FANFICTION su DRAGON BALL
VIVERE NEL MONDO DI DRAGON BALL
70 capitoli principali + 15 capitoli di epilogo (conclusa)
Note: R - Lime
Autrice: Elechan86 (indirizzo mail: [email protected] )
ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico maturo. Se continui a
leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 14 anni.
- I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di
finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. -
Capitolo I “Il desiderio di Beatrice”
La protagonista di questa storia si chiama Beatrice, ed è una ragazza come tante ma una cosa che la
distingue dalle tante coetanee è la sua sfrenata passione per Dragon Ball.
Si, avete capito bene: proprio Dragon Ball, quel cartone che vede protagonista un ragazzino di nome
Goku, un ragazzino che col tempo cresce e diventa uno splendido ragazzo, nonché il ragazzo dei sogni
della nostra Beatrice, anche se si tratta solo di un cartone...
Quante volte lei si è trovata a pensare “Ah, se potessi vivere nel mondo di Dragon Ball!”
Adora quel cartone e adora Goku, nonché tutta la sua famiglia. Beatrice pensa che, se mai un giorno il
suo sogno di vivere nel mondo di Dragon Ball si avverasse, potrà trascorrere le giornate con Goten,
bellissimo figlio del bellissimo Goku, e Trunks, scapolone d'oro della serie... però incontrare Goku
rimane pur sempre la prima cosa da fare nel mondo di Dragon Ball, eh!
Se mai un giorno si avverasse questo desiderio! Mannaggia!
Beatrice le ha provate tutte: monetine nei pozzi dei desideri, ossa di pollo tranciate, le classiche stelle
cadenti... ma perché nei film succede sempre e per una volta non può succedere anche a lei nella realtà?
Un giorno, al ritorno da scuola, Beatrice si reca nella sua fumetteria di fiducia: oggi devono essere
arrivati i nuovi portachiavi di Dragon Ball... ma, ahimè, i nuovi portachiavi sono arrivati e persino finiti
e quando Beatrice arriva trova lo scaffale vuoto!
Avrebbe dovuto prenotarli però non sapeva esattamente quali sarebbero arrivati e, soprattutto, quanti
soldi avrebbe avuto in tasca quel giorno quindi non aveva potuto chiedere questo favore ad Tony, il suo
fumettivendolo di fiducia.
Tony era simpaticissimo e molto disponibile nei confronti di Beatrice però sul lavoro era impassibile:
gli affari sono affari e anche se li avesse messi da parte per Bea li avrebbe venduti volentieri al primo
che glieli pagava in contanti! Tsk, chissà poi perché Bea lo trovava così simpatico... non sapeva
neanche il suo nome: Tony infatti era un nick, tutti lo conoscevano così per la sua passione sfrenata per
“La febbre del sabato sera” e per la sua stupida idea di essere l'incarnazione di Tony Manero!
Tony era un tipo venale ma non cattivo e infatti aveva una piccola sorpresa per Beatrice: la nostra
protagonista aveva già acquistato i portachiavi di Bulma, del Genio, di Yamko, di Oscar, di Chichi e di
Crili alla loro prima apparizione, poi del drago Shenron, di Great Sayaman, di Trunks e Goten bambini
più la loro fusione Gotenks e, per quanto riguardava il suo amato idolo Goku, possedeva solo la
versione al ritorno da Yardarat e il Super Sayan III livello(che era proprio lo stadio sayan che odiava!)
Queste bellissime statuine raffiguravano i personaggi seduti sulle sfere del drago.
Nonostante Beatrice avesse comprato tanti personaggi non era riuscita a collezionare tutte le sfere del
drago... lei pensava scherzosamente che forse era questo il motivo che le impediva di vivere un periodo
nel mondo di Dragon Ball: si, sicuramente era così; aveva già acquistato la statuina del drago ma questa
la si poteva considerare una scorciatoia: il drago si evoca con le sette sfere, non si può comprare! E a
lei mancava ancora una sfera per evocarlo: le mancava la sfera a tre stelle.
Tony quel giorno aveva una sorpresa per lei: tra tutti i personaggi che aveva venduto una cosa era
riuscita a salvarla: si trattava proprio di quella sfera!
Beatrice sapeva benissimo che, anche se fosse andata a casa, avesse messo insieme le sfere del drago il
suo desiderio non si sarebbe mai realizzato ma... sognare in fondo costa così poco!
E Beatrice sognò per tutta la strada del ritorno verso casa il suo arrivo nel mondo di Dragon Ball... era
così immersa nei suoi pensieri che non si accorse di attraversare la strada con il semaforo rosso e,
probabilmente, anche quell'autista era così immerso nei suoi pensieri da non accorgersi che stava per
investire una persona...
Come succede spesso in questi casi Beatrice rivisse la sua vita in un solo istante, strinse forte la sfera
del drago che aveva in mano e pensò intensamente: “Se devo morire almeno voglio finire nel mondo di
Dragon Ball: per me il paradiso ha queste sembianze!”
Capitolo II “Sperduta chissà dove”
Desiderio o no, Beatrice non era morta: la macchina non l'aveva presa, altrimenti avrebbe sentito dolore
da tutte le parti, quello stava correndo come un pazzo!
Ma se la macchina non l'aveva presa in pieno... dov'era ora quella macchina? E la strada? E i passanti?
Intorno a lei solo vegetazione... una vegetazione strana, ma che lei conosceva bene: l'aveva già vista nel
mondo di Dragon Ball! Un sorriso si dipinse sul suo volto...
... ma allora, era morta? Però... il suo desiderio... quello sembrava essere stato esaudito!
Più che tristezza all'idea di essere morta, Beatrice era davvero felice: la sua vita era stata uno schifo, ne
aveva passato tante e ora finalmente poteva vivere il suo momento di felicità... non le importava dei
suoi genitori, loro non si erano mai curati di lei, non le importava dei suoi amici... ma quali amici? I
compagni di classe non si sarebbero neanche resi conto del suo banco vuoto!
Una lacrima le scivolò lungo la guancia destra, forse non era così insensibile alla sua morte, ma di
sicuro la vita aveva un grosso debito con lei e ora, per saldare questo debito, l'aveva mandata in un
paradiso che aveva proprio l'aspetto che si immaginava lei: quello del monte Paoz! Incredibile!
Beatrice asciugò quella lacrima e iniziò a correre... se davvero era nel mondo di Dragon Ball prima o
poi avrebbe dovuto scorgere quello che stava cercando...
Arrivò ad un fiume e si rinfrescò un po'... poi si mise a pancia all'aria a pensare...guardava le nuvole e
non sapeva proprio a cosa pensare: si voleva sforzare di credere di essere finita nel mondo di Dragon
Ball ma allo stesso tempo non voleva illudersi perché sapeva che quello era solo un suo sogno...
purtroppo irrealizzabile!
Bè, morta o non morta aveva una gran fame e doveva trovare da mangiare; camminò ancora un po' e
vide il fumo uscire da un camino... pensò di andare a chiedere ospitalità e qualche spiegazione... si
muoveva con cautela, in fondo non sapeva a casa di chi stava per entrare quando, superata un'altra
siepe, ebbe una visuale completa della casa... le gambe le tremarono per l'emozione: quella casa
giallina, tondeggiante... no, non può essere... e fece l'ultimo tratto che la separava da quella casa tutto
d'un fiato!
Adesso si che la riconosceva: la casa di Goku!
Possibile? Il suo idolo dietro quella porta? L'avrebbe mai incontrato per davvero?
Capitolo III “A casa di Goku”
Beatrice si fece coraggio e bussò alla porta...
Non rispose nessuno.
Stonk: che disdetta!
Bussare una seconda volta? Ma sì, dai... in fondo, casa di Goku o no, aveva fame e aveva bisogno di un
posto per passare la notte, aveva anche bisogno di sapere dove era finita!
Beatrice rimase a bocca aperta: una graziosa signora di mezza età le aveva aperto la porta: indossava
degli abiti tradizionali e aveva la coda da un lato che ricadeva morbida sul davanti... non si poteva
sbagliare: quella era Chichi, la moglie di Goku!
A giudicare dai vestiti e dalla pettinatura Beatrice era capitata nel mondo di Dragon Ball alla fine della
saga Z... oh no, che sfortuna: se era capitata dopo il torneo di arti marziali che conclude la serie, Goku
era già andato via da casa per allenarsi con Ub! Maledizione!
Mentre Beatrice pensava tutto questo, accompagnando i suoi pensieri con delle faccine buffissime,
Chichi ripeté gentilmente per la seconda volta: “Ti posso aiutare?”
Beatrice si scusò per non aver risposto subito, si grattò la testa e pensò che se le fosse saltata al collo
urlando “Chichi ma allora esisti”, Chichi l'avrebbe considerata pazza... cosa le poteva dire? Bè, intanto
doveva infiltrarsi in casa sua...
Beatrice: “Buonasera, immagino che lei sia Chichi, la moglie di Goku, dovrei parlare con suo marito:
ho bisogno del suo aiuto”.
Chichi a dir la verità era un po' stufa del fatto che Goku dovesse risolvere i problemi di tutto e di tutti...
però, allo stesso tempo, la riempiva d'orgoglio che suo marito fosse un eroe; dunque, fu molto gentile e
accolse in casa sua Beatrice, le offrì una tazza di tè e ascolto quello che aveva da dirle.
Beatrice inziò: “Chichi... ehm... ti posso chiamare Chichi?”
Chichi: “Ma certo, dimmi pure”, rispose lei con un dolce sorriso.
Beatrice: “Mi chiamo Beatrice e vengo da un altro mondo... cioè, diciamo, da un'altra versione della
Terra... anche sul mio pianeta Goku è considerato un eroe e tutti conosciamo le sue avventure. Non so
come sono arrivata qui ma quando ho visto la casa l'ho riconosciuta e ho pensato che fosse il caso di
chiedervi aiuto: ho bisogno di Goku perché devo tornare nel mio mondo e ho bisogno di trovare le sfere
del drago, solo lui mi può aiutare”.
A Beatrice non interessava assolutamente tornare nel suo mondo, almeno non così in fretta: aveva tante
cose da fare ora che era riuscita a realizzare il suo sogno... ma questa era una buona scusa per chiedere
di Goku!
Chichi: “Mmmh... Beatrice questo è un problema perché Goku è andato via la settimana scorsa:
eravamo al torneo di arti marziali quando ha conosciuto Ub, la reincarnazione di un potente nemico che
aveva affrontato anni prima e, se dici di conoscere le sue avventure, sicuramente saprai anche come è
fatto: lui non può resistere al desiderio di combattere, migliorarsi e affrontare nemici sempre più
potenti!”
Beatrice si morse le labbra: maledizione, Goku era già andato via con Ub!
Chichi continuò: “E' andato via con Ub per allenarsi con lui e non sappiamo assolutamente dove
trovarlo”.
Questo sì che era un problema: lei riesce chissà come a finire nel mondo di Dragon Ball e Goku chissà
dove si trova!
Ehi, fermi tutti: Beatrice sapeva benissimo dove si trovava Goku: dopo la serie Z segue la serie Gt e
all'inizio di questa Goku si trova al palazzo del Supremo con Ub per allenarsi!
Si, ...Goku doveva trovarsi lì!
O, almeno, da lì poteva iniziare a cercarlo...
***
“Ciao mamma”.
“Buonasera Chichi”.
“Ciao nonnina!”
Dissero, rispettivamente, Gohan, Videl e Pan, arrivati a casa di Chichi per la cena.
“Ciao tesoro”, disse Chichi riferito a Gohan, prese in braccio la sua piccola stella e salutò anche Videl.
I tre si accomodarono a tavola e Chichi presentò Beatrice e il suo problema. Beatrice si presentò, wow:
non poteva crederci, altri tre personaggi di Dragon Ball davanti ai suoi occhi!
In realtà non aveva mai sopportato Gohan che, secondo lei, aveva ucciso con le sue mani il padre
durante lo scontro contro Cell.
Videl, invece, era uno dei suoi personaggi preferiti e che dire della piccola Pan che era assolutamente
adorabile? Versione piccola poi... troppo adorabile!
Beatrice raccontò a Gohan di come si era ritrovata per caso nel mondo di Dragon Ball e Gohan ci pensò
un attimo e disse: “Le ipotesi sono due: o c'è stato uno sbalzo temporale e tu sei finita qui... una sorta di
buco nero che ha creato un universo parallelo... per darti l'idea... oppure può essere che quella
macchina ti abbia investita sul serio e il tuo corpo si trovi in coma, mentre la tua anima chissà perché è
finita qui da noi”.
Videl aggiunse: “Bé, in questo caso Beatrice ha qualche missione da compiere nel nostro mondo, come
i fantasmi che non spariscono finché non hanno risolto tutte le faccende incompiute”.
Chichi: “Ehm... Videl, se dici così sembra che Beatrice sia morta e una volta conclusa la sua missione
sparirà del tutto!”
Videl: “Oh, scusami, io non volevo...”.
Beatrice: “No, non fa niente”. E dentro si sé scoppiò una risatina maligna: “Certo che ho una missione:
devo incontrare Goku!”
Videl: “Sai cosa facciamo? Domani passiamo da Bulma, prendiamo il Dragon Radar e ti accompagnerò
io stessa a cercare le sfere del drago, così chiederemo spiegazioni a Shenron. Chichi domani posso
lasciare Pan a casa tua?”
Chichi: “Ehm, Videl, ti vorrei ricordare che domani dovevi lasciare la bambina a casa mia in ogni caso:
tu devi partire con Gohan per quella premiazione...”
Gohan: “Dai mamma, non importa: papà ci ha sempre detto che aiutare gli altri è la cosa più importante
e aiutare Beatrice in questo momento ha la priorità”
Chichi: “Eh no, non se ne parla neanche: domani tu e Videl partirete per Satan City per ritirare il
premio che ti spetta, la bambina rimarrà a casa mia e Beatrice sarà aiutata da Goten!”
Il cuore di Beatrice ebbe un sussulto: aveva assistito ad una delle classiche scene in cui Chichi si
incazza... mitico! Videl era stata davvero gentile, era anche uno dei suoi personaggi preferiti ma...
andare alla ricerca delle sfere con Goten? Mitico! Eh si, mitico ma... ehi, Goten era un bel tipo ma era
anche forte e intelligente: di sicuro in giornata avrebbero risolto la ricerca delle sfere del drago e addio
sogno di incontrare Goku!
Beatrice: “Vi ringrazio ma... ecco... io vorrei cavarmela con le mie forze... volevo incontrare Goku per
chiedergli il dragon radar e qualche indicazione in merito però la mia idea fin da subito era quella di
partire alla ricerca da sola... soprattutto mi piacerebbe condurre gli stessi allenamenti di Goku... certo,
non spero di arrivare al suo livello, però un po' di forza mi tornerà sicuramente utile nella ricerca delle
sfere, so bene cosa avete dovuto attraversare voi ogni volta che le avete cercate”.
Beatrice mischiò verità e bugie... non poteva rivelare dove si trovava Goku se la famiglia non ne era al
corrente: avrebbe potuto destabilizzare il futuro di Dragon Ball così come lo conosceva lei...
Gohan: “Bè, in questo caso domani andrai con Goten da Bulma e ti farai dare il dragon radar, poi
inizierai ad allenarti come fece mio padre. Lui iniziò i suoi allenamenti dal Genio però... ecco...
diciamo che tu salterai questa fase, salterai anche quella dell'allenamento da sola perché probabilmente
non ne saresti in grado e... si: andrai direttamente da Balzar, sull'obelisco”.
Beatrice pensò che Gohan le volesse evitare la fase dal Genio perché... sappiamo tutti della sua
passione per le giovani ragazze!
Chichi intanto era tornata ai fornelli e ora disse: “Bene, ora che abbiamo deciso il da farsi è ora di
mangiare... Beatrice tu ovviamente sei nostra ospite”.
Gohan: “Non aspettiamo Goten?”
Chichi: “No, ha chiamato prima dell'arrivo di Beatrice per avvisare che oggi era a cena da Trunks... ma
cos'hai in testa quel ragazzo? Domani suo fratello riceverà un premio importante e lui non vuole
festeggiare in famiglia?”
Gohan: “Eddai mamma...”
Videl: “Scusa Beatrice ti spiace se la piccola Pan si siede accanto a noi due? Se non ti piacciono i
bambini piccoli dimmelo subito”.
Beatrice: “No, nessun disturbo. Figurati, siete stati fin troppo gentili con me e comunque adoro i
bambini piccoli. La piccola Pan, poi, è proprio stupenda”.
Pan: “Mamma, quetta chi è?”
Videl: “Si chiama Beatrice ed è un'amica del nonno”.
Beatrice: “Amica di Goku? Ma magari!”
Chichi che l'aveva accolta in casa sua amorevolmente le lanciò un'occhiataccia, Beatrice arrossì e si
grattò la testa.
Pan: “Beat... Batti... Beacc...”
Pan fece una smorfia, le dava fastidio non poter pronunciare il nome della nuova arrivata e poi a tutta
voce urlò: “Becchan!”
Tutti risero per la buffa espressione della piccola. Beatrice le accarezzò la testa e le disse: “Mi piace
proprio questo nome, durante la mia permanenza qui sarò Becchan”.
Capitolo IV “Sulla nuvola Speedy”
Oltre che per cena, Beatrice si trattenne a casa di Goku anche per la notte.
Dormì nel letto di Goten, visto che lui si sarebbe trattenuto a lungo a casa di Trunks e, probabilmente,
si sarebbe trattenuto lì anche per la notte se il fratello non gli avesse telefonato: gli disse solo di tornare
quella notte perché doveva parlargli prima di partire l'indomani mattina e si raccomandò che Goten
andasse immediatamente a parlare con lui, a qualsiasi ora, ma prima di entrare in camera sua.
Becchan probabilmente non lo sapeva, ma non c'era proprio la possibilità che Goten entrasse in camera
sua e dormisse nel suo letto con lei! Magari l'idea le aveva anche sfiorato la mente...
In compenso, l'indomani mattina, fu svegliata proprio da Goten.
Goten la svegliò, ahimè, senza il classico bacio da principe azzurro, ma lei fu contenta ugualmente.
Goten: “Tu devi essere Beatrice, piacere io sono Goten e oggi sarò il tuo cicerone.”
Becchan: “Ciao Goten, chiamami pure Becchan: è il nome che mi ha affibbiato tua nipote Pan.”
Goten sorrise e uscì dalla stanza per darle modo di cambiarsi.
Becchan pensò che cambiarsi era un modo di dire: Chichi gentilmente le aveva prestato una delle sue
camicie da notte però i vestiti per uscire erano quelli con cui era arrivata il giorno prima, jeans,
maglietta a maniche corte e felpina.
Quando si tolse la camicia da notte bussarono alla porta: “Beatrice posso entrare?”
Beatrice: “No, Goten: te l'ho detto, non puoi entrare mentre mi sto cambiando!”
Chichi aprì di colpo la porta ed esclamò: “Cosa? Goten voleva entrare mentre ti stavi cambiando?”
Becchan sorrise e disse: “Ma no, scherzavo! Avevo capito che eri tu, dimmi Chichi.” e fece una piccola
linguaccia.
Chichi: “Immagino che tu non abbia un cambio di vestiti ma visto che non sappiamo quanto durerà la
tua missione forse prima o poi ne avrai bisogno così... ecco... questo è per te.”
Chichi aveva allungato a Becchan una borsa a tracolla che Becchan riconobbe subito: era la borsa di
scuola di Gohan. Dentro trovò una sorpresa ancora maggiore: una tuta uguale a quella usata da Goku e
dai figli, ma era una versione “rimodernata” e femminile.
Becchan rimase a bocca aperta e Chichi disse: “Non so perché ma mi sono subito presa a cuore la tua
vicenda, ti ho accolto in questa casa come se fossi mia figlia e... bé, sai, i miei figli almeno una volta
nella vita hanno indossato quel tipo di tuta.”
Becchan abbracciò Chichi e una lacrima le scese lungo la guancia... le dispiaceva non poter dire a
Chichi dove si trovasse il marito, ma se mai l'avesse trovato sicuramente avrebbe detto a lui di tornare
più spesso a casa!
Chichi uscì dalla stanza e Becchan si cambiò: indossò subito la tuta.
Becchan uscì di casa e trovò nuovamente Chichi che le augurò buona fortuna e si congratulò con sé
stessa per l'ottima tuta che aveva cucito.
Goten : “Oh, bellissima tuta Becchan, ne abbiamo indossato tutti una uguale nella nostra famiglia.
Dimmi Becchan, tu sai volare?”
Becchan scrollò le spalle.
Goten: “Allora dimmi Beccchan, tu hai un animo puro?”
Becchan scrollò le spalle nuovamente ma aveva già capito...
Goten: “NUVOLA SPEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEDY”
Goten salì e diede una mano a Becchan a salire... Becchan salì e... rimase in equilibrio sulla nuvola:
allora aveva un animo puro! E iniziò a saltare dalla gioia... Beatrice sulla nuvola speedy... questo non
era compreso nel suo desiderio ma ora che stava accadendo era davvero la cosa più bella che le potesse
succedere.
Goten salutò la madre, anche Becchan la salutò e Chichi: “Mi raccomando Goten, attento agli aerei!”
Becchan rise e chiese a Goten: “Scusa, ma se non fossi riuscita a salire sulla nuvola come ci saremmo
arrivati da Bulma e successivamente all'obelisco di Balzar?”
Goten: “Oh bé, in tal caso ti avrei presa in braccio e saremmo andati volando: io sono più veloce della
nuvola speedy.”
Che disdetta! Becchan maledì il suo animo puro: non perché gliene fregasse di arrivare prima ma
perché sarebbe stata così comoda tra le braccia di Goten...
Capitolo V “Alla Capsule Corporation”
Goten e Becchan arrivarono a casa di Bulma; Goten, gentilmente aiutò Becchan a scendere dalla
nuvola.
Becchan quasi si commosse: il luogo dove sorgeva la Capsule Corporation era proprio come nel
cartone animato... bé, Becchan si trovava nel cartone animato!
Conosceva bene quei luoghi ma esserci dentro era tutta un'altra cosa...
Goten si stava dirigendo verso il campanello ma Becchan lo fermò e lo trattenne per un braccio: “Ehi
Goten, tu ieri notte eri qui quando Gohan ti ha telefonato... non ti ha detto di prendere il drago radar?”
Goten con un sorrisetto soddisfatto: “Oh si che me l'ha detto ma io non l'ho fatto.”
Becchan sgranando gli occhi: “E perché?”.
Goten: “Se ho capito bene tu ci conosci tutti... dimmi la verità: non vorresti incontrare Bulma? E poi
scommetto che ammiri Vegeta e hai un debole per Trunks!” disse premendole un dito contro la fronte.
Becchan: “Si, è vero: sono molto contenta all'idea di conoscere Bulma ma per quanto riguarda Vegeta e
Trunks...” e tirò Goten così forte che lui dovette abbassarsi perché lei gli potesse parlare all'orecchio:
“Per quanto riguarda Vegeta mi sta simpatico ma tuo padre è il mio idolo e tu... tu sei mille volte
meglio di Trunks!” E gli schioccò un bacio sulla guancia.
Goten rimase di stucco, fermo, mentre ora era Becchan che andava dritta verso il citofono...
Becchan si voltò indietro: “Bé, allora?”
Goten la raggiunse in un lampo e suonò il citofono.
“Capsule Corporation”
“Sono Goten”
“Prego”
E si aprì il portone.
Goten portò subito Becchan da Bulma e Becchan poté notare che Bulma era davvero una bella donna:
proprio come appare nel cartone animato, alla moda e molto curata.
Becchan spiegò in sintesi il problema e Bulma fu ben lieta di prestarle il dragon radar.
Becchan non ci poteva credere: il dragon radar nelle sue mani!
Bulma l'aveva preso da una teca di cristallo: Bulma, infatti, era molto affezionata al dragon radar e ora
che lei e i suoi amici sembravano non averne più bisogno l'aveva riposto con cura in un luogo adatto al
valore dell'oggetto: era la sua prima invenzione ma, anche, quella che gli aveva cambiato la vita.
Bulma si raccomandò più volte con Becchan di averne cura e poi... poi irruppe Bra nella stanza.
Becchan pensò che era davvero una bella bambina.
Bra: “Mamma, mi sai dire dove cavolo è finito il mio papi? Mi ha detto che mi avrebbe accompagnata
alla lezione di danza e invece non si vede!”
Bulma: “Tesoro, se Vegeta ti ha detto che ti avrebbe accompagnata ti accompagnerà... e se proprio hai
fretta puoi andare con il tuo fratellone.”
Bra: “Ascoltami mamma, io non voglio andare con il fratellone: papi è mille volte più bello dei papi
delle mie amiche! Le voglio far schiattare tutte d'invidia!”
Becchan era senza parole... che caratterino!
Comunque suonò un clacson e Bra uscì di corsa: probabilmente il papi, ehm, Vegeta era arrivato.
Bulma: “Adesso andrete subito alla ricerca delle sfere?”
Goten: “No, prima devo presentare a Becchan un'altra persona... la ricerca delle sfere può aspettare una
mezz'ora, vero?”
Becchan: “Per incontrare Trunks? Mmh... SI!” disse Becchan entusiasta.
Bulma ridacchiò: “Sei un'ammiratrice di mio figlio?”
Becchan: “Non proprio ma non voglio perdere l'occasione di conoscerlo.”
Goten: “Ehi, non avevi detto che ero io il tuo preferito?”
Bulma: “Mi sa che le serviva solo il passaggio!”
Becchan fece una linguaccia e schioccò un altro bacio sulla guancia di Goten: “Ma certo che sei tu il
mio preferito... dopo tuo padre” e fece l'occhiolino.
Bulma: “Qui gatta ci cova...”
Goten: “Guarda che mi potrei abituare a tutti questi bacetti e poi non potrò più farne a meno.”
Becchan: “Vorrà dire che finché sarò qui ti darò tanti, tanti bacetti, così che poi tu sarai esausto!”
A Becchan Goten aveva fatto subito un'ottima impressione e si trovava molto bene a parlare e
scherzare con lui.
Goten portò Becchan nella stanza di Trunks e quando entrarono lui stava facendo le flessioni senza
maglietta.... Becchan rimase senza fiato e Goten le bisbigliò sottovoce: “Ma non ero io il tuo
preferito?”
Trunks: “Ciao Goten, è una tua amica?” e si avvicinò a Becchan, di proposito senza maglietta, le prose
la mano e le disse: “Piacere Trunks”. Trunks sapeva di avere un certo ascendente sulle donne e
nonostante Becchan preferisse la famiglia di Goku rimase per qualche istante senza fiato né parole...
Becchan: “Piacere Beatrice.”
Goten li guardò entrambi in malo modo e disse: “Ma ormai per tutti è Becchan.”
Goten voleva suscitare una risata di Trunks ma ottenne l'effetto contrario e con un sorriso da
bell'imbusto Trunks rispose: “Carinissimo.” e le baciò la mano.
Becchan aveva gli occhi a cuore...
L'amicizia- rivalità tra Goten e Trunks non si era mai spenta.
Goten mise una mano sulla spalla di Becchan e disse: “Bé, noi andiamo abbiamo fretta”.
Becchan imbarazzatisima disse: “Ehm...ciao Trunks... piacere di averti conosciuto”
Trunks: “Piacere mio” e fece l'occhiolino, il cuore di Becchan sussultò e Goten gli lanciò un'altra
occhiataccia.
Trunks ridacchiò e disse: “Becchan puoi andare avanti? Scusa ma devo dire una cosa al mio amico”.
Becchan andò avanti, passando davanti allo studio di Bulma rivide anche lei e la salutò nuovamente.
Trunks mise una mano sulla spalla dell'amico e con l'altra gli tirò dei pugnetti sulla testa: “Mi sa che ti
sei preso una bella cotta.” e Goten: “Che schifo, rimettiti la maglietta... non mi abbracciare mai più
senza maglietta!” e Trunks che insisteva: “Il mio amico è innamorato, sapevo che prima o poi sarebbe
successo... quando vuoi consigli vieni pure da me...” e Goten che negava, negava finchè non si liberò
dalla presa di Trunks e disse: “Si, mi sono innamorato e per giunta di una donna quindi tu tieni le mani
a posto!”. Fece una linguaccia e raggiunse Becchan e mise intorno a lei un braccio sulla spalla; lei era
imbarazzata ma felice... forse stava nascendo qualcosa con Goten... un colpo di fulmine? Forse... e
forse le dispiaceva un po' doversi separare da lui... le dispiaceva avergli una bugia(cosa gliene poteva
fregare a Becchan di andare ad allenarsi da Balzar?)... ma la soddisfava molto anche l'idea di andare a
conoscere il suo idolo Goku!
Poi nel caso sarebbe tornata da Goten e... si, ma chissà quanto sarebbe durata questa avventura...
Goten stava per richiamare la nuvola speedy quando Becchan lo fermò, lo afferrò per il braccio che
voleva portare al lato della bocca per espandere meglio il grido e disse: “Goten, ...aspetta un attimo... se
vado subito all'obelisco di Balzar non avremo modo di chiarire.”
Nel momento passò la signora Brief: “Oh Goten, in compagnia di una ragazza... gradite una tazza di
tè?”
Goten imbarazzato perché aveva interrotto quel momento le rispose educatamente di no, Becchan
invece prese il vassoio, la ringraziò e andò a sedersi con Goten su un tavolino in giardino.
Becchan riconobbe ancora una volta l'ambiente: era il luogo dove il dottor Brief aveva lavorato a lungo
per creare le navicelle per il viaggio su Nameck...
Becchan: “Goten... scusa... mi sono comportata da stupida... per me qui è tutto nuovo e allo stesso
tempo è tutto conosciuto... è un onore vedervi di persona e sul momento mi sono comportata male nei
tuoi confronti... non dovevo stare al gioco di Trunks...” e il suo sguardo si velò di tristezza.
Goten: “Ehi Becchan, ma che dici? Mica sono geloso... di Trunks poi... quello è pure gay: sai che ti ha
fatto allontanare per potermi mettere le mani addosso?”
Becchan con gli occhi sgranati: “Davvero è gay? Bé, avevo letto qualcosa in proposito ma non
pensavo...”
Goten: “Eh si, è proprio gay: pensa con ossessione solo al suo corpo e non perde occasione per
tastarmi!”
Becchan sconcertata: “Azz!”
Goten con un sorrisino malignò pensò che ora era pari per lo scherzetto che gli aveva fatto l'amico: ben
gli stava!
Proprio in quel momento Trunks si affacciò alla finestra e vide ancora Becchan e Goten e ne approfittò:
“Ciao Becchan, torna pure a trovarmi quando vuoi.”
Becchan rispose allegramente al saluto ma di certo questa volta non era ammaliata come pochi minuti
prima.
Becchan: “Allora amici come prima?”
Goten: “Sono ancora il tuo preferito?”
Becchan: “Ma certo.”
E sprofondò tra le braccia di Goten.
Trunks osservò la scena dalla finestra e pensò: “E' proprio cotto!”
Goten però non rispose all'abbraccio e Becchan ci rimase male... lui seriamente disse: “Comunque
dopo i fatti di prima credo che tu non abbia più quell'animo puro che ti permetta di salire sulla nuvola
speedy!”
Becchan: “Accidenti, in questo mondo basta poco per perdere l'animo puro!”
Goten di sorpresa prese in braccio Becchan e le disse: “Ma tranquilla, ricordi? Io so volare più veloce
della nuvola speedy” e le fece l'occhiolino da figo della situazione.
Becchan arrossì e pensò che Goten non fosse davvero niente male... pensò anche di stringersi forte al
suo collo... sapete, non voleva rischiare di cadere... e si, si avvinghiò solo per quello...
E i due volarono verso l'obelisco di Balzar...
Capitolo VI “All'obelisco di Balzar”
Goten e Becchan arrivarono al volo(è proprio il caso di dirlo!) all'obelisco di Balzar.
L'obelisco di Balzar era davvero imponente e Becchan rimase a bocca aperta per l'ennesima volta...
Goten: “Sei sicura? Ti potrei accompagnare direttamente da Balzar, così risparmieresti un po' di
tempo...”
...e prese l'indice e il medio della mano di lei...
Becchan: “Grazie Goten ma devo salire da sola, lo sai che la salita è parte integrante
dell'allenamento...”
...ricambiò la stretta di dita...
Goten: “Si, ma io lo dicevo per te... chissà quanto ti ci vorrà per salire questo obelisco... mio padre ci
mise quasi un giorno ma lui...”
...non ce la faceva a mollare quelle due dita...
Becchan: “Lui era il mitico Goku”.
Lo disse con la speranza di incontrarlo lassù il mitico Goku.... le dispiaceva salutare Goten, avevano
passato insieme una piacevole mezza giornata ma lei aveva un altro obiettivo...
Goten: “Bé... ti chiedo solo di passare a trovarmi qualche volta.... così per un saluto... per un caffè... per
dirmi ancora che sono il tuo preferito...”
...ora le accarezzava tutta la mano...
Becchan con gli occhi che si riempirono di lacrime: “Lo sai che una volta evocato il drago dovrò
tornare nel mio mondo...”
...e cercò di evadere da quella stretta che le faceva male... al cuore...
Goten riprese la sua mano stringendola più saldamente e disse: “Allora passa prima di evocare il drago,
lo evocheremo insieme e ti vedrò tornare nel tuo mondo...”
Becchan con un lieve sorriso sulle labbra: “Per il momento non vado da nessuna parte, tranquillo... e se
c'è una persona che voglio salutare prima di andare via è proprio il mio preferito...”
...e stava per baciarlo... lei era diretta alla sua guancia, come al solito, ma lui si voltò di scatto e la
baciò... non sulla guancia, ma sulla bocca.
Era il primo bacio per entrambi.
Si lasciarono definitivamente le mani e Goten volò via.
Becchan iniziò la scalata dell'obelisco... mamma mia che difficile: non aveva mai scalato niente in vita
sua!
Per quanto si impegnasse riusciva a salire di pochissimo e le nocche delle mani e le ginocchia le
facevano sempre più male... sanguinavano... ma la ragione che le faceva salire quell'obelisco era più
forte del dolore, della fame e della sete che Becchan provò per i dieci giorni che ci mise a salire
l'obelisco.
Arrivata in cima vide Balzar... che bel gattone soffice: doveva assolutamente chiedergli se poteva
riposare sulla sua panza!
Becchan era davvero sfinita e quasi non ce la faceva, dopo quella fatica disumana, ad entrare attraverso
uno di quei buchi che conducevano proprio al “pianerottolo” di Balzar.
Guardò il gattone come per chiedergli aiuto ma lui la guardò senza muovere un dito... pardon, una
zampa.
Lei capì che ce la doveva fare da sola e con un balzo finale arrivò sul pianerottolo e disse: “Anf,
contento... stupido... gattone? Me lo dai un senzu o... anf, me lo devo prendere... da sola?”
Balzar sorrise e le diede il senzu... wow: era davvero un fagiolo magico, Becchan tornò subito in
forma; voleva spiegare a Balzar perché aveva scalato l'obelisco, quando lui le disse: “So già tutto”.
Lui continuò: “Io conosco la verità, non le frottole che hai raccontato a tutti qui. Sappi che non ti
aiuterò in alcun modo di raggiungere Goku al palazzo del Supremo...” e qui Balzar le lanciò uno
sguardo di sfida: “Se prima non riuscirai a prendere anche tu l'acqua miracolosa, in fondo sei venuta
qui per allenarti, no?”
Becchan pensò che era davvero un gattone antipatico... uffa! Altro che dormire sulla sua soffice panza,
gliela avrebbe squarciata ora quella panza! Però ormai era a metà strada per arrivare dal suo mito...
cosa
era
prendere
l'acqua
miracolosa
dopo
che
aveva
scalato
l'obelisco?
Aveva rifiutato l'aiuto di Goten per non ingannarlo ulteriormente ma non avrebbe mai pensato di
riuscire a scalare l'obelisco da sola in soli dieci giorni! Mitica Becchan! Forse tutti gli episodi di
Dragon Ball che aveva visto erano stati comunque come una sorta di allenamento alle difficoltà del
mondo di Dragon Ball!
Capitolo VII “Arrivo al palazzo del Supremo”
Dopo 8 giorni Becchan riuscì a prendere da Balzar la boccetta dell'acqua miracolosa.
Soddisfatta di sé andò da Jajirobei e disse: “Oggi a pranzo fai la carbonara, dobbiamo festeggiare”.
Yajirobei rispose: “Ah, visto stupido gattaccio? Persino una donna ti ha sconfitto!”
E Balzar: “Sob, nessuno mi porta più rispetto...”
Poi notò che Becchan teneva ancora in mano la boccetta: “Come, non la bevi?”
Becchan: “E perché dovrei? So benissimo che questa è acqua normalissima, sono diventata più forte
semplicemente perché mi sono dovuta impegnare per prenderla, è stato quello il vero allenamento”.
Balzar: “Se ti sei impegnata davvero solo per raggiungere Goku ti do il mio permesso di salire al
palazzo del Supremo, puoi anche gettare via la boccetta... sai quante ne ho di quelle?”
Becchan: “No, perché buttarla? La voglio regalare a Goten: gli porterò l'acqua di Balzar!” disse
Becchan soddisfatta.
Balzar: “Oh, ma se è per quello l'hai già ingannato con così tante bugie che puoi anche bere l'acqua e
metterci dentro l'acqua della normalissima acqua di fonte!”
Becchan non capiva perché Balzar fosse così ostile nei suoi confronti: quando mai aveva mentito a
Goten? Ok, non era stata sincera quando aveva detto di volersi allenare da Balzar, e neanche quando lui
era rimasto soddisfatto di lei che voleva mettersi da sola alla ricerca delle sfere del drago... ma in fondo
erano solo due bugie... piccole piccole...
Balzar: “Due grosse bugie dette per coprirne una verità che non puoi rivelare... soprattutto a suo figlio...
ma cosa credi di fare una volta arrivata lassù?”
Becchan rispose con un broncio, non capiva perché tanta ostilità nei suoi confronti... cosa c'era di male
a voler incontrare un idolo? Era sempre stato il sogno di Becchan, anzi no, di Beatrice, quello di poter
passare una giornata nel mondo di Dragon Ball e per colpa di quell'imbecille di Ub e di questo stupido
gattaccio aveva già sprecato diciotto giorni senza combinare nulla, anche se si trovava nel mondo di
Dragon Ball ma... già, cos'era poi che lei voleva combinare? Avrebbe stretto la mano a Goku, l'avrebbe
abbracciato, gli avrebbe detto che lo ammirava, magari si sarebbe fatta raccontare le sue avventure(era
il suo sogno sentirle raccontare direttamente da lui!) poi una bella foto ricordo magari con autografo e
tutti a casa, visto che lui era e restava un uomo sposato... e lei chissà come e quando sarebbe tornata a
casa!
Yajirobei ascoltò la conversazione tra Balzar e Becchan ma non gli interessava: doveva stare attento
alla carbonara!
Balzar: “Dopo pranzo ti porterò in cima all'obelisco da dove potrai raggiungere il palazzo del
Supremo”.
Becchan non reagì in alcun modo, quello stupido gattaccio gli aveva fatto passare tutta la voglia di
salire al palazzo del Supremo! E anche una volta arrivata lì come prima cosa Becchan voleva dare un
pugno a Ub: come punizione per aver portato via Goku dalla famiglia e, di conseguenza, aver fatto
perdere diciotto giorni a lei!
xxx
Becchan e Balzar, dopo l'ottima carbonara di Yajirobei, salirono in cima all'obelisco e Becchan vide il
bastone rosso di Goku... lo toccò per accertarsi che fosse vero...
Becchan si ricordò di come Goku era salito per la prima volta al palazzo del Supremo e d'istinto urlò:
“BASTONE, ACCORCIATI”, visto che il bastone era già bello che allungato verso il palazzo.
Ma il bastone magico rispondeva probabilmente solo alla voce di Goku e allora Balzar lo contattò,
senza dir niente a Becchan, telepaticamente.
In realtà gli aveva già spiegato tutto, sempre telepaticamente, la sera che Becchan era arrivata
all'obelisco e quotidianamente lo teneva aggiornato perché Goku era molto incuriosito da questa
ragazzina.
“BASTONE, ACCORCIATI!”
Quando Becchan sentì la voce di Goku ci mancò poco che ci rimanesse secca!
Balzar le disse: “Presto, attaccati al bastone magico!”.
Becchan e si attaccò e poi di nuovo la voce di Goku: “BASTONE, E ORA ALLUNGATI!”
Becchan dovette tenersi forte per evitare di cadere, il bastone viaggiava più velocemente della nuvola
speedy e di Goten... “Ah già: Goten! ...devo... devo avvisarlo in qualche modo...EHI: STUPIDO
GATTACCIO, DICO A TE: AVVISALO CHE SONO AL PALAZZO DEL SUPREEE...MO!”
Con una strattonata piuttosto forte il bastone rientrò nella sua sede e Becchan si trovava proprio sotto il
palazzo del Supremo... incredibile...
Rimaneva da fare quella piccola scala ma ora era al pieno delle energie(dopo l'ottima carbonara di
Yajirobei), rispetto al giorno in cui era arrivata sfinita da Balzar.
Già si apprestava allo sprint finale... la voce che aveva comandato al bastone di allungarsi e accorciarsi
era la sua... Goku era lì... eh si, era ora dello sprint fi-na-...le
...Becchan vide una mano protesa verso di lei... un sussulto al cuore... alzò lentamente la testa e
l'oggetto dei suoi desideri e dei suoi sogni era davanti a lei...
“EHI, STUPIDO GATTACCIO, DICO A TE: DOVRESTI PRENDERE LEZIONI DI BUONE
MANIERE DA CHI DICO IO!”
Goku le sorrise e l'aiuto a salire, anche Balzar sorrise dalla cima del suo obelisco, pensò che quella
ragazza dopotutto era salito sull'obelisco in soli dieci giorni e ne aveva impiegati otto per l'acqua
miracolosa... certo, Goku a suo tempo ci mise meno tempo... ma per un'umana qualsiasi questi numeri
non erano niente male... era davvero determinata...
Poi pensò anche che nessuno portava più rispetto nei suoi confronti... e scese dalla cima borbottando e
rimpiangendo i bei vecchi tempi....
Capitolo VIII “Finalmente Goku”
Goku: “Ciao”
Eccolo finalmente: ora Goku era davanti ai suoi occhi con il suo solito sorriso... teneva una mano
sollevata per salutarla e l'altra sulla cintura, con il pollice dietro la cintura... quante volte lo aveva visto
in quella posa nel cartone animato... quante volte aveva sognato di averlo davanti a sé... il suo desiderio
era stato esaudito.
E ora?
Che fare?
Che dire?
Beatrice poté solo slanciarsi verso di lui e sprofondare tra le sue possenti braccia.
I suoi occhi si riempirono di lacrime di gioia.
Goku ricambiò l'abbraccio, poi le puntò un dito sulla fronte e le disse sorridendo: “Qualcosa lo so già,
ma adesso mi vuoi raccontare tu?”
Beatrice lo guardò con gli occhi sgranati e lui: “Bé, che ti sorprendi? Io so tutto”.
Lei si sorprese ancora di più e lui: “Si, esatto: anche quello che stai pensando” e le scompigliò i capelli;
ovviamente scherzava: sapeva solo ciò che Balzar gli aveva anticipato.
Goku: “Ub, fai pure una pausa; me la prendo anche io così parlo con la mia nuova amica”.
E via anche lui con un braccio sulla spalla di Beatrice come per farle strada... Il cuore di Beatrice con
tutti questi gesti galanti da parte di questi bei ragazzoni sarebbe anche potuto scoppiare!
E poi Goku che la considerava un'amica... stava andando tutto meglio del previsto... diciotto giorni... ci
aveva messo così tanto tempo a raggiungere il suo idolo... ma ora che lui era lì, accanto a lei, si sentì
ripagata di ogni sforzo...
Goku e Becchan andarono all'interno del palazzo del Supremo per parlare... Beatrice si era sempre
chiesta come fosse l'interno di quel palazzo... nel cartone aveva visto raramente gli interni... Bé, il
palazzo era molto semplice ma alle pareti, lungo i corridoi, Dende aveva appeso alcune foto.
Durante quel breve tragitto lei non aveva avuto il coraggio di rivolgergli la parola... Goku invece non
aveva detto nulla perché voleva ascoltare con calma il racconto della sua nuova amica.
Beatrice aveva pensato tante volte a cosa avrebbe detto a Goku se mai lo avesse incontrato:
“Se lo vedo non lo mollo più! Salve sono Beatrice, la tua più grande fan e da oggi non mi staccherò più
da te”, poi un bacio passionale, qualcosa di più e ancora di più... alla fine erano innamorati e
volavano via insieme...
Perché non aveva mai pensato a qualcosa di più reale? Maledizione!
Beatrice osservava l'ambiente e osservava lui... quanto era bello dal vivo... in carne, ossa e muscoli...
era emozionatissima... aveva paura che lui in quel silenzio riuscisse ad udire i battiti accellerati del suo
cuore...
Era tesa e Goku se ne accorse, allora le sorrise e la strinse un po' più forte per infonderle coraggio,
Beatrice rispose al sorriso timidamente; poi lui le fece cenno con lo sguardo che erano arrivati, qui
avrebbero potuto parlare in pace.
Goku e Becchan entrarono in una stanza che assomigliava molto ad una sala da pranzo, si sistemarono
e infine Goku ruppe il silenzio, aprì le braccia e disse: “Dimmi tutto”.
E Beatrice iniziò a raccontare: “Mi chiamo Beatrice anche se la tua nipotina Pan mi ha ribattezzata
Becchan” e Goku sorridendo: “Ah, la piccola Pan” e Beatrice: “Io vengo dalla Terra... cioè, anche qui
siamo sulla Terra... ma diciamo che io vengo... ehm... come dire? Ecco: da un'altra versione della
Terra. Dove abito io le persone come me sono gli umani e le persone come te ecco... tu... sei il
personaggio di un cartone animato...”
Goku sgranò gli occhi: “Un cartone animato? URKA!”
Beatrice annuì e continuò a spiegare: “Io vedo sempre il tuo cartone e...”
Goku: “Aspetta un attimo: il cartone esattamente di cosa tratta?”
Beatrice: “Innanzitutto si intitola Dragon Ball e racconta le tue vicende da quando eri piccolo fino a
quando tu ti fondi... ehm... fino quando diventi grande: segue la tua vita e quella delle persone e dei
guerrieri che ti stanno vicino nei vari tornei di arti marziali e contro i mostri spietati che sono giunti
sulla Terra”. Beatrice pensò che non fosse il caso di raccontare a Goku gli eventi della serie Gt che non
aveva ancora vissuto.
Goku era incredulo ma questo discorso lo affascinava... lui, protagonista di un cartone animato...
URKA!
Goku grattandosi la testa disse: “Mmh... siamo venuti a sapere dell'esistenza di mondi paralleli quando
Trunks del futuro venne per avvertirci della minaccia dei cyborg... ma io non saprei come aiutarti... ne
hai parlato con mio figlio Gohan? Lui è molto intelligente e sicuramente ne capisce più di me di queste
cose di altri mondi e simili, oppure Bulma può...”
Becchan lo interruppe: “Si, si: ho già conosciuto Chichi, Gohan, Videl, la piccola Pan, Goten, Bulma e
Trunks e...”
Goku: “E tu sei andata a raccontare i fatti tuoi a tutta questa gente?”
La spontaneità di Goku colpì Beatrice che rispose: “Ma no, io ne ho parlato solo alla tua famiglia, in
particolare a Gohan. Vedi, per fortuna sono finita nelle vicinanze di casa tua, così l'ho riconosciuta e
sono andata a chiedere aiuto. Gohan mi ha detto che probabilmente sono in un altro universo, una sorta
di universo parallelo, oppure sono in coma o addirittura morta e chissà come sono finita qui, quindi ho
bisogno di cercare le sfere del drago e invocare Shenron...”
Goku si grattò ancora la testa e, come era prevedibile, disse che non aveva capito molto...
Goku: “Ma quindi, scusa, perché sei venuta a cercare me anziché andare direttamente a cercare le sfere
del drago?”
Colpita e affondata! Beatrice abbassò lo sguardo e continuò: “Vedi Goku, incontrarti è sempre stato il
mio sogno e... anche se tu nel mio mondo sei solo un cartone animato- Beatrice arrossì- volevo... solo
conoscerti di persona: tu... sei il mio mito”.
Beatrice pensò: “Già, che ci faccio qui? E ora che ci sono? Sognavo di fare questa brutta figura davanti
al mio mito?”
Goku con la mano le risollevò il viso poi disse sorridendo: “Non ti volevo rimproverare, mi fa piacere,
anzi no, mi riempie d'orgoglio sapere che sono il tuo mito. Io il mito di qualcuno? E chi l'avrebbe mai
detto! Voglio solo sapere come stanno le cose per poterti aiutare. Cosa posso fare per te?”
Beatrice: “Ti chiedo solo di allenarmi per raccogliere le sfere del drago, vedi? Ho chiesto il dragon
radar a Bulma”disse Beatrice mostrando l'oggetto che suscitò in Goku tanti ricordi.
Goku sgranò gli occhi: “Allenarti? Io... ecco...” Goku era imbarazzato e si grattava la testa: lui aveva
allenato Gohan e ora stava allenando Ub però si era sempre proposto lui come maestro, ora aveva
davanti a sé un'aspirante allieva, una ragazza che lo aveva cercato apposta per richiedere le sue
lezioni... Goku si sentiva onorato ma al momento stava già allenando Ub... come fare? D'altronde gli
dispiaceva mandare via questa simpatica ragazza... aveva fatto tanto per cercarlo e gli ricordava sé
stesso tanti anni prima, quando aveva cercato uno per uno i maggiori maestri di arti marziali per
ricevere un allenamento speciale... non poteva deluderla...
Lui stava per parlare e comunicarle la sua decisione quando Beatrice lo zittì: “Andremo nella stanza
dello spirito e del tempo, lì un giorno corrisponde ad un anno... ti chiedo solo un giorno della tua vita.
Poi cercherò le sfere da sola e una volta evocato il drago sparirò per sempre da questo mondo...”
Goku, sempre pronto ad aiutare gli altri, come poteva dire di no a questa ragazza? I suoi occhi tristi
mostravano tutta la sua sincerità... ma c'era un grosso problema: “La tua idea non è male ma... non ti
ricordi? La stanza dello spirito e del tempo non esiste più... vedi, durante lo scontro di Gotenks contro
Majin Boo...” Goku continuava a parlare ma Beatrice non gli prestava più attenzione, si morse un
labbro: “E' vero, ora mi ricordo...” e si rattristò profondamente... e ora?
Beatrice aveva impiegato diciotto giorni della sua vita per arrivare lì... e ora? Diciotto giorni buttati!
Poi sollevò lo sguardo e incrociò gli occhi di Goku... bé, forse un po' ne era valsa la pena...
Goku le sorrise... ok, ne era decisamente valsa la pena! Però che disdetta!
Mister Popo apparse sull'uscio della porta e si avvicinò a Goku, gli sussurrò qualcosa all'orecchio e il
viso di Goku si illuminò con un sorriso, Mister Popo consegnò a Goku una strana chiave e gli fece
cenno di guardare verso la porta: lì, Dende sorrideva e salutava con la mano.
Goku sorrise: “E va bene Becchan, ora possiamo andare”.
Becchan sorpresa: “E dove?”
Goku: “Andremo nella stanza dello spirito e del tempo, no? Ho solo un giorno per insegnarti a
sopravvivere nella ricerca delle sfere del drago”, e fece un occhiolino.
Becchan sorrise e il suo cuore stava per scoppiare di gioia...
Goku salutò Dende e Mister Popo, Becchan li ringraziò calorosamente; Goku diede un giorno di riposo
a Ub, gli disse: “Non fare come me, vai a trovare la tua famiglia!”
E si apprestò ad entrare con Becchan nella stanza dello spirito e del tempo appena ripristinata da
Dende.
Capitolo IX “Nella stanza dello spirito e del tempo”
Goku e Becchan si apprestavano ad entrare nella stanza dello spirito e del tempo quando Becchan
fermò Goku, si aggrappò ad un suo braccio e gli sussurò: “Per questo allenamento potresti indossare la
solita tuta rossa? Quella dello stesso modello della mia...”
Goku: “Perché mai? E comunque dove la posso prendere ora?”
Becchan: “Sù, so bene che il Supremo ha questo tipo di poteri”, disse ammiccando e Goku non poté
che assecondarla una seconda volta, le sembrava di viziare la sua nipotina: “Dende, ehm... potresti
cambiarmi la tuta? Ne vorrei una del vecchio modello, quella arancione”.
Dende: “Certo, non c'è problema” e così dicendo posò una mano su di lui e i vestiti di Goku
cambiarono magicamente.
La nuova tuta di Goku, quella con la casacca verde e i pantaloni blu, non era male... quella casacca poi
faceva risaltare i suoi muscoli... ma la tuta arancione era un classico e poi il modello con la cintura con
i lembi che ricadono era il massimo. L'ultima volta che Goku aveva indossato questo modello(quello
con i lembi della cintura che ricadevano e una scollatura sul petto non troppo profonda) era nella saga
di Freezer; da allora il suo corpo si era irrobustito molto e a rivederlo ora con questa tuta era
tremendamente affascinante: il suo corpo era rimasto giovane e atletico e questa tuta contribuiva a
ringiovanirlo ulteriormente... nessuno a prima vista avrebbe capito che era sulla soglia dei 40 anni...
Goku e Becchan entrarono nella stanza dello spirito e del tempo e Goku volle mettere subito alla prova
Becchan: per una normale umana della sua età era forte, ma non aveva tecnica né tecniche, la prima
cosa da fare era insegnarle ad usare la sua energia spirituale, ne aveva bisogno per volare e per lanciare
piccoli attacchi se si fosse trovata in difficoltà.
Becchan non ebbe il tempo di guardare la stanza che Goku la mise subito sotto torchio: le disse di
concentrarsi... concentrarsi intensamente... rilassarsi ma allo stesso tempo concentrarsi... avere fiducia
in sé stessa perché lei ce la poteva fare... lui lo sapeva e aveva fiducia in lei... ma lei dopo 5 ore di
concentrazione iniziò a perdere le speranze!
Goku la rassicurò: “Pensi che io ci sia riuscito in un giorno?”
In ogni caso ormai era ora di cena e i due decisero che avrebbero continuato l'indomani.
Goku andò a fare la doccia e sperò vivamente che Becchan fosse una brava cuoca, visto che era lei che
si stava occupando della cena.
La stanza dello spirito e del tempo appena ripristinata da Dende era in tutto e per tutto uguale alla
precedente... all'ingresso c'era uno spazio adibito per i guerrieri ma oltre c'era solo l'infinità... era tutto
bianco.
Nello spazio adibito per Goku e Becchan c'erano solo due letti all'occidentale, una cucina, un bagno e
un armadio.
Becchan andò nell'angolo cottura, che era molto fornito, e, mentre stava preparando una di quelle cosce
enormi di dinosauro, quelle che si vedono spesso in Dragon Ball, si sentiva emozionata per essere
diventata allieva del grande Goku e volle condividere questa emozione anche con il suo nuovo maestro,
dunque si voltò di istinto mentre lui era sotto la doccia e...urka: Goku non aveva chiuso la porta del
bagno per cui lei poteva vedere la sua sagoma attraverso i vetri della doccia: mamma mia che muscoli...
perfetti... PAM! Incredibile ma vero: una piccola sfera di energia era uscita dalle mani di Becchan e
aveva arrostito per bene la coscia di dinosauro... Becchan era stupita e, inizialmente, si spaventò e
urlò...
Goku preoccupato uscì immediatamente dalla doccia, coprendosi giusto le parti intime con uno
striminzito asciugamano... Becchan senza accorgersene lanciò un'altra sfera di energia spirituale, questa
volta in direzione di Goku che la scansò per un pelo e disse grattandosi la testa: “Urka, sono contento
che hai imparato però non c'è bisogno di tirarmele addosso!”
Becchan si scusò e Goku la abbracciò: “Brava, brava, impari in fretta! Domani ti insegnerò a
controllare la tua forza e a volare”.
Becchan: “Ma io... cioè... non so come ho fatto...”
Goku: “Basta che ritrovi la stessa armonia che si era creata nel tuo animo quando hai lanciato la
prima... credimi, tutto sta a lanciare la prima: le altre vengono da sé!”
Goku andò a vestirsi... Becchan pensò ai suoi muscoli e provò ad indirizzare un colpo nell'infinito... il
colpo partì e Becchan pensò con uno strano ghigno: “Tsk, ci voleva poco a trovare la giusta
concentrazione d'animo”.
Goku una volta vestito si presentò a tavola e apprezzò molto i manicaretti di Becchan; dopo andarono
tutti e due a dormire.
Becchan si svegliò nella notte per bere un bicchiere d'acqua e, al suo ritorno a letto, si fermò ad
osservare Goku che dormiva... quanto era bello: incarnava perfettamente l'uomo dei suoi sogni!
E quanto era fortunata lei... stava vivendo un'avventura incredibile!
Le sfiorò l'idea di stampargli un bacio sulle labbra... voleva solo dargli un piccolo bacetto a fior di
labbra...si avvicinò al suo viso e, ogni centimetro che era più vicino, pensava che fosse più bello... ma
una sorta di rispetto, nei confronti di Chichi la bloccò e tornò di filato a letto, al suo letto.
Capitolo X “Che duro imparare a volare!”
Il secondo giorno di allenamento quando Becchan si svegliò, Goku era già in piedi e si allenava da
solo.
Becchan si preparò una tazza di tè, probabilmente Goku aveva già fatto colazione quindi non gli chiese
neanche se anche lui volesse qualcosa e si sistemò vicino a Goku che si allenava per osservare lo
spettacolo mentre sorseggiava il suo tè.
Lui aspettò un po', poi si avvicinò a lei, prese la tazza e bevve tutto d'un sorso il tè che era rimasto e le
disse sorridendo: “Bé, battiamo la fiacca? Tocca a te allenarti”.
Becchan gli chiese se avesse già fatto colazione... ma nel momento stesso in cui formulò la domanda
arrossì e pensò che, evidentemente, era abituato che la colazione gliela preparava la moglie! Che
stupida a non averci pensato prima, si scusò e andò immediatamente ai fornelli, poi si voltò e gli disse:
“Cosa ti preparo?”
Goku andò dietro di lei, la abbracciò con le sue forti braccia e le disse, quasi sussurrato in un orecchio:
“Niente, grazie: sono un mangione ma non faccio mai colazione, su andiamo ad allenarci”.
Becchan sentì il suo cuore che batteva all'impazzata: poteva anche restarci secca per un comportamento
simile: lei non aveva esperienza con i ragazzi e poi Goku era il suo idolo... arrossì come un peperone...
Goku: “Allora? Continuo ad allenarmi da solo?”
Becchan: “No, eccomi: arrivo!”
Becchan raggiunse Goku e lui le chiese di produrre una piccola sfera di energia, come quelle prodotte il
giorno prima, lei lo fece e lui disse: “Direi che siamo a buon punto... è il caso che tu faccia un po' di
streching”.
Becchan: “Streching? E perché mai?”
Goku sorridendo: “Perché alla fine di questa giornata tu saprai volare”.
Gli occhi di Becchan si illuminarono d'improvviso.
Becchan fece un po' di streching, seguendo gli esercizi e i consigli di Goku; dopo mezz'ora Goku disse
che era pronta per provare a volare: inizialmente doveva concentrare la sua energia spirituale verso i
piedi, perché riuscisse ad alzarsi da terra.
Becchan pronta per volare? Ma Becchan aveva già la testa tra le nuvole per la fantastica avventura che
stava vivendo!
Chissà se una volta tornata nel suo mondo avrebbe conservato queste capacità... e Becchan fiduciosa
proprio delle sue capacità, iniziò a concentrarsi, pronta a spiccare il volo di lì a poco; ricordava
l'episodio di Dragon Ball Z in cui Gohan dava lezioni di volo a Videl e sia Goten che Videl riuscirono
ad imparare prestissimo. Che peccato, però: se Becchan avesse imparato a volare non avrebbe più
potuto volare tra le braccia di Goten... e dire che non era riuscita ancora a volare tra quelle di Goku!
Che disdetta!
Tutti questi pensieri che affollavano la mente di Becchan, le impedivano di rilassarsi e di concentrarsi
esattamente sull'esercizio che le aveva proposto Goku per iniziare a svolazzare qua e là. Becchan
rimaneva in silenzio, con gli occhi chiusi, Goku invece girava intorno a lei e la osservava con
attenzione. Di tanto in tanto, quando Becchan riapriva gli occhi, Goku le rimostrava come doveva
svolgere l'esercizio.
Becchan ci provò più e più volte e ci riuscì solo dopo parecchie ore: riuscì appena a sollevarsi qualche
centimetro dalla terra ferma. Questo la fece sentire un'incapace... pensava di aver deluso il suo maestro!
Goku la rassicurò: “E' normale, tu non fai parte di questo mondo e certe cose non ti appartengono, è già
tanto che in un solo giorno hai ottenuto questo risultato... pensa dove potremo arrivare domani!”
Goku era davvero felice dei risultati della sua allieva ma a lei, ora come ora, sembrava impossibile che
di lì a poco sarebbe riuscita a volare... Goku notò il suo sguardo incerto, si avvicinò e le mise un
braccio sulla spalla: “Ehi, che c'è?” Becchan rispose solo: “Per oggi abbiamo terminato gli
allenamenti?” Goku non sapeva che rispondere, ci pensò un attimo e le disse: “Per oggi sì, ma solo
perché voglio farti passare questo brutto umore... dimmi, cosa posso fare per risollevarti l'umore?”
Becchan ci pensò un attimo... aveva tante ideuzze che le giravano per la testa ma una prevalse su tutte e
subito dopo si ritrovò con Goku attorno ad un falò...
Un altro sogno di Becchan diventava realtà: voleva ascoltare le avventure di Dragon Ball narrate
direttamente dal suo idolo Goku!
Becchan stava preparando la pizza, la Coca Cola era in frigo a rinfrescare e Goku intanto si era
occupato di creare il falò.
Becchan
ci
teneva
che
fosse
tutto
come
nei
suoi
sogni
migliori.
Quando Goku ebbe finito di preparare il falò, per lui ci volle un attimo, Becchan stava infornando la
pizza... bisognava solo aspettare... ma aspettare non era mai stata una caratteristica di Goku, soprattutto
se si parla di cibo e allora iniziò a spiluccare qua e là gli avanzi che Becchan, invece, voleva riporre in
frigo: lei cercava di nascondere il recipiente dietro la schiena e allora lui con la super velocità andò
dietro la sua schiena per rubare quel recipiente, allora lei iniziò a correre ma... poteva essere più veloce
di Goku? Ovviamente no, e allora iniziò a correre anche lui, stava per acchiapparla quando Becchan...
Becchan spiccò il volo e Goku cadde a terra nel tentativo di cingerle le braccia intorno alla vita!
Goku alzò lo sguardo... non credeva ai suoi occhi... Becchan neppure e, dalla sorpresa, perse la
concentrazione e... PUM: cadde a terra proprio sopra Goku!
Lui urlò... ovviamente, per quanto Becchan potesse pesare, non gli avrebbe potuto far male, voleva solo
spaventarla per scherzo e... ci riuscì, visto che Becchan, preoccupatissima, si alzò e iniziò a dire: “Oh,
scusami! Sono mortificata... io... non so come... ecco...”
Goku scoppiò in una fragorosa risata e Becchan capì l'imbroglio, gli tirò dei piccoli pugni sul petto e
Goku continuava a ridere... e intanto mangiava gli avanzi che erano caduti sopra i loro corpi.
Becchan con le nocche delle mani poteva sentire i muscoli del petto di Goku... quanto avrebbe voluto
aprire quelle mani e a tastare quei muscoli guizzanti e perfetti... immaginò anche di farlo e vide sé
stessa in estasi che toccava quel petto meraviglioso e lui che la lasciava fare... sembrava gradire... Goku
in realtà la guardava perplesso: lei aveva una tale faccia imbambolata... che stesse male?
Lei avrebbe continuato all'infinito a sognare... e chissà dove sarebbe arrivata se uno strano odore non
fosse giunto sotto il suo naso... era un odore acre... ma allo stesso tempo piacevole... era odore di... di...
BRUCIATO: argh, la pizza!
Becchan si alzò di scatto e levò immediatamente dal forno le due pizze giganti che aveva preparato...
erano leggermente bruciacchiate ma comunque commestibili.
Becchan aveva la mezza idea di rifarle da capo ma Goku la rassicurò che andavano benissimo, e si
sistemarono davanti al falò.
Capitolo XI “Un avventura chiamata Dragon Ball” (1° parte)
Goku: “Allora, da dove inizio a raccontare?”
Becchan: “E me lo chiedi? Dall'inizio!”
Goku: “Urka, mi ci vorrà una vita per raccontarti tutto!”
Becchan: “Bé? Io non ho fretta!” e fece una linguaccia.
Goku sorrise, mangiò una fetta di pizza e iniziò a parlare con la mano sinistra vicino al viso, chiusa in
un pugno ma con l'indice alzato, come per avvisare Becchan di fare attenzione alle sue parole: “Allora,
se devo raccontarti dall'inizio, ma proprio dall'inizio, mi devo basare su quello che mi hanno
raccontato Radish, Vegeta e Freezer: io sono cresciuto sulla Terra ma in realtà sono un sayan nato sul
pianeta Vegeta e il mio nome sayan è Kaaroth”.
Goku si fermò, guardò Becchan e si aspettava domande del tipo: “I sayan? E cosa sono?” In fondo,
nemmeno Bulma, che era molto intelligente, ne aveva mai sentito parlare prima dell'arrivo di Radish...
ma quelle domande non arrivarono, anzi, un'impaziente Becchan esclamò: “Bé? Allora? Vai avanti!”
Goku la guardò con ammirazione ma allo stesso tempo sorpreso: “Vuoi dire che tu conosci i sayan?
Non ti devo spiegare che sono un popolo di guerrieri...” Becchan lo interruppe e disse, orgogliosa, tutto
d'un fiato:
“Ilpopolopiùpotentedell'universo,tant'èchelavoravanocomemercenariperunesserespietatodinomeFreezer
che,stancatosidiloro,lihadisintegratiinsiemealloropianeta?
No, grazie... so già tutto” e fece l'occhiolino.
Goku rimase davvero sorpreso, pensò che Becchan fosse una ragazza davvero intelligente, oppure
anche nel suo mondo avevano avuto a che fare con i sayan e per questo lei li conosceva così bene... si,
doveva essere per forza così, altrimenti una ragazza giovane come lei come poteva essere a conoscenza
di avvenimenti successi tanto tempo prima della sua nascita?
Becchan però smontò la sua assurda ipotesi [ma ve li immaginate i sayan sulla nostra Terra? XD
NdbyMe] e gli chiarì le idee: “Ti ho detto che ho seguito la tua vita nel cartone animato... dicevano
anche questo!”
E Goku più sorpreso che mai: “Uuurka!”
Becchan lo esortò a riprendere il racconto: “Non hai mai conosciuto i tuoi genitori perché il tuo livello
di combattimento era talmente basso che decisero di spedirti su un pianeta considerato inferiore per
sterminarlo, la Terra appunto ma, dimmi Goku, ti dispiace non averli conosciuti?”
Goku: “Non ti so dire, non so cosa si prova ad avere i genitori affianco... forse è per questo che neanche
io, a mia volta, ho saputo essere un buon padre come quando ho...” e Becchan lo interruppe di nuovo:
“Shhh... tu sei stato un ottimo padre, e poi non divaghiamo: siamo appena alla tua nascita e mi vuoi già
parlare dei tuoi figli?” e fece l'occhiolino, Goku rispose con un sorrisetto, Becchan continuò: “Non so
chi fosse tua madre ma tuo padre lo conosco... cioè, so chi è: nella serie televisiva è apparso in qualche
occasione: si chiamava Bardack ed era un uomo eccezionale, era un guerriero che non si arrendeva
davanti a niente, era valoroso, e forte, e onesto...-Becchan avvicinò una mano alla guancia di Goku per
fargli una carezza- proprio come te. Sai? Ti assomigliava anche fisicamente...” Becchan notò lo
sguardo di Goku, triste e pensieroso... assomigliava un bel po' allo sguardo di Trunks del futuro che,
appunto, non aveva mai conosciuto suo padre Vegeta. Becchan si rattristò di aver reso triste il suo
idolo: in un solo giorno lo aveva deluso per quel che riguarda gli allenamenti(questo credeva lei) e lo
aveva pure reso triste! Che razza di fan poteva considerarsi?
Goku le strinse la mano che lei aveva poggiato sulla sua guancia, la portò sul suo petto e le sussurrò un:
“Grazie”.
Una lacrima scivolò sul faccino di Becchan che ebbe solo il coraggio di dire: “Bè, arriviamo
direttamente a quando incontri Bulma...”
Becchan pensò che se per Goku era stato così doloroso parlare dei suoi genitori che non aveva
conosciuto, sarebbe stato pressoché impossibile per lui parlare di suo nonno, ma soprattutto della sua
morte e di cosa aveva provato quando aveva scoperto di averla causata lui stesso. Goku capì benissimo
i pensieri di Becchan e in cuor suo le sussurrò un altro grazie, poi iniziò a raccontare dell'incontro con
Bulma, con il Genio, con Oscar, con Yamko e Puar, con Pilaf, Sao e Mei - e qui Goku si lasciò
scappare una risata: Pilaf: il suo primo nemico... ma si poteva definire davvero un nemico?
Becchan ascoltava incantata, si può dire che pendesse letteralmente dalle labbra del suo idolo; talvolta
lo fermava e raccontava anche lei cosa aveva provato a vedere alla tv quel determinato episodio e Goku
ascoltava affascinato le impressioni di Becchan, si poteva dire che lei conoscesse altrettanto bene la sua
storia, il sayan rimase sorpreso.
Il racconto di Goku continuò poi con l'incontro con Chichi... e qui si soffermò a raccontare con dovizia
di particolari, erano passati molti anni ma se lo ricordava bene, e Becchan in cuor suo pensò che, se
anche tutti consideravano Chichi una rompiballe, Goku ne era davvero innamorato: era inutile che i fan
di Dragon Ball continuassero a dire che Goku l'aveva sposata solo per quella promessa... forse in
principio è stato così ma ora chi poteva più avere dubbi sull'amore che il sayan provava per sua
moglie?
Goku continuò il suo racconto: la sua prima onda energetica, la prima apparizione del drago Shenron, il
primo incontro con Crili, gli allenamenti dal Genio, il suo primo torneo di arti marziali e, per un
commento di Becchan, Goku scoprì con sorpresa(non gli era mai stato rivelato) che il fortissimo Jack
Chun, vincitore di quell'edizione, altri non era che il suo maestro! Pensò che il vecchietto era proprio
un uomo generoso e che fosse davvero affezionato ai suoi allievi per fare una cosa simile.
Goku raccontò poi della lotta infinita contro l'esercito del Fiocco Rosso e Becchan: “Infinita dici? Era
davvero una parte noiosissima! Ehm... cioè, la prima volta che la vedi è anche affascinante ma tutti
quei generali, quei nemici... uffa: e quando finisce?” Goku sorrise e rispose(con un gocciolone): “Pensa
come è stato per me che li ho dovuti abbattere tutti!” Becchan arrossì per questa piccola gaffe e
aggiunse: “Comunque ci sono anche parti interessanti, ad esempio la parte negli abbassi, inseguiti dal
generale Blue, poi l'incontro con Arale, l'epico scontro con il Killer e... ops, scusa, racconta tu”
Becchan arrossì nuovamente e Goku riprese a raccontare, arrivò a narrare anche dello scontro contro i 5
guerrieri di Baba e i suoi occhi si illuminarono di tenerezza quando raccontò dello scontro con suo
nonno. Gli occhi di Becchan invece si velarono di soddisfazione, fra sé e sé si ripeteva quanto fosse
grande il suo idolo!
Infine, Goku raccontò della seconda apparizione del drago Shenron.
Becchan: “Sai, sono rimasta colpita quando hai deciso di far resuscitare Bora, padre di Upa, però forse
da te avrei dovuto aspettarmelo e poi, ti devo dire un paio di cose... uno: quando hai saltato per
recuperare al sfera a quattro stelle prima che si disperdesse sei stato troppo in gamba: un vero colpo di
genio! E due: la tuta di Sao ti stava troppo bene!”
Goku sorrise, poi andò da Becchan e le afferrò la testa come per spettinarla e le disse: “Ma cosa
dici???” Becchan si divincolava per cercare di liberarsi, quando ci riuscì afferrò i polsi del sayan e
avvicinò la sua testa a quella di Goku e gli disse: “Sei un mito” e...SMUACK: gli stampò un bacio sulla
guancia! Goku rimase sorpreso, si sfiorò la guancia appena baciata e sorrise e disse: “E' ora di andare a
letto... in fondo abbiamo finito tutta la pizza e tutta la birra, cosa ci facciamo ancora in piedi?” E
Becchan: “Si, hai ragione... anche se non mi stancherei mai di ascoltare le tue avventure...- poi gli
puntò un dito sul petto- ah, a proposito: domani mi racconti il seguito, vero?” E via un'altra piccola
linguaccia, Becchan si voltò e raggiunse il suo letto.
Anche Goku raggiunse il suo... ed entrambi dormirono profondamente fino al mattino seguente.
Capitolo XII “Un'avventura chiamata Dragon Ball” (2° parte)
Terzo giorno nella stanza dello spirito e del tempo.
Becchan si allenò intensamente per imparare a volare: il giorno prima era riuscita giusto ad alzarsi da
terra, e pure per un caso fortuito, ora doveva essere in grado di spiccare il volo a suo piacimento.
Becchan si allenò tutto il giorno sotto lo sguardo attento di Goku ma alla fine della giornata, secondo
lei, era appena in grado di stare in aria. Secondo Goku, invece, Becchan aveva fatto passi da gigante
per essere arrivata in un mondo diverso senza sapere nemmeno cosa fosse l'energia spirituale.
Dall'indomani avrebbe potuto iniziare a svolazzare qua e là ma per oggi l'allenamento era finito;
quando Goku glielo comunicò Becchan praticamente svenne e cadde tra le sua braccia; Goku pensò,
giustamente, che Becchan si fosse consumata troppo... era solo svenuta per la troppo stanchezza e lui la
riaccompagnò a letto.
Goku preparò la cena ma non la mangiò, aspettò che Becchan si risvegliasse.
Dovette aspettare solo una ventina di minuti; quando Becchan si risvegliò Goku era al suo fianco: lei
sdraiata sul letto e lui seduto per terra; lei chiese cosa era successo e Goku le disse, stringendole la
punta del naso, che si era strapazzata troppo quel giorno e ora doveva solo cenare e riposarsi.
Becchan: “Non se ne parla neanche: tu mi devi raccontare il seguito delle tue avventure e poi- cercando
di alzarsi di scatto- oh no, ti devo preparare la cena!”
Goku: “Lascia, alla cena ci ho già pensato io”.
Becchan era sorpresa: Goku sapeva cucinare?
Lui tutto soddisfatto tirò su “la cena” e le chiese: “Gelato fragola e limone o vaniglia e cioccolato?”
Per Goku aver preparato la cena voleva dire aver messo il gelato dalla vaschetta nelle cialde!!!
Ma la sua semplicità la sorprendeva ogni volta... Becchan, poi, pensò che il gelato era la cosa migliore
per riprendersi, sorrise e accettò fragola e limone.
Goku si sedette al bordo del letto e riprese a raccontare le sue avventure, laddove si era fermato il
giorno prima, iniziò con il secondo torneo di arti marziali al quale prese parte: quello vinto da Tensing.
Becchan: “Mi ricordo bene quella finale... che palle: ma perché doveva vincere Tensing? Eri tu il
vincitore ma quel camion... accidenti, proprio lì doveva passare?!” Goku sorrise e dimostrò di aver
accettato di buon grado la situazione: non spettava a lui vincere e poi aggiunse che all'epoca
combatteva per piacere, non avrebbe neanche saputo che farsene della vincita. Becchan provò ad
insistere ma Goku riuscì a placare anche il suo risentimento e lei cambiò argomento: “Comunque io
Tensing e Riff non li ho mai sopportati!” Goku rimase sorpreso e domandò il perché, in fondo Tensing
era un guerriero coraggioso e Becchan: “Lo so, poi in più occasioni ti ha anche salvato la vita ma...
cosa ci posso fare se non lo sopporto? E' antipatico!” Goku invece dimostrò di stimare molto l'amico e
lo ricordava con affetto: Tensing gli aveva salvato la vita in diverse occasioni, la prima delle quali
contro Al Satan.
Goku prese a raccontare della sua prima battaglia contro un essere che aveva messo a repentaglio
l'esistenza stessa della Terra e Becchan ascoltava entusiasta... pendeva letteralmente dalle sue labbra...
disse che si ricordava benissimo quella battaglia: la rabbia di Goku per aver perso il suo miglior amico,
le energie di tutti concentrate per abbattere il nemico comune, Bulma e gli altri che pensavano che
Goku fosse morto, e soprattutto quell'ultima, mitica battaglia finale con Al Satan... a questo punto
Becchan, presa dal racconto, si alzò in piedi sul letto, con la cialda, che ancora non aveva terminato,
nella mano sinistra e imitò i due:
Becchan: “Al Satan disse: “Sei finito” e tu: “Ho ancora l'altro braccio- alzando il braccio destro con il
cucchiaino in mano puntato verso l'alto- è mai possibile che te ne sei dimenticato?” poi con il braccio
sano hai trovato il modo di sollevarti da terra e PAAAAAM: hai trapassato il nemico con un colpo
micidiale...” Becchan ora saltellava sul letto: “E il vincitore è sempre lui, il mitico, mitico Goku!”
Goku rise per quella scenetta e le disse: “Sai, non ho ma incontrato una ragazza come te: persino
Chichi non si è mai interessata fino a questo punto alle mie battaglie... gliele avrò raccontate milioni di
volte ma chissà se si ricorda anche lei tutti questi particolari...” e un guizzo gli illuminò gli occhi...
Becchan era onorata dalle parole di Goku e non ascoltò neanche il seguito di quello che lui aveva da
dirle... era già persa nelle sue fantasticherie, pensava: “Ora glielo dico, ora glielo dico, ora glielo
dico...” e una frase appena sussurrata uscì dalle sue labbra: “Ecco vedi Goku... tu... tu sei speciale...”
Goku: “Allora... io vado...” Becchan lo guardò sorpresa: “Vai dove?” E lo vide chinarsi verso di lei...
Cosa voleva fare? Forse voleva ba... baciarla?!? Goku si stava avvicinando... era vicino,
pericolosamente vicino e ancora più vicino... Becchan socchiuse gli occhi... pregustava già quel
momento... le venne in mente che il primo bacio non si scorda mai... ah, il suo primo bacio con Goten...
ma... baciare Goku... anche quello non se lo sarebbe scordato mai... si immaginava un bacio
tenerissimo, bellissimo, specialissimo... questo doveva essere il suo secondo ba... bac... ehi, ormai
aveva gli occhi socchiusi da un po': come mai ancora non sentiva le labbra di Goku sopra le sue?
Becchan aprì prima un occhio e poi un altro...
Ok, Goku si era chinato verso di lei... ma solo per rubarle quel che restava del gelato al limone!!!
La punta della cialda gli spuntava ancora dalla bocca!
Povera Becchan! Fece una faccia...
Goku con la bocca piena: “Oh, 'cusa... ma ahoha o 'ohehi ahiahe tu?”
[Oh, scusa... ma allora, lo volevi mangiare tu?]
Mega gocciolone sulla testa di Becchan: “No, no... fai pure, non importa”.
Goku, le diede un bacio sulla fronte, dovette alzarle la frangetta per farlo, le raccomandò di riposarsi,
ormai si era fatto tardi e aggiunse sorridendo: “Il resto della storia te lo racconterò domani sera... se
farai la brava bambina”.
Becchan pensò: “Goku, Goku... ti sei accorto che non sono più una bambina? Non sono ancora una
donna, è vero... ma il mio cuore batte per te”.
Sconsolata si mise sotto le coperte, si girò sull'altro fianco... e solo in sogno poté avere quello di cui la
realtà in cui stava vivendo l'aveva privata...
xxx
Monti Paoz.
Chichi aveva appena finito di riordinare la casa, sul fondo di un armadio aveva ritrovato un vecchio
album... quanto l'aveva cercato in quei giorni! Ora che l'aveva tra le mani andò in camera sua per
sfogliarlo meglio.
Durante i 7 anni di lontananza di Goku, dopo il Cell Game, Chichi aveva preso l'abitudine di sfogliare
quell'album pieno zeppo di foto e ricordi prima di andare a dormire. Ora che Goku si era allontanato
nuovamente da casa, lei voleva ripristinare questo suo piccolo rito.
Goten bussò alla porta della stanza: “Mamma posso entrare?”
Chichi poggiò l'album sul letto e rispose affermativamente.
Goten entrò, si avvicinò sul letto e le disse: “Volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto per me...
ehm... cioè, per lei; spero tanto che le piaccia la sorpresa”, e le diede un bacio sulla guancia, era molto
affezionato a sua madre.
Chichi gli accarezzò una guancia: “Ma figurati, tesoro. Spero che apprezzi di cuore il tuo pensiero: io ti
ho solo aiutato a realizzarlo”.
Goten, notando l'album aperto sul letto, esclamò : “Ancora quest'album? Dove l'avevi conservato?”
Goten ricordava bene quell'album, da piccolo dormiva spesso nel lettone con la mamma e prima di
dormire lei gli faceva vedere quelle foto, perché lui potesse almeno avere una vaga idea della faccia di
suo padre, di quanto si assomigliassero... e poi gli raccontava le avventure dell'eroico genitore come se
fossero delle fiabe, per farlo addormentare e perché lui sapesse chi era stato e cosa aveva fatto il grande
Goku...
Goten lo sfogliò e si fermò su una pagina in particolare: un articolo di giornale che riportava la
testimonianza del sindaco riguardo la fine del terribile Al Satan e disse: “Ah: questa era la mia
preferita! Mamma ma ti ricordi?- e puntandole un dito contro- Sei finito!” e Chichi alzando il braccio
destro e facendo la faccia e la voce minacciosa: “Ho ancora l'altro braccio, è mai possibile che te ne sei
dimenticato?”
Goten e la madre risero e si abbracciarono, poi Goten la saluto è uscì dalla stanza, Chichi, invece,
rimase ancora un po' in camera sua a sfogliare quell'album.
Eh no, caro Goku: un tempo anche Chichi pendeva dalla tue labbra e anche lei si ricordava esattamente
ogni scena, ogni particolare che tu le avevi raccontato... non avevate vissuto insieme quelle avventure,
non le aveva viste alla televisione ma anche lei le conosceva alla perfezione...
Le conoscevano bene anche i tuoi figli, tutta la tua famiglia sapeva delle tue gesta... come hai potuto
dubitarne?
Perché ne hai dubitato?
Capitolo XIII “Se il buongiorno si vede dal mattino...”
Il quarto giorno nella stanza dello spirito e del tempo Becchan si svegliò terrorizzata all'idea di aprire
gli occhi e scoprire che era stato tutto un dolcissimo sogno... possibile? Eh si, possibilissimo: Goku non
era nel letto accanto a lei...
Aveva fatto un sogno bellissimo: lei era sotto la doccia, sotto il getto caldo dell'acqua, iniziò ad
insaponarsi... quando Goku aprì la porta del bagno: “Immagino che tu non la voglia fare da sola la
doccia”. Becchan era piacevolmente sorpresa, sorrise, si volto di spalle e disse: “Oh si, mi serviva
giusto qualcuno che mi lavasse la schiena”. Goku la insaponò per bene... molto bene... e altrettanto
bene la aiutò a ripulirsi dal sapone, il tutto mentre era incollato ad un appassionatissimo bacio...
anche Becchan pensò bene di esplorare ogni muscolo del corpo di Goku con il sapone e poi... e poi il
resto ve lo lascio immaginare...
Becchan era ancora estasiata e allo stesso tempo turbata da quel sogno quando decise di alzarsi dal letto
e notò che Goku non aveva dormito accanto a lei(come nel suo sogno) ma non era nemmeno nel suo
letto... dov'era allora?
Becchan si diresse immediatamente verso la cucina, aveva bisogno di un caffè per iniziare la giornata e
le dispiaceva infinitamente che nella stanza speciale non ci fosse un servizio di consegna a domicilio di
paste fresche! Pensò anche che uno di questi giorni avrebbe potuto prepararle lei... Goku sicuramente
avrebbe gradito.
Il caffè stava per salire quando vide Goku... il giovane si era semplicemente svegliato prima di lei ed
era andato in bagno... GULP: per fare una doccia!
Goku uscì dal bagno solo con i pantaloni addosso, il petto nudo, un asciugamano bianco sulle spalle e
qualche gocciolina ribelle che scivolava giù di muscolo in muscolo...
Becchan arrossì e lo salutò senza alzare lo sguardo, riusciva a guardarlo solo quando era sicura che lui
fosse voltato da un'altra parte! Che imbarazzo!
Goku si voltò di scatto e si avvicinò a lei... Becchan era imbambolata, pensava che fosse stupendo,
meraviglioso... e anche di più se era possibile! Goku ben presto fu vicino a lei, la guardava negli occhi,
a dividerli solo la cucina... lui allungò una mano e... chiuse il fornello:
“Va bene che preferisci il tè, ma non lo sai che quando il caffè sale vuol dire che è pronto?”
