In caso di mancato recapito inviare al CMP di Venezia per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
Numero 13 LA RIVISTA PER CHI
PROGETTA E COSTRUISCE
IN QUESTO NUMERO:
SPECIALE POLONIA: UN’ECONOMIA IN FORTE ESPANSIONE
L’ITALIA SUL PODIO ALLE OLIMPIADI DI BIOARCHITETTURA
PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA
RISTRUTTURAZIONI DI APPARTAMENTI IN CHIAVE MODERNA
CREATIVITA’ E INNOVAZIONE: LA LANA DI PECORA SARDA
SISTEMI SOLARI IBRIDI E SISTEMI DI ACCUMULO PER IL FOTOVOLTAICO
MERCEDES-BENZ MUSEUM: TRADIZIONE E INNOVAZIONE
IO COSTRUISCO
Periodico - N. 13 Luglio 2013
ISSN 2282-1708
Registrazione al Tribunale di Venezia
n. 16 del 11/10/2010
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SOMMARIO
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IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Numero 13 Luglio 2013
Registrazione al Tribunale di Venezia n. 16 del 11/10/2010
ISSN 2282-1708
Editore
PHIL FRESH s.n.c.
Via Garda, 1/9 - 30027 San Donà di Piave (Venezia)
Tel./Fax 0421 596926 - [email protected]
www.philfresh.it
Iscrizione ROC n. 20406
Direttore Responsabile
Ottavia Da Re
Hanno collaborato
Manuele Bettiol, Francesco Boeretto,
Luigi Boggian, Arch. Alessandro Bucci,
Mattia Da Riol, Arch. Laura Favotto,
Arch. Cristiana Favretto, Arch. Alvise Giacomazzi,
Barbara Matteazzi, Arch. Enrico Mazzer,
Federica Momentè, Arch. Eliseo Pavanetto,
Arch. Paola Perissinotto, Arch. Francesco Sommavilla,
Stefano Toffano, Arch. Luca Zanin
Stampa
Litocenter S.r.l. - Piazzola sul Brenta (PD)
Pubblicità
Tel. 0421.596926 - 348.5904819
[email protected]
Direttore Editoriale
Nicola Piccoli, Daniele Marcassa
Direttore Generale
Stefano Perissinotto
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50
52
Progetto Grafico e Impaginazione
IDVISUAL - Padova - www.idvisual.it
Foto
Gianni Canton - Padova - www.911foto.com
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CANTIERE E NORMATIVE
DELOCALIZZAZIONE: FALSO MITO PER LE AZIENDE,
VERA CATASTROFE PER IL LAVORO
ARRIVA L’APE:
ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA
L’IMPORTANZA DELLA VALUTAZIONE POST ABITATIVA
DETRAZIONI: FACCIAMO IL PUNTO
MATERIALI
SOLUZIONI AMBIENTALMENTE SOSTENIBILI
PER UN PROGRAMMA DI EDILIZIA
RESIDENZIALE PUBBLICA IN BELGIO
CREATIVITÀ E INNOVAZIONE: LA LANA DI PECORA
SARDA PER UN AMBIENTE PIU’ SALUBRE
LA BELLEZZA SENZA TEMPO
DI UN PAVIMENTO IN LEGNO A VENEZIA
CHIUSURE
SPECIALE: LA NUOVA SFIDA DELLA POLONIA
IMPIANTI
LA CONVENIENZA RADDOPPIA CON LA «DIAGNOSI»
SISTEMA DI ACCUMULO PER
IMPIANTI FOTOVOLTAICI NUOVI ED ESISTENTI
SISTEMI SOLARI IBRIDI: LA NUOVA FRONTIERA DEL
RISCALDAMENTO A FONTI RINNOVABILI
DALLA RICERCA ITALIANA NASCE IL CONDIZIONATORE
“INVISIBILE” PER GLI EDIFICI STORICI
SOLARE TERMICO IN EUROPA:
NEL 2012 INSTALLATI 2,4 GWTH
ARREDO & FINITURE
IL MAXXI PREMIA L’ARCHITETTURA
CERAMICA DEL XXI SECOLO
DISEGNARE SOGNI CHE
DIVENTANO QUOTIDIANE REALTÀ
SCALE IN PIETRA: DA SEMPLICE COLLEGAMENTO
A ELEMENTO CARATTERIZZANTE
FIERE ED EVENTI
UN’ESTATE TRA DESIGN E MUSICA
LO SGUARDO FEMMINILE SULL’ARCHITETTURA
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NOVITÀ & CURIOSITÀ
RESINE ANTISCIVOLO PER SUPERFICI MINERALI
In collaborazione con:
associazione giovani architetti
della provincia di venezia
PROGETTI
CASA F/H
LE OLIMPIADI GREEN DELLA BIOARCHITETTURA:
IL PODIO ITALIANO A MADRID
LA FILANDA A FAENZA
APPARTAMENTO CON MICRO CINEMA
ALL’APERTO A VENEZIA
SCULTURE E SPAZI PUBBLICI:
IL CASO DI PUNTA DELLA DOGANA A VENEZIA
NASCE MIOPROGETTO.IT
INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO
DI UN EDIFICIO DEGLI ANNI ‘60
PROGETTI INNOVATIVI: CHE FINE HANNO FATTO?
LA CHIESA DI SAMBUGHÈ: RITORNO ALLE ORIGINI
BOOM DI ORTI A ROMA PER
UNA CITTÀ PIÙ VERDE E SOLIDALE
62
64
Direttore Tecnico
Arch. Antonio Girardi
Redazione
Via Garda, 1/9 - 30027 San Donà di Piave (Venezia)
Tel./Fax 0421 596926 - [email protected]
www.iocostruisco.it
IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Guardiamoci attorno. Spesso, soprattutto in momenti difficili per la società e l’economia come
quello che stiamo attraversando, emergono nella nostra realtà forti spinte alla chiusura, all’autarchia, all’isolazionismo, alimentate dal timore che “aprirsi al mondo” possa farci perdere quelle
certezze che, inevitabilmente, la globalizzazione sta di fatto demolendo.
È il caso invece di fare uno sforzo, intellettuale e culturale, per capire cosa stia davvero succedendo nel mondo, magari iniziando dalla nostra vecchia Europa dove è possibile trovare realtà di
grande dinamismo sociale ed economico.
Con questa curiosità la nostra redazione ha partecipato nel mese di maggio ad un’interessante
visita in Polonia per conoscere come operano e quali strategie stanno mettendo in atto le aziende
di uno Paese che presenta molte analogie con il nostro, con un tessuto industriale composto soprattutto da piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, capaci di produrre in modo
flessibile e a costi competitivi e di esportare nei mercati esteri sfruttando la propria moneta.
In questo tredicesimo numero, quindi, vi raccontiamo questo viaggio nel cuore imprenditoriale
della Polonia perché pensiamo che, oggi più che mai, sia il momento di gettare il cuore (e non
solo) oltre l’ostacolo, aprendo nuove relazioni commerciali, senza per questo dover delocalizzare
in modo selvaggio come ci spiega Luigi Boggian in un articolo all’interno, ma piuttosto imparando
a valutare il lavoro degli altri e, perché no, cercando anche nuove alleanze che possano favorire
le aggregazioni e le esportazioni.
Triste a dirsi ma anche stavolta, come dopo la guerra, dovremo far leva su uno spirito nuovo, su
una rinnovata propensione a raggiungere nuovi mercati perché, lo vediamo tutti i giorni, non sarà
di certo la politica (questa politica) a tirarci fuori dalle sabbie mobili della crisi, ma solamente
quell’atavico coraggio imprenditoriale che ha decretato la forza e la fortuna delle nostre imprese
e della nostra gente. È una sfida durissima, da affrontare senza il supporto di provvedimenti strategici di una classe politica paralizzata, litigiosa e ancora una volta incapace di mettere al centro
della propria azione l’economia, le imprese e il lavoro.
Per questo noi continuiamo a parlare di edilizia, aziende e idee innovative, perché riteniamo che
solo dalle persone che tutti i giorni affrontano la competizione dei mercati possa arrivare l’unico
autentico messaggio di speranza per il futuro.
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IO COSTRUISCO ICONS
MERCEDES-BENZ MUSEUM:
TRADIZIONE E INNOVAZIONE
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IO COSTRUISCO PROPONE
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CASA F/H
Ristrutturazione di
un attico fondendo
arredi e architettura
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Sempre più si andrà verso una architettura che fa dell’uso oculato delle risorse ambientali
uno dei suoi punti di forza. Il che significa utilizzare materiali che necessitano meno energia
per essere prodotti, usare fonti energetiche rinnovabili, e ottimizzare i consumi di acqua.
Ma anche cercare di ridurre al massimo l’uso di suolo per le costruzioni. L’espansione incontrollata delle città a scapito di terreni agricoli o naturali è stato uno degli elementi caratterizzanti l’edilizia degli ultimi anni. Che ha portato alla costruzione di aree residenziali
sovradimensionate rispetto alle esigenze, scollegate dai centri cittadini, lontane dai servizi,
dai negozi, dalle scuole. Mentre i centri città si andavano progressivamente svuotando, gli
edifici si degradavano e sbiadiva la vita sociale che ha sempre caratterizzato i centri storici
italiani.
Ripensare il patrimonio edilizio delle nostre città con interventi di recupero, di
restauro e di rigenerazione è una pratica che sempre più si sta imponendo come
prassi per lo sviluppo urbano sostenibile. L’intelligenza del progettista e delle imprese
sta nell’attualizzare gli edifici esistenti rendendoli consoni ad un modo di vita moderno e a
tutte quelle esigenze di comfort che oggi sono
sentite come imprescindibili.
Arch. Antonio Girardi
[email protected]
IO COSTRUISCO
n. 13 pagina 05
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
PROGETTI
L’intervento di recupero che pubblichiamo
consiste nella ristrutturazione di un appartamento all’ultimo piano di uno stabile
costruito negli anni ‘60 a San Donà di Piave. L’attico si affaccia su una grande terrazza
rivolta a sud, da cui si intravede il Piave oltre
le cime degli alberi.
La ristrutturazione ha portato ad un upgrade
completo dei sistemi tecnologici in termini di
efficienza energetica e comfort termico, oltre
ad un completo ripensamento degli spazi.
La zona giorno è stata rivista come uno spazio unico in diretto contatto con l’esterno, che
d’estate diventa un’estensione del living. Qui
gli ambienti sono scanditi dagli arredi, che
segnano le zone funzionali senza mai creare
barriere. Il grande mobile-parete circonda il
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
salotto e diventa di volta in volta guardaroba, mobile tecnico, libreria e caminetto, abbracciando anche la grande vetrata
scorrevole. L’uniformità dell’elemento, in
legno massello laccato bianco, è interrotta
dal disegno libero delle ante, dalle nicchie
colorate e dagli inserti in ferro naturale che
producono dettagli grafici. Il mobile-parete,
come anche il divano e la cucina, sono stati
progettati su misura e prodotti da artigiani
locali.
Ciò ha permesso agli arredi di fondersi con l’architettura, diventando tutt’uno.
Il divano si snoda tra due pilastri in calcestruzzo grezzo generando due diversi modi
di vivere lo spazio. Il mobile cucina scherma
la zona cottura con due serre vetrate che filtrano la luce e gli sguardi con fiori e piante
aromatiche.
SCHEDA PROGETTO
Design:
Studiomobile | Antonio Girardi and Cristiana Favretto
Collaboratore: Giuseppe Moriello
Arredi:
Cucina e arredi in legno: Belloni Cucine
Divano: Fratelli Ferro
Tavolo da pranzo: EM Table | vitra
Sedie: Cesca chair | Knoll
Photo:
Courtesy of Giulio Boem | www.boemog.net
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L’attico è stato interamente pavimentato
con legno di rovere naturale che funge da
trait d’union tra il living e la zona notte. La
stessa finitura è stata usata nel bagno principale, dove il legno sale a rivestire la vasca,
e nella camera matrimoniale dove diventa
struttura del letto, del comodino a ponte e
della cabina armadio.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
PROGETTI
LE OLIMPIADI GREEN DELLA BIOARCHITETTURA:
IL PODIO ITALIANO A MADRID
Arch. Paola Perissinotto
[email protected]
Immagini del progetto “Med in Italy”
presso Solar Decathlon a Madrid
(fonte: www.architetturaecosostenibile.it
e www.medinitaly.eu)
L’idea di poter progettare oggi, in un clima temperato come quello italiano, abitazioni efficienti e confortevoli, lineari con le moderne idee di bioarchitettura e sostenibilità, frutto di
efficienza energetica e minori sprechi e costi di costruzione, non risulta più impossibile. Se
il mercato immobiliare richiede innanzitutto un controllo termico e qualitativo dell’edificio
e dei suoi elementi, l’uso di un materiale, quale il legno, continua a offrire una funzionale
risposta alle necessità costruttive del momento.
Uno spunto fondamentale e di riconoscenza per la nostra nazione, è stato il Campionato
Internazionale di Bioarchitettura, svoltosi lo scorso anno a Madrid, dove l’Italia ha
ottenuto per la prima volta la terza posizione mediante il progetto “Med in Italy”; la
dimostrazione che anche il nostro paese può essere simbolo di efficienza energetica e
rispetto ambientale. “Solar Decathlon”, concorso lanciato negli Stati Uniti dieci anni fa
(“Solar Decathlon Europe” ne è la versione europea), si è svolto all’interno di una vera e
propria mini smart city, dove sono stati sviluppati 19 prototipi abitativi diversi. Provenienti
da varie nazioni europee, queste hanno gareggiato sulla base di precisi criteri di selezione,
quali la modalità costruttiva, il consumo energetico, il design degli arredi e la riciclabilità
dei materiali. Insieme hanno dato vita a costruzioni autosufficienti a livello energetico,
grazie allo sfruttamento dell’energia solare, all’uso di materiali che riducono l’impatto
ambientale, all’unione di innovazione e bilancio energetico e alla gestione del comfort e
della sicurezza.
L’idea vincente del progetto italiano è stata portare il Mediterraneo in una competizione internazionale: reinterpreta le caratteristiche tipologiche e materiche di un’abitazione del sud in chiave contemporanea. Dal concept di progetto, introverso e chiuso in
se stesso, dove l’edificio si protegge dal caldo e dalla luce dell’esterno; al patio interno,
ombreggiato da un giardino verde fatto di piante che reagiscono all’inquinamento facendo
da biosensori, fino alla scelta dei materiali da costruzione.
La struttura è composta di materiali che fungono da isolanti in grado di proteggere dall’escursione termica, in particolare le fibre di legno, e la sabbia, la quale sostituisce la tradizionale pietra dei muri delle case mediterranee; è stata inserita in tubi di alluminio, facilmente
trasportabili e riciclabili, cosicché la parete diventa un “grande radiatore” che garantisce
passivamente il comfort interno, mediante bassi consumi energetici e una valida capacità
acustica.
