ALGORITMI DI RICERCA
Nella programmazione s’incontra spesso la necessità di ricercare un
elemento (chiave) in un elenco, oppure di ordinare gli elementi di un
elenco.
Osserviamo che non è necessario ordinare gli elementi di un elenco
prima di eseguirvi una ricerca; tuttavia, come vedremo, la ricerca
risulta più veloce se gli elementi sono ordinati.
I due metodi più comunemente impiegati per cercare una chiave in un
elenco - quale un nome in una rubrica telefonica - sono la ricerca
lineare e quella binaria.
Ricerca lineare. In una ricerca lineare, o sequenziale, si esamina
ogni elemento dell’elenco nell’ordine in cui si presenta, fino a che si
trova la chiave cercata, oppure si raggiunge la fine dell’elenco.
Ovviamente, questo metodo non è il più efficiente per una ricerca in
un lungo elenco ordinato alfabeticamente, tuttavia presenta i seguenti
vantaggi:
• l’algoritmo è semplice;
• l’elenco non deve essere in un particolare ordine.
In una ricerca lineare si inizia dal primo elemento e si continua in
modo sequenziale, elemento dopo elemento, attraverso l’elenco.
Lo pseudo codice per una funzione che esegua una ricerca lineare è:
imposta un flag “trovato” a FALSO;
imposta un indice a -1;
comincia con il primo elemento della lista;
while vi sono ancora elementi nella lista AND il flag “trovato” è FALSO
confronta l’elemeno della lista con la chiave cercata;
if la chiave è stata trovata
imposta l’indice alla posizione dell’elemento nella lista;
imposta il flag “trovato” a VERO;
fine dell’if
fine del while
fornisci il valore dell’indice;
Ecco il corrispondente
diagramma di flusso:
Osserviamo che il valore fornito dalla funzione indica se la chiave sia
stato trovata o no:
• se il valore fornito è -1, la chiave non era nell’elenco;
• altrimenti il valore fornito costituisce l’indice della posizione in cui la
chiave si trova nell’elenco.
A titolo di esempio, vediamo la seguente funzione in C, che
implementa l’algoritmo della ricerca lineare:
ricerca_lineare(int *lista, int dim_lista, int chiave)
{
for (int i = 0 ; i < dim_lista ; i++)
if(lista[i] == chiave)
return true;
return false;
}
Se in una ricerca lineare la chiave cercata si trova all’inizio dell’elenco,
si dovranno effettuare solo pochi confronti; il caso peggiore è invece
se si trova alla fine dell’elenco.
In media, assumendo che la chiave si possa trovare con uguale
probabilità in un punto qualsiasi dell’elenco, il numero di confronti
necessari sarà N/2, se N è il numero di elementi dell’elenco.
Ebbene, questo numero può essere sensibilmente ridotto usando
un algoritmo di ricerca binario.
Ricerca binaria. In una ricerca binaria l’elenco deve essere già
ordinato. In tale caso la chiave cercata viene confrontata dapprima
con l’elemento centrale o mediano dell’elenco (se questo ha un
numero pari di elementi, va bene uno qualsiasi dei due elementi
centrali).
Si possono presentare tre casi:
SE
la chiave cercata è uguale
all’elemento centrale
ALLORA
la ricerca ha avuto successo e termina;
la chiave è maggiore
dell’elemento centrale
se essa è presente nell’elenco, si deve
trovare nella sua parte superiore, e quella
inferiore può essere trascurata;
la chiave è minore
dell’elemento centrale
se essa è presente nell’elenco, si deve
trovare nella sua parte inferiore, e quella
superiore può essere trascurata.
Un esempio di ricerca binaria è costituito da un semplice indovinello,
in cui un giocatore deve indovinare un intero positivo scelto da un
altro giocatore tra 1 e n, usando solo domande con risposta sì
o no.
Supponendo che n sia 16 e che sia stato scelto il numero 11, il
gioco può procedere come segue:
•
•
•
•
il numero è maggiore di
il numero è maggiore di
il numero è maggiore di
il numero è maggiore di
8? (sì)
12? (no)
10? (sì)
11? (no)
A ogni passo scegliamo il numero che si trova al centro dell’intervallo
dei valori possibili: ad es., una volta che sappiamo che il numero è
maggiore di 8 ma minore o uguale a 12, sappiamo di dovere
scegliere un numero al centro dell’intervallo 9-12, cioè 10 o 11.
