Adeguamento sismico di edifici esistenti in cemento armato
Ing. Graziella Campagna, Logical Soft
L’adeguamento sismico di edifici esistenti ricopre in Italia un ruolo di grande importanza non solo per
l’elevata pericolosità sismica del territorio ma anche per l’elevata vulnerabilità degli edifici storici, costruiti
per resistere principalmente a sollecitazioni statiche. Il verificarsi di eventi sismici o interventi umani, che
modificano lo stato sollecitativo della struttura portante, potrebbe minare la sicurezza della costruzione al
punto di non essere più garantita. In queste evenienze la normativa richiede di eseguire una valutazione
della stabilità locale e globale dell’edificio al fine di assicurare l’incolumità della vita umana nonché la
funzionalità dell’opera.
Le Nuove Norme Tecniche delle Costruzioni approvate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici il 14
novembre 2014 offrono un ulteriore nuovo slancio a questo importante tema, privilegiando gli interventi
che migliorano il comportamento sismico degli edifici piuttosto che quelli che li adeguano. L’obiettivo
ultimo sembra quindi essere quello di migliorare le prestazioni sismiche della maggior parte degli edifici,
rinunciando ad ottenere il massimo livello di sicurezza per un numero ridotto di edifici.
Nel focus precedente abbiamo trattato la valutazione della sicurezza ed il progetto di interventi di
adeguamento sismico di edifici in muratura portante. Ci occupiamo ora di approfondire lo stesso
argomento prendendo in considerazioni strutture esistenti in cemento armato con l’obiettivo di
ripercorrere sia in termini concettuali che pratici l’iter progettuale che la normativa richiede al
professionista di affrontare.
S’intende offrire quadro completo delle procedure di valutazione della sicurezza, evidenziando le principali
regole di modellazione, i vari metodi di analisi A scopo esemplificativo, nei riquadri, si tratterà la
valutazione della sicurezza e l’adeguamento sismico di una piccola struttura in cemento armato.
QUANDO VALUTARE LA SICUREZZA SISMICA DI UN EDIFICIO?
La valutazione della sicurezza di costruzioni esistenti deve essere effettuata ogni qualvolta si presentino
situazioni di incremento di vulnerabilità della struttura sia per carichi verticali che sismici. Ciò avviene se
subentrano modifiche alla costruzione, dipendenti o indipendenti dalla volontà dell’uomo, che ne
aumentino la probabilità di danneggiamento o collasso: in tal caso la normativa richiede di verificare e
garantire che la struttura mantenga una bassa vulnerabilità in condizioni sismiche, ammettendo che subisca
danneggiamenti senza giungere a collassi repentini.
Le Norme Tecniche per le costruzioni del 2008 (Par. 8.3) chiedono in dettaglio di attuare le procedure di
valutazione della sicurezza ogni qualvolta si presenti una delle seguenti situazioni:
 riduzione evidente della capacità resistente e/o deformativa della struttura o di alcune sue parti
dovuta ad azioni ambientali (sisma, vento, neve e temperatura), significativo degrado e decadimento
delle caratteristiche meccaniche dei materiali, azioni eccezionali (urti, incendi, esplosioni), situazioni di
funzionamento ed uso anomalo, deformazioni significative imposte da cedimenti del terreno di
fondazione;
 provati gravi errori di progetto o di costruzione;
 cambio della destinazione d’uso della costruzione o di parti di essa, con variazione significativa dei
carichi variabili e/o della classe d’uso della costruzione;
 interventi non dichiaratamente strutturali, qualora essi interagiscano, anche solo in parte, con elementi
aventi funzione strutturale e, in modo consistente, ne riducano la capacità o ne modifichino la rigidezza.
