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I contenuti e le forme
L’ermetismo è la principale corrente poetica italiana del periodo tra le due guerre.
Caratteristica comune di molti poeti fu la volontà di comunicare il dolore
dell’uomo, la difficoltà di vivere, la solitudine dell’individuo, raccontate
attraverso forme non descrittive ne’ esplicite ma allusive e suggestive.
Sul piano della forma la poesia ermetica si caratterizza attraverso
• La parola ridotta all’essenzialità
• Versi brevi e spezzati
• Abolizione della punteggiatura
• Uso frequente dell’analogia, della sinestesia e del simbolismo
• Uso di spazi bianchi
Le idee
L’ermetismo ricerca forme espressive nuove e rinnovate rispetto al passato. La
tradizione poetica ( metrica, rime, retorica, immagini) appare non solo inutile
ma addirittura dannosa.
Bisognava quindi recuperare la grande forza
espressiva della parola , ricercandone la sua purezza originaria.
La poesia è semplice ma anche densa, libera da ogni artificio e per questo
ermetica, cioè di difficile comprensione per il lettore il quale ha il compito di
cogliere il valore delle parole e sentirle come stimolo a partecipare più
profondamente all’ispirazione poetica.
La poesia è condensata nella parola è quindi essenziale, i versi brevi sono come dei
lampi , la forma è molto simile al frammento.
L’esigenza di rinnovamento della poesia ermetica, nasconde però anche una
mancanza di ispirazione interiore ecco perché solo pochi artisti si dimostrarono
capaci valori significativi ed originali.
Giuseppe Ungaretti
Alessandria d’Egitto 1888
I suoi genitori di Lucca si erano trasferiti
in Egitto per i lavori sul canale di Suez,
Giuseppe si laurea alla Sorbona di
Parigi e qui viene a contatto con il
simbolismo francese.
Rientra in Italia allo scoppio della prima
guerra mondiale e parte volontario,
alla fine della guerra si trasferisce a
Roma e poi in Brasile dove insegna
presso l’università. Mentre è in Brasile
muore il figlio Antonello , di soli 9 anni.
Rientrato in Italia insegna letteratura
italiana presso l’università La
Sapienza di Roma. Muore a Milano nel
1970
Il pensiero
Ungaretti concepisce la poesia come strumento di conoscenza e
in tal senso si avvicina ad uno degli aspetti del
decadentismo.
Egli
pensa che la conoscenza vera non sia raggiungibile
attraverso la ragione, solo le intuizioni delle relazioni tra
gli esseri possono aiutarci a scoprire la verità.
La poesia di Ungaretti rappresenta lo stesso percorso interiore
del poeta: dalla crisi esistenziale alla fede in Dio.
Per esprimere
queste intuizioni il poeta ha bisogno
di
utilizzare un linguaggio nel quale le parole si carichino di
significato, tanto più la parola è nuda ed essenziale tanto
più racchiude e si carica di significati non solo per il poeta
ma anche per il lettore.
Dunque nella poesia di Ungaretti
l’asse poetico si sposta
dall’autore al lettore.
In tal modo le intuizioni possono passare dall’uno all’altro.
La sua tecnica rompe con la tradizione del passato con una
poesia che non ha più rispetto per le regole classiche.
•
Versi liberi
•
Assenza di punteggiatura
•
Assenza di strofe
•
Utilizzo di spazi bianchi
•
Titoli evocativi
•
Uso dell’analogia
•
Parole semplici ed essenziali
Le opere
PORTO SEPOLTO -1916
IL SENTIMENTO DEL TEMPO
Contiene le poesie della guerra,il titolo ha un
significato simbolico
L’ ALLEGRIA
Rappresenta il rapido fluire delle cose, delle
persone e con esso la nostalgia per il
passato. Accanto ad esso il sentimento di
Dio che placa l’angoscia esistenziale.
Le poesie del Porto Sepolto confluiscono in
questa nuova raccolta – Allegria dei
Naufraghi - anche in questo caso il titolo è
allusivo
IL DOLORE
LA TERRA PROMESSA- 1950
Ambedue le raccolte contengono le poesie
scritte durante la guerra, tanto più sente
vicina la morte più il poeta si sente
attaccato alla vita.
Dalla sua esperienza nasce la consapevolezza
che la guerra non è una occasione di
eroismo ma una necessità ineluttabile che
si abbatte come un flagello sulle persone .
