G.Caputo M.Brunetti S. Cecchini L’AMERICA DI SULLIVAN Giovanni CAPUTO LA PSICOTERAPIA NEGLI STATI UNITI : LE ORIGINI l’epoca della fine ‘800 e del primo ‘900 è distinta dal carattere collaborativo e associativo tra discipline diverse come psicologia neurologia psichiatria e filosofia significativo è stato l’interesse per gli aspetti sociali che il disagio mentale produceva anche per arginare da parte dei medici e degli psicologi l’influenza del movimento della “Christian Science”. Le radici culturali che animarono il pionieristico interesse per la psicoterapia si ritrovano in quel “New England Spirit” che aveva il suo centro in Boston e nell’università di Harvard (Conci 2000) Le figure più significative di questo contesto americano W.James J.J.Putnam A.Meyer 1842-1910 1846-1918 1866-1950 lo studio dei disturbi mentali e nervosi da parte demd Lo studio dei disturbi mentali e nervosi da parte dei medici gli esperimenti con l’ipnosi condotti dai neurologi la ricerca teorica sviluppata dagli psicologi accademici CRISI DEL “SOMATIC STYLE” “NEW PSYCHOPATHOLOGY” 1906 - viene inserita nell’Index Medicus la voce “psicoterapia” M.Prince fonda la rivista Journal of Abnormal Psychology 1909 - Prince Putnam e Sidis espongono alla American Medical Association lo stato delle conoscenze sulla psicoterapia e Jones presenta un suo originale contributo : “Psychoanalysis in psychotherapy 1910 - viene fondata a Washington l’ American Psychopathology Association LA SCUOLA DI BOSTON ( Hale 1971) W.James (psicologo) (1890 – Principles of Psychology) J.Royce H. Munstenstenberg (filosofi) J.J.Putnam (neurologo) A.Meyer (psichiatra) l’espressione di un clima intellettuale dal carattere cosmopolita ed eclettico e di orientamento antiestablishement (D.Ross 1978) W.JAMES : funzionalismo psicologIco Dewey e Angell (Chicago 1907) proposero il concetto di funzionalismo psicologico (evoluzionismo) che James insieme a Hall e Cartell) sviluppò ulteriormente : le funzioni psichiche non sono enti astratti ma il risultato evolutivo dei processi funzionali che nell’uomo indicano i rapporti tra ambiente e bisogni dell’organismo la ricerca è orientata verso le modalità di funzionamento e non ad analizzare i contenuti mentali il funzionalismo di James si opponeva allo strutturalismo europeo (E.Titchener) e sosteneva un atteggiamento interdisciplinare e un ecclettismo metodologico W.JAMES : empirismo radicale “la validità di una credenza è verificabile dalla sua utilità all’azione”, the will to believe se James non ostacolò esplicitamente la psicoanalisi che anzi accolse con rispetto l’autorevolezza raggiunta negli USA dal suo pensiero improntato al pragmatismo e all’empirismo fu determinante una nuova visione della psicopatologia e che in seguito portò allo sviluppo del comportamentismo e del cognitivismo : “cognition is a primary function of mind” (Boring 1950, Safran e Segal 1993) influenzò in modo significativo l’opera di Sullivan e di molti psicoanalisti che cercarono di introdurre metodologie comportamentali nella pratica analitica James Jackson PUTNAM primo docente di neurologia ad Harvard studi con Wirchow Charcot e Meynert un importante amicizia con Janet (conferenze ad Harvard 1906) il concetto di dissociazione divenne per lui centrale per la psicoterapia 1908 incontro con Jones e poi con Freud aderisce al metodo psicoanalitico (Addresses in Psycho-analysis mantiene un autonomo atteggiamento critico verso il riduzionism e l’individualismo freudiano in contrasto con l’adesione al vitalismo di Bergson (Janet) e con il pensiero idealistico e la sensibilità sociale e religiosa del New England Spirit J.J PUTNAM “la patologia mentale implica un disturbo del senso di Sé” J.Royce la sua formazione filosofica riconosceva particolare valore alla creatività e alla capacità di decisione razionale in una dimensione libera dai conflitti