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EFFETTO FED SUBITO SVANITO
Svanito l’effetto Fed si torna alla normalità. E’ proprio quello che è avvenuto sui mercati che hanno
ritracciato in maniera importante, svilendo l’entusiasmo che si era venuto a creare successivamente
alle minute dell’istituto centrale americano che lasciavano intendere la possibilità concreta di un
intervento di allentamento quantitativo qualora l’economia americana non mostri già nel breve dei
segnali di ripresa. Per la verità questa dinamica è stata molto più accentuata dal punto di vista del
mercato azionario, che da quello valutario, ad esempio. Mentre infatti il GER30 ho rotto la
resistenza di breve riportandosi sotto quota 7000, idem l’ITA40 nuovamente sotto i 15000 e
l’SPX500 che ha fatto registarare il peggior storno del mese, sui principali cambi il movimento
ribassista è stato decisamente più moderato con l’eurodollaro, il cable e l’usd/jpy, tanto per citare i
tre maggiori, che fondamentalmente hanno dato vita a una fase congestiva di consolidamento dei
prezzi raggiunti in precedenza. Il mercato non trova perciò appigli e quel market mover
catalizzatore che possa fare da guida per fornire direzionalità, laddove invece va a scontare solo nel
breve quella che è l’aleatorietà legata ad ipotesi di un QE3 da un lato e risoluzioni concrete della crisi
del debito europea dall’altro; possibili interventi della Banca Centrale Cinese piuttosto che di quella
Giapponese, tanto per proseguire nella lista. In un contesto perciò di ancora ridotta liquidità del
mercato, la fanno ancora da padrone le news provenienti dal fronte macro, in particolare quelle che
riguardano gli Stati Uniti. Ieri infatti a contribuire ai ribassi dei listini ci ha pensato il pessimo dato
sulle nuove richieste dei sussidi di disoccupazione che ancora una volta mostra la debolezza
strutturale del mercato del lavoro americano, cui non è bastato da controaltare un discreto dato
sulla vendita di nuove abitazioni, altro tema caldo del fronte economico d’oltreoceano. Il focus oggi
torna sulla questione greca che vedrà l’incontro tra il premier greco Samaras e la cancelliera tedesca
Merkel. Ieri quest’ultima si è vista con il Presidente francese Hollande, nell’ambito di quello che è
stato ancora una volta, consentiteci di dirlo, l’ennesimo incontro del tutto sterile.
Gbpusd – grafico 1h
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Non si è infatti aggiunto nulla di più di quanto già non si conoscesse ed entrambi i capi di stato si
sono esibiti nei soliti ritornelli di auspicio sulla permanenza della Grecia nell’Eurozona, che si farà di
tutto per trovare una soluzione definitiva del problema e così via. Ma ci vorrà ben altro affinchè i
mercati giudichino tutto questo credibile andando a scontare nei prezzi i reali valori in campo, a
cominciare dei rendimenti sui titoli di stato dei paesi europei in grande difficoltà sui costi del
finanziamento del proprio debito. Chissà se oggi sentiremo qualcosa di più interessante, in un
contesto di calendario economico piuttosto scarno e che vede solo l’uscita di dati relativi alla Gran
Bretagna (su cui è un po’ calato il sipario negli ultimi giorni), con il PIL delle 10,30 e gli Ordinativi di
Beni Durevoli alle 14,30.
EurUsd
Il cambio è andato sostanzialmente a consolidarsi sui livelli successivi al bel rally di mercoledì sera.
Resta perciò piuttosto alto il prezzo effettivo attorno all’1,2560. Perfettamente appoggiato su media
a 21 e media a 100 su un grafico orario. Lo ricordiamo sempre che qui è in atto un’importante
divergenza rialzista su di un grafico settimanale che ci ha fatto parlare di potenziali target a 1,2620 e
1,2750, laddove invece restano 1,2590 al rialzo e 1,2520 al ribasso, i livelli di breve.
Gbp/usd
Molto simile qui l’analisi a quanto appena scritto dull’eurodollaro. Il ritracciamento in questo caso è
stato più accentuato, con il susseguirsi abbastanza marcato di massimi decrescenti ben visibili su un
grafico orario e che portano alla conformazione di un flag rialzista o più semplicemente a un canale
ribassista cui potrebbe succedere una rottura al rialzo proprio intorno all’attuale quotazione di
1,5860. Questa ci porterebbe a puntare nuovamente in area 1,5910. 1,5820 il primo livello al
ribasso.
Usd/jpy
Dopo la rottura al ribasso ci ervamo riportati nella “vecchia” e duratura fase congestiva delimitata
dal 78 figura in basso e dal 78,80 in altro. All’interno di questo range possiamo individuarne un altro
ancora che vede il suo sviluppo compreso tra 78,30 e 78,60 con un maggiore orientamento al rialzo
ben mostrato da una bella serie di minimi crescenti su un grafico a 4 ore.
Aud/usd
Sull’aussie è stato più accentuato il ribasso, in un cambio che sappiamo essere generalmente molto
correlato con l’azionario. Ora, a fare da buon supporto statico ai prezzi ci pensa l’1,0410 mentre
l’1,0470 è la resistenza intraday con il passaggio congiunto di media a 21 e a 100 appiattite sul
grafico a 4 ore.
Ger30
Importante per l’indice tedesco lo storno di ieri che lo ha portato a rompere, anche con discreta
facilità, il livello di 7000 punti, ora diventato resistenza. Nulla vieta perciò di potersi portare su prezzi
ancora più convenienti per i compratori, come ad esempio il primo supporto di breve a 6880
Ita40
Primo vero e importante scossone di interruzione del bel percorso rialzista dell’indice italiano in atto
da fine luglio. Qui la soglia psicologia di 15000 punti è stata superata, ma non il punto tecnico di
supporto ancor più importante posto a 14900. E’ qui che potrebbe giocarsi perciò la partita, che
vedrebbe il 14700 il prossimo obiettivo al ribasso, con estensione a 14460, e ancora 15350 al rialzo.
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USOil
Pesantissimo anche qui il ritracciamento di oltre oltre due dollari e mezzo della quotazione. Questo
non cambia tuttavia la spinta rialzista in atto a meno di un raggiungimento in area 93,30 che
potrebbe far parlare di contro trend. Ancora 98 il target al rialzo.
Xau/usd
Non sembra dare invece particolari segni di cedimento l’oro che, sebbene sia andato a consolidarsi
attorno al 1670, non sta mostrando i ritracciamenti visti su altri strumenti. Ma questo è tipico del
metallo giallo la cui price action è molto “coerente” in fasi direzionali. In successione perciò sono
1675 e poi 1684 i target al rialzo.
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Analisi Mercati 24Ago12