Editore: Centro Culturale San Lorenzo 46040 Guidizzolo (MN) - Direttore responsabile Andrea Dal Prato - Tariffa R.O.C.: ”Poste Italiane s.p.a. - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27-02-2004 n° 46) art. 1 comma 1, DCB - Brescia - Euro 0,20
GUIDIZZOLO MN - BIMESTRALE DI ATTUALITA’, CRONACA, CULTURA E POLITICA
La Banda a
New York
Don Libero
nuovo parroco
ANNO XIV N. 81 - DICEMBRE 2008
Lettere anonime,
un vizietto antico
1
sommario
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Editoriale:
Lettere anonime, un vizietto antico
Numeri utili
Don Libero Zilia
Tacabanda
Salute
Noi e la legge
Noi e il Fisco
Anima e cuore
L’Acquario di Genova
Ricette tradizionali
Psicologia
Poesia alle montagne
Cronaca
Quattro bagole
Appunti di viaggio
Arte & dintorni
Il sole politico di Guareschi
Il Neorealismo in Italia
Pellegrini e pellegrinaggi
Ortografia e stile
Marangela Cappa
Istituto Statale d’Arte
Notizie dell’Amministrazione Comunale
La Banda di Guidizzolo
sfila per le vie di New York
2
Don Libero Zilia ha preso
ufficialmete posseso della
parrocchia di Guidizzolo
TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI: Informativa ai sensi del d. lgs n. 196 del 30-06-2003
I dati in possesso della redazione de "la Notizia" sono forniti direttamente dagli interessati o estratti da elenchi pubblici: ovvero in nostro
possesso anteriormente all'8-5-1997. Gli interessati possono chiedere la cancellazione, il blocco, l'aggiornamento o l'integrazione dei
dati od opporsi al trattamento stesso.
editoriale
Andrea Dal Prato
Nel nostro paese in questi ultimi mesi sono state diffuse, anche a mezzo posta, tre
diverse lettere anonime.
Secondo alcuni lo scrivere lettere anonime è il massimo della libertà di espressione
e l’unico modo per essere veramente se stessi: un “volare nel cielo della libertà,
senza alcun freno, liberi e felici…”.
Sì, è proprio vero: “senza alcun freno”, anche quello della “responsabilità”; e infatti
la lettera anonima è espressione di irresponsabilità, vergognosa irresponsabilità.
E’ pur vero che si può dare libero sfogo, confidare, cioè, al proprio diario “segreto” i
propri sogni - anche brutti -, le proprie fantasticherie, i propri sfoghi, le proprie emozioni, i propri sentimenti, le proprie arrabbiature, le proprie ribellioni: quelle pagine
sono “segretate”; l’autore le tiene ben nascoste perché sono “confidenze a se stesso” e restano per suo rigoroso “uso interno”.
Così si esprime, per analizzare il fenomeno delle lettere anonime, Pietro Pàstena
ad un convegno nazionale forense a Palermo nel 2006. “Quello delle lettera anonima è un fenomeno assai diffuso, anche più di quel che si potrebbe pensare. In
una sua possibile tipologia, troverebbe innanzitutto posto la denuncia anonima. Nei
regimi totalitari, questa pratica si ritrova spesso incoraggiata dalle autorità:
così è avvenuto ad esempio sotto lo
stalinismo, mentre durante il fascismo
una ragnatela di delazioni anonime denunciava i cittadini ritenuti di sinistra e,
dopo le leggi razziali e soprattutto dopo
l’8 settembre, gli Ebrei… Nel nostro
ordinamento, le lettere anonime non
costituiscono fonte probatoria, però possono originare indagini su cui promuovere,
eventualmente in seguito, l’azione penale… Secondo alcuni giuristi, si farebbe spesso un uso improprio della denuncia anonima secondo una prassi che, se potrebbe
trovare una giustificazione in un impianto inquisitorio, non dovrebbe trovare posto in
un sistema accusatorio… Le denunce anonime vengono inviate non solo all’autorità
giudiziaria: si vedano ad esempio quelle, numerose, che giungono agli uffici delle
imposte secondo una prassi già denunciata da Edmondo De Amicis addirittura del
1896. O anche, quelle inviate ai dirigenti degli uffici pubblici riguardanti, è il caso più
frequente, presunti comportamenti censurabili di un impiegato, da cui trae spesso
origine un’indagine amministrativa interna. E’ stato rilevato che chi ha esperienza di
uffici direttivi sa bene che in genere la lettera anonima è tra le cose più considerate
dall’amministrazione statale: viene letta con irrefrenabile curiosità, sottolineata, siglata, postillata, commentata…”
Chiara la panoramica del giurista, anche con sintetici e “significativi” riferimenti storici.
Ed ora veniamo al “nostro” caso. Noi non intendiamo né possiamo assolutamente
entrare nel merito delle lettere “liberamente” circolanti in Guidizzolo: sarebbe prendere in considerazione testi che si squalificano da sé perché non sottoscritti. La semplice citazione tra virgolette anche solo di qualche passo di tali lettere costituirebbe
colpevole e irresponsabile divulgazione da parte nostra, fosse anche per ribatterne
e contestarne falsi contenuti. Una lettera anonima non può essere presa in considerazione - fosse anche, per assurdo, elogiativa - ed è un gesto inqualificabile ed
irresponsabile quando - ed è pressoché la norma - è diffamatoria. L’uomo è tale in
quanto soggetto consapevole e responsabile del proprio operato. Se gli manca il
coraggio delle proprie azioni, che uomo è?
Essendo l’uomo fallibile per natura, tutti potremmo trovarci coinvolti o come vittime
o…come attori in atti di ingiustizia, di sopruso, di prepotenza. Ebbene, come vittime
abbiamo mezzi adatti per farci sentire, protestare e denunciare a viso scoperto e a
fronte alta, e come attori il dovere di rimediare.
In una società che si definisce civile non c’è proprio posto per gesti inqualificabili
tesi, forse più che ad altro, a screditare, offendere ed infangare le persone.
Lettere anonime,
un vizietto antico
3
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RESPONSABILE
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CAPO REDATTORE
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4
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CARABINIERI - tel. 0376 819006 - 112
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FONDAZIONE “NonSoloArte” - tel. 0376 840303
ISTITUTO COMPRENSIVO - 0376 819049 - 819059
ISTITUTO STATALE D’ARTE - tel. 0376 819023
Cooperativa “Orizzonti” - tel. 0376 847326
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PARROCCHIA Guidizzolo - tel. 0376 819052
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SISAM (acquedotto) - 800 859370 - 0376 771869
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Prenotazione ambulanza - tel. 349 8608653
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Da lunedì a venerdì: dalle 10 alle 13
Sabato: dalle 10 alle 12
• Dr.ssa Emi Ghisolfi - Cell. 333 8356733
Prenotazione visite: 0376 840433 (8,30-12,30)
Lun. Giov. Ven.: dalle 16 alle 19 (su appuntamento)
Mar. Mer. Gio.: dalle 10 alle 13
• Dr. Orfeo Valerio Galvani
Ambulatorio 0376 819794 - abitazione 0376 819096
Lun. Mar. Mer. Gio.: dalle 9,30 alle 12,30
Mer. Ven.: dalle 16,30 alle 19,30 (su appuntamento)
• Dr. Giuliano Ponti
Ambulatorio 0376 819475 - abitazione 0376 819177
Lun. Mar. Mer. Ven.: dalle 10 alle 12,30
Giovedì: dalle 16,30 alle 19
• Dr.ssa Angela Gatti - tel. 338 2619350
Lunedì - Mercoledì - Venerdì: dalle 17,30 alle 18,30
Ambulatorio Medole - tel. 0376 898109
Lun. Merc. Ven. : dalle 10,30 alle 12
Mar. Gio.: dalle 17,30 alle 19
Pediatra di base
• Dr.ssa Stella Schena - tel. 3491047387
Lun. Mart. Giov.: dalle 9,30 alle 12,30
Merc.: dalle 16 alle 19 - Ven.: dalle 14 alle 17
• Dr.ssa Giancarla Cavalli - tel. 0376 868173
NUMERO VERDE FARMACIE DI TURNO
tel. 800-228521 (Guidizzolo 0376 819005)
Ufficio Tecnico:
lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12,30
sabato dalle 10 alle 12
Assistente sociale:
martedì dalle 11 alle 13 e giovedì dalle 9,30 alle 13
Polizia Municipale:
mercoledì e sabato dalle 9 alle 11
Su appuntamento tel. 0376 840241
Segreteria e protocollo:
Da lunedì a sabato dalle 9 alle 12,30
Ufficio scuola:
Da lunedì a venerdì dalle 9,00 alle 12,30
sabato dalle 10 alle 12
APERTURA
invernale
lun. 9-12 / 14,30-18,30
mar. giov. 14,30-18,30
mer. ven. 9-12
sab. 9-12
estivo
9-12 / 15-19
15-19
9-12
Ciclo Club 1977 - tel. 0376 818189
AVIS - tel. 0376 840177 - AIDO - tel. 0376 840177
Rhapael - Ambulatorio Castel Goffredo 0376 771292
Amici di Rebecco - tel. 0376 819678
Associazione Commercianti - tel. 0376 818715
Calcio Guidizzolo - tel. 0376 819172
Centro Sociale “La Mimosa” - tel. 0376818419
Corpo Bandistico - tel. 0376 840090
CSE-Anffas - Rebecco - tel. 0376 818253
Gruppo Alpini Guidizzolo - tel. 0376 819516
GVG-Gruppo Volontari - tel. 0376 818240
Tennis Club Guidizzolo - tel. 0376 818382
Ambulatorio igiene pubblica - tel. 0376 846713
Amb. vaccinazioni pediatriche - tel. 0376 846705
Servizio di medicina veterinaria - tel. 0376 846724
Servizio igiene degli alimenti - tel. 0376 846737
Servizio medicina del lavoro - tel. 0376 846733
Igiene dell’edilizia ed igiene pubblica - tel. 0376 846733
ORARIO DI APERTURA
Lunedì Mercoledì e Venerdì dalle 14,30 alle 17,30
Sabato: dalle 9 alle 12 e dalle 14,30 alle 17,30
ORARIO DI APERTURA DOMENICALE
Maggio - Settembre dalle 17,00 alle 19,00
Ottobre - Aprile
dalle 15.30 alle 17,30
estivo
invernale
GUIDIZZOLO
Festivi:
Prefestivi:
Feriali:
8 - 9,30 - 11 - 18 19 7,30 - 18 17
18
17,30
BIRBESI
Festivi:
prefestivi Feriali: mart. giov.
9,30
18,30 8,30
18,00
REBECCOPrefestivi 18 Tutti i giorni dalle 8 alle 19
17
Don Libero Zilia
Non dobbiamo avere paura: accanto a noi c’è il Signore
Guidizzolo in festa ha abbracciato il nuovo
parroco, don Libero Zilia, accolto sul sagrato
della chiesa dal sindaco Graziano Pelizzaro,
dal presidente del consiglio Giovanni Zangobbi, dalla giunta comunale, dai comandanti dei
carabinieri e della polizia locale Mario Fierro
e Ramona Tarchini. Era presente il consigliere regionale Carlo
Maccari. Il corteo,
con sacerdoti e ministranti e preceduto
dalla banda musicale, si è mosso dalla
casa canonica ed è
arrivato sul sagrato.
Il sindaco ha presentato a don Libero un
paese che, insieme
al ringraziamento a
don Adriano Avanzi
per i suoi 37 anni di
servizio, gli dà il benvenuto assicurando
sempre la massima
collaborazione, facendogli dono di una
medaglia del prof.
Dal Prato raffigurante il Vescovo mons.
Carlo Ferrari. Don
Zilia ha ringraziato;
“…siamo qui sul sagrato, ha detto, luogo
molto importante in
quanto paradigma
delle differenze che
ci contraddistinguono ma anche simbolo
di confronto e dialogo. Oltre quella porta, come Mosè, tutti
dobbiamo toglierci i
sandali: è luogo sacro”. Il canto della
corale ed un primo
lungo applauso hanno accolto il parroco
che si è fermato in
preghiera davanti all’altare. Il rito sacro è stato
aperto dal vicario don Giangiacomo Sarzi Sartori il quale, anche a nome del vescovo mons.
Busti, ha esordito dicendo: “Vi consegniamo
don Libero che viene in mezzo a voi nel nome
del Signore, recando il messaggio del Vangelo.
Guidizzolo vive un anno particolare: don Adriano che lascia la parrocchialità, don Giampaolo chiamato ad un altro incarico ministeriale:
segno che la Chiesa vive non sui preti ma sul
Signore.” Danilo Toniato ha quindi portato il
saluto del consiglio pastorale e don Libero, visibilmente commosso, ha risposto ringraziando
nuovamente ricordando le comunità dove precedentemente ha servito e la sua famiglia che
lo ha sempre aiutato. Poi i saluti: ai giovani, alle
famiglie, agli anziani ed agli ammalati,
“…ai miei amici sacerdoti”. “Ora però,
lasciamo il posto al
Signore”.
La celebrazione è proseguita con le letture.
Il vangelo, il passo
della vigna in cui gli
operai ed il figlio vengono uccisi, è stato
preso da don Libero
nella sua toccante
e profonda omelia:
“Quella che abbiamo
ascoltato è una parola molto forte. Cogliamo la delusione di
Dio di fronte all’agire
dei vignaioli che non
hanno capito il suo
amore. Quell’amore
che lo porterà a piantare una croce sul
calvario ed a salirvi
per mostrare la Sua
vicinanza all’uomo,
in ogni circostanza,
quando soffre, quando è solo ed anche
quando sbaglia. E la
resurrezione ci dice
che Lui ha ragione”.
Perdono, amore e
speranza saranno allora le linee guida del
suo ministero il quale,
nel ricordo di Maria
che Guidizzolo celebrava come patrona,
sarà vissuto in disparte ma sempre attento alle
necessità della comunità.
Prima di dare il mandato agli operatori parrocchiali ed impartire dal sagrato la benedizione
a tutte le famiglie, don Libero ha confessato:
“Non nascondo che ho un po’ di paura; so quali
sono le attese e le necessità. So anche, però,
che accanto a noi c’è il Signore”.
Sergio Desiderati
5
Notiziario del Corpo Bandistico di Guidizzolo - a cura di Francesca Cappa
Soddisfazione per la trasferta mantovana al Columbus Day.
Alla parata sulla Fifth Avenueerano presenti: Maccari, Lucchini, il Corpo Bandistico di Guidizzolo ed un seguito di guidizzolesi
Si è conclusa positivamente e con grande soddisfazione dei partecipanti la trasferta dei mantovani che hanno preso parte alle celebrazioni
per il Columbus Day a New York. Lunedì 13 ottobre, infatti, la tradizionale parata sulla Quinta
Strada che celebra l’italianità nel mondo e la
collaborazione tra i popoli italiano e statunitense, ha visto la partecipazione della delegazione inviata, su invito della Columbus Citizen
Foundation, dal Consiglio Regionale della Lombardia, nella quale era presente una nutrita
rappresentanza mantovana.
