Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola
I libri per ragazzi scritti dai ragazzi. Racconti che rendono i bambini e i giovani scrittori protagonisti di
un’attività che coinvolge l’Italia e tanti altri Paesi europei ed extraeuropei in una fantastica avventura
che grazie alla scrittura determina di volta in volta un filo che accomuna, unisce, coinvolge l’attorno …
Bimed Edizioni
Il racconto viene pubblicato all’interno della Collana annuale della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola, un
format che guarda al racconto come a un “bene …” di fondamentale rilevanza per la formazione delle nuove
generazioni in grado di determinare relazioni, contaminazioni, confronto, interazione,
crescita comune e tanto altro ancora …
MY NAME IS TINA!
Partendo dall’incipit di Annachiara Monaco e con il coordinamento dei propri docenti,
hanno scritto il racconto gli studenti delle scuole e delle classi appresso indicate:
Istituto Comprensivo “C. Puglisi” plesso “Carlo Addario” Acate (RG) – classe V A
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V C
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V G
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V F
Scuola Sec. I grado “Dante Alighieri” - gruppo misto classi I H - II D
Istituto Comprensivo Borgaro Torinese (TO) – classe V B
Istituto Comprensivo Scuola primaria “G. Rodari” di Cesa (CE) - classe IV F
Primo Circolo Didattico di Comiso (RG) - classe V C
Istituto Comprensivo “Parente” Aversa (CE) - classe V
Istituto Comprensivo “Santa Croce” Sapri (SA) - classe V
Editing a cura di: Francesca Pagano
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
Direzione e progetto scientifico
Andrea Iovino
Responsabile di redazione e per le
procedure
Alberto Fienga
Coordinamento organizzativo e
didattico
Ermelinda Garofano
Responsabile per l’impianto editoriale
Francesca Pagano
Revisione editoriale
Francesco Rossi, Shasa Buonino,
Ilaria Mascolo, Maria Cristina Folino
Gestione esecutiva del Format
Angelo Di Maso, Adele Spagnuolo
Grafica di Copertina :
Bimed Station
Impaginazione
Tullio Rinaldi
Piattaforma escriba
UNISA, Dipartimento di Informatica
– Progetto Prof. Vittorio Scarano,
realizzazione Dott. Raffaele Spinelli
Gennaro Coppola, webmaster BIMED
Pubbliche Relazioni
Nicoletta Antoniello
Amministrazione
Rosanna Crupi, Annarita Cuozzo
I libretti della Staffetta non possono essere in alcun modo posti in distribuzione commerciale
RINGRAZIAMENTI
I racconti pubblicati nella Collana della Staffetta di Scrittura Bimed/
Exposcuola 2014/15 si realizzano anche grazie al contributo erogato
in favore della Staffetta dai Comuni che finanziano l’azione intesa come
esercizio di rilevante qualità per la formazione delle nuove generazioni. Tra gli
Enti che contribuiscono alla pubblicazione della Collana Staffetta 2015 citiamo:
Ambasciata d’Italia in Libano, Ascea, Atripalda, Bellosguardo, Borgaro Torinese,
Castelletto Monferrato, Favignana, Ivrea, Moncalieri, Montemiletto, Osasco,
Piaggine, Pinerolo, Saint-Vincent, Santena, Siano. La Staffetta di Scrittura riceve
un rilevante contributo per l’organizzazione degli Eventi di presentazione
dei Racconti 2015 dai Comuni di: Bellosguardo, Moncalieri, Pinerolo, Procida,
Salerno, e dal Parco Nazionale del Gargano/Riserva Naturale Marina Isole Tremiti.
Si coglie l’occasione per ringraziare i tantissimi uomini e donne che hanno
operato per il buon esito della Staffetta 2015 e che nella scuola, nelle istituzioni
e nel mondo delle associazioni promuovono l’interazione con i format che Bimed
annualmente pone in essere in favore delle nuove generazioni. Ringraziamenti e
tanta gratitudine per gli scrittori che annualmente redigono il proprio incipit per
la Staffetta e lo donano a questa straordinaria azione qualificando lo start up
dell’iniziativa. Un ringraziamento particolare alle Direzioni Regionali Scolastiche e
agli Uffici Scolastici Provinciali che si sono prodigati in favore dell’iniziativa e a
Legambiente per l’autorevole apporto tecnico reso alla Staffetta.
Vivi ringraziamenti ad ALPEGA Fattoria Didattica che ci ha permesso di collegare
la scrittura al mondo della natura e all’educazione verso il nostro Attorno.
Infine, ringraziamenti ossequiosi vanno a S. E. l’On. Giorgio Napolitano che ha
insignito la Staffetta 2014 con uno dei premi più ambiti per le istituzioni che
operano in ambito alla cultura e al fare cultura, la Medaglia di Rappresentanza
della Repubblica Italiana giusto dispositivo SGPR25/09/20140090057P
del PROT SCA/GN/1047-2
By Bimed Edizioni
Dipartimento tematico della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
(Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura)
Via della Quercia, 64 – 84080 Capezzano (SA), ITALY
Tel. 089/2964302-3 fax 089/2751719 e-mail: [email protected]
La Collana dei Raccontiadiecimilamani 2015 viene stampata in parte su carta
riciclata. È questa una scelta importante cui giungiamo grazie al contributo di
autorevoli partner (Sabox e Cartesar) che con noi condividono il rispetto della
tutela ambientale come vision culturale imprescindibile per chi intende contribuire
alla qualificazione e allo sviluppo della società contemporanea anche attraverso
la preservazione delle risorse naturali. E gli alberi sono risorse ineludibili per il futuro
di ognuno di noi…
Parte della carta utilizzata per stampare i racconti proviene da station di recupero
e riciclo di materiali di scarto.
La Pubblicazione è inserita nella collana della Staffetta di Scrittura
Bimed/Exposcuola 2014/2015
Riservati tutti i diritti, anche di traduzione, in Italia e all’estero.
Nessuna parte può essere riprodotta (fotocopia, microfilm o altro mezzo) senza
l’autorizzazione scritta dell’Editore.
La pubblicazione non è immessa nei circuiti di distribuzione e commercializzazione e rientra
tra i prodotti formativi di Bimed destinati unicamente alle scuole partecipanti l’annuale
Staffetta di Scrittura Bimed/ExpoScuola.
La Staffetta 2014/15 riceve:
l’adesione del
Presidente della Repubblica
e
sua Medaglia di rappresentanza
Patrocini:
Senato della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri,
Ministero della Giustizia, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare.
PRESENTAZIONE
Con la Staffetta quest’anno tanti studenti hanno lavorato sul tema della volontà.
È un tema complesso che, però, ci ha permesso di interloquire con i ragazzi sulle
grandi questioni del nostro tempo. Lo abbiamo fatto con i bambini della primaria e
dell’infanzia e lo abbiamo fatto con i ragazzi delle medie e i giovani delle superiori.
È stato un viaggio bellissimo, per certi versi divertente, per altri, impegnativo…
Ma ciò che maggiormente colpisce è che la comunità della scuola italiana nel suo
insieme, ancora una volta, ha dato prova di straordinaria tenuta. Una tenuta di
qualità che accomuna la nostra scuola dalla primaria alla secondaria superiore.
Provare a organizzare un esercizio attorno alla volontà significa costringere le
nuove generazioni a indicare il proprio volere, la propria visione, quello che
“immagini …” ci sia davanti a te e quanto questa immaginazione accomuni l’individuo
al proprio contesto. Alla fine della giostra troviamo dei racconti strepitosi, ricchi di
fantasia, articolati in una dimensione letteraria molto variegata ma che nel suo
insieme dimostra il valore del nostro corpo docente che in ogni livello d’istruzione è
assolutamente capace di governare la narrazione e tutti i valori formativi che sono
insiti nel progetto e nella costruzione di un racconto. Un racconto, ricordiamolo,
che è il frutto di un confronto e di una scrittura di gruppo cioè, è frutto di un
esercizio in cui una squadra, o una classe se preferite, unita attorno a un obiettivo
riesce a dimensionare, con le parole, LA STORIA. Trasferite tutto questo nel sistema
Paese e avrete un modello, il modello da seguire per qualificare il nostro tempo
e i nostri spazi. Grazie alle maestre e ai maestri, in generale, ai docenti che si
sono sobbarcati le difficoltà che sono insite nella Staffetta di scrittura, grazie ai
dirigenti scolastici e agli scrittori, senza la loro “volontà” e la loro disponibilità non
avremmo lo start up della Staffetta che si giova della generosità che è nelle parole
di chi si dedica per professione alla scrittura e di chi de/tiene la responsabilità
della nostra irrinunciabile scuola. Grazie agli sponsor, grazie agli amministratori
comunali che investono sulla Staffetta e l’educational, grazie alla filiera dei
tecnici e grazie a quanti lontani dai riflettori giorno dopo giorno si dedicano a
questa straordinaria avventura di comunità. Un grazie particolare, all’On. Giorgio
Napolitano che, ancora una volta, ha voluto premiare la Staffetta con la Medaglia
di Rappresentanza della Presidenza della Repubblica Italiana, un encomio che ci
gratifica e ci ripaga del lavoro che consente a ognuno di noi, oltretutto, di sentire
l’orgoglio del cammino che ci tiene insieme e tiene insieme il passato, il presente e
il futuro del mondo di cui siamo parte.
Andrea Iovino
L’imprescindibile per l’innovazione è nella scrittura
È il terzo anno che in partnership con Bimed promuoviamo sul territorio nazionale
la Staffetta di Scrittura Creativa e di Legalità che, oramai, ha valicato i confini
nazionali coinvolgendo gli studenti di Paesi che vanno dall’America Latina al Medio
Oriente e all’Europa. Per noi che abbiamo come mission quella di affermare i valori
aggiunti della cultura digitale resta, quest’azione, un’opportunità imperdibile per
la disseminazione di ciò che grazie all’innovazione cambierà in meglio la vita del
contesto planetario. Grazie alla Staffetta le nuove tecnologie si vanno affermando
sempre di più nella scuola italiana e anche nella didattica si determinano
cambiamenti dei metodi di apprendimento e di insegnamento. L’interazione tra
cultura digitale e Staffetta consente, inoltre, di incidere positivamente sullo sviluppo
del pensiero critico e delle competenze digitali che, insieme all’alfabetizzazione,
danno modo ai giovani di comprendere appieno i linguaggi e le determinanti
positive dell’innovazione tecnologica.
L’idea di organizzare attorno alla Staffetta la strategia di ingresso organico
dell’informatica nella scuola è, tra l’altro, una modalità di relazione unica tra
il contesto degli adulti e gli studenti che sono, oggi, nativi digitali di seconda
generazione, dunque, entità che hanno dentro se stessi gli strumenti per
poter governare la relazione con gli “oggetti…” che sono parte integrante
dell’innovazione che utilizziamo giornalmente.
Certipass è sempre più impegnata in favore della diffusione della cultura digitale
e continua a operare in linea con le Raccomandazioni Comunitarie che indicano
nell’innovazione e nell’acquisizione delle competenze digitali la possibilità
evolutiva del contesto sociale contemporaneo. Poter raccontare a una comunità
così vasta, com’è quella di Bimed, delle grandi opportunità che derivano dalla
cultura digitale e dalla capacità di gestire in sicurezza la relazione con i contesti
informatici, è di per sé una occasione imperdibile.
Ci è apparso doveroso partecipare anche quest’anno con slancio alla Staffetta
Bimed proprio perché siamo certi che attraverso la scrittura potremo determinare
una cultura in grado di collegare la creatività e i saperi tradizionali alle moderne
tecnologie e a un’idea di digitale in grado di affermare il valore del confronto,
della contaminazione, dell’incontro e della sussidiarietà.
I docenti chiamati a utilizzare una piattaforma telematica insieme ai giovani che
scrivono, loro, una parte del racconto; la possibilità, poi, di vivere e condividere
grazie al web con tanti altri studenti la storia che evolve grazie al contributo della
scuola è una dimensione unica e… felice.
Il libro che avete tra le mani è la prova tangibile di un lavoro unico nel suo genere,
dai tantissimi valori aggiunti che racchiude in sé lo slancio nel liberare futuro
collegando la nostra storia, le nostre tradizioni e la nostra civiltà all’innovazione
tecnologica e alla cultura digitale. Certipass è ben lieta di essere parte integrante
di questo percorso, perché l’innovazione è cultura, prima che procedimento
tecnologico.
