazione a pressione negativa risulta del pari efficace in questa tipologia di pazienti. I pazienti affetti da insufficienza
respiratoria cronica (IRC) ed in particolare quelli affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), in occasione di
riacutizzazione della loro malattia di base vengono spesso ricoverati in Unità di Terapia Intensiva. L’identificazione dei meccanismi
fisiopatologici e dei percorsi terapeutici più idonei nella gestione domiciliare e ospedaliera diviene pertanto di primaria importanza
Progetti di telemedicina e di gestione in unità di monitoraggio e trattamento ospedaliero quali le UTIR sono oggetto di studi per
l’ottimizzazione del loro impiego. L’UTIR viene definita come un’area specialistica pneumologica di monitoraggio e di trattamento
dei pazienti affetti da Insufficienza respiratoria Acuta (IRA) da causa primitivamente respiratoria e/o da Insufficienza Respiratoria
Cronica (IRC) riacutizzata (Acute on Chronic Respiratory failure), dove vengono comunemente impiegate tecniche di monitoraggio
prevalentemente non invasive e dove viene preferenzialmente, ma non esclusivamente, impiegata ventilazione meccanica non
invasiva. In UTIR troveranno accoglienza anche pazienti in fase di prolungato e/o difficile svezzamento di provenienza da UTI
convenzionale e pazienti già svezzati ma portatori di cannula endotracheale della quale va valutata la possibilità di rimozione e che
necessitano ancora di monitoraggio e/o di interventi intensivi.
Prodotti specifici
94
13,1,1***
13,1,2***
13,1,3***
13,1,4***
13,1,5***
13,1,6***
13,1,7***
13,1,8***
13,1,9***
13,1,10***
13,1,11***
13,1,12**
13,1,13***
13,1,14***
13,1,15**
13,1,16***
13,1,17***
13,1,18***
13,1,19***
13,1,20***
13,1,21***
13,1,22***
13,1,23***
13,1,24***
13,1,25**
13,1,26***
13,1,27***
13,1,28***
13,1,29***
13,1,30***
13,1,31***
13,1,32***
13,1,33***
Centanni (UniMi). Ruolo dei beta-2 stimolanti sul riassorbimento di fluidi a livello della membrana alveolo-capillare in
pazienti affetti da BPCO.
Centanni (UniMi). Ruolo di ansia e depressione sul livello percepito di controllo dell’asma bronchiale.
Blasi (UniMi). Infezione cronica delle vie aeree del paziente affetto da broncopneumopatie cronica ostruttiva e
bronchiectasie.
Blasi (UniMi). Creazione di una rete per il monitoraggio degli accessi in pronto soccorso in alcuni ospedali milanesi per
patologie acute cardio-respiratorie e loro correlazione con le variazioni dell’inquinamento atmosferico.
Blasi (UniMi). Valutazione di metodiche non invasive nella determinazione dei livelli infiammatori delle vie aeree del
paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Blasi (UniMi). Identificazione di condizioni ambientali di inquinamento atmosferico e di particolari condizioni meteoclimatiche, che aumentano il rischio di BPCO e delle sue riacutizzazioni.
Allegra (UniMi). Valutazione del ruolo della matrice nella patologia cronica ostruttiva delle vie aeree.
Di Marco (UniMi). Studio dei meccanismi molecolari implicati nella patogenesi della flogosi bronchiale in corso di
Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) con valutazioni di farmacologia clinica ad essi applicati.
Centanni (UniMi). Efficacia dell’aggiunta di teofillina alla terapia inalatoria piena in pazienti affetti da BPCO.
D’Angelo (UniMi). L’uso della pressione esofagea per l’impostazione della pressione di fine espirazione positiva
(PEEP) ottimale durante la ventilazione meccanica nella acute respiratory distress sindrome (ARDS) e nella acute lung
injury (ALI).
Blasi (UniMi). Studio multicentrico, osservazionale, retrospettivo teso a valutare la gestione di pazienti ospedalizzati
con diagnosi di riacutizzazione di bronchite cronica.
Blasi (UniMi). Edema polmonare acuto cardiogeno e trattamento con CPAP (continuous positive airway pressure):
validazione prospettica multicentrica di un nuovo punteggio di gravita' (BACH score).
Guazzi (UniMi). Respiro oscillatorio durante esercizio nel paziente con insufficienza cardiaca diastolica: prevalenza,
caratterizzazione e impatto prognostico.
Samaja (UniMi). Ipossia cronica e intermittente: meccanismi e ruoli.
Blasi (UniMi). Studio multicentrico, osservazionale, retrospettivo teso a valutare la gestione di pazienti ospedalizzati
con diagnosi di edema polmonare acuto cardiogeno e trattati con ventilazione meccanica non-invasiva CPAP.
Pesenti (UniMib). Fisiopatologia e terapia dell’Acute Lung Injury (ALI)– Acute Respiratory Distress Syndrome
(ARDS).
Corsico (UniPv). Epidemiologia dell’asma bronchiale della rinite e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
nell’ambito dello studio internazionale ECRHS (European Comunity Respiratory Health Survey) e dello studio GEIRD
(Genes Environment Interaction on Respiratory Diseases).
Pozzi (UniPv). Miglioramento della valutazione diagnostica e prognostica della BPCO mediante nuovi indici biologici e
funzionali.
Pozzi (UniPv). Biomarcatori e prodotti di degradazione dell’elastina nei fluidi biologici di soggetti affetti da enfisema
polmonare.
Pozzi (UniPv). Identificazione di aplotipi ricorrenti nella regione genomica 14q32.1 correlati ai livelli plasmatici di
alfa1-antitripsina e a rischio di BPCO.
Pozzi (UniPv). Studi concernenti i meccanismi patogenetici di tipo immunologico di numerose affezioni polmonari e le
possibilità di regolazione farmacologia degli stessi.
Cremona, Zannini (UniHsr). Fisiopatologia degli scambi gassosi e del circolo polmonare.
Tantucci (UniBs). Le malattie infiammatorie croniche delle vie aeree e del parenchima polmonare.
Tantucci (UniBs). Studio delle patologie respiratorie correlate al deficit di alfa1-antitripsina e sua identificazione
precoce.
Tantucci (UniBs). Studio delle patologie respiratorie correlate al sonno.
Candura (UniPv). Caratterizzazione delle funzioni neuromotorie inibitorie e ruolo delle microparticelle e dei PPAR
nell'infiammazione da agenti irritanti e sensibilizzanti professionali nella trachea di cavia e nelle vie aeree isolate umane.
Gattinoni (UniMi). Fisiopatologia e trattamento della insufficienza respiratoria acuta e della sepsi in terapia intensiva.
Principi (UniMi). Malattie respiratorie croniche in età pediatrica.
Miserocchi (UniMib). Fisiopatologia dell’edema polmonare (da aumentata permeabilità, lesionale, ipossico, ARDS,
neonatale).
Miserocchi (UniMib). Studio delle alterazioni indotte da condizioni patologiche polmonari sulle subcomponenti della
diffusione polmonare.
Miserocchi (UniMib). Studio dell’impatto del particolato astmosferico fine ed ultrafine sulla membrana alveolocapillare.
Miserocchi (UniMib). Identificazione precoce del rischio di edema polmonare da varie cause mediante applicazione del
metodo delle oscillazioni forzate.
Miserocchi (UniMib). Valutazione integrata della funzione cardio-respiratoria in condizioni basali e nel corso di
esercizio fisico incrementale.
95
13,1,34*** Braschi (UniPv). Valutazione dell’assistenza extracorporea come bridge al trapianto polmonare; valutazione della
vasoreattività polmonare mediante test con ossido nitrico per via inalatoria, in pazienti PAH e CTEPH; gestione
postoperatoria dei pazienti sottoposti ad endarterectomia polmonare; lavaggio polmonare massivo in pazienti affetti da
proteinosi alveolare; controllo della pressione alveolare durante ventilazione meccanica invasiva; valutazione della
ventilazione non invasiva con casco; partecipazione allo studio multicentrico Prono-Supino nei pazienti ALI-ARDS.
13,1,35** Blasi (UniMi). Gestione ospedale–territorio del paziente in ventilazione meccanica non invasiva.
13,1,36** Allegra (UniMi). Gestione territoriale in telemedicina della ventilazione meccanica e dell’ossigeno terapia in soggetti
BPCO.
13,1,37*** Farronato (UniMi). Età pediatrica: alterata funzione respiratoria da iposviluppo del mascellare superiore e/o associato a
quadri disgnatici.
13,1,38*** Farronato (UniMi). OSAS Roncopatie croniche associate a quadri disgnatici.
13,1,39*** Pesenti (UniMib). Prevenzione della Ventilator Induced Lung Injury (VILI) mediante impiego di volumi correnti
proporzionali all’End Expiratory Lung Volume.
13,1,40*** Pesenti (UniMib). Sviluppo e implementazione della tecnica di occlusione rapida inspiratoria per le misure di meccanica
respiratoria (resistenza, compliance) e di drive respiratorio (P0,1) in corso di ventilazione assistita/controllata.
13,1,41*** Pesenti (UniMib). La rimozione extracorporea di CO2 come tecnica di prevenzione della VILI in pazienti affetti da
ALI/ARDS: studio clinico.
13,1,42*** Pesenti (UniMib). ALCOR: acid load CO2 removal: sviluppo di nuove tecnologie per la rimozione extracorporea di
CO2: sperimentazione animale.
13,1,43*** Pesenti (UniMib). Sviluppo di un modello animale a lungo termine di acute lung injury indotta da inalazione selettiva di
HCl nel topo e influenza di terapie sperimentali sulla sua evoluzione.