L’onore di aprire la sfilata della delegazione
lombarda è, infatti, toccato alla Banda di Guidizzolo, che, con il prestigio garantito da ben
170 anni di storia, ha aperto la parata sulla celeberrima Fifth Avenue. Il corpo bandistico del
comune mantovano ha offerto l’accompagnamento musicale alla delegazione lombarda e
preceduto il palcoscenico in movimento realizzato dall’altra realtà storica regionale invitata
dal Consiglio a rappresentare la Lombardia: la
Sartoria Brancato, il laboratorio sartoriale di
Milano da decenni responsabile della realizzazione dei costumi per il Teatro alla Scala.
Tra i sette consiglieri lombardi inviati dal Consi-
COMBUSTIBILI
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Da oltre quarant’anni al servizio della clientela
6
via Goito, 2 - Tel 0376 819135 Fax 0376 840264
Sulle scalinate del
Metropolitan Museum
con la delegazione del
Consiglio Regionale
della Lombardia
Autorità della Regione
e di Guidizzolo
glio Regionale c’erano i due componenti mantovani dell’Ufficio di Presidenza: il Consigliere
Segretario alla Presidenza del Consiglio Regionale Carlo Maccari e il Vice Presidente del Consiglio Regionale Enzo Lucchini. Con loro gli altri
rappresentanti dell’ente lombardo: il Segretario
alla Presidenza Battista Bonfanti e i consiglieri
Paolo Valentini, Sveva Dalmasso, Silvia Ferretto, Carlo Porcari e Franco Mirabelli.
Ad accompagnare la Banda di Guidizzolo, presente con 37 elementi diretti dal maestro Nicola Ferraresi, anche il sindaco del Comune
Graziano Pelizzaro. La Banda ha eseguito un
repertorio musicale ispirato alle atmosfere ed
alle composizioni di inizio Novecento. L’edizione di quest’anno del Columbus Day era, infatti, dedicata al terremoto di Messina del 1908,
occasione nella quale gli Stati Uniti fornirono
numerosi aiuti alla popolazione italiana.
Una particolare soddisfazione per la scelta del
Corpo Bandistico di Guidizzolo viene da Carlo Maccari, che in questo comune risiede da
Vescovi alla fine della
messa nella St. Patrick’s
Cathedral
Il sindaco Graziano
Pelizzaro, Enzo Lucchini
Carlo Maccari, M°
Nicola Ferraresi,
Silvia ed Elisa
I ballerini del
palcoscenico in
movimento con le
autorità
servizi ecologici
spurghi civili ed industriali
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7
La splendida
New York di notte
sempre e per sette anni ha ricoperto l’incarico
di sindaco. <<La presenza della Banda di Guidizzolo al Columbus Day – ha commentato – è
un grande orgoglio per tutta la comunità mantovana e, in particolare, per quella guidizzolese.
Con questo Corpo bandistico e con la sua lunga
e felice storia si rappresenta, infatti, un’esperienza di assoluta eccellenza in campo musicale e culturale, che ora finalmente supera i
confini del territorio mantovano e italiano. Non
bisogna dimenticare, infine, il ruolo fondamentale che l’Associazione del Corpo Bandistico di
Guidizzolo esercita anche nel campo della formazione, come dimostrano gli oltre 240 studenti
iscritti alla sua Scuola di Musica>>.
<<La partecipazione della storica Banda di Guidizzolo – è il commento di Enzo Lucchini - viene a completare una presenza lombarda sulla
Quinta Strada, che vuole essere evocazione
della tradizione e, allo stesso tempo, proiezione
verso il futuro. Si tratta di un’occasione straordinaria per promuovere la cultura e la tradizione della moda, dell’arte e della musica italiana,
al cui successo hanno contribuito in modo particolare le realtà milanese e mantovana, capaci
di esprimere negli anni personaggi e tendenze
che hanno fatto epoca e che oggi riproponiamo idealmente con la Sartoria Brancato e con
il Corpo Musicale di Guidizzolo>>.
<<Siamo molto orgogliosi - afferma il presidente del Corpo Bandistico di Guidizzolo Marco
Gottardi - E’ un privilegio poter rappresentare
Mantova e la musica del nostro territorio, attraverso la Banda e l’esperienza di successo
della Scuola di Musica, molto apprezzata e di
alta qualità, come dimostra il numero elevato
di iscritti>>.
IL CORPO BANDISTICO DI GUIDIZZOLO
STORIA
La Banda di Guidizzolo vanta una storia prestigiosa, lunga ben 170 anni e, nel suo percorso,
ha toccato numerosi momenti fondamentali
della storia d’Italia, rispecchiandone le difficoltà e gli umori.
Nasce nel 1839 con il nome di Società Filarmo-
Pizza al taglio
Tonda da asporto
8
Gruppo
Alpini
Guidizzolo
tel. 0376 819516
Guidizzolo via Solferino,66
tel. 0376 840494
Castiglione via Ordanino, 36
tel. 0376 632677
nica Guidizzolese e si inserisce subito a pieno
titolo nella vita culturale della comunità del
paese mantovano. Un primo momento di stallo si ha in corrispondenza del primo conflitto
mondiale, ma nonostante il difficile periodo
la banda non si scioglie e, subito dopo la fine
della guerra, il gruppo guidato dal maestro Giovanni Gitti manifesta la volontà di riprendere le
prove e le esibizioni. Durante il periodo tra le
due guerre la Banda di Guidizzolo cresce e si
migliora ma la seconda guerra mondiale porta
un nuovo stop. L’antico gruppo musicale viene
ricostituito nel 1945. Alla guida il maestro Rodolfo Spaniciati, che dirige la Banda in numerosi concerti e concorsi.
Nel 1966 sopraggiungono importanti difficoltà
economiche, tanto che si arriva alla decisione
di sciogliere lo storico Corpo Bandistico. Il merito della sua rinascita e della vigorosa crescita che segue vanno al cav. Curzio Bonazzi, che
sostiene finanziariamente il progetto. A dirigere
la Banda c’è, ora, Francesco Pastorello. Siamo
nei primi anni Ottanta, un momento particolar-
mente felice. La Banda di Guidizzolo, rinvigorita, aumenta la sua attività e avvia una Scuola
di Musica che inizia a licenziare i primi allievi.
Non mancano collaborazioni con le scuole per
l’insegnamento della musica.
Un’altra data fondamentale corrisponde all’anno 1999. Grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale di Guidizzolo, della Fondazione
Cariplo e di vari altri sostenitori, la Banda locale e la Scuola di Musica trovano una sede
stabile e definitiva. E’ il riconoscimento dell’alta
qualità raggiunta dal corpo Bandistico, nonché
del suo significativo ruolo all’interno della comunità. Nel 2005 il salto di qualità con la partecipazione alla Maratona delle bande europee
in Lussemburgo. Gli ultimi anni sono segnati da
una fitta agenda di appuntamenti in concerti,
sfilate, feste paesane, appuntamenti sociali e
culturali, rievocazioni storiche come la celebrazione della battaglia di Solferino e San Martino (2007). La Banda di Guidizzolo offre anche
l’accompagnamento musicale a importanti
manifestazioni sportive ospitate nel mantova-
In marcia lungo la
Fifth Avenue
9
Preparativi in attesa di dare
inizio alla parata
Con alcuni componenti di
una banda newyorkese
La Chiesa di Nostra Signora
del Rosario in State Street
no, come la partita di rugby Italia-Inghilterra e
quella di volley Italia-Giappone.
LA SCUOLA
Una tra le attività collaterali di maggior pregio
del Corpo Bandistico di Guidizzolo è la Scuola
di Musica. Una realtà che, nel tempo, ha saputo costruire una sua specifica identità e ha, per
questo, ottenuto un grande successo. Dal 2005,
la Scuola di Musica ha, infatti, preso il nome di
Circolo Diapason e ha variato la sua attività aggiungendo una nuova funzione. Il Circolo Diapason offre, infatti, corsi legati alla formazione
professionale di insegnanti di musica e degli
strumenti musicali. Caratteristica peculiare
della scuola è l’affiancamento di tradizione e di
innovazione. Ci sono corsi dove si insegnano gli
strumenti classici: pianoforte, clarinetto, flauto,
sax, tromba, corno, trombone, tuba, batteria,
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Il Chrysler Building con i
suoi 319 metri d’altezza
In posa con un
cagnolino viola
New York vista
dal mare
Roberto Lucchini, Marco Gottardi, il console
generale a New York,
Francesco Maria Talò
e Carlo Maccari alla
serata di gala
percussioni, chitarra, canto moderno, fisarmonica, violino. Ma anche proposte particolari
pensate per i più piccoli e per le famiglie, come
i corsi che utilizzano l’innovativo metodo Suzuki
per l’avvicinamento dei bambini all’esperienza
musicale, attraverso canto, musica e movimento. La scuola prevede, infatti, corsi per tutte le
età. Per le fasce d’età più giovani ci sono anche campus estivi.
Il successo del Circolo Diapason si legge nei
suoi numeri: oltre 240 allievi e una sessantina di
giovani musicisti. Nel 2007 un’importante novità: l’apertura della sede distaccata di Cavriana
e nel 2008 a Roverbella.
Al Circolo aderiscono anche l’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici, il quintetto dei Solisti
Laurentini ed il Quartetto Diapason.
Sito WEB: www.bandaguidizzolo.it
La perfetta riuscita della manifestazione è stata resa possibile
grazie Consiglio Regionale Lombardia e alcuni sponsor:
Fondazione NONSOLOARTE Franco Bombana, RI.VA.S s.r.l. di
Sartori Luigino, Furio Geom. Sandro, BBF S.r.l. di Gambetti
fotografie di:
Andrea Dal Prato
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www.rivas.it
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salute
Argomenti medici semplificati da Elodio Perani di Guidizzolo
Mente e cervello:
da evidenze sacre e filosofiche
a cenni di neuroscienze
In tono semplicistico ma molto pratico
il cervello si definisce un organo materiale che
ospita la mente, produttrice del pensiero.
Il pensiero è il generatore di tutte le
idee.
Dall’Evangelo di Giovanni apprendiamo che, quando Dio Padre ha creato l’uomo
a sua immagine e somiglianza (Et ait Deus: faciamus hominem ad imaginem et similitudinem
nostram...) e gli ha trasmesso il proprio Verbo
(In principio erat Verbum et Verbum erat apud
Deum...) si è riferito alla persona del figlio Gesù
Cristo perchè, essendo incarnato, si assimilava
all’uomo terreno.
Il Verbo è la Sapienza e la Sapienza si
esprime attraverso le facoltà mentali.
La filosofia razionalistica di Cartesio,
basata esclusivamente sulla teoria innatistica
della conoscenza (Cogito ergo sum) capovolgeva completamente la logica biblica ma già
i cartesiani, anzichè puntare esclusivamente
sull’evidenza del “cogito”, posero la possibilità
di raggiungere la conoscenza attraverso l’opera di Dio.
12
A mio avviso, Scienza e Fede hanno
sempre “finto” di contrapporsi ben sapendo
che la dinamica cerebrale non può prescindere
dal “Verbum” trasmesso da Dio.
A questo punto, per mia inadeguatezza, non intendo entrare nell’assoluto insegnamento di Benedetto XVI che ci stà dimostrando
come si possa razionalizzare la fede (gli unici
che non hanno capito sono i “cervelloni” di
Bratislava e della “Sapienza” di Roma).
Tenterei invece di fare alcuni cenni di neuroscienze con la speranza di poter idealmente
concludere con “Sum ergo cogito”.
Il cervello è una struttura modulare
che, secondo calcoli, dall’origine dell’uomo
(anni 10-9) ad oggi, aumenta di 10 neuroni all’anno.
Rappresenta e divulga dei concetti,
partendo da immagini proprie che pesca in un
magazzino, anche inconscio, di notizie con una
velocità di 1023.
Si pensi che quella del computer, per
noi strabiliante, è di 1015.
Il cervello quindi elabora anche al di
fuori della coscienza ribadendo che l’inconscio, pur essendo un magazzino di notizie, per
rappresentare e divulgare dei concetti ha bisogno di immagini; ne sono prova gli animali che
rispondono non per imitazione ma per vantaggio.
Le emozioni, ad esempio, sono reazioni
fisiologiche che in un certo senso ostacolano
il ragionamento ma favoriscono la normale conoscenza.
Esse sono governate da ormoni neuromodulatori che facilitano l’attenzione (sistema
noradrenergico), la selettività (sistema colinergico), controllano le risposte (sistema serotoninergico) e la loro velocità (sistema dopaminergico).
Nell’ipotesi di un evento patologico secondi 6 mesi incrementano di 1/5 cm3.
(neuroabduzione) si può arrivare alla confusio- Lo sviluppo cerebrale del primo anno
ne, al delirio, allo stupore (mancanza di attività di vita non può essere ripetuto nemmeno in tutspontanea), al coma o stato vegetativo (sin- to il resto della vita di una persona longeva.
drome apallica) ma quando si usa la definizio
Per quanto riguarda il valore funzione “mutismo acinetico”, per significare coma nale lo sviluppo in ognuno dei primi 6 mesi del
vigile, non ci può essere espressione perchè bambino è paragonabile a quello di un anno neil concetto corticale di “vigile” non è material- gli altri tempi della vita e in ognuno dei secondi
mente accettato.
6 mesi è paragonabile a quello di 6 mesi dello
Il recentissimo capovolgimento con- stesso adulto.
cettuale secondo cui non è più possibile sen
Si deduce quindi che il valore dei tempi
tenziare lo stato mortale in presenza di un E. di sviluppo neurofunzionale del primo anno di
E. Gramma piatto deriva dal fatto che la morte vita è fondamentale e che il bambino per crevera non è quella cerebrale ma quella del tron- scere cerebralmente non abbisogna di partico encefalico che è la sede di tutte le attività colari attenzioni mentre l’autocoscienza viene
SETTEMBRE 2008
biologiche
e vitali.
acquisita quando si riconosce allo specchio.
Per quanto riguarda il versante della Nel mondo animale solo gli scimpanzè
motricità finalizzata dobbiamo parlare di “neu- hanno questa facoltà.
roni minor” o visumotori o premonitori che per
Voglio infine accennare al problema
cepiscono stimoli, essendo specifici per ogni F Adella
memoria
procedurale
del neuroleso che
L stimoli
E G Npur
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oggetto
da
toccare
o
da
prendere,
ha
asserendo
averli.
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però funzionano anche con l’immaginazione e In realtà sono più veri durante il sonno
formano le mappe motorie che sono molte per perchè sono avulsi da condizionamenti di vario
ogni organo o parte del corpo.
genere.
L’esempio più chiaro è quello del bam- Se poi entriamo nella sfera specifica
bino che segnala la decisione, dopo che il cer- del videoleso scopriamo che nell’emicampo
vello l’ha già fatto, indicando e toccando quello considerato cieco esiste ugualmente una visioche lo colpisce e ciò dimostra che l’attività ce- ne alterata inconscia, completamente percettirebrale produce il comportamento.
va, di figure fra campo integro e campo cieco.
Il suo cervello in utero si sviluppa in Questo fenomeno è registrabile con
maniera impressionante: da zero grammi in l’esame dei potenziali evocati.
270 giorni arriva a GUIDIZZOLO
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ancora una volta di essere accettato per lo
Nei primi 6 mesi dopo la nascita il cra- scopo e il significato di questi nostri incontri.
nio del bambino con il cervello aumentano il
loro volume di circa 1 cm3 al mese mentre nei
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Noi e la legge
A cura di Laura Leorati, avvocato
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Guida in stato di ebrezza
Le recenti modifiche in materia introducono
pene progressivamente in aumento in relazione
al maggior tasso alcolemico riscontrato nonché
alla pericolosità sociale del conducente.