Il concetto di bioclima al quale l’edificio fa riferimento non si rivolge solo alla classica pro-
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Il sistema costruttivo è interamente in legno, completamente riciclabile, e definisce due importanti parametri di valutazione dell’edificio: la facilità di montaggio e il
sistema di ancoraggio antisismico. La canapa è il tessuto che riveste tutte le pareti, compreso il patio. Esternamente l’abitazione è composta da pannelli fotovoltaici, i quali avvolgono
il tetto e le due pareti cieche, e lastre di materiale riciclato per il pavimento e il basamento.
La rapidità di costruzione, la facilità di trasporto, la riduzione dei costi, l’efficienza delle
prestazioni e della realizzazione, fanno si che questa abitazione riesca a produrre sei volte
più energia di quella che produce, possa essere realizzata in cinque giorni e montata in
altrettanti cinque, al fine di garantire un insediamento veloce e immediato, e in qualsiasi
luogo possibile. Sostenibilità, benessere domestico e bassi consumi energetici sono
i principi guida del progetto: dall’uso del led come sistema illuminotecnico, alla domotica, alle tecnologie solari e fotovoltaiche, fino ai materiali completamente riciclabili per il
loro intero ciclo di vita.
Se lo scopo della competizione è progettare e costruire in loco l’abitazione che consuma
meno risorse naturali e produce meno sprechi possibili, “Med in Italy” ha proposto una struttura di circa 50 metri quadri interni (al costo di 1.400 euro al metro quadro), che è possibile
aggregare e inserire nel paesaggio sfruttando i concetti di modularità e industrializzazione.
Inoltre è pensata per essere facilmente trasportabile: è stata l’unica struttura che ha viaggiato mediante mezzi su rotaia dall’Italia fino alla Spagna.
Il concorso è la dimostrazione che gli obiettivi posti dall’Unione Europea sul risparmio energetico e sulle emissioni di gas serra, da raggiungere entro il 2020, possono essere vinti attraverso opportunità e sfide che pongono a confronto differenti realtà funzionali. Nel
2014 Versailles sarà lo scenario sul quale “Solar Decathlon” sfiderà l’Europa sulla base dei
concetti di densità, mobilità, sobrietà, innovazione, accessibilità, e certamente l’Italia sarà
nuovamente protagonista.
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n. 13 pagina 09
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
tezione termica invernale, ma anche alle esigenze di difesa dalle aggressive escursioni termiche stagionali.
LA NOSTRA PRODUZIONE
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LA FILANDA A FAENZA
Da area dismessa a parte
integrante della città
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Il nuovo intervento ridefinisce l’intero comparto precedentemente occupato dalle distillerie, modificando l’assetto viario attraverso l’ottimizzazione dei flussi di scorrimento, delle
aree di sosta e tracciando nuovi percorsi ciclopedonali atti a garantire l’accessibilità pro-
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L’intervento di riqualificazione urbana dell’area interessata dalle ex distillerie Neri, è nato come
occasione per trasformare una zona della città di Faenza fino ad allora marginale. Questa area,
percepita come una scomoda presenza e contraddistinta dal muro di recinzione che l’ha isolata
dal resto del contesto e dalla vita cittadina per molti anni, ha visto tradurre in realtà il desiderio
condiviso di risanamento e riqualificazione.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
PROGETTI
La “Filanda” a Faenza, un progetto di
riqualificazione di un’area dismessa per restituirla
alla fruizione attiva dei cittadini
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
SCHEDA PROGETTO
Localizzazione:
Committente:
Progetto architettonico:
Progetti specialistici:
Dati dimensionali:
Impresa esecutrice:
Cronologia:
Costi:
Via San Silvestro, Faenza (RA)
Commercianti Indipendenti Associati Soc. Coop
Alessandro Bucci Architetti
Studio Associato Energia
volume 75.000 mc, superficie 27.000 mq
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Progetto preliminare 2002, Progettazione urbana 2003-2008,
Progettazione edifici 2007-2009,
Esecuzione Urbanizzazione 2007-2009, Esecuzione edifici 2009-2010
50.000.000 Euro
tetta su tutti i fronti dell’area. Questi nuovi percorsi si inseriscono nel tessuto preesistente
donando continuità e connettendo direttamente “La Filanda” al centro di Faenza. Grazie
ai collegamenti e alla facilità di accesso garantita dal sistema infrastrutturale, il progetto
si articola con la stessa complessità che caratterizza la parte consolidata della città. È
questa caratteristica che si traduce nella composizione degli spazi: il fronte residenziale
definisce il bordo sud dell’intervento mantenendosi in continuità con il sistema urbano
consolidato di Faenza. La successione dei volumi materici sottende nelle pause gli accessi
alla galleria commerciale. Lo spazio così definito risulta aperto ma al contempo protetto
da una copertura continua che, grazie ad un sistema di grandi lucernari, risulta illuminata
naturalmente durante il giorno.
Gli stessi lucernari fungono da camini di raffrescamento durante i mesi estivi garantendo un
particolare comfort climatico nella galleria. Il volume commerciale, rivestito esternamente
da una pelle in vetro-latte, si retroillumina al crepuscolo, diventando “lanterna” durante la
notte.
Al piano terra l’alternanza di pieni e vuoti crea un dialogo visivo e percettivo tra il fruitore
e il paesaggio collinare circostante. Al piano primo, sopra alle aree dedicate alle attività
commerciali, sono presenti ampi uffici che ospitano corti di pertinenza esclusiva. Il piano
sottostante la galleria ospita il parcheggio che, grazie ad un attento studio delle sezioni
rimane al contempo fuori terra e non visibile dalla strada. I volumi residenziali, che definiscono il fronte sud dell’area è definito da una sequenza di edifici che ospitano al piano
terra le attività commerciali affacciate alla galleria e ai quattro livelli superiori gli alloggi.
Questi sono stati progettati di svariate tipologie, assecondando le diversificate esigenze
della domanda.
La “Filanda” è il risultato di un lungo processo di riqualificazione che ancora oggi
è in corso di svolgimento, pensato per intervenire in quelli che erano i punti di debolezza di
un’area vicina al centro della città ma lontana
dalla vita dei cittadini. Grazie alla realizzazione
di questa prima fase di un progetto più ampio
di riqualificazione, Faenza ha intrapreso il cammino di riappropriazione e rivitalizzazione di
quest’area.
Alessandro Bucci Architetti
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
PROGETTI
APPARTAMENTO CON MICRO CINEMA
ALL’APERTO A VENEZIA
Arch. Alvise Giacomazzi
[email protected]
Un micro cinema all’aperto a Venezia
Sopra: Il bagno nel suo rapporto fra interno ed esterno
A destra: Dettaglio della porta a filo muro
fra soggiorno e camera
Si tratta della ristrutturazione di un appartamento di piccole dimensioni situato nel sestiere di
Cannaregio a Venezia. Il progetto recepisce la principale caratteristica dell’unità immobiliare
– rappresentata dal suo collocarsi al piano rialzato in stretta relazione con gli spazi pubblici
circostanti – prevedendo pochi ma significativi interventi capaci di sottolineare ulteriormente il
carattere estroverso dell’abitazione.
L’ambiente principale diviene la sala passante, sviluppata longitudinalmente, sulla quale si
distribuiscono in sequenza: soggiorno, pranzo e cucina. Le ampie finestre presenti su entrambi
i lati permettono allo sguardo di
proseguire oltre i limiti naturali
dell’ambiente dilatando lo spazio
verso l’esterno.
A tal riguardo, di particolare
interesse risulta lo spazio interstiziale su Calle Longa de le Canossiane – compreso fra la cucina e l’alto muro di recinzione
del limitrofo complesso sportivo
– per il quale il committente ne
prevede un possibile utilizzo
temporaneo quale micro cinema
all’aperto.
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sistemi di sicurezza, video controllo
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e satellitare
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IO COSTRUISCO
Alvise Giacomazzi
Cannaregio 3193 E – Venezia
Dicembre 2010 – Giugno 2011
Ristrutturazione
55 mq superficie utile
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
n. 13 pagina 15
SCHEDA PROGETTO
Progettista/Committente:
Localizzazione:
Periodo:
Tipo d’intervento:
Dimensioni:
Veduta della camera verso l’ingresso
NOVITÀ
E ULTIME TENDENZE
PROGETTAZIONE
E CONSULENZA
NUOVA ESPOSIZIONE
PAVIMENTI CERAMICA
E LEGNO
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via Ticino, 50
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
La statua “Boy with frog” dell’artista americano
Charles Ray, collocata nel 2009 alla Dogana da
Mar di Venezia e rimossa lo scorso maggio
PROGETTI
SCULTURE E SPAZI PUBBLICI:
IL CASO DI PUNTA DELLA DOGANA A VENEZIA
Ho letto parole di biasimo alla rimozione della statua che l’imprenditore multimiliardario francese (così viene definito) Francois Pinault fece porre sulla Dogana da Mar a Venezia nel giugno
del 2009. Nelle città storiche, dove le pietre (che a mio parere vengono dopo il popolo) producono profitto, si percepisce sempre di più un senso di estromissione della gente (nata e vissuta
in quei luoghi) dalla cosa pubblica accompagnato da una costante sottomissione al volere di
persone facoltose. Ciò che denota uno spazio pubblico è proprio il suo nome: “spazio pubblico”
cioè di tutti e la sua occupazione dettata da occasioni saltuarie è sempre in un tempo limitato.
Mescolando il concetto di globalizzazione accompagnato da un’accusa di provincialismo, ma
soprattutto con l’invito ad inchinarsi ai mecenati che recuperano spazi pubblici, si tenta di
piegare alla volontà di pochi la città che è di tutti. Questo è il risultato di governi delle città
composti da persone incapaci o forse solo furbe.
A Venezia, per esempio, si potrebbe presupporre che con un transito (ahimè) di 21 milioni di turisti all’anno (ogni giorno, tanti quanti sono gli abitanti), la città possa mantenersi da sola senza
dover vendere i gioielli di famiglia (vedi Prada, ma anche il Fontego dei Tedeschi) per ripianare
i debiti di bilancio. Invece non è così e risulta difficile individuare una logica se non attraverso
motivi che la superano. Questa presunzione di gestire la città come cosa propria ha consentito,
con continue proroghe, di lasciare per quattro anni una statua privata su uno spazio pubblico
dove tra l’altro la decisione di porla in quel punto ha dimostrato non poca superficialità. La punta della Dogana da Mar non è un
luogo qualsiasi e non aver compreso che una statua è un volume e
come tale perturba lo spazio in cui
viene collocata dà la misura di chi
decide cosa. Una statua cattura la
vista oppure la devia verso altre
direzioni oppure ancora delimita
dei vuoti e come massa statica il
problema era quello di sempre: il
rapporto con le altre masse.
Chi ha occhi per vedere, e un po’ di
sensibilità che va oltre l’apparenza, percepiva l’inopportuno accostamento con l’insieme scultoreo
del Falconi. Il primo accentua la
verticalità ma presenta anche un
sorta di vettore orizzontale mobile
(segnavento); la seconda ne sembrava la parodia svilendo l’importanza della prima. Ad uno scultore
(suppongo sapesse il punto di collocazione) certe sviste non sono
concesse per tre semplici ragioni:
o è presunzione (la mia opera in
“Il marmo come l ’uomo,
L AVO R A Z I O N E M A R M I E G R A N I T I
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prima di intraprendere
qualcosa devi conoscerlo bene
e sapere tutto ciò che ha dentro.”
Michelangelo Buonarroti
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IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
n. 13 pagina 17
competizione con la storia) o è vanità (esiste solo la mia opera e il resto non ha valore), oppure
semplicemente poca eleganza. La ragione poi di riporla in una teca (a due passi c’è il tenero
gruppo dei Tetrarchi in bella vista e privo di qualsiasi protezione) fatico a comprenderla. Quando
il Michelangelo Buonarroti disegnò Piazza del Campidoglio, conservò l’orientamento obliquo
dei volumi preesistenti; e se Michelangelo si confrontò con la storia penso avrebbe potuto farlo
anche l’autore della statua.
E’ questa sorta di messaggio subliminale che è insopportabile: l’alterigia di ritenersi al di sopra
delle regole. Scegliere dove posizionare una statua non è come giocare a dadi; nemmeno se
fosse nel deserto perché anche lì diventerebbe un punto di riferimento.
Arch. Francesco Sommavilla
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
PROGETTI
INTERVENTO DI RISTRUTTURAZIONE E AMPLIAMENTO
DI UN EDIFICIO DEGLI ANNI ‘60
Arch. Enrico Mazzer
[email protected]
Il radicale intervento di ristrutturazione operato su questa tipica abitazione della pianura veneta
ha offerto a noi progettisti una interessante chiave di lettura del potenziale latente nel recupero
del patrimonio edilizio costruito dopo il secondo dopoguerra.
L’approccio progettuale ha voluto rinnovare un’abitazione di famiglia adattandola alle
esigenze della vita contemporanea arricchendo e modernizzando il linguaggio architettonico d’insieme. Partendo dalla lettura delle caratteristiche tipologiche dell’edificio esistente, si
è voluto caratterizzare il nuovo edificio accentuandone orizzontalità della composizione, utilizzando
appieno l’intera volumetria disponibile. E’ stato infatti realizzato un volume di nuova addizione, dalla
pianta a L, dotato di tetto piano unito al fabbricato ristrutturato e una pompeiana in metallo.
I lavori iniziati e terminati nel 2012, hanno interessato principalmente la riqualificazione degli
La casa prima e dopo l’intervento di ristrutturazione
ambienti interni anche sotto il profilo impiantistico, la costruzione dell’ampliamento e la realizzazione del cappotto termico esterno per quanto ha riguardato la parte esistente.
Per i rivestimenti sono stati utilizzati materiali naturali come il legno, la pietra e l’intonaco a
base calce i quali, oltre alla loro intrinseca bellezza, restituiscono anche una maggiore salubrità
agli edifici.
Pietra e legno quindi caratterizzano l’aspetto delle facciate: Il legno è stato impiegato
a fianco del porfido per marcare il basamento dell’edificio. Questa scelta ha risolto il problema
di uniformare l’immagine di porte, finestre e del portone sezionale del box anch’esso rivestito
dal dogato ligneo.
I lavori hanno interessato il miglioramento delle prestazioni energetiche dell’edificio.
La porzione di fabbricato esistente è risultato essere realizzato in blocchi di cemento, materiale molto comune nelle costruzioni degli anni 60. Per questa porzione si è optato quindi per
l’impiego di un cappotto in xps dello spessore di cm 16 e rasatura superficiale ad intonachino
pigmentato.
