XIV. Legislaturperiode
XIV legislatura
WORTPROTOKOLL
DER LANDTAGSSITZUNG
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE
NR. 131
N. 131
vom 07.02.2012
del 07/02/2012
Präsident
Vizepräsidentin
Mauro Minniti
DDr.in Julia Unterberger
Presidente
Vicepresidente
WORTPROTOKOLL
DER LANDTAGSSITZUNG
RESOCONTO INTEGRALE
DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO
PROVINCIALE
NR. 131
N. 131
vom 07.02.2012
del 07/02/2012
Inhaltsverzeichnis
Indice
Anfrage Nr. 2213/11 vom 24.11.2011, eingebracht
von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss,
betreffend: SEL-ENEL, "Vorverträge" auf die
Konzessionen: Ist die Rolle der Provinz als
Schiedsrichter kompromittiert? . . . . . . . . . . . . Seite 2
Interrogazione n. 2213/11 del 24/11/2011, presentata
dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss riguardante:
SEL-ENEL, accordi "preventivi" sulle concessioni:
compromesso il ruolo super partes della Provincia? .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 2
Aktuelle Fragestunde . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 13
Interrogazioni su temi di attualità . . . . . . . . . . pag. 13
Antrag des Abgeordneten Leitner auf Abhaltung
einer Aktuellen Debatte, in der Sitzungsfolge des
Monats März, zum Thema Schulkalender im Sinne
des Artikels 111-bis Absatz 1, in Verbindung mit
Artikel 21 Absatz 3, der Geschäftsordnung . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 34
Richiesta del consigliere Pius Leitner di svolgimento
nella tornata di sedute del mese di marzo di un
dibattito di attualità sul tema calendario scolastico ai
sensi del combinato disposto degli articoli 111-bis,
comma 1, e articolo 21, comma 3 del regolamento
interno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 34
Beschlussantrag Nr. 239/10 vom 10.8.2010,
eingebracht vom Abgeordneten Minniti, betreffend
Wohnheime für delogierte Familien . . . . . . . Seite 38
Mozione n. 239/10 del 10.8.2010, presentata dal
consigliere Minniti, riguardante le case Albergo per
famiglie sfrattate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 38
Beschlussantrag Nr. 274/10 vom 30.12.2010,
eingebracht von den Abgeordneten Knoll und Klotz,
betreffend die Verwendung von heimischen Tiroler
Produkten in öffentlichen Einrichtungen . . . . Seite 43
Mozione n. 274/10 del 30.12.2010, presentata dai
consiglieri Knoll e Klotz, riguardante l'utilizzo di
prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche . . . . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 43
Beschlussantrag Nr. 301/11 vom 28.3.2011, eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger, Mair,
Stocker und Tinkhauser, betreffend den Zusammenschluss der Stromnetze am Brenner. . . . . . . Seite 54
Mozione n. 301/11 del 28.3.2011, presentata dai
consiglieri Leitner, Egger, Mair, Stocker e
Tinkhauser, riguardante l'interconnessione delle reti
elettriche al Brennero . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 54
Beschlussantrag Nr. 406/11 vom 15.12.2011,
eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend die
Einführung einer Finanztransaktionssteuer – Steuer
gegen Armut . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Seite 59
Mozione n. 406/11 del 15.12.2011, presentata dal
consigliere Pöder, riguardante l'introduzione di una
tassa sulle transazioni finanziarie – tassa contro la
povertà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 59
Beschlussantrag Nr. 437/12 vom 3.1.2012,
eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend
eine nachhaltige Mobilität und E-Mobility . . . Seite 63
Mozione n. 437/12 del 3.1.2012, presentata dal
consigliere
Vezzali,
riguardante
la
mobilità
ecosostenibile – E-Mobility . . . . . . . . . . . . . . .pag. 63
Beschlussantrag Nr. 438/12 vom 10.1.2012,
eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba
und Heiss, betreffend die SEL: ein "neuer Beginn". . .
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Seite 68
Mozione n. 438/12 del 10.1.2012, presentata dai
consiglieri Dello Sbarba e Heiss, riguardante un
"nuovo inizio" per SEL . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 68
Beschlussantrag Nr. 444/12 vom 23.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Pichler Rolle, betreffend
die Neuausrichtung der SEL AG. . . . . . . . . . Seite 69
Mozione n. 444/12 del 23.1.2012, presentata dal
consigliere
Pichler
Rolle,
riguardante
la
riorganizzazione della SEL Spa . . . . . . . . . . .pag. 69
1
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
Ore 10.06 Uhr
Appello nominale - Namensaufruf
PRESIDENTE: La seduta è aperta. Ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno il processo
verbale della seduta precedente è messo a disposizione delle consigliere e dei consiglieri provinciali in forma cartacea. Su di esso possono essere presentate, per iscritto, richieste di rettifica alla Presidenza entro la fine della
seduta. Qualora non dovesse pervenire alcuna richiesta di rettifica, il processo verbale si intende approvato. Copie
del processo verbale sono a disposizione delle consigliere e dei consiglieri presso le collaboratrici e i collaboratori
addetti alla stesura del processo verbale stesso (ultimo banco).
Vi ricordo che da oggi le sedute del Consiglio provinciale sono trasmesse anche in internet. Diamo quindi il
benvenuto a tutti coloro che ci seguono in internet.
Con nota del 31.1.2012 ho invitato, ai sensi dell’art. 108-quater del regolamento interno, sia i rappresentanti
del Consiglio provinciale nella commissione dei 6 e dei 12, l’onorevole avv. Karl Zeller e l’avv. Alberto Zocchi, sia i
sette componenti della commissione permanente per i problemi della provincia di Bolzano (misura 113 del Pacchetto), ossia i consiglieri provinciali Durnwalder, Thaler Zelger, Pichler Rolle, Leitner, Tommasini e Vezzali nonché il dott. Hugo Valentin, a presentare al Consiglio provinciale entro il mese di maggio p.v. una relazione sulle
attività svolte o eventualmente pianificate.
In risposta alla nota inviata ai citati componenti della commissione di cui alla misura 137 del pacchetto mi è
arrivata in data rispettivamente 2 e 3 febbraio u.sc. da parte dei consiglieri Leitner e Pichler Rolle la comunicazione che la citata commissione non sarebbe mai stata costituita e che comunque non si sarebbe svolta in questa
legislatura alcuna seduta od altra attività della commissione.
Il consigliere Leitner mi ha invitato anche ad intervenire presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché detta commissione sia costituita quanto prima, così da poter svolgere le proprie funzioni. Sarà mia cura
provvedere a quanto richiesto dal consigliere Leitner.
Aggiungo che i nominativi delle persone elette dal Consiglio provinciale nella seduta del 15 settembre 2010
quali componenti della commissione di cui alla misura 137 del Pacchetto sono stati comunicati alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri con nota della Presidenza del Consiglio provinciale del 23 settembre 2010.
Prima di procedere voglio ancora ricordare che per quanto riguarda le interrogazioni sui temi di attualità
della seduta precedente a quella di oggi sono arrivate sei risposte oltre il termine utile, tre del presidente Durnwalder, due dell'assessore Mussner e una dell'assessore Theiner. Siamo invece ancora in attesa di due risposte da
parte dell'assessore Laimer e una da parte dell'assessore Widmann.
Prego i signori consiglieri/le signore consigliere di alzarsi in piedi.
Gentili consigliere e consiglieri,
oggi vorrei commemorare un ex consigliere provinciale che ha segnato la storia recente di questa terra:
Giuseppe Sfondrini, forse il politico altoatesino con maggiore anzianità di servizio. La sua carriera politica cominciò
nel 1952 come consigliere e assessore comunale a Bolzano; nel 1967 venne eletto in Consiglio provinciale, dove
fu attivo per 25 anni: riconfermato per ben cinque volte dagli elettori, fu assessore ma anche esponente
dell’opposizione, e in ogni caso rimase sempre fedele alle sue origini politiche, il PSI. Dal 1981 al 1983 fu presidente del Consiglio provinciale, dal 1992 al 1994 fece parte della commissione dei sei e dei dodici. Nel 1995 tornò
in Consiglio comunale, dove fece l’assessore e anche il presidente del Consiglio stesso.
Giuseppe Sfondrini era un uomo di grande coerenza oltre che aperto al dialogo, un uomo fedele alle proprie
convinzioni politiche, a partire dalle quali cercava poi la collaborazione con gli altri. Ha vissuto esperienze difficili,
come quella della resistenza, e negli anni degli attentati in Alto Adige ha sempre cercato il dialogo con la popolazione tedesca. Era assessore provinciale all’industria quando la zona industriale di Bolzano entrò in crisi, divenne
assessore comunale all’ambiente quando il suo predecessore diede le dimissioni per la questione dell’inceneritore
– e ha sempre lottato: per la pace, per il progresso, per la tutela di ogni singolo posto di lavoro.
Sfondrini trovava consensi ed era rispettato anche al di fuori della propria cerchia politica, come possiamo
vedere dalle tante attestazioni di stima di questi giorni. Ciò è probabilmente dovuto in gran parte al suo stile, alla
combinazione di coerenza politica e disponibilità al dialogo.
2
Sfondrini era anche consapevole del suo dovere di lavorare per il bene di tutta la popolazione, guardando
oltre il proprio orizzonte politico.
Gentili consigliere e consiglieri, Vi chiedo ora di osservare un minuto di silenzio in ricordo di Giuseppe
Sfondrini.
(Un minuto di silenzio – eine Gedenkminute)
Grazie.
Ha chiesto la parola il consigliere Seppi sull'ordine dei lavori, prego.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Pur considerando giusto il fatto che Lei abbia voluto dedicare un minuto di silenzio ad un ex collega che ha onorato quest'aula per diversi anni e che purtroppo è deceduto, vorrei anche ricordarLe però che tutte le istituzioni italiane si sono fermate per un minuto di silenzio relativamente alle vittime della Costa Crociere causa il naufragio all'isola del Giglio, cosa che Lei evidentemente si è
scordato di fare, non ho capito per quale ragione. Mi auguro che non sia per una certa simpatia umana nei confronti del comandate Schettino, signor presidente. Siccome mi auguro che così non sia, anche se lo sospetto,
chiederei che Lei avesse la stessa accortezza per ricordare decine di vittime non solo italiane che in quel naufragio hanno perso la vita, e che come in tutte le altre istituzioni del resto d'Italia è stato fatto, anche il Consiglio provinciale di Bolzano dedichi a quelle vittime un minuto di silenzio.
PRESIDENTE: Io Le posso assicurare che ho una sensibilità enorme sul problema per quanto riguarda il
disastro della Costa Concordia, anche perché mi ha toccato molto più da vicino di quanto Lei possa pensare. Ritengo comunque di accogliere la richiesta del consigliere Seppi e chiedo che si faccia un minuto di silenzio anche
per le vittime della Costa Concordia.
Ha chiesto la parola il consigliere Knoll, prego.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich darf daran erinnern, dass wir im Kollegium der Fraktionsvorsitzenden bereites einmal darüber diskutiert haben, welche Anlässe wir im Landtag verwenden, um hier Gedenkminuten
abzuhalten. Wir haben uns mehr oder weniger darauf geeinigt, dass wir dies nur bei Dingen tun, die den Landtag
betreffen, das heißt, wenn Persönlichkeiten sterben, die mit dem Landtag zu tun haben bzw. hatten. Ich bin grundsätzlich damit einverstanden. Ich werde mich jetzt bestimmt nicht dagegen verwehren, aber ich hätte eine Bitte an
das Präsidium dahingehend, zukünftig Richtlinien zu erlassen, welchen Dingen man gedenkt und welchen nicht.
PRESIDENTE: Chiedo ai consiglieri di alzarsi in piedi per fare un minuto di silenzio in memoria delle vittime
della Costa Concordia.
(Un minuto di silenzio – eine Gedenkminute)
Grazie.
Ci sono due interrogazioni alle quali l'assessore Laimer non ha risposto per iscritto. Sono le interrogazioni
n. 2213/11 e 2214/11.
Interrogazione n. 2213/11 del 24/11/2011, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss
riguardante: SEL-ENEL, accordi "preventivi" sulle concessioni: compromesso il ruolo super partes della
Provincia?
Anfrage Nr. 2213/11 vom 24.11.2011, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss,
betreffend: SEL-ENEL, "Vorverträge" auf die Konzessionen: Ist die Rolle der Provinz als Schiedsrichter
kompromittiert?
Prego il consigliere Dello Sbarba di dare lettura dell'interrogazione.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Il Consiglio di Stato ha
riconosciuto nell’aprile 2011 il diritto dei Consiglieri provinciali del gruppo Verde di prendere visione
dei contratti firmati da SEL con ENEL che hanno dato vita alla società SE Hydropower. Dopo averli
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analizzati accuratamente, siamo ora in grado di fare un quadro degli accordi e porre alla Giunta provinciale precise domande in merito.
I contratti SEL-ENEL che ci sono stati consegnati consistono di 3 documenti:
Accordo preliminare del 23 ottobre 2008: viene fissato il quadro generale.
Accordo definitivo del 20 ottobre 2009: viene modificato il quadro generale e definito nel dettaglio con
una serie di contratti collegati.
Closing Memorandum del 27 maggio 2010: dà vita alla società comune SE Hydropower, operativa
dal 1° giugno 2010.
Di tali documenti ci sono state consegnate copie di copie, poiché gli originali erano in quel momento
sotto sequestro presso il Tribunale di Bolzano in seguito all’inchiesta giudiziaria, non ancora conclusa, sulla concessione della Centrale di Sant’Antonio.
Ci risulta che successivamente sono stati dissequestrati.
1. L’OBBIETTIVO: VINCERE LE CONCESSIONI
Mentre i contratti SEL-EDISON hanno avuto come oggetto la gestione congiunta, fino alla scadenza,
di 7 centrali già proprietà EDISON, i contratti SEL-ENEL sono stati stipulati dalle due società per affrontare in posizione di vantaggio, e vincere, le gare per il rinnovo delle Concessioni di Grande derivazione in scadenza il 31 dicembre 2010 di 11 centrali ex ENEL: Bressanone, Cardano, Lana, Lappago, Molini di Tures, Ponte Gardena, S. Valpurga + Pracupola, Rio Pusteria, S. Antonio, S. Pancrazio, Sarentino.
Queste 11 grandi centrali producono ogni anno 2.258.822 MWh, quasi la metà di tutta l’elettricità
prodotta sul nostro territorio. Un’enorme ricchezza per i prossimi 30 anni.
Inizialmente SEL e ENEL partecipavano da avversarie a queste gare, avendo presentato entrambe
entro il termine del dicembre 2005 domanda per tutte le concessioni.
Con i contratti del 2008-2009, le due società da concorrenti diventano alleate: qualunque delle due
avesse vinto, avrebbe conferito le concessioni ottenute nella società comune SE Hydropower, partecipata al 60% da SEL e al 40% da ENEL.
Per la Provincia, che ha autorizzato la sua società energetica a sottoscriverli, questi accordi implicano la decisione di riconsegnare a ENEL i diritti di sfruttamento del 40% dell’energia del nostro territorio, anche se ENEL avesse perso (come ha perso) tutte le gare per le concessioni.
La Provincia ha accettato di pagare questo prezzo per ottenere questi vantaggi:
Aumentare la possibilità di vittoria per SEL, alleandosi col concorrente più temibile;
Impedire che ENEL contestasse il conflitto di interessi della Provincia nel suo doppio ruolo di autorità
che assegna le concessioni e SEL che le riceve. Grazie agli accordi con SEL, l’ENEL da antagonista
è diventata partner e dunque non avrebbe certo fatto ricorso, per non danneggiare se stessa.
Penalizzati dagli accordi sono stati soprattutto i Comuni e le loro società e consorzi energetici,
anch’essi enti pubblici che partecipavano alle gare. Si sono trovati a competere contro un cartello
composto da ENEL, concessionario uscente e colosso nazionale, e da SEL, società di proprietà
dell’autorità amministrativa arbitra delle gare.
Gli accordi SEL-ENEL rappresentano la realizzazione per contratto di questa strategia.
Che gli accordi SEL-ENEL fossero mirati alle gare per le concessioni lo dimostra chiaramente la successione degli avvenimenti:
Il 31 dicembre 2005 scade il termine per la presentazione delle domande di concessione per le centrali ENEL.
Il 23 ottobre 2008 e il 20 ottobre 2009 SEL ed ENEL firmano gli accordi.
Dal 16 novembre 2009 al 12 aprile 2010: la Giunta decide sulle concessioni:
Data delibera Giunta
assegnata
Centrale
provinciale
a
Rio Puste16 novembre 2009
Eisackwerk
ria 1 e 2
Cardano
30 dicembre 2009
SEL
Lana
30 dicembre 2009
SEL
Lappago
30 dicembre 2009
SEL
Molini Tu30 dicembre 2009
SEL
res
4
Ponte Gar30 dicembre 2009
SEL
dena
S Valpurga
30 dicembre 2009
SEL
S Antonio
30 dicembre 2009
SEL
S. Pancra30 dicembre 2009
SEL
zio
Sarentino
30 dicembre 2009
SEL
Bressanone
12 aprile 2010
SEL
Il 27 maggio 2010 SEL e ENEL firmano il “Closing memorandum”. Nasce SE Hydropower.
Il 31 dicembre 2010 scadono le vecchie concessioni.
Dal 1 gennaio 2011 al 31 dicembre 2040: durata trentennale delle nuove concessioni.
Gli accordi SEL-ENEL comprendono anche 8 concessioni di piccola derivazione ex ENEL valide fino
al 31 dicembre 2029: Fontana Bianca, Longiarù, Predoi, Stegona, Pontives, Selva Gardena, Versciaco, Pracomune (S. Valpurga) per una potenza efficiente di 17,9 MW.
Secondo quanto previsto dagli accordi, tali mini centrali vengono acquistate dalla nuova società SE
Hydropower il 23 dicembre 2010 al prezzo fissato di € 20 milioni.
2. VALORI E QUOTE IN SE HYDROPOWER
Gli accordi SEL-ENEL del 2008 e del 2009 stabiliscono i seguenti “valori convenzionali, fissi e invariabili”:
Valore di SE Hydropower, sulla base delle 12 grandi concessioni idroelettriche ex ENEL: € 850 milioni. Così composto:
€ 315 milioni: Beni non gratuitamente devolvibili, cioè le centrali che alla scadenza restano di proprietà del concessionario uscente (R.D. 1933 n. 1775).
€ 25 milioni: Altri beni inerenti le centrali.
€ 510 milioni: Le 12 concessioni idroelettriche ex ENEL.
Quote societarie che i soci si impegnano a detenere in SE Hydropower:
SEL: 60%
ENEL: 40%
IMPORTANTE: I valori di queste quote non possono variare. In caso contrario l’accordo obbliga i
soci a ulteriori operazioni di compensazione per raggiungere comunque le quote concordate.
Ma a quali somme e a quali beni corrispondono queste quote? Se si calcolano i loro valori monetari,
si scopre che…
Valore quota SEL: € 850 milioni * 60% = € 510 milioni = valore delle 12 concessioni idroelettriche in
scadenza;
Valore quota ENEL: € 850 milioni x 40% = € 340 milioni = valore delle Centrali ex ENEL (impianti e
rispettivi altri beni).
Dunque:
SEL s’impegna a conferire in SE Hydropower tutte le concessioni idroelettriche.
ENEL si impegna a conferire in SE Hydropower tutti gli impianti corrispondenti.
Tra le posizioni dei soci che firmano gli accordi c’è però una fondamentale differenza:
ENEL è già in possesso degli impianti e dei relativi beni; se una concessione verrà assegnata a un
terzo, questi comunque dovrà pagare a ENEL il valore degli impianti ed ENEL potrà portare comunque tale valore nella SE Hydropower;
SEL invece firma l’accordo definitivo il 20 ottobre 2009, cioè prima che la Provincia abbia deciso sul
rinnovo delle concessioni (la prima è del 16 novembre, 25 giorni dopo!) e dunque prima di sapere se
potrà effettivamente rispettare i patti.
Su queste date c’è solo da notare che la Giunta provinciale sembra aver atteso la firma degli accordi
SEL-ENEL per procedere con l’assegnazione delle concessioni.
3. CONTRATTO “ALEATORIO” E CONGUAGLIO
Gli accordi SEL-ENEL possono rientrare nella fattispecie del “contratto aleatorio” (dal latino alea, rischio): un atto negoziale in cui l'entità e/o l'esistenza dei beni scambiati non è garantita, ma si verificherà – o no, o in parte – nel futuro. Perciò le parti si assumono un rischio molto alto e si garantiscono attraverso clausole risarcitorie nell’eventualità che un socio non riesca a rispettare l’impegno
preso.
5
Nel nostro caso la piena realizzazione dell’accordo presupponeva che la Provincia conferisse a SEL
tutte le 12 concessioni ex ENEL in modo che SEL potesse raggiungere in SE Hydropower la propria
partecipazione del 60%.
Se invece le gare le avesse vinte qualcun altro (com’è avvenuto nel caso di Rio Pusteria), la SEL si
era obbligata a pagare un conguaglio:
A seguito dei rispettivi conferimenti la Società sarà detenuta per il 60% da SEL e per il
40% da ENEL. Se al momento dei conferimenti i valori non dovessero corrispondere alle
quote, le parti procederanno a un pagamento in conguaglio.
(Articolo 2 Accordo definitivo)
Per poter calcolare il conguaglio venivano fissati i valori di ciascuno dei beni e di ciascuna delle concessioni che i soci erano impegnati a conferire in SE Hydropower.
QUOTA ENEL.
L’accordo elenca i relativi valori specificando che essi sono “fissi e invariabili e convenzionalmente
stabiliti dalle parti”:
Beni non gratuitamente devolvibili:
CENTRALI ENEL
VALORE CONVENZIONALE
Bressanone
€ 73.526.000
Cardano
€ 67.070.000
Lana
€ 47.219.000
Lappago
€ 11.426.000
Molini di Tures
€ 6.468.000
Ponte Gardena
€ 6.615.000
S. Valpurga +
Pracupola
€ 51.517.000
Rio Pusteria 1 e 2
€ 7.595.000
S. Antonio
€ 22.142.000
S. Pancrazio
€ 12.148.000
Sarentino
€ 9.273.000
Totale
€ 315.000.000
Altri beni: (elencati nell’allegato 3: edifici, terreni, opere viarie ecc…): € 25 milioni.
QUOTA SEL
Valore delle concessioni idroelettriche, che SEL Spa s’impegna a conferire in SE Hydropower per
acquisire la partecipazione del 60%.
Per ciascuna concessione si considera la “Producibilità naturale” annua (dalla media di produzione
annua nel periodo 1997-2006) moltiplicata per € 225,7815 / MWh.
CENTRALI ENEL
VALORE DELLE CONCESSIONI IDROELETTRICHE
Producibilità naturale
VALORE
MWh
(225,7815 €/mw)
Bressanone
550.518
€ 124.296.780
Cardano
687.803
€ 155.293.193
Lana
200.763
€ 45.328.571
Lappago
77.243
€ 17.440.040
Molini di Tures
57.985
€ 13.091.940
Ponte Gardena
50.592
€ 11.422.738
S Valpurga
92.578
€ 20.902.400
Rio Pusteria 1
56.488
€ 12.753.945
Fundres
Rio Pusteria 2
31.648
€ 7.145.533
Valles
S Antonio
270.671
€ 61.112.504
6
S. Pancrazio
99.605
€ 22.488.966
Sarentino
82.928
€ 18.723.608
Totale
2.258.822
€ 510.000.219
4. SEL RISCHIA PIÙ DI ENEL
I CASI IN CUI SCATTA IL CONGUAGLIO
L’accordo fissa le diverse eventualità di rischio che potrebbero far scattare o meno il conguaglio.
Ecco le principali (cui possono essere ricondotte tutte le altre):
Una concessione viene assegnata dalla Provincia a un terzo (caso di Rio Pusteria): SEL paga un
conguaglio a ENEL per il mancato apporto.
Una concessione assegnata dalla Provincia a SEL viene impugnata e il tribunale la assegna a un
terzo: SEL paga un conguaglio posticipato a ENEL per il mancato apporto.
Una concessione viene assegnata dalla Provincia non a SEL ma ad ENEL: SEL paga il conguaglio a
ENEL per il mancato apporto e per il maggior apporto di ENEL.
Una concessione viene attribuita a terzi e il valore dei beni conferiti da ENEL viene contestato e diminuito da un tribunale: ENEL paga il conguaglio a SEL per il mancato apporto.
Come si vede ci sono due tipi di rischi:
RISCHIO SEL: non apportare una o più concessioni.
RISCHIO ENEL: subire una diminuzione di valore dei beni a seguito di vertenza giudiziaria.
Si tratta di rischi non equivalenti. Infatti:
Il rischio SEL si avvera indipendentemente dal rischio ENEL: SEL può perdere una concessione, ma
ENEL non perde il valore del relativo impianto, che gli verrà rilevato al valore fissato.
Il rischio ENEL si avvera solo in seguito all’avverarsi del rischio SEL: solo nel caso in cui una concessione sia andata a terzi, qualcuno potrà contestare il valore dei beni da rilevare. Se invece le
concessioni vanno a SEL, questa non potrà contestare il valore dei beni ENEL, poiché li ha accettati
negli accordi sottoscritti.
Il rischio SEL è sempre più alto del rischio ENEL: il valore di una concessione è infatti sempre superiore al valore dei relativi impianti.
CONSEGUENZA: se c’è un conguaglio, questo sarà sempre e in ogni caso a carico di SEL. Ne varia
solo l’entità: è maggiore nel caso 1, minore nel caso 2 dove quanto dovuto da ENEL riduce l’entità di
quanto dovuto da SEL.
5. CALCOLO DEL CONGUAGLIO
Affinché SE Hydropower sia detenuta secondo la partecipazione del 60% da SEL e del 40% da
ENEL, le parti convengono che il conguaglio sia determinato secondo la seguente formula:
CONGUAGLIO =
60% Valore assunto da SE Hydropower in seguito alle concessioni ottenute, agli impianti e ai beni conferiti
MENO
Valore delle concessioni conferite da SEL
PIÙ
60% Situazione patrimoniale del ramo d’azienda conferito da ENEL
(differenza tra passività e attività)
Il primo fattore (60% del valore di SE HYdropower) rappresenta quanto dovrebbe valere la quota
SEL del 60% una volta conclusa la procedura di assegnazione delle concessioni, che esse siano
conferite a SE Hydropower e che ENEL abbia fatto confluire gli impianti e i beni del proprio “ramo di
azienda”;
il secondo fattore rappresenta il valore delle concessioni effettivamente portate da SEL;
il terzo fattore, la situazione patrimoniale dei beni ENEL.
Per semplificare, possiamo limitarci per ora a considerare soli i primi due fattori; il terzo fattore va
semplicemente a compensare in più o in meno quanto dovuto in conguaglio sugli esiti delle assegnazioni delle concessioni, che è ciò che ci interessa.
Ipotizziamo dunque che il saldo tra passività e attività della situazione patrimoniale ENEL sia uguale
a zero.
Facciamo ora qualche simulazione (le cifre sono in milioni di €):
1° caso: SEL ottiene tutte le concessioni ex ENEL.
7
60% SE Hydropower
Valore concessioni SEL
Co
ngu
agl
io
850*60% = € 510
€ 510
€0
2° caso: SEL perde la concessione di Lana, del valore di € 45,3 milioni.
Co
nValore concessi60% SE Hydropower
gu
oni SEL
agl
io
€
(850 – 45,3)*60% =
€
510 – 45,3 = €
18,
482,8
464,7
1
3° caso: SEL perde la concessione di Lana (€ 45,3 milioni) e quella di Sant’Antonio (€ 61,1 milioni).
Con
60% SE Hydropower
Valore concessioni SEL
guaglio
(850 – 45,3 – 61,1)*60% = €
510 – 45,3 – 61,1 = €
€
446,1
403,6
42,5
4° caso: SEL perde la concessione di Lana (€ 45,3 milioni), quella di Sant’Antonio (€ 61,1 milioni) e
quella di Bressanone (€ 124,2 milioni).
C
o
n
g
60% SE Hydropower
Valore concessioni SEL
u
a
gl
io
€
(850 – 45,3 – 61,1 – 124,2)*60% =
510 – 45,3 – 61,1 – 124,2 =
9
2,
€ 371,6
€ 279,4
2
La simulazione potrebbe continuare aggiungendo via via altre concessioni non ottenute.
Viene da chiedersi: C’è un limite al numero di concessioni non ottenute, oltre il quale l’accordo SELENEL non è più valido e i due soci sono liberati da ogni impegno?
La risposta la troviamo al capitolo 20 dell’accordo definitivo: “Risoluzione dell’accordo”:
Le parti attribuiscono a ciascuna di esse la facoltà di richiedere la risoluzione del presente accordo qualora SEL,
o la Società, ed ENEL non risultassero, congiuntamente o
disgiuntamente, assegnatari (…) di almeno una delle Concessioni di Grande Derivazione.
Dunque: l’accordo è valido a tutti gli effetti fino all’ottenimento di almeno una concessione, anche se
tutte le altre sono state perdute.
E’ uno scenario estremo, ma – per rendersi conto del rischio che comportava per SEL – facciamo
qualche esempio:
Se SEL avesse ottenuto solo la concessione di Cardano, che è la più grande (€ 155,2 milioni),
avrebbe dovuto pagare un conguaglio di € 142 milioni.
8
Se SEL avesse ottenuto solo la concessione di Ponte Gardena, che è la più piccola (€ 11,4 milioni),
avrebbe dovuto pagare un conguaglio di € 199 milioni.
Anche in ipotesi più plausibili, di perdita di alcune concessioni, SEL si sarebbe trovata obbligata a
pagare consistenti conguagli per partecipare a una società che tra l’altro, avendo perso concessioni,
produce meno energia di quella preventivata.
IL RISCHIO S. ANTONIO
Tra le ipotesi di conguaglio c’è anche quella per cui una concessione assegnata a SEL viene impugnata e il tribunale alla fine la assegna a un terzo.
Un caso d’attualità è quello della centrale di S. Antonio, per grandezza, potenza e soprattutto valore
la terza centrale ex ENEL del Sudtirolo. Quindi una di quelle la cui perdita costa assai cara alla SEL.
Sappiamo che la concessione di S. Antonio non solo è impugnata (come le altre), ma che è oggetto
di una inchiesta giudiziaria particolarmente delicata, che potrebbe influire sull’impugnazione e portare
alla perdita della concessione. Vediamo a quanto ammonterebbe il conguaglio.
5° caso: SEL perde la concessione di S. Antonio, del valore di € 61.112.504.
Con
60% SE Hydropower
Valore concessioni SEL
guaglio
€
(850.000.000 – 61.112.504)*60%
510.000.000
–
24.4
=
61.112.504
=
€
45.0
€ 473.332.498
448.887.496
02
Come si vede, una cifra ingente. Che, sommata a quella già pagata per Rio Pusteria (vedremo sotto
il calcolo) comporta in totale una perdita complessiva di € 32.404.000.
CONCLUSIONE:
Col “contratto aleatorio” stipulato con ENEL, SEL si è assunta un notevole rischio patrimoniale per se
stessa e per la sua proprietaria, la Provincia;
Per SEL era dunque fondamentale ottenere più concessioni possibile.
La Provincia stava per decidere sulle concessioni dopo aver autorizzato la firma di un simile accordo
e dei relativi rischi per la SEL e per se stessa.
Dopo questi accordi la Provincia non poteva essere più considerata “super partes”.
Una caratteristica dei “contratti aleatori” è infatti quella che il loro risultato dipende da un fattore casuale, oppure dalle decisioni di un terzo soggetto su cui i partner del contratto non possono esercitare alcuna influenza.
Nel caso di una Provincia proprietaria del 93,8% di uno dei partner, la SEL, il soggetto che decide è
invece direttamente coinvolto nelle conseguenze del “contratto aleatorio”.
C’è da chiedersi dunque se una società pubblica come la SEL, in questa situazione, potesse sottoscrivere un contratto del genere.
6. L’ESITO DELLA GARA.
CLOSING MEMORANDUM: SEL HA PERSO RIO PUSTERIA (PER ORA)
Com’è noto, la Provincia conclude le assegnazioni nell’aprile 2010. Delle 12 concessioni per le 11
centrali ex ENEL, 10 vanno alla SEL e due, entrambe collegate alla centrale di Rio Pusteria, vanno
alla società Eisackwerk.
Applicando la formula prevista (senza tener conto dello stato patrimoniale di ENEL), questo è il conguaglio dovuto da SEL per la perdita di Rio Pusteria (valore di € 12,7 milioni + € 7,1 milioni = € 19,8
milioni):
C
o
n
g
60% SE Hydropower
Valore concessioni SEL
u
a
gl
io
9
€
7.
9
(850.000.000 – 19.899.478)*60% =
510.000.000 – 19.899.478 =
5
€ 498.060.313
€ 490,100.522
9.
7
9
1
Il 27 maggio 2010 SEL ed ENEL firmano dunque il “closing memorandum” nel quale indicano il conguaglio, che viene attuato attraverso un trasferimento di quote societarie.
“Il valore complessivo del 100% di SE Hydropower al 1.1.2011, come definito dall’articolo 3.1
dell’Accordo, è fissato pari a € 830.100.515,33.
Per effetto del conferimento del ramo d’azienda ENEL alla data dell’esecuzione (1° giugno
2010) ENEL Produzione acquisirà una partecipazione in SE Hydropower del 42,95675% e
come previsto dall’articolo 11.2.A) dell’Accordo, procederà immediatamente alla cessione
della quota di partecipazione del 2,95675% a favore di SEL a fronte del riconoscimento a
proprio favore del valore del Conguaglio.
Tenuto conto anche della Situazione Patrimoniale di Riferimento ENEL al 31 marzo 2010,
utilizzata ai fini del conferimento del ramo d’azienda ENEL in SE Hydropower, il valore del
Conguaglio, così come definito dall’articolo 3.2.A) dell’Accordo, è pari a € 6.155.578,45 ed è
a favore di ENEL produzione”.
Come si vede, il valore complessivo del 100% di SE Hydropower viene ridotto sottraendo il valore
della concessione perduta di Rio Pusteria (€19.899.478 ).
Conguaglio effettivo: la differenza tra i 7,9 milioni calcolati nella prima tabella e i 6,1 milioni stabiliti
nel “closing memorandum” è dovuta al calcolo della situazione patrimoniale del Ramo d’azienda
ENEL conferito in SE Hydropower. Tale fattore viene assunto da SEL per il 60%. Dunque:
Comportando una riduzione del conguaglio, la Situazione patrimoniale ENEL presenta un passivo e
questo per il 60% va a carico di SEL = € 1.804.212,45.
Il passivo trasferito da ENEL in SE Hydropower dovrebbe dunque equivalere a € 3.007.021,25
Sarà interessante sapere da che cosa erano composte le passività e le attività del patrimonio ENEL
al momento del conferimento del suo ramo d’azienda in SE Hydropower.
Infatti tra le voci elencate a questo proposito negli accordi sembra essercene due di particolare interesse, perché oggetto di controverse discussioni:
I beni gratuitamente devolvibili, che dal 1 gennaio 2011 sarebbero passati gratuitamente alla Provincia, e dunque non sarebbero stati più in disponibilità di ENEL.
I compensi in denaro per l’energia non ritirata dalla Provincia, secondo quanto previsto dall’articolo
13 dello Statuto di autonomia.
Hanno inciso, e quanto, queste due voci nel calcolo patrimoniale ENEL?
IL PAGAMENTO DEL CONGUAGLIO.
SEL dunque deve pagare € 6.155.578,45 ad ENEL per “ricomprare” la percentuale mancante alla
sua quota e raggiungere il 60% della società. Sono previste queste modalità:
SEL paga subito a ENEL € 2,5 milioni con valuta al 1° giugno 2010,
la parte residua di € 3,655 milioni potrà essere pagata:
in denaro,
oppure in energia cui SEL rinuncia a favore di ENEL,
oppure in dividendi della SE Hydropower cui SEL rinuncia a favore di ENEL.
Sarà interessante sapere quale di queste forme è stata scelta.
Il capitolo 3 dell’accordo prevede anche altri tipi di conguagli:
Conguaglio situazione patrimoniale ENEL, sulle differenze tra quanto valutato alla vigilia del conferimenti e quanto verificato nei primi 2 mesi
Conguaglio per ingresso anticipato, che riguarda il periodo tra la costituzione di SE Hydropower (1°
giugno 2010) e l’inizio della gestione delle nuove concessioni trentennali (1° gennaio 2011).
Sarà interessante capire anche questi conguagli.
10
7. CONSEGUENZE DEL CONTRATTO “ALEATORIO” SEL-ENEL
Ci sono diversi tipi di “patti aleatori”: dipende dalle clausole aggiuntive. In questo caso, il patto è ancorato a una quota invariabile 60/40 di partecipazione dei soci e all’obbligo del conguaglio. Le conseguenze sono:
Nel caso in cui SEL perda una o più concessioni, non può diminuire il valore della propria partecipazione, ma la deve “ricomprare” pagando il conguaglio.
Le due società che hanno firmato il patto preventivo partecipavano a una gara pubblica, la cui procedura amministrativa era ancora in corso e nella quale le due parti erano formalmente in concorrenza
tra loro.
SEL è società di proprietà della Provincia, cioè della stessa autorità amministrativa chiamata a decidere sulle concessioni.
Per ogni concessione che non avesse assegnato a SEL, la Provincia avrebbe provocato un danno
patrimoniale a SEL e, in quanto proprietaria di SEL, a se stessa (e ai Comuni per la loro piccola
quota).
In queste condizioni la Provincia può essere accusata di non essere “sopra le parti”. Questi accordi
esponevano quindi la “procedura concorrenziale” per le grandi concessioni ex ENEL a un grave rischio di ricorsi e invalidazione.
Questo è ovviamente l’aspetto più delicato e rischioso degli accordi SEL-ENEL
E deve essere stato preoccupante l’avvertimento ricevuto dalla Provincia con una segnalazione da
parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (atto AS650 del 30 dicembre 2009) in
cui si parlava di possibile “violazione dei principi posti a tutela della par condicio nelle procedure di
assegnazione delle concessioni idroelettriche in Alto Adige”. L’accordo definitivo era stato firmato
appena 2 mesi prima: il 20 ottobre 2009 e proprio a quello si riferiva la Segnalazione del Garante:
“Anche la recente costituzione di una impresa comune tra la stessa
SEL ed ENEL finalizzata alla gestione congiunta delle concessioni
idroelettriche che verranno rilasciate alle due imprese (…) rischia di vanificare quel poco di concorrenza per il mercato che residua in una procedura già altamente imperfetta, risultando suscettibile di eliminare il
potenziale ruolo “rivale” del concessionario uscente, ENEL, nei confronti di SEL, controllata dalla stessa Provincia.
Pertanto la costituzione di tale impresa comune, includendo ENEL nel
perimetro del conflitto di interessi esistente tra Provincia e SEL, potrebbe ridurre ulteriormente gli incentivi della Provincia ad adottare criteri imparziali nella scelta dei nuovi aggiudicatari”.
(Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, atto AS650,
30.12.2009)
Una segnalazione allarmante. Per garantirsi dal rischio di vedersi invalidare gli accordi, SEL ed
ENEL fissano nell’accordo definitivo, al capitolo 6, questa clausola:
I patti sono validi solo a condizione che vengano approvati dalla stessa l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato:
“Le parti si impegnano a (…) predisporre e presentare entro 30 giorni dalla data di
sottoscrizione del presente accordo, la documentazione per la notifica alla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dell’operazione contemplata nel presente accordo.
Qualora l’Autorità Garante approvi l’operazione solo a condizione di dare ad essa una
configurazione diversa da quella convenuta, le parti negozieranno ogni opportuna iniziativa per dare attuazione alle prescrizioni dell’Autorità, fermo restando che ciascuna
delle parti potrà recedere dall’accordo senza onere alcuno, qualora l’Autorità condizioni l’approvazione dell’operazione a dismissioni di cespiti rilevanti o altri oneri che
ciascuna delle parti ritenesse pregiudizievole….”
11
Tale condizione evidentemente si realizza, se le parti possono firmare il 27 maggio 2010 il “closing
memorandum” che sancisce l’esecuzione dei patti sottoscritti.
Ma al di là del piano giuridico, gli accordi SEL-ENEL comportano problemi per la politica.
8. LA POLITICA ENERGETICA CENTRALISTICA E I SUOI RISCHI
Gli accordi SEL-ENEL rappresentano una sorta di sanzione contrattuale dell’impostazione centralistica nella politica energetica seguita dalla Giunta provinciale e consentono anche di capire quale rischio essa comporti. Infatti:
PROVINCIA “MATRIGNA” VERSO I COMUNI E I CONSORZI ENERGETICI, che potevano anche
perdere le gare senza che alla Provincia derivasse alcun danno. E infatti nessuna delle concessioni
è andata a questi altri soggetti pubblici locali. Di sussidiarietà e “democrazia energetica” non si può
certo parlare.
LA PROVINCIA HA ASSUNTO UN GRAVE RISCHIO PATRIMONIALE. Abbiamo visto che cosa sarebbe accaduto se la SEL avesse perso non una, ma più concessioni: il conguaglio dovuto a ENEL
avrebbe portato la società provinciale in gravi condizioni finanziarie, che si sarebbero trasferite sul
bilancio pubblico provinciale.
TALE RISCHIO PERSISTE ANCORA, nel caso una o più delle 10 concessioni inizialmente attribuite
a SEL venisse perduta in seguito ai giudizi sui ricorsi ancora pendenti. Né bisogna dimenticare che in
particolare sulla concessione di S. Antonio è in corso addirittura una inchiesta giudiziaria. L’accordo
SEL-ENEL prevede all’articolo 3 proprio l’ipotesi di ulteriore “conguaglio per assegnazione definitiva
di una o più concessioni impugnate”.
IL CONFLITTO D’INTERESSE DELLA PROVINCIA, ACCENTUATO DAGLI ACCORDI SEL-ENEL,
RENDE VULNERABILE LA POLITICA ENERGETICA DELL’AUTONOMIA. Nel doppio ruolo di arbitro e giocatrice (tramite SEL) nella partita idroelettrica la Provincia mette in pericolo il grande risultato
politico ottenuto con le norme di attuazione che hanno trasferito alla Provincia il potere di erogare le
concessioni idroelettriche
Di fronte a questi rischi, l’unica contromisura della SEL e della Provincia pare, come sempre, quella
di garantirsi la “benevolenza” dei giganti multinazionali dell’energia. Gli accordi SEL-ENEL prevedono infatti:
UN PATTO DI NON AGGRESSIONE TRA SEL ED ENEL
Prevede che SEL ed ENEL non impugnino le concessioni assegnate all’altra parte. Infatti:
SEL ha diritto di disdire l’accordo nel caso ENEL, o società a essa collegate, facciano ricorso contro
l’emanazione di una concessione a favore di SEL;
ENEL ha diritto di disdire l’accordo nel caso in cui SEL, o una delle società ad essa collegata, facciano ricorso contro l’emanazione di una concessione a favore di ENEL.
