CORSO INTERNAZIONALE AGGIORNAMENTO PER ALLENATORI
DI PATTINAGGIO CORSA.
PREPARAZIONE E GESTIONE DELL’ATLETA DI ALTO LIVELLO
ROMA 16 – 18 FEBBRAIO
CENTRO CONGRESSI AQUA ACETOSA – SCUOLA DELLO SPORT DEL CONI –
RELAZIONE DEL Prof. Maurizio Lollobrigida.
Preparatore Atletico Nazionale Italiana Senior.
Docente di metodologia dell’ allenamento del pattinaggio
Facoltà di Scienze Motorie -Tor Vergata – Roma.
Specializzato in Scienza e Tecnica degli Sport.
La preparazione fisica - globale – speciale
nel pattinaggio a rotelle corsa.
Un approccio globale.
FONDAMENTALE DETERMINARE.
Cosa è necessario nel pattinaggio a rotelle
corsa e cosa è superfluo nel pattinaggio a
rotelle corsa.
• Perché la preparazione fisica?
• Perché la preparazione fisica – speciale?
• Perché la preparazione fisica – speciale – globale?
Analisi della disciplina con la tavola di classificazione di P. Tischiene. 1985
Modificata da Maurizio Lollobrigida
L’obiettivo sportivo
degli esercizi
Elevata velocità di
avanzamento
sul percorso
Predominanza
Struttura
fondamentale dell’intensità
del carico
del movimento
Ciclica
Massimale
Submassimale
Elevata
Media
Mutevole
Predominanza
del
perfezionamento
delle capacità
condizionali
Predominanza
dell’impegno dei
sistemi
organici
Stabilità
delle
condizioni esterne
Velocità
resistenza
S.N.C.
Apparato neuromuscolare
sistema cardiocircolatorio
e respiratorio
Variabile,
pista,
strada,
grado di tenuta, presenza di
avversari..
Atleti d’elite. Aspetti del programma di allenamento.
DECALOGO.
1 ottimizzare le strategie: fare; quando fare; come fare; cosa fare; dove fare;
2 per avere successo continuamente nella stessa stagione, visto l’elevato numero di competizioni, occorre rendere più
efficace l’allenamento per ottimizzare qualità, stabilità, controllo tecnico e tattico e psicologico;
3 occorre riuscire a trovare e mobilizzare riserve di capacità nascoste;
4 l’incremento di carichi di lavoro acuisce la necessità di una corretta distribuzione dei volumi di lavoro nel piano
annuale, occorre ricercare nuovi mezzi fisici di allenamento, sempre più specifici, modulare i carichi, organizzare le
sedute di allenamento per rendere sempre più efficace il lavoro, per ottimizzare il potenziale di adattamento, giusto
rapporto tra generazione del corretto livello di stress e giusto livello di ripristino e recupero;
5 incremento del ruolo della scienza nello sport;
6 utilizzo dei mezzi di controllo dell’allenamento, importanza di test atletici e fisiologici e loro ripercussioni nel
programma annuale di allenamento;
7 abolire il pregiudizio nel quale cadono numerosi tecnici ed atleti nel non toccare, ritoccare od adattare il piano annuale
di allenamento a prestazioni sempre più elevate degli atleti d’elite, non vale più ( e quando è mai valso) il discorso che
l’allenamento dell’anno precedente, in cui si è vinto, vale anche per l’anno successivo;
8 investire nella conoscenza partecipando a corsi di formazione per allenatori;
9 non avere timore nel chiedere l’intervento di tecnici specializzati nel settore;
10 chiedere l’intervento di altri specialisti, preparatori, fisioterapisti, osteopati, pscicologi, procuratori, partner
d’allenamento;
RISERVE PROTETTE
AUTOMATICAMENTE
RISERVE SPECIALI
RISERVA FISIOLOGICA
PRESTAZIONI AUTOMATIZZATE
La vita è una questione di culo o ce l’hai o te lo fanno.
Efficacia dello stress.
allenamento
patrimonio genetico
Mutazione favorevole
Efficacia dello stress
Sensibilità organica agli stimoli.
L’evoluzione della specie.
Australopiteco
Homo sapiens
Homo sapiens sapiens
Homo Olimpicus
Ciclo di milioni di anni.
Adolescente
Atleta evoluto
Ciclo di circa 12 anni
Atleta d’elite
Legge del risparmio energetico: omeostasi.
Ciclo della vita.
Stimoli → Sequenza di aggiustamenti → Adattamento → Migliora la qualità della vita.
L’allenamento è lo stress connesso alla fisiologia ed all’apparato locomotore.
L’allenamento altera l’equilibrio omeostatico.
Risposte aspecifiche.
Risposte specifiche.
2.
Risposte allo stress.
1. Fase di shock.
Fase di controshock e di resistenza.