L’intervento che si intende realizzare dovrà essere ricondotto ad una delle seguenti 3 categorie (§ 8.4 delle
NTC 2008) per cui si richiede di garantire un differente livello di sicurezza:
1
1. interventi di adeguamento: si tratta di sopraelevazioni, ampliamenti o cambi di destinazioni d’uso a
seguito dei quali si richiede di ripristinare la sicurezza in modo da garantire la stessa prestazione
attesa per edifici nuovi;
2. interventi di miglioramento: sono interventi che non rientrano in quelli di adeguamento e per i
quali è richiesto di incrementare il livello di sicurezza dell’intera costruzione seppur non si sia in
grado di raggiungere quello previsto per le nuove costruzioni ;
3. riparazioni o interventi locali che interessano elementi isolati e per i quali è possibile dimostrare
che saranno migliorate le condizioni di sicurezza preesistenti.
Sia per interventi di adeguamento che di miglioramento si richiede un’analisi globale della struttura, prima
e dopo l’intervento.
S’intende valutare la sicurezza di un piccolo edificio esistente ubicato a Milano con lo scopo di determinare
le eventuali carenze di capacità resistente o deformativa. Sulla scorta dei risultati ottenuti, si metteranno in
essere opportuni interventi di adeguamento sismico.
QUALI OBIETTIVI HA LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA?
Valutare la sicurezza di una struttura ha l’obiettivo di stabilire se, in caso di danneggiamento, degrado o
intervento strutturale, l’uso della costruzione esistente possa continuare senza interventi, se debba essere
previsto un uso diverso dell’edificio (declassamento, cambio di destinazione e/o imposizione di limitazioni
e/o cautele nell’uso) o se sia necessario ripristinare la capacità portante della costruzione.
Per giungere a tali obiettivi si chiede di garantire che la costruzione soddisfi i requisiti di resistenza,
rigidezza e duttilità fissati dalla norma nel caso in cui si raggiunga uno o più stati limite durante la vita
nominale dell’opera.
Nello specifico, per edifici esistenti si potrà fare riferimento ai soli Stati Limite Ultimi garantendo che, in tali
condizioni, la costruzione mantenga una capacità di evitare crolli, instabilità o dissesti gravi che possano
compromettere l’incolumità delle persone. Le Verifiche agli Stati Limite Ultimi possono essere eseguite
rispetto alla condizione di salvaguardia della vita umana (SLV) o, in alternativa, alla condizione di collasso
(SLC).
QUALE PROCEDURA ADOTTARE PER LA VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA SISMICA?
E’ particolarmente complesso analizzare ed interpretare il comportamento strutturale di edifici esistenti a
causa della ridotta conoscenza dell’organismo strutturale e dei materiali. Proprio per questo motivo la
normativa non è in grado di definire delle regole generali valide per tutte le tipologie di edificio e nemmeno
potrebbe fornire delle indicazioni specifiche per ciascun singolo caso. La scelta del modello e delle ipotesi di
calcolo per la valutazione della sicurezza è dunque affidata alla competenza e capacità critica del
Progettista.
Le norme tecniche per le costruzioni (§8.5 delle NTC2008) propongono però un iter progettuale comune a
tutti gli interventi che può essere riassunto nei seguenti punti.
1.
2.
INDAGINE CONOSCITIVA. L’indagine conoscitiva dell’edificio ha lo scopo di definire lo stato attuale
della costruzione mediante rilievi plano-altimetrici, strutturali (dimensioni geometriche degli
elementi strutturali, quantitativi delle armature, collegamenti;) e dello stato di danno e
deformativo della struttura.
ANALISI STORICA. L’analisi storico-costruttiva dell’opera guida il progettista nella ricostruzione dello
stato di sollecitazione attuale alla luce degli eventi che hanno interessato l’edificio nel tempo: dati
di progetto originari, modifiche strutturali intercorse e analisi dei fenomeni ambientali che hanno
interessato l’edificio (terremoti, eventi atmosferici, dissesti, ..). L’indagine dovrebbe essere estesa
2
anche alla conoscenza delle tecniche costruttive e progettuali del tempo in cui la struttura è stata
edificata per risalire ai criteri che hanno portato il progettista a certe scelte di intervento.
