HOMO, IMAGO DEI
La bipolarità dell’uomo nell’ottica
cristiana di San Bonaventura da
Bagnoregio
LA DUPLICE CONDIZIONE
UMANA
Nel II Libro delle “Sentenze del Maestro Pietro Lombardo”,
Bonaventura sottolinea come l’intento di tutto il libro sia
quello di illustrare l’uomo nella sua bipolarità.
L’uomo è:
MIRABILE CONDITIO
Visto come la formazione di una natura integra da parte di
Dio; per cui tutto ciò che di bene è in lui e nell’Universo
deriva da Dio;
MISERABILIS DEVIATIO
Visto come esito dell’infelice caduta dall’Eden, che lo ha
trascinato in una condizione di decadenza.
LA NATURA CADUTA
DELL’UOMO
Nell’uomo “caduto”, sebbene egli si trovi in questa cosciente e
miserabile condizione di decadenza, continua ad urgere quel
bisogno di infinito che non è stato mai completamente
estirpato.
La sua attuale condizione di uomo sulla Terra è un vano ed
affannoso cercare, un disperdersi in mille cose, senza alcun
apparente sbocco.
La vana ricerca dell’uomo, di tendere all’infinito, è il segno di
una passata grandezza, quando Adamo ed Eva vivevano felici
nell’Eden.
L’uomo, memore di essere imago Dei e consapevole di poter
migliorare la propria miserabile condizione, spera nella
redenzione divina.
LA DISTINZIONE TRA SOSTANZA
SPIRITUALE
E SOSTANZA CORPOREA
Dist. I – Titolo I – Quest. 2 – Art. 11
«La totalità delle cose fu distinta da Dio in sostanza spirituale e
sostanza corporea»
OSSERVAZIONE: Il bersaglio di Bonaventura sono i “neo-manichei” (Catari),
i quali non accettavano l’idea che la corporeità fosse il costitutivo essenziale
dell’uomo e che derivasse da Dio, e ipotizzavano invece che il corpo fosse
opera del Male.
Le esigenze di Potenza, Sapienza e Bontà Divina richiedono che l’uomo
abbia non soltanto una realtà spirituale-divina, ma anche corporea
materiale.
Sebbene vi sia un’enorme sproporzione tra lo spirituale e il corporeo,
nell’uomo queste due dimensioni convivono armonicamente, tanto che
l’uomo viene posto al centro dell’Universo, pur subordinato a Dio Creatore.
CONFRONTO TRA NATURA
ANGELICA E NATURA UMANA
Dist. I – Titolo II – Quest. 2 – Art. 2
«C’è una superiorità dell’Angelo (fatto di solo spirito), rispetto all’uomo
(fatto di spirito e corpo) ?»
RISPOSTA:
Vista in senso generale, la natura angelica è assolutamente superiore a quella
umana, in quanto incorporea ed incorruttibile.
Vista in ordine ai fini stabiliti da Dio, non c’è superiorità dell’angelo
sull’uomo e, quindi, c’è una parità tra le due nature, poiché entrambi sono
immediatamente finalizzati a Dio. Tra l’Angelo e l’Uomo esiste un rapporto
di mutuo finalizzarsi:
L’UOMO SERVE ALL’ANGELO → l’uomo, con la beatitudine, può riparare
alla caduta angelica, riempiendo quei posti vuoti lasciati dagli angeli ribelli.
L’ANGELO SERVE ALL’UOMO → l’angelo svolge la sua funzione
ministeriale di aiuto all’uomo, per farlo risorgere dal peccato.
CONFRONTO TRA ANGELO E
ANIMA UMANA
Dist. XVI – Titolo II – Quest. 1 – Art. 2
«L’Angelo è imago dei (immagine di Dio) – l’Anima umana è capax Dei
(capace di conoscere e amare Dio)»
1 ª OSSERVAZIONE: Se l’Angelo - dotato di solo spirito - è imago Dei, se
l’uomo – dotato di corpo e anima – è anch’egli imago Dei e ha un’anima
capax Dei,
ALLORA
Il pareggio tra Angelo e Uomo è ancora più netto, perché entrambi sono
immagini di Dio!
2 ª OSSERVAZIONE: Tra l’Angelo e l’Uomo c’è un mutuo finalizzarsi, infatti:
da una parte, l’angelo sembrerebbe essere più immagine di Dio per la sua
assoluta estraneità al corpo (soggetto a corruzione); dall’altra, l’anima
umana (perfezione del corpo) rappresenterebbe Dio nel mondo.
RAPPORTO DIO - UOMO
C’è una CONVENENTIA ORDIS → per cui l’uomo, creatura razionale, si
avvicina a Dio, in quanto gli è vicino, a Lui tende, ed è capace di amarlo.