3. Fase di esaurimento.
Le risposte aspecifiche sono sempre simili nella loro reazione.
Le risposte specifiche sono molto settoriali.
PARADOSSO
PERSISTENZA DELLO STRESS
ALTERNANZA DELLO STRESS
STRESS SECONDARIO
DECADENZA
MALATTIA.
RISPOSTA EFFICACE.
RISPOSTA INSIGNIFICANTE.
Settorialità dello stimolo e della risposta deve rispettare:
1.
Principio della specificità dello stimolo;
2.
Concetto di limite fisiologico;
3.
Principio della sommazione degli stimoli;
4.
Principio di eccitabilità delle unità motorie,
reclutamento fibre.
Sindrome generale di adattamento.
Sindrome generale di adattamento.
Supercompensazione.
1.
2.
3.
4.
5.
il corpo dell’atleta;
il suo linguaggio;
l’atleta deve conoscere il proprio corpo;
capire ed interpretare i segnali che il corpo dell’atleta ci
invia per riuscire a dialogare con esso;
individuare cosa voler attivare con l’allenamento, se un
aumento di massa muscolare, o se un miglioramento delle
capacità fisiologiche legate alla lavoro aerobico,
anaerobico alattacido, lattacido, misto.
Come alterare l’equilibrio omeostatico dell’organismo con l’allenamento?
1.
2.
3.
4.
Toccare il limite fisiologico – concetto di limite fisiologico;
Rendere specifico lo stimolo – principio della specificità;
Adeguare gli stimoli a livelli superiori – principio della sommazione;
Reclutare le unità motorie necessarie alla specificità del gesto agonistico
– concetto di eccitabilità e di reclutamento;
Lavoro di velocità dell’esercizio di gara.
Migliorare la maestria tecnico sportiva.
Velocità dell’esercizio di gara.
•Fattore principale che determina il risultato ed il progresso nella maestria
sportiva.
•Caratteristica principale della maestria sportiva.
•Componente principale della tecnica sportiva, tecnica e velocità dei movimenti
insieme.
•Risultato generale processo di allenamento e criterio oggettivo di valutazione.
•Un obiettivo principale dell’organizzazione del processo di allenamento.
COME ALLENARE LA VELOCITA’?
ALLENARE LA VELOCITA’ CON LA SOLA VELOCITA’.
Rapido aumento, non molto elevato e poco duraturo.
ALENARE LA VELOCITA’ COSTRUENDO LA VELOCITA’.
Graduale aumento intensità, rende più stabilità.
AUMENTO CONTINUO DELL’INTENSITA’ AVVIENE SULLA BASE DI
UN ADEGUATO SVILUPPO.
PREPARAZIONE FISICA SPECIALE
PFS PER ATLETI D’ELITE.
1.
L’obiettivo principale della PFS nel sistema di preparazione degli
atleti è l’intensificazione del regime di lavoro dell’apparato motorio
dell’atleta nelle condizioni proprie dell’allenamento.
2.
Tale intensificazione deve mobilitare le capacità motorie dei muscoli
scheletrici attraverso mezzi speciali d’allenamento e,
contemporaneamente, attivare le funzioni dei sistemi fisiologici che
assicurano la capacità di prestazione nello sport praticato.
Y.V. Verkhoshansky
SUPERMETODO PER LA PFS.
OBIETTIVO REALIZZAZIONE DELLA
RISERVA SPECIALE ELEVARE AL MASSIMO
LA PRESTAZIONE
SUPERMETODI PFS
•CLASSIFICAZIONE DELLE RISERVE FISIOLOGICHE
DELL’ORGANISMO UMANO:
•RISERVE UTILIZZATE NEI MOVIMENTI AUTOMATICI
•RISERVA FISIOLOGICA
•RISERVE SPECIALI CHE VENGONO MOBILITATE IN
SITUAZIONI DIFFICILI DI ATTIVITA’ MUSCOLARE,
CARATTERIZZATE DA UN’INTENSITA’ O DURATE
ELEVATE. (nel pattinaggio corsa è preferibile l’intensità, o
rendendo più difficile il gesto tecnico)
•RISERVE PROTETTE AUTOMATICAMENTE.
Hollman e Hettinger, 1976
Supermetodi PFS
• OBIETTIVO:
REALIZZAZIONE DELLA
RISERVA SPECIALE
ELEVARE AL MASSIMO LA PRSTAZIONE
SUPERMETODI
•Il progresso della maestria sportiva
degli atleti di alto livello è LEGATA
ALLA REALIZZAZIONE DELLA
RISERVA SPECIALE delle capacità
motorie dell’organismo.
IL PIENO UTILIZZO DI QUESTA
RISERVA ELEVERA’ AL MASSIMO
LA PRESTAZIONE.
