L’Isteria oggi
Disturbi somatoformi
(dist. di somatizzazione,
dist. di conversione)
Isteria
Disturbi
dissociativi
Disturbi di
personalità (tipo
istrionico)
Isteria
La prima descrizione, risalente agli antichi egizi, è del 1900 a.C. (papiro di
Kahun) e la causa dei disturbi isterici è individuata nello spostamento
spontaneo dell’utero all’interno del corpo femminile.
In un altro papiro egizio del 1600 a.C. (papiro di Ebers) vengono descritti il
fenomeno del soffocamento, il globus hystericus, i movimenti convulsivi e
le misure terapeutiche da adottare, che sono volte a far tornare l’utero nella
sua sede naturale attraendolo
con sostanze aromatiche e profumate che venivano messe in contatto
con la zona genitale o respingendolo nelle zone “inferiori” del corpo tramite
l’inalazione di sostanze dall’odore acre e ripugnante.
Isteria
Durante il medioevo l’esperienza isterica trascolora e si confonde con la
stregoneria, la visione religiosa soppianta quella medico-scientifica ed i
provvedimenti diagnostici e “terapeutici” diventano appannaggio
dell’esorcista e dell’inquisitore.
Ad esempio, eventuali aree anestetiche scoperte sul corpo dell’isterica/strega
vengono interpretate come impronte della mano
del diavolo.
Isteria
Ma è soltanto con Charcot nel 1892, Janet8, Breuer e Freud che avviene
una vera e propria rottura epistemologica e da quel momento in poi le sorti
dell’isteria saranno strettamente intrecciate al sorgere e allo svilupparsi del
pensiero psicoanalitico.
In un certo senso, si può forse dire che l’isteria costituisce la traccia sulla
quale si modella il percorso dell’esplorazione psicoanalitica.
EZIOLOGIA
Il Problema dell’Isteria
Sigmund Freud
Andre Brouillet, A clinical lesson at La Salpetriere (given by Charcot), 1887
EZIOLOGIA
Il Caso di Anna O.
Josef Breuer
 Anna O. era la figlia unica di una ricca famiglia ebrea viennese. Si ammalò
all’età di 20 anni, nel 1880, dopo aver assistito il padre malato di
tubercolosi.
 Inizio a manifestare numerosi sintomi come debolezza, tosse nervosa poi
rapidamente comparsero: dolore in sede occipitale sinistra, strabismo
convergente (diplopia), paresi dei muscoli anteriori del collo al punto che,
alla fine, la testa poteva essere mossa soltanto se la paziente la spingeva
indietro tra le spalle alzate e poi muoveva tutta la schiena, contratture e
anestesia dell’estremità superiore destra e poco dopo dell’estremità
inferiore destra, cadute a terra in stato di incoscienza.
 Seguirono due settimane di completo mutismo. Lo sforzo continuo di
parlare non provocava alcun suono.
EZIOLOGIA
Il Caso di Anna O.
Josef Breuer
 Per indicazione di Freud un importante esperimento fu condotto per la
prima volta da Breuer nella cura della malata: l'applicazione del metodo
catartico, che consisteva nel visitare la paziente di sera ponendola sotto
ipnosi e inducendola a raccontare tutti i pensieri che avevano occupato la
sua mente dall'ultima visita del medico.
 Breuer scoprì che quando la paziente in ipnosi dava sfogo verbale ai
pensieri che riguardavano il periodo d'incubazione della malattia, certi
sintomi scomparivano
 “passione da transfert”
Isteria
Va comunque notato come anche in Freud non esista una descrizione
sintomatologica precisa e definita del quadro isterico, come questo dato sia
in contrasto con la descrizione piuttosto precisa dei meccanismi psichici in
azione nella patologia isterica .
Sembra di poter dire che dopo Freud l’attenzione si è lentamente spostata,
sullo studio della personalità;quantomeno, che all’interesse per i quadri
sintomatologici francamente patologici, acuti e cronici, si è affiancata
l’indagine sempre più attenta e approfondita delle caratteristiche
psicologiche dei vari tipi di personalità
Isteria
I tratti di personalità isterica più caratteristici sono:
-suggestionabilità
-la teatralità dell’aspetto,
-la seduttività,
-le problematiche legate alla sfera sessuale (Ropper and Samuels, 2009;
Leibovici, 2008),
-la così detta "belle indifférence" ovvero l’apparente mancanza di interesse
nei confronti dei propri sintomi (Black, 2004),
-la drammaticità del comportamento e gli atteggiamenti istrionici (Diler,
2003).