3. INDAGINE SULLE FONDAZIONI: lo studio geologico-geotecnico dell’area ed il rilievo delle fondazioni
(tipologia e stato conservativo) hanno l’obiettivo di stabilire quale interazione sia in essere tra
fondazione e terreno e come tale interazione si stia riflettendo sulla struttura.
4. INDAGINI SUI MATERIALI. Il livello di conoscenza dei materiali dipende dal grado di
approfondimento delle indagini svolte in sito o in laboratorio: ispezioni visive, carotaggi ed indagini
strumentali più o meno distruttive sono condotte per definirla tipologia, le proprietà meccaniche e
lo stato di conservazione dei materiali.
5. ANALISI ANTE OPERAM. Deve essere condotta la verifica della struttura prima dell’intervento con lo
scopo di identificare le carenze ed il livello di azione sismica per la quale viene raggiunto lo SLU.
6. PROGETTO DELL’INTERVENTO. Il progettista stabilisce e motiva il tipo di intervento che intende
realizzare sulla struttura in base alle evidenze emerse in fase di indagine ed analisi dello stato
attuale. Esegue poi il dimensionamento preliminare dei rinforzi e degli eventuali elementi
strutturali aggiuntivi;
7. ANALISI POST OPERAM. Si richiede infine di eseguire l’analisi strutturale a seguito della
realizzazione degli interventi progettati e di determinare il livello di azione sismica per la quale
viene raggiunto lo SLU.
In riferimento ai primi quattro punti, alla luce delle informazioni raccolte durante le indagini, si può definire
un certo “livello di conoscenza” dei diversi parametri coinvolti nel modello (geometria, dettagli costruttivi e
materiali) ed un conseguente fattore di confidenza, FC, da applicare come coefficiente di sicurezza alle
proprietà meccaniche dei materiali per tenere in conto delle carenze nella conoscenza dei parametri del
modello.
Nella seguente tabella si schematizza la relazione tra livello di conoscenza e fattore di confidenza.
3
L’edificio in studio è costituito da un telaio in calcestruzzo armato che si sviluppa su 2 livelli di 3m di altezza
ciascuno. L’estensione in pianta della costruzione è di 10x5m circa; nelle seguenti figure si riportano il
modello tridimensionale, lo schema in pianta e la distinta delle armature per le travi ed i pilastri.
Poiché la campagna di indagine conoscitiva della struttura, non ha raggiunto sufficienti livelli di
approfondimento, si attribuisce ai materiale un basso livello di conoscenza ed un conseguente fattore di
confidenza: FC=1,35.
Le proprietà dei materiali sono:
- calcestruzzo con resistenza cilindrica media: fcm= 28 N/mm2
- ferro per le armature FeB44k: fym= 4000 kg/cm2
Gli orizzontamenti sono stati realizzati in laterocemento con soletta in c.a. maggiore di 4 cm e pertanto
potranno essere considerati piani infinitamente rigidi. I carichi derivanti dai solai sono:
- carichi permanenti: g=6,4 kN/m2
- carichi accidentali: q=2,0 kN/m2
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VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA: METODI DI ANALISI E CRITERI DI VERIFICA
La determinazione del livello di conoscenza guida il progettista nel definire anche quali metodi di analisi è
possibile adottare. Come evidente dalla tabella dei fattori di confidenza della precedente immagine (Tabella
C8A.1.2 della Circolare 617/2009), in caso di basso livello di conoscenza della costruzione, è necessario
eseguire un’analisi globale lineare; per livelli di conoscenza superiori, tutti i metodi di analisi del capitolo 7.3
delle NTC2008 sono ammessi.
