La Chiesa, un popolo
con tanti doni e tante
vocazioni
Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono
diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di
operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a
ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per
l’utilità comune.
1Cor 12, 4-7
LA
CHIESA
Lungo la storia si sono
consolidate nella Chiesa
tre forme di vita:
 I ministri ordinati: chi ha
la responsabilità di guidare
la comunità cristiana;
 Lo stato laicale:
caratterizzato dall’impegno
nel mondo e nell’attività
secolari;
 La vita consacrata:
religiosi che testimoniano il
mondo futuro.
Paolo presenta la Chiesa come un organismo
vivo, operante e unito, con ministeri, ruoli,
compiti diversi.
È positiva se vissuta i quello spirito di carità
che contrassegnava la comunità apostolica.
I cristiani sono responsabili gli uni
degli altri;
Ogni cristiano ha una sua
responsabilità, a seconda della
sua personale vocazione.
Legge della reciprocità
Devono: stimarsi a vicenda,
accogliersi, edificarsi, servirsi,
sostenersi, correggersi e
confrontarsi.
MINISTRI ORDINATI:
i vescovi, i diaconi e i presbiteri
Dal greco episkópos, < Sorvegliante,guida>
Vescovi
All’inizio sono scelti dagli apostoli come loro
successori in una serie ininterrotta che dai
vescovi risale fino agli apostoli (la successione
apostolica). I vescovi sono rappresentanti di
Cristo e sono segno visibile della sua presenza.
Agiscono in nome di Cristo quando guidano la
loro Chiesa locale (diocesi). Il loro compito è
annunciare il Vangelo, guidare la Chiesa . I
vescovi accolgono la collaborazione di tutti i
fedeli, in uno spirito di comunione profonda.
I
DIACONI
Nelle comunità apostoliche i diaconi svolgevano il
ministero della predicazione e del servizio ai bisognosi.
Oggi i diaconi sono ordinati per servire nella liturgia,
nella predicazione e nella pastorale della carità.
<Servitori>
I
PRESBITERI
Il loro compito è di educare i
fedeli, aiutarli a crescere nella
fede e creare delle comunità
fraterne, unite e vive.
<Anziani>
Facevano parte del gruppo direttivo nella comunità
di Gerusalemme o venivano costituiti a guida delle
nuove comunità .
Oggi i presbiteri ( o preti) collaborano e sono uniti
al loro vescovo, dal quale ricevono l’incarico e le
indicazione per svolgere il loro compito e lo rendono
presente nelle singole comunità.
L’ORDINE SACRO
È solo un servizio alla Chiesa e alla fede dei
credenti, fatto da vescovi, diaconi e preti.
CELIBATO:
Amare Con Un
Cuore Indiviso
La Chiesa delle origini aveva sacerdoti sposati
e celibi. In tempo successivo si aveva l’obbligo
del celibato che viene confermato fino al
nostro tempo. La Chiesa cattolica romana non
prevede la libera opzione del celibato. Chi
risponde alla vocazione sacerdotale è
consapevole di impegnarsi anche a una vita
celibe. La Chiesa cattolica romana insegna che
l’obbligo del celibato è conforme alla natura e
alla missione del sacerdozio in Cristo.
L’obbligo del celibato è fondato su motivazioni di fede che nulla hanno a vedere con la
vita coniugale. Il celibato non si definisce solo come rinuncia al matrimonio ma come
scelta radicale di Cristo. Il sacerdote comprende e vive il celibato come nuova apertura
all’altro senza passare per la mediazione della vita coniugale. L’obbligo del celibato viene
a volte contestato: la crisi delle vocazioni, l’abbandono di molti preti e la loro età
avanzata, l’esigenza di un inserimento nel mondo sono alcuni dei motivi portati da tale
obbligo. La Chiesa tiene al celibato dei sacerdoti perché è convinta che sia la condizione
ideale di chi vuole mettersi al servizio della comunità per rendere il servizio nuovo e
originale. Il celibato riguarda l’essere della persona prima che il suo agire. Infine, la
testimonianza dei sacerdoti celibi è la via più luminosa per comprendere la bontà morale
e pratica del legame tra sacerdozio e celibato.
I CHRISTIFEDELES:
i laici e la loro vocazione
I laici sono coloro che non sono ministri ordinati né religiosi, ma che
hanno compiuto il cammino dell’iniziazione cristiana e per questo
appartengono al popolo di Dio, alla Chiesa.
La vocazione del laico è quella di vivere pienamente inserito nel
mondo, animando dall’interno e portando in esso la testimonianza e i
valori cristiani. I laici si impegnano in ambiti come la vita familiare,
la cultura, l’economia, le arti e le professioni, la scienza, il mondo del
lavoro, la politica, la società, i mezzi di comunicazione, la scuola e la
sanità.
Il laico cerca il Regno di Dio trattando e avendo a che fare con le
realtà temporali, le attività quotidiane, ma cerca di attuarle secondo il
volere di Dio.