13,1,44*** Pesenti (UniMib). Ruolo della risposta immunitaria innata nell’evoluzione della lesione polmonare indotta da inalazione
acida: studio in topi knock out per PTX3.
13,1,45*** Pesenti (UniMib). Ruolo di PTX3 come marker di gravità e potenziali indicazioni terapeutiche nella ALI ARDS clinica.
13,1,46*** Pesenti (UniMib). Prevenzione della VAP ( Ventilator Associated Pneumonia) mediante tecnologie innovative: impiego
di tubi endotracheali Silver Coated e tecniche accessorie di prevenzione della proliferazione batterica sulle superfici
proteiche.
13,1,47*** Pesenti (UniMib). Prevenzione della VAP mediante posizionamento in posizioni favorenti il drenaggio gravitario delle
secrezioni ( head down).
13,1,48*** Pesenti (UniMib). Studio del processo infiammatorio polmonare nella ALI ARDS mediante Positron Emission
Tomography associata a CT Scan.
13,1,49*** Pesenti (UniMib). Applicazione clinica di ventilazione assistita non invasiva mediante BIPAP applicata con scafandro
in pazienti affetti da ALI ARDS.
13,1,50*** Pesenti (UniMib). Applicazione clinico-sperimentale della Neurally adjusted ventilatory assistance (NAVA) in
ventilazione invasiva e non invasiva.
13,1,51*** Pesenti (UniMib). Ruolo delle tecniche non invasive o non convenzionali di assistenza respiratoria in pazienti affetti da
neoplasie ematologia complicati da ALI ARDS.
13,1,52*** Pelosi, Negrini (UniVa). Studio epidemiologico di diverse modalità di ventilazione meccanica; sviluppo di modalità di
ventilazione meccanica che permettano una riduzione del danno polmonare associato alla ventilazione; studio
sperimentale sui danni da ventilazione meccanica indotti sulla matrice extracellulare polmonare; sviluppo e valutazione
clinica di una nuova interfaccia ventilatore-paziente.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le potenzialità di ricerca illustrate possono concorrere ad una migliore gestione clinica e di sanità pubblica della broncopneumopatia
cronica ostruttiva e della insufficienza respiratoria sul territorio regionale lombardo. La definizione di modelli di fattibilità degli
interventi territoriali e di gestione ospedaliera potrà essere di supporto alla valutazione e realizzazione dei progetti di cooperazione
decentrata finanziati dalla Regione Lombardia. La definizione di modalità organizzative integrate per la gestione delle patologie
respiratorie croniche, consentirà la messa in atto di percorsi assistenziali più efficaci per i pazienti e più economicamente virtuosi per
il sistema sanitario regionale.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia - Programmazione sanitaria, Direzione Generale Sanità (Ospedali)
• ASL e specialistica territoriale
• Industria diagnostici
• Industria del farmaco
Link con altre aree
2,1 − 2,6 − 5,6 − 6,8 − 6,10 − 9,1 − 12,7 − 14,1 − 14,8.
96
Area 13,2: Polmonite e infezioni respiratorie
Tematiche specifiche
Le modalità di gestione dei pazienti affetti da infezioni delle basse vie respiratorie, benché largamente studiate, restano nell’insieme
complesse ed in continua trasformazione e mantengono ancora al loro interno numerose “aree grigie”. Fattori che determinano la
continua modificazione degli schemi terapeutici in uso sono rappresentati dall’emergere di nuovi patogeni, dalle variazioni nella
suscettibilità alla terapia antibiotica dei patogeni tradizionali e dalla variabilità epidemiologica regionale.
Le infezioni respiratorie rappresentano peraltro la prima causa di consultazione medica e quindi un carico assistenziale per il medico
di medicina generale e per le strutture ospedaliere. L’ottimizzazione dell’uso degli antibiotici, l’identificazione dei fattori di rischio e
patogenetici nonché la corretta gestione ambulatoriale e ospedaliera della prevenzione sono i punti di maggiore importanza per ridurre
il carico assistenziale.
Prodotti specifici
13,2,1*** Blasi (UniMi). Studio osservazionale e di intervento nella gestione delle infezioni respiratorie nel territorio.
13,2,2**
Blasi (UniMi). Impatto dello Stafilococcus aureus Meticillino-resistente nella diagnosi eziologica delle polmoniti
acquisite in comunità in pazienti ospedalizzati.
13,2,3*** Blasi (UniMi). Studio internazionale, multicentrico, osservazionale, prospettico teso a valutare incidenza, fattori di
rischio, eziologia del deterioramento clinico in pazienti ospedalizzati con diagnosi di polmonite acquisita in comunità.
13,2,4*** Blasi (UniMi). Studio internazionale, multicentrico, osservazionale, retrospettivo teso a valutare la gestione di pazienti
ospedalizzati con diagnosi di polmonite acquisita in comunità (CAPO, Community-acquired pneumonia organization).
13,2,5*** Morace (UniMi). Infezioni emergenti: il caso delle infezioni fungine e da Staphylococcus aureus meticillino resistenti in
comunità in isolati clinici provenienti dall’apparato respiratorio e/o da ascessi cutanei.
13,2,6**
Scaglione (UniMi). Correlazioni farmacocinetiche/farmacodinamiche nel trattamento di polmoniti sperimentali.
13,2,7**
Tortorano (UniMi). Epidemiologia, diagnosi e prevenzione delle infezioni fungine polmonari.
13,2,8*** Principi (UniMi). Infezioni delle alte e delle basse vie aeree nel bambino.
13,2,9*** Principi (UniMi). Modalità di razionalizzazione della terapia antibiotica.
13,2,10*** Principi (UniMi). Vaccini e vaccinazioni in età pediatrica.
13,2,11*** Dominioni (UniVa). Studio prospettico sui fattori di rischio delle infezioni respiratorie in pazienti sottoposti a resezioni
polmonari.
13,2,12*** Blasi (UniMi). Studio multicentrico, osservazionale, retrospettivo teso a valutare la gestione di pazienti ospedalizzati
con diagnosi di riacutizzazione di bronchite cronica.
13,2,13*** Blasi (UniMi). Infezione cronica delle vie aeree del paziente affetto da broncopneumopatie cronica ostruttiva e
bronchiectasie.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle attività di ricerca in essere saranno di importanza essenziale per la ottimizzazione del percorso assistenziale del
paziente con infezioni respiratorie gestito ambulatorialmente e in ospedale. Tale attività fornirà inoltre uno strumento essenziale per
un miglior controllo dell’uso degli antibiotici nel territorio e una ottimizzazione dei presidi preventivi vaccinali e non.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia - Direzione Generale Sanità (Ospedali)
• ASL e specialistica territoriale
Link con altre aree
2,6 − 5,2 − 5,4 − 5,5 − 5,9 − 6,8 − 14,1 − 14,4.
Area 13,3: Asma bronchiale
Tematiche specifiche
L’asma bronchiale ha una prevalenza globale che varia dal 4 al 11%, con circa 300 milioni di persone affette a livello mondiale e si
stimano circa 180.000 decessi l’anno dovuti a questa patologia.
Nei soggetti maschi il rischio di sviluppare l’asma bronchiale è massimo nei primi anni di vita e decresce rapidamente verso la
pubertà, rimanendo successivamente costante. Nel sesso femminile il rischio decresce lentamente nell’infanzia fino alla pubertà per
poi tornare a livelli superiori a quelli riscontrati nell’infanzia. Negli ultimi anni si è verificato senza dubbio un aumento della
prevalenza dell’asma. Le ipotesi per spiegare tale incremento sono molteplici; innanzitutto non è trascurabile un aumento del numero
delle diagnosi conseguente ad una più accurata procedura di screening. Nell’aumento della prevalenza hanno sicuramente un ruolo i
97
crescenti fenomeni di urbanizzazione con aumento dell’esposizione ad inquinanti indoor ed outdoor, e con una tendenza sempre
maggiore a vivere gran parte del tempo in ambienti chiusi con poca circolazione d’aria e con una maggiore esposizione ad acari della
polvere.
Prodotti specifici
13,3,1*** Centanni (UniMi). Ruolo di ansia e depressione sul livello percepito di controllo dell’asma bronchiale.
13,3,2*** Blasi (UniMi). Valutazione delle relazioni struttura-funzione nel modello animale di asma in corso di infezioni da
patogeni intracellulari.
13,3,3*** Allegra (UniMi). Valutazione del ruolo della matrice nella patologia cronica ostruttiva delle vie aeree.
13,3,4**
Tantucci (UniBs). Le malattie infiammatorie croniche delle vie aeree e del parenchima polmonare.
13,3,5*** Rumio, Balsari (UniMi). SGLT-1 protegge da danno da LPS e da asma allergico.
13,3,6*** Corsico (UniPv). Epidemiologia dell’asma bronchiale della rinite e della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)
nell’ambito dello studio internazionale ECRHS (European Comunity Respiratory Health Survey) e dello studio GEIRD
(Genes Environment Interaction on Respiratory Diseases).
13,3,7*** Marseglia (UniPv). Immunopenumoallergologia pediatrica.
13,3,8*** Principi (UniMi). Asma bronchiale nel bambino.
13,3,9*** Candura (UniPv). Fisiopatologia delle vie aeree, anche in riferimento ai meccanismi patogenetici dell'asma bronchiale.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle attività di ricerca in essere saranno di importanza essenziale per la ottimizzazione del percorso assistenziale del
paziente asmatico in particolare nella gestione ambulatoriale. La corretta genotipizzazione e fenotipizzazione del paziente e la
migliore comprensione dei meccanismi patogenetici alla base dell’asma bronchiale consentiranno l’ottimizzazione della terapia e della
prevenzione.