Becchan rinsavì di colpo, osservò la cucina e... oh, no: il caffè era schizzato dappertutto! Persino su di
lei!!! Come aveva fatto a non accorgersene?
Goku si voltò e andò verso il bagno per riportare l'asciugamano che aveva sulle spalle, Becchan lo
guardò un'altra volta e pensò: “Ecco perché mi sono dimenticata del caffè che stava salendo!”
E con rassegnazione ripulì la cucina.
xxx
Obiettivo del giorno: imparare a volare!
Ora Becchan sapeva galleggiare in aria, doveva solo imparare propriamente a volare, il miglior metodo
per imparare era... esercitarsi!
Becchan lentamente si sollevò da terra e Goku anche, la incoraggiò e lei iniziò a volare, ancora
lentamente, ma Goku trovò che i suoi progressi avessero qualcosa di incredibile!
Goku durante la mattinata la seguì, lentamente; il pomeriggio, invece, fu lui a spronarla: lentamente
aumentava la velocità, per vedere se lei riusciva a stargli dietro e ci riusciva ma Goku capiva anche che
questa attività richiedeva molte energie, in particolare alla sua Becchan e così si fermarono spesso e
volentieri per riposare e chiaccherare.
Presto arrivò nuovamente la sera e i due decisero di interrompere l'allenamento per quel giorno; erano
lontani dallo spazio adibito per loro e Becchan provò a volare ma era stanchissima, riuscì a volare si e
no per mezzo metro e poi cadde a terra a peso morto! Becchan arrossì e Goku le disse: “Se volevi che ti
prendessi tra le braccia bastava chiederlo”. E lei: “Ma no, tra un po' mi riprendo e ci riesco da sola...”
ma la ragazza, quando Goku la prese in braccio, non aveva più nessun argomento per controbattere,
poté solo arrossire ancora di più.
Becchan si appoggiò al suo petto forte... che profumo inebriante... osservava il suo viso perfetto e
bellissimo e pensò che non aveva mai visto niente che la rendesse più felice... pensò anche a Goten,
assomigliava davvero tanto a suo padre, ma le emozioni che aveva provato con il ragazzo erano ormai
solo ricordi lontani... il petto di Goku invece era così vicino e così caldo...
Arrivarono nello spazio allestito per loro all'interno della stanza dello spirito e del tempo e Goku fece
scendere Becchan solo davanti alla cucina, così che lei potesse preparare la cena.
Quella sera lei preparò una cosa che Goku non aveva mai mangiato e, mentre si avvicinava al falò con
il piatto della cena, lui era curiosissimo. Lei arrivò, si sistemò davanti a Goku, attorno al falò e disse:
“Tadan: panini delle bancarelle!” Goku era sempre più curioso però sembravano buoni quei panini...
Becchan raccontò delle tradizioni della sua città: quando c'era una festa, c'erano anche certe bancarelle
che preparavano questi panini al latte con i würstel e le cipolle e lei non sapeva mai dire di no, era
come una tradizione della tradizione! Becchan sorrise e allo stesso tempo si morse la lingua:
“Accidenti, adesso Goku penserà che ho questo fisico a furia di mangiare certi panini!”
Goku, invece, afferrò un panino e lo mangiò in un solo boccone e poi disse: “E capisco perché non
riesci a resistere a questa delizia” e GNAM: ne mangiò un altro!
Poi aggiunse: “Sai, è bello sentire qualcosa della tua vita... di solito racconto solo io” .
Becchan: “Per forza, il mito in questa stanza sei tu, mica io...” e fece la linguaccia, “Signor mito, mi
deve raccontare del suo allenamento dal Supremo e il periodo successivo”.
Goku si arrese ma era felice che ogni tanto emergessero anche dettagli della vita di Becchan. Goku
raccontò, appunto, del suo arrivo dal Supremo, del suo stupore nel scoprire la storia del Supremo e di
Al Satan, il suo duro allenamento e, poi, di nuovo, dell'ennesimo torneo di arti marziali, il terzo a cui
partecipò, quello che lo vide vincitore.”
Goku raccontò della sorpresa degli amici nel vederlo così cresciuto e raccontò della sua sorpresa nel
vedere Chichi così ben cresciuta. Ancora una volta dagli occhi e dalle parole di Goku traspariva il suo
grande amore per la moglie e Becchan si sentì un po' a disagio per i pensieri pieni di passione che le
affollavano la mente.
Becchan: “Goku ma tu davvero avevi fatto quella promessa a Chichi senza conoscerne il significato?”
Goku ingenuamente: “Si, assolutamente, pensavo che volesse che tornassi a trovarla per giocare e
mangiare ancora insieme, a questo proposito, avevamo già mangiato insieme un'altra volta e io pensai
di aver sciolto la mia promessa in quell'occasione”.
Becchan: “Ma, dimmi, ti sei trovato a disagio a doverla sposare solo per quella promessa?”
Goku: “Bè, non sapevo esattamente in che guaio mi stavo cacciando però l'idea di costruirmi una mia
famiglia mi piaceva, non ho mai avuto una famiglia tradizionale, come Bulma che aveva un papà e una
mamma; non sapevo nemmeno come si facesse a diventare papà e mamma e come si costruisse una
famiglia però pensavo che lo sapesse Chichi e che lo potesse insegnare anche a me e infatti alla fine
così è stato”.
Un omone grande e grosso come lui che faceva questo genere di confessioni: Becchan non poté
trattenersi dal ridere! Goku: “Bé, che c'è di tanto divertente?” Becchan: “No, niente... è che sei davvero
ingenuo... non in senso negativo, non fraintendere... però, ecco... tu sei così semplice... e così speciale
allo stesso tempo... a volte mi spiazzi completamente!”
Il pensiero di Goku andava a tempi lontani ed aveva un sorriso così radioso... una volta Chichi gli
aveva rivolto delle parole simili!
Goku doveva amare davvero tanto sua moglie e la sua famiglia, nonostante avesse spesso anteposto le
sue esigenze e quelle della terra a quelle della sua famiglia.
Goku raccontò poi della sua lotta con Junior e di quanto fu felice che Chichi era lì tra i suoi amici a fare
il tifo per lui, ammise che tra mille voci sentiva solo la sua e quella gli ha dato la forza di vincere...
forse si era già innamorato, senza sapere nemmeno cosa fosse l'amore...
Goku raccontò la gioia della sua prima vittoria al torneo, Becchan ricordava bene quel salto che Goku,
appena proclamato vincitore, fece e sorrise.
Goku, infine, raccontò dell'avventura con Chichi per recuperare il ventaglio e del suo matrimonio.
Becchan commentò solo: “Lo smoking bianco ti stava benissimo”.
Goku la ringraziò e le augurò la buonanotte, era ora di andare a dormire, avrebbero continuato
l'indomani gli allenamenti e la chiaccherata.
Capitolo XIV “In amore e in guerra è tutto lecito?”
Il quinto giorno nella stanza dello spirito e del tempo, Goku e Becchan si allenavano ancora sul volo:
Becchan doveva perfezionare la sua resistenza... era a buon punto, aveva solo bisogno di continuare ad
allenarsi; la stanza speciale era il posto ideale: era, infatti, un'immensa distesa bianca e lei poteva
svolazzare ovunque senza dare fastidio a nessuno. Goku pensò che, invece, sarebbe stato meglio se
avesse avuto l'opportunità, invece, di allenarsi fin da subito a volare tra gli alberi, sopra le case ad
un'altezza non percepibile dall'occhio umano e, soprattutto, ad evitare gli aerei!!! Però questo era lo
spazio che avevano a disposizione, lui aveva solo paura che lei si perdesse in questa bianca immensità e
allora, i primi giorni, la seguì: volava al suo fianco, talvolta la spronava a dare di più, talvolta la
esortava a smettere di sforzarsi...
Questo era, inoltre, un ottimo metodo per insegnare a Becchan anche come controllare la propria
energia spirituale.
In linea di massima l'allenamento procedeva a gonfie vele.
E proseguì allo stesso modo per altri cinque giorni.
xxx
All'alba dell'undicesimo giorno, Goku comunicò a Becchan che quel giorno lei avrebbe volato da sola:
ormai era in grado di volare alla perfezione.
Becchan, invece, era profondamente insicura, aveva paura di perdersi ma lui le disse che quello era un
modo per imparare a riconoscere le aure: in quella distesa bianca lei non poteva orientarsi, il suo unico
punto di riferimento doveva essere l'aura di Goku, lui e la sua aura dovevano essere come la stella
polare, l'indizio per fare ritorno alla postazione allestita per loro all'interno di quella stanza speciale.
Goku le disse anche che avrebbe tenuto l'aura a una potenza regolare, non troppo elevata altrimenti lei
si sarebbe abituata a riconoscere solo le aure potenti e non sarebbe più riuscita ad imparare a
riconoscere quelle meno potenti ma potenzialmente pericolose.
Becchan iniziò a volare, si voltò indietro e Goku, da terra, la salutò facendo ciao ciao con la manina e
sfoderando il suo sorriso migliore.
Lei era un po' preoccupata, lui aveva riposto fin troppa fiducia in lei... Questa volta, ne era sicura,
l'avrebbe deluso...
Becchan volò pensando agli avvenimenti degli ultimi giorni: tra lei e Goku c'erano stati i soliti contatti
fisici che, da parte sua, sembravano involontari... e lei non sapeva che fare... sedurre il suo idolo? Le
sarebbe piaciuto e l'idea le aveva solleticato la mente più di una volta... ci aveva anche provato ma lui
sembrava non capire: o era proprio tonto o era davvero innamorato della moglie... Becchan era più
propensa per la prima ipotesi!
In quei giorni aveva ascoltato i racconti di Goku e Chichi era sempre descritta come un angelo... no, lui
era davvero innamorato...
D'altronde Becchan stimava molto Chichi, la donna che l'aveva accolta in casa “come una figlia”, non
lo dimentichiamo ma... quando le sarebbe ricapitata più un'occasione simile? Mica voleva portarglielo
via per sempre, voleva solo averlo per sé per qualche momento... voleva solo tingere questa immensa
stanza bianca del rosso della passione, voleva trasformarla nel loro nido d'amore... e poco importava se
a Chichi sarebbero spuntate due corna degne del padre di Freezer!
Becchan era profondamente cambiata in questi giorni: la sua ammirazione per Goku si era trasformata
ben presto in una vera e propria ossessione! Lui incarnava perfettamente l'uomo dei suoi sogni... una
volta, sulla Terra, quella da dove proveniva lei, aveva provato a esprimere questo sentimento alla sua
migliore amica ma lei l'aveva derisa... eppure lei non ci trovava niente di male: certo, può essere
considerato sciocco innamorarsi di una immagine che riflette lo schermo ma, allora, non vale forse lo
stesso principio per tutti quelli che si innamorano di attori, cantanti ecc? Anche quelli sono degli idoli
irraggiungibili! Eppure c'è chi appende in camera i loro poster e li bacia per augurargli la buonanotte, la
stessa identica cosa che faceva lei... solo che nel suo poster non c'era una persona reale ma un disegno,
un disegno che, per quanto poteva essere ben fatto, rimaneva comunque un disegno e questo faceva di
Goku un personaggio della fantasia.
Chissà come Becchan aveva raggiunto questo mondo di fantasia nel quale il suo Goku, invece, era
reale... e ora? Come comportarsi? Goku era reale e perfettamente raggiungibile: erano rinchiusi in una
stanza che li isolava dal resto del mondo... questo superava di gran lunga ogni suo sogno... eppure in
questo momento si trattava della realtà...
Le dispiaceva per Chichi ma, in fondo, in amore e in guerra tutto era lecito... e Becchan si preparava a
combattere per il suo idolo: sarebbe riuscita ad avere ai suoi piedi l'uomo migliore del mondo?
Proprio perché era l'uomo migliore del mondo, Goku era pervaso solo da buoni sentimenti, quali la
lealtà, il coraggio, la forza... e allora, come farlo capitolare?
Becchan ormai aveva deciso... il suo sguardo non era più quella di un'ingenua ragazzina che voleva
incontrare il suo mito e sognava di rivivere con lui le sue avventure... tanto era destinata a tornare nel
suo mondo prima o poi, e allora, prima che questo accadesse, voleva prendersi un ricordo speciale di
questa avventura... un ricordo chiamato Goku...
Tra un pensiero e l'altro Becchan volò per tutta la mattina... pensò di essersi allontanata abbastanza e
ora poteva... ora poteva... no, ora basta: ci avrebbe pensato più tardi, ora era troppo stanca... poteva solo
riposarsi.
Capitolo XV “Tutto iniziò con una richiesta...”
Goku, intanto, aveva preparato il pranzo: in quei giorni aveva osservato spesso Becchan che cucinava e
aveva carpito le sue ricette più semplici, ora le voleva fare una bella sorpresa.
Goku ancora una volta aspettò Becchan per mangiare ma, nel primo pomeriggio, quando si accorse che
lei non era ancora tornata e che di sicuro non si trovava nei paraggi pensò che fosse nei guai e si
concentrò per localizzare la sua aura. Goku la localizzò e non si spiegava perché quest'aura fosse così
bassa e così distante: che Becchan avesse avuto un malore? Si teletrasportò immediatamente da lei e...
la trovò che stava ronfando!
Classico gocciolone da cartone animato...
Goku si era così preoccupato e poi per cosa? Perché lei si era stancata troppo e si era addormentata!
Certo, glielo aveva detto lui: “Se sei stanca fermati a riposare prima di ripartire”.
Goku osservò il visetto di Becchan mentre dormiva... che visetto angelico, lei gli ricordava proprio... la
piccola Pan? No, gli ricordava la sua Chichi, ah Chichi... Goku si sedette accanto a Becchan e rimase lì
ad osservarla mentre dormiva... forse non assomigliava così tanto a Chichi... no, Becchan era diversa:
forse inizialmente aveva provato una forte simpatia per lei proprio perché gli ricordava la moglie da
giovane, quando, ancora sposini, lei aveva occhi solo per lui; ma ora la situazione era diversa, e anche
Becchan era parecchio diversa da Chichi!
Goku quasi inconsciamente le accarezzò il viso e Becchan a quella tenera carezza si svegliò e gli chiese
da quanto fosse lì, lui le rispose da poco e le disse che se preferiva lei poteva continuare a sognare, lei
poggiò la testa sulle sue gambe e gli chiese di raccontargli ancora le sue avventure... doveva ancora
raccontarle la sua parte preferita: la mitica sfida contro Freezer.
Goku, accarezzandole i capelli, disse: “Dove ero rimasto l'ultima volta?”
Becchan: “Tu eri nella vasca di rianimazione mentre Vegeta affrontava Freezer... una cosa me la sono
sempre chiesta: ma accompagnare Dende da te e farti guarire all'istante, no?”
Goku sorrise e iniziò a raccontare di quando sentì di aver ripreso le energie e uscì immediatamente
dalla vasca, poi volò disperatamente verso il campo della battaglia e... Becchan: “E basta: santissimo
Dende, arriviamo al punto!”
Goku la guardò sbalordito: quella ragazza aveva ascoltato ogni avventura, ogni scontro che lui le aveva
raccontato pendendo dalle sue labbra e ora che lui si apprestava a raccontarle proprio la battaglia che
lei preferiva... lei reagiva così? Becchan si sollevò dalle sue gambe, gli prese la faccia tra le mani e
disse: “Ti trasformeresti in super sayan per me?” Goku la guardava negli occhi ma non riusciva a
capire il perché di quella bizzarra richiesta ma Becchan insistette: “Adesso... ti prego...”
Goku.... come poteva non ascoltare quella richiesta? Quegli occhioni dolci... in fondo voleva solo
vederlo trasformato e, anche se in modo minore rispetto a Vegeta, anche lui aveva un orgoglio e andava
fiero della sua forza e del suo aspetto da super sayan quindi, senza bisogno di altre suppliche, si
trasformò.
Becchan continuava a tenere la sua faccia tra le mani e a fissarlo negli occhi: quegli occhi iniziarono a
schiarirsi, fino ad ottenere il colore del mare... i capelli di Goku, che Becchan stava accarezzando,
iniziarono a drizzarsi e diventarono dello stesso colore dell'oro... i suoi muscoli aumentarono
leggermente di tono e intorno a lui risplendeva intensamente un'aura dorata; Becchan non aveva ancora
imparato a percepire le aure, non ci aveva nemmeno provato, ma quella di Goku in quel momento era
così potente che lei la poteva percepire benissimo.
Becchan e Goku si osservavano negli occhi... lei non aveva ancora spostato quella mano che era
insinuata tra i suoi capelli, lui la reggeva con una mano sulla schiena...
Becchan era estasiata dalla visione di Goku trasformato... le era sempre piaciuto Goku in versione
super sayan I livello, forse preferiva questo stato a quello naturale con i capelli neri...
Non ce la faceva più a resistere, era davvero inebriata dalla bellezza di Goku, quegli occhi chiari la
scrutavano aspettando forse una mossa inaspettata, azzardata, ma desiderata da entrambi...
E questa mossa non tardò ad arrivare: Becchan con uno scatto improvviso si attaccò alle labbra di
Goku...
Lui... lui poggiò anche l'altra mano sulla schiena di lei per aiutarla a non perdere l'equilibrio...
Capitolo XVI “Goku... io ti amo...”
Becchan con uno scatto improvviso si attaccò alle labbra di Goku...
Lui... lui poggiò anche l'altra mano sulla schiena di lei per aiutarla a non perdere l'equilibrio...
Lui restò seduto con le gambe incrociate, lei si mise a cavalcioni su di lui, poi Goku la aiutò a
distendersi per terra e lui si distese sopra di lei e continuarono quel bacio appassionante...
Goku strappò la parte superiore della tuta di Becchan, la tuta che Chichi aveva cucito per lei e lei si
sentì in qualche modo sollevata, come se quello strappo nella tuta avesse strappato il pensiero di Chichi
anche dalla sua mente. Quella irruenza di Goku l'aveva piacevolmente sorpresa, come era diverso dal
tontolone dei cartoni animati!
Goku notò che Becchan era dimagrita da quando erano entrati nella stanza speciale, le sue forme
abbondanti di prima gli piacevano da impazzire, ma ora che Becchan faceva regolare esercizio tutti i
giorni il suo fisico si stava assottigliando e lui la trovò ancora più sexy... la baciò ripetutamente sul
collo, poi le mani scivolarono giù, lungo la vita e lui pensò che, eh si, questi allenamenti stavano
donando a Becchan un fisico niente male! E riempì questo corpo più snello di baci...
Lei era felice come mai prima d'ora: non sapeva come aveva fatto ad ammaliarlo ma ora lui era lì, ed
era tutto vero. Gli accarezzava la testa che aveva iniziato a scivolare sempre più giù, sulla sua pancia
ormai liscia e oltre...
... i tempi in cui si doveva accontentare di un bacio dato ad un poster erano lontani...
... anche quelli in cui quella che si professava la sua migliore amica la derideva per questa sua insana
passione per un disegno... Becchan pensò: “Brutta stronza, vedessi quello che sto facendo adesso con
un disegno, eh?”
Ma Becchan non voleva che fosse solo Goku a condurre il gioco e così, inaspettatamente, lo rivoltò e
lei finì sopra di lui, aveva una forza notevolmente inferiore rispetto alla sua: era riuscita a ribaltarlo
solo perché lui era profondamente distratto, impegnato a contemplarla e baciarla, ma ora non riusciva a
strappargli la parte superiore della tuta, come lui aveva fatto a lei, allora Goku se la strappò da solo,
come aveva fatto tante volte nel cartone quando ormai la tuta era ridotta a brandelli... quanto amava
Becchan quella scena, sentì un brivido lungo la schiena e una scossa al cuore che iniziò a battere ancora
più velocemente, all'impazzata...
Goku se ne accorse, poggiò una mano di lei sul suo forte petto e le disse: “Lo senti? Anche io sono
emozionato”, una lacrima scivolò sul volto di Becchan; poi lei accarezzò il suo petto magnifico... non
riusciva a staccargli le mani di dosso, ma Goku voleva andare avanti, lei iniziò a slacciargli la cintura
della tuta, intanto lo baciava sul collo e gli baciava i suoi pettorali perfetti, lui la desiderava e,
soprattutto, voleva sempre essere lui a condurre il gioco... la afferrò per i polsi e la ribaltò, così lui finì
nuovamente sopra di lei, era deciso ad andare avanti e per non agire con troppa forza tornò al suo stadio
normale: il solito Goku con i capelli neri.
Stava nuovamente per inondare di baci Becchan quando lei fermò le sue possenti braccia e portò il viso
di lui vicino al suo orecchio e sussurrò: “Goku aspetta”, lui fece un sorrisetto d'intesa e disse:
“Tranquilla, farò piano”, adesso fu lei a sorridere, scosse la testa e disse: “No, non è quello”... Goku
rimase un attimo sconcertato: “Come non è quello? Ma io avevo capito che tu non avevi mai avuto una
storia seria quindi che...”
Becchan: “Ti puoi ritrasformare in super sayan?”
Goku rimase stupito da quella richiesta: “Chichi non me l'ha mai chiesto”.
Becchan con aria di sfida: “Ma io non sono Chichi”.
Goku: “Non so se da super sayan riuscirò a trattenere la mia forza e...”
Becchan affondò le unghie nella schiena di Goku e disse decisa e maliziosa, scandendo bene le parole:
“Tra – sfor – ma – ti – in – su – per – e con un ultimo fiato disse, tutto attaccato, e appena sussurratosayan!”
Goku si alzò leggermente, si concentrò e si trasformò...
...era proprio bello trasformato in super sayan...
Goku stava per riprendere ad amarla quando lei si avvicinò nuovamente al suo orecchio e sussurrò: “E
comunque si... sono vergine!”
Goku a quest'ultima frase si eccitò ancora di più... ormai niente lo poteva fermare: strappò in un solo
gesto i pantaloni della tuta di Becchan e le mutandine... quelle gliele strappò con un morso su un fianco
e le sputò lontano... ora non ne avrebbe avuto bisogno...
Goku risalì verso il suo viso, voleva osservare bene la sua espressione... l'espressione di Becchan era
sofferente... lui cercava di spingere dolcemente... a un certo punto pensò anche che fosse il caso di
fermarsi ma lei lo esortò a non mollare ed era avvinghiata con le braccia e con le gambe al suo corpo
possente... in fondo, Goku ormai non si sarebbe potuto fermare neanche se avesse voluto... quanto gli
piaceva quel corpo giovane che aveva contribuito a scolpire... a un certo punto Becchan ebbe un
sussulto e due lacrimoni le scivolarono lungo il viso... Goku era eccitatissimo ma si fermò un attimo
per asciugare quelle lacrime... chissà che male aveva dovuto sopportare una normalissima umana come
lei ad accogliere nel suo corpo un sayan, anzi no, un super sayan...
Goku, però, non aveva capito che quelle erano due lacrime di gioia...
Goku iniziò a spingere dolcemente, poi aumentò il ritmo quando si accorse che lei non provava più
dolore, ma solo piacere... lei continuava solo a ripetere il suo nome “Goku”, “Goku”, “Goku”, sempre
più forte... lei seguiva i movimenti di Goku... era chiaro ormai che era lui a condurre quello che non era
più un gioco, ma la ricerca del piacere per entrambi... questo non tardò ad arrivare, potente, inebriante,
appagante... Becchan emise un urlo fortissimo e conficcò le unghie nella schiena del sayan, riuscì a
scalfire quella dura corazza e sentiva il sangue di Goku che scivolava lungo quella schiena e le bagnava
le dita... poi percepì che l'aura di Goku era aumentata notevolmente... era la seconda volta che riusciva
a distinguere chiaramente la sua aura forte...
Le braccia di Goku, prima posate sul bacino di lei, risalirono verso il torace e l'abbracciarono forte, lei
cercò il suo viso e lo baciò ancora una volta.
Goku capì che Becchan doveva essere molto stanca, allora la prese tra le braccia e la riaccompagnò
nello spazio allestito per loro dentro quella stanza speciale che, ormai, si era trasformato nel loro nido
d'amore, proprio come lei aveva desiderato...
Becchan effettivamente era stanchissima e sprofondò tra le braccia di Goku.
Quando lui arrivò al letto, levò le lenzuola e la posò delicatamente all'interno del letto, poi stava per
dirigersi verso il suo letto ma si voltò indietro e si mise anche lui a riposare nel letto di Becchan,
accanto a lei; le sollevò delicatamente la testa e gliela poggiò sul suo braccio, Becchan se ne accorse e
sussurrò “Questo è il posto più dolce del mondo per dormire”e l'abbracciò, poi sussurrò ancora:
“Goku... io ti amo...”, lui le sfiorò i capelli, la osservò attentamente, le diede un bacio sulla fronte...
aveva avuto il suo corpo, ma non le era permesso avere anche il suo cuore, forse era per questo che lui
non riuscì a pronunciare quelle due parole... eppure in fondo al cuore anche lui sentiva qualcosa per
Becchan, il trasporto che aveva appena provato non era fondato solo sull'attrazione fisica...
Capitolo XVII “Amare vuol dire soffrire?”
Beatrice si risvegliò di soprassalto: possibile? Lei e Goku... arrossì e istintivamente provò a coprirsi la
faccia tra le coperte ma... non aveva coperte sul corpo... e non era neanche sdraiata sopra un letto...
Becchan si guardò intorno... non c'era traccia di Goku, né accanto a lei, né nei paraggi... guardando i
dintorni si accorse anche di non essere tornata nello spazio adibito per lei e Goku: era ancora in quella
distesa bianca, dove poco prima si era fermata a riposare... i suoi vestiti non erano strappati, li portava
ancora addosso, perfettamente integri... e allora quei baci? Il suo cuore batteva ancora fortissimo e il
sangue pulsava velocemente... eppure... si, aveva sognato tutto!
Si mise a sedere e si reggeva con le braccia dietro la schiena... ripensò a quei momenti magici che
aveva solo sognato... iniziò a tremare e due enormi lacrimoni le sgorgarono dagli occhi.
Si toccò il ventre in un ultimo, disperato gesto, ma questo non le doleva... segno che si, per quanto quel
sogno fosse stato coinvolgente e passionale... era stato solo un sogno!
Da quando era entrata nella stanza speciale, stare a contatto con Goku a tutte le ore del giorno aveva
scatenato in lei certe fantasie... questo non era stato, quindi, il suo primo sogno a luci rosse eppure era
questa volta era stato così reale... e lei, al risveglio, mai prima d'ora era rimasta così delusa da
quell'amara scoperta...
Le lacrime continuavano a scendere incessanti, lei si strinse le braccia intorno al corpo e nascose la
testa tra le gambe... singhiozzava e non riusciva a ragionare... non riusciva più a pensare... voleva solo
tenere stretto a sé ogni attimo di quel dolce sogno, ogni immagine, ogni frammento, prima che, come
tutti i sogni, fosse dimenticato subito dopo il risveglio...
Ma era stato davvero un sogno? Becchan non lo sapeva ma un fatto corrispondeva a verità: Goku
quella mattina aveva realmente preparato il pranzo per farle una sorpresa e, preoccupato di non averla
vista rientrare nel primo pomeriggio, aveva pensato che fosse nei guai e l'aveva raggiunta con il
teletrasporto; l'aveva trovata poi addormentata e, intenerito da quella scena, aveva pensato di portarle il
pranzo lì, in modo che al suo risveglio lo trovasse accanto a sé. Goku quindi si era teletrasportato verso
la cucina e poi nuovamente verso Becchan ma, quando tornò dalla sua allieva, notò che qualcosa nella
sua espressione era cambiata: il suo visino angelico era contratto in una smorfia di piacere e continuava
a ansimare e ripetere il suo nome: “Goku”, “Goku”, “Goku”. Goku, rimasto profondamente turbato, si
era allontanato immediatamente... lui era un tontolone, è vero, ma chiunque si sarebbe accorto dei
sentimenti di Beatrice...
Tornò ora per vedere se Becchan si era risvegliata: aveva deciso di fare finta di niente e riportarla in
quello spazio adibito per loro per continuare i loro allenamenti come se niente fosse successo, come se
niente lui avesse udito... al suo ritorno, invece, la situazione era letteralmente precipitata e trovò
Beatrice in un mare di lacrime. Lui la osservava dall'alto e non sapeva come agire... probabilmente lei
non aveva ancora imparato a percepire l'aura quindi lui avrebbe potuto stare lassù tutto il tempo senza
essere notato. Avrebbe voluto scendere e abbracciarla per mettere fine alle sue sofferenze ma non
poteva farlo: lui in questo momento era la persona che le causava tanto dolore, non poteva fare anche la
parte di quello che la consolava!
E continuava a guardare dall'alto... impotente...
Beatrice continuava a piangere tutte le sue lacrime... piangeva perché si era resa conto di essere una
stupida: quel sogno era così coinvolgente ma... nei suoi sogni Goku era sempre così diverso, così
smaliziato e intraprendente... eh si, proprio diverso dalla realtà: era come se lei si fosse innamorata di
un'immagine che poi aveva plasmato a proprio piacimento! Però quei sogni erano così intriganti...
anche troppo, tanto che Beatrice credendo di vivere in uno di questi sogni aveva creduto davvero di
poter conquistare Goku! Più di tutto, Beatrice si vergognò per aver immaginato Goku in quelle
situazioni perché sapeva benissimo che lui era un uomo sposato e sapeva benissimo che amava la
moglie, e i figli... i figli? A questo pensiero Becchan impallidì... Goten... come si sarebbe comportata
nei confronti del ragazzo? Poteva ancora passare a trovarlo prima di evocare il drago Shenron, come gli
aveva promesso, dopo aver immaginato di ripassare l'intero Kamasutra e molto di più con suo padre?!?
A Beatrice non restava che piangere e Goku la osservava che si sfiniva, udiva i suoi lamenti e lui non
poteva fare davvero niente per lei? Darle ciò che lei bramava sarebbe stato sufficiente a placare questa
sofferenza oppure l'avrebbe ferita maggiormente?
Beatrice trovò un attimo di pace ripensando a cosa l'aveva fatta innamorare di Goku nel suo mondo,
quando lui era un cartone animato ma aveva tanto carisma da colpirla ugualmente... Becchan ripensò ad
un episodio che l'aveva colpita particolarmente: quello dove lui affronta uno dei 5 guerrieri di Baba,
Devil, che è in grado di usare i Raggi Diabolici, dei raggi che fanno aumentare all'infinito la cattiveria
presente in un essere umano fino a provocare un'esplosione mortale. Quella volta Goku se l'era cavata
perché nel suo animo non risiedeva la minima ombra di malignità o corruzione... era puro come un
agnellino... e crescendo aveva conservato questa bontà innata: spesso e volentieri l'aveva manifestata,
ad esempio, risparmiando i propri nemici. Beatrice si era innamorata di Goku perché lui era il classico
eroe della situazione con l'animo pervaso dai buoni sentimenti... ma proprio la lealtà e la fedeltà che
provava nei confronti della sua famiglia, lei ne era sicura, gli avrebbero impedito di consumare un
tradimento... Goku aveva anteposto tante volte le necessità della Terra a quelle della sua famiglia ma
mai, mai una volta, lui aveva vi anteposto le proprie! Lo sapeva bene lei che aveva seguito quei 507
episodi...
Beatrice si vergognò infinitamente perché nei suoi sogni aveva privato Goku proprio di quelle che
erano le sue caratteristiche principali, quelle che avevano fatto scoccare la scintilla... anche se lui era un
cartone animato. Eppure, da qualche parte nel suo cuore infranto, Beatrice pensò che se Goku l'avesse
vista in quell'istante, pur di porre fine alle sue sofferenze, avrebbe anche pensato di darle quello che lei
desiderava... ma le sarebbe bastata solo una notte di sesso? No, non era quello che lei voleva:
desiderava essere corrisposta dall'uomo che amava.. si, anche solo una volta... ma doveva essere amore,
non sesso... Beatrice capiva che questo non era possibile e, anche se non riusciva a frenare le lacrime,
abbozzò un sorriso sereno e pensò che si era innamorata proprio di un grand'uomo!
Goku, che era alle sue spalle, pensò di buttarla a terra e fermare ogni sua lacrima con un bacio... non
aveva mai tradito Chichi ma questa era una giusta causa... Beatrice voleva solo il suo corpo, a Chichi
sarebbe rimasto il sentimento... sua moglie era una donna forte e avrebbe capito, aveva capito tante
volte le sue scelte anche se non le aveva condivise... avrebbe capito anche questa volta? Goku stava già
allungando una mano verso la spalla di Beatrice e si ripetè nella mente: “Veloce e conciso: un bacio e
poi accada quel che... gulp: quel che accada! Si, Chichi.... Chichi è forte, è una grande donna... capir...”
Beatrice avvertì qualcosa alle sue spalle e si voltò... strano: non c'era niente...
Goku aveva ritratto quella mano ed era volato nuovamente ad osservare la situazione dall'alto: cosa
stava per fare? No, Chichi non avrebbe capito questa volta: non poteva capire... ma Goku stava per fare
quel gesto per placare la sofferenza di Beatrice o la propria?
Capitolo XVIII “Il vaso di Pandora scoperchiato”
Beatrice pianse tutte le sue lacrime e, sfinita, cadde nuovamente in un sonno profondo. Era ormai sera.
Goku pensò che lei non aveva mangiato niente in tutto il giorno, allora le portò il pasto che aveva
cucinato con le sue mani, era ormai freddo ma era sicuro anche che lei lo avrebbe apprezzato.
Le portò anche una coperta e, amorevolmente, gliela posò sopra.
Goku la osservò mentre riposava... durante quei giorni insieme, lui aveva notato che Beatrice aveva
l'abitudine, prima di dormire, di spostare dal viso i suoi lunghi capelli... in questo istante Goku notò
che un ciuffo ribelle, invece, attraversava il suo viso e, istintivamente, allungò una mano per levarglielo
ma si bloccò... pensava che se in quel momento l'avesse sfiorata con un dito non l'avrebbe più potuta
lasciare... e volò via...
Goku si buttò sul letto sfinito, e osservava il soffitto con le braccia dietro la nuca... aveva portato il
pasto a Becchan ma anche lui, non aveva mangiato niente dall'ora di pranzo; strano: la fame non
l'aveva neanche sorpreso, si massaggiò la pancia pensando che era proprio strano... bé, era evidente che
stava male, altrimenti come spiegare quella strana sensazione? Sentiva un nodo alla bocca dello
stomaco... Goku si guardò la mano con la quale si era massaggiato la pancia e notò che era sudata...
Ripensava a Beatrice e alle sue lacrime... ogni lacrima per lui era una freccia che gli aveva trafitto il
cuore... era ancora il suo mito? Che razza di mito si può considerare un uomo che fa soffrire la sua fan
numero uno? Strinse la mano sinistra e poi la portò sul viso e si coprì gli occhi... cosa stava
succedendo? Ripensò a quella sensazione che l'aveva colto prima che potesse sfiorare Beatrice...
l'aveva colto ben due volte... eppure i giorni scorsi non era così: con Becchan c'erano stati spesso e
volentieri bacetti sulle guance e abbracci... si era trattato per lo più di gesti privi di malizia eppure lui
aveva notato, ogni volta, il visino di lei che arrossiva, le sue reazioni imbarazzate... ah, come era carina:
si emozionava per così poco... le sue guance rosse... Goku sorrise e davanti agli occhi aveva solo il
dolce sorriso di Beatrice.
Beatrice si svegliò nel cuore della notte in preda ai morsi della fame; ora era riposata abbastanza,
poteva cercare di percepire l'aura di Goku e tornare alla postazione... l'aura di Goku... ma Beatrice
aveva voglia di rivederlo? Oh si, moriva dalla voglia di rivederlo però in questo istante voleva anche
concentrarsi sui suoi sentimenti per cercare di... di cosa? Al cuor non si comanda e quella sua cotta che
durava ormai da otto anni di certo non poteva sparire in una notte... Beatrice si riteneva fortunata per
questa avventura fantastica che stava vivendo... i suoi sentimenti non potevano sparire con un soffio di
vento, non ora che si erano rafforzati vivendo con Goku, però, in compenso, poteva nascere in lei un
nuovo sentimento: la rassegnazione.
Becchan pensò che fosse il caso di allenarsi da sola per qualche giorno, sarebbe tornata da Goku solo
quando si fosse sentita più forte, non una forza fisica, voleva solo trovare dentro di sé la forza per
pensare a lui come... come al suo mito, niente di più.
Goku il suo mito era e il suo mito restava, su questo non c'erano dubbi!
Si alzò per sgranchirsi le gambe e, inavvertitamente, fece cadere la bottiglia d'acqua che era accanto a
lei... una bottiglia d'acqua? E vicino c'era pure un piatto coperto. Becchan notò improvvisamente che
anche quella coperta che la ricopriva aveva qualcosa di strano... Chi l'aveva portata sin lì? La annusò e
riuscì a sentirlo... era molto fievole però l'odore di Goku si distingueva... lei riusciva a distinguerlo
chiaramente!
Becchan si portò vicino al viso quel pezzo della coperta e... e qualche lacrima scese ancora lungo le sue
guance... strinse la coperta più forte e sussurrò: “Si, mi sono rassegnata... non voglio niente da te...
voglio solo che non mi odi e...- Beatrice si sdraiò nuovamente- per stasera voglio essere ancora
innamorata di te, e voglio sognare te... solo per stasera... poi domani mi rassegno... te lo giuro... te lo
giuro Goku”. E tra altre lacrime si addormentò.
xxx
Becchan si svegliò alcune ore dopo, sorpresa dai morsi della fame: si era svegliata anche nel cuore
della notte ma alla fine non aveva mangiato nulla e si era riaddormentata tra le lacrime; ora stava
letteralmente svenendo dalla fame e scoperchiò il piatto che Goku le aveva lasciato accanto: wow, lui
le aveva preparato uno dei panini delle bancarelle! Becchan ripensò alla prima sera che li aveva
preparati per il suo Goku... il pane e il würstel ormai erano freddi ma lei provò a immaginare lui tra i
fornelli... guardò attentamente il würstel e si convinse che lui li avesse cucinati con una piccola ma
potente onda energetica... oh si, doveva essere così, per forza così... e rise. Un'altra lacrima le scese
lungo il viso e cadde proprio sulla punta del panino... questo avrebbe dovuto accentuare il sapore del
salato... eh si, lo sanno tutti che le lacrime sono salate... eppure Becchan ripensò a Goku che preparava
da mangiare per lei... quando mai aveva visto Goku cucinare? Mai, appunto! E si convinse che quel
panino fosse il pasto più dolce che avesse consumato.
Dopo aver fatto colazione, Becchan si chiese che ore fossero: Goku le aveva portato un panino ma non
poteva approfittare troppo della sua gentilezza perché se ogni pasto che lui le avrebbe preparato avesse
avuto quel sapore così dolce e avvolgente, lei non se lo sarebbe più levato dalla testa! Doveva andare
alla postazione e portare via del cibo, poi si annusò la spalla... e aveva anche bisogno di una doccia!
Ma... chissà se avrebbe trovato Goku... e in quel caso, che fare? Come si sarebbe comportata? Ci
avrebbe pensato più avanti... per ora non sapeva neanche dove fosse la postazione e non era ancora in
grado di percepire le aure, quindi avrebbe volato molte ore prima di giungere a destinazione!
Goku percepì l'aura di Becchan in volo... che stesse tornando da lui? Che fare? Come si sarebbe
comportato? Lei stava tornando per... per placare il suo dolore tra le sue braccia?
L'espressione di Goku era molto preoccupata, poi si rese conto che Becchan stava volando nella
direzione sbagliata e lui... lui avrebbe avuto ancora un po' di tempo per pensarci!
Capitolo XIX “Resta con me, Chichi”
Molte ore più tardi Becchan, sfinita, raggiunse quello spazio adibito agli ospiti all'interno della stanza
dello spirito e del tempo.
Goku c'era ma era anche addormentato... Becchan per prima cosa sgattaiolò in bagno.
Goku, intanto, pensava che se lei l'avesse svegliato avrebbe fatto finta di niente e si sarebbe comportato
come al solito, altrimenti avrebbe continuato a far finta di dormire: capiva che lei aveva bisogno di
prendere del cibo, di usare il bagno e non voleva infastidirla, innervosirla o, semplicemente, ferirla con
la sua presenza.
Becchan stava facendo la doccia e, ad un tratto, il suo cuore aveva preso a battere all'impazzata... e se
Goku fosse entrato inavvertitamente? Lei non aveva dubbi... ragà, a quel punto sarebbe stato un segno
del destino e lei era autorizzata a saltargli addosso!
...ma Goku non entrò per errore... e Becchan continuava a ripetersi nella sua testolina bacata, arrabbiata
con sé stessa: “Tsk, bel modo che ho scelto per rassegnarmi... eh si, mi sto proprio rassegnando!”
Prese un grosso sacco e iniziò a riempirlo di cibo... poi, allo stesso modo iniziò anche a svuotarlo: cosa
se ne faceva del pollo se non lo poteva cucinare? Non era così brava ad usare l'energia spirituale... e poi
non poteva portare via al suo Goku le spezie... lui le amava tanto, se avesse mangiato senza quelle
sarebbe stato come non mangiare... povero Goku! No, non poteva fargli questo... e poi, cosa se ne
faceva del gelato se non aveva il freezer? Non poteva portare con sé nemmeno il tè che amava bere a
colazione... uffa, ma di questo passo sarebbe morta di fame! Era davvero necessario andare via?
Becchan guardò il letto di Goku... le faceva male doversi separare da lui... forse era una stupida: ora
che era a un passo da lui si faceva tanti problemi... non poteva continuare ad essere la sua allieva come
se non avesse mai fatto quel sogno? Si trattava solo di un sogno... possibile che fosse così importante?
Becchan si avvicinò al letto di Goku, si inchinò e cercò di guardare la sua faccia addormentata; Goku
era tesissimo, sentiva il viso di Becchan così vicino... lui, l'essere più forte della galassia, battuto dal
dolce respiro di una ragazza come tante... no, lei non era come tante, lei era diversa, lei era... Becchan!
Becchan gli passò una mano sul viso, in un orecchio gli sussurrò: “Tornerò presto” e gli stampò un
piccolo bacio sulla guancia. Becchan si rialzò e pensò: “Tornerò quando sarò in grado di reggere il tuo
sguardo...” e fece per andarsene... in quell'istante si sentì tirare per i pantaloni: era Goku che la
tratteneva e le sussurò: “Resta con me, Chichi”.
Queste parole turbarono Becchan e pensò: “Resta con me... quanto vorrei restare con te Goku ma non
mi chiamo Chichi”.
Becchan pensò che Goku era addormentato, probabilmente l'indomani non si sarebbe neanche ricordato
che era successo... forse lei poteva... solo questa notte... una volta sola... voleva solo afferrare la felicità
che lui poteva donarle...
“Eh no Beatrice: non ci si rassegna così”, e staccò delicatamente ma con piglio deciso la presa di Goku
e gli sussurrò all'orecchio: “Non sono Chichi”, lui riagganciò la presa e farfugliò: “Lo so”.
Una vera breccia nel cuore di Becchan... il suo cuore iniziò a palpitare...
Capitolo XX “Il cambiamento di Goku”
Erano ormai due giorni che Becchan se ne era andata lontano da Goku eppure quelle parole le
risuonavano ancora forti nella testa: “Resta con me, Chichi”. Quella volta era volata via ma un dubbio
continuava ad assillarla... Goku stava davvero dormendo?
Da allora non era più tornata alla postazione e aveva continuato ad allenarsi in uno spazio che aveva
allestito lì vicino e Goku passava il tempo ad osservarla dall'alto... come stava diventando forte la sua
Becchan!
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Diciottesimo giorno nella stanza dello spirito e del tempo.
Becchan ormai si era allontanata quasi una settimana da Goku.
Il sentimento di rassegnazione aveva iniziato ad affacciarsi nel suo animo però, diciamoci la verità, non
poteva cambiare in così poco tempo... non sapendo che Goku era sempre lì con lei, in quella stanza che
li isolava dal resto del mondo... e non poteva neanche andare avanti così: agli occhi di Goku lei era
sparita senza una ragione... chissà cosa aveva pensato!
Era arrivato il momento di prendersi le sue responsabilità e iniziò a volare diretta alla postazione... in
questo breve periodo Becchan aveva imparato ad orientarsi in quella distesa bianca... più che altro si
era stabilita in un punto ben preciso e aveva percorso quella strada molte volte!
Forse aveva anche imparato a riconoscere le aure: una volta aveva avvertito una grande forza, come
una folata di vento molto potente nei suoi pensieri, una sferzata di energia e quasi contemporaneamente
aveva visto in cielo Goku che sfrecciava... ora avvertiva una sensazione simile e, seguendola, arrivò
alla postazione: eh si, forse aveva proprio imparato visto che Goku si stava allenando e la sua aura,
potente, era ben visibile... ora che Becchan era così vicina avvertiva ancora maggiormente quella
“folata di vento”...era così travolgente..
Becchan era davanti a Goku... possibile che lui non si fosse accorto della sua presenza? No, anche
bendato se ne sarebbe accorto... Becchan non era molto forte, non al pari dei nemici che aveva
affrontato, ma anche lei aveva un'aura e lui doveva pur averla avvertita visto che lei, attirata dalla sua
aura potente, aveva volato sin lì alla massima potenza!
Eppure Goku restava davanti a lei, immobile... cosa era quell'indifferenza?
Becchan era sull'orlo di una crisi di nervi: lei sparisce quasi una settimana, finalmente torna e lui non
ha niente da dirle? Voleva urlargli contro, poi buttarsi a terra e piangere... meritava questa indifferenza?
Perché Goku non l'accoglieva a braccia aperte con il suo miglior sorriso?
Goku l'aveva osservata dall'alto in basso, poi aveva rialzato la testa e la guardava dritta negli occhi...
sudava freddo: Becchan era tornata perché aveva bisogno di qualcosa, come nei giorni scorsi, oppure
era tornata... per restare? La prima ipotesi lo faceva impazzire, la seconda anche: cosa avrebbe fatto in
quel caso? Anzi, come avrebbe fatto a restare impassibile in quel caso? Il suo sogno ricorrente degli
ultimi giorni si era finalmente avverato... e ora?
Passò qualche minuto e i due erano ancora uno davanti all'altro... si fissavano ma nessuno dei due si
azzardava a fare la prima mossa, finché gli occhi di Becchan si velarono di lacrime, la rabbia si
impossessò di lei e lei formò nella sua mano destra una sfera di energia... aveva intenzione di lanciarla
a Goku?
Goku, di fronte a lei, pensava al da farsi: doveva prendere in pieno quella sfera per far sfogare Becchan
o forse doveva evitarla perché il suo fortissimo mito era sempre il suo fortissimo e invincibile mito?
Intanto Becchan era pronta a scagliare il colpo, sollevò la mano all'altezza del petto di Goku e...
Capitolo XXI “Voglio andare via!”
Becchan aveva gli occhi stracolmi di lacrime ma la sfera nella sua mano destra si potenziava sempre di
più... e con decisione, infine, la scagliò contro Goku.
Lui aveva deciso di lasciarla sfogare e prese in pieno quel colpo: Becchan non aveva una buona mira,
forse voleva mirare al centro del petto di Goku ma il colpo arrivò alla sua spalla sinistra. Becchan
aveva riposto grande energia in quel colpo ma di certo Goku non aveva provato dolore, ne risentì solo
la sua tuta: la spallina sinistra della maglia arancione si lacerò e la parte superiore della tuta si piegò su
sé stessa.
Goku osservò Becchan: ora era soddisfatta? Nel suo volto si dipinse uno strano sorrisetto e gli disse:
“Bé? Io in questi giorni mi sono allenata molto, tu a quanto pare non sei più in grado di evitare un
colpo!”
Goku improvvisamente capì: come aveva potuto dubitarne? Un sorrisetto si dipinse anche sul suo
volto, era lo stesso sorriso che sfoderava solo nelle battaglie più difficili, quelle che lo eccitavano
maggiormente, si mise in posizione e improvvisamente si scagliò contro Becchan!
Lei parò il suo pugno con la l'avambraccio sinistro e provò a scagliargli un calcio al fianco destro ma
lui con la super velocità sparì e ricomparve solo alle sue spalle: afferrò Becchan e la immobilizzò,
avvinghiò le sue gambe a quelle di Becchan: “Eheh: prova a liberarti ora!”
Becchan gli tirò una testata, Goku allentò la presa e lei ebbe modo, con una spettacolare capriola, di
ribaltare la situazione: ora era lei che lo teneva immobile, facendo passare le proprie braccia sotto le
sue ascelle; Becchan: “E che mi dici ora?”
Goku potenziò la sua aura al limite dello stadio normale, quello con i capelli neri, e bastò questa
potenza ad allontanare Becchan: lei mollò volontariamente la presa e si coprì la faccia con le braccia
per non restare travolta da quella potente aura che l'avrebbe potuta far volare via lontano.
Goku: “Dico che sei migliorata molto!”
Becchan si inorgoglì, non riuscì a trattenere un altro sorrisetto: sapeva bene che Goku non combatteva
al massimo delle sue capacità però... ragazzi: combattere contro Goku quasi alla pari... che figata! E
Becchan partì con un altro pugno, Goku fermò il suo braccio, lei provò a sferrare un calcio e Goku
fermò anche la gamba, Becchan allora gli lanciò una sfera di energia all'altezza della bocca dello
stomaco con la mano libera e Goku dovette mollare la presa; Becchan ne approfittò e gli tirò un pugno
a faccia, lui incassò, lei stava per scagliarsi nuovamente contro Goku ma lui fu più veloce e la afferrò
per la vita.
Becchan iniziò a scalciare e Goku: “Eheh... eh...” e arrossì improvvisamente: voleva alzare la faccia per
guardare bene l'espressione di Becchan e lanciarle l'ennesimo sguardo di sfida quando si accorse che da
quella posizione non poteva incrociare lo sguardo della ragazza perché tra loro si frapponevano due
enormi cose... morbide... soffici... Goku arrossì, pensò a quante volte in quella settimana aveva pensato
di poggiare la testa su quel morbido cuscino naturale e mollò d'istinto la presa anche se in realtà ne
avrebbe voluto iniziare un'altra... Becchan non capì e si avventò su di lui con una raffica di pugni,
Goku li parò tutti e passò al contrattacco, anche Becchan riuscì ad evitare tutti i suoi colpi, poi gli
afferrò le mani ed entrambi facevano forza per scaraventare l'avversario lontano... ovviamente Goku
tratteneva la sua forza per essere al livello di Becchan, ma un certo punto, eccitato da quella battaglia,
aumentò involontariamente l'aura e la potenza e così Becchan si ritrovò a terra in un attimo.
Lui la raggiunse immediatamente e le porse la mano per aiutarla a rialzarsi, lei afferrò quella mano ma
in un attimo allungò anche la gamba sinistra e gli fece lo sgambetto: anche Goku finì a terra.
Becchan iniziò a ridere e si rialzò, ora era lei che porgeva una mano a Goku per aiutarlo ma lui strinse
quella mano, la spinse verso di sé e lei finì seduta sopra i suoi perfetti addominali. Becchan rise ancora
e disse: “Bé, chi ha vinto?” Goku la guardava mentre si pettinava i capelli con le mani e li portava tutti
sul lato destro e pensò: “Hai vinto tu che sei riuscita a rubarmi il cuore!” ma in realtà disse solo: “Hai
vinto tu”.
Becchan, percorrendo i magnifici pettorali di lui con l'indice della mano destra: “Eh si, ma smettila: ho
vinto solo perché tu hai trattenuto la tua forza”.
Goku: “No, sono serio: in soli 18 giorni sei migliorata tantissimo! Io ci ho messo una vita ad arrivare a
questo livello ma tu... in 18 giorni... urka: è straordinario, pensa dove puoi arrivare alla fine
dell'allenamento!”
Becchan sorrise e lo ringraziò, poi si sollevò e gli porse una seconda volta la mano per aiutarlo a
rialzarsi, questa volta era seria e Goku, che lo capì, senza scherzi accettò quella mano e si rialzò.
Becchan: “No Goku, io non arrivo alla fine dell'allenamento: vado via ora”.
Capitolo XXII “Il quarto desiderio”
Becchan: “No Goku, io non arrivo alla fine dell'allenamento: vado via ora”.
Goku rimase sorpreso, no, stupito, no... di più... un brivido al cuore... farfugliò solo un: “...ma...”
Becchan: “Ora come ora sono in grado di recuperare le sfere del drago?”
Goku: “Secondo me ora come ora tu saresti in grado di realizzare da sola ogni tuo desiderio...” e le
poggiò una mano sulla spalla...
Forse quella frase nascondeva un secondo significato che Becchan non poteva e non voleva cogliere ...
però poggiò le sue mani su quella di Goku e inclinò leggermente la testa sulle mani.
Goku capì e rispose chiaramente alla domanda: “Si”.
Lei ripetè solo: “E allora vado via ora”.
Goku: “Perché? Hai così fretta di tornare nel tuo mondo?” Un pensiero attraversò la mente del sayan:
possibile che lui si era sbagliato e che in realtà qualcuno attendeva Becchan nel suo mondo?
Becchan: “Goku... perdonami... non ti posso spiegare... però non posso neanche restare...” e dentro di
sé finì la frase: “...perché se non vado via ora non troverò mai più la forza di farlo...”
Goku: “Capisco... bé... buona fortuna”, e abbozzò un sorrisetto anche se si notava che era un po'
forzato...
Becchan: “Negli ultimi 18 giorni ho ripetuto solo parole come “meraviglioso” e “straordinario”... ma in
realtà non ci sono aggettivi per descrivere quanto è stato fantastico e unico vivere questa breve
avventura con te...”
Ora Goku aveva un sorriso più rilassato e sereno.
Becchan indicò il numero uno con il pollice della mano sinistra e con la mano destra sosteneva quel
pollice, poi disse: “Il mio primo desiderio era finire nel mondo di Dragon Ball... e a quanto pare ci sono
riuscita”. L'indice e il pollice della mano destra ora sostenevano l'indice sinistro: “Il mio secondo
desiderio era conoscerti e... cosa dire di più? Se qui, davanti a me...” Poi con il dito medio indicò il
terzo desiderio: essere allenata da Goku e anche questo era stato esaudito, poi scivolò verso l'anulare:
“Il mio quarto desiderio... lo sai qual è il mio quarto desiderio?” Goku era un po' preoccupato: finire nel
mondo di Dragon Ball, conoscerlo, essere allenata da lui e ora... oh Dende: l'anulare, il dito dove si
infila la vera, la fede nuziale! Goku impallidì un attimo e nervosamente rispose: “Ma guarda che
Shenron può esaudire solo 3 desideri”. E Becchan avvicinando la faccia a quella di Goku che, intanto,
stava indietreggiando: “Eh no bello: il quarto desiderio lo puoi esaudire solo tu!” E gli afferrò con
decisione il braccio sinistro: “Goku... in 18 giorni con te... tu... ecco... neanche una volta...- Goku
sudava freddo... a seconda della richiesta era autorizzato ad agire di conseguenza? Becchan abbassò lo
sguardo- Goku... ti prego...-e rialzò improvvisamente la faccia fissandolo dritto negli occhi- trasformati
in super sayan, per me, ora, qui!”
Goku a quella richiesta tirò un sospiro di sollievo, si asciugò persino il sudore sulla fronte con
l'avambraccio destro e disse: “Tutto qui?”
Becchan abbassò lo sguardo ancora una volta: “Per me... è importante...”
Goku non comprese le ragioni della ragazza, però la guardava negli occhi... perché non accontentarla?
E con un bel respiro si trasformò.
Becchan, proprio come nel sogno, guardava Goku in faccia durante la trasformazione: i suoi occhi e i
suoi capelli iniziarono a schiarirsi fino a raggiungere il colore, rispettivamente, del mare e dell'oro.
Becchan si morse un labbro: Goku era più bello di come era mai stato nel migliore dei suoi sogni, poi
sprofondò tra le sue braccia; una forza potente la avvolgeva e la travolgeva: era la sua aura forte e
rassicurante.
Goku pensò che Chichi non aveva mai amato questa sua trasformazione ma ora questa ragazzina tra le
sue braccia lo accettava anche così... anzi, gli aveva chiesto di proposito di trasformarsi!
Goku dovette allontanarla... Becchan aveva uno strano ascendente su di lui e pensò che, ora che era
trasformato, non avrebbe potuto controllare la forza che pulsava nelle sue vene... non avrebbe potuto
fermarsi... forse non avrebbe voluto fermarsi...
Goku volò in alto e Becchan lo osservò mentre si allontanava... dovette mettere una mano sulla fronte
per evitare di restare accecata da quell'aura così sbrilluccicosa... come era bello il suo mito...
Poi Becchan urlò: “Ma tu... chi sei veramente?”
Goku, sorpreso, guardò in basso, verso Becchan: cosa voleva dire quella fr... “Ah!” e sbatté il pugno
sinistro nella mano destra aperta: aveva capito e, sfoderando il migliore dei suoi sorrisini da sfida,
rispose: “Credevo di essermi già presentato!”
Un sorriso illuminò il volto di Becchan e lacrime di gioia già riempivano i suoi grandi occhioni: si,
Goku aveva capito!
Goku proseguì: “Sono un sayan venuto dalla Terra appositamente per eliminare te...” Becchan
muoveva le labbra come per pronunciare quelle parole assieme a lui; Goku si fermò un attimo a
pensare: “Per eliminare te mia piccola Becchan? Al massimo ti potrei sfinire di baci!”
Becchan rimase delusa da quel silenzio un po' troppo lungo per i suoi gusti e lo esortò a continuare:
“Tu sei l'essere più forte della galassia...” e Goku a pieni polmoni: “Eh si: sono l'essere più forte della
galassia, che nonostante la rabbia riesce a combattere con cuore sereno. Sono il super sayan, il
prescelto!”
L'aura di Goku era potentissima, la avvolgeva, le penetrò sino al cuore e le scaldò l'anima... Becchan
ancora una volta si ritrovò a piangere di gioia, cercava di coprirsi gli occhi per non farlo notare a Goku
e allo stesso tempo cercava di asciugare quelle lacrime incessanti per salutare il suo mito con il
migliore dei suoi sorrisi. Lui la osservava dall'alto... lei era così piccola e fragile e ancora in grado di
commuoversi per così poco... Così poco? Becchan aveva visto tutti i 507 episodi di Dragon Ball, però il
suo preferito l'aveva trovato circa a metà della storia ed era quello in cui Goku combatteva contro
Freezer e, esaltato per la trasformazione che gli aveva sconvolto la mente e il fisico, rivolgeva al
nemico queste parole. Becchan ricordava persino la data della prima messa in onda di quell'episodio...
vabbé, dai, la ricordava solo perché il giorno era anche il compleanno della sua migliore amica e lei,
che aveva il videoregistratore rotto, andava alla sua festa ad una sola condizione: doveva portare con sé
una videocassetta vergine e la migliore amica ci metteva il videoregistratore! Beatrice era pazza? Si,
era pazza: di Dragon Ball... era pazza di Goku!
Beatrice tornata a casa aveva visto e rivisto mille volte la puntata ma, soprattutto, i cinque
emozionantissimi minuti finali! Conosceva quella scena a memoria, tutte le volte che la vedeva si
esaltava ma mai prima d'ora si era persino commossa: bé, mai prima d'ora Goku in persona l'aveva
recitata per lei!
Lei pensò: “Eh si, ora o mai più!” E con tutto il fiato che aveva in gola urlò: “GOOOooKUUUuu...
GRAAAZIE!”
E decisa si avviò verso la porta, allungò la mano sulla maniglia... per un attimo desiderò che Goku la
bloccasse e con irruenza la sbattesse a terra e iniziasse a baciarla, poi le avrebbe strappato la tuta come
nel sogno e quella stanza si sarebbe trasformato nel loro nido d'amore, come in tutti i suoi sogni...
Goku la osservava mentre poggiava la mano sulla maniglia... dovette stringere i pugni per trattenersi ed
evitare di scendere da lei, bloccarla con irruenza, sbatterla a terra e baciarla, strapparle la tuta e andare
oltre... come il suo sogno ricorrente dell'ultima settimana...
Capitolo XXIII “Una sorpresa inaspettata”
Becchan aveva posato la mano sulla maniglia della porta che l'avrebbe ricondotta alla realtà del mondo
di Dragon Ball... lentamente girò quella maniglia: sperava che in un ultimo, fulmineo e azzardato gesto
Goku la bloccasse e le proponesse attimi di travolgente passione... Goku osservava la scena dall'alto,
con il sangue che gli ribolliva nelle vene all'idea di non poter fermare la ragazza... anche se in quel
momento lo desiderava più di ogni altra cosa al mondo...
Becchan con un gesto deciso completò il mezzo giro della maniglia e la porta si aprì... Becchan
sgattaiolò fuori e la richiuse alle sue spalle.
Goku, ancora all'interno della stanza speciale, tornò il solito Goku con i capelli neri, scese a terra e si
sedette con le spalle poggiate sulla porta che Becchan aveva appena richiuso... per un'istante poté anche
sentire il solito profumo di Becchan... lei usava solo profumi alla vaniglia... Goku non aveva mai
pensato che il sapore della vaniglia fosse tanto dolce...
Becchan era sì uscita dalla stanza dello spirito e del tempo, però anche lei era rimasta qualche istante a
pensare con le spalle attaccate a quella porta... e respirava affannosamente... e ripensava ai 18 giorni
appena trascorsi... 18 fantastici giorni... che avventura!
Becchan corse via... aveva una missione da compiere: doveva recuperare le 7 sfere del drago!
Passò a salutare Dende e Mr Popo e quest'ultimo le riconsegnò la borsa bianca con il radar cercasfere e
i pochi effetti personali che Becchan aveva con sé; tra le altre cose nella borsa c'erano i vestiti con cui
Becchan era arrivata nel mondo di Dragon Ball e pensò bene di cambiarsi.
Becchan notò che ora, come i personaggi dei cartoni animati, non aveva bisogno di cambiarsi i vestiti
ogni giorno: questi, ogni giorno, erano sempre freschi e puliti, come appena lavati; lei decise di
cambiarli perché non voleva correre il rischio di rovinare la tuta che Chichi aveva cucito per lei e che
aveva indossato negli ultimi, fantastici, 18 giorni...
Becchan si cambiò, salutò nuovamente Dende e Mr Popo e scese verso il palazzo di Balzar per salutare
pure Yajirobei e il gattaccio. Arrivata al “pianerottolo” di Balzar, Yajirobei fu molto felice di rivederla:
“Ehi Becchan, vieni: ho appena preparato la pasta al pesto!”
Becchan notò il cielo che iniziava a scurirsi: da quando aveva lasciato Balzar e Yajirobei per lei erano
passati 18 giorni, per loro giusto qualche ora e si avvicinava l'ora di cena, per questo Yajirobei era
nuovamente ai fornelli. Lei non aveva fame però la pasta aveva un tale profumino e lei decise di
entrare, Balzar la ostacolò con il suo bastone: “Se decidi di entrare dovrai accettare anche le
conseguenze...” avrebbe voluto finire la frase ma Becchan lo interruppe: “Ahò gattaccio del malaugurio
ma sei ancora arrabbiato con me? Ma che ti ho fatto?” E facendo perno sulla ringhiera, saltò all'interno
del “pianerottolo”, colpendo di proposito Balzar con un piede!
Yajirobei: “Vieni, questa sera non sei l'unica ospite”.
Il cuore di Becchan si fermò... oh cazzo! Altro che gattaccio del malaugurio... Becchan andò a
soccorrerlo immediatamente!
Becchan: “Balzar? Balzar tutto bene? Cosa mi stavi dicendo?”
La ragazza non era ancora molto brava a percepire le aure ma sentiva chiaramente che lì con lei c'erano
altre tre essenze: la prima, quella più vicina, era molto fievole(povero Balzar!), la seconda non era
potente ma si distingueva e la terza... o porca vacca: la terza era potentissima e... era così simile a
quella di Goku... possibile che?
Becchan non ci pensò due volte: poggiò nuovamente una mano sulla ringhiera e stava di nuovo per
andare via quando un ragazzo con la super velocità si avvicinò a lei e la trattenne per la mano
appoggiata alla ringhiera, lei perse l'equilibrio e stava per cadere giù ma il ragazzo le teneva saldamente
la mano. Becchan lo guardò in faccia: eh si, anche se era sera e c'era buio non c'erano dubbi: quello era
Goten! Goten la guardò attentamente: “Becchan... Becchan ma allora sei tu! Cavoli quanto sei
cambiata! La tua aura è così diversa... è più potente! Dì la verità: ti sei allenata nella stanza dello spirito
e del tempo?” Becchan trasalì: cavoli, non aveva affrontato l'argomento con Goku... cosa doveva fare?
Poteva dire alla sua famiglia che si era allenata con lui e dove? Bé, ormai Goten aveva capito che era
stata nella stanza speciale, inutile negare e lei con un fiato disse debolmente: “...si...”
Goten non capì il perché di quel tono di voce insicuro poi si accorse che i due stavano ancora parlando
mentre lui le teneva la mano per non cadere giù! Oh cavoli, lui... il suo preferito, come aveva fatto a
dimenticarsi di una cosa simile? Allora Goten, sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori: “Tranquilla,
adesso ti tiro su io”, e mollò quella mano! Poi con la super velocità si tuffò per riprenderla ma... ma...
Becchan era rimasta sospesa a mezz'aria, lo guardò e disse: “Ho anche imparato a volare!”
Goten era un po' contrariato: era l'occasione giusta per fare la parte dell'eroe!
Rientrarono da Balzar e il ragazzo, entusiasto, disse: “Senti, domani mattina possiamo già partire alla
ricerca delle sfere!” Becchan era leggermente imbarazzata... lui non era compreso nella ricerca delle
sfere ma non sapeva come dirglielo... Goten era un ragazzo dolcissimo... prima di salire sull'obelisco si
erano anche scambiati un bacio... ma dopo i sogni che aveva fatto con suo padre non sapeva proprio
come comportarsi con lui...
Capitolo XXIV “Ancora sorprese per Becchan”
Becchan afferrò il ragazzo per le spalle e gli chiese: “Goten... tu cosa ci fai qui?”
Lui rimase stupito e con timore le chiese: “...sono ancora il tuo preferito?”
Becchan era turbata e tra sé e sé pensava: “Chissà se io sono ancora la tua preferita!” Passò un braccio
intorno al collo del ragazzo e gli diede il solito bacio sulla guancia e gli sorrise, poi guardandolo negli
occhi(cercando di sostenere il suo sguardo puro): “Che domande”.
Goten la abbracciò, felice come un bambino per il solito gesto di affetto ma allo stesso tempo deluso
per non aver ricevuto un bacio vero, come l'ultima volta, e le disse: “Scusa, mi era sembrato che la mia
presenza non fosse gradita”.
Lei cercò di dissuaderlo da quest'idea: “Scusa tu, mi sono espressa male... volevo dire: come facevi a
sapere che sarei uscita ora? Neanche io lo sapevo e ho deciso solo all'ultimo minuto...”
Goten: “Balzar oggi, dopo pranzo, mi ha avvisato che eri salita dal Supremo... così per starti più vicino
sono venuto qui... ad aspettare che terminassi il tuo allenamento... e intanto io mi sono allenato con
Balzar... uff: se lo sapesse mio padre... sai che non sono ancora riuscito a recuperare la boccetta di
acqua? Tu quanto ci hai messo?” Becchan sorrise: “Oh, ma tu non ne hai bisogno: sei già forte e se
proprio vuoi la boccetta- la ragazza frugò nella borsa- eccola qua”, e gli diede quella che lei stessa
aveva recuperato quello stesso giorno, considerando il tempo terrestre.
Goten dolcemente la baciò sulle labbra; Becchan rispose ma era turbata e propose a Goten di andare a
dormire. Goten: “Buona idea: poi domani partiamo alla ricerca!” Una freccia al cuore di Becchan... e
vabbè, glielo avrebbe spiegato l'indomani...
Yajirobei apparve sulla porta: “Voi potete dormire lì”, e, maliziosamente, indicò un letto a due piazze.
Becchan arrossì vistosamente, Goten anche e propose di andare a dormire al palazzo del Supremo...
Becchan cercò di dissuaderlo in ogni modo, avendo paura che Goku fosse già uscito dalla stanza
speciale(che ci faceva lì dentro tutto solo?) ma alla fine Goten la prese in braccio deciso e volò verso il
palazzo del Supremo.
Dende era felice di rivedere Goten però Goku gli aveva chiesto più volte di non rivelare che lui si
trovava lì e quindi sia Dende che Mr Popo tennero la bocca chiusa a riguardo.
Nel palazzo del Supremo c'erano diverse stanze ma Dende accompagnò i due ragazzi nella stanza in cui
avevano dormito Trunks e Goten prima dello scontro con Majin Boo. Becchan notò immediatamente
dei polsini blu sul comodino... come non riconoscerli? Li riconobbe anche che Goten che li prese in
mano ed esclamò: “Ehi, ma questi sono di mio padre!” Dende spiegò che quella era la stanza di Goku
ma, adesso, lui non era presente, quindi i due ragazzi potevano utilizzarla tranquillamente; Becchan
intuì che Goku aveva parlato con Dende... chissà se era ancora all'interno della stanza speciale!
Goten: “Ehi, ho una sorpresa per te”, e le porse un pacchetto.
Becchan: “Eh?” Prese il pacchetto e lo scartò: non poteva credere ai suoi occhi... un vestito uguale a
quello indossato da Bulma nel primo episodio di Dragon Ball! Un grazioso vestitino rosa, corto con il
nome stampato sul petto ma, al posto del nome della ragazza con i capelli azzurri c'era il suo: Becchan.
Lei sfiorò delicatamente il ricamo del nome... oh no, si stava nuovamente per commuovere! Abbracciò
il ragazzo e lui le spiegò che era stata una sua idea però, ovviamente, l'aveva cucito Chichi. Becchan
era al settimo cielo e volle provarlo immediatamente, quindi Goten uscì dalla stanza.
Becchan si sfilò i jeans e la maglietta e, facendolo passare da sopra, indossò il nuovo vestito; questo
dietro era dotato di una lunga cerniera che non riusciva a far risalire da sola: la ragazza stava per
chiamare Goten ma non ce ne fu bisogno perché la porta si aprì in quel momento.
Non ci fu bisogno di parole: lui si avvicinò a lei e le poggiò la mano sinistra sulla vita, era una mano
grande e calda... la destra, invece, fece risalire velocemente la zip... Becchan percepì un grande calore,
una potenza inaudita e, prima di voltarsi lentamente, pronunciò il suo nome: “Goku”.
Capitolo XXV “Il trionfo della demenzialità”
La persona che era entrata nella stanza e aveva aiutato Becchan a chiudere la lampo era proprio lui:
Goku! La ragazza, sorpresa, si voltò e lo guardò negli occhi...
Goku si sedette sul letto e le poggiò le mani sulla vita: “Quest'abito... quanti ricordi! Ti sta benissimo,
molto meglio che a Bulma, sai?” Becchan lo abbracciò come se non lo vedesse da una vita, come se
avesse avuto ancora bisogno di lui, come se si fosse pentita di essere andata via dalla stanza speciale...
Goku stava per rispondere all'abbraccio quando entrò anche Goten nella stanza: Goku e Becchan
avevano avvertito l'aura, lei aveva mollato immediatamente la presa, poi quando il ragazzo entrò i due
si guardarono in faccia e... iniziarono a ridere a crepapelle!
Goku guardò Becchan: quanto era carina con l'abito dello stesso modello di Bulma, poi rivolse uno
sguardo al figlio e commentò sarcastico: “Ma dovete andare ad una gara di cosplay o alla ricerca delle
sfere del drago?” Becchan a questa battuta rise maggiormente: se lei indossava l'abito simile a quello di
Bulma, lui ne aveva indossato uno simile a quello di Goku bambino!!!
Goten: “Ah, ecco dove eri finito papà! Prima sparisci e poi riappari solo per sfottermi?” Goten andò
comunque incontro al padre e gli diede una pacca sulla spalla, il padre, che intanto si era alzato dal
letto, gli mise una mano dietro la schiena e lo strinse a sé in un fugace abbraccio.
Goten: “Hai già conosciuto la mia amica Becchan?”
Goku: “Se l'ho conosciuta? Ragazzo mio non ti sei accorto di quanto l'ho fatta diventare forte?” E gli
fece l'occhiolino; Becchan era imbarazzata da quell'affermazione... avrebbe preferito che Goku tenesse
chiusa la bocca!
Ma Goku stava già cambiando argomento: “Figliolo ma come ti sei conciato?”
Goten: “Papà questa è la tuta che hai usato tu la prima volta che sei andato alla ricerca delle sfere del
drago, non ricordi più?”
Goku si grattò la testa e ci pensò Becchan a rispondere: “Ma se non l'ha più indossata un motivo ci
sarà”; Goku aggiunse solo: “Eh già”.
Goten uscì di gran fretta dalla stanza, Goku e Becchan si guardarono e dissero contemporaneamente:
“Dici che si è offeso?”
Becchan corse fino all'uscio della porta, si affacciò e trovò Goten che stava davanti a Dende,
evidentemente aveva chiesto a lui di cambiare i suoi abiti; Becchan, prima che Goten commettesse altre
sciocchezze, gli disse: “Con la tuta uguale a quella di Goku bambino, ma la tuta che gli aveva regalato
il Genio, i tuoi capelli lunghi... lo sai a chi somiglieresti? A Yamcha nello scontro contro i saibam!
Pensaci! Goten ti ringrazio tantissimo per il pensiero: il mio abito mi piace un sacco, davvero... ma tu...
tu stai benissimo al naturale, non hai bisogno di cambiare il tuo look se lo fai per me...”
Goten fece la scelta giusta e questa volta tornò con i suoi soliti abiti: la maglietta gialla con le maniche
verdi e la scritta Goten sul petto e i jeans. Becchan gli sorrise: era evidentemente d'accordo con il suo
solito look!
Becchan pensò che fosse ora di andare a dormire e si organizzò con Dende, Goku e Goten per la
disposizione nelle camere: strano ma vero, quella di Goku al momento era l'unica stanza libera!
Becchan guardò i ragazzoni... l'idea non le dispiaceva... poi tornò seria: come fare? Non voleva che
Goten potesse minimamente percepire quello che non c'era stato con Goku ma che lei avrebbe tanto
desiderato accadesse...
Goku la liberò da ogni preoccupazione: “Non vi preoccupate per me, io andrò a dormire da Ub, così
domani mattina ci potremo allenare fin dalle prime luci dell'alba” e, accostando due dita alla fronte,
sparì.
Becchan era quasi delusa, non l'aveva neanche salutato... Goten invece era, allo stesso tempo, contento
e spaventato all'idea di restare solo con Becchan!
Lei non voleva stropicciare il vestito che Goten le aveva regalato e allora chiamò Dende: voleva che lui
le fornisse una camicia da notte; Goten, invece, dormiva senza problemi solo con i boxer addosso.
Dende entrò nella stanza, poggiò una mano sul petto di Becchan... lei sentì un gran calore e in men che
non si dica si era cambiata d'abito: indossava ora un baby doll trasparente che arrivava giusto alle anche
e un paio di culotte... Becchan abbassò lo sguardo, si sentiva giusto un po' troppo leggera e quando
notò l'abbigliamento sferrò un pugno in faccia a Dende!
Becchan: “Ma che ti è saltato in mente?” Goten, dietro di lei, iniziò a balbettare: Becchan si tastò il
sedere... nudo: non indossava un paio di culotte ma un perizoma!!! Goten dopo uno schizzo di sangue
dal naso era letteralmente svenuto! Becchan tirò ancora un calcio a Dende e poi andò a soccorrere
Goten svenuto; nello stesso istante ricomparve Goku grattandosi la testa strizzando gli occhi: “Eheh: da
Ub c'era il pienone quindi non mi potevano ospitare per questa notte. Becchan io e Goten ti lasceremo
la stanza e noi andremo a dormire fuori, sei d'accordo?” Goku riaprì gli occhi e rimase di sasso,
sussurrò solo un lieve: “Uuuuurka”.
Becchan gli lanciò un'occhiataccia: “Ma non lo vedi cosa mi ha fatto quel pervertito di Dende?”
Goku: “Eccome se lo vedo!”
Altra occhiataccia di Becchan; Goku si tolse la casacca arancione e provò a legarla sui fianchi di
Becchan ma quella casacca non aveva le maniche lunghe quindi lui non aveva proprio niente con cui
legarla!
Goten era svenuto sul letto, Becchan era seduta a quattro zampe sul letto, un ginocchio flesso e l'altro
disteso, nell'intento di soccorrere Goten e Goku le cingeva le braccia intorno alla vita nell'inutile gesto
di coprire ciò che il perizoma lasciava intravedere!
Goten rinvenne ma la vista del seno prosperoso di Becchan lo fece svenire nuovamente con un altro
ampio schizzo di sangue dal naso! Becchan perse l'equilibrio e gli cadde addosso, Goku cadde addosso
a Becchan. La ragazza si ritrovò schiacciata tra i due sayan... durò solo un attimo perché Goku si era
rialzato velocemente e altrettanto velocemente aveva sollevato Becchan dal corpo quasi esanime di
Goten...
Becchan lanciò un'occhiata a Dende: lui era decisamente fuori uso, quindi si sarebbe cambiata con il
metodo tradizionale e avrebbe indossato i vestiti con i quali era arrivata nel mondo di Dragon Ball;
Goku, che aveva capito le sue intenzioni, le posò una mano sul petto, lei arrossì e lui le disse: “Non
sono molto bravo però lo so fare anche io”, e Becchan si ritrovò addosso una delle camicie da notte che
era solita indossare: lunga, il modello che amava definire “da castellana”.
Ringraziò Goku e lanciarono un'occhiata ai letti: erano due ma la camera quella notte avrebbe dovuto
ospitare tre persone e un letto era già occupato da Goten svenuto... che fare? Goku e Becchan si
guardarono ancora una volta e, mentre Goku prese in braccio il figlio, Becchan spostò e accostò i due
letti al centro della stanza; Goku poggiò il corpo del figlio da un lato e si stava già sistemando accanto a
lui quando Becchan lo fermò: “Eh no!” E si sistemò lei accanto a Goten, così da risultare tra il ragazzo
e suo padre.
Becchan afferrò il braccio destro di Goten e quello sinistro di Goku e pensò: “Non li potrò avere
entrambi per sempre... mi devo decidere!”.
Capitolo XXVI “Alla ricerca delle sette sfere del drago”
La mattina arrivò presto, troppo presto...
Il primo a svegliarsi fu Goten e trovò Becchan stretta stretta tra le braccia di Goku... lei aveva dormito
con la testa sopra il suo braccio e Goten in quel momento fu invidioso da morire del padre! Goten prese
ad accarezzare i capelli di Becchan e ben presto anche lei si svegliò: si accorse immediatamente di aver
dormito tra le braccia di Goku, come aveva tanto desiderato all'interno della stanza speciale, ma la
prima cosa che vide, però, fu il dolce sorrise di Goten e la ragazza lo salutò gettandogli le braccia al
collo, felice che si fosse ripreso nonostante la forte emorragia della notte precedente. Lanciò ancora
un'occhiata a Goku addormentato e si lasciò sfuggire un sospiro...
Becchan aveva intenzione di andare a cambiarsi in sala da pranzo e, uscendo dalla stanza da letto, notò
Dende a terra ancora svenuto, Goten le mise un braccio intorno alla vita e le disse: “Ma cosa gli è
successo?” Becchan gli passò un dito sul naso e gli disse: “Un giorno te lo racconterò”. Il ragazzo la
afferrò per i laccetti della camicia da notte che, legati in fondo alla schiena, ricadevano morbidi:
“Eddai, dimmelo”, Becchan scappava e lui la rincorreva, arrivati alla sala da pranzo lei gli chiuse la
porta in faccia, lui la riaprì e la baciò al volo, lei la richiuse ancora e si cambiò: indossò il vestito che
Goten le aveva regalato il giorno prima e che Chichi, ancora una volta, aveva amorevolmente cucito
per lei con le sue mani.
A Goten, che aveva dormito in boxer, fu sufficiente rivestirsi e lo poté fare nella stanza dove il padre
stava ancora dormendo.
Becchan, quando fu pronta, bussò alla porta dove si stava rivestendo Goten: “Posso entrare?” Goten
aprì leggermente la porta, la osservò e commentò solo: “Hai fatto anche la treccia”... Becchan era
proprio carina! Goten uscì e si richiuse la porta alle spalle, Becchan si rammaricò perché era la seconda
volta che non riusciva a salutare Goku prima di allontanarsi da lui.
Goten e Becchan partirono alla ricerca delle sfere del drago, il radar aveva localizzato la più vicina a
200 km verso Ovest.
Becchan si era allenata tanto all'interno della stanza speciale e adesso era in grado di volare
velocemente e senza bisogno di riposarsi di frequente: lei e Goten fecero anche una gara di velocità e
per poco il ragazzo stava per essere battuto... e lui non si era certo risparmiato!
Goten sconsolato: “Non solo Pan... tra un po' sarai in grado di battermi anche tu!”
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In meno di due ore Goten e Becchan arrivarono a destinazione... arrivarono al mare...
Becchan rimase un attimo perplessa: “Se la sfera è là dentro non sarà facile recuperarla!”
Goten invece, felice come un bambino, si era già levato le scarpe ed era già entrato in acqua.
Goten: “Ehi Becchan, vieni anche tu: l'acqua è caldissima oggi!”
Becchan: “Aspetta Goten... ehi, non mi schizzare! Non voglio rovinare il vestito nuovo!”
Goten si avvicinò a Becchan e, mentre estraeva qualcosa dalla tasca: “Allora andiamo a comprare dei
costumi da bagno!”
Becchan lo guardò perplessa e aspettava nuovi dettagli, Goten non esitò a fornirglieli: “Guarda qua!”, e
le mostrò l'oggetto che aveva appena levato dalla tasca: una confezione di capsule oplà e, all'interno di
quella, oltre le capsule, c'era anche la carta di credito di Trunks; Goten proseguì: “Me l'ha prestata per
le emergenze e questa lo è... cioè- Goten prese coraggio- quando mi ricapita più di vederti in costume
da bagno?” Becchan sorrise e gli indicò un negozietto di articoli di mare che aveva notato poco prima.
Nel negozietto Becchan scelse il costume di Goten: un costume blu scuro, ovviamente a boxer corto,
con dei disegni floreali e i bordi bianchi; poi la ragazza rispedì Goten al mare mentre lei sceglieva
ancora il suo costume; quando ebbe scelto si cambiò direttamente nel negozio e raggiunse Goten sulla
riva.
Lui era seduto sulla sabbia, lei gli arrivò alle spalle e gli gettò un pugno di sabbia sui capelli, lui si
voltò e rimase incantato... lei aveva scelto un bellissimo bikini celeste: la parte superiore si allacciava
dietro il collo mentre la parte inferiore erano delle sensualissime culotte. Becchan aveva sciolto la
treccia e ora portava i capelli sciolti, liscissimi.
Goten la afferrò per le mani, lei scivolò sulla sabbia e lui cercava di baciarla sul collo; lei riuscì a
sfuggire a quella presa e corse verso il mare, lui la raggiunse e le cinse la vita con le sue forti braccia,
poi si tuffò in acqua stretto a lei in quel modo.
Becchan riemerse prima di Goten e cercò di impedirgli di riemergere tenendo la sua testa sott'acqua,
Goten la afferrò per i piedi e quasi era lei che non riusciva a riemergere, poi lui si tuffò sott'acqua, la
prese in braccio e riemerse con lei.
Lei si liberò da questa dolce presa e stava per scappare di nuovo quando Goten le afferrò con i denti un
lembo della parte superiore del bikini e tirò, lei istintivamente portò le mani sul seno per evitare di
scoprirsi ma, quando poggiò le mani, sentì che lui aveva già afferrato i suoi seni...e non sembrava
intenzionato a lasciarli... lei si voltò e trovò il suo viso poggiato sulla sua spalla sinistra, con i denti
afferrò il suo labbro inferiore, lui con un leggero movimento della testa si liberò e la baciò
appassionatamente.
Una persona da lontano osservava quella scena... e se quello che aveva visto sin'ora l'aveva colpito, la
scena successiva lo sconvolse del tutto: Goten prese Becchan tra le braccia, la portò sulla sabbia, la
posò delicatamente a terra, le afferrò i polsi, li portò in alto e glieli bloccò, poi la baciò ancora
appassionatamente, lei liberò le braccia dalla sua presa e le allungò sul suo collo, lo strinse a sé e,
evidentemente ricambiò con trasporto il bacio; le mani di lui, intanto, l'avevano già privata del tutto
della parte superiore del bikini.
Goku strinse i pugni, chiuse gli occhi e desiderò intensamente di essere al posto del figlio... poi riaprì
gli occhi, si rassegnò e si teletrasportò lontano.
Capitolo XXVII “Isshinchu”
Becchan: “Goten... scusa...”
Goten sfiorandole i capelli: “No, non ti devi scusare...”
Il ragazzo riabbracciò Becchan e le sistemò i capelli dietro l'orecchio... c'era rimasto male... lui sentiva
di amarla davvero ed era pronto a fare un passo avanti nel loro rapporto ma si sa, le ragazze in queste
cose sono più caute... per lui era stato un colpo di fulmine e da quando l'aveva conosciuta aveva passato
il tempo a pensare a lei, aveva solo il suo dolce sorriso davanti agli occhi... lei probabilmente, presa
dagli allenamenti, non aveva avuto il tempo di ascoltare il suo cuore... si, di sicuro era così...
