Detersivi:
l'ABC dell'etichetta
Ecco tutte le informazioni essenziali per orientarvi nell'intricato
panorama dei detersivi da bucato. Dai convenzionali ai
biologici, vi spieghiamo come scegliere il detergente al
contempo più efficiente e più ecologico.
L
iquidi o in polvere, in fustini
colorati o in sobrie confezioni di plastica riciclata ... ma di
cosa sono fatti i detersivi da bucato?
Gli ingredienti principali sono tensioattivi, sbiancanti, enzimi, sequestranti, conservanti e profumazioni,
ma non sempre si trovano in etichetta, perché il regolamento europeo 64812004, che disciplina la materia, non obbliga a farlo. Per trovare
l'elenco completo degli ingredienti,
quasi sempre l'unica possibilità è andare sul sito dell'azienda produttrice. È questa la nuova trasparenza ai
tempi di internet.
Una prima distinzione esiste tra i detersivi convenzionali, che si trovano
al supermercato, e quelli bioecologici, spesso certificati e che si trovano in vendita nei negozi di alimenti biologici e nelle erboristerie. Tuttavia anche tra i detersivi ecologici
non è facile orientarsi, perché in assenza di una legge nazionale o di un
regolamento comunitario simile a
quello per gli alimenti, nel settore dei
detersivi ecologici si sono formate
varie scuole di pensiero: abbiamo
cercato di metterle a confronto, in
modo tale che ogni lettore possa avere gli strumenti per giudicare, a partire dai principali ingredienti utilizzati.
Tensioattivi
J
Sono il cardine attorno a cui ruota tutta la formula del detersivo. La loro
particolare struttura chimica permette di sciogliere lo sporco e le macchi e, soprattutto quelle di grasso.
Fortunatamente il regolamento europeo sui detersivi ha fatto piazza pulita di quelli peggiori dal punto di vista dell'impatto ambientaI e, ma nOn
basta. «Il tensioattivo più utilizzato
dalla detergenza convenzionale è il
Dodecilbenzensolfonato di sodio, detto anche Alkylbenzene solfonato di
sodio» spiega Pierluca Urbinati, titolare di Officina Naturae. «È efficace
e facilmente biodegradabile in presenza d'aria. Fatalmente però finisce
per accumularsi nei fanghi dei depuratori e nelle sabbie dei fiumi dove, in
assenza d'aria, tende ad accumularsi».
Anche se recentemente il maggiore
produttore
mondiale di Dodecilbenzene ha presentato uno studio in
cui ne dimostra la biodegradabilità
nel tempo, nei detergenti bio questo
gruppo di tensioattivi è stato sostituito con gli Alkyl poli glucosidi, con
il Potassium cocoate, ottenuto dalla
potassa, e in alcuni. casi con altri
composti derivati da oli di produzione nazionale, anche se si tratta di
oli insaturi e quindi soggetti a instabilità e irrancidimento.
Se tutti i disciplinari della detergenza ecologica sono d'accordo nel vietare i vecchi tensioattivi a pesante impatto ambientale come il Dodecilbenzensolfonato, la stessa unanimità
non si riscontra nei confronti degli
etossilati, gruppo di composti la cui
molecola è costituita da una parte vegetale e da una di origine sintetica, ovvero di derivazione petrolifera. Si riconoscono per: il suffisso -eth (per
esempio laureth); i numeri accanto al
nome del tensioattivo; la parola «etere» nel nome. In realtà alcuni produttori ecobio considerano accettabili tali composti, purché la molecola dell'etossilato sia corta, con un numero compreso tra 3 e 8-10.
«In realtà» spiega Daniele Minciocchi, chimico formulato re di Almacabio «La biodegradabilità di questo
gruppo di composti è buona, soprattutto se si utilizzano materie prime di ottima qualità, di produzione
europea, che garantiscono l'assenza
di possibili residui di diossano.