Il Presidente
Domenico PONTRANDOLFO
INCIPIT
Annachiara Monaco
È la mano che scrive, non la matita
C’era una volta, non per forza tanto tempo fa, un punto,
poi una linea e poi ancora un punto e una linea… Di
colpo tutto era svanito, c’era soltanto un foglio bianco e
di fianco una matita. «Che fatica!», esclamò Tina. Ebbene
sì, anche le matite parlano, ma il problema di Tina era
che lo faceva fin troppo, finendo sempre per sminuire
tutte le sue altre compagne. Perché si comportava
così? Probabilmente, era la sua gomma da cancellare
che ricordava quasi una corona, posta sulla cima di un
corpicino slanciato che vantava il portamento degno di
una regina, a spingerla a darsi così tante arie. E invece
no! Infatti, chi la conosceva sapeva bene che Tina era
solita trascorrere le sue giornate, compiacendosi, tra
una pagina e l’altra, per il tratto così deciso della sua
punta. Avreste dovuto vederla! Nemmeno il guerriero
più valoroso avrebbe mai potuto sguainare una spada
più appuntita di quella punta. E si fermava lì, ogni volta,
a contemplare quella distesa infinita di parole, quel
contrasto tra il bianco del foglio e il nero vivo del suo
tratto, il cui colore diventava sempre più intenso, senza
affievolirsi mai. Ormai tutte le sue compagne avevano
capito che se Tina si avvicinava a loro era soltanto per
ricevere complimenti o lamentarsi dello sforzo immane che
aveva fatto. Per questo era rimasta sola, insieme alla sua
sciocca convinzione che fosse lei l’unico motore a dar
vita a quello che veniva impresso sui fogli. Non aveva
capito che, se non fosse stato per la volontà della mente
e poi della mano, non avrebbe mai potuto né ammirare
né addirittura immaginare ciò di cui la sua punta fosse
capace. Sarebbe arrivato il giorno in cui Tina lo avrebbe
capito?
Capitolo primo
Farfalle nello stomaco
Era sera e Tina Mc Pencil aveva le farfalle nello stomaco,
non riusciva a dormire e se ne stava lì sulla scrivania ad
ammirare con orgoglio il suo capolavoro:
Volan leggiadre tra i fiori
bianche, variopinte o incolori;
le ricorderai sempre,
son le parole dei nostri cuori!
Tina rilesse ancora una volta la poesia che aveva scritto
quel pomeriggio mentre volava leggera sul candido foglio.
«Oh, my God! Wonderful! Questa volta ho superato me
stessa!» esclamò la vanitosa matita ad alta voce «Tuttavia a un certo punto ho sentito qualcosa di morbido e
deciso che mi ha trascinato velocemente su quelle strane
righe, chissà cosa è stato! Però, avrei potuto disegnare
anche dei cuoricini! Oppure delle farfalle! Oppure…»
Intanto dal morbido astuccio a righe spuntò il grosso
testone di Dino, il matitone, che, sbadigliando assonnato,
Capitolo primo
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le sussurrò: «Tina ma cosa fai ancora sveglia? Non lo sai
che domani è il grande giorno? Tutti i colori, le matite,
le penne e gli abitanti dell’astuccio stanno riposando
perché domani ci sarà molto lavoro da fare!»
«What? Why? Lavoro? Grande giorno? Ma che succede?»
«Come, non lo sai? Domani è il primo giorno di scuola!
Andremo tutti a scuola a disegnare, scrivere e colorare.
Ci divertiremo un mondo!»
Tina, stanca e sempre più perplessa si mise finalmente a riposare.
Era sera e anche Sarah aveva le farfalle nello stomaco,
non riusciva a dormire perché emozionata per ciò che
sarebbe accaduto l’indomani. Il primo giorno nella nuova
scuola italiana la intimoriva ma nello stesso tempo la
incuriosiva.
«Chissà come mi accoglieranno i miei nuovi compagni!
Piacerà la poesia che ho scritto per presentarmi?»
A un tratto le venne in mente che aveva lasciato l’astuccio
aperto e la sua favolosa Mc Pencil sulla scrivania.
Sarah era molto affezionata alla Mc Pencil perché era una
matita speciale. Le era stata regalata dalla sua migliore
amica Alex il giorno in cui era partita dall’Inghilterra per
Farfalle nello stomaco
raggiungere l’Italia.
Tina, questo il nome che le due bambine le avevano dato,
era più lunga delle normali matite, di un brillante rosso
scarlatto con una gommina bianca in cima che sembrava
una corona, e quando scriveva scorreva morbida sulle
pagine con il suo sottile piedino nero.
«Tina, non posso fare a meno di te domani» le sussurrò
Sarah, riponendola nell’astuccio «sarà come avere Alex
ancora al mio fianco! Buonanotte amica mia e speriamo
che sia tutto ok».
Il giorno dopo, di buon mattino, Sarah si vestì con cura e
legò i suoi lunghi capelli biondi con un bellissimo fermaglio
a forma di farfalla.
«Papà, io sono pronta» esclamò la bambina raggiante
«come on, dad!»
Ecco finalmente la scuola. Era un edificio moderno a due
piani, con tante vetrate e un giardino che lo circondava
interamente.
Il papà la accompagnò per il corridoio fino alla sua nuova
classe e lei rimase stupefatta leggendo la targhetta sulla
porta: V A! Era proprio la stessa sezione che avrebbe
Capitolo primo
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dovuto frequentare in Inghilterra!
«It’s wonderful!» esclamò Sarah a bocca aperta.
Sulla soglia della classe Sarah osservò ammirata l’aula:
era una stanza molto ampia e luminosa con molti banchi,
due lavagne e una LIM; tantissimi disegni, fotografie e cartine geografiche decoravano le pareti dell’aula creando
un ambiente allegro e accogliente. C’erano ragazzini in
movimento sparsi per tutta la stanza e quattro maestre,
tutti lì ad aspettarla.
Non appena Sarah varcò la soglia della classe, i rumori si
placarono e calò un grande silenzio. La bambina, nervosissima, rimase in piedi.
Una delle maestre le si avvicinò, la prese per mano e
la presentò ai compagni: «Bambini, attenzione! Oggi
abbiamo una nuova compagna, si chiama Sarah e viene
dall’Inghilterra».
«Good morning, I am Sarah Holmes. Sono molto felice di
essere qui con voi quest’anno» disse con un filo di voce.
Subito un bambino le si avvicinò e le chiese: «Ciao Sarah,
piacere, io sono Giulio. Vuoi essere la mia compagna di
banco?»
Farfalle nello stomaco
«Ok, thanks!»
Finite le presentazioni tutti andarono al loro posto in silenzio.
La maestra Roberta, che insegnava italiano, diede il
primo compito della giornata: Parla di un oggetto a te
caro e disegnalo.
Così Sarah colse l’occasione per far conoscere a tutti i
suoi compagni la sua amica Alex e la matita che le aveva
regalato.
Tina, dopo una burrascosa mattinata al buio dentro la
cartella, era felice di starsene sul banco e di poter fare
bella mostra di sé. Adagiata sul foglio bianco sentiva il
respiro ansioso delle altre matite e dei colori intorno a
lei pronti a partire. Ma fu lei a iniziare, come sempre! Era
sicura che non avrebbe fatto alcun errore, non voleva
certo consumare la sua corona!
Si sollevò lentamente e cominciò a scivolare sul foglio,
provando una sensazione bellissima: «Sto componendo
un testo sulla mia vita! E che meraviglioso autoritratto!»
Compiaciuta esclamò: «Non sono forse la regina tra tutte?
Su, colori, cercate di non rovinare il mio autoritratto!
Rispettate i margini! Sempre nello stesso verso! No!
Capitolo primo
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Ci vuole un rosso scarlatto! Ok, very very good!»
DRIIINNNNN! Suonò la campanella dell’intervallo, tutti
consegnarono i loro testi all’insegnante e andarono
in giardino per la merenda. Giulio chiese a Sarah di
accompagnarlo per farle conoscere meglio i compagni.
La bambina mise in ordine le matite e lo seguì.
Tina, stanca e soddisfatta del lavoro svolto, ancora
elettrizzata per il meraviglioso autoritratto, non si rese
conto che una mano paffuta e unta l’aveva trascinata
via chiudendola in un posto buio e maleodorante.
«Che succede? Dove mi trovo? Help me, help meeeee!»
urlò la disperata matita con tutte le sue forze «Heeeelp
me, heeeelpmeee!»
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Farfalle nello stomaco
Capitolo secondo
Where’s Tina Mc Pencil?
Era una bella giornata di sole. Nel cielo di un colore
azzurro stupendo alcune nuvole si muovevano a gruppi,
gli uccelli si rincorrevano allegramente e il vento soffiava
leggermente. Il giardino della scuola non era molto
grande, ma in compenso era ricco di colori: il verde del
prato e delle foglie, il rosso fuoco e il violetto dei fiori, il
blu di alcune piccole panchine che i bambini utilizzavano
per sedersi per fare la merenda. Facendo attenzione si
poteva ascoltare il cinguettio dei passerotti e vedere
piccoli gruppi di formiche che furtivamente approfittavano
dei cestini dei bambini per rubare qualche piccola
provvista. C’era chi giocava con la palla, chi spingeva
con un bastone un cerchio, chi saltava dentro a delle
caselle lanciando un piccolo sasso.
Sarah e Giulio si sedettero su una piccola panca per
mangiare la loro merenda.
Giulio da grande voleva diventare un famoso detective,
era un bambino molto coraggioso, alto e magro con
Capitolo secondo
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i capelli di colore dell’inchiostro, gli occhi verdi molto
espressivi, il naso a patata, la bocca carnosa.
Nel frattempo Tina continuava a chiedere aiuto: «Help me!
Help me! What’s happening? Qualcuno mi aiutiiiiiiiiiii!»
Urlò l’ultima parola sgomenta, attonita, ma nessuno sembrò
darle ascolto perché era intrappolata nel portapastelli
di Filiberto, un bambino con dei riccioli d’oro e un visino
carino e paffutello.
Lui era rimasto tutto solo nell’aula, non aveva seguito i
compagni in giardino per sorvegliare il suo portapastelli,
sussurrando: «Qualcuno mi avrà visto nascondere la
matita? Se è così subito lo riferirà alla maestra e lei mi
metterà in punizione».
Filiberto era invidioso di Sarah, pensava che il suo ordine
dipendesse dalla matita: era solo il primo giorno di scuola
e lei aveva ricevuto diversi complimenti dalla maestra.
Non aveva rubato la matita di Sarah, l’aveva solo presa
in prestito, poiché la maestra gli diceva spesso che era
disordinato e pasticcione e avrebbe dovuto rimediare.
Intanto, in giardino, Sarah conobbe Marta, una bambina
dai lunghi capelli rossi ramati fini come la seta, occhi azWhere’s Tina Mc Pencil?
zurro cielo che sorridevano e il viso ricoperto di lentiggini.
«You are welcome!» esclamò Marta, e Sarah le sorrise
perché si sentì accolta e benvoluta.
Tra le due bambine nacque subito un’amicizia, scoprirono
di avere uno sport in comune, la pallavolo, e approfittarono
della ricreazione per fare qualche tiro con la palla.
Tina continuava a gridare a squarciagola: «Is there
anyone out there? Can anyone help meeeee? Fatemi
uscire da qui! Non ho fatto niente di male per meritarmi
tutto questo!»
Una voce la fece sobbalzare: «Non lamentarti! Credi che
sia bello stare nel fondo di una tasca tutta appiccicosa
e piena di briciole?»
E dalla profondità del portapastelli spuntò un matitone
verde smeraldo tutto morsicato e con il piede nero spezzato in mille parti.
Tina, terrorizzata, iniziò a gridare: «Help! A monster!» Poi
con fare un po’ snob disse: «Good morning. I’m Tina Mc
Pencil and who are you?»
E il matitone rispose: «Sono Jonathan. Scusa per averti
spaventata! Filiberto vuole soltanto gli oggetti più belli e
Capitolo secondo
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quelli vecchi li considera inutili. Da oggi sono Jonathan, il
matitone inutile».
Non aveva ancora finito di parlare quando una formichina
tutta rossa con una briciola di biscotto tra le zampe disse:
«Filiberto, quante volte ti devo dire che qui abito io? Mi
devi avvisare quando arriva… A proposito, chi sei?»