Isteria
Brisset, nel 1960, parlando dell’isteria come di uno «stile di scarica
iperespressiva», affermava che le “condotte isteriche” sono modi di essere e
di interagire con l’ambiente esterno .
Partendo da un altro punto di vista e focalizzando la sua attenzione sulla
estrema variabilità dei modi di esprimersi della sintomatologia in rapporto al
contesto socio-storico-culturale, Deveraux parla di “psicosi etnica”
riferendosi al mutare dei sintomi nel tempo
Disturbi somatoformi: definizione
Nel DSM IV-TR (Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorderes, Fourth Edition-Text Revision 2000), non troviamo
traccia dell'isteria intesa in senso globale
Nel DSM-IV, all'isteria di conversione delle vecchie
nosografie, corrisponde il Disturbo di Conversione, incluso
nel capitolo dei Disturbi Somatoformi, nei quali si manifestano
sintomi fisici senza base organica;
comprende anche il Disturbo di Dismorfismo Corporeo (la
vecchia dismorfofobia), l'Ipocondria, il Disturbo di
Somatizzazione (la vecchia sindrome di Briquet) e il Disturbo
Algico (da dolore psicogeno).
Disturbi dissociativi: definizione
All'isteria con sintomi dissociativi equivale, nel DSM-IV, il capitolo dei
Disturbi Dissociativi, che include l'Amnesia Dissociativa, la Fuga
Dissociativa, il Disturbo Dissociativo dell'Identità (o personalità multipla), il
Disturbo di Depersonalizzazione e il Disturbo Dissociativo Non Altrimenti
Classificato (NAS). All'interno di quest'ultima categoria diagnostica
vengono fatti rientrare classici quadri clinici quali, ad esempio, la
"gravidanza isterica".
- Entrambe le classificazioni, DSM-IV e ICD-10, ridefiniscono la vecchia
personalità isterica come Disturbo di Personalità Istrionica, riconoscendo
tutti quegli atteggiamenti teatrali, drammatici, intensamente emotivi, da
sempre insiti nell'isteria.
I disturbi dissociativi
Dati epidemiologici
Fino agli anni ottanta i disturbi dissociativi sono stati
poco considerati in letteratura.
Oggi si è passati dal considerarli estremamente rari, alla
rilevazione della loro presenza in più del 10% della
popolazione generale.
I disturbi dissociativi
I fattori che hanno portato a una maggiore
considerazione di questi disturbi, sono molteplici.
1. la presenza massiccia nei veterani nel Vietnam di
sintomi di questo tipo
2.
l’aumento di casi di abuso infantile e di violenze
sessuali, così presenti nell’anamnesi di pazienti
con disturbi dissociativi.
Categorie diagnostiche (DSM
IV)
1. disturbo dissociativo dell’identità
2. fuga dissociativa
3. amensia dissociativa
4. Disturbo di depersonalizzazione
Dissociazione
Il meccanismo dissociativo può essere considerato un
processo difensivo che disconnette stati affettivi,
pensieri, comportamenti dal normale flusso di
coscienza, producendo, un’alterazione dello stato di
coscienza (Miti 1992).
Nella forme più gravi di dissociazione, diversi schemi o
rappresentazioni del Sé devono essere mantenuti in
compartimenti mentali separati, poiché sono
reciprocamente in conflitto (Horowitz, 1986).
Dissociazione :
 I processi mentali che sono, in condizioni normali,
strutturalmente integrati e che rendono l’individuo
coscientemente e pienamente consapevole di se stesso.
 Tutti noi ricopriamo diversi ruoli “al lavoro, in famiglia, in
vacanza, ecc”, ma manifestiamo una continuità di memoria
e di identità nelle differenze, ciò che non accade nei
pazienti che soffrono di DID.
 Per dissociazione è quindi causa di una perdita, più o meno
grave, del senso di continuità dell'esperienza soggettiva.
Dissociazione :
 La dissociazione è la destrutturazione dei processi mentali
 Il fenomeno dissociazione potrà assumere diverse forme a
seconda della funzione psichica che andrà ad interessare.
