Guida al sistema
Bassa Tensione
Protezione delle persone
Introduzione
196
Sistemi di distribuzione
198
Protezione e sezionamento dei circuiti
201
La sicurezza nei sistemi TT
202
La sicurezza nei sistemi TN
203
La sicurezza nei sistemi IT
204
Controllori permanenti d’isolamento
205
La sicurezza nei sistemi IT
206
Rete in corrente continua isolata da terra
208
Dispositivi differenziali
209
Lunghezza massima protetta
per la protezione delle persone
227
Protezione
delle persone
Introduzione
Definizioni
Effetti della corrente elettrica
sul corpo umano
Definizioni
Corrente differenziale
Somma algebrica dei valori istantanei
delle correnti che percorrono tutti i conduttori
attivi di un circuito in un punto dell'impianto.
Circuito terminale
Circuito direttamente collegato agli
apparecchi utilizzatori o alle prese a spina.
Massa
Parte conduttrice di un componente elettrico
che può essere toccata e che non è in
tensione in condizioni ordinarie, ma che può
andare in tensione in condizioni di guasto.
Interruttore differenziale classe A
Interruttore differenziale il cui sgancio è
assicurato per correnti alternate sinusoidali
differenziali e per correnti differenziali
unidirezionali pulsanti, applicate
improvvisamente o lentamente crescenti.
Conduttore di protezione (PE)
conduttore prescritto per alcune misure
di protezione contro i contatti indiretti per
il collegamento di alcune delle seguenti
parti: masse, masse estranee, collettore
(o nodo) principale di terra.
Conduttore PEN
Conduttore che svolge insieme le funzioni
sia di conduttore di protezione sia
di conduttore di neutro.
Conduttore di terra (CT)
Conduttore di protezione che collega
il collettore principale di terra (o nodo)
al dispersore o i dispersori tra di loro.
Conduttore equipotenziale principale
(EQP) e supplementare (EQS)
Conduttore di protezione destinato
ad assicurare il collegamento equipotenziale.
Contatto diretto
Contatto di persona con parti attive.
Contatto indiretto
Contatto di persona con una massa
in tensione per un guasto.
Massa estranea
Parte conduttrice non facente parte
dell'impianto elettrico in grado di introdurre
un potenziale, generalmente il potenziale
di terra.
Parte attiva
Conduttore o parte conduttrice in tensione
nel servizio ordinario, compreso
il conduttore di neutro, ma escluso
per convenzione il conduttore PEN.
Resistenza di terra
Resistenza tra il collettore (o nodo)
principale di terra e la terra.
Tensione di contatto
Tensione che si stabilisce fra parti
simultaneamente accessibili, in caso
di guasto dell'isolamento.
Corrente di guasto
Corrente che si stabilisce a seguito
di un cedimento dell'isolante o quando
l'isolamento è cortocircuitato.
Tensione di contatto limite
convenzionale (UL)
Massimo valore della tensione di contatto
che è possibile mantenere per un tempo
indefinito in condizioni ambientali specificate.
Corrente di guasto a terra
Corrente di guasto che si chiude attraverso
l'impianto di terra.
Circuito di distribuzione
Circuito che alimenta un quadro di
distribuzione.
Effetti della corrente elettrica
sul corpo umano
Arresto respiratorio
Per le correnti da 20 a 30 mA, le contrazioni
possono raggiungere l'apparato muscolare
respiratorio fino a procurare un arresto
respiratorio.
Il rischio maggiore dell'elettricità risiede
nell'azione delle correnti elettriche sulle due
più importanti funzioni dell'organismo:
la respirazione e la circolazione.
Non sono comunque da sottovalutare i rischi
di ustioni dovute al passaggio della corrente
elettrica attraverso l'organismo.
Limiti di percezione
Il limite di percezione è molto variabile da
un soggetto all'altro. Alcune persone
percepiscono la corrente di intensità
nettamente inferiori a 1 mA, mentre altre
cominciano a percepire il passaggio della
corrente ad intensità più elevate, dell'ordine
di 2 mA.
Contrazione muscolare
Approssimativamente la corrente di rilascio
in CA 50÷100 Hz ha il valore di 10 mA per
le donne e di 15 mA per gli uomini.
Alcuni soggetti però sono in grado di liberarsi
a correnti superiori (differenze sensibili
secondo il sesso degli individui, l'età, le
condizioni di salute, il livello di attenzione,
ecc.).
196
Fibrillazione ventricolare
Esiste una proporzionalità approssimativa tra
il peso corporale e la corrente necessaria
alla fibrillazione, che permette di identificare
una soglia compresa tra 70 e 100 mA.
In realtà questa soglia non può essere
definita in modo preciso poiché essa varia
con le condizioni fisiologiche del soggetto,
ma anche con i parametri ambientali e
casuali dell'incidente: percorso della
corrente all'interno del corpo, resistenza
dell'organismo, tensione, tipo di contatto e
tempo di passaggio della corrente
nell'organismo.
Rischi di ustioni
Un altro rischio importante collegato
all'impiego dell'elettricità è legato alle ustioni.
Queste sono molto frequenti in caso di
incidenti domestici e soprattutto industriali.
Esistono due tipi di ustioni:
■ dovuta all'arco: è causata dal calore
irradiato dall'arco elettrico;
■ elettrotermica: è un'ustione elettrica
dovuta al passaggio della corrente elettrica
attraverso l'organismo.
Interruttore differenziale classe AC
Interruttore differenziale il cui sgancio è
assicurato per correnti alternate sinusoidali
differenziali applicate improvvisamente o
lentamente crescenti.
Isolamento principale
Isolamento delle parti attive utilizzato per
la protezione base contro i contatti diretti e
indiretti.
Isolamento supplementare
Isolamento indipendente previsto in
aggiunta all'isolamento principale per
assicurare la protezione contro i contatti
elettrici in caso di guasto dell'isolamento
principale.
Doppio isolamento
Isolamento comprendente sia l'isolamento
principale che l'isolamento supplementare.
Isolamento rinforzato
Sistema unico di isolamento applicato alle
parti attive, in grado di assicurare un grado
di protezione contro i contatti elettrici
equivalente al doppio isolamento, nelle
condizioni specificate nelle relative Norme.
Sintesi delle conseguenze
del passaggio della corrente
nell'organismo
1A
Arresto cardiaco
75 mA
Soglia di fibrillazione
cardiaca
30 mA
Soglia di arresto
respiratorio
10 mA
Contrazione muscolare
(tetanizzazione)
0,5 mA
Sensazione molto
debole e scossa
Schneider Electric
Classificazione dei componenti elettrici
Protezione da contatti elettrici diretti
ed indiretti
Classificazione dei componenti elettrici
classe 0
Isolamento principale
Involucro
metallico
componente dotato di isolamento principale
e non provvisto di alcun dispositivo
per il collegamento delle masse a un PE
■
masse isolate da terra
protezione contro i guasti di isolamento
affidate alle caratteristiche dell'ambiente
circostante (es: pedana isolante)
componente dotato di isolamento principale
e provvisto di un dispositivo di collegamento
delle masse a un PE
masse collegate a terra
protezione contro i guasti di isolamento
affidata ai dispositivi di protezione dei circuiti
componente dotato di doppio isolamento
o di isolamento rinforzato e non provvisto
di alcun dispositivo per il collegamento delle masse
ad un PE
l'isolamento supplementare può essere
un involucro isolante con grado di protezione
almeno IPXXB
■ masse isolate da terra
■ possibilità di realizzare un isolamento
equivalente durante l'installazione mediante
isolamento supplementare
esempio: circuito SELV (V ≤ 50 V CA)
■
Massa
classe I
Isolamento principale
Involucro
metallico
■
■
Massa
classe II
Ulteriore isolamento
Isolamento
principale
classe III
50 V
componente ad isolamento ridotto
perché destinato ad essere alimentato
esclusivamente da un sistema a bassissima
tensione di sicurezza
Nota: Le condutture elettriche realizzate con i seguenti componenti hanno isolamento di classe II:
■ cavi con guaina non metallica con tensione nominale maggiore di un gradino rispetto a quella necessaria per il sistema elettrico;
■ cavi unipolari senza guaina installati in tubo o canale isolante conformi alle rispettive norme;
■ cavi con guaina metallica aventi isolamento idoneo.
Protezione da contatti
diretti
Qualunque sia il sistema di neutro, nel caso
di un contatto diretto, la corrente che ritorna
alla fonte di energia è quella che attraversa
il corpo umano.
I mezzi per proteggere le persone
dai contatti diretti sono di diverso tipo
(norma CEI 64.8 terza edizione).
Protezione totale
■ Isolamento delle parti attive (scatola
isolante degli interruttori, isolamento
del cavo, ecc);
■ impiego di involucri o barriere con
un grado di protezione almeno IPXXB.
In caso di superfici orizzontali di barriere
o involucri a portata di mano il grado di
protezione non deve essere inferiore a
IPXXD.
Protezione da contatti
indiretti
Le misure di protezione contro i contatti
indiretti sono di due tipi:
■ protezione senza interruzione automatica
del circuito tramite:
❑ componenti con isolamento doppio
o rinforzato (materiali in classe II),
❑ quadri prefabbricati aventi un isolamento
completo e cioè realizzato con apparecchi
in classe II, involucro in materiale isolante,
ecc. (Norma CEI EN 60439-1),
❑ isolamento supplementare in aggiunta a
quello principale,
❑ separazione elettrica realizzata con un
trasformatore di isolamento,
❑ locali in cui pavimenti e pareti sono in
materiale isolante,
❑ locali in cui le masse siano collegate tra
loro da un conduttore equipotenziale e non
siano connesse con la terra;
Schneider Electric
Protezione parziale
Protezione mediante allontanamento
delle parti attive o con un interposizione
di un ostacolo, tra le parti in tensione e
l'utente, rimovibile senza attrezzi particolari.
Per altro, alcune installazioni possono
presentare rischi particolari, malgrado
l'attuazione delle disposizioni precedenti,
come l'isolamento che rischia di essere
danneggiato, conduttori di protezione
assenti o con rischi di rottura (cantiere,
miniere, ecc.).
Protezione addizionale
Dispositivi differenziali a corrente residua
(DDR) ad alta sensibilità (I∆ n ≤ 30 mA).
Tali dispositivi sono riconosciuti come
protezione addizionale e quindi in aggiunta
alle misure di protezione sopra indicate e
■ protezione tramite interruzione
automatica del circuito.
È il metodo maggiormente usato per la
maggior semplicità delle regole da
osservare (rispetto a quelle previste dai
casi precedentemente elencati) e per la
minore dipendenza dalla conservazione nel
tempo delle misure adottate per ottenere la
protezione.
Perché si possa realizzare una protezione
attiva contro i contatti indiretti è necessario
che:
■ tutte le masse estranee e tutti gli elementi
conduttori accessibili siano collegati
all'impianto di terra tramite un conduttore di
protezione.
Due masse accessibili simultaneamente
devono essere collegate al medesimo
dispersore;
■ i tempi di intervento della protezione siano
tali da garantire l'incolumità della persona
non come unico mezzo di protezione
contro i contatti diretti.
Circuiti a bassissima tensione
Tali circuiti permettono di realizzare una
protezione combinata contro i contatti
diretti e indiretti tramite l'alimentazione dei
circuiti a bassissima tensione, l'utilizzo di
componenti speciali e particolari condizioni
di installazione.
Sistema
di sbarre
1 2 3 N
Sistema
di sbarre
Contatto diretto
Contatto diretto
che venga a contatto con una massa
accidentalmente sotto tensione.
Il massimo tempo di intervento delle
protezioni dipende:
■ dal sistema di neutro;
■ dalla tensione nominale tra fase e terra;
■ dalle caratteristiche dell'ambiente.
Guasto di
isolamento
Contatto indiretto
197
Protezione
delle persone
Sistemi di distribuzione
Sistemi TT e TN
Modi di collegamento a terra
Essi differiscono per la messa a terra
del neutro e per il tipo di collegamento
a terra delle masse.
Gli schemi e le principali caratteristiche
di questi tre sistemi sono indicati qui di
seguito. Gli apparecchi installati sulle reti
devono assicurare la protezione dei beni
e delle persone e soddisfare le esigenze
di continuità di servizio dell'impianto.
Nelle reti BT si considerano tre modi
di collegamento a terra (detti anche sistemi di
neutro):
■ sistema TT;
■ sistema TN in 3 varianti: TN-C, TN-S e TNC-S;
■ sistema IT.
Sistema TT:
neutro collegato a terra
Neutro collegato direttamente a terra;
masse collegate a terra (solitamente
interconnesse);
■ sgancio obbligatorio al primo guasto
d'isolamento, eliminato tramite un dispositivo
differenziale a corrente residua posto a
monte dell'installazione ed eventualmente
su ogni partenza per migliorare la selettività.
■
■
Impiego
Sistema elettrico in cui l'utenza è alimentata
direttamente dalla rete pubblica di
distribuzione in bassa tensione (edifici
residenziali e similari).
Nota 1: se le masse non sono collegate ad
una terra comune, deve essere utilizzato un
dispositivo differenziale su ogni partenza.
1
2
3
N
PE
Considerazioni
■ Soluzione più semplice per l'installazione;
■ non necessita di manutenzioni frequenti
(è necessario verificare periodicamente il
funzionamento del dispositivo differenziale
mediante il tasto di test).
Sistema TN:
masse collegate al neutro
Neutro collegato direttamente a terra;
conduttore di neutro e conduttore di
protezione comuni (PEN): sistema TN-C;
■ conduttore di neutro e conduttore di
protezione separati (PE + N): TN-S;
■ masse collegate al conduttore di
protezione, a sua volta collegato al punto
di messa a terra dell'alimentazione.
Si raccomanda di collegare il conduttore
di protezione a terra in più punti;
■ sgancio obbligatorio al primo guasto
d'isolamento, eliminato tramite i dispositivi di
protezione contro le sovracorrenti o tramite
dispositivo differenziale.
■
■
Considerazioni
■ Il sistema TN-C consente risparmio
sull'installazione (impiego di interruttori
tripolari e soppressione di un conduttore);
■ aumenta i rischi di incendio in caso di forti
correnti di guasto;
■ la verifica dell'intervento della protezione
deve essere effettuata, se possibile, durante
lo studio tramite calcoli, ed eventualmente al
momento della messa in funzione tramite
strumenti di misura. Questa verifica è la sola
garanzia di funzionamento, sia al momento
del collaudo, sia al momento
dell'utilizzazione, sia dopo qualsiasi modifica
o ampliamento sulla rete.
utilizzatori
Nota 2: nel sistema TN-C le funzioni di
protezione e di neutro sono assolte dallo
stesso conduttore.
In particolare il conduttore PEN deve
essere direttamente collegato al morsetto
di terra dell'utilizzatore e quindi, tramite un
ponte, al morsetto di neutro.
Nota 3: i sistemi TN-C e TN-S possono
essere utilizzati in una medesima
installazione (sistema TN-C-S).
Il sistema TN-C deve obbligatoriamente
trovarsi a monte del sistema TN-S.
Nota 4: per sezioni di fase <10 mm2 in Cu
o < 16 mm2 in Al e in presenza di cavi
flessibili è sconsigliabile l'utilizzo di un
sistema TN-C.
Nota 5: nel sistema TN-C il dispositivo
di protezione differenziale non può essere
utilizzato sulle partenze con neutro distribuito.
Nota 6: in presenza di ambienti a maggior
rischio in caso di incendio è vietato l'uso
del sistema TN-C .
1
2
3
PEN
Sistema TNC
TN-C
utilizzatori
1
2
3
N
PE
Impiego
Sistema elettrico con propria cabina di
trasformazione (stabilimenti industriali).
