La Genitorialità: tra
funzione e percorso
di Mazzocchi Elena
Quando nasce la funzione
genitoriale?
Nasce
da chi è in grado
di fare un pensiero
Collegarlo con una capacità emotiva
per mettere in atto un’azione appropriata
Fare un PENSIERO significa avere
il bambino in mente, VEDERLO
Attivare la capacità emotiva significa
sapere se sta bene o no
Compiere azioni appropriate significa,
AIUTARLO A CRESCARE
Nuove forme genitoriali
Le nuove forme familiari
“Uomo e donna stanno bene
insieme se la struttura
familiare che hanno adottato
riflette quella che
entrambi
desiderano”
Famiglia
di fatto
Famiglia
classica
Famiglia
Famiglia
monogenitoriale
Famiglia aperta
o
ricomposta
La complessità delle nuove
organizzazioni familiari
• Le nuove famiglie sono complesse in quanto sono allo
stesso tempo acentriche, policentriche e
centrate
• ACENTRICHE- funzionano attraverso
interazioni spontanee
• POLICENTRICHE- cioè caratterizzate da una
pluralità di centri di controllo
• CENTRATE – in quanto dispongono di un
centro di decisione
LE FUNZIONI GENITORIALI
Nel mondo moderno molte funzioni attribuite ai genitori o ai parenti
nelle famiglie tradizionali, quali l’istruzione,il divertimento,
l’informazione o la tutela della salute vengono svolte in gran parte da
enti esterni alla famiglia; possiamo codificarle così:
Funzione
affettiva
Intesa come
prendersi
cura del/dei
figli
Funzione
protettiva
Intesa
come la capacità
Attiva
di prevenire
il pericolo
Funzione
regolativa
La reverié
Intesa
come necessaria
codificazione
dei
comportamenti
e delle regole
sociali
Intesa
come capacità
di entrare
in empatia
con i figli
prevenendone
le necessità/
bisogni
Chi attiva queste funzioni nei
confronti del/i figlio/i?
I genitori
In un
contesto
“normale”
sono i
genitori ad
attivare la >
parte delle
funzioni
genitoriali
I nonni
la Famiglia
del 21°esimo
secolo si
allarga
cercando la
“rete” nei
famigliari
vicini
Gli educatori
I ragazzi
trascorrono
gran parte
della loro
giornata
a scuola
?
Anche
i messaggi
proposti come
Modelli
dai mass media
esercitano
funzioni
genitoriali/
educative
La teoria dell’attaccamento
• Questa teoria fu elaborata nel 1969 da J.Bowlby e rappresenta
tutt’oggi l’orizzonte di riferimento principale della psicologia dello
sviluppo.
• E’ caratterizzata dall’integrazione tra etologia, psicoanalisi e
cognitivismo.
• E’ una teoria dell’organizzazione sistemica del comportamento
protettivo ( dare e ricevere) dell’essere umano.
• Il modello teorico dell’attaccamento ha rivoluzionato le teorie sullo
sviluppo del bambino che fino ad allora si basavano sul modello
evolutivo che adoperava il metodo ricostruttivo per indagare
l’evoluzione del bambino.
• Bowlby parte dal presupposto che l’influenza delle relazioni reali del
bambino nasca tra la sua realtà e il mondo esterno e quindi per
comprendere la strutturazione del mondo interno del bambino
bisogna osservare le sua relazioni esterne
• In tal senso è necessaria la FIGURA e la RELAZIONE di
ATTACCAMENTO.
POSTULATI E FONDAMENTI
gli esseri umani hanno una predisposizione innata a relazioni di
attaccamento con il caregiver
L’attaccamento è un legame con una persona precisa,
individuata come capace di fornire protezione e sicurezza
L’attaccamento è un sistema motivazionale primario dell’essere
umano, come la sessualità
I pattern di attaccamento assumono strutturazione organizzata
nei primi 12 mesi di vita e danno luogo ad una relazione di
attaccamento duratura nello spazio e nel tempo
La separazione o perdita dalla/della figura di attaccamento è
empiricamente correlabile a quadri patologici relativamente
stabili e modificabili con il trattamento psicoanalitico
Le interazioni triadiche
• E. Fivaz-Deupersinge è tra i fondatori del Centro studi
Famigliari dell’Università di Losanna, dove insegna.
• A. Corboz- Warnery, psichiatra e tarapeuta famigliare è
codirettrice del Centro studi Familiari di Losanna
• I loro studi agli inizi degli anni ‘80 hanno rivoluzionato la
teoria in base alla quale in passato ci si concentrava solo
sulle interazioni nel rapporto madre- bambino
considerata il caregiver per eccellenza ipotizzando
invece l’esistenza di un processo di triangolazione
primaria che il bambino rivolge ad entrambi i genitori fin
dai primi mesi di vita
• Attraverso la Strange Situation sono state visionate
centinaia di coppia insieme ai loro figli nel triangolo
primario, esperimento che ha portato alla definizione
delle tipologie di alleanze famigliari all’interno di ogni
“ triangolo familiare”
figlio
Le relazioni
sono
Triangolari
tra il nucleo
Famigliare
Passato
e presente
su di esso
si riflettono
anche
elementi
esterni
al nucleo
famigliare
Mamma
Relazioni
parentali
e sociali
Papà
IL triangolo primario:
le alleanze famigliari
Alleanze
cooperative
Alleanze
Alleanze Alleanze
“ in tensione” collusive disturbate
La famiglia
lavora
insieme
come una
buona
squadra
La famiglia
lavora insieme
affrontando le
difficoltà
aiutandosi
reciprocamente
Qui i
genitori
deviano il
loro
conflitto
non
negoziando
sul figlio
I genitori
hanno un
atteggiamento
collusivo e o
ambiguo che
si riflette sul
figlio
Come agire sulle alleanze
genitoriali?