Ne derivano tre distinte fattispecie di reato,
rubricate alle lettere a), b) e c) dell’articolo 186
Codice della Strada.
“Chiunque guida in stato di ebbrezza è
punito, ove il fatto non costituisca più
grave reato:
a) con l’ammenda da euro 500 a euro
2000, qualora sia stato accertato un
valore corrispondente ad un tasso
alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro (g/l).
All’accertamento del reato consegue
la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di
guida da tre a sei mesi;
b) con l’ammenda da euro 800 a euro
3.200 e l’arresto fino a tre mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico
superiore a 0,8 e non superiore a 1,5
grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue in ogni caso la
sanzione amministrativa accessoria
della sospensione della patente di
guida da sei mesi ad un anno;
c) con l’ammenda da euro 1.500 a
euro 6.000, l’arresto fino a sei mesi,
qualora sia stato accertato un valore
corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro
(g/l). All’accertamento del reato consegue in
ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da
uno a due anni”.
Qualora il conducente in stato di ebbrezza abbia
14
provocato un incidente stradale, le pene sono
raddoppiate ed è disposto il fermo amministrativo del veicolo, di proprietà del conducente, per
novanta giorni.
Come si evince dal sopra indicato testo normativo, all’accertamento del reato consegue
la sanzione amministrativa della sospensione
della patente di guida. Secondo le parole della
suprema corte, trattasi di provvedimento preventivo ed irrogabile dal Prefetto, avente natura
cautelare e provvisoria volta ad impedire che,
nelle more del processo penale, il conducente
arrechi reiteratamente pericolo ad altri soggetti. Avverso l’ordinanza prefettizia è ammessa
opposizione al Giudice di Pace territorialmente competente entro 30 giorni dalla data della
notifica per chiedere, in via principale, di sospendere l’applicazione della sanzione di sospensione della patente e, quindi, l’immediata
restituzione della stessa o, in subordine, la riduzione al minor tempo possibile della durata di
tale sanzione. Il ricorso in opposizione troverà
verosimilmente accoglimento nella misura in
cui si riesca a dimostrare che non sussistono
fondati elementi di responsabilità in ordine alla
lesione dell’altrui incolumità.
Esemplificando, la linea difensiva sopra esposta sarà ragionevolmente sostenibile qualora
sussistano obiettive condizioni quali la riconducibilità del tasso alcolemico accertato alla
prima fascia (superiore a 0,5 e non superiore a
0,8 grammi per litro) relativa alla più lieve fattispecie di reato, la circostanza che il conducente non si sia reso colpevole di aver provocato
un sinistro stradale o, in generale, l’assenza di
accertamento in ordine a circostanze sintomatiche dello stato di ebbrezza, desumibili in particolare dallo stato del soggetto e della condotta
di guida.
Noi e il fisco
A cura di Giulia Avanzi, ragioniere commercialista
I lettori possono esporre problemi o situazioni che siano di interesse generale
Un nuovo obbligo
Da poche settimane è entrato in vigore un
provvedimento legislativo che impone ai datori
di lavoro di comunicare al medico competente
l’elenco dei dipendenti che svolgono mansioni
che potrebbero provocare incidenti in stato di
tossicodipendenza, anche occasionale. Sulla
base di nominativi forniti verranno avviati poi gli
accertamenti sanitari periodici sulla tossicodipendenza.
Tale norma è stata varata per evitare che persone che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti,
anche in modo occasionale, non possano svolgere mansioni che possano comportare rischi
per la sicurezza, l’incolumità e la salute propria o
di terzi. L’obbligo è quindi previsto, indipendentemente dalle informazioni personali di cui i datori
di lavoro posso essere a conoscenza, per tutti i
dipendenti che svolgono ruoli inerenti attività di
trasporto (ad. esempio la conduzione di mezzi
di trasporto che richiedano la patente B, C, D o
E) o una delle attività elencate nell’allegato I al
provvedimento del 30 ottobre 2007, emesso dalla
Conferenza Unificata tra cui figurano ad esempio:
- I conducenti, conduttori, manovratori e addetti
agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie o
di apparecchi di sollevamento (anche i muletti),
esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra e di monorotaie;
- gli addetti ai pannelli di controllo del movimento
nel settore dei trasporti;
- gli addetti alla guida di macchine di movimentazione terra e merci.
Il provvedimento contempla due distinti livelli
di accertamento: il primo, interamente affidato
al medico competente, e un altro, di secondo
livello, a cura delle strutture competenti con
compiti di approfondimento diagnostico- accertativo. Il medico competente si attiva non appena il datore di lavoro gli trasmette – per iscrit-
to - i nominativi dei lavoratori da sottoporre ad
accertamento di assenza di tossicodipendenza
e di assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, anche saltuaria. Se il lavoratore risulta
positivo agli accertamenti di primo livello viene
inviato dal medico alla struttura sanitaria competente per la visita medica; se egli rifiuta viene
sospeso dalle mansioni a rischio. Si ricorda che
tale circostanza non può costituire da sola motivo di licenziamento; il lavoratore trovato positivo
agli esami che decide di ricorrere al trattamento
di riabilitazione viene sospeso, ma ha diritto alla
conservazione del posto di lavoro. I contratti e
gli accordi collettivi nazionali possono dettare
regole più dettagliate, anche per la concessione
dell’aspettativa.
Il datore di lavoro ha l’obbligo di inoltrare una
nuova comunicazione al medico competente,
ad ogni cambio delle mansioni di lavoratori già
in servizio o all’atto dell’ingresso di nuovi dipendenti. In ogni caso, tale comunicazione ha cadenza minima annuale.
L’onere economico di tale nuovo obbligo è a carico del datore di lavoro.
E’ estremamente importante che tale obbligo
venga osservato poiché per il datore di lavoro
che, in caso di svolgimento di una delle mansioni
che comportano rischi per la salute e l sicurezza,
ometta di far eseguire gli accertamenti prescritti
prima dell’assunzione o quelli periodici, ovvero,
in caso di accertato stato di tossicodipendenza, non faccia cessare il lavoratore dallo svolgimento delle mansioni a rischio, viene punito
con l’arresto da 2 a 4 mesi o con un ammenda da
5.164,00 e 25.822,00 euro. Sono quindi sanzioni
pesantissime.
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Anima e cuore
A cura di Sandra Tosi
Per un raggio di sole che si chiama Simone
Sei nato in un freddo giorno d’inverno da una
donna che ti ha amato talmente tanto da donarti la vita. Poteva abortire, la legge italiana lo
permette, ma ti ha fatto nascere e ti ha lasciato
nella culla termica di un ospedale, certa che
un’altra mamma e un papà ti avrebbero amato
quanto lei.
Tu, Simone, piccolo tesoro, non sei consapevole di
quanto la tua nascita abbia
regalato a chi ti sta intorno.
Ricordo, anni fa, quando ho
conosciuto la tua mamma,
in ospedale. Io non giovanissima, lei bella come il
sole, la vita che le sorrideva e un marito tenerissimo
accanto.
Un intervento e quella diagnosi: difficilmente avrà
una gravidanza…
Per chi sogna una famiglia
numerosa con tanti bambini, una sentenza simile
sconvolge: non sei più una
donna sei solo “una pancia
vuota”.
La prima reazione è la rabbia, i medici si sono sbagliati, poi la speranza del miracolo, tutti i mesi.
E il dolore peggiore è quando ti ricoverano per
accertamenti e, per mancanza di posti letto
(??!) ti mettono in stanza con donne ricoverate per abortire. Stanno buttando via quello che
per te sarebbe il dono più prezioso che Dio può
farti e il tuo dolore si incastra stridendo con il
loro…
Il tempo passa e pensi a tutto l’amore che hai
dentro, che cresce a dismisura quando i media
danno notizie di bambini buttati nei cassonetti
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dell’immondizia, orfani, affamati o sfruttati.
Io e la tua mamma abbiamo condiviso tutto
questo e anche altro…
Posso dire con un pizzico d’orgoglio che anche
le mie esperienze, non tutte negative, hanno
contribuito a portare papà e mamma fino a te,
con l’iter burocratico per l’adozione.
Loro hanno avuto la fortuna di trovare, fin dall’inizio,
operatori stupendi che li
hanno aiutati a crescere,
capire, accettare. E io che
li conoscevo bene, non
avevo dubbi sull’esito finale: erano meravigliosi
già prima di iniziare questa “gestazione”. E il tuo
papà non accarezzava il
pancione della tua mamma perché era una “gravidanza” diversa la loro e
molto più sofferta. Tu non
eri nella pancia, eri nel
cuore, che diventava sempre più grande, ogni giorno che passava. E quando
è arrivata la telefonata dal
Tribunale dei Minori quel
grande cuore si è aperto e
sei arrivato tu.
Ricordo le parole del tuo papà quando ti ha cullato la prima volta: alla vita non posso chiedere
di più! E qui mi fermo perché tu, come un raggio
di sole, sei riuscito a cancellare ricordi troppo
dolorosi, che riemergono ogni tanto, annebbiati.
Di W. Goethe ti regalo: “La felicità non va considerata una gioia passeggera, è invece una
forza segreta che agisce lungo tutta una vita”.
E-mail: [email protected]
L’Acquario di Genova
Questa è la meta che la classe del “41” ha scelto per l’annuale gita organizzata dal
Centro Culturale San Lorenzo in collaborazione con la Pro Loco.
Una giornata splendida. Pullman al completo e
alle 6 pronti per l’escursione verso il misterioso
mondo che da oltre dieci anni è dedicato alla
vita nel mare.
Un po’ di storia. L’Acquario di Genova è stato
costruito in occasione di Expo ’92, celebrazione
del quinto centenario della scoperta del Nuovo
Mondo da parte di Cristoforo Colombo, con l’intenzione di ristrutturare e valorizzare un’area,
piena di storia e tradizioni, situata nel cuore del
centro storico di Genova: il Porto Antico. Il progetto dell’area e dell’Acquario è dell’architetto
genovese Renzo Piano, che ha voluto realizzare
un’opera che diventasse parte integrante della
città, abbattendo i muri di delimitazione che per
anni hanno tenuto i genovesi lontani dai moli.
Dall’estate del ‘98, l’Acquario di Genova si è arricchito con il rinnovamento di tutto il percorso
e l’arrivo della Grande Nave Blu, una vera nave
con 2.500 metri quadrati di esposizione.
Il tema dominante, la biodiversità, è sviluppato
attraverso la riproduzione di ambienti e l’esposizione di animali tipici del Madagascar, scelto
come paese simbolo per la ricchezza delle specie che in esso vivono.
Con 1.300.000 visitatori annui, si colloca tra le
principali mete turistico-culturali in Italia.
L’Acquario consta di 70 vasche che riproducono ambienti marini, lacustri e terrestri. Sono
circa 800
le specie ospitate, con oltre 10.000 esemplari
tra pesci, rettili, anfibi, mammiferi, uccelli ed
invertebrati.
Al termine della visita, con gli occhi ancora pie-
ni delle meraviglie appena viste e con il desiderio di tornare per una visita più approfondita.
Dopo un pranzo, rigorosamente a base di pesce, si è potuto visitare il “Galeone Neptune”
che era servito per il film “I pirati”, e la Genova
vecchia che si affaccia sul porto con i suoi caratteristici vicoli.
Oriano Parmeggiani, con il suo pullman e la sua
disponibilità, è stato uno squisito anfitrione e ci
ha offerto un’abbondante colazione e una gustosa cena al ritorno.
Nelle foto:
Un “corallo molle”
e una splendida “medusa”,
fotografati durante la visita
Filippo Cerini
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Finocchio alle noci
a cura di Donatella Lusenti
Ricetta per 4 persone
Ingredienti
Ingredienti
4 finocchi grossi
100 g di fontina
100 g di parmigiano grattugiato
30 g di burro
12 gherigli di noce
10 g di farina integrale
noce moscata
sale e pepe
Preparazione
Mondate i finocchi, lavateli, affettateli a spicchi e fateli lessare in acqua salata per 15 minuti
circa.
A fine cottura sgocciolateli molto bene e asciugateli tamponandoli con carta da cucina.
Disponeteli in una pirofila imburrata e spolverizzata con la farina.
Tagliate a dadini la fontina; tritate finemente i
gherigli di noce.
Distribuite uniformemente sui finocchi la fontina, il trito di noci, una grattata di noce moscata
e il parmigiano grattugiato; insaporite infine con
un pizzico di sale e una “macinata” di pepe.
Completate cospargendo con qualche fiocchetto di burro e cuocete i finocchi nel forno
già caldo a 180 °C per 15 minuti finché saranno gratinati e si formerà una crosticina dorata.
Servite subito.
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La Camorra
di Martina Grandelli
“Te devi capì che la camorra nun ce stà!” Antonio, pugliese.
Negli ultimi mesi si è parlato molto di Roberto
Saviano e del suo libro “Gomorra” che denuncia le organizzazioni camorriste e i loro traffici
internazionali. E la gente si meraviglia. Si chiede come sia possibile tutto ciò e mette in dubbio le parole di Saviano. Ipocrisia. Ipocrisia di
chi fa finta di non vedere e di chi vive in una
campana di vetro. La camorra è sempre esistita. Fin dalla nascita dell’Italia come nazione,
c’è sempre stato chi ha lavorato per queste
organizzazioni, sebbene ancora non avessero
il nome di Camorra.
Le violenze sono pesanti, quasi da togliere il
respiro: ricatti, pressioni, minacce; poi ci sono
anche le morti, quelle scomode, taciute per
paura. È la paura a nutrire i camorristi e a renderli forti.
Ieri, mi ha colpito un fatto di cronaca nera al
telegiornale: un uomo che aveva coinvolto tutta
la famiglia in un traffico illegale di droga. Dalle
immagini si vedeva il nipote di circa otto anni
che, affacciandosi alla finestra al piano terreno
dell’abitazione, porgeva velocemente la droga
ad un acquirente, arrivato in moto. In un attimo
hanno traballato i miei ideali di “famiglia” e si è
figurata in me l’idea di “clan”. Per chi ha letto il
libro “Gomorra” o ha visto il film, è facile ricordare le scene girate a Scampia e Castelvolturno, in abitazioni dalle piccole squallide stanze,
dove il clan si riunisce (uso il presente, perché
questa è una dura realtà) ad escogitare piani
ed ad organizzare traffici e ricatti. Immagino il
fumo nelle stanze, delle banconote appoggiate su di un anonimo tavolo in legno e le armi,
dai coltelli ai kalashnikov, in mano anche ai più
piccoli.
Nelle zone del sud Italia dove la camorra è realtà viva, i bambini non esistono: crescono troppo in fretta, passando dai giocattoli a questioni più grandi di loro. Si ispirano a falsi modelli
con auto costose e soldi in tasca: i camorristi
sanno come comprare i giovani e questi ultimi
sono disposti a vendere l’anima per il denaro,
la popolarità ed il “rispetto” dei loro coetanei.
