Lo spazio geografico
Non si può capire il mondo
visibile solo attraverso la
geometria: tutta una gran
parte di esso è organica e
noi dobbiamo cercare di
capire anche questa, fin
dove le nostre capacità ce
lo permettono
Bruno Munari
Four corners
Intervista a Farinelli
La scrittura geometrica della terra
Geo-grafia: scrittura geometrica della terra. La
scrittura geometrica della terra non è altro che la sua
rappresentazione cartografica, una rappresentazione
dello spazio secondo le regole della geometria euclidea.
La geometria mette in relazione le cose del mondo, ma
è una relazione che ignora il senso, il significato di ciò
che misura.
…Che cos'è lo spazio geografico ? Per la stragrande maggioranza dei geografi è un principio
assiomatico, a cui essi non ritengono necessario dedicare nessuna particolare riflessione. Perciò
ancora oggi in geografia lo spazio viene assunto così come esso si presenta nel senso comune:
come se fosse un'entità reale, qualcosa che " contiene" gli oggetti fisici della superficie terrestre.
Poco conta che nessuno abbia mai potuto vedere ne toccare lo "spazio" allo stato puro. Di fatto
tutti noi maneggiamo comunemente un suo modello materiale, molto efficace: un foglio di carta
su cui sono tracciati meridiani e paralleli, uno spazio figurato, atto a contenere appunto i
simulacri dei vari oggetti distribuiti sulla faccia della Terra. La carta geografica o topografica ci
suggerisce e conferma ogni giorno l'idea dello spazio come contenitore d'oggetti. Perciò essa è
fondamentale in geografia.
Giuseppe Dematteis, Le metafore della terra, Feltrinelli, Milano, 1994 p.90
La scrittura geometrica della terra
Il modello euclideo presuppone tre
proprietà: la continuità, l’omogeneità,
l’isotropismo. Uno spazio oggettivo,
vuoto e neutro.
Uno spazio omogeneo che permette di
calcolare superfici e distanze, che induce
a pensare in termini di omogeneità.
Gli stati sono sostanzialmente tutti
uguali tra loro, separati da confini che
appaiono naturali, assolutamente
indifferenziati al loro interno (la
superficie è tutta dello stesso colore).
Mostrano il piccolo (quando è presente)
identico al grande, solo di minori
dimensioni.
Ciò che non è omogeneo, come le piste dei
nomadi, non viene segnato.
Carte e potere: Elisabetta I
Tudor in piedi sulla carta
d’Inghilterra ritratta da Marcus
Gheeraerts il Giovane 1592 circa
Le carte mostrano il mondo da un punto di osservazione, propongono
una lettura basata su una gerarchia trasparente, invisibile ma potente
generata dai punti di riferimento.
Meridiani e paralleli
L’uomo nei suoi viaggi, per potersi orientare, calcolare le
distanze, ritrovare i luoghi ha avuto bisogno di punti di
riferimento, di coordinate geografiche come la latitudine e la
longitudine.
L’osservatorio di Greenwich tuttora è il punto di
riferimento dell’ora nel mondo (il "Tempo Universale"
detto anche GMT (Tempo del meridiano di Greenwich ).
L’origine dell’osservatorio ha le radici in un problema
sollevato sin dai tempi di Eratostene (terzo secolo a.C.):
come misurare la longitudine di un luogo, in particolare in
mare, ossia come misurare la distanza lungo i paralleli.
La latitudine non ha rappresentato un problema: ha avuto,
fin dall’antichità, come punto zero naturale l’equatore,
l’intersezione tra la superficie terrestre ed il piano passante
per il centro della Terra perpendicolare all’asse di rotazione.
Fino al 1948 Greenwich, uno
dei sobborghi di Londra, era
sede di un importante
osservatorio per il quale passa il
meridiano locale più importante
del mondo.
http:// Tullio Aebischer
www.globalgeografia.com/mondo
/meridiano_greenwich2.htm
Eppure le linee di delimitazione del tempo non seguono i meridiani ma i
confini degli stati…
Nel corto di Ursula Biemann Europlex le
donne marocchine attraversano due
volte in un giorno il tempo.
Per andare a lavorare a Ceuta (città del
Marocco che però appartiene alla
Spagna) vanno avanti e indietro tra i fusi
orari dell’ Europa e del Nord Africa
Il metro
Una data importante, da non
dimenticare, per la misura della terra è il
1792, anno in cui si decide di misurare la
lunghezza del meridiano terrestre che
passa per Parigi e di adottare il metro,
che è la quarantamilionesima parte di
questo meridiano, come unità di misura.
Con il meridiano di Francia la terra è
misura, una misura fornita dalla natura
(quindi indipendente dall’uomo?).
Il meridiano, il cui rivelamento termina
alla vigilia della rivoluzione, deve la sua
definizione al procedimento della
triangolazione, un procedimento che
permette di misurare la lunghezza di un
percorso rettilineo per mezzo di una
serie di misure angolari e di una sola
misura lineare.
Mediateca di storia delle scienze. Cité desSciences
Si perfeziona così la
rappresentazione cartografica del
mondo, la rappresentazione del
mondo su di un piano, una tavola.
Il metro
Il metro (simbolo: m) è l'unita
base SI (Sistema internazionale
di unità di misura) della
lunghezza.