Potenziali utenti
•
•
•
•
•
Ministero della Salute
Regione Lombardia
ASL e pneumologia territoriale
Industria del farmaco
Industria diagnostici
Link con altre aree
2,4 − 2,6 − 5,6 − 6,8 − 9,1 − 14,1 − 14,8.
Area 13,4: Pneumopatie infiltrative diffuse
Tematiche specifiche
Con il termine di Pneumopatie Infiltrative Diffuse (PID), chiamate anche Malattie Interstiziali Diffuse o Interstiziopatie, si indica un
vasto gruppo di malattie (circa 200 entità) spesso differenti tra loro riguardo all’eziologia, decorso, prognosi e trattamento, ma che
condividono alcuni importanti aspetti clinici, anatomopatologici e radiologici che ne giustificano un approccio comune. Le PID
coinvolgono ogni area medica perché esse spesso capitano in pazienti con comorbidità o come conseguenza di una malattia sistemica
o del loro trattamento. Le due PID di più frequente riscontro sono la fibrosi polmonare idiopatica (IPF) e la sarcoidosi. In Inghilterra si
stima che 1 persona ogni 3.000-4.000 abitanti abbia una PID e che ogni anno 3.000 di questi pazienti muoia, la metà per IPF.
L’incidenza sembra aumentare con l’età, specialmente per la IPF che raggiunge l’incidenza di 160 per 100.000 nei soggetti con più di
75 anni. Ovviamente la loro prevalenza varia a seconda dell’entità nosologica presa in considerazione. L’incidenza di PID in soggetti
affetti da sclerosi sistemica è quasi del 100%, mentre scende al 33% in quelli affetti da artrite reumatoide. La sarcoidosi nella razza
nera-americana, la più affetta, colpisce 70 soggetti ogni 100.000. Non esistono, comunque, dati certi sull’epidemiologia di queste
malattie che singolarmente sono considerate tutte rare, ma che nel loro complesso occupano circa il 15% dell’attività pneumologica.
Inoltre se consideriamo che quotidianamente nuovi farmaci vengono aggiunti all’armamentario medico, che sempre nuove sostanze
vengono utilizzate nei posti di lavoro e che le capacità diagnostiche sono in continuo miglioramento, questo ci fa predire un aumento
dell’incidenza delle PID.
Prodotti specifici
13,4,1**
Pesci (UniMib). Analisi del condensato dell’esalato (CAE) nelle malattie polmonari infiltrativi diffuse.
13,4,2*** Pozzi, Braschi (UniPv). Proteinosi alveolare polmonare: biomarcatori predittivi dell’esito del lavaggio polmonare
massivo.
98
13,4,3***
13,4,4***
13,4,5***
13,4,6***
13,4,7***
Pozzi (UniPv). Meccanismi molecolari coinvolti nella suscettibilità e nella progressione delle interstiziopatie polmonari
fibrosanti.
Dominioni (UniVa). Rischio/beneficio della biopsia polmonare video-toracoscopica nel trattamento delle interstiziopatie
polmonari.
Pozzi, Braschi (UniPv). Proteinosi alveolare polmonare: valutazione clinica per lavaggio polmonare massivo.
Candura (UniPv). Ricerca clinica relativa alla patologia (respiratoria e non) asbesto-correlata.
Pozzi (UniPv). Studi concernenti i meccanismi patogenetici di tipo immunologico di numerose affezioni polmonari e le
possibilità di regolazione farmacologia degli stessi.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati delle ricerche in essere forniranno un utile contributo per indirizzare la diagnostica e la gestione terapeutica dei pazienti con
pneumopatie infiltrative. Al contempo, consentiranno una migliore comprensione del peso epidemiologico delle stesse.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
2,1 − 9,1 − 12,4, − 12,7 − 14,1 − 14,8.
Area 13,5: Cancro del polmone
Tematiche specifiche
Il cancro polmonare è andato incrementando la incidenza in modo esponenziale fino a raggiungere il primo posto come causa di morte
per tumore nei paesi occidentali. In Italia circa 35.000 persone muoiono di cancro polmonare ogni anno.
É indubbio che la diagnosi precoce di cancro polmonare sia cruciale nel miglioramento della sopravvivenza dei paziente affetti da tale
eteroplasia. Le nuove generazioni di tomografi computerizzati permettono di individuare piccoli noduli polmonari, non calcifici, in
aumento dimensionale che costituiscono una sfida diagnostica per i vari specialisti coinvolti. I programmi di screening debbono tenere
in considerazione non solo i benefici ma anche i potenziali danni legati al ripetersi d’indagini radiologiche e/o alla pratica di indagini
invasive successive. I diversi protocolli di screening messi in opera non hanno dimostrato per ora l’efficacia attesa. Un programma di
screening italiano rivolto a persone ad alto rischio (forti fumatori, età superiore ai 50 anni) e recentemente concluso, non ha
dimostrato un beneficio in sopravvivenza per i pazienti sottoposti ad indagine. Il problema rimane aperto e nuovi studi su larga scala
devono essere intrapresi.
Prodotti specifici
13,5,1*** Santambrogio (UniMi). Ottimizzazione dell’Erlotinib per il trattamento di pazienti con tumore del polmone avanzato
(stadio III-IV).
13,5,2*** Santambrogio (UniMi). Genetic epidemiology of lung cancer and smoking.
13,5,3*** Santambrogio (UniMi). Early innovative diagnostic procedures of lung cancer progression.
13,5,4*** Zannini (UniHsr). Identificazione di fattori prognostici dell’adenocarcinoma (adenocarcinoma, carcinoma bronchiolo
alveolare puro e adenocarcinoma misto) nel sesso femminile.
13,5,5*** Zannini (UniHsr). Utilizzo dell’ecografia endobronchiale nella diagnosi e stadiazione del tumore del polmone.
13,5,6*** Zannini (UniHsr). Identificazione di markers tumorali selezionati (CA125, CEA, CYFRA 21-1) nel lavaggio
broncoalveolare dei pazienti con tumore del polmone in stadio precoce (Ia-Ib;IIa-IIb).
13,5,7*** Dominioni (UniVa). Progetto GELCS: Genetic epidemiology of lung cancer and smoking.
13,5,8**
Dominioni (UniVa). Valutazione di osteopontina e mesotelina quali markers oncologici per la diagnosi precoce di
mesotelioma pleurico maligno: studio prospettico multicentrico su 375 pazienti.
13,5,9*** Dominioni (UniVa). Progetto PRE.DI.CA. (precoce diagnosi di cancro del polmone).
13,5,10*** Zannini (UniHsr). Studio di fase I/II per valutare la sicurezza e l’immunogenicità del prodotto immunoterapico
recMAGE-A3+AS15 somministrato come terapia adiuvante, con o senza chemio/radioterapia adiuvante, in pazienti con
carcinoma del polmone non a piccole cellule MAGE-A3 positivo (stage IB, II o III).
13,5,11*** Zannini (UniHsr). Emottisi di natura non oncologica: standardizzazione di un percorso diagnostico-terapeutico.
13,5,12*** Zannini (UniHsr). Impiego della tomoterapia e/o della termoablazione nei pazienti con tumore del polmone non
candidabili ad intervento chirurgico.
13,5,13*** Pozzi (UniPv). Resezione di neoplasie polmonari inoperabili mediante termoablazione con radiofrequenze (RFTA) sotto
guida TC.
99
13,5,14*** Zannini (UniHsr). Studio della risposta immunitaria spontanea sostenuta da linfociti T CD4+ verso gli antigeni tumorali
MAGE-3 e carcinoembrionale in pazienti neoplastici.
13,5,15** Dominioni (UniVa). Determinazione preoperatoria e post-operatoria di follow-up del marcatore tumorale cyfra 21-1
come indice di fattore prognostico nei pazienti sottoposti a resezione polmonare per tumore del polmone. Studio
prospettico.
13,5,16*** Dominioni (UniVa). Epidemiology of pleural mesothelioma in the Province of Como and Varese.
13,5,17*** Dominioni (UniVa). Validazione della sensibilità della tecnica di palpazione digitale video-toracoscopica per la
identificazione e asportazione dei noduli polmonari.
13,5,18*** Zocchi (UniMi). Trasporto attivo di soluti attraverso il mesotelio pleurico: espressione di proteine trasportatrici e aspetti
di regolazione.
Aspetti applicativi-traslazionali
La applicazione di markers diagnostici precoci e il corretto posizionamento delle metodiche diagnostiche tradizionali nel percorso
gestionale del paziente a rischio consentiranno di migliorare l’utilizzo delle risorse ottimizzando il rapporto costo-beneficio dei diversi
interventi di prevenzione e diagnosi precoce. I risultati delle ricerche in corso sul trattamento medico e chirurgico e sulle nuove
metodiche di follow-up dovrebbero consentire il miglioramento dell’aspettativa di vita.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Aziende Ospedaliere
• Aziende Sanitarie Locali
Link con altre aree
2,5 − 7,1 − 7,2 − 7,3 − 7,4 − 7,5 − 7,6 − 9,5 − 12,6 − 12,7 − 14,1 − 14,2.