Quando non se ne abusa, l'etossilazione permette di modulare in maniera accurata le performance dei
tensioattivi di origine vegetale, ottimizzandone l'effetto bagnante, lavante, emulsionante, disperdente e
permettendo così, a parità di prodotto, di diminuire il dosaggio».
Sbiancanti
«Difficile in un detersivo fare a
meno degli sbiancanti» spiega Fabrizio Zago, chimico formulatore e
consulente Icea ed Ecolabel. «Servono soprattutto a fare piazza pulita delle macchie colorate, come
quelle di caffè o di sangue. La buona notizia è che oggi negli sbiancanti
non c'è quasi più tràccia di perborato,
che ha un effetto teratogeno, ri-
schia cioè di provocare danni al
feto. Nei detersivi ecologici, ma anche in quelli convenzionali di ultima
generazione, il perborato viene sostituito da sbiancanti a base di ossigeno, come il percarbonato».
Oltre a eliminare il colore delle
macchie, l'ossigeno libero nell' acqua
agisce anche contro muffe e batteri
senza segnalare problemi dal punto
di vista ambientale. Da tenere sotto
controllo sono invece gli sbiancanti ottici, per la loro facilità a indurre allergie. Aderiscono tenacemente ai tessuti e occorrono quattro o
più lavaggi per eliminare i loro residui dalla biancheria. Se siete particolarmente sensibili, meglio evitare
i prodotti che li contengono, come
anche i numerosi prodotti igienizzanti consigliati per disinfettare la
biancheria dei bambini.
Sequestranti e additivi
antidurezza
La funzione di questo gruppo di
composti è quella di rendere l'acqua
meno calcarea e favorire così l'azione dei detersivi. La loro storia è
un' odissea non ancora conclusa. In
principio c'erano ifosfati, accusati di
provocare l'eutrofizzazione
delle
acque e la proliferazione delle alghe:
per questo motivo sono stati messi
al bando dalla recente modifica del
regolamento 648/2004. Poi sono arrivate le zeoliti: «Si tratta di minerali
esistenti in natura» riv~la Urbinati
«ma quelli usati nei detersivi sono ricreati in laboratorio per ottenere la
composizione
ideale. Presenti in
percentuali dal 15 a130%, catturano
gli ioni calcio e magnesio e facilitano l'azione dei tensioattivi, ma una
volta negli scarichi, quando l'acqua
si raffredda, zeoliti, grasso, calcio e
magnesio sono responsabili delle
incrostazioni di condutture e tubature. Questi effetti collaterali, insieme ad altri inconvenienti, ,hanno
portato in alcuni detersivi ecologici alla sostituzione delle zeoliti con
i silicati lamellari (Disodium disilicate), minerali che intrappolano
come in un pettine gli ioni calcio e
magnesio». Oltre a questi esistono
anche sequestranti organici ecobio.
«Glda e Mgda, per esempio, hanno
performance migliori rispetto agli
additivi minerali» sostiene Minciocchi «ma tra di essi ce ne sono alcuni che potrebbero contenere ancora dosaggi non trasc.urabili di
NTA residuo, una sostanza discutibile se presente oltre la percentuale
dello 0,1 %. Fa eccezione l'Ids (50dium iminodisuccinate), che non ne
contiene».
«Attenzione anche alla presenza di
EDTA» sottolinea Giovanni Spinozzi, titolare di Pierpaoli. «Cattura gli ioni metallici e mantiene la stabilità della formula nei detersivi liquidi, ma continua a svolgere la sua
azione anche nei fiumi e nei mari,
mobilizzando i metalli pesanti presenti, che poi finiscono attraverso la
catena alimentare nei pesci e nell'uomo».
