Salutatio Patris Generalis
Lettera ai Fratelli — Luglio - Agosto 2014
La Fraternità delle Scuole Pie
“Noi scolopi, religiosi e laici, cooperatori della verità”
Questo mese di luglio è stata convocata la prima Assemblea della Fraternità Generale delle Scuole
Pie, a Peralta de la Sal, il luogo dove il Calasanzio è nato alla vita e alla fede. Si tratta, senza dubbio,
di un evento storico per il nostro Ordine, e vorrei evidenziarlo in maniera adeguata condividendo
questa riflessione con tutti voi.
Quando il P. Generale Josep María Balcells pubblicò il primo documento sulla “Fraternità
Scolopica” lo fece con questa espressione: “Benvenuti alle Scuole Pie, voi che di cuore vi sentite già scolopi” 1.
Era un modo davvero chiaro e significativo di esprimere ciò che stava nascendo in seno all’Ordine
e alla Chiesa. Correva l’anno 1988. Dopo 25 anni da questa decisione e con la prospettiva che dà il
già lungo cammino percorso, possiamo dire che stiamo assistendo al consolidamento di una
convinzione profeticamente annunciata dall’indimenticabile P. Ángel Ruiz nel 1983: “Il carisma
scolopico non è degli scolopi. Non è una proprietà dell’Ordine. È del popolo di Dio” 2.
La prossima riunione di Peralta de la Sal riunirà i Consigli delle diverse Fraternità Scolopiche, il
Consiglio della Fraternità Generale, e numerosi scolopi che condivideranno la riflessione e il
discernimento di questi giorni da cui tanto ci aspettiamo e per cui già preghiamo con intensità.
Cos’è la Fraternità Scolopica? Esiste una definizione “ufficiale”, conosciuta da tutti, che è forse
opportuno citare. “La fraternità delle Scuole Pie è l’insieme dei fedeli cristiani associati in piccole comunità per
vivere il carisma scolopico (spiritualità, missione e vita), ciascuno secondo la sua vocazione laica, religiosa o
presbiterale. La Fraternità è, quindi, un’associazione di fedeli integrata nel carisma scolopico, che è stata riconosciuta
come tale dall’Ordine delle Scuole Pie” 3.
Questa è una definizione ufficiale. Ci è utile, ma i testi ufficiali solitamente non riescono ad
esprimere bene la grande ricchezza che vi si trova dietro. Oggi, la Fraternità delle Scuole Pie è
formata da persone che hanno scoperto profondamente il Calasanzio e che vogliono vivere la loro
1
Congregación General de las Escuelas Pías: “La Fraternidad Escolapia”, Ediciones Calasancias nº 13, 1988,
prologo, pag. 5
2
Ruiz Isla, Ángel (P. Generale dell’Ordine): “Comunidades Eclesiales Calasancias”, Salamanca 1983, pagina 64.
3
Congregación General de las Escuelas Pías: “El laicado en las Escuelas Pías. Clarificación de conceptos”, in “La
Fraternidad de las Escuelas Pías”, Ediciones Calasancias, Madrid 2011, pagina 20.
1
vita e la loro fede in Gesù Cristo in seno alle Scuole Pie, condividendo con l’Ordine il dono
carismatico che ha custodito per quattro secoli e che continua e continuerà a custodire con
profonda fedeltà. Sono 11 le Fraternità Provinciali in cui centinaia di persone –religiosi e laicicondividono la propria vita e fede, in 66 piccole comunità distribuite in più di 30 presenze
scolopiche, benedette dalla presenza di tanti bambini, figli di molti membri della Fraternità. Sono
molti i progetti, molte le ore di riunione, molti i discernimenti vocazionali, molte le ricerche e molti
i sogni condivisi. Sono tante le persone laiche che hanno ricevuto il Ministero di Pastorale o i
Ministeri Scolopici dell’Educazione Cristiana o dell’Attenzione ai Poveri per la trasformazione
sociale. Sono 16 gli “scolopi laici”, che hanno firmato con l’Ordine un impegno giuridico
temporale o definitivo. E, soprattutto, sono moltissime le persone che l’Ordine delle Scuole Pie
riconosce come portatrici del carisma del Calasanzio, e lo fa con profonda gratitudine a Dio per
questo immenso dono dello Spirito.
