CARDANO
IMPIANTO IDROELETTRICO
 L’imponente facciata della centrale di Cardano, costruita negli anni venti del secolo scorso.
Die mächtige Fassade des in den 20er Jahren des vergangenen Jahrhunderts erbauten Krafthauses.
LA REGINA DELLE CENTRALI ALTOATESINE
All’epoca della sua realizzazione e per parecchi anni dopo la sua messa in esercizio, avvenuta nel 1929, la centrale idroelettrica di Cardano era considerata la
maggiore nel suo genere in Europa.
 Con una produzione annua di
oltre 600 milioni di kWh, questo
impianto, del tipo ad acqua fluente,
è l’ammiraglia tra le centrali a grande
derivazione dell’Alto Adige.
Ad alimentare la centrale di Cardano
è il fiume Isarco, il quale insieme ai
suoi affluenti forma un vasto bacino
imbrifero: in totale si tratta di un’area
di 4.193 km2, corrispondente ad oltre
la metà della superficie dell’Alto Adige. Di quest’area, 3.350 km2 forniscono l’acqua direttamente alla centrale
di Cardano.
L’Isarco nasce nei pressi del Passo del
Brennero a 2.000 m sopra il livello
del mare e percorre 92 km fino a
Bolzano (244 m s.l.m.). Lungo il percorso raccoglie le acque di numerosi
affluenti le cui sorgenti si trovano
sulle montagne dell’Alta Valle Isarco,
della Val Pusteria e nelle Dolomiti.
Con una lunghezza di 63 km, il maggiore tra i suoi affluenti è la Rienza,
che nasce presso Dobbiaco e confluisce nell’Isarco a Bressanone.
 Posa delle condotte forzate (a sinistra) e lavori alla costruzione della vasca di carico (a destra).
Die Verlegung der Druckrohrleitungen (links) und Arbeiten am Wasserschloss (rechts).
STORIA DELL’IMPIANTO IDROELETTRICO
DI CARDANO
La storia della centrale di Cardano, caratterizzata da alterne vicende, inizia nel
primo decennio del XX secolo.
 Nel 1907 l’azienda costruttrice
“Sager & Wörner” di Monaco presentò un primo progetto. Alla vigilia
del primo conflitto mondiale il progetto era già pronto per la realizzazione. Sopraggiunsero però grandi
cambiamenti: con la fine della guerra
l’Alto Adige fu annesso all’Italia e il
10 ottobre 1920 entrò ufficialmente
a far parte dell’Italia. Lo stesso anno
riapparve il progetto di fattibilità
di Monaco che nel frattempo era
scomparso tra le carte del municipio
di Bolzano. Il nuovo progetto portava
la firma dell’ing. Leo Perwanger.
La ricchezza idrica del territorio altoatesino costituiva senz’altro motivo
di interesse economico anche da
parte delle autorità statali. L’energia
di Cardano era destinata infatti ad
alimentare l’industria lombarda.
E così, dopo il superamento degli
ostacoli burocratici, la concessione fu
assegnata alla SIDI (Società Idroelet-
TECNOLOGIA E TRADIZIONE
trica dell’Isarco) che nel maggio del
1926 diede inizio ai lavori di costruzione: nel tempo sorprendentemente
breve di tre anni, durante i quali la
tratta tra Bolzano e Chiusa divenne
un gigantesco cantiere dove vennero impiegati fino a 5.000 operai, fu
realizzata la centrale idroelettrica
più grande e moderna d’Europa.
A dare il loro contributo all’opera
furono l’architetto torinese Eugenio
Mollino, ma anche l’architetto, e più
tardi regista, Luis Trenker e il suo
maestro, Clemens Holzmeister. La
definitiva entrata in esercizio avvenne
il 15 settembre 1929. Nel 1945 la
centrale passò dal primo concessionario SIDI a SIP, “Società Idroelettrica
Piemonte”. In seguito vi furono ulteriori passaggi di proprietà: nel 1963,
con la nazionalizzazione dell’energia
elettrica, Enel subentrò come concessionario della centrale di Cardano
e di svariate altre centrali altoatesine.
Nel 1999 Enel è divenuta una società
per azioni e la gestione della centrale
è stata trasferita a Enel Produzione
S.p.A. Il primo giugno 2010 SEL e
Enel Produzione hanno dato vita
ad una joint venture. Dal gennaio
2011 la neo-costituita società, che ha
assunto il nome di SE Hydropower
Srl, opera grazie a una nuova concessione, a seguito di procedura per il
rilascio/rinnovo indetta nel 2005, che
ha durata fino al 31.12.2040.