SUPERMETODI
La principale caratteristica dei supermetodi:
•I loro effetti allenanti sono basati sul principio
dell’intensificazione FORZATA del regime di
lavoro dell’organismo.
•Infatti l’effetto allenante di qualsiasi metodo
naturale di allenamento E’ LIMITATO
DALLA FORZA DI VOLONTA’ IN UN
DETERMINATO MOMENTO.
SUPERMETODI
•Assicurano un regime di lavoro che nei
suoi parametri più importanti supera il
regime di lavoro tipico delle gare.
•I supermetodi devono risolvere il
problema del massimo aumento delle
capacità funzionali degli atleti di alto
livello, per un ulteriore progresso della
loro maestria sportiva.
SUPERMETODI
•CREARE CONDIZIONI CHE
COSTRINGONO
IL SNC ED ALTRI SISTEMI
FISIOLOGICI A LAVORARE IN UN
REGIME SUPERINTENSO.
PERCHE’ I SUPERMETODI NELLA PFS.
IN UN ALLENAMENTO D’ELITE PLURIENNALE SI SVILUPPANO ADATTAMENTI LIMITE
SOPRATTUTTO NEGLI SPORT DI RESISTENZA. ( AUMENTO DIMENSIONI DEL CUORE E VO2MAX)
SECONDO ALCUNI AUTORI IL VO2MAX NON HA RAPPORTO CON LE PRESTAZIONI DI VERTICE
NELLE CORSE DI RESISTENZA. DEVE RAGGIUNGERE LIVELLI DI RIFERIMENTO.
IL VO2MAX NON E’ UN BUON INDICATORE DELLA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE.
SONO NOTE DISCREPANZE NEL RAPPORTO TRA VO2MAX E CAPACITA’ DI PRESTAZIONE
TALE RAPPORTO VALE SOLO PER POPOLAZIONI DI ATLETI CON GRANDE MARGINE DI
VARIAZIONE NELLE BASI DELLA PRESTAZIONE ( NEL PATTINAGGIO CORSA SONO LE NAZIONI
EMERGENTI)
(NEUMAN, COSTILL, ROCKER, E AL.)
DOVE TROVARE LE RISERVE DI PRESTAZIONE?
(SOPRATTUTTO PER LE PRESTAZIONI DI RESISTENZA.)
ALLENAMENTO IN ALTITUDINE.
CAMBIAMENTO DI SPORT.
PAUSE MIRATE NEL CARICO.
AUMENTO RESISTENZE AL MOVIMENTO.
RAGGIUNGERE UNA SPINTA PROPULSIVA PIU’ ELEVATA
NON SOLO AUMENTO DI VOLUME MA PRESTAZIONE SPECIFICA
DELLA SPINTA PROPULSIVA, PIU’ VELOCITA’.
SOLLECITARE IL METABOLISMO ANAEROBICO. MEDIANTE UNA
PIU’ ELEVATA CAPACITA’ DI PRESTAZIONE AEROBICA SPECIFICA.
LAVORO INDIVIDUALIZZATO IMPORTANTE DETERMINARE LA
SOGLIA METABOLICA AEROBICA – ANAEROBICA.
MIGLIORARE LA SENSIBILITA’ NELL’AZIONE PROPULSIVA.
MIGLIORARE E RENDERE PIU’ EFFICACE L’AZIONE DEL RISCALDAMENTO,
E DEL DEFATICAMENTO.
MIGLIORARE LE CAPACITA’ DI ALLUNGAMENTO MUSCOLARE E DI MOBILITA’ ARTICOLARE
AUMENTARE IL CARICO DI LAVORO SPECIFICO DEL
SISTEMA LOCOMOTORIO E DI SOSTEGNO
MISURE DIRETTE AD INCREMENTARE L’ALLENABILITA’
GENERALE CON CARICHI
GENERALI
ASPECIFICI
SPECIFICI
PRORPIOCETTIVI
MISURA DIRETTE AD AUMENTARE LA POSSIBILITA’
DI INCREMENTO DELL’ALLENABILITA’
MIGLIOR INTERPRETAZIONE DEL RISCALDAMENTO
MIGLIOR INTERPRETAZIONE DEL DEFATICAMENTO
MIGLIOR ELASTICITA’ MUSCOLARE – POSTURA E
MOBILITA’ ARTICOLARE.
COME DETERMINARE LA VELOCITA’ AEROBICA MASSIMALE?
TEST DI MADER
TEST CONCONI
TEST DI LAGER – PER LA CORSA A PIEDI – UTILE NELLA PFS A SECCO
TEST DI ARCELLI – BISCIOTTI (MODIFICATO)
TEST DI LAGER CORSA A NAVETTA CON DISTANZA DI 20 MT.