«Non importa chi sono, voglio solo andarmene!» rispose
Tina facendo la capricciosa e poi aggiunse: «Se mi aiuterai,
io ti pulirò tutta la casa! Sono stata rapita e non so come
fare per andare via».
«Vedi, anche noi formiche a volte non sappiamo cosa
fare, ma contiamo sull’aiuto degli altri per raggiungere gli
obiettivi che ci poniamo. Se si affrontano con energia le
difficoltà che incontriamo nel corso della vita, dopo se ne
esce più forti. Non devi mai abbatterti, alla fine c’è sempre
una soluzione a tutto, basta solo avere la pazienza di
cercarla».
Ma ecco che una coccinella, che volava e volteggiava
leggiadra come in una danza ipnotica grazie alle sue
alucce, come per magia, le era comparsa davanti.
Ladybird, Ladybird mi aiuti per favore? Sono disperata
Where’s Tina Mc Pencil?
perché voglio uscire da questo terribile posto!» esclamò
ansimante Tina.
La coccinella con la sua melodiosa voce la esortò a
non arrendersi mai poiché, quando tutto sembrava ormai
perso, c’era sempre una speranza. Bisognava lottare e
crederci! La volontà e la tenacia sono le caratteristiche
più belle che si possano avere.
DRIIINNN! DRIIINNNNN! Suonò la campanella. La ricreazione
era finita e Sarah con i compagni e la maestra Roberta
ritornarono nell’aula.
La maestra Roberta, che era anche la maestra di arte
e immagine, aveva detto agli alunni di illustrare ciò che
avevano descritto.
Sarah si sedette al suo posto, aprì l’astuccio e guardò
dentro, ma la sua amatissima matita era sparita!
“E ora come faccio?” pensò cercando di trattenere le
lacrime “Era preziosissima per me, era un regalo della mia amica!”
Scoppiò improvvisamente a piangere.
Si avvicinò la maestra e le chiese: «Cosa succede Sarah?»
«Maestra, non trovò più la mia matita!» rispose.
La maestra la rassicurò dicendo che l’avrebbero cercata
Capitolo secondo
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in ogni angolo dell’aula, ma nessuno sapeva dove la
matita si fosse cacciata.
E Giulio le disse:«Agitarsi non serve, tirati su/ non è detto
che la matita non la rivedrai più, io ti aiuterò a ritrovarla/
con un po’ di calma».
«Va bene, aprite tutti i portapastelli e gli zaini!» esclamò
con tono autoritario la maestra.
Filiberto iniziò a sudare ma… all’improvviso…
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Where’s Tina Mc Pencil?
Capitolo terzo
Lo sgomento di Tina
TOC TOC!
Qualcuno bussò alla porta.
Entrò nella classe un uomo grande e grosso, con i capelli
brizzolati, una folta barba bianca e due occhi neri.
«Buongiorno, signor Preside!» recitarono all’unisono la
maestra e i bambini che scattarono come molle posizionandosi ai lati del banco.
Con lo sguardo crucciato e l’espressione seria, il preside
passò in rassegna l’intera classe iniziando proprio dalla
maestra Roberta. Il silenzio era assoluto e nessuno
accennava a muovere un solo dito. Quell’uomo incuteva
paura e anche la maestra sembrava a disagio, tanto da
abbassare anch’essa lo sguardo.
Quando sembrava sul punto di esplodere come un vulcano in eruzione, ecco che, inaspettatamente, un sorriso
si affacciò sul suo volto come per rasserenare gli animi:
«Buongiorno, comodi… comodi... bambini. State pure seduti».
Voltandosi verso la maestra Roberta disse: «So che
Capitolo terzo
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quest’anno abbiamo una nuova arrivata in questa
classe. Chi è?»
La maestra Roberta, dopo alcuni secondi di esitazione, si
portò verso il banco di Sarah e, appoggiandole la mano
sulla spalla, la esortò a recarsi al cospetto del preside
per presentarsi.
Sarah, con incedere lento e insicuro e il viso pieno di
lacrime, si avvicinò al preside che intanto si era seduto al
posto della maestra.
«Vieni pure avanti, bella bambina, non avere remore, non
ti mangio mica!» disse il preside «Ma perché piangi, non ti
piace questa scuola, o forse i compagni, o la maestra?»
Sarah, dopo essersi presentata, rassicurò il preside di
essere stata accolta in modo magnifico sia dall’insegnante
che dai compagni di classe.
L’uomo, compiaciuto, accarezzandole dolcemente il viso,
le disse: «Oh, bene, è quello che volevo sentire. Ma dimmi,
allora, perché piangi?»
Tanta gentilezza nei modi contrastava con quell’aspetto
così burbero da meravigliare tutti, compresa la maestra.
«Ho perso la mia matita. L’avevo lasciata sul banco e al ritorno
Lo sgomento di Tina
dalla ricreazione non l’ho più trovata» gli spiegò Sarah.
«Non preoccuparti, chiederò ai bidelli se hanno visto la
tua matita!»
Mentre il preside cercava di consolarla, Filiberto, ancora
tutto sudato, con movimenti rapidi e furtivi, prese Tina
dallo zaino e la lanciò dalla finestra.
«Ahi!» urlò Tina «Che dolore, ma cosa sta succedendo?
Dove sono? Help me… help me!»
Tina, un po’ stordita, si rese conto di trovarsi nel giardino
della scuola e mentre cercava di rialzarsi, si accorse di
aver perso la sua preziosa gommina ed esclamò: «Oh no,
my crown!»
Dopo poco si ritrovò in una mano umida e sporca.
«I bambini non hanno cura di niente, perdono tutto»
commentò il bidello.
Mise la matita in tasca e continuò il giro di perlustrazione
del cortile.
«What have I done to deserve this? Sarah, where are
you?» urlava Tina a più non posso.
In classe, intanto, la maestra Roberta, dopo aver salutato
il preside, controllò gli zaini di tutti i bambini ma, ovviaCapitolo terzo
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mente, di Tina nemmeno l’ombra.
Passata la paura di essere scoperto, Filiberto si asciugò le
ultime goccioline di sudore e si mise seduto nel suo banco
per nulla dispiaciuto di ciò che aveva fatto.
La coccinella e la formichina erano incredule per quello
che avevano visto e commentarono l’accaduto con
Jonathan, il matitone inutile.
«Anch’io sono amareggiato per il comportamento di
Filiberto» disse Jonathan «dobbiamo ritrovare subito Tina».
Tutta sporca e ancora dolorante Tina Mc Pencil si ritrovò
in una scatola piena di polvere, maleodorante e buia
insieme a tanti altri oggetti. Il bidello riponeva in quella
scatola tutto quanto trovava nei corridoi, nelle aule e
nel giardino della scuola. Tina si ritrovò con immenso
dispiacere attaccata a temperamatite, penne, pennarelli,
scotch. Quello che doveva essere il suo debutto nella
nuova classe, in cui immaginava di ricevere complimenti
e ammissioni di grandezza, si stava trasformando nel
peggiore degli incubi!
La signorina Mc Pencil cercò di ricomporsi e con molta
alterigia si rivolse ai suoi coinquilini: «Perché siamo rinchiusi
Lo sgomento di Tina
qui dentro?»
«è la scatola degli oggetti smarriti!» rispose Tommy, il
righello precisino.
«Io, invece, sono Ally, la gomma che cancella tutto! Siamo
qui dallo scorso anno!»
«What, what! Dallo scorso anno? Oh my God!»
«Sì, all’inizio sarà dura, ma poi ti abituerai a restare chiusa
qui dentro aspettando che qualcuno ti venga a cercare,
ma sarà molto difficile; sai… i bambini se perdono qualcosa non la cercano, perché i genitori ricomprano quello
che perdono!»
Quelle parole terribili ma allo stesso tempo realistiche,
pronunciate da Tommy, gettarono Tina nello sconforto più
totale e non le restò altro da fare che rinchiudersi in se
stessa e attendere il succedersi degli eventi.
Poco dopo, Tina fu colta da una forte crisi di nervi: «It’s
not true! Non è vero! Non sarà così per me! Io sono Tina
Mc Pencil, la matita di Sarah, e sono certa che lei farà di
tutto per ritrovarmi. Sono una matita speciale per… e…
grr… grr… non guardatemi così… Vedrete, Sarah verrà
a cercarmi!»
Capitolo terzo
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36
«Sì, sì, dicono tutti così… ma poi… eccoci qua… siamo
qui da tantissimo tempo!»
«Okay, okay… ma anche voi dovete far qualcosa per
ritrovare i vostri amici!»
Tina, ricordando le parole della formica, disse agli amici
che non dovevano abbattersi, ma affrontare con energia
le difficoltà che la vita riservava a ognuno. Ricordò anche con piacere le parole della coccinella che l’aveva
esortata a non arrendersi e disse: «Sono sicura che non
si sono dimenticati di voi! Non potete certo arrendervi,
accettare di restare per sempre rinchiusi qui dentro mentre
fuori… Ahi, ma che sta succedendo… il terremoto!»
Tutti gli oggetti subirono uno scossone: il bidello aveva
gettato la scatola in un grosso bidone.
«Su, ragazzi, scappiamo!» urlò Tina «Ahhhhhh, a mouse…
a mouse!»
«Sì, sono Topogrigio, presto scappate, altrimenti per voi
sarà la fine!»
Suonò la campanella.
Filiberto, sollevato per lo scampato pericolo, scattò
raggiungendo l’uscita in un baleno e si diresse in giardino
Lo sgomento di Tina
per recuperare Tina.
Giulio, mentre usciva, si accorse della gommina di Tina
per terra, vide che era tutta unta d’olio e subito sospettò
di Filiberto che con pane e olio aveva fatto merenda.
Capitolo terzo
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Capitolo quarto
La delusione di Tina
Tina e i suoi amici, grazie all’aiuto di Topogrigio, riuscirono ad abbandonare quel posto buio e umido proprio
nel momento in cui stavano per essere catapultati su un
camion che li avrebbe portati in una discarica.
«Presto, venite! Di qua, di qua! Nascondetevi!» urlò Topogrigio.
Intanto Filiberto si aggirava nel cortile della scuola alla
ricerca di Tina, quando all’improvviso sentì pronunciare il
suo nome.
«Oh… Filiberto, sono qui, sono nascosto dietro l’altalena!»
«Ciao, amico, come stai? È da un po’ che non ti vedo!»
disse Filiberto a Topogrigio.
«Sempre amici, vero?» replicò l’animale.
«Certo, che domande fai. Hai qualcosa per me?»
«No, niente di particolare: una matita un po’ isterica,
qualche penna, un righello che dice di essere molto
preciso… poca roba!»
Topogrigio dava a Filiberto tutti gli oggetti che il bidello
buttava in cambio di un pezzetto di formaggio.
Capitolo quarto
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«Hai detto una matita? Me la descrivi per favore?»
«Lunga, rossa, con una punta sottile; credo che abbia
perso la gommina. Spesso dice strane parole che non
comprendo!» rispose Topogrigio.
Filiberto pensò subito a Tina e si fece indicare dove
potesse trovarla.
Tina, intanto, insieme ai suoi amici stava distesa, tutta
indolenzita, sul prato della scuola.
«Eccola, è lei! Mamma mia com’è mal ridotta! Grazie,
Topogrigio, è proprio la matita che stavo cercando!»
Filiberto la raccolse e corse verso casa. Dopo aver
salutato frettolosamente la mamma, si rinchiuse in camera
sua ansioso di provare subito quella matita che gli
avrebbe permesso di far ricredere la sua maestra. Prima di
mettersi all’opera divorò avidamente una merendina che
aveva nascosto nel cassetto della scrivania insieme ad
altre leccornie. Con le mani ancora sporche di marmellata,
afferrò Tina e la posizionò al centro del foglio sul quale
voleva comporre il suo capolavoro.
Mancava il soggetto da ritrarre e Filiberto scrutò con
attenzione la sua camera fin quando il suo sguardo
La delusione di Tina
indugiò su Arturo, il suo amato criceto.
Arturo era un po’ come Filiberto: simpatico e paffutello.
Di colore bianco e nero, con il musino adorabile, si
agitava nella piccola gabbietta girando nella ruota
vorticosamente e, di tanto in tanto, afferrava qualcosa
da mangiare prima di riprendere di nuovo quei movimenti
elettrizzati e scomposti. Arturo sembrava aver capito che
il suo giovane padrone aveva deciso di ritrarlo tant’è
che, mai come in quel pomeriggio, smise di agitarsi e
rimase quasi immobile, fissando Filiberto.