In sostanza, ENEL e SEL si impegnano a non fare ricorso contro l’assegnazione di una o più concessioni all’altro partner, in qualsiasi circostanza ciò avvenga e anche se ciò dovesse procurargli un
danno patrimoniale (si è visto che se una concessione non va a SEL ma a ENEL, SEL deve pagare
un conguaglio più alto).
Tale patto ha dato i suoi effetti: mentre diverse società (AE, VEK, privati…) hanno presentato ricorso
contro le concessioni attribuite a SEL, l’unica società che non ha fatto in nessun caso ricorso è stata
proprio ENEL.
Con gli accordi preventivi con ENEL, SEL ha neutralizzato la sua concorrente più temibile, stringendo con lei un’alleanza.
In effetti, era questo lo scopo degli accordi con i giganti nazionali dell’energia.
9. UN “NUOVO INIZIO” NELLA POLITICA ENERGETICA DELL’AUTONOMIA
Le norme di attuazione che hanno trasferito alla Provincia il potere di erogare le concessioni idroelettriche sono state un grande risultato della politica dell’autonomia.
Purtroppo questo potere è stato finora male utilizzato, al servizio di una politica centralistica che ha
messo la Provincia in un pericoloso conflitto d’interesse, che l’ha costretta a cercare un’alleanza con
i colossi energetici nazionali e internazionali (per “neutralizzarli”) e lo scontro con i Comuni e le loro
società e cooperative energetiche.
La crisi attuale della società energetica provinciale offre l’occasione di un “nuovo inizio”, di cui parla
anche la Giunta provinciale. Dobbiamo ridiscutere come garantire davvero l’interesse pubblico nel
campo idroelettrico.
12
La nostra proposta è chiara: distinguere nettamente i ruoli.
La Provincia deve fare le leggi, bandire le gare e dare le concessioni.
Protagonisti pubblici della produzione e della distribuzione devono essere invece i Comuni, con le
loro società e le loro cooperative energetiche, trovando forme societarie nuove in cui coinvolgere anche i comuni privi di centrali.
Solo così si realizza un’autentica “sussidiarietà e democrazia energetica”.
Non siamo i soli a indicare questa strada: in Sudtirolo ci sono già idee e modelli in proposito. Nessuna ha la ricetta risolutiva: occorre aprire il confronto.
Considerato tutto ciò,
si chiede:
Quando ha autorizzato SEL a firmare gli accordi con ENEL, la Giunta provinciale era a conoscenza
nei dettagli di tali accordi e in particolare dell’impegno preso da SEL di conferire in SE Hydropower
tutte le concessioni ex ENEL pena il pagamento di un conguaglio/penale, con grave rischio patrimoniale per SEL e per la stessa Provincia, sua proprietaria? Come giustifica la Giunta provinciale la
scelta di autorizzare la firma dei patti SEL-ENEL, se questi esponevano sia la SEL sia la Provincia
stessa a gravi rischi patrimoniali?
Non ritiene la Giunta provinciale che il contenuto di tali accordi abbia compromesso il ruolo “super
partes” della Provincia nella procedura di assegnazione delle concessioni idroelettriche, in particolare
nei confronti degli altri soggetti pubblici territoriali, come i Comuni e i consorzi energetici?
Ritiene la Giunta che la SEL potesse legittimamente sottoscrivere un simile “contratto aleatorio”?
Non ritiene la Provincia di aver esposto a rischio tutta la procedura delle concessioni idroelettriche e
il bilancio pubblico, autorizzando gli accordi SEL-ENEL?
Com’è stato calcolato l’ammontare del conguaglio dovuto da SEL a ENEL, espresso nella somma di
€ 6.155.578,45 nel “closing memorandum” sottoscritto da ENEL e SEL il 27 maggio 2010? Si chiede
di indicare le singole voci che hanno contribuito al calcolo, sia da parte di ENEL che di SEL, e il modello di calcolo utilizzato, in forma il più possibile comprensibile e mettendo particolarmente in evidenza – se hanno contribuito – le voci riguardanti i beni gratuitamente devolvibili e il compenso per
l’energia non ritirata ai sensi dell’articolo 13 dello Statuto di autonomia.
Con quali, tra le previste modalità (in denaro, o in energia, o in dividendi), SEL ha pagato – oppure
pagherà, e in questo caso con quali tempi - il conguaglio dovuto a ENEL?
A quanto sono ammontati il “Conguaglio situazione patrimoniale ENEL” e il “Conguaglio per ingresso
anticipato”, di cui al capitolo 3 dell’accordo definitivo, come sono stati calcolati e in che forma e tempi
sono stati pagati?
Intende la Giunta provinciale aprire un tavolo di confronto con i Comuni, le società energetiche pubbliche, i consorzi energetici e gli altri produttori locali, nonché con le parti sociali, per elaborare una
nuova strategia energetica volta ad attuare in questo campo i principi della sussidiarietà, della trasparenza e dell’interesse pubblico?
Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger
PRÄSIDENTIN: Das Wort hat Landesrat Laimer, bitte.
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Das war jetzt eine sehr lange Anfrage, denn sie umfasst 14 Seiten. Es ist so, dass wir im Rahmen der letzten Sitzung bereits einige offene Fragen
hatten. Ich habe heute Vormittag mittlerweile die letzten Antworten gegeben. In dieser Anfrage sind eine Fülle von
Fragen aufgelistet, die auch eine lange Recherche über Rechnungen, Kalkulationen und entsprechende Texte
benötigen. Diese beiden Anfragen sind von Seiten des neuen Präsidenten der SEL noch nicht beantwortet worden. Vielleicht wäre es besser, wenn wir auf die Verlesung der nächsten Anfrage verzichten, weil ich noch etwas
abwarten muss, bis ich die Antworte bekomme, die ich Ihnen dann umgehend weiterleiten werde, damit Sie eine
schriftliche und umfassende Antwort erhalten können. Wie gesagt, zahlreiche Ihrer sehr umfangreichen Fragen
sind bereits beantwortet worden. Die Beantwortung dieser beiden Anfragen ist aber noch offen. Ich hoffe, dass ich
sie Ihnen in den nächsten Tagen schriftlich übermitteln kann. Ich möchte den Antrag stellen, die zweite Anfrage
nicht zu verlesen, um nicht noch einmal dieselbe Antwort geben zu müssen.
13
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Replico, perché le domande sono
già state abbastanza. Assessore Laimer, oggi è anche il primo giorno della trasmissione diretta in internet, quindi
questo spettacolo è disponibile per tutti i cittadini e cittadine della nostra provincia. Già l'altra volta Lei non ha risposto alle nostre interrogazioni né in forma scritta né in forma orale. Io rinuncio a leggere la prossima interrogazione, risparmio questa lettura ai colleghi, anche se la lettura è una specie di sanzione che il regolamento interno
prevede a quell'assessore che non fa il proprio dovere. Anche scrivere questa interrogazione, Le garantisco, c'è
voluto parecchio lavoro! Fra l'altro mi suona strano il fatto che Lei non abbia una risposta a questa interrogazione,
perché Lei per smentire le nostre interrogazioni e le nostre affermazioni, qualche giorno dopo la presentazione di
queste interrogazioni, Lei ha fatto una conferenza stampa con a fianco l'avvocato Brandstätter, in cui ha affrontato
i diversi punti di queste interrogazioni, tra l'altro su questa per smentire ha confermato che la SEL ha pagato un
conguaglio per la centrale di Rio Pusteria, ha presentato questa Sua smentita con una serie di argomenti che
entravano nel merito. Devo prendere atto che quegli argomenti non valevano la carta in cui erano scritti, altrimenti
sarebbe valsa la pena di portarli qui in aula. Ma fare una conferenza stampa ai giornali raccontando storie oppure
raccontare storie in aula, evidentemente sono due cose diverse: in aula non si possono raccontare storie.
Questo Suo rifiuto di rispondere a questa interrogazione mi dimostra che quelle Sue smentite erano carta
straccia.
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: La seconda interrogazione, la n. 2214/11 non viene letta.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): L'assessore ha detto che anche per
la seconda interrogazione non aveva una risposta. Sbaglio?
PRESIDENTE: Punto 1) dell'ordine del giorno: "Interrogazioni su temi di attualità".
Punkt 1 der Tagesordnung: "Aktuelle Fragestunde".
Interrogazione n. 1/2/12 del 5.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'Istituto per l'edilizia
sociale: cambio del fornitore di energia elettrica – versamenti del fornitore su un conto corrente privato. Prego di
dare lettura dell'interrogazione.
PÖDER (BürgerUnion): Ich hätte noch eine Frage, Herr Präsident? Wird meine schriftliche Anfrage nicht
behandelt?
PRESIDENTE: La risposta a questa interrogazione è già arrivata e gliela faremo avere.
PÖDER (BürgerUnion): Danke.
Ich verlese die Anfrage.
Im Zuge des Wechsels des Stromanbieters für die Mietwohnungen des Instituts im Jahr 2009 soll es angeblich zu Zahlungen des neuen Stromanbieters auf ein von Wobi-Funktionären eingerichtetes Konto gekommen
sein.
Angeblich wurde ein auf die Namen leitender Wobi-Funktionäre (die angeblichen Namen sind dem Unterfertigten
bekannt) lautendes Konto unter dem Titel "Ski Gruppe Wobi" eingerichtet und der neue Stromanbieter soll eine
Zahlung auf das Konto getätigt haben.
Inzwischen wurde wiederum der Stromanbieter gewechselt.
Ist die Landesregierung in Kenntnis über diesen Vorgang, gibt es ein solches oder ähnliches Bankkonto, von wem
und in wessen Auftrag wurde es errichtet, gab es besagte Zahlung ... in welcher Höhe?
Warum wurde der Stromanbieter mehrmals gewechselt? Gab es diesbezüglich Ausschreibungen? Wer hat den
Wechsel des Stromanbieters angeordnet?
TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura e formazione professionale italiana e all'edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Egregio Presidente, cari colleghi. Ci siamo in-
14
formati presso l'IPES perché la Giunta ovviamente non ha conoscenza di quanto richiesto. Io ho la risposta dell'IPES che leggo: "Das Wohnbauinstitut schließt keine Mietverträge für die Mieter ab. Jeder Mieter wählt die Stromlieferfirma seines Vertrauens selbst aus. Höchstwahrscheinlich meint der Landtagsabgeordnete Andreas Pöder in
seiner Anfrage den 2008 erfolgten Wechsel des Stromanbieters für die Gemeinschaftsteile der Gebäude des
Wohnbauinstitutes. Das Wohnbauinstitut hat im Jahr 2009 die 7. nationale Skimeisterschaft von Federcasa im
Skigebiet Karerpass ausgetragen. Am Skirennen haben 200 Mitarbeiter von verschiedenen Wohnbauinstituten
aus ganz Italien teilgenommen. Um das Institut nicht mit den Kosten für die Veranstaltung zu belasten, haben sich
die Organisatoren der Skimeisterschaft bemüht, Firmen als Sponsoren zu finden. Die Veranstaltung könnte gänzlich durch die Sponsor-Beiträge von vier Firmen im Ausmaß von 18.000 Euro – 10.000 Euro kamen vom Stromanbieter MPE – finanziert werden. Drei von den vier Firmen hatten zu diesem Zeitpunkt bestehende Lieferverträge
mit dem Wohnbauinstitut: MPE - Stromlieferung AF Petroli - Heizöllieferung, Südtiroler Sparkasse – Schatzamtsdienst. Die vierte Firma war die Mila, welche in keinem Vertragsverhältnis mit dem Wohnbauinstitut stand.
Bei der Auswahl der Sponsoren wurde bewusst darauf geachtet, dass Firmen ausgewählt werden, mit welchen das Wohnbauinstitut laufende Verträge abgeschlossen hatte. Im Gegenzug wurde diesen Firmen das Anbringen der Firmenlogos auf sämtlichen mit der Veranstaltung zusammenhängenden Schriftstücken und Transparenten gewährt. Die Sponsor-Beiträge wurden auf das Konto des Institutes überwiesen. Diese Beiträge wurden
vom Institut ordnungsgemäß in Rechnung gestellt und verbucht. Auch alle die Veranstaltung betreffenden Ausgaben wurden ordnungsgemäß verbucht. Die gesamten Ausgaben für die Veranstaltung sind somit durch reguläre
Sponsor-Verträge und Sponsor-Beiträge gedeckt worden, sodass weder den Mietern, noch der öffentlichen Hand
irgendwelche Kosten entstanden sind.
Was die privaten Kosten der Mitarbeiter, inklusive die Führungskräfte, für Freizeittätigkeiten betrifft, hat das
Institut bzw. der Präsident keinerlei Informationen, da diese außerhalb der institutionellen Tätigkeit des Institutes
liegen. Im Jahr 2008 hat das Wohnbauinstitut für die Gemeinschaftsteile der Kondominien den Strom von 24 lokalen Anbietern bezogen. Die größten Lieferanten waren das ENEL und die Etschwerke. Es handelt sich dabei um
1.800 Verträge, wofür jährlich 22.000 Rechnungen registriert werden mussten. Dabei sind immer wieder Schwierigkeiten mit der unverzüglichen Registrierung und Bezahlung der Rechnungen aufgetreten. Da man mit den bisherigen Anbietern zu keiner zufriedenstellenden Lösung kam, wurde in einem Verhandlungsverfahren infolge eines Rahmenabkommens mit Federcasa ein Stromanbieter – die Firma MPE – ausfindig gemacht. Neben einer
Verwaltungsvereinfachung hat die Firma einen Preisnachlass von 15 Prozent zugestanden. In der Zwischenzeit
haben sich die Etschwerke verwaltungsmäßig umorganisiert und somit war es möglich, dass das Institut mit den
nationalen Consip-Bedingungen den Stromliefervertrag mit den Etschwerken am 1. März 2011 neu abschließen
konnte. Der Wechsel des Stromanbieters wurde aufgrund der Entscheidungsbefugnis durch den Generaldirektor
Franz Stimpfl veranlasst." Questa è la risposta del Presidente Konrad Pfitscher, che trasmetterò volentieri al consigliere Pöder.
PÖDER (BürgerUnion): Ich repliziere.
Vielen Dank, Herr Landesrat! Dieser Vorgang ist schon eigenartig, wenngleich verständlich ist, dass im
Wohnbauinstitut ein Freizeitverein existiert. Dass der Stromanbieter – von den Etschwerken zur MPE, was im
Prinzip die Eon ist – ohne Ausschreibung gewechselt wird, weil man mit den Etschwerken offensichtlich Schwierigkeiten hatte und die MPE dann Geld auf das Konto des Wohnbauinstitutes überweist, welches diese Überweisungen seinerseits auf Konten einiger Funktionäre desselben überweist, das ist schon eigenartig! Ich will jetzt
niemandem etwas unterstellen und ich weiß, dass es diesen Freizeitverein gibt, der an irgendwelchen Skimeisterschaften der Federcasa teilnimmt. Ich glaube nicht, dass jemand persönlich das Geld genommen hat, aber an
diesen Vorgängen sieht man, dass mit bestimmten Dingen doch relativ locker umgegangen wird. Ich hätte mir da
schon mehr Sensibilität von Seiten der Wobi-Verantwortlichen erwartet. Das Konto des Freizeitvereines lautet auf
Spitzenfunktionäre des Wohnbauinstitutes, und man sollte nicht von einem Unternehmen Geld nehmen, das man
ohne Ausschreibung als Stromanbieter eingesetzt hat. Dieser Stromanbieter wurde jetzt ja wieder zurückgewechselt bzw. man ist zu den Etschwerken zurückgegangen, weil das mit der Eon dann doch nicht so toll war. Wie
gesagt, das ist schon sehr eigenartig. Da haben manche Leute das richtige Maß aus den Augen verloren und
verstehen nicht, dass das Wobi eine öffentliche Körperschaft ist. Man kann doch nicht so einfach Geld aus einem
Sponsoring auf das Konto des Wobi überweisen und dann an ein Privatkonto weiterleiten. Es ist nicht unbedingt
so, dass das alles in Ordnung ist, im Gegenteil.
15
PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 8/02/12 del 16.1.2012, presentata dalla cons. Mair, concernente le iscrizioni per il 2012 alla scuola dell'infanzia "Kofler" – l'integrazione non può funzionare in questo modo.
Prego di dare lettura dell'interrogazione.
MAIR (Die Freiheitlichen): Immer wieder vernehmen wir Klagen darüber, dass im deutschen Kofler-Kindergarten in Bozen kaum noch Deutsch gesprochen wird, da die ausländischen Kinder der Sprache nicht mächtig
sind. Hinzu kommt, dass für das Jahr 2012 der Ausländeranteil 70 Prozent betragen wird.
Die Landesregierung wird um die Beantwortung folgender Fragen ersucht:
1. Ist die Landesregierung über die Situation im Kofler-Kindergarten informiert? Wenn ja, was gedenkt sie
dagegen zu unternehmen?
2. Ist die Landesregierung nicht der Meinung, dass es auch im Kindergarten eine Obergrenze für den Anteil
ausländischer Kinder braucht?
3. Wie soll unter den gegebenen Umständen Integration gelingen?
4. Wie kann der Kofler-Kindergarten durch diesen massiven Zuzug von ausländischen Kindern seinem ursprünglichen Auftrag gerecht werden?
5. Ist auch dem Kindergartenpersonal eine solche Entwicklung zuzumuten?
6. Wie hoch ist der Anteil an ausländischen Kindern in den übrigen deutschen Kindergärten der Gemeinde
Bozen?
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Derzeit besuchen 50 Kinder den deutschsprachigen Kofler-Kindergarten in
Bozen. Davon haben 25 Kinder Migrationshintergrund, von denen 7 im Ausland geboren sind. Alle anderen sind in
Südtirol geboren. Es ist nicht so einfach, pauschal zu sagen, dass sie kein Deutsch sprechen oder die Sitten nicht
kennen würden. Wir tun uns aufgrund der Privacy-Bestimmungen schwer, genau zu klären und statistisch festzuhalten, wie es sich verhält.
Wir stützen momentan die Bemühungen des sehr engagierten Personals mit Zusatzpersonal, mit den Angeboten der Sprachenzentren und mit Teilung von Gruppen. Der Kofler-Kindergarten erhält mehr Personal, als
ihm laut den Richtlinien zustehen würde. Wir sind schon seit längerem mit den Gemeinden in Diskussion darüber,
ob wir eine andere Verteilung vornehmen sollen. Es gab da und dort einmal einen Antrag, dass die Landesregierung ähnlich wie bei den Schulen beschließen möge, dass keine Gemeinschaft mehr als 30 Prozent Ausländer
aufnehmen solle. Sind Kinder, die in Südtirol geboren werden, Ausländer oder nicht? Sind Kinder mit nur einem
Elternteil mit Migrationshintergrund Ausländer oder nicht? Ist es sinnvoll, von dem bisherigen Prinzip der Wohnortnähe abzugehen? Damit hängen ja soziale, ökologische und andere Komponenten für eine nachhaltige Zukunftsgestaltung zusammen. Sage ich drei Eltern des Kofler-Kindergartens, dass ihre Kinder im Herbst nicht mehr kommen dürfen, da wir nicht mehr als 30 Prozent an Ausländer-Kindern haben wollen? Schicken wir sie nach Haslach?
MAIR (Die Freiheitlichen): (unterbricht)
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): So wird es da und dort in den Schulen praktiziert, denn es gibt keine andere
Alternative.
MAIR (Die Freiheitlichen): (unterbricht)
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Oder Bozen Dorf, Neugries … Wie gesagt, da sind wir in Gesprächen. Auf
jeden Fall gibt es viele Pro's und Contra's. Die Klärung dieser Frage ist keine Entweder-Oder-Angelegenheit, sondern eine Sowohl-Als-Auch-Angelegenheit. Momentan bemühen wir uns, dem Erziehungspersonal mit Zusatzpersonal unter die Arme zu greifen.
Derzeit besuchen 1.096 Kinder die deutschsprachigen Kindergärten in Bozen. Davon haben 281 einen
Migrationshintergrund, von denen 45 nicht in Südtirol geboren sind. Im entsprechenden Landesgesetz ist vorgesehen, dass die Nutzung der Bildungsangebote für alle ein subjektives Recht und eine soziale Pflicht darstellt. Ich
bin weiter gegangen und habe bei der Ausarbeitung des Gesetzentwurfes für die Einwanderer in der Landesregie-
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rung die Kindergartenpflicht für alle Kinder mit Migrationshintergrund verlangt. Ich würde mir davon mehr Einzug
der Mütter in die Arbeitswelt und damit Sprachen- und Kulturkenntnis und eine Abnahme der Belastung für die
Schulen erwarten. Der Kindergarten könnte dafür sorgen, dass diese Kinder bis zu ihrem Eintritt in die Schule
einer der beiden Landessprachen mächtig sind.
MAIR (Die Freiheitlichen): Ich möchte kurz replizieren. Ich habe diese Problematik nicht erfunden. Sowohl
das Personal, als auch Eltern von Kindern, die diesen Kindergarten besuchen, sind an mich herangetreten und
haben mir die Situation geschildert. Ich habe heute eine Sms bekommen, aus der hervorgeht, dass es wahrscheinlich so sein wird, dass 31 Migranten-Kindern die Einschreibung verweigert wird. Die Eltern sind bereit an die
Öffentlichkeit zu gehen, denn der Unmut ist wirklich sehr groß. Die einheimischen Mütter sind, obwohl sie berufstätig sind, gezwungen, ihre Kinder in anderen Kindergärten in anderen Stadtvierteln unterzubringen. Das ist ein
organisatorisches Chaos. Die Mütter der Migranten-Kinder leben in den Billigwohnungen unter den Bozner Lauben, arbeiten nicht und hätten somit die Zeit, ihre Kinder anderswo hinzubringen. Das ist ein Selbstläufer und da
entsteht Unmut. Wenn man sich den Heinrich-Kindergarten in Bozen Dorf anschaut, so sind dort die Kinder der
"besseren" Bozner untergebracht. Dort ist kein einziges Ausländer-Kind bzw. Kind mit Migrationshintergrund untergebracht. Die Leute, die seit Jahren auf diese Problematik hinweisen, werden von der Politik alleine gelassen.
Natürlich führen diese Menschen Diskussionen, wie wir sie vielleicht nicht unbedingt haben möchten. Natürlich ist
es richtig, dass auch Ausländer-Kinder den Kindergarten besuchen, aber wir hätten uns gewünscht, dass man
beim Integrationsgesetz zumindest in Bezug auf die Sprache eine Bestimmung einführt. Die Belastung ist enorm
und es ist schon ein Alarmzeichen, wenn in einem deutschen Kindergarten nicht mehr Deutsch gesprochen wird
bzw. die Eltern beklagen, dass man nicht einmal Italienisch sprechen könne, weil sie das auch nicht verstehen
würden. Man muss sich schon die Frage stellen, ob der deutsche Kofler-Kindergarten seinem ursprünglichen Auftrag überhaupt noch gerecht wird.
PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 11/2/12 del 17.1.2012, presentata dai consiglieri Klotz e
Knoll, riguardante l'UE contesta la disposizione dello Statuto di autonomia riguardante il requisito di residenza.
Prego di dare lettura dell'interrogazione.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Aus der Antwort auf die Parlamentsanfrage eines österreichischen
EU- Abgeordneten (Kopie liegt bei) geht hervor, dass die EU- Kommission am 14. 12. 2011 beim Europäischen
Gerichtshof Klage gegen Italien eingereicht hat, weil die Provinz Bozen den Freizügigkeits- Grundsatz bei Zugang
zu Arbeitsplätzen verletze. Konkreter Anlass sei die Zugangsbeschränkung beim öffentlichen Dienst, wonach
Bewerber, die seit 2 Jahren in der Provinz ansässig sind, bevorzugt werden (Art. 12, Abs. 1 DPR 752).
Hat der Landeshauptmann in Erfahrung gebracht, welcher konkrete Anlassfall der Grund dafür ist?
Hat der Landeshauptmann den Text der oben genannten Klage zur Kenntnis erhalten oder nicht?
Wenn ja, was konkret besagt er? Um Überlassung eine Kopie wird gebeten!
Wenn nein, warum wurde oder wird ihm der Text nicht ausgehändigt?
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Damen und Herren!
Die Intervention ist davon ausgegangen, dass die Maßnahme, die vorsieht, dass auch andere Institute die Zweisprachigkeitsprüfung durchführen können, nicht sofort umgesetzt wird. In der Folge ist dann diese Eingabe gemacht worden. Sie wissen, dass aufgrund des D.P.R. Nr. 752/1976 vorgesehen ist, dass bei Staatsstellen usw.
zwei Jahre Ansässigkeit verlangt werden. Die EU ist der Meinung, dass dies im Widerspruch zur freien Niederlassung und zum freien Zugang zu öffentlichen Stellen steht. Hier braucht es auf jeden Fall eine Durchführungsbestimmung. Die ganze Angelegenheit liegt zur Zeit bei der Sechser-Kommission, die aber bis heute noch nicht
reagiert hat. Deshalb kann man uns keinen Vorwurf machen.
Proporz und Zweisprachigkeit sind in keinster Weise in Gefahr. Ich übergebe Ihnen dann die entsprechenden Unterlagen.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte eine Zusatzfrage. Herr Landeshauptmann, dann handelt es
sich also immer noch um den Fall Angonese? Die Tatsache, dass die EU-Kommission am 14. Dezember 2011 die
Klage eingereicht hat, … Klagt die EU-Kommission jetzt doppelt und dreifach, immer wegen desselben Falles?
Bitte sagen Sie uns diesen Vorgang, denn normalerweise müsste eine einmalige Klage reichen, um einen solchen
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Fall zu klären. Wenn die Durchführungsbestimmung noch nicht erlassen worden ist, dann ist das eine Sache, aber
es geht ja immer um denselben Fall.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Es sind mehrere Punkte, die hier zusammenfallen. Es wurde
gesagt, dass die Überprüfung der Zweisprachigkeit nicht nur vom Land gemacht werden könne bzw. der Zweisprachigkeitsnachweis in seiner bisherigen Form nicht notwendig sei. Es wurde dann auch eine Eingabe, dass die
Bestimmung der zweijährigen Ansässigkeit im Widerspruch zur Arbeiterfreizügigkeit stünde. Die EU hat dies aufgegriffen und uns mitgeteilt, dass ein entsprechendes Verfahren eröffnet worden sei. Wir haben unseren Teil gemacht und jetzt ist die Sechser-Kommission dran und muss die betreffende Durchführungsbestimmung abändern.
Ich übergebe Ihnen die Unterlagen, denen Sie die genauen Hintergründe und Namen entnehmen können.
PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 13/02/12 del 17.1.2012, presentata dai consiglieri Schuler e
Noggler riguardante i tempi di attesa ai passaggi a livello. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
SCHULER (SVP): Die Wiederinbetriebnahme der Vinschger Bahn hat - neben den positiven Auswirkungen
- auch das leidige Problem der Wartezeiten an den Bahnübergängen aktuell gemacht. Vor allem für die Berufspendler, die auf ihrer Strecke zur Arbeit täglich diesselben Bahnübergänge passieren, sind die Wartezeiten nicht
leicht nachvollziehbar. Es gibt Bahnübergange in unmittelbarer Nähe zu Bahnhöfen, die einige Zeit geschlossen
halten, obwohl der Zug noch am Bahnhof stillsteht, und Passagiere zu- und aussteigen lässt. Ganz besonders in
solchen Fällen ist den Verkehrsteilnehmern keine konkrete Gefährdung ersichtlich, weshalb sie auf eine Verkürzung der Wartezeiten drängen.
In diesem Zusammenhang ergehen an den zuständigen Landesrat folgende Fragen:
1. Welche Sicherheitsvorschriften werden bei den Bahnübergängen angewandt?
2. Kann im Rahmen dieser Vorschriften eine Verbesserung der Situation herbeigeführt werden?
3. Können durch technische Anpassungen die Wartezeiten verkürzt werden?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Ich kenne die von Ihnen geschilderte Problematik. Es ist manchmal so, dass es zu unverständlichen längeren Schranken-Schließungen kommt. Das System ist sehr kompliziert.
Je schneller der Zug in einen Übergangsbereich hineinführt, umso früher muss die Schranke natürlich schließen
und umso länger muss sie geschlossen bleiben, was manchmal zu Verzögerungen führt.
Die von Ihnen angesprochene Problematik trifft vor allem dann zu, wenn sich der Zug in einem Kreuzungsbereich befindet und beispielsweise auf Züge in Verspätung warten muss, die von der anderen Seite kommen. Ich
habe eine Studie, an die Signalfirma Ansaldo, in Auftrag gegeben, um diese Problematik in den Griff zu bekommen. Grundsätzlich versucht man schon, die Zeiten, in denen die Schranken geschlossen bleiben, zu reduzieren.
Das wird in den nächsten Monaten erfolgen, und ich werde Sie dann informieren, sobald das sicher ist.
SCHULER (SVP): Ich repliziere. Es freut mich, dass eine Studie in Auftrag gegeben worden ist, um diese
Problematik zu überprüfen. Es gibt Situationen, in denen die Schranken bis zu zwölf Minuten geschlossen bleiben.
Ich hoffe, dass diese Studie zu einem Resultat führen und die eine oder andere Verkürzung der Wartezeiten möglich sein wird. Danke inzwischen!
PRESIDENTE: Interrogazione n. 22/02/12 del 20.1.2012, presentata dai consiglieri Heiss e Dello Sbarba,
riguardante 'è previsto un ulteriore ampliamento del tratto Foresta-Tell?' Prego di dare lettura dell'interrogazione.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Bereits seit geraumer Zeit ist auf der Strecke
Forst-Töll das Baulos 2 verwirklicht, um auf dem Abschnitt mithilfe von Tunnels die nötige Sicherheit zu gewährleisten. Neben dem aus Sicherheitsgründen verwirklichten Teil wurden Baulos 1 und 3 aus dem Bauprogramm
gestrichen; wobei der Landeshauptmann beteuerte, man wolle auf den Abschnitt verzichten. Nun sollen aber im
zeitlichen Abstand von einigen Jahren die Abschnitte dennoch angegangen werden, obwohl vor allem im Vinschgau die BürgerInnen einen weiteren Ausbau der Straße und die Öffnung des Nadelöhrs Forst-Töll überwiegend
ablehnen: Auch das Knoflacher-Verkehrskonzept spricht sich gegen eine Öffnung aus, um einer drohenden Zunahme des Straßenverkehrs an diesem Portal zum Vinschgau vorzubeugen.
Daher richten wir folgende Anfrage an die Südtiroler Landesregierung:
18
1.
2.
3.
Ist eine Planung von Baulos 1 der Strecke Forst-Töll in Ausarbeitung, wie weit ist sie gediehen?
Wenn ja, aus welchen Gründen soll Baulos 1 realisiert werden?
Wie hoch läge der annähernde Kostenvoranschlag für den Ausbau?
MUSSNER (Landesrat für Bauten, ladinische Schule und Kultur und Vermögensverwaltung – SVP):
Herr Präsident, Kolleginnen und Kollegen! Die technischen Eigenschaften wurden im Jahre 1993 von der Landesregierung genehmigt. Danach haben wir die Kosten bzw. die Teuerungen hinzugerechnet und die Gesamtvision
an die neu in Kraft getretenen Vorschriften angepasst.
Derzeit ist keine Planung in Ausführung. Das Vorprojekt ist das Baulos I "Umfahrung Forst/Töll", das im
Jahr 2003 ausgearbeitet worden ist. Diese Trasse ist in den Bauleitplänen der Gemeinden Algund und Marling
eingetragen. Aufgrund der beträchtlichen Mehrkosten werden derzeit entsprechend der Weisungen der Landesregierung vom Dezember 2011 kostengünstigere Lösungen untersucht. Innerhalb Ende März 2012 soll eine überarbeitete Lösung behandelt werden. Wir sind der Meinung, dass das Baulos I umgesetzt werden soll, um eine endgültige Lösung der Verkehrsproblematik in diesem Bereich zu erzielen und um die Lebensqualität der Anrainer zu
erhöhen. Der vorhandene Kreuzungsbereich stellt ein Gefahrenpotential für den Verkehrsteilnehmer dar.
Die definitiven Kosten können erst nach Abschluss der Varianten-Studien ermittelt werden.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich möchte eine Zusatzfrage stellen. Danke für
die Auskunft, Herr Landesrat! Aus Ihrer Antwort geht hervor, dass die Absicht besteht, das Baulos I zu verwirklichen. Dadurch tritt aber auch ein gewisser Zielkonflikt mit den Zielen des Vinschgaus, eine Verkehrsberuhigung
herbeizuführen und die dortigen Umfahrungen – Rabland oder Kastelbell – anzugehen, auf. Wie wird das dann
prioritär gehandhabt werden? Werden Sie die Umfahrung Forst/Töll vor jenen des Vinschgaus realisieren? Mir
erscheint schon wichtig, den Vinschgau zu schützen. Ich sehe aber auch die Notwendigkeit, die Bevölkerung von
Algund und Marling zu entlasten. Wie gesagt, wie sind hier die Prioritäten?
MUSSNER (Landesrat für Bauten, ladinische Schule und Kultur und Vermögensverwaltung – SVP):
Im Vinschgau hat die Ortsumfahrung Kastelbell/Galsaun eine Priorität, wobei die diesbezüglichen Projekte bereits
mit der zuständigen Gemeinde diskutiert worden sind. Wie es dann weitergehen wird, hängt von den Finanzierungsmöglichkeiten ab. Wir haben auf jeden Fall vor, innerhalb eines Jahres ein Projekt vorzulegen, das man
realisieren kann.
Für den Obervinschgau – Schluderns, Tartsch, Mals und Glurns – werden verschiedene Lösungen untersucht. Was Tartsch anbelangt, sind seitens der Gemeinde Lösungen in den Bauleitplan eingetragen worden. Wir
sind der Meinung, dass man in Bezug auf den Obervinschgau unbedingt versuchen sollte, eine Lösung zu finden,
die mehrere Gemeinden entlastet.
In Bezug auf die Prioritäten kann ich Ihnen sagen, dass es zunächst um die Ortsumfahrung von Kastelbell
geht.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 25/02/12 del 23.1.2012 presentata dalla consigliera Artioli, riguardante il
rifornimento di carburante nella confinante Austria per mezzi convenzionati. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
ARTIOLI (Lega Nord): Premesso che le accise sui carburanti rientrano in buona parte nelle casse provinciali;
premesso che la Croce bianca e i concessionari del trasporto pubblico godono del finanziamento pubblico;
si chiede alla Giunta provinciale:
se l'amministrazione sia al corrente della notizia che alcuni mezzi della Croce Bianca e dei concessionari del trasporto pubblico si recherebbero a fare il pieno della confinate Austria.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Die von Ihnen vorgebrachten Sachverhalte sind uns nicht bekannt. Weder der öffentliche Nahverkehr, noch das Weiße oder Rote Kreuz tanken in benachbarten oder verbilligten Grenzregionen. In Bezug auf das Weiße und Rote Kreuz wird aber Landesrat Theiner antworten.
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THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Wir haben beim Direktor
des Weißen Kreuzes nachgefragt, der uns bestätigt hat, dass gerade jene Sektionen, die sich in Grenznähe befinden, effektiv im angrenzenden Ausland tanken. Das trifft insbesondere auf Innichen, aber auch auf Reschen zu.
Was Reschen anbelangt, ist zu bemerken, dass sich die nächste Tankstelle auf Südtiroler Gebiet in Prad bzw. in
Eyrs befindet, während die nächste Tankstelle auf österreichischer Seite unmittelbar hinter der Grenze liegt.
ARTIOLI (Lega Nord): Replico. Ringrazio l'assessore Theiner della sua correttezza, che ha ammesso che i
concessionari del trasporto pubblico vanno a fare il pieno in Austria. Vorrei che gli uffici dell'assessore Widmann si
organizzassero meglio, perché anche i pullman a San Candido vanno a fare il pieno all'estero. Può andare a parlare con il gestore della pompa di benzina che li vede passare. Se non vogliamo finire come il Friuli, credo che in
Alto Adige i prezzi debbano scendere, e dobbiamo fare la carta sconto carburante per i sudtirolesi. Non possiamo
avere in Alto Adige quattro punti in più di prezzo sulla benzina, sono 20 euro a pieno. In Friuli tutti i benzinai hanno
chiuso. Noi non possiamo far finta di non vedere il problema. Sapete che è già iniziato il rifornimento in nero, ci
sono contadini e rappresentanti che vanno all'estero con le taniche di benzina, che è vietato, e rivendono qui il
carburante, perché anche rivendendolo a metà prezzo, ci guadagni 10 euro a pieno. Non riesco a capire come voi
non siate capaci di fare il calcolo matematico, vi rendereste conto che guadagneremmo di più facendo la carta
sconto carburante perché i nostri benzinai resterebbero aperti e guadagneremmo di più di accise, altrimenti finiamo come in Friuli, dove stanno chiudendo tutti i benzinai e chi ci guadagna è la Slovenia. Se voi volete far ritornare i soldi che una volta l'Austria ci ha prestato per ricostruire l'Alto Adige e vi siete messi d'accordo, ditelo ufficialmente che volete che chiudano tutti i benzinai dell'Alto Adige e che si faccia il pieno di carburante in Austria, e
non far finta di non vedere quali sono i problemi.
PRESIDENTE: Ci sarebbe da trattare l'interrogazione n. 37/2/12 presentata dal sottoscritto, ma viene momentaneamente sospesa perché manca la vicepresidente.
Passiamo all‘interrogazione n. 52/02/12 del 1.2.2012, presentata dal consigliere Urzì, riguardante stop alla
proliferazione delle sale gioco. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Le cronache altoatesine sono sempre
più ricche di notizie che impongono per lo meno una riflessione, ma anche un doveroso esame di coscienza.
Si è letto del susseguirsi di episodi di violenza, sino alle rapine, in sale giochi di Bolzano.Si è letto del progressivo
allargarsi della patologia del gioco compulsivo che svuota l'anima delle persone più deboli e le rovina sul piano
finanziario trascinando spesso nella tragedia intere famiglie.
Si è letto della mobilitazione di comitati e partiti politici, trasversale, contro il diffondersi a macchia d'olio delle sale
da gioco.
Tutto ciò premesso,
si interroga
il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente
per sapere come si intenda dare applicazione nello spirito oltre che nella lettera la legislazione provinciale in materia di apertura di sale da gioco, se non si intenda rivedere le decisioni assunte in merito all'apertura di una nuova
sala presso l'ex Circolo Masetti di Bolzano, se non si ritenga che la disciplina di legge provinciale debba riguardare
anche i luoghi di gioco già in funzione prima dell'approvazione della legge comprendendo in essi anche gli angoli
dedicati al gioco nei comuni bar o locali pubblici.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrter Herr Präsident, verehrte Damen und Herren!
Der Kollege Urzí weiß, dass es zwei Arten von Spielhöhlen gibt: einerseits die Spielsäle, zu denen alle ab 18 Jahren Zutritt haben, andererseits die sogenannten "sale dedicate", zu denen Jugendliche keinen Zutritt haben. Letztere sind aufgrund von staatlichen Bestimmungen geregelt, und wir haben keine Möglichkeit, hier etwas abzuändern. Wir haben aber die Möglichkeit zu bestimmen, dass diese Spielhöhlen einen gewissen Abstand zu Schulen,
Jugendzentren usw. haben müssen. Wir haben ein eigenes Landesgesetz gemacht, in welchem vorgesehen ist,
dass für die normalen Spielhöhlen Abstände von 300 Metern von den genannten Einrichtungen eingehalten werden müssen. Wir haben im Finanzgesetz vorgesehen – das haben Sie wahrscheinlich nicht mitbekommen, weil
Sie nicht im Saal waren -, dass auch für die sogenannten "sale dedicate" die vorher genannten Abstände gelten.
Allerdings gilt dies nicht für bereits genehmigte Einrichtungen. Diese können erst dann zur Einhaltung der entsprechenden Abstände verpflichtet werden, wenn sie erneuert werden. Die Lizenz gilt normalerweise fünf Jahre.
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URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Replico. Ringrazio il presidente che ha
dato delle indicazioni utili, ma non sufficientemente utili per dare risposta a tutti gli interrogativi che abbiamo posto,
per esempio in merito a quelli di più stringente attualità. Sappiamo che esiste una fortissima polemica in questa
fase che sta coinvolgendo diversi soggetti non solo politici, ma anche pubblici e istituzionali, il comune di Bolzano
in primis, per esempio, per quanto riguarda l'apertura di nuove sale da gioco presso l'ex circolo Masetti di Bolzano.
Si sta imponendo prepotentemente questo tema, ed evidentemente lo strumento legislativo che è stato solo rinnovato, come Lei ha ricordato, nella legge finanziaria scorsa, non è sufficiente. Si deve fare di più. Si può intervenire
con gli strumenti che sono consegnati alla Provincia di Bolzano per circoscrivere la diffusione di un fenomeno che
è drammatico per interi nuclei familiari che si rovinano attraverso la dedica ad un gioco compulsivo che costituisce
oggi un vero e proprio allarme sociale.
Mi permetto di annotare un ultimo aspetto. La legge provinciale attuale non prevede un ruolo attivo e determinante dei comuni nelle procedure di autorizzazione all'apertura di una nuova sala da gioco. Un appello in
questo senso è venuto recentemente dal sindaco di Bronzolo che ha detto con chiarezza che l'amministrazione
comunale non ha la titolarità, in ultima istanza, di poter autorizzare sul piano morale più che tecnico o legato a
cavilli di ordine urbanistico o quant'altro una sala da gioco. Io credo che si debba intervenire con la modifica di una
legge che è importante e che ha costituito un tassello nella storia dell'impegno della circoscrizione della diffusione
del fenomeno del gioco compulsivo. La Provincia ha fatto benissimo ma si deve e si può fare di più. Ci faremo
carico di proporre adeguate iniziative in questo senso.
PRESIDENTE: Passiamo all'interrogazione n. 2/02/12 del 16.1.2012, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'IPES: i vertici si rifiutano di assicurare i dipendenti … determinati lavori non procedono. Prego di dare
lettura dell'interrogazione.
PÖDER (BürgerUnion): Zum wiederholten Mal haben Angestellte des Wohnbauinstituts die Führung (Präsident Konrad Pfitscher und Generaldirektor Franz Stimpfl) aufgefordert, die gesetzlich vorgeschriebenen Haftpflichtversicherungen (Gesetzesdekret Nr. 163 vom 14.04.2006) für die internen technischen Planer und Projektprüfer abzuschließen. Diese Haftpflichtversicherungen sind notwendig, um die durch Fehler der genannten Planer
und Projektprüfer sowie Verfahrensverantwortlichen entstandenen Schäden und/oder Mehrkosten abzudecken.
Außerdem müssen die vom selben Gesetz vorgesehenen Verfahrensverantwortlichen (RUP) ernannt werden.