(UTILE E FONDAMENTALE PER CONTINUE ACCELLERAZIONI E CAMBI DI DIREZIONE)
TEST DI ARCELLI - BISCIOTTI
Distanza maggiore - Distanza minore
----------------------------------------Tempo sulla D. magg. - Tempo sulla D. min.
IL RISULTATO
La velocità critica in metri/secondo corrisponde alla velocità di soglia anaerobica.
Per esprimerla in chilometri/ora si deve moltiplicare per 3.6
Esempio: tempo sui 525m. (3giri lanciati su pista di 175m) ; (16,7+16,7+16,9=) 50,2
tempo sui 1050m.(17,0+16,8+17,0+17,2+ 17,4+17,8=)103,2
1050-525= 525/103,2-50,2= 53 525/53=9,9056 m/sec. X 3.6 = 35.660
La velocità di 35,660 indica la velocità critica del soggetto in questione, per quella pista : di
conseguenza è la velocità alla quale poter fare riferimento per carichi di lavoro aerobico o anaerobico
che siano. Calcolando il tempo sul giro ne consegue che il tempo limite di 17”37.
Le tabelle di allenamento che ne conseguono dovrebbero considerare questo parametro
per prove allenanti la resistenza veloce:
Ripetute di 800/1200m.
Singolo evento di 3000m.
Per prove allenanti la velocità tempo inferiore e ripetute di 250/450m
Numero max consigliato di ripetute 3-4 con recuperi di 3’
QUALI ESERCITAZIONI PER AUMENTARE IL CARICO DI LAVORO
DEL SISTEMA LOCOMOTORIO E DI SOSTEGNO?
ANALISI CINEMATICA E FUNZIONALE DEL PATTINAGGIO CORSA.
Rappresentazione dei relativi ruoli di adattamento neurale e
morfologico all’allenamento di forza massimale. Nella prima fase di
allenamento si nota una fase predominante di adattamento neurale.
Questa fase è stata studiata nella maggior parte delle ricerche
pubblicate nella letteratura internazionale. Lavori sperimentali che
sono stati protratti per lungo tempo mostrano un successivo
adattamento miogeno e la relativa ipertrofia
(modificato da: Sale, 1988)
Legge di Hennerman
Il reclutamento delle fibre rispetto all’intensità del carico (Costill 1980)
Modello ipotetico di reclutamento delle varie unità motorie
lente (ST) intermedie (Fta) e veloci (FTb) (da: Stuart ed Enoka 1983)
Evoluzione delle fibre rapide e lente in seguito a 16
settimane di allenamento e 8 settimane di sospensione
dell’allenamento (da: Hakkinen e coll. 1981)
L’importanza del trofismo della cuffia dei rotatori
consiste ne fatto che, a seguito del reiterarsi di spinte (
più propriamente slanci ) potenti degli arti superiori,
meccanicamente si potrebbero determinare lussazioni o
sub-lussazioni della spalla, anche a seguito di
improvvise cadute. Per questo e per migliorare l’azione
delle spinte degli arti superiori si consiglio potenziare la
muscolatura della cosiddetta “cuffia”
METODI DIRETTI AD AUMENTARE LA POSSIBILITA’
DI INCREMENTO DELL’ALLENABILITA’
IL RISCALDAMENTO
E’ è costituito da una vastissima gamma di esercitazioni,
che hanno lo scopo di preparare l’atleta nelle condizioni
muscolari, organiche, nervose, psicologiche ottimali per
affrontare impegni fisici di elevata intensità, sia in
allenamento che in gara.
PRIME RACCOMANDAZIONI:
SPECIFICITA’ PER GESTO ED IMPEGNO FISIOLOGICO
SOGGETTIVITA’
IN FUNZIONE DEL LIVELLO DI QUALIFICAZIONE, DELL’ETA’ AGONISTICA
DELL’ETA’ANAGRAFICA DEL GRADO DI PREPARAZIONE
DISTINGUERLO DAL PRE - ALLENAMENTO PRE – GARA
RISCALDAMENTO ALLENANTE.
PERCHE’ IL RISCALDAMENTO?
ASINCRONIE NELL’ENTRATA IN FUNZIONE DELLE ATTIVITA’ BIOLOGICHE
ASINCRONIE TRA ESECUZIONE MENTALE E PRATICA
CONCENTRAZIONE
OTTIMIZZARE DIVERSE FUNZIONI.
INNALZAMENTO DELLA TEMPERATURA CORPOREA PORTARLA A 38,5°-39°.