Vorrei condividere con tutti voi alcune semplici riflessioni in relazione alla Fraternità Scolopica che
in questi giorni celebra la sua prima assemblea generale.
1-La mia prima riflessone ha a che vedere con il cammino che abbiamo percorso. È molto
interessante leggere, a partire dalla realtà che abbiamo oggi, i documenti che in passato abbiamo
approvato e pubblicato su quello che allora chiamavamo “tema laicale”, e che oggi si traduce in
“partecipazione nelle Scuole Pie”. Ricordo, ad esempio, la formidabile lucidità che ebbe il Capitolo
Generale del 1997, quando approvò gli “atteggiamenti che dovremmo assumere noi scolopi per
rendere possibile la nascita di questa nuova realtà 4”. Già allora parlavamo di “semplicità e apertura ai
laici, un nuovo stile di relazioni, ospitalità evangelica, partecipazione dei laici alle esperienze di fede delle comunità,
comunione di beni, incorporazione del laicato alla missione evangelizzatrice delle Scuole Pie, ecc.” Questi sono
atteggiamenti che oggi sono ancora necessari, molti anni più tardi. Quel Capitolo Generale ha
invitato le Scuole Pie ad “un processo di trasformazione” 5. Il paragrafo finale del Documento
istituzionale “Il laicato nelle Scuole Pie”, del 1997 è della massima importanza. Lo trascrivo
letteralmente: “Facciamo un appello a tutte le persone –religiosi e laici- congregate nelle Scuole Pie, affinché con
determinazione e spirito profetico collaborino nell’apertura di nuove strade per le quali il carisma ricevuto da San
Giuseppe Calasanzio possa rivivere nella Chiesa, al servizio dei bambini e dei giovani, per maggiore incremento della
pietà” 6
Il processo di apertura dell’Ordine al Laicato Scolopico, aperto dal Capitolo Generale speciale del
1969, celebrato poco dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, chiaramente sostenuto e
supportato dai successivi Padri Generali e dai diversi Capitoli, iniziava con un’intuizione molto
chiara: stava nascendo qualcosa di nuovo, risposta dell’Ordine ai segni dei tempi e accoglienza da
parte delle Scuole Pie dell’ispirazione dello Spirito. Stava iniziando un “nuovo capitolo, ricco di speranze,
nella storia delle relazioni tra le persone consacrate e il laicato, nel quale non pochi Istituti sono arrivati alla
convinzione che il proprio carisma può essere condiviso con i laici” 7
4
44º Capítulo General. “El laicado en las Escuelas Pías”, nº 15. Collana “Cuadernos”, nº 21. Pubblicazioni ICCE,
Madrid 1997
5
44º Capítulo General. “El laicado en las Escuelas Pías”, pagina 83. Collana “Cuadernos”, nº 21. Pubblicazioni
ICCE, Madrid 1997
6
44º Capítulo General. “El laicado en las Escuelas Pías”, pagina 85. Collana “Cuadernos”, nº 21. Pubblicazioni
ICCE, Madrid 1997
7
Giovanni Paolo II, in “Vita Consacrata” nº 54, 1996.
2
Sarebbe molto positivo se in questa prima assemblea della Fraternità Generale potessimo
ringraziare Dio per questo intenso cammino di ricerca condivisa, che sta già producendo tanti
frutti.
2-La decisione di costituire Fraternità Scolopiche è stata caratterizzata da un aspetto molto
importante: non è stata presa soltanto dai religiosi, convocando i laici, ma abbiamo cercato insieme di
dare vita ad una nuova vocazione scolopica che è quella di “vivere la vita cristiana in una Fraternità
Scolopica”, cercando anche di fare in modo che noi religiosi scolopi, la cui vocazione è ben definita
e consolidata nel corso della nostra storia, possiamo arricchirla condividendo il nostro essere e la
nostra vocazione nell’ambito della Fraternità. Voglio sottolineare questo perché, se è pur vero che
le Province e l’Ordine hanno condotto il processo, non siamo stati noi religiosi a chiamare i laici,
ma abbiamo cercato, insieme a loro, il modo di rispondere alla chiamata di Dio di vivere il carisma
calasanziano in modi nuovi e con nuove persone. Voglio ringraziare pubblicamente per gli sforzi
fatti da tutte le persone che hanno contribuito con il loro lavoro, generosità, lungimiranza e
pazienza, al consolidamento di questo progetto. Grazie!
