IL RUOLO DEL CORPO MILITARE DELLA CROCE ROSSA
ITALIANA NELLA “GARIBALDI”
Visitando il sito web della nostra associazione, appare immediatamente la struttura portante dell’unità
combattente “Divisione italiana partigiana Garibaldi” ma è meno evidente il ruolo, parimenti importante per il
successo delle operazioni belliche, che ha avuto la Croce Rossa Italiana con la sua struttura sanitaria
militare ausiliaria delle FF.AA. combattenti.
Le notizie a seguire sono tratte in parte dai libri del Gen. C.A. Sen. Luigi Poli e del Prof. G. Oliva “Le Forze
Armate dalla Guerra di Liberazione alla nascita della Repubblica 1943-1945”.
La Divisione Garibaldi operò in Jugoslavia dal 1943 al 1945, inserita come Unità dell'esercito Italiano,
nell’Esercito Popolare Liberatore Jugoslavo (E.P.L.J.) combattendo così il nazifascismo in Montenegro,
Bosnia, Erzegovina, Serbia, Kosovo. La Divisione comprendeva il Comando con un reparto scorta, quattro
brigate composte da alpini della Divisione “Taurinense” e dai fanti della Divisione “Venezia” cui si aggiunse,
ai primi di agosto del 1944 una nuova brigata, la V, al comando del Cap. Angelo Graziani, un reparto di
artiglieria, un ospedale.
Fin dal settembre 1943, unità militari della Croce Rossa si prodigarono per il soccorso ai feriti durante i
combattimenti per difesa di Roma (Porta San Paolo) ed in tutti i presidi che tentarono di opporre resistenza
all’invasore.
In particolare esse presero parte alle operazioni per la liberazione della Sardegna.
Nei Balcani l’armistizio sorprese un Gruppo di Ospedali da Campo C.R.I. (mobilitato), dislocato in
Montenegro e articolato su tre Ospedali attendati, il 73°, il 74° e il 79°. I resti di tali formazioni dopo giorni di
marcia a piedi si ricongiunsero con le divisioni "Venezia" e "Taurinense", confluendo quindi nella Divisione
italiana partigiana "Garibaldi" ove operarono fino al termine del conflitto.
In Italia formazioni organiche del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana venivano impiegate nell’ambito
del rinato esercito alle dipendenze del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.) nella 209ª Divisione Italiana
ausiliaria e con il Comando Italiano 212. Successivamente furono impiegate nei Gruppi di Combattimento.
Con la partecipazione attiva alla Resistenza, suggellata con l’olocausto delle Fosse Ardeatine di due Ufficiali,
il Tenente medico CRI Luigi Pierantoni ed il Sottotenente Commissario CRI Guido Costanzi, il Corpo Militare
della Croce Rossa Italiana costantemente vicino alle Forze Armate ed al popolo, dava alla Resistenza
all’estero e alla Guerra di Liberazione in Italia, un’ulteriore silenziosa prova di valore, di patriottismo, di
dedizione ai più alti ideali di libertà.
Ora che sono passati 70 anni dalla storia succitata, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana è ancora
impegnato laddove la Forze Armate ne richiedono il professionale intervento, per la assistenza sanitaria dei
nostri soldati impegnati in teatri operativi esteri. Il 25 marzo 2013, anniversario dell’eccidio delle Fosse
Ardeatine, il mio pensiero di garibaldino e di Ufficiale del Corpo Militare, va alla memoria dei due colleghi che
tanti anni fa decisero di immolare la loro giovinezza per non sottostare al Comando nazifascista di Roma.
Affinché questo sacrificio non si debba mai più ripetere, bisogna tenere alta l’attenzione contro il
negazionismo ed il revisionismo storico che tendono a cancellarne la memoria.
EMILIO CARBONE
(MAGG. COMMISSARIO DEL CORPO MILITARE VOLONTARIO C.R.I.)
TRATTO DALLA RIVISTA "CAMICIA ROSSA" PERIODICO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI GENNAIO MAGGIO 2013
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il ruolo del corpo militare della croce rossa italiana nella “garibaldi”