Area 13,6: Fibrosi cistica
Tematiche specifiche
La fibrosi cistica è la più comune malattia ereditaria potenzialmente letale della popolazione Caucasica, caratterizzata da danno
polmonare progressivo che risponde della gran parte della morbilità e mortalità della malattia. La prevalenza della FC in Italia è
passata dal 3,62 nel 1988 al 7,01 nel 2004. L’età media al decesso si è progressivamente innalzata: nel periodo ‘88-’91 era pari a 14
anni, nel 2000-2004 ha raggiunto i 23 anni. La vita media è nettamente aumentata per il miglioramento delle cure: nei primi anni ‘60 i
pazienti morivano in età infantile, nel 2004 oltre il 50% dei pz FC ha superato la maggiore età. L’aumento della prevalenza della
malattia è da ascrive all’esiguo numero dei decessi, inferiore rispetto al numero delle nuove diagnosi: il numero annuale medio di
nuove diagnosi è infatti circa quattro volte superiore rispetto al numero di decessi.
Prodotti specifici
13,6,1**
Allegra (UniMi). Studio clinico multicentrico controllato randomizzato a due bracci. Efficacia di insulina a lento rilascio
nei pazienti affetti da Fibrosi Cistica e Intolleranza Glucidica con decadimento clinico.
13,6,2*** Zannini (UniHsr). Studio dell’efficienza di trasferimento genico mediato da vettori lenti virali in modelli preclinici di
tessuto respiratorio umano.
13,6,3*** Colombo C. (UniMi). Fibrosi cistica: ricerca di markers sensibili di infiammazione delle vie respiratorie (citochine,
chemochine e fattori di crescita).
13,6,4*** Colombo C. (UniMi). Valutazione qualità della vita nel paziente con fibrosi cistica.
13,6,5*** Colombo C. (UniMi). Genetica della Fibrosi Cistica.
13,6,6*** Colombo C. (UniMi). Fibrosi cistica: ricerca di base sull’impiego di cellule staminali di cordone ombelicale per una
terapia cellulare della malattia polmonare.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le ricerche in essere potranno fornire contributi di rilievo identificazione della patologia, per la gestione ed il controllo delle patologie
infettive emergenti, e per la terapia genica.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco
• Industria diagnostici
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
100
5,3 − 9,1 − 9,4 − 11,4 − 12,4 − 12,7.
Area 13,7: Chirurgia toracica e trapianto di polmone
Tematiche specifiche
La chirurgia del torace si è sviluppata su nuove linee di ricerca e di tipo di interventi sia in ambito strettamente polmonare che più
propriamente bronchiali ed endoarteriose.
Il trapianto di polmone è presente in Regione Lombardia in diversi centri di eccellenza.
Prodotti specifici
13,7,1**
Santambrogio (UniMi). Valutazione dell’efficacia della dell’analgesia preventiva ed anticipata nel dolore posttoracotomico e post-toracoscopico. Studio prospettico randomizzato.
13,7,2**
Santambrogio (UniMi). Valutazione dell’efficacia e della sicurezza degli stent Exhale a eluizione di farmaco nei
pazienti affetti da enfisema polmonare omogeneo e grave iperinflazione. Studio randomizzato doppio-cieco.
13,7,3*** Santambrogio (UniMi). Utilizzo della tele spirometria per il monitoraggio dei pazienti nel follo-up post trapianto di
polmone.
13,7,4*** Santambrogio (UniMi). La bronchiolite obliterante dopo trapianto di polmone: ruolo degli anticorpi anti-HLA
evidenziabili con metodologia Luminex.
13,7,5*** Santambrogio (UniMi). The European Thoracic Survey Database project: modelling the risk of in-hospital death
following lung resection.
13,7,6*** Dominioni (UniVa). Utilizzo dell’ausilio della ventilazione a pressione positiva Ez-PAP in chirurgia toracica:
sperimentazione di un protocollo riabilitativo post-toracotomia.
13,7,7*** Dominioni (UniVa). Studio prospettico sul rischio di fibrillazione striale e dell’infarto miocardio acuto nei pazienti
sottoposti a intervento di chirurgia polmonare resettiva. Analisi dei fattori di rischio preoperatori.
13,7,8*** Viganò, Pozzi, Braschi (UniPv). Endoarterectomia polmonare in pazienti affetti da ipertensione polmonare cronica
tromboembolica. Follow-up post-operatorio a lungo termine (15 anni). Nuove terapie farmacologiche per i pazienti
inoperabili. Trapianto polmonare bilaterale in alternativa all’intervento chirurgico conservativo di endoarterectomia
polmonare.
13,7,9*** Dominioni (UniVa). Validazione della sensibilità della tecnica di palpazione digitale video-toracoscopica per la
identificazione e asportazione dei noduli polmonari.
13,7,10*** Dominioni (UniVa). Rischio/beneficio della biopsia polmonare video-toracoscopica nel trattamento delle interstiziopatie
polmonari.
13,7,11*** Pozzi (UniPv). Studi concernenti i meccanismi patogenetici di tipo immunologico di numerose affezioni polmonari e le
possibilità di regolazione farmacologia degli stessi.
13,7,12*** Braschi (UniPv). Attività di ricerca svolta dai servizi di Rianimazione e Anestesia riguardo a Trapianto polmonare e
Ipertensione polmonare primitiva e secondaria.
Aspetti applicativi-traslazionali
Il complesso delle ricerche in essere consentirà lo sviluppo e la validazione di nuove strategie diagnostiche e terapeutiche della
patologia enfisematosa. Inoltre una migliore gestione dell’embolia polmonare grave e del paziente trapiantato di polmone.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco/devices
• Industria diagnostici
• ASL
Link con altre aree
2,2 − 2,5 − 5,3 − 7,4 − 7,6 − 11,3 − 12,4 − 14,4.
101
Quality network delle ricerche clinico traslazionali
delle Facoltà Mediche Lombarde
Macroarea n. 14 – Ambiente, salute e lavoro
Scheda riassuntiva
Sono stati riconosciuti 59 prodotti, distribuiti in 10 aree.
Elenco delle aree individuate (numero di prodotti/area)
14,1 Inquinamento atmosferico e salute (6)
14,2 Fattori di rischio oncologico negli ambienti di vita e di lavoro (7)
14,3 Fattori di rischio tossicologico e biologico negli ambienti di vita e di lavoro (12)
14,4 Promozione e tutela della salute in strutture sanitarie ed assistenziali (7)
14,5 Salute e sicurezza (3)
14,6
14,7
14,8
14,9
Interazione ambiente-genoma (2)
Ambiente psico-sociale e rischio per la salute (4)
Ambiente di vita e di lavoro ed immuno-allergopatie (3)
Agricoltura, allevamento, alimentazione e sicurezza alimentare (11)
14,10 Ergonomia per la prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico in ambienti di vita e
di lavoro (4)
Area 14,1: Inquinamento atmosferico e salute
Descrizione e osservazioni
L’inquinamento atmosferico, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresenta una delle principali emergenze sanitarie a
livello mondiale ed il particolato atmosferico (particulate matter, PM) costituisce una delle sue componenti più rilevanti sotto il ilo
tossicologico. Numerosi studi epidemiologici condotti negli ultimi decenni, hanno dimostrato che l’esposizione a particolato produce
numerosi e diversificati effetti sulla salute, sia acuti che cronici, con particolare riguardo al sistema cardiovascolare e respiratorio.
Nonostante il gran numero di studi finora condotti, l’intero spettro degli effetti ed i meccanismi ezio-patogenetici non sono stati del
tutto chiariti; inoltre l'entità dei rischi e il tipo/livello di esposizione cui essi sono associati non appaiono adeguatamente caratterizzati.
Al fine di colmare queste lacune, le unità di ricerca hanno adottato un approccio multidisciplinare che integra lo studio di diverse
popolazioni e diversi livelli di esposizione, includendo studi di popolazione, studi clinici, studi occupazionali e di biologia molecolare.
Tematiche specifiche d’area
14,1,1*** Bertazzi (UniMi). Studio dell’impatto dell’inquinamento da PM10 sulla mortalità e morbosità della popolazione a
livello regionale.
14,1,2**
Carrer (UniMi). Studio degli effetti dell’esposizione individuale a PM in soggetti sani ed in soggetti vulnerabili (cardiopneumopatici) attraverso indagini biochimico-molecolari, cliniche e funzionali sui meccanismi di azione e studio delle
stime epidemiologiche effettuate sui soggetti vulnerabili e nella popolazione generale.
14,1,3*** Bertazzi (UniMi). Studio degli effetti precoci su coagulazione ed infiammazione dell’esposizione lavorativa a polveri
fini.
14,1,4**
Pesatori (UniMi). Studio della relazione tra inquinamento ambientale, ossigenazione fetale e parametri alla nascita.
14,1,5**
Marinoni (UniPv). Studio della relazione tra inquinamento ambientale e indicatori epidemiologici di patologie
allergiche (asma, rinite, eczema)e livello europeo.
14,1,6*** Baccarelli (UniMi). Marcatori epigenetici degli effetti del particolato sottile.
Aspetti applicativi-traslazionali
I risultati della attività di ricerca sono mirati a determinare gli effetti di diversi tipi e livelli di esposizione a particolato ed a chiarire i
meccanismi di suscettibilità e di variabilità interindividuale nella risposta. Inoltre, sono utili per valutare le più efficaci misure
preventive per la protezione della salute della popolazione.
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
• Unione Europea
Link con altre aree
2,4 − 3,10 − 6,3 − 9,6 − 10,1 − 12,4 − 13,1.