Per l’ampliamento sono stati invece utilizzati, per le pareti, blocchi di cemento cellulare dello
spessore di cm.40 più finitura ad intonaco a base calce e per la copertura struttura di legno
isolata con fibra di legno a diversa densità, materiali quindi che assicurano elevate prestazioni
termoacustiche, termoisolanti e di traspirabilità.
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San Vendemiano (Treviso)
studio Treedesign - arch. Enrico Mazzer
GLOBAL SERVICE sas
2012
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4QFSFJODBSUPOHFTTP
+JOJUVSFDSFBUJWFE’JOUFSOJ
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IO COSTRUISCO
SCHEDA PROGETTO
Località:
Progetto architettonico:
Impresa Costruzioni:
Anno:
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
Sono stati ovviamente montati nuovi serramenti in con doppio vetrocamera altamente performanti dal punto di vista del risparmio energetico.
Gli impianti sono stati completamente rinnovati installando pannelli solari termici e una caldaia
a condensazione con accumulo, al servizio dei nuovi pavimenti radianti. E stata predisposta
l’installazione di pannelli fotovoltaici per la generazione di energia elettrica. Grazie a questo
insieme di opere l’edificio ha potuto ottenere una certificazione di qualificazione energetica di
classe A.
,*(4EJ2B[[FS1(TOD
Via Dell’Industria, 77/79
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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PROGETTI
PROGETTI INNOVATIVI: CHE FINE HANNO FATTO?
Arch. Luca Zanin
[email protected]
Era il giorno 11 aprile 2012 quando usciva un bell’articolo sul Corriere del Veneto dal titolo
“Torri, strade, ospedali: 37 opere per spingere l’economia veneta”. Un quadro molto preciso
e interessante che delineava la mappa dei progetti più innovativi e importanti che si stavano
sviluppando in Veneto, inserendo come immagini evocative tre idee, di noti imprenditori, pronti
ad investire denaro per un totale di oltre 1,5 miliardi di Euro.
Dopo un anno di tempo risulta deprimente andare a leggere nei giornali lo stato di questi tre
progetti, scoprendo giorno dopo giorno, che non la Regione Veneto, ma i singoli Municipi, sono
i primi ad essere contrari alle opere che, nel bene o nel male, possono portare sviluppo economico ed occupazione nel territorio. Palais Lumiere di Pierre Cardin a Marghera, Campus
Argentin del campione del mondo di ciclismo ad Alleghe e il nuovo polo Ikea a Casale sul Sile
sono tre proposte che si sono arenate per l’ottusità e la mancanza di visione futura dei Sindaci
dei tre Comuni interessati.
Oltre a queste opere, che fine ha fatto il fantastico
progetto “Veneto City” o il polo “Colomberotto” a
Vedelago, o ancora il progetto di ristrutturazione del
“Fontego dei Tedeschi” a Venezia? Nulla di fatto,
tutto bloccato o addirittura bocciato. Ma la domanda che mi sorge spontanea dopo aver letto, o aver
sentito le motivazioni per cui queste opere si sono
arenate, è per quanto tempo ancora ci possiamo
permettere il lusso delle non decisioni da parte di
politici locali che, spesso e volentieri, non hanno
la minima capacità di decidere a seguito della loro
ignoranza su temi che spesso e volentieri sono molto specifici?
Sopra: Il progetto “Palais Lumiere” di Pierre Cardin
a Marghera - Venezia
A destra: Campus Argentin ad Alleghe (Belluno)
· DEMOLIZIONI
· SCAVI E MOVIMENTO TERRA
· TRASPORTO DI RIFIUTI SPECIALI
NON PERICOLOSI, SIA PER PRIVATI CHE
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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L’Italia è ormai un paese in declino e senza
una visione del proprio futuro perché in molti
casi siamo amministrati da persone anziane
e, spesso, prive delle competenze necessarie
a prendere decisioni forti e di responsabilità.
Risulta molto più semplice dire di no (in questo campo potremo essere la migliore scuola
al mondo) e nascondersi sempre dietro alle
solite e banali scuse, che vanno dal “rispetto
del paesaggio” alla “speculazione edilizia”
alla “necessità di avere garanzie”.
Cari amministratori pubblici, il peso delle vostre “non decisioni” si riversa su di noi, singoli cittadini, e la mancanza di visione del futuro
getta anche noi, privati lavoratori, nell’ombra
del domani.
Con una serie di superficiali decisioni avete
già bruciato centinaia di milioni di euro di investimenti privati che “forse” avrebbero risollevato in parte l’economia veneta, e magari
creato anche qualche posto di lavoro.
Ultimamente mi sto convincendo di una teoria matematica assolutamente errata, ovvero
che se dico di “sì” ad un’idea ho una possibilità che questa si avveri, ma se dico di “sì” a
venti idee ho venti possibilità che queste si
avverino.
Ecco forse un “sì” ogni tanto non farebbe
male.
Uno stabile del colosso svedese Ikea
Modello progettuale per il Fondaco dei Tedeschi
a Venezia
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officine, complessi commerciali,
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lottizzazioni, impianti sportivi.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
PROGETTI
LA CHIESA DI SAMBUGHÈ: RITORNO ALLE ORIGINI
I TESORI NASCOSTI
La Chiesa di Sambughè (dai boschi di sambuco deriva il suo nome) è tra le più antiche della
Diocesi di Treviso, sorta sotto gli auspici di San Martino Vescovo di Tours, patrono e titolare
della Chiesa.
Il primo documento attestante la sua esistenza risale all’anno 1300.
La chiesa era attorniata da un vecchio cimitero, ora non più esistente, alla cui entrata vi è un
capitello cinquecentesco.
La Chiesa, costituita da tre navate ad archi acuti, fu riedificata nella prima metà del 1600 a
seguito di un incendio. L’altare maggiore si fece nuovo nell’anno 1654 in stile barocco con 4 gigantesche colonne in marmo prezioso policromo e pala del pittore fiammingo Michele Desubleo
(1613-1676) rappresentante San Martino a cavallo e il povero.
Nel 1707 la nobile famiglia Sumaga donò alla chiesa due quadri, ora posti alle pareti del coro,
dipinti dal celebre pittore Mattia Preti (1613-1699) uno rappresentante “Gesù di fronte ad
Erode”e l’altro “l’innalzamento della croce”.
All’entrata della chiesa, sotto l’organo, è conservata una vera da pozzo bizantina di eccellente
fattura.
La chiesa subisce dei lavori di restauro negli anni 1853, 1847, 1959 e 1973.
BIOARCHITETTURA DEL 1600
Gli ultimi lavori di restauro progettati e diretti dal sottoscritto sono stati eseguiti tra il 1988 e
il 1989.
Essi hanno riguardato principalmente il tetto, gli intonaci esterni e il rivestimento in marmorino.
IL TETTO
Si è trattato di un lavoro di restauro conservativo con qualche intervento di rinforzo strutturale.
Tutti gli elementi esistenti sono stati conservati
nelle loro qualità originali.
Navata centrale: struttura portante costituita da
capriate in legno poste ad interasse di circa 150
cm, arcarecci in legno, listoni in legno, tavelle in
cotto e coppi in cotto, soffitto in arelle e intonaco
a base calce.
Presbiterio: capriate in legno, una centrale e due
in diagonale con arcarecci in legno, tavelle in cotto e coppi in cotto, soffitto a volta in mattoni con
intonaco a base calce.
Navate laterali: travi in legno, listoni in legno,
tavelle in cotto e coppi in cotto, soffitto a volte
incrociate in mattoni con intonaco a base calce.
GLI INTONACI E I MARMORINI ESTERNI
A causa del grave deterioramento dovuto al tempo e a infiltrazioni d’acqua non è stato possibile
conservare quel poco che era rimasto degli intonaci.
Per tale motivo gli intonaci esterni sono stati ricostituiti con materiali esclusivamente naturali:
sabbia, calce spenta e “coccio pesto” e con marmorino a base di calce spenta e polvere di marmo.
IL RITORNO ALLE ORIGINI
In tutte le epoche, l’uomo ha cercato di sfruttare
al meglio quello che la natura gli aveva reso immediatamente disponibile: dei siti adatti all’edificazione, dei ripari naturali, la protezione del suolo, la luce e il calore del sole, nonché dei materiali
da costruzione (legno, pietre, terra, argilla, ecc.).
Dopo il XIX secolo le cose cambiano radicalmente
con le possibilità offerte grazie allo sfruttamento
dei combustibili fossili e al progresso tecnologico
che aveva reso possibile la realizzazione di materiali e apparecchiature innovative, e l’affrancamento dalle risorse energetiche tradizionali.
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IO COSTRUISCO
L’architettura raccoglie i frutti del progresso,
perdendo
progressivamente di
vista il problema del
rapporto con l’ambiente, concentrandosi verso le massime
possibilità realizzative
che le tecnologie permettevano.
Oggi, se vogliamo
parlare di “architettura sostenibile”, dobbiamo fare in modo
che il progetto architettonico presti la massima attenzione al rapporto uomo-natura e alle risorse rinnovabili che la natura stessa ci ha sempre offerto e continua ad offrirci.
Insomma dobbiamo tornare alle origini.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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PROGETTI
BOOM DI ORTI A ROMA PER
UNA CITTÀ PIÙ VERDE E SOLIDALE
Nicola Piccoli
[email protected]
Gli orti e giardini condivisi di Roma sono aumentati del 50% in un anno, passando da 100 a 150.
In quasi ogni quartiere della città i cittadini, davanti all’incuria dello spazio pubblico e del verde
urbano, si sono rimboccati le maniche ed hanno recuperato le aree abbandonate per restituirle
all’uso pubblico.
Sono i dati dell’aggiornamento 2013 della mappa on line di Zappata Romana (www.zappataromana.net), visitata ogni anno da oltre 30 mila persone, nella versione in italiano ed in
inglese, per trovare informazioni, linee guida e manuali su come fare. La mappa riporta per
ogni esperienza la localizzazione, un breve testo, una fotografia e, quando possibile, i contatti.
Il messaggio alla base del lavoro di Zappata Romana “si può fare” sembra essere stato accolto dai romani che, davanti all’inerzia della Pubblica Amministrazione, hanno deciso di “fare”
qualcosa per se stessi e per il resto della comunità, non solo orti e giardini ma anche campi di
calcio, palestre, basket, aree cani o, semplicemente, la manutenzione del verde.
Senza inventarsi nulla i romani sono ricorsi alla tradizione, testimoniata dalla antica Università
degli Ortolani e dalla mappa di Roma del Nolli del 1748 che riporta orti dentro e fuori le mura rimasti e, infine, ai più recenti, orti di guerra e dei ferrovieri in molti casi rimasti fino ai giorni nostri.
A Roma come Londra, Barcellona e Berlino, nonostante l’assenza (per usare un eufemismo) di
un ruolo propulsivo capitolino, lo spazio pubblico e le aree verdi sono il campo di sperimenta-
zione di nuovi modelli di spazio pubblico a contatto con la natura per aumentare il capitale
sociale della città restituendo aree abbandonate a tutta la cittadinanza in forma di spazi di
relazioni.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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DELOCALIZZAZIONE: FALSO MITO PER LE AZIENDE,
VERA CATASTROFE PER IL LAVORO
Luigi Boggian
Consulente del Lavoro
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La delocalizzazione della attività produttiva da parte delle aziende italiane é occasione di discussioni spesso paradossali e di volgari panzane.
La teoria maggiormente in voga vuole la delocalizzazione mossa dalla massimizzazione del
profitto conseguito tramite il contenimento del costo del lavoro.
Ciò solo in parte corrisponde al vero: il costo del lavoro è il 30% del problema, il restante è dato
dalla tassazione e dai costi occulti della burocrazia.
Molte piccole e medie aziende del nostro territorio che appunto fiero di essere la “locomotiva
d’Italia” sono in crisi, e il consiglio che spesso si sente dal bar agli studi di consulenza è: trasferitevi all’estero, dove tutto costa meno!
Ma non è tutto oro ciò che luccica, e non sempre l’erba del vicino è più verde; troppe poche
avvertenze sulle complessità che questa iniziativa può richiedere, e sull’impatto che ha sul territorio. Per alcuni imprenditori la scelta di andare a produrre all’estero è stata la sola alternativa
alla chiusura, per altri una scelta di comodo, ma in ogni caso non sempre così scontata.
Ci sono, infatti, anche dei rischi legati al trasferimento dell’attività produttiva all’estero. Bisogna tener conto di altri fattori quali il rischio di perdita del controllo di qualità e di
immagine, i rischi legati al trasferimento di know-how e, non ultimo, il rischio Paese.
La graduale specializzazione dei paesi progrediti economicamente in beni ad elevata tecnologia, ed il successivo spostamento delle fabbricazioni tradizionali nelle nazioni con più bassi
livelli di salario ha determinato in alcuni paesi una progressiva scomparsa del lavoro meno
qualificato che, a sua volta, ha provocato una contrattura nei livelli occupazionali oltre che un
peggioramento delle retribuzioni di questa parte della forza lavoro (vedi l’Italia).
Si osserva allora che le aree italiane dove sono stati più consistenti i processi di spostamento
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IO COSTRUISCO
n. 13 pagina 29
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
della produzione all’estero, sono anche quelle che hanno avuto i maggiori
successi in termini di crescita delle
esportazioni, ma anche i trand più elevati di aumento della disoccupazione.
Ma è la delocalizzazione un modello
adattabile alle piccole imprese? E i
nostri lavoratori allora che fine fanno?
Le piccole imprese non sono in grado di
confrontarsi sui mercati internazionali,
e chiudono intanto in Italia, cadendo
come vespe colpite dall’insetticida,
agonizzanti nel suolo della politica immobile. Per quanto impietosa, questa è l’immagine che ogni giorno vede un consulente del
lavoro.
I nostri lavoratori sono ridotti sul lastrico, tutti i lavoratori autonomi e dipendenti del settore
privato, con esclusione di qualche grande eccezione: i dipendenti pubblici, i grandi imprenditori
industriali, le caste (banchieri, assicurazioni, politici ecc).
La delocalizzazione e la globalizzazione hanno creato un buco micidiale del mercato
interno, soprattutto in termini di consumo e di occupazione, con un effetto moltiplicatore
su pedale già accelerato della crisi economica, aumentando il divario tra pochi ricchi e molti
poveri, tra caste protette e cittadini comuni, tra un settore pubblico super tutelato e uno privato
completamente inerme.
