Preven
zione
Periodico di informazione sanitaria scientifico culturale
Avanti tutta
Ci sono molte novità e
sorprese in questa fine
d’anno e provo mentalmente a metterle in fila
Il rilancio e il completamento dei nostri progetti di prevenzione con la
presentazione di “Io gioco d’anticipo” un’idea
di Franco Urbini condivisa dal Consiglio che ci
permetterà di ampliare la nostra presenza
nelle scuole, nelle Associazioni sportive, nelle
Aziende e in altre Associaziioni. Voglio ringraziare coloro che hanno patrocinato e, quindi,
condiviso questa idea. La legge delega del
Governo Renzi sulla riforma della legge esistente sul Volontariato modifica in modo significativo alcuni aspetti come, ad esempio, il
ruolo dei Centri Servizi (ASSIPROF nella nostra
Provincia) e li renderà meno autonomi e meno
autodeterminanti. Il fatto positivo sarà la stabilizzazione del 5 per mille e la possibilità di aumentare l’importo deducibile delle erogazioni
liberali. Anche in questo caso sarà necessario
Registrazione al Tribunali di Forlì n. 16/91 del 11 gennaio 1991 - Spedizione in abbonamento postale Art. 1 comma 2 D.L. 353/2003 filiale di Forlì.
Direttore Responsabile: Dott. Pier Antonio Marongiu - Comitato di Redazione: Belli L., Gasperoni L., Maldini G., Riceputi E., Urbini F.
Segreteria: Via Cavalcavia, 288 - 47521 Cesena - Tel. 0547.29125 - Fax 0547.24732
Realizzazione e Stampa: Il Digitale - Cesena - Anno XXI - n. 2 - Novembre 2014.
Lettera di commiato del direttore Enzo
Riceputi che lascia l’attività a fine anno
Cari amici, dall’anno 2000, dietro richiesta del
Consiglio, ho iniziato il mio impegno nell’A.R.R.T.
Senza alcuna esperienza ho provato ad affrontare e ho cercato di risolvere le problematiche che
assillano le associazioni di volontariato, in particolare: la ricerca fondi e la carenza di
volontari. Spinto dall’entusiasmo ho
iniziato con impegno la mia “mission”.
Ho subito capito che due cose sono
fondamentali: affrontare i problemi
con determinazione e farlo sempre e
solo nell’interesse dell’Associazione
per conquistare la fiducia della gente.
In questi anni devo dire che la nostra
A.R.R.T. ha fatto passi da gigante, nonostante
la grave crisi economica che da almeno cinque
anni affligge il nostro Paese. In sintesi posso
elencare:
- I numerosi riconoscimenti che sono stati conseguiti nel tempo fino ad ottenere la Medaglia
d’oro per meriti sanitari da parte del Presidente
della Repubblica;
- si sono realizzati l’ampliamento e la ristrutturazione della sede, che ha consentito la creazio-
ne di un ulteriore ambulatorio, più spazio per gli
uffici e le parti comuni per uno svolgimento più
razionale delle diverse attività;
- l’aggiornamento tecnologico con l’acquisto di
tre ecografi di ultima generazione;
- l’erogazione di quattro borse di studio presso l’Azienda USL;
- un progetto in rete con altre associazioni del territorio;
- il progetto “A scuola di vita” che fino
dall’inizio ha avuto una accoglienza favorevole sia dagli insegnanti che dalle
Istituzioni e da quest’anno gode del
Patrocinio dell’Azienda USL, che l’ha
inserito nel proprio programma;
- lascito testamentario di un’immobile e una
promessa scritta da parte di un benefattore di
un sostanzioso lascito in denaro;
- 5 per mille, di cui l’ultima erogazione del 31 Ottobre 2014 è di euro 99.551,71.
L’A.R.R.T. dal 2009 si è impegnata finanziariamente, oltre alla normale gestione, per un importo di 300.000,00 euro. Oggi si può dire di
aver estinto il debito.
che le Associazioni comincino a pensare a del-
segue a pag. 3
le fusioni per affinità. E poi in queste novità…..
Ambiente e tumori
la decisione del nostro Direttore Enzo Riceputi
di lasciare a fine anno l’incarico per esigenze
personali e famigliari. Credo di doverlo ringraziare sentitamente anche a nome di tutti e
Come attivare un’ efficace prevenzione primaria
Dr. Pierantonio Marongiu*
dell’Associazione stessa. È un ringraziamento
che non nasce dalla circostanza: collaborare
con lui, lavoratore instancabile, è stato per
me importante. Abbiamo condiviso idee, problemi, la fatica dell’impegno e delle decisioni,
la stima che nel mondo del volontariato è alla
base dell’appartenenza. Ci mancheranno molto la sua presenza e la sua intelligenza. Lo abbraccio e lo saluto di cuore.
Questa sua decisione mi fa fare un appello
accorato a tutti i volontari della ARRT perché
sarà necessario l’impegno di tutti… questo
impegno è per il bene del l’Associazione : non
dobbiamo tirarci indietro ma… andare avanti
tutta.
Buone Feste a tutti.
Il Presidente Leonardo Belli
Il tumore è una malattia
sempre esistita che sin
dagli inizi del ’900 risultava relativamente presente. Oggi rappresenta
il più grave problema di
sanità pubblica per la sua
dimensione epidemiologica, le cause che la determinano, la difficoltà
di controllo una volta insorta. In Italia nel 2000
si registravano 210.000 nuovi casi di tumore,
aumentati a 366.000 nel 2013 (a cui vanno aggiunti quelli della pelle diagnosticati - secondo i
dati AIRC - in circa il 15% su ogni 100.000 uomini
e 14% su ogni 100.000 donne, cioè 3.000 nuovi
casi per gli uomini e 2.800 per le donne). Circa
il 70% dei tumori potrebbe essere prevenuto
o diagnosticato in tempo se tutti adottassero
stili di vita corretti e aderissero ai protocolli di
diagnosi precoce e di screening. In questo scenario va posta grande attenzione ad uno dei più
elevati fattori di rischio: l’ambiente. Si considera
che circa l’80-90 % di tutti i tumori sia collegato ad agenti e situazioni di rischio presente
nell’ambiente di vita generale e di lavoro. Alcuni
esempi: vi sono tumori presenti particolarmente in alcune aree geografiche del pianeta rispetto ad altre. Abitanti di luoghi a bassa incidenza
per uno specifico tipo di tumore, emigrando in
altre aree a più alta incidenza assumono, sin dalla seconda generazione, lo stesso rischio della
popolazione già residente. Altro esempio: nello
studio sulla cancerosità di agenti chimici e fisici a cui è esposta la popolazione, su oltre 500
segue a pag. 5
1
Prevenzione
Io gioco d’anticipo
Ovvero la prevenzione subito, sempre e ovunque
Non è una novità del momento ma
la prosecuzione di un obiettivo, di
un cammino che l’ARRT ha iniziato sin dalla fondazione, 35 anni
fa. Chi legge la frase “IO GIOCO
D’ANTICIPO” forse pensa di trovarsi di fronte ad un avvenimento
sportivo, magari riferito al calcio
oggi che il Cesena è in serie A. Può
aver ragione, non tanto perché il
riferimento sia il calcio, ma la sua
filosofia vincente, che lo accomuna
ad altri sport. Giocare d’anticipo
vuol dire “prevenire” e prevenire
significa “evitare”. Nel caso del
calcio si tratta di evitare il gol, nel
nostro significato evitare l’insorgere di un tumore e anche di altre
malattie. Ma quand’è il momento di
anticipare ? La risposta è semplice: al più presto, da subito, cioè sin
dai primi anni di scuola, iniziando
dall’asilo sino alle superiori. Prima
si anticipa prima si evita il rischio.