Poiché nelle costruzioni esistenti in cemento armato soggette ad azioni sismiche viene attivata la capacità
di elementi e meccanismi resistenti che possono essere “duttili” o “fragili”, l’analisi sismica globale deve
utilizzare, per quanto possibile, metodi di analisi che consentano di valutare in maniera appropriata sia la
resistenza che la duttilità disponibile. Nel caso in cui si adotti un metodo di calcolo lineare deve essere
fissato un opportuno valore del fattore di struttura in relazione alle caratteristiche meccaniche globali e
locali della struttura in esame.
Il capitolo C8.7.2.5 della Circolare 617 fornisce la classificazione degli elementi/meccanismi duttili e fragili:
per edifici in calcestruzzo armato:
- “duttili”: travi, pilastri e pareti inflesse con e senza sforzo normale
- “fragili”: meccanismi di taglio in travi, pilastri, pareti e nodi
I meccanismi duttili possono essere attivati in maniera diffusa su tutta la costruzione, oppure in maniera
non uniforme, ad esempio localizzandosi in alcune parti critiche o su un unico piano. La plasticizzazione di
un elemento o l’attivazione di un meccanismo duttile in genere non comportano il collasso della struttura e
si verificano controllando che la domanda non superi la corrispondente capacità in termini di deformazione
I meccanismi fragili possono localizzarsi in qualsiasi punto della struttura e possono determinare il collasso
dell’intera struttura. La verifica è eseguita controllando che la domanda non superi la corrispondente
capacità in termini di resistenza.
L’analisi sismica globale può essere condotta mediante analisi lineari o non lineari. Come
precedentemente osservato l’analisi non lineare può essere condotta solo se il livello di conoscenza non è
LC1.
L’analisi lineare invece può essere effettuata secondo due differenti modalità:
1.
2.
considerando lo spettro di risposta elastico (q=1);
considerando lo spettro di risposta di progetto che si ottiene dallo spettro elastico riducendone le
ordinate con l’uso del fattore di struttura q, il cui valore è scelto nel campo fra 1,5 e 3,0 sulla base della
regolarità e dei tassi di lavoro dei materiali sotto le azioni statiche. (1,5<q<3)
ANALISI LINEARE CON SPETTRO DI PROGETTO
L’analisi elastica con spettro di progetto può essere utilizzata facendo riferimento allo spettro elastico
riducendo le ordinate con l’uso del fattore di struttura q scelto in modo tale che 1,5< q < 3. Valori superiori
a quelli indicati devono essere adeguatamente giustificati con riferimento alla duttilità disponibile a livello
locale e globale.
Le verifiche degli elementi strutturali devono essere condotte secondo le seguenti indicazioni:


Elementi “Duttili”: la sollecitazione indotta dall’azione sismica (q≠1) sia inferiore o uguale alla
corrispondente resistenza.
Elementi “Fragili”: la sollecitazione indotta dall’azione sismica (q=1,5) sia inferiore o uguale alla
corrispondente resistenza.
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ANALISI LINEARE CON SPETTRO ELASTICO
La verifica degli elementi “duttili” viene eseguita confrontando gli effetti indotti dalle azioni sismiche in
termini di deformazioni (rotazioni) con i rispettivi limiti di deformazione.
La verifica degli elementi “fragili” viene eseguita confrontando gli effetti indotti dalle azioni sismiche in
termini di forze con le rispettive resistenze. Le sollecitazioni di verifica sono ottenute da condizioni di
equilibrio, in base alle sollecitazioni trasmesse dagli elementi/meccanismi duttili.
L’analisi lineare con verifica in termini di deformazione/resistenze, può essere condotta se sono soddisfatte
le seguenti condizioni:


max/min≤2,5 calcolato come segue:
- i = Di/Ci con Di= momento flettente fornito dall’analisi sismica della struttura per l’i-esimo
elemento
Ci= momento resistente valutato con lo sforzo normale relativo alle condizioni di
carico gravitazionali dell’i-esimo elemento
- max e min rispettivamente i valori massimo e minimo di tutti i i ≥2 considerando tutti gli
elementi primari della struttura
Ci (elementi/meccanismi FRAGILI)>Di calcolando la domanda Di come segue:
- se i (elementi/meccanismi FRAGILI) > 1, Di è calcolato sulla base della resistenza degli elementi duttili
adiacenti
- se i (elementi/meccanismi FRAGILI) < 1, Di è calcolato sulla base dei risultati dell’analisi.