Ohne die genannten Haftpflichtversicherungen können die betreffenden Wobi-Angestellten keine entsprechenden
Arbeiten mehr durchführen. Die Zusicherung der Wobiführung, eventuelle Kosten für Schäden direkt durch das
Institut zu bezahlen ist nicht gesetzeskonform und unzureichend.
1. Welche
Schritte
wird
die
Landesregierung
unternehmen,
damit
die
entsprechenden
Haftpflichtversicherungen abgeschlossen werden und somit die Angestellten entsprechend abgesichert
sind?
2. Warum wurden bislang die Versicherungen durch die Wobiführung nicht abgeschlossen worden?
3. Besteht für den Wobi-Präsidenten und den Generaldirektor eine Versicherung im Rahmen ihrer Tätigkeit
im und für das Wohnbauinstitut?
TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura e formazione professionale italiana e all'edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Per quanto riguarda la prima domanda allo stato
attuale la Giunta provinciale sta valutando l'applicabilità della normativa nazionale, sia del decreto legislativo sui
contratti pubblici sia del relativo regolamento, all'interno della nostra provincia e all'interno della nostra autonomia.
È una questione molto attuale e ricordo che per arrivare ad una soluzione sono in corso riunioni tecniche anche a
livello del Forum provinciale del lavori pubblici.
La seconda domanda, è strettamente connessa alla prima. Anche in questo caso ho le risposte che vengono direttamente dall'Istituto per l'edilizia abitativa. Anche in questo caso non la leggo, ma posso trasmetterla al
consigliere, ma riassumo quello che c'è scritto. Si stanno valutando all'interno dell'Ipes, i problemi a cui facevo
riferimento prima, di applicazione anche del codice dei contratti, e quindi anche l'Istituto sta aspettando le direttive
della Provincia. In ogni caso, e vado al punto 3, né il presidente né il direttore generale hanno una assicurazione
dell'Ipes per quanto riguarda l'attività che svolgono. Come altri amministratori e altri dirigenti e tecnici sia il presidente che l'amministratore generale hanno una assicurazione privata, quindi con i costi non a carico dell'Istituto.
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PRESIDENTE: Il consigliere Pöder rinuncia alla replica.
Interrogazione n. 9/02/12 del 16.1.2011, presentata dal consigliere Leitner, riguardante i prezzi benzina –
turismo del carburante – riduzioni per tutta la provincia? Prego di dare lettura dell'interrogazione.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Das Land hat seit 2007 die Möglichkeit geschaffen, dass Bürger der
Grenzgemeinden verbilligt tanken können.
An die Landesregierung werden folgende Fragen gerichtet:
1. Zu welchen Auswirkungen auf den Landeshaushalt hat die Maßnahme des Landes geführt, dass Bürger
in Gemeinden in Grenznähe billiger tanken können?
2. Wie viele Bürger des Landes haben von dieser Möglichkeit in den Jahren 2010 und 2011 Gebrauch gemacht, aufgeteilt auf die einzelnen Gemeinden?
3. Gedenkt die Landesregierung die Voraussetzungen dafür zu schaffen, dass die Möglichkeit für verbilligtes
Tanken auf das ganze Land bzw. auf alle Bürger ausgedehnt wird?
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Attualmente il sistema per la riduzione del costo della
benzina è in funzione in due fasce in Alto Adige, una prima fascia nell'arco di 10 km dal confine, e una seconda
fascia nell'arco di 20 km dal confine. Sono circa 11.907 le carte che sono state erogate ai cittadini e alle imprese. Il
sistema funziona in questo modo: viene consegnato all'erogatore dell'impianto la carta e la Provincia rimborsa lo
sconto praticato direttamente all'impianto. Oggi su un consumo stimato di circa 18 milioni di litri di carburante in
Alto Adige, quelli che beneficiano della riduzione sono circa 2.800, per un costo complessivo di 412 mila euro.
Sono dati del dicembre dell'anno scorso. Ovviamente una riduzione per tutti gli impianti e per tutti i cittadini dell'Alto Adige comporterebbe una spesa che si aggirerebbe attorno ai 6-7 milioni, ed è di per sé una spesa che non
è in questo momento sopportabile per le casse della Provincia.
Aggiungo un'altra considerazione: le cose più inique sono quelle che si applicano allo stesso modo per tutti,
perché un beneficio indiscriminato per tutti andrebbe a vantaggio sia di possessori di redditi bassi sia di possessori
di redditi molto alti, quindi sarebbe il massimo dell'iniquità fare la stessa cosa uguale per tutti.
Ripeto che una stima ci porterebbe ad un costo di un'esenzione totale nell'ordine dei 6-7 milioni, che in
questo momento non è immaginabile.
Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger
PRÄSIDENTIN: Das Wort hat Abgeordneter Leitner zur Replik, bitte.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich stelle fest, dass die Philosophie der Landesregierung jene ist, dass es
falsch ist, alle gleich zu behandeln. Die Landesregierung setzt also auf Ungleichbehandlung, und das müsst Ihr
den Menschen draußen erklären! Die Linken reden ja immer von Gleichheit, die es natürlich nicht gibt, aber es
sollte zumindest den Versuch geben, Gerechtigkeit zu schaffen. Es wird mir niemand erzählen, dass es gerecht
ist, dass ein Brixner, Meraner oder Salurner beim Tanken mehr bezahlen muss als einer in Innichen, Pflersch oder
in Graun im Vinschgau. Die Ausfälle für den Landeshaushalt wären nicht so groß. Wir haben vorher gehört, dass
auch das Weiße Kreuz nach Österreich oder in die Schweiz zum Tanken fährt. Viele haben sich von der europäischen Einigung auch eine Harmonisierung von Tarifen erwartet, aber davon sind wir weit entfernt. Wenn ich mein
Auto voll betanke, dann zahle ich in Österreich derzeit 25 Euro weniger. Wenn jemand in Österreich zu tun hat
bzw. öfter hinausfährt, dann wird er dort tanken, wobei dieses Geld dann ja wieder unserem Landeshaushalt entgeht. Das kann doch nicht die Philosophie der Landesregierung sein! Deshalb wäre es unbürokratischer, wenn
man hier wirklich Gerechtigkeit schaffen würde, damit alle die gleichen Möglichkeiten haben. Was soll das mit den
10 oder 20 Kilometern Entfernung? Einer, der einen Kilometer weiter wegwohnt, muss mehr zahlen, und ich
möchte schon wissen, was da mit Gerechtigkeit zu tun haben soll. Im Übrigen ersuche ich den Landesrat um
schriftliche Aushändigung der Antwort. Danke!
PRÄSIDENTIN: Wir kommen zurück zur Anfrage Nr. 37/02/12 vom 30.1.2011, eingebracht vom Abgeordneten Minniti, betreffend konkrete Maßnahmen der Landesregierung zur Lösung der Beschäftigungsproblematik
bei MEMC. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
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MINNITI (Il Popolo della Libertà): Come è noto la MEMC di Sinigo ha di recente provveduto a mettere in
cassa integrazione oltre 300 dipendenti, senza peraltro dare alcuna garanzia di ricollocamento. Sono certo che
l'esecutivo provinciale si stia muovendo in proposito, ma ancora non si conoscono i termini esatti delle proposte e
soprattutto i passi compiuti dall'Assessorato competente in materia, ovvero se la Provincia abbia parlato con la
direzione dell'azienda, quali soluzioni abbia prospettato nell'interesse dei lavoratori e quali iniziative abbia assunto
per tutelare l'occupazione e i cassaintegrati, evitando il licenziamento dei lavoratori. Insomma, al gran parlare si
teme non facciano seguito i fatti auspicati volti al futuro professionale dei lavoratori. Credo sia opportuno che l'assessore Bizzo impegnato in materia, riferisca quanto prima al Consiglio affinché ogni parte interessata sia informata dell'andamento dell'operazione MEMC e possa agire di conseguenza.
CIÓ PREMESSO
SI INTERROGA
L'ASSESSORE COMPETENTE
Per sapere quali sono stati fino ad oggi gli atti concreti della Giunta provinciale in merito alla soluzione occupazionale presso la MEMC di Sinigo, ovvero se la Provincia abbia parlato con la direzione dell'azienda, quali soluzioni
abbia prospettato nell'interesse dei lavoratori e quali iniziative abbia assunto per tutelare l'occupazione ed i cassaintegrati, evitando il licenziamento dei lavoratori.
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): La situazione MEMC è al centro dell'attenzione della
Giunta provinciale sia per il numero di dipendenti occupati presso la MEMC stessa, sia per il numero paragonabile
ai dipendenti stessi dell'azienda di lavoratori che costituiscono nel meranese l'indotto, per cui si parla di 600, 700
persone che gravitano attorno alla MEMC fra dipendenti ed indotto.
Il giorno stesso in cui abbiamo avuto comunicazione da parte dell'azienda delle difficoltà, ci siamo immediatamente attivati su tre strade: quella di una possibile riduzione del carico fiscale e difatti il giorno dopo trattavamo la legge finanziaria e abbiamo introdotto l'emendamento non solo per la MEMC ma per tutte le aziende che
investono più del 2% del proprio fatturato in ricerca e sviluppo. La MEMC negli ultimi tre anni ha investito oltre 12
milioni in ricerca e sviluppo, per cui può beneficiare della riduzione dell'Irap al 2%, che è una forte riduzione sul
costo del lavoro.
La seconda attività riguarda una soluzione strutturale all'approvvigionamento dell'energia sia per quanto riguarda la costanza della fornitura, sia per quanto riguarda il prezzo. Su questo si stanno susseguendo tutta una
serie di incontri fra tecnici dell'azienda e tecnici di altre aziende che stanno studiando il problema assieme a loro.
L'ultimo è stato fatto due giorni fa. Inoltre ieri abbiamo avuto un incontro con l'azienda per definire una serie di
corsi di aggiornamento per il personale che comunque rimane in cassa integrazione per il periodo necessario,
perché una delle preoccupazioni che ha l'azienda ma anche noi è che in questo momento, siccome il personale
della MEMC è altamente qualificato, i soggetti migliori vengano richiesti da altre aziende, e questo produrrebbe sul
lungo periodo un impoverimento dell'azienda.
Posso garantire che su tutti tre i fronti, quello del sostegno ai lavoratori, con la MEMC stiamo definendo una
serie di corsi e di aggiornamenti professionali per i lavoratori, sia su quello della soluzione strutturale e su quello
già praticato della soluzione in termini fiscali, ci siamo attivati fin dal giorno stesso della comunicazione. Stiamo
seguendo giorno per giorno l'evolversi della crisi.
MINNITI (Il Popolo della Libertà): Una breve replica. Sono solo in parte soddisfatto della risposta dell'assessore Bizzo, non tanto per colpa sua tanto per tutta una situazione che è certamente grave, in parte perché
apprezzo l'impegno che c'è stato fin dall'inizio da parte dell'istituzione provinciale, molto meno secondo me da
parte del Comune di Merano – ma questo è un altro discorso – per cercare di far fronte ad un problema che non
riguarda 600 persone fra indotto e altre 300 con i cassaintegrati, riguarda molte più persone, perché se contiamo
che ogni famiglia è composta in media da tre persone, già con i 300 cassaintegrati abbiamo 900 persone che
hanno una situazione di disagio sociale alla quale noi dobbiamo rispondere assieme all'azienda.
Sono parzialmente soddisfatto perché c'è un altro aspetto sul quale grava ancora una enorme incognita,
ovvero il futuro occupazionale di questi 300 cassaintegrati. È vero che una parte di questi potrà tornare il servizio,
però è anche vero che per una parte non si sa se ciò potrà avvenire. Sarebbe interessante, prezioso che noi sapessimo quale possa essere il futuro di questi lavoratori, anche per potersi organizzare. Si tratta di tre mesi, da
dicembre fino a marzo, in cui si vive in una situazione di estrema precarietà, con una preoccupazione che non è
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solo di disagio sociale ma anche psicologico. Di fronte però alla prospettiva occupazionale ancora non si hanno
delle risposte adeguate che noi auspichiamo essere positive.
Questa è la maggior preoccupazione che ci deve interessare, per questo mi dichiaro parzialmente soddisfatto.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 12/02/12 vom 17.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Knoll und Klotz,
betreffend Wartezeiten im Krankenhaus. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Am 3. Jänner 2012 ereignete sich folgender Vorfall am Krankenhaus
in Bruneck: „Anruf im Krankenhaus um einen Termin für eine Augenarztvisite zu vereinbaren. Das Fräulein am
Telefon sagte: Leider sind wir mit den Terminen schon bis Ende März belegt, es sei denn, sie wollen die Visite
privat machen, da könnte ich ihnen nächste Woche (!) eine Termin geben. Kosten der Visite 110 Euro. Ich erkundigte mich nach dem Ort, sie sagt: Im selben Krankenhaus, am selben Ort.“
1. Wie erklärt sich der Landesrat, dass für Privatvisiten im selben Krankenhaus kurzfristige Termine frei sind,
nicht aber „normale“ Patienten?
2. Werden diese Privatvisiten von denselben Ärzten im Krankenhaus durchgeführt?
3. Ist es zulässig, dass derartige Privatvisiten vom öffentlich bezahlten Krankenhauspersonal vermittelt werden?
4. Ist es zulässig, dass die für die Visiten notwendigen medizinischen Gerätschaften von öffentlicher Hand finanziert werden, jedoch für Privatvisiten verwendet werden und somit belegt sind?
THEINER (Landesrat für Gesundheits- und Sozialwesen und Familie – SVP): Sehr geehrte Frau Präsidentin, geschätzte Kolleginnen und Kollegen! Bezugnehmend auf die erste Frage möchte ich folgendermaßen
antworten: Im März 2004 wollte die Ärztegewerkschaft ANAAO im Rahmen eines Schlichtungsverfahrens, das
auch die Südtiroler Ärzte wie ihre Kollegen in Italien freiberuflich innerhalb und außerhalb des Krankenhauses
arbeiten und eine Exklusivitätszulage erhalten. Die Schlichtung ist im Mai 2004 gescheitert. Daraufhin hat die
Gewerkschaft ANAAO zusammen mit über 400 Ärzten Rekurs vor dem Arbeitsgericht eingereicht. Nach mehreren
Gerichtsverhandlungen hat die Richterin verfügt, die Akten kompetenzhalber an das Verfassungsgericht nach
Rom weiterzuleiten, mit der Fragestellung, ob das Landesgesetz, welches die freiberufliche Tätigkeit des Sanitätspersonals untersagt, verfassungskonform sei. Im Februar 2007 hat das Verfassungsgericht mit Urteil Nr. 50 jenen
Buchstaben des Artikels 14 des Landesgesetzes Nr. 16 aus dem Jahr 1995 außer Kraft gesetzt, welcher die freiberufliche Tätigkeit der Krankenhausärzte untersagt. Es folgte dann noch ein Rekurs vor dem Landesgericht über
die rückwirkende Auszahlung der Exklusivitätszulage ab dem Jahre 2000, welcher, nachdem die Gewerkschaft
ANAAO in Berufung gegangen war, vom Kassationsgerichtshof Ende 2011 zurückgewiesen wurde. Die Landesregierung und der Unterfertigte haben sich immer gegen die freiberufliche Tätigkeit von Krankenhausärzten ausgesprochen, aber wir wurden aufgrund eines Urteiles des Verfassungsgerichtshofes dazu gezwungen, diese auch in
Südtirol zuzulassen.
Die innerbetriebliche freiberufliche Tätigkeit darf von den Krankenhausfachärzten nur in einem geringen
Ausmaß ausgeübt werden. Derzeit sind dies drei Stunden pro Woche, wobei diese Möglichkeit in den Krankenhäusern Innichen und Bruneck nur von wenigen Ärzten genutzt wird. Im Jahre 2011 wurde die freiberufliche Tätigkeit im genannten Gesundheitsbezirk von 19 Ärzten ausgeübt. Lediglich derer 5 kamen dieser Tätigkeit im Jahr
2011 mit einer gewissen Regelmäßigkeit nach. Die restlichen Ärzte übten die Tätigkeit nur unregelmäßig und
sporadisch aus. Die kürzeren Wartezeiten bei privaten Visiten ergeben sich durch die geringe Inanspruchnahme
derselben. Würden die privaten Visiten im selben Ausmaß in Anspruch genommen wie jene des öffentlichen Gesundheitsdienstes, dann wären die Wartezeiten wohl gleich lang.
Zu Frage Nr. 2. Die Privatvisiten werden von Krankenhausfachärzten, welche die von den entsprechenden
Bestimmungen vorgesehen Voraussetzungen erfüllen und zur Ausübung der innerbetrieblichen freiberuflichen
Tätigkeit ermächtigt sind, durchgeführt.
Zu Frage Nr. 3. Die Vermittlung von Privatvisiten gehört nicht zu den Aufgaben des Krankenhauspersonals.
Bei entsprechender Erkundigung seitens der Bürger werden diese aber auch über diese Möglichkeit informiert.
Um die Ausübung der freiberuflichen Tätigkeit zu garantieren, sehen die einschlägigen Bestimmungen vor, dass
diese mit Unterstützung der sogenannten Hilfstätigkeit seitens der Mitarbeiter des öffentlichen Gesundheitssystems erbracht wird. Dazu zählt auch die Vormerkung der Visiten.
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Zur letzten Frage. Die Bestimmungen, welche die freiberufliche Tätigkeit regeln, sehen vor, dass diese in
den Krankenhausstrukturen unter Verwendung der sich dort befindlichen Geräte erbracht wird. Als Gegenleistung
dafür wird von den Erlösen aus der freiberuflichen Tätigkeit je nach Art der erbrachten Leistung ein Anteil, der von
einem Minimum von 18 Prozent bis zu einem Maximum von 35,5 Prozent reichen kann, von der zuständigen Verwaltung einbehalten.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich repliziere. Danke, Herr Landesrat! Ich möchte Sie ersuchen, mir
diesen schriftlichen Text auszuhändigen.
Ich möchte das gar nicht weiter kommentieren, denn hier handelt es sich um einen Einzelfall, und es ist
schwierig, aus einem Einzelfall auf ein allgemeines Problem zu schließen. Nachdem diese Beschwerden aber
doch mehrfach kundgetan wurden, scheint es doch zu sein, dass die Praxis Einzug gehalten hat, dass in einigen
Strukturen Privatvisiten von Krankenhauspersonal vermittelt wurden. Das ist zu hinterfragen, denn das kann nicht
Aufgabe des Krankenhauspersonals sein. Meiner Meinung nach wäre das auch all jenen Ärzten gegenüber nicht
gerecht, die wirklich privat arbeiten und sich ihre Sekretärin selber bezahlen müssen. Ich würde Sie also schon
bitten, das genau zu kontrollieren. Sollten noch einmal solche Fälle bekannt werden, dann werden wir uns sicher
wieder an Sie wenden.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 14/02/12 vom 17.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Noggler und
Schuler, betreffend Änderung DFV zum Raumordnungsgesetz/Beschluss Nr. 1774 vom 21/11/2011 Anlagen zur
Gewinnung von Energie aus erneuerbaren Quellen. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
NOGGLER (SVP): Das Dekret des Landeshauptmanns vom 28. September 2007, Nr. 52, regelt die Errichtung von Anlagen zur Erzeugung von Energie aus erneuerbaren Quellen im landwirtschaftlichen Grün.
Biomasse-Kraft-Wärme-Koppelungsanlagen (BHKW) mit mehr als 0,30 Megawatt Feuerungswärmeleistung können demnach genehmigt werden, sofern 70 Prozent der eingesetzten Primärenergie in Form von Wärme und
elektrischer Energie für die Netzeinspeisung genützt werden.
In diesem Zusammenhang ergehen an den zuständigen Landesrat folgende Fragen:
1. Aus welchen Gründen gilt diese Regelung nur für Anlagen, die im landwirtschaftlichen Grün errichtet werden?
2. Was ist im Sinne des Dekretes unter Primärenergie zu verstehen?
3. Wird die anteilsmäßige Produktion von Wärme und elektrischer Energie an der Gesamtleistung der Anlage festgelegt?
4. Falls ja: In welchem Verhältnis muss die Wärmeproduktion zur Produktion elektrischer Energie stehen?
5. Falls nein: Warum wird die anteilsmäßige Produktion von Wärme und elektrischer Energie nicht
festgeschrieben?
6. Welche Rechtsfolgen treten ein, falls bei effektiven Betrieb der Anlage die abgegebenen bzw. aufgezeichnete Energieleistung nachweislich nicht den festgeschriebenen 70 Prozent der Primärenergie entsprechen?
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Frau Präsidentin, Kolleginnen und
Kollegen! Die Regelung gilt nicht nur für Anlagen, die im landwirtschaftlichen Grün stehen, sondern für alle Blockheizkrafwerke, unabhängig von der Flächenwidmung. Unter Primärenergie versteht man im Sinne dieses Dekretes
den Energiegehalt des eingesetzten Brennstoffes. Der entsprechende Artikel besagt, dass 70 Prozent der eingesetzten Primärenergie genutzt werden müssen. Dieser hohe Wirkungsgrad kann nur dann erreicht werden, wenn
nicht nur die elektrische, sondern auch die Wärmeenergie optimal genutzt wird. Eine separate Festschreibung der
Anteile würde keine weitere Effizienzsteigerung bringen. Auf staatlicher Ebene ist es so geregelt, dass man die
hohen Fördersätze unabhängig davon bekommt, ob man die Wärme nutzt oder nicht. Wir wollen hingegen eine
zusätzliche Auflage festschreiben, damit nicht nur der grüne Strom, sondern auch die dabei anfallende Wärme
genutzt wird. Wichtig ist prinzipiell, dass die eingesetzte Energie zu einem großen Teil genutzt und nicht ungenutzt
in die Umgebung abgegeben wird. So geschieht das zum Beispiel bei allen großen Kraftwerken, die mit Kohle, Öl
oder Gas betrieben werden. Dort nutzt man nur den Strom, aber nicht die Wärme. Dabei gehen gewaltige Wärmemengen in die Atmosphäre.
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Aufgrund der heutigen staatlichen Förderung geht die Tendenz dahin, möglichst viel Strom zu produzieren,
wobei mit der heutigen Technik maximal 40 Prozent der eingesetzten Energie in Strom umgewandelt werden können. Der Rest muss demzufolge als Wärmeenergie genutzt werden.
Das Dekret Nr. 52 aus dem Jahr 2007 ist eine Durchführungsverordnung zum Landesraumordnungsgesetz.
Die Zuständigkeit im Falle einer nachgewiesenen Nichteinhaltung bei festgelegten Kriterien liegt daher bei den
Gemeinden. Der Bürgermeister kann nach Feststellung einer Übertretung die Anlage mit einer Verordnung außer
Betrieb setzen, wobei er sich natürlich der Mithilfe der fachlichen Ämter des Landes bedienen kann.
NOGGLER (SVP): Ich repliziere. Herr Landesrat, wenn Sie sagen, dass die primäre Energie der Energiegehalt des jeweiligen Brennstoffes sei, dann wage ich zu bezweifeln, dass 70 Prozent genützt werden können, da
der Verlust viel größer ist. Wir sprechen bei bestimmten Anlagen von einem Wirkungsgrad von nicht mehr als 60
Prozent. Wir werden ja sehen, wie viele solche Blockheizkraftwerke außer Kraft gesetzt werden. Danke!
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: Interrogazione n. 23/02/12 del 20.1.2012, presentata dai consiglieri Dello Sbarba e Heiss,
riguardante l'efficienza del Consiglio provinciale. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Per una democrazia efficace è importante che gli organi legislativi lavorino con efficienza, rispettando il diritto di ogni eletto/a ad esercitare il proprio
mandato, il diritto dell’opposizione a controllare e della maggioranza a governare.
Si chiede al Presidente del Consiglio provinciale:
Per quanto riguarda la presente legislatura, dal suo inizio fino a oggi:
1. Quanti disegni di legge ha trattato il Consiglio provinciale, di questi quanti sono stati approvati e quanti respinti e
quanti tra gli approvati e tra i respinti erano proposti rispettivamente dall’opposizione e dalla maggioranza?
2. Quanto tempo ha impiegato in media il Consiglio provinciale per trattare i disegni di legge di cui al punto 1,
compresi i tempi dedicati agli ordini del giorno collegati?
3. Quanto tempo ha impiegato in media il Consiglio provinciale per trattare gli ordini del giorno collegati ai disegni
di legge trattati?
4. Quante mozioni ha trattato il Consiglio provinciale, di queste quante sono state approvate e quante respinte e
quante tra le approvate e tra le respinte erano proposte rispettivamente dall’opposizione e dalla maggioranza?
5. Quanto tempo ha impiegato in media il Consiglio provinciale per trattare le mozioni di cui al punto 4?
PRESIDENTE: Le farò avere anche la risposta scritta, subito dopo questa mia lettura.
Risposta alla domanda n. 1. Il Consiglio provinciale ha trattato nella corrente legislatura fino a tutt’oggi
complessivamente n. 74 disegni di legge. Di questi 74 disegni di legge ne sono stati approvati 48 (di cui 45 presentati dalla maggioranza e 3 presentati dall’opposizione), mentre ne sono stati respinti 26 (di cui 1 presentato
dalla maggioranza e 25 presentati dall’opposizione).
Risposta alla domanda n. 2. Il Consiglio provinciale ha trattato nella corrente legislatura fino a tutt’oggi
complessivamente n. 218 mozioni. Di queste 218 mozioni ne sono state approvate 79 (di cui 13 presentate dalla
maggioranza e 66 presentate dall’opposizione), mentre ne sono state respinte 139 (di cui 1 presentata dalla maggioranza e 138 presentate dall’opposizione).
Aggiungo a mero titolo di completezza di informazione e perché di rilevanza per la risposta alle domande
n. 3 e n. 4 – senza che siano stati richiesti i relativi dati – che il Consiglio provinciale ha trattato nella corrente legislatura, oltre ai sopraccitati atti politici (cioè disegni di legge e mozioni) anche 16 voti (14 approvati, 2 respinti).
Dei 14 approvati 5 erano di iniziativa della maggioranza politica, 9 di quella dell’opposizione. I 2 voti respinti erano
stati proposti entrambi dall’opposizione, 2 progetti di legge-voto, entrambi di iniziativa della maggioranza politica
ed entrambi approvati, 121 punti istituzionali (interrogazioni su temi di attualità, nomine, designazioni, ratifiche di
impugnative, bilanci di previsione, di assestamento e rendiconto del Consiglio, atti della commissione di convalida
ecc.).
Risposta alla domanda n. 3. Con un minuzioso lavoro di esame dei processi verbali delle 129 sedute del
Consiglio provinciale svolte finora in questa legislatura, si è potuto accertare che il Consiglio provinciale ha dedicato alla trattazione dei complessivi 65 atti politici della maggioranza (46 disegni di legge, 12 mozioni, 5 voti e 2
proposte di legge voto) 349 ore effettuate, il che corrisponde in media a 5 ore e 37 minuti per ognuno dei citati atti.
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Risposta alla domanda n. 4. Alla trattazione dei complessivi 243 atti della minoranza politica (28 disegni di
legge, 204 mozioni e 11 voti) il Consiglio provinciale ha dedicato invece 196 ore effettuate, il che corrisponde in
media a 48 minuti per ognuno dei citati atti. Al riguardo debbo però rimarcare che nell’ambito di questo numero di
ore sono state trattate anche 14 tra mozioni e voti di iniziativa della maggioranza politica, in quanto fino a tutto
maggio 2011, quando è stato modificato il regolamento, in base ad un accordo sullo svolgimento dei lavori in Consiglio stipulato all’inizio della legislatura, la trattazione delle mozioni e dei voti di iniziativa della maggioranza avveniva nello stesso spazio di tempo (fino al termine della seduta antimeridiana del 2° giorno di una tornata di sedute)
riservato alle trattazioni di tutti gli atti politici dell’opposizione.
Aggiungo quale ulteriore dato che le appena citate ore effettive dedicate alla trattazione di atti politici rispettivamente della maggioranza politica e dell’opposizione, corrispondono ad un rapporto del 64% (maggioranza) e
36% (opposizione) su un totale di 545 ore spese finora dal Consiglio provinciale per la trattazione di atti politici. A
queste ore si aggiungono naturalmente quelle dedicate alla trattazione di 121 punti istituzionali, il cui ammontare
non è stato rilevato in quanto non richiesto.
Come Le dicevo, questa risposta gliela posso consegnare subito, e colgo l'occasione per ringraziare la segreteria generale per aver fatto questo lavoro di ricerca che certamente non è stato facile ma dovuto.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Replico. Vorrei ringraziarLa per
questa risposta così completa, e vorrei ringraziare la segreteria generale, il segretario Peintner che so ha speso
parecchie ore di tempo su questa interrogazione. Mi dispiace aver dovuto fare questa richiesta, ma io mi volevo
rendere conto, e volevo che tutti i colleghi avessero una base per giudicare se questo Consiglio provinciale è così
inefficiente come qualcuno dice, oppure se in effetti fa il suo lavoro e lo fa in tempi ragionevoli. Quello che viene
fuori è che gli atti, sia mozioni che disegni di legge qui è difficile distinguere, ma gli atti della minoranza ci mettiamo 48 minuti in media a trattarli, e questo mi sembra un tempo record. Gli atti della maggioranza, compresi i
bilanci che sono molto più corposi e comportano ore e giorni di discussione, ci mettiamo 5 ore e 37 minuti a trattarli, cioè per un disegno di legge o una mozione della maggioranza, che vengono approvati e costituiscono normativa in vigore della nostra provincia, dal momento in cui si parte con la lettura delle relazioni delle commissioni,
quindi c'è anche una parte che per tutti i disegni di legge è di rito, alla lettura delle relazioni dei presentatori e delle
relazioni di minoranza fino al voto finale noi ci mettiamo in media 5 ore e 37 minuti. La maggioranza porta a casa i
suoi atti politici in 5 ore e 37 minuti in questa legislatura. Se facessimo dei paragoni anche con altre istituzioni,
consigli regionali ecc., credo che il dato si aggirerebbe intorno a questo numero di ore, quindi credo che qui abbiamo la prova provata, e La ringrazio per avercela data, che questo Consiglio provinciale non è affatto inefficiente
e non è affatto un Consiglio che impedisce alla maggioranza di governare o alla minoranza di fare il suo mestiere.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 53/02/12 del 1.2.2011, presentata dal consigliere Urzì, riguardante 'Bolzano non ha bisogno di nuove provocazioni e di nuove marce "contro". Prego di dare lettura dell'interrogazione.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Bolzano e l'Alto Adige non hanno bisogno di nuove provocazioni e di marce "contro".
L'annuncio della manifestazione degli Schützen alla vigilia della festa della Liberazione e solo pochi giorni prima
della pacifica e allegra adunata nazionale degli Alpini costituisce una evidente provocazione.
Essa coglie infatti come pretesto la inutile questione infinita dei monumenti ma è rivolta non casualmente a fare da
contraltare alla festa dell'Associazione nazionale degli Alpini.
Si ricorderà come a fronte della candidatura di Bolzano a sede dell'Adunata nazionale degli Alpini per l'anno 2009,
nell'anniversario dei moti patriottici tirolesi capeggiati da Andreas Hofer, il presidente della Provincia Durnwalder
disse a chiare lettere che bisognava evitare che nell'anno "hoferiano" gli Alpini sfilassero per il capoluogo. "Molti
cittadini di lingua tedesca – disse Durnwalder – potrebbero non capire…". Una dichiarazione che condizionò la
decisione dell'Ana nazionale e invitarono allo spostamento dell'Adunata al 2012.
Oggi ci si attende dal presidente Durnwalder un medesimo pronunciamento: "Molti cittadini di lingua italiana potrebbero non capire se si tollerasse, nell'anno dell'Adunata degli Alpini, che gli Schützen potessero ridicolizzarne il
loro ruolo e la loro funzione sociale, oltreché storica".
Tutto ciò premesso,
si interroga
il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente
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per sapere se il presidente della Giunta provinciale non intenda assumere una posizione chiara per invitare gli
Schützen a non scendere provocatoriamente in piazza alla vigilia dell'Adunata nazionale degli Alpini di Bolzano
rinviando la loro legittima ma discutibile mobilitazione al prossimo anno, comunque ad un periodo lontano dall'Adunata delle penne nere.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Es stimmt, dass ich gesagt habe, dass ich nicht möchte, dass im Jahr 2009 das Alpini-Treffen in Bozen stattfindet. Sie wissen, dass es im Jahr 2009 sehr viele Feiern und Zusammenkünfte von Leuten gegeben hat, weil das
Gedenkjahr "200 Jahre Tiroler Freiheitskämpfe" gefeiert wurde. Ich habe damals aber auch gesagt, dass wir
selbstverständlich nicht dagegen haben, wenn die Alpini ihr Treffen in Bozen zu einem späteren Zeitpunkt abhalten. Heute sind wir soweit, und ich glaube nicht, dass man sagen kann, dass wir uns gegen das Alpini-Treffen
gewehrt hätten. Wir haben uns immer bereit erklärt, mitzuarbeiten. Wenn 350.000 Leute nach Bozen kommen,
dann muss das natürlich gut organisiert sein, wenn man ungewollte Ereignisse vermeiden will. Tatsache ist, dass
Kollege Tommasini der Vertreter der Landesregierung im entsprechenden Organisationskomitee ist. Auch der
Zivilschutz ist bereit, entsprechend mitzuarbeiten. Die Gemeinde Bozen ist sicher nicht in der Lage, das allein zu
organisieren. Da braucht es vor allem den Zivilschutz mit den verschiedenen Abteilungen.
Was die Schützen anbelangt, so wissen Sie, dass sie nicht nur gegen die faschistischen Relikte protestieren, sondern auch ihr politisches Programm – "Ein Tirol" usw. – unterstreichen wollen. Ob die Schützen die Genehmigung für ein Treffen bekommen oder nicht, weiß ich nicht, denn dafür ist die Quästur zuständig. Nachdem in
letzter Zeit in Bezug auf die faschistischen Relikte sehr viel geschehen ist – Siegesdenkmal, Beinhäuser und auch
in Bezug auf das Relief am Finanzgebäude sind wir einer Lösung nahe –, glaube ich kaum, dass Vertreter der
Mehrheitspartei an dieser Demonstration teilnehmen werden. Letzten Endes liegt es aber an jedem selbst, zu
entscheiden, ob er hingeht oder nicht. Auf jeden Fall hoffe ich, dass es zu keinen Provokationen kommt und dass
das friedliche Zusammenleben nicht gestört wird. Wir haben uns in letzter Zeit wirklich bemüht, ein friedliches
Zusammenleben zu garantieren, und das soll auch in Zukunft so sein. Deshalb ist jedwede Provokation von der
einen oder anderen Seite abzulehnen.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Faccio una ulteriore domanda.
Il quadro che ha disegnato il presidente è sufficientemente chiaro, però manca un aspetto nel senso che ho
richiesto, e quindi chiedo di nuovo se il presidente della Giunta provinciale non intenda assumere una posizione
chiara per quanto attiene la sua responsabilità morale, non autorizzatoria che attiene altri livelli, Lei ha citato la
Questura, per invitare gli Schützen a non scendere in pizza la vigilia dell'adunata nazionale degli alpini. Basta un
pronunciamento di ordine morale, presidente. Lei può invitare l'organizzazione degli Schützen a non scendere in
piazza prima dell'adunata nazionale degli alpini e auspicabilmente anche nel corso di quest'anno, così come fece
qualche anno fa in occasione dell'anno hoferiano?
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Abgeordneter Urzì, Sie sind sicher nicht mein Beichtvater.
Ich muss Ihnen also nicht beichten, was ich denke bzw. was ich fühle. Das ist meine alleinige Angelegenheit. Sie
wissen, dass zwischen dem Alpini-Aufmarsch im heurigen Jahr und dem Schützen-Aufmarsch im Jahr 2009 ein
großer Unterschied besteht. 2009 war das ganze Jahr hindurch ein entsprechendes Programm geplant. Der Alpini-Aufmarsch beschränkt sich auf zwei Tage. Der Schützen-Aufmarsch im Jahr 2009 hat direkt mit unserem
Land bzw., mit unserer Geschichte zu tun gehabt. Das Alpini-Treffen ist ein Treffen von Freunden, die in diesem
Regiment gedient haben. Jeder hat das Recht sich zu treffen und entsprechende Aufmärsche zu veranstalten,
wenn diese von der zuständigen Behörde genehmigt worden sind. Auf jeden Fall hoffe ich, dass es keine Provokationen geben wird.
Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger
PRÄSIDENTIN: Wir kommen zur Anfrage Nr. 3/02/12 vom 3.2.2011, eingebracht vom abgeordneten Pöder, betreffend Werbung für Spielhallen. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
PÖDER (BürgerUnion): In Meran und Umgebung hingen in den letzten Tagen Werbeplakate (siehe beiliegende Fotos) für einen Spielsalon.
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Art. 5, Abs. 3 des Landesgesetzes vom 13. Mai 1992, Nr. 13, verbietet jegliche Werbung “für die Eröffnung oder
den Betrieb von Spielhallen und ähnlichen Vergnügungsstätten”.
1. Fällt diese Art von Werbung nicht das Werbeverbot?
2. Wenn nein – warum nicht – wenn ja, was tut die Landesregierung, um diese Art von Werbung künftig zu
unterbinden?
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Es stimmt, dass dieser Passus im Artikel 5-bis Absatz 3 des Landesgesetzes Nr. 13 aus dem Jahr 1992 enthalten ist. Wenn jemand gegen das Gesetz verstößt, dann muss er bestraft werden. In diesem Zusammenhang
liegen aber keine wie auch immer geartete Meldungen vor. Sie wissen, dass die Strafe zwischen 144 und 1.410
Euro beträgt. Die Geldbuße wegen Verstoßes gegen das Werbeverbot für Spielhallen wird im Sinne des Absatzes
2 vom Direktor der Aufsichtsbehörde des Landes verhängt. Die Feststellung von Verstößen ist Aufgabe der zuständigen Polizeiorgane, sei es Gemeindepolizei, Carabinieri usw. Bisher sind keine diesbezüglichen Anzeigen
gemacht worden.
PÖDER (BürgerUnion): Ich repliziere. Danke, Herr Landeshauptmann! Natürlich sind die Polizeiorgane
und Gemeinden für die Einhaltung dieses Verbotes zuständig. In Meran hingen auf riesigen Plakat-Wänden Werbeplakate für die Eröffnung einer neuen Spielhalle in Algrund. Es ist leider so, dass im ganzen Land Spielhallen
wie Pilze aus dem Boden schießen. Die Maßnahmen, die wir per Gesetz festgelegt haben, dass es in der Nähe
von Schulen usw. keine Spielhallen geben darf, sind eine Seite, aber etwas anderes ist das Werbeverbot, das
offensichtlich missachtet wird. Es erstaunt mich, dass die Gemeinde die Anbringung dieser Werbeplakate in Meran zugelassen hat, obwohl das Gesetz hier relativ unmissverständlich ist. Auf diesen Plakaten wurde ganz offen
Werbung gemacht, und möglicherweise ist es den Betreibern dieser Spielhalle egal, ob sie 1.000 Euro Verwaltungsstrafe zahlen müssen. Warum werden solche Werbeplakate nicht schon vorneherein unterbunden? Es gibt ja
Plakatierungsdienste, die von den Gemeinden konzessioniert sind. Manche Gemeinden machen das selbst. Man
muss dafür ja auch eine Steuer zahlen. Wie gesagt, mich wundert das schon. Offensichtlich werden hier Gesetze
beschlossen und mit großem Trara angekündigt und in die Öffentlichkeit posaunt, aber unterm Strich bleibt wenig
übrig, wenn solche Bestimmungen missachtet werden.
PRÄSIDENTIN: Zur Anfrage Nr. 10/2/12, eingebracht vom Abgeordneten Leitner, ist eine schriftliche Antwort eingegangen. Sind Sie damit zufrieden, Herr Abgeordneter Leitner?
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ja.
PRÄSIDENTIN: In Ordnung.
Anfrage Nr. 21/02/12 vom 20.1.2012, eingebracht von den Abgeordneten Klotz und Knoll, betreffend Bewerbung um Förderpreis für Chancegleichheit mit englischer Diplomarbeit. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Eine Absolventin der Freien Universität Bozen wollte sich mit ihrer in
englischer Sprache verfassten Diplomarbeit um den Förderpreises für Chancengleichheit bewerben. Das wurde
ihr mit Verweis auf die Kriterien für die Vergabe dieses Preises verwehrt. Demnach besteht nur für jene Arbeiten
die Teilnahmemöglichkeit, welche entweder in deutscher oder italienischer Sprache verfasst sind. Die Absolventin
der Uni Bozen, welche auf ihre Dreisprachigkeit immer so stolz ist, zeigt sich darüber enttäuscht, dass eine in der
Weltsprache Englisch verfasste Arbeit nicht zugelassen wird.
Wenn auch kein direkter Zusammenhang besteht zwischen der Vergabe von Förderpreisen und der Ausrichtung
der Universität Bozen, so ergibt sich doch die Frage an die Landesregierung, ob sie angesichts der Bedeutung,
welche dem Englisch- Unterricht an unseren Schulen mittlerweile zukommt, beabsichtigt, die heutigen VergabeKriterien von Förderpreisen zu überprüfen und zu überdenken?
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): In effetti l'articolo 3 dei criteri per la concessione dei
premi per l'elaborazione di tesi di diploma di laurea concernenti la situazione della donna nella società o le pari
opportunità tra uomo e donna prevede espressamente l'ammissione di elaborati in lingua italiana o in lingua tedesca, per un motivo molto semplice: perché gli esami degli elaborati che viene fatto da parte degli uffici viene fatto
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da persone che sono in possesso della conoscenza della lingua italiana e della lingua tedesca. Al momento quindi
non si può chiedere alla commissione che le valuta di sapere anche la lingua inglese, a meno di non chiedere
pareri esterni, cosa possibile.
Personalmente ritengo però, dato che la nostra università forma laureati a conoscenza delle tre lingue, italiano, tedesco e inglese, che sia sicuramente un percorso di progresso quello di ammettere anche la possibilità di
presentare elaborati in una delle tre lingue con le quali ci si può presentare alla tesi di laurea. In questo senso
comunico che nel giro dei prossimi mesi presenteremo una proposta di modifica ed integrazione dell'attuale articolo, che purtroppo al momento non prevede di accogliere tesi in lingua inglese.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich hätte eine Zusatzfrage. Ich habe verstanden, dass es einen Vorschlag geben wird. Das heißt, dass Sie sich mit dieser Materie auseinandergesetzt haben. Geht der Vorschlag
dann dahin, dieses Kriterium zu ändern? Wird es morgen also die Möglichkeit geben, solche Arbeiten auch in
englischer Sprache vorzulegen?
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Sì.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Danke!
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 36/02/12 vom 27.1.2011, eingebracht von den Abgeordneten Heiss und Dello
Sbarba, betreffend Fusion von Landes-Führungspositionen: Ist die Zusammenlegung von Ressortdirektionen und
anderen Aufgaben zielführend und rechtllich einwandfrei? Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich möchte zunächst fragen, ob der Landeshauptmann zuständig ist. Natürlich ist er immer für alles zuständig, aber meiner Meinung nach wäre hier Landesrat Widmann zuständig.