Ecco, quindi, che si è ampliata l’iniziativa “Scuola di vita “rivolta agli
studenti, con le modalità e sistemi
di approccio riferiti alle varie età
e il coinvolgimento di insegnanti e
genitori. Alimentazione, stili di vita,
movimento sono i cardini degli incontri che si svolgono anche con
l’aiuto di opuscoli predisposti da
collaboratrici dell’ARRT. “Io gioco
d’anticipo”, cioè la filosofia di sempre dell’Associazione, non si ferma
però alla scuola. Prosegue con lo
sport, con le varie Società sportive
attraverso incontri con i ragazzi e
le famiglie, la collaborazione degli
istruttori e il coinvolgimento delle
stesse Società
nella divulgazione della nostra iniziativa
anche durante
lo svolgimento
si precoce in maniera qualificata
e tempestiva. La nostra iniziativa
si allarga, ancora, a tutti i Comuni
del territorio con la presentazione
di conferenze su temi specifici, l’apertura della nostra Sede centrale
in occasione di open day perché
la gente possa
rendersi conto
di tutto quello che siamo e
facciamo. Inoltre, le presenze
nei luoghi pubblici nelle più
varie occasioni
possono dare
ulteriore visibilità alla nostra
p r e v e n z i o n e.
Abbiamo anche
previsto di premiare personaggi
del territorio che si siano distinti
nell’ambito della medicina, sociale, volontariato. “Io gioco d’anticipo” configura, in sostanza, un
progetto che, nelle intenzioni del
Consiglio ARRT, si allarga, si modifica, evolve per essere migliorato
in continuazione. Qualcuno potrà
osservare che ci sono anche altre
situazioni da conoscere, combattere e sistemare per attuare la
completa prevenzione primaria:
della loro attività.
“Io gioco d’anticipo” si amplia alle
varie aziende del
territorio con la
proposta di incontri illustrativi e la disponibilità ad effettuare esami presso
le stesse aziende che ne diano la
disponibilità oppure proponendo
di effettuarli presso la sede ARRT
più vicina. Entra in ballo qui la nostra fondamentale attività: la diagnostica, attuata con gli strumenti
adeguati, che si svolge - da sempre
- in tutti i nostri ambulatori del territorio cesenate (che sono riepilogati in altra pagina del giornale) e
che si pone come ulteriore fase di
“anticipo” per effettuare la diagno-
ad esempio i fumi, gli scarichi, gli
insetticidi, le onde elettromagnetiche, in sostanza molte delle cose
collegate al vivere odierno. È vero,
e anche noi ne parliamo nei nostri
incontri, ma il nostro obiettivo è
far si che ognuno conosca e faccia
quello che è in grado di fare personalmente per attivare almeno la
“sua” prevenzione primaria. È un
impegno consapevole e realistico
il nostro specie se fatto con competenza e cognizione di causa. È un
impegno che necessita di collaborazione allargata, concreta. Perché farlo da soli è una gara dura.
C’è il bisogno di avere “compagni di
viaggio” per mettere le gambe alla
nostra azione. Sono le Istituzioni,
le varie aziende del territorio che
riconoscono la validità del nostro
progetto. Sono sicuramente gli
amici volontari che costituiscono
la spina dorsale, l’ossatura, per la
realizzazione del progetto e, ancor
prima, per l’esistenza dell’ARRT.
Anche il Presidente ha lanciato un
appello ai volontari: se non volete
che l’avversario scappi via e vada
in rete, dateci una mano a”Giocare
d’anticipo”.
Franco Urbini
Vice Presidente ARRT
con il patrocinio di
Comune di Cesena
in collaborazione con
Panathlon Club Cesena
Progetto “A scuola di vita”
Da sette anni l’Associazione Romagnola Ricerca Tumori realizza “Progetto Scuola di Vita” per le scuole
primarie e secondarie del territorio
cesenate. L’obiettivo è quello di affrontare i temi della prevenzione
oncologica attraverso i corretti stili
di vita e la trasmissione di concetti
di base utilizzabili nel quotidiano.
Il rapporto con i ragazzi affronta,
quindi, le tematiche dell’alimentazione, del movimento, delle abilità
relazionali, anche attraverso lavori
in piccoli gruppi e attività ludiche
che sono affrontate con linguaggi
e approcci a seconda dell’età dei
ragazzi. Viene consegnato ad ogni
Prevenzione
ragazzo un libretto illustrativo e,
per ogni classe interessata, alla
fine è previsto un incontro/dibattito con le famiglie e gli stessi alunni
in cui vengono ripercorse le fasi
del lavoro svolto. Da quest’anno
l’iniziativa - inserita tra quelle di
Educazione alla salute dell’Azienda USL Romagna - presenta alcune novità: un progetto pilota per le
scuole materne e le società sportive; un ampliamento degli incontri
con le Scuole secondarie di secondo livello. Vengono anche introdotti incontri di formazione per gli
insegnanti insieme agli operatori
dell’Az. USL Romagna. L’iniziativa
ha avuto il seguente trend di adesioni: 24 classi nell’anno scolastico
2011-12; 25 classi nel 2012-13; 30
classi nel 2013-14 e per il 2014-15
sono già pervenute n. 44 richieste
ed altre ne stanno arrivando. Col-
2
laborano con l’ARRT al progetto:
Annalisa Bertozzi, coordinatrice;
Emanuela Belsito, psicologa e psicoterapeuta; Chiara Marchionni,
dietista.
La cura del dolore: una questione di civiltà
Dr. Fabio Pivi*
Il dolore è
una esperienza soggettiva,
individuale
e
difficilmente condivisibile, il
risultato di
una
serie
di interazioni complesse (sistema
nervoso, risposte metaboliche,
immunologiche, ecc) modulato da
diversi fattori (ambientali, culturali, affettivi, religiosi, ecc), specifici
per ogni individuo.
Il dolore cronico rappresenta uno
dei principali problemi della sanità
pubblica sia per l’invecchiamento
della popolazione, sia per l’aumento dei tumori e delle patologie cronico- degenerative (osteo-articolari, neurologiche e vascolari).