Dato che il numero è maggiore di 10, ma non maggiore di 11, esso
deve essere 11.
Dato che ogni domanda dimezza lo spazio di ricerca, sono
necessarie al massimo log2n domande per trovare il numero.
Questa strategia di ricerca si può implementare con l’algoritmo definito
dal seguente pseudo codice:
imposta
imposta
imposta
imposta
un flag “trovato” a FALSO;
un indice a -1;
l’indice inferiore a 0;
l’indice superiore al numero di elementi dell’elenco -1;
comincia con il primo elemento dell’elenco;
while l’indice inferiore è <= all’indice superiore AND non si è
ancora trovata una corrispondenza
imposta l’indice medio alla media degli indici inferiore e
superiore;
confronta la chiave cercata con l’elemento di indice medio;
if la chiave cercata è uguale all’elemento di indice medio
la chiave è stata trovata;
altrimenti, se la chiave è > dell’elemento di indice medio
imposta l’indice inferiore all’indice medio +1;
altrimenti, se la chiave è < dell’elemento di indice medio
imposta l’indice superiore all’indice medio -1;
fine dell’if
fine del while
fornisci il valore dell’indice;
Ecco il corrispondente diagramma di flusso:
Come si vede dallo pseudo codice e dal diagramma di flusso, la
ricerca viene controllata con un ciclo while.
La lista inziale è definita impostando l’indice inferiore a 0 e quello
superiore al numero di elementi della lista -1.
L’elemento medio ha come indice la media (arrotondata a un intero)
dei valori inferiore e superiore.
Una volta effettuato il confronto con l’elemento medio, la ricerca viene
ristretta spostando:
 o l’indice inferiore a un valore superiore di 1 all’indice medio
 o l’indice superiore a un valore inferiore di 1 all’indice medio.
Il processo continua fino a che si trova la chiave cercata, oppure i
valori degli indici inferiore e superiore diventano uguali.
La versione in C di questo algoritmo è contenuta nella funzione
ricercaBin, che vedremo in seguito.
La ricerca binaria è detta anche taglio binario, strategia divide et
impera o ricerca dicotomica.
Ecco un semplice pseudocodice per una funzione di tipo iterativo,
che usa un ciclo while per determinare l’indice di una data
chiave in un elenco ordinato a tra gli indici ind_inf e ind_sup.
function RicercaBin(a, chiave, ind_inf, ind_sup)
while ind_inf ≤ ind_sup
ind_medio = floor((ind_inf + ind_sup)/2);
if chiave == a[ind_medio]
return ind_medio;
if chiave < a[ind_medio]
ind_sup = ind_medio-1;
else
ind_inf = ind_medio+1;
return “non trovato”;
Ma lo stesso algoritmo di ricerca si può implementare anche con il
seguente pseudocodice, di tipo ricorsivo:
function RicercaBin(a, chiave, ind_inf, ind_sup)
if ind_sup < ind_inf
return “non trovato”;
ind_medio = floor((ind_inf + ind_sup)/2);
if chiave == a[ind_medio]
return ind_medio;
if chiave < a[ind_medio]
RicercaBin(a, chiave, ind_inf, ind_medio-1)
else
RicercaBin(a, chiave, ind_medio+1, ind_sup)
In entrambi i casi l’algoritmo ha termine, dato che sia nella chiamata
ricorsiva, sia nell’iterazione la differenza tra l’indice superiore e
quello inferiore diventa sempre più piccola, fino a diventare alla
fine negativa.
Osservazione. L’algoritmo iterativo sovrascrive i dati in ingresso
con quelli in uscita, e pertanto occupa una quantità di memoria
aggiuntiva piccola e predeterminata. Esso si chiama pertanto
algoritmo sul posto.
Invece l’algoritmo ricorsivo non sovrascrive i dati, e può occupare
una quantità aggiuntiva di memoria anche molto grande. Esso si
chiama non sul posto.
