Assistenza al paziente sottoposto ad esami diagnostici invasivi Esami diagnostici • Gli esami diagnostici si dividono in esami invasivi e non invasivi. • Sono detti esami invasivi quelli eseguiti mediante penetrazione in una cavità dell’organismo e vengono indicati nel loro nome con il suffisso –scopia (osservazione di un organo eseguito con mezzi ottici o a vista: dal greco skopèo “guardare”), ad es. gastroscopia, colonscopia, broncoscopia e cistoscopia. • Per tutte le misure diagnostiche siano esse invasive o no, valgono una serie di indicazioni riguardo alle modalità di assistenza e preparazione dei pazienti che devono essere sottoposte agli esami. ENDOSCOPIE L’endoscopia è un attività medica per la cui esecuzione è necessaria una collaborazione interdisciplinare che può essere vista come segue: • Preparazione del paziente all’esame (medico, infermiere, tecnici, ecc…); • Esecuzione da parte del medico; • Assistenza durante l’intervento (infermieristica); • Assistenza dopo l’esecuzione dell’esame (infermieristica); Gli strumenti endoscopici Esistono molti tipi di endoscopio le cui caratteristiche e le modalità d’impiego sono però simili per la maggior parte degli strumenti. • Principi di funzionamento • Gli endoscopici sono strumenti che permettono al medico di osservare le cavità corporee di eseguire in esse degli interventi senza dover aprire chirurgicamente queste cavità. A seconda della posizione anatomica, accessibilità e natura di tali cavità, si usano strumenti rigidi (per es. cistoscopio, tracheoscopio, mediastinoscopio) oppure flessibili (gastroscopio, broncoscopio). • In questo tubo rigido o flessibile, è inserito uno speciale sistema ottico per illuminare ed osservare la cavità in esame anche sotto ingrandimento. • Questo tubo contiene inoltre, di regola, anche uno o più canali per aspirazione, lavaggio, introduzione di strumenti ecc… • Gli endoscopi sono strumenti molto sensibili, che esigono di essere maneggiati in modo attento ed esperto (personale infermieristico qualificato), anche per quanto riguarda la conservazione, pulizia e disinfezione. ENDOSCOPIA Endo (dentro) Skopein(guardare) Componenti dell'endoscopio sono; Tubo flessibile di diverso calibro Fonte di luce. Telecamera con fibre ottiche (ingrandimento su video dell’immagine). Canale (operativo) d’aspirazione di liquido ed aria Canale d’insufflazione d’aria e acqua distillata. 2 manopole per dirigere il puntale dell’endoscopio ENDOSCOPIE E INTERVENTI ENDOSCOPICI C’è da distinguere tra endoscopie ed interventi endoscopici. • Endoscopia: esame ottico di organi mediante uno strumento speciale (endoscopico). Le varie endoscopie prendono il nome dal rispettivo organo bersaglio. • Interventi endoscopici: (o endoscopie operatorie) sono per es. la polipectomia, l’emostasi endoscopica, la dilatazione di stenosi, l’impianto di endoprotesi nell’esofago, la papilloplastica e la sfinteroplastica, nonché il drenaggio delle vie biliari; inoltre la gastrostomia, la rimozione di corpi estranei dall’apparato gastro-intestinale e dal sistema bronchiale, l’introduzione di sonde per la decompressione nell’ileo e l’artroscopia. Un particolare procedimento terapeutico è la crioterapia endoscopica del carcinoma del retto. Principali procedure endoscopiche EGDS COLONSCOPIA BRONCOSCOPIA CISTOSCOPIA Endoscopio a fibre ottiche L’infermiere in endoscopia Il paziente rappresenta il punto iniziale e finale d’ogni singola azione sanitaria. L’ACCOGLIENZA, atto e modo d’accogliere e dell’essere accogliente. “ASSISTERE” significa essere presenti attivamente e in modo continuo, durante l’anamnesi e l’esame obiettivo, durante tutto il tempo della degenza e l’esame stesso. Personalizzazione dell’assistenza Lavoro in equipe Professionalità In ambito endoscopico, l'assistenza deve essere continua e comprende le seguenti fasi: Prima dell’esame In reparto, in caso di pz. ricoverato In unità endoscopica In sala d’endoscopia durante l’esame dopo l’esame In sala risveglio In reparto I COMPITI DELL’INFERMIERE NELLA PREPARAZIONE ALL’ESAME ENDOSCOPICO Informare il paziente: Le informazioni al paziente devono riguardare l’esame e le modalità di esecuzione e le motivazioni per cui si rende necessario. Attraverso l’informazione, chiara, precisa, esauriente e adeguata al suo livello culturale il paziente potrà capire e accettare lo scopo, lo svolgimento e la durata dell’esame, nonché eventuali fastidi e dolori ad esso connessi.Una non buona informazione è spesso l’ostacolo all’ottenimento dell’autorizzazione a procedere