In Europa è stata confermata da
diverse indagini la media del 19%.
In Italia un cittadino su 4 (26%)
soffre di dolore cronico che si manifesta soprattutto nell’età avanzata (il 70% delle persone sopra
i 65 anni). Il 50% dei pazienti neoplastici soffre di dolore severo,
il 75% dei pazienti nelle fasi più
avanzate di malattia. La nuova
legge 38/2010 riguardante le “Disposizioni per garantire l’accesso
alle cure palliative e alla terapia
del dolore”, rappresenta un grande risultato per il nostro Sistema
Sanitario Nazionale. In tal modo il
dolore cronico è considerato come
una vera malattia che, oltre al fisico, infierisce sull’anima di chi ne
è affetto. La legge 38 separa nettamente le Cure Palliative dalla
Terapia del Dolore, obbliga i clinici
continua da pag. 1
alla cura di esso, ma anche ad un
attento suo monitoraggio inserendo il dolore tra i 5 parametri
vitali da valutare quotidianamente;
i medici e gli infermieri lo cureranno riportando obbligatoriamente
i dati nella cartella clinica. In particolare quello proveniente dalla
misurazione della sintomatologia
dolorosa con sistema validato NRS
(Numerical Rating Scale) per gli
adulti e sistema FPS (Faces Pain
Scale) per i bambini. Valutazione
con scale tipo PAINAD per pazienti
non collaboranti. È il punto di partenza verso un approccio al dolore
cronico del tutto
differente. Il testo
prevede innanzitutto la costituzione di
una rete territoriale di strutture sanitarie e di assistenza domiciliare per
garantire la continuità assistenziale del malato, affetto da patologia
cronica dolorosa, dalla struttura
ospedaliera al suo domicilio, attribuendo un ruolo fondamentale ai Medici di Medicina Generale
(MMG) ed ai Pediatri di Libera
Scelta (PLS). La legge prevede che
il progetto “Ospedale Senza Dolore” assuma la denominazione
di progetto “Ospedale-Territorio
Senza Dolore “con l’integrazione di
professionisti delle Cure Primarie
(MMG, PLS, Infermieri del Distretto/Cure Primarie ed Hospice) con
quelli dell’Ospedale. I MMG ed i PLS
presteranno le cure antalgiche direttamente alla maggior parte dei
propri assistiti mentre i casi più
gravi verranno indirizzati agli Ambulatori Ospedalieri (Spoke) ed ai
Centri di Terapia Antalgica (Hub).
Sarebbe auspicabile la creazione
anche di un presidio territoriale
con competenze di terapia antalgica gestito da un team di MMG
opportunamente formati. La nuova legge introduce anche nuove
modalità di prescrizione degli oppiacei, facilmente prescrivibili sul
ricettario del SSN, tranne la morfina cloridrato in fiale ed il metadone, che vengono prescritti sempre
sul ricettario speciale. Purtroppo,
dopo 4 anni dalla promulgazione
della legge, emerge ancora una
inadeguata gestione complessiva
del paziente con
dolore; si evidenzianodiversi punti
critici come una
scarsa abitudine a
considerare il dolore soltanto come
un sintomo mentre, in verità, rappresenta spesso
una delle manifestazioni più importanti della malattia. I farmaci
maggiormente impiegati in Italia
per le sindromi dolorose continuano ad essere soprattutto i Fans,
i farmaci antiinfiammatori non
steroidei, che se usati impropriamente e per lungo tempo possono
provocare gravi effetti collaterali
come emorragie gastro-intestinali, complicanze cardio-vascolari ed insufficienza renale, specie
nella popolazione anziana, per la
presenza di politerapie già in atto.
Nel nostro Paese, per la terapia
del dolore, oltre ad un ridotto consumo di paracetamolo, che dovrebbe essere il primo farmaco da
utilizzare nel dolore lieve-moderato dei pazienti anziani affetti da
La nuova legge
38/2010
un grande
risultato
osteoartrosi, si registra tuttora un
basso consumo di oppioidi deboli
e maggiori che, se impiegati con il
giusto dosaggio, rappresenterebbero i farmaci ideali per il controllo
del dolore di intensità medio-alta
nella maggior parte dei pazienti.
Il timore nel loro utilizzo è legato soprattutto alla paura spesso
ingiustificata di effetti collaterali
come la dipendenza e la depressione respiratoria. Ma la ricerca
medica ha dimostrato già da molti anni che queste paure sono un
falso problema. I farmaci oppiacei
sono la miglior risorsa per ridare
sollievo e dignità a molte persone
che soffrono quotidianamente con
le loro malattie, non solo neoplastiche, ma anche croniche-degenerative. In Italia sono disponibili
già da tempo gli oppioidi minori
(tramadolo, codeina, tapentadolo)
e maggiori (morfina, ossicodone,
idromorfone, fentanyl transdermico e transmucosale orale, buprenorfina transdermica) prescrivibili
facilmente sul ricettario del S.S.N.
L’Ambulatorio di Terapia del dolore dell’Ospedale di Cesena esegue
circa 4500 prestazioni ogni anno in
solo 18 ore settimanali, distibuite
in 3 giorni. Visto l’aumento della
domanda di chi è affetto da dolore cronico, si auspica a breve un
potenziamento dell’ambulatorio
con un’apertura giornaliera e più
medici ed infermieri dedicati e addestrati ad affrontare una problematica così complessa.
*Dr Fabio Pivi
Coord. Comitato Ospedale
Territorio Senza Dolore di Cesena
Lettera di commiato del direttore Enzo Riceputi che lascia l’attività a fine anno.
Ora che le fondamenta sono solide è il momento di un rilancio
dell’Associazione, ideare e perseguire nuovi obiettivi affinché tutta
la popolazione ne sia coinvolta e
dia il sostegno morale e materiale
necessario, perché tutti riconoscano che l’ A.R.R.T. è indispensabile
per il territorio e che tutte le sue
attività sono rivolte esclusivamente al bene comune.“Io gioco
d’anticipo” è già un buon progetto.
Ritengo che è anche il tempo di reperire forze nuove, giovani e motivate.
Dopo 15 anni ho deciso di termina-
re, alla chiusura dell’anno, la mia
collaborazione di volontario con
l’A.R.R.T., una scelta difficile, ma
ponderata e principalmente determinata da motivi personali. Quindici anni di impegno nel volontariato
sono molti, ma ogni giorno speso
per raggiungere gli obiettivi prefissati mi ha arricchito umanamente. Ho passato periodi bellissimi e
momenti di incomprensioni, ma vi
assicuro che nel mio cuore rimarranno impressi solo i momenti belli. Un caloroso abbraccio a tutti, un
bacio affettuoso alle mie ragazze
Cinzia, Valentina, Annalisa, Emanuela, Chiara e tanti tanti auguri di
Buone Feste. W L’A.R.R.T.