Tempo di esecuzione. Il vantaggio di usare un algoritmo di ricerca
binaria è che il numero di elementi tra cui cercare viene diviso per 2
ogni volta che si ripete il ciclo while. Così,
 la prima volta che si esegue il ciclo si deve cercare fra n elementi;
 la seconda volta n/2 elementi sono stati eliminati e ne rimangono
solo n/2;
 la terza volta si elimina un’altra metà degli elementi rimanenti, e così
via.
In generale, dopo p ripetizioni del ciclo, il numero di elementi che
rimangono da confrontare è n/(2p). Nel caso peggiore, la ricerca
continua finché gli elementi che rimangono da confrontare siano <=1.
Matematicamente ciò si esprime dicendo che
n/(2p) <= 1
o, in modo altenativo, che p è l’intero più piccolo tale che 2p >= n.
Per esempio, per un vettore di n = 1.000 elementi il numero massimo,
p, di passi necessari per una ricerca binaria è 10.
La tabella confronta i numeri di passi di cicli necessari per le ricerche
lineare e binaria per varie dimensioni degli elenchi.
Come si vede, per un vettore di 50 elementi il numero massimo di passi
è circa 10 volte superiore per una ricera lineare che per una binaria, e
ancora di più per vettori lunghi.
In linea di massima, 50 elementi sono considerati di solito la linea di
confine: per vettori più brevi la ricerca lineare è accettabile, per vettori
più lunghi si usa la ricerca binaria.
Notazione O-grande. Le prestazioni degli algoritmi possono essere
confrontate con diversi metodi. Uno di questi consiste nell’eseguire
molti test per ogni algoritmo e nel confrontarne i tempi di esecuzione
misurati. Un altro modo è stimare il tempo richiesto.
Per esempio, può succedere che il tempo di ricerca, all’aumentare del
numero di elementi n dell’elenco, sia proporzionale a n (cosicché ci
aspettiamo che il tempo di ricerca raddoppi se la dimensione
dell’elenco aumenta di un fattore 2).
In tale caso si dice che il tempo di ricerca è O(n) (“O-grande di n”). La
notazione O-grande non descrive il tempo esatto richiesto da un
algoritmo, ma indica solo un limite superiore al tempo di esecuzione,
entro un fattore costante.
Per esempio, se il tempo di esecuzione di un algoritmo è O(n2), allora
esso non cresce più del quadrato della dimensione dell’elenco.
La tabella seguente illustra i valori con cui crescono alcune funzioni di n.
Se i valori nella tabella rappresentano microsecondi, allora per
processare 1.048.476 elementi,
• un algoritmo O(lg n) può impiegare 20 microsecondi
• un algoritmo O(n1.25) può impiegare 33 secondi
• un algoritmo O(n2)
può impiegare fino a 12 giorni.
Come abbiamo visto, nella ricerca binaria un confronto in più consente
di ricercare fra un numero doppio di valori.
Dato che la funzione lg2n cresce di 1 quando n raddoppia, la ricerca
binaria è un algoritmo di complessità O(lg2n) o anche, come si dice,
caratterizzato da un fattore di crescita O(lg2n).
Essa è assai più veloce della ricerca lineare, che ha complessità O(n).
In seguito vedremo una stima della complessità in termini di tempo per
ogni algoritmo, usando la notazione O-grande.
ALGORITMI DI ORDINAMENTO
Quello di ordinare in modo crescente o decrescente dei numeri, o
delle parole in ordine alfabetico diretto o inverso, è uno dei problemi
più frequenti dalla programmazione.
Formalmente esso si enuncia in questi termini:
dato il vettore a di n componenti a[0], ... , a[n-1]
trasformarlo in un vettore ordinato in modo non decrescente, cioè
tale che risulti a[i] <= a[i+1] per qualsiasi valore di i.
Per ordinare dei dati esistono due tecniche principali, dette
rispettivamente ordinamenti interni e ordinamenti esterni.
Gli ordinamenti interni si usano quando la lista dei dati non è troppo
lunga e può essere memorizzata per intero nella memoria del
computer, di solito in un vettore.
Gli ordinamenti esterni si usano per insiemi di dati molto grandi,
memorizzati in file su dischi esterni o su nastri, che non conviene
caricare nella loro interezza nella memoria del computer.
Il primo caso (ordinamento di un vettore) corrisponde a ordinare le
carte di un mazzo disponendole su un tavolo, in modo che siano
tutte visibili e utilizzabili contemporaneamente da chi riordina.