C’è una CONVENENTIA PROPORTIONIS → per cui si stabilisce la
seguente proporzione: “Dio sta alle creature (in quanto ne è causa), come le
creature (che sono cause di altre) sono la causa dei suoi effetti divini”.
DIO E’ CAUSA DI QUALCOSA ESTERNA A SE’ = L’UOMO
L’ANIMA UMANA E’ VERAMENTE
IMAGO DEI?
Tra Dio e l’uomo c’è una proporzionalità in senso intrinseco.
L’anima, infatti, è veramente immagine di Dio, perché
racchiude in se stessa un’immagine della Trinità.
Dio sta alle persone della Divina Trinità, come l’anima sta alle
sue tre potenze: memoria, intelletto e volontà.
L’anima è assolutamente unitaria, sebbene possieda tre
facoltà (vedi il “De Trinitate” di S.Agostino). Queste facoltà hanno una
sola natura, ossia un’unica essenza: l’anima.
L’ANIMA DI ADAMO
Dist. XVII – Titolo II – Quest. 2 – Art. 1
«L’Anima di Adamo è stata prodotta dalla materia, oppure è stata
creata da Dio»
TESI ARISTOTELICO-TOMISTICA: L’Anima umana è forma del corpo,
per cui l’uomo si completa con l’unione di spirituale e corporeo.
TESI PLATONICO-AGOSTINIANA: L’Anima umana ha sì una materia
spirituale (che è forma corporetatis), ma l’Anima umana è una sostanza a
sé stante.
L’Anima, per sua natura, è perfezione del corpo (S. Tommaso).
L’Anima è una sostanza unica e indivisibile, che non si risolve nel suo essere
perfezione di un corpo organico (S. Agostino).
LA DUPLICE ESSENZA
DELL’ANIMA
Sul piano ontologico, l’Anima acquista la
sua grandezza proprio per il fatto di
avere insieme sostanza spirituale e
materialità corporea
IL PECCATO E LA CORRUZIONE UMANA
Dist. XXX – Titolo I – Quest. 1 – Art. 1
«L’Uomo è un essere animale e, per sua natura, soggetto alle passioni
e alla morte»
La sofferenza e la morte sono le caratteristiche generali dell’essere animale.
La corruttibilità umana, però, non ripugna all’ordine della:
Giustizia Divina → in quanto Dio ha voluto che l’uomo, al pari di tutti
gli animali, subisca la fame, la sete, le malattie e la morte.
Sapienza Divina → in quanto Dio ha voluto creare l’uomo dalla terra,
così come ha prodotto gli animali e i corpi misti (quelli formati dai quattro
elementi aristotelici: acqua, aria, terra e fuoco). Dio ha voluto creare sia
beni superiori – come sono gli spiriti e le loro virtù -, ma anche beni
inferiori – come sono i corpi corruttibili -.
Bontà Divina → in quanto Dio ha voluto dare a ciascun uomo le proprie
inclinazioni e, quindi, nella costituzione dell’originario progetto divino,
c’era la presenza nell’uomo di differenti appetiti, dimostrabili dalla
differenza tra anima vegetativo-sensitiva e anima razionale.
LA SITUAZIONE DI CONFLITTO
TRA ANIMA E CORPO
La compresenza nell’uomo di un’anima immortale e di
un corpo mortale (con i suoi desideri che sono spesso
diametralmente opposti ai desideri dello spirito) crea
una situazione di conflitto.
In questa situazione conflittuale, si potrebbe sostenere
(come facevano i Pelagiani) che anche la concupiscenza sia
naturale per l’uomo.
I DUPLICI DESIDERI DELL’UOMO
INCLINAZIONE ALLA NATURA:
Il composto corporeo ha le sue
inclinazioni naturali; esso avverte i desideri di scissione dall’anima e i
bisogni di ritornare al suo luogo naturale (la terra), essendo costituito da
materia naturale: ecco, perché i composti tendono a dissolversi.
INCLINAZIONE A DIO: L’Anima, assolutamente spirituale, immateriale e
pura, tende alla perfezione divina.
Questa diversità di inclinazioni produce nell’uomo: la ribellione (conflitto
morale) dell’anima vegetativo-sensitiva, nei confronti di quella razionale; la
corruzione dei quattro elementi materiali, rispetto alla perfezione
dell’anima.
I CONFLITTI DELL’UOMO
«Come c’è contrarietà nei movimenti dei corpi celesti, così c’è
contrarietà nell’uomo»
Il piano del conflitto, che l’uomo vive drammaticamente a causa dei suoi
duplici desideri (ritorno al naturale e tendenza all’infinito), appartiene alla
dimensione morale.