N. prodotti individuati: 6.
102
Area 14,2: Fattori di rischio oncologico negli ambienti di vita e di lavoro
Descrizione e osservazioni
L’ambiente di vita e di lavoro occupa un ruolo rilevante nello sviluppo dei tumori. Diversi cancerogeni noti sono di origine
ambientale, e secondo una recente stima dell’OMS, possono essere dovute a fattori ambientali 85 delle 102 principali malattie e
gruppi di malattie dell’essere umano, il 24% del carico di malattia complessivo (anni di vita perduti) e il 23% di tutte le morti a livello
mondiale. La ricerca di cancerogeni negli ambienti di vita e di lavoro e lo studio dei marcatori di esposizione, di effetto biologico
precoce e di malattia, è oggi di primaria importanza ai fini della pianificazione di interventi di prevenzione e controllo dei tumori di
origine ambientale e di specifici interventi di bonifica ambientale.
Pur non dimenticando gli importanti progressi della ricerca nel campo della genetica degli ultimi 20 anni nel definire un importante
ruolo dei fattori genetici nella genesi dei più comuni tumori, va ricordato che i cancerogeni ambientali mantengono oggi un ruolo
prioritario come responsabili dell’insorgenza di tumori, quali iniziatori o promotori dello sviluppo dei tumori, con il possibile
concorso di fattori genetici. Infatti, lo studio dell’interazione gene-ambiente sta diventando sempre più rilevante in questo settore, con
la recente nascita della medicina predittiva a livello individuale, basata sulla definizione di uno specifico rischio oncologico per ogni
individuo, sulla base di esposizione a fattori di rischio cancerogeno e sulla suscettibilità genetica.
Tematiche specifiche d’area
14,2,1**
14,2,2***
14,2,3***
14,2,4**
14,2,5***
14,2,6***
14,2,7***
Costa (UniMi). Influenza del lavoro a turni e notturno sul rischio cancerogeno.
Donato (UniBs). La formazione di mutageni idrici nelle acque potabili condottate di alcune città italiane.
Porru (UniBs). Interazione tra fattori ambientali e genetici nella eziologia ed evoluzione del tumore vescicole.
Donato (UniBs). Ruolo dei fattori ambientali e genetici nella genesi ed evoluzioni dei tumori del fegato
Porru (UniBs). Identificazione e prevenzione dei tumori di origine occupazionale.
Pesatori (UniMi). Fattori Genetici ed ambientali nella eziologia del tumore polmonare (studio EAGLE
http://dceg.cancer.gov/eagle ).
Pesatori (UniMi). Studio di effetti a lungo termine in esposti a cancerogeni chimici certi o sospetti tali (formaldeide,
pcb, benzene, TFE, raffinazione petroli, composti polifluorurati).
Aspetti applicativi-traslazionali
Le metodologie di indagine per l’individuazione, il monitoraggio e il controllo dei fattori ambientali di rischio oncogeno ed i risultati
finora conseguiti dalla ricerca in questo settore consentono larga applicazione e concreto sviluppo delle attività di prevenzione,
sorveglianza e tutela della salute nelle realtà locali. La stima sempre più precisa del rischio cancerogeno individuale basata della
conoscenza dei fattori di rischio ambientali e genetici consentirà di ottimizzare gli interventi di prevenzione sul ilo individuale
aumentandone l’efficacia.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL)
• Istituto Superiore di Sanità (ISS)
• INAIL
• Regione Lombardia
• Altre Regioni
• Aziende Sanitarie Locali
• Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale (ARPA)
• Aziende Ospedaliere e IRCCS
• Aziende operanti nel settore bio-molecolare
Link con altre aree
2,5 − 4,2 − 5,11 − 7,2 − 7,6 − 9,5.
N. prodotti individuati: 7.
Area 14,3: Fattori di rischio tossicologico e biologico negli ambienti di vita e di lavoro
Descrizione e osservazioni
I rischi legati all’esposizione ambientale o occupazionale a sostanze sono oggetto di sempre maggiore attenzione. Un adeguato
controllo di questi rischi è possibile solo con la conoscenza e caratterizzazione, ovvero con la definizione delle relazioni dose-effetto e
dose-risposta degli effetti tossici possibili e dell’entità dell’esposizione corrente o prevista. Le diverse competenze disponibili nelle
Università Lombarde permettono di affrontare il problema generale della valutazione del rischio chimico in tutti i suoi aspetti, con
particolare attenzione ad alcuni gruppi di sostanze o agli effetti su alcuni organi o apparati. Tali competenze sono di alto livello come
dimostrato dalle pubblicazioni, dalla partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali e dalla partecipazione di singoli
docenti a comitati nazionali e internazionali di esperti sui vari argomenti che interessano il settore.
103
Tematiche specifiche di area
14,3,1*** Donato (UniBs). Inquinamento da policlorobifenili (PCB) in aree industriali: valutazione dell’esposizione e degli effetti
sulla salute.
14,3,2**
Colombi (UniMi). Meccanismi dell’azione tossica dei metalli: studio quali-quantitativo delle vie di biotrasformazione
ed escrezione dei metalli pesanti tossici attraverso la via mercapturica e suo ruolo a livello molecolare nel determinismo
degli effetti fisiopatologici.
14,3,3**
Aleo (UniBs). Studio in vitro dei meccanismi molecolari responsabili della tossicità organo specifica dei metalli pesanti.
14,3,4**
Carrer (UniMi). Studio dei meccanismi degli effetti cardio-respiratori prodotti dall'inquinamento urbano da particolato
atmosferico, con valutazione dell’effetto dei principali co-inquinanti (CO, NO2, O3).
14,3,5*** Carrer (UniMi). Inquinamento/qualità dell’aria indoor: valutazione dell’esposizione e degli effetti sulla salute.
14,3,6**
Rodella (UniBs). Valutazione del ruolo del sistema nitrossidergico e delle proteine da stress nella nefro- e neurotossicità
indotte dal mercurio e dall’alluminio.
14,3,7*** Lucchini (UniBs). Inquinamento da tossici industriali ed effetti sul sistema nervoso.
14,3,8*** Chiovato (UniPv). Effetti disendocrini di inquinanti ambientali e occupazionali.
14,3,9**
Colombi (UniMi). Metabolomica e stress ossidativo cellulare: studio quali-quantitativo dell’escrezione di prodotti di
biotrasformazione di composti organici di origine endogena e xenobiotica attraverso le vie mercapturica e glucuronica.
14,3,10** Moretto (UniMi). Valutazione del rischio chimico: scienza e regolamentazione.
14,3,11*** Zanetti (UniMi). Rischio ambientale derivante dallo smaltimento di rifiuti e scarti industriali.
14,3,12** Mazzoleni (UniBs). Sviluppo e caratterizzazione di modelli sperimentali innovativi per l’identificazione del potenziale
tossico/oncogeno organo-specifico di agenti chimici/fisici.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le attività di ricerca illustrate sono volte a:
• quantificare le esposizioni a sostanze,
• caratterizzare i loro effetti tossici,
• identificare gli eventuali interventi di prevenzione
• sviluppare marcatori di esposizione (inclusa odorimetria) o di effetto precoce anche a livello molecolare
• fornire strumenti scientifici per la regolamentazione delle sostanze
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Ministero dello Sviluppo Economico
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
• Regione Lombardia
• Aziende operanti nel settore sanitario
• Attività produttive
• Agenzie per la protezione dell’ambiente
• Industrie chimiche
• Associazioni di tutela dei consumatori
• European Food Safety Authority
• European Chemical Agency
• European Occupational Health and Safety Agency
Link con altre aree
1,1 − 1,2 − 1,4 − 1,5 − 1,6 − 3,1 − 5,13 − 6,3 − 7,1 − 7,3 − 7,7 − 8,2 − 8,4 − 10,2 − 11,1 − 11,2 − 11,7 − 12,1 − 12,3 − 12,4 − 12,7 −
14,1 − 14,2 − 14,5 − 14,9.
N. prodotti individuati: 12.
Area 14,4: Promozione e tutela della salute in strutture sanitarie ed assistenziali
Descrizione e osservazioni
Le tematiche della prevenzione e promozione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro sanitari e socio-assistenziali sono di
notevole attualità, per le varie tipologie di rischio (ad es. ergonomico, biologico, psico-sociale, chimico, fisico, allergologico,
infortunistico, legato al conferimento e smaltimento dei rifiuti), il numero rilevante di soggetti coinvolti, per la necessità di tutelare
pazienti e pubblico, per l’evoluzione delle tecnologie, per gli aspetti attinenti alla sorveglianza sanitaria, alle vaccinazioni, per gli
aspetti di percezione, comunicazione e gestione del rischio.
Grazie all’impegno di vari gruppi, è oggi possibile disporre di adeguate metodologie di studio, valutazione, monitoraggio, e gestione
delle varie tematiche, applicabili nella pratica quotidiana, che tengono conto della necessità di considerare le linee guida e le evidenze
tecnico-scientifiche e le politiche socio-sanitarie.
Tematiche specifiche d’area
14,4,1***
Porru (UniBs). Prevenzione e promozione della salute negli ambienti di lavoro sanitari.
104
14,4,2 ***
14,4,3 ***
14,4,4 **
14,4,5**
14,4,6 *
14,4,7*
Placidi (UniBs). Rischi e prevenzione negli ambienti di lavoro sanitari e assistenziali con riferimento ai dispositivi di
protezione individuale ed alla formazione.
Auxilia (UniMi). Ecologia microbica e sorveglianza delle infezioni.
Gelatti (UniBs). Valutazione del rischio mutageno/cancerogeno in soggetti esposti essionalmente a farmaci antiblastici.
Colombi (UniMi). Monitoraggio dell’esposizione professionale del personale ospedaliero a farmaci antitumorali.
Manfredi (Univs). Stress e Coping nella relazione infermieristica.