anticipando così il pensiero di Fromm e dei neofreudiani ed i temi della psicologia dell’Io Putnam considerava i suoi pazienti come il risultato di una socializzazione non riuscita concetto permetterà una maggiore collaborazione tra psicologia psicoterapia e psichiatria e svolgerà una profonda influenza su Sullivan Adolf MEYER si trasferisce dalla Svizzera negli USA per usufruire di un più ampio orizzonte accademico divenendo il fautore di una psichiatria biologica che debba tener presente l’unicità del soggetto e la necessità di una conoscenza approfondita della soggettività del paziente ovvero il superamento del concetto di diagnosi (in antitesi con Kraepelin) sostenitore anche se critico della psicoanalisi presso i suoi allievi nel 1909 presentò a Worcester alla presenza di Freud e Jung “the dynamic interpretation of Dementia Precox” direttore del primo dipartimento di psichiatria presso la J.Hopkins U. promosse il modello di una psichiatria dinamica socialmente orientata e l’impiego della psicoterapia anche nella dementia p. A.MEYER ha proposto il concetto di psicoterapia come “negoziato” “ il punto di vista del paziente sui suoi disturbi a confronto con quello del medico. Il trattamento è centrato nell’unione degli sforzi per ottenere quella approssimazione dei due punti di vista che sarà la più efficace e soddisfacente per la situazione” Meyer ha espresso un atteggiamento ecclettico-olistico sostenendo concetti come quello di ”Igiene Mentale” o di “Ospedale di Comunità” ma non indicò mai modelli di tecnica ma la necessità di promuovere le qualità soggettive del medico William Alanson WHITE (1870 – 1937) personaggio determinante della psichiatria USA formato dal pensiero di H.Spencer : in ogni cosaesiste una verità da ricercare e un valore che solo liberandoci dai pregiudizi possiamo riconoscere sempre guidato da un “sano eclettismo americano” promosse insieme a Jeliffe la psicoanalisi riuscendo ad integrarla nella psichiatria diversamente a quanto accadde tra Freud e Bleuler lo sviluppo che impresse al St. Elisabeths’ Hospital produsse risultati straordinari per l’epoca : laboratori di psicologia divisione di medicina interna servizio di psicoterapia psicoanalitica per la schizofrenia (E.kempf) Mario BRUNETTI FREUD ALLA CLARK UNIVERSITY "....il mio breve soggiorno nel Nuovo Mondo aumentò la mia fiducia in me stesso. In Europa mi ero sentito come un proscritto, mentre in America i migliori mi accoglievano come un loro pari... credetti di assistere alla realizzazione di un inverosimile sogno a occhi aperti. La psicoanalisi non era dunque più una costruzione delirante, era anzi diventata una parte della realtà che aveva un suo valore” (OSF, vol 10, p. 119). "Non credo che il pensiero dell'America mi stia molto a cuore eppure sto guardando con molta impazienza al nostro viaggio laggiù. Cadrebbero molto opportune le profonde parole del Flauto Magico :"Non posso costringerti ad amare". (Jones, 1964, vol. 2, p. 77). New York 1910 New York 1909 Cars replace horses New York 1906 New York 1909 Manhattan Bridge New York 1903 Flatiron Building (86 m.) New York 1911 Bankers Trust New York Settembre 2001 Bankers Trust New York 1909 Fifth Avenue New York 1908-1913 Manifestazioni per il voto alle donne New York 1909 Public Library New York 1904 Wall Street ”Malgrado la riconoscenza per la cordiale accoglienza ricevuta, Freud riportava in patria un'impressione non troppo favorevole dell'America. Pregiudizi del genere erano in lui molto tenaci e quest'ultimo in particolare non si dileguò mai : anni interi sarebbero dovuti passare prima che una migliore conoscenza degli americani che andavano a fargli visita a Vienna arrivasse ad ammorbidirlo un po'" (Jones, 1964, vol. 2, p. 83). "Quanto a dignità e rispetto egli era europeo fino all'osso, mentre a quel tempo in America quelle qualità non erano troppo in