nella progressione delle cure. • Inviare la cartella clinica: La cartella clinica e/o tutta la documentazione relativa devono sempre accompagnare il paziente nei luoghi dove si deve eseguire l’esame, perché il medico e il tecnico possono da essa desumere informazioni utili all’esecuzione dell’esame e poi inserire il risultato dell’esame stesso con le modalità in uso presso la struttura. I COMPITI DELL’INFERMIERE NELLA PREPARAZIONE ALL’ESAME ENDOSCOPICO • Somministrare un sedativo: (se richiesto) La necessità di sottoporsi ad esami diagnostici provoca nelle persone uno stato di ansia, che può trasformarsi in paura se non sono state date le dovute informazioni e rassicurazioni. Su prescrizione medica è possibile somministrare al paziente un sedativo e all’occorrenza un analgesico. Questo vale soprattutto per esami in cui la tranquillità e un elemento indispensabile. • Far svuotare la vescica e l’intestino: Se l’esame dura più di 15 minuti o, se si presume, che i tempi di attesa possano essere lunghi è bene invitare il paziente a urinare o a evacuare. • Accompagnare il paziente: Accompagnare il paziente; Assicurarsi che sia vestito in modo adeguato e opportuno. Assistenza infermieristica durante l’esecuzione di esami endoscopici • Durante l’ESECUZIONE di esami endoscopici: L’assistenza è duplice • Di sostegno e affiancamento del paziente: – posizionamento e ulteriore preparazione, – controllo dei parametri vitali e delle condizioni generali, – sostegno psicologico in caso di necessità; • di aiuto al medico: – – – – nell’introduzione dell’endoscopio, porgendo gli strumenti, in interventi terapeutici come lavaggio, sclerotizzante, ecc… ricevimento e inoltro dei campioni al laboratorio. Assistenza infermieristica dopo l’esame endoscopico L’assistenza successiva dipende dal tipo di indagine e dal distretto esaminato, nonché dalla situazione di base: • stato generale del paziente; • fattori di rischio eventualmente presenti; • possibilità di complicanze; • È necessario rispettare scrupolosamente le prescrizioni del medico. Assistenza infermieristica dopo l’esame endoscopico • In primo luogo sono la sicurezza e il benessere del paziente. In linea di massima valgono le seguenti regole: • posizionare comodamente il paziente; dopo interventi endoscopici di una certa importanza può essere indicato il riposo a letto per alcune ore; • sorveglianza e controllo dei parametri vitali: PA, FC, FR, stato generale; in caso di endoscopie toraciche controllo del respiro, in caso di endoscopie urologiche controllo della diuresi (su 2-6 ore); • alimentazione: in caso di anestesia del cavo orofaringeo, somministrare liquidi almeno 2 ore dopo la fine dell’endoscopia; per il resto secondo prescrizione; • cercare di cogliere lo stato d’animo del paziente, fornire il necessario supporto psicologico, soddisfare il bisogno di informazioni; • documentare l’andamento dell’esame, le reazioni del paziente e comparsa di eventuali complicanze. Broncoscopia • Visione diretta dei grossi bronchi con un broncoscopio (un sottile tubo a fibre ottiche) viene introdotto attraverso le cavità nasali o la cavità orale per esaminare le vie aeree e prelevare campioni di lavaggio bronchiale o di tessuto roncopolmonare a fini diagnostici e/o terapeutici. • Generalità sull’esame: la broncoscopia è una procedura che consente di osservare direttamente la laringe, la trachea ed i bronchi, attraverso le quali l’aria raggiunge i polmoni. È effettuata da uno specialista Pneumologo in un ambulatorio diagnostico appositamente attrezzato. • È un esame di secondo livello che tradizionalmente viene utilizzato per la diagnosi delle neoplasie polmonari, ma negli ultimi dieci anni sono aumentate le indicazioni anche per alcune malattie infiammatorie, e in particolare per le malattie dell’interstizio e le fibrosi polmonari, soprattutto la sarcoidosi, e recentemente per le malattie ostruttive bronchiali come l’asma bronchiale e la BPCO, dove l’esame delle cellule dei tessuti bronchiali permette una diagnosi più precisa. Preparazione alla Broncoscopia Elenchiamo di seguito, le misure di particolare rilievo da osservare. • L’esame deve essere preceduto dall’esecuzione di un elettrocardiogramma e da alcuni esami ematochimici, per permettere di individuare alcune malattie come ad esempio le cardiopatie in fase instabile che controindicano l’esame. Paziente • • • • Deve essere digiuno da almeno 6 ore, con un accompagnatore e con tutta la documentazione clinica relativa alla sua malattia; Posizione seduta, semiseduta o