CONSEGUENZE:
•AUMENTO VELOCITA’ PROCESSI METABOLICI: +13% OGNI GRADO DI T. CORPOREA;
•AUMENTO IRRORAZIONE SANGUIGNA, APERTURA E DILATAZIONE CAPILLARI;
•MIGLIO RIFORNIMENTO O2 E SUBSTRATI ENERGETICI;
•AUMENTO ATTIVITA’ ENZIMATICHE;
•AUMENTO PROCESSI ECCITAZIONE – CRONOASSIA;
•AUMENTO POTENZIALE DI STIMOLO;
•+ ECCITABILITA’ SNC;
•+ SENSIBILITA’ DEI RECETTORI SENSORIALI
+ COORDINAZIONE;
•+ VELOCITA’ REAZIONE – CONTRAZIONE FINO AD UN MASSIMO DEL 20%;
• - RESISTENZE VISCO – ELASTICHE DEI MUSCOLI
•+ CAPACITA’ DI CARICO DELLE ARTICOLAZIONI;
POSSIBILITA’ DI – INFORTUNI;
•SE IL FATTORE LIMITANTE LA PRESTAZIONE E’ IL SISTEMA CARDIOPOLMONARE
SENGONO ATTIVATI AUMENTO DEL VOLUME CARDIACO, CIRCOLATORIO, E QUANTITA’
DI SANGUE IN CIRCOLO, PER VINCERE LE RESISTENZE PERIFERICHE, SI INSTAURA
UN DEBITO DI O2, CHE VERRA’ PAGATO ALLA FINE;
• BENEFICI DI CARATTERE PSICHICO, GENERATO UN SISTEMA DI ECCITABILITA’
CHE MOBILIZA LE ENDORFINE, ATTIVAZIONE STATO DI VIGILANZA;
VOLUME E INTENSITA’ DEL RISCALDAMENTO.
ESERCITAZIONI A CARATTERE GENERALE E SPECIFICO.
DURATA 25 AI 45’;
INIZIO ESERCITAZIONI TIPO GENERALE;
PROSEGUIO ESERCITAZIONI CARATTERE SPECIFICO;
TERMINARE CON CARICHI PRELIMINARI VERI E PROPRI;
ESERCITAZIONI DI ALLUNGAMENTO E DI SCIOLTEZZA;
IL MASSAGGIO NON E’ FORMA ATTIVA DI RISCALDAMENTO, UTILIZZATO
COME INTEGRAZIONE PER SCIOGLIERE MUSCOLI CONTRATTI;
PIU’ E’ ALTA L’ETA’ ANAGRAFICA ED AGONISTICA DELL’ATLETA PIU’ E’ LUNGO;
CONSIDERARE LO STATO DI ALLENAMENTO;
MOTIVARE LE FORME DI RISCALDAMENTO IN FUNZIONE DELLA MOTIVAZIONE
ALLA GARA, A VOLTE SERVE A MOTIVARE CHI NON LO E’ ANCORA;
CONSIDERARE I MOMENTI DELLA GIORNATA, NEL SONNO LE FUNZIONI CORPOREE
RALLENTANO, LA MATTINA E’ NECESSARIO + TEMPO;
CORRELARE IL RISCALDAMENTO ALLA SPECIFICA GARA + INTENSO SARA’ LO SFORZO
+ FONDAMANTALE IL RISCALDAMENTO ( ANALISI GARE);
TENERE CONTO DELLA TEMPERATURA E CONDIZIONI ESTERNE;
TENERE CONTO DEI DIVERSI APPUNTAMENTI GIORNALIERI DI ALLENAMENTO O
DI GARA, TRASCORSE + DI 6 ORE OCCORRE PROGRAMMARLO EX-NOVO.
PERCHE’ IL DEFATICAMENTO?
AL PARI DEL RISCALDAMENTO IL DEFATICAMENTO RISTABILIZZA
LE FUNZIONI BIOLOGICHE, E PSICOLOGICHE.
QUESTA VOLTA ALTREATE DAL CARICO DI LAVORO ( DI ALLENAMENTO O DI GARA).
LA SCORIA METABOLICA PRODOTTA DAL LAVORO MUSCOLARE E’ L’ACIDO LATTICO.
MIALGIA MUSCOLARE, DOVUTA A DANNI DI NATURA MECCANICA DELLE CELLULE
MUSCOLARI (DISTACCO STRUTTURE CONTRATTILI DALLA LINEA Z E RIGONFIAMENTO
MITOCONDRI).
INFIAMMAZIONE ASETTICA – AUMENTO CREATINA FOSFOCHINASI CK, SOPRATTUTTO
DOPO CARICHI ECCENTRICI, O INUSUALI.
L’ACIDO LATTICO.
LA CONCENTRAZIONE EMATICA DI ACIDO LATTICO A RIPOSO DIPENDE
DALL’ALIQUODA PRODOTTA, DALLA VELOCITA’ DI DIFFUSIONE, DALLA
QUANTITA’ RIMOSSA.
