IL FIUME DEI RICORDI LAURA BOSIO Anno XLI n° 232 € 1,00 martedì 30 settembre 2008 C ammino lungo il fiume dove spesso andavo con mia madre da bambina. Il viottolo sull’ argine, di cui in autunno è difficile immaginare la funzione, tanto è piccolo e calmo il corso d’acqua che dovrebbe ostacolare, porta a una costruzione di cemento, annerita dall’umidità, dove un tempo qualcuno aveva aperto, con il temuto insuccesso, un bar con cucina. C’erano tavolini di ferro bianco e sedie di legno scomposte, come le risate di mia madre, quando era allegra. La costruzione è diventata un canile. I latrati cominciano a sentirsi già dalla strada asfaltata e aumentano, fino a diventare assordanti, man mano ci si avvicina. Dietro una rete metallica i cani si azzannano, ma nel mucchio peloso che formano è impossibile distinguere i contendenti. Nei rapidi corpo a corpo si intravedono solo dorsi contratti, code tese, denti. Mi siedo su un blocco di cemento abbandonato, il fiume brilla nel chiarore del mattino. Di fronte adesso non ho altro che ciottoli lucidi e alberi con le foglie d’ambra. Dimentico la vita drammatica che si svolge alle mie spalle, e le tracce di fatica chiuse in quella costruzione. Non è questo che facciamo abitualmente, o almeno io faccio ogni giorno? Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.00 www.avvenire.it S. Girolamo LA POLIZIOTTA CADUTA UCCIDERE MALALAI È STATO COLPIRE LA SPERANZA AFGHANA MARINA CORRADI ietro l’assassinio a Kandhar di D Malalai Kakar, la poliziotta afghana di cui i taleban hanno rivendicato l’esecuzione, non c’è solo la fine eroica di un’icona femminile, in una terra martoriata da una guerra infinita. Quarantatré anni, sei figli, un lungo esilio in Pakistan all’epoca del dominio talebano, quattordici anni in divisa passati a difendere le donne dalle violenze di una cultura tribale e dalla ferocia dei fondamentalisti, la Kakar era, sì, il simbolo di un altro modo possibile di essere donna: a volto scoperto, e dentro a un ruolo tradizionalmente maschile. E tuttavia sarebbe riduttivo descrivere la sua morte solo come un attacco "alle donne" afghane, in chiave puramente femminista. Certo, rivendicando orgogliosamente all’Agenzia France Presse l’esecuzione, i taleban hanno voluto, secondo una classica logica di terrore, "ammazzarne una per educarne cento". E scegliere la più famosa perché la lezione fosse eclatante e mediaticamente vistosa. Ma anche questo si inserisce in una strategia più ampia: quella che in Afghanistan da anni va bruciando le scuole e ammazzando gli insegnanti (secondo Radio Free Europe, negli ultimi anni i taleban hanno ucciso 230 fra insegnanti e studenti, per lo più donne, e distrutto le scuole dove 300mila ragazzi andavano a studiare). La strategia di una serie di omicidi di donne che in qualche modo contravvenivano all’ordine sociale dei fondamentalisti musulmani, e quella per cui molte famiglie spaventate non mandano più le figlie a scuola, così che nemmeno impareranno a leggere. È, quella dei taleban, una logica che si accanisce contro le donne del proprio popolo come se avessero individuato in loro il vero possibile motore dell’unica rivoluzione possibile in quel Paese. Perché se le donne cominciassero a leggere, a studiare, a capire, questo cambiamento si rifletterebbe sull’educazione dei figli; sarebbe un nuovo sguardo, un nuovo mondo a aprirsi attraverso di loro in una terra dove ancora, nelle campagne, vigono forme di ordinamento sociale e di amministrazione della giustizia arcaiche, che l’Occidente si è lasciato alle spalle da secoli. C’è, in questo ennesimo ma più clamoroso omicidio, una logica malvagiamente sapiente. Le giovani donne afghane nel giro di una generazione potrebbero fare forse ciò che vent’anni di guerra non hanno fatto: cominciare a cambiare il Paese, a partire, innanzitutto, dai loro figli. E invece Malalai Kakar proprio sotto gli occhi di uno dei suoi figli è stata uccisa: monito eloquente e atroce di un Ordine che non "deve" cambiare. Una maligna, acuta logica dunque in questo avventarsi contro l’"altra metà del cielo", come un mirare alla radice di ogni