distesa. Pre-medicazione con leggero sedativo e inibizione farmacologia dei riflessi e delle secrezioni (l’atropina agisce contemporaneamente anche come broncodilatatore). Anestesia locale della mucosa del naso, faringe e laringe mediante inalazione di xilocaina o anestetici locali analoghi. Strumentario • Broncoscopio con accessori: – endoscopio a fibre ottiche flessibile con pinza flessibile oppure – broncoscopio a tubo in acciaio rigido con pinza da biopsia a cucchiaio, tubo guida per l’aspirazione; – sorgente di luce fredda, unità di illuminazione. Esecuzione della Broncoscopia • Anestesia locale delle mucose; • introduzione transnasale dell’endoscopio flessibile con il paziente in posizione semiseduta. Se invece viene usato l’endoscopio rigido, l’introduzione avviene con il paziente in posizione supina, con testa iperestesia; • il broncoscopio sarà poi spinto dolcemente nelle vie respiratorie e saranno ottenuti dei campioni di tessuto; • ulteriori possibilità: • -biopsia: prelievo di un campione di tessuto con la pinza; • -rimozione di corpi estranei con pinza e sacchettino; • -il lavaggio è indicato per raccogliere tessuto per l’esame citologico; per l’aspirazione terapeutica e di eventuale materiale estraneo ed in presenza di atelettasia; • il broncoscopio non determina ostruzione completa delle vie respiratorie e pertanto non compromette la respirazione. In ogni modo la respirazione sarà tenuta sotto controllo mediante un apparecchio chiamato pulso-ossimetro che consente di valutare la necessità di somministrare ossigeno supplementare. La durata dell’esame è in media di 10-15 minuti ma la durata complessiva comprende le fasi preoperatorie e finali è di circa 1 ora. » Rimozione dell’endoscopio. Assistenza infermieristica dopo Broncoscopia • • • • • • Al termine dell’esame, dopo un periodo di osservazione variabile in base all’andamento dell’esame stesso, si può tornare al domicilio, ma è opportuno: Non guidare; Rimanere a digiuno per altre due ore; Rimanere a riposo per 24 ore; Osservazione dei parametri vitali (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, frequenza respiratoria), aspetto, temperatura corporea; Dopo qualche ora dal termine dell’esame può comparire un lieve bruciore alla gola che normalmente passa in uno o due giorni. Le complicazioni sono rare ma se compare difficoltà alla respirazione oppure febbre elevata, tosse con abbondante espettorato ematico, E’ opportuno rivolgersi a un medico. Complicanze post esami endoscopici In linea di massima esistono i seguenti rischi: – emorragia, sepsi; – riflessi vagali con ipotensione, arresto cardiocircolatorio e respiratorio; – laringospasmo in caso di broncoscopia, gastroscopia e laringoscopia; – reazioni a mezzi di contrasto o a farmaci; – reazione ansiogene con fenomeni neurovegetativi. Manutenzione e cura degli endoscopi Seguire scrupolosamente le istruzioni per l’uso e la manutenzione fornite dal costruttore. Non tutte le parti di un endoscopio possono essere immerse in una soluzione disinfettante e non tutte si possono sterilizzare con il calore (es. fibre ottiche) Uso. Nell’uso tenere presente quanto segue: – a causa della sua fragilità, l’estremità distale di un endoscopio non deve mai essere a colpi o urti; – le parti mobili distali devono essere mosse solo tramite l’apposita leva di comando, mai direttamente a mano; – parti e cavi per introduzioni di strumenti non devono essere piegati; – non piegare troppo i cavi che collegano l’endoscopio alla sorgente luminosa. Ciò vale in particolare per i cavi a liquido, che sono più rigidi dei cavi in fibra di vetro. – Attenzione. Il nome “sorgente di luce fredda” è fuorviante. L’elevata concentrazione luminosa all’estremità del cavo ottico e all’estremità distale dell’endoscopio sviluppa un notevole calore nel fuoco dell’ottica. Un’applicazione troppo prolungata può causare ustioni. Non appoggiare mai l’estremità del cavo ottico sulla coperta o sulla pelle del paziente; – Nel collegare e scollegare i cavi ottici prenderli sempre per l’impugnatura, mai tirarli; – In caso di inserimento orale di endoscopi flessibili, far tener bene aperta la bocca al paziente per evitare danni da morsi allo strumento; – In caso di endoscopia operatoria usare sempre involucri protettivi isolanti per oculare, telecamera e teacher, se questi non sono in plastica; – Se viene impiegato il laser, usare sempre occhiali protettivi (vedi norme di sicurezza); – Eseguire con il massimo scrupolo tutte le altre operazioni prescritte nelle istruzioni per l’uso.