Becchan nella sua testolina bacata si rimproverava: “Perché? Perché? Goten è un ragazzo splendido... e
sicuramente per me è molto più adatto di... di suo padre! Come ho fatto a cacciarmi in questo guaio?”
Il ragazzo aveva il braccio destro sopra la spalla di Becchan, lei aveva uno sguardo triste e ripeté
ancora una volta: “Goten... scusa...”
Goten sfiorandole teneramente una guancia: “Ehi, ti ho già detto che non ti devi scusare”.
Becchan: “Goten io ti voglio bene ma... non so... io...”, e il ragazzo la strinse ancora più forte
sussurrando: “Sssh”, ma era evidente che era malinconico anche lui.
Goten avvertì che Becchan tremava: probabilmente era dovuto al freddo: avevano acquistato i costumi
da bagno ma non gli asciugamani da mare, quindi il ragazzo propose di tornare al negozietto; intanto
aveva offerto a Becchan la sua maglietta per coprirsi.
Becchan: “No Goten: poi te la bagno e tu come fai?”
Goten fece lo sguardo da eroe della situazione: “Ehi.. qualcuno dimentica che abbiamo la carta di
credito di Trunks Brief a nostra disposizione... no, cioè, voglio dire: Trunks Brief! Hai presente la
Capsule Corporation?”
Becchan un po' preoccupata: “Ma sei sicuro? Non aveva detto solo per le emergenze?”
Goten si fermò, afferò le spalle di Becchan e, seriamente, disse: “Questa è un'emergenza!” Poi alzò gli
occhi al cielo, si finse commosso e continuò: “Amico mio, so che tu capirai...”
Becchan infilò la maglietta di Goten e tra sé e sé pensò: “Trunks perdonaci!” Poi prese Goten la
braccetto e si avviarono verso il negozietto.
Becchan: “Ma poi che ce ne facciamo di asciugamani se questa è la prima e l'ultima giornata che
passiamo al mare? Per oggi possiamo arrangiarci...”
Goten con gli occhioni da cucciolo: “Come la prima e l'ultima? Io pensavo che fosse la prima di una
lunga serie!”
Becchan finse di spingerlo: “Ma và!”
Fortunatamente il clima tra loro, ora, era più disteso.
I due arrivarono al negozietto; questa volta si soffermarono a scegliere gli asciugamani: Becchan volle
acquistare a tutti i costi quello che ritraeva Mr Satan nella solita posa da trionfatore! Goten ne voleva
prendere uno con il perfettissimo culo di una brasiliana, notato mentre Becchan era distratta, ma non
era sicuro che fosse il caso... Becchan si voltò improvvisamente: “Allora tu hai scelto?”
Goten ne prese uno a caso: “Oh si, prendo questo!”
Becchan lo guardò perplesso: “Oh bé... se a te piace...” Goten guardò l'asciugamano che aveva in
mano: ritraeva un uomo tutto muscoloso in perizoma!
Becchan si mise a ridere per la reazione del ragazzo e gli allungò quello con la brasiliana (o, almeno,
con il suo perfettissimo culo): “Toh, almeno prendi questo e non mi sentirò dir dietro che vado in giro
con una checca!”
Goten cercò di salvare la situazione: “Ma che dici? Pensavo di prenderlo per Trunks... in fondo stiamo
usando la sua carta di credito...”
Goten osservò Becchan... ci aveva creduto?
Becchan: “Oh, è vero... Trunks ha di questi gusti... bé, se tu dici che gli piace prendiamolo!” E afferrò
anche l'asciugamano con il maschione; Goten pensò che l'amico se fosse stato presente l'avrebbe ucciso
come minimo! Ma Becchan ancora credeva alla storia che Trunks era gay?
Alla cassa Goten allungò la carta di credito e disse: “Prendo anche una busta sorpresa: Becchan
vediamo se sei fortunata!” E le fece l'occhiolino.
Becchan scelse una busta, i due pagarono e uscirono dal negozietto.
Goten: “Allora? Fortunata?”
Becchan aprì la busta e con i raggi del sole il suo premio sbrilluccicava ancora di più... no, non ci
poteva credere: la afferrò con la mano, la tolse dalla busta e la portò davanti al viso del ragazzo: “Tu
che dici?”
Goten: “Porca miseria se sei fortunata!” E i due si abbracciarono e iniziarono a saltare dalla gioia.
Dopo si distesero sulla spiaggia e Becchan disse: “Goten, tu li sai i nomi delle sette sfere del drago?
Dico, quelli in giapponese”.
Goten iniziò a elencarle: “Isshinchu, Ryanshinchu, Sanshinchu, Suschinchu, Ushinchu, Ryushinchu,
Chishinchu. Tu non li sapevi?”
Becchan: “Li ho sentiti molte volte però per me non è facile ricordarli... questa ha una stella... è la...
Chishinchu?”
Goten ridacchiando: “No, Chishinchu è la sfera a 7 stelle questa è la Isshinchu”.
Becchan osservando la sfera ripetè: “Is- shin- chu”.
Becchan osservava la sfera e rifletteva: quando era capitata nel mondo di Dragon Ball, circa 3
settimane prima, il suo unico obiettivo era incontrare Goku e, non trovandolo a casa, si era messo a
cercarlo con la scusa che lui era l'unico in grado di allenarla per cercare le sfere del drago. In realtà...
cosa gliene poteva fregare a lei di ritrovare le sfere per tornare immediatamente nel suo mondo? No, lei
voleva solo incontrare Goku... il destino aveva voluto che conoscesse anche Goten e ora che questi due
personaggi, in modo diverso, avevano sconvolto il suo animo, e lei voleva davvero tornare a casa... per
non ferire nessuno... per non ferire sé stessa...
I ragazzi rimasero ancora sdraiati sulla sabbia fino a vedere il tramonto dopo di che Goten chiese: “E
ora che si fa? Ci avviciniamo alla seconda sfera?”
Becchan: “No, restiamo così ancora un po' ”.
E si sdraiò un po' più vicina al ragazzo...
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Goku, intanto, era tornato al palazzo del Supremo; qui c'era già Ub che lo aspettava.
Goku: “Ub sei già tornato?”
Ub entusiasta: “Si, Goku! Non vedevo l'ora di tornare ad allenarmi con te!”
Goku scompigliandogli i capelli: “Allora riprendiamo subito ragazzo”.
Ub: “Poi come è finita con quella ragazza?”
Goku rispose secco: “No, non è ancora finita!”
E voltò le spalle a Ub... il ragazzo notò il suo modo di fare insolito... ma era troppo felice di riprendere
ad allenarsi con il suo maestro e del resto non gli importava nulla...
Capitolo XXVIII “Un nemico inaspettato”
Goten e Becchan avevano passato la notte sulla spiaggia.
Lui voleva estrarre la capsula della casa, aveva persino portato la stessa confezione di capsule che
Bulma aveva con sé durante la prima ricerca delle sfere del drago, quindi si immaginava già lo stupore
di Becchan ma lei preferì dormire sotto le stelle. Goten aveva provato a dissuaderla: “E se la spiaggia
questa notte si rivelasse un luogo pericoloso?”
Becchan: “Sono sicura che tu mi proteggerai”.
E così dicendo si era avvinghiata a Goten... e lui non ebbe il coraggio di controbattere.
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L'indomani mattina Becchan prese la confezione delle capsule che Goten le aveva chiesto di tenere
nella borsa e gli propose di andare alla ricerca delle sfere del drago in un modo alternativo a quello che
avevano adottato sin'ora: “Come pensavo: ecco qua una capsula-moto!”
Goten: “La vuoi lanciare tu?”
Becchan: “Eh certo!”
La ragazza lanciò la capsula e una moto si materializzò davanti ai loro occhi... la moto che Goku e
Bulma avevano usato alla fine del primissimo episodio di Dragon Ball!
Becchan era emozionatissima e la guardava da ogni angolazione: “Ma è lei?”
Goten soddisfatto: “Proprio lei! E' un modello superato ma ero sicuro che tu l'avresti apprezzato”.
Poi il ragazzo salì in sella alla moto e Becchan si sedette dietro di lui, quando gli cinse la vita con le sue
braccia delicate e poggiò la testa sulla sua schiena il ragazzo avvampò: divenne tutto rosso e senza
nemmeno accorgersene partì a tutta birra impennando!
Becchan non era mai salita in moto con un ragazzo ma pensò che fosse proprio piacevole!
Il radar quella mattina aveva localizzato la sfera del drago più vicina a 230km verso Est...
Goten: “Ma questo affare ci sta prendendo in giro? Se ieri ci siamo mossi di 200 km verso Ovest vuol
dire che dobbiamo tornare indietro! Perché ieri non ce l'ha segnalata?”
Becchan: “Io penso che si sia spostata lungo la notte...”
Goten: “Dici che è possibile?”
Becchan: “Se un mese fa ti potevo vedere solo attraverso lo schermo del mio televisore e ora tu sono
qui stretta a te io dico che tutto è possibile!” E strinse ancora più la presa...
Goten si mise a ridere e i due proseguirono il viaggio sfrecciando sulla moto.
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Nel frattempo, una bambina giocava, nell'enorme cortile di casa sua, con una strana palla: era arancione
e aveva disegnate 6 stelle rosse.
La bambina era molto bella: aveva i capelli azzurri, come sua madre, e due enormi occhioni anch'essi
azzurri. Era molto felice di giocare con quella palla: la rigirava tra le mani e la strana palla era così
lucida che lei ci si poteva specchiare: se avvicinava il visino lo vedeva riprodotto nella palla
sproporzionato, se lo allontanava lo vedeva tutto smunto.
Il suo papà era accanto a lei che la guardava soddisfatto e, anche se non l'avrebbe mai ammesso,
pensava che sua figlia fosse la cosa migliore che avesse mai fatto... ovviamente era tutto merito suo e
non di quella terrestre che l'aveva partorita, allattata, educata... insomma: cresciuta! E vabbè... forse un
po' di merito era anche della terrestre... quanti anni era che non la chiamava terrestre? Ormai si era così
terrestrizzato anche lui che aveva preso la strana abitudine di rivolgersi a lei usando il suo nome di
battesimo! Puah! La terrestre era una gran bella terrestre, niente da ribattere, ma la piccola era sangue
del suo sangue e dunque era una principessa dato che lui era un principe... il principe dei sayan,
ovviamente!
Bulma: “Vegeta sei tornato!”
Vegeta: “Il mio allenamento al Polo Nord ormai era finito!”
Bulma osservò la piccola Bra: “Ma quella è una sfera del drago?”
Vegeta orgoglioso: “Visto? Ho portato un pensiero a Bra”.
Bulma sorrise forzatamente: “E dire che l'hai fatto di tua spontanea volontà”; la donna in realtà era tesa
perché non si era affatto dimenticata di Becchan e del suo desiderio di riunire le 7 sfere del drago!
Accidenti: questa volta era meglio se Vegeta non avesse portato nulla a sua figlia!
Bulma si avvicinò alla piccola: “Tesoro ti piace il regalo che ti ha portato papà?”
Bra: “Ceeerto! Non me ne separerò mai!”
Bulma pensò ancora: “Che guaio!”
Capitolo XXIX “Nuovamente alla Capsule Corporation”
Becchan: “Goten rallenta... il dragon radar indica che la sfera è vicina...”
Goten: “Va bene, guidami tu...”
Becchan: “A destra”; “Ancora a destra”; “Vai dritto”; “A sinistra... ecco: ci siamo!”
Goten spense la moto, guardò l'edificio alla sua destra e si mise una mano in faccia: “Oh no!”
Becchan scendendo dalla moto: “La capsule corporation? Eppure il radar indica proprio qui... forse
Bulma ha ritrovato casualmente una sfera e l'ha messa da parte per me!”
Goten poco ci sperava, comunque si slacciò il casco e si avvicinò al citofono... si ricordò di quando
c'era stato la prima volta con Becchan, pochi giorni prima, quando lei, per la prima volta, gli aveva
detto quello che poi era diventato il loro tormentone: “Sei il mio preferito”.
Rivedeva sé stesso e la ragazza che percorrevano quel viale, quel primo bacio sulla guancia... forse era
in quel momento che si era reso conto di provare qualcosa per lei...
A un tratto Becchan lo strattonò per un braccio: “Ehi Goten, cos'hai?”
Lui tornò con i piedi per terra e stavano per proseguire verso il citofono quando ricevette un colpo alla
nuca... oh no, lui sapeva bene di chi poteva trattarsi...
Trunks: “Becchan! Sei tornata a trovarmi cara!” E le baciò la mano.
Becchan più tradizionalmente lo abbracciò: “Trunks!” E gli diede anche due bacetti sulle guance.
Trunks, in quel breve attimo in cui Becchan era tra le sue braccia fece una smorfia a Goten.
Il ragazzo con i capelli neri lo salutò svogliatamente: “Ciao Trunks”. In realtà voleva un bene
dell'anima sia all'amico che a Becchan e si fidava di entrambi, non gli rodeva più come il primo giorno.
Becchan: “Trunks ma lo sai che siamo stati al mare? Guarda ti abbiamo anche portato un regalo!”
Becchan stava già frugando nella borsa quando Goten la distraè: “Dobbiamo recuperare le sfere, ci
pensiamo dopo al souvenir!”
Trunks: “E come mai siete tornati a casa mia? Il radar non funziona?”
Becchan: “No, a quanto pare funziona benissimo e ci ha indicato che la prossima sfera si trova proprio
a casa tua!”
Trunks sorpreso: “A casa mia? Mah, provate ad entrare”. E fece strada ai due.
Becchan aggiunse: “Pare che ci sia finita questa mattina, non è strano?”
Trunks vide nel cortile suo padre e quella frase di Becchan gli diede da pensare... e di che preoccuparsi!
Becchan fu felice di vedere anche Vegeta questa volta: il sayan non le piaceva particolarmente, non
quanto Goku, suo padre Bardack o suo figlio Goten, ma anche lui gli stava simpatico e Becchan era in
ogni modo entusiasta di conoscerlo di persona.
Goten: “Salve Vegeta. Questa è una mia amica, si chiama Beatrice”.
Vegeta lapidario: “Dimmi chi è in realtà”.
Goten sbalordito ripetè: “E' una mia amica e si chiama Beatrice”.
Vegeta guardò Beatrice: “Dice la verità?”
Beatrice era sorpresa quanto Goten e tutti i presenti ma gli rispose a tono con le braccia sui fianchi:
“Perché questo interessamento?”
Vegeta la guardò soddisfatto: “Hai carattere ragazzina- poi guardò il figlio e il suo migliore amico- e
voi? Lo sapete che ha una potenza quasi pari alla vostra allo stato attuale?- Goten e Trunks deglutirono
a fatica- scommetto che lei non sa come si azzera l'aura ma di sicuro ora non è al pieno delle energie.
Trunks avresti fatto meglio a venire con me ad allenarti al Polo Nord!”
Il discorso fu interrotto da Goten che tirò una leggera gomitata a Becchan per attirare la sua attenzione:
“Guarda!”
Becchan seguendo il dito indice di Goten scorse la piccola Bra con la codetta a fontanella seduta per
terra, dietro la madre.
Becchan: “Già, è carinissima... Goten ti ho mai detto che anche io da piccola portavo sempre la codetta
a fontanella?”
Goten: “Ma no...” E Becchan lo interruppe: “Ma ti dico di si!”
Goten le girò la testa con le mani: “No, dico: guarda bene Bra”.
Becchan rimase a bocca aperta... sussurrò solo: “Ryushinchuuuuu”.
Vegeta notò lo strano interessamento di Goten e della sua amica per la sfera della piccola Bra, allora
prese in braccio la figlia: “Oggi passerai tutta la giornata con papà, sei contenta?” E così dicendo volò
via.
Becchan, Goten, Trunks e Bulma lo guardarono allontanarsi e la ragazza disse: “E ora come faccio?”
Capitolo XXX “Al Luna Park”
Vegeta volava tenendo Bra tra le braccia; d'improvviso aveva capito chi era l'amica di Goten: una
ragazza arrivata sin lì per sottrarre alla sua principessina la sfera del drago e lui, che non poteva
permetterlo, era volato via con la piccina e la sfera.
Sapeva che prima o poi l'avrebbero ritrovato: avevano il dragon radar e poi potevano sempre
individuarlo tramite l'aura... ma se ci tenevano a recuperare quella sfera dovevano avere il coraggio di
inseguirlo!
Vegeta cercava in ogni caso un posto dove non l'avrebbero mai cercato... gliene venne in mente uno...
l'idea lo faceva rabbrividire, certo, però era la soluzione migliore e, forse, dentro di sé era anche
ansioso di rivedere presto il bellissimo sorriso di sua figlia... chissà come sarebbe rimasta stupita: non
l'aveva mai accompagnata al luna park!
Poco dopo Vegeta e Bra arrivarono davanti a un castello: Vegeta teneva la figlia solo con un braccio e
la piccola Bra guardava con curiosità il grande portone, le torri merlate che si ergevano imponenti e,
soprattutto, la fata che si stava avvicinando a lei: “Ehi piccolina, alle 6 inizia lo spettacolo sul
ghiaccio... non mancare!” E le fece l'occhiolino.
Bra, entusiasta, si girò verso il padre e lo guardò con i grandi occhioni supplici: “Papi noi torniamo qui
alle 6, vero?”
Vegeta guardò l'orologio disperato: erano appena le 11 del mattino!
Bra male interpretò l'espressione del padre, si attaccò al suo collo e iniziò a sfregare la sua piccola
guancia contro quella di Vegeta: “Grazie papi!”
Vegeta arrossì e le disse: “Dove vuoi andare adesso?”
La bimba stese il braccio destro e indicò le tazze rotanti. Vegeta l'accompagnò al botteghino: “Un
biglietto”.
Bra attirò la sua attenzione tirandolo per i pantaloni e con il suo sorriso migliore disse: “Come uno? Ma
noi siamo in due”.
Vegeta si inginocchiò, le posò una mano sulla testa e con un sorriso forzato disse: “Tu vai pure sulla
giostra, papà ti aspetterà su quella panchina!”
Bra sbuffò: “Se non vieni tu non salgo neanche io!” E iniziò a piangere e Vegeta la dovette prendere
nuovamente in braccio.
“Allora? Ci muoviamo con questa fila?!?”
Vegeta si girò di scatto: “Hai detto qualcosa, insulso terrestre? Ringrazia che c'è la bambina altrimenti
io... io...” La piccola Bra, intanto, tirava il padre per un braccio e, come se fosse la cosa più naturale del
mondo, disse: “Papi andiamo, questo signore ci ha regalato un biglietto in più, così potrai salire anche
tu sulla tazza!”
Vegeta, imbarazzatissimo, sbatté sul bancone della biglietteria una banconota e se ne andò via.
Seguì il percorso indicato dalle transenne e si trovò davanti a un'enorme tazza fucsia... Bra saltellando
prese posto e, sbattendo la manina sul posto libero, incitava il padre a salire con lei... Vegeta diventò
dello stesso colore della tazza!
Goten, Becchan e Trunks volavano sopra il luna park indecisi se era o meno il caso di scendere. Goten
guardò un'ultima volta il radar cerca- sfere: “Ma siamo sicuri che Vegeta si trovi in questo posto?”
Becchan: “Io avverto la sua aura”.
Goten: “Si anche io ma... stiamo parlando di Vegeta...”
Trunks: “Eddai Goten, una volta ci ha portato pure me!”
Becchan: “E poi Vegeta impazzisce per Bra”.
Becchan era serissima ma Trunks e Goten scoppiarono a ridere... Becchan: “Che ho detto di male?”
I tre scesero e si misero alla ricerca di Vegeta, Bra e della sfera.
Goten: “Forse è meglio se ci dividiamo: Trunks tu vai dove ci sono le varie macchinette per misurare la
forza, per catturare pelouche eccetera; Becchan tu vai da quella parte e io andrò da questa”.
Trunks: “Ok, dove ci ritroviamo?”
In quel momento si avvicinò una ragazza vestita da fata: “Se volete vi potete trovare alle 6 al castello e
così assisterete anche allo spettacolo sul ghiaccio.
Spettacolo sul ghiaccio? Becchan moriva dalla voglia di andarci!
Becchan: “Ok, allora è deciso: alle 6 al castello... puntuali che non voglio perdermi lo spettacolo!” E
fece l'occhiolino.
Trunks si diresse verso le macchinette, Becchan verso la direzione che gli era stata indicata e Goten...
Goten inizialmente andò nella direzione che aveva detto che avrebbe preso, poi, quando Trunks fu
abbastanza lontano, raggiunse Becchan, le mise una mano sulla spalla e le disse: “Allora? Pronta per il
nostro appuntamento?”
La ragazza lo guardò divertita ma non sorpresa: “Guai a te se non mi raggiungevi!” E anche lei gli
cinse la vita con un braccio: “Goten lo sai che...”
Goten: “Che è il tuo primo appuntamento? Oh, non ti preoccupare: anche il mio”. E le fece
l'occhiolino, Becchan adagiò la testa sulla sua spalla.
Goten: “Da quale vuoi iniziare?”
Becchan: “Mmh... muoio dalla voglia di salire sulla ruota panoramica!”
Goten: “Eh no, se muori dalla voglia ci andremo dopo! Cosa ne dici delle montagne russe?”
Becchan acconsentì; arrivati alla biglietteria si accorsero della fila lunghissima ma decisero di aspettare
ugualmente.
Davanti alle montagne russe, Vegeta brontolava con un addetto: “Li vede? Ecco i biglietti! Ci lasci
salire!”
Addetto: “Signore, le ho già spiegato che la bambina non può salire su queste montagne russe, per lei
c'è il bruco!”
Vegeta afferrò l'addetto per la camicia: “Allora sei tu che non hai capito: la bambina vuole salire con il
suo papà e si dà il caso che il suo papa non sia mai salito, e mai ci salirà, sopra un bruco! Per cui,
insulso terrestre che non sei altro, vedi di lasciarci salire su questo dannato aggeggio, così la bambina
sarà felice e lo sarai anche tu perché io ti avrò risparmiato la vita!”
L'addetto deglutì, guardò il suo collega e quello gli fece cenno che non era il caso di attaccarsi con
certa gente: se voleva salire che lo facesse salire... e l'addetto aprì il cancelletto che conduceva al
dannato aggeggio.
Finalmente la fila si mosse e un Goten entusiasta esclamò: “Era ora!”
Prese per mano Becchan e anche loro avanzarono con la fila.
Trunks, intanto, vagava alla ricerca del padre e della sorellina e, improvvisamente, colto dai morsi della
fame, pensò di andare in un fast food lì vicino.
Capitolo XXXI “(Auto)scontro con Vegeta”
Dopo le montagne russe, Vegeta e Bra andarono sulle giostre vere e proprie, quelle con gli unicorni e le
zucche di Cenerentola che girano come in un carillon.
Vegeta si rifiutò categoricamente di salire su una di quelle ma acquistò ugualmente due biglietti: così
che Bra potesse fare un giro sia sull'unicorno sia sulla zucca di Cenerentola.
Goten e Becchan, invece, salirono sul tappeto volante e poi sulle tazze rotanti.
Il povero Trunks si accorse di aver lasciato all'amico la carta di credito e avendo in tasca solo pochi
spiccioli poté comprarsi appena un panino...
Ma si sa che i sayan sono dei gran mangioni e ben presto anche Vegeta e Goten iniziarono a sentire i
morsi della fame e si diressero verso lo stesso fast food presso il quale aveva mangiato Trunks.
Trunks stava uscendo quando, involontariamente, urtò una signorina: “Oh, mi scusi”; lei si voltò: “Oh,
di nient... Trunks!” Ovviamente si trattava di Goten e Becchan che passeggiavano mano nella mano...
Goten: “Anche tu qui?”
Trunks sospettoso: “Voi piuttosto, come mai insieme?”
Becchan cercò di giustificarsi: “Avevo fame e, non avendo soldi con me, ho raggiunto Goten...”
Trunks aveva già capito di essere stato gabbato, ma dopo tutto non era arrabbiato: “See... vai a
raccontarlo a qualcun altro!”
Becchan si morse la lingua...
Trunks mise un braccio sulla spalla di Goten: “Per farvi perdonare ora Goten offrirà il pranzo anche a
me”. E all'orecchio gli disse: “Scusa se vi interrompo ma ho mangiato appena un panino e ho ancora
fame!”
Goten allontanando l'amico dal suo orecchio: “Grazie Trunks, però Becchan sa benissimo che sarai tu
ad offrire il pranzo a tutti”.
Trunks: “E io che ti volevo far fare lo splendido!” E gli tirò una pacca sulla schiena.
Goten all'orecchio di Trunks: “E dopo vedi di lasciarci ancora soli! Le ho promesso un giro sulla ruota
panoramica...”
Trunks pensò che sarebbe stato meglio se avesse dato all'amico i soldi contati: chissà quanto avrebbe
trovato poi sulla carta di credito! Ma no, povero Goten... era così contento a far felice la sua Becchan...
I tre entrarono nel locale, ordinarono il pranzo e si sedettero.
Bra: “Papi guarda: ci sono Goten e Trunks! Andiamo da loro?”
Un sorrisetto si dipinse sul volto di Vegeta: “Dov'è la sfera?”
Bra: “La tengo qui, nella borsetta!” Dando una piccola pacca sulla borsa.
Vegeta: “Prendila in mano che la facciamo vedere per bene a tuo fratello e i suoi amici”.
Vegeta e Bra presero i loro vassoi e si avvicinarono ai ragazzi: “Possiamo sederci con voi?”
Trunks cercò di resistere ma per Goten fu impossibile non ridere davanti a un Vegeta con un vassoio da
fast food in mano! Becchan gli tirò una piccola gomitata e fu molto cortese con i nuovi arrivati:
“Certo”. E liberò un po' di spazio.
Vegeta si sedette vicino a Bra e la piccola tra il padre e il fratellone.
Vegeta: “Anche voi al luna park? Che coincidenza!”
Goten tra sé e sé penso che, caso mai, quello fuori luogo fosse proprio Vegeta! Trunks gli lesse nel
pensiero e gli tirò un calcio sotto al tavolo; Goten: “AHIA!”
Becchan non si fece intimorire: “Lo sai benissimo perché siamo qui!”
Vegeta sarcastico: “Bra mostra all'amica di tuo fratello quanto è bello il souvenir che ti ho portato dal
Polo Nord!”
Becchan istintivamente allungò una mano per strappare alla piccola la sfera ma Vegeta si alzò e le
fermò il braccio: “Ehi...” Goten lo guardò in malo modo, si alzò anche lui e con piglio deciso staccò la
mano di Vegeta dal braccio di Becchan.
Vegeta: “Come ti permetti moccioso?”
Goten serio: “Non ti permettere tu Vegeta!”
Vegeta: “Tsk! Non ci sarebbe neanche gusto a battermi con te...Bra, andiamo!”
La piccolina si alzò e raggiunse il padre: “Papi ora andiamo sull'autoscontro?”
Trunks: “Papà no: l'autoscontro può essere pericoloso per Bra!”
Vegeta guardò il figlio e il suo sguardo era mooolto eloquente, Becchan a braccia incrociate gli disse:
“Secondo me quello pericoloso è tuo padre se poco poco fraintende il meccanismo dell'autoscontro!”
Vegeta salì sulla macchinetta dell'autoscontro e accanto a lui la piccola Bra, come qualsiasi padre
premuroso le allacciò la cintura e aspettava che il gioco partisse: credeva di trovarsi su un aggeggio
simile alle tazze rotanti, o ai cavalli delle giostre... cioè qualcosa che partisse da solo... nessuno gli
aveva spiegato che erano lui e Bra a dover guidare la macchinetta e, prima che se ne accorgesse, due
ragazzi colpirono la sua vettura da dietro, poi, sfrecciarono alla sua sinistra: “Ehi vecchio te ne stai
fermo in mezzo alla pista?”
Vegeta diventò paonazzo e i suoi capelli si imbiondirono di colpo: “Razza di... di...” Improvvisamente
capì il meccanismo del gioco, gettò le mani sul volante ma... oh no: al posto di guida c'era Bra!!!
Spalancò la bocca e i capelli tornarono neri di colpo... la bambina con difficoltà arrivava ai pedali in
basso, per questo loro avevano tardato a partire; quando Bra arrivò al pedale dell'acceleratore, la
macchina partì lentamente ma quei due pazzi di prima erano ancora lì in agguato e stavano per tornare
all'assalto...
Un final flash si materializzò sul palmo della mano di Vegeta e la macchinetta dei due malcapitati fu
spazzata via dal piano di gioco!
Un'altra macchinetta, intanto, stava per scontrarsi a quella di Vegeta e, questa volta, era diretta dalla
parte di Bra, Vegeta se ne accorse all'ultimo... troppo tardi per intervenire contro quei due, strinse forte
la bimba in modo da strapparle la cintura di sicurezza e volare via ma non ce ne fu bisogno perché
un'altra macchina si frappose e colpì quella che era diretta verso Bra... alla guida c'era un ragazzo e
accanto a lui una ragazza: ovviamente si trattava ancora di Goten e Becchan! Colpirono la macchinetta
in modo da evitare che quella colpisse la parte dove era seduta Bra e le fecero fare testa coda per un bel
tratto: Bra, ignara di tutto, era in salvo... o forse no: la macchinetta di Goten e Becchan dopo aver
scaraventato via l'altra finì proprio addosso a quella di Vegeta e Bra!!!
Vegeta afferrò la bambina e volò via, Goten e Becchan invece avevano acquistato talmente tanta
velocità che dopo aver urtato la macchina di Vegeta caddero fuori dal piano di gioco!
Goten cercò di proteggere Becchan e finì sopra di lei; Trunks si gettò subito in direzione dei due amici
ma Vegeta stese un braccio come per fermarlo, gli consegnò la piccola Bra che rideva felice(beata
ignoranza!) e afferrò Goten per il retro della maglietta e lo scaraventò lontano, afferrò poi Becchan per
un braccio e la guardò in faccia: “Ma dico sei impazzita? Quella stupida sfera vale più della vita di mia
figlia?”
Goten si rialzò e ancora una volta staccò il braccio di Vegeta dalla presa: “Stavo guidando io la
macchina se non te ne sei accorto!”
Vegeta: “Ma tu non te ne fai niente di questa sfera, è la tua amica che le cerca ed è lei che ha pensato di
attentare alla vita di Bra pur di recuperarle! Anche quelli della prima macchina li avevate mandati voi?”
Trunks provò a intromettersi: “Papà guarda che l'autoscontro funziona così: ci sono delle macchie e si
gioca a...” Trunks non finì quella frase perché Vegeta non volle: “Zitto tu!” Poi prese la bambina e volò
via.
Vegeta era stato davvero duro con Becchan e Goten era indeciso se inseguirlo e fermarlo... senza
accorgersene la rabbia l'aveva persino trasformato in super sayan ma non avrebbe potuto comunque
fare niente contro di lui... eppure non sopportava l'idea che quello se ne andasse ancora in giro a fare lo
sbruffone... era pure tonto: colpa sua che non conosceva le regole dell'autoscontro! Goten era furioso e
urlò: “Principe dei sayan forse non ti hanno avvisato ma il tuo pianeta è esploso molti anni fa e noi non
siamo i tuoi sudditi!” Stava già partendo all'inseguimento quando Trunks lo fermò: “Ehi, a lui ci penso
io... tu stai con lei”. E con lo sguardo gli indicò Becchan che, rannicchiata in un angolino, era scoppiata
a piangere.
Goten la aiutò ad alzarsi: “Ehi Becchan che hai?”
Becchan si aggrappò alla sua maglietta singhiozzando: “Goten... io... io non volevo fare del male a
Bra!”
Goten: “Lo so benissimo”. E le accarezzava i capelli... era colpa di quello zuccone di Vegeta! Goten si
immaginava il principe dei suoi stivali su una macchinetta dell'autoscontro non funzionante e lui che gli
andava addosso trasformato in super sayan urlando: “Pagherai per aver fatto piangere Becchan!”
Goten abbracciava Becchan: “Lo vuoi lo zucchero filato?”
Becchan: “No”.
Goten lo comprò lo stesso: “Io inizio a mangiarlo... se ne vuoi prendi pure...”
Becchan: “Solo un pezzettino...”
Goten le sorrise e le disse la classica frase: “Sei più bella quando sorridi”... nessuno l'aveva mai rivolta
a Becchan... certo che... anche lui era molto carino quando sorrideva, Becchan se ne accorse ora più di
prima: il suo sorriso era molto simile a quello di Goku; ora che Goten aveva un taglio di capelli diverso
assomigliava comunque moltissimo al padre, i tratti del viso erano quelli e anche quelle due fossette sul
viso mentre sorrideva... Becchan arrossì e senza che se ne accorgesse Goten la portò ad uno spettacolo
con i delfini.
Capitolo XXXII “Sentimenti confusi”
Goku cadde a terra; Ub cercò di scusarsi: “Sensei io non volevo...”
Goku lo zittì: “Ti scusi perché stai diventando più forte di me? Io non mi sono mai scusato con i miei
maestri”. Poi si accorse di essere stato troppo brusco e gli scompigliò amorevolmente i capelli.
Ub: “Sensei, no, Goku... se mi posso permettere... io non credo di essere diventato più forte... almeno
non più di quanto lo fossi 4 giorni fa! Ma tu...è da ieri che sei strano...”
Goku si stava massaggiando la spalla: “Si... c'è una cosa che mi dà il tormento... e allenarmi con te
almeno mi distrae”.
Ub: “Scusa ancora ma... perché evitare i problemi? Se non sbaglio hai affrontato nemici pericolosissimi
e li hai sempre battuti: perché ora scappi?”
Goku sbattè il pugno sul tavolo: “Io non scappo proprio da nessuno!”
Ub rimase perplesso e abbassò il capo: “Scusa, non dovevo permettermi”.
Goku: “No... Ub... scusa tu... hai ragione... io... io devo andare!”
E, portandosi due dita sulla fronte, scomparve.
Goku: “Cosa le dirò? Speriamo che le parole mi vengano fuori da sole...”
xxx
Lo spettacolo era stupendo e poi alla fine di quello, l'addestratrice chiese: “Chi vuole venire a dare da
mangiare ai delfini?”
Goten alzò la sua mano e quella di Becchan e strillò: “NOI! Veniamo noi!”
Goten e Becchan diedero da mangiare ai delfini, Becchan li accarezzò e quella pelle liscia(a dire il vero
anche un po' viscida)le fece dimenticare le lacrime versate poco prima.
Becchan era così rilassata, poggiò la testa sul muso del delfino e CLICK: Goten le scattò una foto!
Lei rimase un attimo perplessa: “Vieni qui...” Lui cercò di scappare intorno alla vasca dei delfini e ogni
volta che riappariva scattava una nuova foto a Becchan; ad un tratto lo fermò l'addestratrice dei delfini:
“Ragazzi se volete ve la scatto io una foto insieme”.
Goten non ci pensò due volte: mise il braccio sulle spalle di Becchan e sorrise, con l'altra mano fece
anche il gesto di vittoria.
Addestratrice: “Ve ne faccio un'altra?”
Becchan: “Si, grazie!” E schioccò un bacio sulla guancia di Goten proprio mentre veniva scattata la
foto, poi gli sussurrò all'orecchio: “Sei sempre il mio preferito!”
Goten la strinse forte e si raccomandò: “Non ti voglio più veder piangere!”
Becchan gli restituì l'abbraccio: “Difficile... io sono una piagnona!”
Goten: “E allora da oggi devi cambiare oppure... - e la guardò dritta negli occhi- mi impegno ad
allontanare da te qualsiasi fonte di dolore o di dispiacere... così che tu possa sempre essere felice”.
Becchan arrossì: quella era... era... una dichiarazione?! E cercò di cambiare discorso: “Dove andiamo
ora?”
Goten le tolse il fiocco che le legava i capelli, le bendò gli occhi e le disse: “E' una sorpresa”.
E un altro dolce bacio sulla guancia.
xxx
Chichi, ignara della confusione che affliggeva il marito, si stava allenando nel cortile di casa con la
nipotina Pan.
Pan,. parando un calcio di Chichi: “Nonnina come sei forte!”
Chichi, ritraendo la gamba e abbassandosi per schivare il pugno di Pan: “Pensavi che solo il nonno
fosse forte?”
Pan, dopo aver fatto un doppio salto mortale: “Fortuna che sei rimasta tu ad allenarmi”.
Chichi... con le mani sulla vita: “I latini dicevano mens sana in corpore sano per cui, mia cara Pan,
finito l'allenamento, andrai nella vecchia cameretta di Gohan a fare i compiti!”
Pan sconsolata: “Nonna ma io non vado ancora a scuola”.
Chichi serissima: “Non discutere!”
Una risata alle loro spalle le fece voltare improvvisamente...
Pan: “Nonnino!”
Chichi portandosi le mani al petto: “Goku!”
Goku era “seduto” a mezz'aria e Pan lo raggiunse volando e si buttò tra le sue braccia.
Pan: “Nonnino perché te ne sei andato? Cattivo, cattivo,cattivo”. E gli tirava dei piccoli pugnetti sul
petto robusto. Goku la abbracciò forte e le disse: “Ti stai allenando con la nonna ora?”
Pan tra le lacrime annuì, Goku la abbracciò e le disse: “Ora vai a casa... scommetto che finito
l'allenamento ti vuole far studiare!” E le fece l'occhiolino.
Pan annuì ancora una volta: “Però tu non scappare più”.
Goku sorrise e quando Pan si alzò in volo le diede una piccola pacca sul sedere: “Vai, và”.
Poi Goku scese e allargò le braccia... guardò la sua Chichi... come era diversa oggi... era più... più
sbarazzina: aveva (finalmente!) levato quel kimono pesante che la invecchiava terribilmente e
indossava un paio di pantaloni neri stretti in vita che scendono poi morbidi sulle gambe e una maglietta
rosa, un po' lunga, aperta sui fianchi e un po' scollata. Ai suoi piedi delle modernissime scarpe da
ginnastica. Chichi aveva già 46 anni ma il suo fisico era rimasto perfetto. Per combattere con Pan aveva
legato i capelli in alto, con un nastro rosa che spiccava tra quel nero lucente. Goku rimase incantato,
come la prima volta che l'aveva rivista al torneo... Becchan gli ricordava molto Chichi da giovanissima:
quelle morbide forme che avrebbe voluto riempire di dolcissimi morsi... però, ora che aveva davanti
Chichi adulta non riusciva a pensare ad altro: quel corpo maturo e sexy... le mani gli prudevano... non
la vedeva solo da circa un mese eppure improvvisamente si accorse che gli era mancata così tanto... ma
quella era davvero la sua Chichi?
Goku notò che aveva un ciuffo di capelli fuori posto e si avvicinò per aggiustarle l'acconciatura...
ricordava che i suoi capelli lunghi, quando erano sciolti, lo facevano impazzire, però anche così, con i
capelli legati era terribilmente sexy... la guardò ancora una volta...
Chichi lo guardò negli occhi.... si avvicinò a lui... e gli tirò uno schiaffo!
Capitolo XXXIII “L'altra metà della mela”
Becchan: “Goten da questa parte?”
Goten: “Tranquilla, ci penso io a guidarti... attenta un palo!”
Becchan: “Ahia!”
Goten: “Evvabbè, ho capito...” E la prese in braccio per l'ennesima volta; lei gli buttò le braccia al collo
e gli diede un bacio sulla guancia... improvvisamente sentì il suo dopobarba... che profumo inebriante...
Goten arrivò alla cassa: “Due biglietti, grazie!” Prese i biglietti e salì sul gioco; Becchan respirava a
pieni polmoni il suo dopobarba... “Goten... aspetta, fammi scendere!”
Goten quasi si preoccupò: “Che c'è? Comunque siamo arrivati...” E Becchan toccò nuovamente terra.
Becchan aveva ancora la fascia sugli occhi... era in piedi davanti a Goten, lo riconosceva dal petto
forte, dagli addominali perfetti che aveva avuto la fortuna di tastare altre volte... gli buttò ancora le
braccia al collo e lo baciò appassionatamente sulle labbra...
Uno scossone!
Goten aiutò Becchan e sorreggersi e le tolse la fascia dagli occhi: la ragazza rimase a dir poco estasiata:
erano sulla ruota panoramica! I suoi occhi erano lucidi dalla gioia e... un altro scossone!
Goten: “Forse sarà meglio sedersi”. Le strinse la mano, si sedettero e Becchan, curiosissima, osservò il
panorama... rimase senza parole!
Si rigirò verso il ragazzo... e riprese il bacio appassionante...
xxx
Chichi guardò Goku negli occhi.... si avvicinò a lui... e gli tirò uno schiaffo!
Goku era scioccato: aveva provato a dire: “Chichi sono tornato!” Ma quel sonoro ceffone gli aveva
bloccato questa frase in gola. Si portò una mano sulla guancia colpita e osservò la moglie... cosa le era
preso?
Chichi aveva gli occhi già bagnati dalle lacrime: “Cosa ti fa pensare che ogni volta che tornerai io sarò
pronta ad abbracciarti? Potevo capire quando dovevi allenarti per salvare la Terra... non lo accettavo
ma lo comprendevo... ma ora?”
Goku era stupito dalle parole della moglie... però in cuor suo sapeva che Chichi aveva ragione... stesso
ragionamento di lei: lo comprendeva ma non lo poteva condividere...
Lui era tornato a casa per rivederla, voleva confessarle di aver preso una sbandata per Becchan e invece
aveva scoperto che, invece, era stato sempre e solo innamorato di sua moglie: quella ragazza lo aveva
attirato solo perché gli ricordava la sua Chichi da giovane... si era reso conto che era assurdo essere
innamorato della stessa ragazza amata dal figlio... lui da Chichi aveva avuto tutto, non aveva bisogno di
un'altra, non aveva bisogno della ragazza che avrebbe potuto rendere felice suo figlio... voleva
convincersi però davanti agli occhi aveva solo il dolce sorriso di Becchan: quanto era innocente e
chissà quanto era innamorata di lui... lei sì che lo avrebbe aspettato per mesi, anni, secoli, struggendosi
per l'amore sconfinato che provava... invece Chichi alla prima difficoltà lo trattava così: addirittura a
schiaffi in faccia?! Si era arrabbiata tante volte però mani erano arrivati alle mani! Goku provava un
grande risentimento: poteva andarsene in qualsiasi momento da Becchan e gli sarebbe bastato così poco
per averla ai suoi piedi... allora perché restava lì, da una donna che non lo meritava?
No, anche Chichi una volta era come Becchan... innamorata e piena di speranza... finché Goku non
aveva fatto appassire quelle speranza una ad una...
xxx
Capsule Corporation.
Vegeta e Bra erano tornati da un pezzo e si erano chiusi in camera della bambina.
Bulma e Trunks erano in salotto e il ragazzo raccontava alla madre cosa era successo al luna park.
Bulma: “Che zuccone Vegeta! Adesso gliene dico quattro!”
E salì le scale che portavano al piano superiore, infuriata com'era spalancò la porta della cameretta di
Bra e Vegeta impallidì, si sentì morire...
Bra: “Ciao mamma! Vieni anche tu a prendere un tè con noi?”
La piccola con il pronome di prima persona plurale “noi” intendeva il padre, sé stessa, e le sue infinite
bambole!
Vegeta arrossì... era seduto a gambe incrociate sopra il letto della figlia, davanti a lei e tra loro tutte le
bambole, inoltre, era stato colto in fragrante mentre sorseggiava da quella tazzina vuota!
In un attimo, dall'imbarazzo, disintegrò quella tazzina e solo le lacrimucce della piccola Bra lo
riportarono alla realtà: “Paaapi! La mia tazzina!”
Vegeta la guardò quasi dispiaciuto... Bulma sapeva che Vegeta impazziva per i suoi figli e, appunto,
questa era una di quelle volte in cui aveva perso la ragione per loro: quante volte lei lo aveva dovuto
costringere a portare un souvenir ai ragazzi? E lui che brontolava: “Bulma sono arrivato alle Hawaii per
allenarmi mica per comprare regali ai mocciosi! Se vogliono comprare queste stupidaggini che
vengano a comprarsele da sole!” Alla fine qualcosa, per la gioia dei bimbi, gliela portava comunque ma
questa era davvero la prima volta che lei non gli aveva chiesto niente perché ormai Trunks e Bra erano
abbastanza grandi... E invece ecco che lui aveva fatto quel gesto perché lo sentiva... certo, magari Bra
avrebbe preferito un cucciolo di orso polare ma in fondo, Bulma ne era sicura, la bimba era felice
ugualmente.
Vegeta per calmare Bra quasi si dimenticò della presenza di Bulma e la donna, appoggiata allo stipite
della porta, voltò le spalle e richiuse la porta: accadeva così di rado che Vegeta si abbandonava a
giocare con Bra... era il caso di lasciarli giocare ancora un po'...
Trunks: “Allora mamma? Ci sei riuscita?”
Bulma si sedette e, sconsolata, disse: “Becchan vuole davvero tornare nel suo mondo?”
Trunks rimase stupito e la madre proseguì: “In fondo lei dice che ci ammira, che è affezionata a noi...
non le piacerebbe restare con noi tutta la vita?”
Vegeta: “Cosa vuol dire che deve tornare nel suo mondo?”
Bulma e Trunks si girarono di scatto e Vegeta proseguì: “Bra si è addormentata... posso sapere chi è
quella ragazza in realtà?”
Bulma: “Tesoro siediti qui che ti racconto tutto”.
Capitolo XXXIV “In camera di Bra”
Goten: “Ehi, sono le 5: 45... andiamo allo spettacolo sul ghiaccio?”
Becchan: “No, mi è passata la voglia...”
Goten: “Perché ora sei pensierosa?”
Becchan: “Goten andiamo alla Capsule Corporation. Voglio chiedere scusa a Bra”.
Goten: “Guarda che non è colpa tua... è Vegeta che si fa scudo della figlia pur di non consegnarci la
sfera”.
Becchan: “E lui che se ne fa della sfera? No, per me c'è qualcos'altro sotto... Vegeta è davvero
affezionata a Bra e viceversa...”
Goten: “E allora come pensi di prendergliela?”
Becchan scosse le spalle e Goten, serissimo, le prese una mano e continuò: “Ma hai davvero bisogno di
quella sfera? Non... non potresti restare con noi tutta la vita? Qui... con me...”
Becchan abbassò lo sguardo ma strinse più forte la mano di Goten e lui le cinse le spalle con una
mano...
xxx
Vegeta: “Come un cartone animato?”
Vegeta aveva visto un paio di volte i cartoni animati... ovviamente non nella sua infanzia sul pianeta
Vegeta: li aveva visti quando Trunks era piccolo. La vista di un cartone animato l'aveva traumatizzato,
non capiva perché i terrestri facessero vedere ai propri figli certe cose! Per forza poi che erano tutti
rammolliti: crescevano con quei quattro cretini in costume che passavano il tempo a cantare...
L'unico cartone che Vegeta avesse mai visto in vita sua erano i Teletubbies!
Quei quattro cretini quella volta l'avevano davvero fatto infuriare... e ora questa amica del figlio di
Kaaroth arrivava nel loro mondo a insultarli...
Vegeta strinse i pugni: “Io un cartone animato? Ma stiamo scherzando? - La sua aura aumentò
incredibilmente- Io non passo il mio tempo a cantare e non indosso strani costumi colorati”.
Bulma lo guardò esterrefatta e Trunks si mise a ridere dando pacche sulla spalla al padre: “Certo che
no, non sei mica un Teletubbies!”
Vegeta lo fulminò con lo sguardo e Bulma si portò una mano sulla testa: “Trunks per cortesia non
nominare quegli odiosi esserini... non ho mai capito cosa ci trovassi di bello in quello stupido
programma!”
Bulma voleva proseguire il discorso con Vegeta ma l'aveva colta un grande mal di testa, si scusò e si
allontanò... Vegeta osservò il sedere della moglie: gli anni passano ma è proprio vero che certe cose
non cambiano mai! Gli attraversò la mente un'assurda fantasia e si immaginò la moglie vestita come un
Teletubbies... inorridì, scosse la testa e disse: “Neanche io mi sento troppo bene oggi!”
Goten e Becchan volarono sino alla Capsule Corporation.
Vegeta stava per risalire nella stanza della sua principessina, quando si accorse della presenza dei due
giovani e decise di aspettare e di intervenire solo in caso di necessità: voleva rendersi conto da solo se
questa ragazza era così pericolosa come pensava... in fondo, inizialmente non gli aveva fatto una brutta
impressione... decise di darle una seconda chance.
Becchan atterrò nella stanza di Bra, baciò Goten e gli raccomandò di andare da Trunks a recuperare le
chiavi della capsula moto.
Becchan osservò Bra che dormiva come un angioletto nel suo lettino... quasi le dispiaceva svegliarla...
ma doveva farlo proprio ora che Vegeta non era nei paraggi.
Becchan: “Principessa... Principessina...”
Bra aprì lentamente gli occhioni azzurri: “Tu sei l'amica di Trunks e Goten”.
Becchan annuì.
Bra: “Onee-chan* ti posso chiedere una cosa?”
[*Onee-chan vuol dire "sorellona", non si usa solo per definire una vera e propria sorella di sangue, lo
usano spesso i bambini per chiamare affettuosamente una ragazza più grande]
Becchan la guardò meravigliata... si ricordava ancora la prima volta in cui l'aveva vista, quando aveva
sfoderato tutto il suo caratterino... ora invece era così innocente e pucciosa... Onee-chan poi... Becchan
aveva solo due fratelli maggiori ma aveva sempre desiderato avere una sorella minore! Quell'epiteto la
riempiva di gioia...“Dimmi”
Bra abbassò il faccino: “Ecco... stavo giocando con le scarpe della mamma e ho rotto il tacco...”
Becchan sorrise: “Oh, ma quello si può aggiustare”.
Bra: “Ma la mamma mi ha detto che non dovevo più giocare con le sue scarpe... se lo scopre sono
guai... tu le sai aggiustare?” Bra guardava con occhioni supplici Becchan.
Becchan: “Ehm... no!”
Lo sguardo di Becchan si fece triste: “Se lo dico a papà o a Trunks loro lo diranno alla mamma e lei si
arrabbierà con me”. Ora gli occhioni della piccola si stavano riempiendo di lacrime...
Becchan: “Ma tu l'hai detto alla tua Onee-chan e io non lo dirò mai a Bulma... anzi, sai cosa facciamo?
Ti accompagno a portarle a riparare!”
Gli occhi di Bra improvvisamente si rallegrarono, Becchan la mandò a prendere le scarpe, poi la prese
in braccio e volò verso il calzolaio più vicino; ovviamente pagò con la carta di credito di Trunks e in
meno di mezz'ora furono nuovamente a casa.
Vegeta tirò un sospiro di sollievo: forse non aveva avuto torto a fidarsi... e Bra era già molto più brava
di lui a valutare le persone...
Bra rimise le scarpe della madre al loro posto, poi prese la sfera e la porse a Becchan: “Tieni Oneechan”.
Becchan la guardava insicura: “Posso davvero? Questo è un regalo di tuo padre...”
Bra scosse la testa: “Prima ho sentito la mamma che diceva al papà che questa cosa ti serve per tornare
a casa... Papà mi farà un altro regalo”. E sorrise.
Becchan era quasi commossa dalle parole della piccola Bra, la abbracciò e sussurrò un grazie.
Bra con gli occhioni da cucciolo: “Prima di andar via vuoi giocare con me?”
Becchan annuì: “Certo”.
Bra quasi scocciata: “Uffa, ti inviterei un tè con le bambole ma papi mi ha rotto una tazzina!”
Becchan propose: “Allora possiamo giocare solo con le bambole”.
Bra entusiasta: “Si! Perché non le facciamo lo shampoo?”
Becchan: “Oh no: le bambole hanno capelli diversi dai nostri e se tu glieli lavi li rovini”.
Bra: “Davvero?! Infatti guarda come sono diventati i capelli di questa!- e le porse una bambola che
aveva i capelli decisamente rovinati dai frequenti lavaggi- Onee- chan tu sai un sacco di cose!”
La piccola Bra sbadigliò, quella per lei era stata una giornata ricca di emozioni: “Perché non mi
racconti una favola?”
Becchan annuì, se era possibile era più felice di Bra: aveva sempre desiderato una sorella minore e ora
aveva trovato una pseudo-sorella alla quale raccontare persino le favole per farla addormentare!
Becchan si sedette sul letto e Bra poggiò la sua testa sulle gambe della onee- chan.
Becchan iniziò a raccontarle la storia di Biancaneve e i sette nani, la sua preferita, lisciando i capelli
della piccola principessina.
Bra era quasi sprofondata tra le braccia di Morfeo ma ebbe ancora la forza per chiedere: “Onee- chan
ma tu il principe azzurro l'hai trovato?”
Becchan arrossì: “Credo... credo di si...” Ma Bra era già addormentata e non poté sentire quella
risposta...
Qualche secondo dopo sopraggiunse Goten dalla finestra: “Onee-chaaan”, facendo il verso alla piccola
Bra. Becchan senza neanche voltarsi gli lanciò una piccola sfera di energia: “Da quanto sei lì?”
Goten si avvicinò: “Abbastanza per sentire che hai trovato il principe azzurro... dimmi chi è questo
bastardo e vado a spaccargli le ossa!”
Goten era in piedi a un lato del letto, Becchan, invece, era ancora seduta sul letto con la piccola Bra
addormentata sulle sue gambe, Goten guardò la piccola: “Quanto la invidio!”
Becchan sorrise e lo baciò... Goten non aspettava altro!
Becchan abbassò leggermente il busto e finì sopra uno dei pupazzi di Bra, le venne da ridire e si staccò
dal bacio vellutato di Goten, prese il pupazzo e glielo agitò davanti alla faccia: “Goten puniscilo, questo
cattivo mi ha dato fastidio!” Goten disintegrò il pupazzo con una piccola onda energetica e Becchan
sgranando gli occhi: “Ma sei pazzo? E ora cosa diciamo a Bra? E a Vegeta? E a...” ma in realtà la
ragazza stava ridendo come una pazza intanto che Goten liberava il letto dal resto dei pupazzi: alcuni li
spingeva giù dal letto, altri, quelli più brutti, li disintegrava con delle piccole kamehameha.
A un certo punto Goten si soffermò su un pupazzo a forma di scimmione: “Tsu!- e spiegò a Becchanquanto ho amato questo pupazzo, era il mio preferito: non sai quante volte ho chiesto a Trunks di
regalarmelo!”
Becchan gli strappò il pupazzo di mano e lo gettò all'altro lato del letto: “Via anche lui!”
Goten: “Ma lui è mio amico...”
Becchan: “Allora posso chiamare anche io una mia amica in questo momento?” E lo baciò
appassionatamente sul collo fino a lasciargli un segno.
Goten la baciò ancora una volta e disse: “Oh, per m puoi chiamare chi vuoi in questo momento... sarò
felice di dare il benvenuto anche alla tua amica!”
Becchan si finse sorpresa da quella risposta... in realtà entrambi volevano andare avanti: Goten avrebbe
voluto gettarla con veemenza sul letto e restituirle il succhiotto sul collo, risollevarle il busto e
abbassarle la cerniera del vestito, rigettarla sul letto e... e niente: non poteva perché la piccola Bra era
ancora addormentata sulle sue gambe!
Becchan lo guardò con sufficienza: “Magari la chiamiamo dopo, prima voglio provare io... sai, non
vorrei che la mia amica restasse delusa...”
Goten la baciò ancora, poi le sollevò la frangetta e le schioccò un bacio sulla fronte: “Sciocchina: ma
quale amica? Voglio solo te!”
Becchan era pazza di lui... avrebbe voluto aiutarlo a levarsi la maglietta, anzi no, avrebbe voluto
strappargliela di dosso... ma non qui, non in camera di Bra, non con la piccola sulle sue gambe, non...
non... non con Vegeta che si stava avvicinando!
Vegeta, attirato da quelle due aure che stavano crescendo in camera di sua figlia, preoccupato, aprì la
porta...
Anche l'aura di Vegeta si intensificò in un istante e si trasformò in super sayan per incutere maggiore
timore e, prima che Goten potesse accorgersene, lo sollevò cingendogli la vita con un braccio.
Goten iniziò ad agitarsi, Becchan portò le braccia sul seno scoperto e arrossì vistosamente.
Vegeta: “COSA DIAVOLO STAVATE FACENDO IN CAMERA DI MIA FIGLIA!”
Becchan: “Vegeta aspetta... noi...”
Vegeta: “Voi? Oh si, dimmi: sono curioso! E se Bra si fosse svegliata?”
Attirati dalle urla anche Bulma e Trunks arrivarono in camera di Bra: Trunks si portò una mano sul
viso: “Goteeen!” Bulma invece aiutò Becchan a ricomporsi e la stava accompagnando fuori quando
Vegeta tuonò: “Chiama la madre del ragazzo!”
Goten impallidì: “No, ti prego Vegeta! Bulma non lo fare! Chiedi di parlare con papà... verrà lui a
riprenderci... ci metterà un attimo con il teletrasporto, la mamma, invece, dovrebbe prendere
l'aereo...”
Vegeta fu irremovibile: “Kaaroth ha il cuore troppo buono, chiama la donna!”
Becchan non osava proferire parola... Chichi o Goku per lei che differenza c'era? Si vergognava da
morire...
Vegeta: “Bulma allora?”
Bra, svegliata dalle urla paterne, andò vicino a Becchan: “Dove vai One-chan?”
No, niente di tutto questo: trovò solo la sua dolce principessina addormentata sul letto accanto al libro
di Biancaneve e i sette nani, non poté rimboccarle le coperte perché erano già rimboccate; prima di
uscire dalla stanza gettò un'occhiata fuori dalla finestra e vide Becchan e Goten che giocavano felici, si
avvicinò alla finestra e la chiuse... dalla rabbia disintegrò la maniglia: “Razza di disgraziati... se vi vedo
ancora in camera di mia figlia... io... io... giuro che chiamo la moglie di Kaaroth!”
Capitolo XXXV “Sugarless milk chocolate”
Chichi era già fuggita in casa, a piangere sul lettone matrimoniale che troppe notti aveva ospitato una
sola persona.
Goku udì questi lamenti e provò ad avvicinarsi alla finestra, Chichi se ne accorse e gli lanciò contro la
prima cosa che le capitò tra le mani: l'album dei ricordi! Goku lo evitò ma quando Chichi si rese conto
di cosa aveva gettato istintivamente si sporse dalla finestra: “No, quello no!” Goku la trattenne: “Ehi, te
lo recupero io!” In un attimo volò in basso, afferrò l'album e lo sfogliò, risalì verso la stanza al primo
piano: “E questo cosa è?”
Chichi arrossì e provò a riprenderlo, Goku lo voleva guardare ancora un po'...
Goku si vergognò tremendamente: “Era questo che mi sostituiva quando non c'ero?”
Chichi abbassò lo sguardo.
Goku le prese un polso: “Quante lacrime hai versato su queste foto?”
Chichi ricominciò a piangere e singhiozzare, si riprese l'album e voltò le spalle al marito.
Goku aveva dentro un'angoscia ingombrante e imbarazzante... entrò dalla finestra e seguì la moglie, le
mise le mani sulla vita: “E' vero: sono andato via da casa diverse volte e ti ho lasciata sola a crescere i
ragazzi però... alla fine sono sempre tornato da te, no?”
Come aveva potuto dubitare dei suoi sentimenti per Chichi? Quello di cui prima voleva autoconvincersi
ora gli sembrava così ovvio: il dolce sorriso di Becchan si sovrappose a quello di una Chichi giovane
che aveva affrontato mari e monti per raggiungerlo al torneo di arti marziali.
Chichi singhiozzò: “Dopo lo scontro con Majin Boo... quando sei tornato da noi... mi svegliavo ogni
notte con l'ansia che fosse tutto un sogno... o che tu da un momento all'altro saresti andato nuovamente
via... Ho tenuto alta la guardia per due anni! Lo sai cosa vuol dire svegliarsi per due anni nel cuore
della notte con l'ansia che l'indomani mattina tu non saresti più stato con noi?”
Goku la abbracciò più forte: “Hai ragione, io ero sicuro dei tuoi sentimenti e non mi sono mai dovuto
preoccupare all'idea di perderti!”
Chichi: “Quando te ne sei andato questa volta mi è crollato il mondo addosso: non avevo più la voglia e
la forza di stare sola!” E si portò le mani sul viso e cominciò a piangere più forte...
Goku: “Chichi lo so che non sono mai andato a lavorare, che ti ho sempre lasciato la responsabilità dei
figli e della casa ma...”
Chichi si voltò e gli mise il dito indice davanti alla bocca: “Promettimi solo che questa volta resterai
con noi, dimmi che sei tornato per restare...”
Goku: “Non te lo posso promettere”.
Chichi furiosa: “E perché?!”
Goku: “Perché se mai un giorno andrò ancora via tu ne soffriresti il doppio... sono qui con te ora... s e
non mi vuoi... vado via...”
Chichi non rispondeva e Goku capì che non ce la faceva a prendere una decisione da sola... pensò che
la donna fosse combattuta... meglio liberarla almeno da questa responsabilità, voltò le spalle e stava
nuovamente per attraversare la finestra per volare via...
Chichi lo trattenne per la casacca: “Se non passo del tempo con te ora... chissà quando ti rivedrò...”
Goku era imbarazzato... ebbene si: voleva solo rivedere la sua Chichi per fare chiarezza nei suoi
sentimenti ma fin dall'inizio aveva deciso che in ogni caso sarebbe tornato al palazzo del Supremo ad
allenare Ub!
Chichi aveva lo sguardo basso... Goku capì che doveva fare il primo passo e la baciò
appassionatamente... gli veniva quasi da sorridere: si ricordava il primo periodo del loro strambo
matrimonio... quando lui non sapeva minimamente cosa fosse l'amore ed era lei che lo doveva
“invogliare” alle coccole.
Goku la prese tra le sue forti braccia e la portò sul letto, poi si posò su di lei e iniziò a leccarla dietro
l'orecchio... e poi sul collo... Chichi gli accarezzava il petto: “Goku da quand'è che metti la tuta
arancione? Ti avevo detto che ti stava meglio quella nuova...”
Goku si strappò la casacca: “Hai ragione, d'ora in poi metterò solo la tuta che piace a te” e riprese a
leccare quel collo da cigno.
Le mani di Goku, intanto, si muovevano già sotto la maglietta di lei e strapparono anche questa in un
attimo.
Chichi: “No! Questa me l'aveva prestata Videl!”
Goku osservò i brandelli nelle sue mani: “Mi sembrava che questo non fosse il tuo stile!”
Chichi: “Preferisci il solito kimono?”
Goku: “Oh si: amo slacciare gli alamari qui sul petto uno per uno...”
Chichi maliziosa: “Anche io amo quando lo fai...”
Goku guardò i pantaloni della moglie e questa: “Oh no, non ci pensare se no poi cosa dico a Videl?”
Chichi sgattaiolò via da quella dolce presa... probabilmente era andata a cambiarsi, infatti, tornò poco
dopo con un completo di pizzo rosso e una sottoveste lunga, rossa, con le piume sui bordi.
Goku la guardò molto interessato: “Anche questa te l'ha prestata Videl?”
Chichi: “No, questa l'ho comprata per te... temevo di non avere più l'occasione di indossarla!” e si
rituffò nel dolce abbraccio del marito.
Capitolo XXXVI “Una nuova pretendente per Goku”
Goku era tornato a casa sua.
Non ci tornava da quasi un mese, da quando aveva mollato tutto e tutti al torneo per allenare Ub...
porca miseria: Ub! Goku pensò a come l'aveva lasciato senza una valida spiegazione... ora che aveva
risolto con Chichi e aveva fatto chiarezza nel suo cuore poteva anche tornare ad allenarsi con lui... il
nostro eroe rivolse uno sguardo alla moglie: Chichi dormiva su un fianco, voltata verso di lui, la
avvolse con il suo braccio destro e le passò un dito lungo la schiena. Come era bella sua moglie... e
come era indifesa in questo momento... e dire che quando si arrabbiava era una furia!
Goku pensò anche che, dopo tutto, i litigi non erano male se poi arrivava anche il momento di fare la
pace. Mentre guardava sua moglie si accorse delle aure di Becchan e Goten in arrivo, pensò che era il
caso di rivestirsi e andare via, non... non voleva creare problemi, sarebbe andato a cercare Ub. E così
Goku si alzò dal letto e si rivestì: aprì un cassetto e notò che Chichi aveva cucito per lui,
incessantemente, delle nuove tute; ne prese una del modello che sua moglie preferiva: quella con la
casacca verde che lasciava intravedere i pettorali e i pantaloni blu.
Poi si portò due dita alla fronte... e scomparve...
Goten e Becchan volavano lentamente perché spesso e volentieri si fermavano a giocare e continuare le
coccole iniziate in camera di Bra; entrambi fremevano dalla voglia di arrivare a casa, ma allo stesso
tempo volevano dilatare il più possibile quell'attesa emozionante.
Becchan: “Certo che sei un pollo: hai ripreso le chiavi della capsula- moto ma alla fine siamo tornati
volando!”
Goten: “Sfido io: Vegeta era furioso! Sei più brava di me a riconoscere le aure però quella l'avrebbe
avvertita chiunque!”
Chichi, durante il dormiveglia, volle accarezzare il corpo muscolo del marito... allungò una mano... ma
niente... allora provò ad aprire gli occhi... ma ancora niente... no, non questa volta: non poteva
essersene andato così... senza dirle niente... dopo quello che avevano appena condiviso... no,
sicuramente era giù in cucina... si: già se lo immaginava in boxer davanti al frigorifero mangiando
quanto gli capitasse sotto le mani. A questa idea Chichi indossò velocemente la veste da camera e
altrettanto velocemente scese al piano di sotto; dalla cucina non arrivava nessun rumore... Chichi aveva
un nodo alla gola e rallentò i passi... sicuramente il suo Goku era lì, aveva fame: si, lui era un
mangione... Chichi arrivò in cucina ma la trovò vuota... i suoi occhi si riempirono nuovamente di
lacrime, si accasciò a terra, sbatté i pugni sul pavimento freddo e urlò: “NOOOOOOOOOOOOO!”
Goten e Becchan udirono quell'urlo: cosa poteva essere successo? E senza aspettare oltre aumentarono
la velocità e arrivarono subito a casa di Goten. Becchan frugava nervosamente nella borsa: dov'erano le
chiavi? Goten era troppo affezionato alla madre... perché quell'urlo? No, non ce la faceva ad aspettare...
sua madre poteva essere in pericolo...
Goten si trasformò e allontanò Becchan dalla porta con un braccio: “Spostati!” E buttò giù la porta con
un calcio poderoso; Becchan aveva appena trovato le chiavi, ce le aveva in mano ma la visione di
Goten così preoccupato per la madre e allo stesso tempo così bello, sexy, eccitante gliele fece scivolare
dalle mani.
Goten, buttata giù la porta, entrò immediatamente e trovò la madre in cucina, a terra, in lacrime... aveva
quasi paura ad abbracciarla perché poi non avrebbe saputo cosa dire...
Era sopraggiunta anche Becchan nel frattempo: “Cosa è successo?”
Chichi risollevò lo sguardo, si alzò e abbracciò il figlio: “Tesoro... lui... lui è stato qui”.
Goten sgranò gli occhi: osservò la madre in vestaglia, in lacrime, sconvolta... “CHI E' STATO QUI?”
Chichi singhiozzò: “Lui... tuo padre... e ci ha abbandonato di nuovo...”
E svenne tra le braccia di Goten. ...ci mancava poco che svenisse anche Becchan!
Goten riaccompagnò la madre in camera e Becchan lo aspettò in cucina preparando la cena; poco dopo
Goten la raggiunse: “No, io non ho fame”.
Becchan non sapeva che dire... chissà perché si sentiva responsabile e poté solo stringere la mano di
Goten.
Goten era davvero arrabbiato: “Papà...- aveva i denti serrati e tremava dalla rabbia- è davvero un
egoista! Come ha potuto lasciare la mamma in quello stato?”
Becchan poteva capire i sentimenti di Goten però lei aveva una sorta di adorazione per Goku... era il
suo mito, il suo idolo e non poteva farlo scendere dal piedistallo che gli aveva creato...
Becchan abbracciò Goten per fargli capire che gli stava vicino, il ragazzo si abbandonò nel suo
abbraccio e si scusò: “Stasera avevamo in mente altro... mi spiace per questo imprevisto...”
Becchan poggiò la testa su quella di Goten: “Ma figurati... mi hai già regalato una giornata splendida...
ora andiamo a dormire, siamo tutti stanchi”.
Goten si diresse verso il divano ma Becchan lo trattenne per il braccio: “Se tu vai a dormire lì ci verrò
anche io”.
Goten la abbracciò: “Sei fantastica”.
E salirono insieme in camera, qui dormirono abbracciati; e Goten, che aveva tanto bisogno di essere
confortato, si addormentò con la testa poggiata sul suo seno, Becchan gli accarezzò i capelli a lungo e
si abbandonò tra le braccia di Morfeo solo quando fu sicura che lui si fosse calmato.
Quando chiuse gli occhi pensò a Goku e una lacrima le scivolò lungo il viso: “Perché non puoi essere
solo il mio mito? Perché ci fai soffrire tutti così?”
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Goku si era teletrasportato al palazzo del Supremo ma qui non aveva trovato Ub: il ragazzo era tornato
a casa sua, e qui lo raggiunse il nostro eroe, in un'amena isoletta nell'altro emisfero del globo.
Goku aveva passato la notte dal suo allievo e ancora non si era svegliato; Ub, invece, era già in piedi da
un pezzo, come tutti i componenti della sua famiglia: era una famiglia numerosa e alquanto povera,
quindi dovevano lavorare tutti tutto il giorno.
All'ora di pranzo la madre di Ub stava preparando il cibo in cortile, in un enorme pentolone e girava il
minestrone con un mestolo, anch'esso enorme, chiese a Fyl, una delle tante figlie, di andare a chiamare
tutti i componenti della numerosa famiglia, poiché il pranzo era quasi pronto.
Fyl: “Vado a chiamare anche il maestro di Ub?”
Mamma di Ub sorpreso: “Sta ancora dormendo?”
Fyl: “Eh si”.
Mamma di Ub: “Prova a svegliarlo se ci riesci”.
Fyl aveva 14 anni, ma anche una cotta per il maestro di suo fratello: lo trovava davvero bellissimo, con
tutti quei muscoli... e poi era un eroe. Non andava a trovarli spesso ma quando era con la sua famiglia
lei si sentiva immensamente felice.
Fyl si diresse con passo deciso nella stanza in cui dormiva Goku, entrò e lo osservò, gli passò un dito
sul viso e maliziosamente disse: “Chissà quante porcellate hai fatto ieri per essere così stanco oggi... ah,
beata quella che era con te ieri sera!” E lo baciò sulle labbra.
Goku si svegliò e lei sorrise come se niente fosse: “Buongiorno Goku, sono venuta a svegliarti, il
pranzo è pronto”.
E se ne andò via sculettando, il sayan la fermò: “Aspetta!”
Lei si voltò... possibile che... stava letteralmente per saltargli addosso quando lui continuò: “Quella che
è attaccata alla tua cintola per caso è una sfera del drago?”
Fyl aveva i capelli lunghi, rasta, acconciati in modo particolare; indossava un top rosa carne che
evidenziava la sua pelle color cannella e una specie di pareo che lasciava scoperta una gamba... proprio
questo pareo era chiuso da una cintola lunga, i cui lembi ricadevano lungo le cosce e uno dei due
terminava proprio con le sfera del drago.
Fyl prese in mano il lembo della cintola, quello con la sfera, lo fece roteare e, avvicinandosi a Goku
con fare malizioso disse: “Questa? Ti interessa?”
Goku annuì, lei gli alzò il viso con un dito e continuò: “Se la vuoi bello lasci la tua famiglia e torni qui
a prendermi in moglie!”
Capitolo XXXVII “Amore o ossessione?”
“Se la vuoi bello lasci la tua famiglia e torni qui a prendermi in moglie!”
Goku trasalì, si alzò dal letto e uscì dalla stanza, poi fece capolino sulla porta e fece una linguaccia a
Fyl: “Fesso si, ma non casco due volte nello stesso trucco!”
Ovviamente il riferimento era a Chichi che, strappandogli la stessa promessa, era riuscita a farsi
sposare.
Fyl lo seguì: “Ma perché? In fondo non stai mai a casa tua... forse tua moglie è una racchia? Non la
ami? Lasciala e mettiti con me!” E cercava di mettere in mostra il suo corpo acerbo che a Goku non
interessava minimamente: si era già preso una cotta per una ragazzina nell'ultimo periodo!
Goku la ignorava e seguì il suo incredibile olfatto che lo condusse alla sala da pranzo, qui salutò la
madre di Ub e i fratelli e le sorelle di Ub che si erano già accomodati a tavola, Fyl continuava
imperterrita a ripetere: “Eddai... su... non ti interessa questa sfera dell'unicorno?”
Goku, mangiando quasi civilmente, disse tra un boccone e l'altro: “Sono le sfere del drago e comunque
la tua proposta non mi interessa.”
Madre di Ub: “Posso sapere cosa sta succedendo? Fyl non infastidire il maestro di tuo fratello!”
Fyl serissima: “Mamma ti devo dire una cosa... ho chiesto a Goku di sposarmi”.
Madre di Ub: “Ma... sarebbe... sarebbe...” E il piatto che stava asciugando le scivolò dalle mani e
Goku: “Signora glielo dica anche lei che è impossibile: sono un uomo sposato e poi sono troppo grande
per lei..”
Ub si alzò in piedi: “Sarebbe... FANTASTICO!”
Madre di Ub: “Signor Goku non abbiamo molto da offrirle come dote ma le assicuriamo che Fyl
sarebbe una moglie perfetta!”
Ub e sua madre lo guardavano con gli occhi supplici e Fyl con gli occhioni da cucciolo... anche il resto
della famiglia pendeva dalle sue labbra... Goku si alzò dalla sedia, decisamente infastidito da quelle
pressioni: “Ho detto di no!” Afferrò poi la sfera ancora legata alla cintola di Fyl: “Voglio solo questa,
non sua figlia!”
A tavola, improvvisamente, calò il silenzio, Goku si grattò la testa: “Ecco... eddai, sono troppo grande
per lei... senza contare che sono già sposato...”
Fyl scappò via fingendo di piangere, in realtà pensava che se a Goku quella sfera di non-mi-ricordoquale-animale interessava davvero, prima o poi sarebbe tornato a cercarla.
La madre di Ub, coprendosi la bocca con una mano e parlando all'orecchio di Goku con fare losco:
“Scusi la mia impertinenza signor Goku... ma... ecco... anche se non vuole sposare davvero Fyl... è una
ragazzina... cosa le costa dire di si solo per farla felice? Sarà sicuramente una cotta passeggera e
passerà quando incontrerà un ragazzo più affascinante... anche se, io glielo devo dire, uno più
affascinante di lei è difficile da trovare... uhuhuh!” E rise con una mano davanti alla bocca e con gli
occhi a fagiolo.
Mega gocciolone sulla testa di Goku... ma il nostro eroe non si fece abbindolare: “Signora questa non è
una cotta passeggera, se lo metta in testa: lei non sa cosa sono disposte a fare queste ragazzine pur di
farsi sposare dopo che uno glielo ha promesso! Ti dicono – e Goku fece gli occhioni da cucciolo e
portò le mani al petto- “Tornerai a prendermi in moglie?” Poi se uno non torna vengono loro a
cercarti! - Goku si mise le mani nei capelli- Io non lo sapevo cosa volesse dire prendere in moglie e ho
accettato... pensavo mi volesse offrire da mangiare... che grave errore! - Goku si inginocchiò per terra
con la testa tra le mani- Poi passarono gli anni e me la ritrovai al torneo di arti marziali: “Se ti batterò
dovrai tener fede a quella promessa e sposarmi”, ho vinto io ma... poverina... cosa potevo fare? Glielo
avevo promesso... “E va bene... allora: mi vuoi sposare?” Poi alla fine me ne sono innamorato
davvero, abbiamo avuto due figli meravigliosi ma...”
A tavola era calato di nuovo il silenzio... tutti guardavano Goku esterrefatti... ma cosa stava dicendo?
Era impazzito?
Goku prese fiato: “E ora dovrei ricominciare tutto da capo? NO, GRAZIE!”
La madre di Ub era sempre più confusa: “Ragazzo mio... quante storie per una risposta! Va bene,
abbiamo capito!”
Goku: “Eh no signora, io credo che lei non possa capire- e ricominciò a parlare a manetta... la madre di
Ub alzò gli occhi al cielo! - Allora? Lei come me la chiama questa? Glielo dico io: si chiama
OSSESSIONE! Sua figlia è OSSESSIONATA!”
Goten atterrò davanti al padre: “E se fosse solo innamorata, proprio come lo era la mamma?”
Goku: “Oh, ciao Goten. Da quanto sei qui?- e si grattò la testa- Strano ma vero: ero così preso dal
discorso che non ho neanche avvertito la tua aura!”
Goten con le mani in tasca: “Tanto abbastanza da capire che hai preso in giro la mamma!” Stava per
scagliarsi contro il padre ma una saetta scese dal cielo, lo afferrò per i polsi e riuscì a bloccarlo, una
splendida saetta che aveva i capelli lunghi, degli occhi profondi... e un dolce profumo di vaniglia:
Becchan... Goku rimase colpito da quella sua apparizione improvvisa...
Goten aumentò l'aura, si trasformò e questo bastò a spingere Becchan lontano: lei finì sopra il tavolo da
pranzo della famiglia di Ub e la potenza di Goten la fece scivolare per tutto la lunghezza del piano, fino
a cascare addosso al capotavola.
Goku voleva andare in suo soccorso ma il figlio lo stese con un pugno prima che potesse muovere un
dito; Goten fu rapidissimo e immediatamente si voltò da Becchan e la raggiunse: “Scusa, ti ho fatto
male?”
Becchan era tutta intera ma aveva irrimediabilmente sporcato il suo vestitino rosa uguale a quello di
Bulma: “Goten guarda cosa hai combinato! Ma sei impazzito?”
I commensali si alzarono da tavola: il sensei di Ub e i suoi amici erano dei tipi strani e per oggi li
avevano anche privati del pranzo... meglio tornare al lavoro!
Goten non ebbe il tempo di rispondere a Becchan perché la sua attenzione e quella di Becchan fu
attirata da altro: mentre tutti i fratelli e le sorelle di Ub uscivano dalla stanza salutando la madre, una
persona era rientrata: “Amore tutto a posto?” Una bella ragazza mulatta si era inginocchiata in soccorso
di Goku... Goten sentiva di nuovo il sangue ribollirgli nelle vene e Becchan era così stupita che aveva
avuto la forza solo di aprire la bocca e far cadere la mascella!
Fyl aveva assistito alla scena e rivolse uno sguardo di sfida a Goten: “Tu sei pazzo!”
Becchan sorpresa: “E tu chi sei?”
Fyl: “Mi chiamo Fyl e sono la promessa sposa di Goku!”
Capitolo XXXVIII “Un bacio lungamente desiderato”
Fyl: “Mi chiamo Fyl e sono la promessa sposa di Goku!”
Goten e Becchan si guardarono stupiti: e questa da dove ne era uscita?
Goku agitò le mani: “No ragazzi non è come credete, non datele retta...”
Becchan quasi istintivamente si alzò in piedi sul tavolo: “E no bella: mettiti in fila” E con un triplo
salto mortale finì faccia a faccia con Fyl... saette sprizzavano dai loro occhi...
Fyl: “Cosa vuoi tu dal mio Goku? Hai già quel bel manzo laggiù!” E indicò Goten...
Goku e Goten stavano impalati ai due lati della stanza a guardare quello scontro tra ragazze.
Ma cosa passava esattamente nella mente dei quattro?
Becchan era scattata come una molla perché l'atteggiamento di quella ragazzina l'aveva davvero urtata:
“Io amo disperatamente Goku eppure ho rinunciato a lui per rispetto a Chichi e alla sua famiglia e
questa, l'ultima arrivata, si permette di autoproclamarsi promessa sposa di Goku? Se proprio Goku
doveva lasciare Chichi... tanto valeva che questo andasse a mio vantaggio!”
Goku: “Perdonami Chichina, amo solo te... non perderò mai più la testa per una ragazzina, lo giuro!”
Fyl: “Brutta befana, mi vuoi portare via Goku ma non ci riuscirai... anche se hai le tette più grosse!”
Il povero Goten che aveva visto la sua ragazza schizzare per difendere un altro uomo, ingenuamente,
invece, pensò che quello fosse un piano per far desistere la nuova arrivata, dunque si avvicinò a Fyl e
Becchan, le oltrepassò e andò dal padre: gli tese una mano e lo aiutò a rialzarsi: “Beato tra le donne,
eh?” E gli diede delle pacche sulle spalle.
Goku si grattava la testa: “Figliolo guarda che non è come pensi...”
Goten si avvicinò a Fyl e gli mise una mano sulla spalla come per consolarla: “E comunque lui è già
occupato... ha ragione Becchan: se davvero lo ami devi fare la fila”.
Fyl: “Non ci penso neanche: lui lascerà sua moglie e si metterà con me!” E con un gesto di stizza levò
la mano di Goten dalla sua spalla.
Goten: “Guarda che anche Becchan è venuta da un'altra dimensione apposta per sedurre mio padre e
convincerlo a rifarsi una vita”.
Becchan sbiancò di colpo: “Goten... tu da quanto lo sai?”
Goten sorrise: “L'ho sempre saputo...”
Fyl: “Non vi credo, è tutta una scusa per convincermi a dimenticarmi di lui! Lei è la tua ragazza!”
Goten: “No, è tutto vero: Becchan vuoi raccontarle cosa hai affrontato per incontrare mio padre?”
Becchan era stupita: e così Goten sapeva tutto! Abbassò lo sguardo e Goku intervenne: “Figliolo se sai
già tutto...”
Goten fu irremovibile: “No! Lo voglio sentir dire da lei!”
Becchan iniziò a raccontare: “Nella mia dimensione loro sono dei cartoni animati eppure io mi sono
innamorata di Goku... che cosa stupida, eh? Ho passato gli ultimi 8 anni della mia vita a rivedere
all'infinito gli stessi 507 episodi e a chiedermi se mai avessi incontrato un uomo come lui... bello come
lui, buono come lui... insomma, meraviglioso come lui...”
Fyl voleva gettarsi addosso a Becchan ma Goten la tratteneva per i polsi e allora poteva solo urlare:
“Stai zitta, non ti voglio sentire, non ti cred...” Ma Goten intervenne e le tappò anche la bocca.
Goten: “Continua pure Becchan”.
Becchan: “Io... non so come... un giorno sono finita qui e... volevo solo incontrare Goku... ma lui non
era a casa e così l'ho raggiunto con la scusa di voler recuperare le sfere del drago e di volermi allenare...
cosa me ne poteva fregar di recuperare le sfere? Però allenarmi con lui sì che mi interessava! Ci ho
messo 18 giorni ad arrivare da lui ma... quando l'ho visto ho capito anche che non lo avrei più potuto
lasciare... ma contemporaneamente ho conosciuto anche Goten e sono divisa tra loro due... e forse la
cosa migliore è davvero tornare a casa mia...”
Le lacrime iniziarono a sgorgarle dagli occhi: come aveva potuto confessare quelle cose davanti a
Goten? E si coprì il volto con le mani.
Fyl sempre trattenuta da Goten: “Oh si, ottima scena! Se questo qua non mi tenesse i polsi giuro che
avrei applaudito... quanto meno per la fantasia! E tu Goku? Cosa provi per lei?”
Goku si era già avvicinato a Becchan per confortarla, la avvolse in un caldo abbraccio e confessò anche
lui: “Io... io quando l'ho vista ho perso la testa per lei... mi ricordava così tanto Chichi da giovane: bella
come non mai, determinata e pazza d'amore per me” .
Becchan lo guardò negli occhi: “Tu lo sapevi?”
Goku: “Si... e credimi Becchan, ho sofferto più io a non poterti consolare che tu a non potermi rivelare
i tuoi sentimenti...”
Becchan lo abbracciò e Fyl commentò: “Patetici! Puah! Ma come? Prima dici che quella che ti ha
inseguita al torneo per sposarti era una pazza ossessionata da te e ora questa ragazzina che ha fatto lo
stesso era determinata?”
Goku si grattò la testa: “Eh... bè... ecco... io...”
Fyl: “Baciatevi”.
Becchan sgranò gli occhi: “Che cosa?”
Fyl: “Bè? Che c'è di male? Tu lo ami, lui ti ama... speri di succedere presto alla moglie e ora mi vorresti
dire che non vi siete mai baciati?”
Becchan pensò che questa Fyl fosse proprio un osso duro... questa ormai era una sfida personale e lei
doveva vinc... Non riuscì a completare i suoi pensieri perché presto la sua testolina fu occupata da
altro: Goku le aveva afferrato saldamente il volto e ora la stava conducendo abilmente verso un
fantastico bacio... un vero e proprio bacio da mozzare il fiato!
Era arrivata in quel mondo che non conosceva il sapore di un bacio, poi aveva avuto modo di fare
esperienza con Goten... ma Goku... oh no, con il suo mito era tutta un'altra cosa: quel tocco così esperto
e deciso... come era diverso da Goten e dai suoi baci delicati, vellutati... Goku sembrava che stesse
assaporando una pesca fresca che aveva desiderato a lungo...
Becchan pensò: “Ora posso morire felice!”