Le verifiche in termini di resistenza/deformazione sono generalmente più favorevoli di quelle condotte in
termini di resistenza richieste in caso di analisi con spettro di progetto. La verifica delle condizioni appena
elencate costituisce una discriminante fondamentale sull’utilizzo del metodo. Cerchiamo dunque di
comprendere cosa cela questa richiesta. Il parametro ha il ruolo di determinare se la domanda in
condizioni sismiche è almeno 2 volte superiore rispetto alla capacità dell’elemento in condizione di carichi
gravitazionali (i ≥2) e rappresenta di fatto una sorta di fattore di sovraresistenza degli elementi fragili
rispetto a quelli duttili. La verifica in termini di resistenze/deformazioni può dunque essere eseguita se
sulla struttura si riscontra all’atto pratico (indipendentemente quindi dalle pratiche progettuali del tempo)
una sorta di gerarchia delle resistenze. Laddove tale condizione non sia verificata le verifiche dovranno
essere condotte in termini di resistenze.
ANALISI NON LINEARE
Nel caso di analisi non lineare di tipo pushover, le verifiche degli elementi “duttili”/”fragili” vengono
eseguite come segue:


“elementi duttili”: si confrontano gli effetti indotti dalle azioni sismiche in termini di deformazioni
con i rispettivi limiti di deformazione per ciascuno stato limite, calcolati in corrispondenza di dmax;
“elementi fragili”: si confrontano gli effetti indotti dalle azioni sismiche in termini di forze con le
rispettive resistenze calcolate in questo modo:
- dall’analisi pushover del sistema a più gradi di libertà si ricava il taglio massimo alla base Vbu
- si individua lo spostamento dcu corrispondente a tale taglio
- se lo spostamento dmax relativo ad un dato Stato limite è minore di dcu, il taglio negli elementi
verrà calcolato in corrispondenza di dmax
- se dmax > dcu, il taglio negli elementi verrà calcolato in corrispondenza di dcu.
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La valutazione della sicurezza dell’edificio di esempio viene condotta mediante analisi dinamiche lineari
(analisi modale): avendo determinato un livello di conoscenza della struttura LC1 non è infatti possibile
eseguire analisi non lineari.
Si esegue dunque un’analisi lineare optando inizialmente per un’analisi con spettro di progetto. Si sceglie di
adottare cautelativamente il fattore di struttura minimo (q=1,5), semplificando così anche il processo di
verifica degli elementi strutturali: per gli elementi/meccanismi fragili infatti le verifiche devono essere
condotte confrontando le resistenze con le sollecitazioni indotte dall’azione sismica calcolata con spettro di
progetto le cui ordinate sono ridotte di un fattore q=1,5; solo per gli elementi/meccanismi duttili è
ammesso un fattore di struttura superiore ad 1,5 (comunque inferiore a 3).
TRAVILOG TITANIUM esegue automaticamente le verifiche in termini di resistenza ed emergono i seguenti
risultati:
- PILASTRI: le verifiche di resistenza a pressoflessione sono tutte soddisfatte.
- TAGLIO: anche le verifiche a taglio non presentano particolari problemi.
- TRAVI: numerosi elementi manifestano un’insufficiente resistenza a flessione con uno sfruttamento
massimo di 1,26 ed un relativo coefficiente di sicurezza pari a 0,79. Nella seguenti immagini si riporta l’esito
delle verifiche per le travi ed il dettaglio della verifica su una sezione tipo.
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Si intende dimensionare un intervento di adeguamento sismico a flessione per ripristinare la capacità di
resistenza delle travi di impalcato (si veda paragrafo successivo) la cui verifica ha dato esito negativo.