Enzimi
Non tutte le aziende ecobio li usano, ma molte li considerano
un
male necessario per ottenere un detersivo efficace. Il loro compito è
quello di «digerire», e quindi ridurre in piccoli pezzi, le macchie orga-
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Bio e convenzionali a confronto
Anche se il recente
mercato
gli ingredienti
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come
ambientale
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il lavoro
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(in azzurro)
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dal petrolio
Sì
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da olio di cocco o di palma
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100%
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da oli italiani
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Sì
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di tensioattivi
ottici
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Benzisothiazolinone
Sì
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No
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No
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No
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No
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Sintetica
Sintetica
Sintetica
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Icea, Lav
Bioceq, Aiab,
Lav,Vegan Ok
Aiab, Vegan Ok
urea
Tipo di profumazione
Lista completa
in etichetta
ingredienti
Percentuale di plastica
nel contenitore
Sistema di recupero
del contenitore
Certificazioni
riciclata
e riutilizzo
Note: 1. I tensioattivi più utilizzati dalla detergenza convenzionale.
2. Dalla scheda di sicurezza non è possibile risalire alla percentuale esatta del tensioattivo.
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Biolù
BUCATOA MANO
E IN LAVATRICE
Dodecilbenzen solfonato
di sodio o Alkylbenzene
solfonato di sodio 1
Sbiancanti
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Allegro
Natura
Almacabio
BIOERMI
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LAVATRICELIQUIDO LAVATRICELIQUIDO
CONCENTRATO
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niche presenti sui tessuti, rendendo'
molto più facile il lavoro dei tensioattivi. Riducono la quantità di detersivo necessario, a tutto vantaggio
per l'ambiente. «Il dibattito sugli enzimi» rivela Donato Vitaloni, titolare
di Sanecovit «è ancora aperto: c'è chi
paventa che queste sostanze possano continuare a sminuzzare molecole organiche anche a bucato concluso, quando con gli scarichi van-
no a finire nei fiumi e nei mari, e c'è
chi poi _contesta la loro origine
ogm». Questo perché gli enzimi
che ritroviamo nei detersivi sono gli
stessi che il nostro corpo utilizza per
digerire gli alimenti (amilasi e proteasi), con la differenza che invece di
essere prodotti dall' organismo, sono
ottenuti in laboratorio da colture celluI ari di batteri modificati geneticamente. Non esiste il rischio di con-
taminazione,
come accade per le
colture agricole, ma c'è chi teme un
potenziale effetto allergico e di attacco alle mucose umane. Insomma
sono ingredienti da tenere sotto osservaZlOne.
Conservanti
Presenti solo nei detersivi liquidi, i
conservanti più utilizzati dalla detergenza convenzionale sono pro-
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Mondo Solidale
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di sodio o Alkylbenzene
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Presenza di tensioattivi
da oli minerali derivati
dal petrolio
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46%
63%
100%
10%
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Percentuale di tensioattivi
da olio di cocco o di palma
O
54%
37%
O
90%
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Percentuale di tensioattivi
da oli italiani
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Babassù
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O
O
O
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Percentuale di tensioattivi
da altri oli
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No
No
No
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No
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No
No
No
No
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No
Fosfati
Sì
No
No
No
No
No
Enzimi
No
No
No
No
No
No
Methylchloroisothiazol
No
No
No
No
No
No
M ethyl isothiazo Iinone
No
No
No
No
No
No
Benzisothiazolinone
No
No
No
No
No
No
5-bromo-5-nitro-l.3-dioxane
No
No
No
No
No
No
Bromo nitro propandiolo
No
No
No
No
No
No
Imidazolidinyl
Oli essenziali
Oli essenziali
Oli essenziali
Oli essenziali
Oli essenziali
Oli essenziali
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Sì
Lista completa ingredienti
in etichetta
O
5%
50%
O
O
O
Percentuale di plastica riciclata
nel contenitore
Sì
No
No
Sì
No
Sì
Sistema di recupero e riutilizzo
del contenitore
Icea, Lav
Icea, Vegan Ok
Icea. Lav
Icea, Lav
Icea
Vegan Ok
I
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urea
Tipo di profumazione
Certificazioni
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Abbiamo
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evitato
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ingredienti
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il prodotto
il
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aggressivi
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con due estratti
di tensioattivi
alla pelle delicata
del
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tuo bébé.
compresi) e da petrolio.
naturali di Caprifoglio
da oli italiani
da Agricoltura
e con sorbato
Biologica
di potassio,
e profumato
un conservante
il prodotto
alimentare.
con una miscela di oli
essenziali naturali.