PRÄSIDENTIN: Es antwortet Landeshauptmann Durnwalder.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ok.
Art. 34 im Finanzgesetz 2012 ermöglicht die „Häufung von Führungspositionen“ beim Land und dessen
Körperschaften, um „bessere Koordination [...] im Zuständigkeitsbereich eines Regierungsmitgliedes und [...] der
Hilfskörperschaften des Landes oder von diesem kontrollierten Gesellschaften“ zu erzielen. In diesem Sinne
wurde bisher der Ressortdirektor (RD) von LR Laimer mit der Führung der Abt. Natur und Landschaft betraut; nun
soll auch BLS-Direktor Stofner im Bereich von LR Widmann simultan als RD fungieren. Weitere Fusionen zeichnen sich ab, so im Bereich der geplanten Vergabestelle und der Abt. Europa. Zwar scheinen solche Lösungen
attraktiv, da sie Synergie und Einsparung verheißen, dennoch ist die Verquickung politischer Führungsaufgaben,
wie sie ein RD wahrnimmt, mit administrativen Agenden hoch problematisch und gesetzlich fragwürdig. Auch stellt
sich die Frage, wie der full-time-job eines RD mit anderen Führungsaufgaben zielführend verknüpft werden kann.
Der Fall der Triple-Funktion von Dr. Ruffini als Laimer-RD, Abt.direktor und VWR-Vorstand der Klimahausagentur
zeigt die Grenzen dieser Ballung von Kompetenzen.
Daher richten wir folgende Anfrage an die Südtiroler Landesregierung:
1. Verstoßen die Fusionen nicht gegen die Trennung von Politik und Verwaltung?
2. Ist die Mehrfachbelastung von Führungskräften nicht kontraproduktiv?
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Der Kollege Heiss wird sich getäuscht haben, denn es ist der Artikel 32 und nicht der Artikel 34. Jedenfalls
möchte ich mir erlauben, Ihnen zu sagen, dass der Ressortdirektor ein Bindeglied zwischen dem Politiker und der
Beamtenschaft ist. Das ist also voll und ganz in Ordnung. Hier besteht also kein Widerspruch.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich repliziere. Danke, Herr Landeshauptmann,
dass Sie sich in dieser Frage persönlich in die Bresche werfen. Es tut mir leid, wenn ich den Artikel verwechselt
habe. Wir haben aufgrund von Obstruktion bei der Verabschiedung des Finanzgesetzes gefehlt, deshalb "non
abbiamo dato i numeri."
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Genau das ist aber das Problem, Herr Landeshauptmann. Sie bezeichnen den Ressortdirektor zu recht als
ausführende, koordinierende Instanz des politischen Referenten, als verlängerten Arm des Landeshauptmannes
bzw. der Landesräte. Wenn die Funktion des Ressortdirektors zugleich wahrgenommen wird, um bei Hilfskörperschaften des Landes – beispielsweise bei der BLS - die administrative Seite abzudecken, so ist das aus meiner
Sicht ein Problem. Vor allem im angesprochen Bereich des Zusammenspannens von Abteilungsdirektor und Ressortdirektor wie im Fall von Natur und Landschaft sehe ich diese Problematik hoch ausgeprägt, Landesrat Laimer.
Diese Doppelfunktionen beanspruchen außerdem Zeit und Energie. Ich glaube nicht, dass es zielführend ist, wenn
man diese Doppel- und Dreifachjobs zusammenspannt, weil die Leute einfach nicht mehr ordentlich arbeiten. Wir
haben es bei Herrn Ruffini gesehen, der die ganze Lantschner-Affäre nicht gut gemanagt hat. Das hängt auch
damit zusammen, dass hier jemand drei Jobs machen muss. Dann kommen solche Geschichten heraus, die Sie
auch im Falle anderer Zusammenlegungen erleben werden.
PRÄSIDENTIN: Anfrage Nr. 54/02/12 vom 1.2.2011, eingebracht vom abgeordneten Urzì, betreffend Gefängnis von Bozen. Ich ersuche um Verlesung der Anfrage.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Nel pomeriggio di lunedì 23 gennaio
2012 nella struttura penitenziaria di Bolzano è scoppiata una rivolta che ha visto protagonista una significativa
parte dei detenuti della seconda sezione;
Nella sezione interessata dall'occupazione erano ospitati, al momento della rivolta, 68 detenuti a fronte di una
capienza di 38 e che l'intera casa circondariale potrebbe accogliere 80 detenuti ma arriva ad ospitarne abitualmente sino a 128, con celle da due posti occupate sino ad un massimo di sei persone;
l'intera struttura carceraria, costruita in epoca austroungarica è fatiscente, con limiti strutturali evidenti, ma continua a svolgere la sua funzione pur non potendo più assicurare standard minimi di qualità, come la quasi totalità
delle strutture penitenziarie italiane;
il personale della polizia penitenziaria, a Bolzano come in tutto il Paese, ha ancora una volta dimostrato una straordinaria efficienza e capacità pur in condizioni di lavoro al limite del proibitivo;
un'intesa siglata un anno fa tra la Provincia autonoma di Bolzano e l'Amministrazione penitenziaria (DAP) prevede
la realizzazione di una nuova struttura presso l'aeroporto, con una capienza di 220 posti e una sezione femminile,
senza a tutt'oggi alcun segnale dell'avanzare dell'iter.
Tutto ciò premesso,
si interroga
il presidente della Giunta provinciale e/o l'assessore competente
per sapere quali siano i tempi, le modalità e le garanzie di adeguate risorse per la realizzazione della nuova struttura penitenziaria di Bolzano e come si intenda, sino al completamento dell'opera, garantire la tutela dei necessari
livelli di sicurezza nell'attuale carcere di Bolzano, anche a garanzia del personale che vi opera.
DURNWALDER (Landeshauptmann – SVP): Sehr verehrte Frau Präsidentin, verehrte Damen und Herren! Es stimmt nicht, wie der Kollege Urzì sagt, dass in diesem Bereich nichts getan worden wäre. Jeder, der in
letzter Zeit die Zeitungen gelesen hat, weiß, dass dieses Problem einer Lösung zugeführt wird. Der Gefängnisbau
fällt nicht in die Zuständigkeit des Landes. Wir haben mit dem Mailänder Abkommen gerade im Hinblick darauf,
dass der Staat über Jahrzehnte hinweg immer wieder versprochen hat, ein Gefängnis zu bauen, vereinbart, für
insgesamt 100 Millionen Euro bereitzustellen. Davon sollen 40 Millionen Euro für die umliegenden Gemeinden und
60 Millionen Euro für neue Zuständigkeiten zur Verfügung gestellt werden, darunter auch für den Bau von Einrichtungen, die im Interesse des Landes und des Staates sind. Darunter soll auch das Gefängnis fallen. Vor zwei
Jahren haben wir diese Zuständigkeit bekommen, wobei wir die Details natürlich aushandeln mussten. Tatsache
ist, dass wir den Bau und die Projektierung des neuen Gefängnisses übernommen haben, natürlich im Einvernehmen mit den zuständigen staatlichen Behörden. In der Zwischenzeit haben wir den entsprechenden Grund
ausfindig gemacht und denselben im Bauleitplan eingetragen. Wir haben auch bereits die Enteignung des Grundes vorgenommen, wofür wir 15.816.000 Euro bezahlt haben. Das Ausführungsprojekt ist fast fertig und auch die
Prozeduren für die Ausschreibung sind fast abschlossen, sodass wir noch im März die Ausschreibung machen
können. Ich glaube, dass Ende dieses Jahres die Arbeiten vergeben werden können.
Für die Sicherheit, Verwaltung und Führung des jetzigen und zukünftigen Gefängnisses sind nicht wir zuständig, sondern der Staat.
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URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Credo che non ci sia molto da replicare, se non sollecitare l'amministrazione a garantire una ulteriore velocizzazione dei tempi perché, come visto, le
urgenze sono evidenti, la situazione è estremamente critica, alcuni passi sono stati intrapresi. Io credo però ci sia
la possibilità di garantire una scadenza più ravvicinata delle varie tappe per addivenire ad una soluzione la più
rapida possibile. Non vorremmo trovarci il prossimo anno, come facciamo purtroppo già da molti anni a questa
parte, a discutere di nuovo in Consiglio provinciale, della mancanza di una struttura carceraria all'altezza della
situazione a Bolzano a fronte magari – e spero proprio di no – di un'altra drammatica rivolta.
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: Interrogazione n. 4/02/12 del 16.1.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante Air
Alps. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
PÖDER (BürgerUnion): Wieviele Flugtickets wurden in den Jahren 2009, 2010, 2011 von der Landesverwaltung am Bozner Flugplatz gekauft – über welches Reisebüro – bei welchen Fluggesellschaften – zu welchen
Kosten?
Entspricht es den Tatsachen, dass die Erdbebenhelfer und auch die Zivilschutzbediensteten aus Südtirol anlässlich der Erdbebenhilfe nach dem Erdbeben in L'Aquila 2009 die Flugtickets des Landes nicht benutzen konnten?
Wenn ja, warum?
Welche Beiträge in welcher Höhe hat das Land Südtirol bislang der Air Alps gewährt?
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Vom Gehaltsamt des Landes wurden für die Strecke Bozen –
Rom/Fiumicino bzw. Rom/Fiumicino – Bozen in den Jahren 2009, 2010 und 2011 folgende Anzahl an Flugtickets
für das Landespersonal angekauft:
im Jahre 2009: insgesamt 2020 Einzelflugtickets für die Strecke Bozen – Rom/Fiumicino (1025) bzw.
Rom/Fiumicino – Bozen (995) für einen Gesamtbetrag von 414.518,75 Euro;
im Jahre 2010: insgesamt 561 Hin- und Rückflugtickets sowie 236 Einzelflugtickets für die Strecke Bozen
– Rom/Fiumicino bzw. umgekehrt für eine Gesamtausgabe vom 299.888,24 Euro;
im Jahre 2011: insgesamt 592 Hin- und Rückflugtickets sowie 54 Einzelflugtickets für die Strecke Bozen
– Rom/Fiumicino bzw. umgekehrt für eine Gesamtausgabe vom 301.934,05 Euro.
Uns ist nicht bekannt, dass die Zivilschutzbeamten bzw. Erdbebenhelfer Bedarf nach Flugtickets für die erwährten Strecken gehabt hätten.
Seit der Ausschreibung der Dienste im Dezember 2009 sind für das Jahr 2010 706.640 Euro, für das Jahr
2011 909.00 Euro und bis dato 1.615.950 Euro ausgegeben worden.
PÖDER (BürgerUnion): Es gab und gibt diese Subventionierung. Es ist zum Schreien, wenn man jetzt
hört, dass die Landesregierung der Air Alps diese berühmte Bescheinigung verweigern will, die sie ja unbedingt
braucht, um die Flugerlaubnis in Österreich behalten zu können. Das ist eigenartig, weil das Land anstelle des
Steuerzahlers eine Beteiligung an der Air Alps besitzt. Es wurden viele Tickets angekauft, aber Sie sagen, dass es
für die Zivilschutzbeamten keinen Bedarf gegeben hätte. Mir wurde gesagt, dass es sehr wohl einen Bedarf gegeben habe, aber ich werde noch einmal nachfragen, wie und wo man diesen Bedarf angemeldet hat.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 15/02/12 del 17.1.2011, presentata dal consigliere Tinkhauser, riguardante Air Alps. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Das Land Südtirol ist über die STA AG bei Airalps beteiligt. Laut Medienberichten steht die Airalps vor der Insolvenz.
1. Welche Summen hat das Land seit bestehen der Airalps in die Fluggesellschaft investiert?
2. Mit welchem Prozentsatz ist das Land an der Airalps beteiligt?
3. Seit wann weiß die Landesregierung von der bevorstehenden Insolvenz der Airalps?
4. Wer vertritt das Land in der Airalps in der Gesellschafterversammlung?
5. Welche Summen müssen zur Verlustabdeckung vom Land im Falle einer Insolvenz übernommen
werden? (Bitte die G+V Rechnung der Jahre 2010 und 2011 beilegen)
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WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Sehr geehrter
Herr Präsident, werte Kolleginnen und Kollegen! Der Flughafen und die Konzession für denselben betreffen die
Struktur, die das Land inne hat. Die Air Alps hingegen ist ein Privatunternehmen, das fliegt oder auch nicht, je
nachdem, wie sich das Geschäft entwickelt und wie sehr die Unternehmer bereit sind, zu investieren. Der Kollege
Pöder hat vorher gesagt, dass wir nicht bereit sind, ihnen den Leumund auszustellen, und das stimmt. Wenn uns
jemand nicht darüber informiert, ob der Flugbetrieb aufrecht erhalten wird oder nicht, und wir das mehr oder weniger aus der Zeitung erfahren müssen, dann ist das aus meiner Sicht keine seriöse Vorgangsweise. Für ein solches Unternehmen kann man keinen Persil-Schein ausstellen, damit Alitalia wieder das Co-Sharing aufnimmt. Wir
möchten für diese Struktur, für die ja auch wir verantwortlich sind, einen professionellen Betreiber.
Seit Bestehen der Air Alps hat das Land über die STA 4.400.000 Euro investiert. Das Land ist über die STA
an der Air Alps mit 4,58 Prozent beteiligt. Das Land ist in der Gesellschafterversammlung der Air Alps durch den
Präsidenten der STA vertreten. Im Falle einer Insolvenz verliert das Land den Quotenanteil des Gesellschaftskapitals. Bei einem Betrieb, der Schulden hat, ist der Wert, den wir bereits im Jahr 2005 abgewertet haben, 1 Euro in
der Buchhaltung der STA. Wir verlieren also 1 Euro, wenn die Air Alps nicht mehr fliegt. Natürlich ist es ein Imageschaden. Das Verhalten der Air Alps ist auf jeden Fall nicht in Ordnung, denn ein guter Unternehmer wie der
Schweizer Hauptaktionär der Air Alps hätte sich vorher überlegen können, ob er bereit ist, zu investieren oder
nicht.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Herr Landesrat, ich komme bei der von Ihnen aufgestellten Rechnung
nicht ganz mit. Sie haben gesagt, dass das Land im Falle einer Insolvenz von Air Alps 1 Euro verlieren würde und
man insgesamt 4,4 Millionen Euro in diese Gesellschaft hineingesteckt habe. Also hat man diese 4,4 Millionen
Euro bis zum Jahr 2005 bereits abgeschrieben und ist auf 1 Euro gekommen. Insgesamt verliert man also 4,5
Millionen Euro und nicht 1 Euro.
Der Präsident der STA ist ja Herr Dieter Schramm. Nachdem er in der Gesellschafterversammlung von Air
Alps drinnen sitzt, müsste das Land mit einer Beteiligung von 4,5 Prozent schon frühzeitig wissen, ob es zu einer
Insolvenz kommt oder nicht. Man hat gehört, dass das Land Air Alps klagen möchte, weil der Flugbetrieb nicht
aufrecht erhalten wird. Im Grunde genommen müsste man die Geschäftsführung und nicht die Gesellschaft selbst
klagen, denn wenn ich gegen eine Gesellschaft klage, an der ich selbst beteiligt bin, dann verklage ich mich ja
selbst. So etwas habe ich überhaupt noch nie gehört! Für mich wäre es auch interessant, einmal in die Gewinnund Verlustrechnung der vergangenen Jahre Einsicht nehmen zu können. Vielleicht können Sie mir diese zukommen lassen. Auf jeden Fall glaube ich, dass der Vertreter der STA in der Air Alps grob fahrlässig gehandelt hat,
nachdem der Landeshauptmann aus der Zeitung erfahren musste, dass Air Alps insolvent sei.
PRESIDENTE: Interrogazione n. 38/02/12 del 30.1.2011, presentata dai consiglieri Knoll e Klotz, riguardante le scuole in lingua tedesca a Bolzano. Prego di dare lettura dell'interrogazione.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Medienberichten zufolge muss die deutschsprachige PestalozziSchule in Bozen aufgrund der vielen Neuzugänge erweitert werden. Da die Anzahl der deutschsprachigen Bevölkerung in Bozen jedoch relativ konstant bleibt, stellt sich die Frage, welcher Sprachgruppe die ganzen Neuzugänge angehören? Laut Berichten von betroffenen Eltern sind es hauptsächlich italienische Schüler und Ausländerkinder. Die Folge davon sei, dass in diversen Klassen bereits mehrheitlich italienisch gesprochen wird und
damit das für Süd-Tirol so wichtige Prinzip der deutschsprachigen Schule ad absurdum geführt wird.
1. Welcher Sprachgruppe gehören die Schüler an den deutschsprachigen Schulen in Bozen an
(aufgeschlüsselt nach der Anzahl von Deutschen, Italienern, Ladinern und Ausländern für jede einzelne
Schule)?
2. Wie beurteilt die Landesregierung die Sorge vieler Eltern, dass in einzelnen Klassen bereits mehrheitlich
italienisch gesprochen wird?
3. Welche Maßnahmen wird die Landesregierung ergreifen, um sicherzustellen, dass die deutschsprachigen
Schulen in Bozen nicht unterwandert werden?
KASSLATTER MUR (Landesrätin für deutsche Schule, Denkmalpflege, Bildungsförderung, deutsche
Kultur und Berufsbildung – SVP): Lieber Sven Knoll, zunächst muss ich feststellen, dass die Grundschule Pestalozzi seit Jahren in einer schwierigen Raumsituation ist. Die Schule ist Montessori-Mittelpunktschule und wird
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einmalig im Großraum Bozen angeboten. Deshalb umfasst ihr Einzugsgebiet die gesamte Stadt und die umliegenden Gemeinden. Aufgrund des Unterrichtskonzeptes einer Montessori-Schule besteht eh schon höherer
Raumbedarf, denn Montessori-Mittelpunktschulen sind mit mehr Räumen ausgestattet als normale Schulen. Außerdem bietet diese Schule eine Ganztagsschule an, und auch diesbezüglich erstreckt sich ihr Einzugsgebiet nicht
bloß auf das Viertel, sondern auf die ganze Stadt. Im Stadtviertel Firmian wurde in den letzten Jahren eine Vielzahl an neuen Wohnungen gebaut. Die Grundschule Pestalozzi ist die einzige deutsche Grundschule in diesem
Stadtviertel. Aus diesen Gründen und nicht aus den von den Eltern befürchteten und in Ihrer Anfrage angedeuteten müssen zwei Klassen in Baucontainern untergebracht werden. Die von Ihnen angesprochene Erweiterung
dient dem Zweck, zwei Klassen zu errichten, damit die Schülerinnen und Schüler aus den Containern in ordentliche Klassen übersiedeln können. Es betrifft auch den Umbau der Hausmeisterwohnung in Klassenräume. Im
Neubau der Schule im Stadtviertel Firmian wird ein Klassenzug der Grundschule Pestalozzi untergebracht sein.
Die Sprachgruppenzugehörigkeit von Personen ist ein sogenanntes sensibles Datum. Wir dürfen sie bei der
Einschreibung von Schülerinnen und Schülern nicht erheben. Daher kann ich Ihre Fragen nur teilweise beantworten. Zum heutigen Stichpunkt besuchen 7.954 Kinder und Jugendliche eine Grund-, Mittel- Ober- oder Berufsschule mit deutscher Unterrichtssprache in Bozen. Davon besitzen 82 die bundesdeutsche, österreichische oder
Schweizer Staatsbürgerschaft und 484 eine andere Staatsbürgerschaft als die italienische, bundesdeutsche, österreichische oder schweizerische. Das sind 6,08 Prozent. Im Pestalozzi-Sprengel gibt es 404 Kinder in der
Grundschule, von denen zwei die deutsche, österreichische oder Schweizer Staatsbürgerschaft und 78 andere
Staatsbürgerschaften haben. An der Mittelschule "Albert Schweitzer", die zum Sprengel "Pestalozzi" gehört, gibt
es 201 eingeschriebene Jugendliche, von denen 35 andere Staatsbürgerschaften als die italienische, deutsche,
österreichische oder schweizerische haben.
Die Bevölkerungssituation in Bozen ist allgemein bekannt. Wir haben heute schon begonnen, darüber zu
reden, aber die Zeit reicht nicht für weitere Diskussionen. Neben Familien, die einer einzigen Sprachgruppe angehören, gibt es auch zahlreiche zwei- oder mehrsprachige Familien oder Familien mit Migrationshintergrund. Die
Schülerinnen und Schüler spiegeln diese Realität wider. Auf jeden Fall bemühen wir uns, ausgewogene Klassen
zu bilden. Wir bemühen uns auch, die Eltern bei den Einschreibungen über dieses Thema zu informieren und
ihnen dabei zu helfen, für ihre Kinder jene Schule zu wählen, in denen der Erfolg der am besten gesichert werden
kann.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Frau Landesrätin, ich möchte Sie bitten, mir diesen schriftlichen Text
auszuhändigen. Es ist natürlich schon komisch, dass in Südtirol immer dann alles erhoben wird, wenn es im Interesse der Landesregierung ist. Wenn aber wir etwas in Erfahrung bringen möchten, dann sind es plötzlich sensible
Daten. Frau Landesrätin, diese Anregungen kommen wirklich von Eltern, die das so empfinden. Sie sagen, dass
bei Elternabenden teilweise nicht mehr Deutsch gesprochen werden kann. Ein Elternteil hat mir eine Liste der
Elternvertreter gegeben. Dort stehen Namen darauf, und anhand eines Familiennamens lässt sich nicht immer ein
Rückschluss auf die Sprachgruppe feststellen, aber eine Tendenz ist schon erkennbar. Deshalb würde ich Sie
bitten, dieser Sache nachzugehen. Nachdem das von mehreren Eltern beanstandet wird, glaube ich einfach nicht,
dass das ein Zufall oder eine einmalige Sache war. Das ist auch im Interesse unserer Schüler, unabhängig davon,
welcher Sprachgruppe sie angehören. Offensichtlich ist hier etwas im Argen.
PRESIDENTE: Interrompo la seduta fino alle ore 15.
ORE 13.05 UHR
---------ORE 15.02 UHR
Appello nominale – Namensaufruf
PRESIDENTE: Riprendiamo la seduta.
Ricordo che alle ore 13 sono scaduti i 120 minuti dedicati alla trattazione delle interrogazioni su temi di attualità. Alle interrogazioni non trattate verrà fornita risposta scritta entro i prossimi cinque giorni.
Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle, prego.
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PICHLER ROLLE (SVP): Herr Präsident! Nach Vorabsprache mit den Kolleginnen und Kollegen des dritten
Gesetzgebungsausschusses – ich habe, soweit möglich, auch versucht, die übrigen Kollegen und Kolleginnen zu
informieren – ersuche ich, den Gesetzentwurf Nr. 116/11, den der Abgeordnete Munter eingebracht hat, auf die
Tagesordnung zu setzen. Er wäre nämlich behandlungsbereit. Wir sind der Meinung, dass es notwendig ist, diesen Gesetzentwurf im Laufe dieser Session noch zu behandeln. In diesem Sinne ersuche ich um Verständnis und
auch um Zustimmung zu diesem Antrag.
PRESIDENTE: Ai sensi dell'articolo 62 del regolamento interno devo mettere in discussione questa Sua
proposta. Possono parlare un consigliere a favore e uno contro per 5 minuti. Ha chiesto la parola il consigliere
Seppi, interviene a favore o contro?
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Quando avrò finito il mio intervento, Lei si renderà
conto. Ritengo giusta la richiesta del capogruppo della SVP, preso atto che il disegno di legge di cui chiede l'inserimento all'ordine del giorno è importantissimo per le nostre aziende, è un disegno di legge urgente nell'interesse
di tanti dipendenti che lavorano nelle aziende. La sua richiesta deve trovarci favorevoli, perché anche nella situazione economica nella quale viviamo un passaggio di questo tipo risulta fondamentale per tentare di dare un attimo di respiro a diverse aziende che navigano in cattive acque e sono costrette a fare i conti con una situazione
seria e quindi meritevole di ogni attenzione.
PRESIDENTE: Abbiamo appreso che il consigliere Seppi è a favore. Qualcuno vuole parlare contro la richiesta? Nessuno. Prego fare l'appello per la votazione segreta. Ricordo che la proposta deve avere il voto favorevole dei 2/3 dei presenti per essere accolta.
(Votazione a scrutinio segreto – geheime Abstimmung)
Comunico l'esito della votazione: schede consegnate 32, sì 30, no 1, schede bianche 1. La proposta è accolta, quindi il disegno di legge provinciale n. 116/11 viene iscritto come ultimo punto all'ordine del giorno. Provvederemo comunque alla distribuzione del disegno di legge in maniera che ogni consigliere abbia cognizione di
quello che è stato inserito all'ordine del giorno. Essendo un nuovo punto, la presentazione degli emendamenti su
questo disegno di legge può avvenire fino alla chiusura del dibattito generale.
Il punto 2) all'ordine del giorno: "Iniziativa popolare – disegno di legge provinciale n. 104/11" è rinviato alla
sessione di marzo. Per quanto riguarda il punto 3) all'ordine del giorno: "Elezione della o del garante per infanzia e
l'adolescenza", il termine per la presentazione delle candidature è il 9 febbraio, quindi non è ancora scaduto il
termine, pertanto nella riunione dei Capigruppo si è stabilito di proseguire i lavori con l'audizione dei candidati e
delle candidate il 29 febbraio, per cui il punto è rinviato a marzo.
Punto 4) dell'ordine del giorno: "Richiesta del consigliere Pius Leitner di svolgimento nella tornata
di sedute del mese di marzo di un dibattito di attualità sul tema calendario scolastico ai sensi del
combinato disposto degli articoli 111-bis, comma 1, e articolo 21, comma 3 del regolamento interno".
Punkt 4 der Tagesordnung: "Antrag des Abgeordneten Leitner auf Abhaltung einer Aktuellen
Debatte, in der Sitzungsfolge des Monats März, zum Thema Schulkalender im Sinne des Artikels 111-bis
Absatz 1, in Verbindung mit Artikel 21 Absatz 3, der Geschäftsordnung".
Ricordo che il consigliere Leitner aveva richiesto, con lettera del 16.1.2012, ai sensi dell'articolo 111-bis del
regolamento interno, lo svolgimento di un dibattito da tenersi nella tornata di sedute di febbraio, sul tema del calendario scolastico. Questa richiesta non ha ottenuto però, nella seduta del collegio dei Capigruppo del 24 gennaio
scorso, la prescritta unanimità per la sua approvazione, quindi per l'inserimento di un corrispondente punto all'ordine del giorno della seduta odierna. Infatti ai sensi dell'art. 21, comma 3, del regolamento interno, al quale rinvia
espressamente il già citato articolo 111-bis, comma 1, in tema di effettuazione di un dibattito di attualità, le decisioni del collegio dei capigruppo in tema di fissazione del programma e del calendario dei lavori del Consiglio sono
vincolanti per il Consiglio stesso solo se adottate all'unanimità. La stessa disposizione precisa che in difetto di
unanimità decide il Consiglio provinciale stesso. Appellandosi – per modo di dire – a questo combinato disposto
dagli articoli 111-bis, comma 1 e 21, commi 3 e 4, del regolamento interno, il consigliere Leitner ha chiesto, nella
già citata seduta del collegio dei capigruppo, formalmente che fosse il Consiglio provinciale stesso a pronunciarsi
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definitivamente sulla sua richiesta di svolgimento di un dibattito d'attualità sul tema del calendario scolastico. La
trattazione della richiesta, iscritta pertanto come punto istituzionale all'ordine del giorno di questa tornata di sedute,
avverrà secondo le disposizioni di cui all'articolo 66 del regolamento, nel senso che prima della votazione sulla
richiesta del consigliere Leitner possono intervenire due oratori o due oratrici a favore della richiesta e altrettanti
contro la richiesta, ognuno per un massimo di cinque minuti.
Apro il dibattito su questa richiesta. La parola al consigliere Leitner, prego.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Danke, Herr Präsident! Wie Sie es bereits verlesen haben, habe ich den
Antrag gestellt, eine Aktuelle Debatte zu einem Thema, und zwar zum Thema der Vereinheitlichung des Schulkalenders abzuhalten, das im vergangenen Jahr für sehr viel Aufregung und Diskussionsstoff gesorgt hat. Ich
möchte bei dieser Gelegenheit einmal ganz klar deponieren, was in der Öffentlichkeit falsch dargestellt worden ist.
Es stimmt, dass wir einstimmig einen Beschluss gefasst haben, mit dem die Landesregierung aufgefordert wurde,
eine größtmögliche Vereinigung des Schulkalenders anzustreben. Es wurde somit weder die Fünftagewoche noch
etwas anderes beschlossen, wie es fälschlicherweise dargestellt worden ist. Es stimmt auch nicht, dass beispielsweise die Freiheitlichen einer solchen zugestimmt hätten. Das Gegenteil ist nämlich der Fall. Im Landtag hat es
zwei Anhörungen gegeben, und zwar eine vor und eine nach der Sommerpause. Ich habe mit großer Verwunderung feststellen müssen, dass das Interesse der Kolleginnen und Kollegen Landtagsabgeordneten nicht nur gering, sondern gleichzeitig null war. Einmal waren zwei Abgeordnete und einmal war ich teilweise sogar allein anwesend. Dieses große Interesse seitens des Landtages hat es ganz einfach nicht gegeben, aber aufgrund der
Anhörungen sind die verschiedenen Standpunkte von Vertretern der Schule, also der Schulverantwortlichen, der
Direktoren, der Lehrerschaft, der Eltern und der Gewerkschaften dargelegt worden. Der Jugendring und der Gemeindenverband waren auch vertreten. Alle betroffenen Kategorien wurden angehört, wobei es diesbezüglich
keine Einhelligkeit gegeben hat, was auch nicht zu erwarten war. Es hat aber auch nicht ansatzweise eine klare
Mehrheit für eine der vier vorgeschlagenen Lösungen gegeben. Heute weiß man, dass die Landesregierung genau wusste, was sie will, das heißt, sie hat es so hingebogen, dass das herausgekommen ist, was sie eigentlich
wollte.
Mir persönlich hat nicht gefallen, dass man jetzt im Hauruckverfahren den Landesregierungsbeschluss gefasst hat, ohne den Landtag vorher noch einmal damit zu beschäftigen, denn der Landtag hat die Landesregierung
aufgefordert, eine größtmögliche Vereinheitlichung anzustreben. Wir hätten uns schon erwartet, dass die Landesregierung dem Landtag vor einer Beschlussfassung berichtet, was dann schlussendlich dabei herausgekommen
ist. Wie gesagt, bei den Anhörungen waren jeweils wenige Kolleginnen und Kollegen Abgeordnete dabei. Wir sind
alle mit E-Mails von den Befürwortern der Fünftagewoche und den Befürwortern der Sechstagewoche bombardiert
worden.
Unser Anliegen als Freiheitliche Landtagsfraktion war es, die Autonomie der Schule zu erhalten. Wir haben
auch einen entsprechenden Beschlussantrag eingebracht, welcher im Rahmen der Behandlung des Finanzgesetzes abgelehnt wurde. Die Kolleginnen und Kollegen können sich sicher daran erinnern, dass damals die gesamte
Opposition aus anderen Gründen den Saal verlassen hat. Somit waren wir bei der Abstimmung selber nicht einmal
dabei. Der Antrag kann jetzt erst nach sechs Monaten wieder behandelt werden, aber ich möchte schon, dass
darüber debattiert wird, sodass man zumindest weiß, aufgrund von welchen Erkenntnissen die Landesregierung
zu diesem Beschluss gekommen ist. Das ist den Menschen aber nicht vermittelt worden. Draußen entsteht der
Eindruck, da gibt es die Lehrerschaft gegen die Regierung, da gibt es die Elternschaft für dieses oder jenes, denn
die Anliegen gehen ja quer durch. Unser Anliegen ist es, die Autonomie der Schule zu gewährleisten und die
Schulsprengel, wie bisher, selber entscheiden zu lassen.
Es wird dann beispielsweise gesagt, dass dort, wo die Fünftagewoche eingeführt worden ist, niemand mehr
zurück wolle. Das wurde immer wieder in die Diskussion geworfen. Es gibt scheinbar aber auch andere Erkenntnisse, wobei es noch sehr viel Diskussion braucht, weil dort, wo die Fünftagewoche eingeführt worden ist, das
Niveau eher gesunken ist. Ich behaupte das nicht, sondern sage das nach, was man auch lesen und hören
konnte.
Was ich aber möchte und wir Freiheitlichen mit Nachdruck verlangen, ist eine offene Debatte, bei der man
das Für und das Wider abklärt und man vor allem die Autonomie der Schule garantiert. Wir sind weder die Sprecher der Lehrerschaft, noch jene der Elternschaft. Wir sind in diesem Fall die Sprecher der Kinder, der eigentlichen Betroffenen, die in der ganzen Debatte – das sage ich auch mit Nachdruck – ein bisschen, aus meiner Sicht,
vernachlässigt worden sind. Zum Schluss ist nur mehr übrig geblieben, dass die Lehrer ihr eigenes Süppchen
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kochen wollen und die Eltern heute dieses und morgen jenes Interesse haben. Dann kommen noch die Verbände
usw. dazu. Das spielt alles eine Rolle.
Unsere Aufgabe ist es, die Gesamtheit der Dinge zu betrachten und eine Lösung zu suchen, die vor allen
Dingen der Autonomie der Schule gerecht wird. Wir reden sonst von Subsidiarität und Autonomie, in diesem Fall
ist man aber darübergefahren, und die Debatte im Landtag, denke ich, schadet nicht. Ich weiß, dass es in der
Zwischenzeit einen Beschluss der Landesregierung gibt, welchen man aber jederzeit ändern kann.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Per dichiarare la mia approvazione
senza se e senza ma alla proposta avanzata dal collega Leitner. Si ricorderà che questa proposta era stata avanzata già nel passato. Non era stato possibile addivenire ad un dibattito in Consiglio, perché non fu raggiunta l'unanimità nel collegio dei capigruppo. Ricordo che allora espressi un voto contrario, perché le condizioni quadro generali erano confuse, nel senso che la Giunta provinciale non aveva ancora proposto un piano organico entro il
quale avviare la propria iniziativa. Successivamente, nei mesi seguenti, il focus lo abbiamo avuto, sono stati chiari
i principi e le direttive lungo le quali la Giunta provinciale intendeva muoversi. Oggi, soprattutto dolo la deliberazione assunta dalla Giunta provinciale, abbiamo non solo il titolo ma il dovere di affrontare in questo Consiglio un
dibattito franco che riesca a tirare le somme rispetto a tutto quello che c'è stato dall'approvazione della famosa
mozione che il collega Leitner ha ricordato, fino all'approvazione della deliberazione della Giunta provinciale. C'è
la necessità di fare chiarezza dopo un percorso che è stato travagliato. Il problema può essere risolto attraverso
un riesame della situazione da parte della Giunta provinciale che ha il dovere, nella sede più alta della nostra istituzione, dell'autonomia, di prendere parte ad un dibattito che ponga sul tavolo del confronto e del ragionamento le
questioni che sono state abbondantemente affrontate nelle diverse sedi, quelle giornalistiche ma anche di presa di
posizione di sindacati, parti interessate, associazioni dei genitori riguardo l'argomento.
Mi limito a ricordare un semplice aspetto, ossia che su questa questione si è articolata una polemica trasversale che ha coinvolto l'intera società altoatesina e che ha lasciato un profondo amaro in bocca non solo a
coloro che operano nel mondo della scuola, ma anche ai genitori che alla scuola fanno riferimento, alle loro organizzazioni sindacali, fino al Consiglio scolastico provinciale che, con una maggioranza assolutamente inedita, si
era espresso contro le ipotesi ventilate dalla maggioranza della Giunta e, dobbiamo riconoscerlo, dal partito di
maggioranza, la SVP. C'è stata una mobilitazione che è rimasta inascoltata. Ecco che a maggior ragione un dibattito in questo Consiglio si rende necessario per cristallizzare considerazioni, ragionamenti, valutazioni in ordine
non solo a quanto doveva essere fatto, ma in ordine a quanto è stato fatto, perché possa essere corretto. Esistono
problemi di ordine generale che attengono il quadro della situazione, la lesione dei principi fondamentali dell'autonomia delle istituzioni scolastiche. Queste deliberazioni intervengono in maniera pesante nell'ambito delle competenze delle scuole surclassandole, ma anche in relazione alla qualità di un'offerta che deve essere …
PRESIDENTE: Prego i colleghi di fare un po' più di silenzio.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): La ringrazio. Mi avvio alla conclusione
per ricordare come proprio il Consiglio provinciale abbia oggi il dovere di esaminare una situazione che non deve
essere considerata definita e chiusa, che deve essere considerata invece oggetto di un ragionamento civile ma
anche fermo su alcune questioni di principio fondamentale, fra queste ho citato quella che riguarda l'autonomia
delle istituzioni scolastiche, dei problemi conseguenti all'introduzione delle nuove regole che andranno ad incidere
pesantemente sull'organizzazione ma anche rendendo evidente un contrasto fra il sistema che verrà definito a
livello locale e i principi cardine di carattere più generale che regolano l'impegno, la funzione del sistema formativo, educativo scolastico anche in provincia di Bolzano con i principi fissati dalla legislazione nazionale.
Accolgo la proposta del collega Leitner, la sostengo con convinzione e auspico che la maggioranza di questo Consiglio possa dimostrare la capacità di comprendere con senso di responsabilità come porsi di fronte alle
questioni che sono più drammaticamente vive, significa assumersi una responsabilità positiva per l'interesse della
nostra comunità. Non dobbiamo nascondere la testa nella sabbia o dire che quello che è stato approvato è stato
approvato, non riapriamo più i capitoli che sono stati chiusi. Questo capitolo non deve essere considerato chiuso.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich glaube, dass das Vorgehen für jeden Mann und jede Frau absolut nachvollziehbar ist. Im Zuge des Gesetzentwurfes, den Landesrätin Kasslatter Mur zur Oberstufenreform vorgelegt hatte,
ist auch das Thema des vereinheitlichten Schulkalenders im Raum gestanden. Bereits damals hat es die ersten
Besprechungen und Beratungen darüber gegeben und zum damaligen Zeitpunkt war es dank einer Tagesordnung
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der Kollegin Stirner Brantsch klar, dass der politische Auftrag des Landtages dahingehend lautete, eine Vereinheitlichung des Schulkalenders herbeizuführen. Das ist zumindest der Auftrag aus unserer Sicht gewesen.
Tatsache ist, dass es in der Folge zu diesem Thema ganz gezielt auch Beratungen gegeben hat und es
trifft zu, dass der Abgeordnete Leitner im Sommer letzten Jahres, nachdem was geschehen war und nachdem klar
war, dass dieses Thema zur Behandlung anstehen würde – Frau Landesrätin Kasslatter Mur hat offen angekündigt, dass man mit der Umsetzung spätestens mit dem Finanzgesetz für das Jahr 2012 im Schuljahr 2012/2013
beginnen sollte und beginnen würde -, zeit- und fristgerecht, im Übrigen mit unserer Unterstützung, den Antrag
gestellt hat, anstelle der Aktuellen Fragestunde eine Aktuelle Debatte im Landtag zu diesem Thema abzuhalten.
Es hat damals bedauerlicherweise keine Einigung im Kollegium der Fraktionsvorsitzenden – es gab eine recht
paradoxe Situation - gegeben. Zehn Fraktionen waren praktisch dafür und eine Fraktion dagegen. In der Folge hat
Kollege Leitner den Antrag dann nicht wieder gestellt.
Die Beratungen haben sich dann intensiviert. Dann ist das Haushalts- und Finanzgesetz des Jahres 2012
mit dem ganz spezifischen Inhalt beschlossen worden, dass man in diesem Punkt die Schulautonomie korrigiert
und die Verantwortung an die Landesregierung zurücküberträgt. In der Folge hat es dann noch einmal Anhörungen gegeben und nach reiflicher Vorbereitung, nach reiflicher Überlegung und nach dem Abwägen und dem Anhören aller Seiten – dies ist der Frau Landesrätin unisono querbeet bestätigt worden, wobei sich die Anzahl an Anhörungen, an Treffen, an Absprachen wirklich sehen lassen kann – hat die Südtiroler Landesregierung, nach dem
Haushaltsgesetz, die Entscheidung gemäß Gesetz, gemäß Vorabsprachen, gemäß Ankündigungen getroffen.
Zum jetzigen Zeitpunkt, in dem dieser Prozess zu einem Ende und zu einer Entscheidung geführt worden
ist, noch einmal die Diskussion von vorne zu beginnen und gewissermaßen wieder aufzuschnüren, halten wir für
nicht zielführend. Deshalb sind wir auch gegen die Abhaltung einer Aktuelle Debatte.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Collega Pichler Rolle, in quest'aula non si è mai parlato
di questo tema, ma non occorre che se ne parli qua, tanto in quest'aula non c'è niente da dire! Questo è il leit
motiv che noi sentiamo ripetutamente. Come evidentemente non avevano niente da dire, non hanno fatto vedere
fino in fondo quanto poteva essere il loro peso contrario i due assessori in Giunta provinciale. A quelle famose
audizioni a cui faceva riferimento il collega Pichler Rolle, c'era solo l'assessora Kasslatter Mur o c'era anche l'assessore Tommasini? Non ho capito allora, assessore Tommasini, perché l'assessora Kasslatter Mur ha capito in
quelle audizioni l'esatto contrario di quello che ha capito Lei o viceversa. Parlavano in italiano e tedesco senza
traduzione? Parlavano in ladino? Conoscete benissimo le lingue tutti e due, per cui non ho capito a cosa sono
servite queste audizioni se sono usciti due assessori con delle opinioni diverse. Non ho capito a cosa servissero
quelle audizioni, dato che poi in Giunta si è fatto comunque quello che si è voluto, alla faccia di uno statuto di autonomia e di regole scritte che stabiliscono la piena autonomia dei tre assessorati alla scuola.
Noi dovremmo parlarne ancora in quest'aula, collega Leitner. Facciamo pure se Lei lo vuole, però il problema è che tanto non serve a niente, perché fino a quando avremo una Giunta provinciale in cui due assessori
italiani non sono capaci, di fronte a prevaricazioni di questo tipo, non a votare contro, o addirittura andandosene
come è successo con la questione della SEL, quando c'era ancora la signora Repetto, uno aveva un appuntamento dal dentista, l'altro aveva un funerale che si era già svolto tre giorni prima, di conseguenza si sono defilati.