«Bravo Arturo, rimani fermo che ti farò un ritratto così bello
che sembrerà quasi una fotografia» disse Filiberto, sicuro
delle sue affermazioni.
Tina assistette a quella scena disgustata e quella mano
sudata e sudicia le faceva ribrezzo.
“Come è possibile che il mio talento sia alla mercé di
un essere come questo?” e, mentre pensava ciò, venne
scaraventata con irruenza da Filiberto sul foglio.
Tutti quei giri, avanti e indietro, a destra e a sinistra, su e
giù con l’assoluta mancanza di delicatezza, fecero girare
la testa a Tina che non riusciva a darsi pace del fatto
Capitolo quarto
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che anche quell’improbabile artista, grazie a lei, sarebbe
riuscito a fare un bel disegno.
Ma Filiberto fu colto di sorpresa quando vide che il risultato ottenuto non era diverso così dagli orrori a cui da
tempo aveva abituato la maestra e l’intera classe.
Filiberto, alla vista di quel disastro, disse: «Ma che
succede, come è possibile che, anche utilizzando questa
matita, il mio disegno sia orribile? Questo non sembra
proprio Arturo!» e scrutò Tina per controllare di non aver
sbagliato matita.
Tina, dal canto suo, rimase senza parole, ma poi con un
filo di voce disse: «What’s happening to me? I can’t draw
anymore!»
Calò il silenzio nella stanza, Filiberto iniziò ad agitarsi
sulla sedia e quando lo sconforto iniziò a prendere il
sopravvento, un’ipotesi aleggiò nella sua mente: “Forse
ho sbagliato a voler disegnare Arturo, vuoi vedere che
se cambio soggetto il risultato sarà diverso?”
Così, in men che non si dica, individuò un albero del suo
giardino come nuovo oggetto del suo disegno e iniziò
l’opera con trepidazione. L’unico risultato che ottenne,
La delusione di Tina
dopo ore di lavoro, fu che la sua camera era zeppa di
fogli arrotolati e strappati.
Stravolto e sconsolato rinunciò, e a voce alta disse: «Che
idiota sono stato. Ho rischiato una figuraccia davanti a
tutti per prendere questa matita che alla fine è uguale
a tutte le altre. Domani la restituirò a Sarah e le dirò di
averla presa per sbaglio».
Tina, riposta di nuovo nell’astuccio, si sentì sollevata: la
fine di quell’agonia e la prospettiva di ritornare da Sarah
la rendevano felice, ma allo stesso tempo era delusa e
sorpresa del fatto di non essere stata in grado di produrre
altri capolavori come era suo solito.
Nel frattempo, a pochi isolati di distanza, Sarah, ritornata
a casa, aveva manifestato ai genitori la sua disperazione
per la perdita di quell’oggetto a lei tanto caro.
La mamma cercava di consolarla promettendo di comprarle altre matite, anche quelle colorate se voleva, ma
Sarah rispondeva sempre più arrabbiata: «No, I want the
pencil that Alex gave me, Tina!»
Niente riusciva a consolarla e solo la flebile speranza
di ritrovarla il giorno seguente le permise di superare la
Capitolo quarto
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notte vissuta in modo agitato.
Anche Giulio, giunto a casa, non faceva altro che pensare
a Filiberto e al gesto che aveva compiuto, perché era
sicuro che a prendere la matita fosse stato lui: il suo fiuto
da detective gliene dava la certezza.
L’indomani, a scuola, Sarah arrivò quasi certa di ritrovare
la sua matita.
Mentre percorreva il corridoio, nel momento in cui Filiberto
la stava chiamando per restituirle la matita, sopraggiunse
Giulio che l’avvicinò e le mostrò la gommina di Tina.
Sarah, con gli occhi lucidi esclamò: «Ma è la gommina di
Tina, la sua corona, dove l’hai trovata?» Mentre Giulio
parlava con Sarah e manifestava il suo sospetto, Filiberto
pensò che forse i suoi disegni non erano riusciti come lui
voleva perché Tina era sprovvista di coroncina perciò,
stringendo entrambi i pugni, esclamò: «Devo avere quella
gommina a tutti i costi!»
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La delusione di Tina
Capitolo quinto
Insieme si può fare di più!
L’unione fa la forza!
Giulio suggerì a Sarah: «Custodisci la coroncina di Tina!»
«Sì, lo farò, perché se non dovessi più trovarla, almeno
avrei un suo ricordo» soggiunse Sarah e si mise la gommina
nella tasca.
Arrivata la ricreazione Sarah, per tirarsi su il morale,
andò in cortile a giocare a pallavolo con Marta. Mentre
si divertivano e saltellavano, alla bambina cadde la
gommina dalla tasca ma non se ne accorse. Filiberto,
allora, colse l’occasione per “prendere in prestito” la
gommina: la raccolse, la ripose nel suo astuccio senza
dare nell’occhio e, al suono della campanella, s’incamminò
in tutta fretta verso casa, per provare la matita con la sua
coroncina.
Ancora più contento della prima volta, Filiberto mise la
gommina su Tina, che felice esclamò: «It’s wonderful, ho di
nuovo la mia gommina, now I can be a queen!»
Capitolo quinto
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Non appena il bambino iniziò a disegnare pensò: “Stavolta
farò un figurone… Chissà che soprannome mi daranno,
dopo questo capolavoro: Van Gogh? Michelangelo? O
Filiberto il Magnifico?”
Tutto d’un tratto si accorse che il suo autoritratto non
era altro che uno scarabocchio e, guardando la matita,
borbottò infuriato: «Tu non servi a niente, sei inutile!»
Quindi, avendo scaraventato Tina sul ripiano della scrivania, le ruppe la punta e, dopo averla raccolta con
rabbia, la buttò nello zaino.
Il giorno seguente scoppiò un terribile temporale e Sarah
non andò a scuola.
Giulio, invece, in classe cercava di scoprire chi avesse
preso la matita, e i suoi sospetti ricadevano tutti su Filiberto.
Quest’ultimo, ancora arrabbiato, decise di liberarsene
senza dare troppo nell’occhio, gettandola nella scatola
degli oggetti smarriti.
Lì Tina notò che c’erano dei nuovi arrivati tra i quali le
forbici taglierine, la francese Mont Blanc e un temperino
giallo che, sorpreso dal suo arrivo improvviso, si presentò:
Insieme si può fare di più!
«Ciao, mi chiamo Mino e tu chi sei?»
Tina con aria scostante rispose: «I’m Tina Mc Pencil, tu sei
nuovo?»
Mino, con un filo di voce: «No, è da un po’ che mi trovo
qui! Sono il temperino che ormai nessuno vuole» aggiunse
sconsolato.
«Ma per quale motivo sei così giù di morale?» chiese Tina
incuriosita.
«C’è stato un tempo in cui ero l’oggetto preferito di Giulio:
mi lucidava, mi portava con sé, mi affilava la lama…
Un giorno, però, un bulletto della scuola, per fargli un
dispetto, mi spedì nella scatola degli oggetti smarriti».
La matita iniziò a domandarsi come avesse fatto a non
notare quel povero temperino così sfortunato.
Forse pensava troppo a se stessa o non aveva mai
considerato che potessero esserci altri nella sua stessa
condizione?
Tina scoppiò a piangere nell’udire le parole di Mino:
aveva capito che in tutti quegli anni non aveva fatto altro
che sbagliare. Era stata troppo vanitosa e per troppo
Capitolo quinto
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tempo aveva creduto di essere la migliore. Adesso, senza
punta, non poteva più realizzare le sue fantastiche opere
e, probabilmente,neanche in precedenza era stato solo
merito suo ma, soprattutto, della mano sicura di Sarah.
«Perché piangi?» chiese Mino.
La matita rispose singhiozzando: «Sono sempre stata
vanitosa e ora mi ritrovo qui, tutta sola, senza la mia
amica Sarah e senza la mia indispensabile punta! Sono
stata troppo superba!»
«Mi dispiace!» rispose il temperino « Se vuoi posso aiutarti
a ritrovare la tua padrona: insieme si può fare di più!»
A sentire quelle parole, Tina si ricordò di ciò che le aveva
detto la coccinella.
Commossasi capì che non era più sola e rivolgendosi
a Mino disse: «Per favore, potresti temperarmi la punta?
Sono sicura che riuscirai a farlo come una volta e che la
renderai solida, lunga e appuntita! Please! Please!»
Mino provò a fare l’impossibile ma, quando estrasse Tina
dalla lama, ammirò il suo capolavoro e il suo sorriso arrivò
fino al cielo, anzi più in alto: al settimo cielo.
Insieme si può fare di più!
Il giorno dopo Tina sembrava rinata, aveva recuperato la
mina e insieme la gioia di vivere.
Suonata la campanella della prima ora, tutti i ragazzi
cominciarono a correre e qualcuno fece ribaltare la
scatola degli oggetti smarriti.
In quel momento arrivò il custode che, vedendo rovesciato
per terra il contenuto della scatola, brontolò: «Questi
oggetti sono diventati troppi! È tempo di ritrovare i loro
proprietari!»
E così decise di andare di classe in classe.
Purtroppo la felicità di Tina era destinata a durare poco!
Il bidello prese gli oggetti ma quando arrivò nella classe
di Sarah… lei non c’era.
Capitolo quinto
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Capitolo sesto
Amicizia e nuove rivelazioni
Grosse gocce scivolavano lungo i vetri della finestra della
cameretta di Sarah, che affacciava su un grande giardino
pieno di alberi altissimi, le cui fronde sembrava quasi si
fossero inchinate al cospetto del peso della pioggia che,
incessantemente, cadeva da giorni.
Altrettanto pesanti erano le lacrime che scivolavano sulle
gote rosse e febbricitanti della bambina che, negli ultimi
tempi, si sentiva particolarmente triste e soprattutto sola.
«Sarah, ritorna subito a letto, hai ancora la febbre alta!»
Era la mamma che la richiamava dalla cucina e che quel
giorno aveva deciso di rimanere a casa per accudire
la piccola. «Sarah!» Ancora una volta, la bambina iniziò
a sospirare, strisciando le grosse pantofole a forma di
coniglio, dono della nonna, e che erano l’unica cosa
che, nel corso di quelle giornate uggiose, era riuscita a
tirarla su di morale.
“Chissà cosa vorrà adesso! Prima mi dice di rimanere
Capitolo sesto
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a letto e poi mi chiama. Mah, che strano!” pensava la
piccola Sarah.
«Sarah, a telefono, è per te!» esclamò la mamma.
«Davvero?»
«È la tua amica Alex, direttamente da Londra!!!» rispose la
madre che, dopo tanto tempo, aveva visto la bambina
sorridere. Non fece nemmeno in tempo a passarle la
cornetta che Sarah, fuori di sé dalla gioia, gliela strappò di mano.
«Alex, is that really you?!» chiedeva la bambina che non
poteva ancora credere che dall’altra parte del telefono
ci fosse la sua migliore amica. Infatti, sembrava quasi che
avesse rivolto quella domanda innanzitutto a se stessa
per convincersi che non fosse un altro brutto scherzo
giocatole dalla febbre.
«Come ti trovi in Italia? Tutto bene a scuola? Hai
conosciuto nuovi amici ?»
Le due amiche avevano così tante cose da dirsi che nemmeno la telefonata più lunga del mondo sarebbe stata
abbastanza.
«Mi manchi così tanto Sarah. Spero davvero di poterti
Amicizia e nuove rivelazioni
venire a trovare quest’estate».
Le parole di Alex riuscirono a far stare meglio la bambina
che rispose: «Mi manchi tanto anche tu, Alex, e non vedo
l’ora di rivederti! Sai, ultimamente sono successe così tante
cose che non saprei nemmeno da dove cominciare…»
Tutto d’un tratto si interruppe perché non sapeva proprio
come dire alla sua migliore amica che aveva perso il
regalo che le aveva fatto poco prima di partire.
«Dai Sarah, non tenermi sulle spine!»
«E va bene, però promettimi che non ti arrabbierai!»
«Promesso!»
«Ebbene» cominciò Sarah «Ricordi la matita che mi hai
regalato? Sono un paio di giorni che non riesco più a
trovarla e credo proprio di averla persa».
Non riuscì nemmeno a pronunciare l’ultima parola, che
scoppiò a piangere ma la piccola Alex, che sapeva
sempre come far star meglio la sua migliore amica, le disse:
«Sarah smetti di piangere! Cosa vuoi che sia una matita?!
Cosa credi, che per questo non saremo più amiche?!