Goku, invece, aveva realizzato una fantasia che gli frullava in testa da quando aveva conosciuto
Becchan: ok, la ragazza gli ricordava la moglie da giovane... però doveva accertarsi se sapesse anche
baciare come lei!
Goten li riportò alla realtà: “Ehi, Fyl se ne è andata”.
Goku e Becchan osservarono Goten... quel bacio quasi li aveva fatto scordare che era presente anche
lui nella stanza!
Goten proseguì: “Dovreste proprio fare gli attori voi due!” Si insinuò tra loro due e li abbracciò
entrambi allargando le braccia: “Becchan quando hai iniziato a parlare quasi ci cascavo anche io... e
che dire di quel bacio? Sembrava quasi vero! Il bacio lungamente desiderato da due amanti! Fantastici,
ah, siete stati proprio fantastici!”
Goku e Becchan si guardarono stupiti... Goten non aveva proprio capito un tubo!
Becchan pensò che avesse proprio preso tutto dal padre!
Quel bacio aveva risvegliato tutto l'amore che Becchan provava per Goku e per quanto riguardava lui...
Goku, da tutti considerato l'eroe della Terra, si sentiva un verme: solo il giorno prima aveva passato la
nottata con sua moglie e già oggi sognava di nuovo un'altra notte di passione... in compagnia di
Becchan però! Altro che ricordargli la moglie da giovane... Becchan aveva risvegliato in lui certi istinti
che era meglio mettere e tacere prima di rovinare la vita di suo figlio.
Capitolo XXXIX “Un caldo pomeriggio al lago”
Nel pomeriggio tutti i fratelli e le sorelle di Ub erano già a lavoro; a casa restarono solo Becchan, Fyl,
Goku e Goten: la madre di Ub si era trasformata in una belva peggio di Chichi e li aveva obbligati a
svolgere le faccende domestiche, soprattutto a mettere a posto la sala da pranzo che avevano sporcato
con il loro litigio.
Goku e Goten avrebbero voluto andare a pesca: in fondo avevano rovinato il pranzo della famiglia di
Ub, il minimo era rimediare procurando loro la cena; ma Goten convinse il padre a dare una mano alle
ragazze, poi sarebbero andati a pescare tutti e 4 insieme.
Per prima cosa Becchan chiese a Fyl un vestito in prestito e, quindi, si cambiò.
Becchan indossò uno dei top di Fyl ma le stava stretto e così gliene chiese un altro; Fyl: “Tettona!” E
andò a frugare nel cassetto della sorella maggiore: “Prova questa”, e le gettò una camicia scura corta,
con lo scollo a barca, le maniche lunghe e ampie... questa a Becchan stava a pennello!
Provò anche uno di quegli strani parei aperti su un lato ma non le piacevano molto e chiese
qualcos'altro, Fyl si lamentò ancora: “Guarda che questo non è un negozio di vestiti... comunque prova
a guardare nell'armadio di mia sorella visto che ti piace il suo stile”. Becchan prese un paio di
pantaloncini di jeans con un enorme cinturone e degli stivali che arrivavano a mezzo polpaccio.
Becchan: “Sicura che tua sorella non si arrabbierà se prendo in prestito le sue cose?”
Fyl: “Non riconosci il taglio? Quella roba non è stata prodotta nel nostro paese, mia sorella è sempre in
viaggio e anche in questo momento si trova fuori”.
Goten apprezzò con un fischio... Goku non poteva commentare allo stesso modo però apprezzò
tantissimo quelle gambe lunghe e toniche. Goten avrebbe voluto avvicinarsi e palparle quel sedere che i
pantaloncini rendevano magnifico però non poteva per non buttare all'aria la sceneggiata di prima.
Becchan comunque ringraziò Fyl che, dopotutto, non era stata scortese nei suoi confronti ora, e si mise
a pulire la sala da pranzo che aveva sporcato quando Goten l'aveva fatta volare sopra il tavolo.
Becchan puliva il tavolo, Fyl lavava i piatti e Goten passava lo straccio per terra, Goku aveva provato
ad aiutare Fyl asciugando i piatti ma dopo averne rotto due Fyl lo pregò di sedersi: non avevano altri
piatti né i soldi per comprarli.
Ad un certo punto Fyl si sedette su una parte del tavolo già pulita, incrociò le gambe e cercò lo sguardo
di Becchan: “Ma tu davvero sei innamorata di Goku?”
Becchan arrossì e abbassò lo sguardo e quel gesto per Fyl fu molto più eloquente di tutti quei discorsi
barbosi!
Goten neanche sollevò lo sguardo: “Fyl prima finiamo prima andiamo a pescare”.
Becchan passò dall'altra parte del tavolo e Fyl, camminando a carponi, la raggiunse e le chiese,
agitando la sfera legata al lembo della sua cintola: “Che te ne fai di questa sfera del cervo?”
Mega gocciolone sulla testa di Becchan: “Quella è una sfera del drago! E comunque mi serve per
tornare a casa”.
Fyl: “Secondo me sei scema: hai realizzato il tuo sogno vendendo qui, no? Hai pure trovato quel bel
maschione del figlio di Goku, tanto lo so che stai con lui, e te ne vuoi tornare a casa? Perché?”
Becchan: “Perché... perché... oh, insomma, non sono affari tuoi! Dammi quella sfera e basta!”
E si buttò sopra Fyl per recuperare la sfera, tirò con forza la cintola di Fyl e la gonna a portafoglio si
aprì sul pavimento e la ragazza rimase in mutande!
Fyl: “Non ti darò mai niente, questa mi serve se voglio sposare Goku!” e tirò l'altro lembo della cintola,
poi con un gesto improvviso si attaccò anche ai capelli di Becchan.
Becchan: “AHIA! Mollali brutta strega! Lui non ti vuole!”
Fyl: “La strega sei tu! Hai già quel bel ragazzo... perché vuoi prendermi anche Goku?”
Goten e Goku si immischiarono per separare le due ragazze, Goku diede una veloce occhiata alla
stanza leggermente ripulita e disse: “Ok, preparatevi: andiamo a pesca!” Sperando, così, di calmare gli
animi.
Fyl condusse gli altri al laghetto più vicino nei pressi di casa sua, ovviamente stava davanti agli altri e
sculettava vistosamente... poi, quando camminava di fianco a loro, afferrava saldamente il braccio di
Goku e Becchan lo tirava per l'altro; Goten capiva perché ne avevano parlato poco prima e le aveva
detto che Fyl non credeva alla loro storia, quindi avrebbe dovuto fare di tutto per fargliela bere... per
Becchan non era molto difficile fingersi innamorata di Goku... non dopo quel focoso bacio...
Appena arrivati al lago Fyl si spogliò: sotto aveva un costume ridottissimo ma le sue forme ugualmente
ridotte, data la sua giovane età, non interessavano a nessuno.
Becchan pensò: “Quella zoccola! Vuole la sfida? E che sfida sia!”
Becchan indossava degli abiti abbastanza ridotti... andavano benissimo! E così si tolse gli stivali e si
tuffò nel lago: la camicia si attaccò al suo splendido corpo, certamente più modellato di quello di Fyl.
Fyl: “Ehi ragazzoni buttatevi anche voi”.
Goku e Goten si guardarono increduli: “Ma dove erano capitati? Erano andati sin lì per pescare mica
per divertirsi!”
Becchan: “Si, dai... venite anche voi...” E si sollevò leggermente per mostrare la camicia incollata al
seno, Fyl si strappò il reggiseno: “Oh no... l'ho perso... Goku me lo recuperi?”
Becchan si avvicinò a Fyl... tra loro ancora fulmini e saette.
Al richiamo di Becchan Goku e Goten cambiarono idea: si spogliarono anche loro e rimasero solo in
boxer... Becchan e Fyl stavano letteralmente sbavando!
Goku fu il primo a buttarsi e catturò un pesce enorme; Fyl aveva provato ad andargli dietro ma Goku
era troppo veloce per lei, quando il sayan riemerse al suo fianco c'era Becchan: “Oh Goku come sei
stato in gamba!”
Fyl rodeva dalla gelosia... Becchan era cotta, si vedeva lontano un miglio... ma lui? Davvero Goku
aveva perso la testa per quella lì? Goten, non potendo giocherellare con Becchan, si era dedicato
totalmente alla pesca e, mentre lui era immerso, Goku, quasi intuendo i dubbi di Fyl, si chinò su
Becchan e la baciò a fior di labbra... Becchan rimase ancora una volta senza fiato... e il pesce enorme
che aveva pescato le sfuggì dalle mani! Goku si rituffò immediatamente e lo riacciuffò, poi lo porse a
Becchan e lei lo portò sulla riva; qui la aspettava Goten che, nascosto alla vista di Fyl da un albero, la
prese per i polsi, la spinse verso quell'albero e la baciò... come era diverso il suo bacio velluttato da
quello voglioso di Goku...
Goten poi scese sul suo collo e sulla scollatura: “Non mi piace per niente vederti flirtare con mio
padre... sono pazzo di gelosia!” E afferrò con i denti un lembo del nastro che teneva stretta la
scollatura, la maglietta calò e lui stava già per afferrare con le labbra uno dei suoi seni quando lei si
coprì con le mani: “Goten no... Fyl potrebbe vederci...” Ma in realtà era preoccupata che qualcun altro
li potesse vedere...
Goten la baciò sul collo e provò comunque ad allungare una mano: “E cosa me ne frega se Fyl ci
vede?”
Becchan: “Goten la sfera... o mi sacrifico io o lo fa tuo padre...”
Goten rifletté un attimo... non poteva permettere che sua madre soffrisse ancora... cosa avrebbe provato
se il marito l'avesse lasciata? Sbatté un pugno sulla corteccia dell'albero: “Maledetta sfera! Ma è così
importante per te? Ti prego resta con me... resta per me...” E riprese a baciarla sul collo e sulla
scollatura; Becchan non riusciva a resistergli... i suoi baci erano così diversi da quelli di Goku, così
dolci eppure così focosi... Goten si inginocchiò e prese a baciarla sull'addome... lei non aveva più la
forza di respingerlo ma lui si fermò da solo... lei lo guardò quasi delusa e lui: “Ti stanno chiamando.
Non vai?”
Becchan arrossì: da quanto? Oddende: non aveva sentito nulla!!! Era così rapita da quei baci che...
Goku: “BECCHAAAN!”
Becchan baciò velocemente Goten e raggiunse il lago... quella stronza di Fyl era attaccata a Goku come
una sanguisuga! Becchan si tuffò immediatamente e afferrò saldamente Goku dall'altro lato.
Capitolo XXXX “Tutta la vita con lei, solo una notte con me...”
Nel pomeriggio Goku, Goten, Becchan e Fyl avevano pescato molti pesci e per portarli tutti a casa
Goku dovette ricorrere al teletrasporto.
Appena arrivati, Becchan andò ad asciugarsi e a prendere dei vestiti asciutti: scelse una camicia rossa
da legare sotto al seno e una minigonna bianca a diversi strati con un enorme cinturone, ai suoi piedi
ancora gli stivali. Pensò che fosse una fortuna che la sorella maggiore di Fyl avesse viaggiato tanto e
che... eh si, aveva proprio gusto per i vestiti!
Quando tornò in cucina notò che il resto del gruppo stava preparando la cena: Goku puliva i pesci e
Goten e Fyl li cucinavano arrossto... eh no, c'era qualcosa che non quadrava: perché diavolo Fyl era
attaccata al braccio del suo Goten? Becchan la staccò e lei: “Bé? Non mi posso prendere Goku perché
sei arrivata prima tu, no? Lasciami almeno questo bel manzo!”
Becchan era furente di rabbia e... Goten che faceva pure il coglione con quella smorfiosa!
Goku, intanto, si era ferito un dito e Becchan gli prese il dito e iniziò a leccargli il sangue che colava
giù... Goku era stupito, Goten anche... Fyl ormai non aveva più dubbi che quella ragazza fosse
innamorata persa di Goku!
Tornò a casa la madre di Ub: “Oh, che bravi: state anche cucinando! Fyl vai a chiamare i tuoi fratelli e
le tue sorelle”.
Fyl: “Ehi bel manzo vieni con me?”
Goten grattandosi la testa: “Ehm... no, no... rimango qui a controllare il pesce”.
Quando Fyl si fu allontanata, Becchan si avvicinò a Goten e gli tirò un pizzicotto sulla guancia: “Ehi
bel manzo ma cosa stai facendo?”
Goten si grattò ancora la testa, poi le mise le mani sulle spalle e disse seriamente: “Becchan mi sto
sacrificando perché tu non debba più fare il filo a mio padre”.
Becchan fece il muso: “Non ci credo”, e Goten cercò di convincerla, poi dovettero interrompere perché
tornò Fyl e si attaccò di nuovo al braccio di Goten: “Maaamma lo sai che ho deciso di sposarmi con
Goten?”
A Goten gli prese un colpo, a Becchan e Goku anche... l'unica felice era la madre di Fyl: aveva già gli
occhi sbrilluccicosi e le mani sotto al mento: “Ma è fantastico!”
I fratelli e le sorelle di Ub, invece, erano solo preoccupati che non si ripetesse la stessa scena di pranzo.
Ub era comunque felice di imparentarsi con il suo sensei.
Finita la cena, a sparecchiare e lavare i piatti ci pensarono Goten e Fyl, Goku rimase un po' con Ub e
Becchan tornò al fume a riflettere: era gelosa di Goten eppure era pazza di Goku...
Goku, avvertendo la tristezza di Becchan la raggiunse sul fiume e si sedette accanto a lei.
Becchan tremava dal freddo e Goku si tolse la casacca e gliela porse... Becchan la indossò e avvertì il
suo profumo inebriante... Becchan gli rivolse un'occhiata: oddende quanto era bello senza la casacca, la
luna gli illuminava tutti i muscoli... senza rendersene conto si avvicinò a lui e gli accarezzò un
braccio... Goku evitava di guardarla in faccia per non cadere in tentazione ma quando lei iniziò a
stampargli piccoli baci sui muscoli guizzanti del braccio lui perse la ragione, la spinse a terra e la baciò.
Becchan ricambiò quel bacio, ma Goku si allontanò subito dopo.
Becchan lo raggiunse: “Che c'è?”
Goku: “No, noi non possiamo...”
Becchan: “Perché?”
Goku: “Sono un uomo sposato!”
Becchan avvicinandosi con fare sensuale: “Appunto... tutta la vita con Chichi... ma... io ti chiedo solo
questa notte!”
Goku cercò di resisterle ancora: “Sei la ragazza di mio figlio, lo vuoi fare solo per ripicca?”
Ma quei due baci avevano risvegliato in Becchan sentimenti che ormai non riusciva più a far tacere:
“No, stanotte no: Goten è il promesso sposo di Fyl e io sono la tua pretendente, ricordi?” E si sedette
sopra le sue gambe incrociate e lo baciò ancora una volta.
Basta, Goku non aveva più la forza di resisterle: lo voleva anche lui... era solo una notte in fondo...
Goku: “Fin dove mi posso spingere?”
Becchan: “Fino al paradiso... però ci devi portare anche me...”
Goku la baciò nuovamente: aveva avuto il suo consenso... ora poteva condurla in paradiso... quel bacio
divenne sempre più passionale e quando le loro bocche si allontanarono lui le sussurrò in un orecchio:
“Ti amo”.
Becchan chiuse gli occhi, due lacrimucce scivolarono giù, non ci credeva minimamente: lei lo amava
ma lui al massimo era attratto dal suo corpo giovane. Verità o bugia che importanza poteva avere in
questo momento? Goku aveva intuito che lei aveva bisogno di sentirselo dire e non aveva esitato a
soddisfarla; lui le asciugò prontamente quelle lacrime e al loro posto sulla guancia destra stampò un
bacio.
Becchan si avvicinò al suo orecchio e anche lei pronunciò quelle due fatidiche parole: “Ti amo, Goku”.
Goku le slacciò la cintola bianca della sua casacca e poi sciolse il nodo della camicetta e ammirò il suo
seno, Becchan gli scompigliava i capelli e non credeva ancora a quello che stava accadendo...
Becchan: “Gokuuu...”
Goku sollevò la testa ansioso di sentire chissà quale richiesta da soddisfare: “Si?”
Becchan: “Goku... tirami un pizzicotto!”
Goku la guardò sorpreso: “Eh?”
Becchan: “Voglio solo essere sicura che non sia un sogno...”
Goku la baciò dolcemente sulla fronte: “No, non è un sogno... altrimenti stiamo facendo lo stesso,
splendido sogno... Non c'è proprio altro che mi vorresti chiedere?”
Becchan: “Mmh... una cosa ci sarebbe...”
Becchan non riuscì a terminare la frase che Goku aveva già realizzato il suo desiderio: “Ti è sempre
piaciuto lo stadio di super sayan, eh?”
Si, a Becchan era sempre piaciuta questa trasformazione di Goku, però c'era anche un altro motivo:
Chichi, invece, aveva fatto capire più volte di non amare il marito trasformato in super sayan quindi
Becchan, che non poteva avere Goku tutto per sé, in questo modo si poteva illudere di avere
“l'esclusiva”.
Goku accarezzava la sua pelle ancora come se Becchan fosse un frutto lungamente desiderato, una
pesca fresca e vellutata e, in preda alla passione, fu davvero orgoglioso quando scoprì di essere stato il
primo a dare un morso a questa pesca, non curante di aver privato il figlio di una cosa tanto importante.
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Fyl: “Ah! Abbiamo finito! E adesso bel manzo dove mi porti?”
Goten: “Scusa Fyl ma io vorrei raggiungere Becchan...”
Fyl: “Era tutta una sceneggiata, vero? Becchan è la tua ragazza e Goku è felicemente sposato con tua
madre e non pensa di sostituirla tanto presto, eh?”
Goten grattandosi la testa: “Bè, visto che hai capito tutto inutile continuare a fingere...”
Fyl: “Bel manzo stai attento perché a me quella sembra davvero innamorata di tuo padre”.
Goten: “Ma no, che dici: lui è il suo mito!”
Fyl: “Mito o non mito questa sfera la volete?”
Fyl prese il lembo della sua cintola e mise la sfera all'altezza del viso di Goten, il ragazzo
ingenuamente tirò e la gonna a portafoglio cadde a terra.
Fyl: “Se vuoi la sfera devi...”
Goten: “Oh no, io non intendo sposare nessuno!”
Fyl lo avvolse con una gamba: “Macchè sposare... mica sei il mio tipo... ti chiedo solo una notte, poi il
resto della tua vita lo potrai passare con la tua Becchan”.
E si avventò su di lui.
Capitolo XLI “Colazione... a tre”
Becchan si svegliò, era terrorizzata all'idea di aprire gli occhi e scoprire che era stato tutto un
dolcissimo sogno... le era già successo una volta e al risveglio era stato un boccone amaro da mandare
giù.
Lei era vestita ma era anche coperta con la casacca di Goku... bé, di sicuro lui era stato lì...
Becchan come si alzò sentì un leggero fastidio al ventre, ci poggiò una mano... si portò le mani davanti
alla bocca e quasi si commosse... bé, ormai non c'erano più dubbi, e senza paura si voltò verso il
fiume... ma del suo Goku neanche l'ombra.
Dei frutti cascarono da un albero lì vicino e Becchan buttò immediatamente l'occhio tra le fronde:
eccolo lì, bello come il sole!
Goku con un salto atletico arrivò davanti a lei e si chinò per baciarla, lei aveva la casacca di Goku sulle
spalle e la tratteneva con la mano destra, con la sinistra respinse dolcemente Goku: “Credimi, lo vorrei
più di ogni altra cosa... ma abbiamo detto solo ieri notte e se tu adesso mi baciassi io non riuscirei a
lasciarti più...”
Goku: “Eh si, hai ragione... solo una notte... - poi prese la mano di Becchan e la portò sul suo cuore per
farle notare come questo battesse all'impazzata- però questa notte non la scorderò mai”.
Goku era così bello, innocente e... pulito e profumato: “Immagino che anche tu ti vorrai lavare: vai,
intanto io continuo a procurare la colazione”.
Becchan gli lasciò la mano: “Goku... vai pure ad allenarti mentre io mi faccio il bagno”.
Goku: “No, bé... ma io... immagino che sarai affamata...”
Becchan: “Scherzi? So benissimo che muori dalla voglia di allenarti e in questi giorni hai trascurato
abbastanza i tuoi allenamenti per me... non è forse vero?”
Goku fece un sorriso enorme... come lo capiva bene Becchan! E corse ad allenarsi... si voltò un attimo
e disse, arrossendo, a voce bassa: “Ieri... ti ho fatto molto male?”
Becchan sorrise e rispose: “Per niente”.
Lui corse a fare un po' di streching e lei pensò che lui fosse molto premuroso nei suoi confronti, si
spogliò e andò nel fiume a lavarsi... brr, come era fredda l'acqua la mattina! Becchan notò che Goku era
rimasto entro un raggio limitato, così che lei lo potesse scorgere...
Goten arrivò di lì a poco, sia Goku che Becchan avvertirono la sua aura e impallidirono.
Goten atterrò sulla riva e quando vide Becchan a bagno si spogliò immediatamente, la raggiunse e
l'abbracciò; lei cercò di allontanarsi: “Goten! Ehm... non indosso la biancheria!”
Goten era imbarazzatissimo e si allontanò da lei: “Scusa è che... ieri sera sei andata via senza dire una
parola ed ero preoccupato per te... Te la sei presa davvero perché stavo giocando con Fyl?”
A Becchan in questo momento non importava nulla di Goten e tanto meno di Fyl: ok, lei e Goku
avevano detto solo una notte... però ci sperava tanto in un ultimo travolgente bacio di addio ed era stata
una stupida a non darglielo quando ne aveva avuto l'opportunità!
Goten si avvicinò alle sue spalle e l'abbracciò: “Scusami Becchan”.
Becchan non sapeva che dire ma i due furono distratti da un rumore: Goku li aveva visti e gli erano
scivolati tutti i frutti che aveva raccolto! (Alla fine era comunque andato a procurare la colazione!)
Goku: “Oh, scusate... non volevo...”
Goten rimase un attimo perplesso: che ci faceva lì suo padre?
Becchan prontamente gli girò la faccia verso di lei e gli disse: “Goku ieri notte ha localizzato la mia
aura da sola su questo bosco ed è venuto per proteggermi... perché non sei venuto tu al suo posto?”
Goten abbassò lo sguardo e Becchan dentro di sé tirò un sospiro di sollievo: chissà come aveva
ribaltato la frittata e si era salvata in corner!
Ma se la scorsa notte invece di Goku l'avesse raggiunta davvero Goten... sarebbe stata la stessa cosa?
Sarebbe finita allo stesso modo? Probabilmente no... Becchan non sapeva come chiamare quel che
provava per Goten: lui era attraente, simpatico, generoso, gentile, forte, altruista, coraggioso... allora
cosa c'era che non andava? Perché non poteva ricambiare i suoi sentimenti? Perché si era innamorata
disperatamente proprio di suo padre?
Goten, lapidario, le disse: “Rivestiti, ti devo parlare”.
Becchan si rivestì mentre Goku e Goten erano girati di spalle.
Goku voleva andare via ma Goten pensò che fosse il caso che ascoltasse anche lui e mentre si sedettero
a fare colazione, Goten iniziò a parlare: “Ieri sera sono rimasto con Fyl... pare che abbia perso ogni
interesse per papà ma... in cambio...”
Becchan sgranò gli occhi: “Non vorrà sposare te?”
Goten agitò le mani e Becchan notò quanto, in questi piccoli gesti, fosse simile al padre: “No, no...
voleva solo... ecco- Goten arrossì, abbassò lo sguardo e iniziò e girarsi i pollici- ...lei voleva passare la
notte con me...”
Becchan e Goku sgranarono gli occhi, Goku afferrò il figlio per le spalle e lo scrollò: “Goten ha solo 14
anni non avrai...”
Goten: “No, no papà... Becchan- e prese le mani della ragazza tra le sue- ma davvero ti serve quella
maledetta sfera? Fyl non ce la vuole cedere e... io non voglio cedere a lei! Ti prego... resta con me!”
Becchan impallidì, non riusciva quasi a respirare, si portò una mano sul petto: “Goten ne abbiamo già
parlato...”
Goten: “No Becchan, io te l'ho già chiesto ma tu non mi hai mai risposto...- si voltò verso il padrePapà tu saresti d'accordo se Becchan restasse da noi?”
Il sayan impazziva all'idea che Becchan restasse tutta la vita con loro: avevano detto solo una notte ma
avrebbe resistito alla tentazione se quella tentazione avesse passato tutte le notti a casa sua? Cercò di
mantenere un certo contegno per non insospettire il figlio, si mise una mano sulla nuca e cercò di
prendere tempo: “...se anche Chichi è d'accordo può restare con noi...”
Becchan rimase impressionata dal modo in cui Goku parlava con il figlio: era sereno, tranquillo... come
se quella notte non fosse successo nulla... lei era forse l'unica che si vergognava a guardare Goten in
faccia?
Becchan: “Scusate, vado a fare due passi”. Si alzò e lasciò Goten e Goku perplessi.
Goten si alzò e la seguì, lei aumentò il passo e lo aumentò anche lui, le afferrò un polso e lei si voltò,
maldestramente scivolarono entrambi e Goten finì sopra di lei, le prese il volto tra le mani: “Mi dici che
hai?”
Becchan: “Niente...” e voltò la faccia da un lato.
Goten: “L'hai capito, vero?”
Becchan impallidì: “Capito cosa?”
Goten: “E' stato solo un bacio, lei si è gettata addosso a me e io quasi non me ne sono accorto, l'ho
staccata subito, te lo giuro... e non ho provato niente... comunque... scusami... ti prego, non essere
arrabbiata con me... non volevo... ferirti...”
Becchan pensò che Goten fosse proprio un ragazzo puro: si preoccupava tanto per un bacio rubato,
aveva confessato e ora era lì a chiederle persino scusa! Lei invece cosa avrebbe dovuto fare? Nooo,
l'idea di confessare non le sfiorò neanche la mente: questo dolce eppur doloroso segreto se lo sarebbe
portato dietro fino alla tomba!
Goten provò a baciare Becchan e lei lo respinse: “Goten forse è meglio se ci andiamo piano...”
Goten non capì: “Piano? Becchan ma se fino a due giorni fa...”
Becchan: “Due giorni fa erano due giorni fa!” E cercò di rialzarsi ma lui la trattenne: “Sei arrabbiata
perché questa notte non sono venuto a cercarti? Scusami, Fyl non mi mollava un attimo... - Goten notò
che Becchan era strana, ma soprattutto era diversa dal solito- Ti prego, dimmi tutto quello che ti passa
per la testa; dimmi a cosa hai pensato questa notte e parliamone insieme”.
Il ragazzo fece un sorriso sincero a Becchan, si alzò e le porse una mano per aiutarla a rialzarsi.
Lei pensò: “A cosa ho pensato questa notte? Vorrai dire a chi ho pensato: a tuo padre mentre ci
rotolavamo su questa riva! Mi sento un verme!” Gli occhi di Becchan lentamente si riempirono di
lacrime, lei si coprì il volto con le mani, Goten la afferrò e la portò a sé, poi la strinse forte: non capiva
il perché di quello strano comportamento ma pensò solo che Becchan quella notte si fosse sentita molto
sola e ora aveva bisogno di essere rassicurata, quindi la abbracciò più forte, le accarezzò la testa e le
sussurrò in un orecchio due dolci parole: “Ti amo”.
Becchan si sentì morire... anche Goku le aveva rivolto quelle stesse parole: pronunciate da lui avevano
un suono diverso, come se fossero vuote, eppure lei non aveva esitato a rispondergli con trasporto;
pronunciate ora da Goten, invece, avevano il peso di macigni che le arrivavano addosso e lei non aveva
il coraggio di rispondergli... avrebbe potuto dirgli una bugia per farlo vivere nella piccola isola felice
che si era costruito nella sua mente... eppure dentro di sé sentiva che non poteva, non voleva
ingannarlo, non voleva farlo soffrire...
Becchan si liberò dal suo abbraccio, lo allontanò e volò via.
Goten provò a volarle dietro ma non ci riusciva, così il padre lo raggiunse e lo invitò a desistere.
Goku e Goten tornarono sulle rive del lago e Goku provò a giustificare Becchan: “Figliolo ora vuole
restare da sola...”
Goten: “Ma io non capisco... fino a ieri andavamo d'accordo e ora se la prende perché Fyl ha puntato
gli occhi su di me? A me non interessa nessun'altra ragazza, voglio solo lei... possibile che non l'abbia
capito? Lei... lei è l'unica ragazza che mi può rendere felice!”
Queste parole per Goku furono come una pugnalata nello stomaco: lui aveva combattuto con tanti
nemici temibili e mostruosi ma mai nessuno l'aveva spaventato tanto come l'idea di perdere la stima di
suo figlio...
Goten: “Papà... tu cosa ne pensi di lei?”
Goku ancora una volta ricevette una pugnalata al cuore: “Cosa ne penso? E' simpatica, determinata,
forte, spigliata, intelligente e poi è molto carina...”
Goten lo interruppe: “Carina? E' bellissima!” Goku dentro di sé annuì.
Goten si sdraiò a terra con le braccia incrociate dietro la nuca- Papà tu dici che mi ama?”
Goku aveva il cuore dilaniato: con la sua presenza aveva separato suo figlio dalla ragazza che amava e
ora doveva rassicurarlo, lui era quel bastardo che gli aveva soffiato la ragazza e ora doveva anche
provare a rassicurarlo che quella fosse follemente innamorata di lui... come poteva?
Goku: “Vedi Goten... ti deve rispondere lei, non lo posso fare io al suo posto”.
Goten: “Hai ragione papà... io... io credo che anche lei sia innamorata di me... Sai, probabilmente è
scappata via ed è nervosa perché... per lei... per lei sono arrivati quei giorni...”
Goku guardò il figlio perplesso: non glielo poteva dire però lui la notte precedente aveva avuto modo di
“controllare” ed era sicuro che non fossero arrivati quei giorni per Becchan... Goten guardò il padre con
sguardo rassegnato: “Papà voglio dire che Becchan ha le sue cose! Non hai notato che la sua gonna
bianca era lievemente sporca di sangue?”
Goku adesso aveva capito... aveva capito che il figlio non aveva davvero capito un tubo! Cercò di non
guardarlo in modo compassionevole, abbassò lo sguardo, deglutì e si sdraiò accanto a lui... per sua
fortuna Goten volle cambiare argomento: “Papà... mi dici perché abbandoni così spesso la mamma?
Non sai quanto ci soffra...”
Goku non riuscì a valutare se fosse davvero una fortuna che il figlio avesse cambiato argomento...
xxx
Becchan, intanto, aveva volato sino a casa di Fyl, ma era indecisa se fosse il caso di entrare o meno...
quell'arpia di sicuro le avrebbe fatto saltare di nuovo i nervi! Pensò, allora, di proseguire quando notò, a
terra, la madre di Ub priva di sensi: scese immediatamente per soccorrerla ma la sua attenzione fu
attirata da altro: Fyl, da dentro casa, aveva urlato così forte da farle gelare il sangue nelle vene...
Capitolo XLII “Attimi di panico”
Becchan, intanto, aveva volato sino a casa di Fyl, ma era indecisa se fosse il caso di entrare o meno...
quell'arpia di sicuro le avrebbe fatto saltare di nuovo i nervi! Pensò, allora, di proseguire quando notò, a
terra, la madre di Ub priva di sensi: scese immediatamente per soccorrerla ma la sua attenzione fu
attirata da altro: Fyl, da dentro casa, aveva urlato così forte da farle gelare il sangue nelle vene...
Becchan entrò e trovò Fyl a terra, sopra di lei un uomo più grande che cercava di strapparle i vestiti e
che continuava a bagnarla con la sua lingua sudicia.
Fyl fu felice di vedere Becchan: “Ti prego, aiutami!”
Bechan non ci pensò due volte: con un calcio allontanò l'uomo da Fyl, poi lo afferrò per il colletto della
camicia e gli sputò in faccia: “E' una ragazzina, porco!”
L'uomo sorrise e Becchan non ci vide più dalla rabbia: “Che cazzo hai da ridere? Vuoi che ti spacchi la
faccia o il culo?”
L'uomo rideva perché il suo complice era entrato nella stanza e né Becchan né Fyl, attaccata al braccio
di Becchan, se ne accorsero: “Bella se permetti il culo te lo facciamo noi!”
Becchan non fece in tempo a reagire: l'uomo l'afferrò da dietro per il collo e la colpì violentemente e
ripetutamente all'addome con un coltello e lei perse i sensi per il dolore. Fyl, che non poteva scappare
fuori perché quell'energumeno era proprio davanti alla porta, si rifugiò in camera sua, al piano di
sopra... ma sapeva che prima o poi l'avrebbe raggiunta... e Becchan, svenuta al piano di sotto, questa
volta non l'avrebbe potuta aiutare...
Le urla di Fyl, invece, destarono Becchan immediatamente: la ragazza si portò una mano sull'addome e
sentì il sangue scorrerle tra le dita, provò ad alzarsi ma faceva male, terribilmente male...
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
No, Fyl era in pericolo e lei era l'unica che poteva aiutarla... si rialzò ma l'uomo che aveva messo ko
con un calcio si era rialzato prima di lei: “Mi hai interrotto perché volevi esserci tu al posto della tua
amica?”
Becchan lo ignorò e provò a salire le scale: aveva una mano sull'addome e ad ogni scalino ripeteva:
“Cazzo quanto fa male!”
Arrivata al quinto scalino, l'uomo mise un piede sul terzo scalino e la mano sulla spalla di Becchan:
“Lascialo stare, adesso tu ti divertirai con me!”
Becchan, con la mano che teneva sull'addome, colpì l'uomo sul collo e questa volta lo stese
definitivamente e commentò solo: “Porco!” Poi strinse i denti e cercò di salire le scale più in fretta
possibile.
Quando arrivò alla stanza di Fyl intravide la testa della ragazza: cercava di nascondersi da quell'uomo
schifoso ma lui sapeva benissimo dov'era, voleva solo spaventarla ulteriormente.
L'uomo si voltò verso Becchan sull'uscio della porta, si avvicinò a lei e le passò il coltello, ancora
sporco del suo sangue, sotto il mento: “Ti ho fatto male prima? Vedrai che ora te ne farò ancora di
più!” E si mise a ridere, Becchan pensò che fosse proprio una risata schifosa: raccolse tutta le sue
ultime energie sul palmo della mano appoggiata allo stipite della porta e, quando l'uomo cercò di
abbracciarla, lei gli scagliò contro una potentissima sfera d'energia.
L'uomo volò dall'altra parte della stanza e Becchan si accasciò a terra.
xxx
Goku, ancora in riva al lago con Goten, aveva chiarito con il figlio e ora ridevano e scherzavano come
se niente fosse; Goku aveva provato a evitare l'argomento ma Goten gli aveva voluto descrivere
esattamente le sensazioni che provava in compagnia di Becchan... erano sensazioni che Goku
conosceva benissimo e che aveva provato amplificate per mille soltanto la notte precedente...
Gli faceva piacere che il figlio si aprisse con lui... però era così difficile parlare di una ragazza che lui
conosceva anche meglio del suo Goten e fare finta di nulla... era letteralmente attanagliato dai sensi di
colpa...
Ad un certo punto Goku avvertì una brutta sensazione e poi percepì quello che non avrebbe mai voluto
percepire: l'aura di Becchan che calava quasi fino a scomparire...
Goten notò lo sguardo serio del padre: “Papà cosa è successo?”
Goku cercò di mantenere il sangue freddo che lo contraddistingueva in ogni situazione: “Figliolo credo
che sia successo qualcosa a Becchan...”
Goten non era in grado di percepire le aure ma non ci pensò due volte e si alzò in volo: “Da che parte
devo andare?”
Goku lo raggiunse, gli poggiò una mano sulla spalla e i due si teletrasportarono.
Arrivarono in un lampo a casa di Fyl: in cortile la madre era priva di sensi ma Goku, portando una
mano sulla carotide, si accertò che fosse ancora viva; decisero quindi di proseguire in cerca di Becchan.
Quando varcarono la porta di casa notarono un uomo proprio davanti agli scalini, e gocce di sangue che
da lì conducevano al piano superiore... Goten non perse tempo e salì quegli scalini uno dopo l'altro con
l'angoscia nel cuore; Goku era quasi immobilizzato: sentiva l'aura di Becchan sempre più debole e
aveva quasi paura a salire e scoprire cosa era successo.
Fyl quando sentì i passi sulle scale si preoccupò: aveva paura che l'uomo che stava di sotto si fosse
svegliato e ora non c'era più nessuno a proteggerla, voleva scappare, nascondersi ma sapeva che
sarebbe stato tutto inutile e, in ogni caso, la paura non le avrebbe permesso di muovere un passo. La
persona che salì le scale era sì un uomo, ma lui era buono, lo conosceva bene: era Goten.
Fyl era in un mare di lacrime, ma la paura improvvisamente sparì alla vista del ragazzo e si gettò verso
di lui: “Goten! Devi aiutarla... lei mi ha salvata...”
Goten lanciò un'occhiata in fondo e notò il corpo di Becchan a terra, spostò Fyl e si gettò verso la
ragazza amata; se prima aveva notato che la gonna di Becchan era lievemente sporca di sangue, ora
notò con rammarico che quella gonna era completamente tinta di rosso, la camicia era già rossa di suo
ma il colore del sangue l'aveva resa leggermente più scura a partire da dove c'era la ferita.
Gli occhi di Goten si riempirono di lacrime, provò a sfiorarle il viso e quel tocco delicato la indusse a
cercare di aprire gli occhi: la vista era sfocata però riusciva ancora a riconoscere quella sagoma e con
un filo di voce disse: “Go...o...ten”, e si sforzò persino di sorridere.
Il ragazzo era affranto ma cercò di rassicurarla: “Ssh: non ti sforzare. Adesso ti facciamo tornare come
nuova”.
Goku, intanto, aveva salito lentamente gli scalini e anche lui aveva notato Becchan in una pozza di
sangue, si avvicinò e le strinse la mano, Becchan riconobbe anche la sua sagoma, non fosse solo per
quella strana acconciatura; cercò di sorridere anche a lui e quel sorriso anziché rasserenare Goku lo
angosciò maggiormente... il brutto presentimento di prima disturbava ancora la sua anima.
Capitolo XLIII “Io ti salverò”
Goku guardò il figlio: “Io vado a prendere i fagioli di Balzar”.
Goten annuì, Goku si teletrasportò e il ragazzo cercò di sistemare Becchan, così da avere la sua testa
sul suo petto e poterle accarezzare i capelli, senza però vedere il suo volto con quella maschera di
dolore che gli stringeva il cuore.
Fyl, accanto a loro, continuava a piangere e a cercare di spiegare cosa era successo, ma dalla sua bocca
usciva solo un racconto sconclusionato e Goten in quel momento non la stava neanche ada ascoltare:
non era quello il momento delle spiegazioni, gliele avrebbe fornite più tardi.
Becchan prese la mano di Goten, i suoi occhi si riempirono di lacrime e sussurrò: “Scusami se non ho
saputo ricambiare i tuoi sentimenti”.
Goten le passò un dito sulle labbra: “Non è vero, tu... tu sei speciale”.
Becchan cercò di dire altro ma dalla sua bocca usciva solo sangue, Goten la pregò di non sforzarsi ma
lei glielo voleva dire... forse era l'ultima occasione: “Goten... sei sempre il mio... il mio preferito”.
Le lacrime di Goten bagnarono la nuca di Becchan , era spaventato e angosciato ma cercava di fare
forza all'amica.
In quel momento ricomparve Goku con un sacchetto in mano, lo aprì e porse un fagiolo magico a
Becchan; lei con fatica lo masticò e poi sputò ancora sangue.
Aspettarono ma gli effetti miracolosi di quel fagiolo magico non si notavano.
Goten con la voce che tremava: “Papà...”
Goku: “Forse la ferita è molto profonda, proviamo a dargliene due”. E con l'angoscia nel cuore le mise
un secondo fagiolo sulle labbra, Becchan si sforzò di masticare anche questo e Goku cercava di
incoraggiarla: “Sù, così, brava, mastica...”
Ma anche questo fagiolo non diede i risultati sperati...
Goten: “Papà ma sei sicuro che siano maturi?”
Goku annuì, si avvicinò all'energumeno che aveva ferito Becchan e porse anche a lui un fagiolo
magico, per fare una prova: quello, immediatamente, si riprese e provò a minacciare Goku con il
coltello sporco... l'odore del sangue di Becchan fece impazzire Goku: il suo sguardo divenne spietato,
prese la testa dell'energumeno e la spinse verso il suo ginocchio d'acciaio, poi lo colpì violentemente
allo stomaco e solo i gemiti di dolore di Becchan lo fecero tornare in sé... adesso doveva occuparsi di
lei.
Goku: “Questo era solo un anticipo... prendi il tuo amico e sparite dalla mia vista- poi lo afferrò per il
collo- ma guai a voi se la nostra amica muore: vi ritroverò anche in capo al mondo!”
L'energumeno scese al piano di sotto, prese il compagno e si allontanò.
Goten e Fyl erano quasi spaventati dalla reazione violenta di Goku... Goten conosceva suo padre e
sapeva che pochi nemici aveva risvegliato in lui quel lato del suo carattere così spietato; ora comunque
bisognava pensare a Becchan...
Goten: “Papà portiamola da Dende”
Goku: “Si, figliolo”. E prese tra le sue forti braccia Becchan... lo avvolse un senso di angoscia quando
ripensò che lei solo la notte prima aveva dormito tra quelle braccia che ora non erano state in grado di
proteggerla... e quel brutto presentimento ancora non lo aveva abbandonato.
Goten mise un braccio su quello del padre: “Vengo anche io”; Fyl non capiva cosa stava per succedere
però sentiva che anche lei voleva essere presente e posò la sua mano sopra quella di Goten.
Arrivati da Dende, Goku non volle posare Becchan a terra: il Supremo l'avrebbe dovuta curare lì, tra le
sue braccia.
Dende capì e posò le mani su Becchan; la ragazza si sentì rinvigorita ma questa sensazione durò poco e
i presenti notarono che la ferita non si rimarginava... il brutto presentimento di Goku si stava
completando: nemmeno Dende riusciva a curare la ragazza.
Goten lo afferrò per un braccio: “Forse oggi non ti senti bene? PERCHE'? PERCHE' NON RIESCI A
CURARLA?”
Dende non sapeva che rispondere... era dispiaciuto di non poter essere aiuto... lui ci aveva provato ma
non poteva davvero fare di più...
Gli occhi di Goten si riempirono di lacrime e di rabbia, Fyl si sentiva terribilmente in colpa e Goku
portò Becchan nella sua camera, chiamò Dende e Popo e gli chiese una bacinella di acqua e delle garze.
Goku spogliò Becchan, la ripulì perfettamente dal sangue e dal sudore e disinfettò la ferita.
Becchan era ancora cosciente e soffrì un po' : Goku la vide che stringeva i denti e gli occhi, le sfiorò la
fronte con una mano e Mr Popo gli prese dalle mani il necessario e continuò lui a disinfettare la ferita,
mente Goku le teneva amorevolmente la mano. Becchan non poteva tenere gli occhi aperti ma era
come se vedesse Goku, davanti a lei, preoccupato per lei... afferrò la mano di Goku, se la portò sul viso
e pianse.
Mr Popo le avvolse la garza mentre Becchan cercava di stare in piedi sorretta da Goku.
Quando questa dolorosa operazione terminò, Becchan svenne per lo sforzo appena sostenuto; Goku la
sistemò nuovamente sul letto, poi posò una mano su di lei e le cambiò il vestito: le fece indossare una
di quelle camicie da notte che lei amava definire “da castellana”.
Goku uscì dalla stanza e vi entrò Goten, le sfiorò i capelli e le sussurrò ad un orecchio: “Io ti salverò!”
Poi le sfiorò le labbra con un bacio e uscì dalla stanza.
Capitolo XLIV “Troviamo le sfere del drago!”
Goten: “Dende, dimmi: se tu non sei stato in grado di curare Becchan dici che il drago Shenron
potrebbe?”
Dende scosse la testa: “Non te lo so dire”.
Goku: “Bè, di sicuro potrebbe fornirci una spiegazione... neanche Re Kaio ha saputo dirmi perché né i
senzu né Dende hanno potuto salvare Becchan”.
Goten: “Allora è deciso, evocherò Shenron!”
Dende: “Goten ci hai pensato bene? Se tu evocassi Shenron poi non lo potrebbe evocare per lei per
tornare a casa...”
Goten: “E allora la lasciamo morire?”
Goten si stava arrabbiando... Goku lo percepì, allora si alzò e lo trattenne per le spalle: “Calmati
figliolo... vado a recuperarti il dragon radar e la sfera, è tutto nella borsa di Becchan a casa di Fyl,
giusto?”
Goten annuì e Goku aggiunse: “Se poi Becchan dovesse aspettare un anno per tornare a casa sua noi
saremo felici di ospitarla nel frattempo”.
Goten scambiò uno sguardo di intesa con il padre e lo vide scomparire.
Fyl proprio in quel momento andò da Goten, fino ad allora era rimasta nella stanza di Becchan; Goten
quando la vide colpì la fronte con il palmo di una mano: “Fyl! Se uscivi un attimo prima papà ti
riaccompagnava a casa!”
Fyl: “No Goten... non ci voglio andare finché Becchan non si riprende!”
Goten: “Bah, fai come vuoi”. E, rassegnato, si sedette a terra in attesa del padre: avrebbe convinto lui
quella testona a tornare a casa.
Fyl staccò la sfera che era attaccata alla sua cintola e la fece dondolare davanti agli occhi di Goten, il
ragazzo si alzò e le disse. “Qualsiasi cosa... farò qualsiasi cosa ma ho bisogno di questa sfera: mi serve
per salvare Becchan!”
Fyl sorrise e gli disse: “Bel manzo, oggi Becchan ha fatto anche troppo per me... questa sfera se l'è
proprio meritata!”
Goten la ringraziò e Fyl chiese in che modo quella sfera potesse aiutare Becchan, Goten, allora, le
raccontò della leggenda delle sfere del drago.
Fyl lo ascoltava affascinata... poi, d'improvviso, apparì Goku.
Goku: “Scusate se ci ho messo tanto ma ci eravamo completamente dimenticati della madre di Fyl!”
Fyl scattò in piedi: “Come sta la mamma?”
Goku si colpì la fronte con il palmo di una mano come aveva fatto il figlio poco prima: “Fyl! Accidenti,
ti avrei già riaccompagnata a casa!”
Fyl: “Ma la mamma?”
Goku: “Sta bene, ho chiamato Ub e c'è lui con lei”.
Fyl tirò un sospiro di sollievo: lei non sapeva neanche che fosse stata aggredita anche la madre.
Goten intanto aveva preso dalle mani del padre la borsa di Becchan e aveva già localizzato la sfera,
stava per salutare il padre quando questi lo fermò ma Goten era deciso ad andare da solo: spettava a lui
salvare Becchan!
Goku: “Ehi Goten non sarebbe meglio se andassi almeno con Trunks? Sarei più tranquillo...”
Goten ci pensò un attimo e si rammaricò di essere il sayan più “debole” sulla faccia della Terra! Strinse
i pugni e alzò lo sguardo: “E va bene papà, accompagnami da lui”.
Goku gli sorrise e gli poggiò una mano sulla spalla, poi si teletrasportarono.
Arrivati alla Capsule Corporation Goku e Goten si accorsero che Fyl li aveva seguiti di nuovo durante
il teletrasporto.
Goku cercò di afferrarle un polso: “Dai, ora ti riaccompagno a casa, tua madre ha bisogno di te”.
Fyl si liberò dalla presa: “No, voglio andare alla ricerca delle sfere con Goten e con questo Max!”
“Veramente mi chiamo Trunks!” Il sayan era alle loro spalle: “Come come? Si va alla ricerca delle
sfere?”
Goten, serio, chiese a Fyl: “Sai volare alla nostra velocità?”
Fyl: “Ovvio che no: non so neanche sollevarmi da terra!”
Goten: “E allora tu torni a casa tua!”
Fyl mise le mani sulla vita: “Ti ho detto di no! Vengo alla ricerca delle sfere con voi!”
Goten: “QUESTO NON E' UN GIOCO! Dobbiamo recuperare le sfere se vogliamo salvare Becchan:
non è una scampagnata insieme!”
Fyl si mise a piangere... Goku comprendeva e condivideva le parole del figlio, perciò non se la sentì di
consolare la ragazza, la afferrò per un polso per farle capire che adesso sarebbe tornata a casa sua, e
senza ulteriori capricci.
Trunks liberò il polso di Fyl dalla presa di Goku, poi lanciò una capsula-elicottero e disse all'amico:
“Se il problema era che lei non sa volare... ora l'abbiamo risolto”.
Fyl, entusiasta, prese posto sul veivolo; Goten guardò l'amico in malomodo ma Trunks gli disse: “Dai
che a quanto ho capito abbiamo fretta... in viaggio mi racconti cosa è successo a Becchan e da dove è
uscita quella piccola selvaggia”.
La “piccola selvaggia”, intanto, chiamava Trunks a gran voce: “MAX! MAX!”
Mega-gocciolone sulla testa di Trunks: “Ti ho detto che mi chiamo Trunks, non Max!” E la raggiunse
sull'elicottero.
Goku mise una mano sulla spalla del figlio: “Buona fortuna figliolo... torna presto!”
Goten annuì: “Papà cerco di tornare il prima possibile... intanto... affido Becchan a te: è nelle tue
mani”. Goku annuì e Goten raggiunse gli altri due sull'elicottero.
Fyl: “Eh no bel manzo, tu siediti dietro: vicino a questo bel fustacchione ci sto io!”
Goten si portò una mano sulla testa: “Forse era meglio se andavo da solo!”
E l'elicottero si alzò in volo.
Goku si portò due dita sulla fronte e si teletrasportò al palazzo del Supremo, entrò nella stanza di
Becchan, si accostò alla ragazza, le prese una mano e fu colpito da un particolare... no, non poteva
essere... si alzò di scatto, accese la luce e provò a guardare nuovamente Becchan... forse era stata solo
una sua impressione... si calmò, spense la luce e tornò accanto alla ragazza... pensò che questa storia
l'aveva davvero sconvolto: per una attimo aveva avuto la sensazione che... no, di sicuro era stanco
anche lui... e pensò bene di riposare un po' accanto a Becchan.
Capitolo XLV “Una sfera nel deserto”
L'elicottero di Trunks atterrò nel deserto.
Trunks: “Oddende, Goten sei proprio sicuro che la sfera sia qui?”
Goten: “Sicurissimo: il radar ne localizza addirittura due!”
Trunks: “Sarà un bel problema trovarla!”
Goten: “Papà mi ha raccontato che una volta è successo anche a lui: la sfera era stata seppellita dalla
sabbia...”
Trunks si tolse il giubbotto e rimase con una canotta bianca senza maniche che evidenziava i suoi
muscoli.
Trunks e Goten si alzarono in aria e con dei colpi di energia spostavano la sabbia, per vedere se le due
sfere fossero state sepolte. Fyl aiutava gli altri come poteva: in ginocchio sulla sabbia scavava con le
sue mani ma lo spostamento della sabbia prodotto dai colpi di Trunks e, soprattutto, di Goten la
sommerse più volte! Goten forse lo faceva anche apposta, per farle capire che era meglio se tornava a
casa sua; Trunks, invece, ogni qual volta lei veniva sommersa la aiutava a riemergere.
Poco dopo Fyl aveva già rinunciato e si era seduta nell'elicottero con l'aria condizionata a palla.
Trunks e Goten, invece, con le fronti e i toraci imperlati dal sudore, continuarono instancabili.
Dopo un paio di ore Trunks chiese all'amico: “Goten ma sei sicuro che sia proprio in questo punto?”
Goten gli passò il dragon radar e Trunks constatò che la sfera doveva trovarsi proprio in quella zona:
potevano solo continuare a rivoltare il deserto.
Goten, assetato, salì sull'elicottero ma non trovo neanche una bottiglia d'acqua, preoccupato si voltò
dall'amico: “Trunks non dirmi che non abbiamo niente da bere...”
Trunks si avvicinò all'elicottero e notò che, effettivamente, il mini-frigo era VUOTO!
L'unica bottiglia di Coca Cola l'aveva scolata Fyl, ora addormentata.
Goten divenne rosso in viso dalla rabbia, Trunks cercò di calmarlo e Goten: “Lo sapevo, lo sapevo: non
doveva venire con noi! Vabbè... vado a vedere se nei dintorni c'è qualcuno”.
Trunks: “Io rimango con Fyl, guarda che da quella parte mi sembra di avvertire l'aura di qualcuno”
Goten volò nella direzione che gli aveva indicato l'amico, Fyl, invece, non appena Goten si allontanò
aprì gli occhi e buttò le braccia intorno al collo di Trunks... non era affatto addormentata: aveva solo
fatto finta!
Goten arrivò a una jeep tutta scassata e quasi si chiese come mai fosse posteggiata lì, in mezzo al
deserto ma notò anche un uomo che armeggiava dentro al cofano: probabilmente non aveva scelto di
fermarsi lì, lo aveva scelto la jeep!
Goten si avvicinò: “Posso aiutare?”
L'uomo lo guardò con gli occhi sbrilluccicosi e lo abbracciò: “Ragazzo mio, certo: sei il benvenuto! Ho
viaggiato tutta la notte e la jeep ha deciso di abbandonarmi proprio qui!”
Goten: “Scusi, non avrebbe un po' d'acqua?” L'uomo gli disse che, dovendo fare un viaggio lungo,
fortunatamente aveva portato con sé un mini-frigo della Capsule Corporation, era proprio nel sedile
anteriore, sotto il cruscotto. L'uomo proseguì poi a raccontare quanto avesse pagato quel mini-frigo: un
vero salasso per lui così povero ma era stato l'acquisto migliore della sua vita perché per chi fa viaggi
lunghi non c'è cosa migliore di un mini-frigo pieno di bevande fresche! Soprattutto se si deve andare
nel deserto... Goten pensò: “Eh già, peccato che Trunks porti con sé il mini-frigo senza accertarsi di
averlo rifornito!”
Goten si inchinò e prese una bottiglia d'acqua: non c'è cosa migliore dell'acqua quando si ha sete.
Il ragazzo svitò il tappo e un riflesso accecante lo costrinse a socchiudere gli occhi... era un riflesso
arancione: quell'uomo aveva attaccato allo specchietto retrovisore della macchina due sfere del drago,
come fossero due portafortuna... anche gli occhi di Goten iniziarono a brillare; andò dall'uomo, chiuse
il cofano della macchina e gli disse: “Le darò una jeep nuova, l'ultimo modello di mini-bar e anche un
elicottero se vuole... in cambio le chiedo quei due portafortuna che ha attaccato allo specchietto
retrovisore!”
L'uomo guardò i portafortuna... valevano così tanto? Forse avrebbe potuto ricavare di più di tutto
quello che gli prometteva il ragazzo che aveva di fronte: “E tu tutte queste cose quando me le daresti?”
Goten: “Il mini-frigo e l'elicottero anche subito... per la jeep devo vedere quali altri capsule ha portato
con sé il mio amico, altrimenti può prenderla lei in qualsiasi succursale della Capsule Corporation.
Posso chiederle dove ha preso questi portafortuna?” Goten si guardò bene dal pronunciare la parola
sfere, per non insospettire l'uomo...
L'uomo rispose: “Me le ha date un paio di settimane fa un mercante del paese appena all'inizio del
deserto”.
Goten si portò una mano sul petto: “Come immaginavo... deve sapere che proprio tre settimane fa io le
avevo barattate con quest'uomo per comprare un paio di orecchini alla mia fidanzata ma lei non li ha
saputi apprezzare perché dice che era infinitamente legata a questi due oggetti che nella vita le avevano
portato tanta fortuna”.
L'uomo pensò di credere a Goten e di seguirlo fino al suo elicottero per prendere quello che gli aveva
promesso in cambio delle due sfere.
Arrivati all'elicottero Trunks e Fyl si stavano baciando e Goten pensò di rigirare quella situazione a suo
favore: “Oh no, guardate: la mia ragazza già si è buttata tra le braccia di un altro! E tutto per questi
maledetti portafortuna!”
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Becchan si risvegliò e notò Goku addormentato con la testa sopra le sue gambe e gli accarezzò i
capelli, a questo dolce gesto il sayan si svegliò.
Becchan: “Credevo che uno come te non lo svegliassero neanche le cannonate”.
Goku le sorrise: “Come va?”
Becchan: “Insomma... la ferita fa male e non riesco a muovermi, non posso mettermi neanche seduta!”
Goku sospirò: si sentiva impotente.
Becchan: “Goten dove è andato? Sai... pensavo di trovare lui al mio risveglio... ma di sicuro se la sarà
presa per quello che gli ho detto questa mattina...”
Goku: “No, non è vero... è andato a recuperare le sfere per chiedere al drago Shenron come mai non ti
possiamo aiutare né con i fagioli magici né con i poteri di Dende”.
Becchan era stupita: “Goten alla ricerca delle sfere per me? Non mi dirai che è andato da solo?”
Goku: “No, con lui ci sono Trunks e Fyl”.
Becchan: “Fyl? Come sta?” E si alzò di scattò... ma la ferita gli faceva troppo male: “AHIAAA!”
Goku: “Fyl sta bene grazie a te. Comunque Becchan tu... capisci? Dobbiamo evocare Shenron se ti
vogliamo far guarire... poi- e gli passò una mano sul viso- puoi stare a casa nostra finché non lo potrai
rievocare per tornare a casa tua...”
Becchan tolse quella mano dal suo viso, la portò sul suo grembo e abbassò lo sguardo: “Oppure mi fate
guarire e con il secondo desiderio torno a casa mia”.
Becchan aveva colto Goku di sorpresa: non aveva minimamente pensato a questa eventualità: “Bé, se
vuoi tornare a casa subito mi sembra la cosa migliore... ti abbiamo già creato fin troppi guai...”
Becchan iniziò a ridere, poi si portò le mani sulla ferita: “No, Goku, non posso ridere... ti prego...”
Goku la guardò fingendosi indispettito, cercò di spettinarla e poi finì per abbracciarla: lui era in piedi e
lei quasi sdraiata, quindi strinse forte la sua testa al suo petto. Becchan avvertì ancora una volta il suo
profumo inebriante, lui la aiutò a sedersi sul letto e lei gli cinse la vita con le sue esili braccia: “Goku...
Goku...”
Goku le stampò un bacio sulla fronte: “Vado a portarti da mangiare”.
Becchan afferrò il suo polso e lo trattenne un attimo: “Goku... io sono felice qui... caso mai sono io che
vi ho causato dei guai... ma non voglio tornare a casa, non ora! Quando sono arrivata qui l'unico modo
per incontrarti era quello di dire che cercavo le sfere del drago... ma non mi è mai interessato tornare a
casa, voglio solo restare con voi...”
Goku le sorrise e andò a prenderle il pranzo; arrivato in cucina si portò le mani davanti alla faccia come
per nasconderla: “Goten ti rendi conto che hai affidato la tua ragazza all'uomo sbagliato?”
Capitolo XLVI “Chiarimenti”
Trunks e Fyl si staccarono immediatamente...
Trunks: “Goten non è come pensi!”
Fyl: “Goten... è proprio come pensi! Ho trovato chi mi sposa!”
Trunks sbiancò: e quando mai avevano parlato di matrimonio?
Poi la ragazza notò le sfere del drago in mano all'uomo che era giunto sin lì con Goten: “WoW! Allora
le hai trovate!- e lo abbracciò- Sei troppo in gamba!”
L'uomo pensò che non c'erano dubbi: probabilmente quel ragazzo gli aveva raccontato la verità... e d
evidentemente aveva da pensare ai suoi problemi personali ora: “Ehi... senti... è questo l'elicottero che
mi volevi regalare?”
Goten annuì, poi si rivolse a Trunks e Fyl stupiti: “Sù, scendete, questo brav'uomo si deve prendere ciò
che gli ho promesso”.
L'uomo, entusiasta, diede le due sfere a Goten e salì sul suo nuovo elicottero: “Ragazzi volete che vi
dia un passaggio?”
Goten, ugualmente entusiasta, salutò l'uomo: “No, grazie”.
Ma l'uomo insistette e gli lanciò le chiavi della sua vecchia jeep scassata: “Se riuscite a farla ripartire
prendetela pure!”
Goten ringraziò ancora.
Trunks: “Mi dici ora come proseguiamo?”
Goten: “Voliamo, no?”
Trunks: “Ti ricordo che Fyl non lo sa fare”.
Goten: “Ti ricordo che io Fyl neanche la volevo in questa avventura!”
Trunks si inchinò, in modo che Fyl potesse salire sulla sua schiena: “Problema risolto, no?”
Goten: “Per me poteva restarsene anche nel deserto!” E spiccò il volo: in un attimo i due ragazzi
raggiunsero l'altitudine dell'elicottero e lo superarono in velocità, l'uomo li notò e pensò che gli caldo
gli avesse dato alla testa!
Fyl presto si addormentò sulla schiena larga di Trunks e Goten disse all'amico: “Mi dici cosa ti è saltato
in mente? Lei è sempre alla ricerca di qualcuno da sposare, tu di qualcuna da...”
Trunks: “Da quando sei diventato così moralista?”
Goten: “Da quando lei ha 14 anni!”
Trunks strabuzzò gli occhi: “14 anni? Mi aveva detto 17!!!”
Goten: “See... e tu ci hai creduto che una a 17 anni ha ancora il seno piatto?”
Trunks: “Bè non tutte possono averlo grande e soffice come quello di Becchan”.
Trunks voleva distrarre l'amico, nonostante tutto si vedeva che era enormemente preoccupato e,
probabilmente, era andato alla ricerca delle sfere per fare qualcosa di utile e allo stesso tempo
distrarsi... invece, come nominò Becchan, Goten si rabbuiò ancora di più...
Trunks: “Goten scusa io non volevo...”
Goten aveva capito il gesto dell'amico e gli sferrò una piccola sfera di energia sulla faccia, una sfera
che colpì Trunks come fosse un pugno leggero: “E tu come fai a sapere che sono soffici?”
I due amici si misero a ridere e aumentarono la velocità: avevano ancora 2 sfere da recuperare!
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Goku: “Dì AAAAAH”.
Becchan fingendosi contrariata: “Dico che posso mangiare da sola, ce la faccio”.
Goku le sfiorò la punta del naso con con il cucchiaio e Becchan: “Eddai”.
Becchan gli prese la minestrina dalle mani e iniziò a mangiare da sola ma dopo un paio di cucchiai già
non ne aveva più voglia.
Goku: “Che c'è?”
Becchan: “Goku... lo sai... dobbiamo parlare...” E gli prese una mano.
Goku: “Se ripenso a noi due questa notte... Becchan io non mi pento per quello che ho fatto perché ti
desidero, tu mi hai fatto impazzire, sei entrata nella mia vita e l'hai sconvolta...”
Una lacrima rigò il viso di Becchan ma un sorriso radioso illuminava quello stesso viso: “Pensavo che
tu mi avessi detto di amarmi solo per farmi piacere”.
Goku le asciugò prontamente quella lacrima: “Ehi... ma cosa dici? Se te l'ho detto... lo pensavo
davvero... - abbassò lo sguardo- e lo penso ancora...”
Becchan si sforzò un po' e avvicinò il suo viso a quello di Goku... lui ci pensò un attimo: “E' giusto?
Avevamo detto solo una notte...”
Ma quando Becchan posò una mano sul suo viso... oh, lei con un semplice gesto riuscì a sciogliere ogni
dubbio, ogni resistenza... no, non era giusto... ma in quel momento lo volevano entrambi e si
abbandonarono a un bacio appassionante. Goku la abbracciò con le sue forti braccia, si mise a carponi
su di lei, attento a non farle male, e lei lo attirava ancora di più con le braccia intorno al suo collo. Lei
teneva gli occhi chiusi anche per cercare di frenare le lacrime...
Quando si allontanarono lei cercò quasi di giustificarsi: “Era il nostro bacio d'addio... questa mattina
non hai avuto il tempo di darmelo e io me lo sono presa ora”.
Goku guardò il suo faccino con quell'espressione da furbetta... eppure il suo volto era bagnato da
lacrime sincere... Goku si chiese se la ferita di Becchan gli avesse impedito di andare oltre oppure era
stata la sua coscienza, strinse i pugni: “Devo reprimere questo sentimento... lo devo fare per non
sconvolgere la vita di mio figlio... anche lui ti ama davvero... ma... io ne sono convinto: con tutti questi
mondi paralleli ce ne sarà pure anche uno in cui io e te siamo felici...”
Becchan sorrise a Goku ma ancora una volta non riuscì a trattenere le lacrime... era la cosa più bella
che le avessero mai detto... Goku la abbracciò e cercò di sdrammatizzare: “Con tutte queste lacrime
chissà come sarà salata questa minestra!”
Becchan rise: “Già!” E riprese a mangiare; Goku intanto le tagliava il petto di pollo.
Ad un certo punto Becchan si lamentò e Goku: “Cos'è? E' diventata troppo salata la min...”
Quando si voltò verso di lei rimase come pietrificato... questa volta non aveva dubbi... aveva visto
bene: lei stava... stava scomparendo sotto i suoi occhi! Le posate gli scivolarono dalle mani, Goku si
stupì di sé stesso: quando mai aveva avuto paura in vita sua? Quante volte aveva avuto così tanta paura
da non riuscire a reagire? La guardava sofferente, con una mano sulla ferita, il viso contratto in una
smorfia di dolore... e aveva davvero paura, no di più... terrore: era davvero terribile vederla scomparire
in questo modo crudele davanti ai suoi occhi senza che lui potesse fare niente... si sentiva così...
impotente...
Un urlo più forte di Becchan riuscì a smuoverlo: “Gokuuuuu!” Lei aveva steso il braccio sinistro verso
di lui e cercava il suo aiuto, Goku provò ad afferrare quel braccio ma era... era trasparente! Le sue mani
lo attraversavano senza riuscire ad afferrarlo... cosa diavolo stava succedendo?
Goku era stordito, spaventato, le urla provenienti da quella stanza fecero accorrere anche Dende e
Mister Popo, quest'ultimo si avvicinò a Goku per calmarlo, Dende, invece, cercò di calmare Becchan
con un incantesimo.
Dopo tre lunghissimi minuti Becchan lanciò un urlo più forte, svenne e ricadde sul letto.
Goku era davvero spaventato, con la paura di non riuscire ad afferrarla ancora una volta provò ad
avvicinare le mani al suo viso, ma questa volta lei era tangibile... il pericolo era stato superato, o forse
no...
Goku non poteva aspettare l'evocazione di Shenron, non poteva aspettare che Becchan soffrisse
ulteriormente... no, anche lui doveva agire, doveva fare qualcosa per la sua Becchan e, più determinato
che mai, si portò due dita sulla fronte e si teletrasportò...
Capitolo XLVII “Confronto padre- figlio”
“Amore... vuoi proprio riposare dopo pranzo?”
“Bè... se tu hai un'idea migliore sarò felice di ascoltarti, tesoro...”
“Eddai... la bambina è da tua madre... vuoi davvero perdere questa occasione?”
“L'occasione per fare cosa?”
Videl, che stava lavando i piatti, improvvisamente, con fare sensuale, si sedette sopra le gambe del
marito; Gohan era sul divano, davanti alla tv, per seguire il telegiornale ma quando la moglie si incollò
alle sue labbra lui ci rinunciò definitivamente: avvolse la moglie con quelle braccia muscolose e la
gettò sul divano e si mise sopra di lei.
Gohan: “L'occasione per fare cosa? Non mi hai ancora risposto”.
Videl, maliziosa, gli tolse gli occhiali, li poggiò sul tavolino e iniziò ad aprire i bottoni della camicetta:
“Non lo so... non ti viene in mente proprio niente?”
Gohan mise le mani sulle belle cosce della moglie e iniziava a far risalire la gonna quando avvertì
qualcosa... l'aura di suo padre dietro il divano!
Goku si grattò la testa: “Scusate!”
Gohan si alzò di scatto, afferrò il giornale, tossì e finse di richiuderlo: “Oh, ciao papà... stavo leggendo
un po'... giusto per sapere cosa succede nel mondo”.
Goku si avvicinò al figlio e notò che il giornale era al contrario! Videl aveva prontamente riallacciato i
bottoni e si sistemava i capelli che, ne era sicura, dopo quel bacio mozzafiato dovevano essere
sconvolti!
Goku: “Ragazzi scusate davvero se vi ho disturbato... Gohan ti devo parlare”.
Gohan notò che lo sguardo del padre era serio: “E' successo qualcosa?” E provò a localizzare le aure
della figlia, della madre e di quello scapestrato di suo fratello per assicurarsi che stessero tutti bene.
Goku annuì: “Si tratta di Becchan, so che l'hai conosciuta anche tu”.
Gohan: “Dimmi tutto”.
Goku: “No, non qui, vieni con me”. Mise una mano sulla spalla di Gohan ed entrambi sparirono.
Goku si era teletrasportato con il figlio al Palazzo del Supremo, in camera di Becchan: si sedette sul
letto e iniziò a raccontare quello che era successo: la ferita di Becchan che non poteva essere curata né
dai senzu né da Dende e il fatto che lei per ben due volte fosse diventata trasparente davanti ai suoi
occhi.
Gohan ci pensò un attimo: “Papà io credo che tutto sia dovuto al fatto che lei appartiene a un mondo
diverso dal nostro”.
Goku: “Però ha imparato a volare, e ha imparato a lanciare attacchi di energia...”
Gohan: “Diciamo che lei può “adattarsi” a noi, può anche imparare le nostre tecniche ma non sarà mai
una di noi”.
Quelle parola trafissero il cuore di Goku e il figlio non si lasciò sfuggire con quanto affetto lui le
lisciasse i capelli sulla fronte e notò benissimo quel luccichio nei suoi occhi, ma fece finta di niente,
fece finta di aver tratto la conclusione sbagliata.
Goku: “Cosa possiamo fare per lei?”
Gohan: “Papà io credo che la cosa migliore sia chiedere aiuto a Shenron, aspettiamo il ritorno di Goten
con le sfere”.
Goku strinse i pugni: “Noi non possiamo aspettare, tu non hai visto come soffriva prima!”
Gohan: “Papà mi dici perché sei così preoccupato per lei?”
Goku: “Io invece non capisco perché tu non lo sia affatto! E' un'innocente, è stata ferita per salvare
un'altra ragazza e ora rischia la vita... e noi non possiamo davvero fare niente per lei?”
Gohan: “Papà ti posso solo consigliare di portarla da un buon medico, ma non vorrei che con delle
analisi approfondite si scoprisse che lei non appartiene a questo mondo... che ne so... ad esempio il suo
sangue potrebbe essere diverso dal nostro...”
Goku: “Becchan è stata già curata da me e da Mister Popo, lui le ha anche messo i punti alla ferita...
non credo che un medico qualsiasi potrebbe fare di più per lei”.
Gohan si sforzò ancora una volta di non giudicare le parole del padre: “Papà... non so cosa dirti, mi
dispiace... possiamo solo aspettare il ritorno di Goten... è in gamba ed è anche parecchio affezionato a
lei... sono sicuro che tornerà presto!”
Goku: “Grazie lo stesso figliolo, ti riaccompagno a casa”.
Gohan annuì e Goku lo riaccompagnò da Videl; poi, padre e figlio si salutarono in un modo piuttosto
freddo.
Gohan si sedette sul divano e iniziò a raccontare alla moglie della strana impressione che gli aveva
fatto suo padre.
Goku si teletrasportò nuovamente da Becchan e lasciò sul suo comodino una rosa blu, blu perché era un
colore che lei preferiva di gran lunga al rosso... Dopo si teletrasportò dall'altro figlio: Goten.
Goten, Trunks e Fyl(sulle spalle di Trunks) stavano volando verso la prossima sfera da recuperare.
Goku apparve all'improvviso accanto a loro: “Ehilà figliolo”.
Goten si fermò di colpo: “Papà! E' successo qualcosa a Becchan?”
Goku si grattò la testa: “Ehm... no...”
Goten lo afferrò per le spalle: “Papà non mi mentire...”
Goku gli mise una mano sulla spalla: “Dobbiamo recuperare quelle sfere il prima possibile! Quante ne
mancano?”
Goten contò velocemente sulla punta delle dita: “Due, ne mancano due!”
Goku: “Perfetto! Vengo con voi, quando arriveremo a destinazione prenderò il dragon radar e penserò
io a recuperare l'ultima”.
Goten: “Papà e con Becchan chi ci sta?”
Goku: “Tranquillo, lei sta riposando... e noi torneremo al palazzo del Supremo prima che si risvegli”.
Goten scambiò con il padre un sorriso di intensa... e ripresero a volare più intensamente, per
raggiungere Trunks che li aveva già distanziati parecchio.
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“Signori sono lieto di annunciarvi che vostra figlia oggi ha mostrato dei segni di ripresa, per ben due
volte: ha mosso le dita e le palpebre e abbiamo ragione di interpretare positivamente questi piccoli
gesti”.
“La nostra Beatrice!” Una madre commossa abbracciò il marito. “Ci dica dottore, allora ci sono buone
speranze?”
“Non vi voglio illudere, nessuno sa se e quando potrebbe risvegliarsi dal coma... però questi piccoli
gesti, ve lo ripeto, ci fanno ben sperare”.
Capitolo XLVIII “Una scomoda verità”
Goku, Goten, Trunks e Fyl arrivarono in una piccola città dell'Ovest.
Trunks: “Ecco: il dragon radar segna che la sfera si trova qui”.
Goten: “Dentro questo edificio, dici?”
Fyl: “AAAH! Eccola!”
L'urlo di Fyl attirò l'attenzione di Goku, Goten e Trunks: “Dooove?” Provarono a seguire il dito di Fyl
ma questo indicava solo uno stupido manifesto pubblicitario.
Partecipa alle selezioni
e dimostraci che sei tu
la ragazza che cerchiamo
dimostraci che sei tu
Miss bellezza 2007
Fyl: “Potrei iscrivermi al concorso!”
Goku si grattò la testa, Goten invece, cinico, scoppiò a ridere.
Trunks, amichevolmente, gli mise una mano sulla spalla: “Goten se lei non è Miss bellezza 2007 noi
dobbiamo trovare un altro modo per vincere il premio...”
Goten con una mano sulla fronte: “Trunks... mi spieghi che ce ne facciamo di una corona e di una
fascia da Miss?”
Goku: “Goten della corona e della fascia non ce ne facciamo niente... ma della sfera del drago si!”
Goten rilesse con più attenzione il volantino: eh si, in fondo c'era proprio scritto che la vincitrice
avrebbe ricevuto una sfera del drago!
Goku: “Trunks mi dai il dragon radar? Voi intanto pensate a un modo per recuperare quella sfera, mi
raccomando!”
Goten: “Se ci fosse Becchan sono sicura che vincerebbe quel premio a occhi chiusi!”
Goku in cuor suo pensò che il figlio avesse proprio ragione, Trunks gli diede il radar cerca- sfere.
Goten: “Papà lo sai come si usa?”
Goku scoppiò in una fragorosa risata: “Si, figliolo... me lo ricordo ancora!” E gli fece l'occhiolino.
Goten: “Ci vediamo questa notte al palazzo del Supremo”.
Goku salutò i due ragazzi e andò alla ricerca dell'ultima sfera del drago.
Trunks e Goten erano ancora davanti a quel manifesto a pensare e ripensare ad un metodo per ottenere
quella sfera. Fyl era tra loro due e li tirava per le maniche delle magliette: “Ehi, ci sono io!”
Trunks e Goten provarono anche a considerare l'idea ma non era proprio il caso: non conoscevano
nessun modo per farla crescere di almeno 2 anni in un secondo... per iscriversi bisognava avere come
minimo 16 anni!
Goten: “Se travestiamo Trunks da donna abbiamo più possibilità di vincere!”
Fyl: “Oh insomma Goten! Non so proprio cosa mi aveva fatto innamorare di te, fortuna che ci siamo
lasciati prima di compiere qualche passo affrettato!”
Goten la guardò stupito: “lasciati?” Fyl era veramente convinta che tra loro due ci fosse mai stato
qualcosa? Trunks si portò una mano sulla fronte rassegnato: ma come aveva fatto a baciare quella
piccola selvaggia?!
“Scusate... mi potreste far passare?”
Una bella ragazza dai modi gentili aspettava che il trio si spostasse per poter entrare nell'edificio.
Trunks la guardò imbambolato: perché aveva baciato Fyl quando al mondo c'erano anche delle così
belle ragazze?
Goten si grattò la testa e si spostò per far passare la ragazza, lei lo ringraziò e i suoi lunghi capelli
castani lo travolsero con quel dolce profumo alla vaniglia... di sicuro usava lo stesso shampoo di
Becchan... Goten non resistette alla tentazione... sapeva di essere sfrontato ma non gli importava e la
afferrò per un braccio...
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Goku volò nella direzione indicata dal radar, con la supervelocità ci mise davvero poco ad arrivare al
luogo dove si trovava la sfera; la sua attenzione fu attirata dal manifesto del concorso “Mister
mangione 2007”, c'era solo una regola ed era semplicissima: bisognava mangiare a più non posso, il
vincitore avrebbe avuto la cena gratis, più l'equivalente di quanto aveva mangiato in monete d'oro.
Lo stomaco di Goku fu quasi risvegliato da quel manifesto... peccato che qui in palio non c'era una
sfera del drago perché lui l'avrebbe vinta di sicuro!
Bè... sfera o non sfera il premio l'avrebbe vinto comunque... e sappiamo tutti che Goku ragiona meglio
con lo stomaco pieno quindi decise di iscriversi al concorso; in fondo la sfera si trovava in quella città,
l'avrebbe cercata dopo il concorso.
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Chichi: “Gohan! Sei venuto a riprendere Pan?”
Pan correndo incontro al padre: “Papà!”
Gohan prese la figlia in braccio: “Mamma... riaccompagno Pan a casa e poi... ti posso parlare?”
Chichi lo guardò preoccupata: “E' successo qualcosa?”
Gohan le fece una carezza: “Accompagno Pan e torno”.
Difatti, cinque minuti dopo, Gohan era di nuovo a casa della madre.
Si sedettero sul divano e Gohan cominciò: “Mamma ti devo parlare di papà”.
Chichi: “Ormai qualsiasi cosa lo riguardi non mi tocca minimamente”; ma, in realtà, si sentì svenire.
Gohan guardò la madre come per chiederle ulteriori spiegazioni e lei gliele fornì: “Vedi tesoro, ormai
non ho più l'età né la forza per stare dietro tuo padre. Ho sposato l'uomo migliore del mondo, no di più:
dell'universo... eppure sono stati più i momenti infelici di quelli felici, ho passato più tempo da sola che
insieme alla mia dolce metà. Non ha mai lavorato, mi ha sempre lasciato le responsabilità della casa e
dei figli. Non è stato quel che si dice un padre esemplare, però è stato un buon padre... Non è stato il
marito che ho sognato, eppure quel poco tempo passato insieme mi ha fatto raggiungere una felicità
immensa... e a me, forse, va anche bene così... e ora dimmi pure, c'è ancora qualcosa su di lui che devo
sapere?”
Gohan si vergognò come un ladro: “Mamma... ti ricordi di Becchan?”
Chichi annuì.
Gohan: “Credo che papà si sia innamorato di lei”.
Gohan sapeva che la madre ne aveva passate tante ma mai si sarebbe immaginato che non avrebbe
reagito a questa notizia... anzi, già la vedeva urlare e strapparsi i capelli e poi svenire.
Chichi, invece, pacatamente, si alzò dal divano e si portò una mano sulla fronte: “Gohan... per favore,
non dire niente a tuo fratello”.
Gohan la prese per le spalle e la scrollò: “Mamma hai sentito bene? Papà è innamorato di una donna
più giovane!”
Chichi spostò le mani del figlio dalle sue spalle: “Due giorni fa tuo padre è stato qui... poi è scomparso
come un ladro... credimi, ho temuto davvero che questa volta mi avesse abbandonata per sempre: che
mi avesse abbandonata per lei, più giovane e forse anche più carina. Poi, invece, poco dopo lei è
arrivata a casa con tuo fratello... non so esattamente cosa ci sia tra loro ma so che lei è una brava
ragazza ed è sinceramente affezionata alla nostra famiglia, mai vorrebbe sfasciarla e, per quanto
riguarda tuo padre... lui mi ha lasciato sola tante volte... ma alla fine è sempre tornato da me”.
Gohan: “Mamma... perdonami se te lo chiedo... sei così sicura che tornerà anche questa volta?”
Chichi annuì: “Si, ne sono certa... anche se questa volta sarà l'affetto che prova per Goten a farlo
tornare sui suoi passi”.
Capitolo XIL “Miss bellezza & Mister mangione 2007”
La ragazza guardò Goten negli occhi e gli sorrise dolcemente, lui arrossì e si grattò nuovamente la
testa: “Scu... scusa, anche tu partecipi al concorso?”
La ragazza guardò l'orologio: “Se non sono in ritardo per le iscrizioni, si!” E sorrise ancora.
Goten la lasciò andare: “Allora... buona fortuna!” Quella ragazza l'aveva letteralmente stregato!
Lei gli sorrise ancora e poi scese gli scalini per accedere all'edificio, che si trovava nel sottopiano.
Trunks e Fyl passarono una mano davanti alla faccia di Goten e l'amico gli disse: “Ehi, Goten ci sei?”
Per Goten fu come risvegliarsi da un lungo sogno... o quasi: “Presto, dobbiamo seguire il concorso!”
Afferrò Trunks per un braccio e scese anche lui i gradini; Fyl, indispettita per la scarsa considerazione,
comunque li seguì e i tre presero posto nella sala.
Il concorso iniziò mezz'ora più tardi: le partecipanti salirono sul palco in costume da bagno e si
presentarono: non erano molte, appena 42 e, tra loro, Goten notò che c'era anche la ragazza che aveva
incontrato all'entrata, pensò che, fortunatamente, aveva fatto in tempo ad iscriversi.
Dopo la presentazione le ragazze si cambiarono d'abito e ognuna si cimentò nella propria specialità.
La ragazza che (forse) aveva fatto breccia nel cuore di Goten era brava con i pennelli in mano e con
questi era anche piuttosto lesta: ogni ragazza aveva tre minuti per la propria esibizione e lei occupò
quel tempo per fare un ritratto... ovviamente era il ritratto di un ragazzo con un sorriso radioso e i
capelli lunghi... Gli occhi di Goten si illuminarono quando il megaschermo inquadrò l'opera della
ragazza e lui si riconobbe in quel ritratto; Trunks e Fyl, invece, lo guardarono in malo modo e Fyl gli
tirò un pizzicotto sulla guancia.
Goten: “AHIA!” E si portò una mano sulla guancia.
Fyl: “Guarda che non ho rinunciato a sposarti per buttarti tra le braccia di quella! Becchan è mille volte
più bella... certo, non come me... ma di sicuro più di quella con lo sguardo da triglia!”
Trunks: “Goten, Fyl ha ragione... hai pensato ad un modo per recuperare la sfera?”
Goten, ancora una volta, fu riportato a forza con i piedi per terra... già, la sfera del drago: sembrava così
banale... eppure loro erano lì proprio per quella e non per il concorso in sé!
Goten, scocciato che glielo avessero fatto notare, rispose sgarbatamente: “Guardate che lo so bene! Io...
ho un mio piano, fidatevi di me!”
Goten non disse più una parola fino alla fine del concorso, circa tre ore più tardi.
Le ragazze erano nuovamente tutte insieme sul palco, questa volta con un lungo abito da sera.
Presentatore: “E Miss bellezza 2007 è...“GOTEN PRESTO! HO PRESO LA SFERA, SCAPPIAMO!”
Goten strabuzzò gli occhi, Fyl era completamente impazzita: era salita sul palco un secondo prima della
premiazione, aveva afferrato la sfera dal cuscino che teneva la soubrette e ora cercava di scappare dalla
sala! Ovviamente Fyl non aveva nessuna dote particolare come i suoi amici sayan e la sua velocità era
pari a quella delle guardie che, in meno di un secondo, la afferrarono.
Trunks avrebbe voluto aiutarla ma era troppo occupato a litigare con Goten: “Mi vuoi dire perché non
hai mosso un dito? A quest'ora saremo già fuori di qui con quella sfera!”
Goten: “Ma la vuoi smettere? Se no capiranno che siamo con lei, ci manca solo che pensino che siamo
sui complici!”
Trunks: “Ti preoccupa che lo scopra la sorveglianza o che lo scopra quella bella ragazza che ti fa gli
occhi dolci?”
Goten: “Sono affari miei e, se proprio lo vuoi sapere, mi fa impazzire pensare che per colpa di quella
piccola selvaggia non ho neanche sentito il nome di quella bella ragazza!”
Trunks: “Fai come vuoi... io vado ad aiutare la piccola selvaggia che si è messa nei guai solo perché
voleva aiutare Becchan... hai presente quella ragazza che fino a qualche ora fa ti faceva battere il
cuore?”
Goten ripensò a Becchan ferita al palazzo del Supremo e si autoconvinse che stava facendo la cosa
giusta: lo faceva solo per lei, altrimenti non avrebbe mai assistito a quel concorso di bellezza, no?
Trunks si avvicinò alle guardie e, grazie al suo buon nome, riuscì a risolvere la questione piuttosto in
fretta; lui e Fyl andarono via, la sfera fu riportata sul palco e l'ordine fu ristabilito in sala.