Per vivere la propria fede il laico ha bisogno di una maturità e una formazione
spirituale fatte di ascolto della Parola di Dio, celebrazione dei sacramenti e
consapevoli dell’importanza dei valori evangelici per la vita dell’uomo. I pastori
aiutano i laici in questo cammino di crescita spirituale. Il fedele laico deve
dimostrare anche qualità e virtù umane come la fedeltà e l’affetto in famiglia e
l’onestà. Molti laici appartengono a gruppi, associazioni, movimenti (come
Azione Cattolica , Comunione E Liberazione, ecc…)
I Religiosi E
La Vita
Consacrata
Il sacramento dell’ordine sacro è destinato al servizio
della comunità cristiana. C’è anche chi si consacra alla
vita religiosa , impegnandosi nei tre consigli evangelici:
castità, povertà e obbedienza. I beni materiali, il
matrimonio, l’autonomia, le professioni lavorative e gli
impegni dei fedeli laici hanno un valore: il bene più
grande da ricercare è Dio e da Dio prendono tutte le
attività dell’esistenza umana. Nella Chiesa vi è una
notevole varietà di ordini. Ogni ordine religioso ha una
Regola approvata dalla Chiesa e un proprio carisma,
cioè una propria spiritualità.
Alcuni ordini sono dedicati alla cura dei malati, altri nella predicazione, altri
sottolineano la vita di povertà e l’assistenza ai poveri. Molte congregazioni religiose si
dedicano all’educazione umana e cristiana dei ragazzi e dei giovani. Ci sono poi ordini
contemplativi, cioè dedicati alla preghiera
Forme Di Vite
Consacrate:
Gli Eremiti:
Vivono in
solitudine e
ascesi.
I Monaci:
Conducono una vita fraterna
nel loro monastero, la loro
vita è caratterizzata dalla
preghiera, dalla lode e dal
lavoro.
I Religiosi Di Vita Apostolica:
Appartengono a quei ordini,
istituzioni e congregazioni di
religiosi
impegnati
nell’apostolato.
Le Società Di Vita Apostolica o Di Vita Comune:
Si impegnano per l’apostolato e l’attività
missionaria.
Quando compare Benedetto da Norcia, il
monachesimo è già molto diffuso in Occidente, nelle
due forma classiche:
-Eremitica (quella di coloro che vivono in solitudine)
-Cenobitica (cioè comunitaria).
Prima di Benedetto, ogni monastero era autonomo e
seguiva una regola dettata dal proprio fondatore.
Nacque da una famiglia agiata di Norcia (Perugia)
verso il 480, egli studiò a Roma fino ai vent’anni e si
ritirò poi ad Affile (sui colli della Sabina) dove già
vivevano alcuni asceti, e poco dopo trovò rifugio in
una grotta sul fianco della montagna di Subiaco.
Li egli ebbe contatti solo con un monaco di nome Romano, che gli fece da guida spirituale.
Da Vicovaro, alcuni monaci lo chiamarono a sostituire il loro abate morto, e benedetto
lasciò la solitudine per diventare capo di una comunità. Ma è un fallimento: questi furono
monaci indisciplinati che subito si ribellarono alla sua disciplina, tentando addirittura di
avvelenarlo. Così, ritornò a Subiaco, alla vita solitaria. Restò in solitudine per poco tempo
perché andarono da lui gruppi di altri monaci pronti a mettersi sotto la sua guida.
Benedetto insegnò loro la scrittura, la preghiera e la vita fraterna. Si trasferì con essi sui
monti della Campania, fissandosi a Montecassino. Essi fecero nascere l’oratorio, la
biblioteca e il dormitorio, il forno, il mulino, la mensa, le officine, l’orto e il cimitero.
SAN
BENEDETTO
A Montecassino ci fu la pace e la fraternità: barbari e latini, ariani e cattolici, poveri e ricchi,
tutti furono accolti, ospitati e molti di loro diventeranno monaci. Benedetto impose un
nuovo modo di essere monaci, basato su due principi:
-Stabilitas: niente più monaci girovaghi
-Orario: Benedetto rivaluta il tempo che è parte della vita
Ci fu, nelle Regole, il principio di autorità, rappresentato dall’abate, accompagnato dalla
fraternità e dalla dolcezza. Tra i monaci doveva regnare l’uguaglianza più assoluta.
Il monaco che non lavora non è un vero monaco, quindi Benedetto rivalutò la fatica
manuale che dal mondo romano veniva considerata come schiavitù, ma Benedetto disse che
era un opera da uomini. Il monastero diventò centro di accoglienza e di ospitalità in cui
trovarono aiuto e asilo pellegrini, affamati, ecc.
La preghiera celebrata coralmente negli uffici cantati più volte al giorno attirò i cristiani.
Benedetto morì nel 547 probabilmente il 21 marzo.
Due secoli dopo la sua morte i suoi monasteri in Europa saranno più di mille.
Scarica

Diapositiva 1