Le convenzioni hanno una storia. Il metro nel 1983, a Parigi, durante la 17esima Conférence Générale des Poids et Mesures, il metro venne ridefinito come la
distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un intervallo di tempo pari a 1/299 792
458 di secondo.
Il meridiano di Greenwich continua invece a segnare il punto zero in modo tale che
l’Europa sia tuttora situata al centro del planisfero.
La scala misura lo spazio
Spazio deriva dal greco stadiòn, unità di misura
delle distanze. Quel che conta è una differenza
quantitativa, una misura che deriva dal rapporto
tra due lunghezze.
I luoghi, diversi l’uno dall’altro, perdono ciò che
li rende diversi, diventano spazio, regno
dell’equivalenza generale.
“[1]Ho detto che la scienza moderna aveva
rovesciato le barriere che separavano i Cieli
dalla terra, che essa unì e unificò l’Universo:
ciò è vero. Ma ho anche detto che essa lo fece
sostituendo al nostro mondo di qualità e di
percezioni sensibili, mondo nel quale viviamo,
amiamo e moriamo, un altro mondo; il
mondo della quantità, della geometria
deificata, il mondo nel quale, benché vi sia
posto per tutto, non ve ne è per l’uomo.”
La scala inizia a comparire sistematicamente
sulle carte nel ‘500.
Blaeu J. [Vicenza] Territorio di Vicenza
Amsterdam 1635. 416 x 500 mm.
Carta del territorio tratta dall'"Atlas Major"
del G. Blaeu.
[1]A. Koyré Etudes newtoniennes, Gallimard, Paris, 1978 pp42-43. Da Silvano Tagliagambe,
Epistemologia del confine, Il Saggiatore 1997 nota p.279
http://it.encarta.msn.com/media_121621481/Proiezione_di_Peters.html
La carta di Arno Peters
Arno Peters divenne famoso per la carta
geografica che pubblicò nel 1973.
Egli fece notare come la proiezione di
Mercatore ponesse l'Europa in primo piano
(facendola apparire più estesa, ad esempio, del
Sud America, che è grande il doppio) e
rimpicciolisse l'emisfero Sud del mondo.
Peters affermò che non bisognava più
"guardare il mondo con gli occhi del nostro
paese, ma guardare il nostro paese con gli
occhi del mondo".
La carta è realizzata attraverso una
scomposizione del mondo in 100 parti
orizzontali e 100 verticali non tenendo conto
dei gradi e spostando il meridiano zero allo
stretto di Bering. In pratica si aveva una scala
di 1:635.500.000 in cui 1 cmq equivaleva a
63.500 kmq di superficie reale.
http://it.wikipedia.org/wiki/Arno_Peters
Tra gli sponsor della carta di Peters
troviamo innanzitutto l'ONU, e poi
l'Unicef-Italia, il Consiglio delle
Chiese degli Stati Uniti, la Charitas
di vari Paesi, tra cui quella italiana.
Peters si è battuto per la revisione del
meridiano zero di Greenwich, deciso dagli
inglesi al tempo dell’epoca coloniale, in un
osservatorio che oggi non esiste più:
questo meridiano situa l’Europa in una
posizione centrale nel mondo.
Arno Peters/Mercatore/satellite
ovvero forma/processo
In sintesi la sua mappa vuole essere fedele:
Gerard Mercator 1609
•alla superficie ogni area (paese, continente, mare) è
rappresentata secondo le sue reali dimensioni anche
se le forme sono allungate
•alla proporzionalità: il grado di deformazione
longitudinale lungo il margine superiore della carta è
uguale a quello lungo il suo margine inferiore, il che
significa rendere regolare la distribuzione degli errori,
che così non vengono concentrati tutti nelle aree più
lontane dall'Europa
•colori base per ogni continente: tradizionalmente le
colonie avevano lo stesso colore degli stati
colonizzatori. Peters sceglie un colore base per ogni
continente ed assegna ai singoli paesi delle varianti di
sfumature per definire le nazioni.
Nella Carta di Peters l'esatta proporzione delle superfici
va a scapito dell'esattezza delle distanze e fa assumere ai
continenti la tipica forma allungata.
Immagine da
satellite
Il foglio ci comanda
La mappa disegnata acquista una vita propria, una volontà. Ci induce a credere
che sia il territorio, ispira pensieri mitici, della cui origine non siamo
consapevoli.
Le bambine disegnate qui accanto
illustrano metaforicamente la tirannia della
carta
Le linee di fuga, che disegnano l’ambiente intorno
alle bambine, ci obbligano a pensare che le tre
figurine siano di diversa altezza. Il foglio ci convince
che le bambine più vicine a noi sono più piccole.
Non possiamo correggere l’errore, di cui siamo
convinti, il foglio comanda e ci convince della loro
diversità.
Le regole dell’universo che crediamo di conoscere sono sepolte nel profondo dei
nostri processi di percezione (sia ontogenetici che filogenetici).
Il modello
Il mondo pensato, percepito,
rappresentato si rivela duale,
composto o da cose (forme o
strutture) o da processi e relazioni,
in questa scissione le cose
acquistano una realtà propria, si
oggettivizzano.
I matematici sono talmente innamorati dei modelli che
adoperano da non ricordarsi più che sono appunto soltanto
modelli e li scambiano perciò con la realtà
Benoit Mandelbrot
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Lo spazio geografico