E’ un bene che nell’uomo ci sia il conflitto, e sarebbe assurdo pensare che
Dio avesse voluto creare un uomo volutamente privo di conflitti e
assolutamente prono a Dio.
Dal punto di vista della morale cristiana, il premio finale, per l’uomo, si
consegue solo nella lotta contro il Male e vincendo le tentazioni della
carne.
I CONFLITTI DELL’UOMO
«Come c’è contrarietà nei movimenti dei corpi celesti, così c’è
contrarietà nell’uomo»
Il piano del conflitto, che l’uomo vive drammaticamente a causa dei suoi
duplici desideri (ritorno al naturale e tendenza all’infinito), appartiene alla
dimensione morale.
E’ un bene che nell’uomo ci sia il conflitto, e sarebbe assurdo pensare che
Dio avesse voluto creare un uomo volutamente privo di conflitti e
assolutamente prono a Dio.
Dal punto di vista della morale cristiana, il premio finale, per l’uomo, si
consegue solo nella lotta contro il Male e vincendo le tentazioni della
carne.
LA TRASGRESSIONE ORIGINARIA
DALLA
PARTE DELLA FEDE
L’unico strumento che l’uomo ha per comprendere il
concetto di “caduta” e, quindi, di peccato, è quello della
ragione illuminata dalla fede. I pagani non sono giunti a
questa comprensione, che solo la fede può offrire.
SOLO LASCIANDOSI ILLUMINARE DALLA FEDE SI
PUO’ COMPRENDERE LA TRASGRESSIONE
ORIGINARIA
I PRINCIPI DI FEDE AIUTANO AD ILLUMINARE LA
RAGIONE
LA NATURA UMANA FU CORROTTA A
CAUSA DELLA PRIMA TRASGRESSIONE?
Dist. XXX – Titolo I – Quest. 2 – Art. 1
«Utrum natura humana merito prima trasgressionis fuerit corrupta poenaliter tantum,
an etiam culpabiliter»
Ci si chiede se, a causa della prima trasgressione, la natura umana fu corrotta soltanto a modo di
pena, oppure anche a modo di colpa
PERFEZIONE DIVINA
MISERIA UMANA
RAGIONE
La Ragione umana, supportata ed illuminata dalla fede, permette
l’equilibrio delle due forze apparentemente contrastanti, offrendo all’uomo
le armi per contrastare il peccato.
Nel caso della cacciata dall’Eden, non c’è stata una trasgressione, ma
l’esito di questa scelta “umana” non è soltanto una situazione di castigo che
merita una pena, ma una vera e propria colpa.
IL GENERE UMANO SI E’ MACCHIATO DI
UNA COLPA?
Bonaventura vuole dimostrare che, non solo le miserie umane che tutti
vedono sono frutto di una caduta - per colpa di uno prima di noi -, ma che la
corruzione che c’è in ciascuno di noi è segno della “colpa” che noi abbiamo
nei riguardi di Dio, che aveva per noi un progetto di mirabile condizione e
non certo di deviazione.
La colpa, non è altro che la conseguenza di un rapporto di causa/effetto, ove
la colpa è l’effetto del peccato.
ECCO PERCHE’ IL PECCATO ORIGINALE SI CONTRAE CON LA NASCITA
E TUTTA L’UMANITA’ E’ SOGGIOGATA DAL MALE.
I BAMBINI NASCONO NELLA COLPA, TRASMESSA DAL PADRE:
«….poiché come mediante un solo uomo il peccato è entrato in questo mondo
e mediante il peccato la morte, e così anche in tutti gli uomini la morte è
passata in tutti coloro che peccarono….Da queste parole si evince che tutti
furono infetti in Adamo e resi peccatori» (da “Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani”).
COME E’ AVVENUTA LA
TRASMISSIONE DEL PECCATO ?
Bonaventura scrive: «Bisogna dire che, senza dubbio, l’intera natura
umana, ossia la natura di tutti gli uomini discendenti per via seminale da
Adamo, fu corrotta, non soltanto a modo di pena, ma anche a modo di
colpa».
Non solo castigo e sofferenza, ma anche vera e propria colpa agli occhi di
Dio!
Durante tutto il Medio Evo, sembrava necessario che il peccato originale
discendesse da padre in figlio per via seminale.
IL PECCATO SI TRASMETTE PER VIA SEMINALE
.
IL PECCATO RICEVUTO DAL
PADRE
POTEVA ESSERE EVITATO?
Ci si chiedeva: «Se Dio creasse miracolosamente un uomo non da un seme
umano ma da qualche altra parte del corpo – ad esempio, un dito –, questo
uomo contrarrebbe il peccato originale?». A questa domanda, San Tommaso
risponde di no!
