Innovazione tecnologica ed integrazione
Innovazione tecnologica ed integrazione.
Le sfide del web 2.0 all’educazione.
dott. Giovanni Bonaiuti
Università di Firenze
Dipartimento di Scienze dell’Educazione
e dei Processi Culturali e Formativi
LTE – Laboratorio Tecnologie dell’Educazione, Università di Firenze
Innovazione tecnologica ed integrazione
Le tecnologie nell’insegnamento
Da sempre la storia dell’insegnamento si intreccia con quella degli
artefatti tecnologici resi disponibili dalle scoperte scientifiche
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Innovazione tecnologica ed integrazione
Le prime macchine per insegnare “universali”
Lo psicologo Sidney Pressey, negli
anni Venti, propone le prime macchine
per insegnare. Queste si limitavano a
proporre domande corredate da quattro
possibili risposte, delle quali una sola
corretta
Burrhus Frederic Skinner negli
anni Cinquanta sviluppa i principi
del comportamentismo e propone
l’istruzione programmata
per le sue teaching machines.
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Inizia la storia delle (e la riflessione sulle) TD
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Innovazione tecnologica ed integrazione
Il rapporto tra teoria, tecnologia e pratica
2001: Odissea nello spazio
•
L’applicazione didattica dell’innovazione
tecnologica non è sempre ben ponderata
•
Ogni nuovo strumento abilita a nuove pratiche e,
in parte, contribuisce al ripensamento delle teorie
pedagogiche …
•
… ma quasi mai ciò avviene immediatamente.
•
Spesso si usano le tecnologie in maniera
impropria: con modelli teorici inadeguati agli
specifici media, per finalità non chiare o senza
una precisa impostazione metodologica
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La lunga vita del comportamentismo
Uno dei modelli che ha maggiormente guidato – fino dai suoi primi
impieghi – l’uso delle tecnologie nella didattica è l’istruzione
programmata. Strategia formativa che fa propri i principi del
comportamentismo è che è tuttora molto diffusa …
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A questo approccio si sono, periodicamente, opposti …
… quanti vedono l’apprendimento da una diversa prospettiva:
quella della costruzione attiva ed esplorativa delle conoscenze
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Modelli a confronto
Approccio istruzionista
Approccio costruttivista
I contenuti sono organizzati ed offerti con
gradualità. L’apprendimento è l’effetto di
catene di associazioni tra stimolo, risposta e
rinforzo positivo
Il setting di un ambiente di apprendimento è
caratterizzato da complessità ed
eterogeneità di risorse disponibili.
L’apprendimento è costruzione di significato.
Punti chiave per la trasposizione didattica:
Frazionamento del contenuto in unità
minime (item)
Processo di stimolo-risposta-rinforzo
Gli errori rappresentano un ostacolo da
superare e vengono rilevati
La valutazione finale è di tipo sommativo
L’apprendimento nasce dal confronto con un
problema da risolvere
Assenza di feed back sistematici e di altre
forme di sostegno strutturate
Gli errori sono una risorsa.
Sono ammesse soluzioni diverse
La valutazione avviene soprattutto in itinere
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Le grandi domande dei docenti
• Quale approccio teorico si è
dimostrato migliore?
• Come integrarli con le tecnologie?
• Cosa ne sappiamo dell’efficacia?
• Come scegliere tra le diverse
possibilità?
Prima di provare a rispondere diamo
Prima di provare a rispondere diamo
un’occhiata
un’occhiata ad
ad alcuni
alcuni sviluppi
sviluppi recenti
recenti in
in
particolare
particolare relativi
relativi all’e-learning
all’e-learning
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Il fenomeno e-learning
•
•
•
Incontro della rete con le esperienze della FAD e delle tecnologie didattiche
Molteplici possibilità di utilizzo, ampia proposta di ambienti (le “piattaforme”)
Vari sono i modelli operativi, ma le risorse in gioco sono sostanzialmente
tre: materiali didattici, tutor, allievi
Docente/tutor
Materiali e risorse
Internet
Colleghi/pari
(tools e infrastruttura)
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e-learning
Tecnologie e risorse software per il sostegno
Si “scommette” soprattutto sui contenuti
LMS 1
•
I Learning Objects (LO):
sono “materiali didattici”
autoconsistenti e modulari.