Adesso asciugati le lacrime e sono sicura che insieme
Capitolo sesto
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troveremo una soluzione!»
«Sono così felice di avere un’amica come te!» rispose Sarah.
All’improvviso, comparve la mamma: «Sarah c’è un tuo
compagno, sta salendo, è venuto a portarti i compiti».
Le due amiche si salutarono con la promessa che si sarebbero sentite al più presto.
«Ciao Sarah, come stai?» le chiese l’amico ancora con il
fiatone per aver salito le scale a due a due.
Giulio era un bambino simpatico e sempre in movimento.
Ogni volta che arrivava, portava sempre allegria e il suo
entusiasmo era contagioso. Abitava in una villetta insieme
ai suoi genitori e due gemelline di tre anni, Camilla e
Gabriella, e si spostava solo in bici.
Andava molto bene a scuola, era amico di tutti ed era
sempre pronto ad aiutare gli altri, infatti era molto attento
a tutto e a tutti ed essendo molto curioso, ogni scusa era
buona per imparare qualcosa di nuovo.
Cosa più importante: aveva un’abilità innata a risolvere misteri.
E ora era lì, davanti alla compagna e la guardava diritto
negli occhi, impaziente di dirle cosa avesse scoperto.
Amicizia e nuove rivelazioni
«Sai, stamattina a scuola sono successe così tante cose
che morivo dalla voglia di raccontartele e poi… mi sei
mancata un po’». Queste ultime parole non fecero altro se
non confermare che Giulio fosse un vero amico.
«Allora cosa stiamo aspettando?» replicò la bambina
«Non vedo l’ora di sentire cosa hai da raccontare!»
I due corsero in cucina dove la mamma aveva preparato
una ricca merenda.
«Ti stavo dicendo…» iniziò Giulio «Stamattina, prima
dell’intervallo è venuto Pietro, il custode, per riconsegnare
gli oggetti smarriti. Quando ha alzato la matita rossa
chiedendo di chi fosse, ho subito esclamato che fosse la
tua e che ero sicurissimo di quello che dicevo. Così la
maestra ha afferrato la matita e l’ha messa nel cassetto
della sua scrivania dicendo che se fosse stata realmente
la tua te l’avrebbe data non appena saresti tornata a
scuola. Nel frattempo, con la coda dell’occhio controllavo
i movimenti di Filiberto, che se ne stava con le braccia
conserte sul banco e con una strana aria da angioletto!»
«Finalmente potrò riavere la mia Tina! Alex aveva proprio
Capitolo sesto
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ragione!»
«Chi è Alex? » chiese il bambino.
«Eh già, non puoi conoscerla perché vive a Londra. È la
mia amica del cuore ed è stata lei a regalarmi Tina».
Giulio però fece intendere a Sarah che le novità non
erano finite e soggiunse: «Adesso, però, devo raccontarti
la seconda parte della mattinata e non so se ti piacerà
ugualmente».
«Non tenermi sulle spine e racconta!»
E il bambino riprese a parlare: «Quando siamo ritornati
in classe dopo la palestra, la maestra ci ha fatto prendere la matita per segnare sul sussidiario gli esercizi da
svolgere a casa. Io allora ho fatto finta di non averla e le
ho chiesto se potevo prendere in prestito la tua nel cassetto. Lei ha acconsentito ma, vedendola rovistare nel
cassetto più di una volta, ho capito subito che qualcosa
non quadrava e, infatti, Tina non c’era più e, soprattutto,
qualcuno aveva sempre il solito sorriso da “angioletto”
stampato sul viso…»
Amicizia e nuove rivelazioni
Capitolo settimo
Gli affari di Topogrigio
Filiberto e Sarah si guardarono negli occhi e con un “ok !” evidenziarono la convinzione che entrambi condividevano:
la matita era finita di nuovo nelle mani di Filiberto. Almeno
così credevano ma… Cosa era accaduto realmente alla
piccola Tina Mc Pencil?
Quel giorno, le inseparabili Cocci e China (che come
ben avrete capito sono le due nostre vecchie amiche,
formichina e coccinella) si trovarono per caso nel giardino
dove i bambini della scuola erano soliti fare merenda.
«Cocci guarda qui!» esclamò China che si era imbattuta
in un bel pezzetto di pane con ancora sopra un po’ di
marmellata.
«Ce n’è da leccarsi i baffi!» aggiunse Cocci tutta
soddisfatta del loro bottino.
Purtroppo, però, le due piccole compagne non ebbero
nemmeno il tempo di poter mettere le loro zampine su quel
succulento spuntino, che qualcosa di misterioso le travolse.
Capitolo settimo
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«Aiuto!!» urlarono in coro, nella speranza che qualcuno
potesse sentire ma, la loro voce era così fioca che venne
travolta dal vento che la spazzò via come se fossero
tante piccole briciole.
Ebbene sì, Cocci e China, per chissà quale coincidenza,
erano rimaste incastrate sotto la suola di una scarpa ma,
erano così agili che riuscirono ad aggrapparsi ai lacci.
«E adesso cosa ci succederà?»si chiese la formica.
E l’amica, senza esitare, rispose: «Dobbiamo assolutamente trovare un modo per tornare in quel giardino! Ci
aspetta ancora un pranzetto succulento!»
Ad ogni passo, la formica e la coccinella stringevano
le loro zampe attorno a quei lacci sperando di poterle
rimettere a terra il prima possibile.
Tutto d’un tratto, si ritrovarono, senza saperlo, nella classe
di Sarah, Giulio e Filiberto e, non appena si accorsero
che il piede su cui avevano viaggiato si era fermato, in un
batter d’occhio balzarono dalla scarpa.
La formica, allora, disse: «Cocci sarà meglio nascondersi!»
e le due iniziarono ad arrampicarsi sulla cattedra fino a
raggiungere il cassetto dove la maestra teneva tutti gli
Gli affari di Topogrigio
oggetti smarriti e, soprattutto, dove c’era Tina.
«Hello Tina! Ci ritroviamo!» esclamò la formichina, felice di
rivedere la matita.
Ma l’altra era così stufa di rimanere in quel cassetto buio
che subito chiese: «Help me! Voglio uscire di qui e cercare
la mia amica Sarah!»
Cocci e China si scambiarono uno sguardo per cercare di
capire come avrebbero potuto aiutare la povera matita.
La coccinella, allora, provò ad accontentarla facendo
muovere alcuni fogli con le sue ali. Improvvisamente, Tina
cominciò a rotolare.
«I’m so scared, che qualcuno mi aiuti!» gridò, finché non
andò a finire sotto la cattedra dove vi rimase per qualche ora.
Si era quasi rassegnata ad attendere il giorno successivo,
quando venne travolta da un mucchio di cartacce
spazzate dal bidello. E, se il cassetto le era sembrato
così buio e poco accogliente, cosa avrebbe pensato
una volta finita là dove nessuno mai si sarebbe voluto
trovare al suo posto?
Tina Mc Pencil finì nel cassonetto della carta e pensò che
quella volta nessuno l’avrebbe liberata.
Capitolo settimo
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Di solito Topogrigio andava rovistare nel cassonetto
della carta in cerca di involucri pieni di briciole e quel
pomeriggio ne aveva così tanta voglia che vi si tuffò a
capofitto.
«Chi sei tu?» disse Tina spaventata.
«Ciao Tina, sono Topogrigio and I’m here to keep you
company».
Dunque, la matita che non ricordava di aver incontrato
quel topo prima di allora, credendo di potersi fidare del
lui, gli chiese di aiutarla a scappare da quel cassonetto
e l’altro gli promise che l’avrebbe liberata.
Topogrigio pensava all’affare avrebbe potuto concludere
con Filiberto che aveva riprovato ad impossessarsi della
matita, ma senza successo.
Questo gli riportò alla mente il loro primo incontro, quando
Filiberto cercava le figurine che Marco, il bullo della
scuola, gli aveva gettato tra le cartacce e Topogrigio,
vedendolo piangere, gli propose un losco affare: un
grosso pezzo di gruviera in cambio delle figurine. E fu così
che i due diventarono compagni di malefatte.
“È giunto il momento di fare un po’ di provviste!” pensò
Gli affari di Topogrigio
saltellando il topino, immaginando i tre pezzi di gorgonzola
che avrebbe chiesto in cambio a Filiberto.
Suonò la campanella ed ecco spuntare il bambino che,
guardandosi attorno, aspettava che arrivasse il suo complice.
Filiberto, però, per la prima volta, si sentì un po’ inquieto.
Si sentiva in colpa ogni volta che osservava il viso di
Sarah, triste per aver perso la sua matita. Pensava che
forse avrebbe dovuto cambiare atteggiamento…
Topogrigio, che aveva intuito le perplessità di Filiberto,
non potendo accettare che il suo amico potesse fare una
cosa del genere, lo ingannò dicendogli che di Tina non
c’era più traccia.
Il bambino, allora, se ne tornò tutto sconsolato in classe,
non sapendo se dire o meno la verità.
Nel frattempo, Tina, uscita da quel cassonetto, venne
condotta dal topo fino al suo nascondiglio.
«Tu adesso stai qui mentre io vado a cercare la tua
amica» le disse Topogrigio, soddisfatto del tranello che
aveva tramato.
Intanto Sarah e Giulio, sicuri che Filiberto avesse preso
la matita, escogitarono un modo per riprendersela,
Capitolo settimo
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passando inosservati.
Sapevano che Filiberto aveva un debole per Marta e
pensarono di chiedere all’amica di distrarlo nell’ora della
ricreazione, per poter rovistare nello zaino di Filiberto.
Marta si rese subito disponibile e decise di intrattenere
Filiberto facendogli osservare il suo nuovo album di
“Amici cucciolotti”. Tutto procedeva come Giulio e Sarah
avevano stabilito: Filiberto, lusingato dall’invito di Marta,
non aveva occhi che per la compagna. Lo zaino era alla
portata di Giulio e Sara, con i Wafers appena aperti,
faceva per avvicinarsi a lui con l’intenzione di offrirglieli,
ma… Un lungo suono della campanella disturbò quella
propizia occasione. Giulio e Sarah avevano dimenticato
che quel giorno ci sarebbe stata la prova di evacuazione! Tutti gli alunni, in pochi secondi, si dovettero mettere
in fila ed evacuare. Giulio, che era stato nominato “chiudi
fila”, si agitava continuamente. Avrebbe voluto aprire
quello zaino, ma una voce “Hurry up, guys!” lo richiamò
al suo dovere e in pochi attimi si trovarono nel punto di
raccolta.
Gli affari di Topogrigio
CAPITOLO OTTAVO
Basta un pizzico di peperoncino?
Tutta la classe si era riversata nel cortile della scuola e,
mentre Filiberto continuava a non avere occhi che per
Marta, Sarah e Giulio ripensavano all’occasione sprecata
per ritrovare Tina.
«Sarah, guarda l’orologio del campanile! È troppo tardi!
Non riusciremo mai a capire se a far sparire Tina sia stato
veramente Filiberto! Forse dovremmo chiedere aiuto a
Marta» disse Giulio.
Al suono squillante della campanella, tutti gli alunni si
diressero verso l’uscita tranne Sarah, Giulio e Marta che si
trattennero a discutere nel cortile.
Secondo il piano di Sarah, Marta avrebbe dovuto
trascorrere il pomeriggio con Filiberto per cercare di
capire se fosse stato veramente lui il responsabile della
scomparsa di Tina.
Infatti, la bambina avrebbe confessato al compagno
di avere un debole per le matite rosse con la gommina
Capitolo ottavo
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dorata e così, se lui fosse stato effettivamente in possesso
di Tina, gliela avrebbe sicuramente regalata.
Ma, avrebbe funzionato questo trucchetto?
Nel frattempo Topogrigio, di ritorno al suo nascondiglio,
incontrò due topastri poco raccomandabili, i gemelli
Grattugia.
Tutti sapevano che era meglio non fare arrabbiare quei
due: infatti, non solo erano scagnozzi di Rattonero ma
soprattutto, quando acciuffavano qualcuno, amavano
“grattugiargli” sul muso il vecchio calzino di nonno Charlie,
il più puzzoso barbone del quartiere.
Tom Grattugia fece capire a Topogrigio che Rattonero
voleva qualcosa da lui per saldare il suo eterno debito,
e subito dopo Jerry Grattugia si presentò con Tina tra le
grinfie, pallida come una gomma pane per il terrore.