 Ad esempio la dissociazione potrà rendere il soggetto
incapace di recuperare contenuti della propria memoria:
amnesia,
 o potrà disturbare la qualità delle relazioni con il proprio
self: depersonalizzazione, o derealizzazione, perdita
dell’identità negli stati di fuga,
Dissociazione
 Funzione principale della dissociazione è quella di
difendere il soggetto dal trauma in modo tale che riesca,
seppure illusoriamente, a mantenere per es. l’amore per
l’abusante da una parte, il ricordo dell’esperienza dolorosa
in un’altra personalità e la rabbia in un’altra ancora.
 L’ipotesi è che il soggetto isolerà, tramite l’edificazione di
barriere mnestiche, l’esperienza traumatica che si
manifesterà più tardi, nel corso dello sviluppo, sotto forma
di sintomi dissociativi
Dissociazione
 La teoria psicologica concernente le personalità multiple, o
i disturbi dissociativi di identità , riporta che nella
pressochè totalità dei casi vi è una anamnesi positiva di
abusi fisici e/o sessuali, spesso estremamente violenti
(ROSS, 1989; BLISS, 1986; PUTNAM, 1989).
 Questi abusi sono così gravi da creare una condizione di
dolore psicologico o fisico insopportabile, e perciò il
soggetto o, inconsciamente, fugge dall’esperienza tramite
una specie di autoipnosi che crea una parte di coscienza
alternativa all’interno della mente.
Dissociazione
 Bliss (1986) ha elaborato una teoria che riconnette le
discontinuità della coscienza, della memoria e dell’
identità dei disturbi dissociativi, alla fenomenologia
dell’ipnosi.
 L’ipotesi addotta è che la dissociazione, specie quella
derivante da un trauma, sarebbe assimilabile ad una sorta
di trance ipnotica spontanea, automaticamente autoindotta nella vittima dell’evento traumatico.
I disturbi dissociativi
 Questo stato di trance avrebbe una funzione
adattativa nell’ ambito dell’ evoluzione biologica
della specie umana.
 Ludwig (1983) ha paragonato la dissociazione
all’arresto dei riflessi e la morte apparente nelle
specie animali inferiori, nel momento in cui si
trovano a dover affrontare dei predatori,
suggerendo che in tale difesa si può scorgere un
significato darwiniano di sopravvivenza.
I disturbi dissociativi
 L’immobilità catalettica viene spesso descritta
dalle vittime al momento del trauma
 Lo scopo di questa reazione difensiva primitiva è
proteggere l’organismo in sviluppo davanti al
travolgente dolore psicobiologico, derivante dallo
sconvolgimento dell’attaccamento indotto dal
trauma relazionale precoce.
Dissociazione
 In pratica il soggetto sviluppa un altro se stesso, che si fa
carico di sopportare l’esperienza insopportabile o
inconcepibile.
 Il meccanismo difensivo, con cui il bambino sfugge all’
esperienza del trauma, è detto dissociativo e crea il
presupposto per la costruzione di identità alternative alla
coscienza dominante.
 In questo modo l’esperienza dolorosa è segregata al di fuori
del campo abituale di coscienza.
I disturbi dissociativi
 In un bambino esposto al trauma (come un abuso
sessuale, specialmente se intrafamiliare), la
dissociazione assume una valenza sicuramente
adattiva poiché gli consente una via di fuga da una
situazione di realtà terrificante. (Gabbard, 2002).
 In caso di abuso traumatico, l’individuo prende le
distanze, dissociandosi, non soltanto dal mondo
esterno e dalle sollecitazioni ambientali legate alla
paura, ma anche dal proprio mondo interno ,
intendendo per mondo interno tutti quegli stimoli
dolorosi che originano all’interno del corpo.
Dissociazione :
Quando diversi schemi o rappresentazioni del Sé sono
mantenuti in compartimenti mentali separati, si ha la
forma più drammatica di questo spettro che è il cosiddetto
Disturbo di personalità. multipla, rinominato Disturbo
dissociativo di Identità dal DSM-IV
Il soggetto presenta, all’interno della propria persona, due o
più stati di coscienza distinti, i quali tendono ad assumere
il controllo (anche solo parziale) del comportamento
esecutivo del soggetto mettendo in atto comportamenti
che sono incompatibili con la personalità ospitante che
non riesce a ricordare episodi significativi della propria
vita
Dissociazione
 Tuttavia la coscienza per così dire secondaria è dominata da
sentimenti di rabbia, odio e risentimento, e riflette le
attitudini e i sentimenti della mente immatura che l’ha
creata.