Diventare grandi non è facile, gli “eroi” cui far
riferimento o sono negativi o del tutto nulli, e
gli appigli di salvezza per uscire da questi clan
diventano sempre più radi. La risalita è un continuo scivolare su una parete di vetro. Manca
la volontà, e soprattutto il saper comprendere
cosa è giusto: capire che non si può bruciare
il negozio di un commerciante che non paga
il pizzo, né uccidere il fratello di un uomo che
ha denunciato le violenze subite. Sembra una
realtà lontana da noi, eppure questi fatti, all’ordine del giorno, risuonano come “normali” nelle teste dei giovani pugliesi. E ora non si vuole
fare di tutta l’erba un fascio, solo spiegare che
molti non afferrano a fondo la gravità delle loro
azioni: lasciano presto la scuola, impugnano le
armi e vengono iniziati a questa “carriera”.
Nonostante le forze dell’ordine cerchino di
contrastare questo fenomeno, la situazione è
grave e l’organizzazione ramificata ed internazionale. Non per niente ora Saviano non vive
più: è costretto a girare con la guardie del corpo a cui fa rischiare la vita continuamente.
È davvero inutile spiegare perché egli ora cerchi tranquillità all’estero, lontano, almeno in
parte, dagli uomini che l’hanno minacciato di
morte e dai giornali che gridano continuamente
il suo nome.
Saviano è diventato uno spettro che si trascina di convegno in convegno, lontano dalla
famiglia e più ancora dal pensar di crearsene
una. Amici, ex compagni di scuola, parenti, tutti
cancellati. Questo il prezzo della verità.
Molti politici hanno detto “L’Italia è con lui”,
ma chi davvero, tra di noi, avrebbe avuto tale
coraggio? Questi sono gli eroi da cui prendere
esempio, altro che veline e calciatori!
I camorristi continueranno a dettar legge finche esisterà la paura, il terrore di dire la verità,
di ribellarsi. È vero sì che l’ultimo pugliese che
ha avuto il coraggio di denunciare un clan si
è trovato la fabbrica bruciata e ora non ha più
niente se non la sua forza di volontà e la sua
voglia di giustizia, ma quando diremo basta ai
camorristi? Quando decideremo di non essere
più pecore, ma leoni?
La paura può avere fine?
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a cura di Davide Truzzi
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Le grandi uscite invernali
Propongo, al lettore, le grandi uscite videoludiche di questo ricchissimo inverno
2008, specificandone la data e la piattaforma di appartenenza.
31 Ottobre 2008
- Fallout 3, disponibile per Xbox 360, Ps3, PC.
7 Novembre 2008,
- Gears of war 2, disponibile per Xbox 360.
- Little Big Planet, Disponibile per Ps3.
11 Novembre 2008,
- Call of Duty: World at War, disponibile
per tutte le piattaforme.
14 Novembre 2008,
- Naruto: The Broken Bond, disponibile
per Xbox 360.
- Spiderman: Il regno delle ombre, disponibile
per tutte le piattaforme.
- Mirror’s Edge, Disponibile per Xbox 360, Ps3.
20 Novembre 2008,
- The Last Remnant, Disponibile per Xbox 360.
21 Novembre 2008,
- Need for Speed: Undercover, Disponibile
per Xbox 360.
- Left 4 Dead, Disponibile per Xbox 360.
28 Novembre 2008,
- Resistance 2, Disponibile per Ps3.
- LocoRoco 2, Disponibile per Psp.
5 Dicembre 2008,
- Prince of Persia, Disponibile per Xbox 360, Ps3, PC.
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15 Dicembre 2008,
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Psicologia
a cura della Dott.ssa Giulia Stuani
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La paura dell’Altro
Negli ultimi anni assistiamo sempre più frequentemente al popolarsi delle nostre città da parte
di immigranti da Paesi stranieri, cosa che peraltro il nostro Paese ha fatto fino a non molti decenni fa nei confronti di altri Paesi considerati
più ricchi. Questa migrazione di massa, non solo
nelle città, ma anche nei nostri paesini, potrebbe
essere considerata un’opportunità di scambio e
di crescita, di condivisione, di conoscenza; basti pensare all’esempio londinese, in cui le varie
razze e culture convivono serenamente.
Tuttavia, nel nostro Paese si sta verificando
sempre più facilmente quella che può essere
definita “la paura dell’Altro”, il timore del diverso, tanto da sentire sempre più frequentemente
persone dire che non vogliono più uscire da sole
di sera perché si sentono minacciate dalle persone di diversa etnia che frequentano le nostre
strade in tarda serata.
Ma da cosa viene questa paura? Indubbiamente
le abitudini, i credo religiosi e quindi le condotte
comportamentali che si adottano, i valori, le lingue così differenti tra loro pongono a volte dei
limiti che possono sembrare inconciliabili con i
nostri, ma non è solo tutto questo che porta alla
paura.
Piuttosto, la paura viene concepita, si insinua
nell’homo italicus a partire dalle informazioni
che ad esso arrivano quotidianamente; quante volte succede di sentire un telegiornale dire
“albanese uccide la moglie” o “marocchino travolge sulla strada un anziano” e così via? Come
mai succede di rado di sentir dire “italiano spara
a connazionale”? Perché la provenienza di una
persona che commette un misfatto è importante
solo se questa non è italiana? In fin dei conti,
22
molti dei crimini commessi in Italia vengono
svolti da italiani!
Il risultato di questa “manovra” d’informazione è
un legame nell’inconscio collettivo che unisce il
non-italiano al crimine, pertanto tutti coloro che
non sono nati in Italia saranno sicuramente persone che commetteranno crimini o, comunque,
di cui non ci si può fidare. In qualche modo succede che si faccia di tutta l’erba un fascio.
Con queste righe non si vuole negare che esistano persone di provenienza straniera che
commettono reati, ma si vorrebbe precisare che
ne esistono altrettante, se non di più, sul nostro
territorio, che svolgono gli stessi crimini e sono
italiani al cento per cento.
Succede poi che questa erronea generalizzazione inconscia trovi supporto, considerato tangibile, nel momento in cui gli immigrati lavorano al
posto degli italiani, comprano le loro case, i loro
figli vanno nelle nostre scuole non pagando ciò
che un italiano paga facendo i salti mortali…in
qualche modo “rubano il territorio e la vita che
di diritto è dell’italiano”. Cerchiamo però di fare
una considerazione: se tutto questo succede,
dipende forse dal fatto che il nostro Stato arriva
a permettere questo, non perché “lo straniero
cattivo” lo prende a forza! Non è compito di una
psicologa analizzare politicamente l’argomento,
ma si vuole in questa sede far riflettere sul fatto che se una relazione (italiano-straniero) non
funziona, la colpa è di entrambe le parti che si
relazionano e di tutto ciò che nella relazione entra a farne parte (illusioni, false credenze, generalizzazioni, Stato poco protettivo e chi più ne ha
più ne metta). A voi la scelta di potervi sentire
non minacciati
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Bimbi nati nel 2008
Come è tradizione, nel primo numero dell’anno, “la Notizia” pubblica le fotografie dei
bimbi nati nell’anno precedente, il 2008. I genitori che desiderano aderire all’iniziativa
aperta, oltre che ai guidizzolesi, a tutti coloro che ricevono “la Notizia” e che sono in
qualche modo legati al nostro paese.
Le foto devono essere consegnate entro
il 10 gennaio 2009 presso:
- Sede della Redazione:
via Virgilio, 25 tel. 348 3115232
e-mail: [email protected]
- Municipio:
UIfficio Anagrafe sig.re Marianna Conchieri
e Laura Trevini
- Foto & Video di Bottoli e Bertani,
via IV Novembre, 2 - 0376 840112
Presso lo studio fotografico Bottoli & Bertani,
è possibile eseguire gratuitamente la foto da
pubblicare.
23
Poesia alle montagne
Quanto sono grandi e luminosi il cuore e la mente dei bimbi! I loro occhi incantati trasfigurano la
realtà, la superano, la ricreano e ce la restituiscono “trasognata”. Tale è il poeta.
Così è del tutto “normale” per gli occhi estatici di Irene vedere l’imponenza dei giganti di roccia
che, toccando il cielo, si stagliano nell’azzurro; e sono vivi per il verde dei pini, mentre il selvatico
sottobosco li rende fieri e superbi.
Sono anche chiacchierini per il gorgoglìo dei ruscelli e minacciosi per l’impeto dei torrenti. E
intriganti per l’intricato labirinto di felici sentieri d’incontri e di scoperte.
Né possono mancare al quadro vibrante e multicolore tocchi di pennello per abbracciare, come
nell’arcobaleno, luci ed ombre. Tale è il pittore.
Filippo Cerini
Poesia alle montagne
Oh montagne regnate dai pini
la natura rappresentate.
Oh montagne fatte di roccia
l’imponenza voi siete.
Oh montagne popolate di ‘‘selvatico’’
nella fierezza vi ergete.
Oh montagne che toccate il cielo
stampate nell’azzurro vi presentate.
Oh montagne solcate dai fiumi
sono la potenza che vi accompagna.
Oh montagne di luci e ombre schizzate
un arcobaleno voi sembrate.
Oh montagne di sentieri un labirinto
sono la felicità che donate.
P
Poesia di: Irene Biancardi (anni 10) Valle Dorizzo Maggio 2008
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Frutta di stagione: Kiwi
Vengono coltivati a pergolato robusto, perché i frutti pesano. D’estate il fogliame,
folto e rigoglioso, crea una piacevole frescura, mentre d’inverno, dopo la caduta
delle foglie, restano i frutti appesi sui tralci spogli: uno spettacolo a vedersi!
Possono anche essere raccolti a novembre e conservati in casa, al riparo dalla
luce, fino alla primavera.
Felice Poletti dopo aver mostrato, con orgoglio,
la sua “piantagione” racconta la sua passione, il
suo hobby:” vivo in campagna e ho sempre coltivato frutta: di ogni specie, con tante varietà, con
produzione abbondante (per la famiglia), in modo
da raccoglierne tutti i mesi dell’anno. Mi sono cimentato con successo anche nella coltivazione
del Kiwi (a livello commerciale). Possiedo diverse piante femminili e maschili: da tempo raccolgo
diversi quintali di frutti ogni anno”. La tangibile
soddisfazione del signor Poletti per i suoi kiwi ci
ha incuriosito tanto, desiderando così conoscere
vita, morte e miracoli del kiwi. E siamo rimasti soddisfatti! Il kiwi (Actinidia chinensis) è una pianta
originaria della Cina (nota con il nome yang-tao).
Il nome kiwi è stato dato alla pianta in Nuova Zelanda (dal nome dell’uccello che rappresenta il
simbolo di questa nazione); è proprio in Nuova Zelanda che ebbe inizio la coltivazione intensiva dei
kiwi, che poi si è diffusa in molte altre nazioni. Attualmente l’Italia è il maggior produttore mondiale
di kiwi (300.000 tonnellate su 800.000 globali).
Il kiwi nostrano è reperibile sul mercato da novembre a giugno.
I kiwi vengono soprattutto consumati freschi, ma
possono anche essere utilizzati per la preparazione di conserve, macedonie, marmellate, sciroppi
e succhi.
Viene chiamato il frutto della salute, forse per le
Principali componenti
per 100 g di kiwi
Acqua
Proteine
Lipidi Sodio
Potassio
Ferro
Calcio
Fosforo
Vitamina C
g
g
g
mg
mg
mg
mg
mg
mg
84,6
1,2
0,6
5
400
0,5
25
70
85 sue notevoli proprietà benefiche: infatti è un concentrato di nutrienti di alto valore biologico. Dal
punto di vista nutrizionale vanta una quantità di
vitamina C superiore a quella degli agrumi. Infatti
nel kiwi ci sono 85 mg di vitamina C ogni 100 g,
mentre in arance, limoni e pompelmi la quantità
varia fra i 50 e i 60 mg. I kiwi vengono solitamente
venduti acerbi, per una migliore conservazione,
per cui vanno fatti maturare dopo l’acquisto, attendendo qualche giorno prima di consumarli.
Filippo Cerini
25
cronaca
Festa a Birbesi
E’ tradizione secolare che nella Parrocchia di
Birbesi, la seconda domenica di ottobre, venga
festeggiata la Madonna del Santo Rosario.
Da quanto si conosce attraverso i documenti,
esisteva, nel XVIII secolo, una Compagnia del
Santo Rosario che curava l’aspetto devozionale ed era dotata di proprie rendite e che aveva
contribuito all’erezione dell’omonimo altare, risalente all’anno 1749.
Grandi e intensi erano gli onori tributati alla
Madonna nella sua festa e tra questi una processione che si snodava per le vie del paese.
La tradizione è continuata nel corso dei secoli tanto da arrivare fino a noi. Quest’anno, poi,
Birbesi ha vissuto un momento particolarmente intenso, in quanto vi è stata la presenza alle
celebrazioni del vescovo emerito di Mantova
mons. Egidio Caporello.
La sagra della Madonna del Rosario è stata
spiritualmente preparata durante la settimana
con la recita del Santo Rosario in chiesa, alla
quale ha partecipato un buon numero di fedeli.
Domenica 12 ottobre, poi, vi è stata la sentita
e affollata Messa, solennizzata dai canti della
locale corale parrocchiale, a cui è seguita la
processione.
Il tutto è stato concluso da un rinferesco in oratorio.
E’ la seconda volta che un vescovo guida una
processione a Birbesi: il primo fu mons. Do-
menico Menna nell’anno 1934 (in quel caso
fu portato il simulacro del Sacro Cuore) ed
ora mons. Caporello, il quale ha ricordato che
nello stesso giorno, ma di ventidue anni fa, ad
un mese dal suo ingresso in Diocesi, era già
a Birbesi a celebrare la Santa Messa, in occasione dell’inaugurazione dei restauri della
chiesa parrocchiale. Ad accoglierlo, allora, trovò quattro sacerdoti: il parroco di Birbesi don
Sergio Malvardi, don Umberto Bordini di Vasto,
don Cassio Marcomini di Castelgrimaldo e don
Pietro Pelati, nativo di Birbesi; tutti e quattro
sono scomparsi e nessuna delle tre parrocchie
da loro rette ha un parroco residente; segno
evidente della rivoluzione diocesana di questi
anni. La chiesa di Birbesi, infatti, è officiata da
quattro anni dal parroco di Cereta, don Renato
Beduschi, che ha fatto gli onori di casa.
Nel 1999 c’era stata la presenza del vescovo
ausiliare di Brescia, mons. Olmi, che aveva incoronato la nuova statua della Madonna, commissionata allo scultore di Ortisei Ferdinand
Prinoth dall’allora parroco don Dario Gelati.
L’attuale è la terza statua ad occupare la nicchia dell’altare. La prima era un manichino
rivestito con abiti di stoffa. Venne sostituita
agli inizi del ventesimo secolo con l’immagine
dell’Immacolata, fino al 1999.
Di fatto, delle tante processioni del passato,
questa è ormai l’unica che sussiste; è forse per
questo che molti, e non solamente di Birbesi,
partecipano sempre numerosi.
Notte Celeste: II edizione
Il 12 Dicembre 2008 si svolgerà a Guidizzolo la
2ª edizione della “Notte Celeste” organizzata
dal Laboratorio Artistico dell’Oratorio Parrocchiale.
L’idea, nata lo scorso anno nell’ambito di un
progetto più ampio di “pastorale di strada”,
vuole portare la proposta dell’Oratorio fuori dai
soliti schemi, ma soprattutto fuori dagli ambienti “canonici” per usare come luogo d’incontro
la strada.