Una famosa Miss bellezza degli anni passati si avvicinò alla neovincitrice e le mise la fascia e la
corona, poi la ragazza prese la sfera del drago e la alzò trionfante.
La giuria si congratulò con lei e il presentatore invitò tutti i presenti a un piccolo rinfresco per
“bagnare” la vittoria.
Goten non ci pensò due volte e seguì la folla.
Trunks: “Fyl tu dove abiti?”
Fyl: “In una piccola isola nell'altro emisfero”.
Trunks: “Nell'altro emi...emisfero?! Ehm... stanotte sei mia ospite, poi domani ti riaccompagnerà Goku
con il teletrasporto a casa”.
Fyl: “Oh Trunks...-si portò le mani sul viso- spero che tu non abbia in mente nulla di sconveniente...”
Trunks: “Ehm... Fyl io spero che sia tu a non avere in mente strane idee, a dire il vero!”
E volò verso la Capsule Corporation.
Al party per l'elezione di Miss bellezza 2007 Goten non era ancora riuscito a parlare con la vincitrice
che era molto impegnata con i fotografi; Goten la osservava e si chiedeva cosa gli stesse succedendo:
forse questo era quello che chiamavano “amore a prima vista”... no, non poteva essere: lui amava solo
Becchan e doveva sbrigarsi a recuperare quella sfera, doveva farlo per lei.
Miss bellezza(ancora Goten non aveva scoperto il suo nome) si avvicinò al tavolo dei tramezzini e ne
afferrò uno; Goten si avvicinò a lei e le disse: “Wow, una miss che morde un tramezzino: pensavo che
voi mangiaste solo una mela al giorno!”
La ragazza sorrise: “Ciao! Bé, non so le altre ma io amo mangiare e sai cosa ti dico? Ora vorrei proprio
festeggiare la mia vittoria con una banana split!” E si leccò le labbra.
Goten la guardò ancora un'istante: era magnifica nel suo abito bianco, lungo e assomigliava a una
sirena, poi la fascia e la corona le donavano qualcosa in più... Goten, incredibilmente, trovò le parole
per invitarla fuori: “E andiamo a prenderla questa banana split!”
La ragazza lo guardò negli occhi: stava dicendo sul serio?
Goten capì che quello era il momento giusto per insistere: “Ti prometto che a mezzanotte saremo di
nuovo qui!”
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Goku al concorso di Mister mangione aveva passato, brillantemente, le eliminatorie, gli ottavi e i quarti
di finale e ora il presentatore lo nominava vincitore anche delle semifinali.
Presentatore: “Goku dicci un po': hai ancora abbastanza fame per affrontare la finalissima?”
Goku si grattò la testa: “Eh si, ho ancora un certo languorino!”
Il presentatore guardò i piatti che Goku aveva ripulito perfettamente... mega gocciolone sulla testa del
presentatore: “Eheh, bravo figliolo- e gli diede un paio di pacche sulla schiena- infatti il tuo avversario
sarà niente meno che il temutissimo Paizz, vincitore di questo concorso per le ultime 4 edizioni!
Adesso mezz'ora di pausa e poi si riprende con la grande fiiiiinale!”
Goku andò a riposarsi un attimo, davanti a lui si presentò un uomo enorme, almeno il doppio di Majin
Boo, un vero gigante rispetto a Goku: “Ehi tu, novellino, ma dove hai messo tutto il cibo che hai
ingurgitato?”
Goku lo guardò allibito e con lo spirito da eterno ragazzino che lo contraddistingueva; il ciccione provò
a tirargli un colpo agli stinchi ma Goku non ebbe problemi ad evitarlo con un salto atletico a gambe
unite.
Goku: “Mi dici perché ce l'hai con me?”
Il ciccione si presentò: “Io sono Paizz, il tuo avversario per le finali”.
Goku: “Urka, tu sei quello che ha vinto quattro volte di seguito! Eheh, ma con me non avrai vita facile,
questa volta vincerò io... sai, non amo perdere... non quando si tratta di cibo, poi!”
Paizz inaspettatamente si inginocchiò: “Ti prego: ho bisogno di quelle monete d'oro!”
Goku notò che il suo avversario aveva un orecchino molto particolare: era arancione, sferico e c'erano
disegnate 4 stelle... Goku quasi inconsciamente disse: “Nonno!” E si avvicinò all'orecchio di Paizz per
prendere quell'orecchino; Paizz, quasi indispettito, cercò di schiacciarlo contro la propria guancia ma
ora quello indispettito era Goku.
Paizz: “Cosa credi di fare? Questa è una leggendaria sfera del drago e da quando l'ho trovata non ho
mai perso un edizione di questo concorso, è il mio portafortuna!”
Goku: “Questa sfera del drago una volta apparteneva a me, se me la dai io mi ritiro dal concorso”.
Paizz: “Così vincerò io?”
Goku: “Certo, a me interessava la cena gratis, mica il premio e, invece, alla fine un premio l'ho trovato
comunque!”.
Paizz si tolse l'orecchino e diede la sfera a Goku, poi gli strinse la mano che, a confronto con la sua, era
davvero minuscola, e lo ringraziò calorosamente.
Anche Goku lo ringraziò e commentò solo: “Peccato, quelle lasagne non erano niente male, mi sarebbe
piaciuto assaggiarle ancora!
Paizz lo guardò doppiamente allibito mentre volava via e si chiese come faceva ad avere quel fisico
scolpito con tutto quello che aveva mangiato: non aveva nemmeno la pancia gonfia ma solo dei
perfettissimi addominali a guscio di tartaruga!
Goku, entusiasta, volò verso il figlio minore: avrebbe potuto teletrasportarsi ma preferì fare un po' di
moto!
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Becchan aveva avuto tutta la sera per pensare: quando Gohan era arrivato nella sua stanza con Goku lei
si stava riprendendo dal malore e aveva avuto modo di sentire quello che si erano detti... stava davvero
per scomparire? Stava davvero per tornare nel suo mondo?
Ripensò a come era iniziata in modo bizzaro questa avventura: pur di incontrare Goku aveva mentito ed
era partita alla ricerca delle sfere del drago per tornare a casa, come aveva detto lei, anche se non le
interessava affatto andare via tanto presto; ora che, invece, aveva trovato il coraggio di dire al suo
Goku che voleva restargli accanto, non poteva farlo perché il suo mondo la stava richiamando... ma
poi... come era il suo mondo? Aveva la brutta sensazione di essere indesiderata in quel mondo, di
trovarsi sempre e comunque a disagio... però non si ricordava il perché...
Ci pensò bene e non riuscì a focalizzare nessun particolare del suo mondo: ricordava con sicurezza di
avere entrambi i genitori e due fratelli, ma non ricordava niente del rapporto che la legava a loro... non
riusciva a ricordare nemmeno il loro viso...
Becchan ebbe un altro attacco, invocò a lungo il nome di Goku, ma lui non era al suo fianco e lei
pianse all'idea di scomparire così, da sola... avrebbe voluto salutare tutti quelli che aveva conosciuto nel
mondo di Dragon Ball: Goku, Goten, Trunks, Fyl, Bra, Gohan, Videl, Pan, Bulma, Vegeta e, anche se
non avrebbe avuto il coraggio di guardarla negli occhi, avrebbe voluto salutare anche Chichi, che era
stata così gentile con lei... Chichi...
Becchan, in un attimo in cui il dolore non era così lancinante, disse: “Oh, ora ho anche le visioni: ti ho
pensata così a lungo a te che ora sei qui...” E allungò una mano verso la figura che aveva davanti.
Becchan sentiva una mano gentile che le cambiava la pezza fresca sulla fronte, scottava e non riusciva
a riaprire gli occhi, afferrò quella mano e le disse con le lacrime agli occhi: “Non ricordo neanche il
viso di mia madre, non so che tipo di persona sia... ma voglio pensare che sia una grande donna come
te...-e poi, tutto d'un fiato riuscì anche a dirle- scusami Chichi”.
Non erano sufficienti altre parole, entrambe sapevano bene a cosa si riferisse Becchan, a chi si riferisse
Becchan...
Chichi con il suo fazzoletto le asciugò le lacrime, le strinse la mano e le sussurrò: “Ora riposati tesoro,
hai la febbre molto alta”.
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Un ragazzo correva nel corridoio di un ospedale: “MAMMA PRESTO, VIENI A VEDERE!
BEATRICE STA PIANGENDO! UN MEDICO, CHIAMATE UN MEDICO!”
Un'infermiera lo riprese: “Per cortesia potrebbe abbassare la voce? Siamo in un ospedale se non se ne è
reso conto!”
Il ragazzo non riuscì a contenere la gioia, aveva le lacrime agli occhi e abbracciò l'infermiera: “Mia
sorella sta piangendo, lei... lei è in coma da quasi un mese e ora sta piangendo!”
La madre di Beatrice, intanto, aveva già raggiunto la stanza della figlia e la osservava dal vetro... anche
a lei scese qualche lacrima... “Beatrice...”
Capitolo L “Ritorno da Becchan”
Goten: “Ti prometto che a mezzanotte saremo di nuovo qui!”
Lei cortesemente rispose: “Lo sai cosa ti fanno se mi porti fuori da questa stanza? Ho vinto questo
titolo e devo rispettare degli impegni, per contratto... E questa festa è solo il primo dei miei impegni...”
Goten: “Manca solo mezz'ora a mezzanotte... e non ti preoccupare per me: io so correre molto veloce,
anzi, di più... io so volare” Goten prese la ragazza tra le braccia , si alzarono leggermente da terra e
questo gesto insospettì il presidente del concorso: “Ehi tu, cosa stai facendo alla nostra miss?”
Goten avvertì la ragazza: “Tieni forte la corona e la sfera!” Goten sfrecciò via, nessuno dei presenti,
come era prevedibile, riuscì a fermarlo; lei, intanto, rideva divertita.
Goten la portò appena fuori città, all'inizio di un bosco e si fermarono su un ponticello; lei si tolse le
scarpette simili a quelle di Cenerentola e si sedette a cavalcioni sul ponticello.
Goten: “Oh no, così sporcherai il tuo bel vestito”.
La ragazza rispose: “Non ti preoccupare, tanto per le prossime foto ne devo indossare un altro ma tu,
piuttosto, mi vuoi dire perché hai quello sguardo triste?”
Goten abbassò il viso e si vergognò dei momenti felici che aveva appena vissuto alle spalle di Becchan:
“Una mia amica questa mattina è stata ferita”.
La ragazza mutò espressione improvvisamente, anche il suo sguardo allegro si spense, scese dal
ponticello e prese un cannolo al cioccolato che aveva portato via dalla festa, gli diede un morso, poi si
inchinò davanti a Goten e con il cioccolato del cornetto tentò di scrivere il suo numero di telefono,
usando proprio il cornetto come se fosse una penna. Goten arrossì ma allo stesso tempo si mise a
ridere: “Così non funzionerà mai! Però puoi provare a intingere il dito nel cioccolato e a scrivere con
quello”. Goten la stava prendendo in giro ma lei ci provò ugualmente e alla fine riuscì a spuntarla:
riuscì a scrivere il suo numero di telefono sulla maglietta del ragazzo: “Leggi?”
Goten abbassò lo sguardo e lesse a voce alta il numero, lei rispose: “Si, è giusto!” Poi si rialzò e calzò
di nuovo le sue scarpette da Cenerentola; con un dito sollevò il volto del ragazzo con fare sensuale e lo
baciò dolcemente a fior di labbra: “Ehi Goten, quando la tua amica si riprende... chiamami! Se per te è
solo un'amica, ovvio!”
Goten era letteralmente imbambolato.
Goku apparì alle sue spalle e lo afferrò per un braccio: “Goten finalmente ti ho trovato! Hai trovato la
sf... urka: vi ho disturbato? Oggi è proprio giornata: questo pomeriggio sono andato da tuo fratello e...”
La ragazza scosse la testa: “No, Goten mi stava giusto riaccompagnando alla festa- poi si rivolse verso
il ragazzo- Non senti? Il campanile della città sta suonando la mezzanotte”.
Goten la prese tra le braccia e la riaccompagnò all'entrata dell'edificio; qui lei scese: “Entro da sola, se
no se ti vedono...” E fece per scendere i primi scalini; Goku aveva volato sin lì con loro e nessuno dei
tre aveva aperto bocca ma lui aveva osservato bene la situazione, quella ragazza e, soprattutto, quello
che teneva tra le mani: una sfera del drago, l'ultima sfera che mancava per evocare Shenron... Goten,
rassegnato, la guardava andare via ma Goku non lo poteva permettere e la fermò: “Scusa, io sono il
padre di questo ragazzo... la sfera che hai tra le mani, e che probabilmente hai vinto al concorso, ci
serve per salvare una nostra amica”.
“La ragazza che è stata ferita questa mattina?”
Goku la guardò sorpreso e lei rispose: “Goten mi stava giusto raccontando la storia quando poi sei
arrivato tu- e gli allungò la sfera- Tieni! E salutatemi tanto la vostra amica”.
Goku le strinse la mano: “Ti ringrazio dal profondo del cuore”. Poi si voltò verso il figlio: “Bé, tu non
saluti la tua amica?”
La ragazza si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia: “Ciao Goten...”
Goten alzò una mano: “Ciao... Cenerentola”, e sorrise leggermente.
La ragazza sorrise: “Io Cenerentola? Io mi chiamo Valese”. E questa volta riuscì a scendere tutti gli
scalini e ad accedere nuovamente alla sala della festa.
Goku e Goten si misero in viaggio, Goku aveva proposto il teletrasporto ma Goten aveva rifiutato: “Ho
bisogno di prendere un po' di aria fresca”.
Goku: “Figliolo... se hai bisogno di parlare...”
Goten strinse i pugni: “Papà... cosa mi è successo? Io... quando ho visto quella ragazza non ho capito
più niente, eppure amo Becchan e sono preoccupatissimo per lei”.
Goku: “Goten alla tua età è normale restare invaghito di ogni bella ragazza che passa, questo non
sminuisce per niente il sentimento che provi per Becchan”.
Goten: “Papà... tu ti sei mai preso una cotta per un'altra donna?”
Goku si grattò la testa e inziò a cambiare la posizione di volo: “Bé, ecco io...”, ma in cuor suo pensò:
“Colpito e affondato!”
Goten invece interpretò nel modo sbagliato il comportamento bizzarro del padre: “Bé, alla fine sei
sempre tornato dalla mamma, devi essere molto innamorato di lei... Papà scusa se quel giorno ti ho
tirato un pugno, avrai avuto le tue buone ragioni se hai lasciato la mamma in quel modo... noi non
abbiamo mai capito le tue ragioni ma le abbiamo sempre condivise perché ti vogliamo bene e abbiamo
fiducia in te”.
Goku gli sorrise e si chiese se la sua famiglia avesse fatto bene a riporre tanta fiducia in lui... e Goten
continuò: “Papà... mi piace parlare con te”.
Goku si avvicinò al figlio e gli scompigliò affettuosamente i capelli: “Cosa ne dici di teletrasportarci?”
Goten acconsentì: “Papà senti però... non dire niente a Becchan, per favore”.
Goku: “Sarò muto come un pesce, tu però vedi di cambiarti la maglietta appena arriviamo! Se telefona
lei a quella graziosa Cenerentola sono guai!”
Goku in cuor suo si rallegrò che il figlio avesse già puntato un'altra ragazza: Becchan era arrivata in
quel mondo e aveva rubato il cuore ad entrambi ma nessuno dei due, per quanto si fosse invaghito,
avrebbe mai potuto trattenerla... Becchan non apparteneva a quel mondo e, prima o poi, avrebbe dovuto
fare ritorno a casa sua... glielo aveva detto anche Gohan... Goku non aveva ancora avuto il coraggio di
raccontare a Goten del malore della ragazza.
Con il teletrasporto Goku e Goten arrivarono in camera di Becchan in meno di un secondo.
Goten si gettò ad abbracciare la ragazza e a raccontarle la straordinaria avventura di quel giorno ma
notò che stava dormendo.
Goten: “Papà, sta riposando... che facciamo? Evochiamo ora Shenron?”
Goku: “No, non credo che sia giusto: è più corretto che assista anche lei all'apparizione di Shenron”.
Goten: “Hai ragione, lo evocheremo domani mattina, non c'è fretta...”
Goku: “Veramente... Goten ti devo dire una cosa... Becchan oggi è stata male due volte”.
Goten: “E' stata male?”
Goku: “E'... è quasi scomparsa davanti ai miei occhi...”
Chichi entrò improvvisamente nella stanza con la bacinella piena di acqua fresca.
Goten: “Mamma e tu cosa ci fai qui?”
Chichi: “Veramente Becchan è stata male tre volte oggi, ora ha la febbre alta”.
Goten le sfiorò la fronte e annuì al padre.
Goku si gettò su Becchan per sfiorarle la fronte con le labbra: aveva baciato tante volte quella fronte,
sarebbe stato in grado di percepire la minima variazione di temperatura... ma, purtroppo, i suoi poteri
non erano necessari: chiunque si sarebbe accorto che Becchan scottava!
Goten strinse i pugni: “Evochiamo ora Shenron!”
Chichi: “No, ha ragione tuo padre: è una cosa che la riguarda ed è giusto che lei assista
all'apparizione!”
Goten notò la rosa blu sul comodino: Goku l'aveva lasciata lì quasi poggiata per caso, mentre Chichi
l'aveva messa in un vaso. Goten sfiorò il vasetto di cristallo: “E questa?”
Goku deglutì e rispose Chichi: “Non lo sai che alle persone che stanno male si portano dei fiori?”
Goten si grattò una tempia: “Eh già...” Quel fiore gli aveva fatto venire in mente un'idea, quindi uscì
dalla stanza.
Chichi guardò il marito: si era gettato sul letto d'impulso, per toccare la fronte calda di Becchan ed era
ancora lì, vicino a lei... probabilmente la sua espressione lasciava trasparire una punta di rancore per
quel gesto affettuoso verso un'altra donna e Goku cercò quasi di scusarsi, grattandosi la testa come
faceva sempre quando era in imbarazzo: “Sai che Becchan mi ricorda molto te da giovane, Chichi?”
Chichi si sedette, sistemò la bacinella sul comodino e bagnò la pezza, poi gliela posò sulla fronte; la sua
risposta arrivò poco dopo, chiara, concisa e lapidaria: “Mi sembri molto preso da questa presunta
somiglianza!”
Goku capì che c'era poco da scherzare, Chichi era seria, Chichi aveva capito qualcosa, stava per aprire
bocca quando Chichi quasi lo zittì: “Questa sera Gohan è venuto a parlarmi... ti chiedo solo che non se
ne accorga anche Goten, lui è innamorato di questa ragazza”.
Goku: “Chichi non c'è stato niente...”
Chichi incrociò lo sguardo del marito, quelle parole non le avevano fatto nessun effetto: se anche in
quel momento Goku le avesse confessato di quella notte in riva al lago, lei avrebbe reagito allo stesso
modo: “Non ti ho chiesto se c'è stato qualcosa, ti ho chiesto che non lo venga a sapere anche Goten”.
Goku non aveva più argomenti per controbattere e, sconsolato, uscì dalla stanza.
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Fyl era appena arrivata alla Capsule Corporation, intanto che Trunks si cambiava aspettava in salotto,
quando, in quella stessa stanza, arrivò un uomo un po' bassino ma comunque con un bel fisico; doveva
appena aver fatto la doccia perché aveva un asciugamano legato alla vita e delle goccioline ribelli che
gli scendevano lungo il petto, per essere poi assorbite dall'asciugamano.
Quell'uomo entrò in salotto sbraitando: “Bulma mi vuoi dire perché non hai comprato il bagnoschiuma
al pino silvestre? Ti rendi conto che ho dovuto fare la doccia con il bagnoschiuma alle more? Ma dico
io: chi ha comprato in casa nostra il bagnoschiuma alle more?!”
Fyl lo guardò quasi divertita: “Ehi fustacchione, guarda che non è il bagnoschiuma che determina il
fascino di un uomo...- si alzò e in un lampo si avvicinò a Vegeta e con un dito gli faceva ghirigori sul
petto muscoloso- io ad esempio, more o non more, ti sposerei comunque!” E gli fece l'occhiolino con
fare sensuale.
Capitolo LI “Una lunga notte”
Goten tornò poco dopo con in mano un vaso di fiori.
Goku, che era seduto fuori, gli chiese: “E quello cosa è?”
Goten: “E' un regalo per Becchan”.
Goku si alzò e toccò un petalo di quei fiori: “Viole?”
Goten: “Si, sono le viole del pensiero, i suoi fiori preferiti”.
Goku non sapeva che quelli fossero i fiori che Becchan preferiva, aveva preso una rosa perché di solito
si regalano quelle e l'aveva scelta blu perché lui, come colore, lo preferiva al rosso... probabilmente
Becchan avrebbe apprezzato ugualmente quel gesto, ma lui si sentì uno sciocco, Chichi l'aveva fatto
sentire uno sciocco: quella rosa blu era il gesto di un amore che non poteva continuare a crescere... e
che lui non poteva alimentare con altri gesti: suo figlio, giovane e senza legami lo poteva fare, non lui...
Goten entrò nella stanza di Becchan, sistemò le viole accanto alla rosa blu, controllò la temperatura
della ragazza e diede il cambio alla madre: Chichi uscì dalla stanza, Goten, invece, si sedette in una
sedia vicino al letto, con i gomiti sopra la trapunta e iniziò a raccontare a Becchan, anche se lei era
addormentata, quello che era successo quel giorno alla ricerca delle sfere del drago: era stata davvero
una giornata piena di avventure!
Chichi chiese a Dende se quella notte poteva rimanere al palazzo, in caso che Becchan avesse avuto
bisogno di lei; Dende acconsentì e le disse che, ovviamente, poteva dormire in camera di Goku. Chichi
non mostrò nessuna reazione a questa notizia, ma Goku pensò che probabilmente non le facesse
piacere. La camera in cui Goku riposava di solito quando passava la notte al palazzo del Supremo era
ora occupata da Becchan, quindi loro si sarebbero sistemati in un'altra stanza e accompagnò qui Chichi.
Goku non disse nulla, per non peggiorare la situazione, ma si ricordava bene quella notte che aveva
passato nella stessa stanza di Goten e Becchan perché, stranamente, tutte le altre stanza erano occupate
(ma poi, occupate da chi?): sinceramente non capì l'atteggiamento di Dende ma pensò che quella scusa
potesse tornargli utile per chiarire con sua moglie, così Goku raggiunse quella stanza e richiuse la porta
alle spalle.
Chichi lo guardò di sfuggita e tornò a pensare agli affari suoi.
Goku si grattò la testa: “Eheh... le altre stanza sono tutte occupate, dovrò dormire qui”.
Chichi: “Fai un po' come vuoi”.
Goku si sdraiò accanto a lei: “Sei arrabbiata?”
Chichi: “No”.
Goku: “Mi stai dicendo una bugia?”
Chichi: “No, è vero: non sono arrabbiata... sono delusa”.
Goku si sentì morire.
Chichi: “La ami?”
Goku avvertì una coltellata al cuore: “Ehm... no”.
Chichi: “Adesso sei tu che mi stai dicendo una bugia”.
Goku: “Chichi... io vi amo entrambe...”
Chichi: “Certe volte è meglio non sapere... non so davvero più chi ho affianco...”
Goku: “Scusami Chichi”.
Chichi: “Strano, anche lei mi ha chiesto scusa”.
Goku: “Perché noi...”
Chichi cercò di mostrarsi forte ma non riuscì a trattenere qualche lacrima e voltò il viso dall'altra parte,
in modo che il marito non potesse vederla in faccia.
Goku si mise di fianco e cercò di sfiorarle il viso ma ritrasse la mano, se la portò sulla fronte e ripetè
ancora una volta: “Scusami”, poi si sdraiò ancora in modo da poter fissare lo sguardo sul soffitto.
Chichi: “Mi hai sempre lasciata sola ma mai mi sono sentita sola come in questi giorni”
Goku con sicurezza la afferrò per una spalla e la costrinse a voltarsi e a guardarlo in faccia: “Chichi io
dovevo allenarmi per difendere la Terra, per difendere te e i ragazzi...”
Chichi si portò le mani sul volto: “Non hai mai pensato a difendere il nostro matrimonio, però!”
Goku non sapeva davvero cosa dire, non l'aveva mai fatta soffrire intenzionalmente... però era chiaro
che lei avesse sofferto tanto a causa sua... “Se ora ti promettessi di restare tutta la vita a casa con te
potremmo ricominciare da capo?”
Chichi: “Ti ho quasi obbligato a sposarmi e, infatti, hai passato più tempo con gli altri guerrieri che con
me... No, io non ti chiederò più di tornare a casa, di tornare da me... Te l'ho detto: fai un po' come
vuoi...”
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Trunks andò in salone ma non trovò Fyl, sul divano c'era solo il padre: “Papà scusa hai visto per caso
una mia amica?”
Vegeta si voltò verso il figlio, tra sé e sé pensò che Trunks non sapesse proprio scegliersi le amicizie:
prima il figlio di Kaaroth, ora quella ninfomane: “Ah, era tua amica? Ha detto che era stanca ed è
tornata a casa”.
Trunks lo guardò stupito: “Fyl... stanca? E come è tornata, scusa? Lei non sa neanche volare!”
Vegeta fece uno strano ghigno: “Oh si, ti assicuro che ha imparato in un attimo a volare!”
Trunks si portò una mano sulla fronte: “Oh no, non ti avrà importunato?”
Vegeta guardò il figlio con rabbia, si avvicinò e lo prese per il colletto della maglietta: “Ma che razza di
gente mi hai portato a casa?” Poi mollò la presa: “Comunque ha avuto quel che si meritava!”
Trunks già si immaginava il peggio: “Papà... cosa le hai fatto?”
Vegeta sogghignò un'altra volta: “Te l'ho detto, è tornata a casa... volando!” E scoppiò a ridere.
Trunks capì che il padre aveva reagito male alle attenzioni della ragazza e, rassegnato, uscì a cercarla.
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Goten, raccontando a Becchan le avventure di quel giorno, finì per addormentarsi riverso sul suo letto.
Goku, che entrò per misurare la temperatura di Becchan, prese una coperta e la poggiò sulle spalle del
figlio; poi passò un po' di tempo in cima al palazzo a pensare e, infine, tornò nella stanza dove
riposavano i due ragazzi. Goku si avvicinò a Becchan e le diede un altro bacio sulla fronte e tra sé e sé
pensò: “Questo però è l'ultimo”, si assicurò che il figlio stesse dormendo, poi si sedette accanto alla
ragazza, le prese una mano e con l'altra le sfiorò una guancia, lei a causa di questi dolci gesti si destò.
Goku: “Ehi, come va?”
Becchan si portò una mano sulla ferita: “Insomma...”
Goku: “Abbiamo raccolto tutte le sfere del drago, domani evocheremo Shenron e tu guarirai”.
Becchan: “Goku io oggi stavo per sparire?” Questa domanda fu una doccia fredda per Goku: la ragazza
lo guardava con i suoi occhioni sinceri e lui poté rispondere solo con altrettanta sincerità: “Si”.
Becchan però non si fece abbattere da questa risposta: “Bé, per fortuna sono ancora qui- e sorrisealmeno ti posso salutare prima di andare via”.
Goku le strinse la mano e cercò di abbassare la voce: “Becchan... forse è stato un errore...” Becchan
trattenne il fiato, forse un coltello ancora più affilato di quello che l'aveva ferita quella mattina stava
per trafiggerle il cuore...
Goku proseguì: “Però è stato l'errore più bello della mia vita”.
Becchan non avrebbe mai potuto avere Goku tutto per sé, ma avrebbe ricordato per sempre le emozioni
di quella notte passata in riva al lago con quello che sarebbe stato sempre l'uomo dei suoi sogni,
qualche lacrima sgorgò dai suoi occhioni, lei se le asciugò e disse: “Sto diventando una piagnona”.
Goku sorrise e le baciò la mano, Becchan afferrò la rosa blu che gli aveva portato lui qualche ora
prima: “Questa... la stai lasciando qui, ma l'hai regalata alla donna sbagliata...”
Goku: “Come facevi a sapere che io ti avevo regalato quella?”
Becchan sorrise: “A te non ho mai parlato della mia passione per le viole”.
Goku afferrò il vasetto con la rosa blu e con un po' di malinconia pensò che il figlio avesse molte cose
in comune con Becchan, nonostante tutto erano riusciti a creare tra loro un legame speciale; Goku uscì
da quella stanza. Lei in cuor suo, mentre vedeva quella sagoma muscolosa allontanarsi, versò ancora
qualche lacrima, si portò una mano sulla bocca per non singhiozzare e gli sussurrò: “Addio”.
Becchan guardò Goten accanto a lei, gli mise una mano sui capelli e gli accarezzò la testa: lui aveva il
sonno profondo e questo gesto non bastò a svegliarlo; Becchan pensò che fosse un bene: avrebbe avuto
tempo di pensare fino all'indomani mattina e, dolcemente, si fece accompagnare da Morfeo nel mondo
dei sogni.
Goku, quando tornò nella camera dove riposava Chichi, notò che la moglie stava ancora piangendo,
mise la rosa sul comodino con un biglietto: “Ti chiedo ancora una volta scusa: ho donato a un'altra
donna qualcosa che spettava a te”, poi si sdraiò accanto alla moglie e la prese tra le braccia: lei era
addormentata ma lui le sussurrò ugualmente in un orecchio: “Sono tornato...”
Ai primi raggi del sole Goten si svegliò, ancora assonnato provò a tastare la fronte di Becchan,
preoccupato per la sua febbre... il braccio ricadde sul cuscino e lui si svegliò di colpo: Becchan non era
nel letto... i suoi occhi si riempirono di lacrime...
Capitolo LII “Appari drago Shenron!”
Ai primi raggi del sole Goten si svegliò, ancora assonnato provò a tastare la fronte di Becchan,
preoccupato per la sua febbre... il braccio ricadde sul cuscino e lui si svegliò di colpo: Becchan non era
nel letto... i suoi occhi si riempirono di lacrime...
Becchan, rientrando lentamente nella stanza, appoggiata al muro, lo trovò riverso sul letto a piangere e
si preoccupò: “Goten che c'è?”
Goten lentamente sollevò il viso... possibile che... si, Becchan era lì, davanti ai suoi occhi e lui si gettò
ad abbracciarla.
Becchan: “AHIA! Goten fai piano...”
Goten si asciugò le lacrime con il braccio: “Ma... io pensavo che tu fossi sparita all'improvviso... mi
sono svegliato e tu non c'eri!”
Becchan gli scompigliò amorevolmente i capelli: “Mi sa che è ora che tu impari ad avvertire le aure,
eh?”
Goten la abbracciò ancora una volta e la sollevò in aria ma Becchan si lamentò: “OUCH! No, Goten mi
fa male...”
Goten: “Scusa, scusa... ma... dov'eri finita?”
Becchan arrossì e sorrise dall'imbarazzo: “Ehm... ero in bagno!”
Goten si grattò la testa e scoppiarono a ridere entrambi.
Goten: “Mi sembra che oggi stai molto meglio”.
Becchan: “Si, la febbre è calata ma la ferita fa ancora male”.
Goten: “Andiamo a evocare Shenron?”
Becchan fece un sorriso a trentadue denti: “Non vedo l'ora!”
Goten: “Andiamo a chiamare anche papà e la mamma?”
Becchan era un po' imbarazzata però lei e Goku avevano detto addio alla loro storia d'amore
impossibile, mica all'amicizia e alla profonda stima che si era creata tra loro, quindi Becchan annuì.
Goten e Becchan raggiunsero la stanza di Goku e Chichi e Goten disse: “Apri tu! Magari loro... ah, non
voglio neanche pensarci!”
Becchan, per la stessa ragione, era un po' intimorita ma alla fine aprì la porta comunque: vide Chichi
che, lentamente, si svegliava e si accorgeva di aver dormito sul petto del marito... la donna inizialmente
arrossì, poi, notando che il marito era ancora profondamente addormentato, sprofondò nuovamente tra
quei muscoli possenti e continuò a dormire beatamente; Goku, probabilmente, non doveva essere molto
addormentato, visto che si accorse del gesto della moglie e la strinse a sé più forte. Goku: “Sarò anche
andato in capo al mondo, ma il momento più bello di ogni viaggio è stato il ritorno a casa!” Chichi si
commosse e Goku: “Ma allora sei sveglia!” E la baciò dolcemente sul collo.
Becchan richiuse la porta: “Non li disturbiamo”.
Goten: “Oh no, non dirmi che loro...”
Becchan: “Bé, che c'è di male? Sono così teneri...”
Goten la baciò sul collo: “Sai, anche noi potremmo essere tanto teneri...”
Becchan cercò di prendere tempo: “Goten...” e cercò di allontanare gentilmente la sua testa ma il
ragazzo, inavvertitamente, la spinse e Becchan cadde sulla porta che non aveva richiuso bene e questa
si aprì, inoltre, per il colpo alla ferita, Becchan strillò e attirò subito l'attenzione dei due: Chichi e Goku
si erano già spogliati, lei aveva tenuto addosso la sottoveste, ma entrambi erano coperti dal lenzuolo.
Chichi era già salita sopra il marito e gli restituiva teneri baci sul collo; alla vista dei due ragazzi si
spostò immediatamente, per fortuna che aveva tenuto almeno la sottoveste!
Goten girò la testa quasi schifato: “Oh, no!”
Chichi si alzò e indossò immediatamente il solito kimono, mentre allacciava gli alamari cercò di
giustificarsi agli occhi del figlio: “Amore la mamma e il papà si stavano dicendo quanto si vogliono
bene...”
Goten e Becchan, ancora stesi a terra, pensarono: “Si, come no: vi stavate dicendo qualcos'altro!”
Becchan arrossì vistosamente, più che altro perché Goku era a petto nudo... era abituata a quella visione
celestiale però ogni volta non riusciva a calmare il suo cuore...
Goku si grattò la testa per nulla imbarazzato: “Volete unirvi a noi?”
Goten si coprì il viso con una mano, Becchan avvampò e Chichi diede uno scapellotto a Goku: “Ma
cosa dici?”
Goku rispose con una risata e poi: “Dai, evochiamo Shenron?”
Chichi: “Si, sarà meglio!”
Goku alzò il lenzuolo e Goten e Becchan notarono che era NUDO! Goten cercò di coprire gli occhi
della ragazza e lei balbettava parole senza senso.
Goten: “Papà!”
Goku ingenuamente: “Che c'è?”
Chichi si sedette davanti a uno specchio e si pettinò i capelli, ad un tratto nello specchio vide riflesso il
sedere del marito e si voltò arrabbiata verso di lui: “Goku! Davanti ai ragazzi! Ma copriti!”
Becchan scappò più imbarazzata che mai: “Vado a bere qualcosa!”
Goten la seguì e Chichi rimproverò il marito.
Mezz'ora più tardi, finalmente, i quattro erano pronti ad evocare Shenron.
Becchan era sostenuta da Goten e Goku aveva un braccio sulla spalla della moglie.
Goten: “Allora adesso metti le mani così e dici appari drago Shenron, con tutto il fiato che hai”.
Becchan: “Tranquillo Goten, 507 episodi di Dragon Ball mi avranno pur insegnato qualcosa!” E fece
l'occhiolino.
Goku le sorrise: era fiero della su... era fiero di Becchan!
Goku: “E ricordati di formulare esattamente il desiderio... Shenron ultimamente è diventato pignolo!”
Becchan annuì e mise le mani come tante volte aveva visto fare nel cartone e con tutto il fiato che
aveva in gola urlò: “APPARI DRAGO SHENRON!”
Le sfere si illuminarono e da ognuna di queste uscì un raggio di luce che, man mano che saliva, si univa
agli altri per creare in cielo una sagoma.
Becchan notò che il cielo, proprio come succedeva nel cartone, era diventato nero, improvvisamente
era calata la notte e tutti, nel mondo di Dragon Ball, ovviamente, se ne accorsero: Vegeta, nel salone
della Capsule Corporation a prendere un tè con Bra e le sue bambole, pensò all'amica del figlio di
Kaaroth; a Bulma, impegnata in un consiglio di amministrazione, tornarono in mente dolci ricordi;
Trunks, in cortile con la nonna, si congratulò idealmente con Goten che alla fine aveva recuperato
quell'ultima sfera sconfiggendo gli occhioni dolci di quella bella ragazza; Fyl, sul ciglio di una strada,
non trafficata, nel deserto maledì quello stupido nano che l'aveva letteralmente sbattuta fuori dalla
Capsule Corporation a suon di calci nel sedere.
Gohan e Videl, avevano provato a riprendere quel “discorso” che avevano iniziato quando Goku li
aveva interrotti, ma la piccola Pan bussò alla porta della camera matrimoniale. Gohan sollevò gli occhi
al cielo e Videl gli diede un bacio sulla guancia e poi gli sussurrò: “Sarà per la prossima volta”, si
rivestì con una delle solite t-shirt enormi che indossava in casa e andò ad aprire la porta.
La piccola Pan era spaventata: “Mamma... il cielo è buio”.
Gohan e Videl, trasportati dalla passione, non avevano fatto caso al colore del cielo, Videl prese in
braccio la piccola, poi scostò una tenda e si accorse che la piccola aveva ragione, quindi la portò nel
letto con loro. Pan, nel lettone, tra il papà e la mamma si sentiva al sicuro; Gohan commentò: “Chissà
che il drago Shenron non riporti tutto alla normalità, ...com'era prima dell'arrivo di Becchan...”
Videl: “Eddai, non è cattiva... è solo innamorata... io non so cosa avrei fatto se fossi stata al suo posto:
una ragazzina innamorata di un idolo che, d'improvviso, ha la possibilità di conoscerlo... probabilmente
anche io non mi sarei arresa e avrei fatto di tutto per averti...” E baciò con passione e trasporto il
marito.
La piccola Pan si trovava esattamente sotto il bacio di quei due e guardava i genitori come se fossero i
protagonisti di una fiaba.
Videl allontanò il viso da quello del marito, gli accarezzò dolcemente una guancia: “Vai al palazzo del
Supremo e scopri cosa hanno chiesto a Shenron”.
In un'isola sperduta, un uomo basso e brizzolato uscì da una strana casetta rosa e guardò il cielo nero, a
lui si avvicinò una bella donna bionda, slanciata: “Crili... dici che è stato evocato Shenron?”
Crili: “Non lo so... chissà cosa è successo... forse è meglio se telefoniamo a Bulma”.
Genio alle spalle di C18, con le mani protese verso il suo sedere: “AHIA!”
C18: “Oh, scusa, non ti avevo visto...”
Genio: “Non è vero, mi avevi visto benissimo”
C18: “Peggio per te che mi stai così appiccicato”.
La sagoma luminosa in cielo si delineò e apparve un drago maestoso: “Mi avete evocato? Qual è il
vostro desiderio? Ditemelo e lo esaudirò”.
Capitolo LIII “Un desiderio irrealizzabile”
“Mi avete evocato? Qual è il vostro desiderio? Ditemelo e lo esaudirò”.
Goten strinse la mano di Becchan, lei intuì le intenzioni del ragazzo e con la testa gli fece cenno di
procedere, così fu Goten a esprimere il primo desiderio: “Ti prego Shenron... fai guarire la mia amica!”
Goku e Chichi provarono un gran sollievo: entrambi erano rimasti vicino a Becchan il giorno prima e
avevano avvertito il suo dolore, potevano solo immaginare quanto stesse soffrendo, anche in questo
momento...
Becchan abbassò la faccia e portò una mano sulla ferita, poi, piena di speranza, risollevò il capo verso
Shenron... ma la risposta che ottenne non le piacque per niente: “Non posso curarla, esprimete un altro
desiderio”.
Gli occhi di Becchan si riempirono di rabbia: “PERCHE'?” Urlò con tutte le forze, sentì come uno
strappo alla ferita ma non avvertì il dolore perché la rabbia per il rifiuto del drago era maggiore; si
sentiva presa in giro: i suoi eroi erano fatti d'acciaio, difficilmente riportavano ferite che li facevano
stare tanto male e, quando capitava, avevano sempre i senzu o l'aiuto di Dende per guarire in un lampo
ma Becchan no, lei era condannata a sopportare il dolore di quella ferita e ad aspettare di guarire
naturalmente... l'accolse un senso di malinconia: nonostante avesse fatto amicizia con i principali
personaggi del suo cartone preferito...lei non era una di loro, non lo sarebbe mai stata... i suoi occhi si
riempirono di lacrime, Goten le stringeva un braccio sulle spalle, arrabbiato con sé stesso per non poter
fare nulla per lei; si avvicinarono anche Goku e Chichi, Becchan si appoggiò alla spalla della donna, e
Goku le mise una mano sulla schiena, nonostante tutto lui era l'unico rimasto lucido per esprimere il
desiderio: “Shenron, ci puoi dire perché non puoi curare Becchan?”
Shenron: “Mi dispiace, questo va ben oltre i miei poteri”.
Goku: “Shenron... ci puoi dire... da dove arriva Becchan e perché questa ferita è incurabile persino a te
che sei in grado di resuscitare i morti?”
Shenron: “E' questo il vostro primo desiderio? Volete sapere come è arrivata qui questa ragazza?”
Goku guardò Becchan e lei annuì e rialzò la testa, ansiosa di ascoltare quella storia, la sua storia.
Shenron iniziò a raccontare che Beatrice era arrivata sin lì da un altro mondo, ed era riuscita a
raggiungere i suoi eroi di Dragon Ball a causa di un incidente. Alla parola incidente Becchan spalancò
gli occhi, Goten e gli altri la guardarono come a chiederle perché lei non ne avesse parlato, lei si portò
una mano sulla fronte e, quasi inconsciamente, esclamò: “Non lo ricordo, io... non lo ricordo!”
Goku le mise una mano sulla spalla e lei si affidò al suo petto vigoroso; Goku si rivolse a Shenron: “Ti
prego, continua”.
Shenron raccontò che un secondo prima dell'incidente Beatrice aveva espresso, proprio a lui il
desiderio di finire nel mondo di Dragon Ball e lui l'aveva accontentata: mentre il suo corpo, in coma, si
trovava all'ospedale, lui aveva trasportato nel suo cartone preferito il suo spirito e le aveva dato un
nuovo corpo, un corpo da cartone animato.
I presenti ascoltavano con attenzione le parole del drago, Becchan era incredula: quella era, al tempo
stesso, la sua storia e una storia che ascoltava per la prima volta: con la permanenza nel mondo di
Dragon Ball aveva iniziato a perdere i ricordi del suo mondo e ora queste erano solo delle riminiscenze
sbiadite.
Goku ancora una volta cercò di chiarire tutti i dubbi: “Dicci Shenron, questa ferita di Becchan è
collegata in qualche modo... all'incidente?”
Shenron rispose affermativamente: Becchan aveva riportato una ferita all'addome e, ora che si era ferita
nello stesso punto anche in questo mondo, il suo spirito era destinato a ricongiungersi al suo corpo,
questa era la causa di quei frequenti “sbiadimenti”.
Goten guardò Becchan per un'istante ma non riusciva a reggere il confronto con i suoi occhi pieni di
lacrime: Becchan aveva le ore contate, lei era destinata a sparire...
Becchan rise dal nervosismo: “Vuoi forse dire che ho la data di scadenza?”
Shenron concluse il suo discorso: “Tu non fai parte di questo mondo e sei destinata a tornare nel tuo”.
Goku: “Quindi la sua ferita non può essere curata con i nostri mezzi perché... in realtà non se l'è
procurata nel nostro mondo, giusto?”
Shenron rispose affermativamente: “Quella ferita rispecchia quella dell'incidente: Becchan era
destinata a ferirsi perché il suo spirito e il suo corpo potessero ricongiungersi”.
Becchan: “E quando accadrà? Quando mi risveglierò dal coma? Quanto tempo ho ancora da passare in
questo mondo?”
Shenron: “Questo nessuno lo sa, accadrà un giorno, all'improvviso: così come sei arrivata scomparirai”.
Becchan si portò una mano davanti alla bocca e continuò a piangere lacrime amare: i suoi sentimenti
erano confusi; se da una parte provava il desiderio di restare con i suoi eroi, dall'altra pensava alla sua
famiglia che, probabilmente, soffriva per la sua condizione... e, ancora una volta, neppure sforzandosi
riusciva a ricordare il viso dei suoi genitori, né quello dei suoi fratelli... i suoi fratelli? Improvvisamente
si rese conto di non ricordarsi più neanche quanti ne avesse: due? Tre? E se fosse stato uno solo?
Un pensiero la consolava: se il suo desiderio di finire nel mondo di Dragon Ball era così forte... bé,
almeno era stata accontentata. In questo nuovo mondo si trovava bene e, a parte dei rarissimi momenti,
l'idea di non ricordare niente di ciò che aveva vissuto prima non la disturbava... forse con il tempo
avrebbe anche smesso di preoccuparsi e avrebbe potuto continuare a vivere tranquillamente in questa
nuova condizione, i vecchi ricordi non le sarebbero serviti in una nuova ipotetica vita nel mondo di
Dragon Ball: Goten la amava, avrebbe potuto sposarlo e iniziare una nuova vita con lui, in questo
nuovo mondo.
Shenron: “Avete un altro desiderio o posso andare?”
Becchan, orgogliosa della sua idea, sollevò il viso: “Ti prego Shenron, trasformarmi in un cartone
animato, definitivamente! Voglio restare nel mondo di Dragon Ball per sempre!”
Gli occhi di Goten si illuminarono a questa richiesta, abbracciò la ragazza e le disse: “Spero che vorrai
passare tutta la tua nuova vita nel nostro mondo... con me!” E le schioccò un bacio sui capelli, vicino
alla tempia.
Becchan gli sorrise: è vero che era innamorata persa di Goku ma voleva un gran bene anche a Goten,
no, di più, lei a modo suo lo amava ed era sicura che con il tempo l'avrebbe amato anche più di suo
padre.
Chichi era contenta per il figlio e Goku... un po' meno entusiasta della moglie, però era sicuro che il
ragazzo avrebbe reso felice Becchan... poi tra sé e sé penso che per il bene di quella copia avrebbe
dovuto lavare via il numero di Valese scritto con il cioccolato sulla maglietta preferita di Goten!
Tutti erano in attesa della risposta di Shenron: “Mi spiace, non posso esaudire neanche questo
desiderio: io non ho poteri di vita o di morte su esseri in un'altra dimensione. Volete esprimere un altro
desiderio o posso andare?”.
Becchan era davvero affranta: non voleva lasciare questa felicità certa per una incerta, le sue lacrime
continuavano a scendere calde e, aggrappandosi alla sua tuta, chiese a Goku di accompagnarla in
camera.
Goku la strinse delicatamente e l'accompagnò in camera con il teletrasporto.
Chichi li vide andar via e pensò che il marito fosse l'unica persona in grado di consolarla in questo
momento, se mai qualcuno l'avesse potuta consolare... anche Chichi sentì una stretta al cuore a sapere
che Becchan non sarebbe rimasta con loro ancora per molto: aveva messo in pericolo il suo rapporto
con Goku però l'aveva anche rafforzato, aveva sconvolto le loro vite ma le aveva anche rallegrate, in
particolar modo la sua, dato che Chichi aveva sempre desiderato una figlia femmina che, nonostante
tutto, aveva trovato in Becchan: si era trovata bene a cucire per lei vestiti, era stanca di cucire sempre le
solite tute da combattimento! E poi si era preoccupata molto per quella ragazza quando l'aveva assistita
il giorno prima...
Il drago Shenron era ancora lì: “Avete un altro desiderio o posso andare?”
Goten stringeva i pugni, e anche sui suoi occhi si affacciavano delle lacrime di rabbia: “No, aspetta
Shenron... non posso fare davvero niente per trattenere qui Becchan?”
Shenron: “Assolutamente niente”.
Un senso di impotenza pervase l'animo del ragazzo che, in ogni caso, non voleva arrendersi:
“Shenron... sono pronto ad esprimere il secondo desiderio... questa volta non mi puoi dire di no...”
Chichi forse aveva intuito i pensieri del figlio, si avvicinò al suo Goten esi strinse alla sua spalla:
“Forza, Goten...”
Capitolo LIV “Un pomeriggio di svago”
Goku accompagnò Becchan nella sua stanza, la accompagnò sino al letto, qui si sedettero e lui la
abbracciò forte ma lei, inaspettatamente, lo scostò: “Scusa, ho bisogno di stare da sola”.
Goku capì e si allontanò dalla stanza, trovò Goten che dopo aver espresso il secondo desiderio si stava
precipitando da Becchan: Goku lo fermò con un braccio: “Ha detto che vuole stare sola”. E Goten tirò
un pugno nell'aria, poi proseguì lo stesso e si sedette davanti alla porta chiusa della stanza di Becchan,
con le gambe aperte e piegate e le bussò alla porta, come ad avvisarla che lui era lì...
Goku guardò il figlio e lo ammirò tanto... poi voltò le spalle per raggiungere Chichi; nel frattempo, era
arrivato anche Gohan con Videl e la piccola Pan.
Becchan dopo poco aprì la porta e Goten entrò nella stanza, lei si sedette sul letto e lui dall'altro lato,
aveva paura di dire la parola sbagliata, di fare il gesto sbagliato, poi ruppe ogni indugio: con un braccio
sul petto di lei la spinse sul letto e si ritrovarono faccia a faccia, uno in un verso e lei nell'altro... lui le
accarezzava i capelli e le disse che non l'avrebbe dimenticata mai, lei gli rispose che, ugualmente,
sperava di non dover mai dimenticare questa fantastica avventura, Goten le sorrise: “Sono sicuro che
non ti dimenticherai mai di noi... almeno di me non ti puoi dimenticare...”
Goten baciò Becchan, lei rimase un po' turbata: l'ultimo bacio l'aveva dato a Goku, il giorno prima e si
sentiva a disagio a baciare suo figlio, ma aveva un bisogno disperato di sentire qualcuno vicino e allora
ricambiò quel bacio con trasporto; poi, lui con un'atletica capriola finì nello stesso verso di lei e
l'abbracciò forte...
Chichi aveva già raccontato a Gohan e Videl dell'apparizione di Shenron, quando arrivò Goku
cambiarono argomento, fu lui a cambiare argomento: “Videl fortuna che sei qui... senti tu e Chichi
potreste passare la serata con Becchan? Fra donne vi intendete meglio... fatele passare una serata
allegra, intanto che io e i ragazzi le prepariamo una sorpresa...”
Chichi aveva capito al volo la splendida idea del marito: “Magari possiamo chiamare anche Bulma!”
Goku si mise a ridere: “Si, soprattutto ditele di portare la carta di credito, quella servirà di sicuro!”
Chichi: “Tesoro ci accompagni tu?”
Goku: “Oh si, anche io devo chiedere una cosa a Bulma!”
Gohan guardava i genitori con aria sorpresa però, allo stesso tempo, era soddisfatto che le cose fossero
tornate come una volta e Videl era contenta dell'espressione soddisfatta del marito.
Goku: “Vado a chiamare Becchan...”
Goku entrò nella stanza e vide il figlio abbracciato a Becchan... inizialmente sentì una stretta al cuore e
una grande invidia verso quell'altro che poteva stringerla e dichiararle i suoi sentimenti senza problemi,
poi questi sentimenti furono sostituiti dalla consapevolezza che anche lui aveva affianco una donna
splendida, doveva smettere di pensare a Becchan... aveva già rischiato di perdere Chichi una volta...
Ma l'amore non è un sentimento che sparisce dall'oggi al domani... e una persona non può decidere
razionalmente di cancellare certi sentimenti...
Goku senza troppe spiegazioni prese Becchan tra le braccia, arrivò da Chichi e Videl e, prima che
Goten potesse capirci qualcosa, lui si era già teletrasportato. Il ragazzo arrivò dal fratello e Gohan gli
disse di stare tranquillo, presto anche loro si sarebbero dati da fare per tirare su il morale a Becchan.
Arrivati da Bulma, Goku prese da parte l'amica: Becchan li vedeva parlottare e Bulma alle parole di
Goku era sempre più entusiasta; dopo poco Goku salutò le amiche con un gesto della mano e, infine, si
teletrasportò nuovamente al palazzo del Supremo.
Bulma raggiunse Chichi, Videl e Becchan(Pan era rimasta con Gohan): “Allora si va!”
Becchan non capiva: “Eh? Dove andiamo?”
Bulma: “Fidati di noi!” E le fece l'occhiolino; Bulma travolse immediatamente anche Becchan con il
suo entusiasmo e la ragazza fu felice di seguirla sul mini- jet.
Bulma avrebbe voluto andare in un centro benessere ma Videl le fece notare che con la sua ferita la
povera Becchan avrebbe dovuto rinunciare almeno a metà dei servizi e allora la donna si diresse verso
il centro commerciale più grande della città.
Le donne, innanzitutto, andarono alla ricerca di qualche vestito, Becchan le ringraziò ma cercò di
dissuaderle da questa idea: lei presto sarebbe scomparsa e non era il caso di spendere soldi per un
vestito... ma le tre donne insistettero a tal punto che alla fine fu lei quella a cedere.
Entrarono in una grande boutique e subito iniziarono a sbirciare tra gli stand: Chichi si incantò a degli
abiti tradizionali, classici; Bulma a degli abiti da eterna ragazzina e Videl a dei modelli da giovane
donna. Le tre donne tiravano Becchan da una parte e dall'altra ma lei aveva già visto un abito che le
aveva rubato il cuore: era un abito da cerimonia, di quelli che lei definiva a bomboniera per l'enorme
quantità di pizzi e merletti, questo era in taffetà, non aveva né maniche né spalline, il corpetto davanti
era liscio e aderente, dietro dei fili si intrecciavano e poi ricadevano morbidi; la gonna era ampia e,
appunto, era costituita da più strati di pizzi e merletti vari. Sembrava l'abito di una principessa...
Videl fu la prima ad avvicinarsi: “Ti piace quest'abito lilla?”
Becchan annuì; si avvicinò anche Bulma che la spronò a provarlo e, infine, Chichi le raggiunse quando
Becchan era già entrata nel camerino. Intanto che Becchan si cambiava Bulma e Chichi non persero
tempo e iniziarono a sfottere l'altra riguardo il gusto di vestire, Videl, imbarazzata, non proferì parola,
poi Becchan era pronta a mostrarsi alle amiche...
Bulma, Videl e Chichi rimasero a bocca aperta: quel vestito non rifletteva i gusti di nessuna in
particolare ma piaceva a tutte, soprattutto piaceva molto come stava a Becchan, le cadeva perfetto e lei
sembrava una principessa.
Bulma: “E' deciso: lo prendiamo!”
Chichi: “Oh tesoro è stupendo e tu sei incantevole...” Quasi era commossa, come se la sua pseudofiglia Becchan stesse provando l'abito per convolare a nozze.
Videl: “E' davvero magnifico, ottima scelta”.
Becchan fece un giro su sé stessa per far notare alle altre come ruotava bene quella gonna e per far
udire loro il fruscìo del taffetà... quanto aveva desiderato sentire quel fruscìo!
Becchan comunque era imbarazzata: “Bulma costa una cifra io non vorrei...”
Bulma: “Ma scherzi? Te lo regalo volentieri!”
Becchan: “Ma non avrei neanche l'occasione per indossarlo...”
Videl le mise una mano sulla spalla: “Secondo me l'occasione arriverà presto”.
Chichi: “Giusto! Se non lo compri ora poi ti si potrebbe presentare l'occasione giusta per sfoggiarlo e tu
ti pentiresti di non averci dato retta!”
Bulma: “Sù, non fare complimenti!”
Becchan, infine, decise di accettare questo regalo.
Bulma: “Prossima tappa dal parrucchiere!”
Becchan: “Oh ma così mi viziate...”
Videl la abbracciò: “Questa è la tua giornata, approfittane!”
Chichi si incantò a un negozio di articoli per la casa a buon prezzo, Bulma incoraggiò Videl e Becchan
ad andare comunque dal parrucchiere: “Io ci vado anche fin troppo spesso, Chichi non ci và mai...
insomma, io e lei nel frattempo troveremo altro da fare”.
Becchan ringraziò ancora una volta Bulma per la generosità e andò dal parrucchiere con Videl.
xxx
Vegeta uscì dalla gravity room affamato, andò in cucina e trovò una marea di piatti, cestini e vassoi
vari, tutto rigorosamente coperto. Sollevò il telo che ricopriva un lungo vassoio e vide dei tramezzini:
lui impazziva per i tramezzini! Vegeta li mangiò una alla volta per assaporare bene quei gustosissimi
tramezzini: ne addentò prima uno con il pomodoro e il tonno, poi uno uovo e insalata, pomodoro e
insalata e pomodoro e uovo; aveva lasciato per ultimo il suo preferito: funghi e prosciutto, stava per
addentarlo quando il figlio minore di Kaaroth entrò nella stanza, si portò le mani tra i capelli e urlò:
“AAAAAAAAAAH!”
Dalla sorpresa a Vegeta scivolò il tramezzino dalle mani, quindi, ora che aveva le mani libere, afferrò
Goten per il collo: “Stupido moccioso... lo sai che quello era il mio gusto preferito?”
Il ragazzo, con la voce strozzata, chiamò il padre; Goku entrò e vide il vassoio dei tramezzini
scoperchiato, anche lui come il figlio si portò le mani nei capelli: “Vegeta no! Cosa hai fatto?”
Vegeta lasciò andare il ragazzo: “Cosa vuoi Kaaroth? Perché tu e tuo figlio siete a casa mia?”
Goku raccolse il tramezzino che era sfuggito dalle mani di Vegeta e lo buttò via, con una naturalezza
inaudita, come fosse a casa sua: “Vegeta ti prego dimmi che hai mangiato solo questi tramezzini”.
La vena sulla fronte di Vegeta iniziava a pulsare: “E se anche avessi mangiato la casa a te cosa
importerebbe?! Questa è casa mia!”
Goku: “Eh no, questa casa è anche di Bulma e lei ci ha dato il permesso di fare qui la festa per
Becchan!”
Vegeta rimase a bocca aperta: “Hai detto una fe... festa?! Perché non andate a festeggiarlo a casa vostra
lo stupido compleanno di quella stupida ragazzina?”
Goku alzò le spalle e cercò di calmare l'amico: “Eddai, non fare così... questa non è una festa di
compleanno, è una festa di addio... Becchan dovrà tornare nel suo mondo...”
Vegeta rimase colpito da quelle parole ma cercò di non mostrarlo: “Ah? Bene, e speriamo che con lei
Trunks abbia finito di portare in casa mia strane amiche”.
Trunks intanto era arrivato nella stanza, a quella frase l'amico Goten gli toccò il fianco con il gomito:
“Strane amiche? Eheh... ma chi gli hai portato a casa?”
Trunks si grattò il collo imbarazzato: “Fyl ieri sera è stata qui...”
A quel nome Goku impallidì: “Fyl, giusto! Ma... che fine ha fatto?”
Vegeta sogghignò: “Ha imparato a volare”.
Goku lo riprese: “Vegeta!” E gli pestò la mano con la quale il sayan stava per agguantare un nuovo
tramezzino prosciutto e funghi.
Vegeta si stava arrabbiando: “Kaaroth... io... io...”
La piccola Bra entrò nella stanza saltellando: “Che bello: i palloncini!”
Vegeta era incredulo: “Pa... palloncini? Eh no Kaaroth, tu e tuo figlio- in quel momento anche Gohan
entrò nella stanza- ...e i tuoi figli non metterete mai dei palloncini nel salone di camera mia!”
Lo sguardo di Goku diventò improvvisamente serio: “Infatti in salone non li abbiamo messi...”
Vegeta quasi si tranquillizzò ma Goku doveva terminare la frase: “Ancora! -e gli sbatté sul petto alcuni
palloncini sgonfi- dacci una mano anche tu, se no non faremo mai in tempo!”
Vegeta grugnì ma la piccola Bra lo guardava dal basso con quegli occhioni azzurri tenerissimi: “Papà
me lo gonfi un palloncino?”
Vegeta ne prese uno solo, gli altri li restituì a Kaaroth, poi agguantò il suo tramezzino preferito e uscì
dalla stanza: “Fate un po' come volete, io non metterò piede in salone!”
Vegeta sollevò la piccola Bra con un solo braccio e la portò in giardino, qui la piccola presto poté
giocare con il suo palloncino.
Capitolo LV “Un regalo speciale per Becchan”
Appena Videl e Becchan furono entrate dal parrucchiere, Bulma cercò velocemente un numero di
telefono nel suo cellulare e chiamò: “Presto, potete arrivare!”
Vegeta, in giardino con la piccola Bra, sentì squillare il telefono e pensò: “Dato che Trunks è voluto
restare in salotto con Kaaroth e i figli risponderà lui”.
A un certo punto il trillo del telefono cessò e Vegeta pensò ancora: “Umpf, lo sapevo che non era
necessario che mi alzassi a rispondere”, e allungò il collo in direzione della porta a vetri, per vedere se
il figlio aveva effettivamente risposto, ma quello che vide non gli piacque per niente: in salone era
Kaaroth quello che teneva la cornetta all'orecchio.
Il principe andò su tutte le furie! Si alzò di scatto e raggiunse il salone, appena in tempo per vedere
l'odiato rivale che riappendeva la cornetta, gliela strappò dalle mani e riagganciò con una forza tale che
disintegrò il mobiletto sopra il quale era poggiato il telefono.
Bulma scostò il telefono dall'orecchio e Chichi, quasi preoccupata per quel gesto improvviso, le chiese
cosa fosse successo, Bulma rispose: “Tuo marito è il solito: di sicuro non è riuscito a controllare la
forza e mi ha disintegrato il telefono e il mobiletto!”
Vegeta: “Kaaroth come ti permetti? Cosa vuol dire questo tuo atteggiamento? Questa è casa mia! Mia!
Hai capito?”
Mentre il principe continuava a sbattere la mano sul petto per riconfermare che quella fosse solo ed
esclusivamente casa sua, Goku si avvicinò al figlio e gli mise una mano sulla spalla, poi si rivolse a
Vegeta: “Scusa ma andiamo di fretta!” E padre e figlio scomparvero.
Trunks guardò il padre che stava per scoppiare dalla rabbia, per l'affronto subito... né lui né Gohan,
rimasti ad addobbare il salone, ebbero il coraggio di proferire parola.
Vegeta, infine, se ne andò passando per la cucina, così da agguantare un altro tramezzino.
Goku e Goten apparirono davanti a Bulma, la donna dai capelli turchini e Chichi si sfregarono le mani:
“Ora venite con noi”. Goku e Goten quasi si spaventarono per quello strano ghigno... cosa avevano in
mente?
Videl chiese al parrucchiere giusto la piega, era lì più per accompagnare Becchan; la ragazza, invece,
chiese un servizio particolare e, sia il parrucchiere, sia Videl, rimasero stupiti dalla descrizione
dettagliata: “Dunque... lunghi fino alle spalle, scalati davanti e dietro; però dietro non voglio quel taglio
a che rimane a V. Io odio la V e quella specie di codino! Scalati nel senso che i capelli di sotto
rimangono più lunghi e quelli di sopra via via più corti. Li sfoltiamo anche un pò- Becchan si passò una
mano tra i capelli- ne ho troppi!”
Videl si portò una mano davanti alla bocca e si mise a ridere: “Hai le idee chiare tu!”
Becchan sorrise e il parrucchiere si avvicinò nuovamente a lei per accompagnarla al lavabo per
sciacquare i capelli, intanto le ripeté il taglio che avrebbe dovuto eseguire di lì a poco e Becchan notò
che almeno le istruzioni le aveva capite... chissà ora come le avrebbe riprodotte sui suoi capelli!
Parrucchiere: “Altro Madame?”
Becchan: “Ma si, sai cosa ti dico? Le punte le voglio blu!”
A questa richiesta sia il parrucchiere che Videl sgranarono gli occhi: blu? E solo le punte?
Parrucchiere: “Madame io non ho mai fatto un lavoro simile... le posso fare una tinta uniforme... come
mai solo le punte?”
Becchan: “Se sai tingere tutti i capelli saprai tingere anche solo le punte!- E gli fece l'occhiolino- A me
piacciono così... cioè... li ho sempre desiderati blu però poi...”
E Videl continuò la frase: “Non vorresti che Goten ti confondesse con Bulma, eh?”
Le due ragazze scoppiarono a ridere e il parrucchiere iniziò il suo lavoro.
Bulma e Chichi avevano già adocchiato l'abito giusto per Goten, lui un po' protestava: “Perché mi devo
mettere elegante?”
Chichi ribatté: “Oh, insomma Goten: Becchan sembrerà una principessa e tu ti vuoi presentare con la
solita maglietta gialla con le maniche verdi?”
Goku intervenne subito: “Oh no, quella è pure da lavare!”
Chichi non capì l'intervento di Goku e continuò a sgridare il figlio che, alla fine, aiutò le due donne
nella ricerca dell'abito; in realtà Goten stava alle costole di Bulma per farsi rivelare qualche dettaglio
dell'abito da principessa di Becchan, era curiosissimo!
Strano ma vero, alla fine fu Goku a trovare l'abito giusto: stava ripensando al suo matrimonio, il suo
abito da sposo l'aveva scelto Chichi perché era a lei che piaceva lo sposo vestito di bianco, a lui sarebbe
piaciuto un abito più semplice, e soprattutto nero, proprio come quello che stava osservando!
Goku sfilò dallo stand un modello elegante ma allo stesso tempo sobrio, eppure perfetto; perfetto... per
Goten: Chichi aveva notato l'espressione compiaciuta del marito e si era avvicinata per controllare
chissà quale modello strambo stesse osservando; invece, con sua grande sorpresa, notò che aveva
trovato proprio quello che stavano cercando!
Chichi saltò al collo del marito: “Oh grazie Goku!”
Immediatamente si avvicinò anche Bulma che si dimostrò entusiasta della scelta.
L'unico insicuro era Goten, che non aveva mai indossato abiti simili e si chiedeva se davvero sarebbe
piaciuto a Becchan così conciato...
Goku lo rassicurò, e lo accompagnò alla cabina di prova.
Il parrucchiere, intanto, aveva lavato i capelli di Becchan, aveva anche fatto il taglio che voleva lei e le
aveva messo la stagnola, per far attecchire il colore blu sulle sue punte; ora dovevano solo aspettare.
Videl iniziò a chiacchierare con Becchan: le fece delle domande sui suoi gusti personali, per
conoscerla meglio... a Videl la nuova arrivata stava proprio simpatica e un po' si riconosceva in lei...
Quando finalmente il parrucchiere poté levare la stagnola dalle punte di Becchan, Videl uscì dal locale
e raggiunse Goten e gli altri al negozio di abiti, arrivò proprio quando Goten aveva addosso lo
smoking. Videl gli fece i complimenti, secondo lei quell'abito gli stava davvero bene, poi lo prese da
parte: “Ho raccolto quelle informazioni...”
Goten: “Dimmi tutto”.
Videl gli sussurrò qualcosa all'orecchio e un sorrisetto si dipinse sul volto del ragazzo, ringraziò la
cognata e andò a cambiarsi.
Bulma e Videl si scambiarono uno sguardo di intesa e Goku e Chichi non ci capirono più niente: chi
stava facendo la sorpresa a chi?
La grande sorpresa per Becchan era una festa di addio: una festa durante la quale avrebbe potuto
salutare tutti gli amici incontrati nel mondo di Dragon Ball, e incontrare quelli che ancora non aveva
conosciuto, così il giorno che sarebbe scomparsa all'improvviso non avrebbe portato con sé il rimorso
di non aver salutato nessuno.
Ma ora anche Goku e Chichi si sentivano all'oscuro di alcuni particolari di questa grande sorpresa...
Goten uscì dalla cabina di prova e chiese a Videl di trattenere Becchan dal parrucchiere il più possibile
perché lui aveva ancora una commissione da fare, doveva acquistare alcune cose nei negozi di quel
centro commerciale e Videl credette di capire le intenzioni del ragazzo, invece, anche lei non poteva
immaginare cosa avesse in mente... solo Bulma forse aveva intuito...
Goten diede il vestito alla madre: “Si, va bene!” E fece per scappare via ma il padre lo trattenne per un
braccio: “Goten dove stai andando? Becchan non deve sapere che anche noi siamo qui! T
riaccompagno io con il teletrasporto...”
Goten: “No papà devo comprare una cosa... tornerò volando...”
Goku: “E se Becchan avvertisse la tua aura?”
Goten: “Videl la tratterrà, papà ti prego sono di fretta... devo pure passare a casa!”
Chichi: “Certo che devi passare a casa, a cambiarti...”
Goten: “Mamma facciamo che a casa ci passate tu e Becchan e lei si cambia lì, io mi cambierò alla
Capsule!”
Goku e Chichi non capivano davvero tutta questa fretta, questa agitazione; Goten pensò che loro non
potevano capire... alla fine fu Bulma ad intervenire in suo aiuto: “Eddai, lasciamolo andare... noi
dobbiamo cercare ancora il vestito per Goku, no?”
Chichi annuì e Bulma prseguì: “Chichi, anzi facciamo che io vado con lui, ok?”
Chichi: “E io come torno a casa?”
Goku le mise una mano sulla spalla: “Che domande!”
Chichi levò quella mano: “Goku! E a Becchan come glielo spieghiamo che ci avete raggiunto?”
Bulma cercò nella borsa: “Ecco le chiavi del mini- jet!” E le diede all'amica, poi fece per inseguire
Goten ma Chichi la trattenne con un'altra domanda: “E tu per Vegeta non compri niente?”
Bulma: “L'armadio di Vegeta è pieno di vestiti da terrestre- e fece con le mani il segno delle virgolettela parte difficile sta nel convincerlo ad indossarli...”
Goku si grattò la testa e disse: “Eh già!”
Chichi lo fulminò con lo sguardo: “Guarda che tu non sei da meno: sempre queste tute!”
Poi, quando si voltarono verso Bulma, l'amica era già andata via... Goku e Chichi si guardarono
perplessi...
Bulma raggiunse Goten davanti a una gioielleria: “Lo sapevo!”
Goten si voltò di scatto: “Bulma... io...”
Bulma si poggiò al muro: “Povero Trunks, sono sicura che ti ha prestato lui i soldi...”
Goten: “Ma glieli restituirò fino all'ultimo zeny, lo giuro!”
Bulma scosse la testa: “Eh no, questo lo voglio regalare io a te e Becchan”. E tolse la carta di credito
dal portafoglio.
Goten sorrise e poi la abbracciò.
Bulma: “Compra il più bello, non badare a spese!”
Goten la ringraziò ancora ed entrò nella gioielleria...
Capitolo LVI “Un diamante è per sempre”
Goten uscì dalla gioielleria con un sorriso a trentadue denti e con un pacchetto nella mano e ritrovò
Bulma, quindi le chiese: “Bulma ti riaccompagno io a casa?”
Bulma: “Se avessi avuto trent'anni in meno, sarei tornata volentieri a casa con te!”
Goten arrossì e Bulma commentò: “Sei proprio uguale a tuo padre! A proposito, ho notato che Goku e
Chichi sono ancora nel negozio, tornerò con Chichi e le altre, tu aspetti Goku?”
Goten ci pensò un attimo: “Mmh... no, vado via da solo: devo fare altre commissioni e devo anche
passare a casa”.
Bulma: “Cosa devi fare a casa?”
Goten: “Lascio il regalo che ho preso per Becchan!”
Bulma portò una mano davanti alla bocca e fece gli occhi a fagiolo, con l'altro braccio tirava delle
piccole gomitate sul fianco a Goten: “Un regalo, eh? Fai vedere alla zia Bulma”.
Goten non esitò, aprì la scatoletta e mostrò il contenuto a Bulma, la donna rimase senza fiato: “Ottima
scelta ma... è una cosa seria, allora!”
Goten si grattò la testa: “Eh... lo spero!”
Bulma gli diede una pacca sulla spalla: “Buona fortuna! Ma... mi spieghi perché lo porti a casa?”
Goten arrossì e abbassò la testa: “Perché spero di finire lì la serata con Becchan...”
Bulma era sempre più incuriosita dagli affari di cuore di Goten: “Dai, non fare così... non sono né tua
madre né la madre di Becchan, posso solo essere felice per voi!”
Goten ringraziò Bulma, le restituì la carta di credito(tanto aveva ancora quella di Trunks!) e si avviò
verso la videoteca che stava al piano superiore.
Bulma voleva raggiungere Goku e Chichi ma li vide dalla vetrina del negozio... come erano teneri! Per
il momento non li voleva disturbare e raggiunse, piuttosto, Videl e Becchan dal parrucchiere.
Becchan aveva quasi finito, il parrucchiere le stava facendo la piega, Becchan aveva scelto di tenere i
capelli mossi: si ricordava quel giorno in spiaggia con Goten, quando, dopo aver fatto il bagno, i suoi
capelli si erano asciugati naturalmente rivelando così la loro natura ribelle e il ragazzo li aveva
apprezzati tantissimo. Bulma si congratulò soprattutto per il colore delle punte.
Quando il parrucchiere finì il suo lavoro con Becchan, fece la piega anche a Videl e Bulma, intanto, ne
approfittò per tornare da Goku e Chichi, dicendo, ovviamente, che andava a recuperare Chichi dal
negozio di articoli per la casa. Becchan voleva accompagnarla ma Videl la convinse ad aspettare lì con
lei.
Bulma tornò al negozio di abiti, proprio quando Chichi e Goku si erano appena accordati sull'abito da
comprare.
Chichi: “Bulma allora le cravatte ce le puoi prestare tu?”
Bulma: “Oh si, tanto Vegeta ne ha l'armadio pieno e non le mette mai”.
Goku: “Bulma sei sicura? Non vorrei che Vegeta vedendo me e mio figlio con le sue cravatte si
arrabbiasse e rovinasse la festa a Becchan”.
Bulma: “Non credo che Vegeta abbia mai dato un'occhiata a ciò che gli ho comprato, di sicuro non a
questi abiti così eleganti. Per la cravatta lui ne ha una blu che andrà benissimo per te e per Goten...
Trunks ne ha una lilla perfetta!”
Goku: “Perché dici che saranno perfette?”
Chichi: “Bé, quella lilla perché è dello stesso abito di Becchan?”
Bulma le fece l'occhiolino: “Certo!”
Goku rimase colpito: “Eh? Il suo abito è lilla? Almeno a me potete dire quale ha preso?”
Bulma senza problemi gli indicò l'abito scelto dalla ragazza e Goku rimase a dir poco senza parole:
l'abito era magnifico... chissà come le sarebbe stato addosso... poi guardò la moglie: “E tu Chichi come
ti vestirai?”
Chichi: “Oh, non ti preoccupare per me: ho un kimono elegante che sarà perfetto!”
Bulma: “Sempre questi kimoni! E basta! E' ora che anche tu ti compri un abito da sera! Goku dille
qualcosa tu!”
Goku si grattò la testa imbarazzato per essere stato tirato in ballo in quella discussione: “Ma io non
capisco perché dobbiamo vestirci tutti eleganti... è solo una festa di addio, mica un matrimonio!”
Bulma si portò una mano sulla fronte: “Goku, Goku... ma cosa dici? Becchan voleva un abito da
principessa e l'abbiamo accontentata, Goten, che è il suo principe deve essere degno di
accompagnarla...”
Goku interruppe l'amica: “E noi?”
Bulma: “E tu vuoi forse essere da meno di tuo figlio? Maddai, ormai che ci siamo ci vestiamo tutti
eleganti”.
La donna dai capelli azzurri, ancora una volta, riuscì a contagiare gli altri con il suo entusiasmo e così i
tre si misero alla ricerca di un abito per Chichi.
Ancora una volta fu Goku a trovare l'abito giusto: “Chichi cosa ne dici di questo?”
Bulma subito si avvicinò e si congratulò con lui: “Goku ma è stupendo!”
Chichi guardava quell'abito lungo, del colore dell'oro, con il corpetto più scuro della gonna e le
bretelline.
Chichi si rifiutò categoricamente: “Goku ma le spalle sono nude: avrò freddo!”
Bulma cercò di persuadere l'amica: “Eddai Chichi... c'è pure la stola se proprio hai freddo!”
Ma fu la frase di Goku a convincerla ad acquistarlo: “Se poi avrai freddo ti metterai la mia giacca sulle
spalle”.
Chichi arrossì, si portò le mani sulle guance, aveva visto tante volte questa scena nei film e non le
sembrava vero che avrebbe potuto viverla di persona!
Chichi disse timidamente: “E va bene, lo provo...”
Quando Chichi entrò nella cabina di prova, Goku avvertì le aure di Becchan e Videl che si
avvicinavano, allora pagò e in tutta fretta il suo abito e quello del figlio e si teletrasportò: l'uomo alla
cassa rimase a bocca aperta, Becchan invece entrò di corsa nel negozio.
Videl le mise una mano sulla spalla: “Che c'è?”
Becchan: “Strano, è da prima che avverto l'aura di Goku e Goten in questo centro commerciale”.
Videl fece finta di niente: “Sarà stata una tua impressione”.
Chichi uscì dalla cabina di prova e tutti le fecero i complimenti, lei si guardò intorno delusa: Bulma,
Videl e Becchan l'avevano definita bellissima, a lei sarebbe bastato anche un solo “Bella!”, ma detto
dalla persona giusta...
Bulma: “Videl vuoi vedere qualcosa anche tu?”
Videl: “Oh no, grazie Bulma”.
Bulma: “Bè, allora possiamo andare”.
Quando andarono a pagare anche quest'abito, il quarto abito da cerimonia, il commesso alla cassa fece
a Bulma un grosso sconto: “Con questi quattro abiti ci avete risolto un mese di lavoro!”
Becchan contò sulla punta delle dita e pensò: “Quattro abiti? Ha detto quattro? E gli altri due quando li
hanno comprati? E... per chi erano?”
Goten uscì dalla videoteca entusiasta, poi si avvicinò a una pizzeria e, dopo aver finito tutte le
commissioni che aveva da sbrigare volò verso casa sua: qui poggiò la scatola con il regalo per Becchan
in camera sua, sul comodino e in salone, sul lettore dvd, poggiò il film che aveva preso a noleggio;
infine, soddisfatto di sé stesso, si avviò alla Capsule Corporation.
Gohan e Trunks, intanto, avevano quasi finito di preparare il salone: avevano scelto i cd, poi avevano
piazzato le casse dello stereo in modo che la musica risuonasse per tutta la stanza; avevano disposto i
piatti e i vassoi, avevano messo in fresco le bevande e avevano attaccato un grosso cartellone con la
scritta Becchan all'entrata della stanza; dovevano solo attaccare i palloncini.
Gohan li contò e disse all'amico: “Gonfiamone ancora qualcuno”.
In quel momento Vegeta con un leggero spostamento d'aria fece volare all'entrata della stanza una
decina di palloncini già gonfiati. Gohan e Trunks si guardarono soddisfatti e iniziarono ad appenderli.
Goku apparve davanti a loro: “Ehilà!”
Gohan: “Papà! Noi qui abbiamo quasi finito”.
Goku: “Faccio un giro di telefonate?”
Trunks: “Crili ha chiamato poco fa: quando avete evocato Shenron temeva che fosse successo
qualcosa, però credo che la mamma non gli abbia detto della festa”.
Goku si grattò la testa: “Eh si. L'abbiamo deciso dopo... invito anche il Genio, gli farà piacere
conoscere una bella ragazza come Becchan!”
Trunks sorrise nervosamente: “Fortuna che ci sarà Goten con lei!”
Goku compose il numero e attese che dall'altra parte rispondessero, poi si mise d'accordo con Crili, e,
quando stava per riattaccare la cornetta, Vegeta passò davanti al salone: “Kaaroth ancora tu! Cosa ti ho
detto? Di chi è questa casa- Vegeta riprese a battersi la mano sul petto- MIA! MIA! MIA!” E disintegrò
la cornetta tra le mani! Goku sorrise nervosamente e Gohan lo avvertì: “Papà, Mister Satan e Boo
penso che verrano, passo dopo io con Videl ad invitarli”.
Le bambine, Bra e Pan, erano in camera della piccola Briefs a giocare con le bambole.
Pan: “Laviamo i capelli alle bambole?”
Bra: “No, se tu le lavi i capelli glieli rovini!”
Pan guardò l'amica stupita: “E tu come lo sai?”
Bra tutta soddisfatta: “Me l'ha detto la mia Onee- chan!”
Pan guardò l'amica con uno sguardo di ammirazione: “Urka: una sorellona!”
Goten arrivò a casa dell'amico e trovò Vegeta arrabbiato: “Kaaroth segui il labiale: questa... E' CASA
MIAAA!”
Goku lo guardava imbarazzato(non aveva mica capito il perché di queste scenate!) e gli tirava pacche
sulla schiena.
Goten si avvicinò a Trunks e mise una mano al lato della bocca: “Ma che è successo?”
Bulma accompagnò a casa Videl e poi Chichi e Becchan, qui Chichi esortò la ragazza a provarsi l'abito:
“Eddai, ci vestiamo tutte e due eleganti come se dovessimo andare ad una festa!”
Becchan a questo puntò iniziò a sospettare qualcosa: l'abito, il parrucchiere, e ora, finalmente, era
uscita la parola chiave: festa... chissà se ci aveva visto giusto...
Videl a casa sua iniziò a prepararsi e poco dopo la raggiunse il marito: “Videl dobbiamo andare ad
invita...” Gohan guardò la moglie che si stava cambiando, e, dietro di lei, le cinse la vita con le sue
braccia forti...
Videl: “Dove dobbiamo andare?”
Gohan: “Più tardi, ora dobbiamo riprendere un certo discorso...”
Videl allontanò la faccia del marito con una mano: “Pan dov'è?”
Gohan: “L'ho lasciata da Bulma con Bra”.
Videl: “Ah, bene...” e riavvicinò il marito con un abbraccio...
Bulma arrivò alla Capsule e si congratulò con gli uomini per il lavoro svolto e si meravigliò quando
Trunks le disse che Vegeta, nel suo piccolo aveva anche collaborato!
Bulma: “Ora andate tutti a cambiarvi- e accompagnò la frase con un gesto della mano- Trunks fai in
fretta perché devi andare tu a prendere Becchan e Chichi.
Becchan salì in camera di Goten per cambiarsi... non ci saliva dal primo giorno che era arrivata in quel
mondo. Sopra il comodino notò una scatolina e... si sa che la curiosità è donna, quindi non esitò a
cliccare sul piccolo bottoncino: la scatolina di velluto blu si aprì e la ragazza rimase a bocca aperta...
aveva davanti agli occhi un anello a forma di cuore e nella parte superiore, tra i due atri, c'era
incastonato un piccolo diamante.
Si accorse anche che sulla parte superiore della scatola c'era una scritta:
“Un diamante è per sempre”
Capitolo LVII “Sentimenti e ripensamenti”
“Un diamante è per sempre”
Becchan si portò le mani alla bocca e quasi si commosse: nel suo mondo mai nessun ragazzo l'aveva
considerata e ora arrivava questo bellissimo e dolcissimo personaggio dei cartoni animati innamorato
follemente di lei... eh già, un diamante sarà anche per sempre ma la storia tra una persona del mondo
“reale” e una di quello dei cartoni animati restava un sogno impossibile... Oltretutto Becchan era
destinata a sparire, chissà quando, chissà come un giorno sarebbe scomparsa, così come era arrivata.
Forse Goten voleva chiederle un impegno serio? Impossibile!
Impossibile perché lei non poteva renderlo felice: oltre la sua imminente scomparsa c'era un altro
ostacolo alla loro felice unione... questo ostacolo era il padre del ragazzo, Goku, l'eroe nonché uomo
dei sogni di Becchan. Da quella notte in riva al lago lei pensava ancora più ossessivamente a lui, anche
se, per il bene di tutti in quel mondo, non poteva far corrispondere i suoi pensieri alle sue azioni. Era
stata costretta a porre finire a quella storia impossibile proprio dopo aver toccato il cielo con un dito,
proprio dopo essere stata sua... Ecco un altro problema: Goten sapeva di aver assaporato il suo primo
bacio, come gli avrebbe spiegato che non era più vergine?
Ah, quanti pensieri! Becchan si portò le mani sulla testa e iniziò a versare calde lacrime su quell'anello
che nei sogni del ragazzo, probabilmente, l'avrebbe dovuta rendere felice.
Chichi bussò alla porta, Becchan mise l'anello al suo posto e cercò di asciugare le lacrime, poi aprì.
Chichi si accorse che qualcosa non andava e Becchan a quello sguardo materno scoppiò a piangere.
Chichi e Becchan si sedettero sul letto di Goten e la ragazza pianse sulla spalla di Chichi; la donna non
capiva se piangesse per il dolore di dover andare via, perché non poteva amare Goku, oppure perché
aveva ancora qualche risentimento nei suoi confronti, comunque la consolò: le passò una mano sulla
guancia, poi risollevò il suo viso e le disse: “E va bene, doveva essere una sorpresa ma te lo dico, così
mandiamo via questi lacrimoni: alla Capsule Corporation abbiamo organizzato una festa, così quando
verrà il giorno della tua scomparsa andrai via ma senza il rimpianto di non averci salutati”.
Becchan ascoltò Chichi quasi incredula: no, non aveva capito e lei doveva parlare al più presto con
qualcuno di questo peso che aveva sullo stomaco, quindi le prese la mano: “Chichi, ti devo parlare...”