Il compito potrebbe
essere quello di trasformare
le alleanze “in tensione” o “collusive”
in alleanze cooperative
secondo il principio che il benessere
derivato dalla cooperazione
pervade
con effetto a catena
il rapporto triadico
Far
rilevare
quali sono
gli obiettivi
comuni
della triade
Considerare
le risorse
famigliari
alle quali
si può
attingere
Cercare
attraverso
il dialogo
famigliare
strategie
sostenibili
per raggiungere
gli obiettivi
Verificare
i progressi
e se necessario
adottare
nuove
strategie
Le alleanze disturbate
• Questo tipo di alleanze è senza dubbio quello
nel quale si annidano molteplici fattori critici
• A seconda del professionista e della
problematica presa in carico come
emergente verranno prese in considerazione
alcune strategie per affrontarla
• Qualsiasi sia la strada da intraprendere (
psicoterapia, interventi clinico psichiatrici,
supporti farmacologici…) è opportuno
sottolineare alcuni elementi comuni all’
alleanza famigliare disturbata
La triangolazione
come processo normativo
Qual è l’atteggiamento del bambino in un
alleanza disturbata?
• Il bambino viene preso nella relazione
conflittuale dei suoi genitori al fine di
deviarne la tensione
• Il bambino viene preso in una disputa parentale, incoraggiato
velatamente a prendere le parti e a colludere con uno dei genitori contro
l’altro, finendo in posizione generazionale invertita
• Il bambino può essere spinto ad assumere la posizione di outsider, di
capro espiatorio o di persona malata o vulnerabile, con lo scopo o il
vantaggio di deviare il conflitto coniugale
Con quali conseguenze?
Con-fusione…….?
• Due contro uno?
Due meno uno?
Due per uno?
Due più uno?
O TRE INSIEME?
• Il bambino non riuscendo a mantenere un contatto emotivo con
entrambe le parti di un triangolo sperimenta solo l’esperienza
dell’esclusione ( dallo spazio attentivo dell’infanzia, dallo
spazio di controllo in età prescolare, dall’intimità sessuale nel
periodo della latenza )
Esperienza che per quanto saliente deve comunque avere
una sua controparte nell’inclusione
Cosa accade se
permangono vissuti negativi nei bambini quando
l’alleanza disturbata porta alla rottura del triangolo
familiare nell’età primaria e di latenza?
•
Se il bambino ha da 1 a 3 anni
Può diventare molto più timoroso, comportarsi come un bambino più piccolo
rispetto alla sua età effettiva, richiedere molte più attenzioni, avere incubi notturni
•
Se il bambino ha da 3 a 6 anni
A quest’età i bambini non capiscono ancora che cosa sia una separazione, ma si
accorgono dell’assenza di un genitore → possono avere reazioni opposte o
diventare molto obbedienti- o molto più aggressivi e ribelli di quanto non lo
sarebbero per indole e possono sentirsi responsabili per quanto accaduto
•
Se il bambino ha da 6 a 10 anni
Può provare rabbia, tristezza e nostalgia per il genitore che vive lontano da lui e,
se il conflitto genitoriale è grave, può sentirsi lacerato tra madre e padre
Quanti sono i figli che vivono da vincenti
l’esperienza di rottura dell’alleanza familiare
nella separazione?
• Probabilmente è corretto sostenere che tra
i due estremi - quelli che la vivono molto
male e - quelli che la vivono molto bene
La maggioranza sia in una posizione
intermedia tra i due opposti
Il percorso genitoriale: una strada
difficile? o possibile?
• Abbiamo visto quanto è difficile restare uniti,
cooperare e quali possano essere le
conseguenze sui figli di tali coppie
• D’altra parte è anche vero che molti figli di
coppie litigiose, separate o unite, riesce a
diventare adulta - ragionevolmente bene a patto di superare grandi sofferenze personali
• Quali i possibili percorsi per il successo
delle genitorialità in difficoltà?
L’importanza del contesto sociale
• I rapporti tra coniugi e tra genitori e figli risentono non
solamente delle dinamiche interne ai diversi tipi di
famiglie ma anche
• del contesto socioculturale a cui appartengono
• delle possibilità di conciliare lavoro e impegni
familiari
• del livello di comprensione da parte della RETE nei
confronti delle situazioni evolutive
• dell’ appartenenza a gruppi sociali di sostegno nei
momenti critici ( auto mutuo aiuto)
• della possibilità di ricorrere ad aiuti di specialisti per
affrontare le situazioni presenti prevenendo possibili
crisi future ( psicoterapia, farmaci, sostegni familiari
o individuali…)
Il percorso di coppia
Le tappe degli
eventi”critici”nei quali è
opportuno intervenire
tempestivamente per
evitare la crisi genitoriale
Il senso di
appartenenza
o meno
alle
rispettive
Famiglie
d’origine
Convivenza
Uomo e
Donna
Il contesto
socioculturale
e le difficoltà lavorative
Il primo figlio: le
aspettative attese e
disattese
Come uscire dalla crisi?
• Per uscire dalla criticità occorre mobilitare
risorse interne ed esterne e poiché nelle fasi
acute le capacità individuali sono ridotte, è
importante poter contare anche sul sostegno
esterno
• L’interazione fra i sistemi di supporto porta ad
un‘elaborazione personale composta da ciò che
noi pensiamo del momento, e di noi, e di quello
che pensano “ gli altri ”
• Ciò porta ad un cambiamento psicologico,
relazionale e sociale che può risolvere il
momento,la situazione volgendola in positivo
BIBLIOGRAFIA
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