Enzo Riceputi
Caro Enzo, hai ritenuto che fosse arrivato il tempo del distacco dalla nostra Associazione per
dedicarti di più alla tranquillità
della famiglia ed assaporare il
meritato riposo dopo tutti gli anni
“intensi” ed “impegnativi”passati alla Direzione dell’ARRT.
In questo periodo l’Associazione,
con il tuo fondamentale apporto,
3
ha affrontato numerosi e non semplici problemi di vario genere portandoli a soluzione grazie alla tua
collaborazione efficace e costante.
Abbiamo cercato di farti desistere
dal tuo proposito ma non abbiamo
avuto buona sorte. Peccato. Resterai, però, sempre con noi, nei
nostri pensieri, con la tua allegria,
il sorriso accattivante, la concretezza evidenziata in ogni situazione. Un grande grazie di cuore augurando un futuro felice a te ed ai
tuoi cari.
Da tutta la Famiglia dell’A.R.R.T.
Prevenzione
Sanità locale e ospedali privati
Intervista a Valentina Valentini Direttore della Casa di Cura M. Novello - Cesena
La
nuova
Azienda Usl
della
Romagna (la
cos i d d e t t a
Area
Vasta
sorta
dall’accorpamento
delle
ex
Ausl di Cesena, Forlì, Ravenna, Rimini) sta delineando gradualmente
le proprie strategie.
La Regione e l’Usl Romagna intendono ridurre i tempi di attesa e
smaltire le visite anche attraverso
collaborazioni con le Case di Cura
Private accreditate.
Ci rivolgiamo a Valentina Valentini,
Direttore della Casa di Cura “Malatesta Novello” di Cesena per un
parere in merito.
Quale può essere il ruolo degli
ospedali privati accreditati della
Romagna anche in base alla percentuale di interventi effettuati a
supporto della struttura pubblica?
Nell’ambito di un accordo quadro
regionale che definisce i budget
e le regole per lo svolgimento
dell’attività locale, nello scorso
mese di luglio è stata raggiunta
un’intesa tra l’Usl della Romagna e
gli Ospedali privati sulla cosiddetta “piattaforma di committenza”
che tiene conto delle specificità
territoriali e della vocazione delle
strutture private.
Ritengo che gli Ospedali privati della Romagna siano un’importante
componente del Servizio Sanitario
Regionale erogando il 25% delle
prestazioni di ricovero. Mentre per
l’assistenza specialistica ambulatoriale il privato eroga circa l’8%
del totale delle prestazioni. Sono
presenti numerose eccellenze che
le strutture hanno gradualmente
e costantemente perseguito con
politiche di qualificazione, investimenti strutturali e tecnologici.
Quindi una forte integrazione tra
la sanità pubblica e quella privata
dovuta alle “eccellenze” in essere
nel privato. Quali sono le eccellenze della Casa di Cura Malatesta
Novello?
A conferma del ruolo integrativo
svolto, nella Casa di Cura Malatesta Novello sono stati accolti negli
anni numerosi pazienti provenienti
dai presidi ospedalieri pubblici per
Prevenzione
mancanza di letti. Solo nel 2013
abbiamo accettato 951 ricoveri. Gli
accordi così chiamati “di fornitura”
prima con l’Usl di Cesena e poi con
l’Usl della Romagna, hanno privilegiato le prestazioni sul versante chirurgico di cui la stessa Usl
aveva bisogno per contenere i non
brevi tempi di attesa soprattutto
per interventi di protesi all’anca e
al ginocchio. Questa integrazione
assume un significato particolare
vista la vocazione a cui è destinata la struttura pubblica di Cesena
nella gestione e nel trattamento
della patologia traumatica. La nostra struttura è conosciuta in tutta l’Area Vasta per le prestazioni
chirurgiche ortopediche ed attrae
numerosi pazienti anche da altre
regioni. Ha sviluppato negli anni
curamente un’eccellenza in quanto rende più sicura tutta l’attività
chirurgica. In questo ambito particolare evidenza e peso assume
la chirurgia ortopedica protesica e
la nostra Casa di Cura aderisce sin
dall’origine al Registro Protesico
Regionale. Da tale registro emerge che la Casa di Cura M. Novello
effettua più di 500 interventi di
artroprotesi al ginocchio e anca
all’anno con durata media delle
protesi impiantate superiore alla
media regionale.
Ci può dire quali sono altre importanti specializzazioni esistenti alla
Casa di Cura Malatesta Novello?
In ambito medico la Casa di Cura
dispone al proprio interno di numerose professionalità eccellenti:
gastroenterologia, pneumologia,
Reparto di Terapia Intensiva della casa di Cura “M. Novello” - Cesena
anche la funzione di chirurgia generale grazie alla collaborazione
di importanti professionisti. In particolare la stretta collaborazione
con il servizio di gastroenterologia
presente in Casa di Cura ha portato
ad un incremento esponenziale dei
casi con particolare riferimento al
trattamento delle malattie tumorali dell’apparato digerente potendo contare su diagnosi e terapie
chirurgiche tempestive ed efficaci.
Le eventuali terapie post operatorie sono assicurate da contratti
con i servizi di oncologia e radioterapia del’Irrst di Meldola.
Sappiamo anche che la Casa di
Cura ha un qualificato ed aggiornato reparto di terapia intensiva.
Per rendere più sicura l’attività chirurgica, dal 2007 la Casa di Cura
si è dotata di un reparto di terapia
intensiva realizzato secondo i più
aggiornati requisiti richiesti dalla
Regione. Il servizio di terapia intensiva, di cui dispongono poche Case
di cura in Regione, rappresenta si-
cardiologia, geriatria, ematologia,
malattie vascolari che svolgono
anche un’importante consulenza
allo staff chirurgico. L’attività di
ricovero è supportata da vari servizi tra cui quello di diagnostica per
immagini con la presenza di una
TAC spirale di ultima generazione e
di una RISONANZA MAGNETICA ad
alto campo da 1,5 tesle e il servizio
di Endoscopia Digestiva, realizzata
anche grazie ad una convenzione
didattico-assistenziale in essere
con la Scuola di Specializzazione di
Gastroenterologia ed Endoscopia
dell’Università degli Studi di Ferrara. La nostra struttura è inserita
a pieno titolo nella rete formativa
della Scuola sia per l’attività di
ricovero che per il Servizio di Endoscopia digestiva e tale collaborazione con la Scuola ha prodotto
numerosi studi scientifici pubblicati
anche su riviste internazionali nonché l’organizzazione di numerosi
convegni scientifici. Il servizio di
Endoscopia è stato riferimento di-
4
dattico per alcune iniziative formative di secondo livello indirizzate a
medici specialisti come l’utilizzo di
strumentazioni ad alta definizione
ed esercitazioni di endoscopia operativa su modelli animali in vivo.