•
Obiettivo tecnologico:
standardizzare e separare LO dalle
piattaforme (interoperabilità)
•
Obiettivo pedagogico:
creare estensive risorse di LO per
favorire il loro impiego in contesti
diversi (riusabilità).
LMS 2
Learning object
LMS 3
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Si sviluppa il mercato dei LO
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.. an risors
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Ma dopo poco …
• Iniziano ad addensarsi le prime “ombre”
sull’e-learning tradizionale …
• Sotto accusa ci sono sia i “learning object” e la prospettiva
“erogativa” che li caratterizza (tuttora predominante)
• Ma anche gli LMS (ovvero le piattaforme) viste come dei
“recinti” che limitano la naturale propensione degli individui
ad apprendere
È
È una
una critica
critica ad
ad una
una impostazione
impostazione
“istruzionista”?
“istruzionista”? Forse,
Forse, ma
ma non
non solo…
solo…
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Emerge che …
… le tecnologie consentono di studiare :
• in nuovi “spazi” (a casa, all’aperto, in ufficio, in treno …)
• non solo online, non solo in presenza
• attraverso molteplici dispositivi diversi (iPod, PDA, portatili…)
Si scopre, inoltre, che :
• esistono forme e modi diversi di apprendere
• si impara con o senza gli insegnanti
• quello che serve si apprende soprattutto informalmente
• anche il tempo morto è un tempo prezioso
• si impara durante tutta la vita (lifelong)
Fonte: Jay Cross © 2006 Internet Time Group LLC, Berkeley, California
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In internet per apprendere
• Scoprono che in rete c’è di tutto. Anzi: c’è tutto.
• Una grande rivoluzione che, in una parola, possiamo definire:
PERSONALIZzAzIone
• ovvero, il
meLearning!
apprendo quando, dove e come voglio
(anche senza piattaforme e LO)
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Il Web 2.0 è al centro di questa rivoluzione
Ma
Ma cos’è
cos’è realmente
realmente ilil web
web 2.0
2.0 ??
Lo
Lo caratterizzano
caratterizzano due
due aspetti:
aspetti: uno
uno
tecnologico,
tecnologico, l’altro
l’altro sociale.
sociale. Vediamo.
Vediamo.
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Aspetto tecnologico
•
Siti web facili e veloci da utilizzare, tanto da
renderli simili alle applicazioni tradizionali
installate nei personal computer.
•
Le pagine sono prodotte dinamicamente con
il solo utilizzo del web browser
•
Nuovi dati inseriti dagli utenti diventano
a loro volta i contenuti del web
•
L’ampiezza di banda e la disponibilità di
adeguati dispositivi rendono ampiamente
disponibili contenuti multimediali
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Aspetto sociale
•
Cambia il rapporto degli utenti con la rete
•
Prima erano soprattutto fruitori
ora sono principalmente autori
•
Si sviluppa il fenomeno della
condivisione di risorse (anche quando
gli utenti non ne sono consapevoli)
•
Si afferma il social-networking…
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Il web 2.0 interconnette
•
I nodi non sono più solo risorse
“statiche”, ma anche risorse
dinamiche prodotte e continuamente
modificate dagli utenti
•
Inoltre i nodi sono ora anche
gli stessi utenti o intrecci di
utenti ed applicazioni
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Cambia l’architettura delle informazioni
•
•
•
•
Le informazioni sono separate dalla modalità con cui verranno presentate
I contenuti sono liberi di girare … La loro diffusione (syndication) avviene
tramite protocolli che, come il RSS, consentano a siti diversi di aggregare e
usare “fonti” diverse
L’unità informativa non è più la pagina, ma i “micro-contenuti”.