I due si allontanarono ridendo e mostrando i loro denti
giallastri, sfidarono Topogrigio a riprendersi la matita.
La povera Tina, allora, venne portata al cospetto di
Rattonero, capo indiscusso dei ratti.
Tutti lo temevano e rispettavano più per paura che per
Basta un pizzico di peperoncino?
stima, essendo grosso e senza scrupoli.
Rattonero otteneva sempre ciò che voleva, bastava un
colpo della sua lunga coda che, come una frusta, faceva
sibilare nell’aria.
«Vi riempirò di formaggi e di ogni tipo di leccornie!» aveva
urlato Rattonero alla sua banda «Prendete la matita dalla
tana di quel topo insignificante!»
A Tina sembrava di vivere un incubo! Tutto attorno a lei
era sporco, appiccicoso e puzzolente!
Pensava tra sé: “Topogrigio mi ha tradita e mi ha venduto
a questi mascalzoni!”
Vedendo avvicinarsi Rattonero, urlò disperatamente:«Help
me! Qualcuno mi aiuti! Sono una splendida matita e non
posso finire nelle vostre zampacce! Non fatemi del male o
la pagherete!»
Rattonero le rispose con una risataccia “accarezzandola”
con i suoi unghioni:«Puoi gridare quanto vuoi! Nessuno ti
sentirà! Sarò io a decidere del tuo destino!»
Intanto Topogrigio era piombato nella disperazione
perché aveva sentito dire che, per riavere qualcosa
Capitolo ottavo
65
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indietro da Rattonero, bisognava pagare un riscatto di
gran lunga superiore al suo valore effettivo.
Il povero topo, non sapendo come recuperare Tina contando solo sulle sue forze, decise di coinvolgere Filiberto.
Quest’ultimo, ascoltando le parole di Topogrigio, capì di
aver combinato un bel pasticcio.
Infatti, comprese che non era merito della matita, per
quanto splendida, a far scrivere bene, ma la testa e il
cuore di chi scrive.
Quindi, avrebbe fatto di tutto pur di restituire Tina a Sarah.
Nella mente gli risuonavano le parole della sua maestra:
“La vera gioia non sta nel possedere tante cose ma nella
ricchezza dei sentimenti e nel cuore”.
“Non è avere la matita la cosa più importante per me. Ciò
che vorrei davvero sono gli amici!” pensò Filiberto.
Poi, rivoltosi a Topogrigio, disse: «Escogitiamo un piano
per sottrarre Tina dalle grinfie di Rattonero, prima che sia
troppo tardi!»
Nello stesso istante, nel suo covo, il terribile capo, lisciandosi il lucido pelo nero e pensando al ricco riscatto che
Basta un pizzico di peperoncino?
avrebbe chiesto per la liberazione di Tina, si gongolava
di gioia malvagia.
«Chiederò dieci pezzi di Gorgonzola, venti pezzi di
Parmigiano e quaranta, anzi cinquanta pezzi di Groviera
della migliore qualità!»
Gli occhiacci gialli già pregustavano il prelibato pranzo
e gli sembrava di avere già la pancia piena di tutto quel
delizioso formaggio.
Ai suoi scagnozzi avrebbe lasciato solo le croste, tanto
non avrebbero mai osato ribellarsi perché era lui il Capo!
Intanto Tina, sempre sotto lo sguardo vigile dei gemelli
Grattugia, cercava di divincolarsi, ma più si dimenava,
più rischiava di spezzarsi: «Oh poor me! Who is going to
help me?»
«Appena il tuo amico pagherà il riscatto, ti lasceremo
libera. Altrimenti…» sghignazzarono i topastri.
«Altrimenti cosa?» domandò Tina tremando
«Ti rosicchieremo fino alla gomma! Ah, Ah, Ah!» rispose
Rattonero mostrandole i dentoni taglienti.
Poi si rivolse ai gemelli Grattugia dicendo:«Comunicate la
Capitolo ottavo
67
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mia richiesta di riscatto a quello sciocco di Topogrigio!
Avrà ventiquattro ore di tempo per trovare il formaggio,
non un secondo di più! A mezzanotte scadrà l’ultimatum!»
I due gemelli fecero pervenire la richiesta del loro capo a
Topogrigio che, tremando di paura, si recò al solito punto
di incontro per mettere Filiberto al corrente degli ultimi
avvenimenti e stilare insieme un piano per salvare Tina.
Il bambino lesse la richiesta del Boss ed esclamò sconsolato: «Come faremo a trovare tutto questo formaggio in
così poco tempo?»
Senza perdersi d’animo pensò che avrebbe provato a
chiedere aiuto a Giulio, a Marta e anche a Sarah, perché
si sa, l’unione fa la forza.
I suoi amici lo ascoltarono sbalorditi: tutto quel formaggio
sarebbe costato una fortuna!
Poi Filiberto ebbe un’idea geniale: «Perché non farci
dare dalla maestra qualche panetto di plastilina? Li
impasteremo fino a dargli la forma di pezzi di formaggio e
per farli sembrare ancora più veri li dipingeremo di giallo!»
«Non riusciremo mai ad ingannare Rattonero! È troppo
Basta un pizzico di peperoncino?
furbo! Al primo morso scoprirà che non è vero formaggio!»
risposero in coro Giulio e Marta.
«E allora cosa proponete?» chiese Filiberto.
«Potremmo mettere qualcosa sul formaggio che gli farà
passare per sempre la voglia di mangiarlo!» disse Giulio.
Sarah e Marta si scambiarono uno sguardo e dissero:«Ci
metteremo del piccantissimo peperoncino rosso!»
«E chi consegnerà il riscatto?»
«Topogrigio, chi se no! Riporremo il formaggio dentro una
grande scatola e, mentre i topi saranno intenti ad aprirla,
lui avrà il tempo di salvare Tina».
Ma, sarebbe stato davvero così semplice?
Capitolo ottavo
69
CAPITOLO NONO
A tre passi da Tina
I quattro amici si incontrarono nella calda e accogliente
casa di Sarah. Fecero merenda con cioccolato caldo
e biscotti appena sfornati e si misero subito all’opera
perché sapevano di avere i minuti contati per portare a
termine il loro piano. Infatti, la salvezza di Tina dipendeva
interamente da loro quindi, avrebbero fatto di tutto pur di
strapparla dalle grinfie di Rattonero.
E mentre erano intenti ad architettare il piano con cui
speravano di poter ingannare Rattonero, quest’ultimo già
pregustava la bontà degli ottanta pezzi di formaggio.
Ma c’era qualcosa che legava indissolubilmente Rottonero
e Topogrigio il quale, almeno fino a quel momento, non
aveva avuto il coraggio di confessarlo.
Quale sarà mai questo segreto che entrambi custodivano?
Intanto Filiberto, Sarah, Giulio e Marta si separarono per
recuperare quanta più plastilina possibile e, una volta
modellate e cosparse di peperoncino tutte le forme di
Capitolo nono
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formaggio, nessuno sarebbe mai stato in grado di capire
che quello era tutt’altro che formaggio!
Nel frattempo, nel covo di Rattonero Tina gridava: «I’m so
tired right now! All I need is a comfortable pencil-case! Ma
più di tutto, I miss my Sarah!»
I bambini, riposto accuratamente tutto il formaggio in una
scatola, giunsero insieme a Topogirgio nello spaventoso
antro, dove già era stata imbandita una lunghissima tavolata attorno a cui sedevano Rattonero e i suoi scagnozzi,
ansiosi di gustare le prelibatezze che gli erano state
promesse in cambio della liberazione di Tina.
I bambini lasciarono all’ingresso con la scatola ricolma di
formaggio Topogrigio che, in men che non si dica, venne
calorosamente accolto da Rattonero, che esclamò: «Ci
rivediamo, vecchio mio!»
L’altro, senza ulteriori indugi, rispose: «Prendi il formaggio
e libera Tina, rispetta il nostro accordo!»
Ma, Rattonero non aveva assolutamente intenzione di
lasciar andare così in fretta Topogrigio, anzi non poté
fare a meno di riportargli alla mente proprio quel segreto
A tre passi da Tina
che, in tutti i modi, aveva cercato di tenere nascosto.
Si trovavano entrambi in una piccola imbarcazione, dove,
furtivamente, si erano introdotti per cercare un po’ di cibo.
Improvvisamente, un’onda altissima rovesciò la barca e
Rattonero, col suo tempestivo intervento, salvò la vita a
Topogrigio portandolo fino alla riva. Quest’utlimo, allora,
in segno della sua gratitudine promise al compagno che
gli sarebbe stato eternamente debitore e che, proprio
per questo, avrebbe fatto di tutto pur di ripagarlo. Ebbene, per Rattonero era arrivato il momento di avere la
sua ricompensa e, quindi, esclamò: «Non solo, mio caro
amico, prenderò la scatola di formaggio ma, terrò anche
Tina!» E detto ciò, l’antro oscuro si riempì della sua risata
malvagia.
I bambini che nel frattempo si erano nascosti, capirono
che era arrivato il momento di entrare in azione e di
mettersi alla ricerca di Tina, approfittando del fatto che
tutti gli altri fossero intenti a contemplare la scatola. Infatti, ai gemelli Grattugia era stato assegnato il compito
di aprirla e, una volta scoperchiata, Rattonero con un
Capitolo nono
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balzo scansò tutti gli altri e con ingordigia ne divorò
tutto il contenuto. Allora, i due gemelli capirono di dover
porre fine a tutte le angherie che fino ad allora erano stati
costretti a sopportare e che, soprattutto, Rattonero non
avrebbe dovuto farla più franca. Delusi e rammaricati per
aver servito e obbedito per tanto tempo a quel topastro
ingrato, si incamminarono verso l’uscita.
Intanto, i quattro amici scrutavano attentamente ogni
angolo della tana per trovare Tina quando, si accorsero
che i gemelli Grattugia si stavano avvicinando al loro
nascondiglio. Tentarono in tutti i modi di scappare ma,
i gemelli che, fin dall’inizio li avevano scoperti, dissero:
«Amici, d’ora in poi potrete contare su tutti quanti noi!
Metteremo una volta per tutte fine al crudele regno di
Rattonero!»
«Evviva!» esultò Marta.
«Quindi sarete dalla nostra parte?» replicò Sarah.
I bambini non potevano credere che, proprio chi avevano
cercato di ingannare, avrebbe prestato loro aiuto e,
senza esitare, si fecero svelare il luogo segreto dove era
A tre passi da Tina
stata nascosta Tina. Era una feritoia così stretta e buia
che mai avrebbero pensato di guardarvi dentro!
Essi vi sopraggiunsero tutti insieme col fiatone ed entrati
nella parte più profonda di quel fatiscente e sudicio buco
abbandonato, videro finalmente Tina, rannicchiata in un
angolo. Sembrava avesse perso tutto il suo vigore quando…
«Sarahhhhhhhhh!!!» esclamò Tina fuori di sé dalla gioia,
dopo aver visto che la sua padroncina non l’aveva mai
abbandonata.
«Tina sono qui, è tutto a posto, ti libereremo in un batter
d’occhio!» rispose Sarah che ancora non poteva credere
che, di lì a poco, avrebbe tenuto di nuovo stretta tra le
mani la sua amata matita.
Ma, nessuno aveva visto che Tina era rinchiusa in una
gabbia posta così in alto che nessuno di loro sarebbe
stato in grado di raggiungerla.
Mentre i bambini cercavano di capire come arrampicarsi
fino alla gabbia, sentirono una strana vocina provenire
dal basso: era Carolina, una rana amica di Topogrigio
che, avvicinatasi a loro, disse:
Capitolo nono
75
«Salve a tutti, io sono Carolina
la rana ballerina
che allegra saltella
dalla sera alla mattina!
Anche se sono piccolina
rimbalzo come una pallina,
e la mia agilità vi sorprenderà!»
76
E continuò: «So che siete amici di Topogrigio».
Sarah annuì e con un filo di voce disse: «Certo, potresti
aiutarci a salvare Tina, la mia matita… please?»
Carolina, allora, pensò che avrebbe potuto saltare fino
a raggiungere la gabbia ma, una volta in cima come
avrebbe fatto ad aprirla? Tutto d’un tratto Marta esclamò:
«Con la mia forcina per capelli!»
Dunque, la rana balzò agilmente fino alla gabbia e con
grande maestria riuscì a liberare la piccola Tina che non
vedeva l’ora di riabbracciare la sua Sarah.