Quest’anno il tema sarà: LA NOTTE, con tutte
le sue ombre e luci, con le contraddizioni e le
paure che si porta dietro. LA NOTTE, come momento di riflessione e di bellezza, di rumore e
26
cronaca
di silenzio.
La formula della serata è la stessa dell’edizione 2007, vale a dire: prima parte in Teatro,
quest’anno, con un Concerto Rock del gruppo
MIRADAVAGA ,“impastato” con testimonianze
significative di ospiti “interessanti”.
Dopo una ricreazione a base di cioccolata calda e dolci, la seconda parte della serata, continuerà in una sala attigua al cortile del Comune,
dove ci sarà la possibilità, da parte dei ragazzi,
di esprimersi in prima persona sul tema che abbiamo proposto, nella forma e nei modi a loro
più congeniali. Seguirà un momento di riflessione guidata, con letture, danza e musica; per
finire con la celebrazione della S.Messa intorno alle 03 del mattino.
Non è stato facile mettere mano alla formula
delle “NOTTI BIANCHE” ormai così consolidata in ogni situazione e luogo, come momento di
allegria ed evasione. Ci piaceva l’idea di proporre un momento notturno che toccasse le
corde dell’animo umano nel divertimento senza
“additivi”, nello “stare svegli” senza “pozioni
magiche”, nel piacere di comunicare con la
parola guardandosi negli occhi e non solo con
sms guardando una tastiera. Anche la scelta
del periodo pre-Natalizio non è un caso. Rinascere sul serio, cambiare vita o solo la prospettiva su noi stessi e sugli altri, mette a dura prova
le nostre coscienze e allora lo devi volere a tutti
i costi, ti devi scomodare! C’è disagio nel freddo dell’inverno, tanto che uscire di casa non è
invogliante, ma un viaggio dentro se stessi, anche se breve, val bene un po’ di brividi!
Alternativamente
Nel contesto di un percorso amministrativo attento alle problematiche ambientali, si colloca
la Seconda Rassegna di Soluzioni Tecnologiche
Ecosostenibili “Alternativamente”, tenutasi a
Medole dal 3 al 5 ottobre. L’iniziativa, promossa
dall’Amministrazione Comunale e coordinata
dall’Assessore all’Ambiente Sabrina Salvadori,
in collaborazione con numerose associazioni
del territorio attente alla tematica dello sviluppo ecosostenibile, è stata patrocinata dal
Ministero dell’Ambiente, Regione Lombardia e
Provincia di Mantova.
L’importanza dell’evento è stata sottolineata
dalla presenza qualificante di rappresentanti
politici, nazionali e regionali.
La Rassegna di Soluzioni Tecnologiche Ecosostenibili si è aperta venerdì 3 ottobre con
l’inaugurazione del nuovo impianto fotovoltaico
realizzato dal Comune, installato sul tetto della
palestra delle scuole medie. Con questa scelta,
l’Amministrazione Comunale ha reso concreto
e visibile a tutti i cittadini che è possibile produrre energia elettrica dal sole, senza dover
dipendere dai combustibili fossili. Un pannello
visualizzatore applicato alla facciata della palestra informa in tempo reale i cittadini sul quantitativo di energia prodotta, riducendo così la
quantità di CO2 immessa nell’atmosfera.
“Alternativamente” è stata luogo di confronto
e di pubblicità di soluzioni tecnologiche compatibili con lo sviluppo economico del paese,
nel rispetto dell’ambiente, proposte da molte
aziende del settore. Bioedilizia, automobili a
gas, bici e motorini elettrici, motori a olio vegetale, raccolta differenziata dei rifiuti sono solo
alcuni dei temi affrontati dalla Rassegna, che
si inserisce armoniosamente in un progetto
complessivo del territorio, la cui peculiarità è
l’attenzione alla qualità ambientale ai fini della
ricettività turistica.
27
cronaca
L’alpino Pietro Bertazzo
Lo scorso 28 settembre, presenti le delegazioni
alpine di Guidizzolo e della vicentina Pianezze,
è stato ricordato l’alpino Pietro Bertazzo, classe 1914 scomparso nel 1999, da sempre molto
legato al corpo degli alpini che servì in divisa,
ed ai suoi commilitoni vicentini come lui che
era nativo di Marostica. Presenti il sindaco di
Guidizzolo Graziano Pelizzaro e quello di Pianezze Gaetano Rizzo, le due delegazioni alpine,
guidate rispettivamente dai presidenti Virgilio
Bignotti e Guido Bressan hanno deposto una
corona di fiori alla tomba di Pietro Bertazzo. E’
seguita la celebrazione della Santa Messa officiata da padre Bruno Rapis presso la chiesetta
della frazione cavrianese di San Giacomo dove
Francesco Bertazzo, visibilmente commosso,
ha ringraziato per il calore dimostrato. Durante il pranzo, offerto dalla famiglia Bertazzo, c’è
stato lo scambio di doni tra le due civiche amministrazioni e tra le sezioni alpine presenti.
Intimità violata
Sono tanti, troppi, gli episodi di violenza contro
le donne. La violazione della loro intimità fatta
di soprusi, violenze fisiche, sessuali o psicologiche, svalorizzazione, eccesso di controllo,
isolamento, intimidazioni, dipendenza economica. Tra i 6 ed i 7 milioni le donne colpite in
28
un’età che va dai 16 ai 70 anni. E spesso, anche
qui troppo, avviene tra le mura domestiche,
all’interno di quella famiglia che al contrario
dovrebbe essere il luogo più sicuro del mondo.
E le conseguenze, soprattutto quelle psicologiche, possono essere devastanti. Ne ha parlato
lo scorso 24 ottobre il prof. Roberto Cadonati,
psicologo e psicoterapeuta, professore presso
l’Università di Siena e la Scuola di Optometria
di Milano. L’occasione era una serata promossa da Gruppo Volontari e Pro-Loco con l’Associazione Donne Padane ed il Comune nell’ambito del mese dedicato alla sicurezza. Dopo il
saluto del presidente del GVG Emanuele Palagiano, del Sindaco Graziano Pelizzaro e della
sen. Irene Aderenti presidente provinciale della Donne Padane, davanti ad un folto pubblico
principalmente femminile il relatore ha iniziato
la sua seguitissima relazione. Corredata all’inizio di indicazioni numeriche sul fenomeno per
passare poi ai diversi aspetti psicologici. A
quella matrice della violenza che origina sin
dall’infanzia, da una particolare evoluzione del
rapporto madre (o figura femminile)-figlio non
sempre favorevole nel creare le condizioni per
una crescita libera. E se viene meno l’indipendenza questo può trasformarsi poi in esagerata
ricerca di ‘potere’ che si manifesta anche nel
volere il predominio sull’altro. In modo variamente violento. Non si può barattare il bisogno
di amore con la promessa di potere. In forme
di dissociazione del proprio essere che portano
alla ricerca di emozioni forti, magari nello sballo o con le dipendenze. Temi indubbiamente importanti, molto sentiti e di estrema attualità che
hanno prodotto alla fine numerosi interventi da
parte del pubblico.
Gite in dono alle scuole
Ricordate il concorso di una nota marca di caffè dove si vedevano dei ragazzini accompagnati in gita grazie proprio all’azienda produttrice
di quel caffè? Il concorso era ‘Tutti in gita con
Lavazza’ sostenuto dal Ministero della pubblica
Istruzione che così ha valorizzato la possibilità
di apprendere in un luogo non formale. Un’occasione di formazione oltre la scuola, di ricostruzione del sapere troppo spesso frazionata
dagli insegnamenti disciplinari; un prezioso
aiuto per modificare la didattica, per riposizionarsi anche rispetto a se stessi, guardandosi nel mondo, diceva il pieghevole illustrativo dell’iniziativa. Ebbene, a quel concorso ha
partecipato anche una guidizzolese, la sig.ra
Emilia Piadena la quale non è nuova a queste
vincite (ha già partecipato ad una crociera, ad
un viaggio in Tunisia, ad un altro a Londra; ha
vinto una macchina fotografica e… e non finisce qui). Ed anche la Lavazza le ha comunicato
di aver vinto: un buono acquisto di E. 3.400,00
da utilizzare entro il prossimo 31 dicembre per
gite scolastiche. Prontamente la signora ha investito della cosa il sindaco Graziano Pelizzaro
cronaca
e l’Assessore alle politiche scolastiche Laura
Toniato che a loro volta hanno girato il buono
all’Istituto Comprensivo di Guidizzolo che porterà in gita scolastica le classi seconde, terze
e quinte della primaria e seconde e terze della
secondaria di 1° grado. Ed alcuni giorni fa, in
Comune, presenti il sindaco e l’assessore, la
signora Emilia ha consegnato la vincita.
L’Atletica in gran forma
E’ stata la formazione di casa dell’Atletica Guidizzolese ad aggiudicarsi la prima edizione del
‘Trofeo Memorial Alberto Pelizzaro’, torneo di
tamburello intitolato all’ex tamburellista scomparso l’estate scorsa. Al torneo han preso parte inoltre le compagini del Solferino, Ponti sul
Mincio e Medole classificatesi nell’ordine alle
spalle del Guidizzolo e dopo aver dato vita ad
incontri particolarmente interessanti dal punto di vista agonistico. Ha arbitrato gli incontri
Guidetti di Cavriana. Alle premiazioni, avvenute
sullo sferisterio intitolato al Cav. Curzio Bonazzi, hanno preso parte il sindaco Graziano Pelizzaro, l’assessore allo sport Cesare Maccari,
il presidente dell’Atletica Guidizzolese Luca
Madella ed il rappresentante del tamburello
provinciale Leonardo Vicari. Era presente anche Andrea Bonazzi, figlio del Cav. Curzio, che
dette il nome ad una delle formazioni tamburellistiche tra le più forti degli anni ’70. Andrea
Bonazzi, presenti Cesare Maccari e Giovanni
Bassignani che con Alberto Pelizzaro militarono nella ‘Litografica Bonazzi’, ha consegnato
una targa di riconoscimento all’arbitro.
La formazione vincente del Guidizzolo era composta da Lorenzo Pelizzaro (figlio di Alberto),
Enzo Gallina, Carlo Ogliosi, Giancarlo Saetti,
Angelo Besacchi e Mario Zampolli.
Altra importante vittoria è il titolo provinciale
mantovano di ‘S-ciancol’, vinto dalla formazione dell’Atletica Guidizzolese che ha battuto Ludicamente Mantova.
Parlando di s-ciancol, o ‘S-Cianco’, per molti
di coloro che hanno in testa qualche capello
bianco di troppo è sicuramente come tornare
indietro alla loro gioventù quando il gioco era
molto diffuso. Oggi anche lo S-Cianco, un po’
come altri giochi quali lippa, pandolo o pirlo,
è ritornato un po’ in auge soprattutto durante
le manifestazioni promozionali nei confronti di
giochi non elettronici. Lo S-Ciancol si gioca, in
pratica, con due pezzi di legno di cui uno più
corto, lo S-Cianco appunto, ed uno più lungo, il
manico. Scopo del gioco è quello di allontanare
il più possibile lo S-Cianco dal punto di battuta colpendolo con il manico. La manifestazione
di Guidizzolo ha avuto un prologo la mattina
quando, è stato possibile per tutti esercitarsi
nel gioco; non sempre con risultati esaltanti.
Ma poco importa; ciò che conta è riscoprire
la voglia di stare insieme, lontani dalla tecnologia e dall’anonimato in cui ci sbatte il video
che abbiamo davanti, con giochi spesso invasi
da strane figure con le quali, magari, pensiamo
anche di riuscire ad interagire. S-ciancol invece è aria aperta, voglia di divertirsi, costi inesistenti e sempre nuovi amici. In carne ed ossa.
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La bellezza è eternità che si contempla allo specchio.
Ma voi siete l’eternità e siete lo specchio.
E un uomo chiese: «Parlaci della Conoscenza».
Ed egli rispose, dicendo:
«I vostri cuori conoscono in silenzio i segreti del giorno e della notte.
Ma le vostre orecchie hanno sete di sentir pronunciare ciò che sa il vostro cuore.
Vorreste esprimere a parole ciò che avete sempre saputo nel pensiero.
Vorreste toccare con le dita il corpo nudo dei vostri sogni.
Ed è bene che sia così.
La nascosta sorgente della vostra anima dovrà certo scaturire un giorno
e correre mormorando verso il mare.
E il tesoro della vostra infinita immensità dovrà svelarsi ai vostri occhi.
Ma non lasciate che la bilancia pesi questo tesoro ignoto.
E non sondate le profondità della vostra conoscenza con l’asta o lo scandaglio.
Perché l’io è un mare immenso e sconfinato.
Non dite: “Ho trovato la verità”, ma piuttosto: “Ho trovato una verità”.
Non dite: “Ho trovato la via dell’anima”.
Dite piuttosto: “Ho incontrato l’anima sul mio sentiero”.
Perché l’anima cammina su ogni strada.
L’anima non segue una linea retta, e neppure cresce dritta come una canna.
L’anima si chiude come un fiore di loto dai mille petali».
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30
- Ciao!
- Come va? Sei contento che ha vinto Obama?
- Una cosa mi è piaciuta: quello che ha perso ha
ammesso la sconfitta e ha detto “Obama è il mio
presidente…”
- Cioè?
- Non capisci che lezione di democrazia che ci ha
dato l’America?
- Beh, loro di certo hanno smesso da un po’ di
litigare sulla guerra di secessione….
- E poi, non ha mica detto: Adesso faccio il mio
governo ombra…
- Chissà se i telegiornali americani sono abituati
a dire sempre cosa dice il governo e cosa dice il
governo-ombra, su tutti i problemi…
- Bisognerebbe chiederlo a quelli che sono stati a
New York di recente…
- Mah, mi dicevano che non c’erano manifesti elettorali ad ogni angolo, come succede da
noi…
- Forse erano impegnati nella sfilata…
- Certo che è stata una bella affermazione per la
nostra Banda, poter sfilare e suonare a New York,
in una giornata così, poi….
- E’ un vanto per tutto il nostro paese, per il nostro
territorio…
- Sono d’accordo…ma il merito è tutto loro…
- E di chi è riuscito a farceli andare, in America…
- Eh, l’America….
- Sai, pensavo che un’altra cosa ci ha insegnato:
che le minoranze possono arrivare a comandare,
a cambiare le cose, ma prima devono diventare
maggioranza…
- Già, non come da noi che con la scusa di non
violare i diritti delle minoranze, alla fine che ci
rimette è sempre la solita maggioranza silenziosa…
- Cioè?
- Guarda la faccenda Alitalia. E’ mai possibile che
un centinaio di dipendenti blocchino tutto? A me
non sembra giusto…
- Beh, allora… Qualche migliaio di studenti che
impediscono di entrare a scuola o in università a
quelli che vogliono studiare?
- Ma sai… da noi ogni motivo è buono per scioperare…
- Ma è vero che in Italia ci sono più bidelli che
carabinieri?
- Sembra proprio di sì. Però chissà come sono
pulite le scuole…
- Certo, soprattutto quando i ragazzi sono fuori a
fare sciopero…
- E che ci sono corsi universitari che hanno più
docenti che studenti?
- Abbiamo il doppio dei corsi di laurea della media
europea…
- Ma allora, quelli che dicono sempre che dobbiamo allinearci con l’Europa, come fanno a difendere questo stato di cose?