Signori, la responsabilità non la si può assumere in questo modo, responsabilità significa prendere atto di una
situazione di prevaricazione, perché non è più una questione di opinioni. Noi pretendiamo, perché lo prevede lo
Statuto, che la scuola di lingua italiana sia autonoma per determinate decisioni quando lo deve essere la scuola
tedesca e la scuola ladina. Quando c'è una prevaricazione di questo tipo, al di là del fatto che sia giusto o meno
avere la settimana corta nelle scuole, è un argomento nel quale non voglio entrare, perché saranno gli insegnanti
e i genitori, sarà una categoria di persone diversa dalla nostra a dover dire la propria opinione, ma il fatto stesso
che questa opinione venga imposta agli assessori italiani e che la risposta degli assessorati italiani sia quella di
dire: "Io voto contro, punto" mi sembra inaccettabile, perché davanti ad una prevaricazione non di opinione ma
statutaria, che è ben altra cosa, gli assessori avrebbero dovuto minacciarsi di dimettersi dalla Giunta, perché all'interno della Giunta non possono esserci decisioni che sono contrarie a ciò che prevede una legge di rango costituzionale. Ammesso che a me piaccia o non piaccia, queste sono le regole che vanno rispettate. Nel momento
in cui qualcuno non le rispetta è ovvio che occorre alzarsi dalla sedia e dire: da qua me ne vado fino a quando le
cose non si sono chiarite, e non sul tema che forse è molto meno importante di quello che appare, ma sul principio, il principio stesso che la scuola italiana deve essere assolutamente autonoma in ogni sua decisione, perché
così non prevede il Consiglio provinciale né la Giunta, ma perché così prevede lo Statuto di autonomia che viene
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sbandierato come un vangelo quando fa comodo e viene calpestato e deriso nel momento in cui è in contrasto,
vedi la legge sulla toponomastica che deve venire!
Ritengo che, tenendo conto dell'onestà intellettuale con cui il collega Leitner ha chiesto che venga discussa
questa materia, andrebbe anche discussa, ma per dirci cosa? Che abbiamo degli assessori italiani che non sono
in grado di farsi rispettare? Che l'assessora Kasslatter Mur dovrebbe ritirare una delibera che ha già fatto, e non lo
farà mai? Per dirci che siamo in questa situazione, in cui nessuno o pochi hanno il coraggio fino in fondo di dimostrare caratterialmente quello che rappresentano e quello che devono fare per difendere le loro condizioni statutariamente in questo caso inequivocabilmente scritte in una legge di rango costituzionale. Di conseguenza a una
discussione in merito - per carità, se me lo chiedono l'opposizione e i Freiheitlichen sono disponibilissimo anche a
votare a favore della richiesta - ma sono contrario.
PRESIDENTE: Metto in votazione la richiesta del consigliere Leitner: respinta con 15 voti favorevoli, 17 voti
contrari e 2 astensioni.
Proseguiamo con l'ordine del giorno con i punti riservati all'opposizione. Come prevede il nostro regolamento i tempi vengono ripartiti fra opposizione e maggioranza. I temi riservati all'opposizione potranno essere
trattati fino alle 19 di domani.
Punto 5) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 239/10 del 10.8.2010, presentata dal consigliere Minniti,
riguardante le case Albergo per famiglie sfrattate".
Punkt 5 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 239/10 vom 10.8.2010, eingebracht vom
Abgeordneten Minniti, betreffend Wohnheime für delogierte Familien".
L'emergenza abitativa anche nella Provincia di Bolzano è sempre alta ed il problema degli sfratti e
dei "senzatetto" è innegabile. La nostra Provincia provvede con case albergo per lavoratori e stranieri a tamponare questa emergenza, ma poco, o addirittura niente, viene offerto agli sfrattati che
non possono permettersi (o non trovano) un appartamento in affitto e non rientrano nelle graduatorie
IPES. Ci si riferisce a quei casi in cui, in presenza di uno sfratto ed in attesa di individuare una nuova
soluzione abitativa che può anche essere definitiva (come può essere l'acquisto di un appartamento)
per giovani coppie, la famiglia interessata allo sfratto medesimo – che può anche essere composta
da soggetti anziani – non ha alcun riferimento alloggiativo anche solo provvisorio o è costretta a sottoporsi a spese costose in un albergo o presso qualche privato. Una soluzione tampone potrebbe
essere quella di prevedere "case albergo" anche per questa tipologia di persone, ovvero nel caso di
famiglie monoparentali o numerose, con alloggi messi a disposizione per massimo un anno in attesa
che la famiglia trovi una soluzione consona. Ciò potrebbe avvenire riconvertendo alcuni degli alberghi inutilizzati nella nostra città, o altri edifici in disuso, non ultimi proprio la palazzina ex Ipes di via
Carducci o la ex Pensione Arnika.
Ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a prevedere un intervento quale quello esposto in premessa per attenuare il problema abitativo per le
famiglie di sfrattati.
---------Die Wohnungsnot, die auch in Südtirol stets akut ist, und das Problem der Zwangsräumungen und
der Obdachlosen sind nicht von der Hand zu weisen. Das Land versucht zwar, diesem Problem mit
Wohnheimen für Arbeitnehmer und Einwanderer Abhilfe zu schaffen, aber wenig bzw. fast gar nichts
wird für delogierte Personen unternommen, die sich keine Mietwohnung leisten können oder keine
finden und nicht die Voraussetzungen erfüllen, um in die Ranglisten des WOBI aufgenommen zu
werden. Konkret sind damit jene Fälle gemeint, in denen im Falle einer Zwangsräumung und in Erwartung einer neuen Wohnlösung, die gegebenenfalls für junge Paare auch endgültig sein kann (wie
zum Beispiel beim Ankauf einer Wohnung), die von der Zwangsräumung betroffene Familie, die auch
aus älteren Menschen bestehen kann, keine auch nur vorübergehende Unterkunft hat und somit gezwungen ist, viel Geld für die Unterbringung in einem Hotel oder bei einem privaten Zimmervermieter
auszugeben. Eine Notlösung könnte in der Zurverfügungstellung von Wohnheimen für diese Perso-
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nengruppe bestehen, also für allein erziehende Eltern oder Großfamilien, denen die Unterkunft für
die Dauer von höchstens einem Jahr zur Verfügung gestellt wird, bis sie eine entsprechende Wohnlösung gefunden haben. Dazu könnte man einige der leer stehenden Hotels oder Gebäude in unserer Stadt verwenden, zum Beispiel auch das ehemalige WOBI-Gebäude in der Carduccistraße oder
die ehemalige Pension Arnika.
Aus den oben genannten Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
den eingangs beschriebenen Vorschlag in konkrete Maßnahmen umzusetzen, um dem Wohnproblem delogierter Familien Abhilfe zu schaffen.
Vorsitz der Vizepräsidentin | Presidenza della vicepresidente: DDr.in Julia Unterberger
PRÄSIDENTIN: Das Wort hat der Abgeordnete Minniti, bitte.
MINNITI (Il Popolo della Libertà): Con questa mozione si vuole segnalare il problema reale, concreto che
tante famiglie della nostra provincia affrontano, che sono le famiglie sfrattate dal proprio alloggio per svariati motivi
che si ritrovano senza la possibilità di avere la soluzione ottimale in poco tempo. È una situazione che può riguardare tutte le categorie di cittadini, che può riguardare i giovani, gli anziani, ma anche categorie particolari come i
separati. Queste famiglie non sempre vengono sfrattate per morosità ma anche per problemi diversi da parte del
proprietario. C'è per esempio la necessità di utilizzo di quel proprio alloggio, e queste persone si ritrovano ad
avere estrema difficoltà ad avere un nuovo tetto. Non si tratta sempre e solo di famiglie che possono accedere
all'alloggio Ipes. Certamente ci sono delle famiglie che rientrano per termini di reddito o per altre situazioni entro i
canoni Ipes per poter avere un alloggio fuori graduatoria una volta che si subisce uno sfratto giudiziario non per
morosità, ma ci sono magari altre famiglie che non rientrano in questi canoni e quindi non possono accedere ad
un alloggio Ipes, anche solo provvisoriamente, che si ritrovano senza la possibilità di avere, nel breve termine e
per un periodo limitato di tempo, un alloggio che vada a coprire quella lacuna che si va a creare.
Sulla base di questa riflessione la Giunta provinciale dovrebbe cercare di introdurre una nuova concezione,
tenere aperte le porte per queste famiglie così come abbiamo fatto per altre categorie di altoatesini e per altre
categorie. Pensiamo agli immigrati, pensiamo alle case albergo per i lavoratori stranieri, e pensiamo anche ad
alcuni anziani che possono aspirare ad avere un alloggio Ipes in virtù anche della propria particolare situazione
reddituale. La nostra è una provincia che ha diversi locali inutilizzati, degli alberghi dismessi, che in questo campo,
sono convinto, potrebbe fare qualcosa di più. In questa mozione ho citato due esempi, quello della pensione Arnika a Merano e i locali di via Carducci sempre a Merano, dove una volta venivano ospitati gli uffici dell'Ipes. Quei
locali sono in disuso da tempo, sono abbandonati, basta passare in via Carducci a Merano per rendersene conto,
sono locali che una volta ristrutturati e risanati potrebbero andare a coprire la necessità di queste famiglie che
hanno uno sfratto esecutivo sulle spalle e che non riescono, nell'immediato, a trovare una soluzione per avere un
tetto sulla testa.
Voglio sottolineare che comunque sia la necessità di avere un alloggio di questo genere, case albergo per
famiglie sfrattate dovrebbe essere comunque limitata nel tempo per queste persone, non può essere la soluzione
definitiva, ma ritengo che in ogni caso la Giunta provinciale una risposta anche a queste emergenze che si vanno
a determinare all'interno di alcune famiglie dovrebbe darla. La possibilità c'è, non possiamo negare questo, credo
che un segnale anche di avanguardia la nostra provincia potrebbe darlo in questo settore.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Es gibt Fälle, in denen eine ganze Familie infolge Pfändung, Zwangsräumung und Konkurs von einem Tag auf den anderen auf der Straße steht. Mir ist ein Fall von einem Handwerker
in Neumarkt bekannt, der nicht einmal mehr Zugang zur Werkstatt hatte, um Werkzeug zu holen. Alles, sei es
Wohnung als auch Werkstatt und was darin an Brauchbarem war, wurde einfach verschlossen und die Familie
hatte keinen Zutritt mehr. Es gab keine andere Lösung als in einem Hotel unterzukommen und das, Kollege Einbringer, hat mehr als ein Jahr gedauert. Wenn der Mann arbeitslos ist, weil er infolge seines Konkurses nicht mehr
so schnell eine Arbeit gefunden hat, die Frau immer Hausfrau war und somit keine Arbeitsstelle hatte, die Kinder
noch in Ausbildung waren, dann kann das auch länger als ein Jahr dauern. Diese Familie war kurz in ein Hotel, in
eine Pension gezogen und das Schlimmste war, das muss man sich vorstellen, keinen eigenen Herd zu haben
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und ohne die Möglichkeit zu sein, die Wäsche zu waschen. Das sind jetzt ganz banale praktische Dinge, aber
diese muss man sich vorstellen und diejenigen, die ein wenig Einfühlungsvermögen haben, können nachvollziehen, was dies vor allen Dingen für eine Hausfrau und Mutter bedeutet.
Jetzt gibt es in diesem Zusammenhang natürlich einige Fragen, Herr Landesrat. Hier wird vorgeschlagen,
dass Wohnheime zur Verfügung gestellt werden, aber, meines Wissens, gibt es sehr wenige Wohnheime, welche
für andere Bedürfnisse vorgesehen sind. Vielleicht sagen Sie uns, wie viel Wohnheime dafür überhaupt in Betracht kämen. Ich zum Beispiel kenne keines.
Was die Anzahl solcher Fälle anbelangt, möchte ich wissen, ob es dazu eine Erhebung gibt oder ob man
ungefähr weiß, wie viele Familien oder wie viele Personen davon betroffen sind. Wenn es derzeit vielleicht auch
nicht so viele sind, dann bin ich überzeugt, dass diese Fälle zunehmen werden. Wir wissen, dass die wirtschaftliche Situation nicht besser wird. Wir wissen, dass einige Betriebe heute schon an der Grenze sind, dass also die
Konkurse zunehmen. Davon sind nicht nur die Betriebsinhaber, sondern sehr häufig auch deren Familie betroffen,
wobei der Betriebsinhaber auch mit seinem Privateigentum haftet. Da geht es dann auch um die Wohnung oder
um das Wohnhaus dieser Familie und, wie gesagt, die Gerichtsvollzieher müssen ihrer Arbeit nachkommen, müssen ihren Auftrag erfüllen und so kommt es, dass eine solche Familie von heute auf morgen auf der Straße steht,
viele auch, weil sie bis zum Schluss hoffen, dass es eine Lösung gibt; es gibt aber nicht in allen Fällen einen Ausweg. Daher diese beiden Fragen.
Mich würde auch interessieren, ob Sie sich schon Gedanken gemacht haben und schon konkrete Maßnahmen nennen können, denn der verpflichtende Teil des Beschlussantrages ist eher vage gehalten. Wenn hier
steht "den eingangs beschriebenen Vorschlag in konkrete Maßnahmen umzusetzen", dann muss man schon wissen, welche Maßnahmen in Betracht kommen. Welche Vorarbeiten braucht es und welche sind bereits geleistet
worden?
LEITNER (Die Freiheitlichen): Im reichen Südtirol müssen wir immer wieder feststellen, dass es da und
dort sogenannte offene Baustellen gibt, das heißt, dass nicht alles so schön ist, wie es manchmal dargestellt wird.
Mit diesem Beschlussantrag wird ein Thema angesprochen, das sicherlich da ist und womit Menschen zu kämpfen
haben.
Wir werden diesem Antrag sicherlich zustimmen, wenngleich – das wurde hier schon gesagt – nicht konkrete Maßnahmen gefordert werden. Im einleitenden Teil lese ich zum Beispiel, dass "fast gar nichts" getan wird.
"Fast gar nichts" heißt, dass schon etwas getan wird. Ich möchte wissen, was getan wird. Beim Wohnbauinstitut
gibt es die Rangordnungen und wenn es um Delogierungen, Zwangsdelogieren usw. geht – hier wurden auch
Konkurse und dergleichen Dinge mehr angedeutet -, dann muss man sich auch die Frage stellen, ob alle, die in
eine solche Situation kommen, unverschuldet dorthin kommen und diese Dinge dann unvermittelt auftreten oder
ob bestimmte Dinge nicht auch vorhersehbar sind und auch die Mitverantwortung der Betroffenen einschließt.
Helfen muss man sicher jenen Menschen, die ein Problem haben, die aus nicht eigenem Verschulden in eine
schlimme Situation kommen. Diese gibt es, leider Gottes, auch in Südtirol.
Wenn ich jetzt höre, dass sich der Landeshauptmann beispielsweise Sorgen um die Vollbeschäftigung
macht, dann wird er sich auch um solche Dinge und um die Folgen, die sich davon ableiten, Sorgen machen müssen, keine Frage. Das ist erst der Anfang für einen Rattenschwanz von möglichen Folgeproblemen, die sich hier
die Menschen einhandeln werden. Das heißt, die Politik muss die Voraussetzungen schaffen, dass man in diesem
engmaschigen sozialen Netz im Falle eines Unglückes, im Falle einer Notsituation wirklich schnell helfen kann.
Eines möchte ich nicht, weil gerade in Südtirol bei sozialen Maßnahmen dem Missbrauch Tür und Tor geöffnet
wird – hier wird angesprochen, dass man auch die Wohnungsnot für Einwanderer abschaffen oder dem Abhilfe
schaffen muss -, dass Leute, die lange in einer Rangordnung sind und lange auf eine Wohnung warten, sich dann
von Menschen, die beispielsweise erst gestern gekommen sind, überholt sehen. Diesbezüglich braucht es schon
klare Kriterien, welche ich hier auch festgeschrieben wissen möchte, wenn es irgendeine Maßnahme in diese
Richtung gibt.
Wie gesagt, Kollege Minniti hat diesen Antrag eingebracht. Das Anliegen ist sicherlich berechtigt, es ist da
und die Politik ist sicherlich zum Handeln aufgefordert. Ich möchte aber noch einmal wissen, was für Delogierte
bisher konkret unternommen wurde, welche Möglichkeiten es derzeit gibt, um hier schnell eingreifen zu können.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Auch von unserer Seite, in aller Kürze. Wir
stimmen diesem Antrag zu, keine Frage. Auch wir halten, wie es Kollege Leitner angedeutet hat, die Vollbeschäftigung für das wichtigere, zumindest das vordringlichere Anliegen als die Vollautonomie und in der Hinsicht gilt es
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einiges zu tun. Ich glaube, dass es hier eine abgestufte Verantwortung gibt. Sicher hat das Land die Möglichkeit,
diese wahrscheinlich zunehmenden Delogierungen aufzufrangen, gerade durch diesen, wenn man es so will,
Rotationsfonds an 300 bis 400 Wohnungen, die das WOBI ständig frei hat. Wenn man einen Teil davon ausnimmt,
dann könnte man ohne weiteres ein minimales Paket vorsehen, Herr Landesrat, um es für diese Zwangsdelogierungen zu reservieren, gewissermaßen als Reservefonds für diese Formen akuter Notfälle. Ich denke auch daran,
dass wir auch das Subsidiariätsprinzip ein wenig respektieren und sagen sollen, dass die soziale Unterstützung
auch ein Thema der Gemeinden ist, nachdem doch die Gemeinden vielfach, vor allem die größeren Gemeinden,
über eigene Wohnungen verfügen und auch in der Hinsicht tätig werden sollten. Ich glaube, dass diesbezüglich
das Land die Gemeinden in die Verantwortung nehmen kann und dass die Bezirksgemeinschaften den sozialen
Bereich in sehr starkem Ausmaß abdecken.
Ich glaube, diesem Beschlussantrag ist selbstverständlich zuzustimmen, aber in dieser abgestuften Optik,
dass man sagt, das Land hat seinen Beitrag zu leisten, aber ebenso die Bezirksgemeinschaften und Gemeinden
als Unterebene und die Bürger nächste Ebene.
TOMMASINI (Assessore alla scuola italiana, alla cultura e formazione professionale italiana e all'edilizia abitativa – Partito Democratico/Demokratische Partei): Questo è senza dubbio un tema importante e,
come è stato detto da alcuni consiglieri che sono intervenuti, è possibile, noi auspichiamo di no, ma è possibile
che in futuro, se le condizioni economiche continueranno a peggiorare e avranno un flusso anche sul nostro territorio in maniera forte, i casi si sfratto aumentino, perché questa è una conseguenza della crisi economica prolungata e strutturale. Quindi il problema di provare a dare una casa a tutti o comunque una condizione alloggiativa
stabile a tutte le famiglie, che è uno dei pilastri della politica sociale di questa provincia, è un tema vero. Non possiamo però dire che non si sta facendo niente, non dico che nessuno dei consiglieri l'ha detto, ma io capisco il
consigliere Minniti che ha presentato questa mozione, penso che vada nella direzione di occuparsi di un tema
importante, ma dobbiamo però anche sapere quali sono gli strumenti già a disposizione su cui abbiamo già discusso e che sono stati peraltro oggetto di dibattito e di modifica non da moltissimo tempo, in cui si sono fissati gli
strumenti per intervenire esattamente in questi casi. Che cosa facciamo quando una famiglia è sfrattata? Poi ci
sono situazioni diverse, sono tutte drammatiche. C'è la situazione che diceva la consigliera Klotz, quella da un
giorno all'altro. Normalmente però c'è un periodo in cui si possono trovare delle soluzioni. Sono rari i casi in cui
non ci sia tempo, o credo non esistano, ma probabilmente, come diceva lei stessa, in quel caso la famiglia sperava fino all'ultimo che lo sfratto fosse bloccato. Al di là di questo ci sono questi casi, e per quanto il numero in
termini assoluti non sia enorme, ogni singolo caso è drammatico per chi lo vive. La Provincia è intervenuta, la
nostra legge ci dà degli strumenti che vengono anche utilizzati. Vorrei ricordarli brevemente. Sono due, uno fa
riferimento all'art. 28, comma 6 della legge sull'edilizia abitativa, in cui vengono definiti i costi ammissibili per i
programmi di costruzione dell'Ipes e che dice che l'Ipes può essere autorizzato dalla Giunta provinciale ad acquistare sul libero mercato singole abitazioni o interi edifici anche ad un prezzo superiore al valore convenzionale,
qualora sussista l'urgenza e l'indifferibile necessità di procurare abitazioni per persone che abbiano subito l'esecuzione di uno sfratto o che siano minacciati dall'esecuzione di uno sfratto, ovvero per persone senza tetto.
L'altro articolo, ancora più importante ed utilizzato normalmente, è l'articolo 102 della legge provinciale n.
13/1998 che definisce la priorità nell'assegnazione degli alloggi e dice che le famiglie comprese nella graduatoria,
alle quali sia stato negato il rinnovo del contratto di locazioni per lo sfratto e nei cui confronti venga eseguita la
procedura per il rilascio dell'abitazione, possono conseguire l'assegnazione di un'abitazione con precedenza sugli
altri richiedenti compresi nella graduatoria, sentita la commissione per le assegnazioni. Quindi c'è questo strumento che viene utilizzato, nel senso che nel momento in cui ho lo sfratto passo in una posizione più favorevole
della graduatoria e mi viene assegnato l'alloggio.
Ricordo poi che avevamo discusso sul fatto che se uno non è in graduatoria cosa succede? C'è il comma 2
che dice: "Le persone che si trovino nella condizione di cui al comma 1 - quindi sottoposte a sfratto – nonché i
richiedenti la cui abitazione sia oggetto di esecuzione immobiliare, possono presentare in qualsiasi momento domanda di assegnazione di un'abitazione, purché siano in possesso dei requisiti generali per l'assegnazione di
abitazioni in locazione dell'IPES. La commissione per l'assegnazione provvede ad integrare la graduatoria e può
dare parere per l'assegnazione con precedenza". Avviene allora che sono sottoposto ad uno sfratto, faccio domanda in qualsiasi momento, e la Commissione che, come sapete, riguarda i vari comuni, interviene per dare
l'assegnazione dell'abitazione con priorità. Questo articolo viene usato - adesso non ho la statistica dei casi, posso
portarla perché è un elemento interessante – per poter intervenire con la massima velocità e flessibilità quando
una persona ha uno sfratto, perché quando una persona è sottoposta a sfratto possono passare anche anni, ma
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alle volte passa qualche mese, ma comunque è in una situazione di emergenza. Credo che questa sia una buona
normativa, certo si può sempre ragionare, migliorare, prendere atto della trasformazione della società, ma questo
articolo, in combinato disposto con l'art. 28, ci consente di avere a disposizione uno strumento che utilizziamo per
venire incontro alle persone che hanno uno sfratto.
Gli strumenti ci sono, li usiamo. Io non ritengo che in questa fase debba essere costruito un edificio specifico per gli sfatti, anche perché poi potremmo farne uno per tutta la provincia. Molto spesso però c'è anche l'esigenza di intervenire anche nei singoli territori. Questa modalità che ci consente anche di acquistare nei casi
estremi è più interessante, perché se noi prendiamo o costruiamo degli alloggi che poi devono essere liberati e
sappiamo che anche se mettiamo un termine di un anno, due anni, ma dopo due anni chi va a dire loro che devono essere sfrattati anche dall'Ipes? Sono situazioni molto delicate. L'articolo 102 e l'art. 28 ci consentono di
intervenire lasciando le persone nel loro comune e di intervire in maniera flessibile. Sono disponibile a vedere i
dati, guardiamo quanti interventi sono stati fatti negli ultimi anni, teniamo monitorata la situazione, perché è vero
che può succedere, noi speriamo di no, ma se dovesse esserci una crisi economica prolungata con perdita di posti
di lavoro, potremmo avere maggiori problemi di questo tipo, quindi teniamo monitorata la situazione. È giusto che
il Consiglio ne discuta, ma manteniamo questi strumenti che a mio avviso sono strumenti migliori rispetto alla proposta che è stata fatta. Propongo di bocciare questa mozione, pur considerando che il tema è importante e prendendo atto che il Consiglio che ha approvato questa legge ha dato alla Giunta gli strumenti per intervenire nei casi
sociali di emergenza.
MINNITI (Il Popolo della Libertà): La risposta dell'assessore Tommasini non mi convince del tutto, perché
se è vero, e l'ho detto anche nel mio intervento, che la Provincia qualche cosa ha fatto, e i riferimenti normativi a
cui si ispirava l'assessore lo dimostrano, è anche vero che essi valgono solo per quelle famiglie che hanno i requisiti per poter rientrare nelle graduatorie Ipes, quindi persone che hanno un limite di reddito, peraltro anche quelle,
non tutte, trovano una appropriata soluzione al loro problema. La proposta che facevo, e ringrazio tutti i colleghi
che sono intervenuti e hanno appoggiato comunque questa iniziativa, è diversa e va oltre al solo recinto riguardante le famiglie che possono rientrare nell'alloggio Ipes, riguarda anche le famiglie che hanno un reddito maggiore e che non potrebbero rientrare nella prima e seconda fascia, tanto per fare un esempio, mentre trovano
difficoltà a poter accedere a degli alloggi. Poi mi chiedo, dato che abbiamo giustamente realizzato delle case
albergo per lavoratori, gran parte stranieri, per quale motivo non pensiamo che si debbano fare delle strutture per
queste categorie sociali quali sono gli sfrattati che hanno anch'essi un enorme problema? Abbiamo pensato di
proporre un certo numero di alloggi per anziani, benissimo, lo stiamo facendo perché i comuni - in questo ha ragione anche il collega Heiss quando dice che bisogna responsabilizzare maggiormente i comuni e le comunità
comprensoriali – hanno il dovere di realizzare alloggi per anziani. Noi abbiamo proposto con un disegno di legge di
realizzare degli alloggi per i giovani, però non esiste da nessuna parte una normativa che preveda comunque che,
così come ci sono gli alloggi per lavoratori stranieri, per gli anziani, e io concordo con l'esistenza di queste opportunità, non ci debbano essere anche alloggi di transito per famiglie sfrattate. Anche questa dovrebbe essere una
opportunità che la nostra provincia offre ai propri cittadini, a tutti coloro che hanno una reale difficoltà a trovare
alloggio, e comunque sia, un alloggio quanto meno di transito, entro il quale la famiglia può rimanere per un tot di
mesi oppure magari anche per un anno - noi vediamo che negli alloggi per stranieri essi ci possono stare cinque
anni, quindi comunque per un determinato periodo di tempo - fin quando non si individua una soluzione più definitiva per queste famiglie.
Credo che questa sia la direzione nella quale si deve camminare, magari anche all'avanguardia rispetto altre province e regioni del nostro Paese. Questo significa avere il coraggio di affrontare delle sfide proprio in relazione a quello che diceva Lei, assessore Tommasini, ovvero che il timore che questa crisi porti ad un aumento
degli sfratti è fondato e di fronte al quale dobbiamo operare preventivamente. Prossimamente mi risulta, verrà in
discussione in quest'aula la nuova legge sull'edilizia sociale, e se questa tocca solo alcuni articoli, credo che ci sia
la possibilità di lavorare ed elaborare delle questioni più innovative. Voglio auspicare che in quella sede si possa
trovare una soluzione adeguata a questo problema che è di tante persone, di tante famiglie già oggi e che rischia
di aumentare proprio in futuro.
PRÄSIDENTIN: Wir stimmen über den Beschlussantrag Nr. 239/10 ab: mit 10 Ja-Stimmen und 18 NeinStimmen abgelehnt.
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Punkt 6 der Tagesordnung: Beschlussantrag Nr. 274/10 vom 30.12.2010, eingebracht von den Abgeordneten Knoll und Klotz, betreffend die Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen
Einrichtungen".
Punto 6) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 274/10 del 30.12.2010, presentata dai consiglieri Knoll e
Klotz, riguardante l'utilizzo di prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche".
Der Wirtschaftsstandort Tirol verfügt über ein vielfältiges Angebot regionaler Produkte aus Landwirtschaft, Gewerbe und Handwerk, die von höchster Qualität sind und mit nur kurzen Transportwegen
zum Konsumenten gebracht werden können.
Die Produkte aus Nord-, Ost- und Süd-Tirol stehen dabei nicht in Konkurrenz zueinander, sondern
ergänzen sich in vielfältiger Hinsicht.
Dennoch wird dieses gemeinsame Potential bisher nur spärlich genützt und allzu oft auf vermeintlich
billigere Kilometerfresser-Produkte zurückgegriffen, die den regionalen Warenaustausch hemmen
und statt dessen den Transitverkehr fördern.
Jeder Euro, der für heimische Tiroler Produkte ausgegeben wird, kommt hingegen wieder zurück und
stärkt somit den Wirtschafts- und Lebensraum in ganz Tirol.
Insbesondere in öffentlichen Einrichtungen darf daher nicht länger allein der billigste Preis entscheidend sein, sondern es gilt auch die regionale Wertschöpfung, kurze Transportwege, Klimaschutz, Arbeitsplatzsicherung und die nachhaltige Landschaftsgestaltung zu berücksichtigen.
Dies vorausgeschickt,
beschließt
der Südtiroler Landtag:
1. Der Südtiroler Landtag spricht sich für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler
Produkten in öffentlichen Einrichtungen aus.
2. Die Südtiroler Landesregierung wird beauftragt, in Zusammenarbeit mit dem Bundesland Tirol die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei der Verwendung von heimischen
Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen zu schaffen und dieses als bald möglich umzusetzen.
---------Il Tirolo come luogo di localizzazione di attività economiche può vantare un'offerta variegata di prodotti regionali provenienti dall'agricoltura, dalle attività produttive e dall'artigianato. Questi prodotti
sono di altissima qualità e arrivano al consumatore con brevi trasporti.
I prodotti dal Tirolo del Nord, dal Tirolo orientale e dall'Alto Adige non sono in concorrenza tra di loro,
ma si completano a vicenda, formando un’offerta variegata.
Tuttavia sinora questo potenziale comune è stato solo parzialmente sfruttato e troppo spesso si ricorre a prodotti che apparentemente costano meno, ma comportano lunghi trasporti che ostacolano
uno scambio delle merci a livello regionale e favoriscono solo il traffico di transito.
Ogni euro speso per prodotti locali tirolesi torna invece indietro e contribuisce a rendere più forte
tutto il Tirolo come spazio economico e di vita.
Soprattutto nelle istituzioni pubbliche non può continuare a essere determinante solo il prezzo più
basso; occorre prendere in considerazione anche il valore aggiunto regionale, i tragitti brevi, la tutela
del clima, la conservazione del posto di lavoro e una progettazione sostenibile del paesaggio.
Ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
delibera quanto segue:
1. Il Consiglio provinciale si dichiara favorevole a utilizzare in via preferenziale prodotti locali
tirolesi nelle istituzioni pubbliche.
2. Si incarica la Giunta provinciale di elaborare, in collaborazione con il Land Tirolo, le condizioni generali per introdurre il principio del miglior offerente di prodotti locali tirolesi nelle
istituzioni pubbliche, provvedendo anche a una loro rapida attuazione.
Die Abgeordneten Knoll und Klotz haben einen Änderungsantrag eingebracht, der wie folgt lautet:
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Der Wirtschaftsstandort Tirol verfügt über ein vielfältiges Angebot regionaler Produkte aus Landwirtschaft,
Gewerbe und Handwerk, die von höchster Qualität sind und mit nur kurzen Transportwegen zum Konsumenten
gebracht werden können.
Auch im Bereich der Energiegewinnung und der erneuerbaren Energie verfügt Tirol über umfangreiche Erfahrungswerte und nachwachsende Rohstoffe, deren Wertschöpfung durch eine gemeinsame Nutzung optimiert
werden könnte.
All diese Produkte aus Nord-, Ost- und Süd-Tirol stehen nicht in Konkurrenz zueinander, sondern ergänzen
sich in vielfältiger Hinsicht.
Dennoch wird dieses gemeinsame Potential bisher nur spärlich genützt und allzu oft auf vermeintlich billigere Kilometerfresser-Produkte zurückgegriffen, die den regionalen Warenaustausch hemmen und statt dessen
den Transitverkehr fördern.
Jeder Euro, der für heimische Tiroler Produkte ausgegeben wird, kommt hingegen wieder zurück und stärkt
somit den Wirtschafts- und Lebensraum in ganz Tirol.
Insbesondere in öffentlichen Einrichtungen darf daher nicht länger allein der billigste Preis entscheidend
sein, sondern es gilt auch die regionale Wertschöpfung, kurze Transportwege, Klimaschutz, Arbeitsplatzsicherung
und die nachhaltige Landschaftsgestaltung zu berücksichtigen.
Dies vorausgeschickt,
beschließt
der Südtiroler Landtag:
1. Der Südtiroler Landtag spricht sich für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in
öffentlichen Einrichtungen aus.
2. Die Südtiroler Landesregierung wird aufgefordert, die EVTZ mit einer Erhebung zu beauftragen, in welcher all jene Bereiche eruiert werden, in denen eine gemeinsame Verwendung und Vermarktung heimischer Tiroler Produkte umgesetzt werden könnte.
3. Die Südtiroler Landesregierung wird beauftragt, in Zusammenarbeit mit dem Bundesland Tirol und dem
Trentino – auf der Basis der Erhebung der EVTZ – die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei
der Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen zu schaffen und dieses
als bald möglich umzusetzen.
---------Il Tirolo come luogo di localizzazione di attività economiche può vantare un'offerta variegata di prodotti regionali provenienti dall'agricoltura, dalle attività produttive e dall'artigianato. Questi prodotti sono di altissima qualità e arrivano al consumatore con brevi trasporti.
Anche nel settore della produzione di energia e delle energie rinnovabili il Tirolo dispone di notevole esperienza oltre che di materie prime rinnovabili, il cui valore aggiunto potrebbe essere ottimizzato grazie al loro uso
condiviso
Tutti questi prodotti del Tirolo del Nord, del Tirolo orientale e dell'Alto Adige non sono in concorrenza tra di
loro, ma si completano a vicenda.
Tuttavia sinora questo potenziale comune è stato solo parzialmente sfruttato e troppo spesso si ricorre a
prodotti che apparentemente costano meno, ma comportano lunghi trasporti che ostacolano uno scambio delle
merci a livello regionale e favoriscono solo il traffico di transito.
Ogni euro speso per prodotti locali tirolesi torna invece indietro e contribuisce a rendere più forte tutto il Tirolo come spazio economico e di vita.
Soprattutto nelle istituzioni pubbliche non può continuare a essere determinante solo il prezzo più basso;
occorre prendere in considerazione anche il valore aggiunto regionale, i tragitti brevi, la tutela del clima, la conservazione del posto di lavoro e una progettazione sostenibile del paesaggio.
Ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
delibera quanto segue:
1. Il Consiglio provinciale si dichiara favorevole a utilizzare in via preferenziale prodotti locali tirolesi nelle
istituzioni pubbliche.
2. Si sollecita la Giunta provinciale a commissionare al GECT un rilevamento che appuri quali sono i settori
in cui i prodotti locali tirolesi possono essere utilizzati e commercializzati congiuntamente.
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3.
Si incarica la Giunta provinciale di elaborare, in collaborazione con il Land Tirolo e con il Trentino – sulla
base del rilevamento del GECT – , le condizioni generali per introdurre il principio del miglior offerente di
prodotti locali tirolesi nelle istituzioni pubbliche, provvedendo anche a una loro rapida attuazione.
Das Wort hat der Abgeordnete Knoll, bitte.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich möchte eigentlich das zitieren, was heute als Schlagzeile in der Tiroler Tageszeitung steht, nämlich dass im Jahre 2011 der Transitverkehr um 3,5 Prozent wieder gestiegen ist.
Nachdem in den letzten Jahren, wohl auch durch die Wirtschaftskrise bedingt, ein Rückgang zu verzeichnen war,
ist dieser Trend nun wieder umgekehrt. Der Transitverkehr entlang der Brenner Route steigt wieder, während der
Verkehr auf der Schiene im gleichen oder vermehrten Maße abnimmt. Ich glaube, es ist doch die Aufgabe der
Politik, bis der Brennerbasistunnel, sofern er irgendeinmal kommt, aber das kann noch eine lange Geschichte
sein, sich in der Zwischenzeit einmal Gedanken über Möglichkeiten zu machen, wie man derartige Entwicklungen
einbremst und darüber hinaus, wie man das, was man im Land bereits hat, besser vermarktet und besser nützt.
Dieser Beschlussantrag ist nicht neu. Wir hatten ihn bereits einmal im Zuge der Haushaltsdebatte eingebracht. Er wurde damals aber aus anderen Gründen abgelehnt. Wir haben ihn jetzt mit diesen beiden Änderungen
wieder eingebracht, und zwar was die Rohstoffe, also die Energiegewinnung, aus einem ganz konkreten Anlass,
anbelangt. Uns ist zugetragen worden, dass beispielsweise im Pustertal für ein Fernheizkraftwerk Holz als Polen
angekauft wird. Diesbezüglich stellt sich die Frage, warum im Grunde genommen in einem Lande wie Tirol im
Norden, Osten und Süden - wir haben auch Welschtirol mit hineingenommen -, das sehr reich an diesem Rohstoff
ist, ausgerechnet aus Polen Zukäufe getätigt werden müssen. Umgekehrt dieselbe Sache, ganz alltägliche Dinge.
Ein ähnlicher Beschlussantrag wurde im Landtag des Bundeslandes Tirol bereits angenommen. Die konkrete Frage ist, warum Produkte, die in Südtirol hergestellt werden, in Nordtirol beispielsweise aus der Steiermark
oder von sonst woher transportiert werden müssen, wenn der Weg von Südtirol wesentlich näher wäre. Klassisches Beispiel sind die Äpfel. Ich denke, es gibt eine Fülle von Produkten, die innerhalb Tirols produziert werden,
die nicht in Konkurrenz zueinander stehen, sondern sich ideal ergänzen und die gegenseitige Wertschöpfung
steigern würden. Diesbezüglich würde es Sinn machen, darüber nachzudenken, welche Ressourcen man am
besten gemeinsam nützen könnte. Es gibt bereits derartige Beschlüsse, die im Rahmen des Dreier-Landtages
gefasst wurden.
Nachdem wir jetzt nun einmal die EVTZ haben und sich irgendwo bei uns der Verdacht einschleicht, dass
der EVTZ als Institution zwar da ist, aber die Aufgaben, mit denen sie sich beschäftigt, eher spärlich sind, haben
wir, Kollegin Hochgruber Kuenzer und ich, heute Morgen darüber nachgedacht, den EVTZ ganz konkret mit in
dieses Projekt hineinzuholen und sie damit zu beauftragen, einmal eine Erhebung anzustellen, in welchen Bereichen eine solche optimierte Zusammenarbeit, Vermarktung und Verbreitung einheimischer Produkte sinnvoll wäre.
Der Beschlussantrag zielt darauf ab, dies zu optimieren, weil wir der Meinung sind, dass die Produkte, die hier bei
uns hergestellt und vermarktet werden, letztlich nicht nur den überflüssigen Transitverkehr eindämmen, sondern
auch wieder der Bevölkerung zugute kommen, denn es sind die Produkte, die hier produziert und verkauft werden,
das heißt, das Geld fließt direkt an die Produzenten, an die Leute hier bei uns. Ich denke, dass dies doch eine
sinnvolle Initiative ist, die vielleicht zwar nicht die große Maßnahme sein wird, die die Weltwirtschaft verändern
wird, aber es sind kleine Nuancen, die man innerhalb der eigenen Wirtschaft setzen könnte. Deswegen bitten wir
um Zustimmung zu diesem Beschlussantrag.
THALER ZELGER (SVP): Dies ist ein Thema, mit dem wir uns hier im Landtag und auch im Dreier-Landtag
immer wieder befasst haben. Ich denke, grundsätzlich ist alles zu unterstützen, dass kleine Wirtschaftskreisläufe
möglichst enge Wirtschaftskreisläufe unterstützt, denn je größer die Wertschöpfungskette eines Produktes im
engen Umfeld stattfindet, umso mehr Wertschöpfung wird dadurch natürlich im Umfeld auch generiert und bleibt
auch vor Ort erhalten. Der Verkehr ist, wenn wir es so sagen wollen, das größte Problem. Überall gibt es Bestrebungen in Richtung dieser sogenannten Null-Kilometer-Produkte, Wenig-Kilometer-Produkte oder wie auch immer.
Wir haben in diesem Landtag bereits ein Gesetz verabschiedet, in dem es vor allem um die Lebensmittel
geht, denn die Erziehung zu bewusstem Konsum ist etwas ganz, ganz Wichtiges. In diesem Zusammenhang
könnten wir auch Folgendes dazu nehmen: Wer nicht bewusst einkauft, verbraucht viel mehr und wirft viel mehr
weg. Der Abfall, das Wegschmeißen von Lebensmitteln ist mittlerweile zu einem sehr großen Problem auch in der
Europäischen Union geworden. Dies hängt teilweise mit dem geringen Bewusstsein zusammen. Das alles kann
durch kleine Kreisläufe gestärkt werden. Dies gilt aber nicht nur für Lebensmittel, sondern auch für Produkte –
Sven Knoll hat es bereits gesagt – wie das Abfallholz und auch das Wertholz. Ein anderes Beispiel sind die Steine
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als Baumaterial. Wir wissen, dass es hier Probleme gibt. Mittlerweile kommen unsere Pflaster- und Randsteine
auch für die öffentlichen Bauten aus China, während unsere Steinbrüche Probleme haben. Es gibt eine ganze
Reihe von Bereichen, die man mit hereinnehmen könnte. Deshalb empfinde ich diese Initiative als positiv. Es geht
in erster Linie um nichts Endgültiges, sondern darum, einmal zu schauen, was wir tun können. Wir würden staunen, wenn wir sehen würden, wie viel in unserem Umfeld zur Verfügung steht, wovon wir manchmal vielleicht
selbst gar nichts wissen.
URZÌ (Futuro e Libertà – Zukunft und Freiheit – Dagnì y libertè): Sono un po' basito – non so se si
possa dire oppure si dice solo basito – nel senso che cerco di comprendere il significato originale di questa mozione, ma temo anzi di comprenderlo troppo bene, che è tutt'altro che quell'attenzione, quella considerazione del
territorio che si vuole fare intendere. Questa mozione ha un carattere evocativo sul piano squisitamente politico,
pur trattando apparentemente di una materia molto più concreta, quella della riduzione dei danni all'ambiente, la
riduzione dell'inquinamento, la riduzione dei costi. È evidente che non è questo l'obiettivo, ma quello di riaffermare
ancora una volta un principio ed un concetto che è esclusivamente politico, ossia l'utilizzo di prodotti locali tirolesi
nelle istituzioni pubbliche. Peraltro quando si afferma, come specificato nella parte impegnativa che "si incarica la
Giunta provinciale di elaborare, in collaborazione con il Land Tirolo e con il Trentino – sulla base del rilevamento
del GECT – , le condizioni generali per introdurre il principio del miglior offerente di prodotti locali tirolesi nelle
istituzioni pubbliche, provvedendo anche a una loro rapida attuazione." Se sono del Trentino non sono tirolesi i
prodotti, quindi c'è una contraddizione in termini che ha la necessità di essere risolta. Ma poi verrebbe da chiedersi, se un prodotto è di qualità, ha un basso costo, ha un ridotto impatto sull'ambiente in termini di produzione e
proviene da Verona piuttosto che da Monaco di Baviera, è un prodotto che le istituzioni pubbliche locali non vedono acquistare? Veniamo trascinati su un terreno di sabbie mobili che non ci porta molto lontano se non a restringere ulteriormente la nostra visione, la nostra lettura delle cose. Il nostro sguardo si chiude sempre più in una
miopia pericolosa che ci fa vedere solo l'ombelico del mondo e non una dinamica che è più generale e dalla quale
possiamo attingere non solo risorse ed esperienze, ma anche condizioni migliori per il nostro territorio. Anche il
lato economico, mi si dimostri il contrario, ha il suo valore, perché più le istituzioni pubbliche risparmiano, più servizi possono essere posti a disposizione del cittadino, quindi non è corretto affermare: "… soprattutto nelle istituzioni pubbliche non può continuare ad essere determinante il prezzo più basso". No, il prezzo più basso deve
essere uno dei fattori determinanti. Non si può pensare che è meglio acquistare un prodotto solo perché viene da
Innsbruck, da Hall, o da Ala, comperarlo anche se costa il triplo per una congiunzione anche di ordine politico e
una concezione ideologica, piuttosto che un prodotto che costa la metà che proviene da un ambiente di produzione ecocompatibile di Verona, di Monaco di Baviera, Palermo, Berlino o Amburgo. Dobbiamo uscire da questa
spirale che ci fa vedere solo il nostro ombelico, non ci rende partecipi di una dinamica che è mondiale. Nel commercio a maggior ragione deve essere di ampio respiro.