Durante la seconda guerra mondiale la centrale di Cardano è uscita praticamente indenne dai bombardamenti ad opera degli alleati. A tale proposito vi
sono delle supposizioni secondo le quali l’impianto sarebbe stato risparmiato
poiché per la realizzazione dello stesso si era ricorsi anche a capitali alleati; di
conseguenza si sarebbe fatto in modo di evitarne la distruzione.
Bacino imbrifero
3.350 km²
Opera di presa
Colma sul fiume Isarco
Portata massima derivabile
90,00 m3/s
Lunghezza galleria
14.843 m
Lunghezza condotta forzata
330 m
Salto
165 m
Potenza massima
121.000 kW
Produzione media annua
ca. 622 GWh
TURBINE
Tipo turbina
Francis
Assi
verticali
Costruttore
Riva
Tipo regolatore
meccanico
Portata massima
23,00 m3/s
Potenza nominale
33.000 kW
Velocità
300 rpm
ALTERNATORI
Tipo generatore
Sincrono
Costruttore
T.I.B.B. (Gr. 1–2-3)
C.G.E. (Gr. 4–5)
Potenza
36.000 kVA
Tensione
10 kV
 L’edificio della Sede operativa di SE Hydropower, adiacente alla centrale idroelettrica di Cardano.
Das Verwaltungsgebäude der SE Hydropower neben dem Krafthaus von Kardaun.
 La stazione di trasformazione, con Castel Cornedo sullo sfondo.
Die Umspannanlage, im Hintergrund Schloss Karneid.
PROGETTO D’ECCELLENZA
Quella che ancora oggi è considerata un’opera imponente visibile a nord di Bolzano sul pendio del Renon era all’epoca un vero e proprio progetto d’eccellenza.
 L’opera di sbarramento sul fiume
Isarco, situata poco a valle della foce
del Rio Gardena, è dotata di un bacino di raccolta da 290.000 m3 che ha
anche la funzione di bacino di accumulo giornaliero. Le acque percorrono poi una galleria di derivazione a
pelo libero della lunghezza di ca. 15
km fino alla vasca di carico sopra la
centrale a Cardano. Da lì partono le
cinque condotte forzate, di diametro
variabile dai 2,8 m del tratto superiore fino ai 2,5 m di quello inferiore,
che alimentano le turbine.
Tutta l’acqua viene infine restituita
all’Isarco in prossimità della foce del
torrente Ega.
La portata massima derivabile è di
90 m3/sec.
Originariamente esisteva una sesta
tubazione dal diametro di 2 m che
portava l’acqua a tre turbine Pelton
più piccole per la produzione di
energia elettrica per la ferrovia, ma fu
in seguito rimossa. Per la produzione
di energia furono installati cinque
gruppi, ciascuno dei quali composto
da una turbina Francis, da un generatore e da un trasformatore. Le
turbine compiono 300 giri al minuto
e hanno ciascuna una potenza di
33.000 kW; i generatori hanno una
potenza di 36.000 kVA a 10 kV. Dalla
centrale di Cardano partono linee
elettriche alla tensione di 220, 130,
60 e 20 kV che sono collegate alla
rete elettrica nazionale.
Con i suoi 620 milioni di kWh di
produzione media annua la centrale
di Cardano da sola contribuisce a
poco più del dieci percento della
produzione idroelettrica altoatesina.
La produzione totale di energia idroelettrica dell’Alto Adige si aggira tra
i 5,5 e i 6 miliardi di kWh. Sulla base
di questi dati si può valutare l’importanza economica di questo impianto
e, a seguito dell’acquisizione da parte
di SE Hydropower, il suo peso per il
settore energetico locale.
L’impianto idroelettrico di Cardano
interessa a vario titolo sette Comuni: Bolzano, Renon, Barbiano, Ponte
Gardena, Fiè, Cornedo e Castelrotto. E’ tra questi sette Comuni che
vengono suddivisi i fondi per interventi ambientali che saranno investiti nel corso dei 30 anni di durata
della concessione, dal 2011 al 2040.
Si tratta di misure ambientali per
un importo totale di 103 milioni di
euro che vengono concordate tra i
Comuni interessati, l’amministrazione
provinciale e il concessionario SE
Hydropower allo scopo di mitigare
e compensare gli effetti e l’impatto
ambientale degli impianti sul territorio e sulla popolazione.
Ein Blick in den großen Maschinenraum
Una veduta dell’ampia sala macchine
Schnitt durch das Wasserkraftwerk | Sezione dell’impianto
Lageplan zum Wasserkraftwerk | Planimetria dell’impianto
SE HYDROPOWER GmbH | Srl
39100 Bozen | Unterleitach 24
I-39100 Bolzano | Costa di Sotto 24
T +39 0471 199 21 00 | F +39 0471 199 21 72
[email protected] | www.se-hydropower.bz.it
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Impianto idroelettrico Cardano