- Io comunque mi ricordo che ogni progetto di riforma scolastica ha sempre portato gli studenti a
scioperare…
- E’ che rimane sempre una regola… bisogna studiare!
- Comunque, il cambiamento comporta sempre
qualche sacrificio, per qualcuno…
- Già, siamo sempre d’accordo per cambiare,
purchè i sacrifici li facciano gli altri…
- Mah, qualche novità positiva, ci sarà no?
- Si, la benzina è calata...
- E poi?
- Finalmente è venuto a piovere…
- E allora…
- Dicevano che i cannoni di Rebecco portavano le
nuvole a piovere da un’altra parte…
- Ma è assurdo…
- Certo, anche perché se bastasse installare dei
cannoni per decidere dove far piovere e dove no,
sai che cambiamento nel clima mondiale potremmo organizzare…?
- Meglio di no… ci sarebbe comunque qualcuno
che sciopera…
- Te salude!
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Guidizzolo, assiste ad una nuova iniziativa commerciale dove la protagonista è una giovane e affermata parrucchiera, Angela Giacomazzi. che da oltre un anno ha scelto Guidizzolo come sede della
sua appassionante attività.
Angela organizza la sua giornata lavorativa ricevendo le clienti su appuntamento per poter accogliere e soddisfare al massimo le richieste della donna d’oggi.
Questo modo di lavorare senza la frenesia, che purtroppo oggi è una costante, le permette di offrire
alle clienti il piacere di sentirsi “coccolate e ascoltate” nel realizzare piccoli ma importanti cambiamenti della propria immagine.
Il tempo dedicato a far due chiacchiere, gustare un buon caffè, o per un piacevole massaggio è fondamentalie per dare alle clienti un momento di rilassante e piacevole comfort che, unito alla competenza professionale, permette di ottenere dalle sedute il massimo.
Oggi è stato ampliato l’angolo per idee regalo di originali prodotti etnici e bigiotteria, anche questo è
un momento importante, per mantenere un rapporto piacevole con questa giovane professionista.
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Il sogno di Camilla
GRAZIE!
Questa è la ricevuta del bonifico a favore
dell’Associazione Aiuta Camilla effettuato in
data 28 ottobre 2008, per la cifra di 3.365,00
Euro, frutto delle tantissime donazioni raccolte
durante il Mercatino per Camilla organizzato
domenica 26 ottobre.
La giornata è stata bellissima e non solo perché c’era il sole...
Dal mattino e per tutto il giorno è stato un andirivieni costante di gente che, con fervore e
gioia, ha partecipato all’iniziativa.
La soddisfazione cresceva di ora in ora e la
sera, al conteggio finale, siamo rimasti senza
parole. I genitori di Camilla, in ospedale con la
bimba, mi hanno risposto commossi e felici alla
notizia della cifra raccolta in un solo giorno.
Ero talmente contenta che sarei andata in banca ad effettuare il versamento immediatamente, se non fossero state le 21 di domenica!
Questo articolo non vuole essere solo la doverosa condivisione del risultato del lavoro svolto, ma vuole soprattutto essere un grande e
profondo ringraziamento.
Questo messaggio è per ogni persona che ha
partecipato al mercatino, con il proprio aiuto, il
proprio tempo, il proprio denaro.
Credo che riuscire ad anteporre alle proprie
difficoltà personali, piccole o grandi esse siano, quelle di qualcun altro anche solo per un
momento, sia davvero un segno di grande
grandissima generosità ed altruismo.
Madre Teresa di Calcutta diceva:
“Non importa quanto si dà, ma quanto amore si
mette nel dare”; se il 26 ottobre fosse stata con
noi, di amore, allegria ed entusiasmo ne avrebbe visto tanto.
Grazie di cuore a tutti.
Sabrina, Maura , Laura,
la piccola Gaia, Pamela,
e Sonia, la mamma di
Camilla
Pamela Gamba Pizzini
33
Don Camillo
e dintorni
34
“Ecco il paese, il piccolo mondo di un piccolo
mondo, piantato in qualche parte dell’Italia del
Nord. Là in quella fetta di terra grassa e piatta
che sta tra il fiume Po e l’Appennino. Nebbia
densa e gelata l’opprime d’inverno, d’estate
un sole spietato picchia martellate furibonde
sui cervelli della gente, e qui tutto si esapera,
qui le passioni politiche esplodono violente e la
lotta è dura, ma gli uomini rimangono sempre
uomini...”.
Così Giovannino Guareschi aveva descritto il
mondo di Don Camillo e Peppone che in Brescello (provincia di Reggio Emilia) aveva trovato
l’ambiente ideale, con la gente ideale, i luoghi
ed il clima più
caratteristico
della Bassa
Padana.
È comunque
giusto sottolineare che
Brescello non
è solo il paese
di Don Camillo, ma anche
e soprattutto
un borgo ricco di storia e
di arte, che
merita una più
approfondita
visita.
Percorrendo, infatti, via
Giglioli, tratto orientale
dell’antico
decumano romano, possiamo osservare
prima l’antico
ospedale e poi
l’edificio della
posta, già attivo in epoca
estense; e proprio qui è conservata la campana utilizzata in
uno dei film della serie.
Proseguiamo fino al termine della via giungendo nel cuore di Brescello, costituito da Piazza
Matteotti. Immediatamente veniamo catapultati a ritroso nel tempo: si ha, infatti, la percezione che nulla, rispetto la realtà raccontata dai
film, sia cambiato. Sulla piazza si affacciano rispettivamente il Municipio e la Chiesa di Santa
Maria Nascente, sfondo delle tante avventure
di Francesca Lugoboni
raccontate.
Alle
estremità
si possono osservare le statue bronzee dei
due personaggi
riprodotti ad altezza naturale,
inaugurate nel
2001, a ricordo
dei cinquant’anni dal primo ed
indimenticabile
film del grande
regista francese
Julien Duvivier .
La piazza, cinta
sui due lati da porticati, è di fatto dominata dalla chiesa, all’interno della quale, custodito in
una piccola cappella laterale, si trova il celebre
crocifisso col “Cristo Parlante”.
Da qui ci dirigiamo verso via Cavallotti dove,
pochi metri dopo, raggiungiamo l’antico complesso di San Benedetto, edificato dagli Este
nel lontano ‘500 per le monache benedettine
che, ancora oggi, conserva parte dell’antica
struttura architettonica con arcate, volti e pilastri in cotto, tipici del tardo romanico. Oggi è
la sede del Centro Culturale di Brescello che
ospita l’imperdibile Museo di Don Camillo e
Peppone: qui sono esposti tutti i curiosi cimeli
utilizzati nei vari film della saga, unitamente ad
un notevole repertorio di foto dal set .
Questa gita “fuori porta” a Brescello, fattibile
comodamente in una giornata, non può prescindere da un’escursione fino al Grande Fiume, raggiungibile a piedi dopo una bellissima
camminata, immersi tra querce e pioppi, magari avvolti anche da una sottile coltre di nebbia
che rende magico il paesaggio.
Brescello fa parte di quella fascia di piccoli e
medi comuni della Bassa reggiana che si affacciano sulla riva destra del Po, tra cui Boretto, Gualtieri, Guastalla e Luzzara. Si tratta
di una zona lunga circa venti km che svolge
un’intensa attività turistico-fluviale e che fa
perno sul caratteristico porto di Boretto dove,
passeggiando, si possono ammirare le tipiche
imbarcazioni da pesca.
Lungo l’argine del Po è piacevole pranzare in
una delle tante trattorie presenti. Qui i prodotti
tipici di certo non mancano: Parmigiano Reggiano, Lambrusco, salami, prosciutti, culatelli e
mostarde aspettano tutti coloro che intendano
assaporare la vera cucina della Bassa, tanto
cara a Guareschi.
«Il primo sole che i miei occhi vedono è il sole
della mattina del 1° maggio 1908. Un sole politico». Giovannino Guareschi nasce il 1° maggio
1908 a Fontanelle di Roccabianca, in provincia
di Parma. Il giorno particolare in cui viene alla
luce lo mette a contatto diretto con la politica e,
in particolare, con le iniziative socialiste. Infatti nasce in “Casa Balocchi”, esattamente nella
stanza adiacente alla sede della Cooperativa
Socialista. Per l’occasione della festa dei lavoratori, era stato organizzato un comizio e Giovannino, appena nato, viene preso in braccio
da Giovanni Faraboli, il «capo di quei rossi», e
viene mostrato con orgoglio a tutte le persone
raccolte sotto casa Guareschi come il futuro
del Partito socialista. Narrando l’avvenimento,
l’autore, alla luce del suo maturato orientamento politico, aggiunge col suo consueto umorismo: «Se il 1° maggio del 1908 avesse potuto
avermi tra le mani qualche capo dei nuovi rossi
nei paraggi di una finestra aperta, non avrebbe
esitato a buttarmi nel cortile…» .
Allora Guareschi è di destra? Ma come la mettiamo con gli attacchi alla DC di De Gasperi?
L’equazione Guareschi = uomo di destra, è
troppo semplice, anzi troppo semplicistica.
Sfiora quasi la strumentalizzazione.
Nel 1942, Guareschi disse pubblicamente ciò
che pensava del fascismo e lo sfogo gli costò
l’arresto e il richiamo alle armi. Nel ’43, dopo
l’armistizio, si rifiutò di collaborare con tedeschi e fascisti e per questo venne deportato
in un lager. In occasione delle elezioni politiche del ’48 svolse una campagna elettorale
intensissima a favore della DC di De Gasperi
e contro il Fronte Popolare, definendo i comunisti “trinariciuti” (parola coniata dall’autore
per indicare uomini dotati di una terza narice
da cui fuoriesce la materia grigia del cervello
e attraverso cui entrano le direttive del partito). Lo stesso De Gasperi, però, lo porterà in
tribunale nel ’54. Intanto, nel ’50, l’autore era
stato condannato per vilipendio nei confronti
del Presidente della Repubblica, Luigi Einaudi,
a causa di una vignetta umoristica…
Ma allora, dove possiamo collocare politicamente Guareschi? Come lo possiamo classificare? Questa “smania da classificazione”
talvolta diventa un vizio per la nostra società.
Abbiamo bisogno di aggrapparci a classificazioni, di inquadrare tutto entro caselle ben nitide, altrimenti siamo persi. Guareschi, con la testimonianza della sua vita, è la prova che, una
volta scelti con coerenza e fedeltà dei princìpi
e dei valori di riferimento, tutte le altre classificazioni vengono meno. «Non sono ingolfato in
nessuna idea e non appartengo a nessun partito e a nessuna corrente. Io sono per la libertà
e la difendo». Un valore, non uno schieramento partitico. Aggiunge ancora Guareschi: «Il
giorno in cui vedessi che comunismo vuol dire
libertà mi batterei per il comunismo». La sua
opposizione al comunismo, non è, dunque, fine
a se stessa o basata su determinati contenuti.
Si tratta, invece, del rifiuto di una modalità che,
agli occhi del Guareschi, costringeva l’uomo ad
abdicare alla propria coscienza individuale per
obbedire alle direttive di partito.
L’uomo perde in libertà se non è messo nella
condizione di poter e saper scegliere da solo
il bene per sé e per gli altri. Ma proprio qui potrebbe inserirsi il ruolo costruttivo del partito,
offrendosi come supporto in questo percorso di
acquisizione di consapevolezza e come luogo di
crescita del senso di responsabilità civile. Dopotutto, sbaglieremmo (cadendo nell’esasperazione opposta), pensando di poter annullare
il ruolo dei partiti in una società democratica.
Il 1° maggio 1908, Giovannino viene alla luce,
nella luce di un sole politico. E un «sole politico» illuminerà tutta la sua vita, se intendiamo
per politica quella volontà di porsi al servizio
della verità, della dignità e libertà di ogni persona, ben lungi da qualsiasi tentativo di strumentalizzazione della coscienza individuale.
A cento anni dalla sua nascita, Giovannino fa
dire ancora molte cose di sé e ha ancora molte
cose da dirci.
recensioni
Il sole politico di Guareschi
arte &
dintorni
Francesca Pesci
35
cinema
arte &
dintorni
Francesca Piazza
36
Il Neorealismo in Italia
Il termine Neorealismo fu introdotto negli anni
Trenta per designare la letteratura e le arti figurative dell’epoca, ma fu nel 1943 che assunse
grande rilievo con l’uscita del film “Ossessione”
di Luchino Visconti.
Più che una scuola o una corrente cinematografica, il Neorealismo fu un nuovo modo di vedere e rappresentare la realtà di un paese appena uscito dalla guerra civile e dalla resistenza.
I suoi portavoce avevano vissuto
venti anni di regime fascista ed
avevano dunque subito il clima
di tensione e repressione di quei
tempi; dopo la liberazione erano
divenuti consapevoli del loro delicato ruolo all’interno di una società in profonda trasformazione,
influenzata culturalmente dal verismo di Verga per la sua indagine
sociale. La visione neorealista ,
affermando il primato del “popolare”, vuole dunque contrapporsi
a quella” piccolo-borghese” del
cinema fascista.
Roberto Rossellini, ritenuto da
molti il padre del Neorealismo, lo
ha definito come uno stato interiore e un modo di sentire, o più
semplicemente come una rappresentazione umile del mondo,
un atto di coraggio che aspira ad
accettare l’uomo quale esso è.
Alla base del Neorealismo vi sarebbe dunque un atteggiamento
morale d’umiltà cristiana che porterebbe ad una
rappresentazione della realtà, colta nel suo farsi.
Traspare infatti nelle sue opere un’ansia di verità e la ricerca di un nuovo modo di narrare la
drammaticità del reale, con una diversa coscienza politica ed ideale e con un forte desiderio
di cambiamento, che sarà alla base dei film di
quegli anni.
Nelle opere di De Santis (“Riso Amaro”,1949),
Lattuada (“Senza pietà”, 1948) e Visconti (“La
terra trema” 1948,“Bellissima” 1951, “Rocco e i
suoi fratelli” 1960) invece l’essenza del Neorealismo si combinava con elementi spettacolari,
drammatici o passionali.
Cesare Zavattini fu uno dei maggiori teorici del
movimento, egli insistette sul valore d’agitazione dei film e sul nesso politica-informazione, era
così forte in lui la responsabilità sociale che le
sue sceneggiature si riducevano talvolta ad una
trascrizione della realtà delle classi popolari,
con relativi limiti dialettali e caricaturali. La sua
prosa, che si avvicina alla favola e alla poetica
della meraviglia, presenta un’influenza surrealista, ed il suo umorismo, sottile e raffinato, nasce
dall’amore per l’umanità e dalla pietà per i limiti
e le debolezze dell’uomo. Come sceneggiatore
lavorò con i grandi registi del cinema italiano ed
internazionale: Visconti, Blasetti, Antonioni,, Fellini, Germi, Monicelli, Risi, Rossellini e tanti altri;
ma il sodalizio con Vittorio DeSica fu senz’altro il
più celebre e l’unico che gli permise di esprimere pienamente e liberamente le proprie capacità
artistiche nei grandi film neorealisti: “Sciuscià”(
1946), “Ladri di Biciclette (1948), “Miracolo a Milano” (1951) e “Umberto D.” (1952).