Imbasciati (UniBs). Moventi psichici nei collettivi sanitari: organizzazione e Burn Out.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le metodologie, linee guida e buone pratiche disponibili dalle attività sopradescritte ed i risultati finora conseguiti consentono larga
applicazione in varie strutture sanitarie, miglior controllo, monitoraggio e gestione del rischio e concreto sviluppo delle attività di
prevenzione, sorveglianza e tutela della salute, con ottimizzazione di risorse umane e gestionali e miglior qualità assistenziale.
Potenziali utenti
• Ministero della Salute
• Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL)
• Istituto Superiore di Sanità (ISS)
• Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL)
• Regioni
• Regione Lombardia
• Industria del farmaco
• Aziende Ospedaliere
• Aziende Sanitarie Locali
• Strutture Sanitarie Private
• Medici Competenti e loro associazioni
• Responsabili e tecnici del Servizio di Prevenzione e Protezione e loro associazioni
Link con altre aree
2,4 − 5,3 − 5,13 − 7,5 − 14,4 − 14,5 − 14,7 − 14,10.
N. prodotti individuati: 7.
Area 14,5: Salute e sicurezza
Descrizione e osservazioni
Salute e sicurezza sono da sempre strettamente correlate ed oggi l’esigenza di sicurezza, specialmente nella vita lavorativa, è percepita
in modo particolare. Ad esempio, gli infortuni sul lavoro (IL) sono conseguenti ad interazione fra fattori tecnici, organizzativi ed
individuali (sanitari e non sanitari) e comportano molteplici conseguenze sanitarie e socio-economiche per individuo, impresa e
società. Gli IL rappresentano un indicatore di efficacia ed efficienza delle politiche di tutela della salute e sicurezza e le strategie
preventive, di monitoraggio e valutazione efficacia degli interventi sono multidisciplinari. Varie aree di prevenzione (primaria,
secondaria e terziaria) e di intervento operativo specifico (attività ispettive, valutazione del rischio, formazione, sorveglianza sanitaria,
idoneità lavorativa, riabilitazione, attenzione a particolare fasce di età della popolazione, tutela sociale, interfaccia casa-lavoro, sistemi
di gestione per la salute e sicurezza occupazionale -SGSL) sono possibili, a partire dalla singola impresa e con il coinvolgimento e
l’integrazione delle apposite figure tecniche e essionali, per identificazione, attuazione e verifica di efficacia di soluzioni tecniche,
organizzative e procedurali e sanitarie, in salute e sicurezza.
Prodotti e tematiche specifiche d’area
14,5,1***
14,5,2***
14,5,3*
Porru (UniBs). Prevenzione, monitoraggio e gestione del rischio di infortuni sul lavoro.
Costa (UniMi). Invecchiamento e lavoro in salute e sicurezza.
Ghittori (UniPvMaugeri).Organizzazione e gestione della salute e sicurezza occupazionale: modelli sperimentali,
verifica, gestione.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le metodologie e buone pratiche di salute e sicurezza disponibili dalle attività sopradescritte ed i risultati finora conseguiti consentono
applicazione in vari ambienti di lavoro, con gli obiettivi fondamentali della prevenzione primaria e secondaria e terziaria. Tali attività
conducono ad una migliore allocazione delle risorse e consentono valutazioni costo-efficacia di interventi tecnici, organizzativi,
procedurali, sanitari, anche attraverso l’applicazione di procedure e principi di qualità e l’attenzione agli aspetti sociali.
Potenziali utenti
105
•
•
•
•
•
•
•
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL)
Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL)
Regioni
Regione Lombardi
Aziende Sanitarie Locali
Medici Competenti
Imprese, Lavoratori, Responsabili e Tecnici del Servizio di Prevenzione e Protezione e rispettive associazioni ed
organizzazioni
Link con altre aree
5,13 − 8,4 − 14,4 − 14,9 − 14,10.
N. prodotti individuati: 3.
Area 14,6: Interazione ambiente-genoma
Descrizione e osservazioni
Geni che codificano per enzimi attivi nel metabolismo di noxae ambientali e nel riparo del danno al DNA possono modificare la
risposta biologica individuale. Tali geni sono distribuiti in modo polimorfico nella popolazione generale e la valutazione del loro
ruolo nel determinare possibili stati di iper-suscettibilità è essenziale sia nella valutazione del rischio sia nella definizione
dell’efficacia di misure di protezione della salute attraverso interventi ambientali. Una recente, promettente strada di studio dei
meccanismi di interazione ambiente-genoma riguarda il ruolo di meccanismi epigenetici nella regolazione della trascrizione genica. Il
meccanismo epigenetico maggiormente studiato riguarda la metilazione del DNA. Studi recenti, sia in vitro sia su modelli animali,
hanno mostrato che diverse esposizioni ambientali, tra cui molti cancerogeni chimici, possono modificare la metilazione del DNA ed
essere implicati nella genesi di malattie degenerative.
Tematiche specifiche d’area
14,6,1**
Bertazzi (UniMi). Ruolo dei polimorfismi genetici nel metabolismo e nel meccanismo di azione tossica di inquinanti
ambientali.
14,6,2**
Baccarelli (UniMi). Metilazione del DNA e lunghezza dei telomeri quali marcatori degli effetti degli inquinanti
ambientali.
Aspetti applicativi-traslazionali
L'applicabilità in sede di prevenzione e protezione della salute è molteplice:
• la comprensione dei meccanismi biochimici e molecolari del danno conseguente all'esposizione a xenobiotici permette di
identificare sia soggetti particolarmente suscettibili sia misure realmente efficaci
• permette una più accurata stima del rischio nei diversi segmenti della popolazione attraverso la definizione di curve
dose/risposta
• permette di programmare interventi preventivi mirati alla tutela della salute dei soggetti più suscettibili
• migliora la qualità ed informatività degli studi epidemiologici
Potenziali utenti
• Regione Lombardia
• Ministero della Salute
• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
• Unione Europea
Link con altre aree
7,1 − 9,5 − 9,6 − 12,4.
N. prodotti individuati: 2.
Area 14,7: Ambiente psico-sociale e rischio per la salute
Descrizione e osservazioni
L’evoluzione tecnologica, le modificazioni socio-economiche e le trasformazioni organizzative negli ultimi decenni hanno fatto
emergere in maniera prepotente i rischi per la salute connessi ai cosiddetti fattori psico-sociali, ossia quelli aspetti relativi alla
progettazione, organizzazione e gestione del lavoro, nonché ai rispettivi contesti relazionali e sociali nei quali questi si svolgono, che
dispongono del potenziale per dar luogo a danni di tipo fisico, psicologico e sociale.
I fattori di rischio di carattere psico-sociale non sono rischi “nuovi” o “emergenti”, essi sono noti e documentati fin dall’antichità. Il
fatto che fossero meno evidenti rispetto ad adesso era determinato da diversi fattori, principalmente connessi a: a) un effetto di
“mascheramento” da parte di rischi fisici e chimici aventi effetti più immediatamente rilevabili; b) diversi livelli di soglia di
106
percezione e di denuncia in relazione a fasi storiche socio-economiche e culturali; c) la tumultuosa evoluzione nell’organizzazione
sociale e del lavoro connessa con la globalizzazione e le tecnologie dell’informazione.
I cambiamenti socio-economici ed organizzativi avvenuti nel corso dell’ultimo secolo, che ha visto la veloce transizione dalla società
contadina e proto-industriale alla società post-industriale e dei servizi e dell’informazione (il settore terziario occupa attualmente circa
il 65% dei lavoratori) hanno certamente condizionato il prospettarsi di nuove patologie stress-correlate, che trovano negli aspetti
psico-relazionali un terreno di coltura fertile per il proliferare di condizioni di disagio lavorativo e di logorio psicofisico.
Lo stress lavorativo rappresenta infatti il prodotto dell’interazione dinamica fra la persona e il contesto organizzativo e sociale in cui
lavora, costituendo la risultante del rapporto (distorto) tra le sollecitazioni imposte dal compito/ruolo e le capacità dell'operatore a
farvi fronte. I principali fattori di rischio psico-sociali, connessi con i compiti e l’organizzazione del lavoro, si riferiscono in
particolare a: contenuti, carichi e ritmi di lavoro, grado di responsabilità e gravità delle conseguenze dell’errore, orari di lavoro, livello
di partecipazione/decisione, possibilità di carriera, ruolo nell’organizzazione, formazione e addestramento, funzione e cultura
organizzativa, relazioni interpersonali, rapporti/interferenze casa-lavoro.
In base alla terza indagine sulle condizioni di lavoro nell’Unione Europea, promossa dalla Fondazione Europea per il Miglioramento
delle Condizioni di Vita e di Lavoro di Dublino (3rd EU Survey, 2000) lo stress lavorativo viene indicato come la condizione
maggiormente associata al deterioramento della salute dal 30% dei 21500 lavoratori intervistati, con maggiore prevalenza tra i colletti
bianchi (36%) rispetto ai lavoratori manuali (23%).
Ciò rappresenta un costo elevato in termini di salute e di riduzione della prestazione, intesa sia come produttività che qualità del
servizio. Infatti, se da un lato lo stress può provocare serie conseguenze sul benessere psicofisico, altrettanto importanti sono le
conseguenze in termini di ‘sintomi lavorativi’ quali: alti livelli di assenteismo e di turnover, scarsa adesione ed applicazione alle
procedure di sicurezza, basso senso di appartenenza e spirito di gruppo, scarsa iniziativa e ridotta produttività.