Nota 1: nel sistema TN-C il conduttore PEN
e nel sistema TN-S il conduttore PE non
devono mai essere interrotti.
198
Sistema TNS
TN-S
utilizzatori
Schneider Electric
Sistema IT, separazione elettrica
Sistema IT: neutro isolato
Neutro isolato da terra o collegato a terra
attraverso un'impedenza di valore
sufficientemente elevato (qualche centinaio
di Ohm);
■ masse collegate a terra individualmente,
per gruppi o collettivamente (si
raccomanda la messa a terra collettiva);
■ segnalazione obbligatoria al primo guasto
d'isolamento tramite un controllore
permanente d'isolamento (CPI) installato tra
neutro e terra;
■ sgancio non obbligatorio al primo guasto;
■ ricerca ed eliminazione del primo guasto;
■ sgancio obbligatorio al secondo guasto
d'isolamento tramite i dispositivi di
protezione contro le sovracorrenti o tramite
dispositivo differenziale.
■
Considerazioni
■ Necessita di personale qualificato per la
manutenzione;
■ soluzione che assicura una migliore
continuità di servizio;
■ richiede un buon livello d'isolamento della
rete (implica la frammentazione della rete
se questa è molto estesa, e l'alimentazione
degli apparecchi utilizzatori con dispersioni
elevate tramite trasformatori
di separazione);
Sistema di protezione
per separazione elettrica
Un metodo di protezione contro i contatti
indiretti previsto dalla norma CEI 64-8 e
alternativo all’interruzione automatica
dell’alimentazione è la separazione elettrica.
Con questo metodo l’alimentazione del
circuito deve essere realizzata con un
trasformatore di isolamento o con una
sorgente avente caratteristiche di
sicurezza equivalenti (es. gruppo motoregeneratore con avvolgimenti separati in
modo equivalente a quelli del
trasformatore).
Sistemi a bassissima
tensione
La norma CEI 64.8 individua due sistemi
di distribuzione e le rispettive prescrizioni
costruttive per garantire la protezione
contro i contatti diretti e indiretti.
I due sistemi sono denominati:
■ a bassissima tensione di sicurezza
(SELV);
■ a bassissima tensione di protezione
(PELV).
Schneider Electric
■ la verifica dello sgancio al secondo
guasto deve essere effettuata durante lo
studio tramite calcoli ed eventualmente alla
messa in funzione tramite strumenti di
misura.
Impiego
Sistema elettrico con propria cabina
di trasformazione (con necessità prioritaria
di continuità di servizio).
Nota 1: se il dispersore delle masse della
cabina è separato da quello degli utilizzatori
(soluzione sconsigliata dalle orme), occorre
installare un dispositivo differenziale a
corrente residua a monte dell'installazione.
Nota 2: con le masse collegate a terra
per gruppi o individualmente, verificare
l'intervento dei dispositivi automatici
secondo la condizione richiesta per i
sistemi TT (praticamente è sempre
necessaria l'installazione di un dispositivo
differenziale).
Nota 3: con le masse collegate a terra
collettivamente, verificare l'intervento
del dispositivo automatico secondo
una condizione analoga a quella richiesta
per i sistemi TN.
Nota 4: la norma raccomanda vivamente
di non distribuire il neutro nei sistemi IT.
1
2
3
N
CPI
utilizzatori
La tensione nominale del circuito separato
non deve superare 500 V. Le parti attive del
circuito separato non devono essere
connesse in alcun punto a terra e devono
essere separate rispetto a quelle di altri
circuiti con un isolamento equivalente a
quello esistente tra avvolgimento primario e
secondario del trasformatore di isolamento.
Le masse del circuito separato devono
essere collegate tra loro mediante
collegamenti equipotenziali non connessi
a terra ne a conduttori di protezione
o a masse di altri circuiti.
Le prese a spina devono avere un contatto
di protezione per il collegamento al
conduttore equipotenziale così come
i cavi che alimentano i componenti elettrici
devono possedere un conduttore di
protezione.
Con questo metodo al verificarsi di un
primo guasto nel circuito separato la
corrente di guasto non può praticamente
circolare. Al secondo guasto su una
polarità diversa da quella interessata dal
primo guasto deve intervenire una
protezione automatica secondo il criterio
stabilito dalla norma per il sistema TN.
Inoltre se per ragioni funzionali si utilizzano
bassissime tensioni, la norma prevede un
sistema denominato a bassissima tensione
funzionale (FELV).
❑
I circuiti SELV e PELV devono essere
alimentati:
■ con tensioni non superiori a 50 V CA e
120 V CC non ondulata. In alcuni ambienti a
maggior rischio la tensione di alimentazione
deve essere ridotta a 25 V CA e 60 V CC;
■ da una delle seguenti sorgenti:
❑ trasformatore di sicurezza (CEI 14.6),
da sorgente con grado di sicurezza
equivalente,
❑ da sorgenti elettrochimiche (batterie di
accumulatori),
❑ da dispositivi elettronici (gruppi statici).
Inoltre le parti attive devono essere protette
contro i contatti diretti mediante involucro con
grado di protezione non inferiore a IPXXB o
isolamento in grado di sopportare una
tensione di prova di 500 Veff. per 1 minuto
( in ogni caso per PELV, solo se
Un > 25 VCA o 60 VCC per SELV).
Data la complessità della materia si
consiglia di consultare la norma.
199
Sistemi di distribuzione
Sistemi a bassissima tensione
Protezione
delle persone
400 V
Circuiti
separati
50 V max
Sistema SELV
Il sistema SELV garantisce un elevato livello
di sicurezza verso il pericolo di contatti diretti
e indiretti e per questo motivo viene
impiegato in ambiente a maggior rischio
come luoghi conduttori ristretti, luoghi con
pareti conduttrici e luoghi con alto livello di
umidità.
Trasformatore
isolamento
Utilizzatore
400 V
Circuiti
separati
50 V max
Sistema PELV
Per soddisfare i criteri di sicurezza e
affidabilità dei circuiti di comando o per
esigenze funzionali può essere necessario
collegare a terra un punto del circuito attivo.
In tal caso viene utilizzato il sistema PELV
che garantisce un livello di sicurezza
inferiore rispetto al sistema SELV in quanto
non risulta completamente isolato dal
sistema esterno.
Trasformatore
di isolamento
Utilizzatore
400 V
Un guasto verso terra del circuito primario
potrebbe introdurre attraverso l'impianto di
terra delle tensioni pericolose sulle masse
del sistema PELV, tale rischio è accettabile
per la presenza, sul circuito principale,
dei dispositivi automatici atti alla protezione
contro i contatti indiretti.
Sistema FELV
Il circuito FELV è un circuito alimentato,
per ragioni funzionali, con un normale
trasformatore con tensione secondaria non
superiore a 50 V.
50 V max
Trasformatore
di isolamento
Utilizzatore
200
Un guasto di isolamento tra primario e
secondario del trasformatore può introdurre
tensioni pericolose per le persone senza
che i dispositivi a monte del circuito FELV
intervengano. Il circuito FELV richiede
l'utilizzo di dispositivi automatici di
interruzione atti a garantire la protezione
contro i contatti indiretti.
Condizioni di installazione
Masse non collegate né a terra né
al conduttore di protezione o alle masse
di altri circuiti elettrici;
■ parti attive del circuito di alimentazione
principale o di eventuali altri circuiti a
bassissima tensione PELV o FELV devono
essere separate dal circuito SELV mediante
schermo o guaina per garantire un livello
di sicurezza non inferiore a quello previsto
per la sorgente di alimentazione;
■ prese a spina senza contatto per
il conduttore di protezione di tipo tale da
non consentire l'introduzione di spine di altri
sistemi elettrici;
■ le spine non devono poter entrare nelle
prese di altri sistemi elettrici.
■
Condizioni di installazione
■ Masse collegate a terra (non obbligatorio);
■ parti attive del circuito di alimentazione
principale separate dal circuito PELV
mediante schermo o guaina atti a garantire
un livello di sicurezza non inferiore a quello
previsto per la sorgente di alimentazione;
■ prese a spina con o senza contatti per
il conduttore di protezione, di tipo tale da
non consentire l'introduzione di spine di altri
sistemi elettrici;
■ le spine non devono poter entrare nelle
prese di altri sistemi elettrici.
Condizioni di installazione
Masse obbligatoriamente collegate a terra;
■ grado di isolamento dei componenti pari
a quello del circuito primario;
■ prese a spina con contatto per il
conduttore di protezione, di tipo tale da non
consentire l'introduzione delle spine del
sistema FELV nelle prese alimentate con
altre tensioni e da non consentire
l'introduzione di spine di altri circuiti nelle
prese del sistema FELV.
■ coordinamento del circuito di protezione
con il dispositivo automatico di interruzione
previsto sul circuito principale per garantire
la protezione contro i contatti indiretti.
■
Schneider Electric
Protezione e sezionamento dei circuiti
Numero di poli da interrompere e
proteggere
Protezione
delle persone
Protezione e sezionamento dei circuiti
ll numero di poli indicato è valido per gli interruttori automatici che assicurano contemporaneamente le funzioni di protezione, manovra
e sezionamento.
Sistema TT o TNS
neutro non distribuito
trifase
schema A
neutro distribuito
trifase + N
SN = SF: schemi B o C
SN < SF: schema C sotto la condizione 5
o schema B sotto le condizioni 1 e 2
fase + N
schemi D o E
fase + fase
schema E
neutro non distribuito
trifase
schema A
neutro distribuito
trifase + PEN
Sistema TNC
SPEN = SF: schema F
SPEN < SF: schema F sotto la condizione 4
fase + PEN
SPEN = SF: schema G
neutro non distribuito
trifase
schema A
neutro distribuito
trifase + N
schema C
fase + N
schema E
fase + fase
schema E
Sistema IT
schema A
schema B
schema C
schema D
schema E
schema F
schema G
PEN
Condizione 1
Il conduttore di neutro, di opportuna
sezione, deve essere protetto contro il
cortocircuito dal dispositivo di protezione
delle fasi.
Condizione 2
Solo in presenza di un sistema
sostanzialmente equilibrato.
La massima corrente che può attraversare
il conduttore di neutro è, in servizio
ordinario, nettamente inferiore alla portata
di questo conduttore.
Schneider Electric
Condizione 3
Quando la protezione del neutro è già
assicurata da un dispositivo di protezione a
monte contro il cortocircuito o quando il
circuito è protetto da un dispositivo a
corrente differenziale residua che
interrompe tutti i conduttori.
Condizione 4
Se non sono soddisfatte le condizioni 1 e 2
si deve disporre sul conduttore PEN un
dispositivo sensibile alle sovracorrenti che
interrompa le fasi, ma non il conduttore PEN.
PEN
Condizione 5
La protezione del neutro deve essere
adatta alla sua sezione.
Nota 1: la norma CEI 64.8 raccomanda
di non distribuire il neutro nei sistemi IT.
Nota 2: il conduttore di neutro deve avere
la stessa sezione del conduttore di fase
in circuiti monofasi e in circuiti polifasi
con sezione di fase ≤ 16 mm 2 (rame)
e ≤ 25 mm 2 (alluminio).
201
Protezione
delle persone
La sicurezza nei sistemi TT
Presentazione
Prescrizioni per ambienti particolari
In un sistema TT, per garantire la
protezione delle persone contro i contatti
indiretti, deve essere soddisfatta la
seguente relazione:
escludendone di fatto l'applicazione nella
maggior parte dei casi.
L'impiego di un dispositivo differenziale
consente di prevedere un impianto di terra
facile da realizzare ed affidabile nel tempo.
Il dispositivo differenziale può essere:
■ parte integrante del dispositivo
Ia <
VL
RA
dove:
■ Ia
[A] è la corrente che provoca
l'intervento automatico del dispositivo
di protezione;
■ UL [V] è la tensione limite di contatto pari
a 50 V (25 V in ambienti a maggior rischio);
■ RA [Ω] è la somma delle resistenze
del dispersore e dei conduttori di protezione
delle masse.
di interruzione automatica (sganciatori
elettronici con opzione T o W).
In questo caso il dispositivo differenziale ha
lo scopo di proteggere l'impianto dai guasti
verso terra e viene installato sugli
interruttori generali;
■ direttamente associato al dispositivo
di interruzione automatica (blocchi Vigi);
■ esterno al dispositivo di interruzione
automatica (Vigirex).
MT/BT
Sistema TT
I dispositivi automatici ammessi dalla norma
sono il dispositivo a corrente differenziale e
il dispositivo di protezione contro le
sovracorrenti.
Utilizzando un dispositivo differenziale ad
alta sensibilità, il collegamento delle masse
con la terra può avere un valore di
resistenza elevato (vedi tabella) senza
compromettere l'intervento del dispositivo.
La Norma CEI 64.8 ammette l'impiego
della protezione contro le sovracorrenti,
per garantire la protezione delle persone;
ciò può essere realizzato solo in caso
di resistenza di terra molto bassa
Prescrizioni per ambienti
particolari
L’impiego dei dispositivi differenziali con
sensibilità ≤ 30 mA è obbligatorio nei
seguenti casi:
■ locali da bagno, docce e piscine;
■ circuiti che alimentano prese a spina di
impianti per cantieri di costruzione e di
demolizione o per strutture adibite ad uso
agricolo o zootecnico;
■ circuiti che alimentano non più di tre
prese a spina di impianti per aree di
campeggio di caravan e camper.
Inoltre l’utilizzo dei differenziali con
202
1
2
3
N
Ia
Ig
Uc
Rn
Valori massimi della resistenza di terra RA [Ω]
Ia [A]
VL [V]
50
0,03
≤ 1660
0,3
≤ 166
0,5
≤ 100
3
≤ 16
10
≤5
30
≤ 1,6
RA
25
≤ 830
≤ 83
≤ 50
≤8
≤ 2,5
≤ 0,8
sensibilità ≤ 30 mA è vivamente consigliato
in presenza di apparecchi utilizzatori
trasportabili, mobili o portatili alimentati
tramite cavi flessibili e come protezione
addizionale contro i contatti diretti.
In ambienti a maggior rischio in caso
di incendio una delle misure di protezione
aggiuntive è quella che prevede l’impiego
di dispositivi differenziali aventi corrente
nominale di intervento non superiore
a 300 mA.
Queste considerazioni sono valide anche
per un impianto gestito con modo di
collegamento a terra di tipo TN.
Schneider Electric
Protezione
delle persone
La sicurezza nei sistemi TN
Presentazione
In un sistema TN per garantire la
protezione contro i contatti indiretti deve
essere soddisfatta la seguente relazione:
I dispositivi di interruzione automatica
ammessi dalle norme sono il dispositivo a
corrente differenziale e il dispositivo di
protezione contro le sovracorrenti.
Uo
Zs
dove:
■ Ia [A] è la corrente che provoca l'apertura
automatica del dispositivo di protezione
entro i tempi previsti dalla norma in funzione
della tensione nominale verso terra del
sistema, indicati nella tabella sottostante.
Ia ≤=
Tempi massimi di interruzione
per i sistemi TN
U0[V]
tempi di interruzione [s]
120
0,8
130
0,4
400
0,2
>400
0,1
Uo [V] è la tensione nominale (valore
efficace) tra fase e terra;
■ Zs [Ω] è l'impedenza dell'anello di guasto
dalla sorgente di energia fino al punto di
guasto e comprende l'impedenza del
conduttore di fase e di protezione
trascurando l'impedenza di guasto.
■
Che corrente di intervento utilizzare
Se si utilizza per la protezione delle
persone lo stesso dispositivo impiegato per
la protezione contro le sovracorrenti,
è consigliabile utilizzare, per la verifica
della relazione sopra riportata, la
corrente di intervento della protezione
magnetica Im [A].