I film della stagione neorealista definirono un
territorio ed una tipologia nazionali in aperto
contrasto con la cultura cosmopolita dei film hollywoodiani. Girati in epoche e da registi diversi
presentarono elementi comuni, come le riprese
in esterni, la presenza di attori non professionisti, l’adozione di uno stile “documentaristico”, la
narrazione di vicende ispirate alla quotidianità o
ai fatti di cronaca, l’attenzione all’universo degli
“umili”, e lo spirito di denuncia.
Negli anni Cinquanta la realtà nazionale è mutata, la situazione socio-economica si è stabilizzata, mentre in politica l’instaurazione di un
regime democristiano filo-americano ed il ritorno
al progressismo da parte delle sinistre fanno sì
che i forti ideali sociali, tanto propugnati precedentemente, siano trascurati in favore di un forte
individualismo.
Portatore di una precisa quanto utopistica poetica, che tendeva a rompere gli schemi spettacolari del cinema tradizionale per fare dell’immagine
un mezzo espressivo alla portata di tutti, Zavattini dovette amaramente constatare che non si
può fare del cinema neorealista quando la vita
nazionale non può più essere Neorealista.
Pellegrini e pellegrinaggi
arte &
dintorni
Alessandro Todeschini circa “nel mezzo del
cammino di sua vita” si recò a Roma per l’acquisto dell’indulgenza nell’anno santo 1775.
Farmacista a Guidizzolo (era originario di Medole) assai esperto nella sua arte fu pure un
benefattore della chiesa. Generoso con il popolo, con i poveri, prestava senza usura a chi si
trovava nel bisogno.
Il pellegrinaggio a Roma fu per lui un’esperienza fondamentale e spesso la rievocava nella
conversazione. Morì a 61 anni, nel 1775 ne aveva 38.
Nell’aprile del 1913 C. M., E.B., E.C., partecipano a un pellegriaggio con meta Roma, Napoli,
Pompei.
Roma è bellissima, le catacombe sono suggestive, ma fanno paura.
Il 2 aprile, dopo la Comunione generale, visita a
San Pietro e ai musei. Impossibile immaginare
le meraviglie esposte. E i marmi, le sculture e
nella galleria delle Carte geografiche dipinte su
enormi pareti era segnata anche Goticciolo.
Venerdi 4 aprile udienza dal Papa nell’aula delle Benedizioni.
Un sole squillante nel cielo di un azzurro denso
e uguale.
Le donne vestite di nero col velo fin sulla fron-
TINTART s.n.c.
te. Il Papa è Pio X, Papa Sarto, già Vescovo
di Mantova, ed era l’anno che precedette la
conflagrazione europea. Il Papa, con la faccia
rosea e sorridente di amor paterno, cominciò
a passare davanti a ciascuno dei visitatori inginocchiati, rivolgendo a tutti una parola. C. M.,
emozionatissima, non riuscì ad aprir bocca, ma
a casa racconterà di aver chiesto la benedizione per le figlie e per le persone care, gli amici,
i conoscenti. Perfino per gli animali di casa, il
gatto, le galline, le tortorine.
“L’ho visto proprio bene. Vi dirò tutto al mio ritorno” scrive alle figlie.
A Roma fa caldo e i gigli sono fioriti come da
noi in giugno.
Lunedi 7 aprile partenza per Napoli, alle ore
7,30. La tabella
di marcia prevede una sosta all’Abbazia di
Montecassino, il martedi 8 la comitiva raggiunge Napoli e la Valle di Pompei col Santuario
mariano. L’itinerario non specifica una visita
agli scavi archeologici, forse non ancora aperti
al pubblico.
Nel ritorno tappa a Loreto il giorno 11 e per Ancona, Rimini e Bologna, rientro a Mantova la
sera del 12. Da Bologna il treno parte alle 18,15
e arriva a Mantova alle 21,22.
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37
la nostra lingua
arte &
dintorni
Mariavittoria Spina
38
Ortografia e Stile
Giunti al numero conclusivo di quest’anno, oltre
a ringraziare i lettori che hanno voluto contribuire allo sviluppo di questa rubrica (grazie per
i preziosi suggerimenti e per le gradite segnalazioni, continuate a scrivermi!) sembra opportuno trarre le fila del nostro discorso linguistico.
L’appropriato uso del linguaggio implica la padronanza sia dei contenuti sia delle forme ad
esso connessi. Al fine di rendere il discorso
scritto efficace quanto il parlato, l’ortografia ha
stabilito alcune regole che sarà utile ricordare,
avendo tra l’altro la fortuna di poterci cimentare con una lingua scritta rimasta praticamente
invariata, poiché restia a qualsiasi tipo di riforma ortografica, salvo la divisione delle parole e
la distinzione tra u e v imposte nel sistema tipografico alla fine del ‘600 per rendere più leggibile il testo stampato. La relativa stabilità delle
regole ortografiche invita all’apprendimento in
un’unica soluzione di quei piccoli accorgimenti
formali che, al di là dello stile personale, rendono ogni testo scritto piacevole da leggere.
In materia ortografica, una prima utile distinzione è quella tra elisione e troncamento, poiché
nel primo caso si avrà l’uso dell’apostrofo, che
invece non deve comparire in finale di parole
tronche, ad eccezione di po’ (un po’ di pace),
be’ (be’, vedremo), mo’ (a mo’ di esempio), to’
(to’, prendi, derivato dall’antico significato del
verbo ‘togli’) e degli imperativi tronchi da’ (dai)
e di’ (dici) per non confonderli con i loro omografi aventi funzione di preposizione. Siamo
sempre in presenza di un troncamento quando
la caduta della vocale finale avviene davanti ad
una parola che inizi con una consonante, oppure nei casi in cui la parola che ha perduto la
vocale possa essere anteposta, nella sua forma tronca, ad una parola dello stesso genere
che cominci per consonante; diversamente si
ha un’elisione e quindi deve essere usato l’apostrofo (un amico, un giovane; l’amica, ma non l’
donna). L’elisione è obbligatoria in alcune formule fisse (senz’altro, mezz’ora, d’ora in poi…)
e con gli aggettivi bello e santo (bell’amico,
Sant’Agostino…), tuttavia questi ultimi costitu-
iscono un troncamento davanti a parole singolari maschili inizianti per consonante (bel gioco,
San Pietro…).
In seconda istanza, teniamo presente l’uso
dell’accento grafico, che si pone sulla vocale
della sillaba tonica, obbligatorio in corrispondenza di parole tronche (perché, altroché, caffè, mezzodì…), per i monosillabi che altrimenti
si confonderebbero con termini di diverso significato (là/la, sì/si, tè/te…), per altre particolari parole brevi (più, può, ciò, già, giù, piè)
e per i composti di tre, re, blu e su (trentatré,
viceré, rossoblù, quassù…). Al fine di rendere
la lettura più agevole, l’accento è consigliabile,
sebbene facoltativo, in tutti i casi di omografia
(leggere/leggère, nocciolo/nocciòlo…) e di
pronuncia incerta (ecchìmosi, rubrìca, persuadére, edìle…), facendo però bene attenzione a
distinguere l’accento grave, assai diffuso, da
quello acuto, il quale si usa solo sulle vocali e
ed o chiuse (perché, ancóra…).
Un altro aspetto formale spesso sottovalutato
nella composizione di testi scritti è l’interpunzione, procedimento in realtà utilissimo per
scandire il ritmo e le intonazioni espressive del
discorso. Consideriamo alcune norme relative ai principali segni di punteggiatura previsti
dall’italiano. La virgola consente la più breve
tra le pause, fondamentale nel garantire la leggibilità degli elenchi e per separare la proposizione reggente dalle varie subordinate, non
deve mai separare gli elementi della frase che
dal punto di vista logico sono strettamente interconnessi, ad es. il verbo e il complemento
oggetto, oppure il soggetto ed il verbo. Il punto
e virgola è una buona soluzione intermedia per
indicare una pausa più marcata della virgola
ma non così netta come quella segnalata dal
punto fermo; nelle enumerazioni è utile per separare gli elementi elencati quando essi sono
accompagnati da apposizioni e espansioni. I
due punti rappresentano una pausa breve e introducono necessariamente una conseguenza
di quanto si è affermato in precedenza; rappresentano un’alternativa alla ripetizione del solito
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che per introdurre una frase oggettiva, ma non
è possibile frapporli tra verbo e complemento
oggetto, nemmeno nei casi in cui quest’ultimo
è costituito da un elenco. Il punto esclamativo
e il punto interrogativo non necessariamente
devono essere seguiti da un’iniziale maiuscola; in una rapida serie di domande o esclamazioni, infatti, possono essere seguiti da parole
minuscole per indicare la stretta correlazione
tra le stesse frasi. Le interrogative retoriche di
registro familiare ammettono l’uso del punto interrogativo unito a quello esclamativo, che indica precisamente stupore misto a sdegno (sei
pazzo?!). I puntini di sospensione si usano canonicamente nel numero fisso di tre, con moderazione se non proprio parsimonia, poiché in
generale indicano un’omissione volontaria nel
discorso, rendendolo laconico e a volte puerilmente reticente; sono piuttosto comuni invece al termine di elenchi incompleti. Un caso
particolare è costituito da […] che è il segno
convenzionale con il quale si indica un’omissione all’interno di una citazione. Le parentesi
quadre, infatti, indicano un commento dell’autore, mentre quelle tonde delimitano gli incisi
che ai fini di chiarezza del testo non possono
essere omessi, in tutti gli altri casi evitiamo il
proliferare di interpunzione e frasi secondarie
superflue. Il trattino, da non confondersi con la
lineetta, oltre a segnalare la sillabazione di una
parola a fine riga, è assai diffuso nella creazione di composti e di sintagmi sintetici che indicano una compresenza non oppositiva (ad es.
vice-cancelliere, ex-moglie; il dialogo governosindacati); l’idea di un contrasto può essere
resa invece dalla barra obliqua (le polemiche
idealisti/marxisti). Le virgolette doppie in genere delimitano il discorso diretto e le citazioni,
mentre quelle scempie indicano piuttosto una
corrispondenza di significato (ad es. nella definizione di ortografia: dal greco orthòs ‘retto’
[corretto] e gràpho ‘scrivo’).
E’ pur vero che gli aspetti sopra brevemente
descritti fanno parte delle regole grammaticali sulle quali è possibile glissare per ottenere
determinati effetti grafici o stilistici. Questo
testo, ad esempio, contiene alcune deroghe
alle sopra citate regole, piccole eccezioni che
tuttavia non devono compromettere la chiarezza del messaggio veicolato. L’importante è
esserne consapevoli: una punteggiatura sconclusionata e un’ortografia sciatta sono in grado
di pregiudicare la piacevolezza di testi anche
contenutisticamente rilevanti. Infine, ci sono
almeno due raccomandazioni stilistiche meritevoli di essere ribadite, in riferimento alla semplice constatazione che un testo noioso probabilmente è un testo mal scritto, tanto quanto
un testo mal scritto risulta noioso; per questo
sarebbe una buona abitudine cercare di rinnovare continuamente la propria competenza
linguistica. Come? Vincendo la pigrizia e diventando curiosi: acquistiamo familiarità nell’uso
dei sinonimi, anche di quelli quasi scomparsi
dai discorsi che si sentono per strada o in televisione, ma dei quali i dizionari sono impazienti
di spiegarci il corretto utilizzo, e rispettiamo i
congiuntivi che consentono sfumature di significato precluse all’inflazionato indicativo.
Poiché ortografia e interpunzione sono state
create allo scopo di indicare la cadenza, l’intonazione del testo, che nel caso di un discorso orale verrebbe assai naturale osservare,
al pari di una certa attinenza allo scopo delle
nostre parole, in ultima analisi il consiglio per
evitare errori imbarazzanti è sempre lo stesso:
leggere e rileggere il testo, anche ad alta voce,
per saggiarne il ritmo e l’effetto sonoro, sino
a quando esso appaia corrispondente a tutte
le nostre esigenze espressive, sia dal punto di
vista semantico sia per quanto concerne la forma prescelta.
la nostra lingua
arte &
dintorni
Mariavittoria Spina
Dott. In Lingue e Letterature straniere
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Volta Mantovana
Strada dei Colli nord, 25
39
recensioni
arte &
dintorni
Sfumature dipinte
Il 7 Dicembre 2008 sarà inaugurata presso la “Trattoria BirBesi” in via Sajore a Birbesi di Guidizzolo una esposizione personale di opere della Maestra Madonnara Mariangela Cappa. Inaugurazione alle ore 10.30 e apertura fino al 10 gennaio 2009.
L’opera pittorica di Mariangela Cappa inizia
quando giovinetta scopre la magia della comparsa dell’immagine da semplici segni lasciati
sul foglio.
Diplomata presso l’Istituto Statale d’Arte “Alessandro Dal Prato” di Guidizzolo, si avvicina
successivamente all’arte del gessetto con la
Mariangela Cappa
vicino a una sua
opera e il manifesto dell’ultimo
incontro nazionale
dei Madonnari
frequentazione del
mondo dei Madonnari presso Curtatone (Mn) dove
annualmente
si
svolge da 36 anni,
nella
splendida
cornice del Santuario delle Grazie,
la manifestazione
– concorso conosciuta ormai in tutta Europa.
Consegue il titolo
Proposta :
di Maestra Madonnara nel concorso del 2006
e ben presto diviene un’ esponente di spicco
vincendo il concorso dei maestri nel 2007.
Mariangela pur cosciente del valore irripetibile
dell’opera di strada propone l’opera anche su
supporti che garantiscono durabilità al dipinto
forte della salvaguardia poetica dei soggetti scelti e del rispetto della tecnica acquisita.
L’esposizione comprende una quindicina di
opere dei concorsi svolti e delle commissioni
private avute.
La tecnica pittorica del gessetto si ottiene per
sfregamento e deposito delle polveri colorate
sul supporto senza aggiunta di collanti e consente di sfumare con i polpastrelli una miriade
di tonalita’ e tinte illimitate che l’artista riesce
a ottenere nei suoi dipinti con un effetto di
assoluta morbidezza e vivacita’.”E’ questa la
caratteristica per la quale ho adottato questa
tecnica che chiamerei… dello sfumo”dice Mariangela.
La sfumatura quindi come elemento cardine
della poetica dell’artista.
La sfumatura in questo caso come superficie
di contemplazione dove perdersi o ritrovarsi,
venire o allontanarsi da una grafia imperante
determinata dalla velocità dei media contemporanei.
La sfumatura creata da una materia quasi
impalpabile la polvere di gesso colorato che
vola via al primo soffio di vento foriero di nuvole dense di pioggia che laverà quei selciati e
quelle piazze.
Un’arte che ci fa incantare ogni volta la si guardi come la meraviglia dei bambini quando lasciano cadere i colori sul foglio bianco.
Piero Signori
Menù “dei primi”
Antipasti
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Apertura: Lunedì e Mercoledì dalle 9,30 alle 12 - Tel. 0376 1818240
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GRUPPO MICOLOGICO NATURALISTICO
“COLLI MORENICI”
Notiziario del Gruppo Micologico Naturalistico “Colli Morenici” - a cura di Giorgio Arienti
Elementi di micotossicologia
Commestibilità ed inquinamento dei funghi commestibili - 2ª parte
E’ inoltre necessario, ovviamente, che il fungo presenti caratteri organolettici accettabili.
Laccarla amethystina nonostante la dimostrata
presenza di arsenico, e così via.
Quanto alla digeribilità, occorre ricordare che
i miceti contengono chitina (elemento della
struttura degli insetti) sostanza che li rende
particolarmente “pesanti”.