La Casa di Cura Malatesta Novello
può essere considerata un’eccellenza. Quali risultati concreti porta
la Vostra organizzazione?
Gli indicatori previsti dal Programma Nazionale Esiti curato da Agenas e applicabili alla nostra attività sono più soddisfacenti rispetto
alla media nazionale delle altre
strutture pubbliche e private. In
merito alla distribuzione geografica dei pazienti, grazie alla qualificazione raggiunta, la Casa di Cura
M. Novello ha sviluppato notevole
capacità di attrattiva e ricovera,
su un totale annuo di circa 6000
pazienti, circa 1.800 pazienti provenienti da altre regioni, spesso
per patologie complesse. In merito
all’attività ambulatoriale, la struttura contribuisce a ridurre i tempi
di attesa erogando circa 65.000
prestazioni annue fra visite ed esami strumentali.
Quindi a livello di Sanità regionale/
Area Vasta Romagna, quale può
essere il ruolo futuro del privato?
Vorremmo che questo momento
di cambiamento, derivante dalla
costituzione dell’Asl Romagna e
dalle linee guida sanitarie nazionali, costituisse un’opportunità per
rafforzare il rapporto pubblico-privato e realizzare una reale partnership, riducendo anche i tempi
di attesa. Oggi, purtroppo, non
viene sfruttata la piena capacità
produttiva delle nostre strutture.
Riteniamo indispensabile essere
coinvolti sin dalla fase di programmazione delle attività. La Romagna può diventare un punto di riferimento per un flusso di pazienti
che cercano un’offerta sanitaria di
alto livello qualitativo. Le strutture
private indirizzano parte della loro
attività a cittadini non residenti per
colmare la capacità produttiva non
utilizzata dai contratti con la Regione e questo produce un indotto sul
territorio. Potrebbe rappresentare
una buona opportunità di sviluppo
per le strutture e per le positive ricadute territoriali che questo comporta.
Riconsiderare la Guerra al Cancro
Dott.ssa Patrizia Gentilini*
Nel 1971 il
Presidente
Nixon firmò
il National
Cancer Act,
un ambizioso progetto
con cui si
delineava
la strategia
della “guerra al cancro”. Erano gli
anni in cui l’uomo era arrivato sulla luna, la fiducia nelle potenzialità
della scienza era pressoché illimitata. Erano anche gli anni in cui
prendeva corpo l’idea che il cancro
fosse una malattia “genetica” e
che nascesse da una singola cellula in qualche modo “impazzita”. Si
pensava che per un “incidente genetico” casuale avvenissero serie
di mutazioni a carico del DNA tali
da comportare una proliferazione
incontrollata ed una sorta di “immortalizzazione” delle cellule figlie. L’idea era quindi che una sorta
di selezione darwiniana portasse le
cellule figlie, sempre più maligne e
aggressive, a sopravvivere e metastatizzare. Il cancro era ritenuto
una malattia dell’età adulta in cui,
proprio per l’aumento della speranza di vita, era sempre più probabile che insorgessero mutazioni
casuali, un prezzo da pagare al
nostro modo di vita e in definitiva
allo sviluppo. Se l’origine del cancro risiedeva in un danno a carico
del DNA era logico quindi pensare
di risolvere il problema cercando di
svelare tutti i segreti del genoma e
sperimentare terapie che colpissero la cellula nel suo centro vitale, il
DNA appunto. Gli investimenti fatti
in diversi paesi occidentali furono
ingenti ma, come ha scritto nel
2005 un grande
oncologo americano S.Epstein, i successi nella guerra
al cancro sono stati
inferiori alle aspettative: “l’incidenza
dei tumori in particolare della mammella, dei testicoli, della tiroide, nonché i mielomi
e i linfomi, in particolare nei bambini che non possono essere messi in
relazione con il fumo di sigaretta,
hanno raggiunto proporzioni epidemiche, ora evidenti in un uomo
su due e in oltre una donna su tre”.
Queste che sembravano pessimistiche considerazioni di qualche
medico isolato hanno trovato autorevoli conferme in un articolo
dall’emblematico titolo “Rethinking the war on cancer” comparso
on line a dicembre 2013 sulla prestigiosa rivista Lancet
(www.thelancet.com). Perché l’obiettivo non è stato raggiunto?
Evidentemente concentrare la
maggior parte delle risorse sulla
ricerca di terapie o sulla diagnosi
precoce non è stato sufficiente. In
effetti nuove emergenti teorie sulle
modalità con cui il nostro genoma
si relaziona con l’ambiente ci fanno
capire come anche la nostra visione del problema
cancro sia stata
riduttiva e di come,
quindi, dobbiamo
cambiare il nostro
punto di vista se
vogliamo sperare
di uscire da questo
empasse. Si è sempre pensato al
genoma come a qualcosadi predestinato ed immutabile, ma le
conoscenze che da oltre un decennio provengono dall’epigenetica ci
dicono che le cose non stanno così.
Il genoma è qualcosa che continuamente si modella e si adatta a
seconda dei segnali - fisici, chimici,
biologici - con cui entra in contatto.
Come un’orchestra dove ogni musicante suona il proprio strumento, così l’informazione contenuta
nel DNA viene continuamente tra-
scritta attraverso meccanismi biochimici che vanno appunto sotto il
nome di epigenoma. L’epigenetica
ci ha svelato che è l’ambiente che
“modella” ciò che siamo, nel bene
e nel male, nella salute e nella
malattia. L’origine del cancro non
risiede, quindi, solo in una mutazione casualmente insorta nel DNA di
qualche nostra cellula, ma anche in
centinaia di migliaia di modificazioni epigenetiche indotte dalla miriade di agenti fisici e sostanze chimiche tossiche e pericolose con cui
veniamo in contatto ancor prima
di nascere e che alla fine finiscono
per danneggiare in modo irreversibile lo stesso DNA. Il citato articolo
di Lancet sostiene che per vincere
la guerra contro il cancro abbiamo
bisogno di una nuova e diversa visione del campo di battaglia: per
coloro che da decenni si battono
per una riduzione dell’esposizione
delle popolazioni agli agenti inquinanti e cancerogeni, questa visione
è la “Prevenzione Primaria” che non
può essere ridotta solo alle indicazioni riguardanti gli “stili di vita” ma
che deve intervenire sulla tutela
degli ambienti di vita e di lavoro.
razioni al sistema sessuo-riproduttivo e crescita di cellule tumorali della
mammella. Studi condotti su modelli
animali hanno mostrato chiari segni
di tossicità epatica e renale in seguito
a diete contenenti OGM. L’IARC (Agenzia Internazionale Ricerca sul Cancro)
ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come “possibili
cancerogeni” per l’uomo basandosi
su evidenze scientifiche che suggerivano un aumentato rischio di tumori
cerebrali maligni (gliomi) e di tumori benigni (neurinomi dell’acustico)
associato all’uso sconsiderato di
apparecchi di telefonia mobile (Convegno su “un mare di onde elettromagnetiche” organizzato dall’ARRT il
2/11/2013 relatore prof. Angelo Gino
Levis, membro della Commissione
Oncologica Nazionale Italiana). Non
si può, inoltre, ignorare il rapporto
tra l’esposizione a campi magnetici
ad alta frequenza e alterazioni del sistema immunitario, con una possibile
compromissione della futura capacità riproduttiva, con disturbi cognitivo-compartimentali, della concentrazione, e dell’apprendimento in età
pediatrica e persino con l’autismo.