Per ridurre il rischio di allergie
abbiamo
scelto una formulazione
senza
allergeni
e verifichiamo
costantemente
lo presenza di
Nichel, Cromo e Cobalto.
Un laboratorio
esterno ha sottoposto
simile o quello del tuo bébé.
-l'effetto
del prodotto
-l'effetto
del tessuto, lavato
tal quale sui volontari
Su nessuno dei volontari
sensibilità
Abbiamo
il prodotto
del
dopo
con il prodotto,
dopo
sono state rilevate
tracce
della loro pelle. Il detergente
fatto
od un doppiO
test dermatologico.su
persone con uno pelle
sensibile, lo più
Hanno verificato:
un'applicazione
occlusiva
48 ore di applicazione
di irritazione.
è stato così dichiarato
di 30 minuti;
sullo pelle.
eritema o reazioni
innocuo
allergiche,
nonostante
lo particolare
e sicuro.
nostro meglio.
Per lo pelle del tuo bébé,
delicata
per natura.
Il Bucato delicato Sensé é certificato "Eco Bio Deteroenza" da ICEA con il N. 011 DP 006,
ed é conforme allo Standard internazionale "Stop al Test su Animali" - Controllato da ICEA per LAV N. 032.
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011 DP006
blematici sotto vari punti di vista.
«Fra i peggiori figurano i conservanti clorurati» spiega Minciocchi.
«Sostanze come il Methylchloroisothiazolinone e il suo cugino M ethylisothiazolinone, non sono solo fortemente allergizzanti,
ma anche
tossici per l'uomo. Problemi analoghi presentano anche il 2-4 Dicloro-
nosciuto da anni come un forte precursore dei tumori della pelle. Nel
caso dei profumi sintetici occorre
valutare l'eventuale presenza diftalati, composti organici alogenati,
muschi sintetici o sostanze con frasi
di rischio della serie cancerogena,
mutagena, e così via».
benzil alcool,il Benzisothiazolinone,
Stabilizzanti
il 5-bromo-5-nitro':'1,3-dioxane e il
L'ultima categoria di ingredienti è
quella destinata a «stabilizzare» e a
rafforzare l'azione del detersivo.
Anche in questo caso i prodotti
convenzionali possono presentare
sostanze problematiche
dal punto
di vista dell'impatto
ambientale e
della tossicità. Daniele Minciocchi
cita ad esempio i glicoleteri, un
gruppo di composti a cui appartiene
il Butyl glycol, in grado di assicurare
la stabilità chimica del detergente,
ma che risultano molto nocivi se
inalati o a contatto con la pelle. Il
chimico mette in guardia anche
dalle numerose sostanze coadiuvanti, ingredienti sempre presenti
nei prodotti convenzionali, come il
Phenoxyethanol, parente molto
stretto del Butyl glycol.
Bromo nitro propandiolo». L'Imidazolidinyl urea è un altro conservante discutibile: è allergizzante ed è
un cessore di formaldeide in ambiente acido, anche se risulta rapidamente biodegradabile.
Profumi
Le sostanze profumanti
costitui_scono un altro gruppo di ingredienti molto problematico, sia per la
tossicità che per il rischio allergie. Per
questo motivo le componenti aller-gizzanti sono riportate obbligatoriamente in etichetta.