Intanto, Rattonero era tutto intento ad assaporare il
A tre passi da Tina
deliziosissimo formaggio, quando si accorse che qualcosa
non andava. Infatti, sembrava quasi che le sue papille
stessero per andare a fuoco e fu così che si accorse
dell’inganno!
Rattonero cominciò ad urlare con voce strozzata e, spaventato, cercò di far capire che era allergico al peperoncino! Purtroppo per lui, nessuno dei suoi scagnozzi era
più disposto ad aiutarlo perché, proprio come i gemelli
Grattugia, si erano schierati dalla parte dei bambini.
Finalmente, Sarah e Tina si strinsero in un forte abbraccio e
si promisero che non si sarebbero più lasciate. Purtroppo
però, la promessa, almeno per adesso, non poteva essere
mantenuta perché, mentre i bambini si apprestavano a
fuggire dall’antro, la tasca dove era stata riposta Tina
si scucì completamente, dopo che un filo era rimasto
impigliato in un ramo.
La matita cadde e, ancora una volta, nessuno se ne
accorse ma…
Ne siamo davvero sicuri?
Capitolo nono
77
CAPITO DECIMO
Tante sorprese e… un mare di amicizie
Ancora una volta, Tina si ritrovò da sola nell’antro. Iniziò
ad urlare: «HELP ME! Questo sembra un incubo da cui non
uscirò mai!»
Ormai, la povera matita era arrivata a rassegnarsi dinanzi
ad una sorte che non voleva proprio abbandonarla.
Nel frattempo, Sarah fece ritorno a casa ancora incredula
per essere riuscita a salvare la sua piccola amica.
Ma, sul punto di riporre Tina nell’astuccio, si accorse che
della sfortunata matita non c’era più traccia. Sarah non
sapeva più che fare ma, disperarsi non sarebbe servito
a niente.
Intanto Rattonero, sempre più gonfio a causa del peperoncino, continuava imperterrito a chiedere aiuto e Topogrigio, che non aveva lasciato il nascondiglio, decise di
soccorrerlo, mosso dal suo gran cuore.
Quindi, lo caricò sul suo dorso e lo portò alla famosa
clinica “Micky” dove il dottor Mouse si prese cura di lui.
Rattonero non si sarebbe mai aspettato che, dopo aver
trattato così male il suo vecchio amico per essersi comCapitolo decimo
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portato in quel modo, Topogrigio lo avrebbe aiutato. Il
topo, allora, capì, che era arrivato il momento di mettere
da parte tutta la sua malvagità e il suo egoismo e, così
facendo, chiese scusa al suo vecchio amico.
Il giorno seguente, Rattonero ritornò alla sua tana e trovò
Tina che appena lo vide, gridò: «HELP ME! HELP MEEE! Ti
prego non farmi del male». Lui la rassicurò dicendole che
del vecchio Rattonero non era rimasto che un lontano
ricordo e che avrebbe fatto di tutto pur di riconsegnarla
alla sua Sarah.
Intanto, a scuola Sarah, con gli occhi ancora lucidi, si
recò dai suoi amici che mai si sarebbero aspettati che
Tina fosse scomparsa di nuovo.
I bambini cercarono di tranquillizzare l’amica dicendole,
che una volta usciti da scuola, avrebbero ripercorso
attentamente la strada che avevano fatto dopo essere
fuggiti dall’antro. Iniziarono a cercare la matita, stando
alla larga dal covo di Rattonero credendo di esserselo
lasciato una volta per tutte alle spalle.
Ma, dopo un pomeriggio di ricerche, della matita non
c’era nemmeno l’ombra e gli amici non sapevano davvero
più cosa fare.
Tante sorprese e… un mare di amicizie
Nel frattempo Rattonero chiese aiuto a Topogrigio per
riportare Tina dalla sua padrona.
La mattina dopo Tina era pronta per riprendere il suo
posto nel suo astuccio ma, soprattutto, al fianco della sua
più grande amica.
I due si precipitarono in giardino dove Tina, intravedendo
Sarah, esclamò: «I’m here!» ma, nessuno la sentì. Allora,
il topo con uno scatto raggiunse i bambini cercando di
attirare la loro attenzione ma, l’impresa si complicò perché
questi ultimi, impauriti, chiamarono a gran voce il custode
che, immediatamente, piazzò trappole in tutta la scuola.
Allora, Tina incitò Topogrigio: «Run faster altrimenti la
perderemo di vista!»
L’altro rispose con un rapido “SQUIT, SQUIT!” e prese
la rincorsa, badando ad evitare tutte le trappole. Con
quattro balzi riuscì a farsi strada tra i piedi dei bambini,
raggiungendo finalmente la porta della classe V A.
Ed ecco Sarah che, quando vide Tina, iniziò ad
esultare per la gioia. La piccola matita, ancora avvolta
dall’abbraccio dell’amica disse: «You’re finally with me! I
missed you a lot, Sarah!» Giulio, che non riusciva a capire
come Tina avesse fatto a trovare Sarah, come un perfetto
Capitolo decimo
81
82
Holmes, chiese alla matita: «Dove sei caduta? Come hai
fatto ad arrivare qui?» Allora Tina, cominciò a raccontare
delle sue avventure e come la forza dell’AMICIZIA possa
rendere migliori.
Sarah, avendo sentito che era stato merito di Rattonero
se poteva abbracciare di nuovo la sua piccola amica,
decise di recarsi insieme agli altri al suo antro e scusarsi
per l’inganno tesogli.
il loro incontro fu breve perché Tina non vedeva l’ora di
tornare a scrivere!
Appena arrivata a casa, Sarah felice mostrò Tina ai
genitori e si mise subito all’opera. La matita aveva
capito che stare insieme agli altri vale di più che essere
incoronata regina delle matite e che la forza non viene
data dalla mano, ma dalle intenzioni che la muovono.
Poi, Tina pensò a tutti quegli oggetti dimenticati nella
scatola che erano sempre stati al suo fianco, senza mai
abbandonarla e chiese a Sarah di darle una mano nel
riconsegnarli ai loro rispettivi proprietari.
Così, il giorno seguente, la bambina chiese alla maestra
di svuotare il contenuto della scatola sulla cattedra e,
non appena fecero capolino il piccolo temperamatite,
Tante sorprese e… un mare di amicizie
il righello, le penne colorate, le gomme e tutti gli altri
oggetti, i bambini poterono stringere tra le loro mai ciò
che credevano di aver perso per sempre.
Oh…! Che gioia per Tina rivedere i suoi amici finalmente
riuniti con i loro proprietari!
La matita era riuscita a rendere felice coloro che
l’avevano aiutata e questa era la cosa che più le
importava. Intanto Filiberto, tutto rosso in viso, chiese
scusa alla piccola Sarah, per tutto quello che le aveva
fatto. Giulio, compiaciuto osservò la scena e, avvicinò
al suo amico, gli strizzò l’occhio e disse: «Give me five!».
Filiberto era davvero al settimo cielo, perché finalmente
aveva trovato tanti amici.
Dopo qualche giorno, Sarah si trovava a scuola, quando
all’improvviso qualcuno bussò alla porta e una bambina
entrò. La maestra non ebbe nemmeno il tempo di fare le
presentazioni che Sarah le saltò addosso, esclamando:
«Oh…! Alex, please tell me this is not a dream!»
Le due amiche trascorsero insieme l’intera giornata e Sarah ancora non poteva credere che la sua migliore amica
fosse lì con lei! Purtroppo, però, Alex doveva fare ritorno
in Inghilterra e Sarah, non volendo lasciarla andare senza
Capitolo decimo
83
prima averle dato qualcosa di speciale che le permettesse di ricordarsi di lei, le regalò una matita: Fabriano
Matitone Italiano.
Tina e Fabriano, entrambi amanti della poesia, prima della
partenza si lasciarono con queste parole:
«L’amicizia è una gran cosa
che ti lega per la vita
or un giglio ad una rosa
una bimba a una matita.
La morale è sempre quella
quando c’è di mezzo il cuore,
ogni cosa è assai più bella
se c’è amicizia e se c’è amore.
Come in tutte le storie di questi e di altri tempi,
vissero tutti amici e contenti».
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Tante sorprese e… un mare di amicizie
Farfalle nello stomaco
Where’s Tina Mc Pencil?
Lo sgomento di Tina
La delusione di Tina
Insieme si può fare di più!
Amicizia e nuove rivelazioni
Gli affari di topogrigio
Basta un po’ di peperoncino?
A tre passi da Tina
Tante sorprese e… un mare di amicizie
APPENDICE
1. Farfalle nello stomaco
Istituto Comprensivo “C. Puglisi” plesso “Carlo Addario” Acate (RG) – classe V A
Dirigente Scolastico
Francesco Raffo
Docente referente della Staffetta
Maria Rita Iacono
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Maria Rita Iacono
Gli studenti/scrittori della classe V A
Samuele Barbera, Giovanni Cascone, Dario Casì, Eugenio Cavallo, Sharon Città,
Tecla Di Bella, Alessandra Di Carlo, Sara Di Paola, Elia Eterno, Michela Fiamma, Asia
Fontanella, Matteo Fracanzino, Matteo Gagliano, Nunzio Galesi, Diego Guarino,
Noemi Gurrieri, Biagio Lombardo, Chiara Longo, Raffaele Nicoletti, Davide Petino,
Giulia Reccavallo, Filippo Rossi, Alysea Salupo, Manuel Sammatrice, Luca Sarta,
Cristiano Schembri, Vincenzo Tidona, Alice Vacirca.
I disegni sono stati realizzati da: Eugenio Cavallo, Tecla Di Bella, Nunzio Galesi
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Quest’anno è la terza volta che partecipiamo alla Staffetta di Scrittura Creativa
e per ogni capitolo abbiamo provato un’emozione nuova. È stato elettrizzante
scrivere il primo capitolo e grazie all’esperienza degli anni precedenti questa volta
siamo riusciti a immergerci nella storia in pochissimo tempo. Come sempre è stata
un’esperienza indimenticabile, divertente ed eccitante perché durante la scrittura
si collabora, si discute, si disegna, si gioca e naturalmente si scrive. Ci è piaciuta
moltissimo la protagonista della nostra storia, una matita parlante, ma abbiamo
voluto introdurre gli aspetti realistici suggeriti dall’autrice dell’incipit cioè la mano
e la volontà di Sarah”.
APPENDICE
2. Where’s Tina Mc Pencil?
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V C
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Elena Turco
Gli studenti/scrittori della classe V C
Francesca Abategiovanni,Carola Andreozzi, Isabel Cecere, Mattia Chiacchio,
Mattia Costanzo, Angela De Biase, Simone De Dominicis, Giulia De Lucia, Daniel Di
Foggia, Raffaele Di Maro, Francescoantonio Di Martino, Gianluca Gorirossi, Daniel
Graziano, Paolo Lampitella, Alessia Mazzaro, Sebastiano Gianmaria Messina,
Angelica Napoletano, Benedetta Pellegrino, Guglielmo Pepe, Luigi Romano,
Giuseppe Sarnataro, Davide Saulino,Andrea Sessa, Benedetta Verde, Camilla
Verde, Irene Villano
Il disegno è stato realizzato dalla classe V C
Hanno scritto dell’esperienza:
... “Gli alunni anche quest’anno hanno accolto con entusiasmo il progetto di
contribuire alla stesura di una storia. È stata una gran bella esperienza stimolante,
coinvolgente e divertente. Hanno messo in pratica le loro straordinarie capacità
creative e le loro competenze della L2. Hanno riflettuto sull’importanza del valore
dell’amicizia, sull’importanza del cooperare e sentirsi parte integrante di un
gruppo”.
APPENDICE
3. Lo sgomento di Tina
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V G
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Luisa Barbato
Gli studenti/scrittori della classe V G
Emilia Albanese, Martina Andreozzi, Simone Carmine Andreozzi, Lorenzo De Michele,
Gennaro Falco, Aldo Gambardella, Simona Pia Gatto, Giulia Griffo, Antonia
Cristiana Iapicca, Fabrizio Lauro, Amedeo Lecce, Gaetano Lecce, Maria Diana
Malena, Alessandro Manca, Paolo Lucio Matteuzzo, Nicola Claudio Mincione,
Brigida Pia Molitierno, Arianna Monachello, Giuseppe Piccirillo, Angelo Primizia,
Gabriele Savoia, Maria Beatrice Simonelli, Elisabetta Taglione
Il disegno è stato realizzato da Brigida Pia Molitierno
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Avendo già partecipato lo scorso anno, abbiamo aspettato con impazienza
l’inizio della staffetta, perché curiosi di conoscere l’incipit e i capitoli precedenti
il nostro. Superata l’iniziale preoccupazione di non riuscire a esprimere al meglio
le nostre idee, abbiamo lavorato con volontà e determinazione. Grazie Bimed,
speriamo di ripetere questa esperienza anche alla Scuola Media”.