Si approfondisce lo studio del comportamento dell’edificio, conducendo un’analisi lineare in spettro
elastico (q=1) per eseguire le verifiche dei meccanismi duttili/fragili in termini di deformazioni e resistenze.
Emerge che le verifiche sono tutte soddisfatte. Poiché le condizioni di applicabilità esposte
precedentemente sono rispettate, si può ritenere la struttura globalmente sicura in condizioni di
sollecitazione sismica.
VALUTAZIONE DELLA SICUREZZA: STIMA DELLA VULNERABILITA’
L’indice di vulnerabilità sismica della struttura è definito come il rapporto tra l’azione sismica
corrispondente al raggiungimento della capacità della struttura e la domanda sismica allo stato limite
ultimo.
In caso di calcolo mediante analisi lineare, la vulnerabilità sismica può essere valutata con il rapporto tra
sollecitazione ultima e sollecitazione di calcolo per ciascun elemento:
R 
V   d 
 Ed  min
dove Rd sono le resistenze ed Ed le sollecitazioni. Il valore da attribuire all’intera struttura è il minimo tra
tutti quelli ottenuti su ciascun elemento; la vulnerabilità è dunque dettata dal primo elemento che
raggiunge lo stato limite ultimo. Se si ottiene un indice di vulnerabilità inferiore all’unità la struttura non ha
resistenza sufficiente a far fronte ad un evento sismico e l’eccedenza rispetto all’unità è indice del grado di
inadeguatezza . Apportando interventi di adeguamento o miglioramento alla struttura, l’indice di
vulnerabilità consente di valutare quale intervento garantisca le prestazioni migliori.
In caso di analisi non lineare, l’indice di vulnerabilità, dato dal rapporto tra grandezze che misurino la
capacità della struttura con quelle che ne identifichino la domanda in condizioni sismiche, può essere
valutato in termini di periodo di ritorno dell’evento sismico, TR, o di accelerazioni di picco, PGA:
TR 
TR 
TR (C )
TR ( D )
PGA(C )
PGA( D )
Il TR(D) e la PGA(D) sono rispettivamente il periodo di ritorno e l’accelerazione di picco dello spettro sismico
di progetto (domanda di spostamento) mentre TR(C) e PGA(C) sono rispettivamente il tempo di ritorno e
l’accelerazione di picco dell’evento sismico che porta la struttura al raggiungimento dello stato limite
(capacità). Operativamente, la vulnerabilità si valuta variando il tempo di ritorno o la PGA, e quindi lo
spettro di risposta, fintanto che non si raggiunge lo stato limite stabilito.
Riprendendo i risultati commentati precedentemente, per l’edificio analizzato il parametro di vulnerabilità
è rappresentato dal coefficiente di sicurezza (cs) pari a 0,79. Un coefficiente inferiore all’unità implica la
necessità di prevedere interventi di adeguamento, come esposto nel paragrafo successivo.
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INTERVENTI DI RINFORZO DELLA STRUTTURA
Gli interventi di rinforzo di elementi esistenti in calcestruzzo armato sono trattati nel PARC8.A.7 della
Circolare 617. Se ne riporta nel seguito una sintesi.
INCAMICIATURA IN C.A.
L’incamiciatura in calcestruzzo armato di pilastri o pareti è un intervento che consente di posizionare
armature longitudinali e trasversali con un copriferro adeguato al fine di raggiungere i seguenti scopi:
- aumento della capacità portante verticale;
- aumento della resistenza a flessione e/o taglio;
- aumento della capacità deformativa;
- miglioramento dell’efficienza delle giunzioni per sovrapposizione.