 Quando diviene dominate (in circostanze particolari, come
stress intensi o situazioni particolarmente suggestive o
rievocative del trauma) si comporta di conseguenza.
Il trauma è causa necessaria ma non
sufficiente per sviluppare un DID
 Fattore di rischio:
 Fattore protettivo:
assenza di una figura nella
quale riporre fiducia
incondizionata e che sia
in grado di consolare il
bambino
disponibilità di una figura
genitoriale rassicurante
Dissociazione : aspetti biologici
 funzionamento ridotto dell’ippocampo (su basi
biologiche e/o indotto dai cambiamenti
fisiologici indotti dalla situazione di stress)
 funzionamento ridotto dell’area di Broca, che
determinerebbe una difficoltà a gestire i ricordi
in termini lessicali
Dissociazione : aspetti biologici
 Il dr. Vermetten ha trovato anche una riduzione delle dimensioni
dell’amigdala, sede delle reazioni condizionate alla rabbia ed alla paura
 Douglas Brenner sostiene che sono le ridotte dimensioni
dell’ippocampo (di origine genetica) a spiegare sia la diversa
suscettibilità individuale a stress e vicende traumatiche sia le relative
risposte, compreso l’insorgere delle diverse patologie dissociative.
 Ipotesi condivisa dallo psichiatra di Harvard, Roger Pitman che ha
studiato 35 coppie di gemelli identici, di cui uno era stato esposto a
traumi e l’altro no. In tali ricerche ha verificato che il volume
dell’ippocampo è un fattore di rischio per la sindrome da shock
postraumatico (PTSD- Post Traumatic Stress Disorder)
I disturbi dissociativi
Il DSM IV distingue quattro disturbi dissociativi
specifici:
- amnesia dissociativa
- Disturbo dissociativo dell’identità
- Disturbo da depersonalizzazione
- Disturbo dissociativo non altrimenti specificato
I disturbi dissociativi
Disturbo da depersonalizzazione
DSM IV
a)
b)
c)
Esperienza persistente e ricorrente di sentirsi distaccato
o di sentirsi un osservatore esterno dei propri processi
mentali o del proprio corpo (sentirsi come in un sogno)
Durante l’esperienza di depersonalizzazione il test di
realtà rimane intatto
La depersonalizzazione causa disagio clinicamente
significativo o menomazione nel funzionamento sociale,
lavorativo o in altre aree importanti.
I disturbi dissociativi
d) L’esperienza di depersonalizzazione non si manifesta
soltanto nel corso di un altro disturbo mentale, come
schizofrenia, disturbo di panico, disturbo acuto da
stress, oppure un altro disturbo dissociativo, e non è
dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza
oppure a una condizione medica generale.
Disturbo di depersonalizzazione
 l’esame di realtà rimane integro, ma il disagio interferisce
significativamente con il funzionamento del soggetto
 può assumere varie forme, dalle più lievi (intorpidimento
degli arti) alle più gravi (essere distaccati dal proprio corpo,
osservarsi a distanza)
 Tra i pazienti psichiatrici è relativamente poco comune
come disturbo puro, ma assai frequente in qualità di
sintomo lamentato in presenza di DID, schizofrenia,
disturbi d’ansia e depressione.
 considerato come l’interiorizzazione di identificazioni conflittuali,
come un mezzo difensivo per controllare gli impulsi del sé
coinvolto in una situazione di pericolo o in una situazione che è in
conflitto con l’identificazione dominante dell’Io (abuso infantile)
 studi condotti hanno evidenziato un’anamnesi di traumi infantili
meno gravi rispetto a quelli rintracciabili nella storia di pazienti
con altri disturbi dissociativi
 l’esperienza di depersonalizzazione è frequente durante la
rievocazione dei dettagli di abusi subiti
 Nel disturbo di depersonalizzazione non vi è una dissociazione
completa, perché il soggetto non ha fenomeni di amnesia o di
assunzione di altre identità e il test di realtà rimane intatto.