I ripensamenti politico-economici a livello Europeo devono andare i due direzioni diametralmente opposte per ripristinare un minimo di stabilità sociale e nel mercato del lavoro: o l’Europa diventa veramente un solo paese e si crea un suo mercato interno del lavoro omogeneo,
evoluto e controllato, oppure è meglio che ogni stato europeo ripristini frontiere e moneta.
La delocalizzazione non è il male in termini assoluti perchè può creare nel breve termine un
nuovo mercato (quello estero), ma sicuramente è una bolla che è destinata a riassorbire molto
velocemente il vantaggio del basso costo del lavoro: in Cina un operaio costa oggi 10 volte in
meno che in Italia, ma il suo salario aumenta 10 volte più velocemente dei nostri.
Ma quante aziende italiane possono lavorare “dalla Cina”?
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ARRIVA L’APE:
ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA
Arch. Laura Favotto
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Dallo scorso 6 giugno sono cambiate le regole sulla certificazione energetica degli edifici. La
sigla APE sta per “Attestato di Prestazione Energetica” e si tratta del documento che va a
sostituire l’ACE ossia l’Attestato di Certificazione Energetica degli edifici.
Qesto documento descrive le caratteristiche energetiche di un edificio, di un’abitazione o di un
appartamento. E’ uno strumento di controllo che sintetizza con una scala da A a G le prestazioni energetiche degli edifici. Al momento dell’acquisto o della locazione di un immobile,
oltre ad essere obbligatorio, è utile per informare sul consumo energetico e aumentare il valore
degli edifici ad alto risparmio energetico.
Devono ora possederlo tutti gli immobili e deve essere messo a punto da un professionista
qualificato. La formazione, la supervisione e l’accreditamento dei professionisti viene gestita
dalle Regioni con apposite leggi locali. Circa la metà delle Regioni italiane ancora non hanno
adottato delle normative proprie, in questo caso la legge vigente è quella nazionale (D. Lgs.
192/05), ma con il nuovo decreto saranno fornite le nuove linee guida.
E’ un obbligo, dunque, per tutti gli edifici di nuova costruzione, mentre per gli altri viene
richiesto al momento di stipulare contratti di vendita o locazione. La sua durata è di 10
anni, ma va aggiornato in caso di ristrutturazioni che vanno ad incidere sulla classe energetica
dell’edificio.
Il nuovo decreto – che contiene anche indicazioni su detrazioni per riqualificazione
energetica ed edifici a energia quasi zero –
sottolinea che l’attestato dovrà fornire consigli volti a migliorare la situazione energetica dell’edificio in oggetto, un’idea che ben
si sposa con i contenuti dello stesso decreto
relativi alla detrazioni al 50 e 65%.
Sono previste sanzioni molto rigide e
chiamano in causa parecchi soggetti. Il professionista che rilascia la relazione tecnica
o un attestato di prestazione energetica
non conforme rischia una sanzione amministrativa da 700 a 4.200 euro; il direttore dei
lavori che non presenta al Comune l’asseverazione di conformità e l’attestato rischia
da 1.000 a 6.000 euro; il proprietario o il
conduttore dell’immobile, l’amministratore
del condominio o un terzo responsabile, se
non provvede alla manutenzione degli impianti di climatizzazione rischia da 500
a 3.000 euro di multa.
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Come facciamo a sapere se l’edificio che abbiamo appena costruito o ristrutturato risponde
effettivamente alle nostre esigenze?
La valutazione post abitativa (POE), ideata negli Stati Uniti negli anni ‘60 serve proprio a
questo, a capire se una casa funziona davvero e soddisfa le aspettative che avevamo al momento della progettazione.
Abitabilità, funzionalità, confort e consumo energetico reali corrispondono a quanto promesso
prima dell’intervento?
E’ opportuno condurre una valutazione sistematica per verificare se la casa o lo spazio oggetto
di intervento risponda realmente alle necessità degli occupanti ed è opportuno farlo dopo la
consegna e dopo che l’edificio è stato occupato nel periodo compreso tra i 6 e i 12 mesi.
La POE fornisce un metodo di raccolta e diffusione delle informazioni che sono importanti per le persone che abitano e abiteranno l’edificio, perché
di fatto raccontano la “storia” dell’immobile. La valutazione post abitativa
può essere eseguita a intervalli regolari per controllare come il funzionamento dell’edificio nel suo complesso
sia percepito dagli occupanti. Consegnare una casa “a norma” non significa necessariamente consegnare un
edificio che funziona al meglio per chi
ci abita. La luce naturale, la qualità
dell’aria interna, il rumore, l’accesso
agli spazi esterni, nella realtà potrebbero essere molto diversi dai valori
indicati nel progetto.
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DETRAZIONI: FACCIAMO IL PUNTO
Daniele Marcassa
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E’ stata prorogata fino al 31 dicembre 2013 la detrazione Irpef del 50% delle spese sostenute
per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio fino ad un ammontare complessivo non superiore a 96 mila euro per ogni immobile, anziché di 48 mila come stabilito fino ad ora. Quindi,
salvo modifiche o proroghe, la percentuale del 36% ritornerà applicabile alle spese sostenute
a partire dal primo gennaio 2014. Rientrano tra le spese agevolabili anche alcune prestazioni
come quelle di progettazione e per prestazioni professionali legate all’esecuzione delle opere
edilizie e alla messa a norma degli edifici ai sensi della legislazione vigente in materia.
Andando nello specifico possiamo dire che rientrano nella detrazione Irpef del 50% gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo
o ristrutturazione edilizia effettuati sulle parti comuni di edifici residenziali e sulle singole
unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze. Lo stesso vale per gli interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino degli
edifici danneggiati a seguito di calamità naturali, come terremoti e alluvioni, per interventi
per l’eliminazione delle barriere architettoniche e per interventi finalizzati a prevenire
il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi, per il contenimento
dell’inquinamento acustico, per l’adozione di misure antisismiche, per interventi di bonifica dall’amianto e per
l’esecuzione di opere volte ad evitare gli
infortuni domestici.
Le opere finalizzate al conseguimento
di risparmi energetici, con particolare
riguardo all’installazione di impianti
che utilizzano fonti rinnovabili di
energia, possono essere realizzate anche in assenza di opere
edilizie propriamente dette
basta che ci sia idonea documentazione che attesti il reale conseguimento di risparmi
energetici in applicazione della
normativa vigente in materia.
“La richiesta di ANGAISA, e di tante
altre associazioni rappresentative di
categorie che operano nel settore dell’edilizia, ha ottenuto un primo importante
riscontro – ha dichiarato Mauro Odorisio, Presidente nazionale di Associazione Nazionale
Commercianti Articoli Idrosanitari, Climatizzazione Pavimenti, Rivestimenti ed Arredobagno -:
ora è necessario rinnovare gli sforzi per far estendere l’efficacia degli incentivi oltre la nuova
scadenza del 31 dicembre 2013”. Mauro Odorisio nell’accogliere con favore la notizia ha anche
auspicato che “queste importanti novità possano davvero contribuire a far ripartire il mercato
l’edilizia nel suo complesso e di riflesso l’economia nazionale”.
Inoltre è stata introdotta una detrazione Irpef pari al 50% delle spese, che devono essere rigorosamente documentate – fanno fede le date di fatturazione e di pagamento effettive -, per
l’acquisto di mobili, se tale spese siano collegate ad un intervento di ristrutturazione, nel limite
di spesa massima di 10 mila euro. Non è quindi possibile godere del ‘bonus arredamento’ se
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non sussistono le condizioni per poter beneficiare della detrazione relativa agli interventi edilizi,
ad esempio per mancato pagamento delle relative spese con bonifico.
Per accedere alla nuova agevolazione, quindi, sembrerebbe che l’acquisto debba essere documentato da una fattura intestata allo stesso soggetto che usufruisce della detrazione per gli
interventi di recupero edilizio.
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
n. 13 pagina 33
Per quel che riguarda poi le spese per interventi di riqualificazione energetica degli edifici sostenute nel periodo che va dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2013 è stata innalzata dal 55% al
65% la detrazione Irpef/Ires. La detrazione Irpef/Ires del 65% è applicabile anche alle spese
sostenute dal 6 giugno 2013 al 30 giugno 2014 per gli interventi relativi a parti comuni di
edifici condominiali o che interessano tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo
condominio.
A differenza della detrazione per i lavori di recupero edilizio, per gli interventi di riqualificazione
energetica degli edifici il limite massimo rilevante ai fini fiscali non è riferito all’importo delle
spese sostenute, ma all’importo della detrazione spettante sulle stesse.
Possono usufruire dell’agevolazione i soggetti Irpef, residenti sia in Italia che all’estero, i quali
sostengono le spese e sono in grado di dimostrare di possedere l’immobile a titolo di piena o
nuda proprietà o di altri diritti reali, oppure che detengono l’edificio in base ad un contratto di
locazione o di comodato, o anche sulla base di un contratto preliminare di compravendita o i
familiari conviventi con il possessore o detentore dell’immobile.
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Poffé, Montignies-sur-Sambre, Belgio: facciata di un
edificio protetto dalla membrana DuPont™ Tyvek® UV
Facade. Foto DuPont™ Tyvek®, tutti i diritti riservati
All’interno del complesso residenziale Poffé in Belgio, diversi edifici residenziali sono stati dotati della membrana DuPont™ Tyvek® UV Facade, al fine di fornire una protezione durevole per il rivestimento
esterno delle strutture. Questa soluzione è stata selezionata dagli architetti Baneton-Garrino per
questo notevole cantiere di ristrutturazione di edifici pre-esistenti per le sue qualità tecniche.
DuPont™ Tyvek® UV Facade risponde anche ai requisiti chiave ricercati dallo studio di architettura
Baneton-Garrino per una membrana protettiva da applicare sotto la facciata esterna in legno:
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Poffé a Montignies-surSambre, Belgio, si inserisce
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degli alloggi in affitto nella
regione belga della Vallonia. La ristrutturazione ha
raggruppato i lavori di isolamento delle pareti esistenti,
il rifacimento della facciata
n. 13 pagina 34
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no inoltre ricevuto il prestigioso marchio Q-Mark dalla UK
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
esterna in legno, la sostituzione dei vetri, la chiusura dei
balconi tramite carpenteria
esterna, il rinnovo dei tetti in
tetti verdi e i lavori di rinnovo
del sistema elettrico e dei
bagni all’interno degli appartamenti e e il rinnovamento
delle parti comuni.
Il cantiere di ristrutturazione a Poffé in Belgio.
Foto DuPont™ Tyvek®, tutti i diritti riservati
Esterno dell’edificio protetto dalla membrana DuPont™
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Anche se oggigiorno l’obbligo di ridurre l’impatto ambientale e i costi è diventato un imperativo, è anche sempre più complicato fare a meno di prodotti non biodegradabili o derivanti dal
petrolio. Ma esiste chi ha scommesso sul rapporto tra innovazione, legame con il territorio e
ricerca di salubrità, supportando il “made in Italy” mediante l’utilizzo di un materiale primo,
quale la lana di pecora. Edilana è un’azienda proveniente dalla Sardegna (la cui fondatrice ha
ricevuto importanti riconoscimenti per la sua attività), e sfrutta la pura lana vergine di pecora
sarda, come materiale isolante naturale, ecologico e biodegradabile. Caratterizzato da ottime
capacità isolanti, acustiche e igrometriche, fa parte di un progetto che produce prodotti contraddistinti da zero emissioni, zero uso di petrolio, consumo di suolo agricolo e risorse idriche.
Principalmente utilizzata nell’edilizia, la lana di pecora sarda ha scelto di avere anche
funzioni alternative diverse, legate al design e all’agricoltura biologica.
La lana ha la capacità di purificare l’aria, poiché la intrappola assorbendo e neutralizzando
i gas inquinanti e le sostanze nocive; è così capace di abbattere l’inquinamento termo-acustico
e di rendere gli edifici sani e confortevoli dal punto di vista psico-fisico. Allo stesso tempo l’isolante è in grado di rilasciare lentamente il vapore acqueo assorbito, regolando l’umidità dell’ambiente, ed evitando i fastidiosi e frequenti fenomeni di condensa. Inoltre ha ottime
capacità ignifughe, è battericida e non accumula polveri, è riciclabile e privo di colle e resine.
Inoltre il prodotto sardo dimostra l’utilizzo innovativo di un materiale che si rigenera, ricresce e
che non si esaurisce mai; altra dimostrazione di un’economia che rispetta le risorse del pianeta
ed evita sprechi. Si tratta dell’unica azienda italiana del settore
laniero che sfrutta materie prime del luogo e realizza i suoi prodotti a chilometro zero, vantando un ciclo produttivo completamente interno.
In particolare viene utilizzata in rotoli nelle intercapedini
delle murature perimetrali, mentre in pannelli di piccoli spessori nei solai e nelle pavimentazioni; efficace per l’isolamento sia
estivo che invernale, è particolarmente indicata per le coperture
di strutture in legno, e non va adoperato a diretto contatto con
l’ambiente.
La volontà di questo prodotto è recuperare un materiale eccedente in natura, da riutilizzare nelle nuove costruzioni, e valorizzarlo,
da scarto difficile da smaltire a produzione di ridotto impatto ambientale. Non casualmente, è stato definito come efficace contributo di miglioramento ambientale; ha ottenuto premi e riconoscimenti come innovazione dal punto di vista produttivo, tecnologico
e di sistema, dati dalle proprie potenzialità di sviluppo, anche in
relazione alle precise specificità territoriali.
L’uso dell’isolante Edilana in edilizia
(fonte: www.edilana.com)
n. 13 pagina 36
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Venezia città d’arte e storia dove il turista cerca la bellezza, l’eleganza e i fasti di un tempo
passato.
Ristrutturare un edificio a Venezia è ricreare l’originale bellezza di ogni singolo elemento e
con questa cura e attenzione è stata eseguita la ristrutturazione della suite di un prestigioso
Hotel a Venezia.
Il pavimento, gioco geometrico di quadrotte in Rovere e Noce Nazionale con posa diagonale,
aveva perso completamente il suo splendore privando di luce e armonia l’intero ambiente.
Grazie al meticoloso lavoro eseguito, si è potuto restaurare ogni singola quadrotta, spazzolarla
e trattarla infine con olio naturale. L’eccellente risultato ha riportato il pavimento al suo aspetto
originale senza alterare la preziosità del legno.
Stiven Tamai
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LA BELLEZZA SENZA TEMPO
DI UN PAVIMENTO IN LEGNO A VENEZIA
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Il pavimento prima e dopo l’accurato intervento di
restauro che gli ha ridato lo splendore originale
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SPECIALE:
LA NUOVA SFIDA
DELLA POLONIA
Un’economia tra le più dinamiche
d’Europa che oggi punta sulla qualità
dei propri serramenti per
rafforzarsi nel mondo
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Con un PIL che dal 2010 continua a crescere costantemente tra il 2 e il 4 percento e una quota
di export in progressivo aumento, la Polonia è senza dubbio una delle economie industriali più
floride nel contesto europeo.