Anche l’utente può aggregare come crede le proprie fonti informative e
crearsi proprie pagine specializzate
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Costruzione collaborativa di artefatti digitali
•
•
•
Lo slogan: “il Web come piattaforma”
La tendenza: le applicazioni stanno migrando dal desktop al Web
(o comunque si mescolano tra PC e rete).
I punti di forza:
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Alcuni esempi
•
•
•
•
•
GoogleDocs (www.google.com)
Gliffy (www.gliffy.com)
Zoho (www.zoho.com)
JumpCut (www.jumpcut.com)
ToonDoo (www.toondoo.com)
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Indicizzare le risorse con i “tag”
•
Folksonomy. Classificazione non strutturata e distribuita
All’opposto delle tassonomie
•
Social bookmarking
Del.icio.us., Ma non soLo
i tag sono ovunque…
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Ricerca (e condivisione) di …
Immagini
• Flickr (www.flickr.com)
• Zoto (www.zoto.com)
Video
• YouTube (www.youtube.com/)
• TeacherTube (www.teachertube.com)
Documenti
• Scribd (www.scribd.com)
Presentazioni
• SlideShare (www.slideshare.net)
Mappe
• A partire da Google Map e Google Heart
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Condivisione delle conoscenze
Tutto, progressivamente, in rete.
Sempre più risorse sotto licenza aperta
•
YahooAnswer (answers.yahoo.com/)
•
GoogleResearch (research.google.com)
•
Wikipedia (www.wikipedia.net)
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Nuovi modi per comunicare e insegnare
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Uso di second life e di altri ambienti virtuali
Mondo 3-D interamente creato dai suoi
“residenti”
Dalla sua apertura (2003) ad oggi la sua
crescita è stata esplosiva.
Esiste anche una versione solo per i
ragazzi (Teen Second Life)
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Risorse per apprendere e collaborare
•
Blog. Attraverso un blog è possibile scrivere testi
e inserire immagini in rete, come se si trattasse di
una normale applicazione di videoscrittura,
semplicemente utilizzando il normale browser.
•
Wiki. Con i wiki si possono costruire complessi
documenti ipertestuali a più mani. È lo strumento
ideale per fare relazioni, progetti, e sviluppare idee
in maniera collaborativa
•
Podcast. Dall’uso dei lettori MP3 per ascoltare la
musica, nuove opportunità per apprendere.
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Il fenomeno del “mashup”, ovvero …
Mescolare servizi diversi, integrando creativamente le proprie informazioni …
esempi:
• Zontube (Amazon + YouTube)
• Flickervision e Fotoland (Google Maps + Flickr)
• PopURLS (mashup di informazioni da siti diversi)
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Il social networking. Le persone fanno rete
“Six degrees of separation” ci dividono…
… la rete consente di riunirci
mySpace, Facebook, LinkedIn, 43Things
Connettersi per molti motivi e in modi diversi:
l’importante è connettersi!
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Nuove forme di condivisione
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Tutto questo è “e-learning 2.0”
La tecnologia come risorsa per aggregare
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Ma, accanto alle opportunità …
•
•
•
•
Troppe risorse, instabilità, estemporaneità, molto “rumore”
Assenza di controllo scientifico disciplinare
Difficile riconducibilità a CFU o ad altre misure
L’apprendimento è soprattutto “incidentale” e richiede cultura adeguata
•
•
utile con la supervisione di un docente o se si ha una sufficiente preparazione
Si adatta bene ad alcune tipologie di knowledge worker e, soprattutto, nella formazione
continua (contesto informale)
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Torniamo alle nostre domande …
Esistono tecnologie più o meno efficaci?
Esiste un metodo migliore per utilizzarle?
•
•
•
La parentesi che abbiamo aperto sul “web 2.0” può sconcertare.
La ricchezza di risorse e contenuti è davvero inesauribile.
Si tratta (del resto) di un ciclone che, in poco tempo, ha sconvolto le
certezze di un modello (quello dell’e-learning tradizionale).