depersonalizzazione
 Può essere un'esperienza comune del soggetto
sano e normale in momenti particolari:
 Emozioni intense o crisi esistenziali
 Affaticamento
 deprivazione prolungata di sonno
 Deprivazione sensoriale
 La descrizione del paziente è incentrata sul
carattere particolarmente spiacevole di questa
esperienza
depersonalizzazione
 Depersonalizzazione: sempre presente una
modificazione dell'umore: perdita del sentimento
di familiarità per se stesso o per l'ambiente
circostante:
 sentirsi come un pupazzo, vuoto, distaccato, strano,
fuori di sé, non coinvolto nell'esistenza, non se stesso,
come un fantasma evanescente, estraneo a se stesso
 diminuzione delle emozioni
 Derealizzazione: l'ambiente come piatto, dai
colori indistinti, più piccolo, distante, confuso,
come un sogno
 "che non ha nulla a che fare con me“
 un mondo privo di connotazione emotiva.
depersonalizzazione
Deaffettività
 Sentimento di perdita della capacità di provare emozioni: si sente
incapace di piangere, amare o odiare
 In certi casi, la perdita dei sentimenti, che è caratteristica della
depersonalizzazione, può somigliare a quella di un Disturbo
Depressivo Maggiore, che, in altri casi, può concomitare.
 La perdita di familiarità per se stessi o per il mondo circostante è
simile all'anomalia del sentimento di familiarità del
 jamais vu: mancanza di significato per oggetti precedentemente
ben noti e il
 déja vu: senso di familiarità per oggetti o esperienze non familiari)
depersonalizzazione

Il sintomo viene descritto secondo numerose
modalità differenti
 Spesso impossibile fare una distinzione tra
depersonalizzazione e derealizzazione:
 "Mi sembra che ogni cosa si stia allontanando da me“
 Mi sento irreale, piatto, non veramente qui, meno di una
persona, come se non potessi andare e venire“
 Il paziente non soltanto si sente irreale, ma anche"
distaccato“: esiste una barriera alla normale
comunicazione
Caratteristiche descrittive
 Frequente difficoltà a descrivere i sintomi: timore che
queste esperienze significhino che sono “matti“
 Può percepire una alterazione strana e perturbante della
misura o della forma degli oggetti (macropsia o micropsia),
e le persone possono apparire non familiari o
meccanizzate.
 Le altre manifestazioni associate frequenti comprendono
sintomi d'ansia, sintomi depressivi, ruminazione ossessiva,
preoccupazioni somatiche, e alterazione del senso del
tempo
 La depersonalizzazione può verificarsi come una
caratteristica di diverse malattie mentali inclusa
la depressione, la nevrosi ossessiva, d'ansia, e la
schizofrenia:
 in questi casi la condizione non deve essere classificata
in questo modo, ma nella corrispettiva categoria
maggiore
 Lamentele di depersonalizzazione frequenti nella
personalità anancastica o ossessiva
I disturbi dissociativi
Amnesia dissociativa
DSM IV
A)
La manifestazione principale consiste in uno o più episodi di
incapacità a ricordare dati personali importanti, di solito di natura
traumatica o stressogena, che risulta troppo estesa per essere
spiegata come tendenza a dimenticare
B)
L’alterazione non si manifesta soltanto nel corso del disturbo
dissociativo dell’identità, fuga dissociativa e disturbo post
traumatico da stress, disturbo acuto da stress o disturbo di
somatizzazione, e non è dovuta all’effetto fisiologico diretto di una
sostanza, oppure a una condizione medica generale o neurologica.
I disturbi dissociativi
 Amnesia dissociativa
DSM IV
c) I sintomi causano disagio clinicamente significativo
oppure menomazione nel funzionamento sociale,
lavorativo o in altre aree importanti.
Modalità di Presentazione
 Di solito si presenta come una lacuna, o una serie di
lacune, riportate retrospettivamente, nella
rievocazione di momenti della storia della vita di un
individuo
 Queste lacune sono di solito collegate a eventi
traumatici o estremamente stressanti:
 Alcuni soggetti possono avere amnesia per episodi di auto-
mutilazione, esplosioni violente di ira, oppure tentativi di
suicidio
 Meno comunemente l'Amnesia Dissociativa si presenta come
un episodio florido con esordio improvviso. Questa forma
acuta si manifesta più facilmente in tempo di guerra o come
conseguenza di catastrofi naturali.
