SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole PATOLOGIA IN PILLOLE Nr. 78 C. Goehring, M. Bongiovanni, L. Mazzucchelli Storia clinica Giovane donna di 21 anni con diabete mellitus di tipo I dall’età di 4 anni, mal controllato, con storia di precedenti ricoveri per scompenso chetoacidotico. Nel corso di uno di questi ricoveri si riscontra moderato aumento delle transaminasi (GOT 80 U/L; GPT 82 U/L), della fosfatasi alcalina (207 U/L) e delle gamma-GT (763 U/L). La sonografia epatica evidenzia epatomegalia e la risonanza magnetica addominale mostra irregolarità epatiche non specifiche di interpretazione incerta. In assenza di una chiara diagnosi relativa alle alterazioni epatiche, si consigliano controlli clini- ci che sostanzialmente restano invariati nel corso di circa due anni. Si decide quindi di procedere con biopsia epatica transcutanea. L’esame istopatologico mostra struttura lobulare non alterata con epatociti rigonfi con citoplasma chiaro e schiumoso nonchè fenomeni di vacuolizzazione nucleare, senza significativa flogosi portale oppure lobulare (Figure 1 e 2). La colorazione istochimica PAS evidenzia depositi amorfi intracitoplasmatici intensamente positivi (Figura 3) che spariscono dopo incubazione enzimatica con diastasi (Figura 4, PAS con diastasi). Fig. 1 Fig. 2 Fig. 3 Fig. 4 Indica la diagnosi corretta: a b c d e Steatosi con steatoepatite Epatite autoimmune Malattia di Gaucher Glicogenosi familiare Epatopatia glicogenica 78 GENNAIO 2013 TRIBUNA MEDICA TICINESE 17 SEZIONE SCIENTIFICA - Patologia in pillole Diagnosi Epatopatia glicogenica Commento Le complicanze epatiche di pazienti con diabete mellitus di tipo II sono ben conosciute e spaziano da minime alterazioni flogistiche di carattere non specifico fino a steatosi e steatoepatite (NASH, nonalcoholic steatohepatitis). Biopsie epatiche di pazienti con diabete mellitus di tipo I, possono per contro, mostrare caratteristiche ed inusuali alterazioni istologiche designate come epatopatia glicogenica. In quest’ultimo caso, si tratta generalmente di soggetti in età pediatrica oppure di giovani adulti con insufficiente controllo del diabete e ripetuti episodi di prolungata iperglicemia. Tipicamente, i pazienti presentano epatomegalia con aumento delle transaminasi e possono lamentare dolori addominali. Malgrado questa complicanza del diabete di tipo I sia stata già descritta nel 1930, l’epatopatia glicogenica resta ancora oggi poco conosciuta da patologi, endocrinologi, radiologi e specialisti di malattie epatiche. A livello istomorfologico, molto caratteristica è la presenza di epatociti ingranditi di aspetto rigonfio con citoplasma chiaro condizionato da accumulo di glicogeno come dimostrabile con le colorazioni PAS e PAS con diastasi che, rispettivamente, mostrano colorazione viola intenso del citoplasma e scomparsa della tintorialità dopo digestione del glicogeno a seguito di preincubazione enzimatica con diastasi. Occasionalmente, si può osservare statosi lieve, mentre attività flogistica, necrosi e fibrosi non sono caratteristici, anche in pazienti con marcato aumento delle transaminasi. I meccanismi patofisiologici dell’accumolo citoplasmatico di glicogeno implicano l’effetto sinergistico di marcata iperglicemia e insulina che stimolano delle fosfatasi che, a loro volta, attraverso defosforilizzazione attivano l’enzima glicogeno-sintasi. La preva- 18 TRIBUNA MEDICA TICINESE lenza dell’epatopatia glicogenica in pazienti con diabete di tipo I resta sconosciuta, ma è molto alta in presenza di epatomegalia. La diagnosi differenziale di pazienti con diabete di tipo I e rialzo delle transaminasi è vasta e deve includere tutta una serie di possibili cause di danno epatico, non necessariamente in relazione con la malattia di base, ossia il diabete di tipo giovanile. In particolare, devono essere escluse una epatite da farmaci oppure una epatite virale e, in caso di importante aumento delle transaminasi, una malattia di Wilson. In presenza di qualsiasi malattia extraepatica di tipo autoimmune, la possibilità di una epatite autoimmune deve essere considerata seriamente ed indagata con appropriati test sierologici. La presenza di un diabete evoca inoltre, oltre l’epatopatia glicogenica, la possibilità di una steatosi con eventualmente steatoepatite. Cause più rare di epatomegalia includono una sindrome di Budd-Chiari, deficienza di alfa-1-antitripsina, epatiti nel contesto di malattie della tiroide oppure di celiachia o sarcoidosi come pure una serie di malattie da accumulo come amiloidosi, glicogenosi ereditarie oppure malattia di Gaucher. Alcune di queste malattie sono quasi totalmente escludibili da un attenta valutazione clinica. Ad esempio, l’amiloidosi in pazienti giovani si presenta di solito in un chiaro contesto familiare, le glicogenosi si manifestano precocemente in età pediatrica ed una malattia di Gaucher sarebbe inusuale senza concomitante splenomegalia, anemia e trombocitopenia. La biopsia epatica resta comunque un elemento importante del processo diagnostico, in particolare per escludere una steatoepatite oppure per confermare il sospetto clinico di epatopatia glicogenica. Una diagnosi precisa è essenziale per motivi terapeutici e prognostici. In questo contesto si sottolinea che l’epatopatia glicogenica ha ottima prognosi ed è 78 GENNAIO 2013 completamente reversibile se si riesce ad ottenere un rigoroso controllo della glicemia. Nei casi pubblicati, dolori addominali nel quadrante superiore destro, epatomegalia, nausea, vomito e valori alterati della transaminasi regrediscono e si normalizzano in poche settimane dopo l’inizio di un trattamento adeguato con insulina. In conclusione, l’epatopatia glicogenica è una complicanza poco conosciuta del diabete di tipo I che può essere facilmente sospettata nel contesto clinico appropriato ed è completamente reversibile se trattata adeguatamente. C. Goehring, FMH medicina interna, Biasca M. Bongiovanni, L. Mazzucchelli, Istituto cantonale di patologia Bibliografia Rogal SS et al. A sweet source of abdominal pain. N Engl J Med 2011, 364:1762-67 Torbenson M et al. Glycogenic hepatopathy. An underrecognized hepatic complication of Diabetes Mellitus. Am J Surg Pathol 2006, 30:508-513