Termini come Coumarin, Geraniol,
Limonene indicano proprio gli allergeni del profumo. Sono 26 in
tutto quelli segnalati dall'Unione
Europea, della presenza dei quali gli
allergici devono essere allertati.
«La detergenza ecobio ln genere
utilizza oli essenziali naturali» afferma Vitaloni «e se questa scelta
non elimina del tutto la presenza di
allergeni, almeno non c'è il rischio
di possibili residui di solventi, come
invece accade per le profumazioni
sintetiche».
«Spesso»
aggiunge
Minciocchi «il dosaggio di allergeni
è maggiore in alcuni oli essenziali
piuttosto che in certi profumi: per
esempio 1'olio essenziale di bergamotto contiene il bergaptene, rico-
liquido O in polvere?
Scegli il detersivo liquido se devi lavare i panni -atemperature inferiori ai
40°, perché quello in polvere non
sempre si scioglie perfettamente alle
basse temperature
Scegli il detersivo in polvere se devi
lavare panni che hanno macchie importanti e quindi a 40°. È in genere
più efficace di quello liquido e ne ,
basta di meno per ottenere un buon
risultato. In più non ha bisogno di
conservanti o stabilizzanti.
e coacliuvanti
Cosa cercare in etichetta
Vista la complessità degli ingredienti e della materia, non è facile
orientarsi nel mondo della detergenza. Malgrado l'aspetto accattivante sembra proprio che i detersivi liquidi manchino di trasparenza.
Chi non ha-né tempo, né voglia di riprendere in mano gli appunti di
chimica generale e inoltrarsi nel labirin"to della nomenclatura «Inci»,
può affidarsi al suo negozio di fiducia di alimenti bio, dove troverà
un buon assortimento di detergen-
ti, molti dei quali certificati. Questo
perché non sempre si ha il tempo di
cercare sul sito del produttore l'elenco completo degli ingredienti e di
studiarseli con calma. Ci sono indizi però che ci possono mettere sulla buona strada, anche quando ci troviamo in negozio per un acquisto
dell'ultimo minuto.
«Il fatto che un'azienda pubblichi
l'Inci sulla confezione è un indice
di trasparenz~» è l'opinione di Donato Vitaloni, titolare di S~necovit.
«In qualche modo mostra che non
ha nulla da nascondere e si mette in
gioco completamente.
Non a caso
sono soprattutto i produttori ecobio a pubblicare
l'elenco completo».
«In assenza di indicazioni esaustive,»
continua Fabrizio Zago «l'unica
certezza è il marchio di una certificazione: garantisce che siano stati seguiti determinati standard. Il logo
Ecolabel ci garantisce soprattutto
sulla biodegrabilità ~ sul basso impatto ambientaI e post consumo di un
detersivo».
Le certificazioni bio, come quella di
Icea, o di Ecocert, ci dicono qualcosa
di più. Ad esempio attestano che anche sulla composizione delle materie prime si è intervenuti con attenzione. Spesso molte materie prime
sono di origine vegetale e biologica,
quindi anche la loro produzione è
stata rispettosa dell'ambiente. Nei
prossimi mesi sono previsti ulteriori aggiornamenti sui disciplinari per
la detergenza bio, che includono
anche l'aspetto produttivo, la confezione e l'efficacia di lavaggio. Novità su cui non mancheremo di informarvi dettagliatamente.
Il regolamento europeo sui detersivi non prevede l'elenco completo degli ingredienti, ma comunque obbliga il produttore a-una serie di precisazioni. Il consumatore attento troverà per esempio indicate le zeoliti,
che si trovano nei detersivi in polvere,
oppure gli sbiancanti o i candeggianti
ottici, potenzialmente allergizzanti.
I tensioattivi non sono specificati, ma
in una buona formula ce n'è sempre
più di uno: in genere gli anionici sono
i più sgrassanti, e sono corredati da
tensioattivi anfoteri o non ioni ci, a
completamento.
•
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Detersivi: l`ABCdell`etichetta