■ Il tempo di intervento della protezione
magnetica è infatti inferiore ai tempi
massimi previsti della norma. La relazione
iniziale diventa:
Im =
Se il dispositivo di interruzione è
equipaggiato con una protezione
differenziale, la corrente utilizzata per
la verifica è la soglia di intervento nominale
I∆n del dispositivo differenziale:
I∆n ≤=
Uo
Zs
Selettività differenziale
Per realizzare la selettività, tra protezioni
differenziali disposte in serie, verificare
le relazioni riportate a pag. 123.
La norma ammette, l'impiego di dispositivi
differenziali selettivi del tipo S oppure
di dispositivi differenziali regolabili in tempo
e corrente.
Uo .
Zs
Tuttavia si ricorda che per circuiti di
distribuzione o per circuiti terminali che
alimentano solo componenti elettrici fissi
la norma ammette tempi di intervento
inferiori o uguali a 5 s.
Per la soluzione pratica di questo
problema vedere pag. 184.
Un/Uo
MT/BT
1
2
3
PEN
Ia
ZS
Ig
Uc
Rn
Come ottenere la protezione contro
i contatti indiretti
Qualora la protezione contro i contatti
indiretti non sia verificata utilizzando i
comuni dispositivi di protezione si possono
impiegare i seguenti accorgimenti:
■ utilizzare uno sganciatore a soglia
magnetica bassa:
❑ interruttori modulari con curva di
intervento tipo B,
❑ interruttori scatolati con sganciatore
magnetotermico tipo G,
❑ interruttori equipaggiati con sganciatore
elettronico tipo STR.
Abbassando la soglia di intervento del relé
magnetico è possibile proteggere contro i
contatti indiretti condutture di lunghezza
maggiore.
In tal caso si consiglia di verificare i limiti
di selettività determinati precedentemente.
Schneider Electric
Utilizzare un dispositivo differenziale.
Il suo impiego permette di realizzare la
protezione contro i contatti indiretti in tutti
quei casi dove l'intervento della protezione
magnetica non è assicurata:
❑ circuiti soggetti a modifiche e ampliamenti
importanti,
❑ impedenze di guasto elevata o di difficile
valutazione.
■
L'utilizzo del dispositivo differenziale, nella
maggior parte dei casi, rende la protezione
indipendente dai parametri dell'impianto
elettrico (lunghezza e sezione dei cavi).
Esempio
Ad una soglia di intervento differenziale pari
a 1 A corrisponde un'impedenza dell'anello
di guasto di 230 Ω.
Aumentare la sezione del cavo.
Dove non sia possibile utilizzare interruttori
con la soglia magnetica bassa:
❑ richiesta di limiti di selettività elevati,
❑ rischi di scatti intempestivi dovuti a
correnti di avviamento importanti,
e dove non si possa o non si voglia
utilizzare dispositivi differenziali, per
assicurare l'intervento della protezione è
necessario aumentare la sezione del
conduttore di protezione o al limite la
sezione del conduttore di fase.
Così facendo si riduce l'impedenza
dell'anello di guasto e si eleva la corrente di
guasto verso terra migliorando le condizioni
di intervento del dispositivo di protezione.
■
Inoltre la soglia magnetica può essere
regolata al valore massimo migliorando così
le condizioni richieste per la selettività in
cortocircuito.
203
Protezione
delle persone
La sicurezza nei sistemi IT
Presentazione
La particolare configurazione di questo
sistema fa si che in caso di singolo guasto
a terra la corrente di guasto sia fortemente
limitata dall'impedenza capacitiva verso
terra della linea e non richieda quindi di
essere interrotta tempestivamente.
Primo guasto
È obbligatorio limitare la tensione di contatto
Uc = RT • Id ≤ UL
pari a 10 Ω, la tensione di contatto VC
uguaglia il valore limite di UL per una
lunghezza totale delle linee in partenza
dal trasformatore pari a 92 km.
Se la tensione di contatto è sicuramente
limitata, non è necessario interrompere
il circuito, ma si deve prevedere la
segnalazione del primo guasto utilizzando
un controllore permanente di isolamento
dove:
■ UL [V] è la tensione limite di contatto pari
a 50 V (25 V in ambienti a maggior rischio);
■ RT [Ω] è la resistenza del dispersore al
quale sono collegate le masse;
■ Id [A] è la corrente che si richiude verso
terra, al primo guasto, attraverso
l'impedenza capacitiva verso terra ZFT
dell'intera rete di bassa tensione.
In reti trifasi senza neutro la corrente di
primo guasto si può calcolare con la
formula:
e•U
Id =
ZFT
CPI (Vigilohm) che aziona un allarme
sonoro o visivo.
È opportuno che il primo guasto venga
localizzato e quindi eliminato.
Inoltre è richiesta l'installazione di uno
scaricatore di sovratensione (Cardew C)
tra il neutro del trasformatore MT-BT e la
terra, per proteggere l'impianto di BT dai
possibili guasti interni al trasformatore tra
MT e BT.
Un/Uo
MT/BT
1
2
3
PEN
Ia
ZS
dove U è la tensione concatenata della rete.
Esempio: un valore tipico di capacità di una
linea in cavo verso terra è di 0,25 µF/km, da
cui segue ZFT=12,7 KΩ/km.
Per ogni chilometro di linea si ha
Id=54,5 mA. Supponendo un valore di RT
Secondo guasto
Al secondo guasto (su una fase diversa o sul
neutro), le condizioni che garantiscono
l'intervento della protezione sono differenti
se le masse sono collegate a terra
collettivamente oppure a gruppi e se
il neutro viene o non viene distribuito:
■ masse collegate a terra per gruppi o
individualmente. Il guasto si chiude
attraverso le resistenze di collegamento a
terra. Verificare le condizioni di intervento in
modo analogo a quanto richiesto nel
sistema TT. È praticamente sempre
necessario il dispositivo differenziale;
■ masse interconnesse con un conduttore
di protezione:
❑ neutro non distribuito
U
Ia ≤
2 ⋅ Zs
.
Ig
Uc
Rn
dove:
[A] è la corrente che provoca l'apertura
automatica del dispositivo di protezione
entro i tempi previsti dalla norma;
■ Uo [V] è la tensione nominale (valore
efficace) tra fase e terra;
■ U [V] è la tensione nominale (valore
efficace) tra fase e fase;
■ Zs [Ω] è l'impedenza del circuito
di guasto costituito dal conduttore di fase e
dal conduttore di protezione del circuito;
■ Z's [Ω] è l'impedenza del circuito
di guasto costituito dal conduttore di neutro
e dal conduttore di protezione del circuito.
I dispositivi di interruzione automatica
riconosciuti dalla norma sono il dispositivo
di protezione contro le sovracorrenti
e il dispositivo a corrente differenziale.
Per la soluzione pratica di questo
problema vedere pag. 184.
■ Ia
Che corrente di intervento utilizzare
(masse interconnesse)
Per quanto riguarda la corrente di intervento
da utilizzare nella verifica valgono le stesse
considerazioni espresse per il sistema TN
applicate alle relazioni sopra riportate.
Se si utilizza un dispositivo differenziale è
necessario assicurarsi che la soglia di
intervento sia superiore alla corrente verso
terra al primo guasto di isolamento.
Considerando il campo di possibile
intervento del differenziale (da I∆n/2 a I∆n),
si dovrà imporre:
I∆n
> Id primo guasto.
2
Come ottenere la protezione contro
i contatti indiretti
Valgono le stesse considerazioni esposte per
il sistema TN.
❑ neutro distribuito
≤
Ia =
UUoo
.
2 ⋅ Z' s
MT/BT
Ig
Un/Uo
1
2
3
PE
Ia
Ia
C
P
I
Ig
Ig
RT
Sistema IT
2 guasto
Uc
Uc
204
Schneider Electric
Controllori permanenti d'isolamento
Caratteristiche
Protezione
delle persone
Tabella di scelta
La scelta del controllore permanente d'isolamento deve essere effettuata in funzione dei seguenti parametri:
■ la tensione tra le fasi e il tipo di rete da controllare;
■ l'estensione della rete da controllare;
■ altri elementi quali installazione, alimentazione ausiliaria, ecc.
tipo
tensione tra le fasi
TR22A
da 20 a 1000 Hz ≤ 760 V (1)
TR22AH
da 20 a 1000 Hz ≤ 760 V
XM200
XM300C
da 45 a 400 Hz ≤ 760 V da 45 a 400 Hz ≤ 760 V (1)
CA neutro non accessibile da 20 a 1000 Hz ≤ 440 V (1)
da 20 a 1000 Hz ≤ 440 V
da 45 a 400 Hz ≤ 440 V da 45 a 440 Hz ≤ 440 V (1)
CA neutro accessibile
si
da 115 a 525 V
≤ 500 V
CA ≤ 30 km
CA 2,5 Hz
da 10 a 100 kΩ
da 0,1 a 20 kΩ
si
da 115 a 525 V
≤ 500 V (1)
CA ≤ 30 km
CA 2,5 Hz
da1 a 299 kΩ
da 0,2 a 99.,9 kΩ
si
da 115 a 525 V
■
■
■
■
estraibile
IP40
EM9
da 50 a 1000 Hz ≤ 760 V
estraibile
IP40
EM9B/BV
da 50 a 1000 Hz ≤ 760 V
estraibile
estraibile
IP40
IP40
EM9T
TR5A
da 50 a 1000 Hz ≤ 380 V
CA neutro non accessibile da 50 a 1000 Hz ≤ 440 V
da 50 a 1000 Hz ≤ 440 V
da 50 a 1000 Hz ≤ 220 V
CC
estensione della rete
principio di funzionamento: iniezione di
soglia di funzionamento 1° soglia
2° soglia
lettura diretta
tensione ausiliaria CA
installazione
ad incasso
su guida DIN
morsettiera di collegamento
grado di protezione
parte frontale
tipo
tensione tra le fasi
CA neutro accessibile
CA ≤ 50 km
CC
da 0,7 a 100 kΩ
CA ≤ 50 km
CC
da1 a 251 kΩ
si
da 115 a 525 V
≤ 420 V
CC ≤ 50 km
segnalazione di squilibrio
di tensione
CC
estensione della rete
principio di funzionamento: iniezione di
CA ≤ 50 km
CC
CA ≤ 50 km
CC
CA ≤ 50 km
CC
soglia di funzionamento
da 10 a 150 kΩ
da 1 a 100 kΩ
da 10 a 150 kΩ
24/48 V da 5 a 25 kΩ
120 V da 10 a 50 kΩ
220/420 V da 30 a 150 kΩ
lettura diretta
tensione ausiliaria
CA
ad incasso
su guida DIN
morsettiera di collegamento
grado di protezione
parte frontale
involucro
no
da 115 a 480 V
si (solo EM9BV)
da 115 a 480 V
no
da 24 a 240 V
no
senza sorgente ausiliaria
■
■
■
■
fissa
IP30
IP20
fissa
IP30
IP20
fissa
IP30
IP20
fissa
IP30
IP20
installazione
■
Tabella di scelta degli apparecchi di ricerca sotto tensione dei guasti d'isolamento
apparecchio fisso
XM200 + XD301 o XD312 + toroidi
apparecchiatura portatile
generatore XGR + rilevatore mobile XRM + pinze
(1) Fino a 1700 V con neutro accessibile e 1000 V con neutro non accessibile utilizzando una piastra di adattazione.
Fino a 1200 V in CC per l'XM300c con la stessa piastra.
Tabella di scelta del limitatore di sovratensioni Cardew C (2)
Un [V]
≤ 230
230 ≤ U ≤ 400
400 ≤ U ≤ 660
660 ≤ U ≤ 1000
1000 ≤ U ≤ 1560
neutro accessibile
neutro non accessibile
MT
MT
tipo
tipo
tipo
tipo
tipo
BT
250 V
250 V
440 V
660 V
1000 V
tipo
tipo
tipo
tipo
Tabella di scelta dei cavi di collegamento del Cardew C
BT
250 V
440 V
660 V
1000 V
(3)
potenza del trasformatore [kVA]
≤ 63
100
125
160
200
250
315
400
500
630
800
sezione Cu [mm2]
25
25
35
35
50
70
70
95
95
120
120
neutro accessibile
1000
1250
neutro non accessibile 25
25
25
25
35
35
50
70
70
95
95
120
120
(2) È obbligatorio collegare al secondario del trasformatore MT/BT un limitatore di sovratensione in modo da permettere il fluire delle sovratensioni verso terra (DPR 547).
(3) Per cavi in Al moltiplicare la sezione del conduttore in Cu, qui indicata x 1,5.
Schneider Electric
205
Protezione
delle persone
La sicurezza nei sistemi IT
Sicurezza minima
Segnalazione del primo
guasto
batteria funziona in isola. Considerando
però la limitata estensione dei circuiti
alimentati dall'UPS ed il breve tempo per il
quale l'UPS può funzionare in isola
(generalmente dell'ordine dell'ora), non si
considera giustificato l'utilizzo di un
dispositivo di segnalazione del primo
guasto in quanto risulta estremamente
improbabile l'insorgere, dopo un primo
guasto, di un secondo guasto nel breve
tempo di funzionamento con alimentazione
da batteria (si veda a questo proposito il
commento all'articolo 413.1.5.1 della nuova
edizione della norma CEI 64-8).
La norma CEI 64-8 richiede l’inserimento
di un controllore di isolamento (CPI) per la
segnalazione del primo guasto a terra.
Per una normale rete a 50 Hz si possono
utilizzare sia controllori che iniettano un
segnale di tipo continuo che controllori che
iniettano un segnale alternato a bassa
frequenza (2.5 Hz). Il secondo tipo di CPI
può fungere anche da generatore di
segnale per la ricerca dei guasti.
Il controllore di isolamento può essere
inserito in alternativa sul centro stella del
trasformatore o su una delle fasi; nel primo
caso la tensione che è applicata al CPI per
un guasto a terra è la stellata mentre nel
secondo caso è la concatenata.
Uno dei parametri di scelta di un CPI è
proprio la tensione concatenata della rete
da controllare: infatti nel caso di neutro non
accessibile (collegamento del CPI su una
fase) essa risulta 1/e volte inferiore
rispetto al caso di neutro accessibile.
I CPI sono dotati di una soglia di allarme in
kΩ al raggiungimento della quale si ha
l’accensione di una spia sul fronte degli
apparecchi e la commutazione di un
contatto per la segnalazione a distanza.
La soglia di allarme deve essere impostata
ad un valore di resistenza inferiore al
normale valore di resistenza di isolamento
verso terra dell’impianto con tutti i carichi
inseriti.
L’intervento delle protezioni è obbligatorio
al secondo guasto.
Nel caso di reti TT o TN alimentate tramite
UPS può verificarsi la situazione in cui
l'impianto a valle, in assenza di tensione di
rete, riceva tensione dalla batteria. Si ha
quindi il passaggio da un sistema di neutro
TT o TN ad un sistema IT, in quanto la
Reti con più trasformatori
Bisogna sottolineare che non è corretto
installare due o più CPI su una stessa rete
poiché se tra i due vi è continuità metallica
le correnti iniettate si sovrappongono e di
conseguenza i dispositivi danno luogo a
misurazioni errate che si traducono in
indicazioni inaffidabili del livello di isolamento.
In base a quanto detto, se la rete è
alimentata da più trasformatori in parallelo
va installato un solo CPI il quale comunque
controllerà l’isolamento del secondario dei
trasformatori e di tutto l’impianto a valle dei
trasformatori stessi.
Reti a configurazione
variabile
In questo caso le valutazioni da fare sono
più complesse: bisogna considerare tutte le
configurazioni che può assumere l’impianto
e verificare che in nessuna di esse vi siano
due o più CPI collegati alla stessa rete.