IN FUNZIONE DELLA POTENZA AEROBICA;
IN FUNZIONE DELLA T. ESTERNA + ALTA A 36° CHE A 20°
MAGGIORE SE LAVORANO PICCOLI GRUPPI MUSCOLARI;
COME RIMUOVERE L’ACIDO LATTICO?
PRODIZIONE DI LA DATA DA SQUILIBRIO TRA GLICOLISI E QUOTA DI
ACIDO PIRUVICO UTILIZZATA DAL CICLO DI KREBS.
QUESTO CI FORNISCE LA POSSIBILITA’ DI UTILIZZARE IL LA COME
FONTE ENERGETICA.
Come smaltire l’acido lattico?
Dimostrazioni pratiche ci indicano che:
• Ropo 3 x 60” recupero 4’ la produzione di LA passava da 10mg/100ml
di sangue a 150/200mg/100ml di sangue; questo lavoro ad intermittenza
fu seguito da riposo assoluto e da carichi di lavoro submassimali.
Risultati:
• Riposo assoluto lattato rimosso pari a 2-3 mg/100ml di sangue al
minuto;
•Lavoro submassimale lattato rimosso 8 – 10 mg/10ml di sangue al
minuto, per lavoro submassimale eseguito al 60/80% del VO2max.
ALLA LUCE DI QUESTI STUDI SI PUO’ AFFERMARE CHE:
DOPO ESERCIZI DI SFORZO MAX E PROLUNGATO, TALE
DA PRODURRE UNA QUANTITA’ NOTEVOLE DI LA,
LA RIMOZIONE DI QUESTO VIENE FAVORITA NOTEVOLMENTE
SE VENGONO ESEGUITI CARICHI DI LAVORO SUBMAX, DURANTE
I QUALI L’ACIDO LATTICO VIENE UTILIZZATO COME CARBURANTE
E QUINDI METABOLIZZATO.
QUINDI IL DEFATICAMENTO E’ FONDAMENTALE PER
SMALTIRE LE SCORIE METABOLICHE PRODOTTE.
ED UTILIZZARE IL LA COME FONTE DI ENERGIA PER
NUOVE E FUTURE PRESTAZIONI SPORTIVE.
LO STRECHING E LA MOBILITA’ ARTICOLARE.
ANNI DI ATTIVITA’ FISICA E CARICHI DI LAVORO INTENSI PORTANO
A MODIFICAZIONOI STRUTTURALI DELLE MASSE MUSCOLARI E TENDINEE.
A VOLTE QUESTE MODIFICAZIONI STRUTTURALI PORTANO A LIMITARE
IL GESTO TECNICO O A SCADIMENTI DI TENSIONI MUSCOLARI CON CONSEGUENTE
DIMINUZIONE DELLA PRESTAZIONE.
LEGGE DI BORELLI – WEBER. FICK
"La lunghezza delle fibre è proporzionale all’accorciamento ottenuto dalla loro
contrazione e questo è circa uguale alla metà della lunghezza delle fibre".
1.
2.
3.
4.
Ad ampiezza completa, massimo allungamento massima contrazione
Allungamento completo, contrazione incompleta
Allungamento incompleto, contrazione completa
Allungamento e contrazione incomplete
UNA MUSCOLATURA ACCORCIATA CON MINORE CAPACITA’
DI ALLUNGAMENTO GENERA MINOR FORZA.
Un aumento della mobilità porta ad un miglioramento della fluidità del
gesto dell’armonia e dell’espressività del movimento, ampliando anche la
gamma delle tecniche motorie specifiche, accelerando il processo di
apprendimento e di rifinitura del movimento.
Un aumento della mobilità porta ad un miglioramento della fluidità del
gesto dell’armonia e dell’espressività del movimento, ampliando anche la
gamma delle tecniche motorie specifiche, accelerando il processo di
apprendimento e di rifinitura del movimento.
Una buona elasticità e mobilità permette un ottimale lavoro dei muscoli
agonisti, antagonisti e sinergici, contribuendo a mantenere POSTURE
corrette e prevenire squilibri muscolari.
PRINCIPI PER LE MODALITA’ DI LAVORO SULLO STRACHING.
RAPPORTO DIRETTO ED INVERSO TRA STATO DI
ALLENAMENTO E CAPACITA’ DI ALLUNGAMENTO MUSCOLARE
RAPPORTO DIRETTO TRA RISCALDAMENTO E MOBILITA’ARTICOLARE
RAPPORTO DIRETTO TRA MOBILITA’ ARTICOLARE ED ETA’
RAPPORTO DIRETTO TRA MOBILITA’ ARTICOLARE E SESSO.