Il tumore è da ritenere, pertanto, la
malattia del nostro tempo, un preciso indicatore dell’alterato rapporto tra modello di sviluppo, degrado
ambientale e uomo. In concreto per
battere il cancro è necessaria l’azione
integrata di questi nostri “tutori”: la
prevenzione finalizzata alla modifica
degli stili di vita quali la dieta, il fumo,
l’alcool, l’esercizio fisico; il miglioramento dell’igiene ambientale e della
qualità dell’alimentazione; l’adozione
di un costante approccio diagnostico
per prevenire l’insorgere del tumore;
la possibilità di utilizzare i progressi
della ricerca e delle nuove possibilità
di cure.
Il genoma,
una realtà che
si modella
continuamente
*Componente Comitato Scientifico
ARRT Cesena - Isde Italia
segue da pag. 1
Ambiente e Tumori
Un efficace prevenzione primaria
composti (studiati dal Programma
nazionale di Tossicologia del Governo
Americano) più del 50% sono risultati cancerogeni. Su circa 100 composti
studiati ed elaborati dal Centro di Ricerche sul Cancro della Fondazione
Ramazzini, sono risultati cancerogeni
circa il 46%. Medesimi risultati vengono confermati dallo IARC di Lione.
Gli agenti cancerogeni (origine chimica, fisica e biologica) sono presenti
nell’aria che respiriamo, nell’acqua,
nel cibo, nel suolo ed il rischio è più
elevato quanto più è elevata l’esposizione. Dal momento iniziale a quello
della manifestazione della malattia
possono occorrere anni o decenni e
l’esposizione simultanea a vari agenti
cancerogeni può creare una sinergia
(ad esempio l’esposizione all’amian-
to, collegata al fumo di sigaretta,
aumenta da 5 a 50 volte il rischio in
caso di fumo attivo e passivo). Una
concausa dell’aumentata incidenza
dei tumori è il prolungamento dell’attesa di vita verificatosi negli ultimi
50 sia per la donna che per l’uomo e
l’esistenza di persone predisposte più
di altre a sviluppare la malattia (45% della popolazione). Il principio di
precauzione per l’ambiente dovrebbe
riguardare gli OGM per cui si usano alcuni diserbanti che - anche se ritenuti
innocui - sono in grado di indurre alte-
Stili di vita
e modifica
dell’ambiente
5
*Direttore del Comitato Scientifico
ARRT Cesena
Prevenzione
Le nuove frontiere dell’immunoterapia,
nel melanoma ma non solo………
Dr. Ruggero Ridolfi - Oncologo-Endocrinologo ISDE Forlì-Cesena
L’idea di poter combattere il cancro con una strategia immunoterapia è antica e si può far risalire
ad alcuni ingenui tentativi di “vaccinazione”, ovviamente falliti, di
Medici Illuministi, fra cui si annovera il Medico personale del Duca di
Kent (1777). Alla fine dei due secoli
successivi si è giunti ad accertare
due concetti fondamentali: 1) si
sono iniziati a conoscere sempre
più numerosi antigeni (sostanze
riconosciute estranee dal nostro
corpo) correlati al tumore; 2) si è
dimostrato che, in vitro e nell’animale da esperimento, le cellule
immunocompetenti possono essere effettivamente in grado di riconoscere e distruggere le cellule
tumorali. È nata, così, l’Immunoterapia dell’era moderna sperando
di poter sconfiggere rapidamente
il cancro usando dapprima cellule
immunocompetenti come linfociti specifici attivati o, più recentemente, manipolando le Cellule
Dendritiche, elementi che regolano
le funzioni dei linfociti e fagocitano le proteine rilasciate da tessuti
infiammati per farle riconoscere
e memorizzare da parte dei linfociti. Si è pensato, quindi, di usare
queste cellule per la vaccinazione
antitumorale: ricerche complesse
che stanno proseguendo tuttora.
Il cammino per l’immunoterapia
antitumorale si è dimostrato irto di
ostacoli: le conoscenze riguardanti
il rapporto fra sistema immunitario e tumore hanno evidenziato
come il tumore non solo tende a
sfuggire al riconoscimento, ma attua meccanismi di vero e proprio
contrattacco nei confronti del sistema immunitario dell’ospite. Si
parla di “Immunoescape Tumorale” per descrivere le diverse modalità attraverso le quali il tumore
evita l’attacco immunitario. Questi
meccanismi di “Immuno-evasione”
fanno parte del DNA dei mammiferi, in quanto sono gli stessi che
ci hanno permesso di giungere alla
vita, evitando l’attacco del sistema
immunitario di nostra madre. La
crescita tumorale, nella sua anarchia, scopre via via anche questi
meccanismi naturali, come quelli
della proliferazione o della diffe-
Prevenzione
renziazione, e se ne avvale nella
sua progressione e selezione. Si
può aggiungere a questi concetti
un particolare che può riguardare la Prevenzione Primaria: nelle
nostre cellule esiste un recettore
(AhR) che deprime l’attività immunitaria specifica ed è contrastato
da sostanze note per avere effetti
antitumorali (come i flavonoidi, gli
antiossidanti, il the verde ed il resveratrolo che troviamo nell’uva
rossa), ma che è invece attivato dai
tossici ambientali ed in particolare
melanoma in fase avanzata (stadio IV) è stimata in 6-9 mesi, con
meno del 10% di pazienti vivi a 5
anni. Per la prima volta, nel 2010,
in uno studio di fase III è stato dimostrato un aumento di sopravvivenza mediana (mOS) in tale
patologia, grazie all’uso di questo
farmaco (Ipilimumab): 10,0 contro 6,4 mesi (SFHodi; Nejm 2010).