Il secondo caso (ordinamento di file) corrisponde invece a ordinare le
carte disponendole in mucchietti o pile, in modo che solo la carta in
cima a ogni pila sia visibile e utilizzabile.
Un’altra classificazione degli algoritmi di ordinamento si basa sulla
loro efficienza o economia di tempo. Una buona misura
dell’efficienza si ottiene contando numeri di confronti tra chiavi e di
movimenti (trasposizioni) necessari per il riordino.
Queste quantità sono funzioni del numero n di elementi da ordinare.
Anche se buoni algoritmi di ordinamento richiedono un numero di
confronti dell’ordine di n log n, vedremo dapprima alcune
tecniche semplici e ovvie, chiamate metodi diretti, che richiedono un
numero di confronti dell’ordine di n2.
Di seguito vedremo i seguenti algoritmi:
Ordinamenti O(n2)
Ordinamenti O(n log n)
Ordinamento a bolle (bubble sort). L’ordinamento a bolle è
l’algoritmo di ordinamento più semplice, ma anche il più lento. Esso
• confronta le prime due componenti e, se la prima è maggiore
della seconda, le scambia; continua così con tutte le coppie
fino all’ultima;
• ripete i passi precedenti fino alla penultima coppia, poi fino alla
terzultima,… fino a femarsi alla prima coppia.
Il processo esegue quindi n-1 passate del vettore, in ciascuna delle
quali il valore più grande si muove verso la fine del vettore, come
le bolle all’interno di un liquido.
Consideriamo, ad esempio, il seguente vettore:
Il 1° confronto, eseguito tra le prime due componenti (690 e 307),
determina il loro scambio:
Anche il 2° confronto, tra la seconda coppia di componenti del vettore
riordinato (690 e 32), determina il loro scambio:
Così pure il 3° confronto, tra la terza coppia di componenti del vettore
(690, 155), determina il loro scambio:
Lo stesso avviene per il 4° confronto tra la 4a coppia di componenti
(690, 426).
Perciò al termine della prima passata l’elemento più grande (690) si
trova alla fine del vettore.
La seconda passata è analoga alla prima ma si ferma, nei confronti,
alla penultima coppia di componenti del vettore.
Il processo continua, fermandosi sempre a una coppia di componenti
prima, fino a che sono state compiute n-1 passate.
Per costruire lo pseudocodice, osserviamo che le componenti del
nostro vettore sono a[0], a[1], a[2], a[3], a[4], e che n=5.
Se diciamo che ogni confronto avviene tra una componente e la
precedente, ossia - chiamando j l’indice della componente via via
confrontata - tra a[j] e a[j-1], allora nella prima passata j
varia da 1 a n-1.
Dato che a ogni passata j si deve fermare a un valore precedente,
fino a che nell’ultima passata assume il valore 1, possiamo indicare
con i il valore finale assunto da j (ossia dire che j varia da 1 a
i), e dire che i varia da n-1 a 1. Lo pseudocodice è quindi:
for i (indice ultima componente confrontata) da n-1 a 1
for j (indice componente via via confrontata) da 1 a i
if a[j-1] > a[j]
{
scambia a[j-1] con a[j]
}
end for
end for
Ecco il corrispondente diagramma
di flusso:
Ed ecco il corrispondente
segmento di programma in C:
void bubbleSort(int a[], int n)
{
int i, j, temp;
for (i = (n-1); i >= 0; i--)
{
for (j = 1; j <= i; j++)
{
if (a[j-1] > a[j]
{
temp = a[j-1];
a[j-1]= a[j];
a[j] = temp;
}
}
}
}
Esercizio. Ordinare il seguente vettore:
44
55
12
42
94
18
06
67
Quante passate sono state necessarie?
Malgrado sia semplice da comprendere e facile da implementare,
l’ordinamento a bolle è considerato di solito l’algoritmo di
ordinamento più inefficiente.
Nel caso migliore, in cui la lista sia già parzialmente ordinata, esso può
raggiungere un livello di complessità O(n), mentre nel caso generale
ha complesità O(n2), come mostra il grafico seguente.
Efficienza dell’algoritmo ordinamento a bolle
Miglioramenti. L’algoritmo si presta ad alcuni semplici miglioramenti.