INCAMICIATURA IN ACCIAIO
Le camicie in acciaio applicate a pilastri rettangolari sono generalmente costituite da quattro profili angolari
sui quali vengono saldate piastre continue in acciaio o bande di dimensioni ed interasse adeguati, oppure
vengono avvolti nastri in acciaio opportunamente dimensionati. I profili angolari possono essere fissati con
resine epossidiche o semplicemente resi aderenti al calcestruzzo esistente. Le bande possono essere
preriscaldate prima della saldatura e i nastri presollecitati, in modo da fornire successivamente una
pressione di confinamento.
Le camicie in acciaio vengono generalmente applicate a pilastri o pareti per conseguire i seguenti obiettivi:
- Aumento della resistenza a taglio: il contributo della camicia alla resistenza a taglio può essere
considerato aggiuntivo alla resistenza preesistente purché la camicia rimanga interamente in campo
elastico. Tale condizione è necessaria affinché essa limiti l’ampiezza delle fessure e assicuri l’integrità del
conglomerato, consentendo il funzionamento del meccanismo resistente dell’elemento preesistente.
- Aumento della capacità deformativa.
- Miglioramento dell’efficienza delle giunzioni per sovrapposizione.
- Aumento della capacità portante verticale (effetto del confinamento).
PLACCATURA E FASCIATURA IN MATERIALI COMPOSITI
L’uso di idonei materiali compositi (o altri materiali resistenti a trazione) nel rinforzo sismico di elementi in
c.a. è finalizzato ai seguenti obiettivi:
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- aumento della resistenza a taglio di pilastri e pareti mediante applicazione di fasce con le fibre disposte
secondo la direzione delle staffe;
- aumento della resistenza nelle parti terminali di travi e pilastri mediante applicazione di fasce con le fibre
disposte secondo la direzione delle barre longitudinali ed opportunamente ancorate;
- aumento della duttilità nelle parti terminali di travi e pilastri mediante fasciatura con fibre continue
disposte lungo il perimetro; miglioramento dell’efficienza delle giunzioni per sovrapposizione, sempre
mediante fasciatura con fibre continue disposte lungo il perimetro.
Ai fini delle verifiche di sicurezza degli elementi rinforzati con FRP si possono adottare le Istruzioni CNR-DT
200/12.
Per le travi che non soddisfano le verifiche a flessione, si sceglie di applicare un placcaggio in FRP
applicando fasce con le fibre disposte secondo la direzione delle barre longitudinali. Per soddisfare i
requisiti di sicurezza richiesti per interventi di adeguamento si applica la seguente fibra:
Materiale: MAPEWRAP C-UNI-AX-HM-600
Spessore: 0,329mm
Larghezza fascia: 300mm
Lunghezza di ancoraggio: 152mm
A seguito dell’intervento il coefficiente di vulnerabilità varia da 0,79 a 1,09 (Mres/Med=63.609/58.473).
COSA CAMBIA CON LE NUOVE NORME TECNICHE APPROVATE DAL CSLLPP?
Come accennato nell’introduzione, le Nuove Norme Tecniche approvate dal CSLLPP il 14 novembre 2014
ripongono al centro dell’attenzione il delicato tema della verifica e dell’adeguamento degli edifici esistenti
puntando a migliorare le prestazioni sismiche della maggior parte degli edifici rinunciando ad ottenere il
massimo livello di sicurezza per un numero ridotto di edifici.
In termini pratici questo si è tradotto nell’incentivare gli interventi di miglioramento, per cui è richiesto un
livello di sicurezza pari ad almeno il 10% di quello delle nuove costruzioni, e nel rendere economicamente
più accessibili gli interventi di adeguamento. Per questi ultimi si ammette di raggiungere non lo stesso
10
livello di sicurezza delle nuove costruzioni, ma l’80% concedendo una riduzione di circa il 20% della
sicurezza attesa.
Tornando all’esempio trattato nel focus, applicando le Nuove Norme Tecniche, aver raggiunto un
coefficiente di sicurezza minimo di 0,79 circa, avrebbe consentito di dimensionare un intervento di
adeguamento meno importante se non addirittura di accettare il livello di sicurezza esistente.
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