Dopo l’ingresso nell’Unione Europea avvenuto nel maggio 2004, il paese di Solidarnosc, delle
fragole e delle splendide bionde (parliamo delle ottime birre naturalmente), sta dimostrando
di saper utilizzare al meglio i cospicui investimenti per lo sviluppo provenienti da Bruxelles
per consolidare la propria economia sia sul fronte interno ma, soprattutto, sul versante estero.
Nicola Piccoli
[email protected]
Un Paese in forte crescita che sta parallelamente rafforzando il proprio sistema infrastrutturale
al fine di agevolare i trasporti e la logistica delle proprie merci: non a caso il Governo polacco
prevede di investire nel periodo 2014-2020 circa 8,5 miliardi di Euro nella costruzione
di oltre 700 chilometri di superstrade. Soltanto nell’anno 2014 l’economia polacca riceverà
un’altra serie di finanziamenti del valore di 1,75 miliardi di Euro che saranno una forte spinta
per il mercato edile.
Va anche detto che, dopo il periodo di forte sviluppo legato ai lavori per i Campionati europei
di calcio del 2012, il settore edile sta vivendo
anche qui un periodo di rallentamento. Nel
trimestre gennaio-aprile di quest’anno la produzione edile-montaggio è calata del 17,9%
rispetto all’anno precedente ed il calo viene notato in tutti i rami del settore edile, soprattutto
a fronte di una diminuzione della domanda interna di abitazioni che hanno visto aumentare
sensibilmente i prezzi, in particolare nella capitale Varsavia.
IO COSTRUISCO
n. 13 pagina 39
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
SPECIALE CHIUSURE
Nella foto a pag. 38: Piazza Rynek Starego Miasta,
cuore della vecchia Varsavia
Lo stadio di Varsavia durante
gli Europei di calcio del 2012
Il monumento alla Rivolta di Varsavia del 1944
Su invito dell’ASM Market Research and
Analysis Centre, una società che si occupa
di analisi di mercato, marketing e promozione
delle aziende polacche nel mondo, la nostra
rivista ha potuto partecipare nel mese di maggio, come vi avevamo preannunciato nel numero 12, ad un’interessante meeting con alcune
delle principali imprese polacche del settore
serramenti.
Attualmente sul mercato polacco operano
circa 2.500 imprese di porte e finestre, considerando in questo numero sia le grandi imprese sia le piccole falegnamerie, sebbene metà
del valore complessivo di mercato sia nelle mani di circa 35 società.
Grazie ad un know how e ad un’organizzazione aziendale di evidente matrice tedesca, a
macchinari tecnologicamente avanzati, spesso di produzione italiana, e a prezzi estremamente competitivi, le imprese polacche sono ormai leader nei mercati europei, superando anche la Germania nella classifica dei principali esportatori di porte, finestre, telai e
soglie in materie plastiche. Annualmente la produzione di porte e finestre in Polonia è di
circa 21 milioni di pezzi, di cui 13 milioni di finestre così suddivise: finestre in PVC
(74%), legno (24%) e acciaio-alluminio per il restante 2%. La plastica, grazie ai
bassi costi e alle soluzioni tecnologicamente avanzate raggiunte, sta progressivamente
erodendo quote di mercato agli altri materiali e, per quanto riguarda il mercato italiano,
le finestre in plastica di produzione polacca generano un giro d’affari di circa 54 milioni di
euro (47 milioni per il legno).
La splendida accoglienza ricevuta dallo staff di ASM e l’ottima organizzazione di questo viaggio
esplorativo in terra polacca ci hanno permesso così di osservare da vicino alcune di queste
realtà che, in molti casi, presentano diverse analogie con il tessuto produttivo italiano, a partire
dalle dimensioni delle imprese, nella maggior parte dei casi medio-piccole, e dalla frequente
gestione a carattere familiare dell’azienda che vede i fondatori e i propri figli e parenti vari
impegnati fianco a fianco nel business.
Due esempi in questo senso sono ARIES e MAX BUD, entrambe le aziende a conduzione familiare, la prima (20 dipendenti), è stata fondata nel 1992 ed è specializzata in porte e finestre
in legno e alluminio-legno di elevata qualità e con soluzioni personalizzate anche per il restauro
di edifici storici, esporta in Germania, Svezia, Gran Bretagna, Scozia, Ucraina e con una consolidata partnership per il mercato italiano con la società Bergamo Tecnologie.
La seconda, MAX BUD, di dimensioni leggermente maggiori (29 dipendenti) nata all’inizio degli
anni Ottanta come azienda di mobili si è trasformata nel tempo focalizzandosi sulla produzione
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IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
di finestre in legno e legno-alluminio, con l’80% della produzione rivolta al mercato interno e il
restante export verso Germania, Gran Bretagna, Austria e Svezia.
Le due aziende oggi puntano sulla rapidità nel rispondere agli ordinativi (da 3 a 6 settimane) e
sull’innovazione di prodotto, sia per quanto riguarda la capacità di realizzare porte e finestre su
specifica richiesta del committente, sia per quanto riguarda i sistemi avanzati di isolamento,
proponendo anche triple glazed windows ossia finestre con vetrocamere a tre lastre per un
migliore isolamento termico e acustico.
Altro aspetto rilevante è la notevole flessibilità delle imprese di serramenti polacche e la loro
capacità di rispondere in tempi rapidi alle mutevoli esigenze della domanda, nonché la disponibilità in molti casi a ricevere e gestire ordini anche di piccola entità, soprattutto se relativi a
progetti di particolare pregio architettonico ed estetico.
Questa caratteristica non riguarda solamente le aziende di piccole dimensioni, generalmente
più flessibili, ma anche grandi imprese dal consolidato background come BUDVAR CENTRUM.
Fondata nel 1992 quando iniziò un profondo rinnovamento del patrimonio edilizio polacco, l’azienda che ha il proprio quartier generale nel cuore della Polonia a Zdunska Wola, produce
porte e finestre in tutte e tre le tipologie: PVC, legno e alluminio. Con una capacità produttiva di
2 mila finestre al giorno, uno stabilimento di 23 mila metri quadrati, 320 addetti, 400 rivenditori
in Polonia e 150 distributori in dieci Paesi europei, BUDVAR rappresenta un colosso del settore
con un’ampia offerta di finestre in plastica, legno e alluminio senza piombo e dalla elevata
qualità, oltre che dal design moderno e, in alcuni casi, anche sorprendente come nel caso delle
finestre in alluminio che riescono a proporre le stesse calde tonalità del legno naturale.
La visita all’azienda ARIES
Nella seconda giornata della nostra visita abbiamo potuto incontrare alcune aziende di dimensioni medio-grandi durante i lavori della quarta edizione del “Congress of Polish Woodwork”, il più importante evento annuale del settore organizzato dall’Associazione Polacca
Porte e Finestre.
Il Congresso è l’appuntamento per fare il punto sulla situazione del mercato interno, ma anche
per definire strategie comuni per aumentare l’export, leit motiv che accomuna gran parte delle aziende polacche che oggi, tra i vari Paesi,
vogliono riprendere ad esportare nella vicina
Russia da tutti vista come un mercato di sbocco
dalle enormi potenzialità.
Sopra: Nell’area produttiva dell’azienda MAX BUD
A destra: Un macchinario avanzato per
la lavorazione del legno
Nel corso di alcuni incontri abbiamo conosciuto
un’azienda leader per quanto riguarda i serramenti in PVC: DRUTEX, attiva sul mercato polacco dal 1985. Anche DRUTEX offre un’ampia
gamma di finestre nelle tre tipologie (plastica,
di cui sono i più grandi produttori europei, legno e alluminio) ed è in grado di progettare,
costruire e assemblare soluzioni complesse che
i clienti le richiedono, anche in grandissima quantità e in tempi di consegna estremamente
ridotti (7 giorni dall’ordine), grazie ad un ampio parco camion che raggiunge rapidamente i
cantieri di tutta Europa. Nel mercato italiano sono presenti con rivenditori a Gemona del Friuli
e Vibo Valentia, con una presenza in costante crescita soprattutto per quanto concerne i serramenti in plastica.
Più piccola e specializzata in prodotti di nicchia è invece BERTRAND, fondata nel 1969, produce finestre, porte, facciate e giardini d’ inverno. Oggi l’azienda è attiva sui mercati polacco,
tedesco, austriaco, francese, irlandese, inglese, scandinavo, lituano e anche italiano, grazie
Installazione e manutenzione impianti termoidraulici
e di condizionamento civili ed industriali.
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Specializzata in profili in alluminio sia per serramenti che per sistemi architettonici avanzati e facciate continue, è YAWAL fondata nel
1993 ed oggi parte di uno dei più grandi gruppi
industriali dell’Europa centro-orientale. Tra le
diverse soluzioni che la loro notevole capacità
produttiva riesce ad esprimere, grazie a sofisticati impianti di estrusione e a prezzi che si
attestano sulla media di mercato, vi sono profili
in alluminio per tetti di capannoni industriali,
anche su disegni complessi forniti dalla committenza.
IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
ad uno specifico dipartimento per l’export nel
nostro Paese capace di analizzare le esigenze
della clientela e dei progettisti italiani e di proporre soluzioni ad hoc, soprattutto per quanto
riguarda l’estetica dei serramenti che nel nostro Paese rimane un fattore determinante per
la clientela.
Sopra: Il reparto finestre in legno dello
stabilimento BUDVAR CENTRUM
A sinistra: Un’immagine della sede della DRUTEX,
specializzata in serramenti in pvc
Sotto: L’incontro con il responsabile
dell’azienda BERTRAND
Un’azienda che ha da tempo un rapporto molto stretto con l’Italia è MS, fondata nel 1991 e
attualmente con 500 dipendenti, che dal 2004
ha lanciato il marchio “MS più di una finestra”
per rafforzare la propria posizione sui mercati
internazionali e raggiungere un numero sempre maggiore di clienti. Grazie ad investimenti,
anche in marketing e comunicazione, l’azienda
supportata dalla rete vendita italiana ha sviluppato uno specifico catalogo per il nostro mercato, proponendo soprattutto finestre in pvc e legno dal design moderno e ricercato, con sistemi
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
innovativi di isolamento termico per le finestre
in PVC che raggiungono parametri termici davvero elevati.
Dalle finestre siamo poi passati ai portoni per
garage e alle recinzioni incontrando l’azienda WISNIOWSKI. Gli investimenti fatti in
vent’anni di attività sugli impianti di produzione
hanno portato allo sviluppo del “sistema Duplex”: una doppia protezione delle superfici che
viene conferita nei reparti di zincatura e verniciatura ai portoni d’acciaio e alle recinzioni che
così guadagnano durevolezza ed estetica, garantendo il prodotto per molti anni.
L’azienda ha anche una spiccata propensione a
favorire la rete vendita e ha sviluppato un proprio software con il quale i distributori riescono
a presentare ai clienti una sorta di render “in
tempo reale” con le soluzioni “su misura” che
il cliente può subito valutare dal punto di vista
tecnico ed estetico.
YAWAL realizza facciate dall’architettura complessa
come il “BioNanoPark” nella città di Lodz
“Wood Look” è la finestra in pvc prodotta da MS che
richiama il “look” dei serramenti in legno
WISNIOWSKI è specializzata in garage, portoni
industriali e recinzioni
La Polonia, da molti definita ancora una “Cina
europea” per la capacità di produrre a basso
costo, sta progressivamente trasformandosi,
puntando sull’innovazione, sulla qualità dei
prodotti e sull’export. Certo, sarà interessante vedere come evolverà questo tessuto economico
e industriale nel momento in cui il Paese adotterà l’Euro come moneta e quando inizieranno
a diminuire gli investimenti provenienti da Bruxelles, ma nel frattempo le aziende polacche si
stanno consolidando e rafforzando in tutto il mondo.
Una realtà da tenere quindi in grande considerazione, anche per lo sviluppo di sinergie e partnership con le nostre aziende italiane, visto che il Bel Paese rappresenta un mercato estremamente interessante per le più importanti aziende polacche di serramenti.
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Il valore di un’abitazione si riconosce e si rivaluta nel tempo anche dai dettagli di una porta.
Infatti la scelta attenta della qualità di una porta è fondamentale per rendere più bello ed elegante uno spazio per vivere o lavorare. Per questo Lessio Porte è la soluzione ideale per avere
delle porte che durano negli anni, rendendo cosi la vostra abitazione o il luogo di lavoro per
anni elegante e bello.
Non a caso la nostra azienda ha sempre voluto mantenere un carattere artigianale per la produzione di porte in legno per interni e porte blindate, pur disponendo di un’elevata capacità
operativa.
Ciò che contraddistingue i nostri prodotti fin dal 1982 è l’amore che trasmettiamo verso questo
lavoro rendendo la qualità, il design e la sensibilità verso il cliente gli elementi caratteristici della nostra azienda.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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Le porte che realizziamo nascono dalla vasta gamma di modelli a catalogo oppure vengono progettate e realizzate su misura partendo dall’idea dei nostri clienti privati o architetti e creando
insieme a loro la soluzione più adatta. I prodotti che creiamo possono essere personalizzati
nelle misure e nella finitura. Tutte le porte e
le casse hanno bordi in massello. Inoltre produciamo porte acustiche, frontali armadio
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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IMPIANTI
LA CONVENIENZA RADDOPPIA CON LA «DIAGNOSI»
Il principio è quello di evitare sprechi, con opere e interventi che poi non rispondono a quelle
che sono le reali esigenze di un immobile. La partenza con il piede giusto per chi vuole riqualificare, abbattendo i consumi, un edificio esistente, è ricorrere a una diagnosi energetica: una
sorta di check-up, a monte, che valuta lo stato di salute del fabbricato, ne individua i problemi
sotto l’aspetto delle dispersioni e dà la ricetta del come si possa risparmiare.
La diagnosi energetica di un immobile è un’analisi
accurata utile a valutarne lo “stato di salute” e
per individuare eventuali dispersioni in un’ottica di
risparmio energetico
L’audit può essere effettuato da un professionista, abilitato alla progettazione di edifici e impianti e iscritto a un ordine o collegio di riferimento, da una società di consulenza specializzata o da una Esco (Energy service company): a differenza di ciò che normalmente accade per
i certificatori energetici (che devono garantire la terzietà rispetto all’immobile che vanno a
esaminare), la diagnosi può essere effettuata anche da chi ha progettato o costruito in prima
battuta la casa.