1. Il primo deriva dall’osservazione che il vettore potrebbe risultare
ordinato anche prima di avere eseguito tutte le n-1 passate; in
tale caso le passate successive sarebbero superflue.
Il miglioramento consiste allora nell’annotare se in una passata si
siano efettuati degli scambi, e nel terminare l’algoritmo dopo avere
eseguito una passata in cui non siano avvenuti scambi. Ecco lo
pseudocodice:
poni un contatore di scambi = 0
for i (indice ultima componente confrontata) da n-1 a 1
for j (indice componente via via confrontata) da 1 a i
if a[j-1] > a[j]
{
scambia a[j-1] con a[j]
incrementa il contatore di scambi
}
end or
if contatore di scambi = 0 fine
end for
Esso corrisponde
a modificare nel
seguente modo
il precedente
diagramma di
flusso:
2. Un secondo miglioramento si ottiene annotando non solo se sono
stati eseguiti scambi, ma anche la posizione (indice) dell’ultimo
scambio: infatti tutte le coppie di elementi adiacenti che si trovano
prima di questo indice sono nell’ordine desiderato, cosicché le
passate successive potranno partire dall’indice in questione.
3. Si può osservare una particolare asimmetria:
• un elemento che si trovi in un posto “sbagliato” nell’estremità
“pesante” di un vettore altrimenti già ordinato viene messo al posto
giusto in una sola passata, mentre
• un elemento al posto “sbagliato” nell’estremità “leggera” si avvicina
verso la posizione corretta di un solo posto per passata.
Ad es., il vettore:
12
18
42
44
55
67
94
06
verrebbe ordinato dal bubble sort migliorato in una sola passata,
mentre il vettore
94 06 12 18 42 44 55 67
richiederebbe sette passate per essere ordinato.
Questa asimmetria non intuitiva suggerisce, come terzo miglioramento,
di alternare le passate successive, dando luogo a un algoritmo detto
shakesort o cocktail sort. Il suo comportamento è illustrato in figura:
i=2
r=8
3
8
3
7
4
7
4
4
44
55
12
42
94
18
06
67
06
44
55
12
42
94
18
67
06
44
12
42
55
18
67
94
06
12
44
18
42
55
67
94
06
12
18
42
44
55
67
94
Secondo i puristi degli algoritmi, l’ordinamento a bolle non andrebbe
mai usato anche se, in realtà, non c’è una notevole differenza di
prestazioni tra i vari algoritmi di ordinamento fino a circa 100
elementi, e la semplicità dell’ordinamento a bolle lo rende attraente.
Esso comunque non andrebbe usato per ordinamenti ripetitivi, o che
coinvolgano più di 200 elementi.
Molto più efficienti dell’ordinamento a bolle, sebbene anche essi
abbiano complessità O(n2), sono gli algoritmi di ordinamento per
selezione, inserimento e shell.
Ordinamento per selezione. Un altro ordinamento semplice, che
migliora le prestazioni del bubble sort, è l’ordinamento per
selezione. In esso:
1. si seleziona la più piccola tra le componenti
a[1], ... , a[n]
(o una delle più piccole, se ve ne sono più uguali) e la si scambia
con a[1];
2. tra le componenti
a[2], ... , a[n]
del vettore così modificato si seleziona la successiva componente
più piccola e la si scambia con a[2], e così si prosegue.
Perciò all’inizio della generica (i-esima) iterazione le componenti
a[1], ... , a[i-1]
risultano ordinate, mentre le restanti componenti sono in un ordine
qualsiasi:
Si continua così fino alla iterazione n-1-esima, dopo la quale tutto il
vettore risulta ordinato.
Consideriamo, ad es., il seguente elenco iniziale di numeri:
Nel 1° passo si seleziona il numero
32 e lo si scambia con il 1° elemento
dell’elenco.
Nel 2° passo si seleziona il numero 155
tra il 2° e il 5° elemento dell’elenco
riordinato e lo si scambia con il 2°.
Nel 3° passo si seleziona il numero
307 tra il 3° e il 5° elemento
dell’elenco e lo si scambia con il 3°.
Finalmente, nel 4° e ultimo passo si
seleziona il restante valore minimo e
lo si scambia con il 4° elemento.