Chichi fraintese le intenzioni della ragazza: pensava che volesse parlare di Goku in quel momento e per
non rovinare l'umore ad entrambe, preferì glissare sull'argomento, quindi prese il suo viso tra le mani e
le disse: “Becchan ascoltami: adesso noi due ci facciamo belle, andiamo alla festa e qualsiasi problema
lo risolveremo più tardi!”
Becchan annuì, più che altro perché la donna le sembrava poco disponibile ad ascoltarla... forse era
meglio così, ne avrebbe parlato con Goku, visto che lui era anche coinvolto direttamente, quindi senza
farsi pregare ulteriormente, Becchan finse che tutto era passato e che aveva voglia solo di partecipare a
questa festa il prima possibile. Chichi uscì dalla stanza con un enorme sorriso... finto: il dubbio su cosa
doveva dirle Becchan le attanagliava l'anima, era sicura che Goku, il suo Goku c'entrasse qualcosa... la
loro unione era ancora a rischio?
Goten non riusciva a fare il nodo della cravatta e se la prese con l'amico: “Invece di ridacchiare mi puoi
dare una mano?”
Trunks si alzò e iniziò a sistemare la cravatta dell'amico: “Lo vuoi un indizio?”
Goten lo guardò incuriosito: “Un indizio su cosa?”
Trunks: “La tua cravatta è lilla perché la mamma mi ha detto che anche l'abito di Becchan è di questo
colore”.
Goten provò a immaginare la ragazza, con i suoi capelli scuri e la carnagione olivastra, vestita di lilla:
era sicuro che sarebbe stata bellissima!
Trunks finì di sistemare la cravatta di Goten e l'amico gli mise una mano sulla sua: “Trunks ti devo
parlare”.
Trunks levò la mano: “Non mi dire così, se no mi spavento!”
Goten agitò le mani e lo guardò in malomodo: “Ma che hai capito?”
Trunks gli mise una mano sulla spalla e lo accompagnò sul letto, qui i due giovani sayan si sedettero e
Trunks notò lo sguardo basso di Goten: “Allora? Che c'è?”
Goten giocherellava con i pollici: “Vedi... io credo di essermi innamorato...”
Trunks gli diede una pacca sulla spalla: “Credi di esserti innamorato? Amico mio, tu sei cotto a
puntino!”
Goten arrossì: “Le ho comprato un anello...”
Trunks lo guardò allibito: “Ehi... aspetta un attimo... non è che lei è incinta?”
Goten negò categoricamente: “No, cosa dici! Non l'ho mai sfiorata nemmeno con un di... vabbé, solo
un pochino ma niente di quello che pensi tu!”
Trunks: “E allora? Siete così giovani... Goten tu non hai nemmeno 18 anni...”
Goten: “E allora? Li compirò il mese prossimo e allora potremo sposarci!”
Trunks gli mise una mano sulla spalla: “Goten... tu non sai se lei il mese prossimo sarà qui per
festeggiare il tuo compleanno...”
Goten strinse le mani a pugno: “Io... io però la amo, davvero...” Delle lacrime si affacciarono sui suoi
occhi e Trunks cercò di consolarlo: “Goten, lo sai che non puoi legarla a te in questo modo...”
Goten, con la voce strozzata rispose: “Lo so, ma allora cosa posso fare?”
Trunks lo guardò con dolcezza: “Vivi quello che la vita ti offre: amala finché è qui con noi e poi...”
Goten: “Poi dovrei dimenticarmi di lei?”
Trunks: “Non ho detto questo! Però se questa promessa ora potrebbe rendervi le persone più felici del
mondo... più avanti il ricordo di non averla potuta rispettare potrebbe farvi impazzire... pensaci bene...”
Goten ringraziò l'amico e Trunks gli risollevò il morale: “Bé, io dico che è ora: ti porto qui la tua dolce
principessa?”
Goten annuì e Trunks andò a chiedere conferma alla madre.
Becchan e Chichi si vestirono e poco dopo arrivò Videl a truccare Becchan.
La ragazza notò che l'amica non si era ancora cambiata e Videl tentò di giustificarsi: “Ehm... ho avuto
da fare... poi noi arriveremo più tardi in ogni caso: dobbiamo passare a prenderAHIA!”
Videl si portò una mano sul sedere: Chichi le aveva tirato un pizzicotto per non farla parlare!
Chichi: “Deve essere una sorpresa!” Ma Becchan aveva già intuito che se questo personaggio sarebbe
arrivato con Videl e Gohan, molto probabilmente si trattava di Mister Satan... Becchan adorava Mister
Satan!
Trunks suonò alla porta, Chichi andò ad aprire e Trunks le fece i complimenti per il nuovo look; Chichi
lo accolse in casa e iniziarono a parlare, aspettando che Becchan fosse pronta.
Poco dopo, Videl scese dalle scale: “Oh, ciao Trunks... respira a pieni polmoni perché dopo che vedrai
questa bella ragazza non riuscirai più a riprendere fiato!”
Per come sono collocate le scale in casa di Goku, Trunks, dal salone, non poté vedere Becchan ridere in
cima alle scale; iniziò a scorgere la figura della ragazza solo quando lei arrivò a metà scalinata e qui,
come aveva predetto Videl, il ragazzo rimase davvero senza fiato e Becchan arrossì.
Capitolo LVIII “Bella come una principessa, bella come un sogno”
Trunks arrivò alla Capsule Corporation: aveva accompagnato Chichi e Becchan con il mini- jet, e
propose alla due di fare uno scherzo a Goten.
La prima a entrare fu Chichi, nel salone non c'era ancora nessuno... ma proprio nessuno: in realtà
Trunks si era accordato con Goku e Goten per fare una piccola sorpresa anche a lei.
Chichi si guardò confusa e iniziò a controllare nelle altre stanze... si stava infuriando: il salone era
addobbato, segno che la festa si sarebbe tenuta lì, e allora dove erano suo marito e il suo
secondogenito? E la padrona di casa? Chichi, spazientita stava per tornare al mini jet quando due
braccia muscolose le cinsero la vita: “Sapevo che quest'abito ti sarebbe stato d'incanto”. Gli occhi di
Chichi si inumidirono, posò le sue mani delicate su quelle grandi e forti del marito, poi lui scostò i
capelli, che quella sera lei teneva sciolti, e le sussurrò in un orecchio: “Sei bellissima”. Lei voltò
leggermente il capo e baciò teneramente Goku, il suo Goku.
Goten applaudì a quella scena, uscì allo scoperto e abbracciò la madre: “Papà hai ragione... mamma sei
davvero incantevole”, e con un gesto galante le baciò la mano; Chichi arrossì vistosamente per questi
complimenti da parte dei due uomini più importanti della sua vita, si chiese ancora come avrebbe
reagito Gohan e, se anche lui, fosse stato concorde con il resto della famiglia, forse per lei era arrivato
il momento di dare una svecchiata al proprio guardaroba.
La porta si aprì una seconda volta e Goten si girò entusiasta verso di essa, ma in realtà era entrato solo
Trunks; il giovane aveva una giacca elegante blu scuro, una camicia chiara portata senza cravatta e con
i primi bottoni slacciati e dei pantaloni scuri, eleganti ma allo stesso tempo sportivi.
Intanto Bulma arrivò in salone: “Chichi sei splendida!”
Chichi sorrise nervosamente: “Anche tu!” E notò che l'amica, per i suoi gusti, aveva un abito troppo
azzardato: verde scuro, lungo e fasciante, con un ampio spacco sul lato sinistro. Anche Bulma ricevette
la sua dose di complimenti. Dietro di lei le piccole Bra e Pan: la figlia di Bulma e Vegeta aveva un
abitino celeste, con le maniche a sbuffo, la madre le diceva sempre da piccola principessa, la gonna a
pieghe morbide che non arrivava al ginocchio e sulla vita due lembi che, legati dietro, davano vita a un
enorme fiocco; la figlia di Gohan e Videl, invece, un abito chiaro senza maniche con un coprispalle
dalle maniche ampie, sulla vita una fascia e una piccola decorazione floreale, Pan in più dell'amica
aveva tra i capelli una fascia dello stesso colore dell'abito.
Goten, per ingannare il tempo, prese in braccio Bra e iniziò a giocare con lei, Goku, invece, chiese a
Bulma di Vegeta: “Non so che dirvi... ho provato a chiedergli se voleva partecipare ma lui ha risposto
che se avesse avuto fame si sarebbe presentato”. Goku si mise a ridere e Chichi commentò infuriata:
“Che razza di risposta! E' una festa per salutare Becchan, mica per ingozzarsi!”
A quel nome il Son più giovane si spazientì: “Oh, insomma: ma quanto ci mette Becchan?”
Trunks ridacchiò: “Ma come non te l'ho detto? Aspetta che vada a prenderla tu dal mini- jet!”
Goten lo guardò sorpreso, porse la piccola Bra alla madre e diede un pugno sul braccio all'amico, poi si
precipitò fuori, iniziava a fare buio, quindi vide solo il mini- jet.
Goten si avvicinò e Becchan aprì il portellone: “Mi dai una mano a scendere?”
Goten per un attimo si lamentò tra sé e sé che l'amico, con tutti i soldi che aveva, avrebbe anche potuto
noleggiare una limousine, oppure, questo gli venne in mente quando iniziò ad udire il fruscìo dell'abito
di Becchan, una carrozza, come nelle fiabe. Invece, dato che Trunks le aveva accompagnate con il
mini- jet, Becchan doveva aprire il portellone e scendere dall'alto, gesto assai più facile se avesse avuto
addosso abiti sportivi: con un salto sarebbe stato a terra, ma con un abito lungo correva il rischio o di
farsi male, o di sporcare il suo bel vestito. Goten, quindi, le disse: “Aspetta!” Poi la raggiunse levitando
e la prese in braccio... notò che la ragazza era imbarazzata e le chiese: “Se non ti attacchi bene rischi di
cadere”, ricordando come di solito lei si avvinghiava al suo collo con quelle braccia esili. Becchan
questa volta abbassò lo sguardo: “Non credo che tu mi faresti mai cadere”.
Goten, con l'oscurità, riuscì a intravedere la forma dell'abito di Becchan ma non poteva apprezzarlo a
pieno, ragion per cui, anzi che entrare direttamente in casa, la portò prima sotto un palo che illuminava
l'ampio giardino della Capsule Corporation, qui lei poté poggiare nuovamente i piedi a terra.
Goten le prese una mano e le sollevò il braccio, poi la fece voltare su sé stessa e rimase incantato a
guardare quell'abito e a udire quel fruscìo: “Sei... sei... stasera sei bellissima... come una principessa...”
Becchan arrossì e il giovane chinò il capo verso di lei e la baciò... Becchan voleva sfuggire a quel
bacio, aveva ancora in mente quell'anello che aveva visto in camera sua e la testa piena di domande...
in suo soccorso arrivò Bra: “Onee- chan sembri una principessa!”
Becchan allontanò leggermente Goten e prese in braccio la piccola: “Tu sei la principessa... sai che da
piccola avevo un abito uguale al tuo?”
Bra guardò la “sorellona” con occhi sognanti: “Questo vuol dire che io da grande ne avrò uno come il
tuo?”
Becchan sorrise: “Ma certo!” Una manina afferrò la gonna di Becchan e la tirò: “E io?” La ragazza
abbassò lo sguardo e notò la piccola Pan che la osservava rosicchiando il dito indice della mano destra,
Becchan sorrise anche a lei e fece cenno a Goten di prenderla in braccio, il ragazzo lo fece ma era
visibilmente scocciato dalla presenza di queste bambine e, mentre si avviavano all'interno dell'edificio,
Goten trattenne Becchan delicatamente per un braccio e accostò la bocca al suo orecchio, ma, prima
che lui potesse sussurrarle qualsiasi dolce parola, lei gli disse: “Goten dopo ti vorrei parlare...” Il
ragazzo probabilmente fraintese e, entusiasta, rispose: “Anche io!”
La piccola Bra a vedere Goten e Becchan così vicini iniziò a battere le mani: “BACIO! BACIO!
BACIO!” Ovviamente, le fece eco Pan: “BACIO! BACIO! BACIO!”
Quel trambusto fece affacciare alla porta Bulma e Chichi, la mora sgridò le più piccole: “BAMBINE,
INSOMMA!” Invece Bulma si accodò a loro: “BACIO! BACIO! BACIO!”
Chichi la guardò in malomodo: “Ti ci metti anche tu, adesso?”
Goten fece scendere la piccola Pan e riaccompagnò a terra anche Bra, le piccole corsero verso la madre
e la nonna, poi si voltarono e videro la loro richiesta realizzata: Goten poggiò una mano sulla guancia
di Becchan e, nonostante la riluttanza della ragazza, le loro bocche si accostarono e lui la avvolse con
un tenero bacio... lei era sempre più confusa!
Anche Goku e Trunks, intanto, si erano affacciati alla porta e, mentre il ragazzo non ebbe problemi ad
applaudire in seguito al bacio, Goku, nonostante i suoi sforzi per dimenticare Becchan e pensare a lei
come la fidanzata di suo figlio, non ci riuscì e si allontanò. Chichi notò l'atteggiamento del marito e lo
raggiunse: “Goku ti prego, dimmi che il nostro matrimonio non è più in pericolo...”
Goku la rassicurò: “Tranquilla Chichi... non riesco a essere felice per loro ma questo non vuol dire che
farò soffrire te... tranquilla...”
Chichi prese la mano del marito e se la portò su una guancia: “Goku... Becchan mi ha detto che mi
doveva parlare... piangeva... per questo io mi sono preoccupata per noi...”
Goku rimase colpito: “Piangeva? Dopo... provo a parlarci io, magari ha qualche problema...”
Chichi: “Oh, io le voglio bene come ad una figlia però ho temuto che mi volesse parlare di te e questa
volta non ce l'ho fatta a starle accanto...” Chichi avvicinò la testa al braccio del marito e lui le accarezzò
la nuca, poi la avvisò che gli altri stavano rientrando in casa.
Quando Becchan entrò nella stanza Goku rimase davvero senza parole, lei era bellissima, lui non
riusciva a toglierle gli occhi di dosso e tutti nella stanza se ne accorsero, tant'è che Goten si avvicinò al
padre e gli tirò un colpetto sul braccio: “Se fai così divento geloso!”
Becchan sorrise nel suo solito, semplice, modo e Goku si sentì spiazzato; la ragazza si avvicinò a lui e
dalle sue labbra uscì la frase: “Sei un sogno...”
Fortunatamente il suo tono di voce era molto basso e solo Becchan poté udire quelle parole, lei sorrise
ancora imbarazzata e lo abbracciò: nonostante la bella serata con Chichi, Bulma e Videl, nonostante
l'anello e il doppio bacio con Goten... solo tra quelle braccia riusciva davvero a essere felice e a sentirsi
protetta... quanto avrebbe voluto che il tempo si fermasse in quell'istante!
Goku pensò che Becchan fosse un sogno, il suo sogno... ma purtroppo solo un sogno doveva restare...
Chichi, messa in secondo piano da Becchan, stava stritolando la stola, Bulma si avvicinò a lei: “Eddai,
Goku è ancora un bel giovanotto... anche Vegeta: sai che delle volte le ragazzine del liceo tornando da
scuola passano qui davanti per vederlo che si allena in giardino? Non posso mica tenerle lontane con la
scopa... io mi fido di lui e poi, mi riempie di orgoglio poter pensare: Guardatelo pure, ma lui è mio!” E
Bulma scoppiò in una risatina malefica.
Chichi pensò che Bulma si fidasse di Vegeta perché, evidentemente, lui non l'aveva mai tradita con una
di quelle ragazzine più giovani e più belle... oppure l'aveva fatto e lei ne era all'oscuro... Come
comportarsi, invece, quando tuo marito e la sua amante ti hanno confessato spudoratamente di aver
passato una notte insieme? E se l'amante è persino la tua amata pseudo- figlia?
Becchan: “Goku ti posso parlare?”
Il sayan le accarezzò una spalla: “Certo...”
Capitolo LIX “Nuove conoscenze per Becchan”
Becchan: “Goku poi ti posso parlare?”
Il sayan le accarezzò una spalla: “Certo...”
Goku e la ragazza si stavano dirigendo verso la veranda per avere un po' di intimità e parlare in santa
pace ma, in quel preciso istante, arrivarono i primi ospiti: Crili, C18 e il Genio.
Goku e Crili si abbracciarono e l'amico notò Becchan tra Goku e Goten: “Ehi Chichi, ti ricordavo
diversa... sei cambiata parecchio!”
Il Genio subito tentò di gettarsi tra le sue braccia, sperando di fare patpat, ma Goten lo trattenne con
una mano sulla testa, poi cinse la vita di Becchan e, fiero, annunciò: “Lei è Becchan”.
Genio: “Becchan dammi un bacino!”
Becchan si mise a ridere e, prima che Goten potesse nuovamente intervenire, C18 gli pestò un piede
con forza, poi allungò la mano verso Becchan: “Piacere”.
Becchan le strinse la mano: “Oh no, piacere tutto mio, credimi!”
Poi strinse la mano anche a Crili e quando arrivò dal Genio notò i suoi occhioni tristi e gli chiese cosa
avesse, il Genio iniziò a piagnucolare: “Qui hanno frainteso tutti le mie intenzioni, volevo solo sentire
il calore di un corpo giovane e scaldarmi l'anima...” Goten si voltò immediatamente: “Ma noi lo
abbiamo capito benissimo... è proprio per questo che ti teniamo lontano da Becchan!”
Becchan rise ancora e Goten la guardò con tenerezza; Crili, notando quello scambio di sguardi
affettuoso, chiese: “Ehi Goten... non sarà chi penso io?”
“Eh si, è la sua ragazza...” Con grande stupore di Becchan, fu Goku a dare questa notizia all'amico.
C18 sorrise compiaciuta: a pelle Becchan le aveva fatto un'ottima impressione!
Goku spiegò anche, brevemente, che Becchan veniva da un'altra dimensione e conosceva tutti loro
come i protagonisti di un cartone animato e questa festa era proprio per salutarla prima che lei partisse
per il suo mondo.
Becchan li ringraziò per la loro presenza, disse che ci teneva a conoscerli prima di andare via e il Genio
la interruppe: “Eheh... se ci tenevi a conoscermi potevi anche venire a trovarmi nella mia accogliente
isoletta...”
Becchan gli fece un sorrisetto di circostanza: “Potrei venire prima di andare via...”
Il Genio iniziò a sbavare e a sfregarsi le mani: “Certo, vieni a trovarmi...”
Becchan sorrise compiaciuta: “Però chiedo a Goten di accompagnarmi, ok?” E gli accarezzò la testa.
Bulma rise sguaiatamente, C18 pensò che al Genio era andata male anche questa volta!
Chichi, invece, per distrarsi un po', giocava con le bambine.
Trunks si avvicinò a C18: “Marron non è venuta?”
La madre della ragazza gli rispose: “Trunks non credo che siano affari tuoi quello che fa mia figlia!”
E Trunks, deluso, si allontanò, ma Becchan lo prese a braccetto e gli disse che aveva saputo da Crili
che Marron stava ancora studiando all'estero, sarebbe tornata la settimana successiva e poi aggiunse
anche che, secondo lei, sarebbero stati una coppia bellissima.
Goten cercava di parlare con Becchan ma lei era sempre occupata a parlare con altri: lei era la
protagonista della serata, però gli dispiaceva non poter passare un attimo da soli. Quando Trunks salì in
camera sua per mandare una mail a Marron, rincuorato dalle parole di Becchan, Goten provò ad
avvicinarsi alla ragazza ma in quel momento nuovi ospiti arrivarono alla Capsule Corporation: Gohan,
Videl, Mr Satan e Majin Boo.
Mister Satan, come era sua abitudine, fece un'entrata in grande stile: aprì la porta con un calcio ed entrò
alzando trionfante la cintura da campione di wrestling e facendo la sua solita risata.
Tutti si portarono una mano sulla fronte e Bulma chiese a Goku: “C'era proprio bisogno di invitare
anche lui?”
Goku si grattò la testa: “Bé, evidentemente qualcuno lo apprezza...” E indicò Becchan che rideva come
una pazza.
Mr Satan alzò gli occhi: “Becchan? Allora... chi di voi è la piccola Becchan?” E, sicuro di non
sbagliare, osservò l'amichetta dai capelli azzurri di Pan ma Bra voltò la faccia da un'altra parte... mega
gocciolone di Mister Satan che si chiedeva cosa avesse sbagliato... poi una ragazza abbastanza
grandicella per essere una sua fan applaudì: era quella che aveva l'abito più bello tra tutti... anzi no, era
davvero la più bella là dentro e lui, rinvigorito dall'applauso di quella bella ragazza, riprese ad alzare la
cintura accompagnando il gesto con uno: “YEAH!”
I presenti si coprirono la faccia con le mani, Becchan invece riprese ad incitarlo ancora di più:
“SATAN! SATAN! SATAN!”
Goten la guardò perplesso: aveva forse bevuto?
Becchan si girò verso di lui con un sorriso radioso: “Era una vita che sognavo farlo!”
Goten la guardò incantato per il suo splendore, poi le sorrise e le passò una mano sui capelli come fosse
una bambina: “Se vuoi dopo gli chiediamo un autografo!”
Becchan poi si buttò tra le braccia di Majin Boo e, come era prevedibile, rimbalzò; dietro di lei, a
sostenerla, Goten: “Ehi, tutto bene?” Becchan era davvero super gasata: “SI!” Non perse tempo e ripeté
quel gioco divertente!
Persino Videl trovò bizzarro che qualcuno con un briciolo di cervello potesse ammirare suo padre a
quel punto! Videl, come le altre donne, era elegantissima e indossava un abito lungo e rosso.
Becchan ascoltava i racconti di Mr Satan e rideva come una pazza, Goten accanto a lei si chiese cosa ci
fosse di tanto divertente nella balle di quel pallone gonfiato... Ad un tratto Becchan si alzò e andò in
cucina, Bulma, pensando che la ragazza volesse portare nella sala ancora dei vassoi(si sa che con Majin
Boo e i sayan ci vuole molto cibo!), si alzò e la seguì, ma quando capì le sue intenzioni rimase dietro la
porta ad osservare la scena: in cucina c'era Vegeta che mangiava tramezzini.
Becchan si avvicinò: “Puoi venire dentro a mangiarli con noi...”
Vegeta: “Cosa state facendo di tanto entusiasmante?”
Becchan: “Bé, niente di speciale... ci fa piacere stare insieme e agli altri fa piacere stare insieme a
me...”
Vegeta: “Ecco perché resterò qui a mangiare da solo!”
Becchan si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla: “Vegeta so che abbiamo avuto dei problemi ma...
questa potrebbe essere l'ultima sera che passo qui... scusa se in qualche modo ti ho...”
Vegeta levò la mano di Becchan, si alzò e andò via dalla cucina; Becchan, delusa, tornò in sala e Goten
le permise di appoggiare la testa sul suo petto.
Vegeta salì in camera da letto, Bulma entrò e si richiuse la porta alle spalle: “Allora ti aiuto a fare il
nodo alla cravatta e scendiamo insieme?”
Vegeta andò verso la moglie con un sorrisetto malizioso e l'abbracciò, poi sollevò una mano e tirò giù
la lampo.
Bulma bloccò la mano del marito: “Vegeta... però poi ti vesti come dico io e scendiamo insieme?”
Vegeta sorrise: “Ma che hai capito? Ti aiuto a cambiarti: mettiti quell'abito blu scuro che mette in
risalto il meglio di te...”
Bulma guardò il marito sorpresa: lui conosceva così bene i vestiti di sua moglie?
Vegeta la baciò appassionatamente sul collo: “Poi io mi metto la cravatta dello stesso colore, così
Kaaroth e i suoi stupidi amici sapranno che sei mia, solo mia...”
Bulma spinse il marito e lui indietreggiò fino al letto, qui finse di cadere e lei si gettò su di lui: “Oh si
Vegeta, l'abito bl... l'abito bl...” Bulma rimase turbata: l'abito blu? Questo voleva dire che Vegeta
avrebbe indossato la cravatta blu, quella che aveva prestato a Goku!!! Bulma cercò di alzarsi di scatto
dal letto, doveva avvisare l'amico... ma Vegeta la afferrò per un braccio e la fece ricascare sul letto, poi
salì sopra di lei e, per il momento l'aiutò a spogliarsi...
Capitolo LX “Comincia la festa”
In salone Trunks aveva predisposto tutto per giocare a Twister: Goten lo aveva aiutato a spostare i
divani per fare spazio al grande tabellone e ora stava insegnando a Goku le regole del gioco, così che
lui girasse la freccia per scegliere i colori.
Al gioco partecipavano: Trunks, Goten, Becchan, Bra, Pan, Majin Boo e il Genio, che sperava di
approfittare dell'occasione per tastare qua e là Becchan. Avrebbe voluto partecipare anche Videl, ma
l'abito fasciato glielo impediva; Becchan, invece, giocava nonostante l'abito elegante ma comunque
bomboso.
Trunks e Goten, invece, per giocare, decisero di levarsi la giacca e Trunks pure la cravatta, Goten la
tenne perché gli faceva piacere fare pendant con Becchan; i due giovani sayan, dunque, levarono le
giacche, e piegarono a tre quarti le maniche delle camicie, Trunks levò anche la cravatta e sbottonò i
primi bottoni.
Mentre i ragazzi si preparavano, C18 guardò Mr Satan: “Ehi, l'ultima volta hai vinto tu... mi vuoi
concedere la rivincita?”
Mr Satan fece la solita risata ma dentro di sé penso che questa era una sfida personale e lui, il campione
del mondo, di certo non avrebbe potuto perdere (almeno!) una sfida a Twister! Quindi, anche C18 e Mr
Satan si unirono al gruppo di partecipanti.
Ovviamente tutti si tolsero le scarpe e il gioco ebbe inizio.
Goku: “Piede destro... rosso!”
Becchan fu la prima a puntare il piede su una casella rossa, Goten era accanto a lei, Trunks alle spalle
dell'amico, Majin Boo a uno degli angoli, il Genio davanti a Becchan e C18 e Mr Satan ai due angoli
superiori; le bambine, purtroppo, puntarono i loro piedini destri sulla stessa casella quindi furono
eliminate al primo giro! Pan quasi scoppiò a piangere e Bra, invece, non voleva andare via dal
tabellone, ma Trunks, mosso dall'amore fraterno, la afferrò per il fiocco di dietro e le fece fare una
capriola verso Goku; lui, gentilmente, cedette loro il suo posto alla freccia che avrebbe stabilito il
colore e le due bambine furono ugualmente felici.
Goku: “Mano sinistra...”
Pan e Bra in coro: “...viola!”
Becchan si inchinò per toccare con la mano sinistra la casella viola più vicina, Genio si buttò verso una
casella viola che aveva visto, casualmente, tra i piedi della ragazza, ma Goten fu più veloce di lui e gli
tirò una gomitata allo stomaco e occupò quella casella, Trunks si inchinò e scelse la casella viola vicina
a quella rossa occupata dal suo piede, Majin Boo, Mr Satan e C18, essendo agli angoli del tabellone
avevano un'ampia scelta a loro disposizione... e il Genio? Lui, per il colpo di Goten, finì addosso a C18
e lei, pensando che anche quello fosse un attacco mirato(forse a causa della bava alla bocca del Genio!)
allargò lateralmente il braccio, così che il Genio cascò fuori dal tabellone.
Crili: “GENIOOO... ELIMINATO!”
Tutti si misero a ridere per la pessima figura, Goku batté le mani per ristabilire l'ordine: “E ora...”
...ora iniziavano i guai: Vegeta entrò nella sala con il suo solito sorrisetto da principe dei sayan ma
nessuno gli prestò attenzione, presi com'erano dal gioco! E lui che si era pure vestito in quel modo
ridicolo: Bulma era riuscita a fargli dimenticare la cravatta che faceva pendant con il suo abito da sera,
quindi lei aveva tenuto quello verde scuro e il principe aveva indossato, piuttosto, una camicia del
colore della notte e dei jeans scuri; non era elegantissimo ma per i suoi gusti lo era anche troppo.
Vegeta dava le spalle a Bulma e lei, nel mentre, cercava di fare dei gesti per attirare l'attenzione di
Goku, il sayan si voltò dalla sua parte ma non capiva cosa volesse dirgli l'amica: continuava a fare
l'imitazione di qualcuno impiccato con una cravatta... Goku si grattò la testa e infine si avvicinò alla
coppia: “Bulma, dimmi! Non stai bene per caso?”
Bulma si portò una mano sulla faccia, Vegeta guardò la moglie perplesso, poi, rigirando il volto in
direzione di Kaaroth, che intanto aveva fatto un passo avanti, sbatté il suo regale faccino contro il suo
petto, anzi no, contro la sua cravatta blu... (...l'aggettivo sua era riferito a Vegeta!)
Vegeta afferrò il rivale per la cravatta: “Kaaroth, vieni un attimo con me!” E lo trascinò sino alla
veranda.
Intanto, nella sala, continuavano a giocare a Twister: Bra girò la freccia e Pan urlò: “Piede sinistro...
VERDE!”
Una Bulma imbarazzatissima si scusò con Chichi e le confessò che, evidentemente, il marito non era
così disinteressato a quello che lei gli comprava... Chichi ringraziò comunque l'amica.
Vegeta non mollò la presa, anzi, si arrotolò la cravatta nella mano e tirò: “Di chi è questa cravatta?”
Goku provò a rispondere ma non aveva il fiato per farlo, Vegeta insistette tirando con più forza, non
capiva che in questo modo il nodo si stringeva ancora di più e strangolava il povero Goku: “Te lo dico
io: E' MIA! MIA! MIA! RIPETILO!”
Goku si portò le mani sul collo e Vegeta provò a insistere ulteriormente: “Eh no bello, non mi freghi...
mi hai già fregato la cravat...” Ma Vegeta si accorse che Goku forse non stava scherzando: “Ehi
Kaaroth...” Vegeta allentò la presa e Goku potè allentare il nodo, poi tossì e Vegeta gli dava dei colpi
sulla schiena.
Becchan arrivò alle loro spalle, la visione di Goku trascinato per la cravatta da Vegeta l'aveva fatta
distrarre e prima che se ne potesse accorgere, Trunks occupò la casella verde più vicina! Tutti gli altri
passarono al turno successivo del Twister; Becchan uscì in veranda e scansò Vegeta, aveva le lacrime
agli occhi e si gettò sopra il suo idolo: “Goku come stai?”
Goku la rassicurò: “Tutto bene... ehi, tranquilla, Vegeta non mi voleva fare del male, è che questa
cravatta è la sua e Bulma me l'ha prestata senza chiedergli il permesso- poi porse la cravatta al sayanTieni Vegeta...”
Ma in quel momento Becchan aveva la testa sulla spalla di Goku e mentre Vegeta pensava: “Quella
stupida ragazzina si è messa a piangere sul serio!”, si accorse di un particolare non indifferente: la
moglie non aveva scelto quella cravatta a caso, era dello stesso colore delle punte di Becchan! Vegeta
non voleva fare pendant con lei e così con uno dei suoi soliti: “Tsk!” lasciò la cravatta a Goku. Anche
Goku si accorse del perché Bulma avesse scelto proprio quella cravatta per lui e lo disse anche a
Becchan, lei gli prese la cravatta dalle mani, sollevò amorevolmente il colletto della sua camicia e
gliela risistemò, intanto commentava: “Giustamente Bulma ha capito che tu e Goten siete fondamentali
per me in questa occasione e voleva che facessi pendant con entrambi...” Poi qualche lacrima iniziò a
rigare il viso di Becchan, le sue mani dalla cravatta scesero ad accarezzare il petto perfetto di Goku, lui
era visibilmente turbato da quella situazione: non voleva ferire e tradire ancora Chichi ma Becchan era
una bellissima tentatrice... Goku prese il suo volto tra le mani e le sussurrò all'orecchio: “Becchan
questa sera sei bellissima”, lei rispose: “Bella come un sogno?”
Goku: “Sei tu il mio sogno!” E la strinse forte tra le braccia. Becchan iniziò a singhiozzare, allontanò
Goku e gli disse: “Ricordi? Ti devo parlare!” Poi la ragazza si alzò dalle sue gambe, si alzò anche il
sayan e le mise una mano sulla spalla: “Andiamo a sederci su quella panchina?” E indicò con il dito
indice della mano destra la panchina, Becchan annuì.
Pan e Bra in coro: “Mano destra... giallo!”
Goten provò ad allungare la mano destra verso una casella gialla... purtroppo la stessa che aveva
puntato Majin Boo, quindi, si scontrò contro di lui e rimbalzò fuori dal tabellone!
Rimasero in gioco: Trunks, Mr Satan e C18 che lanciava occhiate di ghiaccio al suo diretto avversario.
Goten notò che Becchan non era nella stanza... pensò che forse era meglio così, lui doveva parlare con
il suo fratellone e non si preoccupò di scoprire subito dove si trovava la sua ragazza.
Goten si avvicinò a Videl e Gohan: “Ehm... fratellone ti posso parlare?”
Gohan: “Certo, possiamo restare qui o è una cosa confidenziale?”
Goten: “No, non preoccuparti, tanto riguarda anche Videl...-il giovane Son si grattò la testa- Ecco... tu
come le hai chiesto di sposarti?”
Gohan sgranò gli occhi: “Goten non vorrai...”
Goten: “Bé, ci stavo pensando...”
Gohan avvertì un peso sullo stomaco: non sapeva se fosse il caso di avvisare il fratello che Becchan, la
sua Becchan, aveva attirato anche le attenzioni del loro padre... povero Goten, come avrebbe potuto
dirglielo? Videl, fortunatamente, intuì le intenzioni del marito e pensò che non fosse il caso di turbare
Goten, quindi intervenne prima che Gohan potesse aprire bocca: “Gohan mi ha chiesto in moglie con
una canzone!”
Goten: “Una canzone? Una canzone d'amore?”
Gohan: “Si, era la canzone più adatta per l'occasione...”
Goten era entusiasta: “Dai, dimmi come faceva... se Becchan non vuole sposarmi sono sicuro che con
questa la farò capitolare”.
Gohan tossì e Videl lo spronò: “Dai, tesoro...”
Gohan intonò le prime parole a voce bassa e Goten non le capì: “Come?”
Gohan riprese con una voce un poco più alta: “Amoreee sposiamociiiiiiiiii...”
Goten sgranò gli occhi: se questa era la canzoncina che Gohan aveva usato come proposta di
matrimonio... perché diavolo Videl aveva accettato?
Videl guardò il marito estasiata e gli strinse la mano e lui continuò: “Il paradiso è aperto,
entriamociiiiiiiiii...”
Goten era sempre più imbarazzato, si grattò la testa e agitò le mani: “Sono contento che questa
canzoncina vi abbia portato fortuna ma forse per Becchan ci vuole qualcos'altro...”
Gohan e Videl si baciarono e Goten scappò via, alla ricerca della sua Becchan... aveva una proposta da
farle... poco prima gli era sembrato di vederla uscire in veranda...
Capitolo LXI “Sentimenti e Chiarimenti”
Becchan e Goku si sedettero sulla panchina, lei abbassò lo sguardo e iniziò a giocherellare con le
proprie dita: “Goku... Goten mi ha comprato un regalo...”
Il sayan guardò Becchan e lei continuò: “E' un anello...”
Quelle parole per Goku furono una pugnalata al cuore: razionalmente sapeva che doveva dimenticare
Becchan ma il sentimento sincero che provava per lei glielo impediva... Goku levò la sua mano dalla
spalla di lei, portò entrambe le braccia dietro la nuca e guardò il cielo stellato: “Cosa provi per lui?”
Goku era pronto a ricevere un'altra pugnalata al cuore: Becchan avrebbe accettato? Sicuramente così si
sarebbe dimenticato di Becchan per sempre: era arrivato il momento di portare chiarezza in questo
strano triangolo che si era formato...
Becchan: “Io amo Goten... è un ragazzo eccezionale...”
Goku sospirò ma cercò di rimanere calmo e posato e, soprattutto, cercò di autoconvincersi che Goten
fosse più adatto di lui per Becchan...
Becchan si portò le mani sul volto e iniziò a singhiozzare: “Però amo di più te, Goku!”
Goku cercò ancora di controllarsi eppure quelle parole lo riempivano d'orgoglio: la ragazza di cui si era
infatuato era così tenera e sincera, pura, semplice... oddende quanto la amava! Amava ancora Chichi
ma lei, che da giovane era così simile a Becchan, con il tempo era cambiata e aveva perso quelle
qualità che ora lui apprezzava tanto in questa nuova ragazza. Becchan aveva quasi la metà dei suoi
anni, poteva essere sua figlia e, probabilmente, Goten era davvero il ragazzo giusto per lei... ma è anche
vero che questi ragionamenti in amore non hanno senso: Goku pensò a cosa tutto avrebbe fatto per lei
se non ci fossero stati Chichi e i ragazzi, se l'avesse potuta rendere felice... avrebbe fatto di tutto per
renderla felice!
Goku posò nuovamente il braccio sulla sua spalla, Becchan lo guardò negli occhi e si portò una mano
sulla fronte: “Goku... io devo parlare con Goten...”
Goku la abbracciò teneramente: “Io ti starò vicino”.
Becchan sorrise: “Se anche lo amassi e accettassi la sua proposta... pensa: potrei scomparire anche
davanti all'altare! In ogni caso lo renderei infelice...”
Goku capiva il dolore che stava dilaniando l'animo di Becchan e al tempo stesso non la voleva spingere
tra le braccia del figlio, neanche per pochi giorni, era davvero felice dei sentimenti della ragazza che gli
voleva restare fedele nonostante tutto e Becchan avvertiva l'enorme affetto che lui voleva esprimerle
con quell'abbraccio, ne rimase quasi sconvolta e cercò di sottrarsi alle sue attenzioni: “Goku... scusa se
mi sono rivolta a te però... io non voglio mettere a rischio il tuo matrimonio... ho già fatto soffrire
Chichi eppure lei è sempre stata così gentile con me...”
Becchan continuava a piangere e ogni lacrima che scendeva era una ferita nel cuore di Goku che non
poteva fare niente, niente per non vederla soffrire!
Goku la abbracciò profondamente e Becchan timidamente gli chiese: “Secondo te c'è davvero un
universo nel quale siamo felici?”
Goku: “Certo che esiste, sciocchina!” E la baciò sulla fronte.
Goten osservò la scena dalla finestra: Becchan che piangeva, Goku che la abbracciava... cosa stava
succedendo? Aveva deciso di aspettare per capirne qualcosa di più ma il bacio sulla fronte gli fece
saltare i nervi: se Becchan aveva un problema perché non ne aveva parlato direttamente con lui?”
Goten stava già per aprire la porta- finestra quando Trunks gli mise un braccio intorno al collo e lo
trascinò via: “Goten vieni con me, ti devo far leggere una mail che mi ha mandato Marron!”
La gara di Twister era finita ed era stata vinta da Majin Boo: con la sua pancia li aveva fatti rimbalzare
via uno ad uno dal tabellone.
Mister Satan raccontava alle bambine di come aveva lasciato vincere il suo amico, visto che Majin Boo
più volte aveva lasciato vincere lui ai torne... Mister Satan improvvisamente si portò le mani davanti
alla bocca, sudò freddo e poi fece la sua solita risata, sperando che le bambine o non lo avessero capito
o non lo avrebbero mai raccontato ai loro amichetti!
Goku notò che Becchan tremava: “Hai freddo?”
Becchan fece di si con la testa e lui si tolse la giacca e gliela posò amorevolmente sulle spalle, poi
afferrò il bavero e avvicinò i due lati, per impedire che il freddo la facesse tremare ancora.
Goku: “Ora va meglio?”
Becchan ridacchiò e Goku le chiese cosa avesse, lei glielo spiegò: “Goku... ti ricordi cosa è successo
l'ultima volta che avevo freddo e tu mi hai prestato la casacca della tua tuta?”
Goku sorrise: “E come potrei dimenticarlo?”
Becchan appoggiò la testa sul suo petto, per avvertire il suo profumo inebriante e sognare lui e i suoi
baci, lui le accarezzò una guancia, poi scese giù e con la mano iniziò a giocherellare con la zip del suo
vestito, poi abbassò la testa in modo da poterle parlare all'orecchio: “Becchan... con questo vestito sei
incantevole... ma quanto vorrei strappartelo di dosso e passare il resto della serata con te, su questa
veranda, incurante della festa che prosegue...”
Becchan teneva gli occhi chiusi quasi per sognare quei momenti: “Della festa non mi importerebbe più
nulla... ma se avessi freddo?”
Goku: “Oh no, impedirei al freddo di sfiorare il tuo corpo...”
Becchan afferrò saldamente il volto di Goku: “Goku nel cartone sei un po' ingenuotto e smaliziato, dal
vivo, invece, sei così sentimentale e passionale...”
Goku: “E questo è un male?”
C18 si piazzò davanti a Trunks: “Se non ti spiace vorrei leggere anche io questa mail... visto che te l'ha
mandata mia figlia!”
Trunks deglutì e Goten approfittò di quel momento per aumentare la propria aura e liberarsi dalla presa
di Trunks; da lontano notò le spalle di Becchan coperte dalla giacca scura del padre e così, prima di
uscire in veranda, afferrò la propria giacca dalla spalliera di una sedia, poi aprì con decisione la portafinestra della veranda: quel rumore bastò per riportare coi piedi per terra Becchan e Goku.
Goten si avvicinò a quella panchina e un po' timoroso tese una mano a Becchan, lei lasciò il viso di
Goku e accettò quella mano, si alzò dalla panchina e risollevò anche la testa: “Goten ti devo parlare...”
Goten rimase quasi spaventato dalla determinazione della ragazza, ma le sorrise: “Ricordi? Ti devo
parlare anche io”.
Becchan si sistemò la gonna e poi la giacca di Goku sulle spalle ma Goten, invece, gliela levò e la gettò
sulla panchina, guardando in malomodo il padre, poi si rivolse a Becchan con un sorriso e le porse la
propria giacca: “Ecco, hai ancora freddo?” Fece lo stesso gesto di Goku: avvicinò i lembi della giacca
tirandoli per il bavero ma la ragazza non avvertì le stesse sensazioni intense di prima.
Goten le mise le mani intorno alla vita: “Ti va bene se andiamo via ora?”
Becchan annuì ma cercò di liberarsi da quella presa, si sentiva soffocare tra le braccia del ragazzo,
davanti all'uomo che amava, Goten invece strinse la presa con un solo braccio, le fece fare un caschè e
la baciò appassionatamente: non capiva cosa gli passasse per la testa, eppure vedere quel tenero
abbraccio tra la sua ragazza e il padre l'aveva fatto impazzire e voleva ricordare ad entrambi chi fosse il
fidanzato di Becchan.
La ragazza rimase davvero infastidita da quel gesto forzato, si risollevò e allontanò la bocca del sayan,
tra i due uno sguardo di sfida; Becchan: “Saluto tutti e andiamo”, Goten guardò il padre con aria
soddisfatta.
Becchan, per non infiammare ancora di più l'animo del giovane Son, decise che avrebbe salutato Goku
per ultimo, così ritornò in casa tirando Goten per una mano e iniziò a salutare gli ultimi arrivati, per
prima cosa Becchan giocò ancora un po' con Majin Boo.
Mr Satan: “Oh Becchy, è un peccato che devi già andare, sei una ragazza così simpatica...”
Videl: “Papà a te sta simpatica solo perché ti sopporta!”
Mr Satan prese le mani di Becchy: “Continua a sostenermi, mi raccomando!” E poi le scompigliò i
capelli e fece la sua solita risata: “Sei una piccola fan speciale!”
Becchan rideva come una pazza! In quell'istante, arrivò Bulma con una macchina fotografica e...
CLICK! Immortalò il saluto con Mr Satan e Majin Boo.
Becchan salutò poi Crili e C18 e Bulma... CLICK: la macchina fotografica aveva catturato anche
questo momento. Becchan chiese a C18 di essere più indulgente con Trunks perché era davvero un
bravo ragazzo e Marron non poteva chiedere di meglio, Crili guardò le due donne perplesso: “Trunks e
la mia Marron cosa cosa???” Ma per Becchan era ora di salutare gli altri e andò dal Genio, lui ci provò
un'ultima volta: “Ma almeno un bacino me lo dai?”
Becchan lo afferrò per un braccio: “Vieni con me!”
Becchan si chiuse in uno stanzino con il Genio: “Avanti, sono tutta tua... da dove vuoi iniziare?”
Il Genio la guardò estasiato, iniziò a saltare dalla gioia e aveva la bava alla bocca; Goten bussava alla
porta come un pazzo: “Becchan che fai? Apri o butto giù la porta! E' pericoloso quello!”
Becchan guardava la bava di Genio schifata, era attaccata al muro: “Allora?”
Il Genio si asciugò la bava e le sorrise: “Sei davvero una ragazza in gamba...”
Becchan rise: “Grazie, e io sapevo che tu eri uno tutto fumo e niente arrosto!” E lo baciò su una
guancia, Genio inavvertitamente sfiorò il seno di Becchan e il sangue gli diede alla testa, i suoi occhi si
infuocarono e iniziò a ripetere come un assatanato: “Facciamo PAT-PAT”
Becchan impallidì... forse restava tutto fumo e niente arrosto finché non riceveva degli “stimoli”...
Goten per fortuna buttò giù la porta e carbonizzò il Genio con un attacco energetico che bruciacchiò
qua e là anche la gonna di Becchan, poi sollevò la ragazza e l'abbracciò forte: “Ma che ti è saltato in
mente?” Becchan in realtà ridacchiava, anche il Genio si rialzò e cercò di dare una pacca a Goten: “E'
proprio una brava ragazza!” Ma Goten fraintese e gli lanciò un altro attacco che disintegrò anche
quanto c'era nello sgabuzzino; Vegeta aveva osservato la scena con la coda dell'occhio, posò le pizzette
che aveva tra le mani(i tramezzini tra lui e Majin Boo erano già finiti!)e bussò sulla spalla di Goten, il
ragazzo si voltò: “Che c'è?”
Vegeta aumentò la propria aura: “Questa è... è... CASA MIAAAAA!”
Il ragazzo volò all'interno dello sgabuzzino sopra Genio!
Becchan rideva davvero come una pazza, poi aiutò Goten a rialzarsi e C18 afferrò il corpo esanime di
Genio come fosse un sacco di patate.
Becchan salutò anche Gohan e Videl, dato che dovevano partire per un nuovo convegno al quale erano
stati invitati, e, probabilmente, non si sarebbero più rivisti; Becchan salutò le bambine: Bra e Pan non
capivano che quella poteva essere l'ultima volta che abbracciavano la loro Onee- chan (si, Becchan era
diventata anche la sorellona di Pan)però la spronavano comunque a rimanere e la trattenevano per le
braccia; Bulma aveva fotografato Becchan tra Gohan e Videl e ora stava scattando la foto anche con le
bambine, le dispiaceva che Becchan dovesse andare via così presto però sapeva che cosa aveva in
mente Goten ed era felice per lei.
Becchan salutò anche Trunks e volle una foto tra lui e Goten e, infine, Bulma le scattò anche una foto
tra Goku e Chichi.
Chichi: “Noi ci vediamo più tardi a casa”. E, come al solito, le sorrise come una madre affettuosa.
Becchan guardò poi Goku, doveva ancora rispondere alla sua domanda: “Non, non è un male... forse è
meglio così... mi piace di più così...”
Chichi guardò i due con aria sospetta: “Di cosa state parlando?”
Goku si grattò la testa: “Ehhhhh... di Vegeta! Si, di Vegeta!”
Becchan sorrise per la prontezza di riflessi di Goku, non era affatto il tontolone dei cartoni animati!
Becchan: “Si, dicevo prima a Goku che Vegeta è meglio dal vivo...”
Bulma sorrise e Becchan la ringraziò infinitamente per la festa, il vestito, il radar, insomma: per tutto!
Becchan: “Chichi mi è stata molto vicina ma io posso dire davvero di avere trovato due madri adottive
in questo mondo!”
Goten sfilò la macchina fotografica dalla mano di Bulma e scattò una foto alle tre donne.
Becchan ci teneva a salutare anche Vegeta ma non lo vedeva nei paraggi e Goten le assicurò che
sarebbero tornati l'indomani alla Capsule Corporation per salutarlo, alla fine Becchan cedette, stava per
andare via quando Bulma propose un'ultima foto, tutti insieme(tranne Vegeta), piazzò il cavalletto e
l'autoscatto e...”CHEESEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!”
Capitolo LXII “Reality”
Goten e Becchan si stavano avviando verso i monti Paoz, salutarono tutti e Goten uscì per primo, così
da andare a prendere la macchina che Bulma gli aveva prestato per l'occasione; Becchan lo aspettava
sulla soglia di casa parlottando con gli altri, a un certo punto Vegeta uscì e Bulma lo guardò
esterrefatta: “Vegeta dove vai?”
Vegeta: “Esco fuori a fumare...”
Bulma era sempre più stupita: “E da quand'è che fumi?”
Vegeta: “Oh insomma, quando tu mi dicevi che uscivi a fumare ho mai fatto tutte queste storie?”
E accostò la porta di casa, poi gettò via il pacchetto di sigarette e l'accendino e a questo punto quella
esterrefatta era Becchan: “Ma tu non eri uscito per fumare?”
Vegeta: “Stai attenta Becchan: noi tutti ammiriamo e temiamo Kaaroth allo stesso tempo”.
Becchan: “Cioè?”
Vegeta: “Se quel mezzo sangue di suo figlio non se ne è ancora accorto lo farà presto...”
Becchan ringraziò Vegeta e lo abbracciò: “Gli parlerò prima che lo faccia lui, Vegeta sono davvero
contenta che alla fine non sei arrabbiato con me!”
Vegeta arrossì: “Non ho detto che non sono arrabbiato con te!”
In quel momento Goten arrivò davanti a casa con la macchina sportiva, suonò lievemente il clacson,
Becchan sorrise ancora a Vegeta e salì sulla splendida decapottabile che guidava Goten.
Vegeta, come un allocco, salutava con la mano, finché non si rese conto di una cosa, e con tutto il fiato
che aveva in gola urlò: “Quella è la MIA macchina! La MIA! MIA! MIA!” E si sbatteva la mano sul
petto; Bulma osservava la scena dalla finestra ed era allibita, si girò verso Goku in cerca di sostegno:
“Ma che gli è preso a Vegeta?”
Goku si grattò la testa: “Non so, dev'essere molto stanco in questo periodo!”
Goku allora uscì fuori e riaccompagnò all'interno dell'edificio anche Vegeta: “E' stata una giornata
stressante, eh?”
xxx
Goten e Becchan arrivarono a casa del ragazzo, lui voleva ancora prenderla in braccio ma lei rifiutò ed
entrò in casa sulle sue gambe.
Goten fece sedere Becchan sul divano e andò in cucina, portò sul tavolino la Coca Cola fresca e due
bicchieri, poi si sedette accanto alla ragazza.
Becchan iniziava a sudare freddo: era arrivato il momento di parlare... prese una mano del ragazzo e la
portò sul suo ginocchio: “Goten...- Becchan prese fiato- fammi parlare, per favore...”
Qualcuno suonò alla porta: Goten doveva sapere chi fosse, infatti agitò le mani: “Parleremo più tardi!”
Il ragazzo andò alla porta e tornò in salone con una pizza gigante fumante.
Becchan lo guardò perplessa, Goten poggiò anche la pizza gigante sul tavolino e portò i tovaglioli, poi
si mise ad armeggiare con il lettore dvd e Becchan cercò di capire cosa avesse in mente, si avvicinò al
ragazzo e lo afferrò per un braccio: “Goten, mi...” Ma lui la riaccompagnò a sedere sul divano: “Ho
quasi fatto, aspettami qui!”
Infine, afferrò il telecomando e si mise a sedere vicino a Becchan, come se niente fosse, pigiò un tasto e
subito partì il film: un'aula vuota, una scuola, la panoramica della città... e ancora prima che partirono i
titoli di inizio con i nomi dei protagonisti, Becchan aveva già capito di quale film si trattava, ogni
dubbio fu cacciato via da quella inconfondibile canzone in sottofondo... no, non poteva sbagliarsi:
“Goten mi dici come hai fatto a trovare “Il tempo delle mele” nel mondo di Dragon Ball?”
Il ragazzo si mise a ridere: “Io non l'avevo mai sentito nominare, poi ho trovato al centro commerciale
una nuova videoteca fornitissima... strano ma vero avevano anche questo!”
Becchan guardò Goten: “Ehi... non l'avrai chiesto a Shenron?”
Goten agitò le mani: “No, no...”
Becchan: “Ma poi era rimasto un desiderio... l'avete espresso?”
Goten si grattò la testa: “Dai Becchan, sta iniziando il film: non l'ho mai visto, godiamocelo insieme!”
Becchan doveva parlare a Goten, doveva farlo il prima possibile ma... non riusciva neanche a dire di no
al suo film preferito... avrebbe parlato più tardi con Goten!
Becchan: “Goten un'ultima domanda: te l'ha detto Videl, vero?”
Il ragazzo sorrise: “Mangiamo anche la pizza che se no si raffredda... spero che tu non ti sia già
riempita lo stomaco alla Capsule!”
Becchan scosse la testa, afferrò una fetta di pizza e riprese a guardare il film che ormai era già alla
prima apparizione del professore Bressac; in ogni caso, Becchan aveva capito il perché di
quell'interesse di Videl per i suoi gusti personali e tutte quelle domande: “Cosa intendi tu per serata
speciale?”; “Il tuo film preferito?”; “Piatto preferito?”; “Bevanda preferita?” ecc...
Goten allungò una mano come per sbadigliare e abbracciò Becchan, lei commentò: “Questo trucco è
vecchio!” Lui arrossì e ritrasse la mano; Becchan ridacchiò: sarà anche stato un trucco vecchio ma
nessuno lo aveva mai usato con lei, dopo tutto le aveva fatto piacere!
Dopo circa mezz'ora arrivarono alla famosa scena della festa: Vic che, dopo essersi scatenata, va a bere
e Mathieu che, alle sue spalle, le mette le cuffie e le fa ascoltare la bellissima Reality... Goten si voltò
verso di Becchan e vide i suoi occhi luccicare: tra sé e sé pensò che quella canzone fosse migliore di
quella che gli aveva proposto il fratello! E doveva anche ricordarsi quella scena... visto l'effetto che
aveva su Becchan avrebbe potuto sfruttare questa situazione! Goten si appuntò mentalmente altre scene
che, aveva notato, avevano un grande impatto emotivo su Becchan!
Goten era un po' annoiato dalla visione di quel film troppo sdolcinato però Becchan era così felice... e
aveva gli occhioni sbrilluccicosi come una bambina: doveva amare molto quel film e Goten era felice
di averle regalato quello splendido sorriso quella sera.
Alla fine del film c'è la festa di compleanno di Vic e, per l'ennesima volta, riparte la colonna sonora
Reality.
Goten: “In che lingua è questa canzone?”
Becchan lo guardò stupita: “Non conosci l'inglese?”
Goten: “No, cosa è? ...si mangia?”
Becchan scoppiò a ridere a questa affermazione: Goten assomigliava davvero tanto a Goku... ma non
era lui... era arrivato il momento di parlargli?
Goten: “E tu conosci il significato di questa canzone?”
Becchan preferì aspettare ancora per affrontare l'argomento e, piuttosto, gli tradusse la prima strofa
della canzone:
“Ti ho incontrato inaspettatamente,
non avevo realizzato
che la mia vita sarebbe cambiata per sempre.
Ti ho visto li,
non sapevo mi importasse,
c'era qualcosa di speciale nell'aria”.
Goten ascoltava Becchan affascinato, rapito dalle sue parole: quella canzone riassumeva perfettamente
la loro storia!
Becchan proseguì nella traduzione: “Poi c'è il ritornello:
I sogni sono la mia realtà,
l'unico genere di fantasia reale.
Le illusioni sono una cosa comune,
io cerco di vivere nei sogni,
sembra come se dovesse essere cosi.
I sogni sono la mia realtà,
un diverso tipo di realtà,
di notte sogno di amare
e vivere sembra ok,
sebbene è solo fantasia”.
Goten pensò che questo ritornello fosse riferito a Becchan che aveva sempre desiderato arrivare nel
mondo di Dragon Ball!
Becchan continuò a tradurre:
“Se tu esisti,
dolcezza non resistere
mostrami un nuovo modo di amare.
Dimmi che è vero,
mostrami cosa fare,
sento qualcosa di speciale per te...”
Becchan non riuscì a finire la traduzione della seconda strofa, Goten la prese come un invito e non esitò
oltre: abbracciò Becchan, con dolcezza la distese sul divano e si incollò alle sue labbra.
Lei rimase davvero turbata dal quel bacio quasi rubato, Goten aveva davvero frainteso e continuava a
baciarla e abbracciarla con passione, le abbassò la zip del vestito e lei sentì le sue mani ovunque.
Becchan si morse la lingua: avrebbe dovuto parlargli finché era in tempo, ora cosa poteva fare?! La
delusione per lui sarebbe stata il doppio!
Becchan cercava di ragionare velocemente e si accorse che aveva tanta voglia di parlare a Goten ma in
realtà non aveva minimamente pensato a cosa dirgli! Cosa poteva dirgli?
Goten era preso dalla passione e continuava a baciarla ovunque, lei cercava di ragionare... a questo
punto l'avrebbe deluso comunque, tanto valeva darci un taglio netto, secco, deciso...
Goten si fermò e la guardò perplesso: perché non ricambiava i suoi baci e le sue carezze? All'inizio
pensava che fosse timidezza ma ormai che lei era mezzo nuda, lui anche... perché non osava allungare
le mani anche lei?
Goten: “Becchan... ?”
Goten, dopo il rifiuto quella volta sulla spiaggia, voleva aspettare che fosse la ragazza a fare qualche
passo in avanti per essere sicuro che... che poteva andare avanti questa volta!
Goten, serio, la fissò negli occhi... ricordava bene le aspettative deluse quel giorno sulla spiaggia e non
voleva ripetere quella mortificante esperienza; quella ragazza lo eccitava e allo stesso tempo lo
stuzzicava... non poteva resisterle! E non avrebbe potuto sopportare un altro rifiuto da parte sua...
Becchan si sentì morire, doveva farlo, doveva dirglielo ora, sarebbe stato peggio e più imbarazzante se
lui si fosse accorto che non era più vergine, cosa gli avrebbe detto in quel caso? E poi lei non voleva
prenderlo in giro, la sua indecisione l'aveva già intrappolata in un triangolo e l'aveva illuso...
Becchan cercò di essere il più convincente possibile, gli mise una mano sulla guancia e gli fece un
sorrisetto malizioso: “Ora portami in camera tua- gli diede un ultimo, dolce bacio-Goku!”
Becchan, di proposito, l'aveva chiamato come suo padre... Goten ricordò tanti episodi nei quali aveva
notato che suo padre e Becchan erano fin troppo vicini... sapeva che Goku era il suo mito però lei gli
aveva anche sempre detto che era lui il suo preferito... come poteva ora sbagliare nome? Goten la
guardò negli occhi, lei non resistette al suo sguardo e iniziò a piangere, lui si alzò dal divano, si alzò da
lei, si riabbottonò la camicia, poi le voltò le spalle.
Capitolo LXIII “Una pioggia di lacrime”
Becchan si alzò dal divano, sollevò la zip del vestito e sfiorò il braccio di Goten ma lui fece un gesto
per scacciarla via, inconsciamente ci mise troppa forza e lei ricadde sul divano, tra le lacrime sussurrò
solo: “Goten...”
Lui si voltò, le afferrò i polsi con forza, poggiò un ginocchio sul divano e avvicinò il viso a quello della
ragazza, era a un centimetro da lei, per incuterle maggiore paura: “Hai passato tanto tempo con me
perché gli assomiglio o perché non potevi avere l'originale?”
Lei voltò la faccia ma questo gesto scatenò maggiormente l'ira del ragazzo: “ORA NON ME LI FAI
PIU' GLI OCCHI DOLCI?”
Becchan chiuse gli occhi e continuò a piangere: le veniva spontaneo piangere per la ferita che aveva
inferto al ragazzo, però era consapevole che si meritava tutto questo odio e questo rancore e lo
accettava di buon grado, anziché fuggire via. A chiunque altro Goten in quel momento avrebbe fatto
paura, ma lei lo conosceva bene: conosceva il suo buon cuore e sapeva che non le avrebbe mai fatto del
male... poco dopo, infatti, Goten allentò la presa sui suoi polsi e le sue sopracciglia si distesero, no di
più, si rilassarono e il suo viso si contrasse in una smorfia di dolore: “Perché? Potevamo essere felici...”
Goten iniziò a piangere e gettò la faccia sul petto della ragazza, lei strinse le mani sulla testa del
ragazzo ma non riuscì ad abbracciarla, lui non avrebbe capito e lei non voleva confonderlo ancora, così
gettò la testa all'indietro per impedire che anche solo le sue lacrime potessero sfiorarlo.
Goten con un filo di voce: “Ti prego, dimmi che è stato solo un errore... tu ami solo me...”
Becchan: “No Goten, io amo solo lui!” Becchan si sforzò di pronunciare questa frase senza incertezze:
in realtà li amava entrambi... ma si possono davvero amare contemporaneamente due uomini così simili
eppure così diversi?
Goten si sentiva svuotato dalla linfa vitale, si alzò e quasi inciampò nel tappetto, poi si sedette sul
tavolino di fronte al divano, aveva una mano sulla fronte e non trovava il coraggio di alzare lo sguardo;
Becchan portò una mano sull'addome: la ferita che non le aveva dato problemi per tutta la giornata ora
le faceva male e del sangue iniziò a macchiare il suo vestito nuovo...
Goten: “Perché non me l'hai mai detto?”
Becchan: “Goten tu sei un ragazzo dolcissimo ma...”
Goten alzò la testa: “... ma... era forse troppo bello prendermi in giro?- il suo sguardo divenne
nuovamente quello di una furia- TI SEI DIVERTITA ALMENO?” Goten si alzò e andò verso il mobile
in fondo alla sala, qui appoggiò il gomito accanto alle foto di famiglia che Chichi aveva incorniciato,
ne vide una che lo ritraeva da piccolo in un momento felice con suo padre e la scaraventò via con un
gesto del braccio...
Becchan voleva raggiungerlo ma il dolore per la ferita glielo impediva, aveva bisogno di aiuto, ma non
poteva chiederlo a Goten, non dopo la ferita che lei gli aveva inferto, così strinse i denti, mugugnò solo
qualcosa ma Goten, con i gomiti poggiati al mobile e la faccia nascosta tra questi, le disse tra le
lacrime: “E io che ho anche chiesto a Shenron...”
Becchan: “Goten... cosa hai chiesto a Shenron?”
Goten: “...Becchan, per favore, torna alla festa alla Capsule... voglio restare solo”.
Becchan lentamente si alzò e si trascinò fuori, non aveva la forza né per camminare né per volare, così
prese le chiavi della macchina e si allontanò.
Goku avvertì l'aura di Goten che si stava incrementando e quella di Becchan che ormai doveva essere
lontana dai monti Paoz: cosa diavolo era successo? Senza esitare un attimo consegnò la piccola Pan a
Videl e portò due dita sulla fronte per teletrasportarsi.
Arrivato a casa sua, Goku vide Goten in presa alla rabbia: distruggeva uno dopo l'altro gli alberi e
qualunque cosa avesse intorno, Goku lo fermò da dietro ma Goten riuscì a liberarsi e scaraventò il
padre a terra.
Goten non sapeva riconoscere le aure, quindi aveva bisogno di vedere in faccia il suo avversario per
sapere chi fosse: si voltò lentamente e vide il padre... Goten aumentò l'aura e stava per radere al suolo
tutto la vegetazione dei monti Paoz, Goku si trasformò in super sayan e lo bloccò una seconda volta:
“Figliolo che stai facendo?”
Goten riuscì ancora a metterlo al tappeto, poi si voltò verso di lui con uno sguardo pieno di odio:
“Allora non l'hai capito: in questo momento la tua faccia è l'ultima cosa che voglio vedere!”
Goku capì che il figlio faceva sul serio, ma non gli poteva permettere di distruggere la foresta, allora
sprigionò tutta la sua forza, intorno a Goku brillava un'aura forte e potente... Goten non sapeva
percepire le aure ma chiunque aveva capito che Goku in quel momento era al massimo della potenza...
Goku: “Me ne vado solo se ti dai una calmata!”
Goten capì e guardò con disprezzo il padre: Becchan era innamorata di lui... perché? Chissà se lui
aveva mai ricambiato i suoi sentimenti... mille domande gli affollavano la mente e gli trafiggevano il
cuore, cercò di bloccare le lacrime almeno davanti al padre, poi gli voltò le spalle e tornò in casa
sbattendo la porta.
Goku ora percepiva l'aura di Becchan, era molto debole e lui iniziò a temere che lei stesse male, quindi
non perse tempo e si teletrasportò dalla ragazza.
Alla Capsule Corporation una ragazza stanca e provata dalla fatica, ma ancora piena di energie,
spalancò la porta e seguì la musica fino ad arrivare al salone, tutti la guardarono meravigliati e si
chiedevano chi fosse, solo 2 persone all'interno della sala la conoscevano: Vegeta e Trunks;
quest'ultimo stava per pronunciare il suo nome, entusiasta che l'amica stesse bene, ma lei lo precedette,
si avvicinò verso Vegeta e gli puntò il dito contro: “STUPIDO NANO, ME LA PAGHERAI!”
Trunks si portò una mano sulla fronte: “Oh no, Fyl!”
Goten era seduto sul divano quando bussarono alla porta, lui svogliatamente chiese: “Chi é?”
Da dietro la porta una voce femminile: “Goten? Sono la tua principessa!”
Goten si alzò di scatto e andò alla porta: Becchan cosa poteva volere ancora da lui? Goten aprì la porta
con forza, accompagnando il gesto con la frase: “Principessa, eh? Ti dico io cosa sei, sei... SEI...” Alla
vista della ragazza si bloccò: “...sei Valese!”
La ragazza gli sfiorò la punta del naso e gli dedicò un sorrisetto malizioso: “Sbaglio o una volta mi
chiamavi Cenerentola?”
Goku si teletrasportò da Becchan e si materializzò nella macchina, accanto a lei.
La ragazza aveva premuto sull'acceleratore per allontanarsi dai monti Paoz nel minor tempo possibile,
poi, quando aveva sentito che le forze la stavano abbandonando, aveva accostato prima di accedere
all'autostrada ed essere un pericolo per lei e per gli altri.
Goku l'aveva trovata accasciata sul sedile del conducente, aveva la testa bassa e, con le ultime forze,
cercava di tamponare la ferita, quando lui apparve a lei sembrò davvero di intravedere uno spiraglio di
luce nella disperazione e versò tutte le lacrime che prima, da sola, anche se in preda alla paura, era
riuscita a trattenere.
Becchan si voltò verso Goku con il suo faccino ingenuo e spaventato, gli mostrò le mani insanguinate e
gli disse: “Il sangue non si ferma...”
Capitolo LXIV “In pensiero per Becchan”
Becchan si voltò verso Goku con il suo faccino ingenuo e spaventato, gli mostrò le mani insanguinate e
gli disse: “Il sangue non si ferma...”
Goku prese un fazzoletto e le ripulì le mani, proprio come se fosse una bambina che se l'era sporcate
giocando: “Tranquilla, adesso ci sono io. La ferita ti fa male?” Becchan scosse la testa.
Goku: “Non ti sei sentita male come l'altra volta?” Becchan scosse ancora la testa.
Goku: “Per caso hai avvertito che stavi per scomparire?” Becchan scosse nuovamente la testa.
Goku fu sollevato da quelle risposte negative: la ferita di Becchan, come qualsiasi ferita, sanguinava,
ma era diversa dalle altre e questa emorragia non era accompagnata né dalle fitte, né dagli svanimenti,
né dalla febbre alta come il giorno prima... e allora perché sanguinava?
Becchan guardava Goku con gli occhi pieni di paura e lui le disse: “Tranquilla” In realtà era lui che,
quando la vedeva in difficoltà, così indifesa, si sentiva impotente ma doveva cercare di farsi forza per
farne anche lei, e così gli venne in mente una sola cosa: aprì le braccia per accoglierla e lei non esitò ad
abbandonarsi sul suo petto!
Becchan: “Goku ho freddo...”
Goku sentiva le sue braccia ghiacciate, allora le mise la propria giacca sulle spalle e l'abbracciò forte
forte, in seguito si portò due dita sulla fronte e si teletrasportarono alla Capsule Corporation.
Qui, intanto, Bulma aveva le mani sulla vita e stava rimproverando quella piccola selvaggia che aveva
fatto irruzione in casa sua offendendo pesantemente il marito; Vegeta l'avrebbe voluta polverizzare, ma
Bulma glielo aveva impedito: “No, Vegeta, non ti sporcare le mani per questa... me le sporco io se
permetti!!!”
Trunks cercava di calmare la madre ma solo l'apparizione di Goku riuscì a riportare la calma nel
salone... o quasi: Chichi era davanti a dove apparve il marito e lei lo vide per prima, ma soprattutto vide
chi aveva tra le braccia: Becchan, ancora lei... Chichi questa volta avrebbe voluto avvicinarsi a lei da
dietro di soppiatto e strangolarla con la sua stola! Oltretutto quella ragazzina aveva sulle spalle la
giacca di Goku, del suo Goku, la stessa giacca che era stata promessa a lei! Gohan si accorse che la
madre stava per esplodere dalla rabbia, si voltò verso il padre e rimase a bocca aperta, tutti restarono
letteralmente stupiti a vedere Goku abbracciato ad un'altra donna!
Bulma: “Ehi, e Goten dov'è?”
Non ricevette risposta, né da Goku, né tanto meno da Becchan.
Goku aveva lo sguardo smarrito e impaurito, guardò Chichi con gli occhi supplichevoli: “Aiutaci”, e
delicatamente aiutò Becchan a voltarsi, in modo che gli altri potessero vedere l'enorme macchia di
sangue sulla gonna.
Nel salone calò il silenzio.
Goten guardava stupito la ragazza davanti a lui: “Valese... cosa ci fai qui? Come facevi a sapere dove
abito?”
Valese ridacchiò: “Posso entrare?”
Goten la fece entrare e richiuse la porta, Valese intanto si era accomodata sul divano: “Wow: adoro la
pizza fredda!” E prese una fetta della pizza che era avanzata, come fosse a casa sua.
Goten si sedette accanto a lei e la ragazza iniziò a spiegare: “Quando hai rapito la Miss bellezza appena
eletta ti hanno identificato,quindi il mio manager aveva i tuoi dati, indirizzo compreso!” Valese si versò
anche un bicchiere di Coca Cola con grande naturalezza.
Goten la guardava meravigliato e lei gli mise una mano sulla guancia: “Che hai Goten? Non sei
contento di vedermi?”
Goten scosse la testa: “No, è che...”
Valese: “Cosa ci faccio qui? Miss bellezza domani parte per lavoro...- poi abbassò leggermente il tono
di voce- Non mi vuoi salutare?”
Goten, ancora una volta, rimase rapito dal bel faccino di questa bella ragazza, dal suo corpo sensuale e
pensò di soffocare il suo dolore tra le sue braccia, o, meglio, sul suo seno soffice... Valese non perse
tempo e aprì la camicia del ragazzo con una forza impensabile, addirittura qualche bottone saltò via,
Goten rimase davvero sorpreso dall'iniziativa della ragazza... praticamente stava facendo tutto da sola!
Era davvero questo che voleva? Nella sua mente era impresso ancora il faccino d'angelo di Becchan,
eppure il suo cuore soffriva ancora per quel duro colpo che aveva ricevuto... forse con Valese sarebbe
riuscito a risanare, in parte, le ferite... Goten prese in braccio la ragazza: “Andiamo in camera mia!”
Lei lo baciò appassionatamente e Goten si sbrigò a raggiungere la stanza in questione!
Chichi, quando aveva visto Goku abbracciato a Becchan, aveva desiderato che la ragazza sparisse in
quello stesso istante, sotto i suoi occhi, poi, quando notò la sua ferita, la travolse un senso di colpa
angosciante: si coprì la bocca con una mano per soffocare in gola un grido di paura, e qualche lacrima
sgorgò dai suoi occhi ma, ugualmente, non riusciva a muovere un dito per aiutare la sua pseudo- figlia,
se ancora la considerava tale...
Bulma, invece, fu più tempestiva: “Goku, presto portiamola in camera di Bra!”
Fyl, come Chichi e le bambine, iniziò a piangere.
Bulma e Trunks avevano immediatamente fatto strada a Goku.
Bra si era avvicinata a Pan e si era stretta all'amichetta: “Cosa ha la nostra Onee- chan?” Anche Pan
scoppiò a piangere e iniziò a tirare la gonna della madre: “MAMMAAA! Becchan è sporca di sangue!”
Videl decise di andare a dare una mano, quindi staccò delicatamente la manina di Pan: “Tesoro tu e Bra
restate con papà!” Gohan annuì e si avvicinò alla madre per farle forza, Chichi continuava a piangere e
non aveva il coraggio di seguire il gruppo in camera di Bra, le bambine si strinsero ai due adulti.
Mister Satan era in veranda con Majin Boo e rientrò nella sala solo quando si accorse di una grande
agitazione: “Ehi, che sta succedendo?”
Crili: “E' tornata Becchan...”
Subito Mr Satan si riempì di orgoglio, fece la solita risata da sbruffone e disse: “Ohohoh: le mie piccole
fan non riescono a starmi lontane!” E già saltellava alla ricerca di Becchan: “Beeechy?” C18 lo fermò:
“Becchan è ferita, vedi di non disturbare con quella tua faccia da pesce lesso!”
Mr Satan: “Pe... pesce lesso?”
Vegeta da lontano commentò: “Pesce lesso? Tsk, dovrebbe essere un complimento per un fesso come
te!”
Bra avvertiva l'agitazione nella sala e si avvicinò a Trunks che cercava di calmare Fyl: “Fratellone...
voglio andare da Becchan...”
Trunks guardò gli occhioni sinceri della sorella e la prese in braccio, Fyl lo guardò come fosse
impazzito: voleva davvero portare la bambina nella stanza dove stavano assistendo Becchan? Trunks la
rassicurò sottovoce: “La accompagno dai nonni, ...poi torno da te...”
Mr Satan ormai avrebbe dovuto essere abituato al caratteraccio freddo e intransigente di C18 e Vegeta
ma ci rimase male ugualmente e Majin Boo lo accompagnò in veranda; qui l'eroe del mondo di Dragon
Ball si rigirava i pollici e pensava a cosa potesse avere la piccola Becchy; gli si avvicinò Pan: “Nonnino
stai tranquillo, la mamma mi ha detto che Becchan presto starà bene!” E sfoderò il suo sorriso migliore,
Mr Satan la prese sulle ginocchia: “Il nonnino ti ha mai raccontato di quella volta che ho sconfitto
Cell?” La piccola Pan, confusa, si portò una mano vicino alla tempia: “La mamma mi ha detto che Cell
è stato sconfitto dal papà...” Mr Satan iniziò a ridere nervosamente: “Eheheh... ma io l'ho aiutato...” E
iniziò a raccontare la sua personalissima versione dei fatti...
Capitolo LXV “Becchan è l'unica ragazza al mondo per me?”
Crili, C18 e il Genio pensarono che fosse il caso di togliere il disturbo, solo Gohan li salutò, gli altri
erano tutti indaffarati e preoccupati per Becchan.
Gohan abbracciava la madre, ma, a un certo punto, fu Chichi ad aggrapparsi al suo petto: “Portami a
casa!”
Gohan: “Mamma... sei sicura?”
Chichi non riuscì a guardare il figlio negli occhi: si sentiva un verme ad abbandonare Becchan ma in
questo istante voleva occuparsi solo della sua famiglia, di quella vera o, almeno, di quello che ne
restava: era sinceramente preoccupata per Goten.
Gohan avvisò Mr Satan e si dileguò con Chichi.
Bulma andò a prendere una bacinella d'acqua, delle bende e tutto il necessario per curare Becchan, la
donna era agitatissima e non riusciva a trovare il necessario, si stava davvero innervosendo e Vegeta,
senza proferire parola, la aiutò. Fortunatamente la Capsule Corporation era rifornita quasi come una
farmacia visto che Vegeta spesso e volentieri era tornato a casa ferito e insanguinato; Bulma si
soffermò un attimo su una confezione di garze: la fissò e si rese conto che era un po' impolverata,
effettivamente, visto il lungo periodo di pace, era da un po' che non utilizzava la cassettina del pronto
soccorso: inizialmente la teneva nel mobile del bagno, poi, dopo l'arrivo di Vegeta, tutto il necessario
per le medicazioni era stato trasferito in camera del sayan, visto che ne faceva grande uso; quando
Trunks era bambino e ne combinava di tutti i colori in compagnia di Goten la cassettina aveva
nuovamente trovato posto nel mobile in bagno e lei spesso si era trovata a medicare entrambi i piccoli
sayan; infine, dopo la nascita di Bra, Vegeta aveva riposto il tutto nello scomparto del mobile del
ripostiglio, come a rassicurare la moglie che la famiglia aveva davvero chiuso con i combattimenti...
ora invece lei teneva ancora in mano quelle garze e, anche se Becchan non era parte della sua famiglia,
le piangeva il cuore a pensare alla sofferenza di quella ragazza.
Come si era trasformata questa serata di risate e allegria!
Bulma era sconvolta dalla situazione: non capiva perché non era stato Goten a riaccompagnare
Becchan e neanche perché accanto a lei a raccogliere bende e medicazioni varie c'era il marito e non
l'altra pseudo-madre di Becchan: possibile che il dolore che provava Chichi fosse talmente forte da
impedirle di aiutarla? Bulma era confusa e aveva un brutto presentimento...
Goku e Videl erano rimasti in camera con Becchan, bisognava spogliarla per medicarla ma Goku in
quel momento aveva perso la testa e non riusciva a controllare i suoi poteri, quindi Videl gli disse:
“Facciamo prima con il metodo tradizionale!” Goku sollevò il corpo di Becchan, abbassò la zip del
vestito e Videl le sfilò il vestito tirando dalla gonna, poi lo ripose su una sedia; a Goku venne il magone
a vedere Becchan sofferente e a pensare che poco prima le avrebbe voluto sfilare il vestito per altri
motivi e, incapace di comprendere il perché di questo loro destino avverso, si portò una mano davanti
agli occhi e abbassò il capo.
Becchan era sofferente ma ancora cosciente e gli strinse la mano e cercò di abbozzare un sorriso tra le
lacrime, Videl li guardò e pensò che di sicuro l'amore fosse un sentimento irrazionale... quella scena
avrebbe fatto soffrire tante persone, eppure in lei suscitò solo commozione, comprendeva perfettamente
i sentimenti disperati della ragazza e in quell'istante capì anche che Gohan aveva torto: per Goku non
era stata una sbandata, si era innamorato sinceramente. Videl aveva amato sempre e solo Gohan, ma
anche lei si chiese se fosse così strano trovare due persone eccezionali ed essere innamorata di
entrambe allo stesso modo e allo stesso tempo...
Gohan e Chichi arrivarono a casa e Chichi andò direttamente in camera sua, Gohan le portò un
bicchiere d'acqua e la donna pregò il figlio di controllare come stesse Goten.
Gohan si avvicinò in camera del fratello e bussò: “Goten posso entrare?”
Goten, avvinghiato beatamente a Valese, trasalì: nascose la ragazza sotto le coperte e rispose al fratello.
Gohan aprì la porta ma quando avvicinò la mano all'interruttore della luce Goten gli chiese di non
accenderla, Gohan pensò che il fratello stesse piangendo e non volesse farsi vedere in quello stato,
quindi accolse la sua richiesta e si avvicinò al buio al suo letto e si sedette sul bordo.
Gohan: “Goten... come stai?”
Goten, dopo i piacevoli momenti passati con Valese tornò con i piedi per terra ma allo stesso tempo
non voleva parlare in presenza della ragazza: “Gohan senti... non è il momento...”
Gohan: “Oh, scusa, capisco....”
Goten: “Solo una cosa... lei... è tornata alla Capsule?”
Gohan pensò che non fosse il caso di riferirgli della ferita: probabilmente lei sarebbe sparita quella
stessa notte e Goten l'avrebbe dimenticata presto tra le braccia di una nuova ragazza: “Si, è tornata alla
festa...”
Valese capì che stavano parlando di un'altra ragazza e, dopo quello che c'era appena stato, non le
andava di essere dimenticata nel giro di un minuto, quindi decise di far sentire a Goten la sua
presenza...
Goten portò le mani sulle coperte e iniziò ad agitare le gambe: “Oooooh, no!”
Gohan non capì: “Goten... tutto bene?”
Goten: “OooOOh, si!”
Gohan portò una mano sull'interruttore della bajour sul comodino ma Goten lo fermò: “Ti prego...
lasciami soooOLO!”
Gohan era sempre più confuso ma capì che quello non era il momento giusto per parlare, tutto sommato
il fratello sembrava che stesse bene, quindi poggiò una mano sulla coperta all'altezza del ginocchio e...
un momento... qualcosa non quadrava: Goten si era allenato fin da piccolo quindi le sue gambe erano
atletiche e muscolose, Gohan invece ora palpava una coscia soffice come quella di... di...
improvvisamente capì! Goten, con la luce spenta, non poté vedere il colore che aveva assunto la faccia
del fratello, ma udì i suoi balbetii... Gohan, imbarazzatissimo diede un paio di pacche sulla coperta,
convinto di aver centrato la gamba robusta del fratello questa volta, invece aveva semplicemente
risalito la coscia della ragazza... Gohan si grattò la testa nervosamente e uscì di fretta dalla stanza.
Valese uscì da sotto le coperte: “Uff, stavo soffocando...”
Goten la guardò malizioso ma lei scese dal letto e prese la biancheria e iniziò a rivestirsi, Goten la
afferrò per un braccio e cercò una spiegazione nei suoi occhi ma la ragazza si liberò dalla sua presa:
“Scusa se ti ho disturbato mentre ti struggevi d'amore per un'altra! Se me lo avessi detto prima
evitavamo di... salutarci!”
Gohan, dietro la porta della camera di Goten, non riuscì a trattenere un sorriso: non approvava il
metodo scelto dal fratello ma dopotutto era felice che si fosse scordato di Becchan tra le braccia di
un'altra ragazza, si era preoccupato sul serio visto che solo poche ore prima parlava addirittura di
matrimonio! Ah, se avesse saputo quello che il padre e quella ragazza avevano tramato alle sue spalle...
Gohan si portò una mano sulla fronte e si chiese come fosse possibile che quella piccola diavolessa
avesse conquistato tutti, persino sua madre che, inizialmente, l'aveva accolta in casa come una figlia...
Bulma e Videl avevano medicato Becchan, Goku le aveva stretto la mano tutto il tempo, sotto lo
sguardo stranito di Bulma e Vegeta aveva osservato la scena appoggiato allo stipite della porta, dando
anche una mano alla moglie di tanto in tanto.
Finite le medicazioni Goku pregò tutti di lasciarlo solo nella stanza con la ragazza; Bulma, Videl e
Vegeta lo accontentarono ma Bulma, che aveva capito di essere la sola all'oscuro di qualcosa di
importante, portò gli altri due in cucina e chiese loro spiegazioni.
Fyl, le bambine, Mr Satan e Majin Boo dormirono accampati nel salone della Capsule Corporation;
Becchan si addormentò e Goku rimase sveglio tutta la notte... accanto a lei...
Capitolo LXVI “Tutta la vita con te”
Alle prime luci dell'alba Gohan e Chichi si presentarono nuovamente alla Capsule Corporation: Gohan
doveva partire con Videl per un convegno, aveva detto alla madre che avrebbe disdetto questo impegno
ma Chichi aveva insistito perché lui si presentasse ugualmente. Gohan, quindi, parlò con Videl e
decisero di partire: se ci fossero stati problemi sarebbero tornati immediatamente a casa; vista la
situazione delicata, Bulma decise di ospitare la piccola Pan, così che facesse compagnia a Bra, sempre
più disperata per la sua pseudo-sorellona.
Gohan, Videl, Mr Satan e Majin Boo tolsero, quindi, il disturbo; Bra e Pan per il momento rimasero
con Trunks e Fyl che, per farle distrarre, le accompagnarono ai giardinetti vicino alla Capsule
Corporation.
Chichi si informò sulle condizioni di salute di Becchan e Bulma, ingenuamente, le disse di andare a
trovarla: era nella camera di Bra e lì vi avrebbe trovato anche Goku; l'azzurra voleva spronare la coppia
di amici a parlare, era sicura che ne avessero bisogno e che con un chiarimento si sarebbe risolto tutto.
L'espressione di Chichi fu più che eloquente e a Bulma cadde il mondo addosso a pensare alla coppia
di amici in crisi.
Bulma, però, conosceva bene Chichi: “Vuoi vedere Becchan?”
Chichi scosse la testa e Bulma provò ad insistere: “Ho detto Becchan, Goku lo porto via io da quella
stanza...”
Chichi abbassò lo sguardo: nonostante tutto si sentiva in colpa per aver abbandonato Becchan nel
momento del bisogno e voleva sincerarsi che stesse bene, non riusciva ad odiarla veramente... e non
riusciva ad odiare nemmeno Goku, anche se si sentiva tradita da entrambi...
Bulma abbracciò sinceramente l'amica.
Becchan si svegliò e accarezzò la testa di Goku: era infinitamente felice che lui avesse dormito accanto
a lei, però il suo pensiero andò a Goten che aveva fatto lo stesso per lei solo la notte precedente, pensò
di essere davvero una ragazza fortunata ma di non meritare tanta fortuna: ripensò anche al dolore che
aveva inferto al ragazzo, a Chichi... che casino che aveva creato nella vita dei suoi idoli! Per un'istante
desiderò non essere mai arrivata in quel mondo!