voga”. S.Freud, S.G.Hall, C.G.Jung, A.A.Brill, E.Jones, S.Ferenczi Clark University “Egli non aveva nessuna idea di quale avrebbe potuto essere il tema delle sue conferenze…. Ciascuna conferenza fu preparata in mezz’ora di passeggiata insieme a Ferenczi, prima dell’ora di inizio”. (Jones Vol.2, p.80) "la psicoanalisi che Freud presentò all'America era ben lontana dalla dottrina stoica e conservatrice degli anni che seguirono, era piuttosto ridondante di ottimismo terapeutico con un inconsueto accento sul ruolo dell'ambiente, sufficiente a consentire l'interpretazione che il disturbo emotivo potesse essere facilmente risolto". J.Kovel “The american mental health industry” 1986, pp. 26-27 Prima Conferenza Definisce l'isteria come quello stato misterioso, noto sin dai tempi della medicina greca, in grado di simulare tutta una serie di immagini patologiche, tipiche di malattie anche gravi Quasi tutti i sintomi sorgono come residui o sedimenti di esperienze cariche di affetto definiti poi traumi psichici , i malati isterici soffrono dunque di reminiscenze. Conversione isterica, esagerazione o esasperazione del deflusso della componente emotiva sulla via somatica già utilizzata per l'espressione dell'emozione stessa. Dallo studio dei fenomeni ipnotici emerge il concetto di doppia coscienza da cui poi deriva quello di uno stato psichico CONSCIO e di uno INCONSCIO. Descrive la teoria di Breuer sugli stati ipnoidi come origine dei sintomi per poi dire che è stata abbandonata dalla psicoanalisi, non senza una critica pesante a Breuer stesso per l'incompiutezza del suo modello. Seconda Conferenza Riconosce a CHARCOT un grande merito ma gli rimprovera la non propensione verso l'aspetto psicologico dei fenomeni studiati. Di JANET critica la visione della dissociazione psichica come congenita incapacità all’unità dei molteplici processi psichici, e gli contrappone la propria di conflitto tra forze psichiche contrastanti gestite da rimozione e resistenza. Abbandono dell'ipnosi per il ridotto numero di pazienti ipnotizzabili e perché cela la resistenza. RIMOZIONE E RESISTENZA all'origine dell'Isteria. La resistenza è la stessa forza che un tempo ha espulso dalla coscienza il contenuto inaccettabile tramite Rimozione. Nel nevrotico la rimozione fallisce e l'idea sgradevole collegata comincia ad inviare alla coscienza una formazione sostitutiva di ciò che è stato rimosso cui ben presto si allacciano le stesse sensazioni sgradevoli iniziali : si è formato il sintomo, cioè una formazione immune dagli attacchi dell'Io. Sublimazione Terza Conferenza Il Motto di spirito e la storiella dei due nuovi ricchi con i propri ritratti Complesso come gruppo di elementi rappresentativi omogenei, affettivamente investiti con riconoscimento a Jung e Bleuler. Interpretazione dei sogni : "Mi pareva quasi scandaloso in questo paese rivolto a mete pratiche, presentarmi come "interprete di sogni" prima ancora che voi foste in grado di rendervi conto quale importanza può essere attribuita a quest'arte antiquata e dileggiata. L'interpretazione dei sogni è in realtà la via regia per la conoscenza dell'inconscio". Anche nella formazione del sogno interviene lo stesso antagonismo di forze psichiche che interviene nella formazione del sintomo. - Sogno come appagamento di desiderio, anche il sogno d'angoscia non è altro che il sentimento provato dall'io per la sua integrità dalla riemersione dei desideri rimossi. - Condensazione e Spostamento, Atti mancati Quarta Conferenza Tra gli eventi psichici che portano ai sintomi morbosi e quindi alla malattia, la massima importanza deve essere attribuita alle componenti pulsionali erotiche. "Quando mi si chiede perché mai anche altri eccitamenti psichici non dovrebbero dare luogo ai fenomeni della rimozione.... Rispondo, non so perché non dovrebbero, né avrei qualche cosa in contrario se così fosse, ma