Sebbene in questo esempio sia stato effettuato uno scambio in
ciascun passo, lo scambio non si sarebbe effettuato se il valore più
piccolo si fosse già trovato nella posizione corretta.
Ovviamente ciascun passo comporta diversi confronti e sostituzioni,
non indicati nello schema precedente.
Lo pseudo codice dell’ordinamento per selezione è il seguente:
for ogni elemento, dal primo all’ultimo
[trova l’elemento minimo, dal corrente fino all’ultimo]
scambia il valore minimo con l’elemento corrente;
salva l’indice dell’elemento corrente;
for ogni elemento, da quello corrente +1 fino all’ultimo
if elemento[indice ciclo interno] < valore minimo
poni valore minimo = elemento[indice ciclo interno]
salva l’indice del nuovo valore minimo trovato
fine dell’if
fine del for
scambia il valore corrente con il nuovo valore minimo
fine del for
Ecco il relativo codice in C e il
corrispondente diagramma di
flusso.
void SelectSort(int A)
{
int i, j, min, t;
for (i = 1; i<= n; i++)
{
min = i;
for (j = i+1; j <= n; j++)
if (A[j] < A[min])
min = j;
Swap(&A[min],&A[i]);
}
}
Vedremo più avanti il programma in C completo.
L’ordinamento per selezione ha complessità di O(n2), come si vede dal
grafico seguente.
L’ordinamento per selezione è l’unico nel quale il tempo di esecuzione
non sia influenzato dal grado di ordine nell’elenco. Infatti la
semplicità della sua struttura gli fa eseguire in ogni caso lo stesso
numero di operazioni.
Fornisce un miglioramento di prestazioni del 60% rispetto
all’ordinamento a bolle, ma è oltre due volte più lento
dell’ordinamento per inserimento, che è ugualmente facile da
implementare. Perciò non vi è alcuna ragione per preferire
l’ordinamento per selezione all’ordinamento per inserimento.
L’ordinamento per selezione è stato definito “il figliastro non voluto”
degli ordinamenti n2, e non andrebbe usato per ordinare elenchi
con oltre 1.000 elementi, o per ordinare ripetutamente elenchi con
oltre 200 elementi.
Ordinamento per inserimento. Uno dei metodi più semplici per
ordinare un vettore è l’ordinamento per inserimento che, come dice il
nome, inserisce ciascun elemento nel suo posto “giusto” dell’elenco
finale.
La implementazione più semplice richiede due vettori distinti: il vettore
sorgente e uno in cui inserire gli elementi ordinati.
Un altro tipo di implementazione
usa un ordinamento sul posto,
che dapprima
• copia l’elemento corrente in una
variabile temporanea, quindi
• confronta quest’ultima con tutti
gli elementi precedenti fino a
trovare il posto giusto dove
inserire l’elemento.
In tal modo il vettore viene
ordinato senza utilizzare
memoria aggiuntiva.
Partendo dall’inizio del vettore, esaminiamo la prima coppia di
elementi ed estraiamo il 3. Spostiamo quindi verso il basso gli
elementi che si trovano al di sopra finché non troviamo la
posizione corretta in cui inserire il 3.
Ripetiamo il procedimento con la seconda coppia di elementi (4-1),
estraendo da essa il numero 1.
Infine completiamo l’ordinamento estraendo dall’ultima coppia (4-2) il
2 e inserendolo nella posizione corretta.
Indichiamo con indice una variabile dove copiamo,
temporaneamente, il valore di volta in volta considerato.
Ecco il segmento di programma in C che esegue l’ordinamento per
inserimento.
void OrdIns (int a[], int n)
{
int i, j, indice;
for (i = 1; i < n; i++)
{
indice = a[i];
j = i;
while ((j>0) &&
(indice < a([j-1]))
{
a[j] = a[j-1];
j = j - 1;
}
a[j] = indice;
}
}
Ed ecco il corrispondente diagramma
di flusso:
L’ordinamento per inserimento è di tipo stabile, nel senso che
mantiene l’ordinamento originale quando vi siano elementi uguali
nei dati in ingresso.
Un esempio familiare si ha nel gioco delle carte: per ordinare le carte
che si tengono in mano se ne estrae una, si scorrono le precedenti
e s’inserisce la carta estratta nella posizione corretta. Questo
processo viene ripetuto finché tutte le carte saranno nella giusta
sequenza.