Goku, poi, si svegliò, e il suo dolce sorriso fece sì che lei si chiedesse se ne era davvero valsa la pena:
per la propria felicità aveva distrutto quella altrui!
Goku le posò una mano sulla guancia: “Ehi, come va oggi?”
Becchan: “Mi sento un po' indolenzita qui- e indicò la ferita- però per il resto tutto bene, grazie!”
L'espressione di Goku divenne seria: “Becchan... io... ecco... una parte di me vorrebbe che ti seguissi
nel tuo mondo...”
Becchan era incredula e lui proseguì: “Quando accadrà... io potrei andare su Namecc e chiedere a
Polunga di farmi arrivare nel tuo mondo... creeremo noi la dimensione nella quale siamo felici!”
Chichi decise di andare a controllare personalmente le condizioni di Becchan, voleva almeno osservarla
dalla porta della stanza e si diresse verso la camera della piccola Bra.
Goten aveva confessato a Valese che Becchan, la ragazza che amava, in realtà era innamorata del
padre; Valese tra sé e sé penso che anche Goku fosse tremendamente affascinante, ma, nonostante
tutto, lei preferiva il figlio: Goten aveva tutte le qualità che possono far perdere la testa ad una ragazza
e Becchan doveva essere proprio una sciocca a lasciarsi scappare un ragazzo così.
Valese, come Gohan, non condivideva la scelta di Goten di dimenticare la ragazza amata tra le braccia
di un'altra, ma poteva comprenderlo e decise di passare con lui il resto della notte ma, ora, alle prime
luci del mattino, doveva salutarlo: Miss bellezza aveva un aereo da prendere e mille impegni da
rispettare!
Goten la strinse tra le braccia ancora una volta: sapeva che senza di lei si sarebbe sentito
tremendamente solo ora e che i suoi pensieri sarebbero andati, irrimediabilmente, a Becchan... Valese
notò la scatolina sul comodino e, come suo solito, senza farsi troppi problemi, la aprì per curiosare... il
contenuto di quella scatola la lasciò senza fiato né parole...
Becchan iniziò a piangere: “Non è questo il Goku che mi ha fatto innamorare!”
Chichi, intanto, era arrivata sulla soglia della porta.
Capitolo LXVII “Una scelta difficile”
Valese sorrise a Goten: “Lo posso provare?”
Goten era imbarazzato e terrorizzato all'idea che Valese avesse frainteso, ma lei aveva capito
benissimo: provò l'anello all'anulare della mano destra, lo guardò soddisfatta e commentò: “Se un
ragazzo mi regalasse un anello così lo sposerei all'istante, non lo tradirei mai, né con il padre, né con
nessun altro uomo al mondo!”
Goten abbracciò la ragazza e lei proseguì: “Goten... sei speciale e troverai una ragazza che ti merita...
ma se per te è questa Becchan la tua ragazza speciale vedi di chiarirti con lei”.
Goten: “No, a questo punto non credo che ci possa essere niente tra noi...”
Valese gli mise una mano sulla guancia e gli sorrise dolcemente.
Goten: “Ecco... io vorrei solo... ah, sembrava una favola tra noi... perché doveva finire così?”
Valese: “Io non ti posso dare una risposta... se proprio ti spiace per come vi siete lasciati parlane con
lei...”
Valese fece per togliersi l'anello e Goten fermò la sua mano: “Se ti piace puoi tenerlo”.
Valese lo tolse ugualmente: “E' bellissimo... però me ne basterebbe anche uno meno bello, ma scelto
apposta per me...”
Goten: “Oh, scusa... non volevo...”
Valese gli mise il dito indice davanti alla bocca e lo baciò ancora, Goten le chiese: “Ci rivedremo?”
Valese: “Magari un giorno le nostre strade si incroceranno ancora... chi può dirlo?”
La ragazza aveva chiamato un taxi e, ora, la sua vettura era arrivata; Goten la accompagnò alla porta e
la guardò andare via.
Goku afferrò una mano di Becchan e l'accarezzò: “...mi hai sconvolto la vita eppure con te ho
assaporato delle emozioni mai provate prima... non vorrei separarmi da te, una parte di me vorrebbe
addirittura seguirti nel tuo mondo per donarti tutta la felicità possibile...”
Becchan lo interruppe: “Goku, quello che c'è stato tra noi mi ha già reso la persona più felice del
mondo e non lo dimenticherò mai... ma tu non mi puoi seguire, tu non lo vuoi davvero, non sai come è
il mio mondo e tu ti troveresti a disagio là: non è come partire per un allenamento e tornare
nell'accogliente casetta tra i monti Paoz appena ti viene nostalgia di casa! Tu ami la tua famiglia ed è
con loro che devi stare...”
Goku le sussurrò: “Lo so benissimo- Goku, seduto davanti al letto di Becchan, poggiò i piedi sulla
traversa della sedia, divaricò leggermente le gambe, poggiò i gomiti sulle cosce e nascose la testa tra le
mani- ...io amo anche te... non dimenticarlo mai...”
Becchan non riusciva a trattenere le lacrime: “E come potrei? ...adesso vai...”
Goku strinse più forte la mano della ragazza: “Io... vorrei restare con te almeno fino alla tua
scomparsa...”
Becchan lo respinse: “Goku, Goku... non rendere tutto più difficile e non tirare troppo la corda: Chichi
e i tuoi figli ti amano e se tu continuerai a non dimostrarglielo li perderai davvero, per sempre.. Li hai
abbandonati tante volte... ma non li avevi mai traditi e non posso sopportare che lo hai fatto a causa
mia! Chichi ti ha già aspettato per troppo tempo... vai!”
Goku si trasformò in super sayan visto che Becchan adorava questo stadio, lei avvertiva la sua aura
forte, potente e rassicurante, poi lui le diede un bacio sulla fronte... avrebbe voluto abbracciarla per
sentire ancora, un'ultima volta, il travolgente profumo alla vaniglia del suo shampoo... ma se l'avesse
fatto non era sicuro di trovare la forza per fermarsi ad un abbraccio...
Becchan desiderò sparire in un'istante e far sì che tutti si dimenticassero della sua permanenza,
desiderava che tutto tornasse come prima, che Goku e Goten dimenticassero presto questa brutta storia
e tornassero ad essere, semplicemente, padre e figlio; desiderava vedere ancora alla tv la solita Chichi
scorbutica che prepara il pranzo per i suoi adorati sayan...
Becchan accarezzò la guancia di Goku ancora trasformato, e lui socchiuse gli occhi e le disse:
“Ricordati che esiste anche la nostra dimensione speciale...”
Goku afferrò la mano della ragazza e la portò vicino alle labbra, Becchan avvertì il loro tocco
morbido; un brivido attraversò la schiena di entrambi... era l'ultimo brivido che potevano donarsi l'un
l'altro...
Becchan socchiuse gli occhi e verso ancora qualche lacrima, ripensò ai momenti passati con Goku e il
cuore le batteva all'impazzata...
Il sayan arrivò alla porta e tornò il solito Goku con i capelli neri che, invece, amava tanto Chcihi;
quest'ultima cercò di allontanarsi il più in fretta possibile, ma lui, ovviamente, era più veloce e la
raggiunse in un baleno, le prese una mano e le si parò davanti; Chichi voltò la faccia e qualche lacrima
rigò le sue guance: “Goku... io ti amo... ti ho sempre amato... proprio per questo voglio che tu sia
felice... non sei mai stato a casa... forse non ti trovavi bene... perdonami se solo ora l'ho capito... sei
libero... non ti preoccupare per me e per i nostri figli, noi staremo bene... però devi stare bene anche
tu... noi vogliamo solo la tua felicità...”
Goku: “Chichi...”
Chichi: “Goku... ti sciolgo dalla promessa, ma non da quella di matrimonio, ti sciolgo dalla promessa
che mi facesti da piccolo... che stupida: tu neanche lo sapevi cosa fosse una moglie!”
Goku le cinse la vita con un solo braccio e la strinse a sé, Chichi si abbandonò, tra le lacrime, sul suo
petto largo, poi il sayan portò due dita della mano destra sulla fronte: “Ssh... torniamo a casa”.
Becchan ebbe un deja vù: vide sé stessa, nella sua stanza, sul suo letto, che guardava un episodio di
Dragon Ball, poi ebbe un sussulto, Becchan osservò la sua mano che diventava trasparente e pensò:
“Mi rimane poco tempo e devo ancora fare una cosa... devo ancora parlare con una persona...” Strinse i
denti e si alzò dal letto, doveva vestirsi e afferrò la prima cosa che le capitò sotto mano: l'abito da
principessa che aveva indossato la sera prima; Becchan osservò attentamente la macchia di sangue tra il
corpetto e la gonna... no, era troppo vistosa! Senza contare che da sola non sarebbe riuscita a chiudere
la lampo...
Goten era sul letto preso dai suoi pensieri: pensava a Becchan che poteva sparire da un momento
all'altro e alle parole di Valese... gli sarebbe piaciuto chiarire con Becchan, lei era stata la prima
ragazza che gli aveva fatto provare certe sensazioni, che aveva fatto battere il suo cuore e, dentro di sé,
sapeva che non lo poteva aver preso in giro tutto in tempo... quanti ricordi gli affollavano la mente: il
loro primo viaggio sulla nuvola Speedy, la prima volta che l'aveva accompagnata alla Capsule
Corporation, qui lei gli aveva detto per la prima volta che lui era il suo preferito, poi lui le aveva fatto
credere che Trunks fosse gay... si, Trunks: Goten aveva proprio bisogno di parlare con il suo migliore
amico!
Becchan cercò altri vestiti nella stanza e una borsa attirò la sua attenzione: era la borsa bianca che
usava Gohan per andare a scuola, era quella che Chichi le aveva prestato e che lei aveva usato durante
la ricerca delle sfere del drago con Goten... una fitta all'addome... la borsa le scivolò dalle mani e lei
stessa si accasciò a terra.
Becchan pensò: “No, non in questo momento, non ora...”
Capitolo LXVIII “Missione top secret!”
Goten telefonò alla Capsule Corporation, rispose la nonna di Trunks che lo informò che il nipote era
uscito con Bra, Pan e una nuova amica; Goten ringraziò ugualmente e lasciò un messaggio per l'amico:
gli chiese di raggiungerlo appena gli fosse stato possibile.
Goten, quindi, si risedette alla scrivania e osservò la foto che gli era stata scattata con Becchan il giorno
che era andato con lei al luna park allo spettacolo dei delfini; osservò, poi, ancora una volta l'anello e
capì di essere stato troppo frettoloso, quindi richiuse la scatolina e la ripose nel cassetto della scrivania;
da qui prese un'altra scatolina, simile, la aprì e osservò il contenuto scintillante: “Questa però gliela
devo dare!”
Becchan, nonostante tutto, era stata il suo primo amore, e voleva salutarla degnamente prima che
tornasse nel mondo dal quale proveniva.
Fyl, Bra e Pan ai giardinetti si erano divertite fin troppo e a Trunks sembrava di aver accompagnato tre
bambine, Fyl compresa! Trunks si era soffermato più volte ad osservarla: non era bellissima ma, in
compenso, era piena di sé... e allora cosa lo attirava tanto in quella ragazzina?
Fyl aveva giocato con le bambine sull'altalena e sugli scivoli, mentre Trunks, oppresso da mille
pensieri, le aspettava pazientemente sulle panchine.
Alla fine della mattinata erano tutti abbastanza stanchi e pensarono di tornare a casa per pranzo, ma le
bambine(Fyl compresa!) insistettero per avere almeno il gelato, Trunks provò a dissuaderle spiegando
loro che così si sarebbero rovinate l'appetito ma era da solo contro tre bambine affamate e con gli occhi
a forma di gelato, quindi alla fine cedette.
Mangiando il gelato i quattro tornarono alla Capsule Corporation, qui Fyl convinse il ragazzo a farsi
una doccia intanto che loro avrebbero preparato il pranzo... ma in realtà aveva altro in mente...
Fyl: “Bene, ora che Trunks è distratto andiamo a vedere come sta Becchan!”
Bra e Pan in coro: “SIIIII!”
Viste le condizioni della ragazza nessuno aveva permesso loro di andare a trovarla e Fyl, un po'
inconsciamente, decise di andare con le bambine; le tre strisciarono per le pareti della Capsule
Corporation come fossero delle agenti in missione segreta che non dovevano assolutamente farsi
scoprire... eh no, soprattutto Fyl aveva una paura matta di incontrare nuovamente Vegeta o quella
strega di sua moglie!
Becchan aveva stretto i denti e si era rialzata ancora una volta, il suo corpo a tratti era trasparente e lei
non riusciva ad afferrare gli oggetti, a tratti era soltanto sbiadito; cercò di frugare nella borsa e trovò i
vestiti con i quali era arrivata nel mondo di Dragon Ball, vista la situazione pensò che fossero i più
indicati e li indossò; poi, si sistemò la borsa e si apprestava ad uscire dalla stanza.
Becchan era troppo debole per volare, quindi poteva fare affidamente solo sulle sue gambe; diede
un'ultima occhiata alla cameretta di Bra: i pelouches avevano attirato la sua attenzione, con il sorriso
sulle labbra ripensò a quando Goten li aveva distrutti o buttati giù dal letto. Un pelouche in particolare
la colpì: si trattava di Tsu, quello che era sempre stato il preferito di Goten e Trunks ma ora anche della
piccola Bra... avrebbe potuto portarlo via da quella stanza? Becchan si rigirava il pupazzo tra le mani,
quando udì un rumore e decise di nascondersi dietro la porta.
Fyl, lentamente, aprì la porta e vide il letto vuoto: immediatamente pensò al peggio e si pentì di aver
condotto sin lì anche le bambine, non sapeva che fare, cosa dire loro...
Becchan dal suo nascondiglio non poteva vedere chi aveva la porta e sudava freddo...
Bra e Pan, dietro a Fyl, non riuscivano a vedere la situazione all'interno della stanza, Bra piagnucolava
e Pan, con un colpo deciso, fece capitolare Fyl.
Fyl: “AHIIIAAAAA...” Ma una mano soffocò il resto dell'urlo. Becchan, quando aveva udito i
mormorii e aveva capito chi aveva aperto la porta, era ancora indecisa se farsi vedere o meno, pensava
che, nelle sue condizioni, chiunque le avrebbe impedito di muovere un solo passo; invece, quando Fyl
urlò, non esitò a tapparle la bocca: “Sssh!”
Gli occhi di Fyl, alla vista dell'amica, si riempirono di lacrime di gioia come quelli delle bambine e Bra
e Pan non persero tempo e saltarono addosso alla loro Onee-chan, facendole perdere l'equilibrio.
Becchan abbracciò con entusiasmo e lacrime le bambine, ma Bra notò che qualcosa non andava: il
corpo di Becchan era... era... come sbiadito...
Bra riprese a singhiozzare dalla tristezza e Becchan, osservando la propria mano, capì che non le
restava molto tempo...
Becchan: “Bra, Pan... io devo andare via...”
Gli occhioni delle bambine erano stracolmi di lacrime e abbracciarono ancora la loro Onee-chan,
Becchan si commosse a quella dimostrazione di affetto e diede un bacio sulla fronte ad entrambe: “Ho
sempre desiderato una sorella più piccola e in questo mondo ne ho trovato addirittura due... vi voglio
bene!”
Bra notò Tsu lì accanto e lo porse a Becchan: “Tienilo tu!”
Becchan: “Lo prendo solo in prestito... presto tornerà da te!” E le fece l'occhiolino.
Bra, Pan e Fyl abbracciarono Becchan e lei cercò di sottrarsi per non rendere più difficile quel saluto,
oltrettutto sentiva che presto il suo corpo sarebbe diventato impalpabile e non voleva spaventarle
ulteriormente: “Ragazze, scusate... devo andare...”
Fyl fu la prima ad abbracciarla, sinceramente commossa: “Ti sei ferita a causa mia... mi chiedo se non
mi avessi incontrata o se ti avessi dato prima la sfera, se saresti rimasta qui per tutta la vita...”
Becchan: “Non lo so... Shenron ha mi chiarito che ero destinata a tornare nel mio mondo, quindi la
ferita prima o poi sarebbe apparsa comunque... non te ne fare una colpa!”
Fyl si rattristò: “Mi spiace...”
Becchan: “Ehi, non è questa la Fyl che conosco io!”
Fyl ridacchiò e Becchan proseguì: “Fyl, sai, dovresti prima frequentare i ragazzi e poi chiedere loro di
sposarti, se tu glielo chiedi subito quelli si spaventano! E, per favore, punta a un ragazzo della tua età!”
Fyl: “Uno più grande di quattro anni va bene lo stesso?”
Becchan: “Magari uno con i capelli lilla, eh?” Becchan scompigliò i capelli di Fyl e l'abbracciò ancora
una volta: “Devo andare, mi spiace...” Abbracciò nuovamente anche le bambine e si apprestava ad
uscire dalla stanza quando udirono la voce di Trunks: “FYYYL, BRA; PAN, DOVE SIETE?”
Becchan trasalì: Trunks non le avrebbe mai permesso di uscire di casa in quello stato; Fyl: “Ci penso
io!” Fece l'occhiolino ed uscì dalla stanza, Becchan ridacchiò pensando a come l'avrebbe distratto...
Trunks: “Fy dove sono finite le bambine?”
Fyl: “Le ho chiuse in una stanza...”
Trunks: “Che cosa hai fatto?”
Fyl girò la chiave nella toppa: “Ho fatto così!”
Trunks: “Ehi Fyl che hai in mente?”
Fyl: “Rilassati tesoro...”
Trunks: “APRI LA PORTA!!!”
Becchan quando avvertì che i due erano nella parte opposta della casa si decise ad uscire, ridacchiò
quando sentì le urla di Trunks e accompagnò in giardino anche le bambine, così che giocassero un po'
con la nonna di Bra e non udissero quegli strani rumori...
In giardino le si parò davanti Vegeta: Becchan pensò che fosse la fine ma, inaspettatamente, il sayan le
disse solo: “Bulma si è preoccupata molto per te... non la vuoi neanche ringraziare?”
Becchan quasi si vergognò come una ladra: “E' che io...” E senza pensarci oltre si diresse verso lo
studio di Bulma e bussò alla porta.
Bulma, ovviamente, fu preoccupata nel vederla in piedi, soprattutto perché notò che le riusciva
difficile! Poi quello strano pallore... Bulma si alzò immediatamente dalla scrivania: “Becchan!”
Becchan la fermò con un gesto della mano: “Sono venuta solo a salutarti e ringraziarti di tutto...”
Bulma la abbracciò forte e le diede le foto scattate la sera precedente: “Queste è giusto che le abbia tu!”
Becchan le guardò sbrigativamente, si soffermò solo su una, quella con Goku e Goten e ci versò sopra
una lacrima, poi pensò che sarebbe stato il caso di guardarle un altro momento. Bulma la abbracciò
ancora e si lasciò sfuggire qualche lacrima, poi, Becchan uscì dallo studio, tornò in giardino per
salutare degnamente anche Vegeta ma l'orgoglioso principe dei sayan non era più in giardino, Becchan
capì e con le ultime forze volò via.
Becchan arrivò alla casetta sui monti Paoz, andò alla finestra di Goten e alzò il pupazzo.
Il ragazzo, seduto alla scrivania, osservò il pupazzo: “Trunks, sei arrivato!”
Becchan: “Mi sa che è proprio ora che tu impari ad avvertire le aure, eh?”
Goten riconobbe immediatamente quella voce, ebbe un sussulto al cuore e Becchan, lentamente,
apparve dietro la finestra...
Capitolo LXIX “Il lungo addio”
Becchan arrivò alla casetta sui monti Paoz, andò alla finestra di Goten e alzò il pupazzo.
Il ragazzo, seduto alla scrivania, osservò il pupazzo: “Trunks, sei arrivato!”
Becchan: “Mi sa che è proprio ora che tu impari ad avvertire le aure, eh?”
Goten riconobbe immediatamente quella voce, ebbe un sussulto al cuore e Becchan, lentamente,
apparve dietro la finestra...
Goten si grattò la testa: “Ehm... ciao...”
Becchan, ugualmente, era imbarazzatissima: “Posso... entrare?”
Goten le fece un cenno con la mano e lei entrò e si sedette sul letto.
Becchan accarezzava Tsu, il pupazzo che Bra le aveva prestato: “Ecco... da dove inizio... tu mi hai
detto che questo pupazzo piaceva sia a te che a Trunks e se lui potesse parlare sono sicura che ti
direbbe che vuole bene ad entrambi allo stesso modo...”
Goten guardava Becchan confuso e la ragazza arrossì: “Oddende, mi ero preparata un discorso... pure
carino, sai? Però ora... ecco...- Becchan abbassò lo sguardo- non mi viene in mente niente...”
Goten le sorrise imbarazzato: “Ho capito benissimo”; le prese Tsu dalle mani e si stava apprestando a
poggiarlo sulla scrivania, ma Becchan lo fermò: “Eh no, ho promesso a Bra che glielo avresti
riportato!” Senza accorgersene aveva sfiorato la mano del ragazzo, i loro sguardi si incrociarono e lei
voltò immediatamente il viso, cercò di essere forte, di non piangere, e, tutto d'un fiato, gli disse:
“Scusami Goten!”
Lui le poggiò le mani sulle spalle: “Scusami tu per la mia reazione... mi dispiace aver alzato la voce
con te... è che... ecco... se tu me lo avessi detto prima io non mi sarei illuso... io pensavo davvero a un
futuro con te...”
Becchan poggiò le mani sul suo petto forte: “Goten... so che non mi crederai ma...”
Goten le posò una mano sulle labbra: “Ssh, ormai non ha più importanza... piuttosto, mi dici perché sei
così pallida e sudata?”
Becchan: “Ieri sono stata male...”
Per Goten fu come ricevere una pugnalata allo stomaco: lui provava a convincersi che non era più
innamorato, ma l'amore non è un sentimento che passa dall'oggi al domani e lui era dispiaciuto all'idea
di non aver potuto fare niente per lei nel momento del bisogno; si chiese se lei fosse stata male in
seguito al loro litigio e istintivamente l'attirò a sé e l'abbracciò.
Becchan pianse tra le braccia forti del sayan, pensò a cosa sarebbe successo se lei avesse potuto passare
tutto il resto della vita abbracciata a Goten, se solo il sentimento per Goku si fosse spento un attimo
prima di ferirlo irrimediabilmente...
Goten la allontanò dolcemente: “Ho un regalo per te...” E prese la scatolina sulla scrivania; Becchan
era incredula: era la stessa scatolina che lei aveva visto la sera prima, quella che conteneva l'anello... lui
glielo voleva ancora regalare? E lei avrebbe potuto accettarlo?
Goten aprì la scatolina e, al posto dell'anello, c'era una collanina: il laccetto era in caucciù e il ciondolo
era una sfera del drago in dimensioni mini.
Goten prese la collanina e gliela allacciò, Becchan si avvicinò a uno specchio e si osservò, si rigirava
la sfera tra le mani: aveva tre stelle e lei era convintissima di averla già vista...
La mini-sfera scatenò una luce potentissima che investì Becchan; Goten, abbagliato dalla luce, non
riuscì a vedere cosa stesse succedendo e fu scaraventato sul muro da quella forza potentissima.
Un attimo lungo un'eternità e quella luce svanì.
Goten vide Becchan priva di sensi, si avvicinò a lei e le sollevò la testa, facendole da cuscino con il
proprio braccio; cercò di svegliarla, era preoccupato: il corpo della ragazza stava lentamente
scomparendo...
Finalmente Becchan aprì gli occhi, le lacrime scendevano da sole: “Goten... ho riacquistato i ricordi...
so che faccia hanno i miei genitori, so di avere due fratelli, so...”
Goten forse iniziava a capire... una lacrima rigò la sua guancia: “Addio Becchan...”
Becchan provò a sfiorargli il viso ma la sua mano era completamente trasparente e lo attraversò, eppure
il giovane sayan avvertì un lieve tepore....
Becchan: “Addio Goten...”
Il corpo della ragazza, tra le braccia di Goten, scomparve definitivamente, si dissolse in mille piume
che prima volarono nella stanza e quando ricaddero sul pavimento scomparvero anche esse.
Goten portò una mano davanti alla bocca, socchiuse gli occhi e fece scendere, copiose, le lacrime, poi
sbatté i pugni a terra: “Shenron, ti prego, esaudisci il mio desiderio!”
Capitolo LXX “Non potrò mai dimenticarti”
“Buongiorno, sono venuto a prendere la cartella, come ti senti oggi?”
“Bene, grazie. Senti, a chi posso chiedere per avere i miei effetti personali?”
“Dici la borsa che avevi il giorno dell'incidente?”
“Si, esatto!”
“Dovresti chiedere ai tuoi genitori, quando ti hanno portata qui la borsa è stata restituita a loro...
perché? C'era per caso qualcosa di prezioso?”
“Oh si, c'era una sfera del drago che... oh, scusa, non prendermi per pazza!”
“Scherzi? Io guardo sempre Dragon Ball, mio fratello ha addirittura una fumetteria!”
“No, dai! Una fumetteria? Forte! Ma in questa città?”
“Si, non so se la conosci, si trova nella periferia...”
“Non mi dire che tuo fratello è Tony!”
“Si, proprio lui! Oh no, si fa chiamare ancora in quel modo?”
“Ma qual è il suo vero nome?”
“Antonino”.
La ragazza rise: “Bè, meglio Tony allora!”
“Io invece sono Marco, piacere”. E le porse la mano.
Beatrice: “Che buffo, ti vedevo ogni giorno e non sapevo il tuo nome!”
Marco: “Bè, ti sei svegliata appena una settimana fa e prima non c'era modo di presentarci... senti,
dicevi a proposito di questa sfera del drago?”
Beatrice: “Ecco, visto che tuo fratello ha una fumetteria ti sarà più facile capire... hai presente quei
portachiavi di Dragon Ball con i personaggi in versione super deformed seduti sulle sfere?”
Marco: “Capito! Allora eri tu la ragazza alla disperata ricerca della terza sfera! Mio fratello mi ha
parlato di te: diceva che la tua ricerca delle sfere era ancora più difficile di quella del cartone!”
Beatrice ridacchiò: “Si, proprio io! Ma Tony me l'ha data proprio il giorno dell'incidente quindi, dopo
l'attesa infinita, non vorrei averla persa!”
Marco: “Capisco... prova a chiedere ai tuoi genitori se era nella borsa. E, senti, ti posso chiedere qual è
il tuo personaggio preferito?”
Beatrice: “Ovviamente... Goten!”
Beatrice fece una faccia strana: quel nome le era uscito dalle labbra spontaneamente però lei stessa
rimase sorpresa dalla sua risposta, mentre Marco commentava: “Brava, bella risposta! Goten mi
incuriosisce molto perché è un personaggio sottovalutato secondo me...”
Beatrice: “Bé, Goten non sarà il più forte ma ha tante belle qualità: è simpatico, dolce, affettuoso...”
Marco: “Caspita, ne parli come fosse un tuo amico!”
Beatrice: “Mio amico? Ma magari! La cosa strana è che d'istinto ti ho detto che il mio personaggio
preferito è Goten ma in realtà adoro Goku!”
Un'infermiera richiamò Marco e i due non poterono continuare quella conversazione.
Nella tarda mattinata uno dei due fratelli di Beatrice andò a farle visita e lei gli chiese di farsi portare la
borsa che aveva il giorno dell'incidente.
Quella sera i genitori andarono a trovarla con la borsa in questione.
La madre porse a Beatrice la borsa bianca e lei disse che quella borsa non era sua.
Madre di Beatrice: “Siamo alle solite: compri milioni di borse che non usi e neanche ti ricordi di averle
comprate!”
Beatrice: “Mamma... ti dico che non è mia...” Comunque, la ragazza prese la borsa e provò a frugarci
dentro: ne estrasse un abitino rosa con la scritta Becchan ricamata sul petto.
Beatrice era a dir poco allibita: “Mamma... non è mia né la borsa né tanto meno lo è quest'abito!”
Madre di Beatrice: “Beatrice ma cosa dici?”
Beatrice: “Mamma io questo abito non l'ho mai indossato, non è mio!”
Madre di Beatrice: “Possibile che abbiano preso la borsa di un'altra persona?”
Beatrice non sapeva cosa rispondere e continuò a frugare: trovò una tuta uguale a quella di Goku ma in
una versione rimodernata e femminile, un costume da bagno celeste e un asciugamano con Mister
Satan, dei biglietti del luna park...
Beatrice: “Mamma ti dico che non è roba mia!”
Beatrice iniziava a pensare a uno scherzo, magari dei suoi fratelli; la madre, invece, pensava ad uno
scherzo della stessa Beatrice: la figlia acquistava sempre parecchie cianfrusaglie e quando lei se ne
accorgeva la piccola di casa si giustificava dicendo che erano regali o prestiti perché sapeva che la
madre non amava questo “spreco di soldi”. La madre di Beatrice, quindi, semplicemente, pensò che
quelli fossero acquisti di cui la figlia non volesse metterla al corrente e per spronarla a dire la verità la
minacciò di portare quella borsa alla polizia visto che non le apparteneva, ma Beatrice si oppose: suoi o
non suoi quegli oggetti le piacevano e anche parecchio!
Beatrice: “Mamma piuttosto... non vi hanno dato una piccola sfera del drag... ehm, una pallina
arancione con delle sfere disegnate?”
Madre di Beatrice: “Ah, parli della collanina?”
Beatrice spalancò gli occhi: “Co... collanina?”
La madre estrasse dalla borsa una collanina con il laccetto in caucciù e una mini-sfera del drago come
ciondolo.
Beatrice la prese in mano, per non far preoccupare ancora di più la madre finse di riconoscerla ma,
quasi svogliatamente, la ripose nel taschino interno della borsa, l'avrebbe guardata con attenzione più
tardi, quando fosse rimasta sola: non c'erano dubbi che quella fosse la sfera che lei cercava ma perché
era ora il ciondolo di una collanina?
Dopo cena Beatrice riprese in mano la borsa, aprì il taschino interno e trovò delle foto: la ritraevano
con... con... no, forse era un'illusione ottica dovuta alla scarsa luce nella stanza, Beatrice allungò una
mano per accendere la bajour sul comodino ma non ce ne fu bisogno: la sfera nella collanina si
illuminò...
Goku raggiunse il figlio minore sulla riva del lago vicino a casa e si sedette accanto a lui in silenzio...
comprendeva benissimo quello che stava passando, lo poteva comprendere meglio di tutti...
Goten: “Papà, come faccio a sapere se Shenron ha esaudito il mio desiderio?”
Goku si grattò la testa: “Bè, se lo ha esaudito tu... vedi che l'ha esaudito! Figliolo... tu quel giorno hai
espresso il terzo desiderio per caso?”
Goten: “Si, papà...”
Goku: “Bè, se tu avessi chiesto di seguirla credo che a quest'ora saresti già scomparso... con grande
tristezza mia e di tua madre, e di Trunks e...”
Goten: “No papà, non potevo chiedere di seguirla nel suo mondo...”
Goku: “Posso chiederti perché? Ti spaventava che quello non fosse il tuo mondo?”
Goten: “No... lei era diventata il mio mondo ma... era sempre così distante... sai, era innamorata di un
altro...- Goten alzò lo sguardo verso il padre ma Goku cercò di non battere ciglio- Forse l'avevo capito
e ho fatto di tutto per attirarla a me... giuro che se lei avesse fatto almeno un passo verso di me non
avrei esitato un istante a scomparire da questo mondo assieme a lei...” Goten strinse i pugni e Goku si
distesse sull'erba fresca con le mani dietro la nuca: “Allora cosa... cosa hai chiesto?”
Goten: “Vedi, una volta arrivata da noi Becchan ha perso progressivamente qualsiasi ricordo di quando
era Beatrice, quindi avevo paura che, tornata di nuovo nel suo mondo, avrebbe perso ogni ricordo che
aveva a che fare con noi... quindi... ho chiesto che non si dimenticasse mai di questa avventura... che
non si dimenticasse mai di me...”
Beatrice osservava le foto della festa, si soffermò su quella che la ritraeva tra Goku e Goten, notò che
in un angolo era bagnata da una lacrima, sentiva la sua mancanza, la mancanza del primo ragazzo che
l'aveva amata e protetta, anche se lei non era stata in grado di ricambiarlo nel modo giusto, senza
accorgersene bagnò la foto nello stesso punto e sussurrò il suo nome: “Goten...”
L'epilogo (1° parte)
Dove eravamo rimasti:
Goku: “Chichi...”
Chichi: “Goku... ti sciolgo dalla promessa, ma non da quella di matrimonio, ti sciolgo dalla promessa
che mi facesti da piccolo... che stupida: tu neanche lo sapevi cosa fosse una moglie!”
Goku le cinse la vita con un solo braccio e la strinse a sé, Chichi si abbandonò, tra le lacrime, sul suo
petto largo, poi il sayan portò due dita della mano destra sulla fronte: “Ssh... torniamo a casa”.
Goku, invece, non riaccompagnò Chichi direttamente a casa, la portò, piuttosto, in un grande prato;
appena arrivarono, Goku allentò la presa sulla sua vita e Chichi si lasciò cadere a peso morto, provò a
guardare quel luogo ma non lo riconobbe.
Goku si inginocchiò accanto a lei, le posò una mano sulla spalla sinistra e con l'altra le accarezzò il
braccio destro, poi avvicinò la bocca al suo orecchio: “Chichi... ti ricordi questo luogo? Qui è dove
portavamo Gohan a spasso con il passeggino... ti ricordi quei momenti? Quando eravamo una coppia
felice...”
Le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Chichi: “Una volta Gohan mi ha accompagnato qui per
portare a spasso il piccolo Goten e mi ha chiesto perché avessi scelto proprio questo luogo... anche io
gli chiesi: -Gohan, ma come? Io e tuo padre ti abbiamo sempre portato a giocare su questo prato prima
dell'arrivo dei Sayan, non lo ricordi?- Sai cosa mi ha risposto lui?”
Goku non poteva sapere la risposta di Gohan ma, con grande timore, la poteva intuire...
Chichi proseguì con la voce rotta dal pianto: “Si è messo a piangere, io l'ho abbracciato e mi ha detto: Mamma, è passato troppo tempo... io non lo ricordo-”
Goku si morse un labbro, sapeva dove voleva andare a parare Chichi...
Chichi: “Goku... quei momenti non li ricordo più neanche io, è passato davvero troppo tempo da
quando eravamo felici...”
Chichi non aveva guardato Goku negli occhi neanche per un attimo e questo lo ferì più delle sue parole,
lui provò a invocare il suo nome: “Chichi...”
Ma lei aveva smesso di essere una moglie paziente e comprensiva, e la sua rabbia doveva pur trovare
sfogo: Chichi si scrollò le sue mani di dosso, si alzò e si voltò verso Goku, fulminandolo con occhi
minacciosi e pieni di rancore: “CHICHI COSA? Mi hai abbandonata tante volte ma non mi avevi mai
tradito... PERCHE'? IO MI FIDAVO DI TE! MI FIDAVO DI VOI! Io... Io... l'ho accolta in casa come
una figlia!”
Goku aveva lo sguardo basso, meritava l'odio che Chichi gli stava riversando addosso e non poteva
controbattere, non aveva nessuna ragione per farlo.
Chichi: “Ti è passato per la mente cosa potrebbe fare Goten se venisse a saperlo? Mi hai tradito con la
ragazza di tuo figlio... non ho parole Goku... - Chichi, sconsolata, fece ricadere lungo il corpo le braccia
che aveva agitato fino a poco prima, abbassò lo sguardo e diede ancora sfogo alle lacrime- ti posso solo
dire che questa volta mi hai davvero deluso...”
Goku non aveva mai visto Chichi così... così... indifesa: decise di allontanarsi un poco e lasciò che la
moglie versasse le ultime lacrime per lui...
Goku ripensò anche a Becchan: le aveva fatte soffrire entrambe e, alla fine, entrambe le aveva perse...
xxx
E Trunks e Fyl?
Dove eravamo rimasti:
Trunks: “Fy dove sono finite le bambine?”
Fyl: “Le ho chiuse in una stanza...”
Trunks: “Che cosa hai fatto?”
Fyl girò la chiave nella toppa: “Ho fatto così!”
Trunks: “Ehi Fyl che hai in mente?”
Fyl: “Rilassati tesoro...”
Trunks: “APRI LA PORTA!!!”
Trunks, deciso, allontanò Fyl, e lei si ricompose: gli era saltata addosso come una furia, se Trunks
l'avesse lasciata fare chissà cosa sarebbe successo... ma Trunks l'aveva respinta e lei in quel momento si
sentì tanto sciocca e voleva solo scappare via, faceva fatica a trattenere le lacrime: “Ma proprio io non
ti piaccio?”
Trunks non sapeva cosa rispondere e Fyl continuò: “E' perché ho le tette piccole o perché sono io
troppo piccola?”
Trunks si grattò la testa, gesto che gli aveva contagiato il suo migliore amico: “Ma che dici? E' che... Trunks arrossì vistosamente- sono innamorato di un'altra... una mia amica di infanzia...”
Fyl cercò di essere superiore: “E non posso proprio fare niente per levartela dalla testa?”
Trunks accennò un sorriso: “Credo proprio di no”.
Fyl diede le spalle a Trunks, però lui poté notare ugualmente che lei spinse il petto in fuori e portò una
mano davanti alla bocca: “Ma tanto sai quanti ne trovo come te, disposti a sposarmi?
Muahahahahahahahahahah!”
In realtà tratteneva a stento le lacrime: si era presa una cotta per Goku, una per Goten, aveva avuto un
colpo di fulmine per Vegeta, ma con Trunks era stato diverso: lui era stato il primo ragazzo che l'avesse
considerata veramente e lei gli voleva bene sul serio.
Trunks non capì il conflitto che stava attraversando la ragazza, si era fatto ingannare dalle sue parole
piene di boria e, immediatamente, rigirò la chiave nella toppa: ora la porta era aperta e lui stava per
sgattaiolare via, ma Fyl si girò di scatto: “Trunks... ti posso chiedere un'ultima cosa?”
Trunks quasi aveva paura di quella richiesta, temeva che Fyl gli chiedesse cose sconvenienti come un
b... non riuscì a completare i suoi pensieri che Fyl gli si era già attaccata come una ventosa!
Appunto: la richiesta era un bacio di addio!
Eppure Trunks questa volta non respinse la ragazza, infondo si trattava solo di un bacio, l'ultimo
bacio... e poi la prima volta che l'aveva baciata, nel deserto, la sua lingua serpentina l'aveva fatto
impazzire!
Trunks, per dare il meglio di sé, la gettò sul letto senza staccarsi da quella dolce presa e Fyl pensò che,
dopotutto, non doveva essere poi così innamorato della sua amica di infanzia e forse lei aveva ancora
qualche speranza... e si rotolarono sul letto, avvinghiati come non mai...
Quel bacio appassionato fu interrotto da una ragazza che aprì di sorpresa la porta; Fyl, sopra Trunks,
voltò la testa e impallidì alla sua vista... quella era la sua nuova rivale, ne era certa...
L'epilogo (2° parte)
Goku non aveva mai visto Chichi così... così... indifesa: decise di allontanarsi un poco e lasciò che la
moglie versasse le ultime lacrime per lui...
Solo un paio di ore più tardi Chichi guardò indietro, in direzione di Goku, lui capì e senza dire una
parola si avvicinò e i due si teletrasportarono a casa.
Chichi si avviò verso la camera matrimoniale e Goku non ebbe il coraggio di seguirla, la sua
attenzione, piuttosto, venne attirata dalla porta della camera di Goten che si aprì lentamente: il ragazzo
si guardò intorno e poi si chiuse in bagno. Goku ripensò a come il figlio fosse furente la notte passata:
se non lo avesse fermato avrebbe distrutto tutta la vegetazione dei monti Paoz... pensò anche, quindi,
che fosse il caso di aspettarlo per parlargli!
Goten, uscendo dal bagno, incappò nel padre, gli venne in mente come lo aveva trattato la sera prima:
Goku avvertì l'aura di Goten che si stava incrementando [...]
Arrivato a casa sua, Goku vide Goten in presa alla rabbia: distruggeva uno dopo l'altro gli alberi e
qualunque cosa avesse intorno, Goku lo fermò da dietro ma Goten riuscì a liberarsi e scaraventò il
padre a terra.
Goten non sapeva riconoscere le aure, quindi aveva bisogno di vedere in faccia il suo avversario per
sapere chi fosse: si voltò lentamente e vide il padre... Goten aumentò l'aura e stava per radere al suolo
tutto la vegetazione dei monti Paoz, Goku si trasformò in super sayan e lo bloccò una seconda volta:
“Figliolo che stai facendo?”
Goten riuscì ancora a metterlo al tappeto, poi si voltò verso di lui con uno sguardo pieno di odio:
“Allora non l'hai capito: in questo momento la tua faccia è l'ultima cosa che voglio vedere!”
Goku capì che il figlio faceva sul serio, ma non gli poteva permettere di distruggere la foresta, allora
sprigionò tutta la sua forza, intorno a Goku brillava un'aura forte e potente... Goten non sapeva
percepire le aure ma chiunque aveva capito che Goku in quel momento era al massimo della potenza...
Goku: “Me ne vado solo se ti dai una calmata!”
Goten capì e guardò con disprezzo il padre: Becchan era innamorata di lui... perché? Chissà se lui
aveva mai ricambiato i suoi sentimenti... mille domande gli affollavano la mente e gli trafiggevano il
cuore, cercò di bloccare le lacrime almeno davanti al padre, poi gli voltò le spalle e tornò in casa
sbattendo la porta.
Sapere che la ragazza di cui era innamorato non aveva occhi che per il padre l'aveva ferito
profondamente: lui la considerava la donna della sua vita e lei amava uno che aveva sì la sua stessa
faccia... ma che non era lui... per questo Goten si soffermò ad osservare il viso del padre...
La sera prima avrebbe volentieri spaccato quella faccia, eppure questo non sarebbe bastato a levarlo dal
cuore di Becchan, né gli avrebbe procurato alcun sollievo dato che lui, per primo, adorava l'uomo che
aveva davanti, lo considerava il suo mito e aveva sofferto forse più di tutti per quei sette anni di
lontananza...
La notte in compagnia di Valese era servita a far sbollire la rabbia: gli aveva fatto bene parlare con
qualcuno, riflettere... e il rancore aveva ora lasciato il posto ad un grande vuoto; eppure, le parole di
Becchan: “Ora portami in camera tua Goku!” avevano insinuato un tarlo nella sua mente: quanto
erano intimi quei due?
Una parte di sé avrebbe voluto saperlo, l'altra pensava di aver sofferto già abbastanza, così abbassò lo
sguardo ma, cercando di sembrare il solito Goten, si grattò la testa e farfugliò: “Ciao papà”.
Goku gli posò una mano sulla spalla: “Figliolo, ...” Aveva notato quegli occhi lucidi, gonfi e arrossati,
come se avesse appena pianto; non sapeva proprio cosa dire: poteva intuire benissimo il motivo che, la
notte precedente, gli aveva fatto sprigionare tanta rabbia però non sapeva esattamente cosa gli avesse
detto Becchan, cosa suo figlio avesse scoperto della loro relazione... cosa volesse sentirsi dire in quel
momento...
Goku pensò che, se con Chichi si poteva giustificare ammettendo di amarle entrambe, con Goten era
diverso: con lui non aveva giustificazioni perché un buon padre rinuncerebbe a tutto per i suoi figli, un
buon padre non si sarebbe neanche messo in concorrenza con loro...
...un silenzio imbarazzante, la tensione nell'aria si poteva tagliare a fette...
La situazione peggiorò quando il ragazzo notò la porta della stanza matrimoniale chiusa e un sorriso
forzato che voleva regalare al padre come per proporgli di dimenticare tutto si spense sul nascere:
“...avete litigato?”
Goku fece un cenno con il capo; Goten bussò alla porta: “Mamma sono io, posso entrare?”
Chichi cercò di tenere un tono di voce dignitoso per non far capire di aver versato ancora amare lacrime
sul cuscino del marito nel loro letto matrimoniale: “Tesoro... ehm... è meglio di no...”
Goten aprì la porta il tanto che bastava per sbirciare nella stanza, e capì immediatamente la reazione
naturale che aveva avuto la madre: quando suo padre era tornato a casa dopo l'epica battaglia contro
Majin Boo aveva sperato di non dover più assistere a quei pianti disperati e invece... ecco che sua
madre aveva ancora bisogno di una spalla su cui piangere...
Goten si rivolse a Goku: “Comunque... la persona che vi ha fatto litigare è scomparsa poco fa...- e, con
una punta di orgoglio, verso l'uomo che faceva soffrire lui e sua madre aggiunse- in camera mia!” E
richiuse la porta prima di poter osservare la reazione del padre.
Goten davanti alla madre non riuscì a trattenersi e delle lacrime gli rigarono il volto: “Non sono venuto
per consolarti... non saprei cosa dire questa volta... ma se vuoi possiamo piangere insieme...”
Chichi aprì le braccia e accolse il figlio che le raccontò del dolore provato quando il dubbio si era
insinuato in lui... lei lo ascoltò in silenzio come solo una madre sa fare, il loro dolore si intrecciava e si
mischiava, così come le loro lacrime...
Goku entrò nella stanza di Goten e credette di sentire ancora il profumo alla vaniglia dei capelli di
Becchan, si sedette sul letto del figlio, sfiorò il copriletto... era sicuro che lei non avesse mai dormito
tra quelle lenzuola, no, era stata solo sua, lo sentiva... Goku chiuse gli occhi e ripensò ai momenti
trascorsi con Becchan: si chiese se ne fosse valsa la pena, per la loro felicità avevano mandato in
frantumi quella di tante persone una volta unite da un legame familiare...
Quando riaprì gli occhi si trovo davanti la foto che era stata scattata a Becchan e Goten allo spettacolo
dei delfini: Goten l'aveva attaccata, con una calamita, alla lampada sulla scrivania; Goku la prese in
mano e pensò a quante avventure aveva vissuto Becchan pur di poterlo incontrare, quante ragazze
avrebbero fatto lo stesso al suo posto? Goku ne conosceva una sola: Chichi che, da ragazza, si era
avventurata alla ricerca di quello sventurato che le aveva promesso di sposarla ma poi non era più
tornato! Un sorriso nacque sulle labbra del sayan a ripensare a match più bizzarro che avesse mai
disputato in un torneo di arti marziali.
Goku guardò ancora la foto e si soffermò sugli occhi di Becchan: erano grandi e limpidi... l'aveva
amata sin dagli allenamenti nella stanza dello spirito e del tempo per la sua semplicità, la naturalezza,
la spensieratezza, l'allegria, la determinazione... più pensava a Becchan e più, ora, il suo volto si
sovrapponeva a quello di Chichi: il carattere di Becchan era la copia identica di quello della moglie da
giovane! Perché Chichi con il tempo era cambiata così? Era stato lui a farla cambiare?
Senza accorgersene, Goku si addormentò nella stanza del figlio; Chichi, dopo aver consolato Goten ed
essere stata consolata a sua volta dal secondogenito, andò a cucinare: Goten si sedette a tavola ma
mangiò davvero pochissimo, Chichi, invece, non mangiò niente.
Chichi notò lo sguardo angosciato del figlio, e così allungò una mano verso la sua: “Posso andare a
chiamare tuo padre?”
Goten sospirò: “Mamma... come hai potuto perdonarlo sempre sino ad oggi?”
Chichi rimase sorpresa da questa domanda e, colta alla sprovvista, cercò di sviarla: “Pensavo che avessi
passato il periodo dei perché!”
Cercò anche di aggiungere una piccola risata, ma non servì ad ingannare il figlio: i suoi occhi
chiedevano ancora una risposta, una risposta sensata che aiutasse entrambi a trovare la forza per
perdonare quell'uomo per l'ennesima volta.
Chichi abbassò il capo, si portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e non riuscì a trattenere un'ultima
lacrima: “Perché... perché estrometterlo dalla mia vita sarebbe stato più difficile”.
Goten si sentì avvolgere dal profondo dolore della madre, le strinse la mano e si alzò dalla sedia con un
lieve sorriso: “Vado a chiamarlo”.
Chichi si asciugò quell'ultima lacrima e lo trattenne per la mano: “No, lascia... vado io”.
Chichi aprì la porta della stanza di Goten e trovò Goku addormentato sul letto e pensò di non
svegliarlo: più tardi gli avrebbe scaldato il pranzo che era avanzato. Lo guardò intenerita, per un attimo
giustificò Beccchan: si chiese come era possibile non amare un uomo simile che, seppur pieno di
difetti, era anche ricco di pregi. Purtroppo, prima di uscire dalla stanza, Chichi notò anche la foto che
Goku aveva in mano, gliela sfilò e la voltò: quando vide il viso allegro di Becchan i pensieri che le
avevano appena attraversato la mente sparirono all'istante, afferrò due lembi di quell'immagine e con
un gesto deciso stava per strapparla... ma in quel momento entrò Goten, stanco di aspettare in cucina:
“Allora?”
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La ragazza entrò nella stanza, afferrò Fyl per la cintura e la sollevò da Trunks, poi la gettò sulla parte
libera del letto, fece il giro lentamente, fino a raggiungere la malcapitata; Fyl, intanto, era
indietreggiata, rannicchiata, fino alla testata del letto... cominciava ad aver paura, molta paura...
Trunks guardava la nuova arrivata: era alta, forzuta(per aver sollevato Fyl come se niente fosse...), i
suoi capelli neri avevano i riflessi corvini e ricadevano morbidi su quel corpo longilineo, i suoi occhi
erano verdi come lo smeraldo e guardavano Fyl in modo minaccioso... Trunks non sapeva se doveva
intervenire: lui non sapeva neanche chi fosse quella ragazza mentre Fyl ne aveva paura, forse lei sapeva
chi era... quella sconosciuta, per l'abbigliamento, gli ricordava quella la protagonista di quel
videogioco... come si chiamava?
“STUPIDA!”
Mentre Trunks cercava di ricordarsi il nome di Lara Croft, la nuova arrivata accompagnò quell'offesa
con un sonoro ceffone sulla guancia di Fyl.
Trunks guardava le due ragazze allibito, gli occhi di Fyl si riempirono di lacrime e si portò una mano
sulla guancia dolorante: “AHIAAA!”
La sconosciuta si portò le mani sulla vita e Trunks riconobbe quella posa... il modo di fare era lo stesso
di Fyl: probabile che le due fossero parenti... Trunks, solo all'idea, iniziò a ridacchiare nervosamente.
La nuova arrivata non gli diede gran peso e cercò di mollare un altro ceffone a Fyl ma questa volta
Trunks intervenne e fermò il suo braccio: “Ehi, la smetti di comportarti come se fossi a casa tua?”
La ragazza si liberò dalla presa di Trunks: “A te ci penso dopo bel maschione! E tu, brutta cretina: la
mamma era preoccupata per te, ti rendi conto di quanto tempo sei assente da casa?”
Trunks: “Bel ma... maschione? Non mi dirai che tu sei...” Ormai non aveva più dubbi e Fyl,
rannicchiata vicino a Trunks, piagnucolando, presentò a Trunks la nuova arrivata: “Si, lei è mia sorella
maggiore...”
La ragazza si portò una mano sul petto: “Piacere, mi chiamo Myl”, e poi allungò la stessa mano a
stringere quella del sayan...
Myl guardò in malo modo la sorella: “Vorrei parlare con il tuo amico, puoi lasciarci soli?”
Fyl sapeva di non poter contrastare la sorella, contro di lei era una nullità, non poteva niente, e così
dovette lasciare la stanza, seppure stesse scoppiando di rabbia.
Myl accompagnò la sorella alla porta, sorrise in modo losco e fece girare due volte la chiave nella
toppa; Trunks iniziò a sudare freddo...
Myl si sistemò a carponi sopra il ragazzo, lui sorrise terrorizzato e allungò le mani sulle sue spalle
scoperte, dato che indossava un top a fascia, per cercare di tenerla a bada.
La ragazza aspetto di sentire il tocco di quelle mani grandi e SBAM! Myl aveva mollato un ceffone
anche a lui: “Sei un porco, lo sai quanti anni ha mia sorella?”
Trunks iniziò a sudare freddo: “Quatt... ehm... lei mi ha detto diciasette...” E Trunks in cuor suo
pensava di non aver detto una bugia: Fyl gli aveva detto davvero di avere solo un anno in meno di lui,
era stato Goten a rivelargli la verità in seguito.
Myl si mosse con fare sensuale ma aveva un sopracciglio alzato, come a far intendere al ragazzo di non
mentire: “Diciasette, eh? E tu ci hai creduto?”
Trunks non sapeva più cosa dire, eppure quella ragazza lo affascinava con quel carattere ribelle, doveva
trovare una via d'uscita e se non si era sbagliato quella ragazza ero molto simile a sua sorella, quindi la
avvolse con le sue braccia muscolose e le fece inchinare il busto all'indietro, poi si avvicinò al suo viso,
vicino, sempre più vicino: “L'importante ora è... quanti anni hai tu?”
Lei lo afferrò per il colletto della camicia: “Abbastanza per continuare il discorso che hai iniziato con
mia sorella!”
E quei visi si avvicinarono ancora di più, le loro labbra si suggellarono e le loro lingue iniziarono a
incrociarsi e scontrarsi e Myl si abbandonò completamente tra le braccia di Trunks.
Fyl, che osservava la scena in silenzio dallo spioncino stava letteralmente ribollendo di rabbia e, con i
pugni serrati, continuava a ripetere: “Lo sapevo io, lo sapevo io!”
Fyl doveva agire, doveva salvare Trunks dalle grinfie della sorella... era arrivato il momento che anche
Myl facesse la conoscenza di Vegeta...
L'epilogo (3° parte)
Chichi notò anche la foto che Goku aveva in mano, gliela sfilò e la voltò: quando vide il viso allegro di
Becchan stava per strapparla ma in quel momento entrò Goten: “Allora?”
Chichi trasalì: “Tuo padre si è addormentato!” E cercò, goffamente, di nascondere la foto al figlio ma
Goten se ne era già accorto e si avvicinò alla madre, prese la foto e la rimise al suo posto: “Questa
lasciamola qui, eh?”
Chichi annuì e cercò di giustificarsi portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio: “Ehm... era
scivolata...”
Goten osservò la finestra chiusa ma, notando il viso triste della madre, pensò di non insistere oltre,
piuttosto svegliò il padre e tutti e tre andarono in cucina.
Goku spazzolò i soliti cinque piatti di riso e fece grandi complimenti alla cuoca ma Chichi era piuttosto
fredda e triste ed era chiaro che anche Goten era di poche parole quel giorno...
Goku per la prima volta si sentì a disagio in casa sua, si sentì un estraneo: si era assentato tante volte
eppure non aveva mai provato queste sensazioni, aveva sempre ricevuto amore incondizionato dalla sua
famiglia e lui, erroneamente, l'aveva dato per scontato... per questo, dopo pranzo, decise di andare dal
Genio, forse per chiedere ospitalità per un po' di tempo...
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Fyl cercò Vegeta per tutta la casa, alla fine capì che doveva essere in bagno e dal rumore fragoroso
dell'acqua doveva essere proprio sotto la doccia, Fyl sghignazzò: poteva rigirare quella situazione a suo
favore...
La ragazza bussò con insistenza alla porta del bagno: “Vegeta, presto, è un emergenza!”
Vegeta, seppur infastidito, decise di dare ascolto alla ragazza, così afferrò l'asciugamano per legarselo
sulla vita ma si ricordò della reazione di Fyl la prima e ultima volta che l'aveva visto in quello stato,
quindi pensò che fosse meglio coprirsi con l'accappatoio del figlio.
Vegeta uscì dalla doccia e poggiò una mano sullo stipite della porta del bagno, per assumere un'aria
minacciosa: “Cosa vuoi? Un'altra lezione di volo?”
Fyl si finse ferita dalle parole dell'orgoglioso sayan: “Veramente... io sono solo venuta ad avvisarti...”
Vegeta alzò un sopracciglio e iniziò a provare interesse per le parole della ragazza: “Avvisarmi di
cosa?”
Fyl intrecciò le dita e iniziò a girare i pollici: “Ecco...”
Vegeta la afferrò per una spalla: “PARLA!”
Fyl, tutto d'un fiato sputò il rospo: “TRUNKS STA PER FARE SESSO!”
Vegeta sgranò gli occhi, poi le sue sopracciglia si abbassarono e l'espressione prima corrucciata, poi
sorpresa del principe dei Sayan si sciolse in una grossa risata; infine fece uno sguardo allusivo: “Questo
è un problema tuo, non mio...”
Fyl sbuffò per l'arroganza del sayan e gli voltò le spalle: “Però anche Trunks... dire a quella ragazza di
malaffare: -Facciamolo qui, in camera dei miei!- Che pensieri sconci quel ragazzo!” E si allontanò di
qualche passo con fare sconsolato.
Vegeta alzò le spalle, portò le braccia indietro e gonfiò il petto, strinse i pugni e si avviò con passo
deciso verso la sua camera da letto.
Fyl sghignazzò: “Myl non dovevi toccare Trunks, è stato un grosso errore! -poi la sua espressione
mutò- E tu, Trunks, non dovevi mentimi: non mi sembri poi così innamorato di questa amica di
infanzia!”
Myl aveva appena sbottonato la camicia di Trunks e accarezzava i suoi pettorali perfetti, poi scese più
giù, verso gli addominali scolpiti, legata a lui da baci sempre più focosi.
Trunks sembrava proprio essersi dimenticato non solo dell'amica di infanzia di cui diceva di essere
innamorato, ma anche di tutto il resto del mondo: esistevano solo lui e quella ragazza sensuale che
teneva tra le sue braccia forti; Trunks la aiutò a coricarsi sul letto e si sistemò sopra di lei, piegato sulle
ginocchia, e si strappò la camicia; lei, stretta dalla dolce presa delle sue gambe muscolose, assistette a
quello spettacolo magnifico, da togliere il fiato.
Trunks le sorrise maliziosamente e appoggiò le mani sulle sue spalle, per farle capire che era ora che
anche lei iniziasse a spogliarsi.
“COFF, COFF!”
Vegeta aveva provato ad aprire la porta ma aveva notato una certa resistenza: la porta era chiusa a
chiave ma per lui non fu un problema, ci mise solo un po' più di forza ma riuscì ad aprirla ugualmente.
Il sangue di Trunks si gelò nelle vene e, lentamente, si voltò: “Pa... papà!”
Il suo viso divenne rosso, poi viola, non aveva parole per giustificare quella situazione imbarazzante.
Vegeta si finse calmo: “Trunks... cosa ci fai in camera mia?”
Myl spostò leggermente la testa per vedere chi era apparso sulla porta a disturbarli e, poi, era molto
curiosa di vedere la faccia del padre di Trunks, voleva controllare se il detto “Tale padre, tale figlio”
fosse vero...
Nel frattempo era sopraggiunta anche Bulma: a lei Fyl aveva detto che Vegeta aveva sorpreso Trunks a
fare sesso nella loro camera e si era arrabbiato.
Sfortunatamente, dalla sua posizione, Myl non poteva vedere né la sorella, né tanto meno la donna con
i capelli azzurri che era con lei., quindi lanciò a Vegeta una proposta indecente: “Ehi, bel fustacchione,
levati quell'accappatoio e unisciti a noi!”
Trunks impallidì e guardò esterrefatto la sorella di Fyl, sapeva che la ragazza che riempiva di baci fino
ad un attimo prima aveva appena firmato la sua condanna a morte: Vegeta divenne paonazzo dalla
rabbia e dall'imbarazzo ma il figlio non fece in tempo a vedere la sua reazione perché il principe fu
spostato da un gesto fulmineo della moglie.
Trunks iniziò a sudare freddo: “Mamma, ci sei anche tu...” E, intuendo le sue intenzioni, scese dal letto
e fece finta di cercare la sua camicia.
Bulma si avvicinò da Myl con aria minacciosa: “Tu e mio figlio potete fare quello che volete, ma non
azzardarti a immischiare anche mio marito nei vostri giochetti torbidi, ci siamo capite?”
Myl mosse la testa in su e in giù, poi Bulma incrociò le braccia sul petto: “Ma poi tu... da dove sei
saltata fuori?”
Myl con aria innocente indicò Fyl: “Sono sua sorella”.
Bulma alzò le braccia al cielo: “Oh santissimo Dende! Solo la sorella ci mancava!”
Vegeta, invece, si portò una mano sulla fronte: improvvisamente gli era venuto un gran mal di testa...
Bulma: “Bè, ma sei venuta per riportarla a casa e ora ve ne andate, vero?” E la aiutò, quasi gentilmente,
ad alzarsi dal letto.
Fyl: “Bulma non posso restare fino al compleanno di Goten?”
Bulma sgranò gli occhi: “EH?! Ma sei mat... Ehm.. cioè... tesoro, manca un mese al compleanno di
Goten...”
Fyl piagnucolò un po' e Bulma cercò di trovare un accordo: “Se torni tra un mese, per la festa, puoi
dormire a casa, non c'è bisogno di passare un mese qui a casa nostra, la tua famiglia sarà in pensiero
per te, tua sorella è venuta qui apposta per te e...”
Vegeta: “E, insomma, la risposta è NO!”
L'epilogo (4° parte)
Bulma sembrava rinvigorita dalla notizia che Fyl e la sua odiosa sorella avrebbero levato presto le
tende da casa sua e, in un ultimo, estremo gesto di bontà, le invitò a pranzo; tra sé e sé pensò: “Non
posso certo lasciarle morire di fame, ci manca solo che venga a casa mia pure la madre a protestare!”
Bulma e le due sorelle, quindi, iniziarono ad incamminarsi verso la sala da pranzo, Vegeta indicò al
figlio la camicia per terra, quasi sotto al letto, Trunks la raccolse e si accorse che era ridotta piuttosto
male(se l'era strappata via con troppa forza!), quindi, nervosamente, disse: “Mi sa che è meglio
cambiarla!”
Vegeta sorrise e gli voltò le spalle: “Ah, Trunks: non ti dimenticare di sistemare il letto mio e di tua
madre!”
Trunks guardò il letto matrimoniale: in pochi attimi di passione aveva stravolto coperte e lenzuola; un
gocciolone si materializzò sulla testa di Trunks: “Ehm... ok, papà”. E, tutto sommato, pensò che gli
fosse andata bene: suo padre avrebbe potuto essere più severo.
Vegeta aggiunse: “Per tutto il mese, ovviamente! E dovrai rifare anche il letto di tutti gli ospiti che
verranno in questa casa, ad esempio di quelle due mocciose... visto che ti piace tanto sconciarli
vediamo se ti piace anche rifarli!”
Trunks sbuffò e pensò che più tardi avrebbe negoziato con la madre questa assurda punizione!
A tavola Myl continuò a guardare con insistenza il sayan più maturo: pensava che Vegeta fosse molto
più affascinante del figlio: non gli staccò gli occhi di dosso neanche per un attimo e, quando poté, gli
lanciò delle occhiatine maliziose.
Vegeta, dal canto suo, sembrava infastidito dalla ragazza, però non fece nulla per indurla a farla finita
con certi atteggiamenti, si limitò ad arrossire dall'irritazione e a tenere lo sguardo basso.
Trunks, infastidito dall'idea che la sua nuova fiamma potesse immaginarsi tra le braccia di suo padre,
come se non le fosse bastato stare tra le sue, pensò che fosse il caso di riappacificarsi almeno con Fyl
che, stranamente, il giorno non aveva occhi per lui ma sembrava solo e sinceramente delusa all'idea di
andar via.
Bulma, invece, osservò prima Fyl, e quasi si pentì della sua decisione, poi, quando lo sguardo si posò
su Myl, che ammiccava maliziosamente al marito, ribollì di rabbia, quella vena sulla fronte cominciò a
pulsare e si congratulò con sé stessa.
A tavola mancavano le bambine, Bra e Pan, che erano state portate al Mc Donalds dai genitori di
Bulma.
Myl, ad un certo punto, pensò che fosse il caso di passare all'attacco con Vegeta e così si levò la scarpa
e cominciò a sfregare il piede contro la gamba muscolosa del sayan, poteva sentire il jeans teso sui suoi
muscoli... Vegeta, spostò leggermente la sedia.
Myl ci riprovò e raggiunse nuovamente la sua gamba, questa volta sfregò il piede sul ginocchio
massiccio... Vegeta spostò la gamba ancora più in là.
Myl non era certo tipa da demordere per così poco e raggiunse ancora una volta la gamba poderosa del
sayan, cominciò a sfregare il suo piede su e giù, su e giù finché non si rese conto che questo gesto le era
facilitato dai collant che ricoprivano quella gamba... Myl si fermò di colpo: guardò attentamente
Vegeta e la persona che gli sedeva accanto, Bulma, e si rese conto di aver sbagliato la gamba su cui
strusciarsi!
Bulma si alzò di scatto e sbatté le mani sul tavolo: “Questo... QUESTO E' TROPPO! Dovete andare
via, ORA!”
Fyl alzò improvvisamente la testa, guardò Bulma negli occhi accessi d'ira, poi si voltò verso la sorella e
Myl le fece un sorrisetto di circostanza, Fyl non capì cosa fosse successo ma scappò via piangendo.
Bulma fu categorica con Myl: “Segui tua sorella!” E accompagnò la frase con un gesto della mano
verso la porta della sala.
Myl fece un gesto come per indicare che la cosa avesse scarsa importanza: “Oh, vedrai che quando si
calmerà tornerà!”
Bulma strinse i pugni: “Brutta... brutta... ma come ti permetti?”
Vegeta, tranquillamente, si ripulì la bocca con un tovagliolo, poi si alzò in piedi e fece cenno alla
moglie di smettere di urlare: “La accompagno io alla porta!”
Il suo sguardo non prometteva nulla di buono... e, infatti, fu così che anche Myl imparò a volare...
xxx
Goku scese dalla sua fedele nuvoletta con un balzo e atterrò davanti alla tartaruga e la salutò con il suo
solito spirito allegro: “Ehilà!”
Il Genio si affacciò alla finestra e notò la nuvola Speedy che si allontanava: “Goku... da quand'è che hai
disimparato a volare?”
Goku si grattò la testa: “Avevo solo voglia di tornare ai vecchi tempi...”
Il Genio si avvicinò alla porta di casa e la aprì per permettere a Goku di entrare: “Quando vuoi tornare
ai vecchi tempi sei sempre il benvenuto, ragazzo mio!”.
Goku ringraziò ed entrò in casa; trovò Crili sul divano e i due si salutarono affettuosamente, C18,
com'era sul solito, rimase in disparte.
Goku passò la serata immerso nei ricordi con il suo amico Crili e il Genio; arrivata una certa ora, C18
gli rivolse la domanda che più temeva: “Goku, hai intenzione di fermarti anche per cena?”
Goku si grattò la testa e Genio decise di toglierlo da quella situazione imbarazzante: “Goku non vorrai
andare via proprio ora, vero? Non ti facciamo andare via fino a domani mattina come minimo!”
Goku finse di rifiutare, ma il Genio insistette e, infine, accettò con piacere: stare lontano da casa sua
per schiarirsi le idee era la cosa che desiderava maggiormente in quel momento.
Quando C18 tornò in cucina, le facce di Crili e di Genio cambiarono improvvisamente espressione e il
migliore amico di Goku prese la parola: “Goku... se c'è qualche problema... ne puoi parlare con noi...”
Goku: “Vi ringrazio ma... ho solo bisogno di riflettere...”
Genio gli diede una pacca sulla coscia: “Eheheh: Goku non ti preoccupare, capita a tutti di sbavare per
il bel corpo giovane di una ragazza... e poi devo dire che quella Becchan aveva davvero delle grandi
qualità!” E iniziò a ridere sguaiatamente.
Crili lo guardò in malo modo, pensando che il vecchietto avesse bevuto decisamente troppo, e Goku si
grattò la testa, entrambi pensarono che il Genio non aveva capito niente del sentimento che era nato tra
Goku e Becchan.
Genio aveva letteralmente la bava alla bocca ripensando alle grandi qualità della ragazza, così Goku si
rivolse a Crili, che gli sembrava più affidabile: “Vedi, io penso che Becchan mi ha attratto per le stesse
ragioni che mi hanno fatto innamorare di Chichi ma... come spiegarlo a mia moglie?”
Crili: “Ma... è stata Chichi a buttarti fuori di casa?”
Goku: “Oh no, assolutamente è che io non ho neanche il coraggio di guardarla in faccia, proprio perché
non si è arrabbiata come al solito... ha detto solo che l'ho delusa...”
Crili annuì: “Capisco”.
Goku: “Crili io devo chiarire con lei, lei deve sapere quello che provo... sai? Mi ha anche sciolto dalla
promessa”.
Crili era esterrefatto: “CHE COSA? Ma...”
I due non poterono continuare il discorso visto che C18 apparve sulla soglia della porta: “E' pronto! Se
avete fame venite a tavola, se no fate un po' come volete”.
Goku si precipitò a tavola però il cibo preparato da C18 non aveva lo stesso sapore di quello preparato
dalle mani di sua moglie e, soprattutto, la famiglia di Crili viveva molto modestamente alla Kamehouse quindi Goku non poteva mangiare a volontà e di certo C18 non gli avrebbe preparato mai tanto
cibo quanto bastava per saziarlo... solo Chichi l'avrebbe fatto per lui... più pensava a lei, più si rendeva
conto di aver sposato una donna più unica che rara!
Dopo cena Goku andò in veranda e si sedette su una vecchia sedia a dondolo a pensare; C18,
improvvisamente, apparve alle sue spalle: “Dunque sei venuto da noi per tornare ai vecchi tempi?”
Goku, preso alla sprovvista, quasi si spaventò e si voltò di scatto: “Ah, C18 sei tu! Sai, abituato a
sentire l'aura di chi mi si avvicina, posso avere la situazione sotto controllo, quindi mi fa ancora un
certo effetto che i cyborg come te possano...” Goku pensò che fosse il caso di non finire la frase.
C18: “Bé? Lasci la frase a metà?”
Goku: “Scusa non volevo dire quella parola...”
C18: “Invece hai trovato proprio la parola chiave: Crili mi ha raccontato che, quando Trunks è venuto
dal futuro ad avvisarvi del pericolo di noi cyborg, tu eri eccitato all'idea di una nuova sfida, spaventato
forse, ma comunque non ti saresti mai perso questa sfida se non fosse stato per la malattia cardiaca,
giusto?”
Goku annuì, pensava che C18 avesse intuito il motivo di quella visita, ma ora non riusciva a trovare il
nesso tra quel discorso e il suo matrimonio...
C18 proseguì: “Forse Crili si è sbagliato, forse ricordo male io... o forse una volta non ti saresti mai
tirato indietro... dunque hai ragione tu: meglio tornare ai vecchi tempi, se ora sei diventato così!” E
tornò in casa.
Goku aveva capito perfettamente le parole della donna: cosa ci faceva su quell'isoletta? Lui doveva
riconquistare sua moglie, doveva riconquistare Chichi... ma come?
L'epilogo (5° parte)
Trunks raggiunse Fyl in un baleno: la ragazza si era rifugiata nei giardinetti dove lei e Trunks avevano
accompagnato Bra e Pan a giocare.
Fyl ora dondolava sull'altalena, Trunks la notò, si avvicinò a lei e le diede una spinta forte sulla schiena
e Fyl volò in avanti, poi, quando tornò indietro Trunks frenò il gioco abbracciando la ragazza: “Ti ho
trovata”.
Fyl, decisamente seccata, si liberò da quella presa e si alzò dall'altalena; Trunks la seguì: “Sei... sei
offesa?”
Fyl si girò e lo fissò negli occhi con uno sguardo truce, poi avanzò verso il sayan con aria minacciosa e
Trunks indietreggiò: “Offesa? E perché dovrei esserlo? Mi hai gentilmente rifiutato perché sei troppo
innamorato della tua amica di infanzia, però a mia sorella non hai detto la stessa cosa!”
Trunks fece una risatina nervosa: lui non sapeva che anche Fyl li avesse visti; ecco ora spiegato il suo
atteggiamento strano anche a pranzo!
Trunks cercò di giustificarsi: “E' lei che mi ha provocato...”
Fyl quasi si mise a piangere: “Io non so più quante volte l'ho fatto!”
Trunks: “Eddai che ho ceduto un paio di volte anche con te...”
Fyl voltò il viso in modo da non dover vedere Trunks negli occhi: “Per me non era un gioco, era
diverso, tu eri diverso... ma è evidente che mi sono sbagliata!”
Trunks provò ad afferrarle una mano per trattenerla: si sentiva in colpa per come l'aveva trattata; il
ragazzo sentì un nodo formarsi nella sua gola, Fyl ormai aveva il magone da quando lo aveva visto
avvinghiato alla sorella: nonostante tornasse a suo svantaggio, Trunks era riuscita ad affascinarla
persino con la scusa di voler restare fedele a un vecchio amore, salvo poi tradire lei e il vecchio amore
poco dopo.
Fyl: “Farò come ha detto tua madre: tornerò a casa”.
E Trunks non ebbe il coraggio di trattenerla oltre...
xxx
La notte era calata e quasi tutti nella Kame-house dormivano, quasi tutti... tranne Crili...
L'uomo si alzò dal letto e scese in cucina, dove bevve un bicchiere d'acqua; appurato che, con questi
gesti, non aveva svegliato nessuno, si decise a passare all'azione e iniziò a rovistare in un armadio a
muro nella sala: cercava i giornaletti che era solito leggere il Genio; a Crili non era sfuggito quel grosso
pacco che era arrivato sull'isoletta qualche giorno prima e anche lui era curioso di dare un'occhiata agli
ultimi numeri.
Crili cercò al solito posto, ma qui trovò solo i vecchi numeri; poi, ad un tratto, un volume con una
copertina in pelle attirò la sua attenzione: Crili ben presto si rese conto che quello non era uno dei soliti
giornaletti, quello aveva tutta l'aria di essere un diario. Crili tolse la pila tascabile dai pantaloni del
pigiama e iniziò a leggere:
“9 giugno
Oggi sulla spiaggia ho incontrato una ragazza bellissima.
Era accompagnata da un bambino e, insieme, avevano aiutato la mia tartaruga, quindi li ho
ricompensati.
E' proprio vero che chi fa del bene riceve bene: le ho chiesto di farmi vedere le sue mutandine e lei mi
ha permesso di vedere molto di più!”
Crili sghignazzò: il Genio gli aveva raccontato tante volte quell'episodio e lui capì che si trattava del
primo incontro con Goku e, soprattutto, con Bulma!
Voltò pagina:
“13 giugno
Dopo giorni passati ad accontentarmi delle ragazze della tv e dei giornaletti, ho rivisto quella ragazza
bellissima; oggi è stata anche più generosa: mi ha fatto vedere il suo bellissimo seno e mi ha persino
fatto fare patpat!”
Crili sghignazzò ancora: “E chi se lo aspettava che il Genio avesse un diario segreto?”
Dietro di lui C18 sbatté nervosamente un piede a terra e Crili pregò affinché si trattasse di quel
buontempone di Goku, invece la voce della moglie gli fece gelare il sangue nelle vene: “E chi se lo
aspettava che a te piacesse questo tipo di letture...”
Crili si voltò imbarazzatissimo: “Ecco... vedi... io...”
C18 afferrò il marito per il collo del pigiama e lo riportò in camera con lei; lui, sulle scale, continuava a
ripetere: “Lo facevo per Goku, ho scoperto come fargli fare pace con Chichi!”
Ma C18 continuò: “Pace? Se converti anche lui a questo genere di letture Chichi chiederà il divorzio!
Trova una scusa migliore, sei patetico!”
Goku si svegliò per il casino che avevano fatto quei due e, visto che ormai era sveglio, scese in cucina a
mettere qualcosa sotto i denti, notò che qualcuno aveva aperto l'armadio a muro e che alcuni oggetti
erano sparsi per la stanza, ridacchiò quando vide le riviste di Genio: “Eh, Crili... hai una moglie
bellissima e perdi tempo con queste? Lasciale a Genio!” E, pazientemente, rimise a posto i giornaletti;
poi, anche la sua attenzione fu attirata dal diario di Genio che era capovolto e, quindi, era rimasto
aperto all'ultima pagina letta da Crili, anche Goku si immerse nella lettura:
“13 giugno
Dopo giorni passati ad accontentarmi delle ragazze della tv e dei giornaletti, ho rivisto quella ragazza
bellissima; oggi è stata anche più generosa: mi ha fatto vedere il suo bellissimo seno e mi ha persino
fatto fare patpat!
Mi aveva promesso che mi avrebbe fatto vedere le sue grazie se avessi aiutato il mio ex-allievo Giuma,
poi, al momento della ricompensa, mi ha chiesto se volessi fare anche patpat... e certo che lo volevo,
non desideravo altro!
Oggi mi sono sentito un Genio felice!”
Goku ridacchiò e pensò che quella che Genio si era spupazzata non era Bulma ma Oscar trasformato, a
lui Bulma l'aveva raccontato qualche tempo dopo, chissà se anche il Genio poi ne era stato messo al
corrente!
Goku ripensò anche che quel giorno lui aveva conosciuto Chichi e, mentre il Genio credeva di fare
patpat con Bulma, loro si erano scambiati quella bizzarra promessa di matrimonio... solo ora, molti anni
più tardi e quando Chichi l'aveva sciolto dalla promessa, ne capiva l'importanza.
Goku diede un'ultima occhiata a quella pagina, poi richiuse il diario del Genio e lo rimise al suo posto,
diede una riordinata ai giornali che Crili aveva tirato fuori e, infine, richiuse l'armadio a muro e si avviò
sconsolato verso la cucina.
Accese alla luce e aprì il frigo, mentre mangiava osservava il calendario, quand'è che lui e Chichi si
erano conosciuti? Ah si, il 13 giugno, l'aveva letto poco prima...
Goku pensò che Chichi era un vero portento a ricordarsi le date eppure l'anniversario della promessa
era sicuro che non se lo ricordasse neanche lei.
Improvvisamente gli venne un'idea e il boccone che stava masticando quasi gli andò di traverso, si alzò
di scatto, viola in faccia, e scolò tutta l'acqua della prima bottiglia che riuscì ad afferrare, poi si batté la
mano sul petto e guardò l'orologio: segnava le 00:15.
Goku si avvicinò al calendario, incredibile ma vero, la fortuna lo aveva assistito ancora una volta: il 13
giugno era iniziato da un quarto d'ora.
Quel giorno tutto era iniziato e quel giorno, ne era sicuro, tutto sarebbe ripreso a scorrere come se
niente tra loro si fosse mai interrotto.
Goku, più emozionato che mai, ritornò a letto: doveva trovare il regalo giusto per festeggiare questo
importante anniversario.
L'epilogo (6° parte)
Goku si alzò di buon'ora con un'ottima idea e si precipitò da Giuma, questa volta volando: aveva ancora
diciannove ore a disposizione per trovare il regalo per Chichi e doveva sbrigarsi; questo, però, non gli
impedì di aiutare una ragazza che trovò lungo la strada: Goku la vide riversa a terra e scese a darle una
mano.
Goku si inchinò e sollevò la testa della ragazza, poi la schiaffeggiò leggermente: “Ehi, tutto bene?”
Lei aprì lentamente i suoi bellissimi occhi verdi: “Ma... tu...”
Goku le sorrise: “Ti ho trovato qui svenuta, tutto bene?”
Gli occhi della ragazza assunsero una forma a cuoricino: “Ma tu sei bellissimo!” Abbracciò il sayan e
strusciò la guancia contro i suoi pettorali perfetti.
Goku riuscì a scansarla e pensò di volare via dato che la ragazza aveva dimostrare di essere in perfetta
forma! Lei, però, si attaccò al suo stivaletto prima che potesse nuovamente spiccare il volo: “Ti prego,
non te ne andare, rimani con me!”
Goku cercava di scrollare il piede per liberarsi da quella presa fastidiosa: “Ma cosa vuoi da me? Sono
sposato!”
E la ragazza ribatté: “Ma io non sono gelosa!”
Goku si portò una mano sulla fronte: ma sua moglie certo che lo era! In che guaio si era cacciato!
La ragazza lo supplicò: “Fammi strappare la tua tuta a morsi, voglio vedere quello che c'è sotto!”
Goku sgranò gli occhi e rispose imbarazzato: “Eddai, ma cosa dici, ti prego... devo andare...
MOLLAMIII!”
Ma la ragazza non ne voleva sapere di lasciare la presa, allora il sayan aumentò l'aura e questo bastò ad
allontanarla.
Goku si alzò in cielo e vide la ragazza che piagnucolava, si grattò la testa: quella zona era deserta,
poteva lasciarla lì da sola? E così scese nuovamente a terra e la ragazza saltò immediatamente tra le sue
braccia e con i denti cercò davvero di strappare via la casacca di Goku!
Il sayan le mise una mano davanti alla bocca come a farle da museruola: “E stai buona! Se mi prometti
di non darmi fastidio ti porto via da questo luogo desolato!”
La ragazza gli chiese maliziosamente: “Ah, non ti piacerebbe farlo in questa foresta?”
Goku arrossì e gli sfiorò la punta del naso come si fa con i bambini: “Non con te, questo è certo!”
La ragazza si finse offesa e Goku le chiese il suo nome, lei rispose: “Io? Io mi chiamo Myl”.
Goku doveva andare da Giuma e preparare la sorpresa per Chichi, non poteva portare con sé quella
ragazza così appiccicosa, così decise di chiedere un favore a una vecchia amica e in men che non si
dica arrivò alla Capsule Corporation.
La ragazza sghignazzò a vedere l'edificio giallo tondeggiante e Goku non ci fece caso: pensò che lo
avesse visto in televisione, o su qualche rivista: la Capsule Corporation era sempre stata un'azienda
molto importante.
Goku rifletté un attimo se fosse il caso di parlare con Bulma o con Vegeta e giunse alla conclusione che
non ci fossero dubbi: meglio vedere Bulma, ma, proprio in quell'istante, Trunks uscì da casa.
Goku lo salutò allegramente: “Ehilà Trunks, come va?”
Trunks stava per rispondergli quando qualcosa o, meglio, qualcuna gli saltò addosso e, preso alla
sprovvista, ruzzolò a terra; quel qualcuno aveva i capelli lunghi e gli occhi verdi... Trunks sospirò:
“Ciao Myl, e tu cosa ci fai ancora qui?”
Goku si piegò leggermente sulle ginocchia e indicò i due: “Voi... voi due vi conoscete?”
Trunks sospirò ancora: “Eh si... purtroppo!”
Goku: “Ah, benissimo: allora Trunks pensaci tu a questa ragazza, io devo andare! Ciao!”
E volò via prima che Trunks potesse reagire, il ragazzo sbatté la mano sulla fronte e sospirò ancora una
volta: “Cosa ho fatto di male?”
Myl gli prese il naso tra le dita: “Ehi, ieri però non sospiravi così!”
La ragazza si avviò verso casa con passo deciso ma Trunks la trattenne per un braccio: “Ma sei matta?
Se mia madre ti vede qui ti uccide!” E lanciò la solita capsula jet.
Myl non esitò a salirci sopra: “Giusto, facciamo una fuga d'amore!”
Trunks salì sul jet, accese il motore: “No, tu torni a casa: in questo preciso istante!”
L'epilogo (7° parte)
Goku arrivò a casa di Giuma e la mise letteralmente a soqquadro ma non riuscì a trovare il regalo che
aveva in mente per la sua Chichi, eppure era sicura che lei, molti anni fa, avesse lasciato quell'oggetto a
casa di suo padre.
Si era sbagliato.
E ora da dove poteva ricominciare?
Possibile che quell'oggetto si trovasse a casa sua, tra i monti Paoz e che lui non l'avesse mai notato? Bé,
Goku doveva fare almeno un tentativo e così telefonò a Goten per chiedergli di portare fuori sua madre,
così che, senza Chichi, lui potesse cercare indisturbato per la casa. Goku aveva detto al figlio solo che
doveva preparare una sorpresa per la moglie e il ragazzo gli promise di uscire con lei e lo avvisò di
dirigersi verso casa non appena avesse sentito le loro aure allontanarsi dai monti Paoz.
Goten, dunque, propose alla madre di accompagnarlo al centro commerciale, Chichi dapprima si
oppose, poi decise di andare con il figlio, a patto che lui le desse il tempo di preparare anticipatamente
il pranzo.
Il ragazzo non le chiese il perché: sapeva che sua madre, nonostante tutto, era preoccupata per Goku
che, la notte precedente, non era tornato a casa e, infatti, Chichi pensò di lasciare qualcosa di pronto
nella speranza che Goku, affamato, tornasse a casa, magari proprio perché avvertiva che quella era
vuota.
Goten pensò che, nonostante tutto, il rapporto tra i loro genitori aveva superato mille difficoltà... e forse
poteva superare anche questa: ora poteva capire a pieno le parole della madre, ecco perché per lei era
più facile perdonarlo che non allontanarlo definitivamente...
Un paio di ore più tardi Goku poté accedere a casa sua: immediatamente iniziò a cercare nel ripostiglio;
qui, in un ampio mobile a muro, Chichi aveva conservato i ricordi di quando i figli erano piccoli. Goku
ispezionò dapprima il contenuto dei cassetti ma qui trovò solo i vestitini di Gohan e Goten bambini: gli
abitini di Gohan era in grado di riconoscerli e, in alcuni casi, anche di associarli a qualche ricordo; i
vestitini del piccolo Goten, invece, era come se li vedesse per la prima volta e, in quel momento, si
sentì immensamente triste per aver perso sette anni della vita del figlio.