Laccaria amethystina
Da qui derivano alcune norme di comportamento alle quali conviene attenersi:
• Considerare i funghi un alimento di contorno:
evitare pasti copiosi.
• Non darli da mangiare a persone appartenenti a categorie a rischio: bambini, anziani e persone con difficoltà digestive.
• È buona norma non darli a donne in gravidanza anche per un ipotizzabile danno per il feto.
42
Composizione dei funghi
La percentuale d’acqua è notevole, superiore al
90% del peso totale; c’è poi un 2-5% di proteine
(in gran parte inutilizzabili), 1-2% di zuccheri e
1% di grassi. L’insieme di questi nutrienti porta
a raggiungere poco più di 20 Kcal per 100 g. di
sostanza fresca; si tratta quindi di un alimento a basso contenuto calorico, ricco di fibra e,
come detto sopra, pesante da digerire.
Inquinamento dei funghi commestibili
Dato che i funghi nascono un po’ dappertutto, la raccolta deve tener conto di questo, non
potendosi escludere la possibilità di contaminazioni con sostanze utilizzate in agricoltura,
come anticrittogamici, insetticidi ed erbicidi, e
con inquinanti legati a residui di lavorazione o a
traffico veicolare, come metalli pesanti (piombo e mercurio) e non pesanti (cromo, arsenico
e rame). Gli Agaricus arvensis, silvicola, augustus etc. (prataioli) noti come ottime specie
commestibili, sarebbero invece specie da non
raccogliere, perché sono funghi che accumulano cadmio.
Di sicura utilità per il raccoglitore è una serie
di informazioni riguardanti l’inquinamento radioattivo dei funghi, da tenere in considerazione soprattutto per una eventuale tossicità di
tipo cronico. Dopo l’esplosione della centrale
nucleare di Chernobyl (1986) è stata portata
l’attenzione sul problema dell’inquinamento radioattivo, che tuttavia già preesisteva. La contaminazione può avvenire.
Segue sul prossimo numero
Istituto Statale d’Arte
A cura della Prof.ssa Fiorenza Travagliati
Notizie dall’Argentina
Gentile Prof. Dal Prato,
La ringrazio per il cortese invio de La Notizia, che ho
fatto vedere qui a tutti.
Anche la Scuola Malharro è molto interessata ad
organizzare una mostra di elementi di Mantova,
Guidizzolo e l`Istituto Statale d’Arte.
In allegato, articoli sul giornale locale Diario “La
Capital”, che mostra l´ultima attività della Scuola
Martin Malharro, ed annuncia il gemellaggio.
Cordiali saluti.
Fernando Rizzi
Consigliere Comunale di Mar del Plata, Argentina
Presidente dell´Unione Regionale Lombarda di
Mar del Plata
Il sole a scuola
La Provincia di Mantova ha coinvolto l’Istituto
Statale d’Arte “Alessandro Dal Prato” di Guidizzolo in un progetto nazionale di finanziamento
finalizzato all’istallazione di una serie di pannelli
fotovoltaici montati sulla pensilina del lato sud
della scuola. L’Isituto è stato scelto tra una rosa
di pochi altri istituti ed ha ricevuto il compito di
coinvolgere studenti e famiglie nell’analisi del
problema sul fronte energetico. Le classi interessate dovranno produrre un “audit” dell’edificio scolastico, sarà poi al termine del progetto
che tutti i rilievi raccolti verranno tradotti in un
opuscolo da diffondere e distribuire.
Le classi interessate sono già al lavoro, cominciato a Settembre con l’inizio della scuola.
Il compito a cui sono chiamati è piuttosto articolato e diviso in varie fasi che culmineranno nella
trasformazione informatica dei dati misurati, calcolati e disegnati. I docenti che collaborano al
progetto , e che già dallo scorso maggio sono
impegnati nella corretta realizzazione, sono
esperti nell’ambito della
problematica e del risparmio energetico in edilizia.
Il Prof. Baccinetti Italo é
architetto ed è specializzato in certificazioni energetiche a livello civile ed
industriale, mentre il Prof.
Coppiardi é un esperto nella conoscenza e nell’uso di
tutte le forme di energia.
Si sono già svolti diversi incontri tra l’ Istituto
e gli esperti della Provincia, per incentivare e
diffondere tra tutti gli allievi questa forma alternativa e per far conoscere sempre di più
questa cultura che sarà il futuro delle prossime
generazioni.
Ancora una volta l’Istituto d’Arte affronta con
rigore e professionalità le sfide del domani,
con un occhio rivolto alla flessibilità dei suoi
programmi.
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Notizie
dall’Amministrazione
A CURA DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI GUIDIZZOLO
Obiettivo sicurezza
Particolare attenzione alle difficoltà degli anziani e dei disabili nell’accesso ai sepolcri. E’
l’argomento che è stato affrontato, nella mattinata di sabato 25 ottobre, presso il teatro comunale di Guidizzolo, in un incontro promosso
dal Comune, con partner la ditta Progif srl e
l’Upa Confartigianato, che aveva come maggior attrattiva la presentazione di una novità
assoluta in campo nazionale: un elevatore cimiteriale per visitatori (ECV), prodotto appunto
dalla Progif.
Dopo il saluto agli intervenuti, provenienti da
diverse provincie, il sindaco Graziano Pelizzaro
ha ricordato
come questa iniziativa
rientrasse
nell’ambito del programma di
incontri
dedicati al
tema della
sicurezza,
promossi
dall’ammiIl tavolo dei relatori
nistrazione
da sinistra: Paolo Castagna, comunale.
Carlo Maccari, Graziano
Sicurezza
Pelizzaro e l’Ing. Francesco
sulle strade,
Martinelli
sicurezza
domestica,
ma anche sicurezza in quei luoghi tanto particolari quanto spesso poco considerati che
sono i cimiteri.
E’ seguito poi l’intervento del consigliere regionale Carlo Maccari che ha ribadito come
sia significativa l’attenzione posta su un tema
tanto delicato, che tocca la sfera degli affetti e
della memoria collettiva e come sia importante
che l’amministrazione comunale si impegni non
solo ad amministrare, ma anche ad offrire alla
collettività momenti di riflessione e di incontro,
utili alla crescita umana e sociale tanto dei singoli quanto dell’intera comunità.
Occorre quindi che siano posti in essere tutti
quei provvedimenti che possono contribuire ad
assicurare maggior sicurezza, particolarmente
per gli utenti a mobilità ridotta, ovvero gli anziani ed i disabili in carrozzina.
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Più che opportuno, come ha sottolineato Pelizzaro, che questi provvedimenti siano inseriti
nell’ambito di quella pianificazione cimiteriale
che peraltro è imposta dalla normativa regionale che, tra l’altro, obbliga e richiede ai Comuni di considerare la necessità di ridurre e
abbattere le barriere architettoniche e favorire
la sicurezza dei visitatori.
La materia della sicurezza dei visitatori e degli operatori cimiteriali è stata poi affrontata
nell’esaustivo e applaudito contributo dell’ing.
Francesco Peri.
Dopo l’illustrazione di come è nata l’idea e come
si è addivenuti alla realizzazione
di questo
innovativo
strumento
da
parte
dell’ing.
Francesco
Marinelli,
gli intervenuti si sono
trasferiti
presso
il
cimitero
locale, per
vedere in
funzione
l’elevatore
e finalmente capire di cosa si trattasse: una
macchina che in assoluta sicurezza si può guidare e far scorrere lungo la campata di loculi,
accessibile anche da un disabile in carrozzina
senza accompagnatore, che con pochi semplici
comandi solleva la persona fino all’altezza del
quarto o quinto loculo, consentendogli di accudire il sepolcro, senza rischi, diversamente da
quello che succede con le tradizionali scale.
“E’ possibile anche richiedere finanziamenti o
contributi regionali, particolarmente in materia
di abbattimento delle barriere architettoniche
– ci ricorda il Sindaco – purchè nell’ambito di
un progetto complessivo, ed è quello che faremo, dal momento che nella parte vecchia del
cimitero avevamo già in animo di rimediare al
disagio presente nelle zone oggi munite di sola
ghiaia”.
Una rete di attenzione verso le dipendenze
L’idea è quella di creare una “Rete invisibile”,
ma non troppo. Una rete di attenzioni, una rete
protettiva soprattutto nei confronti dei più giovani, dei sempre più giovani che si lasciano attrarre dai miraggi di una quotidianità effimera.
Se n’è parlato alcune sere or sono durante un
approfondito incontro promosso dall’Arca di
Mantova, Centro Mantovano di Solidarietà, con
il patrocinio del Comune di Guidizzolo che ha
ospitato la serata. Presenti il sindaco Graziano
Pelizzaro e l’asessore alle politiche sociali Emi
Ghisolfi. In sottofondo un interrogativo che interpella tutte le nostre coscienze: “Sono forse
io il responsabile della sorte di mio fratello?” Ad
introdurre i lavori il presidente dell’Arca Maurizio Mirandola il quale ha parlato delle molte
trasformazioni subite dal variegato mondo delle dipendenze e del fatto che orami sempre più
difficilmente “si chiede aiuto” per cui è urgente
essere molto più attenti al territorio: bisogna lavorare insieme. Concetto ampiamente ripreso
dal dr. Maurizio Gobbetto, responsabile Ser. D.
mantovano. Il suo è stato un intervento che ha
preso in esame dati concreti e prospettive. Se
da un lato la cocaina è oggi la forma di droga
tra le più presenti, ed anche tra le più subdole,
le dipendenze sono molteplici: tabacco (al primo posto a livello generale), seguito da alcol,
psicolfarmaci e droghe per quanto attiene alle
dipendenze da sostanze. Alle quali si affiancano le cosiddette dipendenze da processo: cibo,
internet, affettive, sessuali, carriera, shopping,
cellulare, e via dicendo. Anche queste necessitano di attenzione. Perché se tutti, nel settore,
siamo “osservatori”, molti sono “assaggiatori”, diversi “consumatori” ed infine in quantità
fortunatamente minore “tossicodipendenti”. E’
proprio su queste ultime due categorie dove
serve prestare l’attenzione maggiore. Sulla
stessa lunghezza d’onda, partrendo dalla considerazione che sta aumentando drammaticamente l’uso di cocaina, l’intervento di Tiziano
Fassi, responsabile dei colloqui Arca. Quest’ultimo ha insistito sulla necessità di ‘fare rete’ in
quanto forte è la preoccupazione nei confronti
di chi non si riesce a raggiungere. Era presente
il consigliere regionale Carlo Maccari il quale, raccogliendo alcuni interventi del pubblico
preoccupato per l’abbassamento dell’età in cui
si inizia ad esempio a fumare o bere, ha giudicato estremamente positiva la serata invitando
tutti a riprendere questi contatti, ampliandoli
sempre più, a parlarne, a sviluppare le attenzioni (termine emerso più volte), tutti quanti, dai
singoli alle agenzie educative, dalla scuola allo
sport alla parrocchia, confermando sempre
e comunque la presenza dell’Ente pubblico.
All’incontro ne seguiranno altri: per fare rete.
Il consiglio dei ragazzi
Emozionati, come conviene in queste occasioni, accompagnati dal collaboratore vicario
Antonio Lanza ed accolti dal sindaco Graziano
Pelizzaro, dal presidente del consiglio Giovanni Zangobbi, dall’assessore alle politiche scolastiche Laura Toniato e dal consigliere Elena
Zaccagni, i giovani eletti nel nuovo consiglio
comunale dei ragazzi hanno fatto per la prima
volta il loro ingresso nell’aula consiliare. In programma la loro prima riunione durante la quale
si doveva definire l’ufficio di presidenza.
Prima di iniziare i lavori il sindaco, il presidente
e l’assessore hanno ricordato l’importanza di
questo organismo che abitua all’impegno civile
e dal quale possono arrivare importanti suggerimenti all’Amministrazione. Nicola Gialdini,
classe 1ª A della media, è stato eletto presidente mentre Michele Mocellin, 2ª C, sarà il vice.
Segretario e vice segretario, rispettivamente
Andrea Della Fontana e Andrea Tencheni. Eusaurita questa fase ed indossata la fascia di
presidente del consiglio comunale dei ragazzi,
Gialdini ha lanciato subito all’amministrazione
alcune proposte. Le richieste principali hanno
riguardato la palestra, la sicurezza, il tempo libero, un parco per i cani.
Sindaco e assessore hanno risposto: sulla palestra si interverrà a breve; al parco Barriera
sorgerà una nuova struttura per il tempo libero, Nicola Gialdini veste
accanto alla nuova materna che sarà edifica- la fascia di presidente
ta molto presto; su viabilità e sicurezza molto consiglio dei ragazzi
è legato alla nuova tangenziale che sposterà
dal centro l’attuale pericolo e consentirà di ridisegnare il sistema viabilistico; in primavera si
sperimenterà il “pedibus” per dare maggior sicurezza nel tragitto di andata e ritorno da casa
a scuola; infine per i cani già oggi esistono spazi verdi dove possono muoversi liberamente: ai
loro proprietari l’onere della pulizia.
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1° Memorial
Luciano Gazzola
Equipaggi e pubblico delle grandi occasioni al “Delta Raduno”
Probabilmente, nemmeno gli organizzatori
si attendevano un simile successo. 80 equipaggi, equamente distinti tra Delta e Tuning/
estetica, si sono presentati all’appuntamento del IV Delta Raduno “1° Memorial Luciano
Gazzola”promosso dai giovani del Delta Raduno con Pro-Loco, Avis, Abeo e Aido Guidizzolo,
Associazioni Ufficiali di Gara mantovani e con
il patrocinio del Comune di Guidizzolo, assessorato alla sicurezza. La zona industriale di
Guidizzolo si è così riempita di un arcobaleno
di vetture attorniate da un numero veramente
inatteso di spettatori, soprattutto giovani probabilmente venuti per poter ammirare da vicino
questi autentici e rari mezzi sempre più appassionanti; e non solo per gli addetti ai lavori. Accanto agli equipaggi provenienti da una larga
fetta d’Italia (Sinalunga, Siena, Saint Vincent,
La Spezia, Venezia, Darfo, per citarne alcuni)
c’erano il sindaco Graziano Pelizzaro, l’assessore alla sicurezza Claudio Busca, il prof. Aldo
Ferrara dell’Università di Siena coautore di
un interessante volume sui fattori biodinamici
in auto, Margherita Freddi, vedova di Lorenzo
Bandini pilota Ferrari scomparso a Montecarlo
nel 1967, la moglie e la figlia di Luciano Gazzola, troppo prematuramente scomparso alcuni
anni fa, appassionato di rally e Delta, autore
di un significativo gesto di generosità nella volontaria donazione di organi che ha ridato vita
e speranza a diverse persone. Seguitissime le
prove, tutte nella massima sicurezza stradale
per piloti e spettatori grazie alla severe misure
di sicurezza ed alla presenza della Protezione
Civile. Tra i piloti ricordiamo Guglielmo Scalzotto, Wilmar Rizzi, Gianfranco Conti, Claudio Ferrari. Dopo le premiazioni un ringraziamento è
andato agli organizzatori Ivan Pellegri, Alessio
Cattabriga, Giuseppe Mazzoleni e Alessandro
Pasquali ai quali è stato richiesto di ripetere
l’evento.
Sergio Desiderati
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