In termini monetari vi sono parecchi studi che hanno tentato di stimare i costi diretti ed indiretti connessi con situazioni di stress; quali
ad esempio:
- in Danimarca: 20% di rischio attribuibile allo stress sulle patologie cardiovascolari (Olsen e Kristensen, 1991);
- in Svizzera, secondo uno studio di Ramacciotti e Perriard (2000) i costi annuali dovuti allo stress ammontano a circa 4.2 miliardi di
franchi, pari al 1,2% del PIL, comprendendo le spese mediche (1,4 miliardi) e di automedicazione (0,348 mil), le assenze e la perdita
di produzione (2,4 mil);
- in UK, è stato stimato che circa 40 milioni di giornate lavorative vengono perse ogni anno per problemi connessi a situazioni di
stress (CBI 1999);
- in Svezia, il National Social Insurance Board (1999) segnala che il 14% delle assenze prolungate dal lavoro, in un campione di
15000 lavoratori, sono dovute a patologie stress correlate;
- in USA, viene denunciato il 15% di incidenza dello stress sulle cardiopatie lavoro-correlate, e costi totali di 22.5 miliardi di dollari
nel 1998 (con aumento del 33% in 6 anni), pari al 25-30% della spesa sanitaria aziendale (Leigh e Schmall, 2000);
- un recente studio europeo (‘Stress Impact’, 2005) coordinato dall’Università del Surrey (UK) ha stimato in più di 20 miliardi di Euro
il costo globale dello stress nell’Unione Europea, comprendendo costi lavorativi, personali e sociali.
A differenza dei rischi “tradizionali” di carattere chimico-fisico, nella valutazione dei fattori di rischio psico-sociale non è solo
importante la quantificazione del carico esterno (“stress”), ma è altrettanto (se non più) determinante la valutazione della risposta
dell’individuo (“strain”). La gestione del rischio implica, da un lato, l’individuazione delle più appropriate azioni di carattere
preventivo e/o correttivo da mettere in atto a livello dell’organizzazione del lavoro e, dall’altro, la valutazione precoce di eventuali
alterazioni dello stato di benessere dell’individuo, al fine della messa in atto di adeguate strategie di coping.
Tematiche specifiche d’area
14,7,1*** Cesana (UniMiBicocca). Epidemiologia sociale delle malattie cardiovascolari. Registro delle malattie e del rischio
cardiovascolare.
14,7,2*** Costa (UniMi). Orari di lavoro e tempi di vita nella “Società delle 24 ore”.
14,7,3*** Costa (UniMi). Valutazione e prevenzione dello stress lavorativo, burnout e disturbo post-traumatico da stress.
14,7,4*** Costa (UniMi). Il mobbing come fattore di rischio psico-sociale nel lavoro.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Stabilire gli andamenti nel tempo delle malattie cardiovascolari. Individuare nuovi fattori di rischio CVD nella popolazione
italiana e, in particolare, individuare classi di popolazione a maggior rischio per indirizzare le risorse disponibili per la
prevenzione
• Analizzare l’organizzazione degli orari di lavoro e le interazioni tra tempi di vita e tempi di lavoro al fine del miglioramento
delle condizioni di salute e della prevenzione degli incidenti e infortuni sul lavoro connessi con orari di lavoro irregolari
• Ap ondire la relazione tra fattori organizzativi e disturbi e patologie psicosomatiche, onde prevenire il disagio lavorativo e le
conseguenze negative in termini di salute e relative spese sanitarie e assicurative, nonché di riduzione della produttività e
della funzione sociale del lavoro
• Promuovere e sostenere l’occupazione dei lavoratori anziani in modo soddisfacente sia per l’individuo che per l’impresa
Potenziali utenti
• Regione Lombardia (Assessorati alla Sanità, Istruzione, formazione e lavoro, Famiglia e solidarietà sociale)
• Aziende sanitarie
• Aziende industriali, del commercio e dei servizi
• Organizzazioni sindacali
Link con altre aree
107
1,2 − 1,5 − 1,6 − 1,8 − 1,9 − 4,1 − 8,4 − 8,8 − 10,2.
N. prodotti individuati: 4.
Area 14,8: Ambiente di vita e di lavoro ed immuno-allergopatie
Descrizione e osservazioni
Nella società moderna si sta verificando un crescente incremento di malattie la cui patogenesi può essere attribuita ad alterazioni del
sistema immunitario. Una percentuale di queste, ancorché non ben definita, nonostante autorevoli agenzie la stimino intorno al 4-6%
di tutte le malattie allergiche, riconosce un’eziologia essionale. Ovvero composti chimici che fungono da apteni e, ove proteici, da
diretti immunogeni, sarebbero responsabili di alterazioni del sistema immunitario, sia in termini di ipersensibilità (vedi allergopatie),
sia in termini di autoimmunità o immunodepressione, con conseguente ipotizzato rapporto con patologie neoplastiche e/o infettive.
Per quanto riguarda le allergopatie, ove è nota la loro eziologia essionale, i quadri nosologici sono assolutamente sovrapponibili a
quelli delle allergopatie tradizionali. Dati più frammentari e di difficile interpretazione riguardano le patologie professionali di tipo
autoimmune o da immunosoppressione e, perciò il rapporto tra una riduzione della risposta immunitaria, causata da sostanze chimiche
in uso lavorativo e/o dell’ambiente e lo sviluppo delle patologie infettive e/o neoplastiche, di cui è evidente il trend di crescita. Da qui
la necessità di compiere uno studio della relazione tra inquinanti occupazionali e ambientali e sistema immunitario, che ha identificato
la necessità di un percorso a gradini (test di primo, secondo e terzo livello). Tali studi sono in genere condotti sul campo su lavoratori,
perché esposti a concentrazioni più elevate e a composti meglio identificabili, valutandone parametri sierici, cellulari e funzionali. I
dati ottenuti su lavoratori potranno, in ambito di valutazione del rischio, essere estrapolati alla popolazione generale.
Tematiche specifiche d’area
14,8,1*** Moscato (UniPvMaugeri). Meccanismi patologici delle immuno-allergopatie respiratorie correlate con esposizioni a
pneumoallergeni occupazionali ed ambientali.
14,8,2**
Brambilla (UniMi). Studio della relazione tra inquinanti ambientali e sistema immunitario.
14,8,3**
Brambilla (UniMi). Messa a punto di protocolli per lo studio della relazione tra alterazioni tossiche del sistema
immunitario ed esposizione a xenobiotici.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le ricerche in essere potrebbero contribuire alla prevenzione ed alla gestione delle patologie da alterazione del sistema immunitario
connesse all’esposizione a sostanze chimiche sia occupazionale che ambientale con evidente beneficio in termini di salute pubblica
nazionale, ma anche internazionale.
Potenziali utenti
• Organizzazione Mondiale della Sanità
• Unione Europea
• Ministero della Salute
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Aziende Sanitarie Locali
• Aziende Ospedaliere
Link con altre aree
2,4.
N. prodotti individuati: 3.
Area 14,9: Agricoltura, allevamento, alimentazione e sicurezza alimentare
Descrizione e osservazioni
Il settore agricolo e l’allevamento presentano vari rischi per i lavoratori e per la popolazione rurale. L’uso di sostanze chimiche
nell’agricoltura intensiva è molto sostenuto e questo ha ricadute sia sugli operatori sia sui consumatori dei prodotti alimentari. Oltre
alle sostanze chimiche, sono presenti agenti infettivi di origine animale che possono essere trasferiti all’uomo, come pure ci possono
essere contaminazioni microbiologiche degli alimenti e delle acque potabili. Inoltre il fenomeno degli infortuni è particolarmente
grave in agricoltura. Per quanto riguarda l’alimentazione, oltre alla qualità e la sicurezza degli alimenti, che hanno diverso significato
nei paesi sviluppati e in quelli in via di sviluppo, in questi ultimi si pone anche il problema della quantità di cibo disponibile e degli
effetti della malnutrizione/sottonutrizione. Questi complessi problemi legati a questo settore possono essere affrontati solo mettendo
108
insieme competenze diverse quali quelle descritte nelle Università Lombarde. Tali competenze sono di alto livello come dimostrato
dalle pubblicazioni, dalla partecipazione a progetti di ricerca nazionali e internazionali e dalla partecipazione di singoli docenti a
comitati nazionali e internazionali di esperti sui vari argomenti che interessano il settore.
Tematiche specifiche di area
14,9,1**
Porru (UniBs). Valutazione del rischio, sorveglianza sanitaria e prevenzione negli allevamenti avicoli e suinicoli.
14,9,2*** Colombi (UniMi). Indagine campionaria dello stato di salute dei lavoratori degli allevamenti lombardi e rischi da
malattie emergenti: zoonosi da zecche, esposizione ad oncovirus.
14,9,3*
Moretto (UniMi). Sviluppo di indicatori per il monitoraggio dei rischi occupazionali e ambientali delle attività agricole
e della pesca.
14,9,4*** Moretto (UniMi). Rischio da fitofarmaci e altri prodotti chimici in agricoltura.
14,9,5**
Moretto (UniMi). Residui di pesticidi e altri contaminanti negli alimenti e contaminazione delle acque per uso potabile:
monitoraggio e valutazione del rischio per la popolazione.
14,9,6*** Galli (UniMi). Contaminazione microbiologica degli alimenti e delle acque potabili: monitoraggio e prevenzione.
14,9,7*** Pontello (UniMi). Epidemiologia e controllo delle infezioni/intossicazioni veicolate da alimenti.
14,9,8*** Moretto (UniMi). Impatto delle pratiche agricole sull’ambiente.
14,9,9**
Colombi (UniMi). Infortuni in agricoltura e allevamento.
14,9,10*** Pontello (UniMi). Alimentazione e sicurezza alimentare nei paesi in via di sviluppo.
14,9,11** Colombi (UniMi). Strutture e servizi per la salute e la sicurezza in ambito rurale.