l'esperienza dimostra che non hanno siffatta importanza, che tutt'al più possono rafforzare l'azione dei fattori sessuali, mai però sostituirli" Ma sono gli impulsi rimossi di desiderio sessuale dell'infanzia a prestare la loro forza per la formazione dei sintomi. Cita i "tre saggi sulla teoria sessuale" 1905. A sostegno della sua tesi cita un lavoro di Sanford Bell assistente alla Clark Univerity pubblicato sull'American Journal of Psychology nel 1902 che descrive l'emozione dell'amore sessuale nei bambini. Cita anche l'intervento di Jung di poche ore prima "Conflitti dell'anima infantile” vol. XXII p.11-33. Passa poi ad esporre la teoria sessuale con le sue fasi di sviluppo e l'emersione della perversione come fallimento della sottomissione delle pulsioni parziali al dominio della zona genitale. Indica all'origine dell'omosessualità la non risoluzione dell'originaria equivalenza attribuita ai due sessi come oggetti sessuali. Formazione del complesso in base a rimozione di impulsi inaccettabili ed esempio del mito di Edipo. Termina definendo il trattamento psicoanalitico semplicemente come un'educazione permanente al superamento dei residui infantili. Quinta Conferenza/1 Gli uomini si ammalano quando, in conseguenza di ostacoli esterni o di una mancanza interiore di adattamento, è loro negato il soddisfacimento delle esigenze erotiche nella realtà. A questo punto inserisce un tema che sa poter fare breccia nello spirito americano :"L'uomo energico e di successo è colui che riesce attraverso il lavoro a tradurre in realtà le sue fantasie di desiderio. Quando ciò non accade ..... l'individuo si ritira nel suo mondo fantastico che lo soddisfa di più , il cui contenuto in caso di malattia si trasforma in sintomi". "La nevrosi sostituisce nella nostra epoca il convento nel quale solevano ritirarsi tutte le persone che la vita aveva deluso o che si sentivano troppo deboli per affrontarla". "I nevrotici si ammalano degli stessi complessi con i quali lottiamo noi sani” (C.G. Jung) dipende dalle proporzioni quantitative, dai rapporti delle forze in lotta tra loro, se il conflitto porta alla salute, alla nevrosi, oppure a una iper prestazione compensatoria. TRASLAZIONE quella parte della vita emotiva che il paziente non riesce più a richiamare alla memoria, viene rivissuta nel rapporto con il medico e solo attraverso essa, egli si convince della presenza e potenza degli impulsi sessuali inconsci. Quinta Conferenza/2 I sintomi come sedimenti di precedenti esperienze amorose possono sciogliersi soltanto alla temperatura più elevata dell'esperienza di TRASLAZIONE ed essere trasferiti ad altri prodotti psichici. Al termine definisce i due ostacoli principali all'accettazione di quelli che chiama ragionamenti psicoanalitici. Manca l'abitudine a tener conto del rigoroso determinismo che governa senza eccezioni la vita psichica. Vengono ignorate le peculiarità che contraddistinguono i processi psichici inconsci rispetto a quelli consci a noi familiari". Il lavoro psicoanalitico si presenta dunque come il miglior sostituto della rimozione non riuscita e la trasformazione della forza psichica rimossa da inconscia a conscia ne indebolisce la portata mentre il fallimento della rimozione libera forze sicuramente più distruttive. Ma una certa quantità di libido sessuale deve restare libera di funzionare per i suoi scopi per non finire come la storiella del cavallo di Schilda che racconta a chiusura delle conferenze. Stefano CECCHINI HARRY STACK SULLIVAN SULLIVAN HARRY STACK 1892 - 1949 21-2-1892 Nasce a Norwich (Chenango county) piccolo paese di campagna a 200 miglia nord ovest di New York. Figlio unico. I genitori avevano già perso 2 neonati per cause Epidemiche. 1894 Il padre perde il lavoro e la madre rimane vittima di una grave crisi depressiva. La famiglia torna a vivere con la nonna materna in una fattoria a 12 miglia a nord di Norwich 1898 Harry inizia la scuola in un piccolo villaggio vicino (Smyrna). 