•
Il successo del web 2.0 sembra dirci che le persone, quando possono,
preferiscono apprendere in maniera libera ed eclettica, piuttosto che
aspettarsi istruzioni complesse e strutturate a domande astratte.
•
E’ la vittoria del modello costruttivista?
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Non esiste una risposta univoca
Circa le tecnologie
• Certamente ci sono utilizzi impropri delle tecnologie. Anzi sono più frequenti
delle buone soluzioni. Ad esempio usare internet per proporre learning object
del tipo “sfoglia pagina”…
• Ci sono anche abusi delle tecnologie: come fare complessi ipertesti
multimediali in classe …
• Ma le tecnologie offrono anche importanti opportunità
Circa i modelli metodologici
• C’è un metodo migliore?
• Dipende dagli obiettivi e dalle caratteristiche degli studenti:
– Sicuramente, davanti a soggetti caratterizzati da disturbi specifici della sfera
cognitiva i metodi costruttivisti non aiutano … anzi.
– I metodi istruzionisti, almeno per le prime fasi di ogni nuovo apprendimento,
rappresentano il modo più sicuro per guidare gli allievi in difficoltà (si veda anche
Celi – Romani, Macchine per imparare, Erickson, 1997)
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La CLT conferma il principio dei metodi istruzionisti
La Cognitive Load Theory,
grazie anche a 25 anni di
evidenze sperimentali, sottolinea
l’importanza di rispettare le
modalità umane di apprendere
Il “carico” a livello cognitivo deve essere adeguatamente gestito
dall’insegnante in maniera da ottimizzare il rapporto tra l’expertise dello
studente, la complessità del contenuto, e i metodi didattici usati nell’ambiente
di apprendimento.
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Lavorare sui diversi tipi di carico cognitivo
La CLT ci dice che le risorse mentali sono limitate. È quindi necessario che
nell’insegnare si ottimizzino le capacità “elaborative” della STM (short term mem)
•
Diminuendo il “carico cognitivo estraneo” ad esempio evitando divagazioni o
sovraccaricando la componente visiva o quella uditiva della memoria di lavoro
•
Facendo attenzione al “carico cognitivo intrinseco”,
es. attraverso tecniche di chunking e sequencing
•
Concentrandosi sul “carico cognitivo rilevante” ovvero sul tema principale
favorendo la costruzione di idonei schemi mentali.
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Missione impossibile ?
• Dobbiamo quindi concludere che gli unici utilizzi
possibili, con i soggetti diversamente abili, siano
connessi alle tecnologie più tradizionali ed ai
metodi istruzionisti?
• E come la mettiamo con l’integrazione in una
società sempre più orientata all’attribuzione di
valore allo scambio ed alla costruzione di
conoscenze in rete?
• In quale modo è possibile lavorare alla riduzione
del divario tra normalità e disabilità nell’accesso?
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1) La rete per le famiglie e gli educatori
Gli strumenti del web 2.0 sono necessari, in primo luogo, agli
educatori, ai familiari ed a quanti sono in relazione di aiuto.
La rete offre la possibilità,
ineguagliabile,
di condividere le esperienze
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2) Non esiste solo il dominio cognitivo
Della celebre tassonomia degli obiettivi educativi di Bloom l’area del dominio
cognitivo è senz’altro la più indagata.
Si possono fare esperienze interessanti anche nel dominio psicomotorio
anche grazie a semplici dispositivi nati per il gioco
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3) Second life: esperienze di diversa normalità
Esperienze nel dominio affettivo
(che include obiettivi relativi alle esperienze
relazionali) possono farsi anche in rete.
In SL la diversità è regola di vita.
Questa è una delle ragioni del suo successo.
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4) Le lavagne interattive digitali per integrare
… rappresentano un veicolo per avvicinare le risorse
della rete, le sue potenzialità, a tutti.
Direttamente in classe !
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Integrazione e web 2.0