Nell’anno successivo si è avuta una
ulteriore conferma di efficacia del
farmaco (C Robert NEJM 2011), con
una mOS di 11,2 mesi contro 9,1. Se
dalla Diossina. Il problema è che
l’affinità dell’AhR per la Diossina è
migliaia di volte più elevata rispetto a quella delle altre sostanze con
effetti “antitumorali”. La dimostrazione di efficacia delle terapie
Immunologiche in ambito Oncologico, culminata con l’assegnazione
del Premio Nobel 2011 per la Medicina a tre Immunologi, fra i quali
figura Ralph Steinman (lo scopritore
della funzione delle
Cellule
Dendritiche), è uno degli
eventi più eclatanti
della terapia antitumorale degli
ultimi anni. Un nuovo anticorpo
monoclonale (anti-CTLA-4) che
agisce con meccanismi esclusivamente immunoterapici, è in grado
di migliorare significativamente la
sopravvivenza di pazienti affetti da
melanoma avanzato. In letteratura
si legge da anni che la sopravvivenza mediana dei pazienti affetti da
si considera che in questi due studi tutti i pazienti erano pretrattati,
desta ulteriore interesse la mOS di
30,5 mesi con una percentuale di
sopravvivenza a 2 anni del 56,9%
segnalata in pazienti non-pretrattati (JA Thompson J Immunother
2012). Negli ultimi mesi la letteratura scientifica si è arricchita, poi,
di ulteriori segnalazioni di efficacia
del farmaco che in
molti casi coincide
con la scomparsa
della malattia e il
prolungarsi del beneficio nel tempo
tale beneficio. Per questi pazienti
si può iniziare a parlare forse di
guarigione. Questo importante
beneficio terapeutico può essere
ulteriormente incrementato percentualmente da un secondo anticorpo monoclonale (Anti-PD1). Da
solo e/o in combinazione con l’antiCTLA-4 ha raggiunto, per ora in
studi preliminari, quote di risposte
Si può forse
parlare di
guarigione
dal tumore
6
e beneficio clinico superiori al 50%
in pazienti con melanoma avanzato
ed anche in questo caso i benefici
sono durevoli nel tempo. Questi
farmaci stanno mostrando, inoltre, attività terapeutica anche per
altri tipi di tumori e le sperimentazioni cliniche si succedono pur con
risultati diversi ma sempre molto
incoraggianti per tumori polmonari, renali, prostatici e teoricamente
potrebbero essere estesi a tutte
le neoplasie (JR Brahmer NEJM
2012). Questi anticorpi monoclonali possono comportare effetti
collaterali talora importanti, quali
coliti e manifestazioni di tipo autoimmune anche severe. L’esperienza in questi anni ha insegnato,
però, a controbattere tali tossicità
soprattutto con l’uso di cortisonici
che non compromettono i vantaggi
terapeutici. La ricerca nell’immediato futuro è rivolta ad ottenere
ulteriori miglioramenti di questi
farmaci anche in associazione con
altre terapie. Nel melanoma, per
esempio le novità terapeutiche
coinvolgono anche farmaci “Target” che colpiscono singole funzioni cellulari derivate da mutazioni
geniche del DNA tumorale (come
l’anti-BRAF): nei pazienti portatori di tale mutazione si ottengono
risposte cliniche anche superiori
all’80%. Si lavora dunque per ottimizzare la diversa tempistica di
efficacia dei due farmaci: rapida e
forse più fugace per gli anti-Target,
lenta ma duratura per gli anticorpi
monoclonali immunoterapeutici.
In questo momento di Spending
Review, il costo di questi nuovi
farmaci può comportare problematiche importanti di sostenibilità
sociale ed economica nell’intero
Sistema Sanitario Nazionale. Le
quattro somministrazioni di Ipilimumab previste per paziente costano mediamente all’Erario circa
50.000,00 Euro. Le tabelle europee di tipo “assicurativo” stimano
che ogni mese/vita guadagnato
sia valutato in 5.000,00 Euro
(60.000,00 Euro l’anno) ed a conti fatti, visti i risultati durevoli nel
tempo, dovrebbero risultare soldi
ben spesi.
DENTRO L’A.R.R.T.
I Volontari ARRT
UNA “FAMIGLIA” DI PERSONE ECCEZIONALI
“Da fuori non è facile immaginare cosa si fa in una Associazione come la nostra ed io dico sempre che bisogna esserci per vivere le cose!
È sempre tutto stimolante, ogni giorno non è mai uguale, quindi non c’è nulla di monotono.”
Tratto da “I Pensieri di Cinzia”
Tutti i giorni, tranne i festivi (ma
non sempre), la segreteria è aperta sin dalle 8,30. Il ritmo è intenso
ma ricco di armonia ed emozioni e
tutta la giornata è veicolata da collaborazione e spirito di equipe. Il via
vai dei pazienti programmati per le
visite, la presenza dei volontari che
ci affiancano all’accettazione e nei
giri da fare (banca, posta, ospedale, commercialista, pagamenti vari
ecc.), trillo del campanello e dei telefoni che suonano in contemporanea, scandiscono la nostra giornata. Al mattino, Leo e Silvano sono
impegnati nelle varie commissioni
esterne e nella segreteria, mentre
Bruna e Rita si alternano all’accettazione dei pazienti. Valentina ed io
organizziamo e smistiamo i lavori
di base (prenotazioni, coordinamento esigenze di pazienti e medi-
ci) ed affrontiamo le necessità del
momento interagendo col nostro
direttore Enzo. All’interno della
nostra segreteria vengono anche
gestiti i rapporti
con i volontari che operano
presso le altri
sedi limitrofe (S.
Piero in Bagno,
Sarsina,
Mercato Saraceno,
Gambettola,
Savignano
sul
Rubicone e Cesenatico) e sono
fornite informazioni, collaborazione e materiale riguardante le
varie iniziative della Associazione.
Un lavoro a 360 gradi, vario e dedito per lo più alla gestione degli
ambulatori (della sede e di quelli
periferici), tra cui le prenotazioni e
il coordinamento medici, i contatti con i volontari che si occupano
dell’accettazione, dalla gestione
degli ecografi e
gestione materiale
ausiliario.
Senza
parlare
dell’organizzazione delle varie
manifestazioni,
come l’ottavario
dei morti, la festa della mamma, la Fiera di
San Giovanni ed
altre. Fondamentale per il sostegno economico dell’ARRT è l’attività di raccolta offerte in occasione
di manifestazioni funebri, per le
quali è richiesta la nostra presenza. Franco è il volontario che si oc-
cupa di questo aspetto e, quando
è impossibilitato, io e Valentina lo
sostituiamo. Senza la presenza
dei Volontari non sarebbe possibile tutto ciò. È il loro supporto ed
affetto che stimolano me e Vale a
dare il massimo e a rendere l’ Associazione UNA FAMIGLIA. Queste
righe sono state scritte con l’intento di comunicarvi la nostra realtà,
come si svolge la giornata con noi
e, perché no, ad incuriosirvi a tal
punto da venirci a trovare e, magari, a dedicarci un po’ del vostro
tempo. Vi garantiamo accoglienza
a braccia aperte, simpatia e gratificazioni personali avendo la certezza aver fatto qualcosa di buono. Vi aspettiamo!!!
Cinzia Bravaccini
Responsabile Volontari e Segreteria
Il “Chi è” dell’Associazione Romagnola
Ricerca tumori”
ASSOCIAZIONE ROMAGNOLA RICERCA TUMORI (A.R.R.T), fondata nel 1980, ha sede a Cesena in Via Cavalcavia, 288 - Tel. 0547 29125 - fax 0547 24732
Sei anni fa ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la “medaglia d’oro al merito della sanità pubblica“.