Se il vettore da ordinare contiene n elementi, dobbiamo indicizzarne
n-1; per ognuno di essi dobbiamo esaminarne e spostarne, al più,
altri n-1.
Ciò porta a un algoritmo di complessità O(n2), sia nel caso medio sia
in quello peggiore, chiaramente evidenziata nella figura seguente.
Osserviamo che, pur avendo la stessa complessità dell’ordinamento a
bolle, l’ordinamento per inserimento è oltre due volte più efficiente di
esso, anche se risulta inefficiente per liste lunghe.
Efficienza dell’algoritmo di ordinamento per inserimento
Shell Sort. Shell sort, ideato da Donald L. Shell, è un algoritmo di
ordinamento non-stabile e sul posto. Esso migliora l’efficienza
dell’ordinamento per inserimento spostando velocemente gli
elementi nelle loro destinazioni.
La complessità media è O(n1.25), mentre quella del caso peggiore
diventa O(n1.5).
Nella figura è mostrato un esempio di ordinamento per inserimento.
Per primo viene estratto il valore 1, il 3 e il 5 vengono spostati
verso il basso di una posizione, e nel posto rimasto libero viene
inserito il valore 1, per un totale di due spostamenti.
Come mostra l’iterazione successiva, sono necessari due
spostamenti per inserire il valore 2.
Il processo continua fino all’ultima iterazione, per cui il totale degli
spostamenti fatti sarà 2 + 2 + 1 = 5.
La figura seguente illustra invece un esempio di shell sort, eseguito
sullo stesso vettore precedente.
Si inizia facendo un ordinamento per inserimento usando una
spaziatura di 2. Nel primo passo vengono esaminati i valori 3-1.
Estraendo 1, spostiamo il 3 verso il basso, per un totale di uno
spostamento. Vengono quindi esaminati i valori 5-2. Si estrae il 2,
si sposta il 5 verso il basso, e quindi si inserisce il 2.
Dopo avere ordinato con una spaziatura 2, viene fatto un passo
finale con una spaziatura 1, come nell’ordinamento per
inserimento tradizionale.
Il numero totale di spostamenti fatti usando shell sort è 1+1+1 = 3.
Quindi l’avere aumentato la spaziatura iniziale di una unità ha
permesso di spostare più velocemente i valori nella posizione
corretta.
Per implementare lo shell sort si possono usare diverse spaziature.
Di solito si ordina dapprima il vettore con una spaziatura grande,
quindi si riduce la spaziatura e lo si riordina. Per l’ordinamento
finale, la spaziatura vale 1.
Sebbene lo shell sort sia facile da capire intuitivamente, una sua
analisi formale risulta difficile. In particolare, la valutazione dei valori
ottimali di spaziatura sfugge ai teorici.
Knuth ha provato sperimentando diversi valori e raccomanda, per
ottenere la spaziatura h per un vettore di dimensione n, di basarsi
sulla seguente formula:
valore di partenza
valore generico
ultimo valore
h1 = 1
hs = 3hs-1 + 1
ht quando ht+2 >= n
In questo modo, i valori di h vengono calcolati nel modo seguente:
h1
h2
h3
h4
h5
=
=
=
=
=
1
(3
(3
(3
(3
x
x
x
x
1) + 1 = 4
4) + 1 = 13
13) + 1 = 40
40) + 1 = 121
Per ordinare 100 elementi, troviamo il primo valore di hs tale che
hs >= 100
ossia h5.
Il valore finale (ht) si trova due passi più in basso, vale a dire h3.
La sequenza dei valori di h sarà, pertanto: 13-4-1.
Determinato il valore iniziale di h, i valori successivi si possono
calcolare con la formula:
hs-1 = floor(hs/3)
Ecco il relativo codice in C.
void ShellSort(int A[])
{
int i, j, h=1, v;
do
h = 3*h+1;
while (h <= n);
do
{
h /= 3;
for (i=h+1; i<= n; i++)
{
v = A[i];
j = i;
while ((j>h) && (A[j-h] > v))
{
A[j] = A[j-h];
j - = h;
}
A[j] = v;
}
}
while (h > 1);
}
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