Tutti i contendenti sono coinvolti in questo
destino dal quale non si può fuggire
Doveva essere un poema sul tema del viaggio
di Enea , ne restano solo dei frammenti
Il TACCUINO DEL VECCHIO
1960
LE TRADUZIONI
Eugenio Montale
Nasce a Genova nel 1896
Partecipa come ufficiale alla prima
guerra mondiale.
Si trasferisce a Firenze dove dirige una
rivista letteraria, dalla quale fu
allontanato perché non iscritto al
partito fascista.
Dopo la seconda guerra mondiale si
trasferisce a Milano dove collabora
con << Il Corriere della Sera>> .
Nel 1967 fu nominato senatore a vita per
meriti culturali .
Nel 1975 riceve il premio Nobel per la
letteratura
Muore a Milano nel 1981.
Le opere
OSSI DI SEPPIA -1925
La condizione esteriore ma tragica della vita.
Il paesaggio è quello aspro della terra ligure, ogni cosa è al tempo stesso reale e simbolica. E’
questa la tecnica del<< correlativo oggettivo>> che mette in relazione mondo esterno e
interno.
LE OCCASIONI -1939
la condizione interiore della vita.
Montale rievoca le occasioni della vita passata, ricordate per comprenderne il significato
simbolico. Anche il ricordo diventa angoscia esistenziale.
LA BUFERA ED ALTRO -1957
SATURA -1971
La poetica
Il tema principale della poesia
di Montale è
una visione
pessimistica e sconfortata della vita del nostro tempo, non c’è
però il lui nessuna fede religiosa o politica e pertanto la vita è
sempre più drammatica.
L’unica cosa certa dell’uomo è quello che non siamo , ciò che non
vogliamo , cioè le negatività della vita.
L’unica soluzione di fronte al male di vivere è ‘<< l’indifferenza>>
verso la vita , un distacco un estraniamento dalla vita anche
se con dignità.
Montale oscilla tra il male di vivere e la speranza di superarlo.
La parola è aspra e dura, il discorso più oscuro anche se con il
tempo diventa sempre più colloquiale
Salvatore Quasimodo
Modica (Ragusa) 1901
Nel 1919 si trasferisce a Roma per frequentare la
facoltà di ingegneria, poi nel 1926 si impiega
nel genio civile e verso il 1929 si trasferisce a
Firenze
dove il cognato Elio
Vittorini lo
introduce negli ambienti letterari. Sono questi
gli anni delle prime raccolte poetiche.
Dopo la seconda guerra mondiale si convince che
la poesia non deve essere rivolta solo ad una
piccola cerchia di persone e i temi devono
affrontare problemi sociali e civili. Queste idee
sosterranno le sue ultime raccolte poetiche.
Nel 1959 ricevette il premio Nobel per la
letteratura
Morì a Napoli nel 1968.
Le opere
ACQUA E TERRE 1930
OBOE SOMMERSO 1932
ODORE DI EUCALYPTUS E ALTRI VERSI 1933
ERATON E APOLLION 1936
POESIE 1938
• ED E’ SUBITO SERA
GIORNO DOPO GIORNO 1946
LA VITA NON E’ UN SOGNO 1949
IL FALSO E VERO VERDE 1956
LA TERRA IMPAREGGIABILE 1958
DARE E AVERE 1966
La poetica
L’inizio della sua opera è caratterizzato dai modelli del tempo da
Pascoli ai simbolisti francesi; temi preferiti l’amore per la Sicilia, il
ricordo dell’infanzia la malinconia.
Intorno agli anni trenta la poesia di Quasimodo si orienta sul modello
ermetico , sul piano stilistico la sua scrittura è caratterizzata
dall’influenza simbolista nell’uso frequente dell’analogia, da un
verso breve e frammentato.
Temi dominanti della fase ermetica sono:
• la solitudine dell’uomo
• la nostalgia della terra d’origine
• Il rimpianto dell’infanzia.
L’esperienza della secondo conflitto mondiale orientò il poeta verso una
poesia più limpida e accessibile.
Per questo motivo il verso si fa più ampio, la parola riprende il suo
valore concreto e immediato.
Temi predominanti di questa fase più vicina al neorealismo sono
problemi dì ordine sociale e civile.
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Ermetismo