Goku pensò anche che aveva sposato una donna meravigliosa che, nonostante avesse appena perso il
marito, era riuscita a crescere nel migliore dei modi un nuovo figlio e non gli aveva fatto mancare
nulla, in particolar modo l'amore: ne era la dimostrazione l'affetto che ancora oggi legava in un modo
unico e speciale Chichi e Goten.
Goku, non avendo trovato ciò che stava cercando, era intenzionato a richiudere i cassetti, per cercare
negli scatoloni e oltre ma, nel secondo cassetto, quello che conteneva i vestitini del piccolo Goten, notò
un fascio di lettere... per un attimo trattenne il fiato e pensò: “E se scoprissi che Chichi non ha passato
da sola quei sette anni?”
Deglutì.
Doveva saperlo e, con decisione, afferrò il fascio di lettere, erano tenute insieme da un fiocco azzurro,
probabilmente quello che la donna aveva appeso fuori dalla porta per annunciare la nascita del
secondogenito.
Le lettere non recavano né destinatario, né mittente, Goku prese fiato e aprì la prima:
“Caro Goku,
il mese scorso ci hai lasciati e una parte di me è morta assieme al mio uomo, insieme a te.
Ho passato un mese a riempire di lacrime il tuo cuscino e a rigirarmi nel letto matrimoniale, nel nostro
letto che ora, ogni notte, accoglie solo me.
Tu non ci sei più e io non sono l'unica a sentire la tua mancanza: tante volte mi sono trovata a
piangere abbracciando il nostro Gohan e le mie lacrime si mischiavano alle sue e, insieme, abbiamo
cercato e trovato la forza per andare avanti; eppure io ho continuato a piangere di nascosto e neppure
il tempo è riuscito a lenire questa ferita che mi attanaglia il cuore; sono stata male e il mio malore è
aumentato, finché non ho trovato una nuova ragione di vita...
Goku non ti dimenticherò mai (come potrei farlo?), sarai sempre nel mio cuore, eppure, se davvero da
lassù ci guardi, non ti stupire se non verserò più lacrime per te, non mi posso più permettere di farlo,
non devo farlo per i nostri figli... eh si, hai letto bene:
Goku, ti informo che tra 8 mesi diventerai padre per la seconda volta.
Per sempre tua
Chichi”
Goku voltò il viso e lo coprì con una mano e si morse un labbro dalla rabbia, dal rimorso di essere stato
troppe volte insensibile con Chichi, di non averle dimostrato più spesso quanto tenesse a lei, di averla
lasciata sola.
Goku, inoltre, si vergognò di aver pensato che la moglie lo avesse tradito, come aveva potuto
dubitarne? Per sempre tua Chichi.
Goku promise che, semmai lei lo avesse perdonato, non l'avrebbe più abbandonata.
Goku lesse anche le altre lettere: Chichi gli aveva scritto più o meno una volta al mese come per
informarlo delle ultime novità.
Goku pensò che quella promessa che si erano scambiati da bambini era stata la sua fortuna: non
avrebbe potuto trovare una moglie e madre dei suoi figli migliore e lui non poteva vivere senza di lei;
doveva riconquistarla e per fare questo doveva ritrovare quell'oggetto! Quando stava per riporre quelle
lettere nel cassetto, accanto ai vestitini di Goten, pensò che, visto che erano tutte indirizzate a lui,
poteva anche sistemarle nel suo cassetto del comodino.
Dopo questa azione, Goku si rimise al lavoro e iniziò a spostare gli scatoloni, anche qui il sayan fece un
tuffo nei ricordi: c'era il passeggino di Gohan, l'attrezzatura per il pic nic, i libri di Gohan, tutto
ordinatamente riposto negli scatoloni e sopra ogni scatolone Chichi aveva scritto il contenuto, quindi
pensò che non fosse il caso di aprirli uno per uno: sopra nessuno di essi aveva letto ciò che avrebbe
voluto trovare.
Chiuso l'armadio dei ricordi Goku si dedicò alla dispensa, sperando che quell'oggetto fosse finito lì
inavvertitamente ma, per sua sfortuna, non fu così: effettivamente pensò che, se fosse stato nella
dispensa, di sicuro se ne sarebbe accorto prima!
Dopo tre ore di ricerche Goku era esausto e dispiaciuto per non essere riuscito a ritrovare il simbolo del
suo amore con Chichi, fortunatamente aveva pensato anche a un piano di riserva... e, quindi, tornò alla
Capsule Corporation, questa volta per parlare con Bulma...
xxx
Trunks e Myl, intanto, erano già arrivati a destinazione; la madre di Myl le corse incontro e l'abbracciò,
poi squadrò per bene il ragazzo che era accanto a lei: “Non sarà mica il tuo promesso sposo?”
Trunks rispose gentilmente: “No, signora: ho solo riaccompagnato a casa sua figlia”.
Myl, invece, scosse la testa: “Macchè, sapessi quanti fustacchioni migliori di lui ci sono in città! Ne ho
visto uno con una tuta rossa che era la fine del mondo!”
Trunks non aveva parole per ribattere, anzi, c'era proprio rimasto male!
La madre di Myl chiese dove si trovasse l'altra figlia, Fyl, e i due appena arrivati non seppero cosa
rispondere, quindi Trunks le chiese di poter restare lì da loro finché anche Fyl non avesse fatto ritorno.
La madre delle ragazze acconsentì: Trunks poteva pur sempre essere un ottimo partito per una delle
altre figlie!
L'epilogo (8° parte)
Goten e Chichi tornarono a casa; la donna aveva un sorriso radioso, segno che con il figlio doveva aver
passato una piacevole mezza giornata.
Goku, dopo aver fatto visita a Bulma, era già tornato nella sua casa tra i monti Paoz e fece capolino
dalla porta della camera da letto e Chichi, imbronciata, seppur rincuorata, commentò solo: “Ah, sei
tornato!”
Goku fece cenno al figlio di lasciarli soli e Goten uscì di casa.
Chichi: “E' quasi ora di pranzo, nostro figlio sarà affamato, perché l'hai mandato via?”
Goku: “Perché oggi è una giornata speciale e la voglio passare solo con te”.
Chichi cercò di nasconderlo, eppure quelle parole le fecero piacere: quante volte avrebbe voluto che il
marito gliele rivolgesse e ora, finalmente, erano arrivate!
Goku allungò una mano verso la moglie e lei ci posò sopra la sua, come ad accettare quell'invito, lui si
portò due dita sulla fronte e i due si ritrovarono alla Capsule Corporation, davanti alla macchina del
tempo.
Chichi: “Ma, Goku, cosa vuoi fare?”
Goku: “Lascia fare a me!” E le regalò uno dei suoi soliti sorrisi rassicuranti, quindi Chichi gli rispose
con un sospiro di finta rassegnazione e seguì il marito ma, sul suo volto, stava già comparendo
qualcosa di molto simile a un sorriso...
Bulma aveva già impostato le coordinate e vide gli amici scomparire davanti ai suoi occhi e pensò che
Goku questa volta aveva avuto proprio una bella idea...
Goku e Chichi si ritrovarono in una radura; Goku subito ripose la macchina del tempo nella capsula e
poi restarono ad osservare la situazione nascosti dietro un masso: Chichi ragazzina era a terra svenuta
e arrivò Yamko che la risvegliò: “Ehi, ti prego, rispondimi: come stai? Come stai Chichi? Ti devi
svegliare, Chichi!”
La piccola Chichi si risvegliò tra le braccia del ragazzo ma subito si mise sulla difensiva e Yamko, per
giustificarsi, cercò di abbindolarla con delle belle parole: “Volevo soltanto chiederti perdono per poco
fa: ti ho colpito e ti ho fatto del male... ma non volevo, sai? Ti faccio le mie scuse, si è trattato di un
malinteso perché in effetti io... sono profondamente innamorato di te, Chichi... credimi!”
Chichi rimase stupita da quella dichiarazione: “Cosa? Tu sei innamorato di me? ...ma è vero?”
Yamko con una voce decisamente poco convinta: “Si, è la verità”.
La piccola Chichi a questo punto iniziò a montarsi la testa: “Sono emozionata: questa è stata la mia
prima dichiarazione d'amore...”
Yamko, intanto, così come era arrivato, scomparve e la versione adulta di Chichi avrebbe tanto voluto
inseguirlo per dargli una lezione: solo ora, rivivendo a sangue freddo quella scena aveva capito che
Yamko si era presa gioco di lei! Goku la trattenne per un polso... pur non riuscendo a trattenere una
risatina per l'espressione a dir poco furibonda della moglie.
Nella radura arrivò un giovanissimo Goku sulla sua fidata nuvola Speedy: “EHILA'! Scusa, tu ti
chiami Chichi?”
La graziosa ragazzina rispose affermativa e, infine, i due si mossero per andare sull'isola del Genio.
Goku guardò sua moglie, Chichi aveva gli occhi che luccicavano, Goku si portò avanti con le braccia
aperte: “E qui è dove ci siamo conosciuti, la bellezza di 34 anni fa”.
Chichi raggiunse il marito e lo guardò fingendo il broncio: “ Cos'è? Ora non ti ricordavi nemmeno
come ci siamo conosciuti? Avevi bisogno di un ripasso?”
Goku la strinse a sé e le sfiorò la punta del naso: “Eh no, credo che sia tu ad aver bisogno di un ripasso:
tesoro sai dirmi in che giorno siamo capitati?”.
Chichi sgranò gli occhi: effettivamente sapeva in che anno erano capitati ma non in quale giorno, il
primo istinto fu quello di fermare la prima persona che le fosse capitata sotto tiro e chiederle la data,
doveva e voleva sapere quale giorno le aveva cambiato la vita; ma Goku la trattenne ancora una volta,
stringendola a sé: “Oggi è il 13 giugno”.
Chichi non aveva parole e Goku, leggendo ancora una volta lo stupore nei suoi occhi, spiegò la
situazione alla moglie: “Ecco...- e qui si grattò la testa- diciamo che il Genio se lo ricordava!”
Chichi abbracciò il marito: “Oh, Goku!”
Lui alzò leggermente il viso della moglie e le diede un bacio a fior di labbra e lei arrossì come se fosse
il primo bacio tra loro.
Goku la strinse più forte: “Vuoi seguirli ancora? Stanno per arrivare all'isola del Genio...” Chichi annuì
e Goku, volando al massimo della velocità, raggiunse l'isoletta del suo maestro ancora prima della sua
fidata nuvoletta che trasportava gli altri due Goku e Chichi.
Goku e Chichi adulti si nascosero dietro la Kame-house e osservarono Chichi ragazzina che lancia la
scure del suo elmetto sulla testa di Genio; Goku rise di gusto e dovette tenersi la bocca con due mani
per non farsi sentire dagli altri, Chichi invece sbuffò: “E cosa ne sapevo io che quello era davvero il
Genio?”
Ad un tratto, Goku adulto si allontanò e Chichi gli chiese dove stesse andando; Goku si grattò la testa e
le rispose che stava andando al bagno. Chichi rimase, quindi, da sola ad osservare la scena: il Genio
prese in disparte Goku bambino e lei pensò che non aveva mai saputo cosa avesse chiesto in cambio
del suo aiuto, la curiosità la spingeva ad avvicinarsi per origliare meglio ma, senza che se ne
accorgesse, la sé stessa bambina la bloccò: “E tu chi sei?”
Chichi impallidì: “Ecco io...- poi, pensò di approfittare dell'assenza del marito- senti Chichi, dopo,
quando quel bambino incredibilmente forzuto ti dirà che deve andare via, tu chiedigli se tornerà a
prenderti in moglie, mi raccomando!”
Chichi ragazzina arrossì e si portò le due mani sul viso: “Ma cosa dici?”
Chichi adulta le tirò un'amorevole gomitata e i suoi occhi assunsero una forma a fagiolo: “Eddai, lo so
che quel bambino ti piace già...”
L'altra Chichi, timidamente, chiese: “Ma tu dici che se io glielo chiedo lui tornerà da me?”
Chichi adulta le fece l'occhiolino: “E se lui non torna tu vai a cercarlo, fino in capo al mondo, oppure
presentati al torneo di arti marziali tra qualche anno, lì lo troverai di sicuro!”
La Chichi ragazzina ringraziò quella donna, poi si allontanò vedendo che il Genio aveva finito di
parlare con Goku, ma prima si voltò ancora una volta verso la sconosciuta: “E comunque il tuo kimono
mi piace molto”.
Un gocciolone si materializzò sulla testa di Chichi: se già a quell'età aveva buon gusto per i vestiti,
perché, invece, andava in giro con un assurdo bikini?
E Goku? Goku si era allontanato da Chichi per entrare in casa, in realtà aveva osservato Genio che
chiedeva a Goku il “favore” di vedere il seno di Bulma e, appena Genio si allontanò dalla sua versione
dodicenne, lo chiamò: “Goku, ehi Goku vieni un attimo”.
Goku si avvicinò e lo guardò con la sua solita espressione innocente: “E tu chi sei?- Poi si mise sulla
difensiva- Cosa ci fai in casa?”
Goku gli scompigliò amorevolmente i capelli, poi proseguì: “Tu sai riconoscere le persone cattive e sai
che io non sono una di quelle... Senti, prima di andare via devi chiedere a Chichi se potrai tornare a
prenderla in moglie”.
Goku ragazzino non capì: “E cosa vuol dire? La moglie è qualcosa che si mangia?”
Goku adulto annuì: “Bé, più o meno: una moglie sa cucinare benissimo, vedrai, non te ne pentirai! Fatti
promettere da Chichi che ti sposerà, mi raccomando!”
Il piccolo Goku non capì la situazione, però si massaggiò la pancia: “Urka, se c'è da mangiare certo che
glielo chiedo!”
E Goku adulto si grattò la testa. “Urka, quanto ero ingenuo da bambino!”
Poi salutò il Goku di quel tempo e tornò dalla sua Chichi, nascosta ancora dietro la casa, Goku sorrise
nervosamente e Chichi anche: i due coniugi avrebbero voluto raccontarsi l'un l'altro quanto era stato
strano parlare con sé stesso, Goku in particolar modo, ma voleva fare una sorpresa alla moglie, quindi
Goku e Chichi adulti seguirono i due ragazzini e il Genio che si apprestava a spegnere l'incendio al
palazzo di Chichi.
Arrivato il momento di salutare i nuovi amici e proseguire la ricerca delle sfere del drago, Genio prese
da parte Bulma che, a sua volta, prese da parte Oscar e Goku e Chichi, invece, rimasero da soli. In
quel momento Chichi iniziò a girarsi nervosamente a destra e sinistra, glielo doveva chiedere: “Senti
Goku...” Ma Goku la precedette: “Chichi, quando sarò grande potrò tornare a prenderti in mogie?”
Chichi sgranò gli occhi: “Vuoi dire in moglie?”
Goku schioccò le dita: “Ah si, ecco: era quella la parola!”
Goku adulto si sbattè una mano sulla testa: “Urka, quanto ero tonto!”
Le due versioni di Chichi, adulta e ragazzina, iniziarono a saltare simultaneamente e la Chichi adulta
abbracciò Goku, il suo Goku e lui la guardò con tenerezza: “Ora te l'ho chiesto io, quindi tu non puoi
sciogliermi da nessuna promessa, al limite dovrei essere io a farlo... ma non ne ho la minima
intenzione!” E si scambiarono un altro affettuoso bacio.
La piccola Chichi annuì, poi puntò un dito verso Goku: “E se tu non tornerai ti cercherò in capo al
mondo, ti seguirò perfino al torneo di arti marziali!” E iniziò a ridere sguaiatamente.
Goku le sorrise e la salutò: Bulma e Oscar erano tornati ed era tempo di ripartire.
Anche per Goku e Chichi era tempo di tornare... al loro tempo!
Goku lanciò la capsula e il rumore sordo che fece attirò l'attenzione di Chichi e Giuma, ancora nei
paraggi; la Chichi più piccola andò dalla sé stessa adulta, le prese le mani e iniziarono a saltare ancora
simultaneamente, una diceva: “Ha detto che mi sposerà!” E l'altra: “Ti sposerà, ti sposerà!”
Giuma le interruppe e si rivolse alla Chichi adulta: “Mi scusi... posso sapere il suo nome? Lei... lei è
uguale alla mia defunta moglie”.
Chichi sentì un nodo alla gola, non poteva certo rivelare la sua identità e così disse solo: “Non posso
dirvelo..” E si apprestò a salire sulla macchina del tempo.
Giuma e Chichi guardarono quei due scomparire e Giuma posò una mano sulla spalla della figlia:
“Bambina mia... spero che da grande diventerai bella come quella signora”.
E Chichi fece gli occhi a fagiolo e in cuor suo pensò: “E io spero che Goku diventi bello come il suo
fidanzato!”
xxx
Anche Goten, intanto, si era recato alla Capsule Corporation ma qui non aveva trovato Trunks e, allora,
tornando a casa, una volta tanto a piedi anziché volando, passò per i giardinetti lì vicino.
“GOTEN!”
Il ragazzo si voltò e vide Fyl; la ragazza gli corse incontro e lo abbracciò: “Per fortuna, non sapevo
come fare!”
Goten le diede un colpetto sulla fronte: “Non sapevi come fare cosa?”
Fyl abbassò lo sguardo: “Ti prego, riportami a casa!”
Goten la guardò stupito: “Perché non lo chiedi a Trunks? E'... è forse successo qualcosa?”
Fyl continuava a tenere lo sguardo basso e Goten pensò che non fosse il caso di fare altre domande: in
passato quella ragazzina gli aveva fatto perdere le staffe in più occasioni, eppure ora gli sembrava così
indifesa e remissiva... Goten prese il suo set di capsule e lanciò quella mini-jet, la aiutò a salire e
partirono.
Durante il viaggio nessuno dei due disse una parola.
L'epilogo (9° parte)
Goku e Chichi arrivarono alla Capsule Corporation e da qui si riteltrasportarono a casa.
Chichi si sedette sul letto matrimoniale, ridendo ancora di gusto per l'avventura appena vissuta: “Ma
come ti è venuta in mente un'idea simile?”
Goku si sedette accanto a lei: “In realtà il piano A era un altro: avrei voluto ritrovare il simbolo del
nostro amore e regalartelo ma non l'ho trovato...”
Chichi: “Il simbolo del nostro amore?”
Goku: “Certo, il ventaglio di Bascio, ricordi? Ci siamo conosciuti grazie a quello”.
Chichi ridacchiò: “E dove l'avresti cercato, sentiamo”.
Goku le raccontò contando sulla punta delle dita: “Sono andato a casa di tuo padre e poi ho cercato qui
da noi in ripostiglio...”
Chichi sorrise: “E secondo te io una cosa tanto importante la tengo nel ripostiglio?”
Chichi prese la scala ma Goku la ripose al suo posto: “Ci sono io” E dicendo così la prese tra le braccia
e si alzarono in volo, Chichi con le sue dita affusolate aprì l'ultima anta in alto a destra del grande
armadio di camera loro: qui aveva conservato gli abiti della cerimonia e qualche regalo di nozze
particolarmente gradito seppur inutile; dietro questo, appoggiato al fondo dell'armadio il ventaglio di
Bascio.
Chichi lo prese in mano e ridacchiò: “Il simbolo del nostro amore”.
Goku le chiese nuovamente scusa con la testa chinata e lei gli mise un dito davanti alla bocca e lo baciò
ancora.
Goku le sorrise: “La parte migliore di un viaggio... è sempre il ritorno a casa!”
E suggellarono quella nuova promessa con un altro bacio.
xxx
Trunks, stanco per la marea di emozioni che lo avevano colto nelle ultime ore, era andato a riposare;
qualche ora più tardi, arrivarono anche Goten e Fyl a casa della ragazza.
La madre accolse la figlia con la voce rotta dal pianto: “Sciagurata, dove sei stata? Ti rendi conto che
dopo quell'aggressione non sei più tornata a casa? Non sapevo neanche se eri tutta intera!” Stava per
tirarle anche uno schiaffo quando Goten, a differenza di Trunks, si intromise e le bloccò la mano:
“Signora, sua figlia mi sembra abbastanza dispiaciuta!” La madre, quindi, perse ogni intenzione di
colpirla, disse solo a Fyl di raggiungere i fratelli nei campi perché anche loro erano molto preoccupati.
Fyl abbracciò Goten e lo ringraziò sinceramente per tutto quello che aveva fatto per lei, lui le risollevò
leggermente il capo: “Ehi, ragazzina, non è da te arrenderti così!”
Fyl: “Bé, cosa ci posso fare se mi sono innamorata del ragazzo sbagliato?”
Goten le passò una mano sulla schiena: “Come ti capisco!”
Fyl capì di aver toccato un tasto dolente e il ragazzo si passò una mano tra i capelli e le sorrise
leggermente, poi decise di cambiare argomento: “Mi ha fatto piacere conoscerti”.
Fyl: “Non sai quanto a me! Più ci penso, più mi convinco che se avessi insistito un po' saresti caduto ai
miei piedi!”
Goten sorrise, la strinse ancora una volta e le diede un bacio sulla fronte e Fyl andò via.
Goten rimase solo con la madre della ragazza e quest'ultima lo invitò a pranzo... Goten, da bravo sayan,
non seppe rifiutare!
La madre di Fyl rise di gusto e il ragazzo rimase lì a darle una mano, lei non poté che commentare: “Te
la cavi in cucina!”
Goten: “Grazie, aiuto spesso mia madre”.
Madre di Fyl: “Senti, ma tu una come mia figlia non la sposeresti?”
Goten, che stava tagliando una cipolla, si bloccò, un gocciolone si materializzò sulla sua fronte:
“Signora, mi spiega perché Fyl è ossessionata dall'idea di trovare un marito e sposarsi? Mi scusi ma a
questo punto devo pensare che è anche il suo chiodo fisso...”
Madre di Fyl: “Perché lei vuole andare via da questa casa, non vuole una vita come la mia e io non le
posso offrire di meglio, l'unica alternativa è sposarsi con un bravo ragazzo, uno come te”.
Goten capì, sorrise e le fece l'occhiolino: “Magari tra qualche anno se ne può parlare!”
Madre di Fyl: “Pensaci davvero figliolo: Fyl dopo tutto è una brava ragazza...”
In quel momento, per fortuna, Trunks apparve sulla soglia della porta per salvare Goten da una
discussione che iniziava ad essere imbarazzante: “Oh, Goten e tu qui?”
Goten: “Ho riaccompagnato Fyl”.
Trunks abbassò il capo: “Sta bene?”
Goten: “Diciamo di si...”
La madre di Fyl guardò i due ragazzi: “Oh, voi due vi conoscete?”
Trunks e Goten annuirono e la madre di Fyl rispose: “Oh, ma che bello se voi due sposaste le mie
gemelline!”
Trunks impallidì: “Ge... ge... gemelline? Non mi dirà che...”
La madre di Fyl guardò il ragazzo dai cappelli viola sorpresa: “Ah, perché non lo avevi capito? Fyl e
Myl sono gemelle!”
Trunks si portò le mani ai lati della faccia e urlò: “Questo vuol dire che anche Myl ha quattordici anni?
Ma Fyl mi ha detto che era sua sorella maggiore!”
La madre delle due gemelline sorrise: “Bé, te l'avrà detto perché Myl è nata qualche minuto prima di
lei...”
Goten non capiva: “E chi è questa Myl?”
Trunks gli fece cenno di lasciar perdere ma Goten non ne aveva intenzione: “Signora vado a fare un
giro con il mio amico”.
Trunks e Goten uscirono e Goten guardava l'amico in modo inquisitorio, Trunks nascose la testa tra le
mani: “Oh no, sto diventando un pedofilo!”
Goten spalancò gli occhi: “Non mi dirai che tu e la sorella di Fyl...? E magari Fyl vi ha pure visti!”
Trunsk si grattò la testa, piccole gocce di sudore imperlavano la sua fronte e il suo collo: “Bé... quasi,
diciamo che ci eravamo vicini ma io non lo sapevo che quella avesse quattordici anni!”
Goten socchiuse gli occhi e scosse la testa: “Amico mio... ma perché l'hai fatto? Voglio dire, che lei
avesse quattordici anni o che ne avesse diciotto tu ami un'altra! ...o, almeno, era così fino a ieri sera...”
Trunks: “Io non sapevo che Fyl fosse lì! La sorella l'aveva mandata via, aveva pure chiuso la porta a
chiave!”
Goten si inchinò e gli poggiò una mano sulla spalla: “Veramente... io mi riferivo a Marron...”
Trunks sospirò.
Goten gli passò una mano dietro al collo: “Amico mio... direi che è il caso di salutare e andare via...”
Trunks: “Vai tu... io ti aspetto sul jet...”
Goten entrò nella stanza di Fyl ma non trovò la ragazza che aveva riaccompagnato a casa e si sbatté
una mano sulla fronte: “Giusto: Fyl è andata nei campi a salutare i fratelli!”
Intanto, una ragazza avvolta in un asciugamano, probabilmente perché aveva appena fatto la doccia,
raggiunse il ragazzo: gli mise una mano sulla nuca e avvicinò il suo viso per vedere meglio, poi lo
allontanò delusa: “Pfu, per un attimo mi sei sembrato Goku!”
Goten: “Goku? Tu conosci mio padre?”
Gli occhi della ragazza si illuminarono: “Goku è tuo padre? Ti prego, portami da lui, è l'uomo della
mia vita!”
Goten si grattò la testa: “Ehm... credo che sia già l'uomo della vita di mia madre”.
La ragazza si sedette sul letto con fare sensuale: “Bé, anche tu non sei malaccio... e poi ci assomigli
molto... magari da grande potresti diventare come lui...”
Goten: “Lasciami indovinare: tu sei Myl!”
Gli occhi di Myl si illuminarono ancora: “Goku ti ha parlato di me? Ti ha lasciato qualche messaggio
per me? Dimmelo! DIMMELO!” E si attaccò alla gamba del ragazzo.
Un gocciolone si materializzò sulla sua fronte: “Ehm... senti, ti lascio un bigliettino per Fyl, glielo puoi
dare quando torna?”
Myl agitò la gamba del sayan: “E tu dirai a Goku che lo amo e che ogni notte mi struggo al pensiero di
quei momenti magici che abbiamo passato insieme?”
Goten guardò la ragazza e si inginocchiò davanti a lei: “Cos'è che avete fatto?” Goten iniziò a pensare
che Trunks non fosse l'unico sayan di sua conoscenza che si stava trasformando in un pedofilo... e
Goten si stava seriamente preoccupando per l'inaspettata passione del padre per le ragazze più
giovani... molto più giovani...
Myl si strinse le braccia attorno al corpo: “Ricordo ancora quelle braccia forti che mi fasciavano per
proteggermi...”
Goten ridacchiò nervosamente sperando di aver capito: “Ah, avete solo volato insieme, dunque?”
Myl si mostrò piuttosto infastidita: “E non lo dire con quel tono: purtroppo non abbiamo avuto il tempo
per dimostrare l'amore reciproco che aveva preso il sopravvento nei nostri cuori, se no non sai cosa
sarebbe potuto succedere tra noi!”
Goten con tono strafottente: “Eh già, mi immagino...”
Myl stava per parlare ancora ma Goten le infilò il bigliettino nella bocca: “Questo consegnalo a Fyl,
grazie!” Stava per andare via quando tolse dalla tasca un oggetto e lo mise nella mano di Myl: “Anche
questa, grazie!”
Goten salì, sconvolto, sul jet dove Trunks lo stava aspettando: “Amico mio... tu le donne non le sai
proprio scegliere: quella Myl è una pazza furiosa!”
Trunks non rise, probabilmente non aveva neanche sentito la battuta che l'amico gli aveva fatto per
tirargli su il morale...
L'epilogo (10° parte)
Una settimana dopo:
Goku raggiunse il figlio minore sulla riva del lago vicino a casa e si sedette accanto a lui in silenzio...
comprendeva benissimo quello che stava passando, lo poteva comprendere meglio di tutti...
Goten: “Papà, come faccio a sapere se Shenron ha esaudito il mio desiderio?”
Goku si grattò la testa: “Bè, se lo ha esaudito tu... vedi che l'ha esaudito! Figliolo... tu quel giorno hai
espresso il terzo desiderio per caso?”
Goten: “Si, papà...”
Goku: “Bè, se tu avessi chiesto di seguirla credo che a quest'ora saresti già scomparso... con grande
tristezza mia e di tua madre, e di Trunks e...”
Goten: “No papà, non potevo chiedere di seguirla nel suo mondo...”
Goku: “Posso chiederti perché? Ti spaventava che quello non fosse il tuo mondo?”
Goten: “No... lei era diventata il mio mondo ma... era sempre così distante... sai, era innamorata di un
altro...- Goten alzò lo sguardo verso il padre ma Goku cercò di non battere ciglio- Forse l'avevo capito
e ho fatto di tutto per attirarla a me... giuro che se lei avesse fatto almeno un passo verso di me non
avrei esitato un istante a scomparire da questo mondo assieme a lei...” Goten strinse i pugni e Goku si
distesse sull'erba fresca con le mani dietro la nuca: “Allora cosa... cosa hai chiesto?”
Goten: “Vedi, una volta arrivata da noi Becchan ha perso progressivamente qualsiasi ricordo di
quando era Beatrice, quindi avevo paura che, tornata di nuovo nel suo mondo, avrebbe perso ogni
ricordo che aveva a che fare con noi... quindi... ho chiesto che non si dimenticasse mai di questa
avventura... che non si dimenticasse mai di me...”
Goku si rialzò e diede una pacca sulla spalla al figlio: “Sono sicuro che non potrà dimenticarsi
facilmente di te...”
Goten strinse ancora i pugni e voltò la faccia dall'altra parte: “Papà... io... ho bisogno di saperlo... tu...Goten prese un lungo respiro, aveva deciso che glielo avrebbe chiesto e quello era il momento giustotu cosa provavi per Becchan?”
Goku rimase colpito ma sapeva che prima o poi il figlio gli avrebbe rivolto quelle parole: “Io... non ho
mai conosciuto una ragazza migliore di Becchan... a parte tua madre, naturalmente!”
Goku sorrise al figlio, Goten fece una faccia un po' contrariata e poco convinta, Goku gli passò un
braccio dietro la nuca e gli mise la mano sulla spalla, Goten si ritrasse un po' ma, infine, gli restituì un
sorriso.
Goten guardò il cielo: “Sai, la cosa che mi dispiace di più è che avrei ancora tante cose da dirle... e non
ne avrò mai l'occasione...”
Goku: “Chissà... magari un giorno vi rivedrete... piuttosto, dimmi un po' ragazzo mio...”
Goten: “Si?”
Goku: “Non fare il furbo: non mi hai ancora parlato di quella Biancaneve...”
Goten sgranò gli occhi: “Biancaneve?”
Goku: “Ma si, quella bella principessa che ci ha dato una delle sfere...”
Goten: “Ah, Valese! Ma quale Biancaneve, lei era Cenerentola!”
Goku si sbatté una mano sulla fronte: “Giusto, Cenerentola! E dimmi... con lei... tutto a posto?”
Goten guardò il padre in modo sospetto, poi spalancò la bocca: “Nooooo: tu hai avvertito la sua aura
quella sera!”
Goku ridacchiò: “Veramente non avevo mai avvertito la tua così potente!”
Goten arrossì fino alla punta delle orecchie e Goku si alzò in cielo, Goten lo raggiunse con un'onda
energetica che Goku finse di schivare all'ultimo minuto, poi gli fece notare: “Puoi fare di meglio,
figliolo!” E Goten spiccò il volo e raggiunse il padre, afferrandolo da dietro e tenendolo fermo con un
braccio attorno al collo, Goku si liberò facilmente di lui e lo scaraventò a terra, poi gli piombò addosso
e... iniziò a fargli il solletico!
Goten non la smetteva più di ridere: “Basta papà...ahahah... no...ahahah... ti prego, basta!”
Goku si fermò e gli diede una mano a rialzarsi, Goten si mise in posizione di attacco ma Goku lo fermò
solo con tre parole: “Goten... mi dispiace”.
Goten si grattò la testa e finse di non capire: “Eddai, papà, cosa dici?”
Goku lo guardò negli occhi e gli poggiò le mani sulle spalle: “Goten... per me tua madre è
importantissima e non lo dimenticherò mai più, però...- Goku sospirò- quello che ho fatto a te non ha
giustificazioni... e, per quello che può valere, scusa...”
Goten abbassò lo sguardo: “Io amavo tanto Becchan e volevo solo renderla felice... lei, invece, per
essere felice, aveva bisogno di te... è stata lei a scegliere...”
Goku: “Ma io...”
Goten strinse i pugni: “Papà...- gli fece cenno di smetterla- è già doloroso così... basta... torniamo a
casa, la mamma ci aspetta per cena...”
Goku sorrise un po' forzatamente al figlio: l'aveva davvero perdonato o voleva solo accantonare il
discorso?
“AHIA!”
Goten aveva poggiato una mano sulla spalla del padre e aveva sprigionato una piccola onda energetica;
il ragazzo si allontanò ridendo e Goku lo inseguì, giocherellarono ancora lungo la strada di casa e,
davanti alla porta, prima di entrare, Goten e Goku si guardarono: i loro vestiti erano stappati e loro
erano sporchi di fango.
Goten: “La mamma si arrabbierà!”
Goku si grattò la testa: “Eh già, ci siamo soffermati un po' troppo in quella palude!”
Poi, entrambi, scoppiarono a ridere e Goten aggiunse: “Mi ricorda i vecchi tempi...”
Goku ridacchiò a pensare a tutte le volte che lui e Goten erano tornati a casa in condizioni disdicevoli,
poi fece l'occhiolino al figlio: “Ci penso io alla mamma”. E suonò il campanello come fossero degli
ospiti.
Chichi andò ad aprire la porta e rimase sconvolta, stava già per aggrottare la fronte quando Goku
allargò le braccia: “Tesoro, lo sai che ti voglio tanto bene?”
Chichi: “No, Goku... non ci pensare...” Ma prima che potesse scappare Goku la aveva già afferrata e la
teneva tra le sue braccia, cercando di baciarla in modo da sporcarle anche il viso, infine fu proprio
Chichi che, tenendo ferma la testa di Goku, gli stampò un piccolo bacio sulle labbra.
Goten passò dritto fingendo indifferenza, in realtà gli faceva enormemente piacere che i suoi genitori
avessero fatto pace anche se, da quando era successo, non facevano che scambiarsi effusioni!
Goku osservò la moglie e, cercando di essere convincente, esclamò: “Ah, sei tutta sporca, vai
immediatamente a farti una doccia!”
Chichi lo osservò in modo malizioso, poi gli passò la punta di un dito sulla guancia, per raccogliere il
fango che lì si era depositato e glielo mostrò: “Anche tu dovresti lavarti...”
Goku sorrise, avrebbe voluto prenderla in braccio e volare sino al bagno ma, infine, preferì prenderla
per mano... Chichi adorava questi piccoli gesti naturali.
Chichi si bloccò un attimo: “Goku...”
Il sayan si voltò: “Che c'è?”
Chichi abbassò lo sguardo, non era da lei dire certe cose: “La prossima volta mi piacerebbe venire con
te e Goten...” Goku la guardò meravigliato e lei, imbarazzata, abbassò la testa e cercò di mettere a
posto con le mani alcuni ciuffi ribelli: “Bé... anziché aspettarvi a casa...”
Goku sorrise: “Piacerebbe anche a me!” Poi, capì che era arrivato il momento di prenderla tra le braccia
e volare sino al bagno...
L'uomo non perdonerà mai totalmente.
C'è sempre una parte che non verrà mai dimenticata e finché non si dimentica non c'è perdono.
L'epilogo (11° parte)
Un mese dopo la scomparsa di Becchan dal mondo di Dragon Ball, nella casetta tra i monti Paoz, si
stava svolgendo la festa per i diciotto anni di Goten.
Ad un tratto suonò il campanello e Trunks spinse l'amico verso la porta: “Sei tu il festeggiato, sono
sicuro che sarà un regalo per te...”
Goten aprì la porta e rimase senza parole, ma... mai quanto il suo amico Trunks!
Goten abbracciò calorosamente la nuova arrivata: “Marron, che sorpresa, da quanto tempo!”
La ragazza lo colpì affettuosamente con un grosso pacco infiocchettato: “Ma che dici? Non mi sono
mai persa un tuo compleanno e non potevo mancare certo oggi! Tanti auguri”.
Goten afferrò il pacco: “Oh, grazie! Non avresti dovuto, la tua presenza è già un bellissimo regalo!”
Marron gli sorrise e il suo sguardo si posò su Trunks, arrossì: “Ciao”.
Trunks: “Marron...- Trunks si grattò la testa e fece un lungo respiro- ti posso parlare?”
Il sorriso di Marron arrivò fino alle orecchie: “Trunks, ti devo parlare anche io... Goten spero che il
regalo ti piaccia, così per qualche minuto non sentirai la mancanza del tuo amico!” E così dicendo
allungò una mano verso Trunks, il sayan la afferrò e lei lo trascinò fuori a parlare.
Crili e Genio, intanto, entrarono in casa, C18 fu più titubante perché avrebbe preferito restare fuori a
spiare Trunks e sua figlia!
Crili chiese a Goten dove fossero i suoi genitori, voleva salutarli e già si immaginava la solita scena di
Chichi che prepara i paninetti e Goku che li fa sparire subito dopo! Invece, il ragazzo, gli indicò la
porta-finestra: i suoi genitori, intanto che gli ospiti riempivano la casa, erano in veranda.
Crili si avvicinò leggermente e prima di disturbarli preferì osservare la scena: Goku e Chichi, in
veranda, pensavano che erano passati già diciotto anni dalla nascita del loro secondogenito.
Goku si accorse che la moglie scrutava il cielo con attenzione: “Cerchi qualcosa?”
Chichi sorrise: “Si”.
Goku la abbracciò e la avvicinò a sé: “Non posso sapere cosa?”
Chichi: “Sai, il giorno che Goten è nato dalla mia stanza in ospedale, durante il travaglio, potevo vedere
una stella luminosa... la più luminosa di tutte... mi ha fatto tanta compagnia...”
Goku le sorrise e lei si strinse nel suo caldo abbraccio: “Ma è da un po' che non la vedo più in cielo...”
Goku le accarezzò i capelli: “Credo che sia scesa sulla Terra per starti accanto...”
Chichi non riuscì a trattenere una lacrima: “Lo credo anche io”.
Crili pensò che non fosse proprio il caso di disturbarli e tornò nel salone, dove Genio continuava ad
assillare Goten: “I diciotto anni vanno festeggiati tra giovani, cosa ci facciamo in mezzo a questa
gente? Ragazzo mio, andiamo in giro per discoteche: la notte è giovaneeeEE!”
Goten sudava freddo ma per fortuna ci pensò C18 a levargli il vecchietto di torno: ovviamente la donna
cercava solo una scusa per uscire fuori e controllare che Trunks, con il favore dell'oscurità, non stesse
facendo niente di sconveniente alla figlia!
Chichi sgranò gli occhi: “Goku ti sei ricordato del regalo per Goten, vero?”
Goku sbatté una mano sulla fronte: “Urka!”
Chichi mise le mani sulla vita: “Goku... sei impossibile! Presto, vai!”
Goku si portò due dita sulla fronte, poi notò lo sguardo preoccupato della moglie, allora le prese il viso
tra le mani e la baciò: “Ti amo”. Chichi arrossì e con un gesto sulla spalla lo incitò ad andare.
Arrivò un mini jet che attirò l'attenzione di Trunks e Marron.
Marron si stropicciò gli occhi con le mani per asciugare le ultime lacrime: il mascara, però, le era
colato tutto sulla guance; i capelli, invece, li aveva tenuti sciolti, spostò un ciuffo di capelli dietro
l'orecchio: “Devono essere nuovi ospiti... bé, mi pare che non ci sia altro da dire...”
Trunks le sorrise un po' sconsolato: “Già...- e le diede una mano a rialzarsi- Credo che si tratti della mia
famiglia, ci avviciniamo?”
Marron, nonostante tutto, cercò di rispondere al sorriso: la notizia che Trunks non era più sicuro dei
suoi sentimenti l'aveva amareggiata molto, lei gli voleva dire che l'anno prossimo avrebbe frequentato
la scuola nella Città dell'Ovest, così avrebbero potuto passare molto tempo insieme e smettere di
sentirsi quasi esclusivamente per mail e, in cuor suo, sperava che si sarebbero fidanzati.
Trunks aveva esordito con: "Ho un brutta notizia".
E Marron, con un sorriso immenso, aveva ribattuto: "Oh, la mia invece è bellissima! Allora iniziamo
dalla tua brutta notizia".
Marron, impassibile, aveva ascoltato come Fyl, una mocciosa che aveva due anni in meno di lei,
lentamente l'aveva scalzata dal cuore del sayan.
Trunks: "Marron?" Ma la ragazza non rispose, persa nei suoi pensieri e cercando di trovare la forza di
non piangere.
Trunks: "Ehi, Marron: e la tua bellissima notizia?"
Marron guardò Trunks negli occhi: quante volte si erano ritrovati a chiacchierare sotto le stelle... lui
aveva un sorriso bellissimo e lei non voleva distruggerlo: ancora prima dell'amore li legava da sempre
una profonda amicizia, un sentimento quasi fraterno, così la ragazza gli disse: “E perché mai sarebbe
una brutta notizia? Non c'è niente di più bello che l'amore... anche io, sai, mi sono innamorata di un
mio compagno di classe!”
Trunks pensò che Marron era decisamente carina e aveva un carattere adorabile: avrebbe dovuto
prevedere che era la più corteggiata della scuola; Trunks le chiese, un po' titubante: “Era questa la bella
notizia?”
Marron annuì ma in realtà se l'era inventato all'istante, per non essere da meno, per non fargli capire
che avrebbe sofferto per lui... ma la sua reazione tradì le sue parole e le lacrime, inesorabili, le rigarono
il volto.
Trunks la strinse a sé per soffocare quelle lacrime sul nascere; alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, si
rese conto che se Fyl non fosse mai apparsa nella sua vita ora lui e Marron avrebbero fatto un altro tipo
di discorso... ma Fyl, ormai, era nella sua mente e nel suo cuore...
Poi, il rumore di quel mini jet li destò dai loro pensieri e Marron suggerì di tornare alla festa, Trunks,
invece, propose di avvicinarsi e accogliere i nuovi ospiti che, probabilmente, erano i suoi genitori e la
sua sorellina.
I due ragazzi si avvicinarono al velivolo e in quell'istante, nonostante il buio, Trunks poté leggere il
nome dell'amico scritto sulle fiancate: “Goten”.
Trunks non capì: Goten gli aveva detto, circa un mese prima, di aver perso quel jet speciale che gli
aveva regalato a Natale, e allora perché ora lo guidava un'altra persona?
Prima di poter trarre una qualsiasi conclusione dal velivolo scese un ragazzino e, con grande stupore,
Trunks si accorse di averlo già vista: era basso, aveva la carnagione scura si era presentato anche
all'ultimo torneo di arti marziali... Trunks spalancò gli occhi: si trattava di Ub, il fratello di Fyl! Trunks
lo afferrò per le spalle: “Tu sei il fratello di Fyl, giusto? Dov'è lei?”
Ub abbassò la testa: “Goten l'ha invitata al suo compleanno e le aveva anche lasciato il suo jet per
raggiungervi oggi ma... lei non se la sentiva, così ve l'ho riportato io, tanto dovevo parlare con Goku...
mi puoi dire dove si trova?”
Trunks rimase sorpreso da quella rivelazione, Marron, invece, si sentì quasi sollevata di non avere
l'occasione di conoscere questa ragazzina.
Ub: “Ragazzi scusate ma Goku dov'è?”
Trunks sorrise sconsolato: “Si, ma... tutto quello che ha fatto Goten non è servito a niente perché lei
non si era presentata... non mi vuole più vedere...”
Marron, in fondo, si dispiacque a vedere Trunks in pena, prese fiato e poggiò le mani sulla vita, poi
sbottò: “CoooOOSA? Ho sentito bene? E chi se ne frega se lei non è venuta stasera: a me non piace
l'idea di essere stata scaricata per niente! Sei innamorato di questa Fyl? E vai a riprendertela, oppure
andrò io e la porterò sin qui per le orecchie!”
Ub: “Ehm... ragazzi...”
Questa sferzata di energia diede coraggio a Trunks: “Hai ragione”. Diede un bacio sulla fronte
all'amica di infanzia e Marron lo abbracciò affettuosamente, poi il sayan volò via alla massima
potenza...
Ub tirò un lembo della gonna di Marron: “...scusa...”
Marron lo guardò infuriata: “UN ATTIMO! Se sono qua fuori con Trunks come posso sapere dov'è
Goku?”
Ub deglutì, spaventato dalla reazione della ragazza.
Marron: “Tsk- lo prese per mano e lo trascinò in casa- Ora cerchiamo Goku, poi mi dici che tipo è tua
sorella!”
Ub si spaventò maggiormente e, sulla soglia della porta di casa Son, C18 lo squadrò, poi si rivolse alla
figlia: “Vedo che hai cambiato cavaliere...” Marron guardò la madre con aria di sufficienza ma, poco
dopo, il suo labbro inferiore iniziò a tremare: “E secondo te mollavo Trunks per uno così?” Crili guardò
attentamente il bambino e lo riconobbe immediatamente: nonostante l'età aveva ancora una perfetta
memoria fotografica: “Ehi, ma tu non sei il bambino del torneo di arti marziali?”
Ub annuì e chiese ancora di Goku, finalmente Crili gli seppe dire dove trovarlo; C18, intanto,
accompagnò la figlia in bagno: la ascoltò, la consolò mentre si soffiava il naso con la carta igienica e,
infine, la aiutò a risistemarsi il trucco.
Marron, tornata alla festa, si sfogò anche con Goten; il ragazzo la ascoltò in silenzio, rivedendo sé
stesso un mese prima... Una sola domanda ora rimbombava nella testa di Goten: Becchan, nel suo
mondo, era felice o si sfogava tra le lacrime con un'amica come ora stava facendo Marron con lui?
Rivolse la stessa domanda a sé stesso: si sentiva felice? La ragazza che amava era scomparsa il mese
prima e un'altra che gli piaceva da matti era partita lontano, il suo migliore amico era andato chissà
dove e lui stava passando il giorno del suo diciottesimo compleanno con tante persone... nessuna delle
quali era per lui indispensabile... Goten si sentì il diciottenne più infelice del mondo, nessun regalo era
stato così speciale da regalargli la cosa di cui aveva più bisogno: un attimo di felicità...
Goku, che nel frattempo era tornato dalla moglie, abbracciava Chichi da dietro e continuava a ripetere a
sé stesso di essere stato uno stupido ad aver quasi buttato all'aria il suo matrimonio.
Chichi poggiò le mani sulle braccia muscolose del marito: “Tesoro, scusami per il giorno che ne ho
fatto una tragedia per quella giacca... mi bastano le tue braccia forti per ripararmi dal freddo...”
Goku la baciò sul collo: “Queste saranno riservate sempre e solo a te... te lo giuro...”
Chichi: “Per sempre?”
Goku: “Per...”
“COFF, COFF!”
In quell'istante Ub arrivò a disturbarli: Chichi si coprì il volto con le mani e Goku allentò la presa sulla
sua vita: “Ehm... ciao Ub, anche tu da queste parti?”
Ub si grattava il collo e teneva la testa bassa: “Sensei... volevo sapere se... se e quando potremo
riprendere gli allenamenti...”
Intanto suonarono alla porta e Goten si alzò per andare ad aprire: indescrivibile lo stupore e la
meraviglia che provò a vedere quella ragazza sul ciglio della porta... rimase letteralmente senza
parole...
La ragazza lo salutò: “Ciao Goten...”
Goten sorrise: “Ciao Becchan”.
L'epilogo (12° parte)
Trunks, dopo parecchie ore di volo, arrivò davanti a casa di Fyl e sulla soglia della porta vide due
ragazze che, probabilmente, erano altre due sorelle di Ub: infondo, al torneo lo aveva detto di avere una
famiglia numerosa...
Le due ragazze guardavano il cielo sperando di vedere una stella cadente che esaudisse un loro
desiderio, alla più grande delle due sembrò di averne avvistata una e così urlò: “VOGLIO UN
FIDANZATO!”
Quel desiderio arrivò fino alle orecchie di Trunks che ridacchiò e pensò che non ci fosse ombra di
dubbio: dovevano essere degne sorelle di Fyl e Myl! Il ragazzo stava per scendere a terra quando,
stremato e distratto, andò a sbattere contro un ramo che non aveva notato nell'oscurità e il suo corpo
ricadde a terra a peso morto proprio davanti alle due ragazze!
La sorella più piccola spalancò gli occhi: “Sirenis: il tuo desiderio si è avverato!” E alzò il nasino
all'insu, in cerca, anche lei, di una stella.
Sirenis guardò il ragazzo meravigliata: “Tara ma... secondo te lo posso tenere?”
Tara: “Ma scherzi? Certo! E' il desiderio che la stella ha esaudito per te!” Allora Sirenis si rivolse alla
sorellina: “Bé, in questo caso... aiutami a portarlo in camera mia!”
Sirenis lo prese per i piedi e Tara, invece, dalla testa e, lungo il tragitto fino alla camera della sorella,
ripeté quanto questa fosse stata fortunata: la stella le aveva mandato proprio un fidanzato... e che
fidanzato!
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“Sensei... volevo sapere se... se e quando potremo riprendere gli allenamenti...”
Goku rimase di stucco e lasciò ricadere le braccia lungo le gambe di Chichi: gli allenamenti con Ub,
ma certo! Era andato via dal torneo di arti marziali per allenarsi con lui, poi era stato interrotto da
Becchan e ora? Era il caso di lasciare nuovamente la famiglia per dedicarsi al suo allievo?
Goku andò da Ub e gli poggiò una mano sulla spalla: “Vedi Ub... per la prima volta nella mia vita
voglio stare fisso in un posto, e questo posto è casa mia, con la mia famiglia”.
Chichi si portò una mano davanti alla bocca e presto la bagnò di lacrime: Goku neanche immaginava
quale gioia avessero portato nel suo cuore quelle parole!
Il ragazzo abbassò la testa: capiva i sentimenti del suo maestro e li rispettava, quindi, gli chiese solo di
riaccompagnarlo a casa, ma Chichi gli propose di restare, invece, fino alla fine della festa.
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Intanto suonarono alla porta e Goten si alzò per andare ad aprire: indescrivibile lo stupore e la
meraviglia che provò a vedere quella ragazza sul ciglio della porta... rimase letteralmente senza
parole...
La ragazza lo salutò: “Ciao Goten...”
Goten sorrise incredulo: “Ciao Becchan”.
Becchan: “Goten... posso entrare?”
Goten era a bocca aperta per l'emozione, non ci credeva...
Becchan: “Goten, ehi...”
Goten tornò coi piedi per terra: “Oh, si scusami! Prego, entra!”
Becchan entrò in casa e Goten la guardava ancora a bocca aperta: “Io... non... Becchan, tirami un
pizzicotto!”
Becchan si avvicinò al suo viso, gli sfiorò una guancia con la sua mano vellutata: “No, non posso...”
Goten era sempre più sbalordito e Becchan gli spiegò: “Ci hanno dato l'opportunità di incontrarci... ma
solo in sogno: se ti do un pizzicotto ora finisce tutto qui ma se tu vuoi...” E piegò leggermente le dita.
Goten, istintivamente, mise una mano sopra quella della ragazza: “No, prima... parliamo un po'...” E le
sorrise dolcemente.
Goten, tenendo la mano di Becchan la portò a sedersi sul divano e lui le chiese se davvero si trattasse di
un sogno, lei annuì e Goten, infatti, vide che intorno a sé gli ospiti della festa erano tutti immobili,
come se il tempo si fosse fermato; Goten, quindi, per sedersi accanto a lei, prese il corpo di Marron per
spostarlo, Becchan aspettava in silenzio guardandosi intorno imbarazzata e ripensando alla prima volta
che, un po' spaurita ma determinata a incontrare Goku, era entrata in quella casa... Goten guardò il viso
di Marron, colto proprio in un'istante in cui aveva la bocca socchiusa e chiese a Becchan: “Ma quindi
io...?”
Becchan si portò una mano davanti alla bocca ridacchiò: “Si, ti sei addormentato mentre Marron
parlava!”
Goten si grattò la testa: “Cavoli, quando mi risveglierò sarà furente!”
Becchan rise ancora. Goten poggiò Marron su una sedia, vicino al tavolo dei tramezzini, poi si sedette
accanto a Becchan e solo allora si accorse che la ragazza indossava l'abito della festa, della festa che le
era stata dedicata; lui, ugualmente, indossava gli abiti di quel giorno ed erano seduti proprio sullo
stesso divano dove Becchan aveva pronunciato quelle parole che gli avevano trafitto il cuore come
lance appuntite.
Goten si guardò intorno sorpreso: “Come mai? Perché?”
Becchan scosse la testa e gli mise una mano davanti alla bocca, Goten si grattò la testa: “Ah, si certo...
scusa! E' che...” Le lacrime, copiose, sgorgarono dagli occhi neri del sayan e gli rigarono il volto,
guardava la ragazza che aveva davanti e non gli era mai sembrata così bella...
Becchan gli accarezzò nuovamente una guancia, e raccolse alcune delle sue lacrime, neanche lei riuscì
a trattenersi, però non cessò un'istante di sorridergli.
Goten: “Becchan tu ti ricordi ancora di me? Ehm... voglio dire... come Beatrice...”
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Goku tornò ad abbracciare Chichi ma la donna gli disse: “Goku... se vuoi andare...”
Goku rimase sorpreso dalla reazione della moglie: per un attimo aveva pensato che avrebbe preso a
colpi di scopa Ub, invece stava addirittura dando il suo consenso...
Goku scosse la testa, si sedette sul corrimano della veranda e fece sedere la moglie sulle sue gambe:
“Voglio rimanere con te”.
Chichi: “No Goku... tu muori dalla voglia di andare con Ub... vai pure con lui...”
Goku: “...Chichi, sei una donna eccezionale... come fai a...”
Chichi: “Gli allenamenti e i combattimenti sono parte di te... e io amo tutto di te...”
La donna a stento tratteneva le lacrime, però Goku, che l'aveva notato, la baciò sul collo: “...non c'è
fretta... andrò via domani mattina...”
Gohan e Videl, appena arrivati, assistettero ai tanti baci che Goku e Chichi si scambiarono in pochi
minuti e Gohan commentò: “Bé, dopo che l'uragano Becchan è passato si è ristabilito l'ordine naturale
delle cose!”
Videl gli diede un colpo leggero sul petto: “Eddai, ma non la sopportavi proprio quella povera ragazza,
eh?”
Gohan si grattò la testa: “Non ti so dire perché ma credo che l'antipatia fosse reciproca”.
Videl: “A me invece stava simpatica... mi dispiace un po' che qui sembra che si siano tutti dimenticati
di lei...”
Gohan ridacchiò: “Tutti tranne tuo padre”. Mr Satan aveva addirittura appeso nella palestra la foto che
gli era stata scattata assieme a Becchan e Majin Boo appena un mese prima.
Videl ridacchiò e disse: “Chissà se lei invece si ricorda ancora di noi...”
L'epilogo (13° parte)
Sirenis provò a baciare il ragazzo: di solito era il principe a risvegliare la principessa con un bacio, ma
in questo caso i ruoli si erano invertiti! Eppure, con questo tentativo, strano ma vero, riuscì a destarlo:
Trunks si svegliò, si portò una mano sul bernoccolo sulla fronte e si guardò intorno smarrito: “Dove
sono?”
Sirenis sorrise dolcemente: “Ma come amore? Questa è casa tua!”
Trunks spalancò gli occhi: “Ca... casa mia?”
Sirenis annuì ancora con un sorriso dolcissimo che, chissà perché, incuteva timore al ragazzo: “Stavi
tornando da me quando hai sbattuto la testa, forse hai perso la memoria!” E si attaccò al suo braccio.
Trunks cercò di scrollarla: “Io non ho affatto perso la memoria, stavo andando da... dove stavo andando
io?”
Sirenis finse uno sguardo preoccupato: “Oh, amore hai bisogno di riposo!”
Trunks era infastidito dall'atteggiamento della ragazza: lui non aveva perso la memoria, lui ricordava
benissimo chi era, dove viveva e di avere un impegno importante, per quello aveva viaggiato tante
ore... solo non riusciva a ricordare di quale impegno si trattasse!
A un certo punto il suo sguardo si posò sulla sorella più piccola di Sirenis; Tara gli sorrise e gli chiese:
“E di me ti ricordi?” Trunks osservò gli occhioni della ragazzina... possibile che lui conoscesse sul
serio quelle due? Cercò di sorriderle e le scompigliò amorevolmente i capelli.“Mi spiace piccola, non
mi ricordo di te”.
Tara si avvicinò al suo orecchio e mise una mano davanti alla bocca perché Sirenis non potesse
intercettare quel messaggio, Trunks provò una grande tenerezza; quando Tara fu abbastanza vicina
cominciò a parlare: “Quando mia sorella non c'è la tradisci con me, non ti ricordi che numeri, bel
fustacchione?”
Trunks era a dir poco allibito!
Riguardò la ragazzina dagli occhi grandi e dall'atteggiamento da bambina e Tara approfittò di
quell'attimo di distrazione per tirargli un pizzicotto sul sedere!
Trunks corse fuori dalla stanza urlando come un pazzo e Sirenis era troppo occupata ad accusare Tara
per inseguirlo: “Cosa gli hai detto? L'hai fatto scappare! Era il mio desiderio!”
Tara, però, si sapeva difendere bene, così bene che tutto il casino che stavano facendo svegliò i fratelli!
Il povero Trunks, arrivato alla cucina, riconobbe quella casa e si ricordò di Fyl: ma certo, era andato sin
lì per parlare con lei! Trunks appoggiò le spalle al frigorifero e portò una mano sul mento, pensando al
da farsi: di certo non poteva aprire ogni stanza per cercare la ragazza, visto e considerato che era anche
notte e tutti (...o quasi...) stavano dormendo...
Nat, il fratello più grande di Ub si piazzò davanti a Trunks: “Chi sei e cosa vuoi da noi?”
Trunks tirò un sospiro di sollievo e stava per porgere la mano al nuovo arrivato per presentarsi e
chiedere di Fyl ma Nat, avendo tirato conclusioni sbagliate, lo aggredì verbalmente: “Sei venuto per
rubare, eh? Vieni fuori che... ti faccio vedere le stelle!” Nat spintonò Trunks verso l'uscita; il ragazzo
cercò di spiegarsi ma Nat non lo ascoltava nemmeno. Sirenis e Tara avevano osservato la scena dalla
loro stanza e pensarono che fosse il caso di seguirli per fermare il fratello.
Sirenis: “Nat, no non lo fare: lui è il mio fidanzato!”
Tara spostò la sorella: “No, il mio!”
Nat si stava davvero infuriando: “Allora non sei venuto per rubare: brutto fetente, tu hai preso in giro le
mie sorelline, eh?” Trunks avrebbe potuto metterlo ko con un solo colpetto ma certo non avrebbe poi
potuto parlare con Fyl come se niente fosse dopo aver steso suo fratello, quindi decise di trattenersi e di
provare un'ultima volta a spiegarsi a parole. Myl, inaspettatamente, apparve sulla soglia della porta di
casa in suo aiuto: “TRUNKS! E tu cosa ci fai qui?”
Trunks si gettò ai suoi piedi e l'abbracciò: “MYL! Non avrei mai pensato di dirtelo ma... che bello
rivederti: finalmente una faccia amica!”
Uno strano ghigno apparve sul volto di Myl che, improvvisamente, si sentì onnipotente e cercò di
consolare il ragazzo: “Trunks, su, va tutto bene, ma... cosa diavolo sta succedendo?”
Nat si girò verso la sorella: “Non mi verrai a dire che quello è pure il tuo fidanzato?!”
Myl ridacchiò: “Mio? Ma scherzi? Lui è il ragazzo di Fyl!”
Nat rimase a dir poco sbalordito, Sirenis fece un gesto di stizza e Tara ammiccò al ragazzo, si avvicinò
a lui e con il suo fare bambinesco gli disse: “Io ho detto che noi facciamo le porcellate quando mia
sorella non c'è... ma non ho specificato quale sorella, quindi per me non c'è problema se sei il ragazzo
di Sirenis e o di Fyl”.
Myl la allontanò fingendo di tirarle un calcio e trascinò il ragazzo: “Trunks, vieni con me!”
Trunks non sapeva quanto si potesse fidare di Myl però, certo, non era una bella idea entrare in ogni
stanza della casa di Ub per cercare Fyl, visto e considerato che stavano tutti dormendo, dunque, dovette
rassegnarsi: Myl era la sua unica speranza!
Myl e Trunks entrarono in una stanza e la ragazza chiuse la porta a chiave... Trunks iniziò a
preoccuparsi seriamente!
Trunks: “Senti non so cosa hai in mente ma sappi che...”
Myl gli mise un dito davanti alla bocca: “Ssh: ti devo solo chiedere un piccolo favore...”
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Goten: “Becchan tu ti ricordi ancora di me? Ehm... voglio dire... come Beatrice...”
Becchan sorrise felice, poi si morse un labbro e agitò la testa in segno affermativo: “Si, si, non solo mi
ricordo di te, mi ricordo tutto”. Prese le mani di Goten tra le sue e le mosse verso il suo petto, fino ad
afferrare il ciondolo che portava al collo: “Questa Goten è venuta con me nel mio mondo e la indosso
sempre”.
Le loro dita si incrociarono e i loro sguardi si incontravano ripetutamente, desiderosi di imprimere nella
mente quelle immagini perché non sapevano se mai gli sarebbe stata concessa nuovamente una simile
occasione.
Goten si portò una mano davanti alla bocca: non poteva crederci, prese fiato e la abbracciò.
Becchan prese il viso di Goten tra le mani: “Goten... non c'è giorno che io non pensi a te, a voi e a tutto
quello che mi è capitato... è la cosa più bella che mi sia mai capitata... ti prego: -prese fiato e chiuse gli
occhi- dimmi che mi hai perdonata...”
Becchan iniziò a singhiozzare e questa volta fu Goten ad asciugare le sue lacrime, lui annuì
leggermente: “Non potrei mai odiarti...”
Becchan tirò un sospiro di sollievo e prese le mani del ragazzo tra le sue: “Goten... ti devo dire una
cosa...”
Goten trattenne il fiato, aveva quasi paura delle parole che stava per sentire... ma in cuor suo di fidava
di lei, sapeva che non lo avrebbe potuto ferire, non di nuovo...
Goten annuì e lei socchiuse gli occhi e continuò a parlare: “Ti ho detto che amavo Goku...”
Goten strizzò gli occhi, non era sicuro di voler ascoltare il seguito...
Becchan gli strinse le mani: “Era... è vero...”
Goten si lasciò sfuggire un gemito: era tornata in quel mondo per torturarlo? Per distruggere anche i bei
ricordi che lui serbava nel cuore?
L'epilogo (14° parte)
Myl gli mise un dito davanti alla bocca: “Ssh: ti devo solo chiedere un piccolo favore...”
Trunks la allontanò: “Appunto! Senti, non so cosa avete tutti in questa casa ma io non ti farò nessun
favore di natura sessuale perché se tu non mi darai una mano a trovare Fyl la troverò da solo, dovessi
rivoltare questa casa come un calzino, capito?”
Myl abbassò il dito che Trunks le stava puntando contro: “Eeeeh: calma carino, non voglio niente da
te!”
Trunks guardò Myl in modo sospettoso: “E allora?”
Myl singhiozzò e si gettò sul petto del ragazzo: “Non capisci? E' l'uomo della mia vita! Lo devo
rivedere!” E cominciò a sbattere dei pugnetti sul petto di Trunks. Il ragazzo rimase alquanto perplesso,
le tenne ferme le mani afferrandola per i polsi e, serio, la guardò in faccia: “Ma chi?”
Myl piagnucolando: “GOKUUU!”
Trunks sospirò: “Myl... Goku è sposato!”
Myl singhiozzò ancora un po', si asciugò le lacrime e concluse come se niente fosse: “Vabbé, allora mi
accontento del figlio!”
Trunks ridacchiò nervosamente all'idea che aveva combinato per Goten un appuntamento con la
ragazza dei suoi sogni e ora gli avrebbe portato a casa anche quella ragazzina scalmanata, però pensò
anche che l'amico avrebbe capito: “E va bene: quando torno a casa tu vieni con me, però ora dimmi
dov'è Fyl!”
Myl: “Fyl? E' chiusa a chiave in quella stanza”. E sventolò la chiave davanti al ragazzo.
Trunks si grattò una tempia perplesso: “Scusa, perché Fyl è chiusa in una stanza di cui non ha la
chiave?”
Myl fece un gesto come se fosse la cosa più elementare del mondo: “Fyl è stata la prima a vederti e mi
ha detto: -Myl, dobbiamo trovare un piano per salvare Trunks dalle grinfie di Sirenis e Tara- ma io ho
pensato di poter rigirare la situazione a mio favore... non fare il furbo: me l'hai promesso ormai!”
Trunks ormai non si sforzava più di capire le strane sorelle di Fyl: ora capiva perché la ragazza non
vedeva l'ora di sposarsi e andare via da quella casa...
Myl si avvicinò al suo viso e gli sussurrò all'orecchio: “Comunque i muscoli ce li hai... secondo me se
apri la porta a spallate fa molto più figo della situazione!” E gettò la chiave fuori dalla finestra.
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Becchan tirò un sospiro di sollievo e prese le mani del ragazzo tra le sue: “Goten... ti devo dire una
cosa...”
Goten trattenne il fiato, aveva quasi paura delle parole che stava per sentire... ma in cuor suo di fidava
di lei, sapeva che non lo avrebbe potuto ferire, non di nuovo...
Goten annuì e lei socchiuse gli occhi e continuò a parlare: “Ti ho detto che amavo Goku...”
Goten strizzò gli occhi, non era sicuro di voler ascoltare il seguito...
Becchan gli strinse le mani: “Era... è vero...”
Goten si lasciò sfuggire un gemito: era tornata in quel mondo per torturarlo? Per distruggere anche i
bei ricordi che lui serbava nel cuore?
Becchan prese ancora il suo viso tra le mani, doveva dirglielo e lui doveva ascoltarla: “Goten... io ho
amato Goku per anni nel mio mondo e qui ho conosciuto un uomo al di sopra delle mie più rosee
aspettative... eppure, credevo di amarvi entrambi... ma...” Becchan prese fiato a lungo prima di parlare,
deglutì ripetutamente e osservò insistentemente gli occhi di Goten perché lui, nella profondità di quelli
potesse capire che era sincera.
Your eyes
Opened wide as I looked your way
Couldn't hide what they meant to say
[I tuoi occhi spalancati
da quando ti ho guardata non possono nascondere
quello che vorrebbero dire]
Goten le prese una mano e la accompagnò sul suo cuore, Becchan arrossì leggermente e lui le disse:
“Stai sentendo il battito di un cuore che ti chiede scegli me”
Nuove lacrime scesero dagli occhi della ragazza e, mentre arricciava un ciuffo di capelli lungo il dito
indice, riprese a parlare: “Non mi posso scordare di lui come se niente fosse successo... ma ho capito
che... bé...- sul suo viso prese vita un lieve sorriso- non potrò scordarmi neanche di te, perché il mio
preferito sarai sempre e solo tu!”
When you smile your eyes show your heart
[ Quando sorridi
I tuoi occhi mostrano il tuo cuore]
Goten aveva finalmente sentito le parole che aveva tanto desiderato che uscissero da quella bocca, il
suo cuore era stracolmo di gioia: lei era lì e lui... lui era sempre il suo preferito!
I'd explain if only I could
Something tells me this time it's real
The way that I feel
Your eyes like the blue in the summer skies
Caught my gaze as I looked across
Feeling lost in a magic maze
[Se solo potessi spiegare
qualcosa mi dice che questo momento é vero
Il modo in cui mi sento
I tuoi occhi
Come il blu del cielo d’estate
hanno rubato il mio sguardo da quando li ho
guardati
Sentirsi persi in un labirinto magico]
Il suo cuore batteva all'impazzata, Goten abbracciò Becchan e le sussurrò in un orecchio: “Nemmeno io
riesco a credere che un dio si sia un po' distratto perdendo un angelo davanti a me... ti amo Becchan!”
Becchan socchiuse le labbra e tutto d'un fiato rispose: “Anche io... ti amo, Goten!”
When your eyes shine I'll know you're mine
For all of the time
[Quando i tuoi occhi brillano
Saprò che tu sarai mia per sempre]
Goten, un po' titubante, si avvicinò al suo viso, cercò le sue labbra che, come al solito, erano ricoperte
da uno strato di burro cacao alla fragola, respirò intensamente per saziarsi di quel sapore e poi le
assaggiò. Becchan spinse il busto indietro fino a poggiare la testa sul bracciolo, Goten si sdraiò sopra di
lei e la baciò intensamente, con passione, e lei ricambiò con trasporto, come non aveva mai fatto e
come avrebbe dovuto fare fin dal primo istante che aveva capito di provare qualcosa per lui.
Il loro era un istinto irrefrenabile: Goten aveva sempre desiderato Becchan e ora lei si accorse di
provare lo stesso impulso per il ragazzo.
Becchan lo afferrò per la cravatta, quella che gli aveva prestato il suo amico Trunks e che faceva
pendant con il suo vestito, la allentò, accarezzò, attraverso la camicia, i suoi pettorali e i muscoli della
schiena scolpiti dagli allenamenti a cui si era sottoposto fin da bambino; Goten la baciò sul collo e lei
sussultò: era sicura che anche Goku l'avesse baciata in quel punto... forse anche nello stesso modo...
Goten percepì quel movimento leggero e, inaspettatamente, si fermò: “Non roviniamo un momento
così bello”. E le porse una mano per aiutarla a rialzarsi, Becchan afferrò quella mano e si sistemò
meglio sul divano; non poté far altro che sorridergli, seppure con un po' di imbarazzo e pensò che si era
innamorata di un ragazzo davvero speciale; i loro sguardi si incrociarono e Goten le accarezzò una
mano e le disse solo: “Aspettami qui, torno subito!”
Goten salì in camera sua e tornò poco dopo scendendo i gradini a due a due, si avvicinò a Becchan
stendendo la mano destra, nella quale teneva una scatolina di velluto blu... Becchan aveva già visto
quella scatola e sapeva bene cosa conteneva, quindi, trattenne il fiato...
L'epilogo (15° parte)
Myl si avvicinò al suo viso e gli sussurrò all'orecchio: “Comunque i muscoli ce li hai... secondo me se
apri la porta a spallate fa molto più figo della situazione!” E gettò la chiave dalla finestra.
Trunks corse verso la stanza che gli aveva indicato Myl; mentre buttava giù la porta a spallate (alla fine
aveva seguito il suggerimento della pestifera Myl!) percepì una strana sensazione pervadergli il corpo,
avvolgergli il cuore e riscaldarlo: voleva essere lui a portare via Fyl da quella casa! Trunks sfondò la
porta con un colpo finale, più potente e appena vide Fyl la abbracciò, la prese tra le braccia e, tenendola
salda, fece un giro su sé stesso.
Lei era felice ma aveva bisogno anche di spiegazioni: “Trunks come stai? Cosa ti hanno fatto Sirenis,
Tara e Myl?”
Trunsk ridacchiò: “Sono tue sorelle, no? Prova a immaginare cosa mi hanno fatto...”
Fyl sgranò gli occhi e si diresse verso la porta: “Io le ammazzo!”
Trunks la trattenne e la abbracciò ancora, poi, contando sulla punta delle dita, iniziò ad elencare:
“Sirenis mi ha baciato, Tara mi ha tirato un pizzicotto sul sedere e mi ha fatto strane proposte e Myl mi
ha chiesto di portarla da Goten”.
Fyl era incredula: “Goten ti ammazzerà, lo sai? E... perché avresti fatto tutto questo?”
Trunks le prese il volto tra le mani: “L'ho fatto per te”.
Fyl cercò di trattenere le lacrime ma si era già persa negli occhi azzurri del ragazzo e, con un filo di
voce, sussurrò: “Davvero?”
Trunks: “Adesso basta con le chiacchiere...” e la zittì definitivamente con un bacio.
Nat aveva riaccompagnato Sirenis e Tara in camera, le due ragazzine, invece, avevano aspettato che il
fratellone andasse a dormire per sgattaiolare fuori dalla stanza e seguire Trunks; ora che l'avevano
ritrovato lui era avvinghiato a Fyl.
Sirenis piagnucolava: “Non è giusto, la stella l'aveva regalato a me!”
Myl sembrava l'unica felice di quel lieto fine e Tara, mentre consolava Sirenis, le chiese il perché, Myl
rispose: “Bé, Trunks non è l'unico ragazzo al mondo...”
Tara guardò con ammirazione la sorella: era forse la prima volta che la sentiva dire una cosa seria e
commentò: “Oooh: come sei saggia!”
Sirenis, invece, la riportò con i piedi per terra: “Ma quale saggia! Lei è stata a casa di Trunks: o ha
scoperto che suo padre è bellissimo e persino vedovo o che ha un fratello gemello!”
Myl ridacchiò: “Ma cosa dici... quale fratello... il suo migliore amico è un vero fusto! Un certo Goten...
Fyl mi ha raccontato che è stato qui il giorno che io vi ho accompagnate dal medico, quando hanno
aggredito lei e la mamma...”
Sirenis e Tara pendevano letteralmente dalla bocca di Myl mentre lei raccontava loro dei bei ragazzoni
che aveva conosciuto in città...
Le tre sorelle decisero, così, di fare presto un giro di ricognizione in città...
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Goten salì in camera sua e tornò poco dopo scendendo i gradini a due a due, si avvicinò a Becchan
stendendo la mano destra, nella quale teneva una scatolina di velluto blu... Becchan aveva già visto
quella scatola e sapeva bene cosa conteneva, quindi, trattenne il fiato...
Goten si sedette accanto a lei e Becchan si sentì sollevata e in cuor suo pensò: “Bé, almeno non me l'ha
chiesto in ginocchio!”
Goten aprì la scatola e le fece vedere l'anello e, con una punta di imbarazzo, le disse: “Questo... porta
anche questo nel tuo mondo... cioè, come ricordo... l'avevo giusto comprato per te...”
Becchan guardò l'anello: “E' molto bello... me lo merito davvero?”
Goten le mise le mani sulle spalle, lei pensò che la volesse attirare verso di sé per baciarla ancora,
invece le sue mani risalirono verso il collo, fino a sfilarle la catenina che aveva la sfera del drago come
ciondolo e fece scorrere il laccetto in caucciù all'interno dell'anello.
Becchan, solo per un istante, guardò il suo dito anulare e provò a immaginarlo con l'anello; Goten se ne
accorse e deglutì nervosamente: “Volevi... preferivi...”
Becchan scosse la testa: “No, hai ragione tu: lo porterò sempre con me... ma come ciondolo!” Poi
spostò i capelli e lui le riallacciò la collanina. Goten si accorse che il viso della ragazza era rigato da
nuove lacrime e le mise due dita sotto al mento per risolleverlo: “Ehi...”
Becchan singhiozzò: “Volevo chiarire... ho guardato tante volte la sfera che mi hai regalato ma non mi
ha mai riportata da te... Goten... sei stato troppo buono con me... scusami se ti ho ferito, scusami!”
Goten portò il pollice davanti alla bocca della ragazza: “Ssh: è tutto a posto...Becchan... mi hai regalato
un bellissimo sogno, e non mi riferisco a stanotte... tu sei stata il mio sogno... non ti dimenticherò mai”.
Goten la abbracciò e lei respirò intensamente il profumo del suo dopobarba.
Rimasero così a lungo; Becchan, in realtà, aveva finito di piangere ben presto ma, quando aveva
provato a riemergere dal profondo abbraccio del ragazzo, era stato lui a rigettarla verso il suo petto, tra
le sue braccia...
Passò almeno un quarto d'ora abbracciata a Goten, quando avvertì che il ragazzo aveva allentato la
presa, allora alzò il viso in cerca dei suoi occhi e si accorse che questi erano lucidi: anche lui aveva
dato sfogo alle lacrime. Becchan era sempre più sorpresa da quel ragazzo che quel giorno compiva
diciotto anni, ma aveva il cuore limpido come un bambino e non si vergognava di piangere se sentiva
l'impulso di farlo, quasi si sentì importante per essere la causa di quelle lacrime... poi pensò che lui
l'avesse decisamente sopravvalutata... quelle lacrime non meritavano di essere versate per lei dopo tutti
i dispiaceri che gli aveva dato...
Becchan lo guardò incuriosita e si accorse che, in realtà, Goku e Goten non erano poi così simili ma,
anzi, erano profondamente diversi e, infine, gli chiese: “Goten... non mi hai mai fatto vedere una
cosa...”
Goten sorrise ironicamente: “Ma non avevamo detto di non rovinare questo bel momento? Ok, ma se tu
vuoi...” E si gettò verso di lei con le labbra protese; Becchan lo respinse con un braccio: “Eddai, dicevo
che non ti sei mai trasformato in super sayan davanti a me...”
Goten si grattò la testa e la osservò perplesso: “Oh bé, da super sayan abbiamo tutti lo stesso aspetto:
visto uno, visti tutti, te lo assicuro! Comunque se ci tieni...” Si concentrò e i suoi capelli assunsero il
colore della luce del sole, i suoi occhi, invece, quello del mare: “Contenta?”
Becchan lo guardò incantata: “Non è vero che siete tutti uguali, tu sei il migliore di tutti...” Gli mise
una mano sulla guancia... ogni suo tocco aveva il poter di far avvampare il cuore di Goten, poi lo baciò
ancora a fior di labbra... ogni suo bacio era per lui di inestimabile valore...
Goten: “Mi raccomando, trova un bravo ragazzo nel tuo mondo... e sii felice accanto a lui”.
Becchan annuì e levò la mano dalla sua guancia: “Anche tu, Goten...”
Il sayan riprese il suo solito aspetto con i capelli neri, sollevò le mani di Becchan, le accompagnò fino
alla sua bocca e le baciò, poi le chiese: “Oggi come...?”
Becchan lo guardò negli occhi: “Sono il tuo regalo di compleanno, no?”
Goten rimase sbalordito: “Lo sapevi?”
Becchan inclinò leggermente la testa e, con un ennesimo sorriso sulle labbra, gli disse: “Ho detto che
sono un regalo... pensaci bene: ci sono due persone che volevano farti un regalo speciale...”
Goten sorrise: aveva capito chi gli aveva fatto un regalo così bello, e aggiunse alla frase di Becchan:
“Molto speciale...”
Becchan annuì, poi prese ancora il viso del ragazzo tra le mani: “Goten... - singhiozzò, aveva ancora
tante cose da dirgli, eppure in quel momento non riusciva ad esprimersi, gli disse solo- Tanti auguri,
Goten”.
Lui le rispose con un sorriso, sorrise anche lei.
When your eyes shine I'll know you're mine
For all of the time
[Quando i tuoi occhi brillano
Saprò che tu sarai mia per sempre]
Goten, per la seconda volta, la vide sparire davanti ai suoi occhi.
Chichi e Goku guardavano il figlio addormentato sul divano ma con un grande sorriso sulle labbra.
Chichi: “Goku... dici che abbiamo fatto bene?”
Goku: “Chichi, non vedi il suo sorriso? Figurati se non ha apprezzato il nostro regalo!”
Chichi: “Però... doveva proprio addormentarsi durante la festa?”
Goku: “Eddai Chichi...”
Chichi: “Ma pensa alla povera Marron: mentre stava parlando con Goten lui, improvvisamente, si è
addormentato!”
Goku ridacchiò: “Eh già, dovremo aiutarlo ad inventarsi una buona scusa!”
Chichi assunse un'espressione appena accigliata: “Goku!” E gli tirò un colpo sulla spalla.
Goku si guardò intorno: “Ormai se ne sono andati tutti... lo lasciamo dormire qui? Abbiamo già dato la
sua stanza a Ub!”
Chichi sbuffò: “Ma insomma!”
Goku le sfiorò la punta del naso con il suo, Chichi fece di tutto per trattenersi ma alla fine cedette e
inclinò la testa per sfiorare la fronte di Goku. Il sayan, da quella buffa posizione, sorrise ancora e
aggiunse: “Chichi... ti amo”.
Anche lei, infine, sorrise ma con un po' di malizia: “Hai tempo per dimostrarmelo fino a domani
mattina”.
Goku le fece il solletico, Chichi, dalle risate, si accasciò tra le braccia del marito e Goku le sussurrò
all'orecchio: “Anche se vado via con Ub tornerò spesso a casa... da te...”
Chichi gli mise una mano davanti alla bocca: “No, non lo dire... fallo! Se poi non verrai sul serio io
rimarrò delusa il doppio... se, invece, salendo in camera, ti troverò lì sarà una magnifica sorpresa...”
Goku prese tra le braccia la moglie: “Non ti deluderò mai più!” E volò fino al piano superiore, fino alla
loro camera matrimoniale.
Goten poco dopo si svegliò, si sentiva leggermente stordito, eppure ricordava perfettamente il sogno
che aveva appena fatto... il più bel sogno che avesse mai fatto!
Il ragazzo si guardò attorno e si grattò la testa: ormai la festa era finita e lui arrossì fino alla punta delle
orecchie a pensare che si era addormentato durante la sua festa di compleanno! Chissà cosa avevano
pensato di lui gli invitati! Poi la sua mente fu attraversata da pensieri più veniali come: i regali li
avranno dati alla mamma o li avranno messi direttamente in camera mia?
In quell'istante, a proposito dei regali, a Goten tornarono in mente le parole di Trunks e si grattò la
testa: cosa aveva voluto dire con la frase: “Sei tu il festeggiato, sono sicuro che sarà un regalo per
te...”, proprio in quell'istante, suonarono alla porta.... come nel suo sogno... come prima che Trunks gli
rivolgesse quelle parole... che fosse... il suo regalo?
Goten, perplesso, si alzò dal divano e andò ad aprire: indescrivibile lo stupore e la meraviglia che provò
a vedere quella ragazza sul ciglio della porta... rimase letteralmente senza parole e, piuttosto, capì
quelle dell'amico...
La ragazza lo salutò: “Ciao Goten... tanti auguri!”
Goten sorrise: “Ciao Cenerentola!”
Valese: “Mi ha contatta il tuo amico Trunks e, pensa, mi ha chiesto di uscire da una torta di
compleanno... ma credo di essere arrivata tardi, eh? La mia macchina si è fermata e ho dovuto
proseguire in pullman, scusa!”
Goten: “Bé, la festa è finita ma se una fetta di torta la gradisci ne è avanzata... credo...- poi si ricordò
della fame insaziabile del padre e del fatto che alla festa erano invitati anche Vegeta e Gohan e si grattò
la testa- ...spero!”
Valese rise, poi tornò ad essere seria: “Goten... spero che la mia presenza sia gradita...”
Goten le mise un braccio intorno alla vita e la spinse ad entrare in casa: “Scherzi? Trunks non mi ha
mai fatto un regalo così bello!”
La ragazza ammiccò sensualmente: “E vedrai il regalo che io ho in serbo per te!”
Goten sorrise in modo malizioso: “Confermo: mai ricevuto un regalo migliore!”
E, un attimo prima di baciarla, rivolse un pensiero alla prima ragazza che gli aveva rubato il cuore:
“Addio Becchan”.
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Beatrice si risvegliò: si girò a destra e vide il poster di
Dragon Ball che aveva fatto incorniciare, quello con
tutti i personaggi della serie; la guancia di un Goku,
quello più in basso, era consumata dai baci che, un
tempo, gli aveva dato ogni notte prima di andare a
dormire. Beatrice sorrise a quel Goku ma il suo sguardo
si spostò presto e si posò più in là, verso il Goten che
c'era nell'estremità destra, accarezzò quell'immagine; si
voltò a sinistra e cercò il ciondolo con la sfera che
poggiava sempre sul comodino... non c'era... Becchan lo
cercò meglio con la mano ma, a causa del buio, non
riusciva proprio a trovarlo, infine accese la luce e sorrise
imbarazzata per la sua ingenuità: per raggiungere Goten
quella notte l'aveva tenuto al collo!
La sfera si stava illuminando, e quel bagliore faceva
risplendere anche il piccolo diamante dell'anello, si
chiese, con un po' di malinconia, come e se sarebbe
cambiata la sua vita se lo avesse accettato a suo tempo...
le sembrò quasi di sentire quelle parole: “Addio
Becchan”.
Becchan sospirò: “Addio, Goten”.
FINE
Credits:
- nel capitolo 8 le parti in grigio sono quelle degli episodi 6 e 7 di Dragon Ball, soprattutto le battute;
- nel capitolo 14 la battuta di Goten in fucsia è una frase della canzone "Scegli me" dei Finley
- nel capitolo 14 e 15 i pensieri di Goten in blu sono parole di "Your Eyes", dei Cook da Book, colonna
sonora del Tempo delle Mele 2 (si è capito che amo questo film? =P)
- il disegno è una fanart realizzata da me
E così termina la mia lunga, lunghissima fanfiction ^_^.
Il Bazar di Mari
www.ilbazardimari.net
Online da: Luglio 2007 – Ultimo aggiornamento: Dicembre 2007
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