1908(giugno) Harry si diploma con il massimo dei voti alla High School di Smyrna e ottiene una borsa di studio per la Cornell University (Ithaca N.Y.) dove arriva in autunno. 1909 (primavera) Scompenso psichico a carattere dissociativo (a seguito anche di un episodio criminoso) che lo costringe ad abbandonare l’università e a scomparire per circa due anni e mezzo (probabile ricovero psichiatrico). 1911 Inizia a Chicago i suoi studi di medicina al Chicago College of Medicine and Surgery che cessò di esitere nel 1917 (Flexner report). 1917 Laurea in medicina 1917 – 21 lavora come medico militare con i reduci dalla prima guerra mondiale (informazioni contraddittorie) 1921 (autunno) Arriva al St. Elizabeth Hospital di Washington D.C. diretto W. A. White. 1922 – 1930 Lavora allo Sheppard and Enoch Pratt Hospital di Towson (Maryland) nei pressi di Washington, dove svolge un lavoro pionieristico in merito alla psicoterapia della schizofrenia. 1928 – 1929 Si svolgono a N.Y. I due Colloquia on Personality Investigation St. Elizabeth Hospital di Washington D.C. 1930 – 39 Vive e lavora a New York, dove la frequentazione di K. Horney, E. Fromm, C. Thompson, etc. crea la premessa di quello che verrà chiamato il movimento neo-freudiano. (Zodiac club). 1933 Costituisce la William Alanson White Psychoanalytic Foundation 1936 Costituzione della Washington School of Psychiatry 1938 Fondazione della rivista Psychiatry 1937 Muore William Alanson White 1939 Sullivan abbandona New York city e si trasferisce a Bethesda nella zona di Washington D.C. 1943 Fonda a New York il William Alanson White Institute insieme a C. Thompson, E. Fromm, F. Fromm-Reichmann, Janet e David Rioch (N. Y. Branch della Wash. School of Psychiatry). 1949 Muore a Parigi di ischemia cerebrale. Rivista di riferimento del William Alanson White Institute è “Contemporary Psychoanalisys” Tra i membri che hanno collaborato e/o collaborano con l’Istituto troviamo Analisti come: Jay R. Greenberg, Edgar Levenson, Stephen Mitchell, Donnel Stern, Philip Bromberg, etc, PRESUPPOSTI - Sullivan e la psicoanalisi a) Suo obiettivo originario b) Critiche alla psicoanalisi* c) Rapporto con le istituzioni psicoanalitiche d) Visione del mondo** - Pubblicazioni ed impegno formativo ** VISIONE DEL MONDO - Influenza del pragmatismo - Vede la società come un laboratorio in cui sia possibile implementare opzioni migliorative - Continuo scambio, specialmente dal 1928 in poi con Antropologi, sociologi (scuola di Chicago) e politologi. Vede la psichiatria, come i suoi maestri, Alanson White e Adolf Meyer, una disciplina che fa della comunità il proprio ‘oggetto di studio’. * CRITICHE ALLA PSICOANALISI - INCURABILITA’ DELLA SCHIZOFRENIA CON METODICHE PSICOANALITICHE - DISINVOLTURA DA PARTE DI FREUD NEL POSTULARE PRINCIPI UNIVERSALI CON SCARSA STATISTICA - SOTTOVALUTAZIONE DELL’INFLUENZA DEGLI ALTRI SIA A LIVELLO IMMEDIATO CHE A LIVELLO DELLA CULTURA SUL FUNZIONAMENTO INDIVIDUALE. FREUD PER SULLIVAN TENDEVA A CONSIDERARE IL PROPRIO CONTESTO CULTURALE COME LA CONDIZIONE UMANA UNIVERSALE - IL FREUDISMO TENDEVA A CONSIDERARE IL PENSIERO DI FREUD COME UN DOGMA CHE ESIGEVA LEALTA’ E FEDELTA’. QUINDI NON ERA FACILMENTE CRITICABILE. ULTERIORI PRESUPPOSTI - Sullivan è contrario alle ipostatizzazioni che chiama para-metafisiche ed al linguaggio esoterico, tanto di tipo biologistico che mentalistico. Per lui una teoria utile è una teoria i cui termini siano chiaramente comprensibili ed i cui dati consistono in quanto è a disposizione di chiunque. Il comportamento del pz. il contenuto dei suoi discorsi e il modo in cui si esprime, le informazioni Ottenute da altri sul pz. I sentimenti e le azioni del terapeuta in presenza del pz. - Anche l’inconscio è trattato da lui con la stessa circospezione - Il campo della psichiatria è per lui il campo delle relazioni interpersonali. ‘Una personalità non può mai essere isolata dal complesso delle relazioni interpersonali in cui la persona vive ed ha la sua esistenza’. L’unica via per conoscere una altra persona sono le sue interazioni. Arriviamo a conoscere un altro osservando quello che fa, osservando noi stessi che interagiamo con lui, ascoltando quello che egli ci racconta delle sue intenzioni e delle sue esp. In questo senso, chi raccoglie i dati non è mai un relatore obiettivo, ma è sempre un osservatore partecipante. - CONCETTI BASE Energia: differenza concettuale rispetto a Freud. Per Sullivan tutto è energia o, per meglio dire, trasformazione (in modalita’ più o meno stabile) di energia. Dinamismo. (la funzione si vede, la struttura, no). Motivazioni: al posto delle pulsioni Sullivan prevede dei bisogni di due tipi: - Bisogni di soddisfazione - Bisogni di sicurezza CONCETTI BASE Fanno parte dei bisogni di soddisfazione desideri e bisogni sia fisici che emotivi: Tra i primi troviamo quelli relativi al cibo, calore, ossigeno (regolazione chimica dell’interazione tra organismo ed ambiente). I secondi si riferiscono alla necessità di contatto con altri esseri umani nelle loro varie sfaccettature. Includono anche il semplice esercizio giocoso di funzioni e capacità. Data la loro complessità Sullivan li chiamerà sistemi di Tendenze, tradotto anche come sistemi motivazionali. La soddisfazione dei bisogni richiede uno scambio tra l’organismo E l’ambiente. Tali scambi si verificano in quelle che Sullivan chiama Zone di interazione. Queste prenderanno il posto delle Zone erogene della teoria freudiana. CONCETTI BASE Le zone di contatto non possiedono energia propria, ma sono un canale per bisogni di soddisfazione più generali. Sullivan prevede un grande numero di zone di contatto, quali ad es. l’orale, la retinica L’uditiva, la tattile, la vestibolare, la genitale, l’anale, etc. Poiché il bambino non può soddisfare da solo i suoi bisogni, Sullivan sottolinea come sia inconcepibile al di fuori di una diade figlio-madre. Per spiegare l’integrazione tra i bisogni del bambino e quelli materni egli conia Il TEOREMA DELLA TENEREZZA. TEOREMA DELLA TENEREZZA L’attività che osserviamo nel bambino e che nasce dalla tensione prodotta dal bisogno, induce tensione nell’agente delle cure materne, tensione sperimentata come tenerezza e come un impulso verso attività volte al soddisfacimento dei bisogni del bambino piccolo. Tutti gli altri bisogni di soddisfazione operano in modo analogo; la loro espressione suscita in altri bisogni complementari. Ciascuno di essi funziona fin dagli albori della vita del bambino, come un bisogno interpersonale. Dal teorema della tenerezza si passa poi, con le esigenze educative al: TEOREMA DELL’EMOZIONE RECIPROCA Secondo cui, l’integrazione in una situazione interpersonale va compresa come un processo reciproco per cui 1) i bisogni complementari sono risolti o aggravati, 2) modi complementari di attività vengono sviluppati o disintegrati e, 3) diviene possibile una previsione di soddisfazione o frustrazione. FASI EVOLUTIVE Anche in questo caso assistiamo ad una ridefinizione in chiave interpersonale della evoluzione dei bisogni emotivi dell’individuo. Sullivan delinea varie epoche evolutive sulla base del tipo prevalente di relazione che viene cercato. - Da 1 a 4 anni: cerca la partecipazione degli adulti che considera come un ‘pubblico’ per il suo gioco e i suoi sforzi. - Dai 4 agli 8 anni: cerca cooperazione, competizione e compromesso con altri coetanei. FASI EVOLUTIVE - Preadolescente (dagli 8 anni alla pubertà): cerca una relazione intima, collaborativa, affettuosa con qualcuno del suo stesso sesso (l’amico del cuore) - Dopo la pubertà: cerca una relazione intima, collaborativa, affettuosa e sessuale con qualcuno del sesso opposto. Ogni gradino dello sviluppo è la conseguenza dell’emergere del bisogno di una forma nuova, più intima di relazione. La mancata soddisfazione di questi bisogni porta alla solitudine. TEOREMA DELL’ANGOSCIA (unde malum) La tensione dell’angoscia, quando sia presente nel caregiver, induce angoscia nell’infante attraverso il legame empatico esistente tra i due. (empatia). Effetto valanga dovuto al fatto che chi cura il bambino è la stessa persona che induce in lui uno stato di angoscia. L’angoscia, o piuttosto la ricerca di sollievo da essa, verrebbe a costellare quello che Sullivan chiamò bisogno di sicurezza Tutte le altre tensioni sono manovrabili e operano come tendenze all’integrazione; L’angoscia non può essere controllata o risolta; è una tendenza disintegrante che interferisce con altre attività che implicano soddisfazione. Quando è intensamente angosciato il bambino non riesce a mangiare, a scambiare tenerezze, a giocare, etc. La prima distinzione che il bambino apprende tra i vari stati di sé è quella tra stati di non angoscia ( che comprendono tanto i momenti di assenza di tensioni, quanto l’emergere e la risoluzione dei vari bisogni di soddisfazione) e gli stati di angoscia. Apatia: provocata da bisogni insoddisfatti reiteratamente Distacco sonnolento, provocato da angoscia inevitabile e prolungata. Con la maturazione delle sue capacità cognitive il bambino comincia ad anticipare e a collegare i propri comportamenti con lo stato affettivo della madre. Alcune aree di esperienza e di comportamento incontrano l’approvazione della madre e suscitano più tenerezza e meno angoscia. Sullivan chiama queste aree della personalità Me buono. Altre aumentano l’angoscia della madre e quindi, tramite il legame empatico, il bambino, costituendo il Me cattivo’. Talune aree della personalità suscitano una angoscia molto intensa nella madre e creano quindi una angoscia intensa anche nel figlio. Questa esp. È spaventosa per il bambino e provoca una amnesia nei confronti degli eventi che aprono la strada ad uno stato di intensa angoscia. Tali esp.restano completamente ignote e non integrate. Sullivan chiama questa area della personalità ‘Non Me’. In seguito l’intervento della risposta materna o del care-giver non è più necessario. Le esperienze collegate alla struttura del Me buono saranno accompagnate da un senso di sicurezza e di tranquillità, quelle collegabili al Me cattivo saranno accompagnate dall’Insorgere di angoscia, mentre le esperienze collegabili al non-Me saranno ‘nascoste in una nube’ di angoscia fortissima. SISTEMA DEL SE’ (dell’Io) Il sistema del Sé è quell’insieme di processi che, si organizza in modo da evitare o minimizzare l’angoscia esistente o prevista. Il sistema del Sé si avvale anche della cosiddetta disattenzione selettiva per evitare Il ripresentarsi dell’angoscia, anche per questo è molto difficile modificare i suoi dinamismi. Confusione terminologica tra Sé come contenuto e come sistema difensivo MODERNITA’ DEL PENSIERO DI SULLIVAN - L’unità di base del modello di Sullivan è il campo interpersonale e le configurazioni relazionali che ne derivano piuttosto che la psiche individuale - Critica la teoria pulsionale freudiana: (come affermato da Greenberg e Mitchell). La mente sullivaniana è composta da configurazioni relazionali e non da derivati pulsionali, anticipando in tal modo i Modelli Operativi Interni (MOI) Bowlbiani e le Rappresentazioni Interne Generalizzate (RIGs) di Stern. . - Rilevanza nella clinica al ruolo attivo del terapeuta che non sarà solo uno specchio come nella concezione freudiana. - Rilevanza data alla dissociazione rispetto alla rimozione - La centralità della interpretazione nella terapia verrà ridimensionata - Possibilità di miglioramento anche in periodi più avanzati della vita dell’individuo attraverso rapporti significativi compensatori