 Amnesia circoscritta: non è in grado di rievocare
eventi che si sono verificati durante un periodo
circoscritto di tempo, di solito le prime ore susseguenti
a un evento gravemente disturbante:
 per es. il sopravvissuto incolume di un incidente
automobilistico in cui un familiare sia rimasto ucciso può non
riuscire a ricordare nulla di quanto è accaduto dal momento
dell'incidente a 2 giorni dopo
 Amnesia selettiva: può ricordare alcuni, ma non
tutti, degli eventi riguardanti un periodo circoscritto di
tempo
 per es. un reduce di guerra può ricordare solo parzialmente
una serie di esperienze violente di combattimento)
Amnesie estese
 Amnesia generalizzata: la incapacità di ricordare
riguarda l'intera vita della persona
 I soggetti con questo raro disturbo di solito si presentano alla
Polizia, al Pronto Soccorso, o ai servizi di consulenza degli
Ospedali Generali.
 Amnesia sistematizzata: perdita di memoria per
certe categorie di informazioni, come i ricordi
riguardanti la propria famiglia oppure una particolare
persona.
I disturbi dissociativi
Fuga dissociativa
DSM –IV
A)
B)
C)
La manifestazione predominante è rappresentata
dall’allontanamento inaspettato da casa o dal posto di
lavoro, con incapacità a ricordare il proprio passato
Confusione circa l’identità personale oppure assunzione
di una nuova identità (parziale o completa)
L’alterazione non si manifesta soltanto all’interno del
disturbo dissociativo dell’identità e non è indotta da
sostanze d’abuso o da una condizione medica generale.
I disturbi dissociativi
Fuga dissociativa
D) I sintomi causano disagio clinicamente significativo
oppure menomazione nel funzionamento sociale,
lavorativo o in altre aree importanti.
 La fuga dissociativa si presenta, quindi, come un
disturbo a cavallo tra l’amnesia e il disturbo
dissociativo d’identità.

Modalità di Presentazione
 Il tipo di viaggio può variare da spostamenti brevi o di breve durata
(per es. ore o giorni) a vagabondaggi complessi, di lunga durata (per
es. settimane o mesi), che di solito avvengono senza disturbare
nessuno, fino ai casi di alcuni soggetti che attraversano numerosi
confini nazionali e percorrono migliaia di miglia
 Durante la fuga il soggetto appare esente da psicopatologia e non
attira l'attenzione
 A un certo punto il soggetto arriva alla osservazione dei medici, di
solito a causa di un amnesia per i fatti recenti o di una carenza di
consapevolezza della propria identità
 Una volta che il soggetto ritorna allo stato che precedeva la fuga,
può non esserci alcun ricordo per gli eventi accaduti durante la
fuga.
Nuova identità
 La maggior parte delle fughe non comportano la
formazione di una nuova identità
 Se una nuova identità viene assunta durante la fuga, essa
è generalmente caratterizzata da tratti più gregari e
disinibiti rispetto alla precedente identità
 Può assumere un nuovo nome, prendere una nuova
residenza, e impegnarsi in attività sociali complesse che
risultano bene integrate e che non indicano la presenza
di un disturbo mentale
I disturbi dissociativi
Disturbo dissociativo dell’identità
DSM IV
A) Presenza di due o più identità o stati di personalità
distinti (ciascuno con i suoi modi relativamente costanti
di percepire, di relazionarsi e di pensare nei confronti di
se stesso e dell’ambiente)
B) Almeno due di queste identità o stati di personalità
assumono in modo ricorrente il controllo del
comportamento della persona
C) L’incapacità di ricordare importanti notizie personali è
troppo estesa per essere spiegata con una banale
tendenza alla dimenticanza.
I disturbi dissociativi
d) l’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti
di una sostanza o a una condizione medica generale.