Sono assolutamente basito rispetto ai contenuti di questa mozione, voto contro perché ne comprendo solo
il valore ideologico e politico e non ne giustifico alcun valore materiale e tecnico.
HOCHGRUBER KUENZER (SVP): Ich sehe in diesem Beschlussantrag nur oder ganz stark einen wirtschaftlichen Aspekt. Ich bin davon überzeugt, dass es sinnvoll ist und wir den europäischen Verbund territorialer
Zusammenarbeit (EVTZ) nützen sollten, um gemeinsame Projekte zu realisieren und uns gemeinsam in diesem
Bereich, in diesem Umfeld in den Alpen zu stärken. Ich sehe hier einfach einen Vorteil. Wir haben diesen EVTZ
gegründet, um verschiedene Projekte gemeinsam zu realisieren. Natürlich kann und soll ein Projekt im wirtschaftlichen Sinn, aus meiner Sicht, realisiert werden. Ich denke, es kommt gerade zur rechten Zeit, denn wenn wir die
Sparmaßnahmen auf der italienischen Seite wahrnehmen und auch einhalten müssen, dann braucht jeder Betrieb
in Südtirol mehr Geld zur Verfügung. Er muss für seine Tätigkeit mehr bezahlen. Diese Regionalisierung könnte,
aus meiner Sicht, eine Antwort darauf sein, dass wir die heimischen Produkte regional wieder stärker wahrnehmen, einsetzen, wobei die Produkte, so wie es Kollegin Thaler Zelger gesagt hat, abgesehen von den Nahrungsmitteln, sehr vielfältig sind.
Hier geht es um die Stärkung der heimischen Wirtschaft, selbst wenn man jetzt im europäischen Raum das
Wort "regional" in den Mund nimmt. Das war heuer für mich eigentlich eine Neuheit. Vorher hat man immer nur
vom Markt, vom Weltmarkt gesprochen. Jetzt nimmt man wieder das Wort "regional" in den Mund, das heißt,
dass man sich bewusst geworden ist, dass die Sensibilität für die heimische Wirtschaft, für die heimische Produktion wieder verstärkt hinausgetragen werden muss, damit den Menschen bewusst wird, welchen Wert das Umfeld
hat, was alles vor Ort vorhanden ist, und zwar müssen die heimischen Ressourcen ganz klar aufgezeigt werden.
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Der große Vorteil sind selbstverständlich die kurzen Transportwege. Ich denke, dies ist einfach notwendig,
denn wir sollten den Mut haben und sagen - auch wenn Europa noch die Zustimmung geben muss -, dass bei
einer Ausschreibung von öffentlichem Interesse kurze Transportwege als Kriterium mit eingeführt werden müssen.
Das wäre, aus meiner Sicht, ein Zeichen und wir nicht nur jammern und sagen dürfen, dass man nichts tun könne,
zu viel Verkehr sei, denn der Verkehr ist auch umweltbelastend und auch für die Menschen eine große Belastung.
Wir sollten die Zivilcourage und den Mut haben, dies auch einzufordern. Was von niemandem eingefordert wird,
kann auch nicht umgesetzt werden. Ich denke, Sensibilität braucht es auf allen Ebenen, und zwar auf unserer
Ebene, auf der Provinzebene, auf nationaler Ebene, aber auch auf europäischer Ebene. Wir sollten in diese Richtung arbeiten. Ich spreche mich für diesen Beschlussantrag aus, weil wir, wie schon gesagt, auch den Europäischen Verbund der territorialen Zusammenarbeit viel, viel stärker nutzen sollten.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich schicke voraus, dass wir diesem Beschlussantrag unsere Zustimmung
geben werden. Ich möchte, ohne lehrmeisterlich zu sein, darauf hinweisen, dass man beim EVTZ den Artikel richtig setzen sollte. Es ist der EVTZ und nicht "die EVTZ". Das ist sicherlich ein Flüchtigkeitsfehler, aber man hat im
Gebrauch dieses Namens gehört, dass es die EVTZ ist. Das geschieht immer wieder, aber wenn man Begriffe
verwendet und sie falsch verwendet, dann werden sie irgendwie von allen so nachgesagt. Das soll nur in Klammer
gesagt sein.
Das erinnert mich ein bisschen an die Rückkehr des Accordino, wo es schwierig war, Produkte innerhalb Tirols auszutauschen, weil die Staatsgrenze damals noch sehr, sehr spürbar war. Heute haben wir sehr viele Möglichkeiten und ich bin auch überzeugt, dass sich die ganze Geschichte nach wie vor über den Preis abspielen wird.
Wenn wir jetzt diesem Beschlussantrag das Liberalisierungsdekret des Ministerpräsident Monti gegenüberstellen,
dann wird es schwer sein, dem zu begegnen, aber umso wichtiger sind Maßnahmen, die wir regional setzen – es
ist hier schon gesagt worden -, um zu schauen, dass die Produkte verwendet werden, die vor Ort hergestellt werden. Das heißt aber nicht, Kollege Urzì, dass es dann keinen Austausch mehr geben wird. Wir können nicht alles
herstellen und wir wollen auch Dinge nach außen verkaufen. Wir sind ein Wirtschaftsstandort und nicht nur ein
Schneckenhaus, in dem wir unsere eigenen Produkte und vielleicht jene von Nordtirol und vom Trentino essen.
Das ist sicherlich nicht gemeint. Dass wir aber dieses regionale Wirtschaften auch dokumentieren und uns bemühen, dies auch umzusetzen, ist, denke ich, ein Anliegen, das man nur teilen kann.
Der EVTZ selber kommt wieder einmal ins Bewusstsein der Bevölkerung. Keiner weiß so recht, was das eigentlich ist. Deshalb tun alle gut daran, diese Institution, die man als Europaregion Tirol verkauft hat, was sie in
der Praxis natürlich nicht ist, mit Leben zu erfüllen. Deshalb bin ich immer bestrebt, Begriffe in dem Sinne zu verwenden, was sie wirklich aussagen. Wir neigen in der heutigen Gesellschaft immer dazu, Dinge nachzusagen,
weil sie einmal vorgegeben werden. Wenn sie aber falsch gebraucht werden, dann erreichen sie nicht das eigentliche Ziel. Wie gesagt, dem Antrag stimmen wir selbstverständlich zu.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Die Frage mit dem EVTZ ist interessant, weil
man an der Verwendung des Artikels merkt, dass das Ganze im Herzen nicht so richtig angekommen ist. Wenn
man ihm einen sächlichen Artikel gibt, dann wird es schon passen. Das EVTZ ist irgendein Neutrum, aber so richtig herzerwärmend ist das Ganze nicht.
Der Beschlussantrag hat eine ganz interessante bemerkenswerte Zielrichtung. Es liegt sicherlich auch
darin, dass man diesen Warenaustausch, diesen Güterkreislauf zwischen Nord und Süd, im Sinne von Tirol, Südtirol und Trentino, wesentlich verbessert. Das ist durchaus ein löbliches und viel zu wenig praktiziertes Prinzip. Ich
glaube, dass es hier Barrieren gibt, die dringend überwunden werden müssen.
Allerdings überlagern sich in diesem Beschlussantrag gewissermaßen, wenn man es so will, biologisch regionale und patriotische Komponenten. In diesem Zusammenhang gibt es eine interessante Übereinanderschiebung von verschiedenen Komponenten. Vor allem ist zu fragen, was das Wort "heimisch" bedeutet, denn "heimisch" scheint "naturnahe" zu ergeben, und zwar gewissermaßen das, was hier wächst, hergestellt und produziert
wird, aber ob es dann auch heimisch ist, ist sehr fragwürdig. Wenn wir etwa unseren Speck nach Nordtirol verkaufen, dann steht die heimische Qualität doch sehr in Frage, weil das schweinische Grundprinzip aus Holland
kommt und, umgekehrt, wird es auch beim Handel in Tirol nicht viel anders sein. Hier muss man sich schon fragen, ob die heimische Kategorie dem Ganzen auch Stand hält, denn unsere Stoffkreisläufe nehmen inzwischen
doch sehr viele Einflüsse auf. Auch wenn wir die heimische Milch im Lande vermarkten wollen, so muss man doch
bedenken, dass ein wesentlicher Teil der Verpackung von ganz woanders herkommt und dass allein in einem
Jogurtbecher zig-Kilometerkreisläufe eingehen, auch wenn die Milch vom Hof von Maria Hochgruber Kuenzer
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stammen mag. Das muss man auch mit berücksichtigen. Die Frage der heimischen Kategorie ist nicht sehr tragfähig. Man müsste in diesem Zusammenhang wirklich die kontrollierte Ursprungsbezeichnung, die biologisch und
echte Herkunft auf den Prüfstand stellen. Das ist, aus meiner Sicht, eine doch sehr schwammige Kategorie, die
hier eingebracht wird, um ein im Prinzip auch löbliches Grundanliegen zu fördern. Diese scheinbar kurzen Kilometer sind dann doch nicht so ganz kurz. Es gibt hier immer einen Mix von verschiedenen Produkten. Dies ist in
keiner Form so ganz sauber.
Außerdem muss man sich schon fragen – diesbezüglich schließe ich mich nicht zur Gänze, sondern ein
klein wenig dem Kollegen Urzì an –, inwieweit dieses Prinzip nicht auch gefährlich ist, es nicht ein wenig auch ein
Eigentor ist. Wir sind sehr darauf angewiesen, dass wir unsere Äpfel nicht nur im heimischen regionalen Kreislauf
zwischen Kufstein und Ala verkaufen, sondern quer durch den gesamten europäischen Kontinent und diese Reziprozität wird in der Europäischen Union auch ein wenig eingefordert. Ich glaube schon, dass diese im Prinzip
des freien Warenverkehrs nicht unterlaufen werden kann. Solche Beschlussanträge funktionieren dann, wenn man
das Prinzip der Gesundheit der biologischen Notwendigkeit einführt, aber sonst wird es relativ gefährlich.
Schließlich, glaube ich, sollten wir nicht unbedingt daran denken, einen geschlossenen Markt zu fördern.
Ich denke vor allem an Afrika und daran, wie schwer es für afrikanische Produkte ist, auf dem europäischen Markt
vorzudringen, und ein wesentlicher Teil der Misere dort geht auch auf dieses Schließungsprinzip zurück. Insgesamt können wir zum einen bestimmte Prinzipien teilen, also den verbesserten Austausch, der notwendig ist, aber
die Schwammigkeit des Heimischen und die patriotische Grundlegung können wir nicht zur Gänze nachvollziehen.
Deswegen werden wir uns in diesem Fall der Stimme enthalten.
SEPPI (Unitalia – Movimento Iniziativa Sociale): Mi piacerebbe sapere quali sono le istituzioni pubbliche
che in qualche modo consumano i prodotti che, secondo i colleghi, dovrebbero essere di produzione tirolese,
compreso il parmigiano reggiano e il prosciutto di Parma! Ritengo che questo tema sia già stato affrontato il passato in maniera molto recisa da un capo di Stato che si chiamava Benito Mussolini, che quando applicò queste
teorie che si chiamano autarchia, aveva però una ragione diversa. Aveva dinnanzi a sé uno stato che allevava gli
animali, i maiali sul territorio e non in Olanda, e che poteva fare lo speck in Alto Adige così come i cannoli in Sicilia. In una realtà mediterranea tanto quanto era quella in cui poteva vagare la mente del Duce, poteva anche
starci, ma in una mentalità che comincia a Salorno e finisce a Kufstein ritengo che la situazione sia diversa, a
meno che non pensiate di coltivare i limoni e gli aranci a Innsbruck e magari le banane fra Kufstein e Innsbruck.
Penso che sia un po' una provocazione, e io come provocazione la tratto, perché non posso fare diversamente. È una provocazione verso la quale non vale neanche la pena di prendersela più di tanto. So che il collega
Knoll è capace di fare queste cose, ha molta ammirazione da parte mia per le sue provocazioni, perché sembra
che siamo venuti, benché separati da un patriottismo assolutamente diverso, dalla stessa scuola politica, per cui
l'accetto come una provocazione. È un patriota con una bandiera diversa dalla mia, però dal suo punto di vista
importante. Io ho sempre rispetto per i patrioti, perché quelli che hanno il coraggio di avere una bandiera sono
sempre meglio di quelli che una bandiera non ce l'hanno e quando si tratta di doverla tirar fuori scappano dalla
nave che ha fatto il comandante Schettino. Meglio chi batte bandiera panamense ma ha "gli attributi" piuttosto che
qualche comandante che si comporta come il comandante Schettino. Da questo punto di vista posso anche rispettarlo, però qui è andato un po' oltre, perché io che il Tirolo lo frequento dico che è un territorio molto interessante e dico che continuano a grattugiare parmigiano reggiano piuttosto che il formaggio che viene dalla valle
dell'Inn, o preferiscono mangiare prosciutto di Parma, perché hanno almeno la serietà, collega Klotz, di allevare i
maiali in Emilia Romagna e non di importarli dall'Olanda come fanno i nostri produttori di speck locali che spacciano per "echte Produktion mit dem Fleisch, das vom Ausland kommt". Quali risparmi di viaggio? Vi conviene
importare direttamente anche lo speck dall'Olanda, così si fa un viaggio solo, invece devo importare i maiali dall'Olanda, poi faccio lo speck a San Candido, tanto per non far nomi, e poi devo portarlo in giro per tutto l'Alto Adige
e distribuirlo in Italia. Ritengo che se l'Italia facesse la stessa cosa che volete fare voi, avremmo da vendere lo
speck solo a chi? Alla festa in piazza Walther? Cosa grattugiate poi a Innsbruck sulla pasta? Anche perché la
pasta asciutta noi non siamo abituati a tagliarla con il coltello. Ci sono anche questioni di orgoglio nazionale. Oggi
a mezzogiorno ero in un ristorante che è molto frequentato da colleghi qui presenti, con una conduzione italiana
del sud, e io li vedo mangiare molto più volentieri, non faccio nomi ma mi stanno ascoltando, spaghetti con le vongole o con il polipo piuttosto che i canederli e lo speck. Andare ad imporre determinate situazioni nelle cose pubbliche sarebbe veramente una condizione che va contro il gusto consolidato, perché è vero che voi nel Tirolo
avete pochi "Schettini", e noi ne abbiamo di più, ma è altrettanto vero che gli spaghetti come li fanno gli italiani
sono condizioni, assieme al prosciutto di Parma e al parmigiano reggiano, che nulla hanno a paragone, e neanche
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voglio fare un paragone che sarebbe schiacciante a favore dell'Italia, se dovessimo andare a paragonarli con ciò
che produce l'Austria nell'arte culinaria. Se parliamo poi di altre cose, è ora che le riapriamo anche noi quelle cose
per le quali tanti nostri connazionali vanno in Tirolo, e ci andrebbero molto meno se anche da noi finalmente qualcuno capisse che le case chiuse vanno aperte anche in Italia.
KLOTZ (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Ich könnte meine Vorredner, Hans Heiss und Donato Seppi, verstehen, wenn im Beschlussantrag stehen würde, dass die Bewohner von Süd-, Ost-, Nordtirol und vom Trentino von
nun an keine Orangen aus Sizilien, keine Bananen aus Afrika und keinen Reibkäse aus Parma essen dürfen. Also
bitte, was unterstellt Ihr uns denn? Solches Denken war uns immer fremd, und das solltet Ihr eigentlich schon
wissen. Bitte, lest Euch die Texte durch! Ich habe den Eindruck, dass Ihr den Beschlussantrag nicht gelesen habt.
Wo ist darin die Rede von irgendeiner Ausschließlichkeit? Nirgendwo! Wenn Ihr Euch den Absatz 5 des einleitenden Teils – im anderen ist sowieso davon nicht ausdrücklich die Rede – anschaut, dann steht dort Folgendes:
"Insbesondere in öffentlichen Einrichtungen darf daher nicht länger allein der billigste Preis entscheidend sein,
sondern es gilt auch die regionale Wertschöpfung, kurze Transportwege, Klimaschutz, Arbeitsplatzsicherung und
die nachhaltige Landschaftsgestaltung zu berücksichtigen." Hier steht nirgendwo "entweder oder", sondern "nicht
nur das", "sondern auch", damit das Ganze auch in einem Blickwinkel der Ausgewogenheit, der Rentabilität und
vieler Komponenten gesehen wird. Hans Heiss! Ich kann Sie diesbezüglich wirklich nicht verstehen. Ihr seid immer
diejenigen, die auf kurze Transportwege, auf das kleinräumige Wirtschaften wert legt. Ich unterstütze das seit
langem, weil es logisch ist, dass man die im Land produzierten Lebensmittel entsprechend bevorzugen sollte,
wenn man Rücksicht auf alles andere nimmt, und das ist jetzt nicht Ausdruck von Kleingeisterei, im Gegenteil. Es
ist Ausdruck von Weitsicht und Verantwortungsbewusstsein, dass man versucht, die heimische Wirtschaft, wo es
möglich ist, zu stärken. Wir haben noch keine Bananenbauern, vielleicht sind sie irgendwo in einer Nische. Donato
Seppi! Trösten Sie sich, an so etwas denken wir nicht oder dass man keinen Reibkäse … Also, wenn man das
hier hört, dann ist dies jetzt bald wirklich eine Faschingseinlage!
Dann, Hans Heiss, geht es eigentlich um Eure Prinzipien und dass hier der Begriff "im Tiroler Raum" verwendet wird. Ich weiß schon, dass Ihr eine Allergie dagegen habt, aber das ist Euer Problem. Es ist aber dennoch
ein Anliegen, auch wenn es Euch schockt und es Euch jedes Mal irgendwo wie ein Nagel in das Herz trifft, dass
der Begriff "Tirol" immer noch existiert. Das ist es eben! Wenn dies nicht drinnen stehen würde, dann, bin ich
überzeugt, wäre es ein hoch gelobter Antrag auch von Eurer Seite.
Unter Punkt 1 des beschließenden Teils des Beschlussantrages steht ja nicht drinnen, dass der Südtiroler
Landtag sich für die ausschließliche Verwendung, sondern für die bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler
Produkten in öffentlichen Einrichtungen ausspricht. Donato Seppi hat Recht, wenn er vom "schweinischen Grundprinzip" gesprochen hat, … Nein, Hans Heiss, das kommt aus Holland. Die Schweine, die hier zu Speck veredelt
werden – es sind nicht alle, denn es gibt auch echten sogenannten Tiroler Bauernspeck, der von hier usw. … Ich
brauche es nicht näher auszuführen. Es geht ja nicht um die ausschließliche, sondern um die bevorzugte Verwendung und nirgendwo ist eine Grenze vorgesehen, im Gegenteil. Dass man das fördert, scheint mir schon ein Anliegen zu sein, vor allem in einer Zeit, in der wir alle beklagen, dass die Transportkosten überall steigen, dass es
ein Umweltanliegen sein muss, die Transportwege so kurz als möglich zu halten.
Im Absatz 3 des beschließenden Teils geht es um die Rahmenbedingungen für ein Bestbieterprinzip bei der
Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen. Was ist hier an Ausschließlichkeit
vorgesehen? Bitte lest Euch die Anträge zuerst gründlicher durch!
EGGER (Die Freiheitlichen): Ich glaube, Frau Kollegin Klotz, dass alle Anrainer der Brennerautobahn,
also der Transitroute durch Südtirol, um jeden LKW froh sind, der weniger die Autobahn befährt. Soweit, glaube
ich, sind wir alle derselben Meinung.
Der wesentliche Punkt dieses Beschlussantrages ist der erste, der besagt, dass sich der Landtag für die
bevorzugte Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in öffentlichen Einrichtungen ausspricht. Herr Landesrat Berger, meine Frage zielt dahin ab – dies wurde vorhin bereits von Kollegin Rosa Thaler Zelger oder Kollegin
Hochgruber Kuenzer erwähnt –, dass wir hinsichtlich der Nahrungsmittel bereits ein Landesgesetz haben, welches
die bevorzugte Verwendung in Mensen und dergleichen mehr von heimischen Produkten im Nahrungsmittelbereich vorsieht. Ich möchte Sie, Herr Landesrat Berger, fragen, inwieweit man bereits eine Umsetzung dieses Landesgesetzes erzielen konnte. Ich kann mir vorstellen, dass dies nicht von heute auf morgen möglich ist, aber ich
möchte konkret wissen, was sich hier getan hat, denn ein Gesetz hat doch eine gewisse Kraft, wobei wir alle ver-
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pflichtet sind, die Gesetze einzuhalten. Wenn es ein solches Gesetz gibt, dann möchte ich höflichst nachfragen,
was dieses Gesetz in diesem Bereich bewirkt hat und was umgesetzt worden ist.
Was hingegen die Nicht-Nahrungsmittel betrifft, ist dieser Beschlussantrag sicherlich gut und recht und
auch unterstützenswert. Ich möchte mir nur erlauben, darauf hinzuweisen, dass es heute wahrscheinlich schon so
ist, mit oder ohne diesen Beschlussantrag, dass die Körperschaften, also die Gemeinden, die Bezirksgemeinschaften und wahrscheinlich auch das Land - ich spreche hier aus meiner Erfahrung als Bürgermeister von Sterzing - bereits seit Jahr und Tag in der Realität nach Möglichkeit Produkte ankaufen, die nicht von, was weiß ich,
woher geholt werden, sondern die zum größten Teil aus unserem näheren Umfeld kommen. Kollegin Hochgruber
Kuenzer oder Kollegin Rosa Thaler Zelger haben schon Recht, wenn sie sagen, dass die Steine aus China usw.
kommen.
Jetzt komme ich zu einem kleinen Kritikpunkt, den ich auch anbringen möchte. Natürlich ist es wichtig, dass
die Produkte aus der Nähe kommen und es auch verkehrstechnisch und umwelttechnisch wichtig ist, es müssen
aber auch die Qualität und der Preis halbwegs passen. Das muss man sich schon auch vor Augen halten, denn
die Qualität eines Produktes, das zum Beispiel eine Gemeinde ankauft, ist schon auch von immenser Bedeutung
und wenn es vor allem um die Sicherheit auf Spielplätzen usw. geht, möchte ich schon gewährleistet haben, dass
man im Zweifel das sicherere nimmt und nicht vielleicht das, was in der Nachbargemeinde hergestellt worden ist,
denn die Sicherheit und die Gesundheit gehen schon vor der patriotischen Einstellung und dem Lokalcolorit.
Zum einen muss die Qualität und zum anderen, bis zu einem bestimmten Punkt zumindest, auch der Preis
gewährleistet sein, denn wenn es um Steuergelder in den Gemeinden geht - hier reden wir von öffentlichen Einrichtungen -, dann geht es vor allem um öffentliche Mittel. Dann muss man auch mit den Geldern entsprechend
sorgsam umgehen, aber grundsätzlich ist dieser Beschlussantrag sicherlich unterstützenswert.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Leggendo la parte dispositiva dell'emendamento presentato, non vedo questa lontananza da quanto è stato espresso da alcuni colleghi. Si fa sempre
riferimento alla fine ad una corsia preferenziale di prodotti tirolesi, tutto diretto alla pubblica amministrazione. Ipotizziamo che una mozione di questo genere venga approvata e quindi si dia una corsia preferenziale a prodotti
tirolesi, trentini ecc. da parte della pubblica amministrazione. Nel libero commercio qualcuno prima o poi se ne
accorge e comincia a dire: se tu dai corsie preferenziali ai tuoi prodotti, io comincio a dare corsie preferenziali ai
miei prodotti; penso per esempio alla Baviera. La collega Klotz dice che lo fanno già, ma questo nel libero commercio, non nella pubblica amministrazione. Credo che una cosa di questo genere sia contro qualsiasi principio
liberale, libero commercio, libera concorrenza, e soprattutto contro i principi dell'Unione Europea. L'assessore che
risponderà a questa mozione ci potrà chiarire se la pubblica amministrazione può dare delle corsie preferenziali a
prodotti di una certa regione piuttosto che a quello di un'altra. Secondo me è contro lo spirito dell'Unione Europea
e diventa quella che qualche collega ha definito una questione ideologica, non tanto di commercializzazione di
prodotti locali, per cui non la ritengo accettabile.
Anche gli altri punti della mozione fanno esclusivamente riferimento ai prodotti locali tirolesi da parte della
pubblica amministrazione. Mi sembra una chiusura questa maxi regione, comprendendo anche il Trentino, non si
può chiudere in se stessa anche dal punto di vista commerciale e in questo aiutata dalla pubblica amministrazione. Se c'è un gruppo di operatori economici, produttori di beni locali che riescono ad unirsi spontaneamente a
fanno libero commercio dal punto di vista di soggetti privati e non pubblici, questo nessuno lo può impedire, ma
non credo che la pubblica amministrazione possa favorire chiusure di questo genere. Per questo voterò contro la
mozione.
Vorsitz des Präsidenten | Presidenza del presidente: Mauro Minniti
PRESIDENTE: La parola al consigliere Stocker Sigmar, prego.
STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Ich möchte schon daran erinnern, dass es, wenn man schaut, wie viele
Menschen sich nach Südtirol begeben, um hier Nahrungsmittel zu kaufen und wie viele Menschen, genau Italiener, unsere Produkte sehr schätzen, fast ein Widerspruch wäre, wenn wir nicht versuchen würden, diese heimischen Produkte auch im engsten Raum zu verteilen. Das muss ja die Logik sein. Nicht nur der Speck, sondern
auch der Wein und der Käse sind heimische Produkte. Auch das Mineralwasser ist heimisch, denn wenn ich heute
sehe, wie viel Mineralwasser bei uns aus anderen Regionen, auch aus dem deutschen Sprachraum gekauft wird,
dann ist dies für mich einfach nicht normal. Prinzipiell bin ich also dafür, dass man die regionalen Produkte fördert.
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Wenn viele Menschen bei uns auch wegen des Genusses Urlaub machen, dann muss ich einfach speziell die
Italiener hervorheben. Ich erlebe es immer wieder. Prinzipiell ist der Gedanke jener, dass man regionale Produkte
fördert und diese guten regionalen Produkte aus der eigenen Landwirtschaft verwendet, richtig, korrekt und sehr,
sehr wichtig.
Kollege Heiss! Natürlich sind regionale Produkte auch patriotische Produkte, das wäre ja noch schöner! Ich
sage Ihnen ganz ehrlich, dass ich viele italienische Kunden habe, die bei uns Sekt kaufen und dann sagen, dass
sie einen Käse aus ihrer Region, aus ihrer Heimat gebracht haben. Das ist ihr Produkt aus ihrer Heimat und natürlich ist jeder stolz auf dieses Produkt, denn es wäre ja noch schöner, wenn jemand darauf nicht stolz wäre! Ich
finde es ganz normal und richtig, dass er dies sagt, denn nur Ihr habt prinzipiell das Problem mit dem Begriff "heimisch". Ich erinnere an das Einwanderungsgesetz, das wir beschlossen haben. Wenn in einem Zeitungsinserat
steht, dass ein "einheimischer" Äpfelklauber gesucht wird, dann geht dies nicht und der Fall muss vor die Antidiskriminierungsstelle. Wenn eine einheimische Mieterin gesucht wird, dann geht dies auch nicht und auch dieser Fall
muss vor die Antidiskriminierungsstelle. Hier geht es wieder um den Begriff "heimisch". Wenn ich die Begriffe lieber so sehe als europäisch oder weltlich sehen will, dann habe ich ein Problem, aber heimische Produkte sind
etwas Regionales und nichts Schlechtes. Das ist so, und ein Produkt ist auch ein Botschafter jenes Landes, in
dem man wohnt, und so soll es auch sein.
Einen geschlossenen Kreislauf zu machen, das finde ich nicht schlimm. Natürlich sind wir auch auf den Export angewiesen, keine Frage, aber sonst ist es genau für eine kleine Landwirtschaft, die sich für Nischenprodukte
immer mehr konzentrieren kann, wichtig, wenn sie diese so nahe wie möglich verkauft. Ich finde es schon einen
interessanten Versuch und auch eine Anregung, in diesem Fall regional und einheimisch zu denken und die Produkte auch zu konsumieren.
Der Preis ist eine andere Frage. Diesbezüglich hat Kollege Egger Recht. Es passiert leider manchmal, dass
es Preisschwankungen gibt, aber sonst ist der Versuch, die Produkte so nahe wie möglich zu verwerten, prinzipiell
richtig. Ich glaube, das ist auf jeden Fall zu befürworten.
PICHLER ROLLE (SVP): Die Zielsetzung dieses Beschlussantrages der Abgeordneten Knoll und Klotz
kann sicherlich Zustimmung finden. Es geht darum, regionale Produkte zu verwenden. Meine Fragen an den zuständigen Landesrat Hans Berger wären mehrere. Zum einen kann ich mir sehr gut vorstellen, dass zwischen den
drei Ländern, die hier nicht richtig genannt sind, … Ich glaube, dass es ein klein wenig Absicht ist, von Tiroler
Produkten zu sprechen. Wir haben ein eigenes Markenzeichen, das Südtiroler Produkte auszeichnet. Die offizielle
Bezeichnung wäre dann "Autonome Provinz Bozen Südtirol" und dergleichen, auch "Autonome Provin Trient" und
"Bundesland Tirol". Hier spricht man … Anstatt des EVTZ müsste man übrigens sagen: Europäischen Verbund für
territoriale Zusammenarbeit. Wenn dies angemerkt worden ist, dann ist es korrekt. Ich weiß, dass es auch ziemliche Konkurrenz gibt. Ich denke nur an den Speck. Ich glaube, diesbezüglich sind sich die Nordtiroler und die Südtiroler – ich kenne den aktuellsten Stand - nicht unbedingt grün.
Ich erinnere daran, weil juridische Bedenken vom Abgeordneten Vezzali ins Feld geführt worden sind, dass
Kollegin Rosa Thaler Zelger - Herr Landesrat, es dürfte, glaube ich, vor eineinhalb Jahren gewesen sein - einen
Gesetzentwurf hier im Südtiroler Landtag mit im Wesentlichen derselben Zielrichtung eingebracht hat, dass nämlich einheimische Produkte bevorzugt behandelt werden können, mit dem Hinweis, warum sie bevorzugt behandelt
werden können. Dies kann dem Markt zwar nicht aufoktroyiert werden, aber es kann mit dem Hinweis auf die
Umweltbelastung und dergleichen mehr gemacht werden. Dasselbe Gesetz hat bereits der Trentiner Landtag
verabschiedet. Beide Landtage haben sich dazu verpflichtet - das Gesetz ist noch nicht in Kraft getreten – das
Gesetz in Brüssel zu notifizieren und mit den Brüsseler Behörden abzuklären, ob sich dies nun machen lässt oder
nicht. Meine Frage in diesem Zusammenhang wäre auch, wie weit es mit der Gesetzesinitiative des Südtiroler,
gegebenenfalls des Trentiner Landtages ist. Man könnte es auch für diesen Antrag zur Grundlage nehmen. Wenn
es eine sinnvolle Initiative innerhalb des historischen Tirols gibt, dass man hier zusammenarbeitet, um regionale
Produkte zu verwenden, dann ist es ein politischer Wille, der hier zum Ausdruck gebracht wird. Den finden wir im
Wesentlichen in Ordnung, ohne dass man hier noch einmal allzu Politisches hineininterpretiert. Ich möchte aber,
Herr Landesrat, wissen, wie weit es denn mit dem Gesetzentwurf der Abgeordneten Thaler Zelger, der vom
Landtag einstimmig, wenn ich mich recht erinnere, genehmigt wurde, und mit der Notifizierung nach Brüssel ist.
Das ist jetzt gut eineinhalb Jahre her. Wenn wir eine Antwort bekommen, dann haben wir auch Rechtsicherheit
bezüglich dieses Antrages, aber wir brauchen das nicht, denn das kann immer noch geprüft werden. Wir sind
grundsätzlich positiv gestimmt. Wir werden dann im Detail sehen, wie die Antworten ausfallen.
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ARTIOLI (Lega Nord): Voto a favore di questa mozione, perché credo sia giusto cercare di fare di tutto per
riuscire a vendere i nostri prodotti. Credo che sia stato interpretato male quanto è scritto in essa da parte dei miei
colleghi, perché si vuole cercare di favorire i nostri prodotti. Non ci vedo niente di male, voterò a favore perché
tutto ciò che facciamo per favorire i nostri prodotti locali fa bene alla nostra economia. I turisti vengono perché
piacciono i nostri marchi, i nostri prodotti. È vero che purtroppo non tutti i prodotti, anche se marchiati "Südtirol",
vengono fatti totalmente con prodotti locali, ma forse un giorno potremo fare due categorie. Per esempio siamo
sicuri che i vini vengono fatti totalmente in Alto Adige, mentre è vero che i maiali per fare lo speck vengono importati. È chiaro che in futuro dovremo fare delle distinzioni, e con questa mozione potremo anche farle, fra vari
prodotti locali in Alto Adige. Se ci ricordiamo, anche le marmellate fatte dai nostri contadini sono prodotti importantissimi, i turisti vengono apposta a cercarle, se le fanno spedire a casa, perché vogliono prodotti locali di qualità.
Bisogna quindi puntare sempre più sulla qualità, sui prodotti locali, e un giorno bisognerà anche distinguere fra
quali sono al 100% "Südtirol" e quali invece non lo sono.
Voterò a favore di questa mozione.
BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Diese Thematik
würde eine breite Palette von Landesräten betreffen, denn es geht nicht nur um den Wettbewerb, sondern um die
Umsetzung in den öffentlichen Einrichtungen, sprich in Mensen, in Schulen, in Heimen und dort, wo es öffentliche
Einrichtungen gibt.
Ich muss das unterstreichen, was Kollege Pichler Rolle gesagt hat. Wir haben auf Initiative von Seppl
Lamprecht und Rosa Thaler Zelger am 16.6.2010 das Landesgesetz Nr. 8/2010 verabschiedet, das den Passus
der Kompatibilitätsprüfung der Europäischen Union als letzten Artikel hat, wobei ich Ihnen jetzt nicht sagen kann,
ob die Notifizierung oder die Kompatibilitätsprüfung stattgefunden hat oder nicht. Beim Amt für Europa-Angelegenheiten muss noch überprüft werden, ob es notifiziert worden ist oder nicht. Auf jeden Fall ist dies ein geltendes
Gesetz, in dem inhaltlich all das enthalten ist, was im Absatz 1 des beschließenden Teils des Beschlussantrages,
Herr Knoll, erwähnt ist, nur ist es auf heimische Produkte und nicht auf Tiroler Produkte bezogen. Was die kleinen
Kreisläufe anbelangt, rennen sie bei mir offene Türen ein, weil ich das bei jeder Gelegenheit zu forcieren versuche
in unseren Maßnahmen auch in der Landwirtschaft und im Tourismus in dieser Zusammenarbeit. Die kleinen
Kreisläufe, das heimische Produkt wollen wir alle gemeinsam und jeder hat das heute in seiner Form der Intervention auch unterstrichen. Verkehrsverminderung, Wertschöpfung für die heimischen Produzenten, für die heimische
Bevölkerung, die Kaufkraft im Lande belassen, all dies sind Argumente, die wir schon x-mal für das heimische
Südtiroler Produkt verwendet haben.
Jetzt wird es auf das Tiroler Produkt ausgeweitet, also auf ein größeres Territorium, aber vom Prinzip her ist
das Thema dasselbe. Ich kann Ihnen diesem Prinzip nur zustimmen. Wir müssen sehen, wo wir im Wettbewerb
zueinander stehen und wo die Gemeinsamkeiten sind. Der erste Punkt – das möchte ich jetzt meritorisch sagen –,
den Sie im beschließenden Teil anführen, würde indirekt im Gegensatz zu unserem Landesgesetz stehen. Das
heißt, dass wir dem, was wir per Gesetz festgeschrieben haben, widersprechen würden. Ich muss auch darauf
hinweisen, dass die Verwendung von heimischen Tiroler Produkten in den öffentlichen Einrichtungen de facto von
der Wettbewerbsvorgabe so definiert rechtlich nicht zulässig ist. Wenn man schreiben würde, dass man für das
heimische Produkt zur Verwendung in öffentlichen Einrichtungen Maßnahmen ergreift, meinungsbildend einzuwirken oder solche Dinge, dann ginge es gut, wir haben aber nicht die Möglichkeit, in unseren Ausschreibungen territoriale Festlegungen zu machen.
Wir versuchen auf Südtiroler Basis zum Beispiel bei den Milchprodukten auf Gentechnikfreiheit zu gehen,
weil unsere Milchprodukte durch die Bank gentechnikfrei sind. Wir versuchen bestimmte Maßnahmen auch für
Bioprodukte zu treffen, aber ich darf sie nicht territorial, sondern nur in der Qualitätsdefinition festschreiben. Wenn
ich jetzt einen Anbieter habe, der mir Bioprodukte oder gentechnikfreie Produkte von irgendwoher bringt, dann
habe ich dem nichts entgegenzusetzen und kann das auch nicht. Aus diesem Grund kann ich Ihnen sagen, dass
ich und viele, die hier das Wort ergriffen haben, den Grundsatz zwar teilen, aber ich möchte Sie auffordern, den
Absatz 3 dahingehend abzuändern, dass die Südtiroler Landesregierung beauftragt wird, in Zusammenarbeit mit
dem Bundesland Tirol und dem Trentino - auf der Basis der Erhebung des EVTZ - die Rahmenbedingungen für
ein Bestbieterprinzip bei der Verwendung von heimischen Tiroler Produkte in öffentlichen Einrichtungen zu schaffen. Die Worte "zu schaffen" überschreiten unsere Kompetenz. Wir können nicht den Tirolern und den Trentinern
vorschreiben, was hier zu schaffen ist, sondern wennschon, dann müsste diese partnerschaftliche Institution prüfen, ob die Trentiner und Tiroler diese Initiative genauso mitverfolgen und dass es dann in einer Gemeinsamkeit
geschaffen wird.
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Ich würde Ihnen zustimmen, wenn wir im Absatz 1 in Verwirklichung des Landesgesetzes Nr. 8/2010 die
Umsetzung dieser Bestimmung, eventuell ausgeweitet auf Tirol, festschreiben, aber nicht, indem wir es umsetzen,
sondern indem wir meinungsbildend einwirken, dass es praktiziert wird. Absatz 2 kann so gut gehen, weil es darin
nur um eine Erhebung geht. Den Absatz 3 müssten wir streichen, weil wir als Südtiroler Landtag als Einzelne im
EVTZ nicht die Möglichkeit haben …
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht)
BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Wir können es
ihnen nicht vorschreiben. Wennschon muss man sagen: "zu prüfen, ob das Einverständnis der anderen Partner
zur Schaffung gegeben ist".
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): (unterbricht)
BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Ich kann dem
beschließenden Teil des Beschlussantrages nicht zustimmen. Wenn das Einverständnis der anderen gegeben ist,
dann ist es in Ordnung, aber nicht, dass wir jetzt als Südtiroler Landtag den anderen bestimmend etwas vorschreiben, wofür wir nicht die Kompetenz haben. Wenn alle drei diese Beschlussfassung tätigen, dann ist die
Basis zur Schaffung einer solchen Maßnahme sowieso gegeben. Ich würde Ihnen empfehlen, den Absatz 1,
nachdem er in einem bestimmten Sinne im Gegensatz zu unserem Landesgesetz Nr. 8 steht, entweder umzuformulieren oder zu streichen, den Absatz 2 so zu genehmigen, wie er hier steht, und den Absatz 3 entweder zu
streichen oder umzuformulieren, in dem Sinn, dass geprüft werden soll, ob die Partner mit uns gemeinsam diesen
Weg gehen können. Ansonsten muss ich den Vorschlag machen, die Absätze 1 und 3 auf der Grundlage unserer
eigenen Gesetzgebung und der nicht gegebenen Möglichkeit, den anderen etwas vorzuschreiben, abzulehnen
und somit nur den Absatz 2 zu genehmigen.
PICHLER ROLLE (SVP): Zum Fortgang der Arbeiten! Herr Landesrat, ich möchte nur kurz nachfragen –
ich habe den Passus nicht verstanden -, ob das Gesetz noch nicht notifiziert worden ist – es ist im Juni 2010 verabschiedet worden - oder ob Brüssel noch nicht geantwortet hat. Mir ist dies unklar.
BERGER (Landesrat für Tourismus, Landwirtschaft, Grundbuch und Kataster – SVP): Zum Fortgang
der Arbeiten! Kollege Pichler Rolle! Ich kann Ihnen die Antwort nicht geben, weil dies eine Thematik der Anwaltschaft und Abteilung Europa ist. Aufgrund der fortgeschrittenen Zeit ist das Büro nicht mehr besetzt, sodass ich
die Antwort nicht erhalten kann. Deshalb kann ich sie Ihnen auch nicht geben. Im letzten Passus steht, dass das
Gesetz mit 1. Jänner 2011 in Kraft tritt, sofern die Kompatibilität mit der europäischen Gesetzgebung überprüft
worden ist.
KNOLL (SÜD-TIROLER FREIHEIT): Zunächst möchte ich mich bei allen Kollegen, die an dieser Diskussion rege teilgenommen haben, bedanken, obwohl ich auch feststellen muss, dass hier manche Abgeordneten
Kollegen, meiner Ansicht nach, einem gewissen Verfolgungswahn verfallen, wenn auch nur das Wort "Tirol" in
diesem Saal fällt. Kollege Hans Heiss! Mich wundert es auch, dass diese Kritik von Eurer Seite kommt, denn dieser Beschlussantrag wurde, wie bereits gesagt, mehr oder weniger eins zu eins vom Tiroler Landtag beschlossen,
und bei der Beschlussfassung haben die Grünen nicht dagegen gestimmt. Im Grunde genommen wird die Schaffung dieser kleinen Wirtschaftsstrukturräume von den Tiroler Grünen unterstützt. Dass dies jetzt in Südtirol von
den Grünen mit dieser Paranoia, dass irgendwo das Wort "Tirol" mit einfließen könnte, topediert wird, wundert
mich ein bisschen, denn das wird unserem Anliegen auch nicht gerecht. Hans Heiss! Ich glaube, dass Sie uns
lange genug kennen und wissen, dass wir, wenn wir etwas meinen, es auch so sagen. Wir brauchen dies nicht
hinter einem Beschlussantrag verstecken, sondern hier geht es um die Thematik der kleinstrukturierten Wirtschaftsräume. Wenn wir etwas anderes beabsichtigen würden, dann, glaube ich, wäre ich der Letzte, der sich hier
ein Blatt vor dem Mund nehmen würde.