Comitato Scientifico
Consiglio Direttivo:
dr. Marongiu Pierantonio
Direttore Belli Leonardo Presidente
dr. Aguzzoni Fausto MMG Cesena
Danesi Massimo
Consigliere dr. Bersani Gianluca Medicina Interna - Gastroenterologia Gasperoni Lorenzo
Consigliere
dr. Bruschi Davide Oncologo Day Hospital Bufalini Cesena
Maldini Giampiero
Consigliere dr. Fagioli Leo Neuroradiologo Montesi Athos
Consigliere dr. Gallone Gilberto Senologo Riceputi Enzo Direttore dott.ssa Gardini Roberta Psicologa - Psicoterapeuta Tortonesi Franco
Consigliere
dott.ssa Gentilini Patrizia
Oncoematologa - Isde Nazionale
Urbini Franco
Vice Presidente
dr. Giorgi Omero MMG Cesena Valentini Valentina
Consigliere
dr. Greco Italo Dermatologo
dr. Meravigli Vincenzo
MMG Cesena Collegio Revisori dei Conti:
dr. Parrella Antonio Oncologo, Senologo, Direttore Tecnico ARRT
Buratti Ilde
Presidente
dr. Pasini Giampiero Pneumologo - Medicina Interna Maldini Renzo
Revisore
dr. Ridolfi Ruggero Oncologo, Immunologo, Isde Forlì
Montalti Bruna Revisore
dr. Ruffilli Corrado MMG Cesena
dott.ssa Sabbadini Franca Oncologia-ginecologica
dr. Sosti Antonio Senologo dr. Tonti Daniele Neurologo - Medicina Interna dott.ssa Vasylyeva Lyudmyla Medico Radiologo
7
Prevenzione
DENTRO L’A.R.R.T.
AMBULATORI ARRT
CESENA
POLIAMBULATORIO ARRT - Via Cavalcavia, 288 - prenotazioni: 0547 29125
CESENATICO
presso OSPEDALE MARCONI - Via G. Abba, 102 - prenotazioni : 0547 29125
MERCATO SARACENO
presso Consultorio - Via Bufalini, 7 - prenotazioni: 0547 692317 - 0547 91870
S. PIERO IN BAGNO
presso Ospedale - Via G. Marconi, 36 - prenotazioni: 0547 29125
SARSINA
presso Casa di Riposo Barocci - Via Linea Gotica,2 - prenotazioni: 0547 94901
SAVIGNANO SUL R.
presso Ospedale S. Colomba - Corso Perticari, 110 - prenotazioni: 0547 29125
TIPOLOGIA DI ESAMI E VISITE EFFETTUATE.
Nel Poliambulatorio Privato di Cesena e negli ambulatori periferici vengono effettuati i seguenti esami e visite, sotto la Guida del Direttore
Tecnico dr. Antonio Parrella, specialista in oncologia:
SENOLOGIA ED ECOGRAFIA TIROIDEA (visita ed ecografia senologica - ecografia tiroidea) effettuate dai dottori Antonio Parrella, Gilberto
Gallone, Antonio Sosti, Maria Angela Brasini, Lyumdyla Vasylyeva.
ONCOLOGIA GINECOLOGICA (visita oncologica-ginecologica; colposcopia e citologia vaginale; biopsia e polipectomia; ecografia pelvica e
transvaginale), con la dott.ssa Franca Sabbadini.
DERMATOLOGIA (mappatura nevi per individuare precocemente lo sviluppo dei melanomi) con il dott. Italo Greco.
RADIOLOGIA (ecografia addominale; ecografia del collo;ecografia prostatica - transrettale; ecografia tiroidea; agoaspirati; ecografia tessuti superficiali cute e sottocute; ecografia articolare) con il dott. Paolo Pantani.
PSICOLOGIA-PSICOTERAPIA (consulenza psicologica; colloqui di sostegno; prevenzione abilitazione e riabilitazione in ambito psicologico)
con la Dott.ssa Roberta Gardini.
OSTEOPATA - FISIOTERAPISTA (tendiniti, cefalee, emicranie, sinusiti, vertigini, lombalgie, cervicalgie, alterazioni apparato digestivo, alterazioni del complesso maxillo-facciale) con la Dott.ssa Elvina Teodorani.
ATTIVITA’ AMBULATORIALE NEL 2013
n. 2223 visite, ecografie senologiche ed ecografie tiroidee
n. 529 visite oncologiche-ginecologiche
n. 529 ecografie trans vaginali
n. 98 ecografie pelviche
n. 102mappature nei
n. 3 ecografie prostatiche - trans rettali
n. 160ecografie addominali
n. 37 ecografie articolari
n. 109ecografie al collo
n. 3 agoaspirati tiroidei
n. 40 hemoccult di cui 6 positivi
COME SOSTENERE LA PREVENZIONE E L’A.R.R.T
Se volete darci una mano, Vi suggeriamo alcune possibilità:
• Divenire VOLONTARI, partecipando alla vita dell’Associazione e contribuendo a migliorare e consolidare tutta l’attività A.R.R.T.
• Aderire alla disponibilità di partecipazioni e pergamene personalizzate in occasione di matrimoni, nascite, comunioni
• Devolvere il “5 per mille” ad ARRT cod. fiscale 90001280404
• Divenire Soci/Socie con un versamento minimo di 10 euro
• Effettuare donazioni in memoria di... e lasciti testamentari
Effettuare un versamento sul C/C Postale 10889475
Effettuare un bonifico bancario su uno dei seguenti Istituti di Credito:
BANCA POPOLARE DELL’EMILIA ROMAGNA - sede di Cesena - IBAN: IT78Q0538723901000000654297
CASSA DI RISPARMIO DI CESENA - ag. S. Egidio - IBAN: IT21K0612023913CC1010000950
BANCA DI CESENA - IBAN: IT83H0707023900000000060423
CREDITO DI ROMAGNA CESENA - V.le Bovio, 243 - IBAN: IT84P0327323900000200104516
(Le condizioni per la deducibilità dei contributi e donazioni di persone fisiche ed imprese, a favore delle ONLUS, sono stabilite dal
D.Lgs. n. 460/97 e successive modifiche. Per usufruire di tale deducibilità il contributo deve essere versato non in contanti, ma
tramite bonifico bancario, versamento postale, assegno bancario, assegno circolare e carta di credito).
CAMPAGNA
TESSERAMENTO 2015
QUOTE SOCI:
ordinario:
animatore:
sostenitore:
oltre
TO:
E IL NOSTRO SI
AZIONE VISITAT
RM
FO
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IN
en
SI
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47
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Tel. sede Cesena
Prevenzione
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10 euro
20 euro
30 euro
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