Fallimento della integrazione dell’identità
 Ognuno degli stati di personalità può essere vissuto
come se avesse storia personale, immagine di sé e
identità distinte, compreso un nome separato
 Di solito vi è una identità primaria che porta il nome
ufficiale del soggetto, e che risulta passiva, dipendente,
tendente ai sentimenti di colpevolezza e alla depressione
 Le identità alternative frequentemente hanno nomi
diversi e caratteristiche che contrastano con l'identità
primaria (per es. sono ostili, "dirigenziali", e autodistruttive)
Identità particolari
 Identità particolari possono emergere in circostanze
specifiche e possono differire nell'età e nel genere
riferiti, nel vocabolario, nelle conoscenze generali o
negli affetti predominanti.
 Il vissuto è che le identità alternative assumono il
controllo in sequenza, una a scapito dell'altra, e possono
negare la conoscenza reciproca, criticarsi l'una l'altra, o
apparire in aperto conflitto
 Talvolta, una o più identità più potenti regolano e
assegnano il tempo alle altre
 Le identità aggressive o ostili possono talora
interrompere le attività delle altre o metterle in
situazioni disagevoli
Alterazioni della memoria
 Frequenti lacune mnesiche a proposito della loro storia
personale, sia remota, che recente. L'amnesia è
frequentemente asimmetrica
 Le identità più passive tendono ad avere ricordi più poveri,
mentre quelle più ostili, "dirigenziali", o "protettive" hanno
ricordi più completi
 Una identità che non ha funzioni di controllo può tuttavia
avere accesso alla coscienza attraverso la produzione di
allucinazioni uditive o visive (per es. una voce che dà
istruzioni)
 La dimostrazione dell'amnesia può essere raggiunta attraverso
le indicazioni di altre persone che sono state testimoni di
comportamenti che il soggetto rinnega, oppure attraverso le
"scoperte" dell'individuo stesso (per es. il fatto di trovare in
casa capi di abbigliamento che il soggetto non ricorda di avere
comprato)
Transizioni di identità
 Le transizioni da una identità all'altra sono spesso scatenate
da fattori psico-sociali stressanti
 Il tempo richiesto per il passaggio da una identità all'altra è
solitamente questione di secondi, anche se, più raramente, il
passaggio può essere graduale
 Il numero di identità riportato varia da 2 a più di 100. Metà
dei casi riportati riguardano soggetti con un numero di
identità inferiore a 10.
I disturbi dissociativi: trattamento
 Psicoterapia ad orientamento psicodinamico
 Antidepressivi
 Stabilizzatori dell’umore
dissociazione
Perché la dissociazione?
• Nell’anamnesi di soggetti con Disturbi dissociativi
somatoformi e più in generale con sintomi dissociativi sono
frequenti violenze e abusi sessuali infantili, traumi pregressi
• Causano nel bambino/a disturbi gravi della sicurezza
dell’attaccamento e, forse, la tendenza a”dissociare” come
meccanismo di difesa per garantire l’integrità della coscienza
dell’Io in situazioni limite
• Impara a sopravvivere “dissociandosi” e da adulto replica tale
risposta in situazioni critiche
Dissociazione :
 La dissociazione isterica non è una dissociazione del
pensiero, con allentamento dei nessi associativi e
disorganizzazione dello stesso, come nella schizofrenia,
 Ma è una dissociazione della coscienza, la quale viene, per
così dire, interrotta nel suo fluire, creandosi barriere,
definite amnesiche o tra uno stato mentale e l’ altro.
Dissociazione
 Un abuso intrafamiliare in fase precoce genera
qualcosa di simile al dolore fisico.
 Una relazione genitoriale disturbata, specialmente se
avviene all’interno del periodo critico di sviluppo del
sistema limbico, altera l’organizzazione dei sistemi
cerebrali che elaborano il dolore.
La personalità
 Nella dissociazione si viene a creare una scissione
verticale a causa della quale i contenuti mentali
esistono in coscienze parallele .
 Di fatto, il paziente struttura la sua personalità in
differenti comparti, ognuno di essi organizzato
intorno ad un affetto prevalente, un repertorio
limitato di comportamenti e ricordi specifici.
 La sua personalità è dunque l’insieme di tutte le
personalità
•Un affetto tipico dei pazienti affetti da DID nel
rievocare gli abusi subiti è la vergogna: essi in
qualche modo ritengono di essersi meritati ciò
che è loro accaduto.
•Questa autoaccusa può essere compresa sia
come identificazione introiettiva con i genitori
cattivi, sia come disperato tentativo di dare un
senso a situazioni terrificanti
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Disturbi dissociativi - Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali