Economia dell’istruzione:
una introduzione
Prof. Giuseppe Catalano
[email protected]
Istituto Comprensivo Statale “A. Manzoni”, Uboldo (VA)
Istituto Comprensivo Statale “I. Militi”, Saronno (VA)
11 settembre 2012
Obiettivi
Analizzare la natura economica del bene istruzione;
Individuare le caratteristiche della sua «produzione» e del
relativo « mercato»;
Analizzare le ragioni e le modalità dell’intervento pubblico in
questo settore;
Analizzare le ragioni dell’intervento pubblico per il
finanziamento delle attività di ricerca;
Fornire alcuni schemi di riferimento teorico per la successiva
analisi dell’attuale contesto istituzionale italiano.
2
Economia dell’istruzione
L’Economia dell’istruzione si occupa di quella
parte dell’analisi teorica e dell’economia
applicata che analizza gli effetti sul sistema
economico dell’acquisizione di conoscenze da
parte degli individui che in esso operano
attraverso l’attività di formazione svolta da
organizzazioni pubbliche, private o del terzo
settore.
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Argomenti trattati
• le caratteristiche economiche del bene
istruzione;
• Le caratteristiche economiche del bene ricerca;
• le ragioni dell’intervento pubblico nel settore
dell’istruzione e della ricerca;
• la politica economica dell’istruzione;
• l’istruzione come investimento in capitale
umano;
• il finanziamento dell’istruzione in Italia e nei
paesi dell’Unione Europea:verso l’autonomia
finanziaria e gestionale delle istituzioni
scolastiche.
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Bibliografia
F. Praussello e M. Marenco
Economia dell’istruzione e capitale umano, Laterza, Bari, 1996 (capp.
1-2-3-8-9-10);
Paolo Bosi
Corso di scienza delle finanze, il Mulino, 2010 (cap. 7);
G. Catalano, P. Silvestri
Chi paga l’istruzione universitaria?, FrancoAngeli, 1993 (capp. 1-2).
G. Johnes, Economia dell’istruzione, Il Mulino, 2009.
LEZIONE PRIMA:
LE CARATTERISTICHE ECONOMICHE
DELL’ISTRUZIONE
Le caratteristiche economiche
dei beni
• la rivalità nel consumo
– i beni a consumo collettivo
– i beni a consumo individuale
• la escludibilità dal consumo
– i beni pubblici
– i beni misti
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Il concetto di rivalità nel
consumo
BENI A CONSUMO COLLETTIVO
Il consumo di questi beni è compatibile, cioè non rivale,
con il consumo degli stessi da parte di altri individui
l’aggiunta di più consumatori non comporta aumenti di
costo della produzione
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BENI A CONSUMO PRIVATO
Il consumo di questi beni è incompatibile, cioè rivale, con il
consumo degli stessi da parte di altri individui
i diversi gradi di
rivalità nel consumo
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Il concetto di escludibilità dal
consumo
difficoltà o impossibilità, per il produttore di un bene o
servizio, di escludere gli altri dai benefici di tale
produzione
la difficoltà:
a) tecnica
b) economica
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I BENI PUBBLICI PURI
sono caratterizzati dalla compresenza delle due
caratteristiche di non rivalità nel consumo e
non escludibilità
non vi è possibilità che tali beni possano essere
prodotti da un’impresa privata
11
Una classificazione tipologica
dei diversi beni e servizi
Rivale
Non rivale
Escludibile
Bene privato
Bene tariffabile
Non escludibile
Bene comune
Bene pubblico
12
L’istruzione e la ricerca
sono beni pubblici?
• L’istruzione è un bene privato
(escludibile, rivale);
• La ricerca è un bene pubblico (non
escludibile, non rivale).
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L’istruzione è un bene privato
È un bene “rivale”: il costo per l’istruire uno
studente in più è significativamente diverso da
zero (ad esempio, oltre un certo numero di
studenti, occorre utilizzare due aule anzichè
una sola).
È un bene “escludibile”: si può impedire ad alcuni
soggetti di fruire dei servizi di istruzione (ad
esempio, il sistema dei test d’ingresso o il livello
della tassazione)
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La ricerca è un bene pubblico
Non rivale: una volta prodotta una nuova
conoscenza, essa può essere accessibile da
chiunque ad un costo aggiuntivo nullo (ad
esempio, le informazioni sulle nuove
scoperte/invenzioni pubblicate sul web).
Non escludibile: una volta prodotta una nuova
conoscenza, nessun soggetto può essere
escluso dalla sua conoscenza/utilizzo
(eccezione: il fenomeno dei brevetti, si vede
in seguito)
15
LA PRODUZIONE DI BENI E SERVIZI
DI TIPO COLLETTIVO
DA PARTE DEL SETTORE PUBBLICO VA
GIUSTIFICATA CON MOTIVI DIVERSI
DALL’IMPOSSIBILITÀ DELLA LORO
PRODUZIONE
DA PARTE DEI PRIVATI
16
LA PRINCIPALE SPIEGAZIONE DELLA
FORNITURA PUBBLICA DI UN BENE O
SERVIZIO È CHE LA COLLETTIVITÀ VEDE IN
TALE PROCESSO QUALCOSA DI DIVERSO
DA QUELLO PRIVATO ED È QUINDI
DISPOSTA A PAGARE L’EVENTUALE
DIFFERENZA DI COSTO
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Il concetto di esternalità
gli effetti sull’attività di produzione e/o di
consumo di una persona provocati dall’attività
economica di un’altra, che non si riflettono nei
prezzi
la presenza di esternalità è connessa alla
natura dei beni
le esternalità positive
le esternalità negative
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I BENI MERITORI
Non presentano problemi di non rivalità o di non
escludibilità
Lo Stato sovrappone il proprio punto di vista a
quello individuale (comportamento
paternalistico)
Esempi: assicurazione auto, istruzione
obbligatoria, vaccinazioni,…
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I BENI ASSOCIATIVI
Il consumatore valuta, al momento della scelta
del produttore di cui diventare cliente, qualità,
prezzo e
le caratteristiche personali degli altri clienti del
produttore
Bene associativo nelle imprese no-profit
Stratificazione
L’istruzione come bene associativo
20
LEZIONE SECONDA
LE RAGIONI DELL’INTERVENTO
PUBBLICO NEL SETTORE
DELL’ISTRUZIONE E DELLA
RICERCA
Per quali ragioni lo Stato
sovvenziona i costi
dell’istruzione ?
1. l’obiettivo allocativo o di efficienza
economica
lo Stato interviene per sopperire ad alcuni “fallimenti del
mercato” che porterebbero ad un investimento in
istruzione universitaria diverso dal livello ottimale
a) esternalità
b) imperfezioni nel mercato dei capitali
c) rischio
d) asimmetrie informative
22
2. l’obiettivo redistributivo
lo Stato interviene per garantire che gli studenti dotati non
siano esclusi per mancanza di mezzi finanziari
(anche in questo obiettivo vi sono ragioni di efficienza)
23
A) LE ESTERNALITA’
l’istruzione non è un bene pubblico
l’esclusione è tecnicamente possibile e non è
particolarmente costosa
il costo marginale per istruire uno studente in
più è significativamente diverso da zero
24
l’istruzione è un bene pubblico impuro
cui sono associate esternalità positive
significativi benefici che non vanno ad esclusivo vantaggio
di chi consuma o investe in istruzione (Bowen)
benefici di tipo culturale (elettori più consapevoli
l’istruzione delle donne)
benefici di tipo produttivo (effetti sulla produttività dei
colleghi elevato adattamento al progresso tecnico)
la difficoltà di valutare economicamente tali benefici: come
individuare sovvenzioni non distorsive ?