possibile germinale sovvertimento. È la stessa logica che impone il più integrale dei veli, il burqa, alle afghane. Il burqa non serve soltanto perché le donne siano invisibili, e dunque protette da ogni maschile tentazione: ma, anche, perché esse stesse non vedano. Chi scrive si è trovata, in un mercato di Kabul, davanti ai banchi pieni di burqa blu, e ha voluto per un momento provare come ci si sente, a indossarne uno. È, semplicemente, una prigione: da dietro la retina si vede come attraverso le sbarre strette di una cella, eliminata la visuale laterale, come nei paraocchi degli animali da tiro. Anche il burqa è per non poter vedere e conoscere, come le scuole vietate, come l’omicidio di una che vuole cambiare. In un’ansia ferocemente reazionaria, ma, al fondo, nichilista: dove l’annientamento dell’anima femminile tradisce, in realtà, una livida voglia di nulla. Crisi mondiale. Drammatica giornata per la finanza. Nazionalizzati istituti belgi e britannici, salvataggi anche in Germania. Borse a picco, giù il petrolio NEL GIORNALE ■ Alitalia Bufera su banche e mercati Bocciato il piano Bush. L’effetto mutui contagia l’Europa ● L’uragano subprime NAPOLITANO / UNA PRIORITÀ, MA INEVITABILE CONTENERE LE SPESE Arriva il sì anche degli assistenti di volo Colaninno: tempo per il partner straniero fa le prime vittime in Europa. I gruppi Fortis e Bradford & Bingley in mani pubbliche con l’avallo della Commissione europea «Per la scuola scelte coraggiose di rinnovamento» PINI A PAGINA ● I listini del Vecchio Continente bruciano 320 miliardi di euro e tornano ai livelli minimi del 2005 La Bce interviene immettendo nuovi fondi nel sistema. Il governatore Draghi: l’Italia è al riparo 23 ■ Energia ● Dal Congresso Usa la D’ANGELO, LENZI, SANTAMARIA 8 prima bocciatura al piano di salvataggio da 700 miliardi. Il presidente si è detto «rammaricato» e ha parlato di rischi disastrosi Obama tende la mano: «Riusciremo a trovare un nuovo accordo». Ma Wall Street perde il 7 per cento PRIMOPIANO ALLE PAGINE 4/5 PERSECUZIONI TROVATI DOPO 10 GIORNI IN CIAD.VOCI E SMENTITE SU UN BLITZ Ancora sangue in Orissa Altri tre morti Finita l’odissea dei turisti rapiti Liberi i 5 italiani e gli altri ostaggi Nello Stato indiano dell’Orissa, dove da agosto i cristiani sono oggetto di continue persecuzioni, scorre ancora il sangue: i cadaveri di tre persone sono stati trovati domenica nel fiume vicino a Kandhamal, l’epicentro delle violenze. In fiamme ancora alcune abitazioni, mentre non si arresta la fuga degli abitanti verso zone più sicure. I vescovi iracheni denunciano invece la discriminazione: la nuova legge sul voto provinciale non garantisce la rappresentanza alla componente caldea. SERVIZI A PAGINA CONFLITTO RIMOSSO ANZICHÉ AFFRONTATO PAOLA RICCI SINDONI MATARAZZO A PAGINA 25 ■ Reportage ● L’intervento degli agenti speciali egiziani ha portato alla liberazione, ma è giallo sulle modalità dell’operazione. Frattini: presenti anche nostri reparti I bambini del sisma nel Sichuan: dolore e polemiche tra i sopravvissuti ● Secondo Il Cairo sarebbero stati Alcuni dei turisti all’arrivo all’aeroporto del Cairo (Ansa) 17 LA CATENA DELLE VIOLENZE TRA FAMILIARI Bollette, nuovi rincari Quasi 6% in più per il gas 0,8% per la luce uccisi metà dei sequestratori, mentre altre fonti sostengono che l’intervento sia stato «incruento» e il gruppo sia stato abbandonato VITTONE E F. ZOJA NEL PRIMOPIANO A PAGINA DOSSIER SANT’EGIDIO/APPELLO «Nuovi» albanesi: integrazione e ritorno a casa Pena di morte: fronte comune Europa-Africa 7 S.ZOJA A PAGINA Testimoni ROMANO GUARDINI A 40 ANNI DALLA MORTE Affrontare il confronto è l’unico modo perché, di fronte a due opposte opzioni, se ne possa trovare una terza senza mortificare alcuno BRUNO FORTE 29 URGENTE UN PROCESSO RIFORMATORE Cinema SCUOLA? DA RESTITUIRE ALLA SOCIETÀ CIVILE SPIKE LEE ACCUSA I PARTIGIANI IN UN FILM: È POLEMICA GIUSEPPE DALLA TORRE Appare necessario anche un forte cambio di mentalità da parte di tutti, che porti ad una più aperta esperienza dei rapporti tra scuola e famiglia LAMBRUSCHI A PAGINA 6 LIVERANI A PAGINA 15 VALLATI 31 3