3-Le operazioni di consolidamento che abbiamo fatto sono state molto significative. Ne
cito solo alcune, in modo che possiamo farci un’idea della levatura del processo che stiamo
vivendo: chiarire il concetto di “integrazione carismatica nelle Scuole Pie”; approvare i documenti
specifici di ogni Fraternità; generare una nuova vocazione in seno alla Fraternità, gli “scolopi laici”;
costituire le Fraternità come “associazioni private di fedeli”; stabilire gli itinerari per discernere la
vocazione alla Fraternità; stabilire la Missione Scolopica come missione specifica delle Fraternità;
definire gli obiettivi e i piani comuni tra le Demarcazioni e le Fraternità; costituire la Fraternità
Scolopica Generale; aver fondato una Fraternità Scolopica ogni anno dal 2005; aver inviato
centinaia di persone delle Fraternità e processi pastorali a lavorare come volontari in altre
demarcazioni scolopiche negli ultimi anni, per periodi di alcuni mesi, fino a tre anni di lavoro;
costituire la Comunità Cristiana Scolopica in molte delle nostre presenze e, soprattutto, poter
offrire alla Chiesa una ricchissima realtà di comunità cristiane scolopiche al servizio della
costruzione del Regno di Dio, a partire dal carisma del Calasanzio. Lo ripeto ancora: rendiamo
grazie a Dio!
4-Continuiamo a guardare al futuro. Vorrei fare alcuni appelli. Pochi, ma chiari.
a) Viviamo a fondo il carisma. Non viviamolo al ribasso. Il carisma del Calasanzio è il dono
principale che possiede l’Ordine, è la nostra ragion d’essere e la nostra carta di identità nella
Chiesa. L’Ordine deve “alzare il livello della sua esigenza” per riconoscere l’integrazione
carismatica delle persone. Essere portatore del carisma del Calasanzio non è semplicemente
una questione di tempo (anni di lavoro, ad esempio), né di affetto per l’Ordine, né di
simpatia per il Calasanzio. È un modo di vivere e di comprendere la fede in Gesù Cristo e
la propria vocazione, che tende, per sua natura, ad essere esigente. Per questo l’integrazione
carismatica implica una profonda vita cristiana, un’opzione per vivere quella fede in
comunità cristiane, chiare e riconoscibili, una scommessa per la formazione e la crescita
personale, una disponibilità per le Scuole Pie, uno stile di vita austero e solidale, un chiaro
livello di condivisione di vita e beni, un’identità chiaramente scolopica. Costruiremo
qualcosa di serio e duraturo solo se il livello di identità cristiana e scolopica da cui viviamo
e condividiamo il carisma è alto e forte. Questo lo abbiamo imparato dalla nostra storia
come Ordine.
3
b) Costruiamo le Scuole Pie. L’Ordine e la Fraternità hanno un grande obiettivo comune:
costruire le Scuole Pie per il bene dei bambini, dei giovani e dei poveri. Per fare questo,
l’Ordine e la Fraternità devono vivere intensamente la propria vocazione. Ciò che
costruiamo insieme sarà prezioso se chi lo costruisce vive in modo intenso e autentico.
Dall’esperienza chiara della propria vocazione nasceranno, di certo, nuove opzioni di
Missione. E, ne sono convinto, saremo benedetti da molte persone dal cuore generoso e
profondità di fede che vorranno condividere tutto questo con noi, molti di loro come
religiosi e sacerdoti scolopi. E accanto a questa intensità vocazionale, una sfida concreta:
riflettere bene sul luogo della Fraternità in ogni presenza scolopica, in ogni Demarcazione e
nell’Ordine. Dobbiamo essere consapevoli che sta nascendo e si sta consolidando una
nuova entità scolopica con cui dobbiamo articolare un’adeguata relazione. Tutti questi sono
anche esempi delle due grandi sfide di cui abbiamo tanto parlato: identità e comunione.