Aspetti applicativi-traslazionali
Le attività di ricerca illustrate possono concorrere:
• ad una migliore prevenzione delle patologie associate all’attività lavorativa in agricoltura e allevamento
• ad una migliore attività di prevenzione dei rischi da assunzione di sostanze chimiche con gli alimenti e delle tossi-infezioni di
origine alimentare (cibi e acqua potabile)
• ad un uso sostenibile dei pesticidi
• ad una migliore prevenzione delle malattie infettive derivate dall’ingestione di alimenti contaminati nei paesi in via di
sviluppo
Potenziali utenti
• Regione Lombardia.
• Strutture, servizi e agenzie operanti in ambito di sanità, veterinaria, agricoltura, attività produttive
• Medici Competenti
• Istituti Zoo ilattici
• Industrie alimentari
• Industrie produttrici di pesticidi
• Agricoltori e loro associazioni
• Allevatori e loro associazioni
• Consumatori
• ONG per la cooperazione internazionale
• Ministero della Salute
• Ministero degli Affari Esteri
Link con altre macroaree:
4,1 − 5,1 − 5,13 − 6,11 −7,1 − 12,4.
N. prodotti individuati: 11.
Area 14,10: Ergonomia per la prevenzione delle patologie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico in
ambienti di vita e di lavoro
Descrizione e osservazioni
Le patologie muscoloscheletriche correlate al lavoro (in sigla anglosassone WMSDs - Work related MusculoSkeletal Disorders)
costituiscono oggi, in Europa, il gruppo più consistente di malattie essionali: secondo EUROSTAT esse rappresentano, con
riferimento all’anno 2004, oltre il 50% di tutte le malattie essionali riconosciute nei diversi paesi e sistemi assicurativi europei.
In gran parte si tratta di patologie a carico degli arti superiori (forme tendinee e peritendinee al polso, gomito e spalla, forme ad
interessamento nervoso come la sindrome del tunnel carpale) per lo più dovute a movimenti e sforzi ripetuti degli arti superiori svolti
tanto in attività nei settori primari (agricoltura, pesca, edilizia) che industriali (montaggi manuali di componenti) che, ancora, nel
lavoro di ufficio (digitazione al computer); anche vibrazioni (da utensili) trasmesse al sistema mano braccio possono determinare
analoghe patologie.
D’altro lato le affezioni cronico-degenerative della colonna vertebrale, sebbene siano più difficilmente riconosciute come “ essionali”
nonostante sia ad esempio consolidato il rapporto tra le stesse ed attività di movimentazione manuale di carichi, sono di assai
frequente riscontro presso collettività lavorative dell’agricoltura, dell'industria e del terziario con punte assai elevate nei settori
dell’agricoltura, dell’edilizia e della sanità (assistenza ospedaliera).
109
L’agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro ha stimato che i costi di tutte le malattie muscoloscheletriche correlate al lavoro
sono compresi tra 0,5% e 2 % del P.I.L..Studi dettagliati hanno consentito di stimare che i costi totali sono approssimativamente così
ripartiti: 7,5% a costi medici diretti; 62,5% a costi correlati all’assenza per malattia; 30,0% a costi connessi alle disabilità indotte.
In Italia, secondo l’ultimo rapporto dell’INAIL (2005), le patologie muscoloscheletriche essionali, ancorché non ancora “tabellate”,
hanno visto un costante trend di crescita negli ultimi anni che le ha portate ad essere, nel loro complesso, la prima condizione di
malattia essionale indennizzata (35% dei casi nell’industria e oltre il 50% dei casi in agricoltura).
Le affezioni acute dell’apparato locomotore sono al secondo posto (dopo le affezioni delle vie respiratorie comprendenti anche le
sindromi influenzali) nella prevalenza puntuale di patologie acute accusate dagli italiani. Ancora in Italia, le sindromi artrosiche sono
al secondo posto tra le cause di invalidità civile. Secondo stime provenienti dagli Istituti di Medicina del Lavoro, le patologie croniche
del rachide sono la prima ragione nelle richieste di giudizi di non idoneità al lavoro specifico. Tra gli infortuni sul lavoro, la lesione da
sforzo, che nel 60-70% dei casi è rappresentata da una lombalgia acuta, non fa registrare alcun trend negativo.
D’altro lato molti ulteriori dati ed iniziative testimoniano della grande rilevanza delle tematiche riguardanti la prevenzione delle
patologie muscoloscheletriche da sovraccarico biomeccanico; tra questi, possono essere richiamati quelli più recenti e significativi a
livello comunitario:
• Secondo l’ultimo “survey” prodotto dalla Fondazione Europea di Dublino (relativo al 2005), il lavoro manuale ripetitivo
(movimenti ripetuti delle mani e delle braccia) è il fattore di rischio “fisico” più diffuso e coinvolge, per almeno un quarto del
tempo di lavoro, il 61% dei lavoratori europei; tale quota è peraltro salita di 4 punti percentuali, rispetto al precedente survey del
2000, con l’allargamento dell’Unione da 15 a 25 membri.
D’altro lato rimane elevata la proporzione di lavoratori esposti a posture incongrue (circa 45%) e a movimentazione di carichi
pesanti (circa 35%); nel settore della sanità quest’ultima condizione è prevalentemente a carico delle donne.
• Alla fine del 2004, la Commissione Europea, ha lanciato alle Parti Sociali un “allarme” teso a sollecitare l’adozione di strategie
concordate per contrastare la crescente diffusione delle WMSDs in particolare legate al lavoro ripetitivo; in quel richiamo si
sollecitavano tanto iniziative normative che azioni concrete nel merito. Recentemente, dopo che vari fattori intercorsi avevano
frenato l’iniziativa, la Commissione la ha rilanciata proponendo alle parti tanto una nuova direttiva omnicomprensiva per la
prevenzione degli WMSDs (includente anche le previsioni relative a movimentazione manuale di carichi ed uso di VDT) quanto
la messa a punto di documenti accompagnatori come linee-guida, esempi di buona pratica e simili.
• Nella strategia comunitaria 2007-2012 relativa alla salute e sicurezza sul lavoro, recentemente stabilita (febbraio 2007), tra le
diverse priorità, accanto alla lotta agli infortuni, viene posto un particolare accento alla prevenzione delle WMSDs. La tematica di
salute e sicurezza sul lavoro per l’anno 2007 ha riguardato, non a caso, questo particolare aspetto sotto lo slogan “Alleggerire il
carico”.
A fronte di questo quadro vi è necessità di sviluppare e consolidare metodi e criteri originali (oggi già riversati nella normativa tecnica
internazionale) per la valutazione dei rischi lavorativi che siano al contempo di facile applicabilità sul campo ma basati su studi e
ricerche di base di fisiologia muscolare e di biomeccanica applicata, nonché siano in grado di includere quei rilevanti fattori
psicosociali che si sono dimostrati influenti nel determinismo delle patologie muscoloscheletriche considerate; tali metodi dovranno
anche potersi articolare in funzione dei diversi contesti applicativi (es. agricoltura; edilizia; sanità) in funzione delle relative
specificità. Altro importante obbiettivo sarà quello di sviluppare conseguentemente metodi e criteri per una adeguata progettazione del
lavoro manuale che tenga in massimo conto gli aspetti più propriamente organizzativi (ritmi, tempi, pause, rotazioni, stagionalità del
lavoro, ma anche autonomia decisionale) fin qui parzialmente trascurati. Infine è di particolare rilievo la prospettiva di applicare le
conoscenze sviluppate anche ai fini di favorire il icuo re-inserimento al lavoro manuale di soggetti portatori di “disabilità” connesse a
patologie muscoloscheletriche.
Tematiche specifiche d’area
14,10,1*** Occhipinti (UniMiFondazioneIRCCSPoliclinico). Prevenzione delle patologie muscoloscheletriche da sovraccarico
biomeccanico del rachide.
14,10,2*** Porru (UniBS). Il ruolo dei essionisti della salute occupazionale nella prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici
all’arto superiore ed al rachide negli ambienti di lavoro.
14,10,3*** Occhipinti (UniMiFondazioneIRCCSPoliclinico). Prevenzione delle patologie muscoloscheletriche da sovraccarico
biomeccanico degli arti superiori.
14,10,4** Occhipinti (UniMiFondazioneIRCCSPoliclinico). Gestione del rischio da movimentazione dei pazienti e qualità
dell’assistenza in ambito sanitario.
Aspetti applicativi-traslazionali
• Consolidare modelli (già adottati in sede nazionale ed internazionale)di analisi del rischio di WMSDs articolandoli in
funzione di specifiche esigenze applicative e/o di particolari settori produttivi
• Includere in tali modelli la considerazione di nuovi fattori di rischio (es. psicosociali) confermati dalla letteratura.
Implementare la fruibilità (gratuita) dei prodotti di ricerca attraverso i propri siti web
• Raccogliere, consolidare e diffondere esperienze positive di prevenzione delle WMSDs realizzate nei vari settori produttivi
• Promuovere e sostenere l’occupazione dei lavoratori portatori di ridotte capacità lavorative per via di patologie
muscoloscheletriche in modo soddisfacente sia per l’individuo che per l’impresa
Potenziali utenti
• Regione Lombardia (Direzione Generale Sanità)
• Aziende Sanitarie ed Ospedaliere
• Società di consulenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, organizzazione aziendale e ingegneria della produzione
• Aziende agricole, industriali, del commercio e dei servizi
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•
Organizzazioni sindacali
Link con altre macroaree
7,4 − 12,3.
N. prodotti individuati: 4.
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