Rapporto con l’affaticamento muscolare: quando la muscolatura è
eccessivamente acidificata, conseguenza di carichi intensi, e non
viene svolto il lavoro submassimale che permette lo smaltimento
dell’acido lattico, ritardando così il ristabilirsi della corretta
osmolarità, ci sarà un aumento della ritenzione idrica, nelle cellule
muscolari, che si gonfiano, e questo porta ad una maggiore rigidità
muscolare e relativo calo della mobilità articolare. (cfr. Martin,
Borra 1983).
In rispetto della legge di Borelli – Weber
durante gli allenamenti di forza e rapidità, occorre fare attenzione che
l’escursione dei movimenti (angoli articolari), con i quali si lavora sia
sempre completa, o che i gruppi muscolari che determinano la
prestazione non vengano rafforzati unilateralmente, accorciandosi
gradualmente per il prodursi di uno squilibrio muscolare.
NEGLI ALLENAMENTI DI FORZA E DI VELOCITA’ DEVONO
ESSERE ALLENATI NON SOLO GLI AGONISTI MA ANCHE GLI
ANTAGONISTI.
DOPO OGNI ALLENAMENTO DI FORZA O RAPIDITA’ I MUSCOLI
INTERESSATI AD ESSO VANNO ALLUNGATI, OPPONENDOSI IN
QUESTO MODO ALLA LORO TENDENZA DI ACCORCIARSI.
METODOLOGIE DI ALLUNGAMENTO MUSCOLARE.
Il metodo statico di allungamento: prevede l’assunzione della
posizione di allungamento,molto lentamente, in circa 5”, di
mantenerla per 10 – 60”, cercando di ridurre al massimo il
riflesso da stiramento, sfruttando il riflesso inverso da stiramento;
Il metodo della trazione passiva o allungamento permanente: è la
forma originaria, si raggiunge e si mantiene una posizione di estremo
allungamento. Diviso in allungamento “facile”di 10”, dove la
sensazione gradualmente diminuisce, e “intenso”, di altri 10-30”, dove
si cerca di allungarsi ancora un po’, evitando che si presenti una
sensazione di dolore, che porta per via riflessa ad un aumento della
tensione muscolare, impedendone l’allungamento.
Il metodo della contrazione – rilassamento – allungamento, con utilizzo
dell’”autoinibizione”: in questo metodo prima si produce una contrazione
isometrica di circa 10-30”, poi si rilassa completamente, ed infine allungati
per 10 – 30”. Prima di iniziare la contrazione isometrica occorre stirare il
muscolo nella direzione nella quale si desidera allungarlo.
Il metodo della contrazione – rilassamento – allungamento con utilizzo
dell’inibizione reciproca: in questo metodo si utilizza il principio della
inibizione reciproca. Se si contrae un muscolo, per via riflessa si provoca un
rilassamento dei suoi antagonisti.
ASPETTO PARTICOLARE:
Fondamentale durante l’esecuzione dello streching è:
la tranquillità dell’ambiente circostante, che deve essere tale da
permettere all’atleta di concentrarsi maggiormente sulle sue singole
sensazioni;
l’atleta stesso, deve controllare il suo respiro, con azioni profonde e
regolari;
deve essere effettuato dopo esercizi di riscaldamento, e dopo lavori
intensi, anche di gara.
Questi esercizi per mezzo di un rilassamento muscolare portano ad una più
rapida rimozione dei metaboliti responsabili dell’acidosi.
POSTURA E PROPRIOCETTIVITA’
NEL PATTINAGGIO CORSA OCCORRE SENSIBILIZZARE IL GESTO:
VELOCITA’ - SPINTE - ANGOLI DI INCLINAZIONE – TECNICA –
SCELTA DI MATERIALI TECNICI (RUOTE E TELAI)
SONO TUTTE IN FUNZIONE DI SENSAZIONI RECUPERATE DAI
RECETTORI PERIFERICI ED INVIATE AL SNC PER
L’ELABORAZIONE.
MOLTO SI PUO’ FARE PER MIGLIORARE QUESTO ASPETTO
A COMINCIARE DALLO STUDIO DI CALZATURE PIU’ IDONEE,
CHE MIGLIORINO LA SENSIBILITA’ DEI RECETTORI
PLANTARI.
POSTURA E PROPRIOCETTIVITA’.
ALLENARE LA SFERA SENSITIVA – CONTROLLARE NELLO SPAZIO E NEL
TEMPO LA POSIZIONE DEGLI ARTI E DEI SEGMENTI CORPOREI.
SIMULATIVI CON IL MEZZO AI PIEDI;
SIMULATIVI SENZA MEZZO AI PIEDI, DAVANTI ALLO SPECCHIO E NON;
SIMULAZIONE DELLA GESTUALITA’ SPECIFICA IN SITUAZIONI RESE
DIFFICILI, USO DELLE TAVOLETTE PROPRIOCETTIVE, DEL TRAINO
FACILITATO, DELLA SLIDE, DEL SKIERS EDGE SIMULATOR, DEI CEPPI,
DEL TAPPETO ELASTICO…
PIEDE PIATTO
PIEDE VARO
PIEDE CAVO
PI E D E VALG O
VALGO
CONCLUSIONI.