Le manovre che portano a modifiche della
topologia della rete (ad esempio chiusura o
apertura di congiuntori) devono modificare
opportunamente anche i collegamenti dei
CPI per evitare di averne più di uno
collegato alla stessa parte di impianto o di
lasciare parti di impianto prive di controllo.
Nel caso di due reti esercite
indipendentemente in servizio normale ma
che possono essere comunque collegate
(ad esempio per fuori servizio di un
trasformatore), è necessario che uno dei
CPI venga scollegato nel funzionamento
con congiuntore chiuso. E’ necessario
inoltre verificare che la regolazione della
soglia di intervento sia inferiore al livello di
isolamento dell’impianto a congiuntore
chiuso e che il CPI sopporti la lunghezza
totale dei cavi di tutto l’impianto (ad esempio
tale valore è di 30 km per l’XM200).
Conclusioni
L’installazione di un CPI in un impianto IT
(peraltro imposta dalla norma CEI 64-8)
permette di mantenere nel tempo i vantaggi
di questa tipologia di gestione del neutro:
è un dispositivo fondamentale dell’impianto
da scegliere con cura e collegare
con oculatezza poichè scelte errate o
collegamenti scorretti renderebbero l’impianto
inaffidabile e quindi inutili i costi sostenuti
per realizzarlo.
Se associato ad una modalità di ricerca
guasti tempestiva ed efficace, il CPI
permette di limitare l’eventualità di un doppio
guasto simultaneo che causerebbe sia il fuori
servizio almeno delle utenze interessate
dai guasti che possibilità di danneggiamento
delle stesse (un doppio guasto è, a tutti
gli effetti, un cortocircuito).
Ad esempio, ipotizzando che statisticamente
ci possa essere un guasto ogni tre mesi
e che il servizio manutenzione sia in grado
di eliminarlo entro 24 ore, si avrebbe in media
un doppio guasto circa ogni 22 anni.
CPI
CPI
Rete a configurazione variabile: un solo CPI deve
essere collegato per ogni rete indipendente.
Protezioni minime indispensabili: segnalazione del primo guasto (permette di avere
continuità di servizio) e intervento della protezione obbligatorio al secondo guasto.
206
Schneider Electric
Miglioramento delle condizioni di servizio
Ricerca sotto tensione
del guasto di isolamento
(Vigilohm System)
L’apparecchio Vigilohm XM200 permette di
localizzare rapidamente il primo guasto e di
effettuare quindi la riparazione al più presto,
evitando così lo sgancio per il secondo
guasto. La localizzazione della partenza
guasta può essere fatta in due modi:
(1) Controllo dell’isolamento di motori
normalmente non in tensione
Un caso particolare si presenta quando
nell’impianto (anche non IT) vi sono dei
motori che normalmente non sono
in tensione ma che devono funzionare
con certezza in determinate circostanze
(ad esempio motori che azionano pompe
antincendio).
L’isolamento del motore e del relativo cavo di
alimentazione potrebbe abbassarsi durante
lunghi periodi di fuori servizio a causa di umidità
o altro fino ad impedire il suo funzionamento
proprio quando di vitale importanza.
Per controllare l’isolamento dei motori
destinati ad un tale utilizzo, è disponibile
un apposito CPI (Vigilohm SM21).
Quando il motore è fuori tensione, l’SM21
applica una tensione continua tra lo statore
e la terra, controllandone l’isolamento,
e segnalando prontamente (mediante
contatti di uscita) eccessivi abbassamenti
di isolamento.
Il contatto di uscita può anche essere utilizzato
per impedire l’avviamento del motore,
quando il livello di isolamento è troppo basso,
al fine di evitare danneggiamenti.
Il collegamento da prevedere è riportato
a fianco.
Il CPI deve essere scollegato quando il motore
è in tensione e dunque bisogna interporre tra il
CPI stesso e la rete un contatto normalmente
chiuso del dispositivo che alimenta il motore
(generalmente un contattore).
Schneider Electric
utilizzando i rilevatori fissi XD301
(individuali) o XD312 (per gruppi di 12
partenze) per una ricerca automatica
ed immediata della partenza guasta;
■ utilizzando un rilevatore portatile XRM
con pinza amperometrica, per individuare
manualmente la partenza guasta.
■
CPI
CPI
M
16
Controllo dell’isolamento di motori normalmente
fuori tensione.
207
Rete in corrente continua
isolata da terra
Controllo di isolamento
Protezione
delle persone
Le protezioni minime
indispensabili
(condizioni normali di installazione)
Segnalazione al primo guasto (permette
di avere continuità di servizio).
Intervento della protezione obbligatorio
al secondo guasto
Per controllare l'isolamento della rete e
segnalare un guasto verso massa utilizzare
le apparecchiature seguenti:
■ TR5A su reti in corrente continua del tipo
non ondulata (batterie di accumulatori).
In questo apparecchio un dispositivo ad alta
impedenza misura la variazione di
potenziale delle due polarità della rete
con riferimento alla terra.
Queste variazioni vengono confrontate
con la soglia impostata.
Il limite di utilizzazione è la tensione della
rete da controllare, cioè 420 V;
■ Vigilohm System XM200 o XM300C su
reti in corrente continua del tipo ondulata
(generatori in corrente continua, gruppi
statici di conversione) o non ondulata.
+
G
MERLIN GERIN
vigilohm system
XM200
TR5A
test
R
C
Sp
Sa
S
menu
ok
Vigilohm
System
XM200
o XM300C
RT
test
RT
Miglioramento delle
condizioni di servizio
G
MERLIN GERIN
vigilohm system
XM200
test
Sa
Sp
C
R
S
menu
ok
test
XD301
Vigilohm
System
XM200
o XM300C
M
XD301
PE
RT
G
Ricerca sotto tensione del guasto
d'isolamento (Vigilohm System)
L'utilizzo di un Vigilohm System abbinato
a dei rilevatori XD301 o XD312 consente
di effettuare la ricerca sotto tensione
del primo guasto, permettendo di ottenere
un miglioramento della continuità di servizio;
questo è possibile grazie all'iniezione
da parte dell'XM200 o dell'XM300C di un
segnale a bassa frequenza (2,5 Hz).
Il rilevatore portatile XRM con le relative
pinze amperometriche è compatibile
con gli apparecchi XM200 o XM300C.
Per interrompere il circuito è possibile
utilizzare un controllore d'isolamento
che comanda l'apertura dell'interruttore
di protezione.
MERLIN GERIN
vigilohm system
XM200
test
Toroidi
R
C
Sp
Sa
S
menu
ok
test
XM200
Vigilohm
System
XM200
o XM300C
XD312
XRM
PE
RT
208
Schneider Electric
Protezione
delle persone
Dispositivi differenziali
Presentazione
Protezione mediante
trasformatore toroidale
Protezione differenziale di tipo toroidale
1
A
3
2
Esempio di cattivo serraggio dei conduttori
nel toroide
Il trasformatore toroidale è utilizzato per i
seguenti dispositivi differenziali: interruttori
magnetotermici con blocchi differenziali
Vigi, interruttori magnetotermici differenziali,
interruttori differenziali puri.
Il toroide deve abbracciare tutti i conduttori
attivi affinchè sia interessato dal campo
magnetico residuo corrispondente alla
somma vettoriale delle correnti che
percorrono le fasi ed il neutro.
L’induzione magnetica nel toroide e il
segnale elettrico disponibile al secondario
sono dunque, da un punto di vista teorico,
l’immagine della corrente differenziale
residua. Il segnale elettrico al secondario del
toroide viene inviato al relé per lo sgancio.
Lo stesso principio può essere applicato
utilizzando un relé differenziale a toroide
separato esterno al dispositivo di
interruzione (Vigirex). In questo caso, per
la corretta installazione del toroide occorre
attenersi ad alcune regole di seguito
indicate.
Il sensore toroidale permette di determinare
correnti differenziali nel campo che va da
qualche milliampere a qualche decina di
ampere. In particolare si realizzano
dispositivi differenziali ad alta sensibilità
per circuiti di distribuzione e terminali
(protezione delle persone e protezione
contro gli incendi).
Relé differenziale a toroide
separato
Posizionamento del toroide lontano dai tratti
di curvatura dei cavi
Ø
L’insieme necessario per il funzionamento
è costituito dal toroide o trasformatore di
corrente e dal relé differenziale, associati
al dispositivo di interruzione provvisto della
relativa bobina di apertura (MX o MN).
Il collegamento toroide-relé differenziale
deve essere realizzato con cavo
schermato in caso di:
■ soglia differenziale <100 mA;
■ toroide installato a distanza superiore a 10 m;
■ cavo di segnale installato a meno di
30 cm dal cavo di potenza.
Nota 1: se si utilizzano differenziali ad alta
sensibilità, è consigliabile formare una treccia
con i cavi di collegamento toroide-relé.
Nota 2: i relé differenziali Vigirex presentano
il controllo permanente del collegamento
toroide-relé: in caso di interruzione si ha
l’apertura dell’interruttore associato.
Nota 3: alcuni tipi di relé differenziali Vigirex
sono provvisti di dispositivo a sicurezza
positiva per la segnalazione in caso di
mancanza dell’alimentazione ausiliaria
o di rottura del cavo di alimentazione.
Affinchè la "risposta" del toroide sia fedele e
lineare, è necessario collocare i conduttori
il più vicino possibile al centro del toroide,
affinchè la loro azione magnetica in
assenza di corrente differenziale residua
sia perfettamente compensata.
Il campo magnetico generato da un
conduttore diminuisce proporzionalmente
alla distanza ed è quindi molto forte nel
punto A della figura a fianco; ne deriva
una saturazione magnetica locale che si
traduce in un contributo al flusso magnetico
nel toroide, dovuto alla fase 3, non
proporzionale alla corrente che la percorre.
Lo stesso fenomeno può verificarsi se il
toroide è posizionato in prossimità di una
zona di curvatura dei cavi da cui esso è
attraversato. Ciò può causare la comparsa
di una induzione residua parassita, in
grado, nel caso di correnti di elevata
intensità, di far apparire al secondario del
toroide un segnale che può dare luogo ad
un intervento intempestivo.
Questo rischio è tanto più elevato quanto
più la soglia d’intervento del differenziale è
bassa rispetto alla corrente nelle fasi, in
modo particolare in caso di cortocircuito.
Nei casi critici (Ifasemax / I∆n elevato),
due soluzioni consentono di far fronte
al problema degli scatti intempestivi:
■ utilizzare un toroide avente diametro
interno almeno doppio del diametro del
cavo o del fascio di cavi;
■ disporre un manicotto di materiale
ferromagnetico (ferro dolce - lamiera
ferromagnetica) all’interno del toro per
rendere il campo omogeneo.
Una volta che sono state considerate
tutte queste precauzioni, cioè centraggio
dei conduttori, uso di un toroide di grandi
dimensioni e applicazione di un
manicotto magnetico, il valore del rapporto
Ifasemax / I∆n può arrivare fino a 50000.
Occorre sottolineare che l’utilizzo di
differenziali a toroide incorporato consente
all’installatore di risolvere i problemi sopra
evidenziati, perchè in questo caso è il
costruttore che studia e mette a punto le
soluzioni per risolvere il problema del
centraggio dei conduttori attivi e ottimizzare
il dimensionamento del toroide.
Lu2Ø
Il manicotto di materiale ferromagnetico
disposto attorno ai conduttori all'interno
del toroide riduce il rischio di sganci causati
da correnti di spunto.
Schneider Electric
209
Protezione
delle persone
Dispositivi differenziali
Presentazione
Conduttore di protezione
d
d
c
{
{
Il conduttore di protezione deve essere
installato esternamente al toroide (fig. a).
In caso contrario il dispositivo differenziale
non interviene.
Se la guaina metallica del cavo è collegata
a terra e passa all'interno del toroide
(fig. b), il conduttore che collega la guaina
al collettore di terra deve passare all'interno
del toroide per annullare gli effetti di una
eventuale corrente di guasto che potrebbe
circolare all'interno della guaina stessa.
b
e
f
a
a
e
Fig. a
Protezione mediante
trasformatori di corrente
Per misurare la corrente differenziale di un
circuito trifase sono installati tre o quattro
trasformatori di corrente a seconda che il
circuito sia senza neutro o con neutro.
I tre (o quattro) TA si comportano come dei
generatori di corrente collegati in parallelo
che fanno circolare sul circuito d’uscita una
corrente che è la somma vettoriale delle tre
correnti di fase piu quella dell’eventuale
conduttore di neutro, cioè la corrente
differenziale residua. Questa corrente è
rilevata dal relé differenziale.
Questa soluzione è adottata per realizzare
la protezione detta “residual” (opzione T),
integrata negli sganciatori elettronici.
Per rilevare la corrente di guasto verso
terra vengono utilizzati i trasformatori di
corrente impiegati per il rilevamento delle
sovracorrenti.
a:
b:
c:
d:
e:
f:
In presenza
di guaina
metallica
Per ragioni costruttive legate alla classe di
precisione dei trasformatori di corrente si
possono realizzare con questa soluzione
solo dispositivi differenziali a bassa
sensibilità utilizzabili ai primi livelli di
distribuzione per la protezione contro gli
incendi e più in generale per la protezione
dell’impianto. Infatti potrebbe succedere
che, in seguito all’errore di lettura operato
dai TA, la sommatoria delle correnti nei
conduttori attivi potrebbe dare un risultato
diverso da zero anche in assenza di
corrente di dispersione verso terra.
Ad esempio, con dei TA di classe 5,
utilizzati alla loro corrente nominale, è
consigliabile non effettuare regolazioni del
relé differenziale al di sotto del 10% della
corrente nominale stessa dei TA.
In alternativa alla protezione di terra
integrata negli sganciatori un’altra soluzione
che sfrutta lo stesso principio è quella che
utilizza il toroide del relè differenziale a
Fig. b
toroide
neutro eventuale
conduttore di protezione
conduttori di fase
guaina metallica
collegamento guaina - PE.
toroide separato per la rilevazione della
somma delle correnti dei TA.
In aggiunta alle considerazioni fatte in
precedenza riguardanti la precisione dei TA,
bisogna considerare che per determinare la
reale soglia di intervento di questa
protezione occorre moltiplicare la soglia
regolata sul fronte del relé differenziale per il
rapporto di trasformazione dei TA.
Ad esempio regolando un Vigirex a
I∆n = 500 mA e avendo dei TA 100/5 A la
reale soglia di intervento impostata è pari
a 500 mA x 100/5 = 10 A.
I1
I3
I2
A
Ih
DDR
B
Protezione differenziale realizzata con TA
in un circuito trifase senza neutro
Protezione "Source
Ground Return"
Una soluzione alternativa a quella dell’uso
dei trasformatori di corrente, in caso di
protezione di arrivi di forte potenza e quindi
in presenza di cavi di fase aventi elevata
sezione, è la "Source Ground Return".
In questo caso si posiziona il toroide sul
collegamento a terra del centro stella
dell’avvolgimento di bassa tensione del
trasformatore. Infatti, per la legge di Kirchoff
ai nodi, la corrente differenziale vista dal
toroide T della figura sottostante è uguale
a quella vista dal toroide G, per un guasto
d’isolamento che si verifica sulla rete BT.
Il toroide rileva ed invia al relé differenziale
la corrente di guasto verso terra.
Il relé differenziale può essere integrato
nello sganciatore elettronico (opzione W)
del dispositivo di interruzione o esterno allo
stesso (Vigirex).
Questa soluzione si può applicare nei
sistemi TN-S, qualora sia possibile installare
il toroide sul tratto del conduttore di terra tra
la derivazione del neutro e quella del PE.
AT / BT
G
1
2
3
N
T
DDR
DDR
PE
Inserzione sui conduttori attivi (G) e source
ground return (T).
210
Schneider Electric
Trasformatori in parallelo
L'impiego di dispositivi differenziali in
presenza di trasformatori in parallelo può dar
luogo a due tipi di inconvenienti:
■ perdita di sensibilità del dispositivo
differenziale.
La corrente di guasto verso terra Ig si
ripartisce sui trasformatori e di conseguenza
i dispositivi differenziali installati
sui montanti percepiscono solo una frazione
di tale corrente;
■ correnti di circolazione.
In presenza di trasformatori con
caratteristiche diverse, ad esempio
potenza nominale e tensione di corto
circuito, è molto probabile la circolazione
di correnti che interessano anche l'impianto
di terra (correnti di circolazione Ic).
Anche in presenza di trasformatori
nominalmente identici, piccole differenze
costruttive possono dare luogo a queste
correnti di circolazione. La presenza di
carichi squilibrati, accentuando eventuali
differenze di potenziale tra i centri stella
dei due trasformatori, acuisce il problema.
I relé differenziali installati sugli arrivi dei
trasformatori possono pertanto scattare
intempestivamente.
Questa figura mostra un esempio
di realizzazione della messa a terra dei
trasformatori in parallelo in un sistema
TN-S ed indica il corretto posizionamento
dei toroidi.
Si ricorda che l'installazione dei differenziali
non è ammessa nei sistemi TN-C.
La realizzazione pratica del collegamento
a terra di trasformatori funzionanti
in parallelo e provvisti di protezione
differenziale richiede un buon progetto
ed una particolare attenzione
in fase di montaggio.
In particolare il collegamento delle sbarre
di terra (PE) del quadro principale
deve essere tale da rispettare il corretto
posizionamento dei toroidi.
Per ovviare a questi inconvenienti utilizzare
una delle seguenti soluzioni:
■ installare le protezioni differenziali sulle
partenze e non sugli interruttori di arrivo
realizzando i montanti con elementi che
riducono al minimo il rischio di guasti verso
terra.
■ equipaggiare gli interruttori di arrivo con
una protezione di terra ed installare i relativi
toroidi sui conduttori che uniscono il neutro
al dispersore dell'impianto di terra comune
ai due trasformatori.
Nota: le soluzioni proposte non producono
scatti intempestivi delle protezioni diffrenziali
inserite; tuttavia le correnti di circolazione
sono sempre presenti sull'impianto.
È dunque consigliabile evitare il parallelo
di trasformatori di diverse caratteristiche
nominali.
No
Ic
Si
Ic
PE
Ic
PE
NO
(1)
SI
(1)
1
2
3
N
PE
NO
DA (2)
(1) L'intervento della protezione differenziale deve
provocare l'apertura dell'interruttore del montante
di media tensione.
Infatti, in caso di guasto interno al trasformatore,
la sola apertura dell'interruttore di bassa
tensione non isola il punto di guasto.
Schneider Electric
(2) DA è il dispersore intenzionale dell'impianto
di terra comune ai due trasformatori.
211
Protezione
delle persone
Dispositivi differenziali
Selettività differenziale
Selettività orizzontale
In caso di perdita di isolamento solo
la partenza interessata al guasto viene
messa fuori servizio in quanto gli altri
dispositivi differenziali non rilevano alcuna
corrente verso terra.
Permette il risparmio di un interruttore
differenziale a monte dell'impianto quando
gli interruttori sono installati nello
stesso quadro.
La parte di quadro e l'impianto
a monte dei dispositivi differenziali devono
essere realizzati in modo da ridurre
al minimo il rischio di messa in tensione
accidentale delle masse.
Ig
DDR
Selettività verticale
Per ragioni legate alla continuità di esercizio
ed ai pericoli indotti da un eventuale
mancanza di energia elettrica può essere
richiesto un coordinamento selettivo tra due
o più dispositivi differenziali disposti in serie.
Per assicurare la selettività tra due
dispositivi in serie è necessario soddisfare
contemporaneamente le seguenti
condizioni:
■ la corrente differenziale nominale del
dispositivo a monte deve essere almeno
il doppio di quella del dispositivo a valle:
I∆nA ⊕ 2I∆nB.
Questo per tener conto della tolleranza
ammessa dalle norme le quali prevedono
che l'intervento sia garantito per correnti
uguali o superiori a I∆n e che il differenziale
non intervenga per correnti inferiori uguali a
0,5 I∆n.
Le correnti comprese tra 0,5 I∆n e I∆n
appartengono al campo di tolleranza di
intervento della protezione differenziale
ammesso dalle norme di prodotto.
Un dispositivo differenziale con soglia di
intervento pari a 30 mA non interviene per
correnti inferiori a 15 mA, potrebbe
intervenire per correnti comprese tra 15 e
30 mA e deve intervenire per correnti
superiori a 30 mA.
■ Il ritardo intenzionale tA imposto al
dispositivo a monte deve essere superiore
al tempo totale di interruzione tB TOT del
dispositivo a valle
tA ⊕ tB TOT
Così facendo la selettività differenziale
è garantita per tutti i valori di corrente
superiori alla soglia di intervento del
dispositivo differenziale disposto a valle.
Nel campo degli interruttori differenziali per
uso domestico e similare la selettività si può
ottenere utilizzando dispositivi di protezione a
corrente differenziale del tipo s in serie con
dispositivi di protezione a corrente
differenziale di tipo generale.
In questo caso occorre rispettare un rapporto
minimo tra le soglie di intervento pari a 3.
Per ottenere selettività con i dispositivi a
DDR
corrente differenziale nei circuiti
di distribuzione è ammesso un tempo
di interruzione non superiore a 1 s.
Quando si utilizza un relé differenziale
esterno all'apparecchio di interruzione
il tempo tB TOT include il tempo di risposta
del relé differenziale e del dispositivo
di apertura dell'interruttore automatico
e il tempo di interruzione di quest'ultimo
(generalmente inferiore a 50 ms).
Il coordinamento tra le protezioni differenziali
Merlin Gerin permette di garantire la continuità
di servizio fra 2 o 3 livelli.
ritardo tA>tBTOT
I∆nA ≥ 2 I∆nB
tempo totale
di interruzione tBTOT
I∆nB
Tabella di selettività differenziale
I dispositivi riportati nella seguente tabella di selettività hanno sensibilità e temporizzazioni tali da garantire la selettività semplicemente diversificando i gradini di
regolazione. Le associazioni di dispositivi che hanno intervento selettivo sono identificate dal rettangolo grigio.
I ∆n
[mA]
[A]
I ∆n
a monte
300
500
1
3
10
30
a valle
S
I
II
III
S
R
S
I
II
III
S
I
II
III
I
II
III
I
II
III
[mA]
10
IST
30
IST
300
IST
S
I
II
III
500
IST
S
R
[A]
1
IST
S
I
II
III
3
IST
S
I
II
III
10
IST
I
II
III
I = primo gradino di temporizzazione (Vigicompact)
IST = istantaneo
III = terzo gradino di temporizzazione (Vigicompact)
II o R = secondo gradino di temporizzazione (Vigicompact e Vigi NG125)
s = selettivo (Multi 9)
212
Schneider Electric
Comportamento in presenza
di correnti non sinusoidali
Schneider Electric
B
a
DBa
L'utilizzo ormai sempre più diffuso, anche in
ambienti non necessariamente di tipo
industriale, di apparecchi con dispositivi
elettronici di controllo o regolazione può
comportare, in caso di guasto a terra,
correnti di dispersione con componenti
continue oppure pulsanti di tipo
unidirezionale.
Le Norme IEC prevedono la classificazione
dei dispositivi differenziali in tre tipi secondo
la loro attitudine a funzionare in presenza
di una corrente di guasto aventi componenti
continue o pulsanti unidirezionali.
Classe AC
Dispositivi differenziali sensibili alla sola
corrente di dispersione alternata.
Classe A
Dispositivi differenziali che garantiscono le
caratteristiche di funzionamento anche
per correnti di dispersione con componenti
pulsanti ben specificate.
Classe B
Dispositivi differenziali che garantiscono le
caratteristiche di funzionamento anche
per le correnti di dispersione di tipo continuo.
Le Norme di prodotto, sia nel settore
domestico che industriale, ad oggi,
non hanno ancora previsto le prescrizioni
o le prove per i dispositivi differenziali
di classe B.
proporzionale alla variazione di induzione ∆B,
si riducono e di conseguenza il dispositivo
differenziale non è in grado di intervenire.
Il circuito magnetico dei dispositivi in classe
A è realizzato in materiale magnetico con
ciclo di isteresi molto più inclinato e ristretto
del precedente (curva b).
In presenza di correnti di guasto verso
terra con componenti pulsanti il ciclo non
subisce variazioni sostanziali e di
conseguenza il segnale di guasto è
sufficiente a far intervenire il dispositivo
differenziale.
Al contrario, le Norme per gli apparecchi
di tipo domestico (CEI EN 61008
e CEI EN 61009) e industriale (CEI EN
60947-2/App.B) hanno ben distinto
e definito le prove e le prescrizioni
per i dispositivi di classe AC (di gran lunga
ad oggi i più utilizzati) e di classe A.
Il circuito magnetico dei dispositivi in classe
AC è realizzato in materiale magnetico con
ciclo di isteresi molto ripido (curva a).
In presenza di una corrente di guasto
verso terra con componente continua, il
ciclo di isteresi e il segnale di guasto,
DBb
Comportamento
degli interruttori differenziali
in presenza di correnti
con componenti pulsanti
unidirezionali e/o continue
b
H
a
b
classe AC
classe A
213
Protezione
delle persone
Dispositivi differenziali
Esempi di circuiti
Forme d’onda delle correnti
di guasto a terra in circuiti
che presentano
componenti elettronici
distribuzione e i sistemi di raddrizzamento
sono monofase e questo corrisponde agli
schemi da B a G della figura. L’andamento
delle correnti di guasto è di tipo pulsante e
di conseguenza i DDR in classe A
garantiscono generalmente la protezione
delle persone. Fa eccezione il caso dello
schema D, in cui la presenza di un
condensatore con la sua corrente di
scarica introduce nella forma d’onda della
corrente di guasto una componente
continua; in questo caso il DDR in classe A
è in grado di rilevare la corrente di guasto
soltanto nel caso in cui si stabilisca in
maniera molto rapida, per cui risulta più
indicato l’impiego di un differenziale in
classe B.
Nell’ambiente industriale la maggior parte
dei raddrizzatori sono trifasi (schemi da H
a J della figura).
Alcuni di questi schemi possono generare
una corrente di guasto continua con un
In questo paragrafo si tratterà della
protezione mediante interruttore differenziale
di apparecchi in classe di isolamento I.
Nella figura sottostante sono mostrati degli
esempi di circuiti elettronici con a fianco
l’andamento della corrente di guasto a
terra. La forma d’onda della corrente di
guasto a terra è legata alla tensione
esistente tra il punto di guasto e il punto a
terra dell’impianto.
Solo nel caso in cui si abbiano componenti
elettronici bidirezionali (schema A) la
corrente di guasto è alternata e quindi tale
da consentire l’intervento dei dispositivi
differenziali in classe AC.
Nell’ambito domestico e similare la
Circuito con componente elettronico
bidirezionale: si può utilizzare un
differenziale in classe AC.
Schema A
ph
basso tasso di ondulazione:
■ lo schema H fornisce una tensione
raddrizzata con un basso tasso di
ondulazione a regime, quindi delle correnti
di guasto difficili da rilevare con il DDR in
classe A;
■ lo schema K invece genera delle correnti
di guasto molto parzializzate e quindi
rilevabili dagli stessi DDR in classe A, ma è
equivalente allo schema H nel caso di
conduzione di onda non parzializzata;
■ lo schema J è il più frequente e si trova
normalmente nei variatori di velocità per
motori a corrente continua. Con questo
schema, per la presenza della forza
controelettromotrice e dell’induttanza del
motore, si generano delle correnti di guasto
meno ondulate che nel caso degli schemi
precedenti H e J, specialmente alle alte
velocità; occorre quindi utilizzare
necessariamente un differenziale in classe B.
Id
ii
wt
N
a
Circuiti per saldatrici o regolatori
di luminosità: è preferibile utilizzare
un differenziale in classe A.
Schema B
Id
ph
R
N
wt
Schema C
ph
Id
R
N
Circuito per carica batterie monofase:
è più indicato l'impiego di un differenziale
in classe B.
wt
Schema D
ph
Id
R
N
214
wt
Schneider Electric
Circuito per l'alimentazione di apparecchi
domestici a motore: è preferibile utilizzare
un differenziale in classe A
Schema E
ph
Id
M
_
N
Raddrizzatore a ponte monofase non
controllato (schema F) e controllato
(schema G) utilizzato in ingresso
all'alimentazione di vari apparecchi elettrici
(TV, forno micro-onde, calcolatori,
fotocopiatrici): è preferibile utilizzare
un differenziale in classe A
wt
Schema F
Id
ph
R
N
wt
Schema G
Id
ph
R
N
wt
Ponte trifase utilizzato in raddrizzatori per
saldatrici, elettrocalamite ed elettrolisi:
utilizzare un differenziale in classe B
Schema H
(+)
Id
guasto su (+)
1
R
2
3
wt
(-)
Ponte trifase controllato per rete in c.c. di
tipo industriale: in caso di onda parzializzata
può essere sufficiente utilizzare un
differenziale in classe A
Schema K
guasto su (-)
(+)
Id
guasto su (+)
1
R
2
3
wt
(-)
Ponte trifase controllato utilizzato nei
variatori di velocità per motori in c.c.:
utilizzare un differenziale in classe B
guasto su (-)
Id
Schema J
(+)
guasto su (+) alle basse velocità
1
2
M
_
wt
3
Id
+
guasto su (+) alle alte velocità
(-)
L
Schneider Electric
(+)
wt
215
Protezione
delle persone
Dispositivi differenziali
Perturbazioni
Le perturbazioni
dei dispositivi differenziali
Quali sono le cause?
I differenziali sono sensibili a numerose
perturbazioni. In realtà, sono le
conseguenze di queste perturbazioni,
cioè la creazione di correnti di dispersione
verso terra, che, rilevate dai dispositivi
differenziali, possono provocare dei
malfunzionamenti.
Negli impianti di bassa tensione le
perturbazioni possono avere origine
all'interno dell'impianto stesso oppure
possono provenire dall'esterno (es.
fenomeni atmosferici, reti di media tensione).
in ampiezza. Esse producono nella rete
un’onda di sovratensione transitoria, che
provoca correnti di dispersione attraverso
le capacità costituite dalla rete e dalla terra;
■ sovratensioni di manovra: si verificano
in corrispondenza dell’apertura e della
chiusura di circuiti capacitivi (batterie
di condensatori), induttivi (motori) e
all'interruzione di correnti di cortocircuito.
Le sovratensioni di manovra provocano
correnti di dispersione di forma
paragonabile a quella originata da fenomeni
atmosferici, sono generalmente più
frequenti, ma di ampiezza minore;
■ sovratensioni a frequenza industriale:
sono quelle dovute ad esempio a:
❑ guasto d’isolamento in rete IT;
❑ rottura del neutro con conseguente
squilibrio delle tensioni di fase;
❑ intervento di scaricatori su linee MT
con conseguente innalzamento del
potenziale di terra dell’installazione (e quindi
delle masse collegate);
❑ guasto MT/BT in cabina;
■ tensioni con forte contenuto armonico
prodotte da apparecchi connessi alla rete
di media tensione (es. forni ad arco);
■ correnti di dispersione verso terra
permanenti dovute alla presenza
nell’impianto di apparecchi elettronici che
possiedono in ingresso un filtro capacitivo
collegato tra le fasi e la massa.