APPENDICE
4. La delusione di Tina
Istituto Comprensivo “D. Cimarosa” IV circolo Aversa (CE) - classe V F
Dirigente Scolastico
Cecilia Amodio
Docente referente della Staffetta
Angela Marrone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Luisa Barbato
Gli studenti/scrittori della classe V F
Anna Armonioso,Ilaria Boccini, Simone Cavallaccio, Andrea Cirillo, Nicola
Coscione, Raffaele De Luca, Alessandra Del Piano, Mattia Dello Iacono, Paola
Esposito, Giulia Fabozzo, Eleonora Grazia Fazioli, Nicola Ferrara, Manuel Gargiulo,
Giovanni Giordano, Antonio Marino, Lorenzo Matteucci Rossella Mormile, Michele
Mottola, Benito Nogarotto, Giovanni Parisi, Vittoria Pirozzi, Carmen Ruggiero,
Raffaele Sbaraglia, Lucia Anna Schiavo, Salvatore Pio Solla, Luisa Laura Verde
Il disegno è stato realizzato da: Simone Cavallaccio, Nicola Coscione, Raffaele De
Luca, Giovanni Parisi, Raffaele Sbaraglia, Salvatore Pio Solla
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Ringraziamo la Bimed per averci dato l’opportunità di ripetere questa bellissima
esperienza. Dopo aver letto l’incipit e i capitoli scritti dalle altre scuole abbiamo
lavorato con impegno e motivazione; le idee erano tante e abbiamo fatto fatica a
contenerle in mille parole”.
APPENDICE
5. Insieme si può fare di più!
Scuola Sec. I grado “Dante Alighieri” - gruppo misto classi I H - II D
Dirigente Scolastico
Michele Gramazio
Docente referente della Staffetta
Annamaria Compagnone
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Annamaria Compagnone
Gli studenti/scrittori della classe I H - II D
I H - Alice Follieri, Antonio Scirocco, Bianca Onorato, Eugenio Follieri, Giovanna
Apollo, Giulia Altilia, Giusi Palumbieri , Luca Faccilongo, Lucio Tatali, Maria Amoruso,
Nicolay Panzano, Sara Abate, Sara Rinaldi.
II D - Alessandra Calabrese, Anamaria Cirstea, Andrea De Luca, Carmen Carnevale,
Dianiela Piemontese, Daniele Curci, Fabiola Repola, Gabriele De Troia, Ilaria
Robecco, Luca Curcelli, Rebecca Vecchiarino, Renzo Randi, Simone Olivieri
Il disegno è stato realizzato da: Alice Follieri, Giovanna Apollo
Hanno scritto dell’esperienza:
“...L’esperienza è stata positiva soprattutto perché abbiamo lavorato insieme
ad alunni di un’altra classe. Quello che ci è piaciuto meno, è stata la storia
probabilmente adatta a bambini di scuola primaria”.
APPENDICE
6. Amicizia e nuove rivelazioni
Istituto Comprensivo Borgaro Torinese (TO) – classe V B
Dirigente Scolastico
Liliana Bodini
Docente referente della Staffetta
Patrizia Ferri
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Patrizia Ferri, Rosanna Marchetti
Gli studenti/scrittori della classe V B
Micaela Aschieris, Sofia Cafasso, Michele Carella, Valentina Carpenteri, Caterina
Castellano, Manuel Crivellaro, Sara Di Carlo, Andrè Di Napoli, Martina Giraudo,
Raffaele Infuso, Swamy Mangeruga, Giorgia Mansella, Lucia Meinardi, Daniele
Nocera, Gaia Rossi, Gaia Saletta, Jacopo Serafino, Giulia Suozzo, Marco Telesca,
Gabriele Tinnirello, Simone Zingaro
Il disegno è stato realizzato da: Sofia Cafasso, Caterina Castellano, Giulia Suozzo,
Marco Telesca
Hanno scritto dell’esperienza:
“...Il nostro capitolo alla fine è diventato più bello di quanto pensassi …” (Gaia S.),
“Mi piace scrivere insieme perché eravamo sei teste e avevamo molte idee.”
(Micaela),“Ho apprezzato il racconto di Tina Mc Pencil perché è molto fantasioso.”
(Caterina), “Quando abbiamo fatto la Staffetta mi sentivo uno scrittore.” (Marco),
“è stata una esperienza molto interessante, bella, importante, molto creativa e
anche in po’ impegnativa.” (Sofia e Jacopo), “è stato bellissimo lavorare in gruppo
e fare i disegni con la china, questa storia ci piace perché è reale ma anche
fantastica.” (Swamy, Martina e Valentina), “Appena ho letto l’idea della matita Tina,
avevo già tante cose da poter scrivere.” (Simone), “A me è piaciuto lavorare con
il mio compagno.” (Lucia)
“Scrivere, inventare, cioè fare quasi tutto: questa è la Scrittura Creativa!” (Manuel),
“L’esperienza della Staffetta è fantastica, vorremmo ripeterla anche il prossimo
anno.” (Daniele e Giulia)
APPENDICE
7. Gli affari di topogrigio
Istituto Comprensivo Scuola primaria “G. Rodari” di Cesa (CE) - classe IV F
Dirigente Scolastico
Pietro Corvino
Docente referente della Staffetta
Domenica Lucia Nicodemo
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Domenica Lucia Nicodemo, Francesca Milone
Gli studenti/scrittori della classe IV F
Ernesto Bencivenga, Elvira Bianco, Arianna Borzacchiello, Adam Bouazizi,
Pietro Bova, Karol Cesario Cesaro, Gessica Ferriero, Pasquale Giaccio, Vittorio
Guarino, Marica Iuliano, Bruno Leucoio, Giulio Mangiacapra, Vincenzo Migliaccio,
Alessandra Munno, Enza Pagano, Giovanna Pecovela, Antonio Perfetto, Donato
Perfetto, Sagliocco Giuseppe, Anna Salpa, Maria Grazia Turco
Il disegno è stato realizzato da: Ernesto Bencivenga, Alessandra Munno, Marica
Iuliano, Pietro Bova
Hanno scritto dell’esperienza:
“.. . è il quarto anno che gli alunni si impegnano nella staffetta e con entusiasmo
seguono le avventure dei protagonisti e si dilettano ad ipotizzare le varie vicende
fantastiche. Tutti gli alunni hanno nominato la loro Mc Pencil e come mascotte
l’hanno adottata per le attività preferite. Gli avvenimenti ci hanno consentito di
riflettere sul comportamento scolastico e sociale”.
APPENDICE
8. Basta un po’ di peperoncino?
Primo Circolo Didattico di Comiso (RG) - classe V C
Dirigente Scolastico
Rosaria Costanzo
Docente referente della Staffetta
Maria Giuseppa Sallemi
Docente responsabile dell’Azione Formativa
Enza Elia
Gli studenti/scrittori della classe V C
Matteo Agosta , Roberta Asta , Paolo Bellio , Enrico Cabibbo , Eleonora Cannella,
Francesco Carratello, Davide Cassarino, Mighel Ionut Cirlan , Michele Garofalo,
Giuseppe Grazioso, Miryam Gurrieri, Mario Maldonato, Vincenzo Mancuso,Maria
Beatrice Meli, Vincenzo Melilli, Nunzio Mezzasalma , Federico Migliore, Cristi
Stefanel Nechifor, Lavinia Alexandra Niculae, Federica Peri, Carla Portuese, Marco
Re, Pierfrancesco Sallemi, Cosmin Costantin Ungureanu
Il disegno è stato realizzato da: Michel Ionut Cirlan, Federica Peri, Marco Re,
Miryam Gurrieri
Hanno scritto dell’esperienza:
“...La storia ci ha appassionato sin dai primi capitoli ed ognuno di noi ha
sbrigliato la fantasia cercando di immaginare i personaggi, (dando loro precise
caratteristiche)
creando nuovi personaggi e inventando di sana pianta una storia ricca di colpi di
scena ed imprevisti”.
APPENDICE
9. A tre passi da Tina
Istituto Comprensivo “Parente” plesso “Diaz” Aversa (CE) – classi V A/B
Dirigente Scolastico
Enrichetta Ferrara
Docente Referente Staffetta
Rosa Ferrara
Docenti Responsabili dell’Azione Formativa
Giuseppina Sarracino, Giuseppina Colella
Gli studenti/scrittori delle classi
V B - Luigi Capogrosso, Francesca Citarella, Maria Rebecca De Gaetano,
Martina Della Puca, Maria Di Santo, Francesco Fadda, Hosine Rami Ghoudelbourk,
Alessandro Lecce, Marco Leccia, Mariarka Macchia, Mirko Manzo, Chiara Merola,
Raffaele Mincione, Martina Orabona, Alessandra Palmieri, Ilario Panaro, Mattia
Spena, Salvartore Vitale.
V A - Federica Comune Alessandra De Paola, Maria Del Canto, Miriam Diana,
Nicola Maddalena, Flavia Molitierno, Gaia Oliva, Veronica Petrarca, Vincenzo
Rammairone, Lee Dominic Santos, Francesca Pia Tanda, Mahlet Tebebe, Elisa
Zuppa
Il disegno è stato realizzato dal gruppo classe V A
Hanno scritto dell’esperienza:
“…Questa esperienza ci ha arricchito molto, è stata un’attività creativa che ci ha
regalato il piacere di lavorare uniti. Raccogliere tante idee e metterle insieme, ci
ha consentito di lavorare in armonia senza competizioni, perché ogni idea nuova
era migliore dell’altra. Ci siamo sentiti un po’scrittori, un po’ protagonisti e un po’
attori. È stata una bella sensazione poter decidere il seguito di una storia simpatica
e divertente”.
APPENDICE
10. Tante sorprese e… un mare di amicizie
Istituto Comprensivo “Santa Croce” Sapri (SA) - gruppo misto classi V
Dirigente scolastico
Corrado Limongi
Docente referente della staffetta
Umberto Del Duca
Docenti responsabili dell’azione formativa
Domenica Maria Celano, Annamaria Russomando
Gli alunni/ scrittori delle classi V
V A/B - Claudia D’Ambrisi, Tommaso D’Amico, Alfredo De Lucia, Annalaura Disperso,
Marialudovica Disperso, Elene Farris, Iacopo Gangemi, Carmine Giudice, Martorelli
Manila, Antonio Paradiso
V - plesso Villamare: Lorenzo Brandi, Iris Cattel , Maria Elisa Lembo
V - plesso Torraca: Carmen Casullo, Maria Antonietta Sarno
V - plesso Vibonati: Erik Martorelli, Luigi Serra
Il disegno è stato realizzato da Lorenzo Beatie e Alfredo De Lucia
Hanno scritto sull’esperienza:
“…I piccoli scrittori sono sempre affascinati dal mondo fantastico, i nostri in
particolare hanno scritto la fine della storia e fantasticando hanno inondato i fogli
con fiumi di parole. Una cosa è certa hanno capito che essere amici è bello e dà
gioia e che la condivisione dei sentimenti rende tutti più forti e disponibili verso gli
altri. Thanks, insieme ci siamo divertiti tanto…”
INDICE
Incipit di ANNACHIARA MONACO .......................................................... pag 17
Cap. 1 Farfalle nello stomaco ..........................................................................» 19
Cap. 2 Where’s Tina Mc Pencil? ......................................................................» 25
Cap. 3 Lo sgomento di Tina ..............................................................................» 31
Cap. 4 La delusione di Tina ...............................................................................» 39
Cap. 5 Insieme si può fare di più! ....................................................................» 45
Cap. 6 Amicizia e nuove rivelazioni ..............................................................» 51
Cap. 7 Gli affari di Topogrigio ........................................................................» 57
Cap. 8 Basta un pizzico di peperoncino? ..................................................» 63
Cap. 9 A tre passi da Tina .................................................................................» 71
Cap. 10 Tante sorprese e… un mare di amicizie .....................................» 79
Appendici .................................................................................................................» 85
Finito di stampare nel mese di aprile 2015
dalla Tipografia Gutenberg di Fisciano (SA), Italy
ISBN 978-88-6908-087-6
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