L’importante, però, è scegliere con estrema cura a chi affidarsi. Il costo di un check-up parte
dai 500 euro fino ai 4 mila: ma a seconda delle dimensioni dell’edificio o delle condizioni climatiche presenti è bene mettere in conto anche una spesa superiore. Ben sapendo che ci sarà
un ritorno.
Il risparmio può essere notevole ed è incrementato, peraltro, da chi utilizzerà la nuova detrazione al 65%. Individuate le parti malate di un immobile e messe sul piatto tutte le
possibili cure da applicare, il tecnico può effettuare simulazioni per valutare a priori il rapporto
costo/benefici di ciascun intervento e stilare una sorta di graduatoria. Spesso, in questa fase,
il cliente scopre che l’isolamento di un sottotetto o la sostituzione di un generatore di calore
si ripagano addirittura in una sola stagione di riscaldamento. Oltretutto a ciò si aggiunge il
rilancio del Governo sulle detrazioni al 65%: una misura che condivido e che credo darà ottimi
risultati». Ma facciamo qualche esempio.
Nel caso di un condominio in centro a Roma, con 106 appartamenti, a fronte di un investimento di oltre 403 mila euro per installare
una nuova caldaia a condensazione, il risparmio in bolletta è di
35.360 euro l’anno e l’investimento si ripaga in poco più di dieci
anni. A questo va aggiunto, inoltre, il fatto che dovrebbe essere
possibile portare in detrazione il 65% della spesa (circa 263 mila
euro).
Più importante ancora il risultato se vengono combinati più interventi diversi nello stesso fabbricato. Prendiamo una villetta
di 220 mq, ubicata nell’alto veronese, in cui siano state eseguite
contestualmente opere di coibentazione, sia stato installato del
fotovoltaico e inserita una pompa di calore. Il risparmio dei costi
di bolletta è addirittura del 71%. E anche qui si tratta di interventi
incentivati dalla detrazione fiscale.
Eseguire bene una diagnosi, in ogni modo, è un risultato vincente anche per quel tipo di strutture che non sono ricomprese nel
65% e non beneficiano di detrazioni. È il caso di un capannone
industriale di circa 50 mila mq, destinato a lavorazioni metalmeccaniche e ubicato nel mantovano: a fronte di una spesa di 141 mila euro per inserire l’impianto
di illuminazione Led si è ottenuto un abbattimento dei costi del 3,2%, che tradotto in cifre è
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IL RISPARMIO
Molti interventi consentono un risparmio, è ad esempio il caso della caldaia ad alta efficienza
o dell’isolamento del tetto che riduce la dispersione del calore. Questo significa che il risparmio complessivo dell’intervento è dato non solo nel beneficio fiscale, ma anche dal risparmio
che si può ottenere in bolletta.
pari a 18.121. La bolletta elettrica, infatti, si è ridotta ed è passata da 565 a 546 mila euro. Altro
risparmio è poi arrivato dalla sostituzione dei motori elettrici, applicazione di inverter su aspiratori e soprattutto dalla riparazione di perdite di aria compressa: quest’ultimo accorgimento ha
portato un abbattimento dei costi di 7.700 euro.
IO COSTRUISCO
IL CHECK
Prima di avviare interventi di ristrutturazione energetica è consigliabile fare un’analisi dettagliata dello stato di salute dell’immobile. La diagnosi può essere effettuata anche dal costruttore, non essendo necessario il requisito della “terzietà” come invece è previsto nel caso della
certificazione energetica.
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
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IN SINTESI
Al di là della sensibilità dei cittadini, a spingere per la diagnosi prima di iniziare i lavori dovrebbe
essere la stessa normativa in vigore in Italia. La norma che recepisce le direttive europee per l’efficienza energetica e introduce, anche in Italia, l’obbligo di dotare di un attestato di certificazione
dei consumi (denominato ACE e di recente trasformato in APE - Attestato di Prestazione Energetica
- come spieghiamo nell’articolo a pag. 30), tutti gli immobili nuovi, soggetti a importanti ristrutturazioni o le unità oggetto di una compravendita. L’esame dello “stato di
salute” dovrebbe essere il primo prerequisito per il rilascio dell’attestato. Cosa, che però, nella pratica quasi mai avviene: per una ragione
di costi e di mancanza delle strumentazioni necessarie a esaminare
bene i problemi di un fabbricato.
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SISTEMA DI ACCUMULO PER
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Uno degli ostacoli principali all’affermarsi dei sistemi casalinghi di produzione energetica da
fonti rinnovabili è la stabilità dell’energia. Gli eccessi di produzione e i momenti di calo sono,
al momento, difficilmente amministrabili: il rischio è di restare senza energia durante il picco
di domanda oppure di avere un surplus di questa energia che, una volta venduta, rende ancora
pochissimo.
Per questo motivo i sistemi di accumulo e stoccaggio di energia da fonti rinnovabili diventeranno fondamentali, in quanto:
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•
•
•
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Massimizzano l’autoconsumo dell’impianto (giorno e notte grazie a soluzioni di accumulo)
Semplici da installare
Protetti dagli aumenti del costo dell’energia
Liberi dal calo delle tariffe incentivanti e dal GSE
Godono delle detrazioni fiscali.
Questo nuovo sistema è studiato per tutte le applicazioni domestiche e industriali che vogliono utilizzare
energia pulita in modo efficiente e rendersi autonomi
per il proprio fabbisogno energetico. L’elettronica è studiata per essere di facile installazione e per integrarsi
alla perfezione con impianti esistenti, senza rilevanti
modifiche.
Il sistema è progettato per avere i più alti rendimenti
nella gestione del gruppo batterie, con vita attesa dai
10 a 20 anni a seconda della tecnologia usata, che permette di garantire continuità di alimentazione ai propri carichi per 24 ore, mantenendo la rete tradizionale come riserva di emergenza.
I VANTAGGI PRINCIPALI SONO:
• Gestione degli spunti di corrente senza aumentare la taglia del contatore
• Protezione dai blackout
• Facile lettura dei propri consumi e del risparmio
• Ritorno dell’investimento breve e sicuro
Il concetto che sta alla base delle soluzioni di accumulo consiste nel creare un polmone di energia per meglio rispondere alle richieste dei carichi collegati, che sono tipicamente diverse come
ampiezza e collocazione temporale rispetto alla disponibilità di energia fotovoltaica.
Di seguito viene riportato un grafico tipico dei consumi di un’abitazione (blu) e dell’energia
prodotta da un impianto fotovoltaico (gialla), da cui è facile vedere come senza utilizzo di un
sistema di accumulo si riesca a consumare solo una piccola frazione dell’energia
prodotta stimabile attorno al 25%.
Questo sistema si pone l’obbiettivo di sfruttare
tutta l’energia che viene prodotta rendendo il proprio sistema autonomo e più efficiente e possono
essere integrati con una rete wireless intelligente
che consente di monitorare in qualsiasi momento la
resa dell’impianto e di gestire in modo intelligente i
carichi collegati.
Il monitoraggio avviene attraverso dispositivi wireless applicati agli apparecchi elettrici (pompe
di calore, condizionatori, ecc.) che permettono in base alla disponibilità di energia di decidere
quando e quali carichi collegare cosi da ridurre l’utilizzo del sistema di accumulo.
L’ACCUMULO SU NUOVI IMPIANTI
Nei nuovi impianti il sistema di accumulo provvederà in modo del tutto autonomo a gestire
l’energia fotovoltaica, l’accumulo con il gruppo batterie interno, e all’utilizzo della rete tradizionale come riserva di energia.
Questa soluzione non prevede lo scambio sul posto e si collega in modo passivo verso la rete
senza necessità di autorizzazioni, richiesta di allaccio, ecc.
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L’ACCUMULO SU IMPIANTI ESISTENTI
Negli impianti esistenti questo sistema di accumulo permetterà di ottimizzare il proprio autoconsumo cosi da massimizzare il ritorno economico legato al risparmio in bolletta energetica e garantirà le funzioni aggiuntive di continuità della fornitura e di gestione dei picchi di assorbimento.
Nel caso in cui si voglia ampliare il proprio impianto questo potrà essere gestito in modo indipendente tramite questo sistema senza l’aggiunta di un nuovo inverter.
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Sempre di più il risparmio energetico sta tendendo alla riduzione dei consumi non solo puramente elettrici, ma
anche termici: basti pensare che, in
una famiglia media italiana, il
costo della bolletta del gas è
circa tre volte quella dell’energia elettrica. Si parla quindi di
efficientamento energetico
tramite il miglioramento delle
performance termiche dell’involucro edilizio e/o la produzione di
acqua calda sanitaria e riscaldamento da
fonti rinnovabili: in particolare tramite l’utilizzo
delle pompe di calore. I dati diffusi in concomitanza del
5° Forum European heat pump association (Ehpa) confermano il trend positivo del mercato
delle pompe di calore in Europa.
La pompa di calore è una macchina in grado di trasferire energia termica da una sorgente all’altra: in base al tipo di sorgenti, si parla di pompe ad aria o ad acqua. Le pompe di calore sono
caratterizzate da un coefficiente detto COP (Coefficient of performance) che indica la quantità di
energia elettrica necessaria per ottenere un kWh termico: se il COP è 4, la macchina necessita
di 1 kWh elettrico per erogarne 4 di termici. In questa logica, si dimostra facilmente che essa è
nettamente più conveniente di qualsiasi altro sistema termico tradizionale.
La pompa di calore quindi necessita di 2 componenti per poter funzionare al meglio: energia
elettrica e scambio termico in loco. L’energia elettrica può essere generata da un impianto
fotovoltaico e lo scambio termico può essere fornito da uno scambiatore ad aria (le cui performance sono penalizzate dalla temperatura ambiente esterna) oppure da un campo di sonde
geotermiche che non sempre possono essere realizzate.
Nascono quindi i sistemi solari ibridi. Questi sistemi
coniugano la generazione elettrica da fotovoltaico e lo scambio
termico con l’ambiente circostante,
anche sottoforma di
sfruttamento del calore generato dal riscaldamento delle
celle. Dopo i tentativi di alcune
aziende che abbinano a un classico modulo fotovoltaico uno scambiatore sul retro
dello stesso, nasce il primo rivoluzionario
sistema solare ibrido nativo, detto REVO.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
REVO è un concetto di sistema solare totalmente nuovo e coniuga la struttura portante e il
sistema di scambio termico in un unico
componente. Grazie all’installazione di REVO, è possibile autoprodursi l’energia elettrica
necessaria e fornire un sistema di scambio termico
alternativo per il funzionamento della pompa di calore. Il risultato è che la spesa
annua per soddisfare i fabbisogni
energetici di un edificio può essere
abbattuta dell’80%. Inoltre, nei periodi estivi,
REVO fornisce direttamente acqua calda sanitaria all’utenza bypassando la pompa di calore
e, interagendo con eventuali sonde geotermiche, può anche ripristinare il calore del terreno.
REVO inoltre ha una serie di caratteristiche pratiche ed estetiche che lo rende nettamente
più evoluto di qualsiasi altro sistema “a tetto” presente sul mercato. E’ stato progettato e
sviluppato da Indea srl, società nata da una sinergia di imprenditori di successo nel settore
industriale e delle energie rinnovabili, ed ha
sede nel più importante incubatore di aziende
green italiano e, a breve, d’Europa: Progetto
Manifattura di Rovereto (Trento).
Una nuova frontiera è nata, con una prospettiva interessante che coinvolgerà idraulici,
elettricisti, costruttori e progettisti, da qui al
prossimo futuro.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
IMPIANTI
DALLA RICERCA ITALIANA NASCE IL CONDIZIONATORE
“INVISIBILE” PER GLI EDIFICI STORICI
Elfo è il sistema di climatizzazione che rispetta l’estetica degli immobili
Fulvio Bolgan
[email protected]
Il sistema “invisibile” Elfo, grazie all’unità condensante
a scomparsa, garantisce una perfetta climatizzazione
senza deturpare le facciate di palazzi storici e abitazioni
di pregio
Il clima migliore si sente, ma non si vede (né dentro ne fuori). Queste sono le caratteristiche
della nuova generazione di climatizzatori totalmente “invisibili”, sia all’interno, ma soprattutto all’esterno degli edifici, nati dalla ricerca italiana.
Molti condizionatori oggi sul mercato pur all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, offrono
ottime prestazioni e consumi ridotti, rispondendo alle esigenze di una clientela oculata e attenta ai problemi ambientali; tuttavia questa cura non si riflette sul design dei prodotti, ancora realizzati seguendo le forme e i modelli tradizionali, con le tipiche unità condensanti, ingombranti
e antiestetiche, applicate direttamente sulle murature e sulle facciate degli immobili.
Per ottenere un clima ideale in cui vivere e abitare si è finito quindi col compromettere l’aspetto
estetico di palazzi ed edifici residenziali e commerciali, alterando l’armonia delle strutture con
l’inserimento delle unità esterne in qualsiasi punto libero (facciata, tetto, balcone, ecc.). Se tale
situazione è stata parzialmente tollerata fino ad oggi, in mancanza di valide alternative, ora
risulta più difficile da giustificare.
La vasta diffusione degli interventi che hanno coinvolto palazzi storici, residenze di pregio, piccoli
borghi o comuni e moderni edifici, con l’applicazione indiscriminata dei climatizzatori, ha fatto indignare critici e semplici cittadini, i quali hanno notato come l’inserimento della moto condensante abbia compromesso la bellezza degli edifici e l’armonia delle linee architettoniche e progettuali.
Da queste permesse è partita Tekno Point, azienda italiana attiva da oltre vent’anni nel campo
della produzione e distribuzione di sistemi per la climatizzazione, ideando Elfo, una gamma di
prodotti, frutto della ricerca italiana e dell’attenzione all’estetica tipici dell’“Italian Style”.
Elfo rappresenta una nuova tipologia di condizionatori in grado di offrire aria fresca e pulita
d’estate e caldo della pompa di calore in inverno, per un confort ottimale, senza intaccare le pareti esterne di qualsiasi fabbricato, sia moderno che antico.
La grande novità risiede nell’installazione della moto condensante all’interno dell’edificio, anziché all’esterno, sfruttando un vano di servizio (cantina, bagno, ripostiglio, lavanderia, disimpegno) e la possibilità di posizionare gli split interni fino a 15 metri di distanza. Con
questo impianto il passaggio dell’aria avviene attraverso alcuni fori realizzati sulla muratura,
che annullano qualsiasi impatto visivo. Le
aperture, schermate da griglie, possono venire
ulteriormente coperte dagli ornamenti presenti sulla facciata, o da decorazioni studiate
appositamente, per integrarsi e caratterizzare
la struttura.
Questa tipologia di intervento non risulta invasiva e non necessita di particolari
autorizzazioni, adattandosi ad ogni situazione, sia abitativa che commerciale.
Il climatizzatore “invisibile” non può che dare
un valore aggiunto a un nuovo progetto edilizio, ma soprattutto può rivalutare e valorizzare
un edificio esistete anche in fase di ristrutturazione.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
IMPIANTI
SOLARE TERMICO IN EUROPA:
NEL 2012 INSTALLATI 2,4 GWTH
Nicola Piccoli
[email protected]
Si ringrazia
Ufficio Stampa Assolterm
(Associazione Italiana
Solare Termico)
Dimensioni del mercato europeo del solare termico in
termini di capacità (KWth) e di superficie (m2)
In occasione di Intersolar Europe, Estif, l’Associazione Europea dell’industria solare termica, ha
reso note le statistiche relative al mercato europeo nel 2012, ribadendo ancora una volta come
il solare termico sia fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi al 2020 fissati dall’Unione
Europea. Nonostante la capacità installata sia più che triplicata negli ultimi dieci anni, il mercato
annuale nel 2012 è stato pari a 2,41 GWth, con un calo del 6,4% rispetto al 2011.
La capacità totale installata ha registrato un aumento netto di 2 GWth, raggiungendo quota
28,3 GWth (40,5 milioni di mq). Il comparto del solare termico europeo rappresenta un fatturato complessivo di 2,4 miliardi di euro, sostenendo 32.000 posti di lavoro.
In generale è da segnalare il rallentamento del mercato tedesco, che rappresenta ancora
quasi il 40% della capacità totale installata in Europa, ma nel 2012 è diminuito del 9,4%, con
un installato annuale di 805 MWth (1,15 milioni di mq).
Sono invece in crescita la Polonia, l’Ungheria e il Belgio, confermando l’importanza dei meccanismi di incentivazione come strumento per
la diffusione della tecnologia nelle prime fasi di sviluppo del mercato.
L’Italia, come la Spagna e l’Austria, ha presentato nel 2012 un calo
rispetto all’anno precedente, con 241 MWth, pari a 330mila mq installati. Con un 10% del mercato complessivo, si conferma il secondo mercato europeo.
Sorprendente, invece, la performance della Grecia che, dopo il forte
calo del 2009, ha continuato una lenta risalita, confermata dal +6% del
2012, nonostante la crisi economica ancora in atto.
Nonostante le applicazioni residenziali rappresentino ancora la fetta più consistente del mercato europeo, altri segmenti di mercato hanno fatto registrare numeri interessanti: gli impianti
di grandi dimensioni (superiori a 35 kWth) per il riscaldamento e il raffrescamento delle
utenze commerciali e i sistemi di teleriscaldamento hanno mostrato una crescita e uno sviluppo molto positivi. Per quanto riguarda i mercati nazionali, è la Danimarca ad aver registrato
le migliori performance nel segmento dei grandi e grandissimi impianti, con il 65% della capacità totale installata in Europa.
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IL MAXXI PREMIA
L’ARCHITETTURA
CERAMICA
DEL XXI SECOLO
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Si è svolta lo scorso 1° luglio, nella splendida cornice del museo di arte contemporanea MAXXI
di Roma, la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Concorso di Architettura “la
Ceramica ed il Progetto”.
L’evento – che ha visto la partecipazione di oltre 200 tra architetti e distributori - ha puntato
ad illustrare lo stato dell’arte relativo all’uso della ceramica in Italia nei diversi contesti
architettonici ed è stata l’occasione per promuovere Cersaie, la rassegna internazionale
dedicata alla ceramica per l’architettura ed all’arredobagno che si terrà a Bologna dal 23 al
27 settembre.
L’evento è stato introdotto da Vittorio Borelli, Presidente di Confindustria Ceramica, che ha
posto l’accento sull’evoluzione dei materiali ceramici, sul successo del concorso (120 progetti partecipanti) e su Cersaie che, grazie anche al ricco calendario culturale di “Costruire,
Abitare e Pensare” è diventato un appuntamento fondamentale per la grande architettura ed
il design nazionale ed internazionale. A seguire, moderati da Aldo Colonetti, sono intervenuti
gli architetti Cherubino Gambardella, Michele
Capuani e Sebastiano Brandolini che, partendo dalle evidenze dei progetti pervenuti, hanno tracciato una panoramica sull’evoluzione
degli stili architettonici e delle tendenze nella
progettazioni realizzata grazie all’uso della ceramica italiana.
La parte finale dell’evento si è concentrata
sulla premiazione del concorso ‘La Ceramica e
il Progetto’. Per ciascuna delle tre categorie –
residenziale, istituzionale e commerciale – la
giuria, composta dagli architetti Michele Capuani, Sebastiano Brandolini e Cino Zucchi, ha
individuato un vincitore ed anche una menzione
d’onore.
IO COSTRUISCO
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
ARREDO & FINITURE
Nella foto a pag. 54: Casa Eur (Roma)
dello studio romano NA3 Architettura
Studio 109 B (Parma) realizzato
dallo Studio Del Boca di Milano
Sede di Cedacri Group (Collecchio, Parma)
a cura dello Studio Mambriani di Parma
RESIDENZIALE
Vincitore è il progetto “Studio 109 B” (Parma)
realizzato dallo “Studio Del Boca” di Milano
nel quale sono state utilizzate piastrelle di Cooperativa Ceramica d’Imola. L’edificio premiato
rappresenta l’insediamento architettonico di
maggiore dimensione,dove la ceramica costituisce l’elemento caratterizzante, sia sul piano estetico sia per quanto riguarda gli aspetti
di sostenibilità. La facciata ventilata, infatti,
rivestita in grès porcellanato, garantisce un
particolare scambio termico sia in estate che
in inverno.
Accademia Panino Giusto (Milano)
realizzato da Giuseppe Leida
La Menzione è andata al progetto “Casa
Eur” (Roma) dello studio romano “NA3 Architettura”, che ha visto l’utilizzo di piastrelle
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SCALE E BATTISCOPA
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IN LEGNO
COMPOSITO
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
A destra: Ospedale dei bambini “Pietro Barilla” (Parma),
realizzato dallo studio Policreo Srl
Sotto: Restyling degli Uffici Mirage
(Pavullo nel Frignano) realizzato dallo
Studio Marazzi Architetti di Parma
della azienda Mutina. L’appartamento, su due livelli, vede la ceramica in diversi formati, da
120x120 al 30x30, e gioca un ruolo non solo decorativo, ma funzionale alla costruzione dei
confini e dei volumi.
COMMERCIALE
Progetto vincitore è la Sede di Cedacri Group (Collecchio, Parma), a cura dello Studio Mambriani di Parma che ha utilizzato le piastrelle delle aziende Casalgrande-Padana e CeSi. Un
edificio importante per dimensione e articolazione degli spazi. Il materiale ceramico segna fortemente tutta l’architettura ed è evidente come le superfici realizzate in ceramica sono in grado
di parlare il linguaggio della pietra e dei mattoni, rispettando la tradizione e le innovazioni
tecnologiche più avanzate.
Menzione per il progetto “Accademia Panino Giusto” (Milano), realizzato da Giuseppe Leida
con piastrelle Etruria design. Una volta lunga 42 metri rivestita con piastrelle diamantate, capaci sia attraverso la loro struttura tridimensionale, sia con la scelta cromatica di ridisegnare
e soprattutto destinare a una nuova funzione
“culturale” spazi nati per altre attività.
ISTITUZIONALE
Ha vinto l’Ospedale dei bambini “Pietro
Barilla”di Parma, realizzato dallo studio
Policreo Srl, il quale ha utilizzato piastrelle di
Cotto D’Este. Il progetto ha messo al centro
il materiale ceramico, declinando al meglio
tutte le sue qualità, prestazionali, estetiche e
costruttive, al servizio di un luogo di cura particolare. Per garantire la massima igienizzazione
degli ambienti, nei raccordi tra pavimento e le
pareti è stato progettato un apposito elemento
di “sguscia”, a dimostrazione che la flessibilità del materiale è in grado di risolvere aspetti
costruttivi, rispettando l’armonia del linguaggio
espressivo.
Menzione per il restyling degli Uffici Mirage (Pavullo nel Frignano) realizzato dallo Studio
Marazzi Architetti di Parma che ha visto l’utilizzo delle piastrelle Mirage. L’intervento è di grande interesse, in quanto ha fatto della ceramica
una sorta di “manifesto” di alcuni dei suoi più specifici e originali contributi costruttivi per un
buon progetto: dalle facciate ventilate all’integrazione con il problema fotovoltaico, dal frangisole in grès con diverse sezioni, rettangolari e quadrate alla pavimentazione delle aree esterne,
fino ad arrivare al rivestimento, in ceramica, della scala principale.
Andrea Serri
[email protected]
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La tecnologia delle pavimentazioni in resina, finalmente,
con caratteristiche estetiche perfette per il settore privato.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
ARREDO & FINITURE
DISEGNARE SOGNI CHE
DIVENTANO QUOTIDIANE REALTÀ
Daniele Marcassa
[email protected]
Nata nel 2009 da un’idea di Stefano Montico, Mobostyle è uno studio di progettazione
d’interni e vendita arredamenti con sede a Jesolo in provincia di Venezia. L’anno seguente,
nel 2010, nasce Moboo, e-commerce interamente dedicato alla vendita online di complementi
d’arredo. Nel 2012 è poi la volta di Good, l’arredo su misura, una piccola realtà di falegnameria
che segue e sostiene Mobostyle nella realizzazione dei propri progetti, dal soggiorno ricercato
all’armadio su misura sottotetto o sottoscala, per arrivare alle libreria o al complemento di
design.
Cosa cercano le persone che si rivolgono a voi?
Direi che in modo particolare cercano idee, cordialità, professionalità, sicurezza e soluzioni.
Non dobbiamo dimenticare
che il nostro lavoro entra nella sfera privata e nell’intimità delle persone: per questo
dobbiamo essere in grado di
trasmettere tranquillità. Noi
vendiamo un prodotto che diventerà a tutti gli effetti parte
della vita e della quotidianità
dei nostri clienti. Chi si rivolge a noi cerca quindi una figura che sia all’altezza di creare
l’involucro giusto per vivere
le proprie emozioni.
Quali sono le ultime tendenze dettate dal mercato?
Forse in questo momento le
tendenze sono dettate per lo
più dalla disponibilità economica. Sicuramente assistiamo al ritorno dell’essenza
mista al colore, della pietra
grezza mista al laccato lucido e opaco, di tutti i colori
primari e dei materiali che
ricordano la natura e l’origine
delle cose.
Arredamenti
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Vendita e progettazione
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MOBOSTYLE
Poi la scelta cade nell’ecommerce…
La scelta dell’e-commerce è
un’idea che risale al 2008, prima ancora che nascesse Mobostyle. Dopo attente valutazioni,
mobostyle.it inizialmente era interamente dedicato all’e-commerce, oggi invece è il nostro sito
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IO COSTRUISCO
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
istituzionale mentre
per la vendita on line
è stato sostituito da
moboo.it. Dopo molte
prove, e anche qualche errore, posso dire
che l’e-commerce è
sicuramente un mercato parallelo e in
costante sviluppo e
cambiamento. Questa scelta è stata
sicuramente una crescita personale nonché necessaria per
un’azienda ambiziosa
come Mobostyle.
Quali sono i consigli che date ai vostri clienti?
Sicuramente quello di lasciarsi andare ai proprio sogni, almeno sulla carta. Vogliamo che quello
che loro desiderano venga disegnato e che le loro esigenze siano soddisfatte. Generalmente
molti dei nostri progetti si realizzano in tempi molto lunghi, non necessariamente dobbiamo
fare tutto e subito, e una volta valorizzato il progetto si può passare a dare delle priorità.
Ci sono stati dei progetti che vi hanno dato più soddisfazione di altri?
Definire un progetto migliore di un altro è un po’ difficile. Tutti i lavori che abbiamo realizzato
ci hanno dato una grande soddisfazione personale proprio per le particolarità e l’unicità che
abbiamo sempre dato a tutti i nostri lavori.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Tra i progetti che abbiamo pensato per il futuro c’è l’idea di creare una linea di complementi
particolari e ricercati, che vengano ricavati dagli scarti di produzione.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
ARREDO & FINITURE
SCALE IN PIETRA: DA SEMPLICE COLLEGAMENTO
A ELEMENTO CARATTERIZZANTE
Arch. Stefano Perissinotto
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Lo sviluppo dell’elemento scala caratterizza da sempre lo spazio in modo incisivo, conferendo
carattere e prestigio alla composizione architettonica per superare la mera funzione di collegamento fra quote diverse.
Per capire meglio come una scala in pietra riesca a caratterizzare un ambiente, abbiamo parlato
con Stefania Peotta dell’azienda Peotta Armando di Altavilla Vicentina (Vicenza), una
realtà con una profonda esperienza alle spalle iniziata addirittura nel 1903.
“Da sempre proponiamo le soluzioni più varie - ci spiega Stefania Peotta -, partendo dalla progettazione attraverso l’esecuzione di disegni e di rendering, elaborati dopo un accurato rilievo
in cantiere, fino alla realizzazione, che prevede eventualmente uno speciale trattamento che
proteggerà la superficie della scala negli anni.
Un’accurata posa in opera, infine, completa il
nostro servizio”.
La pietra è il materiale che utilizzate per
la maggiore, per quali caratteristiche si
distingue ed è possibile applicarvi dei
trattamenti o eseguirvi lavorazioni particolari?
“Abbiamo sperimentato diverse forme e finiture. Proprio perché la pietra è un materiale molto
versatile, per poterla utilizzare in vari ambienti,
da circa trent’anni abbiamo collaudato un trattamento denominato Pietra Palladio che permette
una facile manutenzione e pulizia, caratterizzando la superficie con un colore e un aspetto
visivo e tattile, morbido e caldo. Visti i riscontri positivi che questo trattamento ha avuto negli
anni, noi lo consigliamo vivamente ai nostri clienti. La scala può essere comunque fornita anche
in pietra naturale, trattandola eventualmente con prodotti impermeabilizzanti eseguiti in opera.
La scelta finale,dopo una serie di valutazioni, rimane comunque a discrezione del committente.”
E’ possibile ottenere con la pietra delle colorazioni più vive e accese e così dare un
aspetto più contemporaneo alla casa?
“In questo caso è consigliabile intervenire con il marmo – suggerisce Stefania Peotta –. Questo
materiale viene selezionato di volta in volta dall’ampia scelta che il mercato lapideo ci offre, che
non ci pone limiti sia di tipologia che qualità per un scelta più vicina alle esigenze del cliente, senza essere condizionati dalla scelta del materiale imposto eventualmente dalle cave di proprietà.”
L’utilizzo della pietra per una scalinata è possibile nel caso in cui esista già una
scala in cemento?
“Certo, nel caso esista una struttura in cemento si può intervenire con delle lastre di pietra o
marmo. Le nostre scale a lastre sono composte da pedate e alzate , proposte sia in uno stile
classico palladiano che in o uno stile lineare e più moderno. I rivestimenti classici hanno la
pedata di 5,5 o 4 cm di spessore, con la costa a toro e l’alzata di 4 cm di spessore, con listello
e guscia, completate spesso con l’alzata anche sul fianco a vista per richiamare l’effetto di
gradino a massello.
I rivestimenti più lineari invece sono proposti di 4 o 3 cm di spessore con l’alzata dello stesso
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E se invece non vi sia nessuna struttura già esistente?
Qualora non vi sia alcuna struttura preesistente possiamo intervenire con una scala a massello.
Questa tipologia di scala è anche quella che ci dà più soddisfazioni perché conferisce un grande
impatto scenografico.
Interna o esterna, principale o privata, grazie alle sue diverse possibilità di declinazione, la scala a massello ancora oggi è un elemento architettonico che si lega sia alla tradizione, da dove
attingiamo tecniche e ispirazione, sia alle forme più innovative, grazie ai progetti di architetti e
design che amano sperimentare.
La scala a chiocciola autoportante nasce come collegamento verticale da collocare in spazi
ridotti o a grande sviluppo planimetrico, con diametri che possono variare dai 160 ai 300 cm.
È composta da gradini di forma trapezoidale che terminano con un ingrossamento, generalmente di forma cilindrica che costituisce l’anima centrale.
I vari componenti si possono unire per semplice sovrapposizione e il loro ancoraggio è a carico
del gradino di smonto sulla soletta del piano e
sul gradino di partenza.
Sfruttano invece le strutture portanti dell’edificio le scale a sbalzo. Gradini e pianerottoli vengono incastrati nella muratura per uno spessore
che varia in relazione alla loro forma e al peso.
Solitamente, gli elementi massicci in pietra devono essere incastrati per una profondità che
varia da 10 a 12 cm, pertanto è sufficiente che
il muro portante abbia uno spessore di 25 cm.
L’eventuale connessione tra un gradino e l’altro
per appoggio, aumenta la stabilità e la sicurezza della struttura.
Questo è reso possibile anche rinforzando dall’interno i gradini con barre di acciaio, scelta
obbligatoria per i gradini non connessi tra loro.
Questa, ultimamente, è la tipologia di scala più richiesta dal cliente o dal progettista, per una
scala ariosa, leggera e spettacolare, proprio per il gioco di pieni e vuoti che si viene a creare.”
Nuova apertura
CACCO
IO COSTRUISCO
NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
spessore, accostata in linea oppure incollata alla pedata con il taglio a 45 gradi che nasconde
il giunto tra le due parti per un effetto più pulito.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
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FIERE ED EVENTI
UN’ESTATE TRA DESIGN E MUSICA
Nicola Piccoli
[email protected]
Unire il design delle creazioni contemporanee alla musica jazz e alle pulsazioni del tango, o
ancora agli effetti visivi di installazioni artistiche fino alla dance elettronica è un esperimento
intrigante e coinvolgente.
Questo ha voluto realizzare e offrire al proprio pubblico per l’estate 2013 l’azienda Conte 131:
quattro appuntamenti serali denominati “H2O” organizzati nel proprio showroom a Mirano
(VE) che hanno visto la partecipazione di artisti e musicisti di rilievo internazionale.
Si è partiti nel mese di giugno con una serata dedicata al tango argentino, con l’associazione sportiva “Asì se baila el tango” di Laura Perale, confermando l’Italia tra i paesi più appassionati a
questo sensuale ballo nominato nel 2010 dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Il 21 giugno è stata la volta degli effetti visivi con le installazioni di “Arte Programmata” create
da Guglielmo Costanzo, Renato De Santi e Roberto Sgarbossa. I tre artisti fanno parte del
gruppo di operatori visivi “Verifica 8 + 1” di Mestre e nel 2002 hanno fondato “Generazione”,
progettando e realizzando opere che trovano il loro fondamento nella fenomenologia della percezione visiva con riferimento alle declinazioni aniconiche dell’arte strutturata.
Dall’arte si è poi passati alla musica jazz con il concerto del duo composto da Marco Ponchiroli al piano e Alberto Vianello al sax: una serata speciale con due musicisti di grande talento
ed esperienza che hanno suonato con artisti e band di fama mondiale.
Dalle note jazz alle sonorità elettroniche, l’ultima spumeggiante serata di questo ciclo di eventi
organizzati da Conte 131 ha visto esibirsi i due deejay Nicola Zanetti e Carlo Cerclin Re,
entrambi di Mirano. Dopo il debutto nel 2010 con il remix di Riva Starr feat. Noze “I was drunk”
e il primo ep “Midnight Run” prodotto dalla Nano Rec del noto dj veneziano Spiller, i “2 Guys”
hanno lavorato con i migliori esponenti della scena dance e house italiana e internazionale.
Musica, ballo e arte che si fondono in un variopinto gioco di luci e colori con le soluzioni di design
proposte da Conte 131, un’azienda che continua a far emozionare gli occhi, il cuore e la mente.
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NOVITÀ, PRODOTTI E SERVIZI PER L’EDILIZIA
IO COSTRUISCO
FIERE ED EVENTI
LO SGUARDO FEMMINILE SULL’ARCHITETTURA
A Cersaie tre firme internazionali
Andrea Serri
[email protected]
Cersaie accende i riflettori sul fondamentale contributo femminile nell’architettura e dedica
una giornata a tre firme di grande rilievo del panorama internazionale, tre donne che con i loro
progetti hanno ampliato i confini di questa disciplina gettando uno sguardo innovativo sul suo
sviluppo.
Il prossimo 27 settembre, infatti, il Salone internazionale della Ceramica per l’Architettura e
dell’Arredobagno ospiterà Carla Juaçaba (Brasile), Izaskun Chinchilla (Spagna) e Sarah
Robinson (Usa), tre architetti dai percorsi professionali assai distanti, accomunati dall’esplorazione stilistica originale e dalla multidisciplinarietà dell’approccio. La conferenza sarà moderata dall’architetto statunitense Michael P. Johnson.
Carla Juaçaba
Nata a Rio de Janeiro nel 1976, Carla Juaçaba ha iniziato la sua
attività in modo indipendente nel 2000 e si è aggiudicata la prima edizione del premio internazionale ArcVision Women and Architecture. Il
suo studio attualmente è impegnato in progetti pubblici e privati relativi a programmi abitativi e culturali. Con un interesse specifico per la
poetica della tettonica e il suo potenziale espressivo, Carla Juaçaba
ha sviluppato un’attenzione particolare per il luogo dal punto di vista
della continuità culturale e anche delle percezione fenomenologica. Ha
collaborato con l’architetto Gisela Magalhaesper per un progetto sulle
arti indigene e i musi storici brasiliani e con l’architetto Mario Fraga al
progetto “Casa Atelier”.
Laureata in architettura a Madrid nel 2001, Izaskun Chinchilla ha
alle spalle importanti esperienze di insegnamento nelle facoltà di Londra, Parigi, Ginevra e della stessa capitale spagnola. Oggi accompagna la sua attività di designer con un progetto di ricerca dedicato alle
ripercussioni sociali ed estetiche delle soluzioni tecniche che tengono
conto degli aspetti ecologici. Come architetto sostiene infatti l’importanza del compromesso con l’innovazione. Nei suoi progetti propone
esercizi multidisciplinari nei quali l’architettura - attraverso l’ecologia,
la sociologia o la scienza - va oltre le distinzioni stilistiche e incontra
la complessità della vita reale nel mondo contemporaneo.
Sarah Robinson
Izaskun Chinchilla
Originaria del Minnesota, dopo gli studi in filosofia tra Svizzera e Stati Uniti, Sarah Robinson si è diplomata in disegno e pittura all’Art
Student’s League di New York per poi completare la sua formazione in
architettura tra Arizona e Winsconsin. Dopo aver lavorato per diversi
architetti ha aperto il suo studio nel 2000; oggi vive e lavora in California ed è presidente del Board of Trustee della Frank Lloyd Wright School of Architetcture. I suoi progetti sfruttano la trasparenza del design
moderno ma puntano al comfort e alla risposta delle esigenze di spazio
in modo intuitivo e funzionale.
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Un trattamento innovativo per pavimentazioni pubbliche e private
Anna Cartini
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Lo sapevate che la maggiore parte degli infortuni domestici è causata da scivolamento?
E che per gli edifici ad uso pubblico, le parti comuni dei condomini e le pavimentazioni, per legge devono rispettare determinati standard di sicurezza e che le superfici codificate in R9-R10...
non sono a norma di legge? (Decreto Legislativo 81 del 09 aprile 2008, Legge 3 Agosto 2007, n.
123, D.M. n. 236 del 14 giugno 1989).
Satrex è una linea di prodotti che nasce per portare le soluzioni più avanzate al diffuso problema di scivolosità delle pavimentazioni negli ambienti pubblici e privati.
Satrex dispone di una vasta gamma di resine altamente performanti e antiscivolo per
realtà istituzionali, commerciali, industriali, in armonia con le normative vigenti. E’ la soluzione ideale per tutte le superfici minerali come pietra, ceramica, gres, clinker, marmi, graniti,
cemento. Satrex propone però anche soluzioni per superfici particolari come plastica, legno,
acciaio, vetro e linoleum.
Come funziona Satrex?
Le microporosità naturali presenti sulle superfici minerali sono sature di scorie di silice; la rimozione di tali scorie, con il trattamento antiscivolo, genera milioni di microventose idrosensibili
che rendono la superficie sicura specialmente quando è bagnata.
Satrex è un trattamento permanente, non invasivo, subito calpestabile e non richiede manutenzione.
Su richiesta del cliente, è possibile il rilascio di una certificazione di conformità da un organo
competente che effettuerà le misurazioni con metrica b.c.r.a. come previsto dalle normative.
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MERCEDES-BENZ MUSEUM: TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Manuele Bettiol
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Mattia Da Riol
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Stefano Toffano
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Foto di Mattia Da Riol
Vista frontale della facciata
Vista interna spazio espositivo di una delle Halls of
Myth (“since 1982”)
Il Mercedes-Benz museum nasce come monumento celebrativo della nota casa automobilistica
tedesca ideatrice dell’automobile, la Mercedes Benz.
Collocato a Stoccarda, patria dell’automobile, inserito in un contesto ricco di infrastrutture, si
pone come incipit degli stabilimenti produttivi e commerciali retrostanti, contenendo in esso
più di 120 anni di storia.
L’idea progettuale parte dall’intento di creare un edificio in continuo movimento, che unisse
l’antica tradizione del marchio Benz con le attuali innovazioni tecnologiche.
Lo studio architettonico UN Studio (United Network Studio) riuscì a materializzare l’idea attraverso la creazione di una piattaforma rialzata di 5 metri, sulla quale si sviluppa una struttura
alta e compatta, in sintonia con il paesaggio artificiale.
L’edificio si sviluppa attraverso un processo di rototraslazione della figura di base del cerchio,
secondo una generatrice elicoidale che dà origine a 9 livelli – 8 fuori terra e 1 interrato – suddivisi in normali e speciali, a seconda delle funzioni e del tipo di struttura. Questi sono collegati
fra loro da sistemi di rampe e scale, in cui l’andamento ad arco congiunge le due circonferenze.
Ogni livello normale ospita un’area dove sono esposte le collezioni (Halls of Collection) e un’area riguardante il “mito” (Halls of Myth).
I carichi verticali sono trasmessi dai nuclei di distribuzione centrali, dalle pareti e dai pilastri
di facciata. La struttura portante si suddivide in solai, rampa del “mito” con la parete esterna
ad altezza interpiano, pilastri tetrapodi inclinati di facciata e una particolare struttura chiamata
“Twist” (trave scatolare ancorata a uno dei lati brevi del nucleo centrale).
Il rivestimento esterno dell’edificio si presenta geometricamente complesso, data la particolare
forma della struttura, in quanto esso si compone dell’alternanza di una parte vetrata introversa
e di una parte rivestita in alluminio.
Lo spazio espositivo si sviluppa in un percorso della durata di due ore, nel quale il visitatore viene accolto nel museo da un ampio atrio triangolare al piano terreno, dove verrà accompagnato da un ascensore che lo conduce all’ultimo piano del museo, ne quale avranno inizio i due
innovativi e coinvolgenti percorsi espositivi: l’Halls of Myth composta da 7 sale che raccontano la
storia dell’azienda in sequenza cronologica; l’Halls of Collection suddivisa in 5 parti indipendenti,
in cui si presenta la vasta gamma di veicoli del marchio risalenti ad epoche diverse.
Entrambi i percorsi terminano nella ripida curva de “Le Frecce d’Argento”, dove si ammirano
le vetture del celebre marchio tedesco nell’ambito delle competizioni sportive. L’esposizione
raggiunge il suo culmine nella sezione “Fascino della Tecnica” che consente di osservare tutte
le innovazioni e i possibili sviluppi futuri della casa automobilistica tedesca.
Il museo offre, inoltre, un’area ristorante, situata alla fine del tour al piano terra, dalla quale è
possibile raggiungere il livello al di sotto della piattaforma dove si può trovare il bookshop del
museo, un bar, l’auditorium interno ed uno esterno, entrambi con gradonate, ed il collegamento
con il vicino concessionario Mercedes-Benz.
Il contesto urbano, il ruolo del visitatore e la storia del prodotto vengono riunite in un’entità di
livello superiore capaci di generare un vera e propria eccellenza: questo dà origine al progetto
di UN Studio per il museo Mercedes-Benz di Stoccarda, in grado di celebrare il valore storicoculturale dell’automobile attraverso l’organizzazione di un eccezionale spazio espositivo pluridimensionale e completamente innovativo.
Vista atrio interno
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MERCEDES-BENZ MUSEUM
Progetto
Progettista
Committente
Località
Inizio lavori
Anno di realizzazione
Tipo di intervento
Destinazione d’uso
Struttura portante
Materiali principali
Mercedes-Benz Museum
UN Studio
Daimler-Chrysler AG, Stoccarda
Mercedes Strasse 100, Stoccarda, Germania
Settembre 2003
Maggio 2006
Nuova costruzione
Museo automobilistico, negozio, ristorante, uffici, auditorium
Nuclei centrali, solai, pilastri, struttura a “Twist”
Calcestruzzo armato, acciaio, vetro
DATI DIMENSIONALI
Altezza
Superficie totale
Superficie a terra (impronta)
Piani
47,50 m
16’500 mq
4’800 mq
9
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