 Ci si chiedeva: «Se Eva avesse peccato, avrebbe trasmesso la colpa
originale? ».
A questa domanda, San Tommaso risponde di no!. Aristotelicamente
parlando, infatti, solo l’uomo ha la vis activa, solo lui può procreare e,
quindi, solo da lui può trasmettere la colpa ai figli.
LA CADUTA DEL GENERE UMANO
POTEVA ESSERE EVITATA?
Sembra che no!
Bonaventura presuppone che siano trasmissibili sia l’innocenza che il
peccato.
 Egli scrive: «Se Adamo non fosse caduto nel peccato e fosse rimasto fermo
nella sua innocenza, egli avrebbe generato tutti i figli nell’innocenza. Dunque,
tutta la natura umana sarebbe pura, per quanto deriverebbe da lui. Per la
stessa ragione, quando Adamo peccò, rese tutta la natura umana peccatrice,
in maniera tale da generare tutti peccatori».
Inoltre, egli scrive: «Avvelenata la sorgente, di conseguenza vengono
avvelenati anche i rivoli che procedono dalla sorgente. Se dunque tutti gli
uomini derivarono da Adamo, come da rami di una radice e da corsi d’acqua di
una sorgente, così l’uomo fu corrotto dal morbo della concupiscenza che in lui
ebbe il carattere di colpa, e appare che egli corruppe anche gli altre con lo
stesso genere di corruzione, in maniera colpevole».
IL VELENO DEL FIUME DELLA COLPA SI E’ PROPAGATO ANCHE AI
RIVOLI CHE DA ESSO DERIVANO
L’ESIGENZA NATURALE DI
POSSEDERE DIO
Per tutti i medievali, l’esigenza naturale di “possedere” Dio
è la suprema delle grazie.
La visione di Dio presuppone un intimo tendere della natura
stessa dell’uomo (l’uomo è capax Dei), raggiungibile solo
attraverso il dono divino della grazia..
 San Tommaso avverte, però, che l’uomo può raggiungere
questo suo intimo fine, se non dopo aver conosciuto
perfettamente Dio.
LA BEATITUDINE CONSISTE NEL CONOSCERE
PERFETTAMENTE DIO.
L’INCONCILIABILE PARADOSSO
DELLA NATURA UMANA
San Tommaso avverte che:
l’uomo, per sua natura, tende a Dio e raggiunge la
beatitudine solo attraverso la Sua perfetta conoscenza.
la visione di Dio è una capacità assolutamente
soprannaturale.
Ciò che può perfezionare il fine dell’uomo è qualcosa che non
rientra nella natura stessa dell’uomo. Ecco, il paradosso!
LA VISIONE DI DIO E’ UN DONO SOPRANNATURALE;
L’UNICO CAPACE DI PORTARE LA NATURA UMANA AL
SUO PIU’ ALTO COMPIMENTO.
LA RIBELLIONE A DIO
Il tema della “concupiscenza”, del tendere al peccato a seguito della
“natura caduta” dell’uomo, è il tema della ribellione totale a Dio.
San Tommaso considera il peccato di Adamo non un peccato carnale,
ma un peccato spirituale (considerato più grave).
Il peccato di Adamo si configura come un’evidente ribellione dello
spirito umano nei riguardi di Dio.
Il peccato, che si trasmette naturalmente da padre in figlio e che si
radica nella carne, dimostra il drammatico chinarsi dell’umanità ai propri
appetiti inferiori, alle potenze inferiori dell’anima.
IL PECCATO ASSUME IL PREDOMINIO E INCLINA GRAVEMENTE
LO SPIRITO UMANO
E’ L’ETERNA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE
CHE COSA CI PROPONE BONAVENTURA?
La lotta contro il male presuppone un’esperienza morale compiuta
dall’uomo.
L’uomo deve:
lottare strenuamente con tutte le forze;
rivolgere tutto se stesso a Dio.
Questa duplice realtà, che l’uomo deve interiorizzare, conduce a
comprendere pienamente il valore e il peso del peccato.
Bonaventura scrive: «Risulta chiaro che il nostro spirito non si assoggetta
perfettamente a Dio, qualora non ami Dio sopra tutte le cose e per se stesso.
Senza il dono della grazia, necessariamente l’uomo viene vinto dal vigore
della concupiscenza, in maniera tale che ama di più se stesso o qualche bene
apparente»
SENZA LA GRAZIA SI CADE NELL’AMORE DI SE’ E
DEI FUTILI BENI APPARENTI
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Homo imago Dei - La bipolarità dell`uomo nell`ottica