25
B) LE IMPERFEZIONI NEL
MERCATO
DEI CAPITALI
un individuo che voglia finanziare gli studi indebitandosi
non può fornire alcuna garanzia, se non i suoi redditi
futuri
le difficoltà di accesso al credito
(Friedman)
il mercato ad hoc dei capitali per gli investimenti in
istruzione:
la garanzia pubblica sui rimborsi
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C) IL RISCHIO
lo studente non conosce la sua capacità di utilizzare con
profitto i servizi educativi (rischio di abbandono) né
conosce il valore del “prodotto finito” sul mercato
il tasso di rendimento dovrà essere quindi elevato
altrimenti l’investimento in istruzione superiore sarà
disincentivato
il rischio di abbandono può essere affrontato attraverso
forme assicurative (riduzione della varianza per la
somma di eventi indipendenti)
il rischio sul valore dell’investimento
può dipendere da aspetti individuali e sociali per
quest’ultimo aspetto non è assicurabile (eventi non
indipendenti)
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D) LE ASIMMETRIE
INFORMATIVE
il fallimento dei mercati assicurativi dipende anche da
asimmetrie informative
moral hazard
lo studente assicurato non si impegna: aumenta il rischio
di drop-out
lo studente può scegliere un lavoro non remunerativo sotto
il profilo del reddito ma che presenti altri benefici
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adverse selection
sono più inclini ad assicurarsi i soggetti che:
a) sanno di avere minori capacità
b) hanno prospettive di reddito più basse
impossibilità di conoscere le caratteristiche dei soggetti:
un unico premio commisurato al rischio medio
una possibile risposta:
programmi pubblici di prestiti combinati con forme
assicurative
29
L’EQUITA’
NELL’ISTRUZIONE
il raggiungimento di più eque opportunità educative può
essere motivato anche con argomenti che richiamano la
nozione di efficienza
la distribuzione degli studenti non è correlata con la
distribuzione del reddito
i benefici sociali dell’istruzione superiore sono maggiori se
l’accesso è garantito ai più dotati
il mercato, cioè la sola capacità di pagare, può non
risultare uno strumento di efficiente allocazione
l’articolo 34 della Costituzione i capaci e meritevoli,
anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
più elevati livelli degli studi
30
ART. 33
• L’arte e la scienza sono libere e libero ne è
l’insegnamento.
• La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed
istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
• Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti
di educazione senza oneri per lo Stato.
31
ART. 33 (continua)
• La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole
non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad
esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento
scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole
statali.
• E’ prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari
ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per
l’abilitazione all’esercizio professionale.
• Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie,
hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti
stabiliti dalle leggi dello Stato.
32
ART. 34
• La scuola è aperta tutti.
• L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è
obbligatoria e gratuita.
• I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il
diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
• La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di
studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che
devono essere attribuite per concorso.
33
Il processo produttivo
dell’istruzione
Docenti
Non docenti
Altre risorse
Input
UNIVERSITA’
Output Servizi didattici e
di certificazione
Prima fase del processo produttivo
-------------------------------------------Servizi didattici e
di certificazione
Tempo
Abilità
Input
STUDENTI
Output
Istruzione
titoli di studio
valorizzazione
Seconda fase del processo produttivo
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LEZIONE TERZA:
ALCUNE RIFLESSIONI SULLA TEORIA DEL
CAPITALE UMANO
35
la teoria del capitale umano
costituisce un’estensione
dei principi della teoria del capitale
alla formazione delle conoscenze
e capacità produttive degli individui
in un’ottica che abbraccia
la loro intera vita professionale
i principali apporti teorici:
a) le ricerche sulla natura e la determinanti
della crescita
b) gli studi relativi alla distribuzione personale
del reddito
36
GLI STUDI SULLA CRESCITA
ECONOMICA
il punto di partenza:
negli anni cinquanta e sessanta
gli aumenti dell’output aggregato
superano gli incrementi degli input
l’aumento della produzione totale
supera gli incrementi complessivi
dei fattori produttivi
37
il residuo mancante per far quadrare
la contabilità della crescita:
il miglioramento della qualità del lavoro
(Denison 1962)
il miglioramento delle risorse umane:
(Schultz 1961)
diffusione alfabetizzazione
sviluppo istruzione e addestramento professionale
riduzione della mortalità
aumento delle cure all’infanzia
da parte delle famiglie
38
GLI STUDI SULLA
DISTRIBUZIONE
PERSONALE DEI REDDITI
gli effetti dell’istruzione e della formazione
professionale
sulle retribuzioni
emerge
l’importanza del collegamento tra
capitale umano, redditi e patrimoni
(Miller 1960)
L’ISTRUZIONE DA CONSUMO
A INVESTIMENTO
Human capital (Becker 1964)
il tradizionale pensiero neoclassico
l’istruzione una forma di consumo
condizionata da:
i «gusti» (le preferenze) degli agenti
il reddito delle famiglie
il costo della formazione
l’elemento consumo non può comunque essere trascurato:
imparare come opera la realtà che ci circonda è piacevole
e fornisce un’utilità diretta
40
l’istruzione come investimento
in un contesto di scelte razionali l’agente investe in
capitale umano sino al punto in cui i benefici e i costi
marginali saranno uguali
gli investimenti sono effettuati in diversi tipi di scolarità
vi sarà quindi la tendenza al livellamento dei rendimenti
dell’istruzione nei diversi settori e i valori attuali delle
remunerazioni future ad essi associati saranno
equivalenti
41
I DIVERSI RAMI DI INDAGINE
DELLA TEORIA DEL CAPITALE
UMANO
le decisioni di investimento sono prese dalle famiglie, più
che dagli individui
gli studenti trovano difficoltà a finanziare i costi aggiuntivi
dell’istruzione superiore contro la garanzia dei redditi
futuri
il basso costo opportunità fa aumentare la domanda nei
periodi di disoccupazione
la struttura corrente dei salari fornisce agli studenti una
stima attendibile dei differenziali salariali tra lavoratori
dotati di differenti livelli di capitale umano
42
SVILUPPI E CRISI
DELLA TEORIA DEL CAPITALE
UMANO
gli sviluppi in molti campi della teoria economica
le difficoltà di verifica empirica
le critiche della teoria del credenzialismo (l’istruzione
formale come mera selezione della forza lavoro)
“in sintesi le prove in merito alla teoria del capitale umano
sono tali da convincere un credente, ma non da
persuadere uno scettico” (Blaugh 1976)
43
L’ISTRUZIONE COME
INVESTIMENTO IN CAPITALE
UMANO
il capitale umano consiste nell’insieme delle capacità (skill)
e delle conoscenze produttive incorporate negli individui,
in quanto agenti capaci di produrre reddito all’interno
del sistema economico
il capitale umano è il complesso delle risorse umane
qualificate di cui dispongono le imprese per attuare i
processi di produzione
gli individui ottengono un flusso di redditi a fronte dello
stock di capitale umano di cui dispongono
tale flusso è la remunerazione dei costi di acquisizione nel
tempo
44
il capitale umano è simile al
capitale fisico
a) si accumula
b) si deprezza
c) diventa obsoleto
il capitale umano
può essere soggetto a rendimenti variabili
la sua produttività marginale può essere
crescente
decrescente a seconda del tratto della funzione
di produzione in cui opera
il capitale umano è diverso da quello fisico
il capitale umano non è liquido
(non può essere separato dalla persona)
e può appartenere solo all’individuo in cui è incorporato
46
CONSUMO E RISPARMIO IN
UN’OTTICA DI LUNGO PERIODO
gli usi alternativi del reddito:
consumo
risparmio
(incremento dello stock di ricchezza)
consumo e risparmio vengono decisi tenendo conto della
ricchezza e del reddito attesi
47
la teoria del reddito permanente
(Friedman 1957)
un soggetto razionale suddivide il reddito tra consumo e
risparmio in modo da rendere massima l’utilità della
spesa con riferimento ai diversi tempi in cui essa è
effettuata
(allocazione intertemporale ottima della spesa)
il reddito preso in considerazione è però quello
permanente ovvero il reddito medio che corrisponde alla
ricchezza formata dall’insieme dei guadagni previsti in
un ampio arco di tempo
48
la teoria del ciclo vitale
Ando-Modigliani (1963)
la allocazione intertemporale ottima della spesa ha per
orizzonte la vita attesa del soggetto e viene effettuata
considerando l’insieme delle risorse di cui egli potrà
disporre nell’arco di tempo relativo
le risorse:
reddito lavorativo
rendimenti del patrimonio
49
per gran parte dei soggetti i redditi lavorativi seguono un
profilo temporale tipico
aumentano a partire dai primi anni di attività raggiungono
un massimo nell’età matura si riducono alla fine della
vita lavorativa
i risparmi seguono un ciclo vitale ben caratterizzato:
risparmi negativi prima dell’inizio dell’attività lavorativa