QUANDO LA PRESTAZIONE SPORTIVA VIENE ESTREMIZZATA, COME
NELL’ALTO LIVELLO, E’ NECESSARIO AFFONTARE E CONOSCERE TUTTI
GLI ASPETTI BIOMECCANICI, ENERGETICI, PSICOLOGICI.
PROFONDA CONOSCENZA TEORICA;
FONDAMENTALE COLLABORAZIONE TRA IL RICERCATORE E L’UOMO DA
CAMPO;
INDIVIDUARE SU BASI SCIENTIFICHE LE MIGLIORI METODOLOGIE DI
ALLENAMENTO PER MIGLIORARE LA PRESTAZIONE;
PER EVITARE L’APPLICAZIONE DELLA LINEA METODOLOGICA DI LAVORO
BASATA SUL METODO “PER PROVE ED ERRORI”;
CHE BASATO SULL’EMPIRISMO PRATICO NON HA RAGIONE DI ESISTERE
NELL’ALTO LIVELLO DI PRESTAZIONE.
LA NAVETTA.
ESERCITAZIONE DALLA QUALE NASCE IL TEST DI LAGER.
SI DISPONGONO DUE BIRILLI A DISTANZA DI 20M. E SI EFFETTUANO A TEMPO
PROVE DI CORSA MAX DI ANDATA E RITORNO. 15” - 30” - 60”.
IL SUICIDIO.
SI SUDDIVIDE LA PISTA PIANA O IL RETTILINEO DELLA PISTA SOPRAELEVATA
IN 7 TRATTI DI 5 M. CIASCUNO, SEGNATI DA UN BIRILLO;
SI PARTE AL PRIMO BIRILLO SI ARRIVA AL SECONDO E SI TORNA AL PRIMO, SI
ARRIVA AL TERZO E SI TORNA AL PRIMO, COSI’ FINO AL 7° BIRILLO;
LA CORSA SI CONCLUDE ALL’ENNESIMO RITORNO AL PRIMO BIRILLO.
TOTALE METRI PERCORSI 210.
APPLICAZIONI NEL PATTINAGGIO CORSA.
LE ESERCITAZIONI PRECEDENTI POSSONO ESSERE RIPRODOTTE
NEL PATTINAGGIO A ROTELLE.
SI DISPONGONO DUE BIRILLI AL CENTRO DELLA CORSIA DELLA PISTA
SOPRAELEVATA A DISTANZA DI 30M E SI EFFETTUANO PROVE
DI ANDATA E RITORNO A VELOCITA’ CRESCENTE.
SI DISEGNANO IN PISTA PIANA 4 CERCHI, DIAMETRO 2M, A DISTANZA DI 10M. L’UNO
DALL’ALTRO, L’ULTIMO A 8M, SI PARTE DAL FONDO E SI ARRIVA AL SECONDO, SI
GIRA E SI TORNA AL PRIMO, SI ARRIVA AL TERZO, SI RITORNA AL PRIMO E VIA DI
SEGUITO.
LA PROVA TERMINA QUANDO SI GIRA AL PRIMO CERCHIO.
TOTALE METRI PERCORSI 140.
IMPORTANZA DELLA CORSA A NAVETTA.
Il pattinaggio a rotelle corsa presenta caratteristiche biomeccaniche ed energetiche
particolari, dovute alla tipicità del gesto e delle gare:
Partenze veloci;
Continue variazioni di ritmo;
Continue accellerazioni e decellerazioni;
Continui spostamenti laterali;
Continui sprint massimali;
Tutto questa diversificazione del gesto e della velocità rende necessaria l’adeguamento
dell’allenamento, che deve necessariamente adattarsi a questi aspetti.
Il dispendio energetico risulta maggiore in queste manifestazioni che non nella pattinata costante.
Importanza dell’inserimento di esercitazioni che riproducano l’aspetto bioenergetico
e muscolare, costruite su fasi di accellerazione e decellerazione, in linea e con cambi di direzione,
sia con i PATTINI che A SECCO.
ALLENARSI CON LA SPIN -BIKE
ALENAMENTO INDOOR
SICURO
ALLENANTE LA VELOCITA’ LA RESISTENZA LA FORZA
SEMPRE IN MOVIMENTO
POSSIBILITA’ DI ALLENARE GLI ARTI SUPERIORI CONTEMPORANEAMENTE
SIMULAZIONE DELLA GARA
POSSIBILE LAVORARE IN MODALITA’ MONOPEDALE
PIACECOLE.
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la preparazione fisica speciale-globale nel pattinaggio a rotelle