c) Vita e Missione. Abbiamo diverse esperienze che ci aiutano a pensare in un futuro
arricchito dalla dinamica della comunione. Esperienze di vita comunitaria condivisa; di
molti momenti di preghiera e spiritualità vissuti in comunione; di missione condivisa a
molti livelli, anche in modo istituzionale; di strutture demarcazionali in cui la Fraternità è
ben presente; abbiamo anche l’esperienza di aver avviato nuove fondazioni in modo
congiunto tra l’Ordine e la Fraternità. Sappiamo cosa significa pensare e costruire insieme.
Credo che questa dinamica possa e debba continuare a fornire nuove possibilità in questi
momenti che stiamo vivendo.
d) Invito i religiosi scolopi a sostenere e condividere questo processo. Affinché la Fraternità
possa crescere, i religiosi scolopi devono “esserci”. Non solo come “consiglieri” o
“professori” o “accompagnatori”, ma come “fratelli” e “compagni di strada”. Ma forse il
ruolo che ci risulta più facile è ancora quello di chi “insegna” piuttosto che quello di chi
“condivide”. Ma forse una delle chiavi che ci trasformerà maggiormente sta nel fatto che la
Fraternità ci chiede di essere “fratelli”, così come il Signore Gesù chiese ai suoi seguaci:
“voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8). Ci sono ancora Fraternità che “aspettano religiosi” con
cui condividere il loro cammino. Coraggio!
e) Invito tutti i membri delle Fraternità, tutti i fratelli e le sorelle che condividono la fede da
questa nuova realtà ecclesiale e scolopica, a vivere intensamente il dono ricevuto. Non
dimenticate che si può anche appassire a causa della mancanza di coraggio, della mancanza
di audacia, del conformismo, del sentire che “non ci sono altre risposte da dare”. La
Fraternità Scolopica, se viene dal cuore del Calasanzio, richiede intensità di fede, di vita
condivisa, di passione per la missione, di dedizione a bambini e giovani, di
corresponsabilità missionaria, di chiamata vocazionale, di progetti di trasformazione sociale
condivisi con le molte persone che hanno i nostri stessi sogni, e tutto questo può essere
fatto solo a partire da una vita personale e comunitaria, in cui curiamo la nostra vocazione e
ci sforziamo di viverla con fedeltà. Non raggiungiamo mai la meta, fratelli. Noi siamo figli
di un “fondatore” che continua a fondare dopo quattro secoli. Non dimenticatelo mai.
4
f) Invito anche i giovani dei processi pastorali, gli educatori e i genitori che stanno
percorrendo l’“itinerario verso la Fraternità”, i membri del Movimento Calasanziano, a
guardare la Fraternità Scolopica come ad un possibile riferimento di vita. Non tutti i
professori delle scuole devono stare nella Fraternità, né tutti i giovani dei processi devono
integrarsi in essa. Essere un riferimento non significa essere il destino di tutti. Ma è d’aiuto
a tutti vedere persone che vivono ciò in cui credono e che, inoltre, lavorano per una Chiesa
e una società migliore. Allo stesso modo, vi invito a vedere l’Ordine Scolopico come uno
“spazio di vita” da cui potete costruire il vostro futuro, in cui potete condividere la vostra
fede a partire da comunità cristiane scolopiche, aperte e accoglienti, e da cui potete pensare
e discernere la vostra risposta al dono vocazionale che il Signore vi propone.
Infine, invito tutti a pregare, ringraziare, collaborare, riflettere, accogliere, cercare... e tutti i verbi
positivi che vi vengano in mente in questo momento per vedere come ognuno può mettersi in
discussione davanti a questa grande notizia: il carisma del Calasanzio è accolto e assunto da molte
persone da diverse vocazioni che cercano, con amore, di essere fedeli al dono ricevuto. Viviamo un
nuovo momento delle Scuole Pie, che hanno ancora tanta ricchezza da scoprire. Cerchiamo
insieme. Il Calasanzio ci unisce!
Un abbraccio fraterno
Pedro Aguado
Padre Generale
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