Noch einmal zur Präzisierung für die Landesregierung. Uns ist es einfach ein Anliegen, darauf aufmerksam
zu machen, wie es auch Kollegin Thaler Zelger gesagt hat, dass hier Synergien geschaffen und nicht nur Südtiroler Produkte alleine bevorzugt werden, sondern ein gegenseitiger Austausch stattfindet. Klassisches Beispiel auch
für die Kollegen, denen es vorhin vielleicht nicht klar war: In den Nordtiroler Schulen des Wipptales ist es immer
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noch Praxis beispielsweise Jogurt zu verteilen. Dort wird Jogurt von niederösterreichischen Milchhöfen verteilt,
weil die Tirol Milch hauptsächlich nur mehr Milch und nicht Jogurt herstellt, während der Milchhof Sterzing vermehrt Jogurt produziert. Warum sollte hier nicht eine gegenseitige Synergie geschaffen werden, dass beispielsweise im Nordtiroler Wipptal, wenn Jogurt schon verteilt wird, dieses vom Südtiroler Milchhof in Sterzing kommt
und nicht von den Milchhöfen in Niederösterreich? Das leuchtet doch niemandem ein. Ich denke, hier müssten die
Synergien geschaffen werden. Dasselbe gilt für die Steine, die auch von den Gemeinden für Gehsteige usw. verwendet werden, und dasselbe trifft bei der Holzproduktion zu. Warum muss ein mit öffentlichen Geldern unterstütztes Fernkraftwerk im Pustertal Holz aus Polen ankaufen und es nicht beispielsweise in Osttirol ankaufen, wo
die Preise auch verhältnismäßig günstig wären? Mit dem Beschlussantrag ziele ich darauf ab, diese Synergien zu
schaffen. Das wäre mir ein Anliegen. Wenn es der Landesrat möchte, dann würde ich das Präsidium ersuchen,
diesen Beschlussantrag für heute auszusetzen, um eine neue Formulierung zu finden. Was den letzten Teil anbelangt, müsste, meiner Meinung nach, eine Regelung zu finden sein. Wenn man sagen würde "in Absprache mit
dem Bundesland Tirol und dem Trentino", hätten wir vielleicht eine Lösung gefunden. Was den Punkt 1 anbelangt,
sollten wir versuchen, eine gemeinsame Formulierung zu finden.
PRESIDENTE: Sospendiamo la votazione della mozione a domani.
Punto 7) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 301/11 del 28.3.2011, presentata dai consiglieri Leitner,
Egger, Mair, Stocker e Tinkhauser, riguardante l'interconnessione delle reti elettriche al Brennero".
Punkt 7 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 301/11 vom 28.3.2011, eingebracht von den Abgeordneten Leitner, Egger, Mair, Stocker und Tinkhauser, betreffend den Zusammenschluss der Stromnetze
am Brenner."
A seguito degli eventi del 1961 l'Italia ha interrotto, fino al giorno d'oggi, le linee elettriche ad alta tensione al Brennero. La conseguenza è che nell'ambito dell'interconnessione elettrica europea c'è un
buco tra il Tirolo e l'Alto Adige che in un certo senso sottolinea anche la presenza del confine del
Brennero.
È veramente arrivato il momento di ripristinare questo collegamento. Sono già stati intrapresi dei
tentativi a questo fine, ma ciononostante finora non è stata realizzata l'interconnessione elettrica tra il
Tirolo e l'Alto Adige. Chiaramente un collegamento delle linee elettriche ad alta tensione sarebbe
auspicabile anche da un punto di vista economico.
Nei loro bei discorsi della domenica i nostri politici continuano a ribadire che al più tardi dall'adesione
dell'Austria all'Unione europea non esiste più un vero e proprio confine tra il Tirolo e l'Alto Adige, ovvero tra l'Austria e l'Italia. Purtroppo la realtà è tutt'altra. In molti settori si discute su come migliorare i
legami tra i due territori, ma concretamente viene fatto poco. Se è vero che l'approvvigionamento
elettrico è un servizio di base, il perdurare di questo stallo è ancor più incomprensibile. A distanza di
50 anni dagli attentati di matrice politica in Alto Adige, che hanno indotto l'Italia ad interrompere gli
elettrodotti, dovrebbe essere fattibile rimediare a questa situazione nell'interesse di tutti. Un provvedimento di questo tipo potrebbe contribuire a dare vita alla tanto attesa regione europea e fugare i
dubbi ancora esistenti tra la popolazione.
Ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a prendere i seguenti provvedimenti:
1. esortare i Governi a Roma e a Vienna ad avviare tempestivamente le trattative
sull'interconnessione delle reti elettriche al Brennero, per attuarla al più presto;
2. gestire, in collaborazione con l'esecutivo e l'assemblea legislativa del Tirolo, l'interconnessione delle reti elettriche al Brennero;
3. affidare alla SEL SpA un incarico concreto al riguardo, per avviarne l'implementazione una
volta chiariti gli aspetti giuridici.
---------In Folge der Vorkommnisse vom Jahre 1961 wurde seitens Italien die Überlandstromleitung am
Brenner unterbrochen und dies ist bis zum heutigen Tage so. Die Folge ist, dass es zwischen den
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Landesteilen Nord- und Südtirol im europäischen Stromverbund eine Lücke gibt, die bedauerlicherweise und zweifelsohne auch eine gewisse Symbolik bezüglich der Brennergrenze zum Ausdruck
bringt.
Es ist höchst an der Zeit, dass diese Lücke geschlossen wird. Dazu hat es zwar bereits Bemühungen
gegeben, aber ein Zusammenschluss der Stromnetze Nordtirols und Südtirols ist noch immer nicht
erfolgt. Die Verbindung der Überlandleitungen wäre natürlich auch aus wirtschaftspolitischer Sicht
sehr zu begrüßen.
In nahezu allen Sonntagsreden unserer Politiker wird immer wieder betont, dass es spätestens seit
dem EU-Beitritt Österreichs keine wirkliche Grenze mehr zwischen Nord- und Südtirol, respektive
zwischen Österreich und Italien geben soll. In Wirklichkeit schaut es aber leider ganz anders aus. In
vielen Bereichen werden Verbesserungen zwischen den beiden Ländern zwar besprochen, konkret
tut sich aber bisher wenig. Wenn es, wie bei der Stromversorgung um einen Bereich der Grundversorgung geht, ist der anhaltende Stillstand umso unverständlicher. 50 Jahre nach den politisch motivierten Anschlägen in Südtirol, die Anlass für die Unterbrechung der Leitungen durch Italien waren,
sollte es möglich sein, diesen Zustand im gegenseitigen Interesse zu beseitigen. Ein solcher Schritt
könnte auch dazu beitragen, die viel beschworene Europaregion mit Leben auszufüllen und die bestehenden Zweifel bei der Bevölkerung abzubauen.
Dies vorausgeschickt,
fordert
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung
zu folgenden Schritten auf:
1. an die Regierungen in Rom und in Wien heranzutreten, damit diese unverzüglich
Verhandlungen über den Zusammenschluss der Stromnetze über den Brenner aufnehmen
und eine kurzfristige Umsetzung konkretisieren;
2. mit der Landesregierung des Bundeslandes Tirol und dem dortigen Landtag den
Zusammenschluss der Stromnetze über den Brenner gemeinsam zu betreiben;
3. der SEL AG in Bezug auf diese Problematik einen konkreten Auftrag zu erteilen, um die
Umsetzung nach Klärung der Rechtsfragen einzuleiten.
La parola al consigliere Leitner per l'illustrazione.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Dieses Thema wurde letzthin im Zusammenhang mit den Vorfällen bei der
SEL auf die Tagesordnung gesetzt. Ich erinnere daran, dass der Beschlussantrag im März 2011 eingereicht
wurde, also vor diesen Ereignissen, das heißt im Zusammenhang mit dem Erdbeben in Japan, wo es auf allen
Ebenen Diskussionen über die Energieversorgung grundsätzlich gab. Wir kennen die Vorgeschichte. Aufgrund der
Attentate im Jahre 1961 wurde diese Stromlinie einfach gekappt und heute, nach fünfzig Jahren, ist man nicht
imstande, diese wieder zusammenzuführen. Das ist eigentlich etwas Absurdes, wenn man sieht, dass am Brenner
diesseits und jenseits der Grenze zwei große Strommasten stehen, bei denen jeweils die Leitung aufhört. Mich
erinnert dies ein bisschen an die Alemagna, wo man zwar angefangen hat die Autobahn zu bauen, diese aber
irgendwo auf einem Pfeiler aufhört, weil sie nicht fertig gebaut wurde. Hier wurde ein bestehendes Werk zerstört,
das heißt unterbrochen und – dies könnte man in diesem Sinne auch sagen – am Brenner hat es viele Dinge gegeben, die man heute nicht mehr ganz verstehen kann. Die heutige Generation kann bestimmte Dinge nicht verstehen, dass Österreich beispielsweise ein anderes Stromnetz hat und es bei der Bahn zum Beispiel ein anderes
System gibt als in Italien. Deshalb braucht es 20 Minuten, um die Stromloks zu wechseln, weil man auf der einen
Seite mit Wechselstrom, auf der anderen aber mit Gleichstrom fährt. Diese Dinge sollte man in einem geeinten
Europa, von dem wir immer reden, längst überwunden haben. Die Diskussion um mehr Stromloks kenne ich seit
dreißig Jahren. Passiert ist eigentlich nichts, aber hier, weil die Strompolitik und die Versorgungssicherheit eine
große Rolle spielt, von der immer wieder die Rede geht, wäre es naheliegend, diese Netze wieder zusammenzuspannen. Das wäre nicht nur im Sinne der europäischen Einigung, sondern vor allem der politischen Vernunft.
Man könnte das in mehreren Schritten bewerkstelligen. Es sind sicherlich viele Dinge gleichzeitig zu tun.
Ich weiß, dass es letzthin auch Bestrebungen auf offizieller Ebene gegeben hat. Das konnte man auch in
den Zeitungen lesen. Ich habe hier einen Zeitungsbericht vom 21. bzw. 22. Jänner 2012 - er ist also 14 Tage alt -,
in dem steht, dass die Stromleitung das nächste Ziel sei. Die SVP und die Tiroler Volkspartei haben sich im Klos-
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ter Neustift getroffen, um auch diese Initiative voranzutreiben. Deshalb bin ich fest davon überzeugt, dass man
diesem Antrag zustimmen wird, der viele Monate älter ist.
Es geht aber darum, dass man mit den Regierungen beider Staaten, sprich Österreich und Italien, Kontakt
aufnimmt, damit diese Netze wieder zusammengebunden werden, dass es konkret wird, vordergründig mit der
Landesregierung des Bundeslandes Tirol, mit dem dortigen Landtag, und dass man schlussendlich der SEL, der
landeseigenen Energiegesellschaft einen Auftrag erteilt, damit die Umsetzung erfolgen kann. Hier sind sicher noch
Rechtsfragen zu klären, aber wenn der politische Wille vorhanden ist, dann müsste dies leicht möglich sein, auch
weil beide Landesteile großes Interesse daran haben müssen und, denke ich, schlussendlich auch beide Staaten.
Es würde auch – das ist nicht der eigentliche Anlass dieses Antrages – dazu beitragen, um ein Ereignis aus unserer Geschichte wieder irgendwo, ich sage nicht, zu tilgen, denn das kann man mit dieser Maßnahme sicherlich
nicht, aber darauf zu verweisen, warum wir diesen Umstand haben. "Normalisieren", sagt Kollegin Klotz beispielsweise. Das müsste sicherlich auch im Zuge dieser Maßnahmen möglich sein. Dies kann heute niemand verstehen
und man wird auch darauf angesprochen, wenn Urlaubsgäste mit einem solchen Thema befasst werden. Ich
denke, auf der einen Seite die europäische Einigung, von der sehr viel geredet wird und die auch wichtig ist, nicht
so, wie sie teilweise passiert, aber im Grunde ja, und dann auf der anderen Seite einen solchen Zustand zu haben, ist eigentlich nicht nur anachronistisch, sondern nicht zu verstehen.
Noch einmal. Da steht ein Strommast und dazwischen – es sind ungefähr 400 Meter, mehr sind es nicht gibt es keine Leitung. Das ist nicht zu erklären. Wie gesagt, es besteht die Notwendigkeit, hier aktiv zu werden. Ich
glaube, mit gutem Willen von allen Seiten ist dies mit relativ wenig Aufwand leicht zu bewerkstelligen, aber entsprechende Gespräche und Verhandlungen sind sicherlich notwendig. Wir möchten den Landtag bzw. die Landesregierung auffordern, diese Schritte auch konkret zu setzen.
PÖDER (BürgerUnion): Diese Leitung wurde vor mittlerweile fünfzig Jahren gekappt. Ich habe im März
2007 eine Anfrage dahingehend gestellt, warum diese 400 Meter nicht verbunden werden. Der Herr Landesrat hat
damals geantwortet, dass die SEL seit 2003 bei den zuständigen Stellen, beim Ministerium usw. versucht, die
Verbindung dieser Leitung zu ermöglichen. Die Tiroler TIWAG-Netz-AG hat immer wieder versucht, in diese
Richtung zu intervenieren oder hat auch interveniert, weil man sich in Nordtirol gefragt hat, wieso man diese Leitung nicht verbinden könne, denn man wisse, dass eine Verbindung für beide Seiten Vorteile bringen würde. Es ist
eigentlich eine bizarre Sache, die über all die Jahre und Jahrzehnte existiert. Ich finde es richtig, dass diese Thematik jetzt endlich angegangen wird.
Das hätte mit dieser Vehemenz schon vor Jahren passieren müssen, nicht nur aufgrund der Tatsache, ob
jetzt ein Betrieb, wie zum Beispiel die Memc, die Öffentlichkeit mit der Thematik der hohen Energiekosten aufgescheucht hat. Was die Memc jetzt öffentlich gemacht hat, das wissen die Südtiroler Haushalte bereits seit Jahrzehnten, denn die Energie- und Stromkosten sind in Südtirol relativ hoch, sehr hoch, obwohl wir wesentlich mehr
produzieren als wir selbst verbrauchen. Das ist das Eigenartige in der gesamten Geschichte. Zumindest wissen
wir, dass die Stromabnehmer der großen Gesellschaften, der Monopolisten, heute auch jene der SEL, auch jene
der Etschwerke hohe Strompreise zahlen. Die Stromabnehmer, die Mitglieder von Stromgenossenschaften sind,
wesentlich weniger. Im Obervinschgau, in Langtaufers, gibt es zum Beispiel eine Genossenschaft, wo die Leute
mit Strom heizen. Man muss sich einmal vorstellen, wie wenig diese im Verhältnis zu anderen Leuten Strom bezahlen. Wenn man es schafft, mit Strom zu heizen, dann bedeutet dies, dass man für den Strom wenig bezahlen
muss, dass es günstiger ist, das Haus mit Strom als mit Erdöl, Pellets oder anderen Hackschnitzeln usw. zu beheizen.
Es ist richtig, dass der Landtag auch sagt, dass man diese Verbindung jetzt endlich wille weil viel zu lange
nichts passiert ist. Bei den zuständigen Stellen wurde wahrscheinlich interveniert oder wurde sicherlich interveniert, denn, wie gesagt, bereits vor fünf Jahren hat der Landesrat im Landtag entsprechende Antworten gegeben
und erklärt, dass man bereits 2003 damit begonnen habe, bei den staatlich zuständigen Organen den Zusammenschluss der Leitung zu fordern, zu fordern, diese absurde Brücke, die da entstanden ist, diese Unterbrechung zu
überbrücken. Wenn dies jetzt sobald als möglich passieren sollte, dann hoffen wir, dass es Vorteile bringen wird.
Im Zusammenhang mit Überlastungen des Stromnetzes kann es Vorteile bringen. Was passiert bei einer Überlastung des gesamten Stromnetzes, ich meine des großen Stromnetzes? Es gibt Blackouts auch in großen Städten und in großen Industriegebieten und bei einer entsprechenden Verbindung. Deshalb wundert es mich, dass
die staatlichen Stellen diese Verbindung nicht schon lange wollten. Bei einer entsprechenden Verbindung auch in
diese Richtung über den Brenner hinaus wären natürlich die Möglichkeiten gegeben, diese Engpässe auszugleichen, um Blackouts zu verhindern, aber möglicherweise war es dann doch wieder so, dass im Zuge der Liberali-
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sierung die italienischen Stromriesen-Konzerne Angst hatten, dass durch die Verbindung wesentlich günstigere
Stromangebote aus Deutschland zum Beispiel in Anspruch genommen werden könnten, speziell von Betrieben bei
uns hier, aber das sollte mittlerweile überwunden sein. Ich denke, dass es richtig ist, dass wir diesem Antrag insgesamt zustimmen.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich bin den Abgeordneten Leitner und Pöder für die historische Aufarbeitung dieses Antrages dankbar. Sie haben aufgezeigt, wann hier Anträge eingereicht worden sind und wie lange diese
zurückreicht. Jetzt hoffe ich allerdings beim besten Willen, dass wir jetzt nicht wieder ganz von vorne beginnen
und zunächst einmal an die Regierungen in Wien und Rom, Herr Landesrat, herantreten müssen, um dies wieder
in Angriff zu nehmen. Ich denke, dass Punkt 3 ein guter Ansatz ist, der darauf abzielt, den konkreten Auftrag zu
erteilen, nach Klärung der offenen Rechtsfragen die Umsetzung herbeizuführen; die anderen Punkte sind hoffentlich abgehakt.
Wir haben in der klösterlichen Umgebung von Neustift mit den Tiroler Freunden über dieses Thema beraten. Ich kann sagen, dass damals sowohl der Landeshauptmann aus Südtirol als auch sein Kollege aus dem Bundesland Tirol, aber auch alle Abgeordneten sich einig waren, dass man in dieser Angelegenheit endlich Nägel mit
Köpfen machen muss. Landesrat Laimer wird uns dies auch erläutern können. Ich glaube, er war erst vor wenigen
Tagen bei einer wichtigen Aussprache in Rom. Das Ganze scheint auch eine willkommene Angelegenheit zu sein.
Herr Landesrat! Wenn ich Sie darauf ansprechen darf, dann gibt es im Zusammenhang mit diesen Leitungen, die
am Brenner zusammengeschlossen werden sollen, auch einige Problemstellen, vor allem im Raum Brixen. Ich
denke, auch hier hat man, Herr Landesrat Laimer, intensiv an einer Lösung gearbeitet. Deshalb waren die Brixner
in die Gespräche auch direkt involviert, in der Hoffnung, dass man eine Lösung finden kann, die sowohl zum gewünschten Ergebnis, wie vom Kollegen Pius Leitner aufgezeigt, als auch zu einem Schlussstrich führen kann, was
Milland und die Situation im Brixner Raum anbelangt. Dort wissen wir, dass es von fundamentaler Bedeutung ist,
eine Lösung herbeizuführen. Im Anschluss stellt sich natürlich auch noch die Frage, ob es jetzt ganz spezifisch bei
diesen Verbindungen über den Brenner bleibt oder ob auch an andere Projekte gedacht wird. Ich weiß, dass es
auch Sorgen bei der jeweils ansässigen Bevölkerung gibt, was die Auswirkungen von solchen Verbindungen anbelangt, die natürlich gewünscht werden.
Die Kollegen der Freiheitlichen haben, wie auch wir, gesagt, dass es sinnvoll wäre, das zusammenzuführen, was zusammen gehört, wenn man es so ausdrücken darf, aber es ist natürlich auch eine Frage, wie das
Ganze abgewickelt wird. Ich möchte den Landesrat ersuchen, diesen Teil ein wenig ausführlicher zu behandeln.
Wie gesagt, die Umsetzung ist schon eine Möglichkeit. Die anderen Dinge, nämlich noch einmal in Wien und in
Rom anzufangen, würde ich dem Herrn Landesrat vermutlich nicht zumuten wollen.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Anch'io ascolterò le argomentazioni
dell'assessore Laimer che certamente più di tutti noi ha trattato la questione negli ultimi giorni e che quindi può
fornirci il quadro della situazione. La questione è riemersa in un'occasione non molto fausta, quella della MEMC
dove ho l'impressione che siano state dette cose campate un po' per aria, una delle quali era quella di realizzare
una centrale a gas dentro la MEMC, che sarebbe più grande della MEMC, visto che consuma quasi 1000 gigawattora all'anno, quindi per produrli ce ne vorrebbe. A quanto mi risulta c'è un progetto SEL che verrebbe anche
privilegiato dalla Giunta provinciale, quindi il terzo punto di questa mozione sarebbe in armonia con la Giunta provinciale. C'è anche un progetto della "Terna". Assessore, c'è un comunicato stampa che la Terna ha scritto pochi
giorni fa dicendo che c'è un progetto della Terna del 2003, un piano del 2009 e che la Giunta provinciale l'avrebbe
in qualche modo bloccato, non sottoscritto ecc. Poi c'è questo fatto che sembra ormai accertato, cioé che chi
passa con la corrente attraverso questo elettrodotto poi non è che vende l'energia ai prezzi europei, vende la loro
energia prodotta a meno costo ai prezzi italiani, salvo un'oscillazione del 5%. Questa almeno è la trattativa con la
MEMC che cerca di tirare giù il più possibile il prezzo. Loro vorranno vendere l'energia prodotta a meno prezzo a
prezzi nostri, questo è il business. Io vorrei capire quali sono le convenienze economiche, perché un elettrodotto,
che è una cosa normale che sta dentro la dimensione europea e che quindi nessuno può avere niente in contrario,
vuol dire anche aprire le porte all'importazione di energia di altri, cioè portarsi la concorrenza a casa che ci renderà
con il mix europeo o con contratti bilaterali fra imprese, per esempio la MEMC che cerca energia a basso prezzo,
che però le può dare chi produce per esempio l'energia nucleare. Quindi noi abbiamo un bene prezioso che è
l'energia idroelettrica che semmai ci conviene esportare, come adesso, e invece rischiamo di portarci a casa una
concorrenza che ci vende energia sporca a prezzo simile a quello che noi lo paghiamo. Qualche perplessità l'abbiamo, tenendo conto che nessuno può avere niente contro un elettrodotto che ci colleghi all'Europa, noi ci colle-
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ghiamo all'Europa attraverso l'Italia, ho l'impressione adesso, ma vorrei che riflettessimo anche sugli aspetti di
criticità che questa cosa può avere.
LAIMER (Landesrat für Raumordnung, Umwelt und Energie – SVP): Es stimmt, dass es bis in die 60er
Jahre hinein auf Hochspannungsebene eine Verbindung über den Brenner gegeben hat und in der Tat ist wenige
Monate nach der Feuernacht diese Leitung am Brenner gekappt worden. Warum? Das können wir uns vielleicht
schon denken. Seit fünfzig Jahren gibt es diese Leitung auf der Hochspannungsebene nicht mehr. Natürlich stehen südlich und nördlich des Brenners die Strommasten. Südlich des Brenners wird diese Leitung aber nicht mehr
als Hochspannung, sondern als Mittelspannung geführt. Es geht nicht nur um 400 Meter, sondern um die ganze
Strecke, denn die Leitung von Brixen zum Brenner wird auf der ganzen Ebene als Mittelspannung geführt, und das
auf einer Seite des Strommastens. Die andere Seite ist noch frei und der Plan besteht darin, dass man diese
Struktur, die als Hochspannungsleitung gebaut worden ist, wieder als solche führt, und zwar über die Grenze hinaus als Verbindung mit der Hochspannungsleitung, die dann von der TIWAG auf der nördlichen Seite realisiert
würde.
Zwischen der Gesellschaft Terna, die in Italien die Hochspannungsleitungen verwaltet und auch baut, und
der TIWAG auf Nordtiroler Seite gibt es eine Abmachung, diese Leitung zu realisieren. Es gab lange Zeit Verhandlungen mit Südtirol, mit dem Land und mit der SEL, bei denen man über die rechtliche Natur dieser Leitung
diskutiert hat. Sollte es eine reine Terna-Leitung werden, dann würde dies bedeuten, dass die Gesellschaft Terna
alleine bestimmt, was in dieser Leitung wohin transportiert wird, oder eine sogenannte mergent line. "Mergent line"
würde bedeuten, dass ein Teil auch von einem anderen Partner, sprich von der SEL gestaltet werden könnte, was
wir immer gefordert haben, damit wir nicht nur eine Transitleitung haben, sondern auch den Nutzen aus dieser
Leitung ziehen können. Das ist ein großer Unterschied. Es ist schlussendlich doch eine Form des Kompromisses
in dem Sinn gelungen, dass diese Leitung je zur Hälfte als Terna-Leitung und zur anderen Hälfte als "mergent
line" geführt wird. Dadurch kann über die SEL sozusagen diese Stromleitung gestaltet werden, sodass man selbst
bestimmen kann, ob importiert oder exportiert wird, und das ist doch auch ein Stück mehr Autonomie für unser
Land.
Beim Treffen mit der Gesellschaft Terna vor wenigen Tagen in Rom ist es nicht mehr darum gegangen, ob
man die Leitung baut. Dies ist in kurzer Zeit abgehakt worden. Es gibt diesbezüglich einen großen Konsens. Diese
Leitung wird gebaut werden. Es genügt allerdings nicht nur die Stromkabel zu ziehen, sondern es braucht am
Brenner auch eine Umspannkabine. Dafür braucht es einen geeigneten Standort, ein entsprechendes Projekt,
eine Genehmigung, die Ausschreibung der Arbeiten und die Realisierung. Das alles braucht auch seine Zeit. Man
spricht von zirka 22 Monaten ab Genehmigung. Das Projekt muss von der Gesellschaft Terna entsprechend ausgearbeitet und eingereicht werden. In der Folge kann es auch entsprechend genehmigt werden, und dann beginnt
die Umsetzungsphase.
Beim Treffen war auch der Bürgermeister von Brixen dabei, nicht weil es bei ihm um diese Brennerleitung,
sondern um die vier Hochspannungsleitungen im Brixner Gemeindegebiet Milland geht, die direkt über bewohntes
Gebiet führen. Schon seit Jahren versucht man, diese Leitungen zu verlegen. Man hat im Bauleitplan eine Alternativtrasse ausfindig gemacht und auch eingetragen. Man hat jetzt auch über die Umweltgelder der SE Hydropower die finanziellen Mittel einer Gegenfinanzierung. Man möchte aber auch von der Gesellschaft Terna einen Teil
mitfinanziert bekommen. Diesbezüglich gibt es bis zu einem bestimmten Punkt Bereitschaft, aber man hätte sich
etwas mehr erwartet, wobei die Verhandlungen noch nicht abgeschlossen sind. Wir werden sehen, was diesbezüglich herauskommt.
Bei der Gesellschaft Terna geht es ganz generell um einen Rahmenvertrag zwischen dem Land und dieser
Gesellschaft und in diesem Rahmenvertrag ist die Brennerleitung ein Teil davon. Jetzt haben wir gewissermaßen
diesen Teil herauskristallisiert, um ihn als eigenes Projekt sozusagen schneller voranzutreiben, weil die anderen
Verhandlungen noch nicht abgeschlossen sind und wir inhaltlich mit der Aufteilung der Bereiche nicht einverstanden sind. Es kann nicht sein, dass der eine bestellt und das Land dann bezahlt. Hier muss jeder seine Aufgaben
im eigenen Kompetenzbereich auch wahrnehmen, das heißt auch zahlen. Wenn die Gesellschaft Terna dafür
zuständig ist, dann muss sie auch dafür bezahlen. Das ist unsere Position.
Diese Stromleitung hat eine wichtige Funktion für den Stromaustausch. Es ist ein wesentliches Element einer Versorgungssicherheit. Es ist ein Thema, weil wir gerade in diesen Tagen sehr stark erleben, wie wichtig die
Versorgungssicherheit ist. Das wird nur dann gespürt, wenn es eben nicht so ist. Deshalb braucht es sehr viele
Investitionen in das Netz. Vor wenigen Wochen fand in Berlin ein großer Energiekongress statt. Da ging es im
Wesentlichen nur um die Netze und um die Speicherung, denn das sind die großen zentralen Herausforderungen
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für die Zukunft. Die Netze sind nicht parallel zum Wirtschaftsgefüge und zum Aufbau der Alternativenergie angewachsen und jetzt hinkt das nach. Wenn hier nicht im Laufe der nächsten Jahre gewaltige Summen in die Netze
investiert werden, dann wird es große Schwierigkeiten geben, die Versorgungssicherheit aufrechtzuerhalten. Deshalb ist diese Leitung ein wichtiger Teil.
Parallel dazu läuft ein EU-Projekt für die Nutzung des Brennerbasistunnels, sprich des Pilotstollens, auf einer noch größeren, das heißt auf der sogenannten Höchstspannungsleitungsebene, eine Verbindung herzustellen.
Diese Verbindung wäre also eine nordeuropäische und südeuropäische Verbindung, während diese Hochspannungsleitung eine regionale Bedeutung hätte, was für unsere Maßen sicherlich ausreichend und wichtig ist.
Herr Leitner! Wenn Sie einverstanden sind, dann würde ich vorschlagen, diese Interventionen bei den
Staatsregierungen zu streichen, weil diese jetzt nur mehr auf Unverständnis stoßen würde, und dass wir uns auf
den Punkt 3 konzentrieren. Wir sollten also dem Beschlussantrag zustimmen, mit Ausnahme der Punkte 1 und 2.
LEITNER (Die Freiheitlichen): Ich möchte dem Landesrat und auch den Kollegen, die hier Stellung bezogen haben, danken. Ich konnte am 22. März 2011 nicht wissen, was im Jänner 2012 die Fraktionssprecher der
Volkspartei und ÖVP im klösterlichen Bereich von Neustift ausmachen würden und was in der Zwischenzeit geschehen ist. Ich nehme das zur Kenntnis.
Ich bin selbstverständlich einverstanden, die Punkte 1 und 2 zu streichen, denn wenn diese Verhandlungen
bereits laufen, dann braucht man dies nicht mehr anzumahnen. Das nehme ich zur Kenntnis und ist in Ordnung.
Mir geht es einfach darum, dass wir eine vernünftige Sache durchbringen. Wenn man jetzt hört, dass der
Probestollen des Brennerbasistunnels für eine viel, viel größere Leitung internationalen Ausmaßes in Vorbereitung
steht und diese Leitung nur mehr regionalen Charakter hat, dann wissen wir auch, was auf uns zukommt und
welche Bedeutung es für die Zukunft haben kann.
Wie gesagt, der Ausgangspunkt war jener, dass wir hier im Landtag – Kollege Pöder hat es gesagt – in den
letzten Jahren bereits mehrmals über dieses Problem gesprochen haben. Somit ist ja nicht neu, aber in die ganze
Strompolitik ist in den letzten Jahren viel Bewegung gekommen. Es ist eine Maßnahme, die, denke ich, jedem, der
die Problematik ein bisschen kennt, ins Auge sticht, die aber keiner versteht. Es wäre dasselbe, wenn man jetzt
plötzlich am Brenner die Zugverbindung unterbrechen würde. Man könnte nur mehr bis dorthin fahren und dann
nicht mehr weiter.
Vielleicht noch ein kleines Detail, das nicht alle kennen, und zwar dass Italien und Österreich eine unterschiedliche Ausgestaltung haben, also hat Gleichstrom und Wechselstrom einen Grund. Nach dem Ersten Weltkrieg wollte dies Italien so, um sich damit vor möglichen Angriffen aus Österreich und Deutschland zu schützen.
Das ist heute natürlich anachronistisch, aber aus der Geschichte kann man vieles verstehen, begreifen oder analysieren.
Ich bin froh, dass man dieses Thema ernst nimmt und verantwortungsbewusst vorantreibt, denn – diesbezüglich hat Kollege Dello Sbarba Recht – irgendwo fragt sich der Bürger auch nach dem Nutzen des Ganzen. Das
ist sicherlich bei der ganzen Geschichte auch entscheidend.
Herr Präsident Minniti! Ich bin mit der Streichung der Punkte 1 und 2 des beschließenden Teils einverstanden und ersuche, nur über die Prämissen und Punkt 3 des beschließenden Teils abstimmen.
PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione n. 301/11, senza i punti 1 e 2 che sono stati soppressi: approvata con 3 astensioni e i restanti voti favorevoli.
Punto 8) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 406/11 del 15.12.2011, presentata dal consigliere Pöder, riguardante l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie – tassa contro la povertà."
Punkt 8 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 406/11 vom 15.12.2011, eingebracht vom Abgeordneten Pöder, betreffend die Einführung einer Finanztransaktionssteuer – Steuer gegen Armut".
Il mondo della finanza internazionale con le sue massicce speculazioni finanziarie e di investimento è
uno dei principali responsabili della crisi economica e finanziaria di questi ultimi anni.
Negli ultimi anni i paesi dell'UE hanno impiegato 4,6 miliardi di euro per sostenere il settore finanziario, che grazie alle esenzioni dall'IVA comunque già gode di vantaggi fiscali pari a 18 miliardi di euro
annui.
60
Durante il suo intervento sullo "Stato dell'Unione" dinnanzi al Parlamento europeo il presidente della
Commissione europea Barroso ha sottolineato che il settore finanziario fornisce un contributo alla società.
La Commissione europea ha valutato l'opportunità di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, la cosiddetta Tobin-Tax, dal nome del suo ispiratore e premio Nobel per l'economia. Anche il
Parlamento europeo a marzo di quest'anno in due proposte di risoluzione ha chiesto l'introduzione a
livello europeo di una tassa sulle transazioni finanziarie.
In Italia finora ci sono state iniziative e dichiarazioni contraddittorie dei rappresentanti del Governo in
merito a tale tassa.
A livello europeo il Governo italiano una volta ha persino posto il proprio veto sull'introduzione di una
tassa sulle transazioni finanziarie.
Una tassa europea dello 0,5% sulle transazioni finanziarie riguardanti titoli obbligazionari o altri prodotti finanziari porterebbe annualmente più di 200 miliardi di euro nelle casse degli Stati dell'UE.
Il gettito della tassa sulle transazioni finanziarie potrebbe essere utilizzato in vari modi: i fondi potrebbero essere utilizzati ad esempio per la lotta alla povertà e/o per sgravi fiscali a favore dei redditi
medi e bassi ovvero per più provvedimenti a favore delle famiglie.
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano con il presente ordine del giorno dovrebbe sollecitare anche i rappresentanti politici delle altre regioni a esercitare pressione sul Parlamento e sul Governo affinché sostengano attivamente e approvino l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie.
Un tanto premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
delibera quanto segue:
Il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano si esprime a favore dell'introduzione di una tassa
sulle transazioni finanziarie e invita il Parlamento e il Governo ad appoggiare e avviare iniziative in tal
senso. Il consigli regionali e il Consiglio della Provincia autonoma di Trento sono invitati a sostenere
e richiedere l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie con deliberazioni simili alla presente.
---------Der internationale Finanztransaktionssektor mit den massiven Finanz- und Investitionsspekulationen
hat weitgehend die Finanz- und Wirtschaftskrise der vergangenen Jahre zu verschulden.
In den letzten Jahren haben die EU-Mitgliedstaaten 4,6 Bio. Euro für die Stützung des Finanzsektors
aufgewendet, der durch MwSt.-Befreiungen bereits Steuervorteile in Höhe von jährlich 18 Bio. Euro
genießt.
Während seiner Rede zur "Lage der Union" vor dem Europäischen Parlament hat der Präsident der
Europäischen Kommission Barroso betont, dass es an der Zeit ist, dass der Finanzsektor seinen
Beitrag für die Gesellschaft leistet.
Die Europäische Kommission hat eine Europäische Finanztransaktionssteuer angedacht, die auf
eine Initiative von James Tobin, Nobel-Preisträger für Wirtschaftswissenschaften, zurückgeht. Das
EU-Parlament hat sich im März dieses Jahres in zwei Entschließungsanträgen ebenfalls die Einführung einer europaweiten Finanztransaktionssteuer gefordert.
In Italien gab es zur Finanztransaktionssteuer bislang widersprüchliche Initiativen und Aussagen der
Vertreter der Regierung.
Auf europäischer Ebene hat die italienische Regierung sogar einmal ein Veto gegen die Einführung
der Steuer ausgesprochen.
Die europaweite Finanztransaktionssteuer auf Obligationstransaktionen bzw. auf andere Finanzprodukte könnte schon bei einem Prozentsatz von 0,5 Prozent jährlich mehr als 200 Milliarden Euro in
die Haushaltskassen der europäischen Staaten fließen lassen.
Der Verwendungszweck der Einnahmen aus der Finanztransaktionssteuer kann vielfältig sein: Das
Geld kann beispielsweise zur Bekämpfung von Armut und/oder zur Steuerentlastung von niedrigen
und mittleren Einkommen oder für mehr familienunterstützende Maßnahmen verwendet werden.
Der Südtiroler Landtag sollte mit diesem Beschluss auch die Volksvertretungen der anderen Regionen auffordern, Druck auf Parlament und Regierung für die aktive Unterstützung und Zustimmung zu
einer europaweiten Finanztransaktionssteuer auszuüben.
61
Dies vorausgeschickt,
beschließt
Der Südtiroler Landtag:
Der Südtiroler Landtag spricht sich für die Einführung einer europaweiten Steuer auf Finanztransaktionen aus und fordert Parlament und Regierung auf, entsprechende Bemühungen zu unterstützen
und voranzutreiben. Die Regionalräte und der Trentiner Landtag werden ersucht, mit ähnlich lautenden Beschlüssen die Einführung der Finanztransaktionssteuer zu unterstützen und zu fordern.
La parola al consigliere Pöder per l'illustrazione.
PÖDER (BürgerUnion): Als dieser Antrag eingebracht wurde, war Italien noch erbitterter Gegner einer Finanztransaktionssteuer. Die damalige Regierung, das Europaparlament – dies steht auch in den Prämissen dieses Antrages – hat sich dazu wohlwollend ausgesprochen. Eine ganze Reihe von europäischen Staaten haben
sich hinsichtlich einer Finanztransaktionssteuer wohlwollend ausgesprochen, nur aus Italien kamen damals recht
ablehnende Aussagen. Auch in Frankreich, an der Spitze der dort regierenden Parteien, hat man in keinster Weise
große Sympathien für die Finanztransaktionssteuer geäußert.
Unterm Strich wäre diese Finanztransaktionssteuer insofern wichtig, als dass sie endlich einmal jene zur
Kasse bitten würde, die für die Misere für die Finanzkrise verantwortlich sind, denn mit Billionen von Euros wurden
die Verursacher dieser Finanzkrisen gestützt, nämlich die Banken, die großen Spekulanten insgesamt. Man
braucht diesbezüglich nicht mehr ins Detail zu gehen. Es ist hinlänglich bekannt, dass die EU-Staaten in den letzten Jahren 4,6 Billionen Euro für die Stützung des Finanzsektors ausgegeben haben. Das muss man sich einmal
vorstellen! Es gibt ein Transparent von Greenpeace, die, glaube ich, vor eineinhalb Jahren eine Demonstration in
Brüssel gemacht haben, als es um die gesamte Situation der Finanzmärkte, der Ausbeutung der Umwelt und der
Natur ging. Man hat ein Transparent hochgehalten, auf dem Folgendes stand: "Wenn die Welt eine Bank wäre,
hättet Ihr sie längst gerettet", und so ist es im Prinzip, denn gerettet wurden die Banken, aber alles andere wurde
noch nicht gerettet. Wenn man sich die Welt aus dem Blickwinkel von Greenpeace anschaut, dann muss in diesem Zusammenhang einfach festgestellt werden, dass hauptsächlich der internationale Finanzsektor für die Krise,
die sich hier angebahnt hat und in den letzten Jahren immer größer geworden ist, verantwortlich ist, wobei auch
die Staaten, ganz klar auch Italien, aufgrund der jahrelangen und jahrzehntelangen exzessiven Ausgabenpolitik
mit hineingerissen wurden. Früher war kein Grund zum Sparen da, zumindest hat man das so gesehen. Man hat
das Geld beim Fenster hinausgeworfen und unterm Strich gibt es heute diese Riesenproblematik, aber der Finanzsektor bewegt unglaubliche Summen pro Tag, pro Woche, pro Monat, pro Jahr, die das real erwirtschaftete
Vermögen, den real erwirtschafteten Wert auf der Welt um ein Vielfaches übersteigen. Allein auf den Derivatenmärkten, allein bei den Obligationen zum Beispiel oder auf den internationalen spekulativen Devisenmärkten werden täglich Unsummen von Geld verschoben, ein Vielfaches von dem, was in einem Jahr auf der ganzen Welt an
Wertschöpfung erwirtschaftet wird. Hier sollte eine Finanztransaktionssteuer nicht alles eindämmen oder bestrafen, sondern dafür sorgen, dass Geld in die Kassen der Staaten fließt, also zugunsten der Steuerzahler ausgegeben werden kann, die in den letzten Jahren 4,6 Billionen Euro allein in Europa für die Stützung des Finanzsektors
ausgegeben haben.
Man spricht hier auch von einer Steuer gegen die Armut, weil man sagt, dass die Einnahmen aus dieser Finanztransaktionssteuer, die man auf rund 200 Milliarden Euro im europäischen Wirtschaftsraum, in der Europäischen Union schätzt, … Wenn man zum Beispiel 0,5 Prozent Steuer auf die Obligationsderivatengeschäfte usw.
einbehalten würde, dann könnte man 2 Millionen Euro im Jahr einnehmen und diese Gelder dann für bestimmte
auch im sozialpolitischen Bereich angesiedelte Maßnahmen verwenden. Auf jeden Fall handelt es sich hier um
eine Steuer, die auf der Idee des berühmten Professors und Nobelpreisträgers James Tobin basiert. Jetzt weiß
man, dass mittlerweile auch im römischen Parlament bereits die eine oder andere Bewegung in diese Richtung
eingetreten ist. Ganz sicher ist man noch nicht, ob auch Italien dieser Einführung zustimmen würde.
Auf jeden Fall sollte man die Einführung einer Finanztransaktionssteuer unterstützen. Sie wird nicht die Finanzmärkte beschädigen, sondern etwas von den Riesensummen, die auf den Finanzmärkten bewegt werden, in
die Kassen der Staaten, also zugunsten der Steuerzahler fließen lassen.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich schicke voraus, dass wir auf diesem Gebiet nicht Experten und Fachleute
sein können. Ich persönlich bin für diesen Antrag, und zwar deshalb, weil ich für mich selbst keine plausible Erklärung gefunden habe, weshalb man von den Bürgern Steuern für alles Mögliche verlangt, wie die Mehrwertsteuer
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auf den Ankauf von Waren, Steuer auf den Ankauf von Grund und Boden usw. Auf alles, was der einzelne Bürger
leisten und machen muss, ist immer irgendeine Steuer dabei, aber ausgerechnet dort, wo mit zunehmendem
Maße kein Wert dahinter steht, das heißt, dass mit Finanzen jongliert und spekuliert wird und niemand mehr nachvollziehen kann, was da vor sich geht, sind enorme Gewinne, wie es Kollege Pöder richtig angemerkt hat, und
auch enorme Verluste möglich, aber hier gibt es überhaupt keine Möglichkeit, jene, die damit jonglieren und spekulieren, zur Kasse zu bitten, und das scheint nicht gerechtfertigt.
Der Antrag des Kollegen Pöder enthält das eigentliche Problem des Ganzen, nämlich das Wort "europaweite". Wir wissen, dass sich die Kollegen von der Insel bereits von diesem Gedanken verabschiedet haben, weil
London ein wichtiger Finanzplatzmarkt ist und sich die übrigen Regierungschefs nun vor möglichen Nachteile
fürchten. Eine weltweite Akkordierung unter den Finanzmärkten ist bereits am Widerspruch anderer außereuropäischer Staaten vorab erst einmal gescheitert. Nun wollen die Europäer diesen Weg gehen, aber die wichtigste
europäische Börse sollte und wird, laut dem Vereinigten Königreich, nicht mit dabei sein. Trotzdem glaube ich,
dass es für ein kleines, bescheidenes Regionalparlament grundsätzlich richtig ist, diese Aussage zu treffen, um
der Stimme von vielen Bürgerinnen und Bürgern, die das mit ansehen und nicht nachvollziehen können, weil es in
der Substanz nicht nachvollziehbar und ungerecht ist, zum Durchbruch zu verhelfen. Dass man sich diesbezüglich
positiv ausspricht, halte ich für richtig und zielführend.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Ich glaube auch, dass man diesen Beschlussantrag ein wenig würdigen und ihn in der Zielrichtung doch anerkennen sollte. Wie Kollege Pichler Rolle gesagt
hat, ist unsere Möglichkeit hier einzugreifen, sehr reduziert, aber es gilt auch ein Signal vom Südtiroler Landtag
aus zu setzen, denn das Missverhältnis zwischen der Realwirtschaft und den Kapitalmärkten bzw. der Finanzwirtschaft ist in den letzten 10 und 15 Jahren derart auseinandergedriftet, dass die Rolle des frei flottierenden Kapitals
und der entsprechenden Spekulationen, Transaktionen einfach ein erschreckendes Ausmaß angenommen hat.
Wenn wir heute in Europa die Finanzkrise haben, dann ist dies nur zum Teil eine Schuldenkrise der Staaten, es ist
aber in erster Linie auch eine Krise jener Spekulanten, die sie verursachen, die auf den Euro spekulieren und ihre
Kapitalmacht dazu verwenden, um gegen unsere Währungen zu spekulieren. Man merkt deutlich, dass dagegen
nur schwer anzukommen ist. In Italien hat die Regierung Monti, Gott sei Dank, durch ihre Maßnahmen, durch ihre
Entschiedenheit zumindest in diesem Bereich Beruhigung erzielt. Wenn man auch über andere Maßnahmen sehr
gut streiten kann, in diesem Bereich ist zumindest eine Beruhigung eingetreten. Hier haben wir diesen enorm
expandierenden Kapitalmarkt, der in den letzten Jahrzehnten systematisch liberalisiert worden ist und man muss
auch selbstkritisch von Regierungen sagen, die unserer Position nicht ganz nahe stehen, dass in Deutschland die
Fesseln des Kapitalmarktes von der Rot-grünen Regierung ganz wesentlich freigesetzt worden sind. Damit ist
sozusagen auch dieser Form von Investment Banking und entsprechender Spekulation Tür und Tor geöffnet worden.
Diese Finanztransaktionssteuer ist auf europäischer Ebene derzeitig heftig umstritten. Die deutsche Regierung Merkel wünscht eine Transaktionssteuer und hat mit ihrem inzwischen kuschelwarmen Juniorpartner Sarkozy
eine Achse gebildet, aber, wie es Kollege Pichler Rolle gesagt hat, auf Seiten der Londoner Regierung, des Londoner Kapitalmarktes gibt es enorme Widerstände und auch von Seiten der Vereinigten Staaten. Ich glaube, Europa kann sich auch dadurch definieren in seiner Einheit, dass es in diesem Bereich das europäische Modell des
Sozialstaats gegen diesen neuen Kapitalismus entschlossen verteidigt, der sich weltweit ausbreitet, der von demokratischen Grundregeln weitab entfernt ist. Die Transaktionssteuer wäre ein Signal, um zumindest einen Teil
jener Gewinne wieder zurückfließen zu lassen, die anderweitig in diesen Kapitalmarkt einfließen und weiteres
Unheil stiften. Wir glauben, dass diesem Beschlussantrag selbstverständlich zugestimmt werden kann und er auch
eine breite Mehrheit finden sollte.
TINKHAUSER (Die Freiheitlichen): Ich kann mich irgendwo meinen Vorrednern anschließen. In der Vergangenheit wurden Milliarden Euro in Banken gepumpt, damit sie nicht pleite und in Konkurs gehen und somit
ganze Staaten mit sich mitreißen.
Hier wird vom Kollegen Pöder eine Finanztransaktionssteuer von 0,5 Prozent vorgeschlagen. Dies ist sicherlich etwas zu hoch gegriffen. Ich habe jüngst gehört, dass man derzeit in Europa bei Aktien usw. über Prozentzahlen von 0,01 diskutiert. Wenn es dann um hochspekulative Dinge, um Derivate geht, dann geht man noch
einmal eine Kommastelle zurück. Man diskutiert hier wirklich im 0,0-Bereich. Für einzelne Staaten ist es sicherlich
schwierig, dies jetzt einzuführen. Wenn wir in einer globalisierten Welt leben, dann wäre es das Beste, wenn welt-
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weit eine Finanztransaktionssteuer eingeführt würde, aber man sieht, dass London in Europa nicht mitspielen will,
denn London erwartet sich große Geschäfte, wenn Europa eine Finanztransaktionssteuer einführen würde.
Es gibt bereits ein Beispiel. Wenn mich nicht alles täuscht, dann, glaube ich, ist es Schweden, das vor Jahren eine Finanztransaktionssteuer eingeführt hat, aber immer noch in irgendwo geschlossenen Märkten. Damals
war es auch für die Schweden interessant zu sehen, dass die Umsätze gestiegen sind und noch mehr spekuliert
wurde, weil man versucht hat, diese Steuer herauszuholen. Heute wird es so nicht mehr gehen, weil man überall
auf der Welt spekulieren kann. Wenn ich Kapital umschlagen will, dann muss ich das nicht in Europa tun, sondern
kann auch in London, in New York handeln.
Die Initiative geht, von mir aus gesehen, sicherlich in eine richtige Richtung, nur wenn hier nicht einmal Europa gewillt ist mitzuspielen, geschweige denn der große Kapitalmarkt in London und New York, dann wird es
schwierig sein, dies umzusetzen.
BIZZO (Assessore al bilancio e finanze, al lavoro, allo sviluppo cooperativo, all'innovazione e all'informatica – Partito Democratico/Demokratische Partei): Sarò molto sintetico. Come detto molte volte, siamo a
favore dell'introduzione di una Tobin-tax. Ovviamente le nostre competenze sono estremamente limitate in materia, ma comunque siamo favorevoli a qualsiasi azione nei confronti di chiunque abbia potere di introdurla.
Possiamo solamente rilevare con piacere che finalmente il governo Monti sta iniziando ad avviare i ragionamenti per l'introduzione di questo tipo di tassazione. Non possiamo che rallegrarcene.
PRESIDENTE: Il consigliere Pöder rinuncia alla replica. Metto in votazione la mozione n. 406/11: approvata
all'unanimità.
Punto 9) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 437/12 del 3.1.2012, presentata dal consigliere Vezzali, riguardante la mobilità ecosostenibile – E-Mobility".
Punkt 9 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 437/12 vom 3.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Vezzali, betreffend eine nachhaltige Mobilität und E-Mobility".
Spesso si parla di mobilità ecosostenibile, soprattutto in merito ai centri urbani. Vi sono infatti periodi
in cui l'inquinamento dovuto ai gas di scarico dei veicoli è veramente alto.
Esistono progetti in cui la mobilità, quanto meno interna, dei centri urbani avverrebbe mediante veicoli alimentati da energia elettrica.
Nella nostra Provincia con la "liberalizzazione" dell'energia, assistiamo alla sempre crescente domanda di concessioni di sfruttamento delle acque al fine della produzione di energia elettrica. Il che
porterà con tutta evidenza ad una sempre maggiore disponibilità di energia.
Peraltro, con legge provinciale, si è stabilito che sugli edifici pubblici siano installati pannelli fotovoltaici per la produzione predetta.
Progettare quindi lo sfruttamento dell'energia elettrica anche per la mobilità nei centri urbani, ma non
solo, pare ormai un passo obbligato.
Esiste infatti, in fase anche piuttosto avanzata, un progetto dell'ENEL che prevede la presenza di
due tipologie di stazione di ricarica: la Home Station per la ricarica domestica. che permette di fare il
carico di energia comodamente da casa propria, grazie al contatore installato nel garage o nel box.
La Public Station invece è la colonnina installata in strada, in punti strategici per la mobilità, che dovranno essere evidentemente concordati con le amministrazioni locali.
Sono già installate dall'ENEL in viarie città oltre 100 colonnine che erogano all'utenza energia elettrica per veicoli, mediante l'utilizzo di apposite card per il pagamento, con la previsione di sistemi di
prenotazione della ricarica anche attraverso gli smartphone che consentono di modulare i processi di
ricarica in funzione della disponibilità della rete, al fine di evitare che le richieste di ricarica avvengano nello stesso momento e nella stessa area monitorando così il pericolo di stress della rete
stessa.
Attualmente il progetto utilizza un veicolo che con un "pieno", corrispondente a circa 17 kWh per una
spesa corrispondente a circa € 2,5, consente all'utilizzatore di percorre circa 130 km, che per i nostri
centri urbani sarebbe di tutto rispetto e consente sicuramente utilizzo agevole anche per chi va e
viene da e verso le località periferiche ai centri maggiori.
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Il progetto ENEL prevede addirittura la fornitura all'utilizzatore del veicolo stesso dietro pagamento di
un canone tutto compreso di circa € 440 per quattro anni.
Dal luglio 2010, con sole 140 auto elettriche. sono state effettuate 12.550 ricariche per 49.895 kWh,
con un risparmio di 61.022 kg di CO2.
Il settore della mobilità ecosostenibile sta assumendo sempre maggiore importanza, tanto che a settembre 2011 nell'ambito di Klimaenergy alla Fiera di Bolzano si è inserita la Klimamobility, suscitando molto interesse.
Che il settore sia in forte espansione lo dimostra anche il fatto che importanti case automobilistiche
hanno ormai realizzato dei modelli di vetture che sviluppano potenze e autonomie di tutto rispetto.
In Lombardia sono stati stanziati due milioni di euro per contributi all'acquisto di veicoli a impatto ambientale zero.
A Modena, nell'ambito del progetto "Mi Muovo Elettrico" della Regione Emilia Romagna, si e iniziato
ad installare in punti strategici le colonnine di ricarica con energia elettrica "'verde", certificata "COFER" (certificazione per energia prodotta da fonte rinnovabile), rendendo così il veicolo elettrico realmente ad impatto zero sull'ambiente. Inoltre, quella Regione sta provvedendo ad installare colonnine di ricarica lungo tutto l'asse della Via Emilia da Rimini a Reggio Emilia per consentire la ecomobilità anche in ambito extraurbano.
Evidente che la PAB, con il potenziale di produzione di energia di cui è dotata e con la tradizionale
attenzione all'ambiente, non può esimersi dall'affrontare il progetto e svilupparlo sul proprio territorio.
Tutto ciò premesso,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
- a sviluppare per il territorio provinciale un progetto di e-mobilità che:
- porti a favorire progressivamente nei centri urbani l'utilizzo di veicoli elettrici;
- provveda a mappare il territorio provinciale al fine di localizzare i siti di installazione, in adeguato
numero, di colonnine di distribuzione di energia elettrica per consentire progressivamente la mobilità
con veicoli elettrici anche al di fuori dei centri urbani;
- preveda un sistema di incentivi. mediante strumenti di finanziamento. convenzioni con enti o soggetti esterni o altri strumenti che favoriscano l'accesso a veicoli alimentati da energia elettrica – in
proprietà, locazione finanziaria o altro titolo possibile – al maggior numero di potenziali utenti.
---------Immer wieder ist die Rede von nachhaltiger Mobilität, vor allem im innerstädtischen Bereich. Es gibt
nämlich Perioden, in denen die Luftverschmutzung aufgrund der Abgase sehr hoch ist.
Deshalb wurden Projekte in Leben gerufen, die zumindest für die innerstädtische Mobilität die Nutzung von Elektrofahrzeugen vorsehen.
Mit der "Liberalisierung" der Energie in Südtirol geht eine wachsende Nachfrage nach Konzessionen
zur Stromproduktion aus Wasserkraft einher. Dies wird sicherlich zu einer immer größeren Verfügbarkeit von Energie führen.
Unter anderem wurde mit Landesgesetz bestimmt, dass auf öffentlichen Gebäuden Photovoltaikpaneele zur Stromproduktion anzubringen sind.
Die geplante Nutzung des so generierten Stroms auch für die Mobilität im innerstädtischen Bereich,
aber nicht nur, scheint mittlerweile obligat zu sein.
Es gibt nämlich ein bereits fortgeschrittenes Projekt von ENEL, welches zwei Arten von Ladestationen kennt: Die Home Station dient der praktischen Aufladung von zu Hause aus, über einen Zähler,
der in der Garage oder in der Autobox installiert wird. Die Public Station ist hingegen die Ladestation
auf der Straße, die an mobilitätstechnisch strategischen Punkten errichtet wird und deren Standort
selbstverständlich mit den Gebietskörperschaften abgesprochen werden muss.
ENEL hat in verschiedenen Städten bereits über 100 Ladestationen aufgestellt, an denen die Nutzer
ihre Elektroautos mithilfe entsprechender Zahlkarten aufladen können. Die Aufladung kann auch
über Smartphones vorgemerkt werden, wodurch die Aufladung je nach Verfügbarkeit der Stationen
moduliert wird. Auf diese Weise wird vermieden, dass Aufladungsanfragen gleichzeitig und im selben
Gebiet erfolgen, wodurch eine Überlastung des Netzes verhindert wird.
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Zurzeit konzentriert sich das Projekt auf ein Fahrzeug, dass es voll aufgeladen auf ca. 17 kWh bringt,
bei einem Kostenpunkt von ca. 2,50 €. Damit kann der Nutzer ca. 130 km zurücklegen, was für die
Mobilität im innerstädtischen Bereich beachtlich wäre und auch für die Pendler ausreichen würde, die
vom Land in die größeren Städte fahren.
Das ENEL-Projekt sieht sogar die Lieferung des Fahrzeugs an den Nutzer gegen eine einmalige Gebühr von 440 € für vier Jahre vor.
Seit Juli 2010 wurden mit 140 Elektroautos 12.550 Aufladungen zu insgesamt 49.895 kWh getätigt,
wodurch ein Ausstoß von 61.022 kg CO2 vermieden wurde.
Die nachhaltige Mobilität gewinnt immer mehr an Bedeutung. Im September 2011 war auf der Bozner Messe Klimaenergy zum ersten Mal auch Klimamobility vertreten und fand bei den Messebesuchern großen Anklang.
Dass dieser Sektor stark im Aufschwung ist, beweist auch die Tatsache, dass große Autohäuser
mittlerweile Fahrzeuge entwickeln, die in Hinblick auf Leistung und Autonomie schon ganz anständige Ergebnisse erzielen.
In der Lombardei wurden zwei Millionen Euro für den Ankauf von klimaneutralen Fahrzeugen zur
Verfügung gestellt
In Modena wurde im Rahmen des Projekts "Mi Muovo Elettrico" der Region Emilia Romagna mit der
strategischen Errichtung von Ladestationen mit grünem, aus zertifiziert erneuerbaren Energiequellen
gewonnenem Strom begonnen, damit das Elektroauto auch wirklich klimaneutral ist. Außerdem
werden derzeit entlang der gesamten Achse der Via Emilia von Rimini bis Reggio Emilia Ladestationen errichtet, damit nachhaltige Mobilität auch im außerstädtischen Bereich möglich wird.
Es ist augenscheinlich, dass Südtirol mit seinem Stromproduktionspotential und seinem Umweltbewusstsein nicht davor zurückscheuen darf, sich dieses Projekts anzunehmen und es vor Ort umzusetzen.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
- für Südtirol ein Projekt von E-Mobility auszuarbeiten, welches Folgendes umfasst:
- Anreize, um die Nutzung von Elektroautos im innerstädtischen Bereich schrittweise zu steigern;
- eine Kartierung des Landesgebiets, um die Standorte für die Ladestationen in angemessener Zahl
zu bestimmen, damit die Mobilität mit Elektroautos auch im außerstädtischen Bereich schrittweise ermöglicht wird;
- ein Förderungssystem aus Finanzierungsformen, Vereinbarungen mit Körperschaften oder externen Personen sowie sonstigen Mitteln, um die Verfügbarkeit von Elektroautos durch Kauf, Leasing
oder aus sonstigem Titel für immer mehr potenzielle Nutzer zu verbessern.
La parola al consigliere Vezzali, prego.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): La mozione è abbastanza chiara e non
necessità di chissà quali ulteriori spiegazioni. Sul territorio nazionale, soprattutto al nord del Paese, c'è una sempre maggiore diffusione di quest'idea di E-Mobility che passa necessariamente attraverso l'installazione di colonnine di ricarica pubbliche, perché allo stato attuale questi veicoli alimentati ad energia elettrica non hanno un'autonomia eccessiva, quindi gli spostamenti sono un po' limitati. Però per esempio in Emilia Romagna la via Emilia è
stata coperta da colonnine pubbliche di cui ci si può servire attraverso una card di ricarica con cui l'utente paga il
suo conto con meccanismi a scalare.
La mozione non impegna la Provincia a finanziamenti di chissà quale tipo, perché anche per quanto riguarda il punto 3 non vorrei fosse letto semplicemente come una questione di finanziamento, ma incentivi anche
di diverso tipo. Per esempio si potrebbe consentire a veicoli elettrici di poter parcheggiare per periodi più lunghi di
quelli alimentati a idrocarburi o altre agevolazioni di questo tipo, per favorire questa E-Mobility. Teniamo conto che
quello che sta attuando l'Enel. Loro sostengono di avere questi veicoli che hanno un'autonomia fino a 130 km, che
non è poco. Nella nostra provincia questi veicoli potrebbero consentire una mobilità non solo urbana ma anche tra
diversi centri, a condizione che ci sia la possibilità di rifornirsi in caso di calo della carica. Si chiede quindi di mappare il territorio al fine di individuare questi siti dove installare queste colonnine per favorire l'ingresso anche nella
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provincia di questa mobilità. La Fiera nel settembre scorso ha portato nell'ambito del Klimaenergy la Klimamobility
che aveva suscitato notevole interesse proprio perché è una novità che può aiutare tutto l'ambiente e la mobilità
urbana. La tecnica sta evolvendo notevolmente. Ci sono delle case automobilistiche che hanno sviluppato dei
motori elettrici che arrivano fino a 170 cv. Quando si pensa alle macchine elettriche si pensa a quelle di piccole
dimensioni, biposto. Una casa automobilistica importante ha sviluppato un veicolo a quattro posti, apparentemente
normale solo che ha un motore totalmente elettrico e sviluppa notevoli potenza. Per quanto riguarda l'autonomia,
la casa automobilistica non lo dice, mi dicono sia 35 km, io mi rifaccio ai dati ufficiali Enel che dice 130 km di autonomia.
La mozione chiede una mobilità che cambia sostanzialmente l'approccio della gente alla stessa, perché non
è più il distributore di benzina in cui si fa rifornimento in cinque minuti, ma il riferimento necessita di tempi più lunghi, però questo, unitamente alla possibilità di avere la connessione del proprio garage dove ci sarà un contatore
che controlla i consumi per fare incassare il gestore, potrebbe essere una cosa interessante da sviluppare sul
territorio provinciale che potrebbe unirsi al resto del Paese che si sta avviando su questa strada.
Il Comune di Bolzano recentemente ha pubblicizzato il fatto che ci saranno questi parchi di bici elettriche,
Bressanone ha manifestato l'intenzione di utilizzare veicoli elettrici per approvvigionare i commercianti della zona
evitando la presenza di camion che viaggiano la mattina per il centro storico. Credo sia una cosa interessante da
approfondire e sostanzialmente si chiede solamente di pianificare senza spendere nulla.
HEISS (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Kollege Vezzali hat auf ein Thema aufmerksam
gemacht, das jetzt mit den aktuell rasch gestiegenen Treibstoff- und Benzinpreisen an Aktualität gewinnt. Die
aktuellen Preise führen dazu, dass ein wesentlicher Teil der Bevölkerung sich überlegt, wie er sich künftig voranbewegen soll. Das ist auch mir Recht, denn irgendwo um 2020 herum wird die Nachfrage bzw. die Erdölproduktion, die Produktion fossiler Energien an einem Wendepunkt angelangt und kaum mehr erschwinglich sein.
Die Elektromobilität ist ein Teil der Lösung. Der andere Teil ist der, dass man die Mobilität insgesamt neu
gestaltet und vor allem auf die öffentlichen Verkehrsmittel setzt, in einer neuen Weise auf intelligente Verkehrsleitund Lenkungssysteme. Es gibt eine ganze Reihe von Formen, um eine neue Mobilität jenseits des Individualverkehrs hervorzubringen. Die Elektromobilität ist auch in Südtirol zunehmend ein Thema, allerdings sind die Optionen, so wie es aussieht, aktuell geteilt, Kollege Vezzali. Es gibt eine entschiedene Förderung der Wasserstoffoption, also des Autos mit Brennstoffzelle. Es gibt dieses Projekt des Green Korridors mit der Wasserstoff-Meile
zwischen München und Verona, ein Projekt, das auch mit EU-Mitteln gefördert wird, wobei sich das Land bereits
entschieden engagiert hat, sich im Bereich der Wasserstoffproduktion einzubringen. Auch in Bozen Süd gibt es
den Versuch, Wasserstoff zu erzeugen. Man merkt deutlich, dass die Option in diese Richtung geht.
Es ist eine problematische Option, denn im Bereich der Autohersteller, so wie Sie es gesagt haben, ist die
Elektromobilität deutlich im Aufwind und auch die großen Automobilunternehmen Westeuropas setzen zunehmend
auf Elektromobilität. Es gibt inzwischen Batterien mit neuer Speicherkapazität, die es schaffen, große Reichweiten
zu erreichen, die bei gewissen Prototypen sogar über die von Ihnen vorgestellte angegebene Reichweite hinausgehen, also durchaus bis zu 300 und 400 Kilometer. Hier gibt es sicher eine Reihe von zusätzlichen Möglichkeiten. Ich glaube, dass die Landesregierung in einen gewissen Zielkonflikt gerät, zumal Sie sehr deutlich darauf
hinweist, dass die Enel-Punkte eine gewisse Rolle auch im Bereich Südtirols spielen. Von daher muss man sich
schon überlegen, ob man verstärkt in diese Richtung gehen soll und ob nicht die landeseigene Energiegesellschaft zum Anbieter werden sollte. Ich glaube schon, dass es wichtig ist, das Prinzip Elektromobilität stärker in den
Vordergrund zu rücken. Wir haben hier auch wirklich Nachholbedarf, denn die Methangasversorgung als Treibstoff
zum Beispiel ist nach wie vor sehr schlecht. Ich hoffe, dass es in diesem Bereich besser gehen kann.
Ich würde diesem Beschlussantrag im beschließenden Teil zustimmen wollen. Herr Präsident! Ich ersuche
um eine getrennte Abstimmung über die Prämissen, die Punkte 1 und 2 des beschließenden Teils sowie Punkt 3 .
Das Förderungssystem scheint mir nicht zielführend. Ich glaube, es ist wichtig, dass sich die Leute die individuelle
Mobilität nach wie vor selber finanzieren, aber den Anreizen und der Kartierung des Landesgebietes können wir
durchaus zustimmen. Die Prämissen mit dieser Enel-Präferenz möchte ich aber doch ablehnen. Eine geteilte Zustimmung in Form einer Multiutility. Ich bitte um Verständnis.
STOCKER S. (Die Freiheitlichen): Mir gefällt der Vorschlag auch sehr gut, Kollege Vezzali, vor allem der
Punkt 2, welcher die Kartierung anbelangt. Ich glaube, das könnte auch insofern interessant sein, weil wir eine
große Tourismusdestination sind, wobei wir uns in Zukunft sicherlich darauf einstellen müssen, dass Gäste von
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auswärts mit leptopbetriebenen Autos zu uns kommen. In einem Gebiet, wie es unseres ist, mit vielen Tälern,
Bergen usw. ist eine Kartierung umso wichtiger. Das finde ich einen recht interessanten Punkt.
Was die Wortwahl anbelangt, bin ich ein bisschen skeptisch. Anstelle des Begriffes "E-Mobility" würde ich
das Wort "Elektromobilität" erwenden. Ich möchte, dass wir diesbezüglich deutsche und nicht die englische Sprache verwenden.
Was den Punkt 3 anbelangt, gebe ich Kollegen Heiss Recht. Ich bin auch der Meinung, dass es schwierig
ist zu sagen, in welcher Art wir es fördern, dass jemand auf diese Mittel umsteigt, aber im Großen und Ganzen
finde ich es interessant und diese Kartierung für die Zukunft sehr, sehr wichtig.
PICHLER ROLLE (SVP): Ein kleiner Beitrag auch meinerseits hierzu. Der Ansatz ist sicherlich in die richtige Richtung weisend. Der zuständige Landesrat wird uns dann sagen, ob er auch seine Probleme mit den Prämissen hat, was die Enel-Punkte und dergleichen anbelangt.
Generelle Überlegung: Was gut ist, was umweltfreundlich ist, sollte sich am Markt durchsetzen. Ich kann
nur beobachten, dass dieses kontinuierliche Fördern und Eingreifen der Politik, so gut es auch gemeint ist, eigentlich immer irgendwelche Folgen hat, die dann jene ausbaden müssen, … Man sieht es in verschiedenen Bereichen, denn bei der Sonnenergie wird die Förderung plötzlich gekappt oder es werden einige andere Anreize und
Vorteile weggenommen und dann werden all jene, die geglaubt haben, dass es ein durchsetzungsfähiges Alternativmodell sei, von der Realität eingeholt. Das Wahre wird es wohl auch nicht gewesen sein. Warum ist die Politik
manchmal nicht in der Lage, gewisse Dinge anzuschieben, sich dann aber zurückzunehmen und zurückzuziehen?
Wenn ein Produkt gut ist, wenn es sich am Markt behaupten und durchsetzen kann und man weiß, dass dies auch
von den Folgen her seinen Preis hat, dann greift man ein, subventioniert, fördert, steuert, promoviert und dann
zieht man das Ganze plötzlich wieder zurück. Dann kommt schon das Nächste und man macht es noch einmal.
Wenn man immer so agiert hätte, dann hätte sich die Wirtschaft nicht weiterentwickelt. Man braucht gerade das,
was wir immer alle predigen, und zwar, dass man sich möglichst zurückhalten sollte, aber genau das machen wir,
logischerweise gut gemeint, in sehr vielen Fällen selbst vor. Das muss man dann fördern, promoten, stützen und
subventionieren. Ich denke nicht, dass sich auf diese Art und Weise etwas umsetzen lässt, gleichwohl die positiven Aspekte bereits aufgezeigt worden sind. Dass man die Punkte aufzeigt, den Dienst anbietet und dergleichen
mehr, hat sicherlich Vorteile.
Ich bin zu wenig – ich sage es ganz offen - Experte auf diesem Gebiet, als dass ich wüsste, was in Zukunft
mit möglicherweise zu entsorgenden Batterien und dergleichen passiert und ob es dann wiederum ein System
geben muss, das das eine und andere wieder auffängt. Im Prinzip harre ich der Dinge, die auf uns zukommen.
Wenn der zuständige Landesrat uns sagen kann, ob das Land Südtirol … Wir haben hier am Bahnhof gesehen,
dass es noch nicht das Automobil ist, aber es sind zumindest Fahrräder, die angedockt werden können. Vielleicht
gibt es diesbezüglich auch Zukunftsprojekte. Vom Wasserstoff haben wir einiges gehört, vielleicht hören wir auch
etwas vom Elektroauto.
Ich bin im Prinzip nicht abgeneigt, aber sehr skeptisch, was diese Subventionen anbelangt, denn wenn die
Phase zu Ende geht, dann sieht es manchmal nicht so aus, wie man es sich vorgestellt hat, und das ist nicht
nachhaltig und für den Konsumenten auch nicht immer erfreulich.
WIDMANN (Landesrat für Industrie, Handel, Handwerk, Mobilität und Personal – SVP): Zu diesem
Thema haben jetzt sehr viele Redner gesprochen, denn es ist ein sehr gefühltes, ein wichtiges und ein Zukunftsthema. Deshalb sind wir der Meinung, wie es auch Kollege Pichler Rolle gesagt hat, dass es ein sehr guter Vorschlag ist. Es wäre zwar noch das eine oder andere nachzubessern, aber grundsätzlich sind wir dafür, diesen
Antrag anzunehmen. Es ist so, dass wir verschiedenste Sachen in diesem Bereich bereits aktiv umsetzen. Wir
versuchen, in Zukunft Elektro-Bike-Projekte gemeinsam mit dem Südtirol Pass umsetzbar zu machen. Wir versuchen auch auf den Bahnhöfen solche Aktionen zu machen. Deshalb passt dies im Prinzip mit hinein. Deshalb sind
wir grundsätzlich damit einverstanden.
VEZZALI (IL Popolo della Libertà – Berlusconi per l’Alto Adige): Ringrazio tutti i colleghi che sono intervenuti per l'interesse dimostrato. Volevo precisare sul punto 3 dove tutti i colleghi dicono che il sistema di finanziamento è un problema, che mi era venuto il dubbio se inserirlo o meno. Io intendevo, come dicevo prima, un
sistema di incentivi non necessariamente di tipo finanziario, come per esempio il fatto di vedere con i comuni
come incentivare, quanto meno all'inizio, una circolazione privilegiata di questi veicoli. Per esempio, per quanto
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riguarda Bolzano, si potrebbe dare un bollino multicolore con il quale auto elettriche possono parcheggiare dappertutto, o strumenti di questo genere, non necessariamente finanziamenti.
Ringrazio per l'interesse dimostrato.
PRESIDENTE: Metto in votazione la mozione n. 437/12 per parti separate come richiesto dal consigliere
Heiss. Metto in votazione le premesse: approvate con 12 voti favorevoli, 1 voto contrario e 13 astensioni.
Metto in votazione i punti 1 e 2 della parte impegnativa: approvati all'unanimità.
Metto in votazione il punto 3 della parte impegnativa: respinto con 12 voti favorevoli e 14 voti contrari.
Punto 10) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 438/12 del 10.1.2012, presentata dai consiglieri Dello
Sbarba e Heiss, riguardante un "nuovo inizio" per SEL".
Punkt 10 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 438/12 vom 10.1.2012, eingebracht von den Abgeordneten Dello Sbarba und Heiss, betreffend die SEL: ein "neuer Beginn"."
Dopo la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione della SEL Spa è forte l'attesa di un "nuovo
inizio" nella politica energetica della nostra provincia. Fin dai primi passi vanno fatte precise scelte di
massima trasparenza, sussidiarietà e cooperazione con i Comuni e le comunità comprensoriali.
Per questo motivo,
il Consiglio della Provincia autonoma di Bolzano
impegna
la Giunta provinciale
a seguire i seguenti indirizzi e a dare indicazione ai propri rappresentanti nel Cda della Sel Spa affinché la società energetica faccia altrettanto:
1. La Provincia, la SEL e le società da essa controllate riconoscono che le concessioni inferiori
ai 3.000 KW di potenza sono riservate all'iniziativa dei Comuni e delle Comunità comprensoriali, nelle forme che questi riterranno più opportune. Per questo la SEL e le società da essa
controllate non parteciperanno più all'assegnazione di concessioni inferiori ai 3.000 KW di
potenza e cederanno progressivamente a prezzo di costo ai Comuni che si dichiarino interessati le partecipazioni detenute in centrali di potenza inferiore ai 3.000 KW.
2. La Provincia, la SEL e le società da essa controllate affrontano le prossime scadenze che riguardano le centrali Hydros (trattativa con Edison sulla cessione della sua partecipazione e
gare per le grandi concessioni idroelettriche in scadenza) di concerto con i Comuni, riconoscendo loro un ruolo fondamentale.
3. La Provincia e la SEL favoriscono l'acquisizione da parte dei Comuni che lo desiderano e
nelle forme che liberamente scelgano della rete di distribuzione e dei relativi impianti; tale
acquisizione sarà sostenuta finanziariamente anche con un contributo della Provincia, le cui
modalità e la cui entità saranno stabilite d'intesa con il Consiglio dei Comuni.
4. Entro maggio 2012 la Giunta provinciale e il presidente e il vicepresidente della SEL riferiranno in Consiglio provinciale sulle strategie di politica energetica che la Provincia e la SEL
dovranno seguire in futuro. Seguirà un dibattito in cui ogni consigliera e consigliere potrà
prendere la parola.
---------Nach der Ernennung des neuen Verwaltungsrats der SEL AG ist die Erwartungshaltung für einen
"neuen Beginn" in der Energiepolitik unseres Landes groß. Von Anfang an sind gezielte Entscheidungen zu treffen, die von höchster Transparenz, Subsidiarität und Kooperation mit den Gemeinden
und Bezirksgemeinschaften geprägt sind.
Aus diesen Gründen
verpflichtet
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung,
sich an folgende Richtlinien zu halten und ihre Vertreter im Verwaltungsrat der SEL AG anzuweisen
dafür zu sorgen, dass auch die Energiegesellschaft sich daran hält:
1. Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften erkennen an, dass die Konzessionen für
Anlagen mit einer Leistung bis zu 3.000 KW den Gemeinden und den Bezirksgemeinschaf-
69
2.
3.
4.
ten vorbehalten sind, und zwar in der Form, die diese für am geeignetsten erachten. Aus
diesem Grund beteiligen sich die SEL und ihre Tochtergesellschaften nicht mehr an der
Konzessionsvergabe für Anlagen mit einer Leistung bis zu 3.000 KW und geben ihre Beteiligungen an Kraftwerken mit einer Leistung bis zu 3.000 KW fortlaufend an die daran interessierten Gemeinden ab.
Das Land, die SEL und ihre Tochtergesellschaften beziehen bei den anstehenden
Verfallsfristen im Zusammenhang mit den Kraftwerken der Hydros (Verhandlungen mit der
Edison über die Abtretung ihrer Beteiligung und Ausschreibung der auslaufenden großen
Wasserkraftkonzessionen) die Gemeinden mit ein und erkennen diesen eine grundlegende
Rolle zu.
Das Land und die SEL fördern die Erwerbung des Verteilungsnetzes und der entsprechenden Anlagen durch die Gemeinden, die dies wünschen und die die jeweilige Form nach
Gutdünken wählen können; diese Erwerbung wird finanziell durch einen Landesbeitrag unterstützt, wobei die Einzelheiten und das Ausmaß desselben im Einvernehmen mit dem Rat
der Gemeinden festgelegt werden
Innerhalb Mai 2012 werden die Landesregierung sowie der Präsident und der Vizepräsident
der SEL im Landtag über die energiepolitischen Strategien berichten, die das Land und die
SEL in Zukunft verfolgen werden. In der anschließenden Debatte werden alle Abgeordneten
die Möglichkeit haben, das Wort zu ergreifen.
Ha chiesto la parola il consigliere Pichler Rolle sull'ordine dei lavori, prego.
PICHLER ROLLE (SVP): Ich möchte die Kollegen der Fraktion der Grünen fragen, ob sie einverstanden
sind, wenn der Beschlussantrag Nr. 444/12 in Sachen SEL auch verlesen und gleichzeitig behandelt werden kann.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Sono d'accordo. Chiedo che venga
distribuita, perché non è nella mappa che ci è stata consegnata.
PRESIDENTE: Va bene.
Punto 196) dell'ordine del giorno: "Mozione n. 444/12 del 23.1.2012, presentata dal consigliere Pichler
Rolle, riguardante la riorganizzazione della SEL Spa."
Punkt 196 der Tagesordnung: "Beschlussantrag Nr. 444/12 vom 23.1.2012, eingebracht vom Abgeordneten Pichler Rolle, betreffend die Neuausrichtung der SEL AG."
La Società Elettrica Altoatesina SEL Spa appartiene per il 93,88% alla Provincia e attraverso la
SELFIN Srl per il 6,12% a 102 comuni e quattro comunità comprensoriali dell'Alto Adige.
Il consiglio di amministrazione e il presidente del collegio sindacale della SEL Spa sono stati rinominati poche settimane fa e inoltre arriverà un nuovo direttore generale. La riorganizzazione non si
deve però limitare al rinnovo degli organi collegiali.
Premesso che l'acqua è un bene pubblico e che i profitti realizzati dalla SEL Spa con l'energia idroelettrica e con altri impianti produttivi vanno a beneficio della popolazione altoatesina, che il modello
della sussidiarietà si è rivelato vincente in quasi tutti gli ambiti e che un'adeguata partecipazione dei
comuni sede di impianti e comuni rivieraschi deve continuare a essere garantita,
il Consiglio della Provincia
autonoma di Bolzano
invita la Giunta provinciale,
a compiere tutti i passi necessari dal punto di vista organizzativo e normativo, affinché
1. la SEL Spa si possa pienamente concentrare sui suoi compiti precipui ovvero la sicurezza
dell'approvvigionamento energetico dell'Alto Adige, la produzione di energia rinnovabile e
l'applicazione di prezzi socialmente sostenibili;
2. la SEL Spa persegua con maggiore decisione una buona e stretta collaborazione con i comuni e con le imprese energetiche attive in Alto Adige;
70
3.
la SEL Spa non agisca più in concorrenza con i comuni per ottenere quote di piccole centrali
idroelettriche e offra al prezzo di costo ai comuni partecipanti o interessati.le quote attualmente in suo possesso di queste centrali.
---------Die Südtiroler Elektrizitätsaktiengesellschaft SEL AG gehört zu 93,88 Prozent dem Land Südtirol und
über die SELFIN GmbH zu 6,12 Prozent 102 Südtiroler Gemeinden und vier Bezirksgemeinschaften.
Der Verwaltungsrat und das Amt des Präsidenten des Überwachungsrates der SEL AG sind vor
wenigen Wochen neu besetzt worden; ebenso wird ein neuer Generaldirektor eingesetzt. Die Neuausrichtung muss jedoch über die personelle Neubesetzung der Gesellschaftsorgane hinausgehen.
Vorausgeschickt, dass Wasser ein öffentliches Gut ist und die von der SEL AG aus der Wasserkraft
und anderen Produktionsanlagen erwirtschafteten Gewinne der Südtiroler Bevölkerung zugute kommen, dass sich das Modell der Subsidiarität in nahezu allen Bereichen als erfolgreich erwiesen hat
und dass eine angemessene Beteiligung der Standort- und Anrainergemeinden weiterhin gewährleistet sein muss,
fordert
der Südtiroler Landtag
die Landesregierung auf,
alle erforderlichen ordnungspolitischen und organisatorischen Schritte zu unternehmen, damit
1. die SEL AG sich voll auf ihre zentralen Aufgaben konzentrieren kann: die energetische
Versorgungssicherheit Südtirols, die Produktion von erneuerbarer Energie und die Gewährung von sozialverträglichen Strompreisen;
2. die SEL AG verstärkt die gute und enge Zusammenarbeit mit den Gemeinden und mit den in
Südtirol tätigen Energieunternehmen anstrebt;
3. die SEL AG sich nicht länger in Konkurrenz zu den Gemeinden um Anteile an Kleinkraftwerken bemüht und ihre derzeitigen Anteile an Kleinkraftwerken den beteiligten bzw. betroffenen Gemeinden zum Selbstkostenpreis zum Kauf anbietet.
Ha chiesto la parola il consigliere Dello Sbarba sull'ordine dei lavori, prego.
DELLO SBARBA (Grüne Fraktion – Gruppo Verde – Grupa Vërda): Anche sentendo altri consiglieri,
chiedo se è possibile iniziare il dibattito domani.
PRESIDENTE: Qualcuno è contrario a questa ipotesi? Nessuno. Accolgo quindi la richiesta.
Prima di chiudere l’odierna seduta Vi comunico che in ordine al processo verbale della seduta precedente,
messo a disposizione all’inizio dell’odierna seduta, non sono state presentate durante la seduta richieste di rettifica, per cui lo stesso, ai sensi dell’articolo 59, comma 3, del regolamento interno, si intende approvato.
La seduta è chiusa.
Ore 18.37 Uhr
Es haben folgende Abgeordnete gesprochen:
Sono intervenuti i seguenti consiglieri/le seguenti consigliere:
ARTIOLI (18, 19, 52)
BERGER (52, 53)
BIZZO (21, 22, 28, 63)
DELLO SBARBA (2, 13, 25, 26, 57, 69, 70)
DURNWALDER (16, 17, 19, 27, 28, 29, 30)
EGGER (49)
HEISS (17, 18, 29, 40, 47, 62, 66)
HOCHGRUBER KUENZER (46)
KASSLATTER MUR (15, 32)
KLOTZ (16, 28, 29, 39, 49)
KNOLL (2, 23, 24, 32, 33, 45, 53)
LAIMER (12, 24, 58)
LEITNER (21, 28, 35, 40, 47, 55, 59)
MAIR (15, 16)
MINNITI (22, 39, 42)
MUSSNER (18)
NOGGLER (24, 25)
PICHLER ROLLE (34, 36, 51, 53, 57, 61, 67, 69)
PÖDER (13, 14, 20, 27, 28, 31, 56, 61)
PRESIDENTE (25)
SCHULER (17)
SEPPI (2, 34, 37, 48)
STOCKER S. (50, 66)
THALER ZELGER (45)
THEINER (19, 23)
TINKHAUSER (31, 32, 62)
TOMMASINI (13, 20, 41)
URZÌ (19, 20, 26, 27, 30, 31, 36, 46)
VEZZALI (50, 65, 67)
WIDMANN (17, 18, 31, 32, 67)
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Resoconto integrale - Südtiroler Landtag