Queste correnti permanenti sono sia a
frequenza industriale che ad alta frequenza;
■ correnti e tensioni con forti componenti
armoniche generate dalla presenza sempre
più massiccia di componenti elettronici
negli impianti.
Se si eccettua il caso delle scariche
atmosferiche, le perturbazioni interne alle reti
BT hanno un’influenza molto più forte sul
funzionamento dei differenziali rispettto alle
perturbazioni esterne per ragioni di maggiore
prossimità e intensità dei fenomeni.
Gli effetti delle perturbazioni che hanno origine
sulla rete di media tensione sono
ammortizzati dalla presenza del trasformatore
MT/BT e dei cavi dell’impianto.
Tipi di perturbazioni
Le perturbazioni sono essenzialmente dovute
a sovratensioni e ad armoniche:
■ sovratensioni dovute a scariche
atmosferiche: sono quelle più elevate
Immunità dei dispositivi differenziali
Per verificare il comportamento degli
interruttori differenziali nei confronti di
questi fenomeni, le Norme CEI EN 61008
e CEI EN 61009 hanno introdotto una prova
da effettuare in laboratorio utilizzando
I dispositivi di protezione differenziali
(interruttori automatici differenziali,
interruttori non automatici differenziali a
toroide separato) sono utilizzati in campo
civile, terziario e industriale.
La protezione differenziale viene installata
per assicurare tre funzioni fondamentali:
■ proteggere le persone contro il rischio
di un contatto indiretto;
■ proteggere contro le correnti di guasto
verso terra che possono essere causa
di rischi d’incendio;
■ assicurare una protezione addizionale
contro il rischio di un contatto diretto.
Cosa vuol dire intervento intempestivo
di un differenziale
Un dispositivo differenziale deve essere
in grado, in qualunque momento, di
assicurare la protezione differenziale senza
intervenire sotto l’azione di una corrente
di dispersione transitoria, cioè in assenza
di un vero guasto d’isolamento.
Questi interventi intempestivi nuociono
al comfort dell’ambiente e alla continuità
di servizio e possono spingere l’utente
ad eliminare l’inconveniente disattivando
il dispositivo di protezione.
Si definisce intervento intempestivo di una
protezione differenziale il suo intervento
causato da correnti di dispersione non
pericolose per le persone e per i beni.
generatori di impulso ben specificati con i
quali si può ottenere una tensione transitoria
di tipo oscillatorio, la cui forma d’onda, nota
come "ring-wave" (vedi fig.1), è definita dalle
seguenti caratteristiche:
■ 0,5 µs: durata del fronte di risalita;
■ 100 kHz: frequenza di oscillazione
del fenomeno transitorio;
■ 200 A: valore di picco iniziale della
corrente.
In aggiunta, i dispositivi differenziali
della gamma modulare Merlin Gerin di tipo
standard sono sottoposti ad un ulteriore
verifica; si tratta di una prova, prevista
dalla Norma Internazionale IEC60 (e ripresa
dalla norma francese relativa agli interruttori
di utenza NFC 62-411), nella quale il
dispositivo è sottoposto ad un’onda di
corrente di tipo impulsivo che simula la
corrente di fuga che circola attraverso le
capacità in aria esistenti tra impianto e terra
in conseguenza di una sovratensione
atmosferica. Questa corrente è definita dalle
seguenti caratteristiche:
■ 8 µs: durata del fronte di risalita;
■ 20 µs: tempo fino all’emivalore;
■ 250 A: valore di picco della corrente
di prova per i differenziali istantanei;
■ 3000 A: valore di picco della corrente
di prova per i differenziali selettivi.
I dispositivi differenziali
super immunizzati (tipo "SI")
I dispositivi differenziali dalla gamma "SI"
super immunizzati sono dei relé differenziali
in classe A concepiti appositamente per
sopportare le perturbazioni presenti negli
impianti, senza che si abbiano interventi
intempestivi o desensibilizzazione del relé
per saturazione del toroide.
La soluzione proposta da Schneider si
basa sull’inserimento tra il toroide e il relé di
sgancio di un filtro elettronico che introduce
un leggero ritardo allo sgancio del relé;
questo ritardo consente al differenziale di
tipo SI di sopportare tutti i fenomeni
transitori, restando nei limiti di sicurezza
per quanto riguarda i tempi d’intervento
(tempo di sgancio a 2I∆n < 30 ms).
A
200
90%
A
250
10µs (f=100 kHz)
125
10%
t[µs]
ca 0,5µs
60%
Fig. 1: Andamento dell'onda di prova "ring wave"
216
8
20
t[µs]
Fig. 2: Andamento dell'onda di prova IEC60
Schneider Electric
Influenza delle sovratensioni
I nuovi differenziali istantanei tipo "SI"
resistono a dei livelli ben superiori
di sovratensioni rispetto a quelli previsti
dalle norme CEI EN 61008 e CEI EN 61009
e sopportano, senza interventi, la maggior
parte delle sovracorrenti transitorie verso
terra provocate dalle scariche atmosferiche
o dalle manovre sulla rete attraverso
le capacità della linea e dei filtri degli
utilizzatori.
Infatti i differenziali "SI" sono concepiti
per non sganciare istantaneamente, ma
con una leggera temporizzazione dell’ordine
di 10 ms, consentendo così una miglior
tenuta ai transitori.
Influenza delle correnti ad alta
frequenza
Correnti ad alta frequenza sono generate
e inviate a terra dai filtri di alcuni carichi
come ad esempio i reattori elettronici
delle lampade fluorescenti, i variatori
di velocità dei motori, i variatori elettronici
di luminosità, ecc.. Inoltre questi carichi
possono dare luogo a correnti di dispersione
verso terra con componenti continue.
In funzione del numero di utilizzatori
installati, si possono presentare due tipi
di problemi con i differenziali standard:
■ intervento intempestivo dovuto alle
correnti ad alta frequenza di modo comune;
■ non intervento per saturazione dovuto
alle componenti continue della corrente
di dispersione verso terra.
I filtri della nuova gamma "SI" sono di tipo
passo basso e quindi attenuano gli effetti
delle componenti ad alta frequenza
della corrente di dispersione verso terra.
Il differenziale di tipo "SI" è quindi in grado
di realizzare un declassamento in frequenza,
adattando la soglia di sgancio alla frequenza
della corrente; ad esempio con una corrente
di dispersione a 1000 Hz la soglia di sgancio
I∆n di un interruttore differenziale da 30 mA
diventa pari a 14 I∆n, ma gli effetti di una
corrente a 1000 Hz che attraversa il corpo
umano sono molto inferiori a quelli provocati
dallo stesso valore di corrente a 50 Hz.
Nei differenziali di tipo standard il relé
di sgancio riceve continuamente un segnale
elettrico del trasformatore, creando un rischio
permanente di intervento intempestivo
o di saturazione.
Nella gamma "SI" il segnale non arriva
al relé fino a che tutti i filtri non autorizzano
l’intervento.
Stabilità della soglia d’intervento
La stabilità della soglia d’intervento
alle basse temperature è garantita dalla
scelta di un opportuno materiale magnetico
del toroide così come da una configurazione
dell’insieme elettronica/relè favorevole.
I dispositivi differenziali della gamma
"SI" funzionano fino ad una temperatura
di ≤25°C.
Schneider Electric
Esempi d’impiego
del differenziale SI
Le sovratensioni di origine atmosferica e
gli utilizzatori prioritari.
Quando un fulmine cade nei pressi di un
immobile o di un fabbricato, la rete è
sottoposta ad un onda di tensione che
genera delle correnti di dispersione
transitorie che si richiudono verso terra
attraverso i cavi o i filtri. In funzione
dell’intensità, della prossimità dell’impatto
e delle caratteristiche dell’installazione
elettrica, queste correnti di dispersione
possono provocare un intervento
intempestivo.
Per garantire la continuità di servizio dei
circuiti prioritari, assicurando
contemporaneamente la sicurezza, in caso di
perturbazioni atmosferiche occorre associare:
■ uno scaricatore di sovratensioni, che
permette di proteggere gli utilizzatori
sensibili dalle sovratensioni atmosferiche;
■ un dispositivo differenziale 300/500 mA
tipo "SI" selettivo a monte, per assicurare
una selettività differenziale totale;
■ un dispositivo differenziale 30 mA tipo "SI",
installato a protezione degli utilizzatori
prioritari.
per esempio, dall’avviamento
di uno o di più personal computers)
per provocare un intervento intempestivo.
Le possibili soluzioni sono:
suddividere i circuiti: la divisione dei circuiti
evita il sovrannumero di utilizzatori dipendenti
dallo stesso differenziale convenzionale
monofase. Si arriva ad un massimo di 6
utilizzatori partendo dalla seguente
considerazione: nel peggiore dei casi,
ipotizzando una dispersione di 1,5 mA per
ognuno, la dispersione totale è pari
a 9 mA, cioè il 30% della soglia di sensibilità
del differenziale da 30 mA;
■
utilizzare dei dispositivi "SI": grazie al suo
comportamento in presenza di correnti
transitorie, la gamma "SI" è particolarmente
indicata in presenza di apparecchiature
informatiche. Permette l’installazione di un
maggior numero di apparecchi (fino ad un
massimo di 12 utilizzatori informatici) a valle
dello stesso dispositivo differenziale, senza
che si verifichino interventi intempestivi.
■
Lampade fluorescenti con reattore
elettronico
Le lampade fluorescenti possono dare origine
a tre tipi di problemi:
■ correnti di dispersione continue pulsanti;
■ correnti di dispersione ad alta frequenza
per la presenza di filtri capacitivi collegati
verso terra o correnti ad alta frequenza
introdotte nella rete che provocano
anomalie di funzionamento del relé;
■ correnti di spunto all’accensione
La micro-informatica e gli interventi
intempestivi
Per garantire la conformità alle direttive
europee riguardanti la compatibilità
elettromagnetica, numerosi costruttori
hanno installato all’interno dei loro prodotti
informatici dei filtri antidisturbo.
Questi filtri generano delle correnti di
dispersione permanenti a 50 Hz, dell’ordine
di 0,5 ÷ 1,5 mA per apparecchio, a seconda
del modello e della marca.
Quando più utilizzatori di questo tipo sono
collegati alla stessa fase, le correnti di
dispersione si sommano vettorialmente;
nelle reti trifasi, le dispersioni di due fasi
possono annullarsi reciprocamente in
funzione del loro sfasamento e delle
dispersioni prodotte su ciascuna fase.
Quando la somma delle correnti di
dispersione permanenti raggiunge
approssimativamente il 30% della soglia
nominale della sensibilità del dispositivo
differenziale (I∆n), è sufficiente una piccola
sovratensione o picco di corrente (provocato,
o allo spegnimento a causa dei transitori
d’inserzione dovuti alla carica dei
condensatori alla messa in tensione.
Se le correnti di dispersione ad alta
frequenza sono deboli non provocano
l’intervento del differenziale, ma inducono
comunque una presensibilizzazione
del relé di sgancio. In caso d’inserzione
di altri circuiti dello stesso tipo, le correnti
di spunto dovute alla capacità dei reattori
delle lampade verso terra, sensibilizzano
ulteriormente il relé dando origine a interventi
intempestivi dei differenziali.
Le possibili conseguenze in caso di impiego
di differenziali toroidali sono:
non intervento per saturazione
dei differenziali in classe AC;
■
interventi intempestivi per correnti
di spunto o ad alta frequenza di valore
superiore alla soglia di sgancio.
La soluzione a questi problemi può essere
quella di limitare il numero di reattori
elettronici a valle di ogni differenziale
standard a meno di 20 per fase.
In alternativa si possono utilizzare
dei dispositivi differenziali di tipo "SI",
con i quali si ha la possibilità di collegare
fino a 50 reattori elettronici per fase.
■
217
Protezione
delle persone
Dispositivi differenziali
Dispositivi differenziali a toroide separato
Relé differenziali a toroide
separato
Vigirex
La protezione differenziale è realizzata con
l'associazione di un relé differenziale a
toroide separato ad un interruttore
automatico provvisto di sganciatore
voltmetrico nei seguenti casi:
■ corrente nominale superiore a 630 A;
■ temporizzazione richiesta diversa da
quella disponibile sui blocchi Vigi.
I relé differenziali sono tutti in classe A e
protetti contro il rischio di scatti intempestivi.
Per il loro funzionamento richiedono una
tensione di alimentazione ausiliaria
in CA o CC.
sensibilità I∆n [A]
temporizzazione [s]
tipo di tori
associabili
tipo di rete
gamma A
RH10A
RH10AP
RH320A
RH320AP
RH328A
0,03 o 0,3
0,3 o 1
0,03÷250 (1)
0,03÷250 (1)
0,03÷250 (1)
istantanea
istantanea
istantanea
istantanea
IST-0,05-0,09-0,14
0,25-0,35-0,5-1
A, OA
A, OA
A, OA
BT 50-60-400 Hz
BT 50-60-400 Hz
BT 50-60-400 Hz
A, OA
BT 50-60-400 Hz
RH328AP
0,03÷250
IST-0,05-0,09-0,14
0,25-0,35-0,5-1
A, OA
BT 50-60-400 Hz
gamma E
RH10E
RH240E
RH248E
0,03 o 0,3
0,03÷25 (2)
0,03÷25 (2)
istantanea
istantanea
IST-0,05-0,09-0,14
0,25-0,35-0,5-1
E
E
E
BT 50-60 Hz
BT 50-60 Hz
BT 50-60 Hz
(1) Con 32 soglie regolabili.
Toroidi
ø interno [mm]
gamma A
gamma E
toroidi aperti
Ci sono due tipi di toroide che possono
essere associati ai Vigirex:
■ toroidi chiusi A e E;
■ toroidi aperti O.
30
TA30
TE30
(2) Con 24 soglie regolabili.
46
50
PA50
PE50
80
IA80
IE80 (1)
POA
110
120
200
MA120
SA200
ME120 (1) SE200 (1)
300
GA300
GOA
(1) I tori indicati si possono utilizzare
con sensibilità I∆n ≥ 300 mA
Tabella di scelta dei toroidi
Le seguenti tabelle permettono la scelta
dei toroidi in funzione della sezione del cavo
e del suo diametro esterno.
Es: con S = 95 mm 2
cavo tripolare 1000 R 2 V
ø: 39 mm
Metodo di lettura:
tabella 1: conoscendo il tipo di cavo
impiegato e la sua sezione si determina
il diametro esterno massimo;
■ tabella 2: in corrispondenza del diametro
esterno e del numero dei cavi che si vuole
far passare nel toroide si determina il tipo
di toroide da impiegare.
■
diametro
esterno
del cavo
anima
Tabella 1 - diametro esterno del cavo
≤ 10
sez. [mm2]
Ø anima [mm]
cavo 1P
H 07 V-U
U 1000 CN/U 1000 R 2 V
1000 AR 2 V
cavo 2P
cavo 3P
cavo 4P
4
7
10
16
6
8
11
25
8
10
13
35
9
11
14
50
11
13
15
70
13
15
17
95
15
17
19
U 1000 R 2 V/1000 AR 2 V
A 05 VV-U/R 05 VV R/U 500 VGPV
H 07 RN-F/A 07 RN-F
16
21
19
24
22
28
25
32
37
42
47
A 05 VV-U/R 05 VV R/U 500 VGPV
1000 R 2 V/1000 AR 2 V
20
22
24
26
29
34
39
H 07 RN-F/A 07 RN-F
A 05 VV-U/R 05 VV-R/U 500 VGPV
U 1000 R 2 V/1000 AR 2 V
H 07 RN-F/A 07 RN-F
23
24
19
25
25
28
21
28
30
33
26
34
34
39
44
51
29
38
33
44
38
50
43
57
A: diametro del toroide
B: diametro esterno del cavo
A
3 2
4 1
120
16
19
21
150
18
21
23
185
20
23
26
240
23
26
29
300
26
29
31
43
48
53
60
66
48
53
59
67
74
Es: per 4 cavi con ø = 40 mm serve un
toroide MA oppure ME (ø = 120).