risparmi positivi durante la vita lavorativa
risparmi negativi nel periodo di pensionamento
50
COSTI E BENEFICI
DELL’INVESTIMENTO
IN CAPITALE UMANO
i soggetti economici investono in conoscenze e capacità
produttive
sulla base di un calcolo razionale
in cui confrontano
i costi e benefici dell’investimento
in un’ottica di lungo periodo
51
LE TIPOLOGIE E LE FORME
DELL’INVESTIMENTO IN
CAPITALE UMANO
l’istruzione formale
l’apprendimento
sul posto di lavoro
il capitale umano generale
il capitale umano specifico
52
L’istruzione come
consumo
la fruizione diretta delle nuove
conoscenze,
in termini di utilità immediata e in
dipendenza delle preferenze del
soggetto:
“il piacere del sapere”
53
Il credenzialismo
L’istruzione non aumenta la produttività
del lavoratore,
ma si limita a svolgere una funzione
di segnalazione delle qualità personali
del lavoratore
che preesistono alla formazione
scolastica e universitaria
54
LEZIONE QUARTA:
LA POLITICA ECONOMICA
DELL’ISTRUZIONE E DELLA RICERCA
55
LE MODALITA’
DELL’INTERVENTO PUBBLICO
NEL SETTORE DELL’ISTRUZIONE
PER OVVIARE A FALLIMENTI DI MERCATO
O CON FINALITA’ REDISTRIBUTIVE
un approccio generale:
il pianificatore sociale
dovrebbe scegliere
la politica che fornisce
il più alto livello di benessere
per la società
56
LA SCELTA TRA I DIVERSI
STRUMENTI ALTERNATIVI:
caratteristiche dei fallimenti di mercato
costi delle diverse politiche
capacità dei funzionari pubblici di ottenere le informazioni
necessarie per l’attuazione delle politiche
57
Il rischio del fallimento dello Stato:
quando i costi dell’intervento pubblico
superano i vantaggi di rimediare
al fallimento di mercato
i diversi strumenti sono di solito impiegati
in modo congiunto,
al fine di giungere ad un mix
che consenta di massimizzare
gli effetti delle politiche
58
GLI STRUMENTI DELL’INTERVENTO
PUBBLICO NELL’ISTRUZIONE
I sussidi
I buoni scuola (vouchers)
La fornitura pubblica diretta
Le borse di studio
I prestiti d’onore
L’imposta sul laureato
I sussidi
(pigouviani)
L’obiettivo è di modificare
il prezzo del bene
le scelte degli individui
possono così raggiungere
il livello di consumo socialmente efficiente
sussidi diretti,
incentivi alla produzione,
riduzione dell’imposizione fiscale
60
I buoni scuola (vouchers)
Si tratta di un buono governativo
che può essere speso
nella istituzione scelta dal consumatore
allo stesso tempo si sostiene
la concorrenza tra i fornitori,
riducendo le inefficienze legate
alla gestione monopolistica del servizio
61
I pro e i contro dei vouchers
• possibilità di essere definiti ad hoc
• promozione della concorrenza
•
•
•
•
difficoltà della scelta “consapevole”
il grado di copertura dei costi
l’incentivo al “bene associativo”
i costi di introduzione del sistema
62
La fornitura pubblica
diretta
Il settore pubblico garantisce
non solo il finanziamento,
ma anche la produzione del servizio
I costi di produzione possono essere posti
a carico della fiscalità generale o i
beneficiari possono essere chiamati a
parteciparvi
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I pro e i contro
• possibilità di controllo della natura dei servizi
offerti
• superamento delle “esternalità posizionali”
• rimedio a problemi di “selezione avversa” e
di “cream skimming”
• i problemi di efficienza del settore pubblico
• l’eterogenesi dei fini
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Le borse di studio
Si tratta di un contributo a fondo perduto
con l’obiettivo di coprire i costi di
mantenimento agli studi
nel periodo di frequenza
dei corsi
il problema del “grado di copertura” dei
costi
65
I prestiti d’onore
L’intervento di sostegno allo studente è
finalizzato a risolvere il problema di
cassa
le somme ottenute vanno restituite
dopo il completamento degli studi
la garanzia pubblica
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Il livello di “dono” del prestito
La differenza tra il valore attuale della
somma ottenuta e di quella restituita:
il periodo di durata
il tasso di interesse
income-contingent loans
merit loans
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L’imposta sui laureati
I laureati sono chiamati a pagare una
sopratassa all’imposta sul reddito
o un contributo assicurativo nazionale
in cambio dell’aiuto ricevuto
nel corso dell’istruzione superiore
(Glennerster, Merret e Wilson 1968)
il caso australiano
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I rischi degli effetti redistributivi
“perversi”
dell’intervento pubblico
Gli oneri fiscali a carico di chi non
partecipa direttamente all’istruzione
La gratuità totale dell’istruzione
può avvantaggiare le classi più elevate
69
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