B
Tabella 2 - numero di cavi nel toroide in funzione del diametro esterno del cavo
toroide
TA, TE
POA
PA, PE
MA, ME
GOA
SA, SE
Ø int. [mm]
30 chiuso
46 aperto
50 chiuso
120 chiuso
110 aperto
200 chiusi
prodotto MG
XD301 o XD312,
XD301 o XD312,
XD301 o XD312,
XD301 o XD312,
XD301 o XD312,
XD301 o XD312,
Vigirex
Vigirex
Vigirex
Vigirex
Vigirex
Vigirex
diametro esterno del cavo [mm]
8 10 13 15 17 19 21 23 25
7 7 4 2 1 1 1 1 1
19 14 7 7 4 4 3 2 1
19 19 8 7 5 4 4 3 2
31 31 19 19 15 12 10 7
31 31 19 19 19 15 12 10
27
1
1
1
7
7
31
30
1
1
1
7
7
19
33 36 38 40 42 44 48 51 53 55 57 60 64 67 74
1
1
5
7
19
1
1
4
5
19
1
1
4
5
16
1
1
4
4
15
1
1
3
4
12
1
1
2
3
10
1
1
2
8
1
2
7
1
2
7
1
1
7
1
1
7
1
1
7
1
1
7
1
1
7
1
1
4
(1) La scelta del toroide è funzione del numero di conduttori. Tutti i conduttori attivi (fase e neutro) distribuiti a valle devono passare nel toroide.
218
Schneider Electric
Sistema Multi 9
Interruttori automatici magnetotermici differenziali (1)
tipo
C40a Vigi
norma di riferimento
classe
corrente nominale [A]
tensione nominale d’impiego [V]
tensione d’isolamento [V]
tensione nominale di tenuta
ad impulso [kV]
frequenza di impiego nominale [Hz]
potere di chiusura e di interruzione
differenziale nominale [A]
numero di poli
sensibilità (I∆n) a 50 Hz [mA]
tensione minima di funzionamento
del tasto di prova a 50 Hz (2) [V]
tempo totale di sgancio a 2 I∆n [ms]
classe di limitazione
sganciatore magnetotermico (3)
In
Ue
Ui
Uimp
1P+N
I∆m
istantanei
30
300
istantanei
caratteristiche
In [A]
corrente
nominale
temperatura di riferimento [°C]
C40N Vigi
CEI EN 61009
AC
6÷40
230
440
6
CEI EN 61009
AC
6÷40
230
440
6
50
4500
50
6000
1P+N
1P+N
■
■
102
102
≤150
3
C
6
10
16
20
25
32
40
30
≤150
3
C
6
10
16
20
25
32
40
30
(1) Interruttori magnetotermici differenziali disponibili in un blocco unico che assolve ad entrambe le funzioni di protezione magnetotermica
e differenziale.
(2) Per impieghi al di sotto della tensione minima di funzionamento, è necessario collegare un tasto di prova esterno.
(3)
caratteristica tipo
Im=In x
Schneider Electric
C
CEI EN 60898
(CEI 23-3 4a ed.)
5÷10
219
Dispositivi differenziali
Sistema Multi 9
Protezione
delle persone
Interruttori differenziali puri
tipo
norma di riferimento
classe
corrente nominale [A]
tensione nominale d’impiego [V]
tensione d’isolamento [V]
tensione nominale di tenuta
ad impulso [kV]
frequenza di impiego nominale [Hz]
potere di chiusura e di interruzione
differenziale nominale [A]
corrente condizionale nominale
di cortocircuito differenziale [A]
tenuta alle correnti impulsive [kA]
onda di corrente 8/20 µs
numero di poli
sensibilità (I∆n) a 50 Hz [mA]
ID C40
In
Ue
Ui
Uimp
I∆m
I∆c
istantanei
selettivi S
istantanei
selettivi S
tensione minima di funzionamento
del tasto di prova a 50 Hz (1) [V]
tempo totale di sgancio a 2 I∆n [ms]
temperatura di riferimento [°C]
1P+N
istantanei
selettivi S
10
30
300
500
300
500
1000
CEI EN 61008-1
AC
25
40
230
230
440
440
6
6
A
25
230
440
6
40
230
440
6
A tipo "SI"
25
230
440
6
40
230
440
6
50
1000
50
1000
50
1000
50
1000
50
1000
50
1000
50
fusibile
gG 25 A
0,25
30
fusibile
gG 40 A
50
fusibile
gG 25 A
0,25
30
fusibile
gG 40 A
50
fusibile
gG 25 A
3
30
fusibile
gG 40 A
1P+N
1P+N
1P+N
1P+N
1P+N
5
1P+N
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
115 (2P)
176 (4P)
≤150
≤150
≤150
30
30
30
60200
(1) Per impieghi al di sotto della tensione minima di funzionamento, è necessario collegare un tasto di prova esterno.
220
Schneider Electric
Blocchi differenziali Vigi (1)
tipo
norma di riferimento
classe
tensione nominale d’impiego [V]
tensione d’isolamento [V]
tensione nominale di tenuta
ad impulso [kV]
frequenza di impiego nominale [Hz]
potere di chiusura e di interruzione
differenziale nominale [A]
tenuta alle correnti impulsive [kA]
onda di corrente 8/20 µs
numero di poli
corrente nominale [A]
sensibilità (I∆n) a 50 Hz [mA]
Vigi C40
Ue
Ui
Uimp
I∆m
istantanei
selettivi S
In
istantanei
selettivi S
tensione minima di funzionamento
del tasto di prova a 50 Hz (2) [V]
tempo totale di sgancio a 2 I∆n [ms]
1P+N
istantanei
selettivi S
10
30
300
500
300
500
1000
CEI EN 61009-1 App. G
AC
A
230/400
230/400
440
440
6
6
A tipo "SI"
230/400
440
6
50
Icn dell'interuttore
associato
0,25
50
Icn dell'interuttore
associato
0,25
1+N
25
3+N
40
1+N
25
3+N
40
50
Icn dell'interuttore
associato
3
5
1+N
3+N
25
40
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
176
176
176
≤150
≤150
≤150
60200
(1) Blocchi differenziali Vigi per interruttori modulari C40: questi blocchi devono essere necessariamente assemblati con il relativo interruttore magnetotermico.
(2) Per impieghi al di sotto della tensione minima di funzionamento, è necessario collegare un tasto di prova esterno.
Schneider Electric
221
Dispositivi differenziali
Sistema Multi 9
Protezione
delle persone
Blocchi differenziali Vigi (1)
tipo
norma di riferimento
classe
tensione nominale d’impiego [V]
tensione d’isolamento [V]
tensione nominale di tenuta
ad impulso [kV di cresta]
frequenza di impiego nominale [Hz]
potere di chiusura e di interruzione
differenziale nominale [A]
tenuta alle correnti impulsive [kÂ]
onda di corrente 8/20 µs
numero di poli
corrente nominale [A]
sensibilità (I∆n) a 50 Hz [mA]
tensione minima di funzionamento
del tasto di prova a 50 Hz (2) [V]
tempo totale di sgancio a 2 I∆n [ms]
regolazioni possibili
Ue
Ui
Uimp
Vigi C60
CEI EN 61009-1 App.G
AC
230/400
500
6
A
230/400
500
6
A tipo "SI"
230/400
500
6
I∆m
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
0,25
0,25
63
■
istantanei
selettivi S, regolabili I/S, I/S/R
In
istantanei
10
30
300
500
selettivi S
300
500
1000
regolabili I/S
300÷1000
I/S/R 300÷3000
230/415 V
istantanei
selettivi S
regolabili I
regolabili S
regolabili R
2,3,4
25
■ (2P)
40
63
2,3,4
25
63
3
5
2,3,4
25
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
176
176
176
≤150
≤150
≤150
60÷200
versione
sensibilità [mA]
ritardo [ms]
(I)
(S)
(R)
preallarme
(1) Blocchi differenziali Vigi per interruttori modulari C60, C120, NG125: questi blocchi devono essere necessariamente assemblati con il relativo interruttore magnetotermico
(2) Per impieghi al di sotto della tensione minima di funzionamento, è necessario collegare un tasto di prova esterno.
(3) Icn/Icu dell'interruttore associato.
222
Schneider Electric
Vigi C120
AC
230/400
500
6
A
230/400
500
6
A tipo “SI”
230/400
500
6
Vigi NG125
CEI EN 60947-2 App.B
AC
A tipo “SI”
230/415
230/415
690
690
8
8
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
50/60
(3)
0,25
0,25
0,25
2,3,4
125
2,3,4
125
3
5
2,3,4
125
2,3,4
63
3
5
2
63
3, 4
63
3
5
3, 4
63
3
5
3,4
125
3
5
3, 4
125
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
440/500
690
8
230/415
690
8
440/500
690
8
(4P)
(4P)
■
■
176
176
176
178
178
≤150
≤150
≤150
60÷200
≤150
≤150
60÷200
Schneider Electric
≤150
60÷200
≤150
60÷200
≤500
I/S/R
300
500
1000
3000
0
60
150
10÷50% I∆n
■
■
■
224
178
224
≤150
60÷200
≤500
I/S/R
300
500
1000
3000
0
60
150
≤150
60÷200
≤500
I/S
300
500
1000
≤150
60÷200
≤500
I/S/R
300
500
1000
3000
0
60
150
0
60
I/S/R
300
500
1000
3000
0
60
150
10÷50% I∆n
223
Dispositivi differenziali
Sistema Multi 9
Protezione
delle persone
Interruttori differenziali puri (1)
tipo
norma di riferimento
classe
corrente nominale [A]
tensione nominale d’impiego [V]
In
Ue
tensione d’isolamento [V]
Ui
tensione nominale di tenuta
Uimp
ad impulso [kV]
frequenza di impiego nominale [Hz]
potere di chiusura e di interruzione I∆m
differenziale nominale [A]
corrente condizionale nominale
I ∆c
di cortocircuito differenziale [kA]
tenuta alle correnti impulsive [kÂ]
onda di corrente 8/20 µs
numero di poli
sensibilità (I∆n) a 50 Hz [mA]
ID
CEI EN 61008
AC
25
2P
230
4P
400
500
modo differenziale 4
modo comune
5
50/60
2500
istantanei
selettivi S
20
fusibile
gG 80 A
0,25
2
istantanei
selettivi S
tensione minima di funzionamento
del tasto di prova a 50 Hz (2) [V]
tempo totale di sgancio a 2 I∆n [ms] istantanei
selettivi S
temperatura di riferimento [°C]
10
30
300
500
300
500
1000
2P
4P
40
230
400
500
4
5
50/60
2500
63
230
400
500
4
5
50/60
2500
80
230
400
500
4
5
50/60
2500
100
230
400
500
4
5
50/60
2500
20
fusibile
gG 80 A
0,25
20
fusibile
gG 80 A
0,25
10
fusibile
gG 100 A
0,25
10
fusibile
gG 100 A
0,25
4
4
■
4
2
4
2
4
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
115
176
≤150
115
176
≤150
115
176
≤150
176
≤150
176
≤150
40
40
40
40
40
(1) Interruttori automatici differenziali puri: sono i tipi modulari per montaggio su guida DIN.
(2) Per impieghi al di sotto della tensione minima di funzionamento, è necessario collegare un tasto di prova esterno.
224
Schneider Electric
A
25
230
400
500
4
5
50/60
2500
40
230
400
500
4
5
50/60
2500
63
230
400
500
4
5
50/60
2500
A tipo "SI"
25
230
400
500
4
5
50/60
2500
20
fusibile
gG 80 A
0,25
20
fusibile
gG 80 A
0,25
20
fusibile
gG 80 A
0,25
20
fusibile
gG 80 A
3
40
230
400
500
4
5
50/60
2500
63
230
400
500
4
5
50/60
2500
80
100
IEC755
B
63
400
500
4
5
50/60
2500
400
500
4
5
50/60
2500
400
500
4
5
50
2000
10
fusibile
gG 100
3
5
2
4
10
fusibile
gG 100 A
3
5
4
10
fusibile
gG 100 A
3
5
4
20
fusibile
gG 80 A
3
5
4
■
2
4
2
4
2
4
2
4
20
fusibile
gG 80 A
3
5
2
4
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
■
115
176
≤150
40
115
176
≤150
40
Schneider Electric
40
115
176
≤150
40
40
■
■
■
115
176
≤150
40
■
40
40
■
■
■
■
■
■
■
■
115
176
≤150
60 ÷ 200
40
40
115
176
≤150
60 ÷ 200
40
40
176
■
176
100
≤150
60 ÷ 200 60 ÷ 200
40
40
40
225
Protezione
delle persone
Vigicompact (1)
numero di poli
per Compact
NSA160
NS100
Dispositivi differenziali
Vigicompact
Vigi NSA (3) Vigi ME
Vigi MH
Vigi MB
3,4
3, 4
3, 4
3, 4
■
■
■
■
■
■
■
NS125
NS160
NS250
NS400
■
■
NS630
■
Caratteristiche della protezione differenziale
sensibilità I∆n [A]
tempi di intervento
[ms]
tensione nominale [V]
regolabile
0,03-0,3-1-3
fissa
0,3
temporizzazione
regolabile
0
60 (2)
fissa
150 (2) 0
tempo max di interruzione
CA 50/60 Hz
40 140
300
da 200 a 440
40
da 200 a 550
regolabile
0,03 - 0,3 - 1 - 3 - 10
regolabile
0,03 - 1 - 3 - 10 - 30
regolabile
0
60 (2)
regolabile
150 (2) 310 (2) 0
60
150
310
40
140
da 200 a 550
300
300
800
800
40
140
da 200 a 550
(1) Blocchi differenziali da associare agli interruttori magnetotermici scatolati.
(2) Se la sensibilità è regolata a 30 mA, l'intervento è istantaneo qualunque sia la temporizzazione impostata.
(3) Una versione di blocco Vigi di caratteristiche elettriche identiche esiste anche per l'interruttore NSC100N.
226
Schneider Electric
Protezione
delle persone
Lunghezza massima protetta
per la protezione delle persone
Generalità
Verifica delle condizioni
di intervento del dispositivo
di protezione contro
le sovracorrenti
Sistema di neutro IT
Il metodo convenzionale utilizzato in questa
guida è suggerito dalla Norma CEI 64.8
ed è nella maggior parte dei casi sufficiente
a determinare con buona approssimazione
la massima lunghezza della conduttura
per la quale è verificata la protezione
delle persone.
Per la determinazione della lunghezza limite
della conduttura utilizzare la legge
di Ohm opportunamente adattata.
Nel fare la valutazione della corrente di
guasto a terra si considerano soltanto le
impedenze della fase e del PE relative alla
partenza in esame.
La precisione di questo metodo si può
considerare equivalente a quella del calcolo
che tiene conto di tutte le impedenze della
rete (metodo seguito dal programma
On-Off Rete), quando l'impedenza della
rete a monte è trascurabile rispetto a quella
della partenza in esame.
Questo metodo risulta efficace per fare una
rapida valutazione della lunghezza
massima protetta quando non sono note le
caratteristiche della rete a monte.
È un metodo applicabile a condizione che
il conduttore di protezione sia posto nelle
immediate vicinanze dei conduttori attivi
del circuito (in caso contrario la verifica
della protezione delle persone può essere
eseguita solo con delle misure effettuate
ad impianto terminato).
PE
■
senza distribuzione del neutro (1)
D
B
C
A
L max = k x ⋅ k par
■
kpar
0, 8 ⋅ U ⋅ SF
2 ⋅ 1, 5 ⋅ ρ ⋅ (1 + m) ⋅ k m ⋅ Im
con distribuzione del neutro (1) (2)
R
S
T
N
PE
D
B
A
C
VAB =
0,8 Uo
2
SF
SN
caso B
❑ caso A - nel caso di circuiti senza neutro
inseriti in un sistema con neutro distribuito,
la formula diventa:
L max = k x ⋅ k par
L
❑
SPE
C
Schneider Electric
150
185
240
300
0, 8 ⋅ Uo ⋅ SF
2 ⋅ 1, 5 ⋅ ρ ⋅ (1 + m) ⋅ k m ⋅ Im
caso B - linea con neutro
1
2
3
2
2,65 3
4
5
3,2
km è il fattore che tiene conto della
tolleranza della soglia di intervento
magnetico; vale:
■ 1,2 per gli sganciatori magnetotermici;
■ 1,15 per gli sganciatori elettronici.
1,5 è il fattore correttivo della resistenza
del circuito. Si ritiene che, in occasione del
guasto, tale resistenza aumenti del 50%
rispetto al suo valore a 20°C;
0,8 per tener conto di una riduzione all'80%
della tensione di alimentazione durante
il guasto, sulla parte di impianto a monte
della conduttura in esame;
U0 [V] è la tensione nominale tra fase
e terra;
U [V] è la tensione nominale tra fase e fase;
SF [mm2] è la sezione del conduttore
di fase;
SN [mm2] è la sezione del conduttore
di neutro;
ρ [Ω mm2/m] è il valore della resistività a
20°C del materiale conduttore, (pari a 0,018
per il rame e 0,027 per l'alluminio);
m è il rapporto tra la sezione del conduttore
di fase e la sezione del conduttore
di protezione (in presenza di conduttori
in parallelo considerare la sezione
complessiva);
m' è il rapporto tra la sezione del conduttore
di neutro e la sezione del conduttore
di protezione;
Im [A] è la taratura della protezione contro
i cortocircuiti.
SF
L max = k x ⋅ k par
L max = k x ⋅ k par
0,90 0,85 0,80 0,75 0,72
n. cavi in parallelo 1
SF
caso A
PE
120
2
SPE
Sistema di neutro TN
B
Sez. fase [mm2]
kx
kpar è il fattore correttivo in caso di più cavi
in parallelo;
VAB = 0,8 U
SPE
A
I simboli utilizzati significano:
Lmax [m] è la massima lunghezza
della conduttura che permette l'intervento
della protezione;
kx è il fattore di riduzione che tiene conto
della reattanza dei cavi di sezione maggiore
di 95 m2;
0, 8 ⋅ Uo ⋅ SF
1, 5 ⋅ ρ ⋅ (1 + m) ⋅ k m ⋅ Im
0, 8 ⋅ Uo ⋅ SN
2 ⋅ 1, 5 ⋅ ρ ⋅ (1+ m') ⋅ k m ⋅ Im
(1) Nell'impossibilità pratica di effettuare
la verifica per ogni configurazione di doppio
guasto, il calcolo viene condotto
supponendo una uguale ripartizione
della tensione tra i due circuiti in guasto
(ciò corrisponde alla condizione più
sfavorevole per uno dei due circuiti
interessati dal doppio guasto).
(2) Si ricorda che le norme raccomandano
di non distribuire il neutro nei sistemi IT.
227
Protezione
delle persone
Lunghezza massima protetta
per la protezione delle persone
Sistema TN
Lunghezze massime (in metri) di cavo
protetto contro i contatti indiretti tramite
interruttori automatici nel sistema TN.
Fattori correttivi da applicarsi alle lunghezze date dalle tabelle
Sfase
Spe
1
2
3
rete 400 V
cavo Cu
1
0,67 0,50
tra le fasi (1)
cavo Al
0,62
0,41 0,31
4
0,40
0,25
(1) Nel caso di reti trifasi a 230 V tra le fasi, applicare il coefficiente 0,6.
Per reti monofasi a 230 V (fase neutro), non applicare il coefficiente.
Tabella 1 - C60, C120, NG125 caratteristica B
sez.
In [A]
[mm2]
1,5
2,5
4
6
10
16
25
35
50
6
170
284
454
681
10
102
170
273
409
681
16
64
106
170
256
426
681
20
51
85
136
204
341
545
852
25
41
68
109
164
273
436
681
32
32
53
85
128
213
341
532
745
1065
40
26
43
68
102
170
273
426
596
852
50
20
34
55
82
136
218
341
477
681
63
16
27
43
65
108
173
270
379
541
80
13
21
34
51
85
136
213
298
426
100
10
17
27
41
68
109
170
239
341
125
8
14
22
33
55
87
136
191
273
6
85
142
227
341
568
10
51
85
136
204
341
545
852
16
32
53
85
128
213
341
532
745
20
26
43
68
102
170
273
426
596
852
25
20
34
55
82
136
218
341
477
681
32
16
27
43
64
106
170
266
373
532
40
13
21
34
51
85
136
213
298
426
50
10
17
27
41
68
109
170
239
341
63
8
14
22
32
54
87
135
189
270
80
6
11
17
26
43
68
106
149
213
100
5
9
14
20
34
55
85
119
170
125
4
7
11
16
27
44
68
95
136
4
91
152
243
365
608
6
61
101
162
243
406
649
10
37
61
97
146
243
389
608
852
16
23
38
61
91
152
243
380
532
761
20
18
30
49
73
122
195
304
426
608
25
15
24
39
58
97
156
243
341
487
32
11
19
30
46
76
122
190
266
380
40
9
15
24
37
61
97
152
213
304
50
7
12
19
29
49
78
122
170
243
63
6
10
15
23
39
62
97
135
193
80
5
8
12
18
30
49
76
106
152
100
4
6
10
15
24
39
61
85
122
125
3
5
8
12
19
31
49
68
97
10
35
59
95
142
237
379
592
828
12,5
28
47
76
114
189
303
473
663
16
22
37
59
89
148
237
370
518
739
25
14
24
38
57
95
151
237
331
473
40
9
15
24
35
59
95
148
207
296
63
6
9
15
23
38
60
94
131
188
Tabella 2 - C60, C120, NG125 caratteristica C
sez.
In [A]
[mm2]
0,5
1
2
3
4
1,5
1022 511
256
170
128
2,5
1704 852
426
284
213
4
681
454
341
6
681
511
10
852
16
25
35
50
Tabella 3 - C60, C120,
sez.
In [A]
[mm2]
0,5
1,5
730
2,5
1217
4
6
10
16
25
35
50
NG125 caratteristica D o K
1
365
608
2
183
304
487
730
3
122
203
325
487
811
Tabella 4 - C60, NG125 caratteristica MA
sez.
In [A]
[mm2]
1,6
2,5
4
6,3
1,5
222
142
89
56
2,5
370
237
148
94
4
592
379
237
150
6
568
355
225
10
592
376
16
601
25
35
50
228
Schneider Electric
Tabella 5 - Compact NS, Masterpact (1)
Im [A]
63
80
125
sez.
Tipo di sganciatori NS
[mm2]
(2) TM16G
TM25/40G
TM63G
2,5
112
88
56
4
180
141
90
6
270
212
136
10
450
354
227
16
721
567
363
25
1126
887
567
35
1577
1242
795
50
2253
1774
1135
70
3155
2484
1590
95
4281
3371
2158
120
4867
3833
2453
150
5746
4525
2896
185
6670
5253
3361
240
8112
6388
4088
300
9735
7666
4906
Tabella 6 - Compact NS, Masterpact (1)
sez.
Im [A]
[mm2]
1500
2000
2,5
4
3
4
7
5
6
11
8
10
18
14
16
30
22
25
47
35
35
66
49
50
94
70
70
132
99
95
179
134
120
204
153
150
241
181
185
280
210
240
340
255
300
408
306
(1) Nel caso di regolazione della soglia magnetica
ad una Im non contenuta in tabella, considerare la
colonna con Im immediatamente superiore.
Schneider Electric
190
300
400
500
650
800
1000
1250
TM16D
37
60
90
149
239
374
523
591
828
1123
1277
1508
1751
2129
2555
TM25D
23
37
56
94
151
236
331
473
662
899
1022
1206
1400
1703
2044
TM32D
18
28
43
71
114
177
248
355
497
674
767
905
1051
1278
1533
TM 40/63D
14
22
34
56
90
141
198
283
397
539
613
724
840
1022
1226
TM80D
10
17
26
43
69
109
152
218
305
415
471
556
646
786
943
TM100D
8
14
21
35
56
88
124
177
248
337
383
452
525
638
766
7
11
17
28
45
70
99
141
198
269
306
362
420
511
613
TM125/160D
5
9
13
22
36
56
79
113
159
215
245
289
336
408
490
2500
2
4
6
11
18
28
39
56
79
107
122
144
168
204
245
3200
2
3
5
8
14
22
31
44
62
84
95
113
131
159
191
4000
1
2
4
7
11
17
24
35
49
67
76
90
105
127
153
5000
1
2
3
5
9
14
19
28
39
53
61
72
84
102
122
6300
1
1
2
4
7
11
15
22
31
42
48
57
66
81
97
8000
10000
12500
1
2
3
5
8
12
17
24
33
38
45
52
63
76
1
1
2
4
7
9
14
19
26
30
36
42
51
61
1
2
3
5
7
11
15
21
24
28
33
40
49
(2) In questa riga sono indicati gli sganciatori
magnetotermici degli interruttori Compact NS
a cui corrispondono i valori di soglia magnetica
della tabella.
229
Protezione
delle persone
Lunghezza massima protetta
per la protezione delle persone
Sistema IT
Lunghezze massime (in metri) di cavo
protetto contro i contatti indiretti tramite
interruttori automatici nel sistema IT.
Fattori correttivi da applicarsi
Sfase
Spe
rete trifase
cavo Cu
400 V (1)
cavo Al
alle lunghezze date dalle tabelle
neutro
neutro
neutro
neutro
1
1
0,60
0,62
0,37
non distributo
distribuito
non distribuito
distribuito
2
0,67
0,40
0,41
0,25
3
0,50
0,30
0,31
0,19
4
0,40
0,24
0,25
0,15
(1) Nel caso di reti trifase a 230 V tra le fasi, applicare il coefficiente 0,6.
Per reti monofase a 230 V (fase neutro), non applicare il coefficiente.
Tabella 7 - C60, C120, NG125 caratteristica B
sez.
In [A]
[mm2]
1,5
2,5
4
6
10
16
25
35
50
6
148
247
395
10
89
148
237
356
16
56
93
148
222
370
20
44
74
119
178
296
474
25
36
59
95
142
237
379
593
32
28
46
74
111
185
296
463
40
22
37
59
89
148
237
370
519
50
18
30
47
71
119
190
296
415
593
63
14
24
38
56
94
150
235
329
470
80
11
19
30
44
74
119
185
259
370
100
9
15
24
36
59
95
148
207
296
125
7
12
19
28
47
76
119
160
237
6
74
123
198
296
494
10
44
74
119
178
296
474
16
28
46
74
111
185
296
463
20
22
37
59
89
148
237
370
25
18
30
47
71
119
190
296
415
32
14
23
37
56
93
148
231
324
463
40
11
19
30
44
74
119
185
259
370
50
9
15
24
36
59
95
148
207
296
63
7
12
19
28
47
75
118
165
235
80
6
9
15
22
37
59
93
130
185
100
4
7
12
18
30
47
74
104
148
125
4
6
9
14
24
38
59
83
119
4
79
132
212
317
529
6
53
88
141
212
353
564
10
32
53
85
127
212
339
529
16
20
33
53
79
132
212
331
463
20
16
26
42
63
106
169
265
370
529
25
13
21
34
51
85
135
212
296
423
32
10
17
26
40
66
106
165
231
331
40
8
13
21
32
53
85
132
185
265
50
6
11
17
25
42
68
106
148
212
63
5
8
13
20
34
54
84
118
168
80
4
7
11
16
26
42
66
93
132
100
3
5
8
13
21
34
53
74
106
125
3
4
7
10
17
27
42
59
85
10
31
51
82
123
206
329
514
12,5
25
41
66
99
165
263
412
576
16
19
32
51
77
129
206
322
450
643
25
12
21
33
49
82
132
206
288
412
40
8
13
21
31
51
82
129
180
257
63
5
8
13
20
33
52
82
114
163
Tabella 8 - C60, C120, NG125 caratteristica C
sez.
In [A]
[mm2]
0,5
1
2
3
4
1,5
889
444
222
148
111
2,5
370
247
185
4
395
296
6
444
10
16
25
35
50
Tabella 9 - C60, C120,
sez.
In [A]
[mm2]
0,5
1,5
635
2,5
4
6
10
16
25
35
50
NG125 caratteristica D o K
1
317
529
2
159
265
423
3
106
176
282
423
Tabella 10 - C60, NG125 caratteristica MA
sez.
In [A]
[mm2]
1,6
2,5
4
6,3
1,5
193
123
77
49
2,5
322
206
129
82
4
514
329
206
131
6
494
309
196
10
514
327
16
523
25
35
50
230
Schneider Electric
Tabella 11 - Compact NS, Masterpact (1)
Im [A]
63
80
125
sez.
Tipo di sganciatori NS
[mm2]
(2) TM16G
TM 25/40G
TM63G
2,5
97
77
49
4
156
123
79
6
235
185
118
10
391
308
197
16
627
493
316
25
979
771
493
35
1371
1080
691
50
1959
1543
987
70
2743
2160
1382
95
3723
2932
1876
120
4232
3333
2133
150
4997
3935
2518
185
5800
4567
2923
240
7054
5555
3555
300
8465
6666
4266
Tabella 12 - Compact NS, Masterpact (1)
sez.
Im [A]
[mm2]
1500
2000
2,5
4
3
4
6
4
6
9
7
10
16
12
16
26
19
25
41
30
35
57
43
50
82
61
70
115
86
95
156
117
120
177
133
150
209
157
185
243
182
240
296
222
300
355
266
(1) Nel caso di regolazione della soglia magnetica
ad una Im non contenuta in tabella, considerare la
colonna con Im immediatamente superiore.
Schneider Electric
190
300
400
500
650
800
1000
1250
TM16D
32
52
78
130
208
325
455
650
910
1235
1404
1657
1923
2339
2729
TM25D
20
32
49
82
131
205
288
411
576
781
888
1049
1218
1481
1777
TM32D
15
25
37
62
99
154
216
309
432
586
667
787
914
1111
1333
TM 40/63D
12
19
29
49
79
123
172
246
345
469
533
629
730
888
1066
TM80D
9
15
22
37
60
94
132
189
265
360
410
484
562
683
820
TM100D
7
12
18
30
49
77
108
154
216
293
333
393
456
555
666
6
9
14
24
39
61
86
123
172
234
266
314
365
444
533
TM 125/160D
4
7
11
19
31
49
69
98
138
187
213
251
292
355
426
2500
2
3
5
9
15
24
34
49
69
93
106
125
146
177
213
3200
1
3
4
7
12
19
27
38
54
73
83
98
114
138
166
4000
1
2
3
6
9
15
21
30
43
58
66
78
91
111
133
5000
1
1
2
4
7
12
17
24
34
46
53
62
73
88
106
6300
8000
10000
12500
1
2
3
6
9
13
19
27
37
42
49
58
70
84
1
1
3
4
7
10
15
21
29
33
39
45
55
66
1
2
3
6
8
12
17
23
26
31
36
44
53
1
1
3
4
6
9
13
18
21
25
29
35
42
(2) In questa riga sono indicati gli sganciatori
magnetotermici degli interruttori Compact NS a cui
corrispondono i valori di soglia magnetica della
tabella.
231
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Protezione delle persone